SANPOLOPOLIS OT

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Editoriale

Libertà individuale e responsabilità sociale di Dante Mantovani Ormai da più di un anno e mezzo, la pandemia da Covi19 la fa da padrona nei dibattiti televisivi, nei telegiornali, sui giornali e riviste, ma anche nei bar se la contende alla grande con le discussioni sulle partite del campionato di calcio. Non sono più i dati quotidiani sull’andamento dei contagi, dei ricoverati e dei decessi, insieme ai “negazionisti” della pandemia, ad occupare le prime pagine dei giornali e le notizie di testa dei TG, ma già da parecchi mesi sono i dati sulla campagna vaccinale e, in parallelo, le proteste dei cosiddetti “no vax” e dei “no green pass” a fare notizia e a far discutere. Non voglio entrare nel merito delle questioni scientifiche e sanitarie per le quali abbiamo sempre espresso fiducia nelle specifiche competenze, così come non mi interessa qui entrare nello specifico delle motivazioni di chi dice “NO” a vaccini e green pass. Vorrei invece tentare di riflettere sui valori che dovrebbero ispirare le scelte ed i comportamenti dei singoli cittadini e della collettività, in una vicenda che coinvolge il mondo intero, come questa pandemia. Tre sono i valori che, a mio modesto parere, dovrebbero essere coltivati e praticati per affrontare e debellare la pandemia: la fiducia, la solidarietà, la responsabilità sociale. La fiducia. La fiducia nel prossimo, nelle istituzioni, nella scienza, dovrebbe essere l’atteggiamento che ci accompagna sempre nella valutazione delle persone e dei loro comportamenti; certo non una fiducia sempre e comunque incondizionata, ma una fiducia attenta e critica che produce atteggiamenti costruttivi. L’atteggiamento contrapposto è invece la sfiducia in tutto e in tutti, la cultura del sospetto e del complotto, vedere il male e la corruzione in tutto quello che ti circonda. Avete sentito nessuno, durante il primo lock down, insinuare che “mandano in giro apposta ambulanze a sirene spiegate per impaurire la gente”, oppure che “le multinazionali del farmaco hanno provocato la pandemia per fare soldi”, ecc…? La mancanza di fiducia iniziale produce solo pregiudizi ideologici, conflitti, divisioni e pone ostacoli alla soluzione dei problemi.

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La solidarietà. Soprattutto in situazioni gravi come la pandemia, la solidarietà con il corpo sociale nel quale sono inserito è fondamentale e doveroso dal punto di vista etico. Posso anche avere dubbi sull’esistenza della pandemia, posso essere scettico sulle misure per combatterla, posso essere perplesso sulla validità della mascherina, …, ma non posso non essere solidale con la maggioranza dei miei concittadini e quindi non vedere le sofferenze e la morte che hanno colpito moltissimi, non posso esibire in pubblico il rifiuto di mettere la mascherina per dimostrare che tutti gli altri sono dei pecoroni. La responsabilità sociale. Questo è un valore che dovrebbe ispirare tutte le scelte fatte da singoli cittadini, istituzioni, imprese, associazioni. Qualsiasi scelta o comportamento individuale ha sempre una piccola o grande ripercussione sulla società e sull’ambiente circostante. Oggi, il valore della responsabilità sociale rischia di essere schiacciato da un altro valore, quello della libertà individuale che viene sbandierato a giustificazione del proprio rifiuto di accettare misure ritenute utili per il bene di tutti. Ci sono molte frasi celebri (“la mia libertà finisce dove inizia la tua”…) che spiegano bene come libertà individuale e responsabilità sociale non possano essere separate se non si vuole costruire una società dove prevalga il conflitto di tutti contro tutti e dove il bene comune venga sostituito dall’interesse individuale. Le discussioni in atto ovunque su mascherine, vaccini e green pass ruotano tutte intorno a questi tre valori che però quasi mai vengono citati. Io credo invece che si debba parlarne perché non è in questione solo la vicenda della pandemia da Covid-19, ma anche la società che vogliamo preparare per i nostri figli e nipoti: vogliamo una società coesa o una società sempre in conflitto, vogliamo una società dove nessuno viene lasciato indietro o una società dove ciascuno pensa solo a sé stesso e gli altri si arrangino? Qual è la risposta frequente di chi si sente richiamato a indossare la mascherina dove è obbligo indossarla, o a raccogliere gli escrementi del proprio cane, o…? “Perché non ti fai i c…i tuoi?”.


In questo numero…

Gli argomenti Editoriale La politica locale, nazionale, internazionale Dal circolo ACLI e dintorni

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Dal C.d.Q.

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La Cultura

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Dal Territorio

Pag. 11 Pag. 25 Pag. 28 Pag. 28 Pag. 29 Pag. 8

I colori della società

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Giornate per riflettere

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Punto Comunità S. Polo Cimabue Chiesa e società In ricordo di…

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La mina vagante

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Libertà individuale e responsabilità sociale

di Dante Mantovani Elezioni amministrative 2021, record negativo di partecipazione di Fabio Basile Afghanistan 2021, la sconfitta della democrazia di Angelo Alioto Due parole sulla magistratura di Dante Mantovani Circolo ACLI, una ripartenza difficile di Dante Mantovani U.S. Acli S. Polo riparte… di Clara Signorelli Strade e incroci pericolosi di Luca Cornelli Torre Tintoretto, demolizione al via di Fabio Basile Per sentito dire… di Ernesto Paroli Il Topo di biblioteca di Ernesto Paroli Campo di atletica Gabre Gabric di Fabrizio Benzoni Come è ripartita la nostra scuola di Gaetano Greco Edilizia scolastica, una priorità di Valter Muchetti “Parco dei libri”, Biblioteca aperta a tutti di Laura Pirotti Intervista a don Filippo Zacchi a cura della Redazione Vivere la vita al meglio delle proprie possibilità Progetto Recovery.net Natale con Recovery.Net Progetto Recovery.net Programma dei corsi Recovery Colab Progetto Recovery.net A proposito di “No vax”, “No green pass ed immunizzati di Dante Mantovani Noi e i cambiamenti climatici di Laura Di Palma L’Italia che accoglie di Centina Bazzana “Cara” bolletta a cura di Giorgio Pellegrino Giornata Internazionale della democrazia di Elisa Lavanga Giornata mondiale per la lotta alla povertà di Elisa Lavanga Gli orari degli Sportelli a cura del Punto Comunità “Re-Stare bene a S. Polo”, il progetto riparte a cura del Punto Comunità “In nome di Dio”, l’appello del Papa ai potenti della terra a cura della Redazione …Angelo Onger di Dante Mantovani Abdulrazak Gurnah, premi Nobel per la letteratura di Ernesto Paroli No alla violenza politica, ma… di Dante Mantovani Mimmo Lucano, santo o truffatore? di Centina Bazzana

In copertina La copertina è dedicata all’inaugurazione del campo di atletica di Sanpolino, una struttura importante per il nostro ter ritorio, ma anche per tutta la città. È bello in queste settimane vedere gruppi di bambini e di ragazzi divertirsi in questo campo con un’attività salutare ed educativa. Anche la nostra US Acli ha organizzato due gruppi di futuri atleti che utilizzano la nuova struttura.

Hanno collaborato Redazione: Laura Di Palma - Dante Mantovani – Centina Bazzana – Ernesto Paroli – Gianni Rossini – Angelo Alioto – Giorgio Pellegrino – Fabio Basile

Stampa - assemblaggio – distribuzione: Liliana Serventi - Antonio Bologna - Marino Corato - Luigina Scalvini Vincenzo Zaltieri – Giuliana Lussignoli – Romeo Bani – Teresa Agnelli – Teresa Facchetti – Guglielmo Tinti - Centina Bazzana – Ernesto Paroli – Nicoletta Postiglione – Andrea Garzoni – Clara Signorelli – Sara Savoldi – Luigi Mancini – Vladimiro Pezzotti – Zaverio Trentarossi – Marisa Santini – Ottorino D’Alesio – Giuseppina Battaglia – Augusto Arduini – Fabiana e Gianni Bussi – Davide Riccardi – Lia Matti – Luigi Bazzana – Dante Mantovani – Isa Zanetti

"SanpoloPolis" - periodico bimestrale del Circolo ACLI S. Polo - Brescia Autorizzazione del Tribunale di Brescia n. 10 del 13/2/2009. Direttore Responsabile: Laura Di Palma Editore: Circolo ACLI San Polo - via Cimabue 271 – 25134 Brescia Coordinatore di Redazione: Fabio Basile

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Dal Circolo ACLI

Una ripartenza difficile di Dante Mantovani Siamo ormai a fine ottobre e sembra che la pandemia stia davvero segnando il passo, se non proprio arretrando, grazie ad una percentuale di vaccinati che ha ridotto drasticamente il contagio, i ricoveri ed i decessi, nonostante un’estate vissuta quasi come un’estate “normale”. Questa situazione rassicurante sta permettendo anche al circolo ACLI di riprendere a programmare le proprie attività “in presenza”, anche se con tutte le precauzioni del caso:  Il Punto Mescita è aperto a tutti i soci, anche se all’ingresso è obbligatorio esibire il green pass valido. Con l’autunno abbiamo ripreso anche i pranzi d’asporto che cercheremo di proporre a domeniche alternate. Sono riprese anche le gare pomeridiane di “Scala 40” in sicurezza, seguendo il protocollo previsto dalla normativa.  Il Punto Comunità ha ripreso le proprie attività, dopo la pausa agostana, come precisato a pag. 27.  Anche l’US Acli ha iniziato a settembre i propri corsi di ginnastica, come potete leggere nel dettaglio in una pagina appositamente dedicata. Domenica 3 ottobre, si è riunita l’assemblea dei soci del circolo per cercare di programmare le varie attività per il 2021/2022. Vediamo schematicamente cosa è scaturito: o Innanzitutto si è deciso di aprire la campagna per il Tesseramento il 1° Novembre, distribuendo a tappeto un depliant conoscitivo della realtà del Circolo. o La pandemia ha cambiato molte cose e dovrebbe indurci anche a pensare modelli di vita e di sviluppo diversi dai precedenti. Ecco allora che la “formazione”, che rappresenta la prima e più importante missione delle ACLI, acquisisce un ruolo centrale. Infatti sono scaturite parecchie proposte che dovranno però fare i conti con una certa difficoltà a coinvolgere le persone in momenti di riflessione e di approfondimento; c’è una tendenza, un po’ preoccupante, a non partecipare alle iniziative collettive. Cerco di elencare le proposte:  Per recuperare le motivazioni di fondo, i valori essenziali, i criteri di discernimento per la “rinascita”, si è proposto di ascoltare individualmente la relazione che il filosofo Roberto Mancini ha tenuto al consiglio provinciale delle ACLI il 2 ottobre e di discuterne poi insieme l’8 novembre.  Per riprendere il tema della Giornata Mondiale di lotta alla povertà del 17 Ottobre, si è proposto di

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organizzare un incontro sul Reddito di cittadinanza, per capire se rappresenti uno strumento valido per contrastare la povertà; si chiederà di introdurre l’argomento a Roberto Rossini, portavoce dell’Alleanza Nazionale contro la povertà.  Il 18 dicembre sarà la giornata mondiale dei migranti: sarà l’occasione per discutere di questo grande problema, oggetto spesso di demagogie e di strumentalizzazioni.  In occasione dell’8 Marzo, Giornata della donna, si organizzeranno momenti specifici di riflessione.  Il 1° Maggio, Festa del Lavoro, cercheremo di valorizzare i temi che stanno a cuore ad un movimento di lavoratori come il nostro: il lavoro che manca, il lavoro che uccide, il lavoro precario…  Il caso di Mimmo Lucano ha riproposto la necessità di riflettere sul tema della Giustizia in Italia. Vedremo di organizzare qualcosa di significativo sul tema.  Altri temi proposti:  Libertà individuale e responsabilità sociale: quale rapporto?  Brescia-Bergamo capitali della cultura 2023: cosa bolle in pentola?  Alimentazione, ambiente e transizione ecologica, altri temi importanti proposti.  È stato anche proposto di riprendere la visione collettiva di film o L’Assemblea ha confermato l’importanza di SanpoloPolis che continuerà la pubblicazione bimestrale. o Si è confermata l’adesione al “Gruppo di lettura” organizzato dalla Parrocchia di S. Angela. o Si riprendono le visite guidate alla città e alla provincia, così come verrà riproposto, dopo due anni di stop forzato, l’annuale viaggio culturale a maggio. Si vedrà di proporre anche gite culturali di uno/due giorni per meglio favorire la partecipazione.


