Sanpo

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Editoriale

Riprendiamo…? di Laura Di Palma Covid-19: un nome che, ognuno di noi, suo malgrado, conosce ormai da tempo. Il “misterioso” virus venuto dalla Cina e poi diffusosi rapidamente in tutto il mondo, ci ha traumatizzato sin dallo scorso anno e, nonostante la diffusione ormai capillare dei vaccini, continua ad incuterci timore. Gradualmente, seppur a fatica, molte persone sono riuscite a ritornare ad una presunta normalità, mentre molte altre hanno faticato e faticano tuttora più del previsto. Qualcuno ha addirittura sviluppato una vera e propria sindrome che prende il nome di “sindrome della capanna” che rappresenta il disturbo psicologico maggiore legato alle esperienze vissute in questo lungo periodo che pare interminabile. L’effetto collaterale più evidente conseguente al lockdown, anche tra coloro che non avevano mai sofferto prima di disturbi psicologici particolari e non solo tra i più anziani, è stata, appunto, la sindrome della capanna, ossia la paura di uscire e lasciare la propria casa, il luogo che per mesi ci ha fatto sentire al sicuro, al riparo da qualsiasi pericoloso agente esterno. Cosa possiamo dunque fare per riprendere lentamente in mano la nostra vita?! Certamente non possiamo pensare che tutto ciò che è successo possa interrompersi improvvisamente e miracolosamente, ma dovremo sempre tener conto che, almeno per ora, la nostra vita è cambiata. Per sentirci protetti dovremo certamente continuare a seguire i consigli che abbiamo imparato ad ascoltare, come quello di mantenere una distanza di sicurezza dagli altri, lavarsi spesso le mani, limitare i contatti fisici, utilizzare le mascherine dove indicato e necessario. 2

Anche il nostro circolo con tutte le persone che vi operano, sta lentamente cercando di “ritornare a vivere”. Da molti anni ormai, durante il mese di giugno, il nostro quartiere veniva animato da FestAcli, una vera e propria festa di alcuni giorni, durante la quale si alternavano momenti di sport, incontri culturali, serate danzanti e un grande stand gastronomico. Come già lo scorso anno, per ovvi motivi, FestAcli non potrà tenersi, ma sarà sostituita quest’anno da tre serate organizzate presso il Circolo Acli, “deliziate” da proposte gastronomiche. Accanto a questa proposta, i soci del circolo hanno ripreso a incontrarsi in presenza, così come la nostra redazione, in occasione dell’assemblea sul bilancio, della presentazione di due libri e del primo pranzo sociale organizzato dopo oltre un anno e mezzo di “chiusura”. Nel frattempo anche il punto Mescita sta lentamente riprendendosi. Siamo dunque in cammino verso una “nuova normalità”, che molto probabilmente non raggiungeremo in tempi brevi: nel pieno rispetto delle regole anti-covid, cerchiamo tuttavia di superare le paure che molti di noi hanno vissuto. Il virus sta ancora circolando, il rischio di contagio non è quindi scomparso. La speranza tuttavia è quella che un giorno, tutto ciò che abbiamo vissuto, diventi soltanto un brutto e lontano ricordo.


In questo numero…

Gli argomenti Editoriale

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La politica locale, nazionale, internazionale e l’economia

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Dal circolo ACLI e dintorni

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Dal C.d.Q.

Pag. 8 Pag. 8

La Cultura

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La mina vagante

Pag. 21

Pag. 17 Pag. 22 Pag. 13

I colori della società

Pag. 19 Pag. 20 Pag. 21

Giornate per riflettere

Pag. 18 Pag. 27

Punto Comunità S. Polo Cimabue

Pag. 26 Pag. 25 Pag. 24 Pag. 5

Guerra e pace

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Riprendiamo…? Disegno di legge Zan, che cosè? Un compromesso ragionevole su tematiche delicate, ma non eludibili Politica o propaganda? “Rigoristi”, “aperturisti” e democrazia Il circolo ACLI in assemblea Due video prodotti dal circolo ACLI S. Polo US Acli S. Polo scende… in campo Osservatorio “torre Tintoretto” Il bosco urbano di via Cimabue La solidarietà oltre il quartiere Per sentito dire… Il Topo di biblioteca Ripensiamo la scala dei valori La “Treccani” e i sinonimi di “donna” Vaccinare prima i Paesi poveri La piaga degli incidenti sul lavoro Italia senza figli, destinata a scomparire Matrimoni combinati e informazione 2 Giugno, Festa della Repubblica Le chiusure degli Sportelli nel periodo estivo Gli orari degliSportelli Lo Sportello dei Reclami e delle Proposte Assegno unico per figli a carico Conflitto Israele-Palestina: 11 giorni di guerra Dal mese della Pace di Brescia un esempio raccolto a livello nazionale

di Laura Di Palma di Mario Gorlani di Mario Gorlani a cura della Redazione di Dante Mantovani di Dante Mantovani a cura di US Acli S. Polo ASD di Fabio Basile a cura del CdQ a cura del CdQ di Ernesto Paroli di Ernesto Paroli di Dante Mantovani di Centina Bazzana di Fabio Basile di Sandro Pasotti di Centina Bazzana di Dante Mantovani di Elisa Lavanga a cura della Redazione a cura della Redazione a cura di Gianni Rossini di Beppe Foresti di Angelo Alioto di Anselmo Palini

In copertina È la seconda volta che parliamo di ripresa. Dopo la prima ondata della pandemia, nella primavera del 2020, ci fu una ripresa, ma le “follie” estive ci fecero di nuovo precipitare in una ondata forse più cruenta della prima. Ora ci stiamo risollevando grazie alle giuste cautele dei nostri governanti e della campagna vaccinale che galoppa. Allora ci azzardiamo a parlare di nuovo di ripresa, ma stavolta con qualche speranza in più; ma le cautele non dobbiamo abbandonarle.

Hanno collaborato Redazione: Laura Di Palma - Dante Mantovani – Centina Bazzana – Sandro Sandrini – Ernesto Paroli – Gianni Rossini – Angelo Alioto – Giorgio Pellegrino – Fabio Basile – Andrea Garzoni

Stampa - assemblaggio – distribuzione: Liliana Serventi - Antonio Bologna - Marino Corato - Gianni Rossini – Luigina Scalvini - Vincenzo Zaltieri – Giuliana Lussignoli – Romeo Bani – Teresa Agnelli – Teresa Facchetti – Guglielmo Tinti - Centina Bazzana – Ernesto Paroli – Nicoletta Postiglione – Andrea Garzoni – Clara Signorelli – Sandro Sandrini – Sara Savoldi – Luigi Mancini – Vladimiro Pezzotti – Zaverio Trentarossi – Marisa Santini – Ottorino D’Alesio – Giuseppina Battaglia – Augusto Arduini – Fabiana e Gianni Bussi – Carmelo Manera – Davide Riccardi – Lia Matti – Luigi Bazzana – Gianni Rossini – Dante Mantovani

"SanpoloPolis" - periodico bimestrale del Circolo ACLI S. Polo - Brescia Autorizzazione del Tribunale di Brescia n. 10 del 13/2/2009. Direttore Responsabile: Laura Di Palma Editore: Circolo ACLI San Polo - via Cimabue 271 – 25134 Brescia Coordinatore di Redazione: Fabio Basile

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Dal circolo ACLI

Il circolo ACLI in assemblea di Dante Mantovani* Domenica 13 giugno, al mattino, il circolo ACLI ha vissuto in presenza, per la prima volta dopo un anno e mezzo di pandemia, l’assemblea dei soci. In tutto questo lungo periodo di restrizioni ci siamo quasi abituati agli incontri online attraverso le varie piattaforme, ma ci siamo accorti come siano importanti gli incontri “veri” tra le persone fisiche, come sia importante potersi guardare negli occhi senza lo schermo che faccia da tramite/barriera. Così come abbiamo provato, ad assemblea conclusa, l’emozione di fare un pranzo sociale dopo l’ultimo di 16 mesi fa. L’assemblea era convocata per l’approvazione del bilancio economico dell’anno 2020, l’anno della pandemia e delle chiusure forzate di tante attività economiche e sociali, compresi i circoli come il nostro. L’approvazione del bilancio, come prevede lo Statuto, è di competenza dell’assemblea dei soci ed è sempre l’occasione per una valutazione complessiva dell’ andamento e dello stato di salute dell’associazione. La prima parte dell’incontro è stata dedicata alla presentazione delle cifre in entrata ed in uscita. Le entrate, nel 2020, hanno subito una drastica diminuzione: quasi il 50% in meno rispetto all’anno precedente. Le spese non hanno avuto la stessa riduzione, anche a motivo di alcuni investimenti che si sono resi necessari, quali la ristrutturazione dei servizi igienici, l’acquisto di una macchina lava-asciuga per i pavimenti. Tutto ciò ha comportato uno sbilancio di circa 13mila euro, coperti dagli avanzi degli anni precedenti. In tutto questo periodo di pandemia abbiamo sentito continuamente lamentele da parte dei gestori di attività che hanno subito chiusure, lamentele circa l’esiguità dei ristori e dei sostegni a copertura del mancato introito; noi vogliamo essere sinceri nel dire che abbiamo ricevuto contributi che non hanno certo coperto il man-

La presentazione del libro di Mariella e Laura Mentasti nello Spazio Incontro

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cato guadagno, ma che ci hanno comunque permesso di rimanere in piedi e di riprendere l’attività con una certa tranquillità. È doveroso ricordare anche che alcuni contributi li abbiamo ricevuti dai soci che hanno espresso concreta solidarietà al circolo nei mesi più difficili. In parallelo alla presentazione delle cifre del bilancio, il presidente ha anche passato in rassegna ciò che il circolo ha fatto nell’ultimo anno e mezzo e le prospettive in questa fase di riapertura. Il Punto mescita è rimasto chiuso 7 mesi su 14, ma durante gli ultimi due periodi di chiusura, abbiamo introdotto i pranzi d’asporto domenicali che hanno non poco alleviato il mancato introito per il circolo e per i gestori, grazie soprattutto al nostro cuoco ed ai tanti volontari che hanno collaborato. Ora le presenze al circolo stanno, sia pur lentamente, ritornando ai livelli precedenti il Covid. Nonostante le difficoltà evidenziate dal bilancio 2020, nel 2021 non abbiamo rinunciato ad investire alcune risorse guardando al futuro. Stiamo ammodernando le attrezzature della cucina, grazie al finanziamento di un bando della Regione Lombardia; abbiamo acquistato un televisore per permettere ai soci una buona visione di alcuni eventi sportivi in compagnia; abbiamo acquistato una nuova macchina per lo spiedo, per rispondere al meglio alla domanda di questo piatto bresciano sempre molto apprezzato. Dell’attività del Punto Comunità che si è fermata solo nelle prime settimane della prima ondata della pandemia, abbiamo scritto più volte su SanpoloPolis che, da parte sua, si è “fermato” solo per un numero nel 2020. Riguardo la parte formativa/culturale, abbiamo timidamente ripreso a proporre qualche iniziativa: il “Gruppo di lettura” che è arrivato al quarto libro letto e commentato insieme; abbiamo presentato due libri con la presenza degli autori; abbiamo valorizzato alcune Giornate e feste importanti: 8 Marzo, 25 aprile, 1° Maggio, 2 Giugno con messaggi e video. Il nostro circolo è coinvolto nella parte sociale del progetto “Tintoretto” che ha visto già avviata la fase di “smontaggio” della torre. La pandemia ci ha un po’ fiaccati, ma non ci ha per niente vinti! * Presidente del circolo ACLI S. Polo


