Sanpolopolis elezioni

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diLauraDiPalmaeDanteMantovani

Nel nostro Paese, ma non solo in Italia, si respira un generale clima di grande sfiducia nella politica e soprattutto in politici di basso profilo, spesso più attenti ai propri interessi di parte che al bene del Paese e forse, in questo, sono espressione di una società sempre più individualista.Èbene però ricordare che la Costituzione, all’art. 1, afferma che “la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione” stessa. Esprimere il proprio voto costituisce quindi espressione ed essenza dei nostri diritti di cittadinanza, all’ interno di un ordinamento democratico. Votare è infatti uno dei modi più importanti per dare concretezza al diritto di tutti i cittadini di partecipare all’ organizzazione politica del Paese.

2 Editoriale – speciale elezioni

Proprio per questo ci sentiamo in dovere di segnalare che il 25 settembre, sulla scheda per la Camera, troverete il nome di ROBERTO ROSSINI, candidato nel collegio uninominale di Brescia ed hinterland. Roberto è stato presidente delle ACLI bresciane dal 2008 al 2016, presidente nazionale dal 2016 al 2021 e tutt’ora è Portavoce nazionale dell’Alleanza contro la povertà, una rete di decine di realtà che operano per l’attuazione di politiche in grado di sconfiggere le diseguaglianze e le povertà.

Anche lo stesso Draghi, “premier” uscente, dal Meeting di Rimini ha calorosamente invitato gli italiani a recarsi a votare.

Avendo condiviso con Roberto i valori e le prospettive sociali che manifestiamo sempre attraverso SanpoloPolis, conoscendolo come persona onesta, credibile, coerente e sempre impegnata per il bene comune e non per il proprio interesse, lo presentiamo ai lettori di SanpoloPolis come grande opportunità per il proprio voto sulla scheda della Camera dei

BUON VOTO A TUTTI I NOSTRI DI SANPOLOPOLIS

Il diritto di voto è una delle massime espressioni della Democrazia, quindi della sovranità popolare. Il nostro invito, quindi, è prima di tutto quello di andare a votare.

delle liste e i nomi dei candidati in competizione sono ormai noti e la campagna elettorale è in pieno svolgimento: molti, tuttavia, si interrogano ancora sul da farsi a partire dalla decisione di votare o di astenersi dal voto.

In questo periodo, in cui stiamo lentamente uscendo dalla pandemia mondiale, ma siamo assillati da moltissimi problemi socio economici e da grandi cambiamenti, si ha spesso l’impressione di essere travolti dagli

eventi, senza riuscire ad essere incisivi sulle scelte delle istituzioni e soprattutto sulla politica che gestisce il potere. Da qui, potrebbe nascere la sfiducia nei confronti della classe politica e la “volontà” di non esprimere il proprio voto, considerato “inutile”.

ti. Questo non significa però che le ACLI siano neutrali rispetto ai contenuti e alle proposte della politica e alle persone che la incarnano.

Io vado a votare… Passaparola!

Fino a qualche decennio fa, l’art 115 del DPR 361 del 1957 prevedeva che l’elettore che non avesse esercitato il diritto di voto dovesse darne giustificazione al sindaco; in caso contrario era prevista, come sanzione, la menzione nei certificati di buona condotta. Oggi, dopo l’abrogazione di tale articolo, il voto rimane comunque un dovere civico e rinunciarvi, significa rinunciare ad un diritto fondamentale.

Come tutti ormai sappiamo, in seguito alla caduta del Governo di Mario Draghi, gli italiani saranno chiamati alle urne, il prossimo 25 settembre, per eleggere i propri rappresentanti alla Camera dei Deputati e alISenato.simboli

Se siamo tentati di non recarci al seggio, vale la pena di ricordare quanto sia costato conquistare questo fondamentale diritto e quanto valore esso abbia avuto per chi, prima di noi, ha saputo conquistarlo, con il suffragio universale riconosciuto a tutti i cittadini, uomini e donne, dopo

Fin dagli anni ’60 del secolo scorso, le ACLI hanno chiuso con il collateralismo e svolgono quindi il loro impegno sociale in modo assolutamente autonomo rispetto ai parti-

il ventennio fascista

LETTORI

SoprattuttoDeputati.nel sistema elettorale uninominale, più che la scelta del partito o dello schieramento, vale la scelta della persona ed in questo caso, Roberto Rossini ci sembra proprio la persona giusta. In questo numero speciale di SanpoloPolis affrontiamo alcuni dei temi che riteniamo fondamentali per la campagna elettorale e che gli elettori dovrebbero valutare bene, prima di decidere il proprio voto.