La politica

Elezioni amministrative 2021, record negativo della partecipazione di Fabio Basile

Astensione record, in 10 anni abbiamo lasciato lungo la strada 16 punti. Durante questa tornata elettorale, slittata dalla primavera all’autunno a causa del covid, la partecipazione ha segnato il record negativo del 54,7%, peggiore dunque rispetto al pessimo risultato di cinque anni fa, dove aveva votato il 61,6% degli elettori. In pratica un elettore su 2 non è andato a votare. L’affluenza più alta è stata toccata in Umbria (65,1%), seguita da Puglia (63,2%) e Abruzzo (62,3%). La più bassa in Lombardia (51,1%), che precede Piemonte (51,4%) e Lazio (52,5%). Nei grandi centri la partecipazione al voto, nonostante i due giorni concessi per votare, è scesa addirittura sotto il 50%, il dato peggiore di sempre. Si va dal 48,8% di Roma al 47,6% di Milano, dal 47,1% di Napoli al 48% di Torino. Tutte hanno riportato cali vistosi rispetto alle precedenti Comunali. Unica aver superato la soglia del 50% è Bologna (51,1%). Una disaffezione soprattutto al nord e nelle grandi città che non è solo delle consultazioni locali. Anche alle politiche del 2018 era stata registrata l’affluenza più bassa di sempre, con una percentuale di circa il 72%. Le Europee poi hanno sempre registrato numeri bassi, addirittura inferiori a quelli attuali, ma in questo caso è noto che rappresentano un appuntamento politico poco sentito dagli elettori. Unico dato costante, in linea con il precedente, è quello delle elezioni Regionali in Calabria dove ha votato il 44.36% degli aventi diritto rispetto alle precedenti dove aveva partecipato il 44,33% degli elettori.

Anche nella nostra provincia la partecipazione segna un progressivo distacco dalle urne, si è passati dal 71,8% del 2016 al 63,5% dell’attuale turno elettorale. Altro dato, fare il sindaco e il consigliere comunale non piace a giovani e donne, pochi, troppo pochi i candidati: soltanto 9 tra i 18 ed i 35 anni, 26 fra i 36 e i 45 anni, mentre il resto, il 76% ha più di 46 anni di cui il 24% è rappresentato da ultrasessantacinquenni. E pensare che le elezioni amministrative (le comunali) rappresentano solitamente il livello democratico più vicino al cittadino, dove tanto conta la conoscenza del candidato. Sono tanti i dati su cui bisogna riflettere, secondo gli analisti tale fenomeno di disaffezione alla politica, che va avanti da anni, proseguirà anche alle prossime politiche. Riguardo ai risultati, negli ultimi mesi sembra cambiato l’umore del Paese. La gente è forse stanca degli estremismi e dei populismi che non sempre riescono a presentare candidature all’altezza, dimostrando una certa crisi di classe dirigente. Il centrosinistra ha dimostrato una significativa vittoria nei grandi centri, ma anche una certa debolezza nei piccoli centri delle provincie. Molto probabilmente a causa di un differente dinamismo economico tra i grandi ed i piccoli centri, o di un accesso diverso all’informazione: nelle grandi città si leggono grandi giornali a tiratura nazionale, nei piccoli centri, è prevalente l’informazione locale. In generale. è comunque necessaria una nuova offerta politica, che miri a messaggi e a candidati più “credibili”, a nuove idee, una offerta capace di ridare vigore alla politica, per far ritornare ad appassionare i cittadini alla competizione elettorale e alla partecipazione attiva. Tutte le forze politiche si devono impegnare nel perseguire tale obiettivo, perché è chiaro che un deficit di partecipazione conduce ad una democrazia sempre più debole.

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Dal territorio

Campo di atletica Gabre Gabric di Fabrizio Benzoni * Era novembre 2016 quando con un provvedimento di giunta, l’amministrazione comunale di Brescia ha deciso di avviare l’iter di costruzione della Pista di Atletica di Sanpolino. Un’urgenza per la città, da anni rimasta orfana di un impianto per l’atletica dopo la chiusura del Calvesi. Una necessità per le società sportive e gli atleti che sono riusciti, nonostante tutto, a reggere il vuoto impiantistico continuando a vincere titoli nazionali. Ci sono voluti 4 anni, complicati, con un lavoro dei tecnici dell’assessorato ai lavori pubblici che hanno messo anima e corpo per portare a casa un progetto costato oltre 3 milioni di euro e che entra di diritto fra i migliori oggi esistenti in Italia. Con l’inaugurazione del 25 settembre, alla presenza del campione olimpico Marcell Jacobs, la pista di atletica entra ufficialmente nella disponibilità della città. Una data non casuale quella scelta, coincidente con la Finale ORO allievi proprio a Brescia, fortemente voluta dalla Federazione Atletica Leggera bresciana. Un modo per dire che la pista sarà al servizio del quartiere e della città, ma anche occasione per far crescere i futuri campioni bresciani nonché per ospitare grandi occasioni e meeting nazionali. La tribuna, che conta (Covid permettendo) oltre 800 posti, aiuterà a candidare Brescia ad ospitare eventi che possano portare a Brescia atleti, allenatori, dirigenti, parenti e tifosi, nella creazione di un indotto sportivo utile alla città. Con grande piacere notiamo che riprendono corsi di avviamento sportivo per ragazzi nelle discipline dell’atletica, con grandissimo riscontro da parte dei ragazzi. Merito del fattore “emulazione” delle olimpiadi, ma anche della presenza di un impianto all’avanguardia. Rimangono le prospettive per l’atletica e la città: l’impianto è predisposto per poter essere collegato, in futuro, ad una struttura indoor che permetta di fare atletica tutto l’anno e diventare un impianto unico in Italia. Non sono suggestioni, anche se bisognerà lavorare per trovare l’appoggio economico di tutte le istituzioni nazionali e regionali. Nel frattempo, mancano poche settimane alla riconsegna del secondo campo, il Calvesi, chiuso da

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anni e il cui processo di bonifica è in fase finale! Due impianti comunali a servizio della città daranno a tutti lo spazio per poter ripartire a fare sport, dalle scuole ai dilettanti, dai professionisti ai master. I benefici? Incalcolabili Ultimo ma non ultimo: l’inaugurazione è stata anche l’occasione per intitolare il campo a Gabre Gabric. Il primo impianto di atletica intitolato ad una donna con un senso speciale per la nostra città, non solo per la sua partecipazione storica a due medaglie, Berlino 1936 e Londra 1948 e per i suoi quattro titoli nazionali, ma soprattutto per ciò che ha svolto successivamente: la prima giornalista sportiva in Italia, la fondazione insieme al marito Sandro Calvesi dell’Atletica Brescia 1950, il lavoro di insegnamento nelle scuole superiori e l’attenzione per l’attività motoria della terza età, la prima donna presidente del Panathlon Club. * Consigliere del CdQ S. Polo Cimabue

Gabre Gabric


Da circolo ACLI e dintorni

U.S. Acli San Polo riparte… di Clara Signorelli *

Finalmente siamo potuti ripartire con quasi tutte le attività della nostra associazione sportiva. Dopo il secondo lockdown a ripartire per primo è stato il gruppo escursionistico Agape, con l’uscita del 26 maggio a Rocca d’Anfo. A parte una breve sospensione nel periodo estivo, il gruppo ha continuato e continua tuttora a proporre una camminata settimanale nella giornata di mercoledì. A settembre abbiamo proposto due corsi di preatletica presso il campo di atletica Gabre Gabric di Sanpolino ai bambini delle elementari e ai ragazzi delle medie: alla proposta hanno aderito circa una quarantina di bambini/e e ragazzi/e che hanno quindi effettuato alcune lezioni di prova .In base alle iscrizioni ricevute abbiamo costituito, da ottobre, due gruppi, uno per i bambini e bambine delle elementari con 25 partecipanti per una lezione settimanale, e un altro con 12 ragazzi/e delle medie per due lezioni

settimanali. L’entusiasmo dei piccoli atleti è grande, grazie anche alla nostra istruttrice Sara e alla sua collaboratrice Chiara (atleta di prima classe) che li sanno coinvolgere con passione e competenza. A ottobre sono ripartiti pure i corsi di ginnastica degli adulti, un corso al mattino e uno alla sera nei giorni di lunedì e mercoledì nel salone polivalente cosiddetto “Spazio Incontro” e un altro corso serale il martedì e il venerdì che dal 15 ottobre si svolge presso la palestra della scuola di via del Verrocchio. Gli iscritti ai tre corsi sono in tutto 65, ci sono ancora una quindicina di posti in palestra, mentre al momento sono chiuse le iscrizioni ai corsi presso lo Spazio incontro, in quanto l’ambiente, secondo protocollo covid, non ci consente di accettare ulteriori persone. Per accedere ai corsi di ginnastica per adulti è richiesto il greenpass come da normativa vigente, viene inoltre seguito un protocollo specifico in base alle linee guida ministeriali relative al contenimento COVID19. Sono ripartite da alcuni giorni anche le gare delle carte e anche in questo caso viene richiesto ai giocatori di attenersi scrupolosamente alle norme anticovid. Può non essere piacevole giocare a carte con la mascherina, ma l’esperienza ci ha insegnato che il covid19 è molto insidioso e pericoloso (ricordiamo che anche tra i nostri soci qualcuno ha perso la vita per il covid). La vaccinazione ci tutela, ma non al 100%, quindi il Circolo ACLI e l’U.S. ACLI chiedono a tutti responsabilità nei confronti di se stessi, degli altri e dell’associazione che li ospita. Da ultimo stiamo cercando di ripartire con il gruppo di cammino, per il momento si cammina il martedì e il giovedì dalle 9 alle 10 con partenza dal piazzale del Circolo ACLI, contiamo prossimamente di pubblicizzare l’iniziativa che, ricordo, è stata proposta ed è tuttora seguita dall’A.T.S. (ex ASL) di via Duca Degli Abruzzi. La partecipazione al gruppo è gratuita, l’Us ACLI chiede soltanto un piccolo contributo per la copertura assicurativa che sarà di 8 euro per il 2022, mentre per il periodo da qui a dicembre il costo, per chi vorrà partecipare, sarà sostenuto dall’US ACLI. * Presidente US Acli S. Polo

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I colori della nostra società

A proposito di “No vax”, “No green pass” e “immunizzati” di Dante Mantovani Nell’editoriale abbiamo proposto una riflessione generale sul rapporto tra libertà individuale e responsabilità sociale. Cerco qui di tradurre in modo schematico quelle riflessioni, applicandole alle vicende legate ai vaccini e ai green pass, pur consapevole di sollevare le ire di qualcuno che invito, fin da ora, a scrivere le proprie riflessioni a SanpoloPolis, con la totale assicurazione che verranno pubblicate.  Lo scorso anno, pressappoco in questo periodo, entravamo nella seconda ondata della pandemia, causata dal “tutti liberi” dell’estate e dalla mancanza dei vaccini.  Credo sia cosa inconfutabile che i dati su contagi, ricoveri, defunti a causa del Covid presentano ormai da mesi una situazione sotto controllo, grazie all’80% degli italiani che si sono sottoposti alla vaccinazione e nonostante un’estate vissuta nel “liberi tutti” o quasi.  Un 20% risulta quindi non vaccinato. Tra questi, una parte sono persone che presentano patologie che potrebbero rendere rischiosa l’assunzione del vaccino (per queste sono previsti certificati di esenzione); un’altra parte sono persone che hanno paura di possibili conseguenze negative sul piano della salute; un’ultima parte sono persone che per principio sono contrari ai vaccini, di qualsiasi natura, i cosiddetti “No vax”. Rispetto alla prima categoria non ci sono dubbi: è il sistema sanitario che li dichiara esenti. Rispetto alla seconda parte di persone, quelle che hanno paura, credo potrebbero bastare le rassicurazioni continue degli esperti (che ovviamente i “Novax” definiscono “venduti al potere e alle multinazionali del farmaco”), ma anche i dati percentuali relativi alle conseguenze negative, che rimangono in linea con le percentuali di tutti gli altri farmaci.  Riguardo i “No vax”, voglio spendere una pacata riflessione. Più di ottanta italiani su 100 hanno scelto di vaccinarsi immunizzandosi o, per meglio dire, evitando di avere gravi conseguenze in caso di contagio; nello stesso tempo hanno contribuito ad un benessere sociale: cioè diminuire drasticamente il contagio, i ricoveri e le morti per Covid. Hanno quindi coniugato libertà individuale e responsabilità sociale. Venti italiani su 100 (ai quali si devono sottrarre gli esentati) hanno scelto di non vaccinarsi esponendo

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sé stessi al contagio, col rischio di ricovero anche in terapia intensiva (pagato dalla collettività): una libera scelta individuale salvaguardata dal mancato obbligo del vaccino. Manca però il secondo aspetto, quello che riguarda la responsabilità sociale, cioè il contributo personale a ridurre ulteriormente i dati del contagio, cioè il contributo al bene comune. La stessa cosa vale per il green pass che rappresenta, in questa fase di pandemia non ancora conclusa, un elemento di libertà. Consente infatti di fare le cose che, nel caso di un nuovo lock down, non si potrebbero fare.  Penultima riflessione che voglio esprimere: la scelta individuale di non vaccinarsi dovrebbe però avere come coerente conseguenza, la scelta di non pesare economicamente sulla collettività nel caso di ricovero per Covid.  Per ultimo, voglio dire, come in altre occasioni abbiamo avuto modo di scrivere su queste pagine, che non c’è peggior male dell’ideologia accolta come assoluto; sì, perché quella dei no vax e dei no green pass è ormai assurta ad ideologia assoluta. Nella storia abbiamo avuto esempi disastrosi di ideologie assurte al potere e da quei nefasti esempi dovremmo trarre lezione. Non è un caso fortuito che le manifestazioni dei No vax e dei No pass vengano regolarmente cavalcate dagli estremismi ideologici fascisti ed anarcoidi e dai cattolici ultra-ortodossi.