Guerra e pace

Conflitto Israele-Palestina: 11 giorni di guerra di Angelo Alioto

Possiamo far risalire agli inizi del novecento gli scontri tra ebrei e palestinesi, prima ancora che in quel territorio chiamato Palestina, arrivassero gli ebrei deportati dai nazisti. Gli ebrei sparsi per il mondo e quei pochi già lì residenti da secoli, consideravano la Palestina la propria patria storica; nonostante fosse abitata, dalla diaspora, da una maggioranza araba (gli ebrei erano circa l'11 %). Ma soltanto nel 1948 nasce lo Stato d'Israele, conseguente alla ripartizione della Palestina deliberata dall'ONU nel 1947 (anche sull'onda emotiva dell'Olocausto), scatenando la prima guerra tra il neonato Stato di Israele ed i paesi arabi confinanti (Egitto, Giordania, Siria, Libano, Iraq) che non vollero riconoscere la decisione dell'ONU. Sono passati 73 anni, ancora i razzi di Hamas piovono sulle città israeliane, mentre le bombe israeliane causano morti e distruzione sulla Striscia di Gaza, impedendo una convivenza pacifica tra due popoli martoriati dagli eventi storici (colonialismo e nazifascismo). Il tentativo di sfratto dei palestinesi dalle case di Sheik Jarraha, quartiere di Gerusalemme Est, è stato il motivo occasionale che ha innescato a mag-

gio la guerra lampo di 11 giorni tra Israele e i palestinesi di Hamas. Rivendicare la proprietà di quelle case, tramite documenti vecchi di secoli, è stata una evidente forzatura giuridica per avviare una sorta di pulizia etnica, espellendo da Gerusalemme i residenti palestinesi e favorendo l'insediamento di coloni ebrei. Sempre nello stesso quartiere, alla porta di Damasco, come riporta il quotidiano israeliano Haaretz, nel primo giorno di Ramadan (10 maggio), la polizia israeliana aveva reso più severi (umilianti secondo i palestinesi) i controlli per l'accesso ai luoghi sacri per la preghiera. Subito sono iniziati gli scontri tra i giovani palestinesi e gli ebrei ultraortodossi ed è esplosa la violenza. Il conflitto si è poi esteso alle altre città israeliane (Tel Aviv, Lod, Jaffa, Acri) provocando, per la prima volta, violenti scontri anche tra cittadini arabo-israeliani ed ebrei, interrompendo una storica civile convivenza. Hamas (Movimento di Resistenza Islamica che controlla la Striscia di Gaza) non ha perso l'occasione per difendere i palestinesi della Cisgiordania dai soprusi israeliani, dimostrando di aver potenziato il proprio arsenale militare (grazie all'aiuto iraniano ed ai finanziamenti di Qatar e Turchia) riuscendo a colpire con i nuovi razzi (circa 4.000), ormai quasi tutte le città israeliane. E quindi dagli scontri di strada si è passati rapidamente ai bombardamenti sulla Striscia di Gaza e alla pioggia di razzi sulle città israeliane. Facendo esplodere una vera guerra che ha causato distruzione e stragi di civili soprattutto tra la popolazione palestinese della Striscia che ha contato più di 250 vittime (di cui almeno 66 bambini), la distruzione di centinaia di edifici, 60.000 sfollati, a fronte di 12 vittime israeliane. Oltre a compromettere la convivenza nelle città cosiddette “miste”, abitate da arabi-israeliani (sono il 20 % della popolazione di Israele) ed ebrei. Risulta evidente che il blocco della porta di Da5


Guerra e pace masco, gli scontri tra giovani palestinesi e poliziotti sulla spianata delle moschee non possono giustificare l'ennesima ondata di violenza tra lo Stato israeliano e la Striscia di Gaza governata da Hamas. Sullo sfondo c'è stata la debolezza di Netanyahu che, dopo quattro elezioni in due anni, non essendo riuscito a formare un governo, aveva bisogno di un nemico terrorista per compattare la destra. C'è stato Ismail Haniyeh, leader di Hamas, che vuole estendere il suo potere alla Cisgiordania, facendo fuori Abu Mazen presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese (ANP). Leader di 85 anni, sempre più contestato dai giovani palestinesi che lo accusano di aver bloccato le elezioni previste per il 29 aprile, dopo 15 anni di attesa; formalmente perché Israele ostacolava la partecipazione al voto dei residenti a Gerusalemme Est. In realtà era noto a tutti che Abu Mazen temeva in Cisgiordania la vittoria di Hamas e la sconfitta di al-Fatah (il partito del Presidente) con la conseguenziale perdita del governo di tutta l'area palestinese. In quest'ultimo conflitto Hamas non si è impegnato per migliorare le condizioni di vita dei palestinesi di Gaza, realtà territoriale dove già governa da 14 anni, si è schierato a difesa degli sfrattati di Gerusalemme, per la libera circolazione tra i luoghi sacri, per la preghiera sulla Spianata di Al Aqsa. Aumentando la sua popolarità tra i giovani, mossa necessaria per vincere le prossime elezioni, che prima o poi si dovranno nuovamente convocare, e quindi estendere il suo potere economico, amministrativo e politico nelle enclave della Cisgiordania, adesso controllate dall’ANP. La partecipazione dell'Egitto (vecchio nemico di Israele) alla mediazione tra Hamas ed Israele, avviata con la partecipazione di USA e Cina nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, dopo il cessate il fuoco del 21 maggio, autorizza a sperare che si possa trovare una modalità per convincere Israele a far arrivare a Gaza gli aiuti economici (milioni di dollari promessi da mezzo mondo) per la ricostruzione di edifici e infrastrutture, distrutti dalla guerra, senza che Hamas li possa utilizzare per arricchire i propri armamenti. Il segretario di Stato Antony Blinken ha enfatizzato 6

la partecipazione attiva di Al Sisi al processo di pace, riconoscendo un tentativo di superamento di vecchi odi tra paesi arabi ed Israele. Forse è questa la direzione giusta per limitare il fondamentalismo iraniano che vorrebbe distruggere Israele e l'oltranzismo dell'ultradestra nazionalista israeliana che vuole lo Stato israeliano patria solo degli ebrei, considerando gli arabi-israeliani (a Gerusalemme sono residenti 300.000 palestinesi) cittadini di serie B; generando di fatto un regime di apartheid. Si spera che alle rivolte di piazza si possa sostituire l'azione politica per l'avvio di un processo che possa portare se non alla formula dei due popoli due Stati (ripetutamente fallita sin dal 1937, a maggior ragione oggi con il continuo insediamento di 400.000 coloni ebrei nella West Bank) almeno alla creazione di uno Stato binazionale, riconoscendo pari diritti ad ebrei e palestinesi. Sarebbe una soluzione “modello svizzero” che già da tempo intellettuali e studiosi (ne cito due: Abraham Yehoshua, Zeev Sternhell) ritengono più percorribile rispetto a quella dei due Stati, ormai diventata un “mantra” privo di concretezza. Forse la diplomazia egiziana ed americana riusciranno a fermare i sempre più potenti razzi di Hamas, riconoscendo ad Israele il diritto di esistere, ed impedire la crescente umiliante occupazione dei territori palestinesi. La fine dell'era Netanyahu con il probabile nuovo governo israeliano, che per la prima volta vedrà la partecipazione di un partito arabo, potrebbe contribuire ad un nuovo processo di pace, limitando gli appetiti dei coloni ebrei.


Dal Consiglio di Quartiere

C.d.Q. San Polo Cimabue

Osservatorio “torre Tintoretto” di Fabio Basile * Ad aprile eravamo ad un punto di svolta in relazione ai lavori di demolizione della torre Tintoretto e alla successiva realizzazione dei nuovi edifici, in questo lasso di tempo è stato anche costituito un Osservatorio, composto dagli assessori all’ Urbanistica e alla Casa del Comune e dai presidenti dei Consigli di Quartiere di San Polo Case, San Polo Parco, San Polo Cimabue e Sanpolino. L’obiettivo primario di questo Osservatorio è quello di incontrare frequentemente Redo, società titolare del progetto e la direzione dei lavori ed essere messaggeri di segnalazioni e domande dei residenti nonché informare gli stessi in maniera costante ed approfondita. Al primo incontro svoltosi nel mese di aprile, abbiamo chiesto alla società Redo Sgr, il rispetto di tutte le normative e delle disposizioni che Ats (Azienda di tutela della salute) prescriverà, nonché è stato posto il problema del traffico pesante relativo al trasporto dei materiali risultanti dalla demolizione. La società in questione, nel dimostrare massima collaborazione e disponibilità, ha garantito che tutto avverrà rispettando le prescrizioni impartite dalle autorità pubbliche. E' stato chiarito che i materiali tolti nella prima fase dei lavori (impianti, serramenti, elementi di coibentazione) non rimarranno in loco, ma verranno portati via man mano che saranno smontati. Nel mese di maggio, abbiamo partecipato al secondo incontro dell’osservatorio, durante il quale la direzione dei lavori ha confermato il cronoprogramma preannunciato in precedenza: si sta procedendo con le bonifiche delle FAV (fibre artificiali vetrose) e degli MCA (materiali contenenti amianto) risultanti dallo smontaggio di infissi, tapparelle, impianti elettrici, idraulici, etc. Hanno avuto dei prevedibili problemi nel senso che si sono ritrovati ulteriori tipologie di materiali rispetto a quelli attesi in particolare nei locali del cosiddetto corpo basso (ex supermercato) che di fatto non era stato ispezionato perché blindato e chiuso. La conseguenza è stata una rimodulazione dei lavori che determinerà prima la demolizione del padiglione esterno (ex locali commerciali) entro fine giugno e l’inizio della demolizione vera e propria della torre per la seconda metà di agosto. È stata data quindi priorità al completamento di queste attività di “bonifica e di strip-out”: Le operazioni dette di “strip-out”, di demolizione selettiva, consistono nella rimozione preventiva di tutti gli elementi estranei alle mere strutture edilizie che devono essere trattati in modo differenziato, consentendo quindi di ottimizzare la gestione dei materiali di scarto, separandoli già in cantiere e indirizzandoli immediatamente verso processi di smaltimento e recupero dedicati. Si evita così che determinate sostanze possano inquinare l’ambiente e arrecare danni alle persone. In conclusione e in risposta a quanti si chiedono se i lavori sono fermi riporto che il cantiere è attivo e la direzione dei lavori comunica che sono in corso costanti confronti con l’Ats di Brescia, con la quale viene concordata ogni tipologia di attività. *Presidente del Consiglio di quartiere

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Dal Consiglio di Quartiere

Il bosco urbano di via Cimabue Mel marzo del 2017 nasceva nel nostro quartiere un’area alberata con 1490 alberi, tra aceri, betulle, pruni, querce, tigli, noci, su una superficie di novemila metri quadrati! Un intervento di mitigazione ambientale nell’ambito dell’ iniziativa “un albero per ogni nato nell’anno 2016”. Le radici delle piante sono ben salde ed il bosco urbano di via Cimabue prende forma.

