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Benessere dimensione

MENSILE NOVEMBRE 2013 n.8 Anno I

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Salute e bellezza Spesa consapevole Nutrizione Giardinaggio ANIMALI VIAGGI

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EDITORIALE

30 FARMACI confezioni di

A TESTA ...

puntano il dito soprattutto verso le patologie più …questo è il consumo medio pro capite annuo diffuse, come cardiopatie, ictus, cancro, disturbi di medicinali, secondo dati diffusi dall’Aifa, l’Arespiratori e diabete, il riconoscerci responsabili genzia Italiana del Farmaco! Tra i più gettonati i di molte popolari affezioni diventa semplice deprodotti per l’apparato cardiovascolare e gastroinduzione. Come dire: 2 + 2 fa proprio 4 e non 5, testinale, seguiti a ruota da quelli per il metaborimarcando una realtà evidente e inconfutabile! lismo, la respirazione e il sistema nervoso. Tra i vari rilevamenti, uno dei più allarmanti è sicuraDemonizzare in maniera assolutistica la medicina mente l’aumento del consumo di antidepressivi: sarebbe stupido e anche ingrato nei confronti di dal 2004 a oggi, l’utilizzo di questa tipologia di una Scienza che tanto ha dato, dà e darà alla nofarmaci è cresciuto del 4,5%. Altrettanto inquiestra aspettativa di vita, ma se il concetto di salute tanti i numeri divulgati dal Censis (Centro Studi derivante dal benessere metabolico è ormai più un Investimenti Sociali), ovvero quelli relativi al dato di fatto ampiamente riconosciuto che un’ofai-da-te, che a quanto pare è favorito - studi alla pinione, perché, dico io, non mano - dalle campagne pubci facciamo un esame di coblicitarie diffuse dai media: Tra ipocondrie, scienza per individuare e vincirca l’80% della popolaziocere quel ciò che non va nella ne italiana è convinta che i fragilità e insofferenze, nostra dimensione di esistenza, piccoli disturbi si possano figlie della facilità sia privata che sociale, lì dove curare autonomamente, “perdel moderno vivere, il corpo incontra lo spirito e la ché nessuno, meglio di noi, giorno dopo giorno mente? Perché diventiamo tanconosce se stesso e il proprio consumiamo to impazienti di guarire (avvecorpo”. un’incongruente carica lenando brutalmente i sintomi) E così giù con antibiotici, andi incoscienza in illogici per poi tornare inevitabilmente ad ammalarci, senza preoccutinevralgici, digestivi, lassatiattentati alla nostra parci delle vere cause e senza vi, ansiolitici, sonniferi e chi stessa vita. entrare in un intimo dialogo più ne ha più ne metta. Tra con il nostro essere: dimmi, ipocondrie, fragilità e insofperché soffri? Cosa ti sto facendo? In cosa sto ferenze, figlie della facilità del moderno vivere, sbagliando? giorno dopo giorno consumiamo un’incongruente carica di incoscienza in illogici attentati alla noDepressione in crescita, dicevo. Ma anche infarti, stra stessa vita. problemi cardiocircolatori, diabete, gastrite, stitichezza… E se dedicassimo più tempo al sonno, Con tutto il rispetto per i casi obiettivamente graalla meditazione, alla prodigiosa attività fisica, vi o comunque realmente bisognosi di terapie alla socializzazione autentica e diretta, alla coltitradizionali a base di prodotti farmaceutici, ma ci vazione del pensiero positivo, alla negazione dello rendiamo conto di quanti effetti collaterali spesso stress, alla meravigliosa riscoperta della medicina ingurgitiamo senza una effettiva necessità? Che naturale e alla cura della nostra alimentazione? peccato! E pensare che molti dei più comuni disturbi che affliggono la nostra quotidianità potrebPer voi la mia rinnovata premessa, prima di labero essere evitati semplicemente attraverso una sciarvi alla lettura di un’altra buona dose di… buona igiene comportamentale. E non solo per “pillole” sì, ma di BENESSERE! così dire “disturbi”: secondo l’OMS “tre dei più importanti fattori di rischio prevenibili delle maSempre con affetto lattie croniche sono una dieta poco sana, l’inattività fisica e l’uso di tabacco. Fattori di rischio che globalmente e inconcepibilmente stanno aumentando”. Se consideriamo che tra le “malattie croniche”, i trattati dell’Organizzazione Mondiale janira@dibenessere.com


SOMMARIOnovembre 2013

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SALUTE & BELLEZZA di Paradiso 18 Angoli Quando il week end 20 23 24 26 28 30 31 32

CURIOSANDO STRANISSIMO 08 STRANO Quello straordinario albergo... 33 sospeso tra i rami 10 Focus Carne di pollo: 34 11 12 15

attenti ai batteri news Notizie dal mondo storie incredibili 5 metri e 67 centimetri di capelli? È possibile! Vip Corinne Cléry: “Vivo al massimo, faccio tutto ‘a palla’!”

35 36 38

40 42

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44 46

diventa di-vino SPECIALE benessere Metalli pesanti, come difenderci? Buono a sapersi Grana Padano: il formaggio della salute speciale Nutrizione Favorire la fertilità a tavola Medicina alternativa Reiki: l’energia che risana Naturalmente bene Problemi di prostata? Ecco la cura “dolce” Aromaterapia Tea Tree Oil: vera panacea Fitoterapia e non solo Piante, benefici e curiosità l'aiuto in più Vitamina C: ecco perché non è mai troppa FIORI AUSTRALIANI Come ritrovare la concentrazione PEDIATRIA E PUERICULTURA E ora si dorme... DERMATOLOGIA Capelli: SOS caduta! Chirurgia estetica Per occhi più giovani e senza "borse" ODONTOIATRIA L’apparecchio ortodontico: sorriso senza difetti! Sessuologia Gli indizi per scoprire se lui/lei ti ama davvero Psicologia Invidia: distruttiva da non credere l'INCHIESTA A qualcuno piace curvy (ma anche no) Fitness Le pedane vibranti... funzionano davvero?

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48 50 51 54 58

YOGA Utthita hasta padangusthasana Ginnastica posturale Single leg stretch pilates Hundred Trucco e parrucco - W le parrucche! Pratiche e alla moda - Polveri di tendenza beauty CASE Trattamenti e rimedi fai da te per uno sguardo davvero al top

IN CUCINA spesa consapevole 62 La- Dado da brodo:

72 73

un nemico in cucina? - Trippa, un alimento da riscoprire - Orata, se è di allevamento sappiate che... - Radicchio, gusto inconfondibile e un pieno di antiossidanti - Kaki, tutto il dolce dell'autunno Tipicità La “perla nera” dei legumi Sotto vetro con gusto È tempo di kiwi... sott’aceto!

62


La natura ci offre tante squisite varietà di frutta e verdura. Consuma ogni giorno almeno cinque porzioni di frutta e verdura di cinque colori differenti e dai al tuo organismo le vitamine, le fibre e i minerali necessari per stare bene. Ogni colore corrisponde a sostanze specifiche ad azione protettiva, per cui solo variando il consumo di frutta e verdura è possibile coprire tutti i fabbisogni del tuo organismo. Il rosso delle ciliegie, pomodori e fragole; il verde di kiwi, spinaci, uva e insalata. Il giallo-arancio di pesche, carote e clementine ricche di vitamina C; il bianco di mele, pere, finocchi, sedano e infine il blu-viola, il colore CAMPAGNA FINANZIATA CON IL CONTRIBUTO del radicchio e dei frutti di bosco. Cinque porzioni al giorno di frutta e DELL'UNIONE EUROPEA E DELLO STATO ITALIANO ortaggi di colore diverso, l'appuntamento quotidiano con il benessere!

w w w. n u t r i t e v i d e i co l o r i d e l l a v i t a . co m


96

del mestiere 74 trucchi I segreti per un soufflé

76 77 78 79 80 81 83

“leggero”... in tutti i sensi! Cioccolatomania Castagne di cioccolato Per vegetariani Un pieno di proteine... senza carne! Il piatto afrodisiaco Le crespelle della passione Dal latte alle pappe Le merendine dei bambini Contro i mali di stagionE “Brodino”: buono e utile! Ricette genuine Rotoli di... piacere Ispirazioni - Giuseppe Berardi: Timballetto di funghi con vellutata di castagne - Davide Oldani: Yogurt rappreso con gelatina di camomilla e gamberi - Peppe Zullo: Ruote con zucca e cicerchie - Benito e Roberto Morelli: Zuppa di uova al profumo di bosco

96 GIARDINAGGIO Novembre, torna la voglia 97 99 100 102 103

74

di “casa” L’ORTO Consigli autunnali, per vaso e piena terra PROGETTO VERDE Il bello del “finto”... moderno ANIMALI DA COMPAGNIA - Uno scoiattolo per amico - Gatto somalo, un “docile” puma in famiglia GALATEO MODERNO Il bon ton in ufficio SPIGOLATURE Pillole di sapere, dalla mortadella alla... monogamia!

100 104 INTROSPEZIONE Il test: stacanovista o

COSE DI CASA 106 108 88 SAPER COMPRARE TEMPO LIBERO E WEEK END 92 VIAGGI “Caccia al tesoro” tra arte

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e natura CREARE E COMPORRE Sinfonia in viola

Periodicità MENSILE NOVEMBRE 2013 n.8 Anno I Direttore Editoriale Janira Majello (janira@dibenessere.com) Direttore Responsabile Raffaele Gelmi Coordinamento di redazione Francesca Noto (francescan@dibenessere.com) Redazione Chiara Brollo, Roberta Mastruzzi, Amanda Israel

& Co. 87 Vini La semplicità: vino e salumi

- Pentole antiaderenti: come sceglierle in sicurezza - Un soggiorno tutto da vivere

Benessere dimensione

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“slacker”? OROSCOPO Polvere di stelle NOTEBOOK Curiosità, consigli pratici, recensioni e buoni acquisti per voi L'avvocato risponde Una risposta puntuale e precisa alle vostre questioni legali

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Art Director Chief Designer Designer Andrea Minoia Laura Pozzoni Michele Magistrini (andrea@kytori.com) (laura@kytori.com) (magio@kytori.com) Hanno collaborato Katia Aiello, Camilla Alessandri, Gino Bartolini, Simone Belli, Giandomenico Berardi, Giuseppe Berardi, Paolo Berardi, Renato Bernardi, Maurizio Berti, Elisabetta Biagi, Ivo Bianchi, Lyda Bottino, Stefano Coletta, Serafino Cordoma, Mila Cosentino, Rossano De Cesaris, Tommaso de Mottoni, Sergio Dionigi, Fabrizio Duranti, Michele Faralli, Gianni Ferrario, Oriana Guidi, Jupiter, Roberta Lo Baido, Angelo Mocerino, Benito Morelli, Roberto Morelli, Alberto Motta, Paola Nannei Viganò, Fabio Nocentini, Davide Oldani, Gaia Olivieri, Marco Olivieri, Silvia Pandolfi, Luigi Patricelli, Patrizia Pellegrini, Arrigo Peri, Elisabetta Perosino, Corrado Piccinetti, Valeria Poropat, Ivo Pulcini, Giuseppe Resta, Serena Roberti, Mirko Rocca, Piero Rosati, Luca Rubboli, Alessandro Salandini, Roberto Sanlorenzo, Nicola Santini, Erica Savioli, Luca Speciani, Nicoletta Spina, Daniela Timoni, Francesca Tomagnini, Beppo Tonon, Andrea Tubaro, Gaetano Vaccaro, Mara Verbena, Penelope Verde Visconti, Corrado Zamboni, Peppe Zullo Foto Franco Gentile, Enrico Raffaelli, Daniela Timoni, Riccardo Marcialis Editore

pei

edizioni

P.E.I. srl Sede Legale: Via Cesare Battisti, 11 - 20122 Milano, Italia Direttore Editoriale Paolo Gelmi Redazione Via Mecenate, 76/32-34 - 20138, Milano, Italia Tel. +39 02 83437950 Viale Carso, 35 - 00195, Roma, Italia Amministratore Unico Cristiano Gennari (c.gennari@prodottieditoriali.com) Coordinamento Editoriale Loredana Roda (l.roda@prodottieditoriali.com) Coordinamento Tecnico Luciano Giacalone ABBONAMENTI ED ARRETRATI

IeO Informatica e Organizzazione Srl Via F.lli Cernuschi 22 - 23087 Merate (LC) Tel. +39 039 999 1541 Fax. +39 039 999 1551 - Email: abbonamenti@ieoinf.it Costo arretrati (a copia) il doppio del prezzo di copertina + spese di spedizione solo per l’Italia. Tariffe abbonamento in corso valido per l’Italia: annuale 22,80 € + 0,90 € contributo spese spedizione. - L’abbonamento andrà in corso dal primo numero raggiungibile. - Per il rinnovo attendere l’avviso di scadenza. - Per variazioni di indirizzo contattare il servizio di cortesia IeO almeno un mese prima. Modalità di pagamento per abbonamenti e arretrati, i versamenti vanno effettuati sul c/c postale n. 56427453 intestato a: IeO Informatica e Organizzazione Srl, specificando la causale. Gli arretrati disponibili sono relativi agli ultimi 18 numeri pubblicati.

Ufficio stampa BLU WOM MILANO S.r.l. Via Sant’Agnese, 14 - 20123 Milano, Italia Patrizia Fabretti (pressoffice@bluwom-milano.com) Tel. +39 02 87384640 /+39 02 87384648 Distribuzione SO.DI.P. Spa Via Bettola, 18 20092 Cinisello Balsamo (Mi) Tel. 02.66030260 - Fax 02.66030320 Prepress e Stampa POLIGRAFICI IL BORGO S.r.l. Via del Litografo, 6 - 40138 Bologna, Italia Tel. +39 051 6034001 - Fax +39 051 6034017 Progetto Grafico www.kytori.com Registrazione presso il Tribunale di Milano n.52 del 1 MARZO 2013 Responsabile del trattamento dei dati personali (D.Lgs.196/2003) Paolo Gelmi - Contenuto pubblicitario non superiore al 45%



CURIOSANDO

DOVE ANDIAMO

Harads è una località situata nel Comune di Boden, appartenente alla contea di Norrbotten che costituisce la regione più settentrionale della Svezia e quindi quella più vicina al Circolo Polare Artico. Si tratta della più grande e spopolata parte del territorio svedese, che confina con le contee norvegesi di Nordland e Troms e con la provincia della Lapponia, in Finlandia. Harads si trova nei pressi del fiume Lule e di Jokkmokk, uno dei più suggestivi centri della cultura sami (lappone).

COME ARRIVARCI

I collegamenti aerei tra Italia e Svezia sono tanti e a cadenza quotidiana. Con le compagnie Scandinavian Airlines, Ryanair e Norwegian ci sono voli non stop per Stoccolma e Göteborg. Una volta giunti in terra svedese, l’aeroporto più vicino ad Harads, la vostra meta, è quello di Luleå, che la SAS collega dalle maggiori città svedesi. Da qui, percorrendo la statale 97, in un’ora di automobile si arriva a destinazione.

il CLIMA

Trovandoci vicino al Circolo Polare Artico il clima si caratterizza per grandi escursioni termiche annue, che vanno da temperature molto rigide d’inverno a estati piuttosto miti. La piovosità è in genere molto scarsa; tuttavia, spesso in queste zone la neve ricopre il suolo per gran parte dell’anno, poiché le temperature non sono sufficientemente alte da scioglierla. Per quanto riguarda la vegetazione, siamo nel regno delle foreste di conifere e di betulle.

STRANO-STRANISSIMO


quello straordinario

albergo

sospeso

tra gli alberi

Un’esperienza unica nelle foreste del nord Europa, di cui la Svezia è regina con i suoi alberi, protagonisti di ambienti armoniosi in cui i visitatori possono gioire della pace e della serenità del bosco

di Chiara Brollo

P

uò un racconto ispirare la realizzazione di un luogo reale? Ebbene sì, infatti l’idea da cui nasce il Treehotel proviene da una pellicola del regista Jonas Selberg Augustsén, che narra le vicende di tre uomini di città che riscoprono le loro radici durante la costruzione di una casa sull’albero, elemento tipico nella storia e nella cultura tradizionale scandinava. Ad Harads, nel bel mezzo di un luogo appartenente alla realtà, un vero e proprio albergo, il Treehotel, riprende questo concetto offrendo un alloggio di alta qualità, costruito sul progetto di alcuni dei migliori architetti svedesi e rispettando i canoni della bio architettura. Nelle cinque distinte costruzioni che accolgono gli alloggi (The Mirrorcube, The Cabin, The Bird’s nest, The Blue Cone e The Ufo) sono riconoscibili i concetti fondamentali di un metodo comune che pone le sue fondamenta

sull’abitudine al dialogo con l’ambiente naturale che da sempre caratterizza l’approccio della cultura nordica alla modernità, all’architettura, al design e al più fantasioso estro. Dalle finestre delle treerooms, immerse nel silenzio e nel verde dell’incontaminata foresta scandinava, costruite a diversi metri dal terreno, si può godere di una spettacolare vista sul fiume Lule, come si trattasse del più magnifico quadro che si possa appendere a una parete, mentre all’esterno risultano piccole architetture sospese nella natura, elementi estranei, certo, ma tuttavia capaci di entrare a far parte del paesaggio in punta di piedi, con il garbo e la gentilezza di chi è consapevole di essere ospite e non padrone.

anche la sauna

è senza eguali

Un bagno in una sauna a vapore è molto più di una sauna, gli svedesi lo sanno bene. Nei paesi del nord, infatti, la visita a una sauna è un sacro e rispettoso incontro con i quattro elementi della natura: il terreno fertile, il fuoco che brucia, l’aria fresca e l’acqua potabile. Lo studio Av Inredningsgruppen/Bertil Harström, autore del Treesauna incluso nel complesso del Treehotel come sesto edificio, ha progettato una struttura dalle geometrie moderne che rispetta i canoni della bioedilizia, accoglie dodici persone e dispone di un’area relax direttamente adiacente come previsto dalla tradizione di queste zone.

Novembre 2013 • DIMENSIONEBENESSERE

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CURIOSANDO

FOCUS

pollo: Carne di

attenti ai

batteri

A causa dell’uso massiccio di antibiotici nell’allevamento intensivo dei polli, i batteri sono sempre più resistenti, e spesso arrivano intatti fino alla nostra tavola di Amanda Israel

B

elgio, Spagna, Portogallo, ma soprattutto Italia. La recente inchiesta condotta da Altroconsumo non lascia spazio ai dubbi: la carne di pollo europea che troviamo nei nostri piatti contiene batteri che possono creare problemi alla nostra salute. In pratica, sono stati analizzati 250 campioni di petto di pollo comprati nei mercati, nei supermercati e nelle macellerie e il risultato è stato univoco: nell’84% dei campioni italiani e mediamente nel 73% dei campioni acquistati nel resto d’Europa sono stati trovati microrganismi resistenti ad antibiotici quali ampicilline, amoxicilline, efalosporine. Cosa avviene in dettaglio nella catena dell’allevamento intensivo? Trattando gli animali con antibiotici per prevenirne le malattie, i batteri che vivono nel loro tratto gastrointestinale pos-

Ecco le precauzioni da seguire • Lavare sempre bene le mani prima e dopo aver toccato della carne cruda. • Lavare sempre coltelli e posate che siano entrati in contatto con la carne cruda. • In frigo separare gli alimenti crudi da quelli cotti. • Dopo la cottura, non mettere la carne nel piatto in cui era stata appoggiata quando era cruda. • Cuocere bene la carne. Anche al suo interno deve raggiungere almeno una temperatura di 70°C. • Non eccedere con gli antibiotici per mantenerne intatto il loro potenziale curativo e non assumerli senza una prescrizione medica. • Se dovete prendere antibiotici, rispettate rigorosamente le dosi e gli orari indicati dal medico.

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DIMENSIONEBENESSERE • Novembre 2013

sono diventare resistenti ai farmaci e contaminare cibo e ambiente. Il vero problema per l’uomo? Più che i batteri in sé, che comunque in alcuni casi possono provocare malattie (come la gastroenterite), il problema più grave sta nel fatto che essi riescano a trasmettere ai batteri umani la resistenza agli antibiotici, lasciandoci indifesi in caso di malattie anche gravi. In sintesi, il rischio è che nel giro di una decina di anni gli antibiotici diventino inutili sia per gli animali che per gli esseri umani. Mentre il ministero della Salute sta valutando i risultati dell’indagine appena pubblicata, noi lettori di Dimensione Benessere cerchiamo di tutelarci attraverso qualche semplice precauzione.


di Oriana Guidi

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NEWS

CURIOSANDO

COME ROVINARSI...

LA VITA

Non stiamo parlando del leggiadro imenottero, ma di Michele Koebke, una ragazza di 24 anni nata e cresciuta a Berlino. Dal 2009 Michele indossa giorno e notte un corpetto restringente per il giro vita. I risultati sono impressionanti e fanno pensare a Betty Boop, il personaggio dei cartoni animati dalle forme iperboliche e surreali. A causa dello spazio ridotto dell’addome Michele è costretta a fare 10 micropasti al giorno e i suoi addominali non sono in grado di tenerla in posizione eretta. Il suo obiettivo? Battere il record di girovita più stretto del mondo, attualmente di 34 centimetri. Non sappiamo cosa augurarle.

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UN BLOB

NEL PANINO

Sapete cos’è il “pink slime”? Tradotto in italiano “melma rosa”, è un composto di scarti di carne, disinfettato con ammoniaca e prodotto negli USA. Nel 2001, il Ministero dell’Agricoltura statunitense l’ha riconosciuto adatto anche all’alimentazione umana e negli ultimi tempi si è scoperto che moltissimi produttori lo usavano negli States per aumentare il volume della carne in hamburger, wurstel, kebab, ripieni di paste, salsicce, salami, ecc. A seguito dell’attenzione dei media sulla faccenda, un passo indietro da parte di alcuni fast food e industrie c’è stato, ma resta comunque il dubbio su chi sì e chi no. E se pensate che il problema sia solo degli USA, occhio come sempre all’etichetta: quando su prodotti confezionati a base di carne trovate la scritta MSM (Mechanically separated meat, cioè “carne separata meccanicamente”), si tratta di scarti di lavorazione; praticamente di una specie di pink slime! L’unica notizia “positiva” è che la Commissione Europea sta a questo proposito preparando una legge alimentare più severa. Ma intanto...

SALVATO IL

CANE SALSICCIA

Pesare 34 chili e avere 5 anni. Il povero Obie era diventato lo zimbello di Portland, dove viveva una vita sedentaria insieme ai suoi due padroni pensionati. Lo chiamavano tutti “il cane salsiccia”. Sul muso del povero bassotto è infine tornato il “sorriso” quando la sua nuova padrona (la veterinaria Nora Vanatta) l’ha aiutato a ritrovare il suo peso forma di 10 chili. In meno di un anno, Obie è diventato uno dei cani più amati e più a stecchetto su Internet.

OLIO (NON DI GOMITO)

e dimagrisci

Ne abbiamo le prove: l’olio extravergine di oliva può far perdere peso. I suoi grassi monoinsaturi infatti attivano una proteina che sollecita le cellule a bruciare l’energia in eccesso (e quindi i grassi) sfruttando il calore del corpo. Due ricerche in due diverse università degli Stati Uniti hanno portato alla stessa conclusione: una dieta ricca di grassi monoinsaturi aumenta il tasso metabolico, incrementando il consumo energetico. Consumare olio extravergine d’oliva e frutta come noci, mandorle e nocciole, in quantità costante e moderata, è un modo intelligente per prenderci cura del nostro benessere.

PATATA O POMODORO?

TOMtATO!

Sviluppata da una società britannica, sta finalmente per arrivare anche in Italia la tomtato, una pianta destinata a rivoluzionare i nostri orti. Alla sua base, infatti, crescono le patate, mentre sulla sommità riescono a maturare fino a 500 pomodorini. Per una volta, l’ingegneria genetica non c’entra. La pianta è il frutto di un accurato innesto naturale e privo di controindicazioni. Ci sono voluti 15 anni di sperimentazione per raggiungere questostraordinario risultato.

Novembre 2013 • DIMENSIONEBENESSERE

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CURIOSANDO

STORIE INCREDIBILI

5,67m di

CAPELLI?

È possibile! La sua chioma è entrata nel Guinness dei primati. Ecco l’incredibile storia di una piccola cinese e dei suoi lunghissimi capelli corvini di Amanda Israel

H

a 53 anni, è originaria della regione dello Shenzen, e vive a Guilin City, in Cina. La sorridente Xie Qiuping è una donnina minuta, ma in testa ha qualcosa di grande: è infatti entrata nel Guinness World Record nel 2004 per essere la donna con i capelli più lunghi al mondo. Nonostante l’altezza ridotta di Xie, la sua capigliatura sembra non conoscere limiti.

La sua “criniera” è lunga infatti 5 metri e 67 centimetri. Dal 2004 è la donna con i capelli più lunghi del mondo (dato ufficializzato dal Guinness Book of Records), e nessun’altra finora è riuscita a sottrarle il primato. Non è un caso che una delle frasi più ricorrenti di Xie sia proprio “devi essere paziente”, nonostante la sua scelta di non andare dal parrucchiere non rischi tentennamenti. La sua passione tricotica (l’amore per i capelli) arriva al punto che Xie giri “ormai regolarmente accompagnata da un’assistente che mi sorregge i capelli quando cammino”. “Ho 53 anni e non taglio i capelli dal 1973. Avevo 10 anni, e da allora li lascio crescere”, racconta Xie. “Per me i capelli non sono una limitazione. Ci sono abituata, l’importante è non vacillare”. Recentemente ha raccontato al quotidiano Asia News il suo segreto per avere

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...e anche

6,8 m!

Si chiamava Tran Van Hay, era vietnamita, e quando è morto nel 2010, all’età di 79 anni, i suoi capelli misuravano la bellezza di 6,8 m di lunghezza! Non li tagliava da ben 50 anni, perché riteneva di non amvmalarsi più da quando aveva smesso di farlo. Teneva la lunga e pesantissima chioma racchiusa in una sciarpa, e una volta arrotolata riusciva persino a mantenerla in equilibrio sulla testa! Gli dispiaceva però di non poter andare sulle moto-taxi, in quanto gli era impossibile indossare il casco!


“Per me i capelli non sono una limitazione. Ci sono abituata, l’importante è non vacillare!”

mondo che detengo. Si chiama Cheng Shiqiong, e si fa crescere i capelli dal 1996. Ma non mi preoccupo, la mia è solo una passione smodata per i capelli, non è un fatto di credenze popolari o di competizione. E comunque, i suoi capelli sono lunghi solo la metà dei miei!”

capelli così lunghi e al contempo belli: “Al di là della cura quotidiana, sono importanti gli ‘aggiustamenti interni’: avere un atteggiamento sano nei confronti della vita è il modo migliore per preservare la propria bellezza”. I capelli di Xie sono di un nero corvino e immediatamente portano alla mente la fiaba di Rapunzel che, rinchiusa in un’alta torre senza porte e scale, riesce a farsi salvare dal principe gettando all’amato la sua lunghissima treccia da usare come fune per arrampicarsi fino a lei. Diversamente dalle fiabe, però, il lieto fine dell’avventura di Xie Qiuping non è garantito. Infatti, non è l’unica donna cinese ossessionata dalla lunghezza dei capelli. Tutte le donne Red Yao, una minoranza etnica del villaggio Huangiuo Yao, tagliano i capelli una sola volta nella loro vita, a 16 anni. Poi entrano in età da marito e smettono di tagliarli, convinte che una moglie dai capelli lunghi porti in casa longevità per tutta la famiglia. Xie, in ogni caso, non sembra curarsi di eventuali rivali e dichiara: “So di avere una contendente per il primato del Novembre 2013 • DIMENSIONEBENESSERE

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Preziosa e magica, la Melagrana è un “talismano color rubino” con centinaia di semi che assomigliano a splendide gemme, ricchi di principi attivi benefici per la cute. I Laboratori Helan hanno sviluppato una nuova linea di prodotti che sprigionano un’affascinante fragranza fruttata ma allo steso tempo speziata, quindi sensuale e avvolgente. • Formulati con estratti vegetali • Senza petrolati, olii minerali e lanoline •Senza parabeni •Senza coloranti •Senza SLS e SLES** •Realizzati per ridurre il rischio di allergie da metalli pesanti

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Corinne

Cléry: Di origini italiane, e ormai residente a Roma da tanti anni, l’attrice ci racconta i suoi ricordi, il suo amore per il Bel Paese e i suoi progetti per il futuro di Alberto Motta

vivo al

massimo, faccio tutto “a palla”! Novembre 2013 • DIMENSIONEBENESSERE

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CURIOSANDO

VIP Una fobia vera e propria. Proprio non ragiono più, quando mi capita: infatti litigavo in trasmissione con il mio ex (Angelo Costabile, di 35 anni) perché sceglieva apposta delle case brutte per entrare in competizione con me. Mi è dispiaciuto non essermi divertita a causa di Angelo che aveva perso la testa per il gioco. Quindi ora che siamo stati eliminati, lui è andato per la sua strada e io mi godo il mio casale fuori Roma, nella Tuscia. Faccio la gentlewoman di campagna e se vedo un ragno, parte la disinfestazione drastica. Da Bond Girl a donna di un altro uomo bellissimo, il suo ex compagno Angelo Costabile che ha 28 anni meno di lei. Qual è la ricetta segreta del suo fascino? Sono molto, molto fortunata. Non faccio palestra e mi piace mangiare bene, bere un buon vino, anche due bicchieri, godermi la vita in tutte le forme. Dopo che è morto mio marito (il 7 aprile 2010) il dolore è stato tale che oggi voglio vivere al massimo: faccio tutto “a palla”. Come vive l’amore a 63 anni? Ho imparato a distinguere il vero amore dalle passioni. Le passioni dico sempre che sono “a scadenza”: puoi lasciarti coinvolgere, ma non devi mettere in discussione tutta la tua vita per esse perché dopo un paio d’anni terminano.

È

originaria di Parigi Corinne Cléry (Francia, 23 marzo 1950) e come tutti i parigini ha uno spirito tenace e indipendente. E anche se dall’età di 21 anni ha scelto il Bel Paese come propria dimora, la simpatica sfrontatezza tutta francese dell’attrice è ancora intatta. Dimensione Benessere l’ha incontrata per voi. Signora Cléry, iniziamo l’intervista dalla sua recente avventura televisiva su Pechino Express. Su Twitter era amatissima, come l’ha vissuta? È un’esperienza che rifarei, anche se è stata molto tosta fisicamente e psicologicamente. Mi ha ricordato che mezza popolazione mondiale non ha niente. Insomma, mi ha fatto bene A quali condizioni, però... Siamo stati anche fortunati, devo dire. Inoltre, per contratto avevo preteso di scegliere la casa in cui dormire. Come mai? Ho paura dei ragni. A 11 anni mi trovavo a casa dei miei zii sui Pirenei. Stavamo giocando a nascondino in giardino, avevo un braccio rotto e un’ingessatura che fasciava tutto il busto; per nascondermi mi infilai nel capanno degli attrezzi. Quando uscii, ero totalmente ricoperta di ragni. Alcuni stavano per entrare nell’ingessatura. Ancora adesso, mentre lo racconto, mi viene da grattarmi.

