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Monti Dauni bellezze mozzafi ato

La Rocca. Ovvero: Rocchetta Sant'Antonio nota anche per il racconto sul miracolo della Madonna del Pozzo durante un raccolto di maggese.

Il viaggiatore che decide di intraprendere un cammino tra i Monti Dauni può fare scoperte sorprendenti. Ci si può imbattere in frammenti di storia riportati in vita da antiche rovine, affascinanti opere d’arte e dai racconti della gente ospitale. Si può restare senza fiato di fronte a bellezze naturalistiche nascoste nella vegetazione. Si può riscoprire una fede radicata nella storia e nei costumi pugliesi. Perché non provare allora letteralmente a perdersi, imboccando strade disseminate di curve e costeggiate da campi coltivati. A guidare il viaggiatore può essere idealmente il rumore dell’acqua. Primo tra i tesori di questo territorio.

Il tetto amaranto della chiesa della Madonna del Pozzo di Rocchetta Sant’Antonio spicca oltre il mare d’oro composto dalle spighe di grano mosse come onde dal vento. Secondo la tradizione, proprio in quell’angolo nascosto dei Monti Dauni, circa tre secoli fa un contadino disperato per la siccità invocò la Madonna del Pozzo di Capurso affinché lo aiutasse con il raccolto. Perse i sensi e al suo risveglio il miracolo era compiuto: l’acqua era comparsa. Da allora la comunità di Rocchetta il 15 agosto celebra la patrona portandone in processione la statua dalla chiesa fuori dal centro abitato fin dentro le mura del paese di origine medievale. A separarli c’è una strada lunga tre chilometri. La statua dimora nella città fino al 26 di agosto, quando alle prime luci dell’alba viene ricondotta nel Santuario. Così il legame tra la città e l’acqua è rinsaldato anche dalla fede.

Percorrendo le strade in salita e le gradinate di Rocchetta si incrociano numerose fontanelle. Arrivate intorno agli anni Trenta, con l’avvento dell’Acquedotto, portano con sé il segno

della storia. Tuttavia Rocchetta Sant’Antonio conserva anche numerose fontane “a bocca”, simbolo di un passato in cui la città ha sfruttato a pieno la ricchezza d’acqua sorgiva una volta scoperta.

Ogni punto d’osservazione genera stupore. A lasciare a bocca aperta i visitatori non sono soltanto i panorami “mozzafiato”, ma anche la bellezza e le peculiarità architettoniche del territorio.

Alessandro Gisoldi, dell’associazione culturale LiberaMente, racconta con orgoglio: “Da 10 anni il nostro Comune è insignito della bandiera arancione. Qui ci sono bellezze irripetibili come il Castello D’Aquino, di forma poligonale. Un esempio di architettura rinascimentale impreziosito dalla torre ogivale, simile alla prua di una nave. Ma anche i resti del castello di Sant’Antimo”.

Natura, arte, architettura: sono tanti i gioielli che impreziosiscono il patrimonio di Rocchetta. Di fronte alla Chiesa Matrice, a metà di una ripida scalinata, due signore si fermano per cercare riparo all’ombra. La costruzione risale alla seconda metà del Settecento. Al suo interno si ergono i maestosi altari di Cimafonte e la tela della Madonna del Cardellino, l’opera più nota di Corrado Giaquinto esponente di spicco del Rococò napoletano.

A pochi chilometri da Rocchetta svetta Sant’Agata. Ottocento metri sul livello del mare, circondata da boschi, al confine tra Puglia, Basilicata e Campania. Il punto d’osservazione ideale per il controllo del territorio è la Loggia della Puglia. Sulla vetta più alta sorge il Castello imperiale. Fu roccaforte di Longobardi, Bizantini e poi Normanni. Dal punto panoramico della piazza centrale del paese si vedono nitidamente il Tavoliere delle Puglie, il golfo di Manfredonia, il Vulture con i laghi di Monticchio e le alture di Lacedonia e Trevico nel territorio Irpino. Per questa posizione Sant’Agata di Puglia è conosciuta anche con il nome di “spione”.