La solidarietà oltre il quartiere Continua la sinergia tra il Punto Comunità, il Consiglio di Quartiere e la Caritas Sant’Angela Merici. Alcune settimane fa siamo andati ad Urago Mella per ritirare i giochi donati alla Caritas parrocchiale. Ringraziamo per questo gesto di solidarietà Alessandra e Francesca per aver avuto un pensiero per i bambini più bisognosi del nostro quartiere!

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La cultura

PER SENTITO DIRE Di Ernesto Paroli E’ IL CINEMA BELLEZZA “Hai mai pensato di risposarti?” ”Sì, qualche volta, ma mai di giorno” Marilyn Monroe - Clark Gable in “Gli Spostati” 1961

MICHELE SERRA – OSSO – Anche i cani sognano - Feltrinelli Un cane sbucato da chissà dove, magro ed emaciato che a malapena riesce a reggersi sulle zampe. Un vecchio che abita al limitare del bosco. L'uomo vorrebbe avvicinarlo, ma l'animale, spaventato, sparisce rapidamente tra gli alberi. Non sa se il cane tornerà, ma sa che se riuscirà a farlo fermare, potrà salvarsi. A fargli compagnia è la nipotina Lucilla, a cui il nonno racconta il fatto E’ lei a dargli un nome: Osso. C’è solo da aspettare, con una ciotola di cibo lasciata sul prato. E di lunghe attese sarà fatto l'avvicinarsi e il conoscersi del vecchio e del cane e dei loro sogni. Sogni che permettono ai due di tornare indietro di migliaia di anni, al primo incontro non cruento tra uomo e lupo, e di riscoprire di che cosa sia fatto il nostro stare sulla Terra come uomini. Una tenue favola di grande poesia sorretta da magnifiche illustrazioni. Nomadland, film di Chloé Zhao Fern a seguito della crisi ha perso il lavoro e la casa, il marito è morto di recente. La donna compra un furgone, si mette in viaggio verso gli stati occidentali e vive di lavori occasionali. Una nomade dei nostri giorni, al di fuori dell’attuale società e delle convenzioni odierne. Durante il tragitto, incontra altri nomadi: sono sulla strada per scelta, per avverse circostanze, per incapacità di fermarsi in un luogo, spaesati o illusi o che inseguono confusi orizzonti lontani. Con alcuni condivide momenti, storie personali e consigli per vivere in strada, con un uomo il barlume di una storia d’amore. E grazie a questa umanità sperduta la donna riesce ad aprirsi a raccontarsi, a trovare una sua dimensione di vita. Un’America sconcertante e sconosciuta, dei tanti che si nascondono, che non appaiono, che non hanno posto nel frastuono quotidiano. Un film bellissimo meritatamente premiato con l’Oscar al film e all’interprete. Una curiosità: la musica è di Ludovico Einaudi. MILVA – EL TANGO DE ASTOR PIAZZOLLA – live in Japan 1998

Da poco ci ha lasciato una delle più grandi interpreti della nostra canzone. Raffinatissima, elegante e colta, è stata capace di passare dal Festival di Sanremo al palcoscenico del Piccolo Teatro di Milano. Ha cantato tutti i più grandi da Jannacci a Battiato, e poi Brecht, Vangelis, Edit Piaf, solo per citare i primi nomi che ricordo. Per chi non la conoscesse scelgo dalla sua sterminata discografia questa registrazione di un famoso magnifico concerto tenuto in Giappone nel 1998 e dedicato ad un altro mostro sacro della musica del ‘900, Astor Piazzolla. Nell’album emergono cristalline le qualità vocali ed interpretative della cantante che furono un vanto italiano nel mondo intero. LUIGI MANCONI-VINCENZO PAGLIA – IL SENSO DELLA VITA - EINAUDI

Un arcivescovo, Vincenzo Paglia e un laico militante politico, Luigi Manconi, si interrogano sulle grandi questioni che sono «il senso della vita»: la libertà e i suoi limiti; l'autodeterminazione del singolo e la responsabilità verso gli altri; le preferenze sessuali, le nuove famiglie e il significato attuale di genitorialità; l'accanimento terapeutico e l'eutanasia; l'ingiustizia e il peccato. Il contrasto su questi temi cruciali sembrerebbe negare la possibilità di un progetto comune. Eppure questi due punti di vista, che restano distanti su molti temi, potrebbero forse convergere nel profilo di un nuovo umanesimo, nella riscoperta di un «noi» solidale.

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La politica

Disegno di legge Zan, cos’è? a cura di Mario Gorlani * Il ddl Zan è un disegno di legge, approvato dalla Camera il 4 novembre 2020 e ora all’esame della commissione Giustizia del Senato, che ha come finalità la «prevenzione e il contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità». Esso nasce dall’accorpamento di più progetti di legge e prende il nome dal deputato Alessandro Zan, primo firmatario e tra i politici più impegnati su queste tematiche. Il ddl Zan si compone di 10 articoli; ma, a parte alcune disposizioni di coordinamento con altre norme in vigore, i più rilevanti e più controversi sono i primi quattro. L’art. 1 contiene le definizioni di:  sesso = “sesso biologico o anagrafico”;  genere = “qualunque manifestazione esteriore di una persona che sia conforme o contrastante con le aspettative sociali connesse al sesso”;  orientamento sessuale = “l’attrazione sessuale o affettiva nei confronti di persone di sesso opposto, dello stesso sesso, o di entrambi i sessi”;  identità di genere (introdotta per la prima volta nel nostro ordinamento a livello legislativo) = “l’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione”. Si tratta di definizioni funzionali ad una migliore precisazione delle fattispecie in cui possono sussistere i reati introdotti negli articoli successivi. L’art. 2, infatti, interviene sul testo dell’art. 604-bis del codice penale, che nella versione attualmente vigente punisce, con pene che possono arrivare fino a 4 anni di reclusione, la propaganda di idee fondate sulla superiorità e sull’odio razziale e etnico, l’istigazione a commettere o la commissione di atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi, l’istigazione a commettere o la commissione di violenze o di atti di provocazione alla violenza per gli stessi motivi.

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Il ddl Zan si propone di estendere le medesime sanzioni penali anche alla istigazione o alla commissione di atti di discriminazione fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabilità, o alla istigazione o commissione di violenze fondate sulle stesse ragioni. L’art. 3 modifica l’art. 604-ter del codice penale, estendendo la circostanza aggravante oggi prevista per reati diversi ma commessi per finalità di discriminazione o di odio etnico, razziale o religioso, anche ai motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’ identità di genere o sulla disabilità. L’art. 4, infine, precisa che è fatta “salva la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo di atti discriminatori o violenti”. Se il Senato confermerà il testo già approvato dalla Camera, il ddl Zan potrà essere promulgato ed entrare in vigore; se invece venisse modificato, il disegno di legge dovrà ritornare alla Camera per una nuova approvazione. Il testo potrebbe anche non proseguire nel suo iter se le forze di maggioranza non trovassero un’intesa su di esso. Nelle prossime settimane dovrebbero risultare più chiare le prospettive di tale iniziativa legislativa. * Professore Associato di Diritto Pubblico presso la Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Brescia


La politica

Un compromesso ragionevole su tematiche delicate ma non eludibili di Mario Gorlani FAVOREVOLI…

Quasi trent’anni fa, in un’Italia che cominciava a conoscere il fenomeno dell’immigrazione di massa e la difficoltà della convivenza e dell’integrazione multietnica e a manifestare i primi rigurgiti di razzismo, la legge Mancino (legge 205 del 1993) introdusse per la prima volta nel nostro ordinamento il reato di propaganda e istigazione alla discriminazione e all’odio razziale e religioso. Le reazioni a quell’intervento legislativo furono anche allora contrastanti, perché a non pochi sembrò una misura sproporzionata ed eccessiva, ed una minaccia alla libertà di opinione e di manifestazione del pensiero. Ma essa ha certamente contribuito a sensibilizzare tutti in merito alla delicatezza di quelle tematiche e alla necessità di alzare la guardia su un uso di parole e concetti in cui possono annidarsi odio e intolleranza. Oggi sta accadendo più o meno la stessa cosa con il disegno di legge Zan e con il suo proposito di estendere il reato introdotto dalla legge Mancino anche alle discriminazioni e alle istigazioni alla violenza fondate sul sesso, sull’orientamento sessuale, sull’ identità di

…E CONTRARI

genere. A fronte infatti del moltiplicarsi di episodi di intolleranza, e spesso di vera e propria violenza, che vedono come vittime omosessuali o transessuali, il Parlamento ha deciso di farsene carico, con le disposizioni spiegate nella scheda illustrativa. E’ innegabile che la proposta di legge possa suscitare perplessità e critiche. In primo luogo, perché pretende di applicare la sanzione penale per contrastare comportamenti sociali che si esprimono prevalentemente attraverso parole, in un ordinamento come il nostro in cui proliferano ipotesi di reato sempre più severe, e di difficile applicazione, alla stregua di grida manzoniane. E, in secondo luogo, perché si corre il rischio di criminalizzare le opinioni dissenzienti e la libertà di manifestazione del pensiero, che deve poter contemplare la possibilità di esprimere divergenze fondate su altrettanto legittime sensibilità anche di natura etica. Eppure, e ciò nonostante, credo che il disegno di legge Zan vada sostenuto e approvato. Esso esprime lo sforzo di superare stereotipi, pregiudizi, chiusure, sottintesi e allusioni di vario genere, che rappresentano il terreno di coltura di un clima discriminatorio e intollerante, che trascende spesso nell’intimidazione e nell’aggressione fisica. Non è, e non deve essere in alcun modo, in discussione la libertà di dissenso rispetto a "orientamenti" o a "condizioni" personali con le quali ci si misura; ma la libertà di manifestazione del pensiero non può mai trasmodare nel mancato rispetto per la persona, per la sua dignità, per la sua identità o, peggio, nella minaccia fisica. Perché di questo si parla: sanzionare chi incita all’odio e alla violenza nei confronti di chi compie determinate scelte di orientamento e di identità sessuale. E allora ben venga il monito del legislatore che ci avverte, anche con lo strumento penale, che nell’Italia multietnica, multireligiosa e multi-identitaria del 2021, occorre sensibilizzare tutti ad un maggiore rispetto, prima di tutto verbale, nella consapevolezza che il disprezzo discriminatorio, la propaganda dell’odio, l’istigazione alimentano esclusione e sopraffazione. Credo sia giusto che il legislatore faccia questa richiesta a tutti noi. Ci vorrà del tempo, ma è una battaglia che non potrà che favorire la crescita di una società più inclusiva e giusta per tutti.