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Quali sono state le sue storie sentimentali importanti? Guardi, mi sono sposata a 17 anni e mezzo e sono sempre stata sposata o fidanzata, ho avuto tre grandi amori che porto sempre nel cuore, altri due grandi amori con cui non sono stata sposata, mentre le altre sono state grandi passioni. A proposito di amori, come mai ha scelto di vivere in Italia? A 21 anni mi trovavo in vacanza a Saint Tropez e conobbi un bellissimo ragazzo di Roma di 25 anni. Dopo una settimana mi disse: “O vieni via con me o io non torno in Italia”. Siamo stati sposati per 3 anni e insieme per 7. Poi però ci rimase? Certo, era bellissima e io ero fissata con l’Italia. Ho origini italiane (il mio cognome è infatti Piccolo) e quando vivevo a Parigi insistevano nel dirmi che le nostre origini italiane risalivano solo a generazioni addietro... eppure per me rimaneva un pensiero fisso. Alla fine ebbe ragione. Esatto, infatti abito ancora a Roma e a volte nel casale dove sto con mio figlio e le mie nipotine. È il nostro rifugio di famiglia per non perderci. Non si dichiara un sex symbol, ma è una persona di grande fascino... Dove nasce il fascino? Fascino è avere personalità. Essere bella e inutile non va bene, anche se sei giovane; non è un fatto di età. È una questione di intelligenza, ironia, tenersi a posto, in forma. Preferisce il cinema, il teatro, la tv o la vita privata? Il teatro è il mio grande amore, ma la vita privata è fondamentale: mi occupo della mia famiglia, deve poter contare su di me sempre, non potrei rinunciarci.


avere?”, intendendo dire che basta poco per vivere bene. Anche lei da ricchissima si trovò in povertà e lavorò come serva.

Come passa le sue giornate romane? In modo molto semplice: mi sveglio verso le 8, traffico in casa, telefono, faccio la spesa, pranzo sempre con le amiche e ridiamo come delle matte (ho amiche che frequento da 36 anni). Il pomeriggio sto con i miei cani, esco con loro, guardo un film, leggo e poi ho l’aperitivo! Essendo single da un mese e una settimana esco al tramonto, bevo un bicchiere di vino con le amiche e verso le 22 vado a letto. Parlava di amicizia. Avrà litigato con qualche sua amica storica? Impossibile, non mi arrabbio con le mie amiche, ma non discuto neanche. La mia migliore amica la chiamo “il mio marito”, perché si preoccupa sempre per me. Se sono da sola al casale mi chiama tutte le sere e tutte le mattine e a pranzo. Guai chi me la tocca.

E cosa significa trovare la propria dimensione? Io l’ho trovata, la mia dimensione, e la mia serenità data dal fatto che posso guardare tutti in faccia, non ho scheletri nell’armadio. Ho cresciuto da sola mio figlio Alex, vedo crescere le mie nipotine, ho scelto di dedicare loro molto tempo. Ho raggiunto il tipo di vita che mi porterà alla mia vecchiaia: ho lavorato tanto, ho avuto successo, ho perso tutto, sono ripartita, non ho mai chiesto niente a nessuno. Sono soddisfatta, voglio essere amata per quello che sono. Diceva che ha perso tutto, cosa le è successo? Una persona che ho frequentato in passato si era intestata tutte le mie proprietà ed era sparita, mentre io ero all’estero. Da quell’esperienza capii la massima di mia nonna che mi diceva sempre: “Ma quanti frigoriferi devi

Che progetti ha per l’immediato futuro? Sto pensando a un testo teatrale da mettere in scena il prossimo anno. Poi mi godrò per un po’ la campagna e questo mese andrò in Africa. Ha dei consigli di vita per i nostri lettori? Penso che ognuno debba prendersi le proprie responsabilità: se va male un rapporto bisogna andarsene, non si deve avere paura della solitudine, e bisogna sempre lavorare, dipendere da se stessi… anche se si ha un compagno non bisogna fare affidamento solo su quello, fidarsi delle proprie forze. L’indipendenza è troppo importante. E da cosa dipende il suo carattere indipendente? Sono fatalista, ma so sempre cosa non voglio. Sono cresciuta in una famiglia molto benestante e protetta ma di grande dialogo. A 17 anni e mezzo mi sono sposata e quando io e mio marito ci siamo divisi ho capito che niente è definitivo, che dovevo lavorare di testa e fisicamente.

Pettegolezzi

dal passato

COCO CHANEL

La lunga vita dell’inventrice della moda moderna Nacque nel 1883 e morì nel 1971. Gabrielle Bonheur Chanel (questo il suo nome di battesimo) passò attraverso due guerre mondiali, eppure la sua lunga e travagliata vita fu tutta dedicata alla moda, allo stile, all’eleganza. Non solo: inclusa da Time Magazine tra le 100 persone più influenti del 20° secolo, Coco Chanel fece molto di più: liberò le donne dai complicati abiti ottocenteschi. La sua fu una vera rivoluzione: indossò per prima pantaloni da uomo, t-shirt senza maniche e collo, insomma fece del pratico abbigliamento sportivo maschile un esempio di stile tutto femminile.

Nata nel sud della Francia, non era di famiglia benestante, eppure riuscì a far vestire le grandi dame parigine come delle segretarie di provincia, una provocazione che la rese immortale. È celebre per le sue regole: “La natura ti dà la faccia che hai a 20 anni, è compito tuo meritarti quella che avrai a 50” era la sua preferita. Il suo motto, che sembra essere anche quello di Corinne Cléry, è: “Non mi pento di nulla nella mia vita, tranne di quello che non ho fatto”.


ANGOLI DI PARADISO

SALUTE E BELLEZZA

Quando il week diventa di Nicola Santini e Tommaso de Mottoni

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di-vino

Vino... non solo berlo, ma anche tuffarcisi, goderne i benefici sulla pelle, sulla circolazione e sull’equilibrio psicofisico. L’agenda di Bacco si ferma in due angoli di Paradiso tutti da degustare...

E

siste un momento dell’anno in cui il sole tramonta presto. Prestissimo. In cui l’odore della legna bruciata e i colori caldi che invitano ad abbassare le luci ci fanno sentire tutt’uno con la natura che ci circonda, anche se questa entra solo dalla finestra. E in cui un bicchiere di vino rosso è già sufficiente per dire addio allo stress delle ore precedenti, quelle alle prese con le faccende domestiche come con l’ufficio, con la scuola dei bambini o le riunioni condominiali. Sulle proprietà miracolose del nettare degli dei si sono scritti fiumi di parole e riempite quantità innumerevoli di calici. Per brindare, per celebrare un’eucarestia, per dare inizio a una storia, per segnare, semplicemente la fine di una giornata e dare il benvenuto a una serata. Ma anche per mettere allegria, inebriare, sciogliere le timidezze, esaltare un sapore a tavola, fare la pace dopo un litigio.

Vino in chiave di bellezza

Se scomodando il palato e il gusto per le cose buone, difficilmente ci troveremo impreparati, non tutti però sono a conoscenza delle proprietà del vino in termini di wellness e beauty, territorio che i pionieri hanno iniziato a esplorare da circa un decennio in modo approfondito e che oggi è accessibile anche in piccole strutture di charme presenti nel nostro Paese. Relais, alberghi eleganti, beauty farm che strizzano l’occhio a madre natura anche nei trattamenti più all’avanguardia, hanno introdotto nei loro menu à la carte

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trattamenti di bellezza dove il vino è il grande protagonista. Toscana e Umbria le mete più gettonate, per il mix vincente di ottima cucina, scenari suggestivi che in autunno regalano cartelle cromatiche emozionanti, e cultura della materia prima, che coincide con la storia e la tradizione locale. Il vino e le sue proprietà per il benessere erano già conosciute ai nostri antenati. L’avanguardia oggi consiste nel saper dosare i saperi di ieri con i bisogni di oggi. I principi attivi dell’uva sono alla base di trattamenti rivitalizzanti, antiossidanti, depuranti, idratanti, leviganti, nutrienti e tonificanti per la pelle. A prescindere da tutto questo, però, anche il semplice pensiero di farsi un bagno in un tino antico, tra le cantine, tra i profumi delle botti che da decenni custodiscono saperi e sapori, immersi nell’essenza di uva quando fuori il freddo regna sovrano, è un’esperienza che almeno una volta nella vita va fatta. Ne risentono positivamente l’umore, il senso del bello, l’amor proprio e dal punto di vista fisico abbiamo fatto il pieno di sostanze remineralizzanti. La cantina dell’albergo “Le Tre Vaselle”, in Umbria.


La suite “Sogni di Bacco” del Relais Castellare de Noveschi.

Dormire... in una botte

L’indirizzo toscano da mettere in agenda è Il Relais Castellare de Noveschi, nel Chianti, la patria iconica (e non solo) del vino nel mondo. Una torre datata 1200 e una fortezza adiacente ospitano otto camere in tutto. Unica e suggestiva la suite “Sogni di Bacco”, dove si può dormire in una stanza ricavata da un antico tino, e dove il profumo del legno di botte rigenera e inebria i sensi. Antiquariato e arredi moderni ne sintetizzano le filosofia: tanta storia, tradizione, ma anche tutto ciò che la vita di oggi richiede. Da lì si accede alla zona benessere, dove si può provare un trattamento agli estratti di vino e sali riattivanti, utilizzati in sinergia per il raggiungimento del relax e del benessere per lo spirito e il corpo. Una champagneria con etichette selezionate completa il quadro godereccio che riporta l’uva al suo uso più comune ma non meno apprezzabile.

Un po’ di storia La Vinoterapia nasce a Caudalie, Bordeaux, dall’impegno e dall’idea di due imprenditori, Mathilde e Bertrand Thomas, che nel 1999 fondarono la prima SPA al mondo di Vinotherapiè, per creare una condizione di relax e piacere che attenua i segni che la vita moderna ci infonde con la sua frenesia. La Vinoterapia è basata sugli stessi principi curativi della Talassoterapia e della Balneoterapia, con il valore aggiunto di impiegare l’uva in tutte le sue forme ed estratti. L’azione dominante è quella antiossidante, rigenerante, disintossicante e levigante; l’effetto è quello di ottenere una pelle rinnovata, idratata, tonica con una “Nuova Luce”.

Guardandosi intorno

Se la tentazione, comprensibilissima, è quella di chiudersi dentro questi piccoli paradisi e buttare le chiavi, non sono da perdere i paesaggi circostanti, fatti di colline, torri antiche, residenze storiche: percorsi da fare a piedi o in bicicletta, oppure in auto, di ritorno in città aggiungendo (nel baule) ai diari di bordo le soste nelle piccole produzioni locali, perché il fascino della bottiglia comprata in cantina, si sa, è la punteggiatura finale di una storia scritta di un rosso che conquista tutti, astemi compresi.

Dal bagno nel succo d’uva al brindisi

Girando verso l’Umbria, ci si immerge in acqua calda, vino Sangiovese, foglie di vite rossa e succo vergine d’uva con azione antiossidante, drenante, rivitalizzante, ammorbidente e riparatrice dei capillari, e non c’è nemmeno bisogno di rivestirsi per un calice di vino rosso: al trattamento si abbina la degustazione di vini di eccellenza. Si fa da soli o in coppia, in una cabina suite privata, alla spa Bellauve dell’albergo “Le Tre Vaselle”, indirizzo a 5 stelle che ha fatto dei trattamenti a base di vino il suo cavallo di battaglia. Si usa il vino per lo scrub al viso e al corpo con olio di vinaccioli e macerato di rosmarino per purificare, idratare e riattivare la circolazione, ma anche per un peeling più profondo, utilizzando il mosto d’uva Sangiovese per levigare e nutrire la pelle, sorseggiando una tisana alle foglie di vite rossa che combatte appesantimenti e gonfiori. Tra gli altri trattamenti che meritano, il massaggio plantare al nettare di vino “Ai piedi di Bacco”, per quelli che sanno che il benessere parte dai piedi. Punto di riferimento per l’enoturismo locale, il contesto è quello della casa umbra antica. Mura spesse, arredi d’epoca, e una collezione di vasi appartenuti a un convento francescano del XVII secolo in ceramica dai quali prende il nome la residenza. Novembre 2013 • DIMENSIONEBENESSERE

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SALUTE E BELLEZZA

Speciale benessere

Metalli pesanti, come difenderci?

Sono nell’aria, nella terra e nei mari, quindi nei cibi, ma anche negli utensili che usiamo per cucinare e nell’acqua del rubinetto. Troppi metalli nella nostra vita quotidiana: ecco cosa dobbiamo sapere per difenderci

Il vizio del fumo comporta un’assunzione di cadmio, la cui presenza è elevata nelle sigarette.

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ercurio, alluminio, cadmio, piombo, arsenico. Tutti i giorni il nostro organismo entra in contatto con questi metalli, presenti negli alimenti, nell’acqua, nei contenitori e nelle carte che usiamo per cucinare, scaldare e conservare i cibi. E poi ci sono le città, sempre più inquinate, che contribuiscono notevolmente a intossicare il nostro corpo compromettendo il benessere di ognuno di noi. Un regolamento europeo del 2002 stabilisce i limiti della presenza dei metalli pesanti negli alimenti; espressa come DGT, ovvero dose giornaliera tollerabile, è la quantità massima che se assunta tutti i giorni per tutta la vita non comporta rischi per la salute, ma è bene sapere che questa soglia, espressa in microgrammi per chilo di peso corporeo, si abbassa in neonati, bambini e donne in gravidanza. E sebbene l’EFSA, l’organismo

di Roberta Mastruzzi che fornisce consulenza scientifica agli organi europei deputati a stabilire questa soglia, sia costantemente al lavoro per aggiornare i dati, resta lecito il dubbio di una sovraesposizione ai metalli, poiché, come vedremo, sono ormai davvero dappertutto.

Dove li troviamo?

“I metalli sono presenti naturalmente nell’ambiente che ci circonda: nel terreno, nell’acqua e nell’atmosfera, e raggiungono il nostro organismo principalmente con l’alimentazione. Per effetto delle attività agricole intensive, dei gas di scarico, dell’inquinamento dei mari e della contaminazione dei cibi durante la lavorazione e conservazione, la loro concentrazione negli alimenti è notevolmente aumentata negli ultimi anni. In particolare, troviamo il mercurio nei pesci soprattutto i grandi predatori come tonno e


Occhio ai vaccini!

I vaccini possono essere una fonte di intossicazione da mercurio. Le case farmaceutiche sono obbligate a dichiarare la presenza di mercurio nei vaccini solo se questo viene usato come conservante, quindi non può esserne esclusa del tutto la presenza solo perché non indicato in etichetta. La tossicità da mercurio si ha infatti quando l’esposizione è maggiore rispetto alla capacità dell’organismo di eliminarlo. Ecco allora alcune regole da seguire per la vaccinazione dei più piccoli: - Assicuratevi che siano in buona salute quando li sottoponete a una vaccinazione. - Richiedete vaccini totalmente privi di mercurio e alluminio. - Evitate di somministrare più vaccini in un’unica dose.

Una questione che fa acqua! • I metalli pesanti possono essere presenti anche

nell’acqua di casa, rilasciati dai rivestimenti dei tubi. “I tubi vecchi sono protetti da una patina di calcare che stabilizza la zona di contatto, per cui non danno problemi. Paradossalmente sono i tubi nuovi che potrebbero eventualmente risultare più pericolosi”, ci spiega la dr.ssa Borrometi. • “Assicuratevi che le tubature di casa siano di materiali inerti (come acciaio o polimeri) e non di piombo o rame”, è il consiglio della nostra consulente. “E sappiate che se avete dubbi, è vostro diritto chiedere all’amministratore di condominio di verificarlo”.

pesce spada; il cadmio nei cereali; il piombo in frutta e verdura (ma lavando bene la buccia, si riesce a toglierne circa il 70%); l’arsenico inorganico principalmente nei frutti di mare, ma anche in acqua, caffè e cereali.

Attenzione ai contenitori

Se la presenza dei metalli pesanti nei cibi è un argomento di cui si sente spesso parlare, pochi si fermano a riflettere sul fatto che ormai la nostra cucina è invasa da contenitori e carte per alimenti in plastica, alluminio e quant’altro, e che molti cibi sono confezionati in involucri che contengono alluminio che spesso entra a diretto contatto con gli alimenti: pensiamo alla parte interna delle confezioni di molti surgelati, di biscotti e caffè, alle bibite in lattina. Abbiamo chiesto alla dr.ssa Antonella Borrometi, alimentarista di Altroconsumo, se questi sono sicuri per la nostra salute. “Il packaging deve rispondere a una legislazione ad hoc, dove sono fissati i valori per rendere sicure le confezioni e l’alluminio interno è generalmente rivestito”, ci spiega l’esperta di Altroconsumo. “Fate attenzione però, perché l’alluminio è un mate-

Una pessima abitudine è quella di fare jogging in mezzo al traffico. Se vivete in un’area con alte concentrazioni di smog o di impianti industriali, l’esposizione a mercurio e arsenico è maggiore. Meglio evitare quindi attività che richiedono un grande apporto di aria in cui sono presenti anche questi metalli. Evitate inoltre di portare fuori i più piccoli in zone trafficate, poiché i passeggini si trovano proprio all’altezza dei tubi di scappamento.

• Nell’acqua potabile è consentita la presenza di

massimo 10 microgrammi di arsenico per litro. Nel corso degli anni, però, molti comuni italiani, soprattutto in Lazio (emblematico il caso della provincia di Viterbo, dove dallo scorso aprile sono stati chiusi i rubinetti dell’acqua potabile) e Toscana, hanno superato il limite, raggiungendo anche livelli cinque volte superiori a quelli stabiliti dalla legge. Sulla questione è intervenuta la Commissione europea, chiedendo di riportare i valori nei termini stabiliti.

riale non adatto al contatto con alimenti acidi e salati, per esempio il pomodoro o il limone. Meglio evitare il contatto diretto e prolungato: rischieremmo che particelle di alluminio migrino verso l’alimento. Contatti prolungati, cioè maggiori di 24 ore, sono possibili solo con alimenti secchi, come legumi, zucchero, caffè e così via”. In generale, quindi, non è bene conservare gli alimenti cucinati in pentole di alluminio, meglio travasare il contenuto subito dopo la cottura in contenitori più adatti, come il vetro. In ogni caso, materiali come pirex e acciaio risultano in generale più sicuri anche per cucinare. Prestate poi attenzione al packaging dei prodotti: meglio controllare che l’alluminio interno sia rivestito perché non sempre è così. Le conserve in vetro restano comunque le più raccomandabili. Per quanto riguarda le carte per alimenti, evitate di usare quelle di alluminio per la cottura(come i “famosi” cartocci) e per la conservazione di cibi acidi (come detto, pomodoro, limone, aceto) e le pellicole trasparenti con i cibi molto grassi, come formaggi e salumi, perché questi potrebbero portare alla migrazione di particelle dannose (le pellicole traspa Novembre 2013 • DIMENSIONEBENESSERE

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Per favorire la disintossicazione dai metalli

renti contengono ftalati, additivi chimici organici prodotti dal petrolio che la rendono elastica, ma considerati potenzialmente cancerogeni).

Gli effetti

Ma quali sono i rischi di una sovraesposizione ai metalli pesanti? L’intossicazione da alluminio può dare sintomi come nausea, infiammazioni gastrointestinali, crampi, problemi renali, mentre alcuni studi sostengono che possa causare anche danni cerebrali e favorire l’insorgere del morbo di Alzheimer. Il mercurio assorbito dall’intestino si accumula invece nel cervello e, a concentrazioni elevate, diventa neurotossico ed è nocivo soprattutto per i bambini. “Le donne in gravidanza e allattamento non dovrebbero consumare più di 100 grammi alla settimana di pesci predatori di grandi dimensioni, mentre per i bambini tra i 7 e 12 anni suggeriamo di non superare il tetto di 50 grammi a settimana”, ci consiglia la dr.ssa Borrometi. Il cadmio è molto tossico per i reni e se assunto in quantità elevate può provocare gravi disfunzioni renali, ma anche demineralizzazione delle ossa. Inoltre, è considerato un elemento cancerogeno. “Bambini, fumatori e chi segue una dieta vegetariana rischiano di superare la dose settimanale tollerabile di esposizione”. Il piombo assunto dall’organismo finisce nel sangue, nei tessuti molli e nello scheletro, dove rimane per decenni. La tossicità si manifesta soprattutto a carico del sistema nervoso centrale, con riduzione del quoziente intellettivo. “Anche in questo caso, i più vulnerabili sono i bambini e le donne in gravidanza, poiché il piombo attraversa la placenta e passa al feto”. L’arsenico inorganico, di

Per aiutare il nostro organismo a eliminare i metalli pesanti, soprattutto se si è coscienti di una sovraesposizione, può essere utile seguire, a cicli, questo schema, suggerito dal dr. Ivo Bianchi. - Vitamina E liquida, 30 gocce al risveglio. - Complesso di vitamine del gruppo B, 1 capsula prima di pranzo. - Cisteina 500 mg 1 capsula dopo colazione e cena. - Selenio metionina (100 mcg) 1 capsula dopo cena. Il selenio è un antiossidante che lavora in sinergia con la vitamina E. È anche un componente del maggior enzima antiossidante cellulare, la glutatione per ossidasi, che riduce la potenziale tossicità di mercurio, argento, cadmio, mentre la cisteina è un amminoacido importantissimo per disintossicarsi. cui ricordiamo che in Italia al momento non esistono ancora leggi di regolamentazione per la sua presenza nei cibi, è associato a problemi di salute come lesioni della pelle, malattie cardiovascolari e alcune forme di tumore. Una recente ricerca di Altroconsumo ha messo in evidenzia come questo metallo sia presente soprattutto in cozze e vongole, nelle quali sono stati trovati quantitativi che in alcuni casi superavano i limiti giornalieri raccomandati per i bambini.

E allora, come difenderci?

Una dieta variata è come sempre la nostra migliore alleata. Una dieta equilibrata e non monoto­na, dove si cambia il tipo di frutta e verdura e si alternano i diversi tipi di pesce, consumando con moderazione pesce spada, tonno e frutti di mare, è la migliore soluzione. Ricordate poi di lavare con attenzione frutta e verdura: il lavaggio con acqua corrente aiuta a eliminare alcuni metalli pesanti che si depongono sulla superficie. Infine, non sarebbe male aiutare l’organismo, e in particolare il fegato, il nostro organo depuratore, ad eliminare le “scorie” e disintossicarsi, attraverso l’uso di integratori a base di glutatione, zinco, selenio e vitamine, in particolare la E e quelle del gruppo B.

Le otturazioni sono PERICOLOSE? L’otturazione può essere eseguita adoperando due materiali: l’amalgama o il composito. Quest’ultimo è attualmente il più usato: formato da quarzo o vetro in una matrice resinosa, dà come risultato un colore simile a quello dei denti naturali. L’amalgama, usato soprattutto in passato, ma ancora oggi utilizzato poiché è un materiale più economico (sebbene sia stato vietato in alcuni Paesi del Nord Europa), è costituito da diversi metalli, tra cui il mercurio (presente fino al 50%). Secondo fonti accreditate, per effetto della corrosione derivata dall’acidità della saliva, dallo spazzolamento,dall’abitudine di masticare chewing gum o di mangiare cibi troppo acidi o troppo caldi o salati, il mercurio viene lentamente rilasciato nella cavità orale. Una parte di questo viene smaltito dal nostro organismo, un’altra parte si accumula nei tessuti, col rischio di un’intossicazione cronica. La rimozione di vecchie otturazioni con amalgama è però un’operazione delicata: andrebbe eseguita valutando attentamente i costi/benefici e inoltre il dentista dovrebbe adottare tutte le precauzioni necessarie affinché il paziente non respiri i vapori del mercurio durante l’intervento e smaltire poi l’amalgama come rifiuto tossico per non inquinare l’ambiente.

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Buono a sapersi

SALUTE E BELLEZZA

grana

Padano: il formaggio

salute della

A cura dello Staff ENGP

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cquistiamo Grana Padano DOP perché vogliamo portare in tavola un alimento dal sapore unico per le tante possibilità gastronomiche, ma non tutti sanno di acquistare anche nutrienti importanti per la salute: Grana Padano è un valido alleato da inserire nell’equilibrata alimentazione quotidiana di grandi e piccini. Il Grana Padano DOP è un concentrato di latte: ne occorrono 15 litri per farne un chilo. In 100 g di Grana Padano ci sono tutte le proteine, vitamine e sali minerali di 1,5 l di latte, ma con meno grassi del latte intero, perché parzialmente decremato durante la lavorazione. Mangiando anche solo 25 g di formaggio, che forniscono appena 98 kcal, si assumono quantità importanti di nutrienti: 8,5 g di proteine di alto valore biologico, 300 mg di calcio, 2,7 mg di zinco, 56 mcg di vitamina A e 0,75 di B12 e tanti altri minerali e vitamine.

Buono per tutti

La salute delle persone è molto legata all’alimentazione e la varietà degli alimenti è indispensabile per assumere tutti i nutrienti necessari ogni giorno al nostro organismo, nel Grana Padano troviamo quantità significative di macro e micronutrienti in base alle quantità consigliate dai LARN della SINU (Società italiana di Nutrizione

Umana). Questo formaggio è in grado di contribuire alla nostra salute in quanto apporta nutrienti essenziali, cioè quelli che si possono assumere solo da certi alimenti, perché il nostro organismo non è in grado di sintetizzarli. I bambini di 10 anni necessitano di circa 1 g di calcio ogni giorno, le donne intorno ai 50 anni di 1,2 g; 25 g di Grana Padano soddisfano circa un quarto del fabbisogno di questo minerale, oltre a fornire quantità importanti di antiossidanti come la Vitamina A, lo zinco e il selenio, per combattere i radicali liberi. I nutrienti del Grana Padano, dosandone le quantità in base alle caratteristiche di ognuno, sono utili a tutti indipendentemente da età, sesso e quantità di attività fisica. Una gestante ha necessità differenti, rispetto a una coetanea non gravida. I bambini devono crescere, hanno quindi bisogno di proteine di alto valore biologico, le stesse che necessitano agli sportivi, anche se in maggiori quantità. Le vitamine del gruppo B sono necessarie per il metabolismo e tante altre funzioni, la B12 è indispensabile per il sistema nervoso a tutte le età. Senza assumere quantità adeguate di calcio, fosforo e vitamina D, le ossa di bambini e adolescenti non crescono e quelle degli anziani e degli sportivi si rompono più facilmente.

CURIOSITÀ

Molti pensano che nel formaggio vi siano troppi grassi, in particolare quelli saturi, che apportano colesterolo, ma non è sempre così. Ovviamente dipende anche da quanto se ne mangia. Il 40% circa dei grassi del Grana Padano sono insaturi (quelli detti anche buoni), in 25 g ci sono 28 mg di colesterolo, circa il 12% del limite massimo (230 mg) concesso per una dieta di 2.100 calorie. Un uovo di gallina ne apporta 222 mg.

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SALUTE E BELLEZZA

SPECIALE NUTRIZIONE

FAVORIRE LA

Fertilità

A TAVOLA

Il rapporto tra fertilità e alimentazione è stato dimostrato da diversi studi. Scopriamo quali sono i cibi da preferire e le abitudini alimentari da evitare per chi desidera un figlio

A cura di Patrizia Pellegrini Naturopata Bioterapia Nutrizionale® Fiori di BachRiflessologia Plantare-Iridologia mail.patriziapellegrini@gmail.com www.associazione-tone.it

N

utrirsi è portare l’alimento nel corpo, fertilità è portare la vita in un seme. È molto frequente che arrivino all’attenzione di un naturopata coppie “apparentemente infertili”, dove l’approccio diagnostico non ha evidenziato problematiche funzionali, ma la difficoltà persiste. È questo il momento di valutare attentamente

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il rapporto tra fertilità e nutrizione. È indubbio, infatti, ed è stato dimostrato da diverse ricerche, che un’alimentazione corretta è direttamente collegata alla salute del nostro apparato riproduttivo.

Occhio a questi cibi

Quando si cerca di favorire la fertilità della coppia attraverso l’alimentazione, è bene tenere conto della tossicità alimentare, cioè la capacità di determinati cibi, anche in rapporto alla quantità assunta, di produrre effetti nocivi nell’organismo, tra cui anche le difficoltà riproduttive. Spesso incontriamo agenti tossici in ciò che mangiamo a causa dei trattamenti chimici a cui vengono sottoposti i raccolti e gli animali da allevamento (attraver-

so medicine o mangimi non biologici), ma anche una dieta squilibrata e sbagliata può comportare problemi di fertilità. Innanzitutto, quindi, è bene “convertirsi” al biologico e cercare di consumare frutta e verdura non trattate e carne proveniente da allevamenti il più possibile sicuri. Ma questo non basta!

Una scarsa assunzione di alimenti (anoressia) in età pre-puberale e puberale, con carenza di proteine, lipidi, oligoelementi e del colesterolo necessario per la produzione degli ormoni, può causare problemi di fertilità in età adulta.


Un eccesso di proteine e sali minerali (quindi carne, uova, formaggi stagionati) può portare a un progressivo eccesso di ormoni maschili nelle donne, con problemi conseguenti di ovulazione e fertilità. Anche troppi zuccheri e carboidrati raffinati (dolci, pane e pasta non integrali) possono creare squilibri metabolici in entrambi i sessi, e in generale l’obesità non aiuta chi vuole avere un bambino, perché la produzione di ormoni risulta in quel caso alterata. Attenti anche agli alimenti confezionati, specialmente quelli ricchi di coloranti e conservanti, perché affaticano il fegato, l’organo preposto a metabolizzare gli ormoni. Ultimo ma non meno importante: tali accorgimenti alimentari dovrebbero essere seguiti fin dalla pubertà, perché è proprio in quel periodo che l’organismo si prepara a diventare fertile.

Gli alimenti amici delle donne

Partendo dal presupposto che una dieta sana ed equilibrata, ricca di frutta e verdura e cereali integrali, aiuta in generale la fertilità della coppia, per le donne può essere utile inserire nella dieta un maggior quantitativo di alimenti che contengono estrogeni e fitoestrogeni (aiutano l’ovulazione), per esempio soia, pollo, legumi, salvia e borragine. È importante anche supportare con il cibo le varie fasi del ciclo femminile: nella prima fase (dal primo giorno mestruale al 14°) può essere utile consumare più proteine animali e soia, a scapito dei carboidrati, per sostenere la produzione di estrogeni; nella seconda (dal 15° giorno all’arrivo del ciclo mestruale), è bene invece aumentare l’apporto di carboidrati e stimolare la tiroide con le proteine del pesce e frutta come mandarini e ananas. In generale, può essere utile ridurre o evitare i lieviti e il glutine.

Un’esagerata assunzione di lattuga potrebbe inibire la libido e la funzione sessuale. Omega-3 (contenuti in pesce azzurro, salmone, crostacei), gli alimenti che apportano testosterone (abbacchio, capretto, coniglio, cacciagione, tartufo) e gli agrumi, ricchi di acido citrico, indispensabile per una normale costituzione del liquido seminale. Un aiuto fondamentale viene anche dallo zinco: bastano 20-30 g al giorno di semi di zucca secchi e non salati per garantirsi un apporto sufficiente di questo sale minerale che aiuta la maturazione degli spermatozoi. A quest’ultima contribuiscono anche altri semi come pinoli, mandorle, noci, nocciole e arachidi.

I NUMERI - Nei paesi occidentali, 1 coppia su 5 soffre di problemi di fertilità. - Una dieta sana riduce del 66% i problemi di ovulazione legati all’infertilità. - Le donne che consumano più di 5 caffè al giorno hanno il 50% di probabilità in meno di rimanere incinte.

E i futuri papà?