Dal territorio

Come è ripartita la nostra scuola di Gaetano Greco *

Accolgo volentieri l’invito a raccontare la ripartenza dell’IC Est 1 S. Maria Bambina. Il Piano Estate 2021 ha permesso a 140 alunni, grazie al progetto “Una scuola per tutti e tutti per la scuola” di coltivare in vista della ripresa relazioni positive con attività educative, svolte da Essere A e Junior Rugby BS, mentre col progetto “Ripartiamo con”, gestito dagli insegnanti, gli iscritti hanno potuto consolidare le basi di francese, inglese e matematica: attività tutte a carico della scuola. Ripartono i laboratori di socializzazione ed integrazione linguistica sostenuti dal settore sociale del Comune con la cooperativa “Elefanti Volanti” ed il progetto Psicologo a Scuola con la cooperativa “Le Vele”. Le attività di recupero, consolidamento ed alfabetizzazione dovrebbero partire entro fine anno, per poi attivare dei moduli formativi PON nel 2022, se sarà possibile coniugarli con le esigenze didattiche e gli impegni degli insegnanti. Ci auguriamo anche di avere forze e risorse da investire per migliorare la dotazione tecnologica delle reti e di lavagne digitali, già cominciata. Siamo stati intensamente impegnati, insieme al Comune, nella sistemazione della Violante per consentire di accogliere gli alunni della Giovanni XXIII: sono state costruite alcune aule, trasferite le Lim e gli arredi, creato un nuovo

ingresso, riviste le mappature della disposizione banchi, riorganizzata la fruizione della mensa, date le disposizioni organizzative necessarie a gestire i tempi dei nuovi flussi di alunni nel rispetto delle misure emergenziali. Mi sembra che, a dispetto di qualche comprensibile preoccupazione, sentiti gli alunni di tutte le classi e molti docenti, siamo partiti bene: ringrazio davvero i collaboratori e gli insegnanti che hanno tutti dato una mano per partire puntuali, e le famiglie che stanno collaborando per accedere ordinatamente agli ingressi. Anche in via del Verrocchio si è preferito partire con il cantiere che sta effettuando importanti lavori di sistemazione e messa in sicurezza di facciate e marciapiedi: una scuola più sicura vale il disagio che dovremo affrontare fino a fine dicembre, metà gennaio. Alla De Filippo, in cui La scuola ha appena implementato la rete internet, ospiteremo gli alunni delle liste d’attesa degli Istituti comprensivi bresciani d’intesa con UST e Comune, per collaborare a risolvere alcuni problemi di accoglienza di alunni della secondaria da parte delle strutture scolastiche. Siamo tra le prime scuole a sperimentare i test salivari, con buona adesione delle famiglie. Con la rete DigitalMente curiamo didattica e formazione, e con “Le mamme tornano a scuola” speriamo nel nuovo anno di svolgere attività inclusive rivolte alle famiglie. Ci sono alcuni disguidi e singole insoddisfazioni, ma spero le famiglie comprendano la complessità del nostro lavoro, con senso civico di comunità ed unità, che mi pare procedano nella giusta direzione. Vi ringrazio per l’ospitalità ed auguro buon anno scolastico a tutti. * Dirigente dell’Istituto Comprensivo Est 1 "S. Maria Bambina"

Natale con Recovery.Net Grazie ai pandori e panettoni di Recovery.Net è possibile sostenere le attività del progetto.. Il Natale si avvicina e Recovery.Net ha pensato ad un dolce modo per fare un regalo gradito e contribuire a sostenere le nostre attività sul territorio. Si potrà scegliere tra Panettone Milanese e Pandoro Tradizionale, entrambi di produzione Tre Marie a fronte di un’offerta minima a partire da 10 euro l’uno. Sarà possibile fare la propria donazione in contanti, oppure con bonifico bancario a partire da 5 quantità (si ricorda che le donazioni tracciabili sono deducibili fiscalmente). Per i pagamenti con bonifico è necessario essere provvisti della contabile di pagamento al momento del ritiro. I panettoni e pandori saranno disponibili presso il Co.Lab in via Cimabue 18 (primo piano della torre) il martedì dalle 14 alle 18 e il venerdì dalle 9 alle 13 a partire dal 16 Novembre fino alla Vigilia di Natale. Quanto è buono fare del bene!? Per preordini scrivere all’indirizzo email fundraising@recoverynet.it oppure telefonare al 347 1796346.

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Dal territorio

Edilizia scolastica, una priorità di Valter Muchetti * Fin dal 2013, con il Sindaco abbiamo condiviso l’inserimento delle nostre scuole nelle priorità di intervento dell’Amministrazione. In questi edifici vengono accolti i nostri ragazzi e per questo era ed è da sempre doveroso garantire loro una efficace qualità del vivere. Come Lavori Pubblici abbiamo rivalutato alcuni interventi ed abbiamo avviato campagne mirate a risolvere precise criticità. Dopo 8 anni possiamo dire di essere soddisfatti per gli obiettivi raggiunti. Abbiamo dato priorità all'abbattimento delle barriere architettoniche posizionando rampe, elevatori ed ascensori; ad oggi quasi tutti gli edifici scolastici sono stati sistemati; gli interventi del prossimo anno sono stati messi in cantiere. Riguardo all'efficientamento energetico, grazie alla collaborazione con A2A, ogni anno interveniamo in 5-6 edifici scolastici sostituendo gli infissi con quelli di ultima generazione. Essi garantiscono elevate prestazioni in termini di dispersione termica e isolamento acustico, consentendoci di raggiungere, anche su questo versante, la quasi totalità degli edifici. Mi piace anche ricordare un’iniziativa che abbiamo messo in campo con il Relamping di 70 edifici scolastici: un progetto fortemente innovativo dal punto di vista tecnologico e anche amministrativo. Per la prima volta, infatti, il Comune ha utilizzato lo strumento del “Projet financing” che prevede un intervento di ca. 7 milioni di euro e che permetterà, in 70 scuole, di avere lampade a led di ultima generazione e sensori che garantiranno un flusso di luce diffuso ed omogeneo. Nonostante non ci sia obbligo di legge, abbiamo intrapreso il percorso degli interventi antisismici: Brescia è stata riconosciuta città a rischio 2 (unica in Lombardia dopo il terremoto di Salò di qualche anno fa). E’ iniziata una collaborazione con due università, di Bergamo e Brescia, per studiare aspetti innovativi anche a livello nazionale. Una decina di edifici sono allo studio di un apposito Ufficio di Progetto, costituito ad hoc e che ci permetterà anche di partecipare ai bandi Europei e a quelli derivanti dal PNRR, intercettando così fondi adeguati allo sviluppo dei progetti antisismici. Siamo intervenuti nella scuola materna di Fiumicello, dove i lavori si concluderanno nella prossima primavera. Stiamo intervenendo alla scuola Giovanni XXIII in via Sabbioneta con lavori di adeguamento sismico, con termine previsto a fine 2022.

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Lo stabile è stato edificato nel 1966 e l’intervento, per un totale di circa 2 milioni di euro, è stato integrato con la completa riqualificazione impiantistica e funzionale e consentirà di ottenere un plesso scolastico rinnovato ed in grado di affrontare decenni d’utilizzo. Per quanto riguarda le scuole Tovini e Santa Maria bambina, in via del Verrocchio, in considerazione della generale situazione di degrado del paramento murario si è reso necessario un progetto di messa in sicurezza

che ha rappresentato un’ottima occasione per riqualificare energeticamente il fabbricato e per ottenerne un significativo aumento della vulnerabilità sismica globale. L’intervento, per un importo di complessivi euro 440.000,00 verrà ultimato entro la fine di febbraio 2022. * Assessore con delega alla Rigenerazione urbana, Commercio, Valorizzazione Patrimonio immobiliare e Protezione civile


Dal territorio

Riconoscete questo murales? E ‘dipinto su una parete dell’edificio scolastico di Via del Verrocchio. Vi informa che il quartiere ha una

Biblioteca aperta a tutti adulti, ragazzi e bambini, anche se i locali che ci ospitano sono quelli della scuola. La biblioteca è uno spazio prezioso che la nostra comunità, in questi anni, ha imparato a frequentare. L’emergenza sanitaria è stata per tutti un’esperienza non prevista e all’inizio ci ha trovato tutti un po’ impreparati, siamo stati costretti a chiudere le nostre porte, ma abbiamo cercato di adattarci alle nuove circostanze per continuare a fornire i servizi ai nostri utenti. La biblioteca non si è mai veramente fermata, abbiamo sperimentato nuove soluzioni per raggiungere i lettori: consegne fuori della biblioteca, prenotazione telefonica dei libri, informazione tramite mezzi digitali delle novità librarie. L’obiettivo principale del nostro lavoro è stato raggiungere i nostri utenti costretti a passare le giornate chiuse in casa. I lettori hanno risposto positivamente, anche quelli che normalmente sono poco abituati a servirsi dei mezzi informatici. Ora la biblioteca, pur tenendo presente i protocolli anti-Covid, è tornata a garantire la sua attività negli orari normali. Dopo la riapertura sta ampliando l’offerta di novità, sia per adulti che per ragazzi, ed è possibile proporre dei suggerimenti d’acquisto per libri non presenti nel nostro catalogo. In ogni caso possiamo cercare per voi un titolo presente nella Rete Bibliotecaria Bresciana. Siamo convinti di fare un buon lavoro, ma aspettiamo anche le vostre idee perché c’è sempre modo di migliorare. Vi aspettiamo!!!!

Gli orari della biblioteca sono: Dal lunedì al venerdì dalle ore 16 alle ore 18 il sabato dalle 10 alle 12. Se volete informazioni, potete telefonare, oppure lasciare un messaggio, durante gli orari di apertura al numero 3911695454. 11


I colori della nostra società

Noi e i cambiamenti climatici di Laura Di Palma C’erano una volta le stagioni: la profumata e mite primavera, l’energica e calda estate, il colorato e ventoso autunno, il gelido inverno. Ognuna delle quattro stagioni aveva proprie caratteristiche e giorno dopo giorno il tempo meteorologico ne caratterizzava lo scorrere, definendone il clima, ossia l’insieme delle condizioni atmosferiche che caratterizzano una zona ben precisa per un lungo e preciso periodo. Con il trascorrere del tempo, l’uomo fece un sempre maggior uso di alcune sostanze tossiche e, il suo smodato utilizzo del suolo e dell’ambiente circostante, unito a una serie di errati e pericolosi comportamenti, portò sempre più frequentemente allo svilupparsi di fenomeni atmosferici importanti ed inattesi: trombe d’aria, siccità estrema, effetto serra, variazioni del clima a livello globale, scioglimento dei ghiacci perenni, diffusione di malattie e pandemie finora sconosciute. Oggi, i cambiamenti climatici sono purtroppo una realtà, che ha messo in pericolo noi e la Terra stessa; la biodiversità di uomo, piante e animali è a rischio. Da qualche decina di anni ormai, le temperature del Pianeta stanno aumentando, stravolgendone le forme di vita, aumentando il livello dei mari e incrinando il delicato equilibrio degli ecosistemi. La natura in sé non ha bisogno dell’uomo, ma l’uomo ha più che mai bisogno della natura, a tal punto che non potrebbe sopravvivere alla distruzione degli ecosistemi, alla quale, paradossalmente, sta collaborando. Ognuno di noi può e deve impegnarsi per salvaguardare il Pianeta Terra e salvarlo da tutto ciò che lo sta portando all’estinzione. Negli anni, numerosi attivisti si sono fatti voce del Pianeta, portando avanti battaglie contro i cambiamenti climatici e lo sfruttamento del suolo: tra i più noti, senza dubbio, la giovane svedese Greta Thunberg, promotrice, tra le altre cose, del movimento studentesco internazionale Fridays for Future. Prima di lei, il noto “Accordo di Parigi”, primo accordo universale e giuridicamente vincolante sui cambiamenti climatici, adottato alla conferenza di Parigi sul clima, nel dicembre 2015. L'Unione Europea e i suoi Stati membri sono tra le 190 parti dell'accordo di Parigi che è stato formalmente ratificato il 5 ottobre 2016, consentendo la sua entrata in vigore il 4 novembre

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2016. L'accordo in questione, stabilisce un quadro globale per evitare pericolosi cambiamenti climatici limitando il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2° e proseguendo con gli sforzi per limitarlo a 1,5° e vi hanno aderito oltre 55 Paesi del mondo. Ma, al di là di questi movimenti ed accordi, cosa può fare ciascuno di noi per salvare il nostro Pianeta da morte certa?! Grande importanza dovrebbe essere data all’insegnamento da parte degli adulti verso i più piccoli: sarebbe opportuno insegnare ai bambini a conoscere ed amare i paesaggi che li circondano, la varietà delle piante e degli animali, mari, fiumi e corsi d’acqua. Gli adulti per primi dovrebbero mostrare il proprio esempio, applicandosi per rispettare semplici norme. Per ottenere miglioramenti, basterebbe limitare l’uso di veicoli a motore, abbassare il riscaldamento delle case, prediligendo, ove possibile, energia prodotta da fonti rinnovabili, chiudere il rubinetto evitando l’inutile spreco d’acqua, scegliere elettrodomestici ad alte prestazioni e illuminazioni a led, evitare l’utilizzo di stoviglie usa e getta, impegnarsi nella raccolta differenziata, non sprecare cibi e scegliere di consumare prodotti di stagione e/o a KM0. Anche promuovere la piantumazione cittadina sarebbe un gesto degno di lode: perché non farsi promotori della realizzazione dei cosiddetti boschi cittadini, piccoli ma preziosi polmoni nelle nostre aree urbane?! Tanti piccoli gesti, dunque, troppo spesso accantonati o dati “per scontati” e che invece potrebbero davvero fare la differenza, permettendoci di consegnare un mondo migliore alle generazioni future: piccole azioni per grandi cambiamenti.