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La politica

Politica o propaganda? a cura della Redazione

Qualche settimana fa, Enrico Letta ha proposto di istituire una dote per tutti i giovani, utilizzando le risorse derivanti da una leggera maggiorazione dell’aliquota fiscale sulle successioni e donazioni superiori ai 5milioni di euro, avete capito bene: 5 milioni di euro! Ebbene, sono partite critiche da ogni parte, ma nessuno è entrato nel merito della proposta. Cerchiamo allora di fare un po’ di chiarezza.

Proposta di Enrico Letta: • diamo una dote di 10mila euro ai diciottenni sulla base dell’ISEE della famiglia (cioè, a circa la metà della totalità dei diciottenni) • dote da spendere per: formazione, istruzione, lavoro e piccola imprenditoria, casa e alloggio • dote da istituire utilizzando le risorse proveniente da una maggiorazione dell’aliquota su successioni e delle donazioni superiori ai 5milioni di euro

Le reazioni alla proposta: Il Presidente del Consiglio: “E’ il momento di dare soldi ai cittadini, non di chiederli” Tutto il centrodestra più Italia Viva, più Calenda… tutti a difesa delle successioni e donazioni straricche: “Proposta di cattivo gusto”, “PD, il partito delle tasse e della patrimoniale”…

Cosa incassano alcuni Paesi dalle successioni e donazioni: • • • •

Italia - 800 milioni di euro (aliquota del 4% con franchigia di 1 milione di euro) Gran Bretagna - 6miliardi di euro (aliquota del 40%) Germania - 7 miliardi di euro (aliquota del 30% con franchigia del 500mila euro) Francia - 14 miliardi di euro (aliquota del 45% con franchigia di 100mila euro)

La situazione: • • •

La tassazione sui patrimoni esiste in tutti i Paesi dell’Occidente e non solo In Italia fu abolita dal Governo Berlusconi e ne conosciamo tutti le motivazioni Fu reintrodotta dal Governo Prodi, in misura minima, su successioni e donazioni più elevate

Il nostro pensiero: • • • • •

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La tassazione progressiva (pagare in base al reddito e alle ricchezze) è prevista dalla Costituzione Negli ultimi due decenni questo principio ha subito continui attacchi Le diseguaglianze sono progressivamente aumentate e le ricchezze si sono sempre più concentrate in poche mani È necessario quindi ripristinare il principio della progressività; la proposta di Letta potrebbe essere un primo, timido tentativo per ridurre le diseguaglianze Ed anche l’obiettivo del sostegno ai giovani è totalmente condivisibile


I colori della nostra società

Vaccinare prima i Paesi poveri di Fabio Basile

La notizia è di alcuni giorni fa, l’FdA, “Agenzia per gli alimenti e i medicinali", l'ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, ha dato il via libera al vaccino di Pfizer/BionTech per la fascia compresa tra i 12 e i 15 anni di età. Sono così state esposte da parte di alcuni esperti Usa delle criticità etiche e mediche sulla scelta che stanno facendo i paesi più ricchi. In particolare il direttore generale dell’Oms, Tedros Gebreyesus, ha detto: “Prima di proteggere i giovani dei paesi più sviluppati, gli stati destinino con la massima urgenza i vaccini disponibili al programma Covax e in generale ai paesi più poveri, in alcuni dei quali la catastrofe sta assumendo proporzioni bibliche”. La popolazione vaccinata in questi paesi non arriva al 2% ed i morti continuano ad essere troppi. Lo stesso direttore aggiunge poi che finché non si fermerà la diffusione del virus in questi paesi, nel resto del mondo nessuno potrà sentirsi al sicuro anche perché si potrebbero moltiplicare le varianti, cosa peraltro che si sta già verificando anche dell’unione europea. Altri esperti dichiarano poi che la trasmissione del virus non dipende dai più giovani. Infatti, nonostante la riapertura delle scuole il numero dei contagi non è stato quello dei mesi precedenti, e solo gli insegnanti sono stati vaccinati.

Spesso nei mesi scorsi abbiamo sentito parlare della valutazione di benefici e costi. Su questo aspetto si è soffermato il professore Danilo Buonsenso, pediatra del Policlinico Gemelli di Roma, il quale ha effettuato importanti studi che dimostrano come bambini e ragazzi si ammalano molto di meno di forme gravi e anche la trasmissione non dipende da loro. Mentre nei paesi poveri si verifica proprio l’opposto, la mortalità infantile è elevata, soprattutto perché questi bambini hanno un sistema immunitario meno efficiente, ma anche per il proliferare di varianti nonché per l’assenza di presidi elementari come l’ossigeno. Dai vari studi finora pubblicati non è ancora emerso se sia meglio lasciare che i più piccoli si infettino naturalmente, in modo da sviluppare una protezione contro tutte le varianti o sia opportuno prevedere la loro immunizzazione in modo da garantirne anche parzialmente la protezione. “Se ci fossero le condizioni, e cioè se avessimo contenuto il Sars-Cov 2 ovunque, e se avessimo più dati sulla sicurezza e sull’efficacia, sarebbe certamente opportuno vaccinare anche i più piccoli, così come lo facciamo contro altre malattie gravi, anche se rare, come la meningite». Il professor Buonsenso, sottolinea che anche se i bambini e i ragazzi si difendono meglio, all’incirca l’1% dei contagiati pediatrici ha bisogno di un ricovero, e lo 0,5% sviluppi la sindrome chiamata Mis-C, una grave infiammazione sistemica dei vasi. Non mancano poi i casi di gravi polmoniti e altre forme che richiedono terapie invasive, e c’è stato anche qualche decesso”. Vaccino in fretta e per tutti, è certamente la direzione da seguire, sul "per tutti" occorrono forse riflessioni che partono dal rispetto dei diritti inalienabili e giungono più in generale al rispetto della vita stessa "da un confine all'altro della Terra".

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Guerra e pace

Dal Mese della Pace di Brescia un esempio raccolto a livello nazionale “Se vuoi andare veloce, corri da solo; se vuoi andare lontano, vai con altri assieme” (proverbio africano)

di Anselmo Palini Come già abbiamo scritto su queste pagine, il Mese della Pace a Brescia ha visto convergere, su un documento che chiedeva la ratifica del Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari, gran parte delle associazioni cattoliche diocesane, centinaia di singole persone, esponenti del mondo della cultura, dell’università, del volontariato, Parrocchie e Unità Pastorali, singoli sacerdoti. Questo documento, con tutte le adesioni, è stato consegnato e illustrato al Presidente del Consiglio Comunale di Brescia, Roberto Cammarata; al Presidente della provincia, Samuele Alghisi; al capo di gabinetto del prefetto, dott. Stefano Simeone; al Vescovo, mons. Tremolada. Non è stato possibile presentarlo al sindaco di Ghedi poiché si è rifiutato di riceverci, ma il documento con tutte le adesioni è stato comunque protocollato in Comune a Ghedi. Infine è stato fatto avere anche al parroco di Ghedi, don Roberto Sottini. Anche il nostro vescovo, con un proprio autonomo documento, ha poi preso ufficialmente posizione sulla richiesta di ratifica del Trattato Onu. L’esperienza bresciana l’abbiamo poi esportata a livello nazionale proponendo un documento simile da far sottoscrivere ai Presidenti nazionali dei movimenti, delle associazioni e delle realtà più significative del mondo cattolico italiano. Anche questa iniziativa ha avuto un grandissimo e insperato riscontro. In coda a questo articolo potete trovare tutte le adesioni pervenute: ben 43 i Presidenti nazionali che hanno firmato l’appello con la richiesta a Governo e Parlamento di ratifica del Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari. A quanto mi risulta, non era mai successo che nel mondo cattolico italiano vi fosse una così ampia convergenza su un tema di questo genere. Che cosa ci insegnano queste esperienze? Che da soli non si va da nessuna parte. Che in piccoli gruppi si

fa opera di testimonianza, doverosa ma spesso sterile. L’unica possibilità di operare con una certa incisività è quella di creare consenso su obiettivi specifici e ben chiari. Si tratta di superare l’autoreferenzialità, la semplice denuncia, la presenza simbolica, per mettere in campo un progetto più ambizioso che coinvolga, e di conseguenza, che possa incidere. In ogni caso ampliando il raggio d’azione si opera di fatto anche a livello di sensibilizzazione e di formazione poiché si contattano più realtà e si offrono loro gli strumenti per analizzare i problemi in questione. Inoltre i riscontri di tali iniziative sui mass media permettono di farle uscire dai nostri ristretti ambienti e proporle alla cittadinanza almeno come informazione. Il documento con tutte le adesioni dei Presidenti nazionali è stato fatto avere a papa Francesco e al presidente della Conferenza Episcopale Italiana, card. Gualtiero Bassetti. È stato poi chiesto un incontro, per presentare e illustrare il documento, alla Presidenza della Repubblica, alla Presidenza della Camera e del Senato, e alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Le associazioni firmatarie rappresentano alcuni milioni di persone, che hanno diritto di essere ascoltate! Ecco di seguito tutte le associazioni i cui Presidenti nazionali hanno sottoscritto il documento con la richiesta di ratifica del Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari:

Acli, Azione Cattolica italiana, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Movimento dei Focolari Italia, Pax Christi, Fraternità di Comunione e Liberazione, Comunità di Sant’Egidio, Sermig, Gruppo Abele, Libera, Agesci, Fuci (Federazione universitaria cattolica italiana), Meic (Movimento ecclesiale di impegno culturale), Argomenti 2000, Rondine-Cittadella della Pace, Mcl (Movimento Cristiano Lavoratori), Federazione Nazionale Società di San Vincenzo De Paoli, Città dell’Uomo, Amici di Raoul Follerau, Associazione Teologica Italiana, Coordinamento delle Teologhe Italiane, Focsiv (Federazione Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario),Centro Internazionale Hélder Câmara, Centro Italiano Femminile, Csi (Centro Sportivo Italiano), La Rosa Bianca, Masci (Movimento adulti scout cattolici italiani), Fondazione Giorgio La Pira, Fondazione Ernesto Balducci, Fondazione Don Primo Mazzolari, Fondazione Don Lorenzo Milani, Comitato per una Civiltà dell’Amore, Movimento Cattolico Mondiale per il Clima, Federazione Stampa Missionaria Italiana, Rete Viandanti, Noi Siamo Chiesa, Beati i Costruttori di Pace, Fraternità francescana frate Jacopa, Comunità Cristiane di Base, Associazione delle Famiglie Italiane, Segretariato Attività Ecumeniche, Confcooperative, C3dem.