Quanto agli uomini, anche per loro l’alimentazione può essere una valida alleata della fertilità. In generale, i cibi ricchi di antiossidanti sostengono la spermatogenesi (produzione di spermatozoi). Molto utili risultano anche gli

ATTENZIONE

Le allergie o intolleranze alimentari devono essere tenute sotto controllo quando si cerca di avere un bambino: lo stato di infiammazione generale dell’organismo che comportano, infatti, è senz’altro nemico della fertilità.

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SALUTE E BELLEZZA

MEDICINA ALTERNATIVA

Reiki

l’energia che

risana

Niente a che vedere con religioni, sette o filosofie: il Reiki è una tecnica che tutti possiamo imparare, e che ristabilisce l’equilibrio interiore favorendo l’autoguarigione

I

a cura di Elisabetta Biagi Naturopata e Reikista

Un trattamento Reiki può variare nella sua durata da un minimo di 35 minuti fino a 1 ora circa.

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l Reiki è una tecnica atta a ritrovare e mantenere il benessere del corpo e della mente, messa a punto dal maestro Mikao Usui, esperto di arti marziali e studioso buddista, agli inizi del secolo scorso in Giappone e successivamente sviluppatasi in diversi metodi a oggi praticati. Già a partire dal nome, sta a indicare l’unione tra l’energia universale e quella individuale, e consiste in una serie di esercizi che ognuno di noi può imparare e praticare sugli altri come su se stesso, promuovendo così il benessere personale e l’autoguarigione.

Come si impara

Per acquisire la padronanza delle tecniche di Reiki, che si sono arricchite nel corso dei decenni, grazie alle varie esperienze di insegnanti e allievi,

occorre frequentare un corso di primo livello (che dura circa 12 ore), solitamente nel periodo di un weekend. Durante il corso, l’insegnante esegue una particolare tecnica su ogni allievo, da molti definita “attivazione” o “connessione con la fonte primaria”, e da quel momento si attiva la percezione e la capacità di far scorrere l’energia universale, ovvero la capacità di praticare il Reiki. Alla fine del corso, ogni allievo sarà in grado di ricevere e trasmettere questa energia. All’energia universale si potrà attingere ogni volta che si vorrà, lasciando che scorra dolcemente dentro di noi per uscire dalle mani. L’operatore Reiki è definito e considerato un canale, in grado di ricevere e trasmettere l’energia del Cosmo, proprio attraverso le mani, che saran-


Cosa significa Reiki?

Il termine è composto dalla parola Rei (energia universale, ciò che sta in alto) e dalla parola Ki (energia individuale, forza interiore, ciò che sta in basso). Reiki dunque è l’unione e l’amore tra energia universale e individuale. no appoggiate su di sé o sugli altri, oppure tenute a breve distanza dalla parte trattata.

A cosa serve

Quando l’energia vitale non fluisce regolarmente all’interno del nostro corpo, ci troviamo in una condizione di squilibrio energetico. La funzione principale del Reiki è quella di ristabilire l’equilibrio perduto. Praticare su se stessi oppure sottoporsi a una seduta di Reiki presso un Reikista porta al riequilibrio energetico, con-

trastando così i disagi quotidiani, riducendo ansia e stress, stimolando la concentrazione, il riposo e il rilassamento. A livello spirituale, il Reiki risveglia e potenzia la capacità di ascolto di sé e della propria unicità, nonché migliora l’intuitività. Questa pratica aiuta a sentirsi maggiormente in armonia con se stessi, con gli altri e con il tutto. Chi pratica il Reiki afferma che sembrerebbe avere risultati anche in campo medico, per esempio riducendo il dolore e i tempi di guarigione, oltre agli effetti collaterali dei farmaci. Del resto, secondo il Reiki anche la malattia è la manifestazione fisica di un disequilibrio a livello energetico, di “blocchi” che devono essere rimossi per permettere all’organismo di funzionare al meglio, nella perfetta interazione tra mente e corpo.

Il Reiki può essere praticato anche su neonati e bambini (li aiuta anche a rilassarsi e prendere sonno), nonché sulle donne in gravidanza, senza alcuna controindicazione. Si può perfino operare su animali e piante, che ne riceveranno evidenti benefici.

I cinque principi dell’evoluzione Spesso i maestri di Reiki seguono questi cinque principi per l’evoluzione spirituale stabiliti dal fondatore Mikao Usui: - Non ti arrabbiare - Non ti preoccupare - Sii riconoscente - Lavora duro (per migliorare te stesso) - Sii gentile con gli altri Novembre 2013 • DIMENSIONEBENESSERE

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naturalmente bene

SALUTE E BELLEZZA

prostata? “dolce” Problemi di

Ecco la cura

Prevenire per tempo i problemi di prostata si può, ma quando è necessario l’intervento, la novità è nel laser verde, grazie al quale il tessuto in eccesso letteralmente evapora e si riducono le complicazioni post-operatorie di Roberta Mastruzzi

Con la consulenza del Prof. Andrea Tubaro Professore associato di Urologia all’Università La Sapienza e Direttore dell’Unità operativa di Urologia all’Ospedale Sant’Andrea di Roma.

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U

n uomo su due, dopo i 50 anni, soffre di sintomi più o meno gravi determinati da un ingrossamento della prostata, e almeno la metà di chi ne soffre deve modificare il proprio stile di vita, assumere farmaci o eventualmente sottoporsi all’intervento chirurgico. L’argomento, del resto, è molto delicato. Tanti uomini, infatti, come ci spiega il Professor Andrea Tubaro, credono erroneamente che l’ingrossamento della prostata (ipertrofia prostatica benigna, o IPB) sia un tumore o temono l’intervento, per paura di perdere la loro virilità. “Le due sfere sono strettamente collegate e si influenzano a vicenda”, spiega il professore, “ma, al contrario di quanto si pensa, la risoluzione del problema prostatico migliora la vita sessuale del paziente, anziché peggiorarla”.

Come prevenire

Dopo i 50 anni, le dimensioni della prostata tendono ad aumentare e l’organo spinge sull’uretra provocando sintomi come bisogno di urinare spesso sia di giorno che di notte, desiderio urgente di urinare, incontinenza, difficoltà nella minzione, ma anche disfunzioni a livello sessuale. “Finché i sintomi sono lievi, si può tenere la patologia sotto controllo adeguando lo stile di vita”, continua il Prof. Tubaro. “Non ci sono regole che valgono per tutti: chi assume troppi liquidi dovrebbe bere un po’ meno, limitando soprattutto tè e caffè, che irritano la vescica. A volte basta ridurre le tazzine di caffè a 2 al giorno e già si vedono i primi miglioramenti. Altri invece non bevono abbastanza. La vescica, quando è sovraccarica, ha più difficoltà a svuotarsi: meglio cercare di urinare rego-


Controindicazioni L’unico problema che si può presentare con l’intervento (tuttavia a incidenza ridotta con la tecnologia Green Light) è quello dell’eiaculazione retrograda, che non compromette la vita sessuale del paziente, ma solo la sua fertilità. Vista l’età media di chi vi si sottopone, però, questo non dovrebbe costituire un problema.

larmente ogni 2-3 ore”. Da consumare con moderazione gli alcolici, i cibi piccanti e quelli troppo acidi. Sì invece al pomodoro, il cui licopene ha un effetto antiossidante per la prostata, e alla curcuma, nonché a noci, semi di zucca non salati e altri semi oleosi, ricchi di zinco, minerale che aiuta a prevenire e ridurre l’IPB. Meglio non dare troppa importanza agli integratori, invece, in quanto non è stata dimostrata la loro efficacia in questo senso.

Il buon esempio che viene dall’Oriente

“Studi epidemiologici hanno evidenziato che la dieta delle popolazioni asiatiche è tra le migliori per la salute della prostata. Gli occidentali consumano proteine e grassi in eccesso, mentre vegetali e soia sono un toccasana per la prostata. Di fatto, gli orientali hanno meno problemi di ipertrofia e tumore prostatico, tendenza che cambia quando emigrano nei nostri paesi e modificano le loro abitudini alimentari”.

Intervento? C’è una grande novità

Quando alimentazione e stile di vita non bastano a ridurre i sintomi, ed essi diventano più gravi, i farmaci possono migliorare la condizione del paziente, attutendoli. Ma se subentrano altre complicazioni (calcolosi vescicale, infezioni recidive, dilatazione del rene, insufficienza renale) può rendersi necessario l’intervento chirurgico. Niente paura, però, perché i progressi della medicina moderna sono dalla parte del paziente. “Oggi il 90% degli interventi avviene in endoscopia. Il problema maggiore sta nel fatto che durante l’intervento la prostata può sanguinare molto, e il problema diventa grave quando si devono operare persone in terapia con farmaci anticoagulanti o con problemi di coagulazione”. Complicazione risolta grazie a un’innovativa tecnologia chiamata “Green Light”, poiché sfrutta la capacità di un laser che emette una luce verde. “L’obiettivo è sempre quello di eliminare la zona centrale ingrossata, ma il laser scalda il tessuto da eliminare a una temperatura superiore a 300°C e questo praticamente scompare in una nuvola di vapore”. Il vantaggio del “laser verde” è che il sanguinamento è pari a zero. Quindi, anche chi non ha particolari problemi di coagulazione può godere del vantaggio di una dimissione precoce (basta in genere una sola notte di ricovero) e dell’assenza di complicazioni post-operatorie.

Sesso: spesso e volentieri

Il sesso fa bene alla prostata: l’eiaculazione frequente aiuta a ridurre la congestione prostatica determinata dall’accumulo del liquido seminale che la ghiandola produce.

• Cibi grassi • Diete ipercaloriche • Alimenti arricchiti con estrogeni • Superalcolici • Troppi caffè e tè • Astinenza sessuale

NO

SI

• Pomodoro (due porzioni al giorno) • Soia • Frutta e verdure fresche • Alimenti ricchi di selenio (uova, fegato, cereali integrali) • Curcuma • Alimenti ricchi di zinco (noci, semi di zucca, semi oleosi) • Acqua oligominerale (1,5-2 litri al giorno) • Vino (massimo due bicchieri al giorno) • Sport e attività fisica (ma equitazione e bicicletta con moderazione)


SALUTE E BELLEZZA

AROMOTERAPIA

TeaTree Oil vera panacea

Le incredibili proprietà dell’olio essenziale dell’Albero del Tè, detto anche Tea Tree Oil: nemico dei batteri e alleato del benessere del corpo e della mente

A cura di Fabio Nocentini Naturopata e scrittore www.fabionocentini.it olistik@libero.it

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alle foglie dell’Albero del Tè (Melaleuca alternifolia, di origine australiana), si ricava un olio essenziale, detto anche Tea Tree Oil, o olio di Melaleuca, che è uno dei rimedi più straordinari che la natura possa offrirci: un potente antibatterico, antivirale e antifungino naturale, utile contro candida, piede d’atleta, ascessi cutanei e dentali, infezioni intestinali e genitali, bronchiti, sinusiti, otiti, piorrea, stomatite aftosa, herpes simplex e zoster. Aiuta anche in caso di acne e foruncoli. E sulle punture di insetti, ne basta una goccia per disinfettare e lenire il prurito.

Contro lo stress e per la serenità mentale

Poche gocce nel diffusore di essenze, o su un fazzoletto da annusare più volte nella giornata, chiarificano la mente e sono indicate nell’affaticamento da stress e per il trattamento della cefalea. Essendo però la sua profumazione molto intensa, a qualcuno potrebbe risultare sgradevole: in questo caso, conviene unirlo a qualche goccia di olio essenziale di rosa o lavanda.

ATTENZIONE

Acquistate questo olio essenziale puro e assicuratevi che provenga da agricoltura biologica. Essendo molto concentrato, ne bastano poche gocce. Nei soggetti più sensibili, può causare prurito e irritazioni. Non usatelo sul contorno occhi e sfruttatelo solo per via esterna, senza ingerirlo. Internamente va assunto solo sotto controllo medico. DIMENSIONEBENESSERE • Novembre 2013

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Contro l’acne Gli sciacqui con acqua tiepida e qualche goccia di olio essenziale puro, si sono rivelati molto efficaci. Diluite le gocce di olio essenziale in puro gel d’aloe vera, e usate come idratante. Herpes labiale Ai primi sintomi del disturbo, applicate immediatamente sulla parte una goccia di olio essenziale puro di Melaleuca e continuate con il trattamento fino a completa risoluzione del problema che avverrà nel giro di breve tempo. Provare per credere! Piccole lesioni della pelle Applicate poche gocce di essenza pura, oppure preparate un gel antisettico, acquistando in farmacia un flacone di gel per apparecchiature elettromedicali. Vi basterà spremere in un barattolino di vetro l’equivalente di mezzo bicchiere di gel, stillare 18-20 gocce di essenza e mescolare con un cucchiaino di plastica. Sciacqui e gargarismi In un bicchiere di vetro mettete 1 dito di alcol alimentare a 90°, aggiungete 8 gocce di olio essenziale, agitate bene e riempite il bicchiere di acqua, per sciqcqui e gargarismi in caso di stomatiti, afte e mal di gola. Shampoo antiforfora Aggiungete a uno shampoo neutro e privo di profumazione 35-40 gocce di essenza ogni 100 ml di shampoo. Si può usare a giorni alterni. Dolori muscolari e reumatici In caso di dolori muscolari o reumatici, provate con un massaggio nella zona interessata, mescolando 6 gocce di olio essenziale di Albero del Tè con 20 ml di olio d’oliva o di mandorle. Per la casa Per pulire i pavimenti, aggiungete a un secchio d’acqua 15 gocce di essenza e mezzo bicchiere di bicarbonato. 10 gocce nell’acqua del bucato o nella vaschetta della lavatrice garantiscono igiene e profumo.


Fitoterapia e non solo

SALUTE E BELLEZZA

Piante benefici e curiosità Informazioni, consigli e interessanti curiosità sul variegato e coloratissimo mondo delle piante di Mila Cosentino

Ginseng, la radice che dà la carica

Eh sì, perché il prezzemolo ha tanti effetti benefici sul nostro Le sue proprietà toniche sono note fin dall’antichità, e sono state recentemente dimostrate da diversi studi scientifici. Il ginseng (il cui nome viene dal cinese jen shen, cioè “radice d’uomo”, per la sua forma che ricorda vagamente un corpo umano) può aiutarci proprio in questo periodo, contro raffreddori, epidemie di influenza e altri mali di stagione, poiché stimola il sistema immunitario e ha effetti antibatterici e antivirali. Come se non bastasse, ha anche altre qualità per cui apprezzarlo: aumenta i livelli di colesterolo HDL (quello “buono”), proteggendo il sistema cardiovascolare, riduce la glicemia nel sangue, protegge il fegato e ne migliora le funzionalità, stimola l’appetito, la digestione e la capacità dell’intestino di assorbire i nutrienti,

Vitamina A per una vista acuta? Un bluff tutto inglese

Quante volte abbiamo sentito ripetere che le carote fanno bene alla vista? La loro importanza per avere “occhi di falco” sarebbe dovuto all’alta concentrazione di betacarotene (precursore della vitamina A), che sicuramente ha la sua importanza nella salute degli occhi (interviene per esempio nella capacità di visione notturna), ma che in realtà è più utile per il benessere della pelle, che non della vista. E sapete da dove viene questo mito parzialmente da sfatare? Nientemeno che dagli scontri aerei della Seconda Guerra Mondiale: gli aviatori inglesi avevano ottenuto schiaccianti vittorie contro i tedeschi grazie alla scoperta del radar; dovendo mantenere il segreto, era stata fatta girare voce che la loro vista era migliore grazie al notevole consumo di vitamina A. I tedeschi ci hanno creduto... e successivamente un po’ tutto il mondo!

e sembrerebbe anche in grado di proteggere l’organismo dagli effetti delle radiazioni. Se volete farne uso, potete usare la polvere di radici, nella dose di mezzo cucchiaino da tè al giorno, per un periodo di un mese, intervallato a una pausa di due mesi. Si può sciogliere in acqua, tè o caffè. Molto pratiche sono anche le compresse da deglutire. Potete anche consumarlo sotto forma di decotto, mettendo 2 grammi di radice intera fatta a pezzetti in una tazza d’acqua e facendo sobbollire per 10 minuti: la dose consigliata è di 2 tazze al giorno. Attenzione a leggere bene l’etichetta, però: scegliete polvere di ginseng pura, proveniente da radici non lavorate (i processi di lavorazione possono alterarne le qualità) e vecchie di almeno 6 anni, perché quelle più giovani non garantiscono gli stessi benefici, o potrebbero annullarli completamente.

Proteine del latte, alleate di bellezza

Sta arrivando l’inverno, e la pelle esposta al freddo, soprattutto quella del viso, ne risente. Se volete rigenerarla in modo del tutto naturale, sfruttate il potere nutriente delle proteine del latte! Mescolate insieme mezzo bicchiere di latte, quattro cucchiai di panna da cucina e una banana schiacciata. Quando avrete ottenuto un composto liscio e cremoso, applicatelo sul viso come una maschera e tenete in posa per 10-15 minuti, dopodiché risciacquate con acqua tiepida. La vostra pelle sembrerà subito più morbida e luminosa! Novembre 2013 • DIMENSIONEBENESSERE

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SALUTE E BELLEZZA

L’aiuto in più

Vitamina C

ecco perchè non è mai troppa

La conosciamo bene, ma forse non abbastanza. Tutti i segreti della vitamina C, uno dei migliori antiossidanti a nostra disposizione

L

A cura di IVO BIANCHI Medico Chirurgo, specialista in Medicina Interna e ricercatore fitoterapico e nutrizionale. www.scienzanatura.it

a vitamina C diventa indispensabile nella stagione fredda: stimola il sistema immunitario e ci protegge dai radicali liberi rilasciati dall’organismo nella lotta contro le infezioni. Ma proprio per questa sua strarodinaria proprietà antiossidante e immunostimolante, è una vitamina che fa bene tutto l’anno, perché allontana l’invecchiamento, protegge da malattie degenerative, aiuta l’assorbimento del ferro, stimola la produzione di collagene (ritardando le rughe) e ha proprietà antitumorali. A differenza di animali e piante, l’uomo non sa sintetizzarla, per cui deve procurarsela attraverso l’alimentazione o gli integratori.

Quanta e come

La dose giornaliera raccomandata (RDA) è fissata a 60 mg al giorno (100

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Contro il cancro?

Il ruolo della vitamina C nel trattamento del cancro è oggetto di studio da più di 40 anni. La questione è ancora aperta, ma sembra che somministrando dai 75 ai 100 g di vitamina C al giorno per via endovenosa si raggiunga una dose chemio-tossica per la cellula cancerosa, innocua per le cellule normali, senza andare in contrasto con la chemioterapia convenzionale.

mg per chi fuma), ma in realtà questa è solo la quantità minima necessaria per evitare lo scorbuto, ovvero la malattia derivata da carenza di vitamina C. In un’ottica di prevenzione generale, la dose ottimale per un adulto sano va dunque dai 250 mg fino a 1 g al giorno, mentre il fabbisogno sarebbe addirittura più alto negli anziani e in chi soffre di malattie degenerative, fino a un massimo di 10 g al giorno. I 250 mg si potrebbero ottenere assumendo le cinque porzioni giornaliere raccomandate di frutta e verdura, prediligendo ribes, kiwi, agrumi, prezzemolo, rucola, uva, peperoni e peperoncini piccanti, fragole, pomodori, broccoli cavoli

e patate, ma bisogna tenere presente che a contatto con luce, ossigeno e calore la vitamina si “volatilizza”, per cui la cottura e il tempo che passa tra la raccolta e il consumo la disperdono. Un integratore può essere dunque di grande aiuto, ma ricordate che l’assunzione deve essere ben distribuita durante la giornata per evitare l’eliminazione attraverso le urine, la quale aumenta rapidamente quando la dose supera i 500 mg.

precauzioni

- L’assunzione di dosi elevate di vitamina C può aumentare il rischio di calcolosi renale da ossalato di calcio. - Il consumo eccessivo in gravidanza può portare alla nascita di un bambino con maggiori richieste di vitamine. - L’uso cronico di Aspirina aumenta la necessità di vitamina C. - La vitamina interferisce su assorbimento e metabolismo dei beta bloccanti, diminuendone quindi l’efficacia terapeutica.


FIORI AUSTRALIANI

SALUTE E BELLEZZA

come ritrovare la

concentrazione

Le emozioni negative, lo stress e i problemi di relazione a volte mettono a dura prova la nostra capacità di concentrarci. Ecco le essenze che possono esserci d’aiuto

A cura di ERICA SAVIOLI Naturopata e floriterapeuta

D

ifficoltà di concentrazione, pensieri che vagano, ansie, stress eccessivo... Spesso non è facile entrare nel pieno dell’attività lavorativa o scolastica. Ci vuole una marcia in più, a seconda del problema che si riscontra. Ecco dunque qualche consiglio. • Se sono le preoccupazioni a distoglierci dalle nostre attività, una miscela di Boronia e Crowea rappresenta un buon rimedio: la prima porta a chiarezza di pensiero contro i problemi ossessivi; la seconda allevia l’ansia e l’apprensione. • Quando l’incapacità a rimanere concentrati per più di alcuni minuti porta a difficoltà nello studio o nella memoria, un aiuto ci arriva dall’essenza Bush Fuchsia, che aiuta a equilibrare l’emisfero cerebrale sinistro (le funzioni logiche e razionali) con quello destro (le

funzioni intuitive e creative), favorendo l’assimilazione delle informazioni. Bush Fuchsia può essere altresì assunta in caso di dislessia o di difficoltà in materie come la matematica. Questa essenza favorisce anche la capacità di esprimersi verbalmente in maniera corretta e può essere d’aiuto per i bambini o gli adulti che parlano poco o che hanno difficoltà a esprimersi. • L’essenza Sundew può essere positivamente consigliata alle persone che tendono ad avere la testa tra le nuvole, fino a compiere errori banali. • Se siamo in difficoltà nel recuperare abilità o conoscenze dimenticate nel tempo, come una lingua straniera studiata a scuola, l’essenza Isopogon può essere di grandissimo aiuto per riconnetterci con i nostri ricordi, persino i più lontani. Indicato anche per chi ha scarsa memoria e tende a dimenticare quanto appreso da un’esperienza, ricadendo sempre negli stessi errori. Chi trascorre molto tempo davanti a un video o ad apparecchiature elettroniche e, alla fine della giornata, si sente un po’ intorpidito, può riaccendersi con Bush Fuchsia.

per non perdere il filo

Jacaranda è il rimedio per coloro che iniziano continuamente nuovi progetti, ma di rado li portano a termine, soprattutto perché si lasciano distrarre facilmente, e incontrano grandi difficoltà quando si tratta di prendere decisioni, perché cambiano continuamente idea. Questa essenza, che aiuta le persone dispersive, aiuterà anche chi ha a che fare con loro, spesso esasperato dalla loro indecisione e dal loro lasciare le cose a metà.

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SALUTE E BELLEZZA

PEDIATRIA E PUERICULTURA Fino ai tre anni di età è bene calcolare un riposino pomeridiano, oltre alle 10-11 ore di sonno notturno. Questa abitudine potrà poi essere abbandonata, a seconda delle esigenze del bimbo.

e ora si

dorme...

Il momento della nanna può trasformarsi in una lotta se non si sa come gestirlo al meglio. Ecco i consigli della pediatra

A cura di Paola Nannei Viganò, specialista in Pediatria e Radiologia, esperta in Omeopatia e Medicina naturale

F

ino almeno all’anno di età, il bambino dovrebbe dormire tra le 10 e le 11 ore, andando a letto sempre alla stessa ora, per instaurare un salutare ciclo sonno-veglia. Successivamente, considerate sempre almeno 8-9 ore di sonno (anche se ogni bambino è diverso, e alcuni hanno più bisogno di dormire di altri, pur stando altrettanto bene). Oltre i sei mesi, meglio evitare che dorma insieme ai genitori. Il bambino deve avere il suo spazio: inizialmente è sufficiente la culla vicino al “lettone” di mamma e papà, ma poi deve essere la sua cameretta. Un bimbo, anche grandicello, può svegliarsi più volte nel corso della notte, ma è meglio non accorrere precipitosamente ogni volta che chiama. Aspettate qualche minuto: molto spesso si riaddormenta senza aiuto. Evitate anche di prenderlo sempre in braccio, tante volte basta cullarlo un po’ e tenergli la manina.

Il rituale della notte

Per favorire il sonno, occorre creare un ambiente calmo e rilassante, evitando attività troppo eccitanti. Un bagnetto calmante (magari alla camomilla) può aiutare.

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Avvertite il bambino per tempo che l’ora della nanna si avvicina, senza mettergli fretta, e stimolatelo con un gioco: “Mettiamo a letto la bambola” o “Portiamo le macchinine in garage così fanno un bel riposino”.

Per i più grandicelli, create una piacevole routine da seguire (lavare i denti, la lettura di una favola, il bacio della buonanotte), e guidate il piccolo a letto con dolcezza e decisione. L’orario ideale, anche per i bambini in età scolare, è tra le 20:30 e le 21, ma può subire leggere oscillazioni nel fine settimana.

sogni d’oro

Per i papà: evitate di eccitare il bambino con giochi che interferiscono con il rituale della nanna, a cui però è giusto partecipare insieme alla mamma. Il pigiamino: nei mesi freddi, non usate troppe coperte; meglio un pigiama un po’ più pesante che consenta comunque il movimento e non faccia prendere freddo al piccolo se si scopre, e un paio di calzini sui piedi. Paura del buio: procuratevi una piccola lampada dalla luce soffusa, da tenere accesa durante la notte. Cercate anche di capire le cause profonde di questa paura. La compagnia: un peluche, una bambola, una copertina morbida; spesso, soprattutto tra i 2 e i 5 anni, i bambini vogliono un oggetto con cui dormire. Il conforto che ne traggono concilia sonni sereni. No agli spauracchi: evitate “minacce” (il lupo cattivo, l’uomo nero...) se il bambino non vuole andare a letto. In realtà, questo genere di storie non andrebbe mai usato per convincere i piccoli a fare qualcosa!


DERMATOLOGIA

SALUTE E BELLEZZA

A cura di ELISabetta perosino Dermatologa, segretario generale e responsabile del dipartimento laser dell’ISPLAD (Italian society of plastic and oncologic dermatology)

capelli:

SOSCADUTA! Ogni anno, in autunno, la perdita di capelli ci mette in allarme. Perché cadono? Ricresceranno? Quali prodotti usare? Ecco le risposte della dermatologa a tutte le vostre domande.

A

utunno. Le foglie cadono, gli animali cambiano il pelo e gli uomini... perdono i capelli. È un fenomeno normale. Al giorno perdiamo fino a 100 capelli, ma in questa stagione è facile trovare più di qualche capello in più tra i denti del pettine o nella doccia. Le cause non sono ancora del tutto chiare: c’è chi parla di eredità genetica che ha le sue radici nel processo stagionale, e chi, invece, ritiene sia dovuto alla variazione del rapporto fra ore di luce e ore di buio che incidono sull’equilibrio ormonale. Altri ancora puntano il dito contro stress, ritmi frenetici e inquinamento atmosferico. Quel che è certo è che l’autunno fa accelerare il ciclo vitale dei capelli e il loro rinnovamento. Quelli che cadono sono infatti i capelli in fase telogen, alla fine del loro ciclo, mentre i follicoli già lavorano per produrne di nuovi.

La prevenzione

È questo il momento giusto per fare una cura speciale: sfibrati dal cambio di stagione, i capelli hanno bisogno di ritrovare energia. Pulire, nutrire, alleggerire sono le parole d’ordine della

cosmesi di novembre per avere una chioma folta e sana. Un altro aspetto da non sottovalutare è l’alimentazione. Utilissime le vitamine del gruppo B, che troviamo, per esempio, nei cereali, nel lievito di birra, nella soia, nel fegato o nel tuorlo d’uovo. La vitamina H, o biotina, presente nel riso integrale e nella frutta fresca, apporta lo zolfo necessario per la vita delle cellule del capello. Un prezioso alleato è anche il tè verde: i polifenoli di cui abbonda hanno una spiccata attività antiossidante. In questo periodo, l’assunzione di vitamine e sali minerali utili (zinco e ferro, tra gli altri) attraverso gli integratori può essere un valido aiuto.

Quando preoccuparsi

Ci sono anche casi, però, in cui il naturale incremento stagionale rischia di nascondere un reale problema di ricrescita, rendendo più difficile distinguere fra caduta normale e anormale. Se lo stress va a infierire su una situazione di capelli già deboli per costituzione, il rischio che si attivi un processo di deterioramento è alto. Campanelli d’allarme da non sottovalutare

sono prurito alla testa e dolore del cuoio capelluto. Se siete in dubbio, rivolgetevi a uno specialista che saprà stabilire le cause e indicare i rimedi più adatti.

Un rimedio naturale:

lo zenzero

Secondo la tradizione ayuverdica, lo zenzero è una spezia particolarmente adatta a stimolare la crescita dei capelli. Per questo motivo esso può esser impiegato per la preparazione di un trattamento 100% naturale da applicare sul cuoio capelluto. Mescolate bene un cucchiaio di zenzero fresco grattugiato e uno di olio di sesamo o di jojoba. Il trattamento deve essere preparato al momento, poco prima dell’utilizzo, dopo lo shampoo. Massaggiate la lozione sul cuoio capelluto e lasciate agire per almeno mezz’ora per poi risciacquare.

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SALUTE E BELLEZZA

CHIRURGIA ESTETICA La cute della palpebra guarisce molto rapidamente e la cicatrice resta praticamente invisibile, ricadendo nel solco dell’occhio.

per occhi più

giovani e senza

“borse” La blefaroplastica riduce le borse sotto gli occhi e le palpebre gonfie, regalandoci uno sguardo più fresco e riposato

A cura di PIETRO ROSATI Chirurgo Plastico Estetico

S

ia negli uomini che nelle donne, spesso le palpebre inferiori, ma anche quelle superiori, appaiono gonfie e pesanti, come se avessimo passato una “notte brava” o in bianco. Lo sguardo, nei casi più estremi, può essere addirittura ostruito, con conseguente limitazione del campo visivo, e sembra perennemente assonnato. Stiamo parlando delle cosiddette “borse” sotto gli occhi, un difetto estetico ereditario, non legato a un’occasionale mancanza di sonno, ma dovuto principalmente a un eccessivo accumulo di

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DIMENSIONEBENESSERE • Novembre 2013

grasso nella zona. Un intervento di blefaroplastica può risolvere il problema in modo definitivo, e nei pazienti che vi si sottopongono lo sguardo riacquista da subito freschezza, tanto che spesso migliora automaticamente persino l’umore. Non c’è un limite minimo d’età per l’intervento, e neanche un limite massimo.

L’intervento

Per prima cosa, occorre sottoporsi a una visita durante la quale il chirurgo valuterà non solo l’aspetto estetico, ma anche la funzionalità oculare, indagando su eventuali difetti visivi, congiuntiviti ricorrenti, secchezza oculare e modulando quindi l’intervento sulla base delle diverse esigenze. Si può intervenire singolarmente sulle palpebre inferiori o superiori, o su entrambe. Nella palpebra superiore si corregge l’eccedenza di cute, di muscolo e di grasso, in quella inferiore quasi esclusivamente l’eccedenza di grasso e molto meno quella di cute. L’intervento si effettua in anestesia locale, associata a sedazione. L’incisione della palpebra superiore avviene a 10 mm dal margine ciliare. Si asportano la cute e una piccola strisciolina di muscolo per una migliore


per i più giovani

Nelle persone molto giovani, nelle quali la palpebra inferiore non presenta un’eccedenza di cute ma solo di grasso, si può ricorrere a un intervento che non richiede incisioni esterne, ossia la via transcongiuntivale: si rovescia la palpebra e si incide all’interno, facendo uscire il grasso, così da non lasciare cicatrici visibili.

