mnopqrstuvwxyzabcdefghijklmnopqrstuv abcdefghijklmnopqrstuvwxyzabcdefghijkl wxyzabcdefghijklmnopqrstuvwxyzabcdefg mnopqrstuvwxyzabcdefghijklmnopqrstuv hijklmnopqrstunaxyzabcdefghijklmnopqr wxyzabcdefghijklmnopqrstuvwxyzabcdefg stuvwxyzabcasaghijklmnopqrstuvwxyzabc hijklmnopqrstuvwxyzabcdifghijklmnopqrs defghijklmnopqrstuvwxyzabcdefghijklmn tuvwxyzabcdefghijklmnopqrstuversiabcdef opqrstuvwxyzabcdefghijklmnopqrstuvwxy ghijklmnopqrstuvwxyzabcdefghijklmnopq zabcdefghijklmnopqrstuvwxyzabcdefghil Festa della Primavera con doni di versi e giochi in occasione della Giornata Internazionale della Poesia
23 marzo 2013
edizioni officina
mnopqrstuvwxyzabcdefghijklmnopqrstuv abcdefghijklmnopqrstuvwxyzabcdefghijkl wxyzabcdefghijklmnopqrstuvwxyzabcdefg mnopqrstuvwxyzabcdefghijklmnopqrstuv hijklmnopqrstunaxyzabcdefghijklmnopqr wxyzabcdefghijklmnopqrstuvwxyzabcdefg stuvwxyzabcasaghijklmnopqrstuvwxyzabc hijklmnopqrstuvwxyzabcdifghijklmnopqrs defghijklmnopqrstuvwxyzabcdefghijklmn tuvwxyzabcdefghijklmnopqrstuversiabcdef opqrstuvwxyzabcdefghijklmnopqrstuvwxy ghijklmnopqrstuvwxyzabcdefghijklmnopq zabcdefghijklmnopqrstuvwxyzabcdefghil Scrivere come sai dimenticare, scrivere e dimenticare.
Tenere un mondo intero sul palmo e dopo soffiare.
Pierluigi Cappello
• Introduzione • Le poesie donate • Primavera • Aprile • Un Haiku • Ser Poeta / Essere poeta • Tijd / Tempo • Adeus / Addio • Врати ми моје крпице / Ridammi i miei stracci
Il cielo è di tutti Divino Cannolo Come una melodia The Lake Isle of Innisfree / L’isola del lago di Innisfree • Ciascuno cresce solo se sognato • Poesia scritta con la matita • Un po’ di frutta • Preghiera semplice • Le nostre ricreazioni! • • • •
edizioni officina
Introduzione La poesia ho infilato al ramo. Sbatte, non cede al vento. Mi preghi: "Toglila non scherzare". Viene qualcuno. Guardano, incuriositi. Non possiamo stare a discutere. Andiamo, via. "Ma la dimenticherai..." Ma sì, una nuova te ne scriverò domani. Che importa una poesia perduta! Al ramo non fa peso. Quante poesie vorrai ti scriverò, tanti alberi, tante poesie. Ma di te e di me, cosa sarà domani? Oh, se la via s'annuvola un giorno ricorderemo che laggiù in piena luce l'albero sventola la poesia, e ci diremo sorridendo: "Andiamo". Evgenij Evtušenko - "La poesia ho infilato al ramo..." da Le betulle nane, ed. Lo Specchio-Mondadori, 1974 [a cura di G. Buttafava]
Perché festeggiare la primavera? Per lo stesso motivo per cui festeggiamo la poesia: ci ricorda che tutto ha un verso, un senso, anche se non lo comprendiamo subito. Occorre che sia trascorso un anno per veder tornare i fiori e germogliare le nuove piante. Così è per la poesia: i versi che hai letto si depositano dentro di te e non germogliano subito. Un mattino ti svegli e all’improvviso ti appare chiaro il senso - il senso poetico, naturalmente. Appendiamo le nostre poesie agli alberi, dove sbocciano come fiori, perché possiamo ricordarcene se la via s’annuvola. Anche quest’anno, all’Officina Creativa Interculturale abbiamo voluto festeggiare la primavera e la poesia, donandoci poesie in tante lingue e giocando a inventarne di nuove. Buona lettura, buona primavera e buona poesia! Quelli dell’Officina
Primavera Il sole trasfonde il suo sangue alla terra moribonda e il corpo della terra comincia a irrigare coi suoi raggi e anche da quelle ossa di morti fa crescere verdi rami senti, hai sentito? quei rami e foglie che spuntano dalle ossa urtano tintinnando i calici dei fiori questa è primavera
Mang Ke - 1983
Tradotte da Claudia Pozzana e Alessandro Russo, in Nuovi Poeti Cinesi, ed. Einaudi
Aprile
Questo è aprile un mese come gli altri induce al ricordo, in un batter d’occhio fa ripensare a qualcosa a ieri, al remoto oppure a una nevicata d’inverno certo quella neve caduta s’è fatta lacrime o stormo di piccioni che non si sa dove siano volati aprile ti fa pensare a ciascuno dei giorni che andati non tornano a uomini non conta se vivi o già morti forse felici forse destinati alla miseria a uomini e donne… Questo è aprile un mese come gli altri ma se ti costringe non puoi che ripensare al passato e immergerti di nuovo nel ricordo - Quello è luogo di sepoltura penso, se anche tu fossi pietra verseresti lacrime Mang Ke - 1983
Un Haiku yo no naka ya chĹ? no kurashi mo isogashiki Kobayashi Issa
In questo mondo, frenesia anche nella vita della farfalla
Ser poeta é ser mais alto, é ser maior Do que os homens! Morder como quem beija! É ser mendigo e dar como quem seja Rei do Reino de Aquém e de Além Dor! É ter de mil desejos o esplendos E não saber sequer que se deseja! É ter cá dentro um astro que flameja, É ter garras e asas de condor! É ter fome, é ter sede de Infinito! Por elmo, as manhãs de oiro e cetim… É condensar o mundo num só grito!