Il sistema elettorale vigente è un sistema misto, in parte maggioritario e in parte proporzionale. 3/8 dei deputati e dei senatori sono eletti con il sistema maggioritario in collegi uninominali, mentre i restanti 5/8 sono eletti con sistema proporzionale a liste bloccate.

Stando ai sondaggi che si leggono in questi giorni, appare probabile, in entrambe le Camere, una maggioranza della coalizione di centro destra. Ma le ultime elezioni ci hanno abituato a sorprese e ad una grande mobilità dell’elettorato, che potrebbe orientarsi, fino all’ultimo giorno, verso scelte diverse da quelle indicate dai sondaggi. Ciò, tenendo anche conto del crescente astensionismo, che rappresenta un termometro significativo e preoccupante del distacco tra l’elettorato e le istituzioni rappresentative.

Il sistema elettorale è sostanzialmente lo stesso delle precedenti elezioni, ma con due novità rilevanti che meritano di essere sottolineate. In primo luogo, nel 2021 è stata approvata la riduzione del numero dei parlamentari: il prossimo Parlamento sarà composto da 400 deputati alla Camera (invece di 630); e da 200 senatori invece di 315. In secondo luogo, per il Senato potranno votare anche i diciottenni (il limite era di 25 anni fino alla scorsa elezione), e quindi il numero degli elettori è ora identico per Camera e Senato (circostanza che, per inciso, rende ancora più sorpassata l’impo stazione del nostro bicameralismo perfetto).

Che Parlamento sarà il prossimo?

Non sono previsti premi di maggioranza: un partito o una coalizione, per avere i numeri per formare un governo, devono ottenere la maggioranza assoluta dei seggi in entrambe le Camere. Per la nostra forma di governo parlamentare, resta comunque la possibilità di dar vita ad alleanze diverse o nuove in Parlamento, indipendentemente dallo schieramento con cui i partiti si sono presentati alle elezioni, come è avvenuto, ad esempio, nell’ultima legislatura (ma, in qualche modo, anche nella precedente).

Se nessuna coalizione dovesse avere la maggioranza assoluta in entrambe le Camere, si riproporrebbe la situazione della scorsa legislatura: sarebbe compito del Presidente della Repubblica verificare la possibilità di formare un governo sostenuto trasversalmente da forze politiche diverse; esito che, però, allo stato, appare poco probabile, anche se andrà misurata la compattezza di intenti della coalizione che, dai sondaggi, sembrerebbe in vantaggio

3 Speciale elezioni Il

Nei collegi uninominali (che sono in tutto 147 alla Camera e 74 al Senato) vince il seggio il candidato che ottiene il maggior numero di voti, ragion per cui i partiti sono indotti a formare coalizioni che presentano un unico candidato in ciascun collegio. Nella parte proporzionale, invece, i seggi vengono distribuiti proporzionalmente al numero di voti ottenuti tra tutti i partiti che abbiano ottenuto almeno il 3% dei voti, o l’1% se i partiti sono coalizzati. I seggi della parte proporzionali sono assegnati in 28 circoscrizioni alla Camera e in 20, corrispondenti alle Regioni, al Senato. 8 deputati e 4 senatori sono eletti nelle circoscrizioni estere, Non sono previste preferenze, per cui vengono eletti i candidati secondo il numero di seggi spettanti a ciascuna lista e secondo l’ordine di lista. La scheda per il voto è unica, ma è possibile esprimere due voti, uno per il collegio uninominale e uno per la parte proporzionale. Non è però consentito il voto disgiunto, per cui

diMarioGorlani*

* Professore ordinario di diritto pubblico Università degli Studi di Brescia

Il prossimo 25 settembre gli italiani saranno chiamati a votare per l’elezione del Parlamento, a seguito delle dimissioni del governo Draghi e della conclusione anticipata della XVIII legislatura, sei mesi prima della sua scadenza naturale.

il voto per il candidato del collegio uninominale deve essere necessariamente coerente con il voto della parte proporzionale, nel senso che è possibile votare nella parte proporzionale soltanto una lista collegata al candidato che si è votato nella parte maggioritaria. È invece ovviamente possibile dare un voto diverso tra Camera e Senato.

comeelettorale,sistemasivota?