Fede, Chiesa e società In un videomessaggio rivolto ai partecipanti al IV incontro mondiale dei movimenti popolari, Francesco lancia un forte appello ai potenti del pianeta a lavorare per un mondo più giusto, solidale e fraterno. Riportiamo il testo integrale perché appare sempre di più come questo papa rappresenti oggi l’unico profeta rimasto a denunciare le ingiustizie di questo mondo.

“In nome di Dio”…, l’appello del Papa ai potenti della terra A tutti voglio chiedere in nome di Dio. Ai grandi laboratori, che liberalizzino i brevetti. Compiano un gesto di umanità e permettano che ogni Paese, ogni popolo, ogni essere umano, abbia accesso al vaccino. Ci sono Paesi in cui solo il tre, il quattro per cento degli abitanti è stato vaccinato. Voglio chiedere, in nome di Dio, ai gruppi finanziari e agli organismi internazionali di credito di permettere ai Paesi poveri di garantire i bisogni primari della loro gente e di condonare quei debiti tante volte contratti contro gli interessi di quegli stessi popoli. Voglio chiedere, in nome di Dio, alle grandi compagnie estrattive – minerarie, petrolifere –, forestali, immobiliari, agroalimentari, di smettere di distruggere i boschi, le aree umide e le montagne, di smettere d’inquinare i fiumi e i mari, di smettere d’intossicare i popoli e gli alimenti. Voglio chiedere, in nome di Dio, alle grandi compagnie alimentari di smettere d’imporre strutture monopolistiche di produzione e distribuzione che gonfiano i prezzi e finiscono col tenersi il pane dell’affamato. Voglio chiedere, in nome di Dio, ai fabbricanti e ai trafficanti di armi di cessare totalmente la loro attività, che fomenta la violenza e la guerra, spesso nel quadro di giochi geopolitici il cui costo sono milioni di vite e di spostamenti. Voglio chiedere, in nome di Dio, ai giganti della tecnologia di smettere di sfruttare la fragilità umana, le vulnerabilità delle persone, per ottenere guadagni, senza considerare come aumentano i discorsi di odio, il grooming [adescamento di minori in internet], le fake news [notizie false], le teorie cospirative, la manipolazione politica. Voglio chiedere, in nome di Dio, ai giganti delle telecomunicazioni di liberalizzare l’accesso ai contenuti educativi e l’interscambio con i maestri attraverso internet, affinché i bambini poveri possano ricevere un’educazione in contesti di quarantena. Voglio chiedere, in nome di Dio, ai mezzi di comunicazione di porre fine alla logica della post-verità, alla disinformazione, alla diffamazione, alla calunnia e a quell’attrazione malata per lo scandalo e il torbido; che cerchino di contribuire alla fraternità umana e all’empatia con le persone più ferite. Voglio chiedere, in nome di Dio, ai Paesi potenti di cessare le aggressioni, i blocchi e le sanzioni unilaterali contro qualsiasi Paese in qualsiasi parte della terra. No al neocolonialismo. I conflitti si devono risolvere in istanze multilaterali come le Nazioni Unite. Abbiamo già visto come finiscono gli interventi, le invasioni e le occupazioni unilaterali, benché compiuti sotto i più nobili motivi o rivestimenti. 13


I colori della nostra società

L’Italia che accoglie di Centina Bazzana E’ appena passato ferragosto e i telegiornali sono inondati da immagini terribili dell’aeroporto di Kabul preso d’assalto da migliaia di donne, uomini e bambini che cercano in ogni modo di conquistarsi un posto per fuggire dall’ Afghanistan. Anche gli italiani hanno annunciato in giugno il definitivo ritiro e già a luglio l’ultimo soldato ha lasciato Herat! Nei giorni cruciali del ponte aereo organizzato da Kabul l’Italia si è fatta onore: il governo si è impegnato a portare nel nostro Paese circa 5.000 persone che avevano collaborato con gli italiani per evitare a loro e alle loro famiglie le ritorsioni dei talebani. Ma che succederà a quelli che avevano già abbandonato l’Afghanistan e sono bloccati alle frontiere sulla rotta balcanica? Spesso le reazioni emotive suscitate da immagini sconvolgenti per un momento allentano la nostra naturale ritrosia all’accoglienza dei migranti, sollecitata anche dalle campagne di alcuni leader politici …e infatti ancor prima che si attivasse pienamente il sistema tradizionale di accoglienza, molte famiglie italiane si sono dichiarate disponibili ad accogliere i profughi. Perfino nell’alta valle Camonica, dove c’erano stati episodi di insofferenza per alcuni richiedenti asilo ospitati in un paesino, questa volta c’è stata una gara di solidarietà, non richiesta, per portare giochi ed indumenti ai profughi ospitati in quarantena nella caserma di Edolo! La prima accoglienza è stata infatti affidata alla Difesa che ha messo a disposizione le sue strutture per 885 profughi, poi le Regioni hanno reperito 2014 posti, infine la Croce Rossa e la Protezione Civile nazionale ad Avezzano hanno organizzato un centro per 1085 rifugiati. In queste strutture è stata gestita la quarantena e la campagna vaccinale. Ai primi di settembre il Consiglio dei ministri ha deciso di deviare i fondi delle missioni militari al Viminale per l’assistenza ai profughi, in quanto solo 1000 di loro sono entrati nel sistema di accoglienza già efficiente, ma pochi erano i posti liberi rimasti nel SAI (sistema di accoglienza e integrazione). Gli altri sono dovuti andare nei CAS (centri accoglienza straordinaria) dove arrivano tutti i migranti via mare o rotta balcanica, ma che sono poco adatti ad accogliere famiglie; ricordiamo che in tutto sono arrivati 2136 uomini, 1301 donne e 1450

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bambini! Per questo prefetti e sindaci di tutta Italia stanno cercando appartamenti e piccole strutture da annettere alla rete SAI. Anche enti e associazioni del Terzo Settore (CEI, Caritas, Arci e Comunità di S. Egidio) hanno dichiarato la loro disponibilità. Infatti dopo la prima accoglienza, bisogna assicurare percorsi di integrazione duraturi che prevedano casa, scuola, lavoro. Anche a Brescia i posti sono al completo e si cercano altre strutture o disponibilità private. Senza contare che non tutti i collaboratori afghani hanno potuto usufruire del ponte aereo, giungono notizie di molti altri che si stanno dirigendo verso l’Iran nella speranza di riuscire a raggiungere il nostro Paese… Forse che anche l’Italia si sente un po’ colpevole per questo ritiro che somiglia ad un abbandono? Quale sarà effettivamente la situazione, in particolare delle donne e delle bambine? Già si sono viste brutte situazioni: scuole vietate per loro, perdita di lavori anche importanti ad esempio nei tribunali e negli ospedali, minacce per le strade, impossibilità di collegarsi ad Internet, restrizioni in tutti i campi. Una speranza ci resta: che questi 20 anni non siano passati invano, che qualcosa rimanga nella popolazione afghana che la aiuti ad uscire dall’incubo del governo talebano. Ho letto che avendo il governo proibito alle bambine di andare a scuola, diversi ragazzi per solidarietà si sono anche loro rifiutati di frequentare. Speriamo che fratelli, mariti, padri non stiano zitti, ma al fianco delle loro donne, concretamente.


La cultura

PER SENTITO DIRE Di Ernesto Paroli E’ IL CINEMA BELLEZZA “Facciamo fare loro un corso di economia domestica e ci aspettiamo tante Messaline” Cary Grant e Doris Day in “Il visone sulla pelle” 1962 Michela Murgia e Chiara Tagliaferri – MORGANA, l’uomo ricco sono io - Mondadori In queste pagine troverete imprenditrici scaltre e un po' corsare, artiste carismatiche, campionesse sportive, politiche, mistiche e intellettuali contraddittorie. Donne alle quali la libertà è spesso costata cara, ma che non hanno mai smesso di pensare di potersela permettere, perché volere beni propri e volere il proprio bene spesso sono la stessa cosa. Controcorrente, strane, pericolose, esagerate, difficili da collocare. E rivoluzionarie. Sono le dieci donne raccontate in questo libro e battezzate da una madrina d'eccezione, la Morgana del ciclo di re Artù, sorella potente e pericolosa del ben più rassicurante re dalla spada magica.

TRE PIANI – Film di Nanni Moretti - al cinema Tre piani, tre famiglie e il quotidiano che logora la vita, disfa i legami, apre ferite e consuma drammi. Al piano terra una giovane coppia in carriera parcheggia la figlia dai vicini anziani. Lui è malato e subisce l’ossessione del giovane padre convinto di un abuso. Al secondo vive Monica sola con un bambino. Ha partorito senza il marito spesso lontano per lavoro. Ha un corvo nero sulla spalla. Al terzo piano dimorano Dora e Vittorio, due giudici inflessibili. Hanno cresciuto il figlio sul banco degli imputati. Un incidente in stato di ebrezza provoca la morte di un passante e i due genitori rifiutano qualsiasi comprensione verso il figlio. Tre vicende, tre solitudini, tre ossessioni, tre destini che si rovesciano. Tratto da “Tre piani” di Eshkol Nevo. 11 minuti di applausi al recente festival di Cannes.

Keith Jarrett – THE KÖLN CONCERT – 1975 CD Colpito da una gravissima infermità cerebrale il famoso pianista jazz Keith Jarrett si è dovuto ritirare dal mondo dei concerti. Una grandissima perdita. Aveva una mente vulcanica nella composizione ed era dotato di una tecnica prodigiosa davanti alla tastiera. Ha esplorato molti generi, come solista e con vari compagni producendo esecuzioni ed albums magnifici. Si è cimentato perfino con le straordinarie Variazioni Goldberg di Johann Sebastian Bach. Era famoso anche per il suo tremendo caratterino. In molti lo ricordano al pianoforte in piazza Loggia alcuni anni fa. La sua fama esplose nel 1975 con un memorabile concerto-improvvisazione a Colonia, in Germania. Per chi lo desidera propongo l’ascolto di questo concerto al quale sono particolarmente legato. L’album mi è stato regalato da un’amica il giorno della mia laurea. Era il 1978. Ed è ancora strepitoso.

Adriana Zarri – UN EREMO NON E’ UN GUSCIO DI LUMACA – Einaudi Pensieri di una grande teologa “Qualcuno dice che mi sono "ritirata" in un eremo; e io puntualmente reagisco. Un eremo non è un guscio di lumaca, e io non mi ci sono rinchiusa; ho solo scelto di vivere la fraternità in solitudine. E lo preciso puntigliosamente per rispondere all'obiezione che concepisce questa solitudine come un tagliarsi fuori dal contesto comunitario. E invece no. L'isolamento è un tagliarsi fuori, ma la solitudine è un vivere dentro”. È questo un libro da leggere in silenzio. È un libro da ascoltare. La voce che vi echeggia, forte e chiara, è quella di un’ eremita che parla al mondo. Dentro queste pagine ci sono tanti suoni: lo stormire degli alberi, il gracidare delle rane, il rumore dell'acqua, le parole degli amici. E colori: il giallo di un limone, il rosso di un gatto, il bianco della neve che fiocca. C'è l'amore per il mondo e per la sua bellezza. C'è la voglia di capire e lottare, di raccontare e sentire.