Il costo dell’intervento varia dai 3.500 ai 5.000 € se si interviene soltanto sulle palpebre inferiori o superiori, mentre per entrambe si va dai 6.500 ai 7.500 €.

definizione del solco orbito-palpebrale e aprendo il setto orbitario si asportano gli accumuli di grasso. Quindi si passa alla suturazione, utilizzando un filo molto sottile (del diametro di un capello). Nella palpebra inferiore l’incisione avviene invece a 1-2 mm dal margine ciliare inferiore: si sollevano la cute e il muscolo, si rimuove il grasso in eccesso e con prudenza una parte di cute per evitare la formazione dell’ectoprion, caratterizzato dal tipico “occhio rotondo” (se ciò dovesse verificarsi, il paziente dovrà sottoporsi a un successivo intervento chirurgico di correzione). Nella palpebra inferiore, perciò, la tendenza è eliminare l’adipe in eccesso, togliendo il minimo possibile di pelle. Il muscolo può essere La blefaroplastica è controindicata in chi ha gravi problemi di salute, come tutti gli interventi di chirurgia estetica, e nei pazienti che hanno una visione monoculare o seri problemi oculistici.

BLEFARO…VIP!

Una celebrità che si è sottoposta a un paio di interventi di blefaroplastica è la famosa ereditiera Paris Hilton.

e il risultato definitivo si vedrà dopo circa 30-40 giorni. Dopo l’intervento, l’eccesso di grasso non si riforma. Al contrario del lifting, la blefaroplastica regala risultati definitivi e, salvo qualche rara eccezione, si fa una volta sola nella vita.

poi ancorato alla cornice orbitaria per definire meglio la forma dell’occhio e dare un aspetto più armonico.

Cosa succede dopo

Finito l’intervento, il paziente viene tenuto in osservazione per qualche ora e gli viene applicata sugli occhi una mascherina con ghiaccioli sintetici oppure garze imbevute di soluzione fisiologica fredda, per ridurre l’edema e il gonfiore. Non bisogna preoccuparsi se a distanza di qualche ora compariranno i seguenti sintomi: lacrimazione eccessiva, difficoltà a chiudere gli occhi, gonfiore, lividi, occhi arrossati. Sono normali e scompaiono nel giro di una decina di giorni al massimo, mentre si può ricominciare a svolgere le proprie occupazioni (e persino a truccarsi) già il giorno dopo, con qualche piccola accortezza: non indossare lenti a contatto per una settimana, portare gli occhiali da sole quando si esce finché sono presenti gonfiore e lividi, dormire con due o tre cuscini nei primi giorni, non esporre al sole la zona operata per almeno tre mesi. I punti vengono tolti dopo 4-5 giorni

non chiedere

troppo

Ricordate che la blefaroplastica non è in grado di risolvere tutti i problemi legati al contorno occhi: per esempio, non può ridurre le rughe intorno agli occhi (le cosiddette “zampe di gallina”), né il colore delle palpebre, e quindi le occhiaie, o la grana della cute. Novembre 2013 • DIMENSIONEBENESSERE

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SALUTE E BELLEZZA

ODONTOIATRIA

L’apparecchio ortodontico: sorriso senza difetti!

Gli apparecchi ortodontici riposizionano i denti in modo corretto, così da migliorare l’estetica, ma anche risolvere problemi di malocclusione o masticazione. Sono adatti sia ai giovani che agli adulti

A cura del Dott. DR. Arrigo Peri Laureato in Odontoiatria e Protesi Dentaria presso L’Università della Sapienza di Roma; Specializzato in Ortodonzia presso la New York University. arrigo.peri@fastwebnet.it

P

ossiamo dividere gli apparecchi per i denti in due grandi categorie, i mobili e i fissi. Tra gli apparecchi mobili, che vanno utilizzati in ogni caso durante tutto il giorno e la notte, ma si possono levare per mangiare, secondo le necessità e le indicazioni del dentista, troviamo anche quelli di ultima generazione, i cosiddetti allineatori invisibili, o “bite”. Nella categoria degli apparecchi fissi, dobbiamo distinguere tra vestibolari (esterni), cioè quelli in cui si vede la

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DIMENSIONEBENESSERE • Novembre 2013

piastrina (in gergo tecnico “bracket”) posizionata sul dente, e quelli linguali (interni), nei quali le piastrine sono posizionate dietro al dente, nascoste allo sguardo. La scelta dipende dal problema da risolvere: gli apparecchi mobili si usano di solito se si ha l’esigenza di indurre un allargamento e un’azione scheletrica o funzionale dell’osso mascellare o della mandibola, mentre quelli fissi agiscono più direttamente sulla posizione di ogni dente. Ma la decisione può indicare anche l’esperienza dell’ortodontista: gli apparecchi mobili sono in generale utilizzati da chi ha meno esperienza sul campo; i più esperti sono in grado di occuparsi sia di apparecchi mobili che fissi, e in particolare di quelli linguali, che richiedono una gestione più complicata.


Per tutte le età

Non ci sono limiti di età per l’applicazione degli apparecchi. Le condizioni di base sono la presenza dei denti e la collaborazione del paziente, per cui si può iniziare il trattamento già a 7-8 anni, ma si può intervenire anche “da grandi”. Ormai gli apparecchi moderni sono molto efficaci anche per gli adulti: si avranno risultati più limitati per quanto riguarda la crescita dei mascellari rispetto ai bambini, mentre gli spostamenti dentali si possono ottenere senza difficoltà legate all’età e senza grosse differenze nella tempistica. L’unica cosa che può influire negativamente è lo stato di salute dei denti: se un dente è malato, conviene non spostarlo.

Questione di igiene

Due sono le precauzioni fondamentali da prendere una volta che si indossa l’apparecchio. Per prima cosa attenersi alle regole di una scrupolosa igiene orale per prevenire calcificazioni intorno alle componenti degli apparecchi sui denti. Se si seguono una buona igiene orale e i consigli del dentista, non ci sarà una maggiore predisposizione alla carie. Nel caso di apparecchio fisso, i movimenti di pulizia sono gli stessi consigliati per tutti, a cui ne vanno aggiunti però altri: con l’aiuto di uno spazzolino monociuffo si pulisce nelle zone in cui non può arriva-

SOLTANTO UNA QUESTIONE ESTETICA?

Estetica e funzionalità dell’arcata dentaria sono di solito strettamente correlate. Se si interviene per risolvere una situazione di malocclusione, automaticamente si otterrà anche un miglioramento estetico. Ma esistono anche casi in cui dietro un bel sorriso e denti dritti si cela una malocclusione, su cui è bene intervenire, per evitare ulteriori complicazioni (problemi di postura e di equilibrio, dolori all’articolazione mandibolare e ai muscoli).

re quello normale, cioè tra un dente e l’altro e sotto il filo che collega le piastrine. Conviene poi portarsi sempre dietro lo spazzolino quando si è fuori casa e spazzolare bene i denti, eventualmente anche senza acqua e dentifricio se non li abbiamo a disposizione, subito dopo aver mangiato. Nel caso di apparecchio mobile il lavaggio è più semplice perché basta toglierlo e lavarsi i denti normalmente, ricordandosi però di pulire accuratamente anche l’apparecchio che va spazzolato esattamente come facciamo per i nostri denti, quindi sopra, sotto e nelle fessure. La seconda precauzione è

ATTENZIONE

Il dolore che si può provare i primi giorni è normale ed è dovuto allo spostamento dei denti; indica quindi che il trattamento sta agendo. quella di evitare di mordere e affondare i denti in cibi particolarmente duri (in questo caso meglio tagliarli in pezzi molto piccoli), che possono rompere le piastrine o spezzarne i fili che le collegano.

Adattarsi alla convivenza

Qualche piccolo fastidio è del tutto normale, nei primi tempi. In particolare, l’apparecchio mobile ha un ingombro maggiore sul palato e può dare inizialmente qualche interferenza con il linguaggio. I bite invece sono molto sottili e più leggeri, e quasi non si sentono. Stessa cosa per il fisso vestibolare, mentre il fisso linguale può infastidire all’inizio per la presenza delle placche interne, ma poi ci si abitua.

Costi e durata

Si passa da un minimo di 1.000 euro per una terapia di breve durata con apparecchio rimovibile fino a costi molto più alti, che possono arrivare fino a 8.000 euro per una terapia più lunga e complessa. Il trattamento può durare da un anno (talvolta meno) fino a tre, e prevede controlli periodici ogni sei mesi circa. In generale, si riesce sempre a ottenere il risultato che ci si è prefissato. L’apparecchio risulta inefficace solo se il paziente non collabora e non segue le indicazioni del dentista.

SE IL BIMBO DICE NO In caso di rifiuto dell’apparecchio da parte di un bambino, è sempre bene puntare sul dialogo, cercando di spiegargli tutto quello che si sta facendo e i benefici che ne avrà. È importante soprattutto motivarlo, facendogli notare i progressi che si ottengono man mano.

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SALUTE E BELLEZZA

SESSUOLOGIA

GLI INDIZI PER SCOPRIRE SE

lui/lei TI AMA DAVVERO

Il nostro partner... è davvero innamorato di noi? Vorremmo tutti un “libretto delle istruzioni” da consultare in caso di dubbi, ma qualche indizio da tenere presente c’è sempre...

A cura della Dr.ssa Nicoletta Spina Psicologa, Psicoterapeuta, Sessuologa Associazione Italiana di Sessuologia Clinica nicoletta.spina@alice.it

U

na continua ricerca di conferme riguardo ai sentimenti del partner spesso denota una profonda insicurezza personale; tuttavia, a volte potrebbe essere il nostro inconscio che scalpita e cerca di mandare segnali, avvisandoci che c’è effettivamente qualcosa che non va, ma che razionalmente non vogliamo accettare, per paura di affrontare la realtà di un amore finito. In ogni caso, per aiutarvi a individuare le prove e a trovare le vostre conferme, abbiamo

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stilato per voi una lista (un po’ scherzosa, vi avvertiamo prima... ma come si dice: “Pulcinella ridendo e scherzando diceva la verità”!) di qualche atteggiamento tipico di due persone che si accettano, si comprendono, si tollerano, si appoggiano, e dunque si amano. Vi ritrovate in queste situazioni? Se sì, potete tirare un sospiro di sollievo: lui/lei vi ama davvero!

Quando lui è innamorato

Un lui innamorato è capace di alcuni comportamenti (e di molte variazioni sul tema, tenetene conto a seconda della vostra personale situazione) indubbiamente significativi. Ecco a voi qualche esempio! Se ti ama, potrebbe accompagnarti alla stazione alle 5 di mattina, per evitare di farti prendere l’autobus; sa anteporre te alle uscite con gli amici (pur non privandosene del tutto); non inventa scuse per

non chiamarti, poiché un uomo innamorato ha voglia di sentire vicina la propria donna, anche solo per pochi minuti al telefono. O ancora, riesce a trovare sempre nuove occasioni per stupirti, per il solo piacere di vederti felice; si sveglia durante la notte solo per guardarti dormire e riempirti di baci; ti sta vicino quando ne hai più bisogno, senza fartelo pesare; gli piace pagarti la cena, perché ti considera un essere speciale che va viziato e coccolato (ma se attraversa un particolare momento di crisi economica, cerca di capire la sua difficoltà e suggerisci una buona ed economica pizza!); torna prima la sera a casa, per prepararti un bel bagno caldo, perché sa che sei stanca; cerca spesso la tua mano, quando passeggiate o siete seduti a tavola; ti presenta con orgoglio a colleghi e amici; non ti perde di vista nemmeno a una festa; ti abbraccia o


ti accarezza il viso o i capelli anche tra la gente senza imbarazzo nel mostrarsi innamorato. Gli piace immaginarti con un vestito bianco, o con i capelli bianchi appoggiata a un bastone, perché per lui sarai sempre bellissima come il primo giorno che ti ha incontrato!

Quando lei è innamorata

Una lei innamorata? Ti lascia guardare le partite di calcio senza lamentarsi; compra completini intimi sexy e li indossa anche se fuori ci sono 3 gradi sotto zero, poiché la vista e le fantasie hanno sempre bisogno di essere alimentate; torna prima a casa per farti trovare l’abbacchio alla scottadito che ti piace tanto (va bene anche un toast al prosciutto, purché fatto con tanto amore!) e riserva il “boccone” migliore per te. Ti stupisce spesso con regalini, non importa quanto costosi, quel che conta è che tu capisca che sei sempre nei suoi pensieri; accetta che ci sono momenti in cui vuoi stare da solo e in silenzio, e non si arrabbia per questo (si sa, l’uomo è un po’ orso per natura); non inventa sempre scuse per non fare l’amore con te; cerca e fa le coccole palesando bisogno e piacere di contatto fisico. Non ti controlla agenda,

s-punti cardine di riflessione

cellulare, mail, Facebook, ecc. in modo compulsivo! Ti lascia libero di uscire con il tuo migliore amico senza avere paura che tu possa essere influenzato da lui; non si arrabbia quando lasci la tavoletta del bagno alzata o perdi qualche volta i calzini in giro per casa (ma che non diventi un’abitudine, anche la pazienza di una donna innamorata ha i suoi limiti!). Ti immagina giocare con un bambino (il vostro), o un giorno lontano con i vostri nipotini. Le variazioni, ovviamente, sono da considerare anche in questo caso secondo le situazioni e il buonsenso.

Cosa possiamo ricavare da queste “liste” un po’ ironiche che abbiamo provato a stilare? Uno dei denominatori comuni degli indizi che vi abbiamo proposto è la progettualità. Se c’è amore, c’è un progetto di vita insieme, che sia anche il semplice immaginarsi con l’altro nel presente come nel futuro. Se manca questa caratteristica fondamentale, il rapporto è destinato a spegnersi inesorabilmente per inedia di spirito e fisico. L’altro denominatore comune è l’individualità. Due persone stanno bene insieme e si amano quando sono capaci di essere “unite” ma non “con-fuse”. Quando c’è confusione, regna il caos, a scapito dell’unicità dell’individuo, e questo porta a un rapporto di pura dipendenza, in cui ci si annulla per l’altro, si fanno continue richieste che diventano pretese e ci si aspetta che la persona si privi di ciò di cui ha bisogno, dando origine a continui ricatti morali. L’amore deve essere sì unione, ma anche unicità e libertà: una coppia dovrebbe scegliere di stare insieme perché entrambi lo vogliono e ne sono felici... non perché hanno bisogno dell’altro. C’è poi la spontaneità: i partner di una coppia innamorata traggono piacere dal dare e dal ricevere spontanei: offrono senza “prenotazioni” e ricevono senza Novembre 2013 • DIMENSIONEBENESSERE “prenotare”.

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SALUTE E BELLEZZA

Psicologia

Invidia: distruttiva

da non credere

Logorante, insidiosa, subdola: è l’invidia. Ecco come riconoscere, gestire e sconfiggere un sentimento che sa essere decisamente distruttivo

A cura del Dr. STEFANO COLETTA Psicologo

Nonostante l’opinione diffusa e condivisa che l’invidia sia donna, chiunque, a prescindere dal sesso, dalle qualità fisiche e dalla posizione sociale, può ritrovarsi a sperimentarla.

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“S

e l’invidia fosse febbre, tutto il mondo ce l’avrebbe”, diceva il vecchio adagio. Ed è inutile negarlo, almeno una volta nella vita è capitato a tutti di pensare che “l’erba del vicino è più verde”... e di desiderare che rinsecchisca! Dal latino invidere, cioè “guardare di traverso”, in modo maligno, il significato del termine risiede nel risentimento che si prova per la felicità, il successo e il benessere altrui, sia che ci si senta ingiustamente esclusi da tali beni, sia che se ne pretenda il godimento esclusivo. Nascosta sotto una maschera di superbia, l’invidia, per quanto sia comune, non è sempre visibile. Nei secoli, l’uomo ha imparato a dissimularla e a mascherarla dietro strategie difensive. Per esem-

pio, mostrando superiorità e cinismo, tentando di mettere in cattiva luce le qualità dell’altro, o manifestando una falsa umiltà che finge un disinteresse verso ciò che si vorrebbe. Nei casi più gravi, l’invidia si trasforma in vera e propria ossessione distruttiva, e può portare alla depressione. La favola di Biancaneve ne è la dimostrazione lampante: “Specchio servo delle mie brame, chi è la più bella del reame?”, chiede la regina allo specchio magico, ma quando viene a sapere che esiste una ragazza più bella di lei, fa di tutto per distruggerla, per poi morire logorata dalla sua stessa invidia. L’invidia, infatti, porta a voler distruggere ciò che si desidera perché così facendo ci si illude di distruggere anche il proprio desiderio.


Tutta colpa dell’inadeguatezza

Inserita nella rosa dei vizi capitali, dall’invidia non si trae piacere, ma tormento. Essa nasce da un senso di impotenza, per lo più inconscio, che fa percepire uno stato di inadeguatezza e di indegnità rispetto agli altri. Gli invidiosi sono spesso soggetti insicuri, poco realizzati e insoddisfatti, che impostano la loro vita proiettandosi sugli altri e non su se stessi. Se poi dal confronto escono perdenti, scatta il senso di frustrazione. Sicuramente le persone con un carattere rancoroso e prive di un buon rapporto con loro stesse hanno una maggiore tendenza a sprofondare in questo sentimento. L’invidioso è una persona che ha paura dei propri desideri, teme di non realizzarli, così cerca di distruggerli colpendo gli altri. La reazione del soggetto invidioso, che rimane a livello inconscio, consiste nell’aver bisogno di neutralizzare l’altro che invece mostra di essere felice e soddisfatto.

Saperla ammettere

L’invidia è uno di quei sentimenti di cui non si parla: l’invidioso, parlando delle sue emozioni negative, si metterebbe a nudo, e svelerebbe il suo senso di inadeguatezza e inferiorità. Tuttavia, il non poterne parlare impedisce di alleggerire questo sentimento attraverso lo sfogo del dialogo. Eppure, il primo modo per esorcizzare l’invidia è proprio quello di ammetterla. Così facendo, si neutralizza un minimo l’emozione negativa, rendendola meno pesante e più accettabile. È poi importante considerare che l’invidioso vede la gioia dell’altro non come emozione che anche egli può provare, ma come una felicità che gli è stata sottratta.

L’invidia “sana”

In alcuni casi, l’invidia potrebbe diventare addirittura un sentimento positivo, se si riuscisse a vivere l’altro non come persona da distruggere, ma come modello da osservare e imitare per ottenere una crescita personale, facendo proprie le sue capacità e riuscendo, infine, a raggiungere un traguardo ambito in un qualsiasi aspetto della vita. La cosiddetta sana competizione ne è un esempio, perché invoglia a dare sempre il meglio di sé, non calpestando le velleità altrui, ma prendendole come stimolo per il miglioramento di se stessi. L’importante, però, è che ci si limiti a cogliere dei buoni esempi senza perdere la propria personalità.

La strategia vincente

• Cercate di entrare in contatto con il vostro io interiore e accettate il fatto che state provando invidia. Capite quali sono i vostri veri desideri, per poter lavorare su di voi e non contro gli altri. • Prendete coscienza del fatto che la felicità degli altri non è un sentimento “rubato” a voi, e che voi al contrario non avete ricevuto. Lavorate su tutto ciò che può darvi personalmente gioia, consapevoli del fatto che tutti possono raggiungere la serenità e hanno diritto a ricercarla. • Non sprecate le energie che potreste utilizzare per la vostra crescita personale per accanirvi sugli altri. • Rendetevi conto che l’energia negativa accumulata con sentimenti come quelli dell’invidia, pur rivolta agli altri, finisce per fare del male soltanto a voi stessi, con uno spiacevole “effetto boomerang”. • Concentratevi sul vostro lavoro e sulla vostra vita personale, gustandovi le soddisfazioni che ciò vi porta e accettando i momenti negativi come opportunità di apprendimento. • Imparate a coltivare desideri più concreti, così da non averne più timore. • Non fate confronti con chi, forse erroneamente, reputate più fortunati di voi. Tutti hanno i propri problemi e le proprie gioie. Nella vita non esiste la felicità assoluta!

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SALUTE E BELLEZZA

l’Inchiesta

“Il giudizio dell’uomo interessa relativamente, perché ogni donna sa di avere il proprio pubblico.”

A qualcuno

Curvy

piace

(ma anche no)

Federica Pellegrini o Elisa d’Ospina? O meglio: fit o curvy? Finita l’era delle magre a tutti i costi, si ridisegnano i canoni estetici che ispirano stilisti e fantasie maschili, per scoprire che i giudici più temuti... sono le altre donne di Nicola Santini

“D

ai una possibilità alla ragazza grassa”: tutti ricordano la battuta uscita da una gelida Meryl Streep nei panni di Miranda, la perfida direttrice di una rivista di moda ne “Il Diavolo veste Prada”, e il suo sguardo di rassegnazione di fronte all’apprendista di taglia 42, ritenuta nel suo ambiente decisamente fuori misura. Il film rimane cult, i contorni si ridisegnano e le direzioni più ambite sono due. Da un lato c’è la Camera Nazionale della Moda che invita a “trasmettere creativamente e costruttivamente modelli estetici positivi come strumento concreto di prevenzione ai disturbi alimentari”, associando la magrezza delle modelle ai possibili problemi di anoressia e bulimia correlati all’ossessione verso il peso; dall’altro l’aumento esponenziale di iscritte nelle palestre, perché se non è attraverso le diete più strong che si arriva a non avere un filo di pancia o cellulite, cambia la tecnica, cambia il metodo, ma lo scopo è il medesimo: si alzano pesi per non ingrassare e avere un fisico asciutto.

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Donne contro... donne

E così la moda cambia, gli abiti si ridisegnano, i costumi al mare pure e c’è chi, davanti ai nuovi modelli, tira un sospiro di sollievo, anche se, lo sappiamo, ogni vittoria ha la sua contropartita. Se gli anni ’90 sono stati caratterizzati dall’uomo Metrosexual, androgino, dai contorni indefiniti più vicini alla donna preadolescenziale che al maschio alfa, la risposta attuale in alcuni casi è quella di una donna disegnata per fasce muscolari, forte, geometrica, che cerca, come il maschio, la tartaruga da esibire quando è il momento del bikini. Ma gli uomini che dicono? Abbiamo girato la domanda alla dottoressa Marinella Cozzolino, psicologa e presidente dell’AISC, Associazione Italiana Sessuologia Clinica di Roma, per scoprire che non sono gli uomini a essere temuti dalle donne che si guardano allo specchio: “Il giudizio dell’uomo interessa relativamente, perché ogni donna sa di avere il proprio pubblico. La donna formosa, in


particolare, sa di piacere ed è un dato di fatto. La formosità comunica, rassicura, seduce. Chi spaventa questo tipo di donna, paradossalmente è l’altra donna: la commessa che ti passa l’abito della taglia sbagliata, l’amica che ti guarda mentre ti cambi nello spogliatoio, per non parlare della passerella più crudele che è la spiaggia”, dichiara l’esperta, che ci regala una chicca inedita: “La maggior parte degli uomini non ha idea di cosa sia la cellulite: sono le amiche che la segnalano, le donne che la vedono come un pericolo, ci sono ricerche concrete che lo dimostrano”.

Palestra, un rapporto che cambia E con la palestra come la mettiamo? “Il rapporto con la palestra è cambiato profondamente negli ultimi anni: è aumentato il quoziente di rabbia e aggressività, si va in palestra per scaricare le tensioni, ma anche per fortificarsi esteriormente, quasi a comunicare una forza interiore”, commenta l’esperta, “quando purtroppo è spesso il contrario: più alto è il disagio nel profondo, meno ci si accetta fuori e si cerca, cambiando esteticamente, di compensare ciò che manca da dentro: affetti irrisolti, un uomo che non appaga...”. E qui torna in ballo il ruolo

del maschio: “Se l’uomo dai quaranta in su, o quello che ama la donna con le curve, non si pone minimamente il problema, l’uomo che cura particolarmente il proprio fisico, che si guarda la tartaruga allo specchio, che si nutre di petti di pollo, vuole al suo fianco una donna altrettanto tonica”, spiega la dottoressa. “Ecco perché tante donne si disperano per tener testa al proprio compagno, che le vede, specialmente dopo i 40 anni, meno toniche”. E questi sono i casi estremi ovviamente. Come racconta Giuseppe Palombella, personal trainer torinese, inventore della Dance-motion: “La richiesta più attuale riguarda un fisico tonico che rispetti le ‘misure’ esistenti di una donna, ma renda la massima giustizia alla naturalità di un corpo, senza pretendere stravolgimenti di questo a favore di un modello troppo distante da sé. Le discipline che vanno per la maggiore sono quelle che suggeriscono movimenti che sì scolpiscano il fisico, ma stimolando centri energetici toccano anche l’emotività e la sicurezza interiore, in modo da allineare l’interiorità all’esteriorità”.

Il modello ideale

Arriviamo così al modello ideale, quello che funziona non solo in foto ma anche in coppia, in società e in famiglia: una sicurezza che nasce da dentro e si riflette fuori, con un giusto equilibrio tra lavoro e accettazione, dove il corpo diventa contenitore di emozioni e di un sorriso, che di fronte all’amica “rosicona” o “maligna” è la migliore risposta per stare bene con se stesse.

Parola d’ordine:

proporzione

Non importano le misure, ma l’armonia. “Le richieste di interventi negli ultimi anni sono molto cambiate” spiega Simona Montini del Medical Institute di Milano. Secondo l’esperta, alla base di tutto c’è lo sdoganamento dei trattamenti estetici a un numero sempre più crescente di persone e lo sviluppo delle tecniche non invasive: “Un tempo la liposuzione veniva richiesta da chi faceva un lavoro dove l’immagine è al primo posto. Oggi sono sempre di più le persone comuni che si rivolgono a noi per un ritocco che riporti le misure alla giusta proporzione. L’importante è che tutto stia al posto giusto: la tecnologia e la ricerca hanno fatto grandi passi in avanti per garantire tonicità ed elasticità dei tessuti, che sono il reale segnale di benessere anche in età non più giovanissima”. Novembre 2013 • DIMENSIONEBENESSERE

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SALUTE E BELLEZZA

FITNESS

Le pedane

vibranti...

funzionano

davvero?

di Luca Rubboli

Ormai presenti in numerose palestre e centri estetici, ma anche in molte case, le pedane vibranti possono rilevarsi utili al benessere fisico, a patto di seguire pochi ma essenziali accorgimenti

L

e pedane vibranti negli ultimi anni sono salite alla ribalta nel settore del fitness, del wellness e anche dell’estetica, e ne esistono ormai numerosi tipi. Le voci diffuse sulla reale efficacia e qualità di questi strumenti si sono rincorse e amplificate, ultimamente, soprattutto per motivi di marketing, ma vediamo su quali reali principi si fondano, quali tipologie scegliere e quali possono essere i veri risultati ottenibili.

Un aiuto per i muscoli

Come sappiamo il muscolo risponde in modo positivo alle sollecitazioni e ai sovraccarichi dell’allenamento, ma altrettanto rapidamente perde qualità con periodi prolungati di riposo. Questa condizione comporta la neces-

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DIMENSIONEBENESSERE • Novembre 2013

sità di allenamenti costanti e intensi, con conseguente rischio, nel lungo termine, di infortuni e impossibilità di progredire naturalmente oltre determinati livelli fisiologici. Le pedane vibranti cercano di mediare questi fattori, minimizzando le possibilità di infortunio e allo stesso tempo innalzando i limiti funzionali di ciascuno di noi; questo allenamento in condizioni non traumatiche ma stimolanti viene somministrato per mezzo di vibrazioni ed esercizi di breve durata e altissima intensità.

Come funzionano

La pedana vibrante di base non è che una semplice pedana che oscilla con frequenze variabili tra 10 e 60Hz, sulla quale in genere si alterna un minuto

scegliere quella giusta A una prima descrizione, le pedane vibranti sembrano a tutti gli effetti un attrezzo straordinario per mantenersi in forma, ma il primo vero problema dei modelli in commercio è che si tratta di tipologie spesso distanti dalle originali, che non permettono realmente di raggiungere risultati apprezzabili. Le pedane professionali serie possono raggiungere costi superiori ai 12 mila euro, quindi il primo requisito da rispettare, se si punta su questo tipo di lavoro fisico, è stare lontani da modelli con costi molto ridotti, per non rischiare di acquistare strumenti utili al massimo per allenamenti a bassa intensità, paragonabili, insomma, a una bella camminata veloce su un terreno irregolare.


di lavoro con vibrazioni a uno di pau- in quanto ci si allena in condizioni non sa, per un totale di circa 10 minuti. traumatiche ed esenti da infortuni, con In base alla frequenza applicata, nessuna fatica mentale e fisica aggiunall’ampiezza dell’oscillazione, alla tiva. durata delle vibrazioni e non ultimo È possibile, per esempio, utilizzare alla posizione l’allenamento del soggetto asvibrante per afUltimi studi, comunque sunta sulla pefiancare gli alleancora da confermare, dana, gli effetti namenti classici avrebbero dimostrato una positivi dell’aldi potenziamento stimolazione ormonale, lenamento su e in sostituzione con conseguente muscoli, nervi, dello stretching rimodellamento osseo tendini e neusenza averne che contrasterebbe rotrasmettitori gli svantaggi, in l’osteoporosi. variano notevolquanto vengono mente. stimolati muscoli Il tutto avviene in maniera molto sem- e strutture neurologiche senza sovracplice e intuitiva: basta salire sulla pe- caricare tendini, legamenti e articoladana selezionando il programma di al- zioni. lenamento desiderato ed eseguire poi Infine, anche dal punto di vista riabigli esercizi riportati sul display o nel litativo, in aggiunta alle terapie spemanuale di istruzioni. cifiche, la pedana può trovare applicazione in numerose patologie, quale atrofia muscolare, pubalgie e problemi Risultati Con pedane professionali si ottiene tendinei, una buona serie di vantaggi generali, limitazioni del movimento e processi

Se usate correttamente, le pedane vibranti non hanno controindicazioni, né causano problemi, come si sente dire a volte. Tuttavia, è necessario procurarsi una seria pedana professionale e seguire scrupolosamente i tempi indicati per gli esercizi (di solito molto brevi). Allenarsi più del dovuto non solo è inutile, ma anche controproducente, in quanto potrebbe causare problemi alle articolazioni e alle ossa, nonché un’eccessiva stimolazione nella produzione di ormoni.

riabilitativi del ginocchio.

Concretezza e controindicazioni

È ottimistico pensare di ottenere grossi risultati e benefici affidandosi solo all’allenamento vibrante, a causa dello scarso impegno del sistema cardiovascolare. Per questo, con le sole pedane non si otterranno benefici circolatori e linfodrenanti o di controllo del peso paragonabili a quelli dell’allenamento aerobico, così come non si registreranno evidenti miglioramenti estetici (in caso di cellulite e altri inestetismi, per esempio). Inoltre, ci sono condizioni patologiche in cui è meglio evitare l’uso delle pedane: ne dovrebbero stare alla larga le persone affette da problemi circolatori e cardiaci gravi, osteoporosi avanzata, mal di schiena cronico e spondilolistesi asintomatica, reumatismi, epilessia e lesioni operatorie, nonché le donne stato di gravidanza. In definitiva, le pedane vibranti professionali possono essere la “ciliegina sulla torta” di un serio programma di allenamento, ma da sole non possono in alcun modo sostituire i metodi tradizionali di allenamento e di sana alimentazione imprescindibili per ottenere reali e duraturi risultati.

un’idea tutta italiana

Anche se pochi lo sanno, le pedane vibranti prendono spunto dagli studi del prof. Carmelo Bosco, uno dei maggiori esperti internazionali nello studio di forza ed elasticità muscolare.