E é amar-te, assim, perdidamente… É seres alma e sangue e vida em mim E dizê-lo cantando a toda a gente!
Florbela Espanca (1894-1930)
Ser Poeta ESSERE POETA Essere poeta è essere più alto, è essere più grande degli uomini. Mordere come si bacia! È essere mendìco e dare come si fosse re del regno, di qua e oltre il dolore! È avere di mille desideri lo splendore e non sapere nemmeno che si desidera! È avere qua dentro un astro che fiammeggia, è aver artigli e ali di condor!
È avere fame, è avere sete di Infinito Per elmo, mattine d’oro e di seta È condensare il mondo in un solo grido! Ed è amarti così perdutamente... È che tu sia anima e sangue e vita in me e dirlo cantando a tutti!
Tijd
Tijd- het vreemd, het is vreemd mooi ook nooit te zullen weten wat het is en toch, hoeveel van wat er in ons leeft is ouder dan wij, hoeveel daarvan zal overleven zoals een pasgeboren kind kijkt alsof het kijkt naar iets in zichzelf, iets ziet daar wat het meekreeg zoals Rembrandt kijkt op de laatste portretten van zichzelf alsof hij ziet waar hij heen gaat een verte voorbij onze ogen het is vreemd maar ook vreemd mooi te bedenken dat ooit niemand meer zal weten dat we hebben geleefd te bedenken hoe nu we leven, hoe hier maar ook hoe niets ons leven zou zijn zonder de echo's van de onbekende diepten in ons hoofd
niet de tijd gaat voorbij, maar jij, en ik buiten onze gedachten is geen tijd we stonden deze zomer op de rand van een dal om ons heen alleen wind.
Rutger Kopland, uit 'Het verlangen naar een sigaret' Uitgeverij van Oorschot, Amsterdam 2001
Tempo - è strano, strano ma bello non si sai mai cosa è eppure, quanto dentro di noi è più vecchio di noi, quanto ne sopravviverà come un neonato guarda qualcosa dentro se stesso, la vede ciò che ha portato con sé come se Rembrandt guardando ritratti di se stesso, vedesse dove andrà una meta oltre i nostri occhi è strano, ma stranamente bello pensare che mai nessuno mai saprà più che abbiamo vissuto pensare come viviamo ora, come viviamo qui ma la nostra vita sarebbe niente senza gli echi del profondo dell'ignoto dei nostri pensieri
il tempo non passa, ma tu, ed io fuori dal nostri pensieri, dove il tempo non esiste Traduzione a cura di Margreeth van Diepen
Questa estate siamo stati sul bordo di una valle ed intorno a noi solo vento
Tempo
Adeus Já gastámos as palavras pela rua, meu amor, e o que nos ficou não chega para afastar o frio de quatro paredes. Gastámos tudo menos o silêncio. Gastámos os olhos com o sal das lágrimas, gastámos as mãos à força de as apertarmos, gastámos o relógio e as pedras das esquinas em esperas inúteis.
Hoje são apenas os meus olhos. É pouco, mas é verdade, uns olhos como todos os outros.