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Voto valido

Speciale elezioni

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Voto valido

Questo voto vale per il candidato al collegio uninominale ed è valido anche per la coalizione dei partiti che lo sostiene, per la quota proporzionale.

Voto non valido

Questo voto vale per il candidato al collegio uninominale e vale anche per il partito indicato dall’elettore, per la quota proporzionale.

Questo voto non è valido perché non è possibile il voto disgiunto, cioè ad un candidato per l’uninominale e ad un partito che non lo sostiene.

Coloro che propongono l’introduzionedelpresidenzialismo inItalia sostengono che l’elezione diretta del Presidente della Repubblica e la sua trasformazione in capo del governo aiuterebbe il nostro Paese ad essere più solido ziequedelculturalecostituzionaleoltreritengoeforte.Èunatesidibattuta,macheagevolmenteconfutabilechepermolteragionididirittoedinaturastoricoancheinconsiderazionelacrisidistabilitàchecomun-vivonoconsolidatedemocra-presidenzialiste,comead

L’introduzione del presidenzialismo in Italia potrebbe acuire divisioni proprio in un momento nel

La polarizzazione è oggi un pericolo grave perqualsiasi democrazia, perché non favorisce il dialogo e la mediazione. Non è la chiarezza delle posizioni in campo, ma si riduce al parteggiamento e alla soppressione delle differenze. La democrazia vive una profonda e diffusa crisi anche a causa delle profonde trasformazioni etniche, sociali, culturali degli ultimi decenni, che generano smarrimento e la conseguente difficoltà a ritrovarsi in un’unica comunità, pur nelle differenze. Di fronte a questa sfida di maturazione della democrazia, assistiamo ad un’élite scollegata dalle masse, che alimenta i fenomeni del populismo e del sovranismo, dove le “parti” pretendono di rappresentare “tutto il popolo”, come scorciatoia per affrontare la crisi della democrazia sato.istituzioniappaionoÈunfattocheledemocrazienonpiùcosìsolideelelorocosìefficacicomeinpas-Maquestonondipendeautomaticamente dall’assetto istituzionale. La crisi della democrazia è anzitutto crisi del senso di appartenenza ad una casa comune e del riconoscimento di valori condivisi, nella “convivialità delle differenze”.

Nella crisi democraziadi, nonpresidenzialismoilaiuta

esempio gli Stati Uniti d’America e la Francia.NegliUSA la figura del presidente che tradizionalmente incarna l’unità della nazione sta diventando sempre più divisiva e contribuisce ad acuire una crescente polarizzazione della società americana sempre più divisa tra wasp e latinos, tra suprematismo bianco e rivendicazione dei diritti delle minoranze, tra pro-life e attivisti della cancel culture.

5 Speciale elezioni

quale si esige maggiore coesione, anche europea: potrebbe deprimere il pluralismo e certamente porterebbe ad esaltare il potere di una minoranza. In particolare, in Italia ma non solo, sono soprattutto le forze politiche storicamente collegate al fascismo che propongono il presidenzialismo e questo suscita una profonda preoccupazione, essendo queste forze politiche alleate sul piano europeo a democrazie autoritarie come quella di Orbán in Ungheria. Insomma, non sarebbe certo un passo avanti sulla strada della democrazia, nella quale siamo sempre in cammino e che non è data per scontata a Esperienzeprescindere.drammatiche come la pandemia e la guerra in Europa con le loro gravi conseguenze mostrano l’importanza di una comunità coesa e di una politica unitaria. Nella contingente ma strutturale difficoltà che le democrazie stanno vivendo è fondamentale invece rafforzare istituzioni e figure di garanzia qual è attualmente il Presidente della Repubblica in Italia nelle quali possono riconoscersi tutti gli italiani e la cui imparzialità aiuta a tenere unita una società sempre più sottoposta a spinte disgreganti. Basterebbe questo come bussola per orientarsi nel voto alle prossime elezioni politiche.

* Presidente provinciale ACLI Brescia

diPierangeloMilesi*

Anche in Francia abbiamo assistito ad una crescente polarizzazione, che premia le posizioni più estreme dello schieramento politico, provocando lacerazioni incomponibilie alimentando un clima di contrapposizione perenne.