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La politica internazionale

Afghanistan 2021, sconfitta della democrazia di Angelo Alioto

Dopo vent'anni di occupazione, l'avventura militare degli americani in Afghanistan si è conclusa. Il 31 agosto di quest'anno i soldati americani senza concordare alcunché con i loro alleati abbandonano precipitosamente il territorio afghano che avevano invaso il 7 ottobre del 2001. L'invasione dell'Afghanistan fu la risposta militare all'attacco suicida dell'11 settembre 2001, quando 19 terroristi islamici dirottarono 4 aerei, facendone schiantare due sulle Torri Gemelle a New York, uno sul Pentagono a Washington ed il quarto che aveva come obiettivo la Casa Bianca, precipitava in Pennsylvania per la rivolta dei passeggeri. Risultato: tremila morti, una strage. Per la prima volta la popolazione degli Stati Uniti subiva sul proprio territorio un attacco nemico. Era l'inizio della Jihad contro l'Occidente. Bush prometteva: “Li prenderemo”

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Ma perché attaccare l'Afghanistan se i terroristi erano per la maggior parte sauditi? Perché i talebani (“studenti” coranici in lingua pashtu) che dal 1996, dopo la sconfitta dell'occupante sovietico, governavano l'Afghanistan, ospitavano e proteggevano le menti organizzative dell'attacco terroristico alle Torri Gemelle: l'egiziano al-Zawahiri ed il saudita Osama bin Laden, fondatore di al-Qaida (la “Base” in lingua araba); organizzazione paramilitare, che si voleva far diventare guida dell'intero Islam fondamentalista. Inizialmente l'azione militare degli americani aveva principalmente due obiettivi: cacciare i talebani dal governo e catturare Osama bin Laden; affinché il territorio afghano non diventasse patria del jihadismo internazionale, ovverosia un santuario dei terroristi sparsi per il mondo.

Cacciati i talebani, ucciso Osama bin Laden (in Pakistan) e consegnato il Paese al presidente Karzai, l'intervento americano avrebbe potuto considerarsi concluso. Così non fu, l'azione originariamente militare degli americani si trasformò, con l'aiuto delle maggiori democrazie occidentali (Italia compresa), in un tentativo di esportare il modello democratico nel cuore del più integralista dei regimi confessionali musulmani. Tentativo durato vent'anni, costato migliaia di morti e di miliardi, ufficialmente dichiarato fallito il 29 febbraio del 2020, a Doha, dove dopo lunga trattativa con i talebani guidati da Baradar (loro capo politico, ancora oggi considerato un terrorista), Trump


La politica internazionale

firmava l'accordo che prevedeva il ritiro delle truppe americane entro il 31 agosto del 2021. Un accordo senza condizioni, che non prevedeva alcuna garanzia per i diritti faticosamente conquistati dalle donne nella società afghana in questi vent'anni di guerra; l'unica condizione posta impegnava il futuro governo talebano a non dare accoglienza e protezione al terrorismo islamico sia interno (l'ISIS del Korasan che ha rivendicato l'assalto all'aeroporto di Kabul), sia internazionale. Nemmeno una parola a tutela dei diritti umani. Di fatto gli americani riconoscono, dopo avere speso più o meno duemila miliardi di dollari ed aver perso migliaia di soldati che non è possibile esportare con le armi il modello democratico, particolarmente in un territorio dove l'odio verso la cultura colonizzatrice occidentale si è accumulato nei secoli… Gli accordi di Doha e la conseguente caotica ritirata dall'Afghanistan ci dicono che gli Stati Uniti non sono più i Gendarmi del mondo. Se l'Europa e le altre democrazie occidentali vorranno difendersi dal terrorismo islamico, tutt'altro che sconfitto, non potranno più fare riferimento al sostegno militare degli americani, dovranno contare sulle proprie risorse politiche ed economiche. Ormai l'interesse economico-strategico degli americani, dopo la sconfitta di al-Qaida e l'uccisione di Omar bin Laden, si è spostato nella regione in-

do-pacifica per contrastare la presenza economicamente aggressiva della Cina. La sconfitta afghana, dopo quella irachena, ha segnato la fine dell'interventismo americano, che già aveva subito un significativo ridimensionamento dopo la caduta del muro di Berlino ed il dissolvimento dell'impero sovietico. Rimane il debito dell'Occidente verso la popolazione afghana coinvolta nell'ormai fallito processo di democratizzazione; soprattutto una generazione di giovani e donne educati alla libertà che incominciavano a realizzare le loro aspirazioni in un Paese storicamente ostile al cambiamento. Le democrazie occidentali che hanno illuso, sotto guida americana, per vent'anni la popolazione afghana, adesso, se non vogliono rinunciare ai propri valori, hanno la responsabilità etica di dare un futuro ai profughi di questo Paese che altrimenti verrebbero perseguitati (se non peggio) per aver collaborato, nella logica talebana, con l'oppressore occidentale.

Sarà necessario trattare ad oltranza, con il nuovo governo talebano sia per ottenere la permanenza delle organizzazioni umanitarie internazionali, sia per la fuoriuscita ordinata e programmata, di tutti coloro che ritengono di non avere più un futuro in uno Stato in cui si rischia la vita se sorpresi ad ascoltare musica. Non sono confortanti le parole del presidente del Parlamento europeo, Davide Sassoli, riferite ai rifugiati afghani: “... tutti hanno giustamente pensato ai propri collaboratori e alle loro famiglie, ma nessuno ha avuto il coraggio di offrire rifugio a coloro che sono ancora oggi in pericolo di vita...” Sarebbe una immorale ipocrisia ricacciare indietro i prossimi prevedibili profughi afghani, perché considerati cittadini di un legittimo governo, anche se fosse riconosciuto dall'ONU.

Scrivete le vostre idee, proposte, critiche, osservazioni… a SanpoloPolis

sanpolopolis@gmail.com 17


La cultura “LA POESIA E’ L’ UNICA PROVA CONCRETA DELL’ ESISTENZA DELL’ UOMO”

IL TOPO DI BIBLIOTECA

Luis Cordoza y Aragòn poeta di La Antigua - Guatemala

di

Ernesto Paroli

Di ferro di arcuate travature d’incommensurabile ferro conviene che sia la notte, affinchè non la facciano scoppiare e la sventrino le molte cose che i miei occhi ricolmi hanno visto, le dure cose che intollerabilmente l’affastellano. … da ” Insonnia” in” Carme presunto e altre poesie” di Jorge Luis Borges

Giochi del destino In questi giorni, nelle sale cinematografiche, finalmente di nuovo frequentabili, è uscito “Tre piani” di Nanni Moretti. Ho avuto modo di parlare del romanzo di Eshkol Nevo, da cui è tratto il film, nel Sanpolopolis di ottobre del 2017. Dello stesso autore vorrei segnalare ora questo magnifico romanzo uscito ne 2012 Quattro amici guardano in televisione la finale dei Mondiali di calcio del 1998. Non hanno ancora trent'anni e si conoscono da sempre, studi, esercito, sport, amori, tutto insieme. Yuval, il narratore, ha un animo buono; Churchill è trascinante ma è anche un egoista irresponsabile, è lui il fondatore del gruppo fin dai tempi del liceo. Ofir vive di parole e spreca la sua creatività in un ufficio pubblicitario. Amichai vende polizze mediche ai malati di cuore, è già sposato e ha due figlie. Durante la partita qualcuno dice: ”Come saremo fra quattro anni, alla prossima finale? Cos’è che vorremmo diventare? ” Ed Amichai ha un'idea: perché non scriviamo, ognuno su un foglietto, i nostri desideri, i sogni per gli anni a venire, per vedere alla prossima finale della coppa del mondo, se si sono realizzati? Yuval ha da poco incontrato Yaara, e crede che sia la donna della sua vita. Nel bigliettino dei desideri scrive: "Ai prossimi Mondiali voglio stare ancora con Yaara, essere sposato con Yaara, avere un figlio da Yaara. Possibilmente una figlia". I desideri di ciascuno vengono decisi. Ma Il suo destino e quello dei suoi amici, è pronto a metterci lo zampino, perché i desideri dei quattro ragazzi si realizzeranno puntualmente … ma non da chi li ha espressi. Quattro amici, i loro sogni e un tempo-limite per realizzarli, ossia i prossimi Mondiali di calcio. Quattro anni sono lunghi e tante ne devono passare i protagonisti di questa storia per realizzare i loro sogni nel cassetto, un cassetto però, pieno di delusioni, di dolori incolmabili, di ricerca affannosa della felicità. La simmetria dei desideri è un romanzo sull’amicizia, un sentimento più forte di tutto, più forte perfino della delusione che un terribile tradimento porta con sé. Ma non solo amicizia e amore vengono fuori da queste pagine: solitudine, incomprensione, depressione, odio, speranza, forza di andare avanti e il tentativo di cercare la propria strada altrove. E poi la guerra tra israeliani e palestinesi, anche se solo sullo sfondo, appena sfiorata. E le pagine sul periodo del servizio militare e su ciò che Yuval è costretto a fare per obbedire agli ordini sono le più toccanti. La sua disapprovazione, il sentirsi nel posto sbagliato, solo, terribilmente solo e la ricerca degli affetti attraverso lettere appassionate al suo amico del cuore sono quanto di più poetico ci sia in questo libro. Della generazione di poco successiva a quella di Amos Oz e David Grossman, Eshkol Nevo è oggi una delle voci più importanti della narrativa non solo israeliana; e non mantiene solo intatta la stessa profondità di pensiero dei sui colleghi, ma lo fa con una leggerezza e una genuinità senza pari. Così, dopo un’immersione lunga più di 300 pagine nella Tel Aviv (e Haifa) di Churchill, Ofir, Amichai e Yuval, arriviamo all’ultima pagina tristi e confusi. Con quell’inenarrabile senso di vuoto che prende allo stomaco ogni qualvolta si è costretti a salutare dei personaggi tanto amati.

Eshkol Nevo - LA SIMMETRIA DEI DESIDERI – Editore Beat 18


In ricordo di…

… Angelo Onger di Dante Mantovani Nella seconda domenica dell’agosto scorso è morto, a 84 anni, Angelo Onger. Era stato ricoverato a fine luglio in clinica a Ome, per la frattura del femore, ma ha avuto un inesorabile ed irreversibile peggioramento dello stato di salute. Con Angelo Onger viene a mancare uno degli ultimi giornalisti bresciani cattolici di inquieta e tenace militanza civica. Cresciuto alla scuola giornalistica di don Mario Pasini e di mons. Antonio Fappani, ha lavorato al settimanale diocesano Voce del popolo e a Radio Voce e per ultimo è stato direttore della rivista Madre. Raggiunta la pensione, non è andato in pensione, ma ha continuato il suo impegno sociale nella più assoluta gratuità, collaborando con Battaglie Sociali, la rivista delle ACLI Bresciane, di cui è diventato direttore, scrivendo articoli anche per SanpoloPolis, non rinunciando mai a tenere conferenze laddove veniva invitato, non ultimo il circolo ACLI S. Polo, lavorando al notiziario e alla radio “Raphael”, sempre in assoluta gratuità. La serietà e l’abilita con la quale interpretava al meglio il suo mestiere, non riuscivano a nascondere la schiettezza e la saggia ironia che l’hanno caratterizzato. Non imponeva la sua fede ma non la nascondeva, questa forse una delle caratteristiche più affascinanti. Con le ACLI ha sempre avuto un grande feeling, determinato dall’attenzione a coniugare fede ed impegno sociale e politico, dal grande amore verso il Concilio Vaticano II, dalla ferma convinzione che il ruolo dei laici cristiani debba essere fondamentale nella Chiesa e nella società, dalla visione laica della presenza del cristiano nella politica. È stata questa vicinanza ideale e culturale che, raggiunta la pensione, ha portato Angelo a dedicare parte del suo tempo alle ACLI e soprattutto a Battaglie Sociali. La fede di Angelo era una fede autentica, mai bigotta, una “fede adulta” libera da tradizionalismi e da ritualismi, una fede sincera, incarnata nella realtà, sempre abbinata ad una sana razionalità. Era questa fede che permetteva ad Angelo di manifestare sempre un’autentica serenità ed una contagiosa ironia. Per far percepire la disponibilità, ma anche l’ironia che caratterizzavano Angelo Onger, mi piace riportare uno degli ultimi scambi di messaggi Whats App che ho avuto con lui, due mesi prima della sua morte, proprio in merito all’ultimo articolo che ha scritto sul numero 128 (aprile 2021) di SanpoloPolis. [3/4, 18:07] Dante Mantovani: Ciao Angelo, ti chiedo una cosa che ti serve per tenerti in forma. Potresti scrivere per SanpoloPolis una paginetta sul significato del viaggio del papa in Iraq? Sono certo che non mi dirai di no... Ci servirebbe per il 12 aprile, 3300/3500 caratteri. Un grande grazie in anticipo e tanti auguri di Buona Pasqua [3/4, 18:31] Onger Angelo: Avrei una gran voglia di deluderti, ma non ce la faccio... infatti non nutri dubbi in merito. Ma che sia l’ultima volta!!!! Sicuro che tanto non ti spaventi. Buona Pasqua a te e a tutta la tua famiglia. Ciaoooo [3/4, 18:39] Dante Mantovani: Lo sapevo..., comunque non ti prometto che sia l'ultima volta, perché rischierei di essere un falso... Un abbraccio [8/4, 23:17] Dante Mantovani: Angelo, sei un fenomeno! È arrivato l'articolo ampiamente in anticipo sui tempi concessi. Un grandissimo grazie! [9/4, 07:05] Onger Angelo: Fenomeno lo dici a tua sorella! Buona giornata e buona vita Ciao Angelo, rimarrai per noi un grande maestro di vita, di fede, di laicità. Grazie 19