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I colori della nostra società

Mottarone, una tragedia… “insensata” di Giorgio Pellegrino Nonostante i 126.000 morti per il covid, nella sola Italia, siamo tutti rimasti sconvolti dai “soli” 14 del tragico incidente occorso alla funivia del Mottarone e dalla sorte dell’unico sopravvissuto, Eithan un bambino di 5 anni. Se i primi sono imputabili ad una tragica epidemia mondiale, i cui sviluppi si stanno forse chiarendo, è inconcepibile che i secondi siano frutto della superficialità umana che ha messo per anni, si scopre ora, a repentaglio le vite di migliaia e migliaia di persone che ricercavano nei bellissimi panorami del lago Maggiore un momento di svago. I famosi e tragici “forchettoni” che dovevano essere utilizzati soltanto a fine turno o in caso di manutenzione, sono stati invece inseriti sull’impianto durante il servizio giornaliero, impedendo il funzionamento automatico dei freni d’emergenza in caso di rottura della fune portante della cabina. La tragica fine di vite umane, si è così consumata senza che nessuno potesse fermare la forsennata discesa della cabina a pochi metri dall’arrivo. Possiamo soltanto immaginare le scene di panico verificatisi in quei tragici momenti e ipotizzare l’estremo tentativo degli adulti di proteggere con il proprio corpo quello dei bambini coinvolti. Infatti Eithan deve la sua salvezza al proprio padre che ha fatto da scudo a lui ed al fratellino di due anni, tragicamente morto. Andando a verificare i deceduti, si scopre che Eithan è di origine israeliana, come tutta la sua famiglia, abitante da anni in Italia. Le vite di altri passeggeri si sono incrociate con le loro: i coniugi che festeggiavano un compleanno, con il loro figlio di nove anni, morto qualche ora dopo in ospedale, lasciando orfani gli altri 3 figli che erano a casa; oppure la ragazza della Calabria che aveva appena vinto un concorso come ricercatrice e voleva festeggiare con il suo ragazzo iraniano. La tragedia si è verificata nel primo giorno dopo mesi di inattività di tutti gli impianti di risalita che sono stati forzatamente fermi per l’emergenza covid ancora in corso. E’ forse questo motivo, i mancati ricavi nei mesi precedenti, che ha portato i responsabili a manomettere i freni d’emergenza.

A detta degli inquirenti, che stanno ricercando le cause del tragico evento, neanche davanti alle salme ed ai poveri resti delle persone coinvolte, il gestore dell’impianto, i tecnici incaricati del funzionamento o gli operai addetti, si sono presentati in Procura per formalizzare la propria colpa o per ricercarne la spiegazione. Negligenza e superficialità si possono notare in molti campi: dai numerosi infortuni sul lavoro di questi giorni, non ultimo quello di Luana di 22 anni in un orditoio toscano, al disastro del Ponte Morandi di Genova, ai bambini morti di tumore per i danni provocati dall’ILVA di Taranto, e potrei proseguire. Troppo spesso le attività economiche pongono la vita umana in subordinazione al profitto: è necessario ripristinare una scala dei valori in cui la vita sia sempre e comunque al primo posto.

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La politica

“Rigoristi”, “aperturisti” e democrazia di Dante Mantovani La democrazia è il sistema, tra quelli fino ad ora sperimentati nella storia, che ha in sé le potenzialità per garantire le libertà individuali, il rispetto dei diritti, la partecipazione dei cittadini nel determinare l’ organizzazione della collettività. Potenzialità che spesso vengono limitate da condizionamenti che si frappongono al percorso verso una democrazia compiuta. Nella seconda metà del secolo scorso, è stato il predominio delle ideologie a condizionare il compimento della democrazia: sono state le paure del comunismo o del capitalismo a bloccare il nostro sistema democratico. Venuti meno i condizionamenti ideologici, simboleggiati dalla caduta del muro di Berlino nel 1989, sono subentrati però i condizionamenti mediatici: lo sviluppo dei mezzi di comunicazione di massa e successivamente dei “social”, ha modificato profondamente lo scenario della democrazia e l’effetto più clamoroso è stata la totale trasformazione del ruolo dei partiti. Dal ruolo di elaborazione di una cultura politica e di proposte di governo intorno a cui raccogliere il consenso degli elettori, i partiti sono diventati, nella quasi totalità, dei semplici comitati elettorali il cui unico obiettivo è raccogliere il massimo dei voti intorno ad un leader. Cosa comporta questa trasformazione nella vita democratica? La principale conseguenza è una drastica riduzione della democrazia. La Costituzione italiana, all’art.49, recita: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”; a questo importante articolo costituzionale non è mai seguita una legislazione che dettasse regole minimali che garantissero “il metodo democratico” dell’azione dei partiti. Conseguenza di ciò: oggi ci ritroviamo in un sistema in cui, quasi tutti i partiti, non prevedono alcun percorso democratico interno e tutto si gioca intorno al leader: niente congressi, niente consultazioni di base, niente elezioni democratiche interne…, solo il leader “carismatico”. Risultato: i contenuti della proposta politica diventano superflui; quel che conta è la proiezione mediatica: quello che dici in televisione o che scrivi sui social deve piacere ai tuoi ascoltatori/lettori per carpirne il voto; non importa che quello che dici/scrivi sia vero, giusto, corretto… la cosa importante è che piaccia e faccia aumentare i “like” e quindi i voti.

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È quanto abbiamo visto anche in questo anno e mezzo di pandemia, rispetto alle decisioni da prendere sulle chiusure/riaperture o sul colore delle Regioni. Ragionevolezza vorrebbe che le decisioni venissero prese sulla base di indicazioni di carattere sanitario dettate dall’andamento dei contagi o di altri indicatori scientifici e questa, mi sento di dire, è stata la linea seguita prima dal Governo Conte bis e poi, fino a questo momento, dal Governo Draghi: una linea di prudenza e di cautela. Ci sono però partiti che hanno sempre cavalcato l’onda del sentimento popolare diventando “rigoristi” (chiudere tutto) quando il sentimento predominante era la paura ed “aperturisti” (aprire tutto) quando il sentimento popolare diventava quello della stanchezza per le restrizioni: anche questo è il populismo. Sentiamo la leader del partito erede del fascismo, accusare di liberticidio le forze di governo che praticano la gradualità e la cautela riguardo le aperture delle attività e gli orari di circolazione. Una esponente dello stesso partito è giunta ad affermare che “noi proponiamo di abolire l’obbligo della mascherina all’esterno, vedremo chi è d’accordo e chi no, vedremo chi è per gli italiani e chi è contro gli italiani”. Questa scelta di radicalizzare sempre le posizioni su qualsiasi argomento: pandemia, immigrazione, fisco… semplificando i problemi, anche quelli più complessi, è funzionale all’accaparramento dei voti delle persone più sprovvedute, meno informate, più manipolabili. Ed anche sui media e sui social prevalgono le semplificazioni e le radicalizzazioni, mentre le posizioni ragionate e motivate rimangono spesso nell’ombra. Tutto ciò non giova certo allo sviluppo della democrazia. Ancora una volta, però, vogliamo dichiarare la nostra convinzione che buona parte della responsabilità, nel bene e nel male, è dei singoli cittadini che hanno il dovere di informarsi correttamente, di giudicare criticamente secondo la propria coscienza, di non lasciarsi ingannare dagli slogan, di partecipare alla vita collettiva. Solo così la democrazia potrà fare passi in avanti.


La cultura “LA POESIA È L’ UNICA PROVA CONCRETA DELL’ ESISTENZA DELL’ UOMO” Luis Cordoza y Aragòn poeta di La Antigua - Guatemala