SALUTE E BELLEZZA

yoga

utthita hasta

padangusthasana (posizione dell’alluce e della mano alzati) Ecco come migliorare concentrazione e coordinamento dell’equilibrio muscolare e nervoso rinforzando e allungando i muscoli delle gambe di Silvia Pandolfi Responsabile corsi Downtown Palestre Nelle foto: Francesca Scolari, istruttrice e personal trainer Downtown Palestre

1. Si parte in piedi, con gli alluci vicini tra di loro, i piedi spingono a terra e il pavimento pelvico è in tenuta (come se trattenessimo la pipì), mentre le mani sono alla vita. Inspirando, portate il ginocchio destro al petto senza flettere il busto, e con le mani appoggiate sulle tibie sorreggete la gamba.

2. Se vi sentite stabili, afferrate con pollice indice e medio l’alluce del piede destro e lentamente, mantenendo l’equilibrio e il busto eretto, stendete la gamba portando il piede in linea davanti al naso. 3. Inspirando, tornate con il ginocchio al petto.

Benefici

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consigli Il focus dell’esercizio è nella tenuta addominale e nell’equilibrio. Chi lo esegue per

TEMPO La posizione finale può essere tenuta fino a un minuto, poi abbassate il piede a terra con una espirazione e ripetete sul lato opposto per la stessa durata di tempo. Se non siete in grado di mantenere la posizione, ripetete 5 volte il movimento, alzando alternativamente le gambe. Per i principianti, si può eseguire anche una sola volta alla settimana.

4. Espirando, tornate nella posizione iniziale, con gli alluci vicini e le mani alla vita, e ripetete con l’altra gamba.

Tao PorchonLynch ha 93 anni ed è l’insegnante di yoga più anziana del mondo.

Questo esercizio, oltre a garantire migliore concentrazione e un maggior coordinamento dell’equilibrio, ha un’influenza molto potente su tutti i sistemi dell’organismo, in particolare endocrino, circolatorio, respiratorio, digestivo, e porta loro aiuto, bilanciandoli l’uno con l’altro.

la prima volta e non ha molta mobilità, può semplicemente nello step 2 stendere la gamba in avanti all’altezza massima consentita mantenendo le mani in vita, e con lo sguardo fisso avanti che vi aiuta nel tenere l’equilibrio, se invece volete provare la versione avanzata potere ruotare la coscia verso l’esterno nello step 1 e stendere la gamba lateralmente portando lo sguardo oltre la spalla dalla parte opposta alla gamba sollevata.



SALUTE E BELLEZZA

Single

leg

GINNASTICA POSTURALE

stretch

di Silvia Pandolfi Responsabile corsi Downtown Palestre Nelle foto: Francesca Scolari, istruttrice e personal trainer Downtown Palestre

Un esercizio semplice che però è un efficace allenamento per il busto, fondamentale per chi vuole rafforzare la muscolatura addominale

1. Sdraiatevi supini con le ginocchia al petto, posizionate la mano destra sul ginocchio destro e la mano sinistra sulla caviglia destra.

2. Espirando flettete il busto immaginando di sostenere un’arancia sotto al mento e mantenendo le spalle lontane dalle orecchie. Nello stesso tempo stendete la gamba sinistra in diagonale in avanti, portando il piede a circa 15-20 cm da terra.

Tempo : Se mediamente allenati, ripetere l’esercizio per venti ripetizioni almeno due volte alla settimana.

La postura va curata anche a tavola o alla scrivania! Mantenere una posizione scorretta da seduti (bacino lontano dallo schienale, schiena curva in avanti) può provocare dolori alla schiena e vari fastidi: tenete sempre il bacino contro lo schienale, avvicinate bene la sedia al tavolo e cercate di contrarre gli addominali per tenere la schiena dritta.

consigli Il numero di volte in cui scambiate le gambe è determinato da quanto riuscite a mantenere in tenuta 3. Inspirando, mantenete il busto sollevato ed espirando scambiate le gambe portando il ginocchio sinistro al petto e stendendo la gamba destra.

4. Inspirando, tornate con tutte e due le ginocchia al petto ed espirando rilassate il busto appoggiando la testa a terra.

il trasverso, immaginando di risucchiare l’ombelico verso la colonna. Se ne avete bisogno, potete stendere la gamba più verso il soffitto, togliendo carico agli addominali oppure

BENEFICI

Con questo esercizio impariamo a stabilizzare il bacino e allo stesso tempo rafforziamo i muscoli addominali e i flessori del collo. Il focus dell’esercizio sono infatti proprio gli addominali, nonché la mobilità dell’articolazione coxo-femorale (anca).

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se la vostra mobilità non vi permette di stendere del tutto le gambe, potete allungarle semplicemente fino a dove riuscite.


PILATES

SALUTE E BELLEZZA

Hundred

È uno dei più famosi esercizi di Joseph Pilates, che agisce sulla circolazione sanguigna e sulla sincronizzazione tra attività muscolare e battito cardiaco

1. Sdraiatevi supini sul tappetino con le braccia distese lungo il corpo e le gambe in table top (a tavolino, con le ginocchia in linea con le anche e i talloni in linea con le ginocchia).

Mente e corpo, secondo Pilates, sono strettamente interconnessi: per ottenere efficacia, ogni movimento va fatto con la massima consapevolezza, restando concentrati per tutta la durata dell’esercizio.

3. Mantenendo tutto il resto del corpo stabile e il più possibile immobile fate oscillate le braccia distese su e giù, inspirando ogni 4 oscillazioni ed espirando ogni 4 oscillazioni.

consigli Bisogna fare molta attenzione a mantenere il mento alla giusta

TEMPO L’esercizio prevede che si facciano 100 oscillazioni delle braccia (da qui il nome Hundred, che in inglese significa, appunto, cento): ovviamente, ci si deve arrivare per gradi! Quando sentite perdere la tenuta del trasverso, fermatevi, e cercate di aumentare gradualmente il numero delle ripetizioni.

distanza (come se avessimo un’arancia tra mento e petto), così da non sovraccaricare i muscoli anteriori del collo. Durante l’esercizio è facile perdere la tenuta del trasverso (muscolo profondo dell’addome) 4. Inspirando, tornate con le gambe in table top ed espirando tornate con il capo in appoggio.

lasciando gonfiare leggermente la pancia: in questo caso, è meglio optare per un’opzione facilitata (per esempio fare lo stesso esercizio senza stendere le gambe e mantenendole in table top (come spiegato al punto 1).

2. Immaginate di annuire (portando il mento leggermente al petto), espirando lentamente flettete il torace facendo scivolare le mani in avanti e stendete contemporaneamente le gambe portandole nella posizione della barca.

Benefici

Il focus degli hundred è sulla stabilizzazione addominale, le oscillazioni delle braccia servono infatti a destabilizzare il corpo e aumentare il carico sugli addominali. Con questo esercizio migliorerete la coordinazione tra respirazione, battito cardiaco e movimento, rafforzando contemporaneamente i muscoli e la circolazione.

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Eyeliner: interpreti anticonformisti di donne ribelli

Penso che l’eyeliner sia adatto solo a donne dai tratti dolci e delicati o dallo spiccato carisma. Linee sottili infracigliari danno profondità allo sguardo e aumentano la percezione delle ciglia: applicatelo dopo aver steso il mascara, perché avendo già chiara la linea delle ciglia è più facile realizzarne il disegno. Per la codina finale aprite gli occhi e valutate il giusto punto di partenza e chiusura, perché non deve mai superare le sopracciglia.

Sopracciglia tendenze dell’inverno Detteranno tendenza per la prossima stagione: piene, graffiate e spazzolate. Per realizzarle alla perfezione utilizzate una matita specifica: sono più dure e hanno colori simili ai capelli. Evitate matite nere o troppo morbide e linee nette e grafiche.

A ogni donna il suo mascara L’applicazione perfetta si realizza in 3 fasi: movimenti orizzontali alle radici aprono lo sguardo, dalle radici alle punte, con movimenti verticali e lo scovolino orizzontale, lo allungano e gli danno intensità, mentre movimenti trasversali che scolpiscono le ciglia danno forma all’occhio.

L'angolo della

Bellezza di Di Simone Belli, National Make up Artist L'Oreal Paris


SALUTE E BELLEZZA

TRUCCO E PARRUCCO

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parrucche:

pratiche e alla moda

Da sempre accessorio della nobiltà, la parrucca oggi torna alla ribalta. E diventa il pezzo forte del look nelle serate glamour… I capelli veri possono essere colorati, acconciati e arricciati. Inoltre, tendono a durare di più di quelli sintetici, sebbene, con le dovute attenzioni e usando i prodotti specifici per la manutenzione, le parrucche sintetiche possono durare quasi quanto quelle con capelli veri.

A cura di SERAFINO CORDOMA Hair stylist

La calotta interna

I

l sogno di ogni donna? Passare con disinvoltura da un look all’altro con un tocco di bacchetta magica. Oggi caschetto liscio, domani lunghi e ricci, dopodomani chioma fluo. Purtroppo, però, il parrucchiere non fa miracoli e l’unico vero trucco è affidarsi alle parrucche. Lo sanno bene le star, che del cambio giornaliero di look ne hanno fatto uno stile di vita. E allora, perché non prendere spunto da loro? Con i nostri consigli non potrete sbagliare!

Vere o finte?

Ci sono innumerevoli tipi di parrucche sul mercato. A prima vista, possono sembrare un po’ tutte uguali, ma in realtà ci sono importanti differenze. Esistono parrucche con capelli sintetici (in questo caso le fibre migliori sono Kanekalon e Modacrylic, che imitano perfettamente il capello naturale, sia per lo spessore, che per il tatto e la lucentezza), o con capelli naturali. Naturalmente la spesa è ben diversa: una parrucca sintetica può costare dai 100 ai 600 euro, mentre una con capelli naturali può arrivare a costarne 1.000.

È molto importante considerare la calotta sulla quale vengono cuciti i capelli. Tra le varie tipologie, le migliori sono a fascette, con innesto simile al colore della cute, e a rete, il non plus ultra della naturalezza. Oltre ad essere quasi invisibile, dà l’effetto dei capelli che nascono dalla testa. Per far respirare i capelli naturali e la cute, è bene utilizzare parrucche traspiranti. Nei mesi estivi, sono più indicate le cosiddette “ultraleggere”, che non causano disagio neppure quando le temperature sono molto elevate.

Come si lavano?

Se la utilizzate spesso, si consiglia il lavaggio una volta al mese, in acqua fredda e con una piccola quantità di shampoo delicato (meglio se con quelli appositi per parrucche). Poi tamponate con un asciugamano. Non pettinatela quando è bagnata, ma solo quando è completamente asciutta. Nel caso di parrucche sintetiche, non usate phon, ferri arricciacapelli o piastre, né normali spray o gel per capelli, perché si rovinerebbero.

un alleato prezioso: la bardana

A causa del clima autunnale troppo umido, i capelli diventano crespi e opachi. Un rimedio naturale? I semi della bardana, da cui si ricava un olio preziosissimo (reperibile in erboristeria) che dona lucentezza e morbidezza. Ungete i capelli su tutta la loro lunghezza con due cucchiaini di olio di bardana. Frizionate con un massaggio abbastanza energico e lasciate agire l’impacco per dieci minuti prima di risciacquare abbondantemente con acqua tiepida. L’olio di bardana, grazie all’alto contenuto di acidi grassi essenziali, è anche un eccezionale rinforzante per capelli fragili e radi.

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MAKE UP

SALUTE E BELLEZZA

Polveri di tendenza

di Rossano De Cesaris

Quali sono le tendenze della stagione e quali i trucchi per utilizzarle al meglio? Consigli utili e segreti del mestiere

L

e collezioni per la stagione autunno/inverno 2014 suggeriscono di truccare le guance con tonalità decisamente “pinkish” (rosa corallino, rosa azzurrato, rosa intenso, ecc.), da scegliere di un colore che meglio si adatta al proprio incarnato: un vecchio e “sempreverde” segreto consiste nel pizzicare la pelle delle guance per qualche secondo, osservando il grado di rossore che viene a crearsi sulla zona sollecitata, orientandosi di conseguenza verso un “rouge” per guance del medesimo colore. Le texture più in voga sono quelle in crema compatte, dalla consistenza setosa, facilmente applicabili e sfumabili tramite i polpastrelli, grazie a cui poter ottenere un effetto “bonne mine”.

Intramontabile cipria

Per quanto riguarda le ciprie, il mercato ne offre una gamma vastissima, alcune nella versione compatta (ottime come sostitute del fondotinta stesso, a patto che non si abbia un’epidermide

secca o con imperfezioni evidenti), oppure in polvere libera, da scegliere di una qualità finemente micronizzata, che crei un finish setoso e naturale sulla pelle. Ottima anche la cipria HD, un prodotto la cui estrema trasparenza è adatta ad incarnati di qualsiasi colore, concepita in realtà per le riprese foto e cinematografiche in alta definizione, ma che può essere applicata anche nella vita di tutti i giorni, purché stesa mediante un pennello kabuki (al fine di evitare accumuli di prodotto in alcune parti del viso rispetto ad altre).

Quando optare per la terra

Se invece ciò che si desidera è conferire una nota di colore al proprio incarnato, si può optare per l’applicazione delle terre, da scegliere di un colore che non vada mai di due toni oltre quello della propria pelle, e da applicare accuratamente sul viso e sul collo, esercitando grandi e lenti movimenti circolari.

consigli utili

- Il blush in crema va applicato su un fondotinta non opacizzato dalla cipria (altrimenti non potrebbe venire steso nella maniera adeguata). - Il modo migliore di applicare la cipria è tramite un pennellone, da scaricare leggermente sul palmo della mano prima di essere poggiato sulla pelle. - La cipria va applicata insistendo soprattutto sulla zona “T” (fronte, naso, mento). - Prima di applicare una terra in polvere, bisogna assicurarsi che viso e collo siano perfettamente detersi e asciutti, onde evitare che si creino antiestetiche macchie. - Qualora si abbia una pelle secca, l’ideale sarebbe ricorrere a una versione liquida della terra.

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Voucher Resort I resorts sono a misura di famiglia, appartamenti composti da zona giorno, zona notte perfettamente equipaggiati. Inseriti in un resort con tutti i servizi necessari, compresi babysitting, area fitness, spa, piscine, aree relax ecc... I resorts sono: • Sahara Sunset - Costa del Sol • Los Amigos Beach Club - Costa del Sol • Santa Barbara Golf and Ocean Club -­ Tenerife * in uno dei tre resort sopra descritti ** i 0.90 € sono il contributo alle spese di spedizione

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SALUTE E BELLEZZA

BEAUTY CASE

OCCHI:

lo Specchio dell’anima Trattamenti e rimedi fai da te per uno sguardo davvero al top Di Rossano De Cesaris, Make up Artist Vetrina di Roberta Lo Baido

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a zona del contorno occhi è più sottile di quella del resto del viso ed è priva di ghiandole sebacee, pertanto necessita di attenzioni particolari. Tra i 20 e 30 anni, lo sguardo può essere minacciato dalle occhiaie (stanchezza, cattiva alimentazione, ecc.): un ottimo rimedio è applicare sulla zona perioculare, per circa 10 minuti, due bustine di tè usate (lasciate per mezz’ora in freezer dopo l’infusione), generando in tal modo una vasocostrizione che migliora temporaneamente l’inestetismo. Tra i 30 ed i 40 anni, quando compaiono i primi segni, è ottimo utilizzare a mo’ di maschera un composto a base di miele, yogurt e olio di mandorle dolci. Tenete in posa per 20-30 minuti e sciacquate. Dai 40 anni in poi, diventa necessario applicare sostanze più ricche: l’olio di Karité è un efficace ed economicissimo rimedio, altrimenti si può preparare un composto misurando 20 ml di olio essenziale di soia, la stessa quantità di olio di mandorle e 10 di olio di avocado, applicandolo ma evitando con cura che entri direttamente negli occhi, creando bruciore e fastidio.

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PER LEI

HELAN Filler Superidratante Concentrato della Linea Hjdrata Jaluronico. Effetto riempirughe immediato. Idrata, nutre e colma a fondo le piccole rughe. Con prodotti naturali. € 15,00


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Dado da brodo: un nemico in cucina?

Etichette: impariamo a leggerle

Kaki: tutto il dolce dell’autunno

Quando leggete un’etichetta, attenzione alle sigle che cominciano con E! Da E100 a E199 indicano coloranti, da E200 a E299 conservanti, da E300 a E322 antiossidanti, da E325 a E385 correttori di acidità e infine emulsionanti e addensanti da E400 a E495.

I segreti del soufflé Una merenda genuina La ricetta della salute: contro i mali di stagione La semplicità: vino e salumi

Cucina La

di Valeria Poropat

del Benessere

Il marchio “bio” sta prendendo piede anche nella produzione di vini: il consumo di vini biologici si attesta per il momento al 2% del totale.

Tè verde? No, grazie: prendo il bianco! Che il tè verde faccia bene alla salute è ormai noto, ma pochi sanno che il raro tè bianco, che inizia a diffondersi ultimamente in Occidente e si ottiene dalle foglie più giovani della pianta, contiene meno teina ed è ancora più ricco di polifenoli (antiossidanti a cui si attribuisce la proprietà di prevenire alcune malattie, come il cancro)!


IN CUCINA

la spesa consapevole A fronte di un fabbisogno di 2 g di sale al giorno, l'italiano medio ne consuma 6 g.

Dado da brodo: un nemico

in cucina?

Dà una mano a chi ha poco tempo per preparare un brodo tradizionale e insaporisce parecchie ricette, ma siamo sicuri di ciò che mettiamo in pentola? Ecco tutto ciò che c’è da sapere! di Roberta Mastruzzi

Il dottor Luca Speciani, Medico Chirurgo e Alimentarista, intervistato in queste pagine, è presidente dell’Ampas (Associazione Medici per un’Alimentazione di Segnale) e coordinatore della rete nazionale dei professionisti Gift.

Q

uando nel 1850 il barone von Liebig inventò l’antenato dell’odierno dado da brodo, ovvero un estratto di carne in cubetti, ideò anche un efficace battage pubblicitario, sponsorizzando l’acquisto del suo prodotto attraverso una fortunata serie di figurine, tutt’oggi uno degli oggetti più collezionati al mondo. Il padre del dado da brodo, dunque, è stato dotato di grande intuito sia industriale che propagandistico, tanto che ancora oggi gli spot si danno un gran da fare per venderci questo prodotto come un “trucco” alla portata di tutti per dare alle ricette quotidiane il sapore di un piatto da gourmet. I dadi devono il loro successo alla grande praticità, che ci distrae però da un paio di domande fondamentali: perché i nostri piatti dovrebbero aver bisogno di un aiuto extra? E soprattutto: cosa sacrifichiamo sull’altare del dio della fretta?

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Cosa contiene

Esistono tre tipi di “dadi”: il classico cubetto, il granulare in polvere e i brodi pronti in brik. Tutti e tre si presentano in diverse varianti: classico (cioè con estratto di carne), vegetale, ma anche di pesce, di soia ecc. Gli ingredienti della ricetta base sono sale, estratto di carne o verdure, grassi, estratto di lievito, aromi vari. Il sale è spesso il primo della lista (cioè l’ingrediente più presente, e in alcuni casi arriva a superare il 60% del totale), mentre per l’estratto di carne o verdure, le percentuali scendono a livelli minimi, da un ridicolo 0,5 % al 6% nei casi migliori! E poi non mancano gli additivi, tra cui il famigerato glutammato monosodico, segnalato in etichetta come E621. È facile trovare sulle confezioni scritte a caratteri cubitali che ne evidenziano l’assenza, ma poi, solitamente, ci si ritrova a scorrere comunque una lunga lista di coloranti, esaltatori di sapidità e grassi di dubbia origine.

Curiosità Secondo i ricercatori di Altroconsumo, i dadi granulari sono da preferire a quelli in cubetti, perché contengono una quantità inferiore di grassi (usati nei dadi tradizionali come addensanti). Ancora meno ricchi di sale e grassi sono i brodi già pronti in brik.


Dado fai da te Per un dado vegetale senza sale, affettate grossolanamente 3 carote, 2 coste di sedano, 2 zucchine e 2 cipolle, e tritate tutto nel mixer con 2 spicchi d’aglio, basilico e prezzemolo. Mettete il composto nella vaschetta per fare i cubetti di ghiaccio e conservate in freezer.

Un inganno per il palato

Perché apprezziamo quel sapore in più dei dadi da brodo? “Quando la nostra specie ha abbandonato i mari e ha colonizzato la terraferma, si è trovata a dover fare i conti con la mancanza di sodio”, ci spiega il dr. Speciani. “Per questo il nostro cervello ha sviluppato un meccanismo che gratifica il reperimento di sale: trovandolo in un alimento, cerca di farne scorta. Tutto questo oggi non ha più senso, tuttavia l’aspetto gratificante resta, per cui gli alimenti salati diventano come una droga: creano assuefazione e se ne cercano sempre di più. Per quanto mi riguarda, il dado da brodo è un cubetto di sale con un’ombra di carne e verdura. È solo un modo per fingere un sapore che non esiste”. Il giudizio del dr. Speciani sembra non lasciare scampo... eppure qualche via d’uscita c’è.

Se il barone von Liebig per produrre 1 kg di estratto usava 30 kg di carne, oggi per 1 kg di dado se ne utilizzano, solitamente, in media appena 50 grammi.

La soluzione

La prima soluzione è prepararsi il dado in casa, così da essere sicuri degli ingredienti presenti (vedi box). Altrimenti, si possono scegliere alternative come il gomasio (semi di sesamo tostato, sale integrale e alghe o altre erbe) e le spezie, che rendono più saporiti i cibi e spesso offrono anche benefici per la salute. Se non vogliamo rinunciare al dado, scegliamo quello vegetale, ma facendo attenzione che non ci siano sale e altri additivi artificiali. “Questo tipo di dadi si trova nel circuito biologico, ma anche al supermercato. Sono sia in polvere che in cubetti, e contengono solo aromi naturali come prezzemolo, aglio, cipolla, ecc.”, ci avverte Speciani. La regola numero 1 per una spesa consapevole resta insomma sempre quella: leggere bene le etichette!

Il glutammato “Sulla lingua abbiamo anche recettori specifici per il glutammato: servono a farci piacere le carni”, ci spiega il dr. Speciani.“Da un punto di vista evolutivo, sono stati utili per apprezzare il gusto degli amminoacidi e delle proteine. Il glutammato trasforma il gusto di una carne insipida in quello di una carne di prima qualità, però è anche un potente mediatore della nostra risposta nervosa. L’acido glutammico in unione con il sodio presente nei dadi, è un mix esplosivo”. Se una sera facciamo una scorpacciata di glutammato (presente, per esempio, in molti piatti orientali, per questo si parla di “sindrome da ristorante cinese”), non fa effetto, ma l'utilizzo ripetuto nel tempo crea sintomi neurologici come insonnia, eccitazione, frequenti mal di testa, incubi notturni, nervosismo. Novembre 2013 • DIMENSIONEBENESSERE

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IN CUCINA

la spesa consapevole

Trippa un alimento

da riscoprire

Ingrediente importante della cultura contadina di un tempo, la trippa, ricavata dallo stomaco dei bovini, oggi è rivalutata dal punto di vista nutrizionale, perché povera di grassi e ricca di proteine nobili di Luca Rubboli

I

n passato coloro che per motivi economici non potevano nutrirsi di carne riuscivano a rimediare pietanze comunque nutrienti e gustose come la trippa, tanto che le sue origini contadine si rispecchiano ancora oggi in ricette rustiche e popolari diffuse in tutta Italia. Ultimamente il suo consumo sta assumendo sempre più fama, in quanto si tratta di un alimento molto sostanzioso, ricco di proteine e scarso, al contrario di quanto il nome potrebbe far pensare, di grassi. Il tutto a fronte di un costo più basso rispetto ai comuni tagli di carne.

Da sapere

Riconosciuta come frattaglia, la trippa consiste di norma nelle tre prime camere dello stomaco del bovino (rumine, reticolo e omaso), debitamente lavate e bollite per igienizzarle. Con circa 100-110 kcal per etto, apporta un buon quantitativo di proteine nobili (circa 16 g), appena 4 g di grassi, oltre a minerali quali calcio e fosforo. La notevole quantità di tessuto connettivo può causare qualche difficoltà di digestione, quindi attenzione a come la preparate: spesso le ricette tradizionali la rendono più “pesante” e i condimenti aumentano esageratamente l’apporto calorico che in sé, come abbiamo detto, non è eccessivo. Meglio dunque affiancarla a verdure e cucinarla senza condimenti e intingoli troppo grassi, proprio come vi suggerisce lo chef Pasquale Minciguerra.

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Acquistarla e conservarla

La trippa si acquista in macelleria o nei supermercati. Si trova in due versioni, grigia o bianca. La seconda è stata bollita più a lungo e ha un sapore più delicato rispetto alla prima, tuttavia quella grigia è da preferire (sebbene richieda tempi di seconda cottura in casa più lunghi), in quanto spesso per ottenere un colore più chiaro si utilizzano degli sbiancanti anche chimici. In entrambi i casi, deve comunque essere cotta (anche se già bollita dal macellaio), prima di poterla consumare. Se non la consumate subito, immergetela in un contenitore con acqua, ma consumatela entro e non oltre le 24 ore. Sciacquatela con acqua fredda prima di prepararla.

Amica della pelle e delle ossa Grazie al collagene che contiene, la trippa è utile per la salute della pelle, degli occhi, dei vasi sanguigni e delle articolazioni, e può dare una mano in caso di malattie articolari e per prevenire l’osteoporosi. In effetti, oggi consumiamo pochi alimenti ricchi di collagene, e ciò può causare un depauperamento più rapido delle nostre scorte di questa sostanza. In questo senso, consumare un po’ più spesso la trippa (pur con la moderazione con cui si dovrebbe fare uso in cucina di tutti i tipi di carne) può esserci d’aiuto.


trippa all'insalata

con finocchio, arancia e salsa di patate Ingredienti PER 4 PERSONE

Pasquale Minciguerra Chef Hotel Europa Latina

Curiosità Come tutte le frattaglie, contiene più colesterolo dei comuni tagli di carne bovina, perciò meglio farne un uso moderato se si soffre di ipercolesterolemia o gotta.

• 320 g di trippa di vitello • 100 g di finocchio • 120 g di arancia • 10 olive di Gaeta • 100 g di patate • Erba cipollina • Aceto di vino bianco • Sedano • 1 carota • 1 cipolla • Qualche foglia di alloro • Salvia • Olio extravergine d’oliva • Sale e pepe nero

Preparazione

Lavate la trippa con abbondante acqua corrente e mettetela a bollire in acqua acidulata con l’aceto e salata per circa un'ora (levando la schiuma che si forma), poi scolatela e rimettetela a bollire in un brodo vegetale fatto con sedano, carota, cipolla, alloro e salvia per un’altra oretta. Preparate la salsa di patate, facendo dorare la cipolla in un filo d'olio e aggiungendo le patate a tocchetti; lasciatele rosolare per qualche minuto e unite 200 ml di acqua. Portate a cottura, frullate, regolate di sale e pepe e tenete la salsa da parte. Affettate finemente il finocchio e immergetelo in acqua e ghiaccio. Sbucciate l'arancia a vivo e unitela ai finocchi, all'erba cipollina sminuzzata e alle olive denocciolate. Quando la trippa è cotta, lasciatela raffreddare e tagliatela a striscioline sottili. Condite con sale, olio e pepe nero. Preparate il piatto adagiando la crema di patate e con l'aiuto di un coppapasta formate un cilindro con la trippa. Completate con l'insalata di finocchi e arancia.

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IN CUCINA

la spesa consapevole

Orata, se è di allevamento

sappiate che...

Deve il suo nome alla caratteristica mezzaluna dorata che si trova tra gli occhi: è l’orata, uno dei pesci più apprezzati e consumati sulla nostra tavola

A cura di Corrado Piccinetti Biologo marino

L’

orata vive nelle acque salmastre e in quelle costiere, e si caratterizza per una macchia nera sulla testa, ai due lati, e una mezzaluna color oro da cui viene il suo nome. Può raggiungere i 5 kg di peso e ha un’ampia area di distribuzione che si estende anche fuori del Mediterraneo. In Italia è tradizionalmente pescata con i lavorieri (speciali sbarramenti che bloccano i pesci in transito tra le lagune e il mare) e pertanto, come la spigola, è stata oggetto di attività progressive di allevamento. Oggi oltre il 90% delle orate prodotte in Italia si alleva nelle valli da pesca dell’alto Adriatico, negli stagni sardi, in vasche di cemento e in particolare in gabbie galleggianti in mare. Normalmente le orate d’allevamento sono vendute tra 200 e 400 g (è infatti facile riconoscerle perché sono di piccole dimensioni, rispetto a quelle pescate, in genere molto più grandi), ma vi sono allevatori che mantengono più a lungo il pesce nelle vasche per raggiungere taglie superiori, spesso oltre il chilo.

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Le caratteristiche

Le modalità di allevamento, la qualità delle acque e l’intensità dei ricambi, uniti alla qualità e quantità dei mangimi determinano le caratteristiche organolettiche delle orate, la sapidità, la morbidità delle carni, il colore e la livrea del pesce. Dal punto di vista nutrizionale, l’orata presenta una notevole ricchezza di sali minerali e proteine facilmente digeribili; per quanto riguarda la concentrazione di grassi, è variabile in funzione del ciclo biologico e, per le orate allevate, dell’alimentazione ricevuta. Alcuni allevatori tendono a sovralimentare le orate e ciò determina degli accumuli di grasso all’interno della cavità viscerale, che modificano fortemente il sapore e le caratteristiche nutrizionali. Un aumento della parte grassa può essere causato anche dal sovraffollamento negli allevamenti intensivi dove i pesci sono limitati nei movimenti.

La tracciabilità

Sul banco del pesce dovete sempre cercare le indicazioni che vi diranno se il pesce è allevato o pescato, e la sua provenienza. Si trovano in vendita anche orate congelate, che vengono per lo più dall’estero. Anche quelle fresche d’allevamento possono provenire da altri paesi, poiché il consumo di orate in Italia è molto elevato, e perciò vengono importate da Grecia, Turchia, Croazia. È ovvio che la lontananza dell’allevamento rispetto al punto di vendita incide molto sulla qualità in quanto dopo la pesca il pesce comincia a perdere rapidamente caratteristiche organolettiche, consistenza delle carni e sapore. Preferite le orate che portano sulla testa una “freccetta” con il nome del produttore (meglio come detto se italiano); ciò indica in generale una costanza di qualità.

Curiosità Un aspetto particolare dell’orata è che questo pesce ha una fase maschile quando è giovane e invecchiando cambia sesso, per cui tutti gli esemplari oltre 1 kg di peso sono femmine.


ORATA in padella con

purea di rape Ingredienti PER 4 PERSONE

MIRKO ROCCA Chef del Ristorante Hotel La Locanda di Bagnara (RA) www.locandabagnara.it

• 800 g di filetti di orata • 2 rape rosse • 2 patate • 1 scalogno

rosse

• 100 g di spinacina • Olio extravergine d’oliva • Brodo vegetale q.b.