Federico II di Svevia definì il territorio di primaria importanza ai fini militari. Difficile sfuggire alla vista che si ha dalle quattro torri del castello. Da lì si diramano innumerevoli viuzze, intricate e suggestive al tempo stesso, che vengono chiamate “trasonne”. È facile perdersi, ma gli scorci appaiono improvvisamente permettendo ai viaggiatori di stupirsi e ritrovare la strada. Ai piedi del paese una statua della Madonna dell’aiuto è posta in prossimità di quella che è stata la prima fontana del paese, inaugurata negli anni Quaranta. Per gli abitanti del posto assistere allo zampillo dell’acqua fu una sorta di miracolo e qualche anziano nel paese ancora ne ricorda i racconti di gioia descritti dai genitori. Capita ancora che qualche santagatese prima di tornare a casa accosti con la macchina vicino alla fontana e spalanchi la bocca sotto il getto di acqua fresca per poi ripartire. Sant’Agata racconta così la storia profonda dei Monti Dauni. “Il turismo a Sant’Agata è un turismo prettamente di prossimità”, ha spiegato Gerardo Lionetti, presidente della Pro Loco. “Per i borghi è la cosa più importante e tra le sfide che abbiamo per il futuro vi è quella di permettere ai visitatori di fermarsi anche per più giorni. Il 19 di agosto viene organizzato un corteo storico per ricostruire la storia del principe Pandolfo IV di Capua, conosciuto come Agatone. Governò sul territorio come un despota, costringendo tutte le novelle spose allo ‘ius primae noctis’. Secondo la tradizione fu ammazzato dal suo barbiere che si rifiutò di concedere la propria sposa. Al corteo storico negli anni hanno preso parte nomi illustri, come il nostro concittadino Toni Sant’Agata”. Le porte del centro storico, proprio in prossimità di quella che fu la sua casa, si aprono infatti con le frasi di una celebre canzone del

Sant'Agata, la sua posizione è tale che consente una vasta osservazione: dal Gargano al Tavoliere, dai monti della Basilicata a quelli della Campania, alla moltitudine di paesi e città di queste tre Regioni. Viene denominata "La Loggia delle Puglie" oppure "Lo Spione delle Puglie".

compositore originario del comune foggiano scomparso lo scorso anno. “Lu castierre, lu monte, lu ponte…” poche parole con lui Toni ha evocato e raccontato all’Italia con orgoglio le sue origini.

Percorsi i tornanti di Sant’Agata, si giunge in un paese che conserva nel proprio nome il profondo legame con l’acqua. Aquediae, acqua che cade. A 650 metri sul livello del mare il comune di Accadìa nasconde tra i sentieri erbosi delle colline circostanti uno degli scorci più suggestivi dei Monti Dauni che hanno l’acqua come protagonista. Si tratta delle Gole. Le acque del torrente Frugno scorrono lente tra l’alta vegetazione. Percorrendo il sentiero che costeggia i campi coltivati se ne percepisce dapprima l’odore e poi proseguendo il suono. Occorre superare curve strette e rami bassi per arrivare al laghetto incastonato tra due alture. Lungo la strada sorge l’antico convento della Madonna dei Teutoni. In quel luogo, vicino all’acqua, i cavalieri di ritorno dalla Terra Santa si fermavano per rifocillarsi e quindi decisero di fondare il convento. Caratteristica peculiare del territorio sono le numerose aree verdi che lo circondano. La cima del Monte Crispignano, il monte Tre Titoli e il bosco Paduli. La ricchezza della natura fa il paio con la ricchezza culturale.