IL TOPO DI BIBLIOTECA di Ernesto Paroli

VIVIAMO LE NOSTRE VITE L’apeirogon è un poligono dal numero infinito di lati. E solo l’infinito misura la complessità e le sfaccettature della spirale di violenza che tormenta la terra di Israele. Bassam Aramin è palestinese. Rami Elhanan è israeliano. Il conflitto in quella terra determina ogni aspetto della loro vita quotidiana, dalle strade che sono autorizzati a percorrere, alle scuole delle loro figlie Abir e Smadar, ai check point. Ma soprattutto genera l’intransigenza di un popolo contro l’altro. Sono costretti senza sosta a negoziare fisicamente ed emotivamente con la violenza circostante. Infiniti sono gli elementi di scontro che vedono contrapposti due popoli e due esistenze su un’unica terra. Ma il mondo di Bassam e di Rami cambia drammaticamente e irrimediabilmente quando Abir, di dieci anni, è uccisa da un proiettile di gomma e la tredicenne Smadar rimane vittima di un attacco suicida. Quando Bassam e Rami vengono a conoscenza delle rispettive tragedie, si riconoscono, diventano amici e decidono di tentare di usare il loro comune dolore come arma per la pace. Questa è la storia di due padri, uno israeliano e uno palestinese. Hanno visto le loro figlie uccise bambine dalla violenza che strazia quelle terre e invece dell’odio hanno scelto le parole. Insieme raccontano. “Sono Rami Elhanan, il padre di Smadar”. “Sono Bassam Aramim, il padre di Abir”. Da anni, nelle scuole, nei teatri, nelle librerie, per un attimo riconsegnano alla vita quelle ragazzine che mai diventeranno donne. E raccontano, con fatica, con dolore, perché pensano che la pace fiorirà solo nel dialogo, nella tolleranza, nella riconciliazione. “Non finirà finché non ci parliamo”. Questa è una storia vera ed è l’asse attorno a cui ruota, con lentezza, il brulicante universo che anima le pagine di Apeirogon, l’ultimo lavoro di Colum McCann, Un libro-mondo che scardina l’impianto tradizionale del romanzo, rimescola i generi e chiede al lettore tempo e fiato per compiere un tragitto vertiginoso fatto di schegge e stralci, frammenti, brevi accenni e richiami. Con 1001 capitoletti secondo la lezione delle Mille e una notte, l’autore crea questo testo con gli ingredienti del saggio e del romanzo e attraversa secoli e continenti, cucendo insieme tempo, arte, storia, natura e politica, in un racconto nello stesso momento struggente e carico di speranza. Musicale, cinematografico, muscolare, delicato, Apeirogon è un romanzo sconcertante. Nelle storie di Bassam, Rami e delle loro bambine si infilano, apparentemente a caso storie su uccelli, fionde, esploratori, viaggiatori, pastori, scrittori, falconieri e molto altro. Ma brillano soprattutto le storie di Bassam e di Rami, con le contraddizioni del loro essere abitanti di uno stesso stato che riserva loro trattamenti diversi soltanto per la loro appartenenza a due etnie in guerra. Senza Smadar e Abir, i loro padri non si sarebbero mai incontrati. Rami Elhanan è figlio di un sopravvissuto ad Auschwitz, è stato carrista nella Guerra del Kippur, è un grafico e pubblicitario di successo. I suoi poster per anni tappezzano il paese. Bassam Aramim finisce invece in carcere a 17 anni per aver lanciato una granata contro una jeep dell’esercito israeliano. I pestaggi e le umiliazioni non fanno che rendere più bruciante il suo odio, finché un programma in tivù cattura la sua attenzione. Parla della Shoah, che i suoi aguzzini spesso evocano neanche fosse una giustificazione. Una difficile alchimia la loro i quali, solo nel dolore, trovano la coesistenza e l’amicizia. “Certamente l’odio che si è accumulato è grande e grava sui cuori. Vi sono persone e gruppi che se ne nutrono come di un veleno che mentre tiene in vita insieme uccide. Per superare l’idolo dell’odio e della violenza è molto importante imparare a guardare al dolore dell’altro…Ma se la memoria del dolore sarà anche memoria della sofferenza dell’altro, dell’estraneo e persino del nemico, allora essa può rappresentare l’inizio di un processo di comprensione.” (da Israele Carlo Maria Martini)

Colum Mccann – APEIROGON - Feltrinelli 17


Giornate per riflettere

2 Giugno, Festa della Repubblica di Elisa Lavagna Il 2 Giugno si celebra la Festa della Repubblica, è la ricorrenza più importante per il nostro Paese, ricorda il referendum che dopo la caduta del fascismo, sancì lo storico passaggio dell’Italia dalla Monarchia alla Repubblica. Il due e tre giugno 1946, si tenne un referendum istituzionale con cui gli italiani furono invitati a decidere quale forma di governo dare alla nazione dopo la fine della guerra mondiale: monarchia oppure repubblica! In Italia fu la prima volta che si svolse a suffragio universale, coinvolgendo attivamente tutti i cittadini e le cittadine che avevano raggiunto l’età di 21 anni. Vinse la Repubblica! Il 18 giugno, venne proclamata ufficialmente la nascita della Repubblica Italiana. Il 28 giugno del 1946, la Costituente fu chiamata a nominare un capo provvisorio di Stato: la scelta fu per Enrico De Nicola, che divenne il primo presidente della Repubblica Italiana. Il primo presidente del Consiglio fu invece Alcide De Gasperi che ottenne l’incarico proprio da De Nicola. La nuova Costituzione, entrò in vigore il primo gennaio del 1948. La prima Festa della Repubblica venne celebrata nel 1947, in concomitanza con l’anniversario del referendum. È solo nel 1949 che il 2 giugno fu definitivamente dichiarato festa Nazionale. Il nostro Presidente della Repubblica è Sergio Mattarella, capo dello Stato Italiano, garante della Costituzione e rappresentante dell’unità nazionale del Paese. Egli rimane in carica per un periodo di 7 anni, detto mandato. La residenza ufficiale del presidente della repubblica è il Palazzo del Quirinale. Il nostro Presidente, Sergio Mattarella, ha intrattenuto e intrattiene i buoni rapporti con quasi tutti i protagonisti della politica: da Conte a Di Maio, da Salvini a Enrico Letta. Questo particolare momento storico pandemico fa notare il carattere forte di molte decisioni politiche non facili. Il grande obiettivo è arrivare al 2022. Il suo mandato fino ad oggi è stato “esemplare”, rappresenta un profilo e un carattere politico ideale per occupare un posto tanto silenzioso quanto importante come il “Quirinale“.

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È bene sottolineare l’importanza della sua visita a Brescia per inaugurare l’anno accademico della Università degli Studi, ha visitato la Vittoria Alata in Capitolium e l’hub vaccinale della Fiera di Brescia. Commovente la lettera scritta ai bresciani sul Gdb ed altrettanto significativa e importante la prima pagina dì Bresciaoggi di martedì 18 Maggio 2021. La prima colonna dell’editoriale è curata da Piergiorgio Chiarini, che occupa cinque colonnine, dove viene sottolineata la “ripartenza” di Brescia con tre tappe fondamentali; l’anno accademico dell’università di Brescia; la cultura; la sanità. Mattarella, inoltre afferma che il Paese va modernizzato garantendo coesione con le sue imprese e la sua pubblica amministrazione, ricorda gli uomini che hanno pagato con la vita il loro impegno per migliorare le condizioni di lavoro e per costruire politiche pubbliche capaci di ridurre diseguaglianze, con servizi efficienti e più facile accesso all’occupazione. Il 19 maggio 2021, Mattarella parlando agli alunni di una Scuola Primaria di Roma dice: “Tra otto mesi il mio mandato di presidente termina. Io sono vecchio tra qualche mese potrò riposarmi.” Non ci resta che dire “Grazie“ Presidente per tutto quello che ha fatto per noi tutti della nazione e per la vicinanza mostrata in questo particolare momento pandemico. Lei Presidente, con il suo carattere sobrio, ha espresso solidarietà a tutti i cittadini e ai suoi stretti collaboratori.


I colori della nostra società

La piaga degli incidenti sul lavoro di Sandro Pasotti

Gli infortuni sul lavoro, specie quando sono mortali, ogni tanto tornano a fare notizia e a suscitare allarme, riprovazione e cordoglio. Poi spariscono dalla cronaca, ci si dimentica, fino al prossimo evento. Eppure per combattere efficacemente gli infortuni sul lavoro occorrerebbe un intervento sistematico e continuo nei luoghi di lavoro, una attenzione costante delle pubbliche autorità e anche una sensibilità diffusa a livello della opinione pubblica che invece, esiste solo a fasi alterne. Come stanno effettivamente le cose? Intanto va analizzato l’andamento quantitativo degli infortuni: secondo i dati INAIL il primo trimestre 2021 (dati più recenti non sono ancora disponibili) si è aperto con una leggera diminuzione del totale degli infortuni rispetto all’analogo periodo del 2020. Le denunce di infortunio sul lavoro sono in diminuzione di oltre duemila casi (-1,7%). Il dato è in sé positivo e sarebbe una conferma della tendenza ad una costante diminuzione registrata negli ultimi anni. Il dato 2021 va però considerato alla luce del fatto che il numero delle ore lavorate è inferiore. E questo è un primo elemento da sottolineare: infatti nelle fasi di crisi dell’economia, con un minore utilizzo di ore lavorate, il numero assoluto tende a diminuire. Il riferimento alle ore lavorate nel periodo, è perciò importante per capirne l’andamento effettivo. Inoltre occorrerebbe avere a disposizione dati anche sulla gravità di tali infortuni per valutare l’efficacia delle politiche messe in atto. Sono dati che vengono resi noti con molto ritardo. In controtendenza, invece troviamo, purtroppo, l’andamento delle morti sul lavoro: fino al mese di marzo sono state

185, 19 in più rispetto al primo trimestre del 2020 (+11,4%). L’aumento dei casi mortali è presente in tutte le aree del paese, ma particolarmente accentuato nel centro e nel sud d’Italia. Va segnalato che i casi in aumento riguardano solo lavoratori italiani mentre sono in diminuzione quelli riguardanti lavoratori stranieri. Dall’analisi per età si segnala che gli aumenti delle morti sono avvenuti nelle classi di età sopra i 50 anni mentre sotto i cinquanta sarebbero in diminuzione. Fin qui l’analisi quantitativa. Alcuni degli ultimi incidenti mortali balzati alla cronaca, però, rivelano un tratto singolare ulteriormente negativo: si tratta, in qualche caso, di tipologie di infortunio che hanno caratterizzato pesantemente gli anni ‘60 e ‘70, agli inizi di una legislazione e soprattutto di una presa di coscienza antinfortunistica. Perché questo avvenga ancora anche nel 2021 è sorprendente, forse è indice di trascuratezza in alcuni settori o di scarsa osservanza delle norme più elementari. In questi anni abbiamo assistito a gravi infortuni anche mortali in aree lavorative come la logistica, la manutenzione, ecc. aree in cui l’esperienza è più recente ed è meno facile codificare gesti e comportamenti “sicuri”. Si pensava che infortuni capitati su macchinari ritenuti sicuri o con cadute dall’alto non potessero più ripetersi. Si tratterà di capire meglio cosa è avvenuto e se si tratta, come speriamo, di casi isolati. Le leggi e le norme ci sono. Per vincere la battaglia contro gli infortuni sul lavoro non ci sono scorciatoie: occorre continuare ad aumentare la consapevolezza con più formazione, un impegno costante sui luoghi di lavoro da parte dei datori lavoro e dei lavoratori per rendere sicuri impianti e comportamenti, e da parte delle pubbliche autorità la lotta al lavoro irregolare e la repressione dei comportamenti omissivi. 19