Preparazione

Pulite le orate sventrandole e squamandole; utilizzate un coltello flessibile per sfilettarle senza rompere la carne; con l’aiuto di una pinzetta da pesce togliete tutte le spine rimanenti, ottenendo così quattro filetti puliti e pronti da cuocere. Rosolate in un tegamino lo scalogno tritato con poco olio extravergine, aggiungete la rapa a pezzettini e le patate tagliuzzate; aggiungete del brodo man mano che si asciuga e fate cuocere fino a una consistenza morbida, regolando di sale. Frullate in un mixer aggiungendo olio extravergine a filo. Rosolate i filetti di orata in padella dalla parte della pelle in poco olio, salate e girateli quando la pelle risulterà croccante (quando

girate il filetto, meglio spegnere la fiamma in modo che il calore non asciughi la carne). Disponete l’orata nel piatto con la pelle verso l’alto, aggiungete la purea di rape e patate e finite con la spinacina precedentemente lavata e condita con olio e sale. Guarnite con pezzetti di rape rosse e un filo di olio extravergine.

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IN CUCINA

la spesa consapevole

Se volete congelare il radicchio, deve prima essere scottato in acqua bollente: non si può mettere in freezer quando è crudo.

Radicchio: gusto inconfondibile e un pieno di antiossidanti Tante tipologie, ma un denominatore comune per tutte: il radicchio è in ogni caso una miniera di benessere, soprattutto per il fegato

D

al sapore unico e inconfondibile, caratterizzato da un mix di dolce e amarognolo, fresco e pungente, il radicchio, con il suo colore rosso vivo e le sfumature bianche, simboleggia perfettamente l'autunno, richiamando l'intensità di cromie e le contrapposizioni climatiche tipiche di questa stagione. E possiamo considerarlo davvero una sorta di “farmacia naturale” che in questi mesi non dovrebbe mai mancare sulle nostre tavole.

A cosa fa bene

Poverissimo di calorie (ne conta soltanto 14 per 100 g) questo ortaggio, che sarebbe meglio consumare crudo per godere delle sue proprietà inalterate, apporta ottime quantità di potassio, fosforo, sodio, ferro, magnesio, manganese, rame e calcio, oltre a vitamine (A, B, C e K) e aminoacidi. Con un quadro nutrizionale così eccellente le sue proprietà sono molteplici. Oltre a essere un prezioso alleato delle diete ipocaloriche, garantendo sazietà e fibre alimentari, è un ottimo integratore idrosalinico, con potere antianemico, depurativo e protettivo del fegato, diuretico, blandamente lassativo e perfino febbrifugo. Importante risulta poi la presenza di antocianine, antiossidanti molto utili a proteggere la salute del sistema cardiovascolare, soprattutto per la prevenzione dell’arteriosclerosi.

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di Luca Rubboli

Se non vi piace il sapore amarognolo tipico di alcune varietà, ponete i cespi in acqua acidulata con limone o poco aceto per circa 2 ore.

Acquistarlo e conservarlo

Esistono moltissime varietà di radicchio, ma le possiamo classificare in due tipologie: una dalle foglie rosso intenso (per esempio il rosso di Treviso e Verona) e una dalle foglie variegate, con striature verde chiaro, gialle o bianche (per esempio il variegato di Castelfranco). Per sceglierlo più fresco possibile (dalla freschezza dipende il contenuto vitaminico), fate attenzione alla forma del cespo, che deve essere compatto, con foglie carnose e sode, prive di macchie scure. Per conservarlo al meglio basta riporlo in frigorifero, preferibilmente avvolto in un panno da cucina, a testa in giù: in questo modo si conserva per circa una settimana. Lavatelo bene prima di consumarlo, tagliando il cespo a metà e allargandone le foglie. Controllate che il centro non presenti marciumi.


Tortelli di RADICCHIO con speck Ingredienti PER 4 PERSONE

Corrado Zamboni Pastaio www.lasfoglia.net © Matteo Felici

Per la sfoglia verde: • 300 g di farina di grano tenero tipo “0” granito • 3 uova • 1 cucchiaio di olio extravergine d’oliva • 100 g di bietole Per il ripieno: • 600 g di radicchio trevigiano e di Chioggia • 100 g di formaggio grana • 150 g di ricotta • 1 scalogno • 1 spicchio d’aglio • 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva • Sale • Noce moscata q.b. • Pangrattato q.b. Per il condimento: •2 cucchiai di olio extravergine d'oliva • 100 g di speck • 1 scalogno • Aceto balsamico tradizionale q.b.

Preparazione

Lavate le bietole e mettetele in un mixer con 50 g di farina e un cucchiaio d’olio e mixate fino a ottenere un’emulsione corposa. Disponete la restante farina a fontana sul piano di lavoro, aggiungete le uova e le bietole frullate e lavorate il composto fino a ottenere un impasto liscio e compatto. Avvolgete in una pellicola trasparente e lasciate riposare per circa 1 ora. Stendete la pasta fino a ottenere una sfoglia di circa 5 mm. Utilizzate stampi da cucina a forma di fiore per realizzare i tortelli. Per il ripieno, fate dorare in padella, con poco olio, aglio e scalogno tritato, scottate il radicchio in acqua bollente salata e saltatelo nella padella dopo aver eliminato l’aglio. Frullate il radicchio insieme alla ricotta, al grana, al pangrattato e a un pizzico di noce moscata, aggiustando di sale se necessario. Unite il ripieno alla pasta, chiudendo i tortelli, e cuoceteli per 4-5 minuti in acqua bollente salata, mentre preparate il condimento, per il quale dorerete lo scalogno finemente tritato unendovi lo speck precedentemente tagliato a listarelle. Cuocete lo speck a fuoco lento fino a doratura e conditevi i tortelli. Decorate il piatto con qualche goccia di aceto balsamico e servite. Novembre 2013 • DIMENSIONEBENESSERE

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IN CUCINA

la spesa consapevole

Kaki

Se li avete acquistati acerbi, potete tenerli a temperatura ambiente e in un luogo buio e asciutto, magari insieme a frutti come mele e pere, che grazie all’emissione di etilene, accelerano il processo di maturazione.

tutto il dolce

dell'autunno

Un po’ troppo trascurato sulle nostre tavole, questo dolce frutto è un ottimo alleato per la nostra salute, grazie ai suoi valori nutritivi e al suo effetto depurativo e lassativo di Luca Rubboli

L

a pianta di kaki è originaria della Cina ed è stata coltivata inizialmente in Giappone, tanto che il suo frutto è anche noto come “mela d’Oriente”. Giunta alla fine del Settecento in Europa, a lungo è stata solo una pianta ornamentale. Eppure, i suoi frutti sono un concentrato prezioso di sostanze nutritive, e dovrebbero essere consumati di più sulle nostre tavole (spesso sono un po’ “snobbati” per la notevole deperibilità e la scomodità nel mangiarli).

Tante varietà, ma meglio mature

Diverse le varietà, ma se ne possono distinguere due gruppi: morbidi (cosiddetti “Tipo”) e duri (“Mela” e “Vaniglia”), che risultano anche più semplici da consumare, in quanto si possono sbucciare e mangiare come una mela. In ogni caso, è sempre bene gustarli quando sono del tutto maturi, in modo che i tannini che contengono si trasformino totalmente in zuccheri. In caso contrario, ci troveremmo a provare un fastidioso effetto astringente nel gustarli (comunemente si dice che “allappano”).

Acquistarli e conservarli

Se volete acquistare kaki già maturi, badate che abbiano un colore arancio vivo e nel caso dei Mela e Vaniglia, una consistenza morbida e non legnosa. La presenza della cosiddetta “ragnatela” nera ben estesa sulla buccia alla base del frutto è segno di maturità e dolcezza. Essendo frutti molto deperibili, devono essere riposti in frigorifero e consumati entro pochi giorni.

Il nome Il nome esatto del frutto e della pianta di cui parliamo è kaki (in versione esotica!) o più semplicemente cachi, ed è un sostantivo che resta invariato al singolare e al plurale. Perciò, se sentite dire “un caco”, sappiate che non è corretto! La dicitura esatta è “un kaki” o “un cachi” anche al singolare.

Qualità da non sottovalutare

L’elevata quantità di zuccheri presente nei kaki, circa il 16%, li rende frutti a medio-alto apporto calorico, con circa 65 kcal per etto. Meglio dunque fare attenzione se si segue una dieta ipocalorica, e tanto più se si soffre di diabete. Tuttavia, i kaki sono un’eccellente fonte di vitamina A e betacaroteni, e apportano anche discrete quantità di vitamina C e potassio. Da segnalare infine il loro potere lassativo e regolatore delle funzioni intestinali se ben maturi, astringente se acerbi.

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Le regioni in cui la coltivazione dei cachi è più diffusa sono Campania, Sicilia ed Emilia Romagna, in particolare in provincia di Forlì-Cesena.


ALESSANDRO SALANDINI Chef del Ristorante Benacus dell’Hotel Caesius Thermae & SPA Resort, Bardolino (VR)

MILLEFOGLIE CON KAKI E

SPUMA DI CASTAGNE Ingredienti PER 4 PERSONE

Per la crema di kaki: • 3 kaki Tipo maturi • 1 cucchiaio di miele • Il succo di ½ limone • 15 g di gelatina alimentare • 1 cucchiaio di Cointreau

Per la cialda: • 150 g di farina • 70 g di latte • 1 uovo intero • 70 g di miele • Buccia e succo di 1 arancia • 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva Per la spuma di castagne: • 100 g di castagne • 20 g di miele • ¼ stecca vaniglia • 1 foglia di alloro • Latte q.b. • 1 foglio di gelatina alimentare Per guarnire: • Qualche castagna cotta in acqua e miele • Miele di castagno

Preparazione

Per la crema di kaki, ammorbidite la gelatina in acqua fredda, e intanto frullate i kaki con il miele e il Cointreau. Sciogliete la gelatina nel succo di limone e unitevi il frullato. Disponete in stampi e mettete in frigo per qualche ora, quindi tagliate dei dischi di 5 cm. Preparate ora la cialda: lavorate insieme farina, latte, uovo, miele, olio, succo e scorza d’arancia grattugiata, e lasciate riposare per un’ora. Stendete su una placca l'impasto e infornate per qualche minuto, finché le cialde non saranno dorate, quindi lasciatele raffreddare. Per la spuma, lessate le castagne insieme all’alloro e alla stecca di vaniglia, facendo attenzione a coprirle completamente con il latte. Quando saranno cotte, togliete alloro e vaniglia e passatele fino a ottenere un composto denso. Aggiungete il miele e la gelatina ammorbidita in acqua fredda, fate raffreddare e tagliate dischi di 5 cm. Componete il piatto alternando le cialde a uno strato di crema di kaki e a uno di spuma, come in foto, e guarnite con miele di castagno e castagne cotte in acqua e miele. Novembre 2013 • DIMENSIONEBENESSERE

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IN CUCINA

TIPICITà

BUONO ANCHE SENZA SALE Essendo prodotto di una terra carsica e molto asciutta, il cece nero tende a concentrare tutti i nutrienti, e da questo deriva un sapore erbaceo e molto più intenso, tanto da rendere inutile l'aggiunta di sale come condimento. Altro motivo salutare per riscoprirlo!

la

perla nera dei legumi

Piccolo e nero... il cece della Murgia è una delizia tutta da riscoprire, anche per le sue particolarità nutrizionali di Valeria Poropat

T

erra di sapori antichi e tradizioni enogastronomiche che tutto il mondo ci invidia, la Puglia è tra le regioni italiane con il più alto numero di presidi Slow Food. L'ultimo, in ordine prettamente di tempo, è il cece nero della Murgia, che ha ricevuto il prestigioso riconoscimento lo scorso 27 maggio. Come molte altre colture locali, ha rischiato l'estinzione, e solo la caparbietà di alcuni contadini e un pizzico di fortuna hanno impedito che questo legume dalle proprietà particolarissime entrasse nel libro delle colture scomparse.

“Duro” come la sua terra

Il cece nero della Murgia, che si coltiva principalmente nei comuni di Acquaviva delle Fonti, Cassano e Sant'Eramo in Colle (tutti in provincia di Bari), è un prodotto resistente, come le altre varietà di cece più comunemente coltivate in Italia, ma, un po' come la sua terra natale, è un tipo duro all'esterno, “difficile”, poco avvezzo al compromesso. La cuticola è molto più spessa e rugosa rispetto a quella del cece che siamo abituati a trovare in commercio, tanto da richiedere un tempo di ammollo in acqua e bicarbonato di 12 ore e ben 2 ore di cottura. Questa sua resistenza lo ha reso un prodotto poco commercializzabile, ma è un peccato: il cece nero, infatti, contiene il triplo delle fibre delle altre varietà e una quantità di ferro tale da essere consigliato spesso alle donne in gravidanza.

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Una zuppa tutta nera Il cece nero, come altri legumi, dà sicuramente il meglio di sé nelle zuppe. Gustosissima, a questo proposito, è la tipica zuppa di ceci e alloro che, in piena tradizione contadina, sfrutta il pane raffermo come base su cui versare la zuppetta di ceci neri, realizzata con una base di soffritto di aglio e, a metà cottura (dopo aver aggiunto l’acqua necessaria insieme ai ceci), con l'aggiunta di qualche foglia di alloro per insaporirla ulteriormente.


Sotto vetro con gusto

IN CUCINA

È tempo di

KIWI...

di Francesca Noto

sott’aceto!

A

vreste mai pensato di gustare il kiwi in una conserva sott’aceto? È un modo interessante e fuori dal comune per conservare questo frutto che proprio nel mese di novembre affolla il banchi ortofrutticoli al mercato e al supermercato. Il sapore inconfondibile si mantiene inalterato, e l’uso di pepe verde e senape garantiscono un gusto leggermente piccante che permette di utilizzare questa conserva come insolito e un po’ esotico accompagnamento freddo a secondi di carne.

Ingredienti

• 700 g di kiwi • 600 g di succo di mela • 2 mele • 150 ml di aceto di vino bianco • 200 g di zucchero • 1 cucchiaino di pepe verde • 1 cucchiaino di senape in grani

Preparazione

Sbucciate i kiwi e tagliateli a pezzetti. Pestate insieme il pepe verde (risciacquandolo accuratamente se in salamoia) e i grani di senape. Mettete in una casseruola aceto e succo di mela. Portate a ebollizione e scioglietevi lo zucchero, mescolando bene. Fate sobbollire per 10 minuti, così che lo sciroppo si addensi leggermente. Sbucciate e tagliate le mele a pezzetti e versatele insieme ai kiwi nello sciroppo. Portate di nuovo a ebollizione, facendo sobbollire finché la frutta sarà ben ammorbidita. Versate quindi la conserva nei vasetti precedentemente sterilizzati, fino a 1 cm dal bordo. Chiudeteli ermeticamente, sterilizzate nuovamente bollendo i barattoli in una pentola d’acqua per almeno mezz’ora e riponeteli al fresco e al buio. La conserva si potrà consumare dopo una settimana, mantenendosi per un anno se i vasetti restano chiusi.

Curiosità Qualche colpetto ai vasi appena riempiti e non ancora chiusi aiuterà a eliminare eventuali bolle d’aria.

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IN CUCINA

TRUCCHI DEL MESTIERE Occhio a non aprire per nessun motivo il forno prima della fine della cottura: la differenza di temperatura farebbe sgonfiare il soufflé!

I segretI PER UN

Soufflé "LEGGERO"...

in tutti i sensi!

Ci avete provato, ma vi si è “seduto”? Il soufflé sembra una preparazione difficile, ma grazie ai trucchi di Marco Olivieri stupirete gli ospiti e i familiari con un piatto da maestri!

L

a caratteristica principale del soufflé (che non a caso è una parola francese che significa “soffiato”) è, come tutti ben sanno, quella di gonfiarsi durante la cottura in forno, grazie alla presenza degli albumi montati a neve. La preparazione di base è un composto simile a una besciamella densa, con l’aggiunta delle uova. Può essere salato oppure dolce; nel primo caso vi si potranno aggiungere ingredienti come formaggi o verdure (per esempio broccoli, visto che sono di stagione, ma sono ottimi anche i piselli, i carciofi o gli asparagi), ma anche carne o funghi. In caso di preparazione dolce, oltre allo zucchero si aggiungeranno aromi come la vaniglia, la cannella, il cioccolato.

Consigli di preparazione

La buona riuscita di un soufflé non dipende solo dalla cottura, ma anche dalla preparazione, altrettanto delicata, che richiede diversi accorgimenti. Per esempio, quando unite i tuorli d’uovo alla crema di base, dovete farlo soltanto una volta che l’avrete tolta dal fuoco, attendendo che si raffreddi a temperatura ambiente (massimo 30°C).

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A cura di MARCO OLIVIERI Maestro di cucina www.marcolivieri.com

Anche i bianchi montati a neve devono essere aggiunti quando l’impasto di base sarà raffreddato a temperatura ambiente, amalgamandoli con molta delicatezza per mantenerli ben montati. Si consiglia di usare una spatola, e di procedere con movimenti leggeri, dal basso verso l’alto. Lasciate riposare l’impasto per mezz’ora prima di infornarlo.

E ora... in forno!

Per cuocere il vostro soufflé potrete utilizzare un recipiente verticale o comunque alto, che mostrerà maggiormente l’effetto di rigonfiamento tipico di questa preparazione, oppure sfruttare delle piccole pirofile monoporzione. In ogni caso, il recipiente di cottura ha la sua importanza, non solo per la riuscita del piatto ma anche per la sua presentazione estetica, visto che viene portato in tavola senza sformarlo. Riempite il recipiente fino a 3/4 dell’altezza. Il tempo di cottura varia a seconda della grandezza del soufflé: bastano 15-20 minuti per quelli piccoli e si arriva a 40 per quelli più grandi. Sarà cotto quando la parte centrale sarà gonfia e ben dorata. Servitelo caldo appena sfornato!


SoufflÉ

al formaggio

La temperatura di cottura deve essere di 170°-180°C, in forno statico (non si usa il ventilato per questa preparazione).

senza burro Le varianti A questa base per soufflé, resa più salutare sostituendo l’olio extravergine d’oliva al classico burro solitamente usato per la preparazione, potete aggiungere 300 g di funghi già cotti e insaporiti, oppure di verdure di stagione, anche queste cotte a vostro piacere. Se invece volete un soufflé dolce, la base resta uguale (latte, farina, uova, olio e un pizzico di sale), ma si aggiungeranno 50 g di zucchero, da unire all’inizio della preparazione al latte, e gli aromi desiderati (vaniglia, per esempio, o cacao, da aggiungere alla salsa base prima di incorporare gli albumi).

Ingredienti PER 4 PERSONE

• 200 ml di latte • 50 g di farina • 40 ml di olio extravergine d’oliva • 100 g di gruviera grattugiato • 100 g di formaggio grana grattugiato • 3 uova medie • Noce moscata q.b. • Sale

Preparazione

Scaldate l’olio, unendovi la farina fino a ottenere un composto omogeneo. Aggiungete il latte bollente e portate a ebollizione, unendo il gruviera e il grana grattugiati, la noce moscata e un pizzico di sale. Togliete dal fuoco, lasciate raffreddare e unite i tuorli d’uovo, mescolando bene. A questo punto, montate a neve ferma gli albumi e aggiungete con delicatezza anche questi all’impasto. Riempite per 3/4 degli stampi di ceramica monodose foderati di carta da forno e metteteli in forno statico a 170°C per circa mezz’ora. Servite immediatamente.


IN CUCINA

CIOCCOLATOMANIA

Per dare una “marcia in più” a questa ricetta, e se vi piace, si possono aggiungere 50 ml di rum all’impasto. In alternativa al biscotto sbriciolato si possono utilizzare nocciole ridotte in granella.

Castagne

di cioccolato

P

rotagoniste dell’autunno, le castagne sono anche le squisite “regine” di questa ricetta che le vede unire il loro inconfondibile sapore a quello del cioccolato fondente, per una sinfonia di gusto e dolcezza che farà innamorare grandi e piccini. Anche la presentazione è importante, e questi simpatici dolcetti pralinati sapranno deliziare senza dubbio lo sguardo, oltre che il palato.

Giandomenico Berardi Cioccolatiere della Pasticceria Berardi Ruvo di Puglia (BA) www.berardi.it

Foto di Franco Gentile

Ingredienti

• 200 g di castagne • 200 g di zucchero a velo

Preparazione

• 200 g di cioccolato fondente • Biscotti sbriciolati

Sbollentate le castagne in acqua e privatele della pelle (è consigliabile effettuare questa operazione il giorno prima in modo da avere le castagne più asciutte). Con un frullatore riducetele in polvere. Tagliate il cioccolato fondente a pezzi e fatelo sciogliere a bagnomaria. Aggiungete alla polvere di castagne lo zucchero a velo e iniziate a lavorare con un cucchiaio. Aggiungete il cioccolato fondente sciolto e mescolate energicamente. Ottenuto un composto omogeneo, formate delle sfere, assottigliatele su un lato e schiacciatele leggermente per conferire la tipica forma delle castagne. Passate subito la base delle castagne nel biscotto sbriciolato e riponetele su una teglia coperta con carta da forno. Mettete la teglia in frigo per 10 minuti circa e servite.

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PER VEGETARIANI

IN CUCINA

un pieno di proteine

GAETANO VACCARO Chef dell'Adler Thermae Resort Bagno Vignoni (SI) www.adler-thermae.com

senza CARNE!

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ovembre è ancora periodo di funghi porcini, e una semplice cottura arrosto basta a valorizzarne al massimo il gusto inconfondibile. Tra l’altro, presentati insieme ai deliziosi gnocchi di ricotta e spinaci che ci propone lo chef Gaetano Vaccaro, non solo risulta-

no quanto mai graditi al palato, ma garantiscono anche un buon apporto di proteine, fornite dai funghi stessi ma anche dalla ricotta, dal formaggio grana e dalle uova presenti nella ricetta. Insomma, un piatto completo e un ottimo pieno di proteine, per chi decide di fare a meno della carne.

gnocchi di ricotta e spinaci su

porcini arrosto Ingredienti PER 4 PERSONE

• 400 g di spinaci • 100 g di farina • 100 g di ricotta vaccina • 50 g di pangrattato • 2 uova • 1 cipolla tritata • Formaggio grana grattugiato q.b. • Sale, pepe e noce moscata • Olio extravergine d’oliva • 250 g di porcini freschi

Preparazione

Pulite i porcini con un panno umido. Tagliate le cappelle a listarelle e grigliatele; tagliate i gambi a dadini e dorateli in poco olio extravergine d’oliva. Scottate gli spinaci in acqua bollente e raffreddateli velocemente in acqua e ghiaccio per mantenere il loro colore verde brillante. Fate imbiondire in poco olio la cipolla, aggiungete gli spinaci e cuoceteli per pochi minuti. Lasciateli intiepidire in una ciotola, tritateli e aggiungete la ricotta, le uova, sale, pepe, un pizzico di noce moscata, del formaggio grana grattugiato, il pangrattato e la farina. Amalgamate gli ingredienti e create degli gnocchi di grandi dimensioni, che cuocerete per pochi minuti in acqua salata. Serviteli su uno specchio di porcini, condendo con un filo di olio extravergine d’oliva e una

La qualità dei porcini I funghi in generale, e dunque anche i porcini protagonisti della ricetta, contengono buone quantità di proteine, vitamine (soprattutto PP e K) e sali minerali (potassio, fosforo, calcio). Sono invece poveri di carboidrati e praticamente privi di grassi. spolverata di grana grattugiato. Nella foto in questa pagina, lo chef ha guarnito il piatto anche con un pomodorino intero: imitatelo, se è di vostro gradimento!


IN CUCINA

IL PIATTO AFRODISIACO

Le della crespelle passione

L

DANIELA TIMONI Chef freelance

e capesante, anche dette cappesante o “conchiglie Saint Jacques”, hanno fin dall’antichità la fama di essere un cibo afrodisiaco, come del resto anche altri frutti di mare (basti pensare alle ostriche!), grazie alle loro proprietà toniche e stimolanti. Le crespelle proposte da Daniela le vedono protagoniste, in versione piccante, ovviamente: si ritiene infatti che il peperoncino, per i suoi effetti vasodilatatori, stimoli le funzioni sessuali. Per non parlare poi dei porri, decantati per le loro qualità afrodisiache anche da Plinio il Vecchio e dal poeta latino Marziale, il quale, in un suo componimento, affermava: “Se l’invidiosa età allenta il nodo nuziale, il tuo cibo sian porri...”. Nei piatti “romantici”, comunque, ricordate sempre che anche la presentazione e l’atmosfera vogliono la loro parte: Daniela consiglia di curare anche l’impiattamento, che contribuirà alla buona riuscita della vostra piacevole serata a due!

Per la crema di porro: • 1 porro • 150 ml di latte • 1 cucchiaio di farina 00 • Sale

crespelle con capesante in crosta integrale piccante con crema di porro

Tagliate a pezzetti le capesante, tenendone un paio intere per la presentazione, e fatele cuocere per 10 minuti in poco olio caldo con lo spicchio d’aglio. Salate e pepate, aggiungendo qualche foglia di prezzemolo tritato. Fate cuocere per 10 minuti in una pentola il latte e il porro affettato, frullate, aggiungete la farina setacciata, un po’ di sale e mescolate fino a ottenere una crema densa. Sbriciolate il pane in una ciotola, unendovi un cucchiaio d’olio e un pizzico di peperoncino. Preparate le crespelle mescolando uovo, latte, sale e farina fino a ottenere un composto morbido e senza grumi, poi scaldate una padella con un filo d'olio e cuocete un paio di cucchiai di composto per ogni crespella. Imbottite le crespelle con il ragù di capesante e chiudetele a fazzoletto, spalmatele con po' di frullato di porro e poi cospargetele con il pane sbriciolato. Mettetele in forno a 180° gradi per circa 10 minuti. Impiattate e servite con le capesante intere tenute da parte e qualche anello di porro.

Per la crosta: • 1 fetta di pane integrale • Peperoncino in polvere • Olio extravergine d’oliva Per le crespelle: • 1 uovo • 100 ml di latte • 100 g di farina 00 • 1 cucchiaio di olio extravergine d’oliva • ½ cucchiaino di sale

Preparazione

Ingredienti PER 2 PERSONE

Per il ripieno: • 250 g di polpa di capesante • 1 spicchio d’aglio • Olio extravergine d’oliva • Sale e pepe • Prezzemolo

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DAL LATTE ALLE PAPPE

le LYDA BOTTINO farmacista con Master in Nutrizione Dietetica www.dietagift.it

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uesto mese rivolgiamo le nostre attenzioni ai bimbi un po’ più grandicelli, che cominciano ad andare all’asilo e a scuola: come fornire loro la merenda più salutare, e al contempo ricca di energia? Le classiche merendine in commercio sono costituite in gran parte da tre componenti di scarsissimo valore nutrizionale, che creano picchi di glicemia dal forte potere ingrassante: zucchero,

panini dolci al cioccolato Ingredienti PER 4 bimbi

• 250 g di farina di frumento integrale • 250 g di farina di grano khorasan integrale • 250 ml di latte • 30 ml di olio extravergine d’oliva • 60 g di miele • 1 uovo • 1 stecca di vaniglia • 1 bustina di lievito • Cioccolato extrafondente (90% cacao) a pezzetti

IN CUCINA

merendine dei bimbi… farina raffinata e grassi animali o vegetali non sempre di qualità (talvolta idrogenati). Come difendersi? Preparando a casa merendine altrettanto gustose, ma con ingredienti salutari, scelti da noi, che accontentano il gusto del bimbo, salvaguardando al contempo la sua salute. Ecco una famosa merendina industriale trasformata in ricetta sana, oltre che buona, senza zucchero e con farine integrali, “rubata” all'amica Patty, che garantisce, dopo lunghe prove, un sapore identico all'originale!

Curiosità L'aggiunta di farina di grano khorasan integrale a quella di frumento integrale ha lo scopo di rendere l'impasto leggero senza il bisogno di usare farine bianche.

Preparazione

Impastate le farine con il latte scaldato e aromatizzato con la stecca di vaniglia (che poi eliminerete), l’olio, il miele, l’uovo e il lievito, poi mettete a lievitare la pasta ottenuta fino a raddoppiarne il volume. Stendete l’impasto, coprendolo con le scaglie di cioccolato, formate un cilindro e impastate di nuovo formando una palla, da cui otterrete delle palline che metterete su un foglio di carta da forno. Lasciate lievitare un'altra mezz'ora. Accendete il forno a 200°C, spennellate la superficie delle palline con latte tiepido e infornate per 5 minuti. Abbassate la temperatura a 170°C e fate cuocere per altri 10-15 minuti. Novembre 2013 • DIMENSIONEBENESSERE

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IN CUCINA

CONTRO I MALI DI STAGIONE

RENATO BERNARDI Chef e consulente di cucina

Brodino"

"

È

stato dimostrato scientificamente: il brodo di pollo, ancor meglio se di gallina, ha effetti antivirali: le nostre nonne avevano ragione a prepararlo quando qualcuno in famiglia aveva l’influenza o il raffreddore! È infatti un ottimo antinfiammatorio, e le sue proteine, soprattutto la cisteina, aiutano a fluidificare il muco, alleviando perciò i sintomi del raffreddore. Ce lo conferma il dr. Ivo Pulcini, specializzato in medicina dello sport e scien-

buono e utile

za dell’alimentazione: “In particolare, i virus come quello dell’influenza o del raffreddore si moltiplicano, diventando virulenti, tra i 16 e i 20 gradi centigradi; quindi, anche l’alta temperatura del brodo ne inibisce lo sviluppo”. La preparazione, poi, è davvero semplice, come ci spiega lo chef Renato Bernardi, che aggiunge per noi qualche “trucco del mestiere” per un consommé da “alta cucina”!

Ingredienti PER 4 PERSONE

• 200 g di petto di pollo o di gallina • 2 l di acqua • 200 g di carote • 100 g di sedano • 50 g di cipolla • Olio extravergine d’oliva • Sale

Preparazione

Immergete in acqua fredda il petto di pollo o di gallina insieme a carote, sedano, cipolla, olio e sale, e fate cuocere a fuoco lento il vostro brodo per circa un'ora. Il brodo deve sobbollire lentamente: in questo modo, tenderà a non intorbidirsi. Regolate di sale, se necessario, e lasciate raffreddare. Sollevate gli ortaggi e la carne e poneteli dentro un piatto. Passate il brodo con la tamina (tessuto dalle maglie molto fini), per eliminare gran parte delle impurità. Dopodiché, se vorrete, come si dice in gergo, “lucidare” il vostro consommé proprio come fanno gli chef, mettete il brodo in una pentola e fatevi scivolare un bianco d’uovo, che, rapprendendosi, porterà con sé tutte le impurità rimaste. A questo punto, filtrate nuovamente e scaldate il brodo in un’altra pentola. Versatelo all'interno di un piatto fondo, aggiungetevi pezzi di carne e gli ortaggi che preferite, scaldati leggermente. Servite ben caldo.

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DIMENSIONEBENESSERE • Novembre 2013

Curiosità Anche la cipolla, contenuta nel brodo che vi propone il nostro chef, contribuisce alle qualità antivirali e tonificanti della ricetta.


Ricette genuine

IN CUCINA

PAOLO BERARDI Pasticciere della Pasticceria Berardi, Ruvo di Puglia (BA) www.berardi.it

rotoli di ...

piacere I

nvece delle solite merendine al cioccolato, che in realtà spesso di vero cioccolato ne contengono ben poco, e fanno invece il pieno, negli ingredienti, di grassi animali e vegetali di dubbia provenienza, proponiamo ai nostri bambini una merenda che potremo controllare dall’inizio alla fine, assicurandoci così che sia fatta con materie prime genuine. Ottima per “dare la carica”, magari nella pausa di metà mattina o per un incentivo dolce ai compiti del pomeriggio, questa ricetta sarà sicuramente apprezzata anche dagli adulti come goloso e delicato dessert.