Já gastámos as palavras. Quando agora digo: meu amor, já se não passa absolutamente nada. E no entanto, antes das palavras gastas, tenho a certeza Meto as mãos nas algibeiras e não encontro nada. que todas as coisas estremeciam Antigamente tínhamos tanto para dar um ao outro; só de murmurar o teu nome era como se todas as coisas fossem minhas: no silêncio do meu coração. quanto mais te dava mais tinha para te dar. Não temos já nada para dar. Às vezes tu dizias: os teus olhos são peixes verdes. Dentro de ti E eu acreditava. não há nada que me peça água. Acreditava, O passado é inútil como um trapo. porque ao teu lado E já te disse: as palavras estão gastas. todas as coisas eram possíveis. Adeus. Mas isso era no tempo dos segredos, era no tempo em que o teu corpo era um aquário, Eugénio De Andrade era no tempo em que os meus olhos eram realmente peixes verdes.
Addio Abbiamo ormai consumato le parole per via, amore mio, e quello che è rimasto non basta ad allontanare il freddo di quattro mura. Abbiamo consumato tutto tranne il silenzio. Abbiamo consumato gli occhi col sale delle lacrime, abbiamo consumato le mani a forza di stringercele, Abbiamo consumato l’orologio e le pietre della strada in attese inutili. Metto le mani nelle tasche e non trovo niente Un tempo avevamo tanto da darci l’un l’altro! Era come se tutte le cose fossero mie: più ti donavo più avevo da darti.
Abbiamo consumato le parole Quando adesso dico: amore mio Non succede niente E intanto, prima delle parole consumate, Sono sicuro che tutte le cose scuotevano solo al mormorare il tuo nome Nel silenzio del mio cuore. Non abbiamo più nulla da dare. Dentro di te Non c’è niente che mi chieda acqua Il passato è inutile come un straccio E già te l’ho detto: le parole sono consumate. Addio.
Qualche volta tu me dicevi: tuoi occhi sono pesci verdi! E io ci credevo Ci credevo Perché al tuo fianco tutte le cose erano possibile Ma questo era al tempo dei segreti al tempo in cui il tuo corpo era un acquario al tempo in che miei occhi erano pesci verdi Oggi non sono che i miei occhi È poco, ma è la verità Occhi come tutti i altri.
Врати ми моје крпице Ridammi i miei stracci Врати ми моје крпице Моје крпице од чистога сна Од свиленог осмеха од пругасте слутње Од мога чипкастога ткива Моје крпице од тачкасте наде Од жежене жеље од шарених погледа Од коже с мога лица Врати ми моје крпице Врати кад ти лепо кажем Васко Попа
Ridammi i miei stracci I miei stracci di sogno puro Fatti con il sorriso di seta del mio intermittente presagio Fatti con questa mia stoffa di pizzo I miei stracci di speranze invisibili Fatti del mio desiderio che brucia Fatti dell'arcobaleno di sguardi del mio viso Ridammi i miei stracci Ridammeli li voglio davvero. Vasko Popa (Serbia 1922-91)
Il cielo è di tutti
Qualcuno che la sa lunga mi spieghi questo mistero: il cielo è di tutti gli occhi di ogni occhio è il cielo intero.
in prosa od in versetti, perché il cielo è uno solo e la terra è tutta a pezzetti.
Gianni Rodari È mio, quando lo guardo. È del vecchio, del bambino, del re, dell'ortolano, del poeta, dello spazzino. Non c'è povero tanto povero che non ne sia il padrone. Il coniglio spaurito ne ha quanto il leone. Il cielo è di tutti gli occhi, ed ogni occhio, se vuole, si prende la luna intera, le stelle comete, il sole.
Ogni occhio si prende ogni cosa e non manca mai niente: chi guarda il cielo per ultimo non lo trova meno splendente. Spiegatemi voi dunque,
Divino Cannolo Il divino cannolo intercede tra me e l'universo‌ Affondando l'anima carnale nella ricotta dolce e spumeggiante, edulcora la mia vita in un istante goloso. Procedendo nel mio viaggio attraverso il tunnel della scorza fragrante, arranco con sofferenza tra le schegge appuntite ma gustose. Ritorno finalmente alla luce della crema setosa che accarezza soavemente le papille voluttuose... Giusi Sole
Come una melodia Quando anche l’inverno con la sua irruenza scuote la mia mente e l’ombra spietata dell’anonimo vuoto circonda le mie ali rattrappite, una recondita armonia langue nel mio cuore. Timida e decisa come un acuto clarino, sa orlare d’incanto un mondo di muri alti e cocci aguzzi. Tu sola nella grigia incertezza del mio futuro candida e dolce come una melodia. Antonio Arcidiacono
The Lake Isle of Innisfree I will arise and go now, and go to Innisfree, And a small cabin build there, of clay and wattles made: Nine bean-rows will I have there, a hive for the honeybee, And live alone in the bee-loud glade. And I shall have some peace there, for peace comes dropping slow, Dropping from the wheels of the morning to where the cricket sings; There midnight’s all a glimmer, and noon a purple glow, And evening full of the linnet’s wings.