I colori della nostra società

Italia senza figli, destinata a scomparire di Centina Bazzana Il presidente Draghi agli Stati Generali della Natalità ha detto: ”Un’Italia senza figli è un’Italia che non crede e non progetta…destinata a invecchiare e scomparire”. Papa Francesco partecipando all’evento ha lodato il progetto dell’assegno unico e universale per figlio che entrerà in vigore a luglio per autonomi e disoccupati e da gennaio ’22 per tutti gli altri lavoratori. Il Papa ha anche stigmatizzato il perdurare dell’opposizione alle gravidanze nel mondo del lavoro femminile. In Italia il numero medio dei figli per donna nel 2020 è stato 1,28 e in costante decrescita! Nel 2020 sono nati 116.000 italiani in meno rispetto all’anno precedente; per ogni 100 persone morte ne sono nate solo 67! Il Covid ha portato altre preoccupazioni, perciò, nonostante la clausura, le nascite diminuiranno anche nell’anno in corso. Nel 2021 si prevedono da 11.000 a 20.000 nati in meno, mentre crescerà del 28% la percentuale di persone over 90 in dieci anni. Invertire questa tendenza iniziata fin dagli anni ’70 non è facile, è costosa, ma indispensabile! Si sconta oggi il minor numero di donne accumulatosi negli anni, l’innalzamento dell’età media delle madri al primo figlio che si attesta ad oltre il 31esimo anno ed infine un calo notevole della fertilità anche maschile. Queste sono le cause che potremmo definire tecniche, ma naturalmente i fattori che hanno portato all’attuale situazione sono soprattutto di tipo economico-sociale-culturale. In primo luogo il cambiamento della società da contadina a industriale con l’abbandono delle campagne ha causato una diminuzione spontanea del numero dei figli, dovuta poi anche all’espandersi dell’occupazione femminile e all’ aumento del costo della vita. Arrivando più vicino a noi, nonostante le leggi a protezione della maternità, permangono una mancanza di garanzia del lavoro femminile per lo più precario e un divario salariale che scoraggia le donne e le famiglie. Inoltre il nostro Paese continua ad essere carente in tutte quelle strutture di aiuto alle famiglie come gli asili nido o il tempo pieno, gli orari di lavoro flessibili, i congedi anche per i padri. In fondo poi permane in Italia una cultura che prevede che il carico di lavoro di cura in famiglia ricada ancora al 71% sulle donne.

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In tale situazione le ragazze, che giustamente pensano dapprima alla propria istruzione e al proprio futuro lavorativo, non sono certo invogliate a fare figli, se non in tarda età. Qualcuno ritiene che non sia la mancanza di supporti adeguati a causare la denatalità, tuttavia è innegabile che altri Paesi, come la Francia, sono riusciti a invertire l’andamento negativo nel momento in cui hanno investito seriamente per sostenere le famiglie. Rimane il dubbio che sia in atto un cambio di mentalità in buona parte dei nostri giovani: si ha voglia di viaggiare, di fare carriera, di essere liberi…. Ed è normale pensare che i figli implichino invece anche sacrifici, notti insonni, preoccupazioni. Qualcuno si trincera dietro “siamo già troppi nel mondo”, ma ogni Stato ha l’obbligo di guardare al proprio futuro o per lo meno di attuare politiche di apertura verso Paesi più poveri e più prolifici.


I colori della nostra società

Matrimoni combinati e informazione di Dante Mantovani Il 3 giugno 2021, l’UCOII (Unione delle Comunità Islamiche in Italia) ha emanato una Fatwa (chiarificazione) sull’illiceità dei matrimoni forzati nell’Islam. La Fatwa è stata emanata immediatamente dopo il fatto della ragazza scomparsa, quasi sicuramente uccisa perché si opponeva al matrimonio combinato dai familiari in Pakistan. La dichiarazione comincia così: “La presente Fatwa - parere religioso nasce dalla volontà di ribadire e sensibilizzare su una pratica tribale che non può trovare alcuna giustificazione religiosa, per rafforzare l'impegno delle comunità nel contrasto e nella prevenzione di atti tribali che oltre essere contrari all'ordinamento giuridico del nostro Paese, vanno in pieno contrasto anche con la dottrina islamica.” Dopo un’ampia premessa che analizza la visione del matrimonio nel Corano e nella parola del profeta Maometto, la Fatwa afferma quanto segue: “Da tutto questo si deduce molto chiaramente che nessun tipo di imposizione può essere usata in fatto di matrimonio e che i contratti di matrimonio forzati non hanno alcuna validità”. Avete sentito qualche telegiornale parlare di questa importante dichiarazione? Chi scrive, ha appreso per caso la notizia da un trafiletto posto in ottava pagina dal GdB. Noi riportiamo la notizia perché la riteniamo utile a contrastare diffusi pregiudizi e cattive informazioni che, confondendo usi e culture tribali con l’Islam, fanno di tutta l’erba un fascio, accusando l’Islam in quanto tale di pratiche brutali e disumane contro le donne. Chi volesse leggere tutta la Fatwa, può trovarla in Internet al seguente link: https://ucoii.org/

La mina vagante

Ripensiamo la scala dei valori! di Dante Mantovani Qualche giorno fa, camminavo nei pressi della confluenza di via Trieste in piazza Arnaldo e sento una giovane signora pronunciare questa domanda: “Dov’è la macchina della mamma, amore”. Spontaneamente mi giro pensando di vedere un bambino mano nella mano della mamma, ed invece vedo un bel cagnolino bianco con pelo ricciuto al guinzaglio della signora. Non era la prima volta che sentivo signore e signori autodefinirsi rispettivamente mamme e papà di cani o gatti e quindi la cosa non mi ha poi meravigliato più di tanto, ma proprio il fatto che la cosa non mi meravigli più, sta a dimostrare che sta diventando normale, sta diventando cultura, cioè una normalità di vita e di costume. Forse abbiamo bisogno tutti di fermarci un attimo e riflettere sulla scala dei valori che ci siamo costruiti negli ultimi decenni e, forse, questa pandemia può essere l’occasione propizia per riequilibrare un modo di essere nel mondo, che ponga veramente al centro la persona, l’uomo e la donna; questo non significa eliminare tutto il resto, compreso l’affetto per gli animali, ma significa collocarlo al suo giusto posto in una scala dei valori rivista e corretta. Forse così aiuteremo i nostri figli e nipoti a rivalutare l’importanza della procreazione di “veri” figli/e.

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La mina vagante

La “Treccani” e i sinonimi di “donna” di Centina Bazzana Dopo aver convinto l’Oxford Dictionary a cambiare la parola ”woman”, l’attivista Maria Beatrice Giovanardi aveva segnalato con un dibattito su Repubblica la richiesta di fare altrettanto in Italia con la parola “donna”, così come appariva nel dizionario online. Non tutti sapevano infatti che cercando un sinonimo di donna nel vocabolario Treccani uscivano parole come “cagna”, “zoccola”, “bagascia”, “battona” ecc.: tutti termini dispregiativi e non certo in linea con la condizione attuale della donna nella nostra società. La Giovanardi aveva scritto e firmato con altre cento persone una lettera indirizzata all’Istituto Treccani perché si prendesse atto dei cambiamenti avvenuti nel campo femminile e soprattutto si mettesse fine a questo modo di vedere la donna di tipo prettamente misogino e superato. Nei giorni scorsi l’Istituto ha risposto che modificherà e aggiornerà i sinonimi della voce “donna”. Naturalmente un vocabolario deve tener conto dei termini legati ad un passato che non si può censurare, ma deve anche aggiornarsi e fotografare attraverso le parole i traguardi intellettuali, sociali e politici che la donna ha raggiunto. Ancor oggi molti pensano che queste siano battaglie superate da femministe, ma non è così, perché la lingua esprime sensibilità e modi di pensare. Allora non si capisce perché deve essere ancora intrisa di maschilismo, come se la visione del mondo fosse solo maschile. L’italiano poi è semplice per questo aspetto perché per la maggior parte presenta parole al maschile e al femminile, solo che queste ultime non ci suonano bene, perché non le abbiamo mai usate! Vorrei fare un appello alle donne che non si sentono realizzate se si declina la loro professione al femminile: direttore d’orchestra, non direttrice, ministro e non ministra, avvocato e non avvocata … mi viene da ridere quando dicono “il presidente del Senato” e poi arriva la Casellati! Perché se è vero che le parole esprimono il pensiero, è anche vero che le parole influenzano e formano il pensiero stesso e contribuiscono a modificare il modo di pensare dei cittadini.

Dal circolo ACLI

Sul Canale YouTube e sulla pagina Facebook del circolo ACLI S Polo è possibile vedere i due video prodotti con i contributi di immagini, fotografie, scritti, riflessioni… forniti dai soci e simpatizzanti: • 25 Aprile 2021 – Festa della liberazione dal nazifascismo • 8 Marzo 2021 – “Volti di donna” per la Giornata internazionale della donna 22


Da US Acli S. Polo ASD

U.S. Acli S. Polo scende…in campo Una proposta per bambine/i e ragazze/i del quartiere di San Polo ed oltre

Corsi di preparazione all’ATLETICA Responsabile tecnico: SARA AMBROSINI

presso il Campo di atletica di Sanpolino

Per ragazze/i di scuola media nei giorni di Martedì dalle 17,30 alle 18,30 Giovedì dalle 16 alle 17 Per bambine/i di scuola elementare, il Martedì dalle 16,30 alle 17,30 Dal 20 settembre 2021 a fine scuola 2022 Per informazioni: Clara Signorelli 3474739458 e-mail: usaclisanpoloasd@gmail.com (Ogni corso sarà effettuato con un minimo di 10 iscritti) 23


Dal Punto Comunità

“Assegno unico per figli a carico” Luglio/Dicembre 2021 di Giuseppe Foresti * Dopo aver approvato la legge in favore della famiglia che sarà attutata a partire dal 2022, nel frattempo è stata decisa, con decreto legge già in vigore (D.L.79/2021), una misura “ponte” per applicare subito (da luglio a dicembre) l’assegno unico a coloro che non l’hanno mai percepito. Si hanno quindi due situazioni ben definite: - Chi prende già l’assegno al nucleo familiare continua a percepirlo aggiornando la domanda, avendo anche un incremento (€ 37,50 per ciascun figlio fino a due, € 55.00 per nuclei con almeno tre figli), mentre restano in vigore tutte le norme già esistenti (detrazioni d’imposta per figli a carco, bonus bebè, bonus mamme, ecc.). - Chi non ha mai preso l’assegno familiare (lavoratori autonomi, inoccupati, senza reddito: circa 1.800.000 nuclei familiari) comincerà a percepirlo da luglio e fino a dicembre 2021, in attesa della norma definitiva dal 2022. L’assegno per figli a carico spetta sulla base del valore ISEE del nucleo familiare con minori ed è di importo graduale fino ad estinguersi del tutto con ISEE che supera i 50.000 euro. L’assegno è erogabile su base mensile con i seguenti requisiti: • essere cittadino italiano o dell’Unione Europea o suo familiare, ovvero con diritto di soggiorno di lungo periodo o per motivi di lavoro almeno semestrale; • essere residente in Italia da almeno due anni o con permesso per lavoro. • Il requisito economico richiede l’ISEE in corso di validità: il valore ISEE determina l’importo gradua-