Consiglio Se non lo consumate tutto subito, conservate il vostro rotolo in frigorifero, avvolto nella pellicola trasparente. In questo modo si manterrà morbido e fragrante per un paio di giorni.

Foto di Franco Gentile

Ingredienti

Per l'impasto: • 3 uova • 70 g di mandorle • 70 g di zucchero a velo • 25 g di farina • 10 ml di olio extravergine di oliva • 160 g di albumi • 40 g di zucchero Per la farcitura al cioccolato: • 500 g di cioccolato fondente • 300 ml di latte fresco

Preparazione

In una ciotola mettete le uova, la farina, lo zucchero a velo e le mandorle ridotte in farina e con l’aiuto di una frusta montate tutto fino a ottenere una schiuma stabile. Mettete un po’ del composto preparato in una ciotola di piccole dimensioni e aggiungete l’olio d’oliva. A parte, montate a neve gli albumi con lo zucchero semolato. Miscelate questo composto con il primo preparato, con l’aiuto di un cucchiaio, e aggiungete l’impasto con l’olio d’oliva. Stendete su una teglia foderata con carta da forno e infornate a

220°C per 7 minuti. Fate poi raffreddare. Nel frattempo, sciogliete il cioccolato a bagnomaria. Versate in una ciotola il latte e fatelo bollire. Versate il latte sul cioccolato e mescolate fino a ottenere una miscela omogenea. Una volta che il biscotto si è raffreddato, staccatelo delicatamente dalla carta, spalmate la farcia al cioccolato con l’aiuto di una spatola. Arrotolate e riponete il rotolo in frigo per 20 minuti, poi tagliatelo a fette di 2 cm circa di spessore e servite.

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ISPIRAZIONI

IN CUCINA

GIUSEPPE BERARDI Chef del Ristorante Berardi Ruvo di Puglia (BA) www.berardi.it

Timballetto di

funghi con vellutata di castagne

Foto di Franco Gentile

Q

uesta ricetta è una vera... espressione d’autunno! Funghi e castagne si uniscono in un perfetto matrimonio per portare sulle nostre tavole l’aroma delicato e gentile di un bosco durante la mezza stagione, deliziandoci con contrasti di sapori sorprendenti quanto amabili. Facile da realizzare grazie ai consigli del nostro chef Giuseppe Berardi, sarà comunque una preparazione raffinata da presentare con successo anche in un’occasione speciale.

Un tocco in più: potete aggiungere, al momento del servizio, un po’ di mozzarella sfilacciata su ogni timballetto.

Ingredienti per 4 persone

• 300 g di funghi porcini • 3 uova • 1 tuorlo d’uovo • 50 g di formaggio grana grattugiato • Prezzemolo • 1 spicchio d’aglio

Preparazione

Pulite i funghi, eliminando il terriccio e tagliateli a fettine sottili. In una padella fate imbiondire l’aglio in poco olio, quindi toglietelo. Aggiungete i funghi e fate cuocere per 10 minuti a fuoco basso. Una volta freddi, trasferite i funghi in una ciotola e aggiungete le uova, il tuorlo, il grana grattugiato, il prezzemolo tritato (tranne qualche foglia per la decorazione finale). Salate e pepate. Con l’aiuto di un mixer a immersione frullate il tutto e versate il composto in stampini di alluminio leggermente oliati, per circa 3/4 della loro altezza. Metteteli in una pirofila e versate nella stessa circa 1 cm

• Sale, pepe • Olio extravergine d’oliva • ½ cucchiaio di cipolla bianca tritata • 200 g di castagne • 2 foglie d’alloro

d’acqua. Fate cuocere in forno preriscaldato a 140°C per 30-35 minuti. Nel frattempo, sbollentate le castagne in abbondante acqua ed eliminate la pelle. In una casseruola scaldate un filo d’olio e la cipolla e lasciate stufare a fuoco dolce. Aggiungete le castagne e le foglie d’alloro e coprite con acqua. Proseguite la cottura per 10 minuti. Con un mixer a immersione frullate le castagne e regolate di sale e pepe. In ogni piatto mettete una cucchiaiata di vellutata di castagne, un timballo di funghi e decorate con una foglia di prezzemolo fresco.

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IN CUCINA

ISPIRAZIONI Davide Oldani Chef del ristorante d’O, Cornaredo (MI) www.cucinapop.do

Yogurt rappreso Foto di Riccardo Marcialis

con gelatina di camomilla e gamberi

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cco a voi un’ispirazione da “haute cuisine” che stupirà gli ospiti con un gioco di sapori assolutamente sorprendente, e incredibilmente delicato. La crema di yogurt rappreso porta con sé il profumo inconfondibile del limone, e si amalgama in perfetta armonia con

Ingredienti PER 4 PERSONE

Per i cetrioli in salagione • 200 g di cetrioli • Sale • Un cucchiaino di zucchero semolato • Scorza di limone biologico grattugiata Per lo yogurt rappreso • 200 ml di latte fresco intero • Sale • 15 ml di spremuta di limone • 3 fogli di colla di pesce • 200 g di yogurt intero Per la gelatina di camomilla • 30 ml di spremuta d’arancia • 10 g di camomilla millefiori • 20 ml di acqua bollente • 1 foglio di colla di pesce Per la finitura • 4 gamberi • 4 lingue d’anatra • Olio extravergine d’oliva • 2 lime • Fiori edibili

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DIMENSIONEBENESSERE • Novembre 2013

Preparazione

l’aroma leggero della gelatina di camomilla. Completano il quadro gamberi e lingue d’anatra arrostiti, che contribuiscono al tocco finale capace di rendere questa ricetta ancora più fuori dal comune, perfetta per un’occasione molto… ma molto speciale!

Prima di tutto, preparate i cetrioli in salagione. Lavateli e sbucciateli, tagliateli a metà per il lungo e privateli dei semi. Metteteli su una placca, cospargeteli con il sale, lo zucchero e la scorza di limone grattugiata. Lasciate marinare per una notte, scolate bene e tagliate in cubi di ½ cm. Il giorno dopo, in un pentolino portate a ebollizione il latte con il sale, aggiungete i fogli di colla di pesce ammorbiditi in acqua fredda e scolati, mescolate bene e amalgamate il tutto allo yogurt e al succo di limone. Fate intiepidire e versate il composto in stampi d’acciaio rettangolari, raffreddando in frigo per 2 ore. Per la gelatina di camomilla, portate a bollore l’acqua con il succo d’arancia e la camomilla, togliete dal fuoco e fateci sciogliere la colla di pesce fatta prima ammollare in acqua fredda per 10 minuti. Filtrate e fate rapprendere in frigorifero. Sgusciate i gamberi privandoli del filetto interno e arrostiteli. Private le lingue d’ana-

tra della cartilagine interna e arrostite anche esse in una padella con poco olio. Per servire, potete sformare al centro di ogni piatto lo yogurt rappreso, posizionandovi sopra la gelatina di camomilla, i cetrioli, un gambero, una lingua d’anatra e un po’ di lime tagliato a vivo. Decorate, se vi piace, con petali di fiori edibili. Il piatto può anche essere presentato in bicchieri a stelo lungo, come in foto.


PEPPE ZULLO Chef del Ristorante Peppe Zullo, Orsara di Puglia (FG) www.peppezullo.it

Ruote con zucca e cicerchie

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o chef Peppe Zullo ci presenta un primo piatto che riporta alle tradizioni contadine di un tempo, soprattutto per la presenza nel condimento delle cicerchie, legumi antichissimi ma ormai poco diffusi e poco sfruttati in cucina, soprattutto al nord. Tuttavia, sarebbero da riscoprire, almeno ogni tanto, in quanto ricchissime di fibre alimentari, proteine, vitamine del gruppo B, calcio e fosforo. E non preoccupatevi per la loro fama negativa: è vero che contengono latirina (tossina che in quantità elevate può provocare una sindrome nota come latirismo, diffusa in passato durante le ricorrenti carestie e oggi a volte registrata in quelle aree del mondo, soprattutto in Asia, dove questo legume viene consumato in grande quantità), ma questa sostanza risulta effettivamente tossica per l’uomo in dosi molto elevate: mangiare cicerchie ogni tanto non pregiudica assolutamente la salute, anzi!

Ammollo e cottura Per maggiore tranquillità, riducete al minimo la tossicità delle cicerchie, tenendole in ammollo prima della cottura per minimo 24 ore in acqua tiepida, con bicarbonato o sale. Dopo la macerazione sciacquatele bene e mettetele in pentola coperte con altra acqua tiepida, facendole bollire adagio per 20 minuti. A quel punto si sostituisce ancora una volta l’acqua con acqua pulita e questa volta bollente e si procede nella cottura che sarà lunga, fino a rendere le cicerchie molto tenere.

Ingredienti PER 4 PERSONE

• 400 g di polpa di zucca • 350 g di ruote • 150 g di cicerchie secche • 2 spicchi di aglio • Olio extravergine d’oliva • Sale • Cicoria lessata

Preparazione

Preparate e cuocete le cicerchie come spiegato nel box “ammollo e cottura”. Riducete a tocchetti la polpa di zucca e fatela cuocere in abbondante acqua leggermente salata, fino a quando sarà morbida ma non sfatta, poi scolatela. Rosolate in padella con un velo d’olio gli spicchi d’aglio e versate le cicerchie ben cotte e scolate, insieme alla zucca, aggiustate di sale e lasciate cuocere per venti minuti. A parte cuocete la pasta in abbondante acqua salata; a metà cottura scolatela e trasferitela nella padella con il sugo. Se necessario, aggiungete un po’ di acqua di cottura della pasta. Quando sarà completamente cotta, la impiatterete. Completate guarnendo con qualche foglia di cicoria fatta saltare in padella con un filo d’olio e un pizzico di sale.

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IN CUCINA

ISPIRAZIONI

zuppa di uovA al

C

profumo

BENITO E ROBERTO MORELLI Chef del Ristorante Benito al Bosco Velletri (RM) www.benitoalbosco.com

di bosco

on la stagione fredda ormai cominciata, cosa c’è di meglio di concedersi una zuppa calda e fragrante? Prepariamola allora con i consigli di Benito e Roberto Morelli, e con uno dei prodotti di stagione più apprezzati che ci siano: i porcini, che insieme alle uova diventano i protagonisti di un piatto decisamente nutriente, ma allo stesso tempo di facile digestione. Per renderlo ancora più leggero, potete sostituire il brodo di carne con quello vegetale.

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DIMENSIONEBENESSERE • Novembre 2013

Ingredienti PER 4 PERSONE • 600 g di funghi porcini • 30 g di cipolla • 1 spicchio d’aglio intero • 1 cucchiaio di farina di riso • 1 litro di brodo di carne

Preparazione

• 2 tuorli d’uovo • Prezzemolo tritato • Olio extravergine di oliva • Fettine di pane tostato, meglio se integrale

In una padella con olio extravergine d’oliva e lo spicchio d’aglio, fate cuocere per 10 minuti 400 g di funghi porcini affettati finemente. In una casseruola fate imbiondire la cipolla tritata in poco olio e aggiungete i rimanenti 200 g di funghi, anch’essi affettati; fate cuocere per 20 minuti a fuoco basso, mescolando continuamente. Unite ai porcini nella casseruola quelli inizialmente trifolati in padella, aggiungete poco a poco il brodo, legate con la farina di riso, precedentemente sciolta in un mestolo di brodo freddo, e lasciate cuocere per altri 10 minuti. Togliete la zuppa dal fuoco e unitevi subito i tuorli d’uovo ben sbattuti. Servite con del pane tostato (meglio se integrale) e guarnite con prezzemolo tritato.


La semplicità:

VINI & CO.

IN CUCINA

vini e salumi A cura di Gaia Olivieri Sommelier

Non è un caso che nel Bel Paese i salumi abbiano un ruolo da protagonisti, grazie alle tradizioni contadine che hanno fatto diventare la loro produzione un’arte. La scelta del vino è ampia: ecco come non sbagliare

L

a classificazione dei salumi comprende due grandi gruppi: prodotti ottenuti da parti muscolari (prosciutti), e insaccati, ottenuti dalla macinazione della carne successivamente inserita in un involucro (il budello). Gli insaccati sono a loro volta suddivisi in freschi (salsicce e salamelle) e stagionati (salami crudi). Per salumi cotti, invece, s’intendono le produzioni precotte, come la mortadella o lo zampone.

L’abbinamento corretto

Il corretto abbinamento deve tenere conto di due aspetti, il salato e la tendenza dolce della componente grassa, per cui bisognerà scegliere un vino con tenore alcolico adeguato, in grado di bilanciare la sensazione di succosità e la grassezza. • Se nel salume prevale la percezione dolce (salame da sugo) bisognerà optare per un vino rosso giovane, fresco, di buona acidità, morbido, non troppo tannico e con sentori di frutta e fiori freschi molto pronunciati, come un Oltrepò Pavese Bonarda o un Morellino di Scansano. • Nel caso di salumi stagionati o molto salati, il vino può essere bianco o rosso. Il bianco dovrà essere giovane, di buona acidità, morbido, di buon corpo e con sentori che

ricordano frutta e fiori freschi, come un Collio del Friuli o un Contessa Entellina Ansonica. Il rosso sarà giovane, di corpo, rotondo, moderatamente tannico e con sentori erbacei e fruttati molto intensi, come un Refosco dal Peduncolo Rosso dei Colli Orientali del Friuli. • Con salumi piccanti si abbinerà un vino rosso di corpo, di giusta acidità e sapidità, non eccessivamente tannico e con sentori di frutta matura e spezie, come un Roero Rosso o un Rosso di Montalcino. • Con il prosciutto cotto è perfetto l’abbinamento con vini bianchi di media struttura e discreta acidità, come Sylvaner o Nosiola, ma anche vini rossi frizzanti come il Lambrusco. Qualunque abbinamento va sempre provato, perché una minima variazione di proprietà potrebbe compromettere l’armonia.

Il criterio regionale Un abbinamento per tradizione regionale è quasi sempre la scelta azzeccata. Una bresaola della Valtellina, per esempio, si può felicemente abbinare con un Sassella Valtellina Superiore Docg o con un Nebbiolo giovane della Valtellina. L’abbinamento ideale a un Prosciutto di Parma è una Malvasia frizzante; con un Prosciutto San Daniele accosteremo un Tocai oppure un Sauvignon. Il Prosciutto toscano, persistente e piccante, si abbina bene con un Chianti giovane e fruttato. Abbineremo a uno speck altoatesino un bianco aromatico come il Muller Thurgau oppure possiamo azzardare un rosso o un rosato leggeri come un Lagrein dell’Alto Adige o un Pinot Nero. Una mortadella di Bologna, dai profumi intensi, sta bene con un rosso giovane e fruttato come il Lambrusco Salamino di Santacroce. Una soppressata calabrese, infine, si abbina bene a un rosato come il Donnici Doc.

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COSE DI CASA

SAPER COMPRARE

Pentole antiaderenti: Come sceglierle in

sicurezza

Fino a poco tempo fa erano un caso aperto che pian piano è andato chiarendosi. E allora, come decidere, oggi, quali fanno al caso nostro?

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a scelta di una pentola antiaderente non è da prendersi alla leggera. Uno strumento sicuro, che consenta di cucinare con pochi grassi e senza che il cibo si attacchi, deve avere un fondo piatto, che permetta diffusione omogenea del calore e un rivestimento il più possibile resistente all’uso. Ma non solo. Diamo un’occhiata più da vicino.

Sono davvero sicure?

Recentemente, una ricerca di Altroconsumo e diversi altri studi hanno sfatato il diffusissimo luogo comune secondo cui, se danneggiato, il rivestimento antiaderente delle padelle rilascerebbe nel cibo una sostanza tossica chiamata PFOA (politetrafluoroetilene). In realtà, il PFOA è assente dal rivestimento (fatto di PTFE, detto comunemente Teflon): viene usato solo in fase di lavorazione e pare non lasci residui nel prodotto finale; del resto, che il PFOA sia pericoloso per la salute sembra accertato da varie ricerche (favorirebbe patologie della tiroide oltre a essere potenzialmente cancerogeno). Dal 2015, comunque, potrebbe non essere più usato neanche nel processo di produzione, in quanto ritenuto inquinante. Tuttavia, PFOA a parte, il Teflon ad alte temperature sembrerebbe generare un’altra sostanza considerata tossica e perfino cancerogena (per lo meno nei topi), il tetrafluoretilene. Qui, però, i pareri sono ancora più discordanti e tirare le somme in un tale ginepraio di informazioni non è facile,

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DIMENSIONEBENESSERE • Novembre 2013

quindi, per maggiore tranquillità, volendo cercare delle alternative al Teflon, in attesa di ulteriori studi e chiarimenti, teniamo presente che sul mercato esistono diversi tipi di pentole antiaderenti, alcuni dei quali sono novità tutte da scoprire.

Le alternative al Teflon

Ceramica: il rivestimento antiaderente è in ceramica, resistente a graffi e abrasioni, e che non si corrode con gli acidi degli alimenti né si scrosta con l’utilizzo. Diffonde inoltre il calore uniformemente, mantenendo la temperatura costante. Assicuratevi però che la ceramica sia atossica ed ecocompatibile. Prezzo: 10-30 euro.


pentole ecologiche

Tra le novità del momento non mancano collezioni di pentole “a km zero”, prodotte secondo i principi dell’ecosostenibilità, e con dispositivi che indicano la giusta temperatura della padella (evitando sprechi di gas o elettricità), nonché persino modelli fatti con materiali riciclati e riciclabili. Pirex: il pirex è vetro resistente al calore ed è un materiale antiaderente per natura. Queste pentole sono le più sicure, e spesso sono consigliate a chi soffre di allergie. Sono più adatte per la cottura in forno, mentre sui fornelli è sempre meglio usare un tagliafiamma. Prezzo: 10-30 euro

Pietra ollare: ottima per la salute perché non rilascia sostanze tossiche, la pietra ollare è antiaderente e ideale per alimenti a cottura lenta. Ricordate che queste pentole necessitano di un lungo tempo di riscaldamento e sono piuttosto costose, ma anche resistenti. Prezzo: 40-110 euro.

Titanio: materiale naturalmente antiaderente, il titanio è resistente e non si graffia facilmente, garantendo così una durata notevole negli anni, a fronte di un costo più elevato degli altri materiali. Prezzo: 25-60 euro.

Ferro: anche le padelle in ferro sono antiaderenti e sopportano temperature molto elevate. Il problema è che non si possono lavare come le altre, perché arrugginirebbero: pulitele con un panno appena inumidito e poi asciugatele perfettamente. Prezzo: 10-40 euro.

Terracotta: cottura uniforme a temperatura costante e antiaderenza sono le caratteristiche di questo materiale. Basta aggiungere un po’ d’acqua prima della cottura, e si possono evitare i grassi aggiunti. Preferite le pentole in terracotta vetrificata, che di sicuro non contengono metalli pesanti o sostanze tossiche. Prezzo: 20-50 euro.

Ghisa: naturalmente antiaderenti, le pentole in ghisa hanno il pregio di diffondere uniformemente il calore. Molto pesanti e poco maneggevoli, bisogna attendere che si raffreddino prima di lavarle, altrimenti si rischia di danneggiarle. Per migliorarne l’antiaderenza di tanto in tanto vanno strofinate con olio. Se scegliete la ghisa smaltata, assicuratevi che il rivestimento sia atossico: queste ultime pentole mantengono uniformemente anche il freddo, quindi si possono usare per la conservazione dei cibi in frigorifero. Prezzo: 25-200 euro o più.

Teflon: consigli per l’uso

Ecco qualche consiglio in più per l’uso delle pentole in Teflon

• Prima di usare la pentola nuova, lavatela con acqua tiepida e poco detersivo per i piatti.

• Evitate tutti gli utensili abrasivi, come pagliette e spazzole troppo dure. • Non usatela più una volta che il rivestimento si graffia. • Non tagliate mai i cibi all’interno della pentola. • Non utilizzate utensili in metallo durante la cottura, potrebbero rigare il fondo. • Non riscaldate mai la padella vuota. • Evitate di usarla per cotture a temperatura troppo elevata. • A fine cottura, fatela raffreddare prima di metterla sotto l’acqua. • Non tutte sono adatte per il lavaggio in lavastoviglie: leggete bene le istruzioni per la manutenzione.

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COSE DI CASA

SAPER COMPRARE

Un soggiorno tutto daVivere di Khiara

Un ambiente domestico accogliente ed eclettico in cui trascorrere piacevolmente le fredde giornate in arrivo con Generale Inverno

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Dialma Brown propone una lampada in metallo alla quale la finitura grigio scuro conferisce un effetto “consumato dal tempo” che attira un sempre maggiore pubblico, poiché in grado di donare all’ambiente le caratteristiche emozionali predilette dalle tendenze del momento.

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Ideale per conservare stampe, fotografie e cartoline. La scatola in cartone di Semikolon è completa di coperchio con apertura a libro. Bella e robusta, con il suo design versatile si inserisce felicemente negli ambienti contemporanei. Visto su Zalando.it

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Ersätta di Ikea è una collezione di candelieri per cero in varie altezze che si possono combinare per creare decorazioni personalizzate. La morbida protezione antiscivolo prevista sul lato inferiore dal designer Ebba Strandmark tiene fermo il candeliere e protegge la superficie sottostante.


4.

Ampio, caldo e avvolgente. Il tappeto in tessuto effetto “moquette” by Dialma Brown è l’ideale per tutti i momenti di relax insieme alla famiglia e la scelta giusta per coloro che amano il piacere dei momenti vissuti a casa.

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Design e qualità sono le parole chiave di questa collezione di cuscini by Vitra, realizzati con i tessuti che la designer Hella Jongerious ha disegnato per Maharam. Geometrie semplici che giocano con le trame del tessuto per un prodotto versatile e adatto a ogni ambiente.

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Elemento decorativo dal gusto elegante, il candeliere Fiamma di Brandani è perfetto per aggiungere un tocco di stile alla casa. La forma e la sottile lavorazione del vetro lo rendono un oggetto adatto al soggiorno. Singolo o in coppia, accenderà con una luce particolare le vostre serate.

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I colori delicati e le superfici materiche della cornice country della collezione Sia Home Fashion, da cui affiorano i toni più scuri dell’usura del legno, sono capaci di creare un’atmosfera d’altri tempi, unica, rilassante e molto intima.

Factory è un orologio in ferro della collezione di Maison du Monde. Un pezzo romantico, capace di esaltare la semplicità delle cose vissute e conferire all’ambiente quella raffinatezza discreta tipica dello stile vintage e un po’ retrò, degli anni ’30 a Parigi. Novembre 2013 • DIMENSIONEBENESSERE

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VIAGGI E WEEKEND © N. Kirschenbaum

TEMPO LIBERO

“caccia al tesoro” tra arte e natura

Da un ferro vecchio può nascere un’opera d’arte: questo il poetico messaggio della mostra “Fitosintesi. Per una fioritura consapevole ed ecosostenibile” di Andrea Fagioli, ospite fino al 21 marzo all’Orto Botanico di Siena di Chiara Brollo

U

n percorso creativo in simbiosi con i diversi ambienti del giardino, una passeggiata artistica in cui ammirare l’amore per la natura che prende forma attraverso installazioni rappresentanti piante e fiori in ferro riciclato. Non sono fedeli riproduzioni di rose, orchidee o margherite ma il risultato delle riflessioni, tra sogno e realtà, dello scultore Andrea Fagioli che si concretizzano e sbocciano simbolicamente in pieno autunno, ridando vita a materiali abbandonati. Da dove è partito l’artista per ideare questa mostra? Quali sono le emozioni con cui potete arricchire un uggioso fine settimana di novembre nelle terre senesi? Ce lo siamo fatto raccontare dalla viva voce dell’artista.

La genesi

“Questa mostra è il risultato di un anno di lavoro e riflessioni sul mondo di madre natura”, ci spiega Fagioli. “Le opere, il materiale e il tema che ho scelto lasciavano ampio spazio

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DIMENSIONEBENESSERE • Novembre 2013

alla libera interpretazione, ma hanno raggiunto il culmine nel momento della collocazione nell’Orto Botanico, quando mi sono reso conto che alcune sculture scomparivano o si mimetizzavano, altre venivano esaltate dal loro colore, ma tutte, indistintamente, si integravano perfettamente nell’ambiente circostante, creando i presupposti per una mostra non convenzionale che io considero piuttosto una passeggiata in un ambiente in cui arte e natura si fondono e vengono esaltate dal quieto silenzio autunnale”.

Una scelta ponderata

Come mai una mostra celebrante la natura in un periodo come questo, ci chiediamo. “Sicuramente l’Orto Botanico è più frequentato in primavera e in estate, quando si mostra in tutto il suo splendore. La mia scelta è dettata da una formula di rispetto nei confronti della natura, verso la quale non c’è competizione: quello che dal 21 marzo verrà offerto qui dalla natura agli occhi dei visitatori sarà sempre e comunque un prodotto di bellezza su-

periore a ciò che qualsiasi artista potrà mai riuscire a fare. E poi, in inverno la natura dorme, e a me piace pensare che queste piante metalliche veglieranno su di essa fino al risveglio primaverile”. Certo è che qualcuno potrebbe pen-


sare che l’integrazione nella vegetazione potrebbe andare a scapito delle opere, che se fossero esposte in una qualsiasi galleria sarebbero uniche protagoniste dell’attenzione in quanto tali. “In due ettari e mezzo di giardino”, racconta Fagioli, “bisogna stare attenti e andare un po’ a cercarle, queste 60 opere, anche perché vanno da un’altezza di 30 cm ai 5 metri, alcune sono lungo il percorso, altre più nascoste, come quelle che ho posizionato nella serra delle cactacee, che si mimetizzano perfettamente. È un po’ come una caccia al tesoro”.

Fitosintesi. Per una fioritura consapevole ed ecosostenibile Orto Botanico dell’Università di Siena, via Mattioli 4, Siena Fino al 21 marzo 2014 Ingresso gratuito Lunedì-Venerdì: dalle 08.00 alle 15.00 Sabato: dalle 08.00 alle 12.30 Chiuso la domenica e giorni festivi

Un percorso tutto da scoprire pero si affaccia al mondo dell’arte che “Sì, essendo una mostra un po’ fuori dagli schemi, ho progettato una sorta di percorso per creare una dimensione ludica ma anche riflessiva, in modo che, mappa alla mano, il visitatore possa gustare il piacere di essere immerso a passeggiare nella natura, ma anche sentirsi un esploratore alla ricerca di opere d’arte. Questo per mettere in evidenza che il mio fare non è stato minimamente sfiorato dall’arroganza di competere né con lo spazio che mi è stato gentilmente concesso, né con la natura o con tutto ciò che il creato ci ha messo a disposizione, ma al contrario il mio è stato un atto di umiltà verso di esso”.

Perché metallo da recupero?

“In quanto scultore di formazione, ho da sempre un rapporto di dimestichezza con diversi materiali. Il Novecento è il periodo in cui il materiale di recu-

poi l’epoca contemporanea ha trasformato in espressioni creative”. Però in questo caso non ci si ferma a questo livello, perché la proposta di Fagioli non solo ridà vita e ricicla, ma trasforma, conferisce nuovamente bellezza e dignità a rifiuti (cioè oggetti ormai rifiutati) raccattati dall’artista negli ultimi due anni e nell’arco dei 10 km che separano la sua abitazione dallo studio. E se possibile fa di più: “Non ho voluto rinunciare al colore e ho dipinto ogni opera: ferro, sì, ma esaltato dalle cromie delle foglie, dei tranci, dei frutti e delle gemme, in modo da ingentilire questo materiale con ciò che considero un trionfo per i nostri occhi”.

della mostra. “È il mio personale invito al mondo, perché credo che i fiori, più che dei semplici vegetali, siano uno stato d’animo, un modo di essere, di sentirsi e di pensare per cui, se le persone avessero dentro i fiori, le opere di bene verrebbero di conseguenza”. Come dargli torto...?

“Fiori, non opere di bene”

Questa frase spicca sulla locandina

Andrea Fagioli artista

Scultore e scenografo classe ’61, nasce a Siena e studia all’Istituto d’Arte di Siena, al Liceo Artistico di Carrara e nella sezione di Scultura dell’Accademia di Belle Arti di Carrara. Insegna Discipline Plastiche e Progettazione della Scultura presso il Liceo Artistico/Istituto d’Arte di Siena. Realizza scenografie e allestimenti teatrali. Espone le proprie opere in mostre personali e collettive in Italia e all’estero. © N. Kirschenbaum

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MILANO

TORINO

FM104.2

FM104.0

BRESCIA

GENOVA

FM103.9

NOVARA

MONZA

FM104.2 radionumberone.it

FM104.2

FM89.2

È dove vivi tu.


Creare e comporre

SINFONIA

TEMPO LIBERO

IN VIOLA

Una composizione floreale con materiali autunnali, ma non nei soliti colori: il rosso e il viola sono le sfumature che regalano calore ed eleganza a questa creazione foto di Enrico Raffaelli

L’

A cura di MARA VERBENA www.fiordiverbena.com

OCCORRENTE • Ortensie • Rose • Calle • Cavolo brassica ornamentale • Aralia • Peperoncini • Melagrane • More o altre bacche di stagione • Spugna per fioristi • Spiedini di legno

autunno richiama solitamente i toni caldi dell’arancio e del marrone, tra le foglie che cadono e i frutti più tipici della stagione, ma per questa composizione abbiamo voluto affiancare a un classico rosso le sorprendenti, rilassanti ed eleganti tonalità del viola. Per farlo,

PROCEDIMENTO

Sistemate in un vaso basso e largo la spugna per fioristi inumidita, e disponetevi intorno le foglie di aralia. Procedete inserendo nella spugna le ortensie e i cavoli brassica, in modo da iniziare a dare corpo alla composizione. Utilizzate gli spiedini di legno per inserire alle loro estremità le melagrane, e sistematele al centro della composizione, aggiungendo poi anche le calle e i mazzetti di peperoncini rossi. Non vi resta che concludere il tutto con le rose e le more o altre bacche di stagione, in modo da ottenere uno splendido e armonioso centrotavola autunnale.

Costo della composizione: Circa 40 euro Durata della composizione: 15 giorni

abbiamo scelto ortensie, calle, cavolo brassica, aralia, rose, peperoncini, melagrane e more, che a novembre, in alcune zone d’Italia, ancora fanno capolino tra i cespugli. In alternativa, potete utilizzare bacche rosse o brunite di qualsiasi tipo di pianta ornamentale, per esempio quelle di piracanta, di rosa o di edera. Secondo una tradizione inglese, le more non si dovrebbero più mangiare dopo l’11 ottobre, perché dopo questa data il diavolo le marchierebbe, avvelenandole. In realtà c’è un fondo di verità: con l’autunno, spesso sulle more rimaste si forma una muffa che le rende spiacevoli al gusto e tossiche.

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TEMPO LIBERO

GIARDINAGGIO

novembre torna la voglia di

“casa”

Questo mese ci concentriamo sull’interno della casa, creando angoli di verde compatibili con la destinazione dei vari vani abitativi

A cura di Maurizio Berti Perito agrario e paesaggista

L

a stagione fredda riporta la nostra attenzione agli ambienti di casa: vediamo come realizzare al meglio dei mini progetti verdi, ricordando che le stanze con molta umidità, come bagno, cucina e veranda, sono le più adatte ad ospitare le piante, sempre che ci sia sufficiente luminosità.