“La storia è antichissima – racconta la presidente della Pro Loco di Accadìa – si pensa che San Pietro sia passato di qui. Tutt’intorno ci sono dei casali rurali, ancora visibili nell’antico rione Fossi. Il nostro comune è stato teatro di un grande evento storico. Nel 1462 arrivò qui Re Ferrante di Aragona. C’era la guerra tra gli angioini e gli aragonesi per il predominio del meridione. Qui per la prima volta Re Ferrante sperimentò la bombarda. Le mura crollarono e si diffuse la voce di questa potente arma e tutti gli altri comuni si arresero”.

Il museo antistante la Pro Loco accoglie due statue appartenenti alla chiesa matrice della città risalente al 1200. Nel centro della città inoltre spicca la fontana monumentale del periodo aragonese. Accanto c’è la torre dell’orologio sulla quale sono impressi i bassorilievi

del Quattrocento che hanno consentito di ricostruire l’antica conformazione del comune. Da alcuni anni l’antico centro storico di Accadìa, disabitato dal terremoto del ’30, accoglie un importante festival internazionale di Blues. Ad agosto decine di musicisti da ogni parte d’Europa e non solo arrivano ad Accadìa con le loro note.

I Monti Dauni attraggono e affascinano sempre più visitatori. A fine giugno il GAL Meridaunia ha promosso con successo il festival itinerante dei “Monti Dauni”, toccando i comuni di Lucera, Alberona, Biccari, Troia e Roseto Valfortore. Il paesaggio rosetano è costellato dagli antichi mulini ad acqua, costruiti a ridosso dei corsi che scorrono nell’area. Tra i più antichi ve n’è uno risalente al 1338, rimasto in funzione fino al Novecento. Veri e propri monumenti all’ingegno e alla tenacia di un popolo. Arriva così una “consacrazione” dell’entroterra pugliese come meta dal forte attrattore turistico che mette al centro la vera ricchezza di Puglia: i borghi, la storia, la natura... le persone.

UN RISULTATO STORICO PER MARINA DI LESINA: LA FAMIGLIA AQP SI ALLARGA NEL FOGGIANO

Una firma che vale centinaia di sorrisi, quelli degli abitanti e dei turisti della Marina di Lesina nel Foggiano. Il 14 giugno è stata sottoscritta l’intesa tra Comune e Acquedotto Pugliese per la presa in carico della gestione delle reti idriche e fognarie da parte di AQP. Una decisione attesa da circa 12 anni, che permetterà di realizzare una serie di interventi di ammodernamento. Per la località, dalla forte vocazione turistico-balneare, si tratta di “un momento storico” come ha sottolineato il sindaco Primiano Di Mauro con soddisfazione: “Ci siamo sentiti ripetere mille volte che non sarebbe successo e invece caparbietà e buon senso hanno avuto ragione. È stato un vero lavoro di squadra, come quello che dovrebbe prevalere in ogni territorio. Ognuno ci ha messo il proprio: AQP, AIP, il Comune”. Trova così soluzione anche la necessità di adeguare l’impianto di depurazione presente a Lesina. In linea con quanto previsto dal piano di tutela delle Acque della Regione Puglia AQP ha aggiudicato in via provvisoria l’appalto integrato di progettazione esecutiva ed esecuzione dei lavori di adeguamento dell’impianto. L’obiettivo degli interventi è la rimozione dello scarico nel sottosuolo. L’attività rientra nel programma di interventi 2020-2023 messo a punto dall’Autorità Idrica Pugliese per un importo complessivo di 6.500.000 euro. Numeri e dati che si concretizzano in un servizio migliore per i cittadini e per i turisti. “Acquedotto Pugliese ha anche l'importante compito – come sottolineato durante la firma da Rossella Falcone, Consigliera del CDA di AQP – di contribuire al miglioramento della vivibilità e della rilevanza turistica delle nostre realtà, come per Lesina che conta 2mila abitanti ma in estate raggiunge le 30mila presenze. Siamo molto soddisfatti di questo importante risultato poiché era una partita aperta da un ventennio e sembrava non trovare soluzione”.

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