I will arise and go now, for always night and day I hear lake water lapping with low sounds by the shore; While I stand on the roadway, or on the pavement grey, I hear it in the deep heart’s core.
William Butler Yeats
L’isola del lago di Innisfree
Io voglio alzarmi ora, e voglio andare, andare ad Innisfree E costruire là una capannuccia fatta d’argilla e vimini: nove filari e fave voglio averci, e un’alveare, e vivere da solo nella radura dove ronza l’ape.
E un po’ di pace avrò, chè pace viene lenta Fluendo stilla a stilla dai veli del mattino, dove i grilli cantano; e mezzanotte è tutta un luccicare, ed il meriggio brilla come di porpora, e l’ali dei fanelli ricolmano la sera. Io voglio alzarmi ora, e voglio andare, perché la notte e il giorno Odo l’acqua del lago sciabordare presso la riva di un suono lieve; e mentre mi soffermo per la strada, sui marciapiedi grigi, nell’intimo del cuore ecco la sento. Traduzione di Roberto Sanesi ed. Mondadori
Ciascuno cresce solo se sognato C'è chi insegna guidando gli altri come cavalli passo per passo: forse c'è chi si sente soddisfatto così guidato. C'è chi insegna lodando quanto trova di buono e divertendo: c'è pure chi si sente soddisfatto essendo incoraggiato.
C'è pure chi educa, senza nascondere l'assurdo ch'è nel mondo, aperto ad ogni sviluppo ma cercando d'essere franco all'altro come a sé, sognando gli altri come ora non sono: ciascuno cresce solo se sognato. Danilo Dolci
Poesia scritta con la matita Sono devoto all’anima di grafite della matita: un solo colpo di gomma e il segno lasciato sparisce, sentieri imboccati con leggerezza si riconducono alla docilità della via maestra i crolli vengono evitati con un’alzata di spalle, l’imprevisto è un vecchio con il pugnale spuntato. L’anima di grafite non conosce soste, esitazioni: nel suo stesso procedere in avanti ci chiama alla possibilità del ritorno, nel suo segno scuro riposa la dolcezza del bianco e Angelina torna a sorridere tenendo per mano un bambino abbagliato dal sole. Pierluigi Cappello da Mandate a dire all’imperatore, Crocetti
Un po’ di frutta La pesca Regina ha il nocciolo in società con sua cugina.
La pesca di Malta prima cade poi salta. La pera Bergamotta quando è caldo fa gli occhi da gatta. La pesca Re Umberto si fa stirare la pelle da un esperto. La mela Rosmarina fa ron-ron alla mattina.
La mela Ranetta ha sempre tanta fretta. La ciliegia Tenerina di Tartaria ogni notte lascia il nocciolo e vola via.
La ciliegia di Napoleone è a forma di galeone. La ciliegia Bella di Choisy ha un sorriso da qui a lì. L’albicocca di Sant’Ambrogio ha l’occhio celeste mogio mogio. L’albicocca del Portogallo ha la bocca di cristallo. Nico Orengo
Preghiera semplicissima Signore, fa’ di me uno strumento della tua pace: Dove c’è l’odio, io porti l’amore. Dove c’è offesa, io porti il perdono. Dove c’è discordia, io porti l’unione. Dov’è errore, io porti la verità. Dove c’è dubbio, io porti la fede. Dove c’è disperazione, io porti la speranza. Dove ci sono le tenebre, io porti la tua luce, Dove c’è tristezza, io porti la gioia. O Divino Maestro, Che io non cerchi tanto di essere consolato, quanto di consolare. Di essere compreso, quanto di comprendere. Di essere amato, quanto di amare. Infatti: dando, si riceve. Dimenticandosi, si trova comprensione. Perdonando, si è perdonati. Morendo, si risuscita alla vita eterna. Attribuita a San Francesco d’Assisi
Un po’ di frutta La pesca Regina ha il nocciolo in società con sua cugina.
La pesca di Malta prima cade poi salta. La pera Bergamotta quando è caldo fa gli occhi da gatta. La pesca Re Umberto si fa stirare la pelle da un esperto. La mela Rosmarina fa ron-ron alla mattina.
La mela Ranetta ha sempre tanta fretta. La ciliegia Tenerina di Tartaria ogni notte lascia il nocciolo e vola via.
La ciliegia di Napoleone è a forma di galeone. La ciliegia Bella di Choisy ha un sorriso da qui a lì. L’albicocca di Sant’Ambrogio ha l’occhio celeste mogio mogio. L’albicocca del Portogallo ha la bocca di cristallo. Nico Orengo
E dopo esserci scambiati versi poetici… abbiamo composto noi delle poesie utilizzando i versi degli altri! Ecco a voi…
LE NOSTRE RICREAZIONI
Le nostre ricreazioni