Il rischio di fare parti uguali tra disuguali

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Il tema è particolarmente sensibile e, da sempre, argomento cult delle campagne elettorali, tra schieramenti che proporrebbero il taglio delle tasse ed altri che vengono accusati dell’esatto contrario, ovvero di volerle aumentare, di “mettere le mani nelle tasche degli italiani

Nella società odierna, sia a livello nazionale che a livello internazionale, assistiamo a disuguaglianze sempre più crescenti, profonde e radicate. Un esempio per inquadrare la situazione: nel 1980 gli amministratori delegati più pagati avevano un salario pari a 45 volte quello di un loro dipendente, nel 2008 si è passati a 416 volte, per giungere nel 2020 al tetto di 649 volte. Viviamo, inoltre, in un’epoca storica nella quale, nell’eterno conflitto tra capitale e lavoro, chi detiene i mezzi di produzione - il capitale - sta avvantaggiandosi (e guadagnando) sempre di più, mentre chi vive del proprio lavoro è sempre più a rischio, più precario, con la possibilità di vedere il proprio lavoro sostituito “dalle macchine”.

diFabrizioMolteni*

gare la stessa aliquota (nell’ ipotesi della Lega posta al 15%) a cittadini con capacità contributiva diversa, contravvenendo al principio di progressività al quale, come da dettato costituzionale, la tassazione deve attenersi. La proposta della Lega rischia di “fare parti uguali tra disuguali”, come ci insegna don Milani; l’effetto è quello di redistribuire al contrario e favorire chi ha più risorse e maggiore capacità contributiva per un parlamentare, a regime, il risparmio sarebbe di circa 25.000,00€ all’anno, cifra che corrisponde allo stipendio medio di tanti

Per cercar di far capire come funzioni e cosa comporti la flat tax ricorriamo ad un esempio tecnicamente non correttissimo ma che rende bene l’idea: “Al ristorante qualcuno mangia l’aragosta e qualcuno mangia una pasta in bianco; alla fine, si paga alla romana e questo equivale alla flat tax”. Più precisamente, si fa pa-

Per correggere tali effetti distorsivi delle dinamiche economiche esiste uno strumento, quello della tassazione, funzionale alla contribuzione di tutti ed alla ripartizione tra i cittadini delle spese comuni per far funzionare infrastrutture o garantire servizi dello Stato ad esempio sanità, sicurezza, istruzione, ambiente ed efficace nella redistribuzione della ricchezza tra chi ha di più e chi è meno fortunato.

Diitaliani.diverso

tenore è la proposta di Enrico Letta che parte dal presupposto che nel nostro Paese la “coperta è corta” e serve liberare risorse per permettere nuovi investimenti, in questo caso a favore delle giovani generazioni, per le quali “l’ascensore sociale” si è bloccato. E allora, attraverso una tassa di successione da applicare sui patrimoni plurimilionari, si punta a costituire un fondo a favore dei giovani, operazione di buonsenso e che introduce un principio di equità intra generazionale.

* Vice Presidente provinciale ACLI Brescia

La strana e, per certi versi, inedita campagna elettorale autunnale che stiamo vivendo non poteva essere da meno ed, infatti, l’argomento tasse è tra quelli più divisivi… Al di là di proposte fantasiose, roboanti e populiste, che puntano alla pancia degli elettori, il dibattito si è incentrato su due proposte: il cavallo di battaglia, invero un po’ logoro, della Lega, la “flat tax” fatta propria, con alcuni distinguo, da tutto il centro destra - e la proposta del segretario del PD di introdurre una sorta di tassa patrimoniale per finanziare interventi a favore dei giovani.

Speciale elezioni

diDanteMantovani

la soluzione del problema, ci renderebbe ancora dipendenti dai Paesi ricchi di Uranio, in primis la Russia. Rivalutazione del carbone: è una soluzione tampone, ma estremamente inquinante. Rigassificatori: è pure una soluzione tampone e temporanea, ma poco gradita ai territori che dovrebbero ospitarli.