Esempio di Assegno Unico Isee fino a 7.000 € Isee 12.000 € Isee 20.000 € Isee 30.000 € Isee da 40.000 a 50.000 € 24

le dell’assegno da un valore meassimo (con ISEE fino a 7.000 €) ed un valore minimo con ISEE fino a 50.000 €). Il diritto è previsto per figli a carico fino al 18° anno. L’importo è maggiorato di 50 € per ciascun figlio minore con disabilità. La domanda va presentata in via telematica o comunque tramite il Patronato ACLI non appena saranno rilasciate le procedure; la domanda entro il 30 settembre consente di avere l’assegno comunque da luglio. L’erogazione dell’assegno avviene mediante accredito su IBAN del richiedente ovvero mediante bonifico domiciliato. L’assegno è compatibile col reddito di cittadinanza tranne che per la parte di quel reddito connessa alla presenza di figli e sarà erogato d’ufficio ad integrazione; è inoltre compatibile con assegni e benefici previsti da norme regionali o comunali. Questa normativa riferita in modo sintetico lascia ancora aperti dubbi applicativi e normativi in corso di definizione da parte dell’INPS e che potranno essere chiariti tramite il Patronato.

Fino a due figli minori, per ciascun figlio 167,5, € 115,2 € 73,00 € 51,50 € 30,00 €

Con almeno tre figli minori, per ciascun figlio 217,8 € 149,7 € 95,10 € 67,60 € 40,00 €


Dal territorio

L’attività dello “Sportello dei Reclami e delle Proposte” Riconosciuto dal Comune di Brescia

a cura di Gianni Rossini

Problemi segnalati allo “sportello”

Segnalazione agli uffici competenti

Risposte ricevute e problemi risolti

A gennaio di quest’anno alcuni ciclisti/utenti delle piste della nostra zona ci hanno riproposto la necessità di intervenire agli incroci semaforici che interessano le vie Lonati e Tiepolo con la ciclabile di via San Polo; dove la regolamentazione, non del tutto chiara, é foriera sia di spiacevoli alterchi tra ciclisti ed automobilisti che di situazioni altamente rischiose.

In data 29 gennaio abbiamo trasmesso la segnalazione al Settore Mobilità e, per conoscenza, al Consiglio di Quartiere. Chiedendo una verifica della segnaletica sia orizzontale che verticale.

Siamo in attesa di riscontro e riferiremo, dopo che, a causa del danno al sistema informatico del comune, abbiamo ritrasmesso il tutto al competente settore.

Lo scorso settembre da un residente in via Verrocchio ci è stato segnalato che, dopo ogni piovasco, dal marciapiede della stessa via cospicue infiltrazioni d’acqua finivano nell’attiguo box interrato.

Dopo la segnalazione al Settore Riferiremo Strade e la verifica effettuata, è stata constatata la necessità di intervenire sul marciapiede per eliminare il dislivello creatosi a seguito del posizionamento, anni fa, di alcuni archi antisosta.

Altre segnalazioni ci sono giunte circa In data 3 giugno abbiamo trasmesso Informeremo appena possibile. la necessità di intervenire su diversi il tutto al Settore Mobilità ed al Conpercorsi ciclopedonali, interessanti le siglio di Quartiere. zone sia di San Polo che di Sanpolino a proposito di sicurezza e segnaletica. Circa la necessità di intervenire per il contenimento della vegetazione nell’area verde tra le vie Donatello e Bramante, anche per liberare alcuni punti luce e ridare sicurezza alle aree di sosta, sono giunte alcune sollecitazioni dai residenti.

Abbiamo chiesto una verifica della situazione al competente Settore Comunale ed informato il Consiglio di Quartiere in data 2 giugno.

Del 9 giugno il positivo riscontro del Settore Verde e Parchi, seguito il giorno dopo dall’opportuno intervento.

Alcuni residenti in via Robusti ci hanno segnalato la situazione di rischio che caratterizza il vialetto in cemento che si trova al centro delle villette a schiera dal n.71 al 111. Una profonda e lunga crepa centrale costitusce serio pericolo per i pedoni, soprattutto bambini. Così come una caditoia per acqua piovana risulta sprofondata rispetto al piano di calpestio, tra i civici 71 e 73.

In data 16 aprile abbiamo comunica- A inizio maggio la caditoia è stata to il tutto al Settore Strade per una riportata a livello del marciapiede. verifica ed un conseguente adeguato intervento.

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Punto Comunità San Polo Cimabue Via Cimabue 271 – 25134 Brescia Telefono 030 2311303 – Cellulare 3476602343 puntocomunitasanpolocimabue@gmail.com www.aclisanpolo.it

Tutti gli sportelli e gli orari Sportello

Patronato Servizio Fiscale

Sportello InformaLavoro

Sportello Reclami e Proposte Lega Consumatori Sportello “Donna e famiglia”

Sportello Volontariato Microcredito

Cosa offre

Apertura

Il Patronato ACLI offre un servizio di assistenza, in buona parte gratuiMartedì to, a tutti i cittadini, lavoratori dipendenti ed autonomi, pensionati in materia di: pensioni di ogni tipo, assegni al nucleo familiare, invalidità, 17.00 – 18.00 * assistenza sociale… Il servizio fiscale per l’assistenza nella compilazione dei Modelli 730 e Mercoledì Unico (ex 740) e per le dichiarazioni e versamenti IMU, viene gestito 16.00 – 18.00 in collaborazione con la società provinciale “ACLI Servizi Brescia (aperto solo da marzo a giugno) s.r.l.” e con il CAAF ACLI. - Per qualsiasi problema di carattere fiscale – ISEE – Modello RED Giovedì Assegno di maternità – Bonus elettrico, gas, idrico – Modulo postale 10.00 – 12.00 ** per Carta Acquisti – IMU e TASI nei periodi di scadenza - Compilazione e aggiornamento del Curriculum Vitae Lunedì - Lettera di presentazione 16.00 – 18.00 ** - Aiuto nella ricerca di offerte di lavoro ed invio CV Martedì - Segnalazione di corsi di formazione professionale - Azione di accompagnamento, supporto e informazione a chi è in 10.00 – 12.00 ** cerca di lavoro Venerdì - Orientamento riguardo ai problemi del lavoro 16.00 – 18.00 ** - Segnalazioni a Dignità e Lavoro - Raccoglie segnalazioni di problemi riguardanti il territorio Venerdì - Trasmette le segnalazioni agli uffici ed enti competenti - Segue i problemi segnalati fino alla loro conclusione 18.00 – 19.00 *** - Informa sull’iter delle pratiche attraverso Sanpolopolis - Offre servizi di consulenza gratuita in materia bancaria, assicurativa, familiare, condominiale, turistica, immobiliare. - Tutela i consumatori che, in quanto tali, ritengono siano stati violati i diritti previsti dalla normativa vigente in materia - Ascolto, informazione, orientamento ed eventuale accompagnamento delle donne per qualsiasi problema di disagio e di bisogno - Problemi riguardanti i minori - Informa e orienta le persone che desiderano mettere a disposizione alcune ore per fare volontariato, sulle opportunità sul territorio e a livello cittadino - Istituito dalla Caritas Zonale, il microcredito è finalizzato a sostenere l'avvio di un'attività imprenditoriale o per far fronte a spese d'emergenza da parte di persone in difficoltà economica, generalmente escluse dalla finanza ufficiale

Venerdì 18.00 – 19.00 *** Mercoledì 15.00 – 16.00 *** Mercoledì 15.00 – 16.00 *** Lunedì 17.00 – 18.00 ***

Tutti gli sportelli informano, indirizzano e orientano correttamente verso gli uffici e gli enti competenti a dare risposta ai vari bisogni e problemi di persone e famiglie * Riceve solo su appuntamento telefonando al 3474739458 il lunedì dalle 10,30 alle ore 12,00 ** Ricevono solo su appuntamento telefonando allo 030 2311303 il lunedì dalle ore 15 alle ore 16,00 *** Ricevono solo su appuntamento telefonando al 3476602343 il lunedì dalle ore 10,00 alle ore 12,00 26


Dal Punto Comunità S. Polo Cimabue

Sportello

Caritas S. Angela M. presso Oratorio

Ricuciamo la solidarietà Presso Casa Associazioni

Centro Psico Sociale Via Romiglia 1

Servizio Sociale Territoriale Zona Est Comune Brescia Corso Bazoli 7, Sanpolino

Cosa offre Ascolto Distribuzione viveri Alfabetizzazione cittadini stranieri

Apertura Martedì ore 9.30-11.30 Venerdì ore 14.30-16.00 Attualmente sospesa

Progetto di sartoria multietnica finalizzato a raggiungere i seguenti obiettivi:  di promuovere la conoscenza della lingua italiana e degli strumenti necessari per rapportarsi con le Istituzioni del territorio;  di promuovere percorsi di autonomia nell’ambito lavorativo;  di sollecitare la società civile per la costruzione di un tessuto sociale capace di inclusione e cooperazione.

Giovedì ore 9.30 – 11.30

Il Centro Psicosociale è il punto di riferimento territoriale per le persone che presentano disturbi psichiatrici ed offre una serie di trattamenti di tipo farmacologico, sociale, psicologico, educativo, infermieristico integrati in percorsi di cura in base alle caratteristiche ed i bisogni degli utenti e delle loro famiglie.

Da lunedì a venerdì dalle 8.00 alle 17.00 Tel. 030 2405611

Il Servizio Sociale Territoriale si occupa del supporto e del sostegno ai cittadini in tutte le fasi della vita:  Famiglie con minori  Adulti in difficoltà  Persone con disabilità  Persone anziane

Lunedì 9-12,30 e 14-16 Martedì 14-16 Mercoledì 9-12,30 e 14-16 Giovedì ore 9-12.30 Venerdì ore 9-12,30 e 14-15,30 Si riceve solo su appuntamento Tel. 0302977093-94

Gli Sportelli del Punto Comunità San Polo Cimabue rimarranno chiusi per tutto il mese di AGOSTO Riapriranno regolarmente il 1° SETTEMBRE, sempre su appuntamento. 30



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