Giornate per riflettere

15 Settembre, Giornata internazionale della democrazia di Elisa Lavanga La Giornata Internazionale della democrazia è stata istituita dalle Nazioni Unite e celebrata il 15 settembre di ogni anno, essa si fonda su quattro elementi fondamentali; libertà, partecipazione, trasparenza, responsabilità delle istituzioni, ed oggi è doveroso aggiungere accoglienza e integrazione. Le guerre, la povertà, la pandemia generano disuguaglianze sociali crisi come quella dei migranti. Il fenomeno migratorio sta mettendo a dura prova le nostre democrazie. Come ricorda l’ O N U, ora più che mai è indispensabile rafforzare le istituzioni democratiche per promuovere la pace e la stabilità nel mondo. Questa giornata è un momento particolare per riflettere sullo stato della democrazia in Italia e nel mondo. Grazie all’impegno di persone organizzate e attive possiamo sviluppare e guidare con decisione il cambiamento per migliorare la qualità della democrazia e favorire la giustizia sociale in Italia e nel mondo, prevenendo alla radice l’insorgenza dei conflitti. Questo è un traguardo nobile, ma difficile da realizzare perché sono ancora tanti purtroppo i popoli del mondo che non vedono tutelati i propri diritti e vivono in sistemi politici agli antipodi della democrazia. Non si può parlare di democrazia senza chiamare in causa i Diritti Umani. Essi costituiscono una parte importantissima della democrazia perché la garanzia delle libertà fondamentali è una condizione necessaria affinché la voce del

popolo incida sugli affari pubblici, e affinché la voce del popolo incida sugli affari pubblici e infine il controllo sul governo sia assicurato. Nell’agenda del 2030 per lo sviluppo sostenibile, è centrale un piano per il raggiungimento di un futuro migliore per tutti che stabilisce un percorso di oltre 15 anni con l’obiettivo di porre fine alla povertà estrema, combattere le disuguaglianze e l’ingiustizia e proteggere il nostro pianeta. Si pone l’urgenza di tutelare i diritti delle persone e delle minoranze, quelle ultime sono sempre più represse e inascoltate come ci dimostrano le travagliate vicende di un‘umanità ingiustamente oppressa in molte parti del mondo! Oggi vogliamo estendere la democrazia nel mondo anche salvaguardando quelle già esistenti.

17 Ottobre, Giornata Internazionale per la eliminazione della povertà di Elisa Lavanga È una giornata questa con l’invito rivolto all’umanità ad unirsi per far rispettare i diritti umani e sradicare la povertà in ogni angolo del mondo. Nonostante i numerosi progressi compiuti dall’ umanità intera negli ultimi anni, la povertà è un fenomeno ancora molto diffuso.

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Giornate per riflettere Secondo gli ultimi dati diffusi dalle Nazioni Unite , poco più del 10 per cento della popolazione mondiale vive in povertà estrema. Questo dimostra che circa 900milioni di persone vivono con meno di due dollari al giorno. Si tratta di una cifra enorme, che richiede interventi mirati e coordinati a livello globale. Proprio per questo l’Agenda2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite parte dalla povertà. Sviluppo sostenibile numero 1, è volto “a porre fine a ogni forma di povertà nel mondo“. A causa della pandemia che ha colpito tutti i paesi del globo, la situazione potrebbe ulteriormente aggravarsi, con il blocco della maggior parte delle attività economiche sono andati persi molti posti di lavoro.

Mezzo milione di persone nel mondo rischiano di diventare povere, in un tempo incerto è giusto lottare per la eliminazione della povertà. Soltanto con uno sforzo globale e coordinato si potrà fare in modo che ciascuna persona possa vivere dignitosamente su questo pianeta. Su questo tema della lotta alla povertà, il circolo ACLI S. Polo ha organizzato una serata il 29 ottobre per riflettere sugli strumenti più adatti a combattere la povertà. Con Roberto Rossini, portavoce dell’ “Alleanza Nazionale contro le povertà”, vogliamo provare a capire se il “Reddito di cittadinanza” rappresenti o meno uno strumento utile per eliminare o ridurre la povertà in Italia.

La mina vagante

ABDULRAZAK GURNAH premio Nobel per la letteratura 2021 Contro il colonialismo, per i migranti e i rifugiati di Ernesto Paroli Allo scrittore tanzaniano Abdulrazak Gurnah è stato conferito il Premio Nobel per la letteratura 2021. L’ Accademia Svedese ha scelto di premiarlo per “la sua intransigente e compassionevole penetrazione degli effetti del colonialismo e del destino del rifugiato nel divario tra culture e continenti”. È il quinto scrittore africano a essere insignito del prestigioso riconoscimento letterario dopo le vittorie di Wole Soyinka (nel 1986), Naguib Mahfouz (nel 1988), Nadine Gordimer (nel 1991), e John Maxwell Coetzee (nel 2003). Il premio Nobel per la letteratura questa volta sorprenderà molti editori, italiani compresi. Abdulrazak Gurnah, 73 anni, è originario di Zanzibar ma risiede in Inghilterra dalla fine degli Anni Sessanta dove aveva studiato e si rifugiò, dopo varie peregrinazioni che lo avevano portato anche in Nigeria, per fuggire da un’ondata di violenze scoppiate nel suo paese contro i cittadini di origine araba. Oggi insegna letteratura all’Università del Kent. Viene definito dall’Accademia di Stoccolma come il grande interprete del romanzo post-coloniale e dell’era dei rifugiati e dei perseguitati. I suoi primi tre romanzi, Memory of Departure (1987), Pilgrims Way (1988) e Dottie (1990), rappresentano una testimonianza inestimabile dell'esperienza migratoria in Gran Bretagna, analizzata da diverse prospettive. In Italia conosciamo di lui "Paradiso", "Sulla riva del mare", e “Il disertore” (Garzanti 2006). Quest’ultima, una delle sue opere più acclamate, racconta una storia d’amore sulla costa dell’Oceano indiano fra un esploratore britannico e una ragazza locale, destinata ad avere effetti per tre generazioni. È considerato uno degli esempi più illustri della narrativa africana contemporanea.

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La mina vagante

“No alla violenza politica, ma…” di Dante Mantovani Anche le violenze scatenate da Forza Nuova a Roma in occasione della manifestazione “No green pass” il 9 ottobre scorso, con l’assalto alla sede della CGIL, sono diventate occasione di scontro tra i partiti. Eventi di questo tipo dovrebbero rappresentare l’occasione per dimostrare, alle minoranze violente, l’unità sostanziale delle forze politiche e del Paese tutto. Invece: a sinistra si condannano le violenze fasciste senza se e senza ma, a destra ci si trincera dietro una generica condanna di ogni violenza e così lo scontro politico si perpetua anche su fatti che richiederebbero invece la massima unità. Le violenze, in una democrazia, dovrebbero sempre trovare una esplicita ed incondizionata condanna da parte di tutte le realtà democratiche. Insieme alla condanna del metodo violento utilizzato come lotta politica, è sempre opportuno però individuare anche la matrice che lo ispira, sia essa di sinistra o di destra, siano anarchici insurrezionalisti o neo-fascisti/nazisti. Se manca l’individuazione della matrice, la sola condanna della violenza può sempre nascondere connivenze e benevolenze che da sfruttare sul piano elettorale. Non è certamente così che si può combattere, e tantomeno sconfiggere, la violenza politica.

MIMMO LUCANO: santo o truffatore? di Centina Bazzana Si racconta che quando la prefettura di Reggio Calabria no n sapeva dove collocare i migranti che sbarcavano sulle coste, chiamava “San Lucano” e lui non diceva mai di no! Aveva cominciato nel 1998 ospitando un gruppo di profughi curdi sbarcati sulle spiagge del comune di Riace: riaperto le case abbandonate del paese, le botteghe artigiane, il forno, la scuola e l’asilo e un ambulatorio medico. Aveva avviato i profughi al lavoro nei campi e nei laboratori, alfabetizzato bambini e adulti. Dal 2004 al 2017 era stato sindaco e la popolazione nel ’17 era per metà straniera di ben 26 nazionalità, circa 600 persone: una esperienza ritenuta in Italia e nel mondo un modello di accoglienza e solidarietà e nel contempo un progetto positivo di rinascita e ripopolamento dei nostri borghi abbandonati. Ma i conti di questo sistema non tornano, cominciano le ispezioni, spuntano anomalie: soldi non utilizzati secondo il piano previsto dallo Stato, destinati ad altri scopi; anche se, sostiene Lucano e i suoi avvocati, sempre per la comunità: per ristrutturare case invece che per la mensa, per creare lavoro invece che per la scuola. Inizia l’inchiesta e i fondi vengono sospesi; nel ’18 è agli arresti per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, accusa da cui sarà poi assolto e che non entra nella recente condanna. Sono 4 anni terribili, lo SPRAR di Riace viene chiuso, tutti gli ospiti spostati, il sindaco sospeso per abuso d’ufficio, rilascio di carta d’identità falsa, peculato, associazione a delinquere, truffa… L’attuale sentenza, che lo condanna a 13 anni e due mesi più una multa altissima, è arrivata come un fulmine a ciel sereno avendo tra l’altro raddoppiato la pena richiesta dall’accusa. Lucano è distrutto, convinto di aver tentato un riscatto della sua terra e di aver fatto tutto per aiutare gli ultimi! Molti hanno detto che non esiste il reato di solidarietà, ma naturalmente la destra si è scatenata contro un uomo diventato simbolo di una politica di accoglienza negli anni in cui si fermavano le navi in mare, si bloccavano le ONG, si chiedeva di sparare sui barconi per affondarli o perlomeno di bloccarli in acque per internazionali. Non sono un’avvocata, ma così ad occhio, vedendo altre sentenze per strage, omicidio, stupro corruzione vera tipo “mafia capitale”, non posso non ritenere questa sentenza abnorme, per un uomo che comunque per sè non ha preso un soldo! Magari è stato ingenuo, sognatore, incapace nella gestione…Bisogna ricordare che certamente le leggi vanno rispettate, ma a volte la burocrazia pone grossi problemi soprattutto quando ti trovi davanti persone la cui vita dipende da te, da un timbro o da una firma che tu puoi apporre o negare. La condanna sarà sicuramente ridotta in appello, ma sorge il dubbio che si sia voluto punirne uno per educarne cento in vena di solidarietà.