Crisi

Di tutte queste proposte, a noi sembra che quella più condivisibile e realizzabile nel medio termine sia quella di incentivare al massimo gli investimenti di famiglie ed imprese nelle fonti rinnovabili, rendendo snelle le procedure burocratiche e superando veti ed interessi incrociati. È forse l’occasione propizia non solo per diminuire drasticamente la nostra dipendenza energetica, ma soprattutto per andare decisamente ed in modo irreversibile verso una sostenibilità ambientale non più rinviabile.Unelemento voglio aggiungere al ragionamento sulla crisi energetica, che a me non è finora capitato di percepire dentro il confronto politico e lo voglio porre sotto forma di domanda: è ancora possibile lasciare in balia del “libero mercato” una questione tanto delicata ed essenziale quale l’energia? In questi mesi abbiamo assistito ad aumenti ingiustificati dei prezzi del metano, e quindi delle altre fonti di energia e delle merci, aumenti dovuti esclusivamente a speculazioni finanziarie dei mercati. Il prezzo del metano ha

iniziato ad aumentare in modo vertiginoso molto prima che Putin decidesse di stringere sulle forniture; è aumentato al momento della comunicazione della chiusura del gasdotto che passa dalla Germania avvenuta 15 giorni prima ed è aumentato ancora quando la chiusura è avvenuta. Si parla di tassare gli extra profitti delle compagnie produttrici e distributrici di fonti energetiche, ma non si parla mai di come evitare gli extra profitti. Aiutare famiglie ed imprese a pagare le bollette (legittimo e doveroso), significa legalizzare gli extra profitti di un mercato dominato dalleAllora,speculazioni.togliamoci di dosso il tabù per cui mettendo in discussione il “mercato” dobbiamo sentirci pieni di vergogna, quasi avessimo commesso un delitto. Dopo la ubriacatura di libero mercato di questi ultimi decenni, qualcuno deve avere il coraggio di porre il problema di un maggiore potere di controllo e, perché no, anche di gestione da parte dello Stato dei principali servizi quali energia, sanità, scuola e trasporti. È una bestemmia? Penso proprio di no. Certo che lo Stato deve essere (rimanere) uno Stato veramente democratico, e questo è un’altra questione in gioco in questa campagna elettorale ed al quale dobbiamo stare molto attenti nelle nostre scelte di voto

energetica,ambienteemercato

Le elezioni politiche in Italia cadono proprio nel mezzo di una crisi energetica preoccupante per le conseguenze sull’economia e sulle condizioni delle famiglie. Sappiamo che la causa principale è la guerra scatenata da Putin in Ucraina con le conseguenti sanzioni economiche che l’Occidente ha imposto alla Russia, alle quali è seguita la chiusura, per ora parziale, degli approvvigionamenti energetici provenienti appunto da quel Paese aggressore di uno Stato sovrano come l’ Ucraina.Come risolvere il problema è uno dei temi di dibattito della campagna elettorale e le soluzioni proposte sono le più varie, spesso molto parziali ed anche inficiate da esigenze di propaganda elettorale: sostegno da parte dello Stato a famiglie e imprese per pagare le bollette (tutti), rivedere le sanzioni alla Russia (Salvini), rigassificatori (No dei 5Stelle), incentivare al massimo la fonti rinnovabili (Centrosinistra, 5Stelle e Forza Italia), tornare al nucleare (Salvini), rivalutare temporaneamente il carbone (Governo)… Alcune di queste proposte sono sicuramente da rifiutare. Rivedere le sanzioni: sa tanto di cedimento e di ambiguità verso la Russia oltre ad una visione individualistica che, per risolvere il proprio problema energetico, abbandona al suo destino l’Ucraina. Tornare al nucleare: oltre a rinviare di qualche decennio

POLITICHEELEZIONI DOMENICA202225SETTEMBRE Facciamo la differenza: PARTECIPIAMO E VOTIAMO 2 proposte agli elettori di S. Polo 1 MARTEDI’ 13 SETTEMBRE - ORE 20,45 Spazio Incontro circolo ACLI via Cimabue 271 “PERCHE’ VOTARE? COME SI VOTA? COME VENGONO ELETTI I PARLAMENTARI CON QUESTO SISTEMA ELETTORALE?...” Approfondisce l’argomento MARIO GORLANI Professore ordinario di diritto pubblico Università degli Studi di Brescia 2 GIOVEDI’ 22 SETTEMBRE – ORE 18,00 Circolo ACLI S. Polo – via Cimabue 271 “SCEGLIAMO LE PERSONE” PRENDIAMO UN APERITIVO CON ROBERTO ROSSINI già presidente provinciale e nazionale delle ACLI Candidato nel collegio uninominale di Brescia alla Camera dei Deputati

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