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Dal Consiglio di Quartiere

C.d.Q. San Polo Cimabue

Strade e incroci pericolosi di Luca Cornelli * L’ultimo intervento all’altezza dell’intersezione tra via

Gatti/Lonati e Tiepolo/Strada Antica Mantovana risale ad ormai 5 anni fa, vale a dire al 22 novembre 2016 ed i lavori avevano riguardato la realizzazione della rotonda. Tanta spesa, ma buona resa. Infatti, dopo la realizzazione della rotonda, il numero di incidenti si è praticamente azzerato. Se quel tratto stradale è stato messo in sicurezza, ciò non si può dire rispetto al rettilineo che segue la rotonda citata e che si estende fino all’altezza della rotonda tra via Gatti e via Zammarchi, a pochi metri dall’isola ecologica, passando per l’incrocio della Conad oltre ad altri attraversamenti pedonali (specialmente quello che lega le due piste ciclabili, di fronte al cimitero). Non è raro, soprattutto in tarda sera, vedere (o sentire) macchine

che sfrecciano ad alta velocità, attraversando incroci o attraversamenti pedonali che a quell’ora, fortunatamente, sono pressoché deserti. A supporto della tesi appena esposta si possono citare le diverse segnalazioni ricevute, anche dal nostro Consiglio di quartiere. Un altro tratto stradale poco sicuro, dove la tentazione di portare al massimo i giri del motore è alta, è quello di via Michelangelo Merisi, tra la rotonda-ingresso di Sanpolino e l’altra di via San Polo. Quest’ultimo è un rettilineo vero e proprio, lungo centinaia di metri. Anche in questo caso, non mancano attraversamenti pedonali (di cui uno con “prenotazione” semaforica) ed incroci con altre strade. L’incrocio più esposto a rischi è quello in corrispondenza dello stop di via Cimabue, stop pericoloso in quanto gli automobilisti intenzionati a girare a sinistra, per poter avere una buona visuale su chi proviene da Sanpolino direzione via San Polo, devono avanzare parecchio dopo la linea che delimita lo stop. In questo tratto, gli incidenti non mancano e si ripetono. Al fine di rendere meno pericolosi i due tratti stradali sotto inchiesta e di preservare l’incolumità degli automobilisti e dei pedoni che vi circolano, sarebbe bene mettere in atto delle misure preventive attraverso la realizzazione di limitatori di velocità, quali dossi permanenti oppure ad un restyling della carreggiata, ad esempio prevedendo il restringimento delle corsie a favore di un ampliamento dei marciapiedi e delle piste ciclabili, congiuntamente all’introduzione di zone a ridotta velocità o di dissuasori fissi della stessa quali, ad esempio, autovelox. Si auspica che le autorità competenti accolgano positivamente tale segnalazione a favore dei cittadini e della loro sicurezza. Che è la priorità assoluta. * Consigliere di quartiere San Polo Cimabue

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Dal Consiglio di Quartiere

Torre Tintoretto, demolizione al via

di Fabio Basile *

Nel precedente numero di questo bimestrale avevamo preannunciato un rallentamento nel cronoprogramma dei lavori da parte della società incaricata di abbattere la torre Tintoretto. Il ritardo è imputabile alla serie di accertamenti previsti dalla normativa ed in capo all’ATS (Azienda Tutela del Territorio). Sono state svolte da quest’ultima le verifiche risultanti dalle bonifiche delle FAV (fibre artificiali vetrose), degli MCA (materiali contenenti amianto) deriventi dallo smontaggio di infissi, tapparelle, impianti elettrici, idraulici, nonché da ulteriori tipologie di materiali rispetto a quelli attesi. Il riscontro di ATS è finalmente arrivato ed è stato positivo, quindi nelle prossime settimane, molto probabilmente dal 15 novembre, inizierà il graduale abbattimento dell’edificio. Entro 2 mesi la torre verrà rasa al suolo mediante una ruspa con un braccio meccanico lungo oltre 60 metri, dotata anche di un sistema che irrora costantemente la struttura, che opererà secondo uno schema a gradoni, “tagliando” da est verso ovest, in modo da garantire stabilità e sicurezza. Dapprima sul lato est per poi essere spostato su quello ovest verrà posizionato un telo in HDP di 1 cm di spessore che eviterà lo spargimento di polveri e materiali. E’ inoltre importante sapere che durante la fase di demolizione verranno rispettate le prescrizioni di seguito specificate: • verrà monitorata la velocità del vento con anemometro installato nel cantiere e il superamento di una soglia indicata da ATS comporta la sospensione delle attività; • in caso di mancanza di acqua per irrorare la parte da demolire ci sarà la sospensione delle attività.

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Queste modalità sono state prese in carico da REDO SGR (società appaltatrice dei lavori) nell’aggiornamento del PSC (Piano di Sicurezza e Coordinamento) disponibile presso il cantiere e a cui l’impresa demolitrice dovrà adattarsi aggiornando il proprio POS (Piano Operativo della Sicurezza). Ricordiamo che è possibile richiedere chiarimenti ed effettuare segnalazioni all’Osservatorio “Tintoretto”, organismo costituito per tenere informati in modo costante ed approfondito i cittadini, scrivendo a cdqsanpolocimabue@comune.brescia.it * Presidente del Consiglio di Quartiere


Dal territorio

Intervista a don Filippo Zacchi a cura della Redazione sempre sentito l’importanza della scuola nella mia crescita, perché è negli anni del liceo che ho iniziato a pormi le grandi domande, è a scuola che mi sono allenato alla continua ricerca, grazie alla testimonianza di un’insegnante, per poi capire che le persone umane da sole non possono darsi tutte le risposte. La passione per la musica mi ha sempre aiutato a coltivare il desiderio di bellezza, che apre a un “oltre” nel quotidiano, per non chiudersi mai di fronte all’ineffabile. Sono state le persone che il Signore ha messo sulla mia strada a farmi intravedere la bellezza della fede e di una vita orientata dalla luce di Cristo. Sono stato stimolato dal fascino di vite compiute perché radicate in Dio. Poi è venuto tutto il resto. Innanzitutto, anche la Redazione di SanpoloPolis ed il circolo ACLI ti danno il benvenuto nella nostra comunità, anche se di fatto sei già di casa da più di un anno. Siamo, ormai da decenni, in un processo di rapida scristianizzazione, in un clima culturale non ostile, ma certamente indifferente alla proposta religiosa. In un contesto del genere, come è nata e si è sviluppata la tua vocazione al sacerdozio?

Qual è il ruolo che ti ha assegnato il vescovo?

Grazie! Non voglio avere uno sguardo ingenuo sulla realtà: la scristianizzazione è da tempo sotto gli occhi di tutti, per lo meno in Europa. Nella mia storia personale ho però trovato delle piccole oasi, dove il seme della mia vocazione è lentamente maturato. Mi chiedo se si possa raccontare la scoperta di una vocazione. Se è vero che la vocazione ha a che fare con un cambio di prospettiva sul mondo e sulla vita, con un incontro, con la scoperta della chiamata di Dio, allora la vocazione è ultimamente incomprensibile. Ci sono dei segni, che nella fede diventano semi destinati a fecondare e a far comprendere che tutta la vita di una persona, davanti a Dio, diventa vocazione. Io ho incontrato Cristo in parrocchia, a scuola e nella musica. A Verolanuova, mio paese natale, fin da quando ero un piccolo chierichetto, avevo il desiderio di stare vicino a Gesù nel servizio all’altare. Poi ho trovato alcuni preti, che mi hanno parlato della bellezza di Gesù e mi hanno mostrato che era la sua presenza a nutrire il loro entusiasmo. Da qui mi sono appassionato, ho scoperto quanto era bello parlare di Lui, quanto “gusto” c’era nel donare energie e tempo ai fratelli. Ho iniziato a chiedere: “Signore, dimmi quello che vuoi per la mia vita”. Ho

Sempre meno persone frequentano le S. Messe; Papa Francesco non smette mai di ripetere che le comunità cristiane devono essere una Chiesa in uscita. Cosa può significare tutto ciò, nel nostro territorio?

Il Vescovo mi ha assegnato l’incarico di curato di S. Angela e di coordinatore della pastorale giovanile della neonata unità pastorale della Visitazione di Maria. Prego spesso perché nel mio essere e nel mio fare sia fedele ogni giorno a questo compito. È una sfida e allo stesso tempo un’opportunità per il mio cammino e per la vita delle nostre comunità.

In questi anni lo slogan “Chiesa in uscita” di papa Francesco è citato ovunque. “Chiesa in uscita” potrebbe significare che dobbiamo essere come lievito dentro la pasta, come dice il Vangelo. Il lievito nella pasta, anche se inserito in piccole quantità, può far fermentare tutta la pasta e di fatto cambiarla. I Cristiani sono una presenza dentro il mondo, non sono la totalità numerica del mondo. C’è stata la tentazione di immaginare che siccome la Chiesa è in uscita deve “cacciare dentro” tutti e perciò c’è stata e c’è anche una preoccupazione quantitativa, numerica. Questo ci ha anche portato a immaginare che il vero modo per essere in uscita avrebbe dovuto coincidere con il controllo di tutte le istituzioni, le realtà secolari e questo ha creato poi un’allergia, una reazione di rifiuto rispetto a questo tipo di evangelizzazione. Il Vangelo è chiaro: dice che noi siamo una piccola presenza dentro l'umanità, come il lievito dentro la pasta e

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Dal territorio che lì i Cristiani sono un fermento che, con i tempi di Dio, può davvero lavorare. Quando noi abbiamo pensato che il Vangelo fosse un sistema, o dottrinale, o etico, o umanitario, o sociale, abbiamo creato uno schema in cui tutti dovevano entrare. La chiesa davvero in uscita non si stanca di annunciare il regno di Dio, che viene perché lo porta il Re. E il Re, cioè Cristo stesso, viene attraverso la via dei cuori che lo accolgono per una libera adesione. Anche nell'evangelizzazione dobbiamo sempre stare attenti a non creare una sorta di sistema, il Regno di Dio, di cui con le nostre metodiche cerchiamo di affrettarne la realizzazione. Il Regno viene quando le persone per fede, accolgono il Re, cioè accolgono Cristo e la sua salvezza. Poi Cristo porta tutto quello che è del suo Regno: la giustizia, la pace, un migliore equilibrio di convivenza tra le persone e le diverse espressioni della cultura. Il regno viene alla maniera del Re, non viene alla maniera dei nostri programmi e dei nostri sistemi. Non so come, ma anche nel nostro territorio sarà così. Questo non vuol dire non fare progetti, ma bisogna sapere che questi non possono comandare e vincolare l’azione del Signore. E per i giovani che sempre meno vedono la chiesa e l’oratorio come luoghi del loro interesse, hai qualche idea in proposito?

nostra comunità, devono percorrere per poter essere in grado di portare il Vangelo agli uomini e alle donne di questo mondo sempre più secolarizzato? Grande domanda. La Chiesa si interroga da sempre sul modo migliore per annunciare il Vangelo, compito difficile non solo oggi. Lascio agli esperti e agli “addetti ai lavori” la risposta. Sono convinto però che la conversione della Chiesa e quindi della nostra comunità sia prima di tutto conversione personale. È il non stancarsi mai di seguire Cristo e non scoraggiarsi per le nostre mancanze. È ricominciare continuamente il proprio cammino di sequela e di conversione al Vangelo. È chiedersi ogni mattina: Signore, come posso esserti fedele in questa giornata?

Vorrei che i giovani trovassero sempre nella Chiesa e nell’oratorio persone che li accolgano e abbiano a cuore il loro vero bene. Noi giovani, apparentemente distratti, vediamo dove c’è verità, dove c’è il bene, dove la fede non è solo bandiera di partito o abitudine sterile. La testimonianza di fede è di per sé attrattiva. La vita parla. La verità non ha bisogno di essere dimostrata. Si impone da sé, con mitezza e nel rispetto di tutti. Nell’Apocalisse si legge: «Ecco, sto alla porta e busso». Il Signore non si stanca mai di chiederci dove siamo e di bussare alla nostra porta. Dag Hammarskjöld diceva che davanti a Dio siamo tutti scolari di prima elementare. Ai giovani dubbiosi offro il mio aiuto. Sotto i paramenti c’è lo scolaro di prima elementare che continua a cercare il volto di Dio. Direi loro di non farsi scandalizzare dalla Chiesa. Anche a me, con tutti i guai che vengono a galla, a volte cadono le braccia. Ma questa Chiesa, che può apparire brutta, dà il più bello dei figli dell’uomo, che è Gesù. È una barca fragile, fatta di uomini chiamati, non di angeli, ma conosce la rotta e il porto: la parola di salvezza e di amore che Gesù ha per ciascuno.

Secondo te, nella realtà sociale odierna, quali dovranno essere i principali attori della evangelizzazione? I preti ed i religiosi o i laici? Perché e come?

Quale deve essere, secondo te, la “conversione” che la Chiesa e le comunità locali, e quindi anche la

Grazie mille per la “chiacchierata”, anche a nome dei lettori di SanpoloPolis, e buon lavoro

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È ormai chiaro a tutti che i principali attori dell’annuncio del Vangelo non possono essere solo e soltanto i preti. Se così fosse bisognerebbe ammettere che nei luoghi dove non c’è un prete non possa esistere evangelizzazione. Questo è falso. Ad annunciare il Vangelo non sono né i preti né i laici, né nessuna categoria presa da sola. È la comunità cristiana, nella diversità di funzione e ruolo dei componenti, ad annunciare il Vangelo. Agli albori della Chiesa, S. Paolo usava la metafora del corpo per dire l’identità della Chiesa. Ogni organo e parte del corpo ha una sua identità, ma è funzionale al tutto. Nessuno è una monade isolata. E c’è di più. Paolo vedeva la Chiesa come gruppo dei “familiari” di Dio, dei “concittadini dei santi”. Penso che riscoprire questa identità profonda possa aiutare il nostro sentirci parte della Chiesa e stimolare la nostra partecipazione all’evangelizzazione. Senza comunione non può esistere nessuna evangelizzazione.


I colori della nostra società

“Cara” bolletta” a cura di Giorgio Pellegrino

Parafrasando l’allocuzione Latina “Fiat Lux”, in base alle allarmanti notizie di questi giorni, potremmo dire “Cara Lux”. Ma cerchiamo di fare chiarezza, avvalendoci del Comunicato Stampa del 28/09/2021 presente sul Sito dell’ARERA (Autorità di Regolamentazione per Energia e Ambiente). Da questo sito Istituzionale apprendiamo che “la crescita per la ripresa delle economie dopo i ribassi dovuti alla pandemia e le difficoltà nelle filiere di approvvigionamento (…), avrebbero portato ad un aumento superiore al 45% della bolletta dell'elettricità e di oltre il 30% di quella del Gas. L'Autorità è intervenuta annullando transitoriamente gli oneri generali di sistema in bolletta e potenziando il bonus sociale alle famiglie in difficoltà, grazie al decreto di urgenza del Governo che ha stanziato le risorse necessarie, con ciò consentendo di attutire l'impatto su 29 milioni di famiglie e 6 milioni di microimprese. (…) contenendo l’aumento che “sarà ridotto a +29,8% per la bolletta dell'elettricità e a +14,4% per quella del gas (grazie anche alla riduzione dell'Iva contenuta nel decreto).” Inoltre, un occhio di riguardo, è stato riservato alle famiglie che versano in difficoltà economica. Infatti “3 milioni di nuclei familiari aventi diritto ai bonus di sconto per l'elettricità e per 2,5 milioni che fruiscono del bonus gas, in base all'ISEE, gli incrementi tariffari sono stati sostanzialmente azzerati dal Decreto”. Ciò grazie agli oltre 3 miliardi di euro stanziati dal Governo con il Decreto-Legge 27 settembre 2021, n. 130 ("Misure urgenti per il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico e del gas naturale"), (…) allocando 2,5 miliardi di euro all'azzeramento degli oneri generali di sistema per il

prossimo trimestre e 500 milioni circa al potenziamento dei bonus. A questo si è aggiunta una riduzione al 5% dell'IVA per le bollette gas.” Però l’intervento del Governo non è solo immediato “perché la rilevanza e straordinarietà degli interventi decisi dal Governo per far fronte ad una situazione di prezzi senza precedenti impongono comunque l'individuazione di interventi strutturali, già allo studio e a cui l'Autorità è pronta a dare il proprio contributo tecnico, capaci di fornire strumenti idonei a fronteggiare i cambiamenti in corso nei mercati dell'energia che, almeno in parte, potrebbero essere non transitori.” Pertanto possiamo rimarcare che “per l'elettricità nel 2021 la spesa annuale per la famiglia-tipo sarà di circa 631 euro, con una variazione del +30% rispetto al 2020 (corrispondente ad un aumento di circa 145 euro su base annua). La spesa annuale della famiglia-tipo per la bolletta gas nel 2021 sarà di circa 1.130 euro, con una variazione del +15% circa rispetto al 2020 (corrispondente ad un aumento di circa 155 euro su base annuo.)” Per famiglia tipo si “intendono i nuclei con ISEE non superiore a 8.265 euro, 20.000 se con più di 3 figli.” Viene spontanea una domanda: Perché questi aumenti? È ancora il comunicato dell’ARERA che afferma che “gli aumenti, a livello internazionale, sono legati al trend di forte crescita delle quotazioni delle principali materie prime energetiche; in particolare, i prezzi europei del gas sono cresciuti di oltre l'80% nel terzo trimestre del 2021 rispetto al secondo trimestre, con picchi nei mercati all'ingrosso di oltre 70 €/MWh nella seconda metà di settembre (contro i circa 20 €/MWh di inizio anno).” Per “consolarci”, guardando gli altri Paesi Europei, possiamo affermare che gli “aumenti delle materie prime e della CO2 confermano forti ripercussioni sui prezzi finali dei consumatori anche in altri Paesi europei, come la Spagna e la Francia.” I consigli dei nonni o quelli che abbiamo imparato nel tempo: “di non accendere inutilmente le luci o quello di coprirsi di più (in questa stagione fredda) o di chiudere il rubinetto dell’acqua mentre si lavano i denti” ed altri simili, possono venire maggiormente utili per contenere gli aumenti delle bollette.

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Dal territorio

Vivere la vita al meglio delle proprie possibilità Per parlare del “Progetto Recovery.Net” non possiamo non dire alcune cose sul significato della parola inglese “recovery” e che ultimamente sentiamo citare spesso quando si parla del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il cosiddetto “Recovery Plan”, ma che sentiamo anche in altri contesti (per esempio in informatica quando è necessario ripristinare un computer dopo un blocco). Per noi che lavoriamo nell’ambito della salute mentale recovery è un percorso personale che porta a vivere una vita al meglio delle proprie possibilità, nonostante i limiti e i problemi che ci possono essere, causati anche dalla malattia. Da questa idea è nato Recovery.Net, un progetto complesso e articolato che vede il coinvolgimento di numerosi partner, fra cui ASST Spedali Civili di Brescia che ne è capofila. Un progetto che è attivo da tre anni e che ha azioni di diverso tipo (percorsi di cura, iniziative culturali, attività di mappatura, formazione, ecc.) fra cui la realizzazione di uno spazio fisico che abbiamo chiamato “Recovery CoLab”. Un nodo della rete territoriale, un punto di incontro e di orientamento che, intorno all’idea del benessere personale e collettivo, supporta percorsi di cambiamento individuale e comunitario. È un luogo di prossimità per i cittadini, con la possibilità di conoscere meglio i temi della salute mentale e le opportunità del territorio, di parlare con operatori e utenti esperti per esperienza per avvicinarsi ad un tema spesso oggetto di pregiudizio e paura. Grazie alla disponibilità del Comune di Brescia e della Fondazione Brescia Solidale, possiamo utilizzare i locali dell’ex Centro Diurno anziani al primo piano della Torre Cimabue che è stato sistemato e rinnovato.

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Una delle proposte del Recovery CoLab è quella dei corsi del Programma FOR (Formazione e Opportunità per la Recovery) che ha come motto “essere studenti del proprio benessere”. Sono quindi dei corsi che approfondiscono i temi legati al benessere personale, progettati e condotti da operatori, pazienti, famigliari e cittadini e aperti a quanti sono interessati. Di seguito trovate l’elenco dei corsi programmati fino alla metà di gennaio. Ulteriori informazioni possono essere chieste presso il CoLab e sono presenti sul sito internet del progetto. Se siete interessanti a conoscere meglio il CoLab e le altre proposte, vi aspettiamo al primo piano della Torre Cimabue, oppure potrete trovare una nostra bancarella informativa di fronte alla chiesa di S. Angela M. il 5 dicembre dalle 8,30 alle 12,30.



Punto Comunità San Polo Cimabue Via Cimabue 271 – 25134 Brescia Telefono 030 2311303 – Cellulare 3476602343 puntocomunitasanpolocimabue@gmail.com www.aclisanpolo.it

Tutti gli sportelli e gli orari Sportello

Patronato Servizio Fiscale

Sportello InformaLavoro

Sportello Reclami e Proposte Sportello “Donna e famiglia”

Sportello Volontariato Microcredito Brescia la mia nuova casa

Cosa offre

Apertura

Il Patronato ACLI offre un servizio di assistenza, in buona parte gratuiMartedì to, a tutti i cittadini, lavoratori dipendenti ed autonomi, pensionati in materia di: pensioni di ogni tipo, assegni al nucleo familiare, invalidità, 17.00 – 19.00 assistenza sociale… Il servizio fiscale per l’assistenza nella compilazione dei Modelli 730 e Mercoledì Unico (ex 740) e per le dichiarazioni e versamenti Imu, viene gestito in 15.30 – 17.30 collaborazione con la società provinciale “ACLI Servizi Brescia s.r.l.” e (aperto solo da marzo a giugno) con il CAAF ACLI. - Per qualsiasi problema di carattere fiscale – ISEE – Modello RED Giovedì Assegno di maternità – Bonus elettrico, gas, idrico – Modulo postale 10.00 – 12.00 per Carta Acquisti – IMU e TASI nei periodi di scadenza - Compilazione e aggiornamento del Curriculum Vitae Lunedì - Lettera di presentazione 15.00 – 17.00 - Aiuto nella ricerca di offerte di lavoro ed invio CV Martedì - Segnalazione di corsi di formazione professionale - Azione di accompagnamento, supporto e informazione a chi è in 10.00 – 12.00 cerca di lavoro Venerdì - Orientamento riguardo ai problemi del lavoro 15.00 – 17.00 - Segnalazioni a Dignità e Lavoro - Raccoglie segnalazioni di problemi riguardanti il territorio - Trasmette le segnalazioni agli uffici ed enti competenti - Segue i problemi segnalati fino alla loro conclusione - Informa sull’iter delle pratiche attraverso Sanpolopolis - Ascolto, informazione, orientamento ed eventuale accompagnamento delle donne per qualsiasi problema di disagio e di bisogno - Problemi riguardanti i minori - Informa e orienta le persone che desiderano mettere a disposizione alcune ore per fare volontariato, sulle opportunità sul territorio e a livello cittadino - Istituito dalla Caritas Zonale, il micro credito è finalizzato a sostenere l'avvio di un'attività imprenditoriale o per far fronte a spese d'emergenza da parte di persone in difficoltà economica, generalmente escluse dalla finanza ufficiale Raccoglie bisogni abitativi per offrire percorsi di inclusione e cittadinanza attiva della popolazione immigrata in città a valere sul Fondo Nazionale per le Politiche Migratorie 2020

Venerdì 18.00 – 19.00 Mercoledì 15.00 – 16.00 Mercoledì 15.00 – 16.00 Su appuntamento (da metà novembre 2021)

Lunedì 15.00 – 18.00

Tutti gli sportelli, oltre al loro ruolo specifico, informano, indirizzano e orientano correttamente verso gli uffici e gli enti competenti a dare risposta ai vari bisogni e problemi di persone e famiglie Fino al termine della pandemia, tutti gli sportelli fanno consulenza solo su appuntamento telefonico 30


Dal Punto Comunità S. Polo Cimabue

Sportello

Caritas S. Angela M. presso Oratorio

Cosa offre Ascolto Distribuzione viveri Alfabetizzazione cittadini stranieri

Apertura Martedì ore 9.30-11.30 Venerdì ore 14.30-16.00 Attualmente sospesa

Ricuciamo la solidarietà

Progetto di sartoria multietnica finalizzato a raggiungere i seguenti obiettivi: • di promuovere la conoscenza della lingua italiana e degli strumenti necessari per rapportarsi con le Istituzioni del territorio; • di promuovere percorsi di autonomia nell’ambito lavorativo; • di sollecitare la società civile per la costruzione di un tessuto sociale capace di inclusione e cooperazione.

Giovedì ore 9.30 – 11.30

Centro Psico Sociale

Il Centro Psicosociale è il punto di riferimento territoriale per le persone che presentano disturbi psichiatrici ed offre una serie di trattamenti di tipo farmacologico, sociale, psicologico, educativo, infermieristico integrati in percorsi di cura in base alle caratteristiche ed i bisogni degli utenti e delle loro famiglie.

Da lunedì a venerdì dalle 8.00 alle 17.00 Tel. 030 2405611

Presso Casa Associazioni

Via Romiglia 1

Servizio Sociale Territoriale Zona Est Comune Brescia Corso Bazoli 7, Sanpolino

Il Servizio Sociale Territoriale si occupa del supporto e del sostegno ai cittadini in tutte le fasi della vita: • Famiglie con minori • Adulti in difficoltà • Persone con disabilità • Persone anziane

Lunedì 9-12,30 e 14-16 Martedì 14-16 Mercoledì 9-12,30 e 14-16 Giovedì ore 9-12.30 Venerdì ore 9-12,30 e 14-15,30 Si riceve solo su appuntamento Tel. 0302977093-94

“Re-Stare bene a S. Polo”, il progetto riparte Con il mese di settembre, tutti gli Sportelli del Punto Comunità sono ripartiti dopo il periodo delle vacanze agostane, ancora con la modalità dell’appuntamento obbligatorio, con gli orari che trovate in queste pagine. Nel frattempo abbiamo ripreso in mano il progetto “Re-Stare bene a S. Polo” che è rimasto nel cassetto dal febbraio 2020, quando iniziò la pandemia. A questo progetto assegniamo molta importanza perché dovrebbe rappresentare l’avvio di un processo finalizzato a fare in modo che tutte le persone che abitano nel nostro quartiere e che si avvicinano ad una età in cui è possibile trovarsi in una condizione fisica di difficoltà motoria o difficoltà di altro tipo, possano continuare a vivere nella propria abitazione e nel proprio contesto sociale, mediante interventi strutturali sulla propria abitazione o usufruendo di servizi messi in atto dalle istituzioni e dalle realtà sociali presenti sul territorio. Il progetto è ripreso con un primo momento formativo/informativo su un servizio presente sul territorio, ma poco conosciuto, che diventerà centrale nel prosieguo del nostro progetto. Un primo incontro è stato organizzato per gli operatori professionali e volontari che operano con gli anziani; un secondo incontro, che si terrà presumibilmente a novembre, sarà indirizzato alla generalità della popolazione, con particolare riferimento agli ultrasessantenni. In quell’occasione verrà presentato anche il questionario che verrà poi, somministrato nei mesi successivi, a tutti gli ultrasettantenni del quartiere. Speriamo che l’andamento della pandemia non ci obblighi ad ulteriori fermate. 27


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