Consigli utili

Fate un elenco di piante, utilizzando in primo luogo quelle che già avete in casa o che porterete dentro dal terrazzo. È carino anche sfruttare come decorazioni rami, piccoli tronchi e sassi colorati, mentre al posto dei cache-pot è bello usare cestini, vecchie ciotole o pentole. Gli oggetti non impermeabili vanno però rivestiti internamente con un foglio di plastica. Il sottovaso, o come detto un “coprivaso”, è fondamentale per evitare colature d’acqua, ma ricordate di mettere sul fondo sempre dei granuli di argilla espansa perchè l’acqua in eccesso non resti a contatto con le radici, facendole marcire. Fate spazio su mensole e librerie per accogliere le ricadenti o piccole e compatte sempreverdi.

Quali piante?

Tra le piante più indicate per bagno, cucina e veranda o tinello ci sono le felci, le robuste edere helix a foglia piccola, le variopinte Begonia Rex, sempre eleganti, e l’asparagina. Anche il Cissus, gonfio e ricadente, è perfetto per lo scopo. I Photos, sia verdi che variegati, si trovano in forma ricadente o invasati con tutore, e sono di rapido sviluppo e facile manutenzione. Ideali anche per i “pollici neri”!

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DIMENSIONEBENESSERE • Novembre 2013

I lavori di novembre nel giardino e sul terrazzo - Proteggiamo le piante che resteranno fuori con teli e paglia sul terreno (pacciamatura). - Integriamo il terriccio con humus maturo (compost) e stallatico. - Piantiamo i bulbi a fioritura primaverile. È l’ultimo mese per farlo! - Portiamo in casa, in locali aerati e molto luminosi, le piante più delicate.

E gli altri ambienti?

Passando agli altri locali, come corridoi e sala, possiamo utilizzare i classici tipi di piante come la Kenzia, le Dieffenbachie giganti, gli Spathiphyllum, le Guzmanie, le eleganti Calathea, le Beucarnee, i Cocos Nucifera e i vari Ficus: Benjamin, Lyrata, Robusta, Neriifolia. E ancora i variopinti Kroton, le intramontabili Sansevieria, la Dracena Marginata e le Yucche. Per le zone con poca luce scegliete l’Aspidistra, nota proprio per la sua capacità di vivere lì dove altre piante da appartamento non resisterebbero. Non a caso si vede spesso in chiesa e nelle portinerie. È preferibile usare per queste piante più grandi i contenitori muniti di doppiofondo (per la riserva idrica) e ruote.


L’ORTO

TEMPO LIBERO

Consigli autunnali, per vaso e piena terra Proteggiamo le colture dal freddo in arrivo. In più, ecco come realizzare qualche potatura sugli alberi da frutto, e come piantare A cura di Maurizio Berti l’aglio anche sul balcone

N

ovembre, per il nostro orticello, è il mese in cui ci si protegge dal freddo, ma non mancano diverse semine che porteranno frutto la prossima primavera. In particolare, nel mese di novembre si può piantare l’aglio, che viene bene anche in vaso. I bulbilli (che altro non sono se non gli spicchi) si possono ricavare anche dall’aglio che comunemente usiamo in cucina, purché sia rigorosamente sano. Scegliete i più grossi, più ricchi di sostanze nutritive, e lasciateli avvolti dal loro tegumento. Interrateli a 3-4 cm di profondità nel vaso, avendo l’accortezza di mantenere il loro apice verso l’alto, senza capovolgerli. Il terreno deve essere alcalino e ben drenato per evitare che i bulbilli marciscano, e il vaso posizionato in una zona soleggiata.

Potature

Novembre è il mese della potatura, per gli alberi da frutto. Ricordate che ogni specie ha delle specifiche regole, comunque potete rimuovere polloni radicali, succhioni e rami dominanti che non vanno a frutto. In generale, è bene sapere che i rami che si sviluppano orizzontalmente sono maggiormente predisposti alla fruttificazione rispetto a quelli che crescono in verticale. Il taglio di potatura deve risultare netto e senza sfilacciamenti per evitare il diffondersi di patologie fungine; se necessario, rifinite con una taglierina e operate sempre dopo aver disinfettato gli attrezzi.

Attenzione al freddo

Le piante vanno protette dalle prossime gelate invernali ponendo paglia sul terriccio (pacciamatura) per proteggere le radici e, nel caso degli alberelli, anche tra i rami, e insacchettando le fronde con rete da ombraio o iuta, e lasciando aperta la parte inferiore. Nelle piante da frutto è conveniente eseguire una zappettatura circolare intorno al tronco per favorirne il nutrimento. Interrate inoltre dell’humus maturo, magari ottenuto dalla vostra compostiera!

Le semine di novembre

In questo mese si seminano: fave, ravanelli, aglio, ceci, piselli, cime di rapa, spinaci e cicorie, e in coltura protetta anche prezzemolo e basilico. Si trapiantano: insalate, scarole e carciofi. Novembre 2013 • DIMENSIONEBENESSERE

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PROGETTO VERDE

TEMPO LIBERO

Il bello del “finto”...

Moderno Gentile sig. Dionigi, il mio terrazzo (di 80 mq di superficie) è molto particolare, perché è al secondo piano ed è stato costruito volutamente intorno a una grande palma che si sviluppa dal cortile. Partendo da questo elemento, mi piacerebbe poter realizzare una specie di “giardino”, sfruttando elementi sintetici che, ho sentito, ultimamente sono sempre più richiesti, e che mi permetterebbero di non dedicare molto tempo alla manutenzione. Comunque, vorrei aggiungere elementi verdi che stiano bene con la nuova impostazione del terrazzo. Attendo sue e la ringrazio! Maria Pia G.

Costo: si prevede una spesa di circa 4.370 euro. Manutenzione: Non c’è bisogno ovviamente di alcuna manutenzione particolare per prato e siepe, che andranno semplicemente spazzolati e lavati con acqua e sapone delicato una volta ogni due settimane. Le piante necessitano di innaffiature e concimature regolari.

A cura di SERGIO DIONIGI Vivaista www.vivaidionigi.it

C

ara Maria Pia, effettivamente negli ultimi tempi riceviamo sempre più richieste simili alla sua, da chi vorrebbe trasformare il proprio terrazzo in un “giardino” senza grandi esigenze di manutenzione. La caratteristica del suo terrazzo, poi, si presta particolarmente a un’idea di questo tipo. Ci si può orientare quindi su materiali sintetici molto validi che ora esistono sul mercato, per realizzare sullo sfondo una siepe artificiale alta 2 m e tappezzare il pavimento con prato artificiale fatto di filamenti in microforato. L’altezza consigliata del prato artificiale è di 3 cm, e si può agevolmente fissare con biadesivo. Quanto al resto della sistemazione, le consiglio di posizionare 2 fioriere sovrapponendo a secco piccole lastre del tipo incerto, per un’altezza di 50 cm, e di posizionarvi all’interno, con vasi di contenimento, 2 Cycas revoluta in una, e 3 Asparagus sprengeri nell’altra. Si può completare con 2 vasi alti contenenti Buxus e un corpo illuminante, che contribuirà all’effetto “giardino”. Per finire, può decorare i davanzali con alcuni vasi contenenti Buddleja, Deutzia, Viburno tinus, Lantana, Dianthus, Ficus repens, e altre stagionali a piacere, e lo spazio intorno alla palma con dei ciclamini di vari colori.

VIBURNO TINUS DEUTZIA BUDLEYA

DIANTHUS

LANTANA

FICUS REPENS

CYCLAMINO

Quantità e varietà Del “MATERIALE VERDE“ utilizzatO - 8 mq di siepe artificiale tipo edera - 3 Asparagus sprengeri - 80 mq di prato artificiale - 12 Ciclamini - 2 Buxus (diametro 50 cm) - 1 Deutzia - 2 Cycas revoluta

- 1 Viburno Tinus - 2 Buddleja davidii - 4 Lantana sellowiana

- 6 Dianthus - 4 Ficus repens - 30 stagionali

Se anche tu desideri avere gratuitamente il progetto verde del nostro esperto, manda una fotografia del tuo giardino o terrazzo e qualche informazione orientativa (esposizione, estensione , esigenze e gusti particolari) all’indirizzo email: redazione@dibenessere.com oppure scrivi a: Dimensione Benessere, Viale Carso 35 - 00195 Roma


TEMPO LIBERO

ANIMALI DA COMPAGNIA

Un esemplare costa circa 25 €. Si trovano nei comuni negozi di animali e nelle fiere di settore.

A cura di GINO BARTOLINI Educatore ambientale facebook.com/babyfattoria

Uno

scoiattolo per amico

Veloce come un razzo, così piccolo da stare sul palmo di una mano, la coda come un piumino: parliamo del tamia, dolcissimo scoiattolo nano

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riginario del Giappone, ma comune nei boschi di Canada e Stati Uniti, il tamia è uno scoiattolo nano (lungo 15 cm senza la coda, che da sola ne misura 7-10), dalla pelliccia striata di nero e marrone e dai grandi e vivaci occhi scuri, che si abitua facilmente al contatto con l’uomo e alla vita in casa, purché ospitato in un ambiente tranquillo, privo di rumori forti e con una temperatura costante (intorno ai 20°C).

L’alimentazione Il tamia apprezza granaglie, pellettato per conigli, biscotti integrali, frutta e verdura di stagione. Sconsiglio i bastoncini di semi glassati, poiché eccessivamente calorici. Evitate anche il cibo freddo o bagnato, nonché dolci, frutta candita e gelato. Il cibo duro è utile per l’usura naturale dei denti, che altrimenti crescerebbero a dismisura, impedendogli di alimentarsi correttamente.

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DIMENSIONEBENESSERE • Novembre 2013

Come accoglierlo ed addomesticarlo

Essendo terricolo, predilige una gabbia sviluppata in lunghezza più che in altezza, con dimensioni di base di 100 x 60 x 70 cm. Avrete cura di coprire il fondo con sabbia setacciata o terra, per consentirgli di scavare come farebbe in natura; ogni tanto introducete sul fondo della gabbia foglie secche, ramoscelli, oppure pezzi di corteccia, sassi, radici, conchiglie, ma anche tappi di sughero, pezzi di corda, palline da tennis. Il cambio dei materiali lo stimolerà a una vivacità caratteriale. Dopo un periodo di 3 settimane dall’acquisto (necessario per farlo ambientare), comincerete a nutrirlo direttamente dalla vostra mano, abituandolo gradualmente al vostro odore. Una volta ottenuta la sua fiducia, potrete liberarlo in un ambiente circoscritto (con porte e finestre ben chiuse

e lontano da altri animali domestici che potrebbero vederlo come preda) e lasciarlo perlustrare. Presto si arrampicherà sulle vostre gambe per poi salirvi fin sulle spalle.

Entrambi i sessi emettono dei suoni simili a dei “chip” e “cuk” rumorosi, che in natura fungono come segnale d’allarme per il gruppo e per altre specie che vivono in zone limitrofe

CONSIGLI UTILI • Al momento dell’ acquisto, scegliete un soggetto con occhi vivaci e privi di scolo lacrimale, pelliccia folta e lucida, zona perianale asciutta e pulita. • Nell’ambiente in cui il tamia sarà liberato non dovranno esserci piante a lui tossiche, come prezzemolo, oleandro, stella di natale. • Fate attenzione anche ai fili elettrici. • Prima di liberarlo, chiudete i fori di lavelli e lavandini!


gatto

somalo

un “docile” puma in famiglia Agile come un puma e altrettanto elegante, il somalo è un gatto affettuoso ed espansivo, sempre in cerca di affetto e attenzioni

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a sensazione iniziale che si ha incontrando un esemplare di gatto somalo è quella di trovarsi di fronte, per le sue tipiche movenze, a un piccolo puma, che tuttavia vivrà più che bene in casa vostra. Infatti, in modo piuttosto inconsueto per un felino, questo gatto è caratterialmente espansivo, affettuoso e dolce e segue i componenti della famiglia passo dopo passo, osservando attentamente tutto quello che accade intorno a lui. Un’altra sua caratteristica notevole è l’estrema agilità, ancora più rilevante degli altri gatti: è un vero acrobata, capace di salti incredibili. Il fatto che sia molto vivace e attivo, tuttavia, non pregiudica la sua vita in casa: si tratta di un gatto di taglia media che si adatta a ogni situazione, grazie alla sua spiccata intelligenza. Se abituato fin da piccolo, si può anche portare a passeggio fuori con il guinzaglio, cosa che soddisferà maggiormente la sua curiosità e voglia di scoperta. In caso contrario, comunque, non preoccupatevi: si divertirà a esplorare ogni scatola, armadio o cassetto di casa!

Un esemplare può costare intorno ai 1000 euro (i soggetti da esposizione arrivano anche a 2500)

Vita in casa

È bene acquistare un cucciolo dopo i 3 mesi di vita, una volta che avrà terminato il ciclo delle vaccinazioni; sarà un amico longevo, che vi terrà compagnia anche per 12-15 anni. Convivrà facilmente con altri animali domestici, come gatti, cani e conigli. Occhio però a quelli più piccoli come criceti, pappagallini e pesci rossi: il somalo rimane pur sempre un provetto cacciatore! È un gatto molto pulito, che ha bisogno di un paio di spazzolature a settimana, soprattutto sulla coda e sotto la gorgiera, dove il pelo è più lungo. Si può usare un pettinino più fitto per le zone a pelo corto e per i ciuffetti sulle orecchie.

Origini abissine La razza nasce negli anni ’40 del secolo scorso, da gatti abissini; alla fine degli anni ’60 si fissa il gene TA a pelo lungo, a cui viene dato il nome di “somalo”. Il primo soggetto apparve in pubblico in una expo statunitense del 1965. In Europa arrivò nel 1977, tramite un allevatore tedesco. Gli unici colori ammessi dallo standard sono lepre, blu, rosso, crema, silver e nero, rosso e crema. Il pelo presenta il ticking (ogni singolo pelo ha più bande di colore con punta scura). La colorazione definitiva viene raggiunta a 2 anni. Novembre 2013 • DIMENSIONEBENESSERE


TEMPO LIBERO

GALATEO MODERNO

il

bon ton in ufficio

Sia che si tratti di superiori o dipendenti, non perdete lo stile (e le staffe) in ufficio. A voi i consigli per un comportamento professionale di Alberto Motta ineccepibile!

L

e regole da rispettare per non sfigurare sul luogo di lavoro, con colleghi, dipendenti o clienti, sono chiare, e affinché funzionino vanno applicate letteralmente. Per una volta, facciamo piazza pulita dalle interpretazioni e atteniamoci rigorosamente a quello che il galateo prescrive. E aggiustatevi quella cravatta: come dicono gli inglesi, business is business.

LE DISCUSSIONI

Imparate a distinguere tra scontro e litigio. Mentre la discussione con superiori o sottoposti, mai maleducata, ha senso solo se è finalizzata alla risoluzione dei problemi, il litigio non ha alcuna giustificazione professionale. Al lavoro, equilibrio e rispetto non fanno rima con amicizia: i vostri colleghi e i clienti sono innanzitutto parte di una transazione economica, mentre l’amicizia è sempre disinteressata. Imparate a distinguere.

LA SEDE DI LAVORO MULTIETNICA

Lavorate con colleghi provenienti da altre parti del mondo? Ecco le regole da non sottovalutare: i brasiliani odiano i pettegolezzi, gli indiani non tollerano le suonerie dei cellulari, i tedeschi perdono le staffe per la sporcizia, gli americani si irritano quando i colleghi prendono il loro cibo dal frigorifero.

PRIVACY

È vietato sbandierare dettagli della propria vita privata, se non sono richiesti: il lavoro non è l’ambiente adatto per le confidenze (a meno che il vostro mestiere non sia lo psicologo!). Evitate soprattutto domande sulla vita privata dei colleghi o giudizi sull’aspetto e sulle prestazioni professionali altrui. Il pettegolezzo è sempre e comunque da bandire, pena il deterioramento dei rapporti.

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DIMENSIONEBENESSERE • Novembre 2013

SUPERIORI E DIPENDENTI

Pur essendo gentili ed educati verso i dipendenti, anche quando devono riprenderli (bando a urla, supponenza e maleducazione), è meglio che i superiori non si lascino andare a un’eccessiva confidenza: interferirebbe con i rapporti e le aspettative di tutti. Quanto ai dipendenti, è bene che portino rispetto ai superiori e non li scavalchino, e siano cortesi e affabili con i colleghi: sì al saluto cordiale, no alle distrazioni e alle chiacchiere fuori luogo, che impedirebbero il lavoro sereno agli altri. E ricordatevi di prendervi le vostre responsabilità: scaricare la colpa sui colleghi non solo è una vigliaccheria, ma vi farebbe rapidamente odiare in tutto l’ufficio!

TECNOLOGIA E NON SOLO

Non occupate le prese di corrente altrui né staccate i loro strumenti da esse; dopo aver stampato, controllate che i cassetti della carta siano pieni; tenete il cellulare silenzioso e soprattutto non usatelo in riunione. In generale, se lavorate vicino ai colleghi, non disturbateli parlando a voce troppo alta (per esempio al telefono) e non imponete loro la vostra musica preferita! Il galateo aziendale detta inoltre delle regole precise per il clima: le finestre vanno tenute chiuse e non si deve abusare dell’aria condizionata.

L’ORDINE

Mantenete la postazione di lavoro in ordine. I colleghi potrebbero dover usare i vostri macchinari o dover cercare materiali e informazioni tra i vostri strumenti. Non complicate loro l’operazione: ve ne saranno grati.


SPIGOLATURE

TEMPO LIBERO

dallA

mortadella

alla ...

MONOGAMIA! di Oriana Guidi

Mortadella, da dove viene?

Il nome del prodotto di salumeria inventato esattamente 2000 anni fa in Italia deriverebbe da “mortaio”, lo strumento utilizzato per tritare la carne di maiale insieme al lardo e alle spezie. Secondo altri studiosi, tuttavia, il nome deriverebbe da “mirto”, la bacca utilizzata in antichità per insaporire la mortadella, prima che venisse importato in Italia il pepe. E chi preferisce chiamarla “Bologna” sappia che il nome viene dalla sua presunta città d’origine.

I boschi e le foreste d’autunno

Come ogni autunno, i boschi e le foreste italiani indossano il loro vestito migliore e aspettano solo la nostra visita. A proposito, ecco qualche numero interessante! La superficie forestale nazionale è pari a 10 milioni e mezzo di ettari, e corrisponde a più di un terzo della superficie italiana (il 34,7%). L’83,7% di tutto il territorio forestale è boschivo. Liguria, Trentino, Puglia e Sicilia sono le regioni più verdi. Le categorie forestali più diffuse a livello nazionale sono i querceti di rovere, roverella e farnia (12,6%), le faggete (12%) e i boschi di cerro, farnetto, fragno e vallonea (11,7%), che superano ciascuno il milione di ettari. Tra i boschi di conifere, i più diffusi sono i boschi di abete rosso (6,8%), i boschi di larice e cembro (4,4%), le pinete di pino nero e pino loricato (2,7%) e infine le pinete di pini mediterranei (2,6%).

I Kaki... color Kaki?

Si potrebbe pensare che il color kaki (spesso usato per le divise mimetiche dei militari) abbia qualcosa a che vedere con l’omonimo frutto di stagione di cui parliamo a pag. 70... Ma allora perché il frutto è di un vivace arancione, mentre il colore in questione somiglia a quello della sabbia o della terra riarsa? Presto detto, l’etimologia è differente e le due parole non hanno nulla a che spartire. Kaki (il colore) viene infatti dal persiano“khak”, che significa polvere.

Monogamia, una risorsa evolutiva

In base a recenti studi, la monogamia ha permesso alla nostra specie di evolversi e sopravvivere meglio di molte altre, perché ha consentito di proteggere più adeguatamente la prole garantendole maggiori chance di raggiungere l’età adulta con migliori risultati. Secondo gli scienziati, è una conquista evolutiva recente, che, portando la nostra specie a fare meno figli, ha dato la possibilità ai genitori di dedicare cure parentali più attente e quindi più efficaci. Insomma, la monogamia è stata, secondo questi scienziati, una risorsa fondamentale per farci salire così in alto nella scala evolutiva... in barba a chi commenta che non siamo “programmati” dalla natura per avere un solo partner nella vita.

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TEMPO LIBERO

INTROSPEZIONE

il test:

stacanovista o slacker? Siete di quelli che non smettono mai di lavorare o siete dei veri e propri fannulloni? di Penelope Verdi Visconti

Slackers, i moderni fannulloni Il fenomeno degli slackers è stato individuato da tempo nei paesi anglofoni e viene dal verbo “to slack”, cioè “perdere tempo”. Noi li chiameremo, semplicemente “scansafatiche”, ma questo tipo di fannulloni ha una peculiarità: lo fa di nascosto e soprattutto lo fa sul posto di lavoro!

1- La mattina quando apri gli occhi pensi...

a) Che sarà una bellissima giornata. Adori il tuo lavoro. b) Eh... ci tocca. Meno male però che un lavoro ce l’ho. c) Non ce la posso fare!!!

2 - Che rapporto hai con i colleghi?

a) Un buon rapporto. Molti li frequenti anche al di fuori dell’ufficio. b) Li tratti con rispetto, come si deve fare tra colleghi, ma non hai rapporti di amicizia. c) Rapporto?!

3 - Com’è il tuo luogo di lavoro?

a) Bellissimo: arredato bene, luminoso e accogliente! Meglio che stare a casa... b) Accogliente, ma è pur sempre un ufficio. c) Lo odio! Lo trovo orribile.

4 - Ti si offre la possibilità di una promozione. a) Wow! Ora potrò formare un team tutto mio.

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DIMENSIONEBENESSERE • Novembre 2013

b) Bene, un po’ di soldi in più non guastano mai, anche se ciò comporterà qualche sacrificio in più. c) Significa solo lavorare duro per qualche spicciolo in più.

5 - Sul lavoro ti senti uno/a schiavo/a moderno/a?

a) Non scherziamo! Gli schiavi sono ben altro. b) Beh, a volte il mio datore di lavoro si comporta da vero “padrone”... c) Assolutamente sì!

6 - La cosa che ti farebbe più piacere:

a) Ricevere i complimenti dal tuo superiore per il lavoro svolto.


b) Una bella promozione! c) Avere un aumento di stipendio senza aumentare la mole di lavoro...

7 - In ufficio arriva una nuova collega/un nuova collega:

a) Sono felice che si allarghi il gruppo di lavoro. b) Mi fa piacere, ma voglio prima capire chi è il nuovo collega. c) Beh, meglio: una persona in più in ufficio equivale a del lavoro in meno per me!

8 - Tu e il tuo lavoro attuale...

a) Mi ritengo fortunato/a: adoro il mio lavoro e non lo cambierei per nessun altro. b) Tra alti e bassi mi ritengo soddisfatto/a. c) Un lavoro vale un altro: in ogni caso è sempre una tortura...

9 - Durante una riunione...

a) Propongo sempre nuovi progetti, strategie e idee. b) A domanda rispondo. Meglio non mettersi troppo in luce... c) Io le riunioni cerco proprio di evitarle!

10 - Finita la giornata lavorativa...

a) Mi fermo per uno straordinario, e neanche mi pesa! b) Il lavoro è troppo, e spesso, a malincuore, devo rimanere in ufficio un po’ di più. c) Appena scatta l’ora X: “Adios, amigos!”

Profilo A STACANOVISTA Adori il tuo lavoro, anzi adori lavorare! La tua dedizione è davvero encomiabile, ma è bene ricordare che non esiste soltanto il lavoro, e che dovresti cercare di coltivare anche altri aspetti della tua esistenza. Impara a dedicare un po’ di attenzioni a te stesso: ne trarrai sicuramente beneficio e, per quanto possa sembrarti incredibile, vedrai che anche chi ti è intorno ti apprezzerà di più.

11 - Cosa vorresti dal tuo capo?

Profilo B RESPONSABILE

12. È il terzo week end di seguito che il capo ti chiede di andare a lavorare...

Il tuo lavoro attuale non è proprio la tua massima aspirazione, ma il tuo senso del dovere ti porta a compierlo con attenzione e responsabilità. Non rifuggi mai i tuoi obblighi, ma sei anche consapevole che il tuo fisico e la tua mente oltre un certo limite non possono andare, e sai prenderti gli spazi che servono per rimetterti in equilibrio, come è giusto che sia.

a) Niente, sono felice così. b) Un po’ più di ascolto e magari flessibilità nel lavoro. c) Più ferie e uno stipendio più alto!

a) Vado sempre e comunque, il capo chiama e io obbedisco! b) Il primo e il secondo weekend sono andato, al terzo ho detto di no. c) Spiacente, non lavoro nei weekend.

Profilo C SLACKER Il lavoro si accumula sulla scrivania, il capo domanda e tu non lo ascolti... Va bene prendere le cose con calma, ma sembra che tu abbia modificato il detto “Non rimandare a domani ciò che puoi fare oggi” in “Rimanda a domani tutto ciò che puoi... e anche ciò che non puoi”. Cerca di impegnarti un po’ di più, vedrai che apprezzerai maggiormente anche i momenti di libertà, ridando loro il giusto valore. Un’adeguata e onesta dedizione al lavoro, inoltre, è una forma di rispetto e gratitudine verso chi ci assume e in generale verso la società e la vita.

Novembre 2013 • DIMENSIONEBENESSERE

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TEMPO LIBERO

oroscopo

Jupiter, l’Astrologo di Uno Mattina, ci regala i suggerimenti delle stelle per il mese di novembre

arietE (21 marzo - 20 aprile)

Polvere di

Stelle

Lei: Venere vi regala le armi necessarie per sedurre chi desiderate e vi favorisce negli affetti. Sarete al centro dell’attenzione e il vostro fascino non passerà inosservato. Vi conviene mostravi al meglio delle vostre capacità seduttive: possono esservi validi incontri all’orizzonte. Lui: Non è il momento di piantare grane con il partner per

questioni di poco conto. Rischiereste di trovarvi in crisi quando meno ve lo aspettate. Sorvolate sui dettagli che vi infastidiscono e prendete le cose con dolcezza.

TORO (21 aprile - 20 maggio) Lei: Mai come in questo mese avrete voglia di essere rapite dalla persona amata, e portate il più possibile lontano... sospinte dolcemente da Venere. Cercate di dare una spinta alle situazioni stagnanti e iniziate qualcosa di nuovo. Andrà molto meglio! Lui: Non perderete un colpo! Attivi e intraprendenti, riuscirete a portare a termine le vostre iniziative, con risultati migliori di quelli preventivati, soprattutto sul lavoro.

gemelli (21 maggio - 21 giugno)

(22 giugno - 22 luglio)

cancro

Lei: Sapete cosa volete e ne siete sempre stati soddisfatti. Ma ora è diverso: ciò che prima vi rassicurava ora vi appare un po’ appannato, sbiadito, un po’ meno attraente del solito. Lui: Attenti alle questioni fiscali e legali in cui potreste

incappare, soprattutto se siete autonomi nella professione. Per evitare fastidi, controllate e ricontrollate ogni cosa. La salute potrebbe oscillare. Molto dipenderà dalla vostra buona volontà nell’evitare gli eccessi.

(23 luglio - 23 agosto)

Leone

Lei: È il momento di capire cosa non va e non soddisfa nel rapporto di coppia, e come fare per rimediare. Un’improvvisa voglia di coccole e di amore prenderà a tradimento chi è single. Mercurio e Venere si mostreranno un po’ ostili, suscitando contrattempi che potranno irritarvi. Lui: Dovrete essere particolarmente accorti nella

vostra attività professionale, nonché attenti e ricettivi come solo i veri Leoni possono essere, a causa di alcune dissonanze astrali.

(24 agosto - 22 settembre)

vergine

Lei: Siete in coppia? Attente a non lasciarvi irritare un po’ troppo facilmente da questioni tutto sommato marginali. Pericolosi sbandamenti potrebbero cogliere di sorpresa chi è single! Può essere che non tutto ciò che vedrete vi piaccia, ma questo fa parte del gioco!

Lei: IIl periodo si presenta favorevole per l’amore:

Lui: Intuito e abilità vi consentiranno sia di aggirare gli

Lui: Per quanto riguarda l’attività professionale, questo periodo vi offre un vero e proprio banchetto di occasioni e di situazioni favorevoli. Datevi, dunque, da fare, è il momento giusto!

ostacoli che di trovare percorsi alternativi per giungere più rapidamente e vittoriosi al traguardo che vi sarete prefissi. È il momento giusto per osare!

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DIMENSIONEBENESSERE • Novembre 2013

non sono esclusi incontri. Qualunque cosa potrà succedervi in amore, avrete più di un motivo per sentirvi decisamente al settimo cielo: contente, appagate e soddisfatte come non mai!


bilancia (23 settembre - 22 ottobre)

(22 dicembre - 20 gennaio)

capricorno

Lei: Venere potrà farvi sentire piuttosto confuse da un

Lei: Venere vi promette festeggiamenti adeguati

Lui: Questo periodo non sarà il massimo che potete attendervi da un punto di vista professionale, tanto vale dirlo subito. Le questioni di casa rischiano di rubarvi molto tempo: mantenete la calma e affrontate le faccende una alla volta!

Lui: È un ottimo momento sotto il profilo professionale

punto di vista emotivo, soprattutto se l’intesa con la persona amata non è più quella dei primi tempi.

scorpione (23 ottobre - 22 novembre) Lei: Potrete contare su voi stesse, ma anche sulla buona sorte pronta a favorire contatti, lavoro e affari. Se siete sole, gli incontri saranno magici: possibile un nuovo legame! Lui: Idee e intraprendenza non vi mancheranno di certo, in questo periodo: saprete tradurre abilmente in pratica progetti e proposte! Buone notizie per i giovani in cerca di uno sbocco.

e giornate molto felici per quanto riguarda l’amore. Bollenti le nottate di chi è in coppia. La fortuna gira dalle vostre parti: è il momento di tirar fuori dal cassetto le idee e i progetti.

e finanziario. Non mancheranno le soddisfazioni personali, tanto meno le belle idee da esibire come fiori all’occhiello.

(21 gennaio - 19 febbraio)

Lei: L’intrigo e l’avventura avranno un fascino a cui ben

difficilmente saprete resistere. Potrà essere magnifico se siete single, ma periodo foriero di mille complicazioni se avete la fede al dito! Trovate il tempo e lo spazio per riposarvi, ma anche per approfondire un argomento che di recente ha attirato la vostra attenzione.

Lui: Date fondo all’intuito e alla fantasia, che non vi fanno certo difetto, e vedrete che dal vostro cilindro da prestigiatore usciranno soluzioni impensate per dei problemi che vi assillavano da un po’, nonché progetti strabilianti.

sagittario (23 novembre - 21 dicembre) Lei: Periodo splendido: di gran felicità e di perfette intese, per le coppie più giovani come per quelle più datate. Non avrete voglia di distrazioni, tanto meno di complicazioni! Non vi mancheranno le buone occasioni in ambito professionale.

Lui:

Sul fronte professionale siete veramente determinati: niente e nessuno riuscirà ad ostacolare la vostra scalata al successo! Buon momento per chiedere aumenti, o incentivi.

acquario

(20 febbraio - 20 marzo)

pesci

Lei: Vi sentirete quanto mai disponibili allo scambio e al dialogo, e questo non potrà che rendere il rapporto di coppia più vivace, allegro ed entusiasmante. Flirt e avventure per molte. Lui: Sprizzerete energia da ogni poro, e questo vi

renderà molto attraenti. Cavalcate l’onda dell’ambizione, lasciatevi condurre da essa senza permettere che ostacoli o insuccessi vi scoraggino o vi tolgano l’entusiasmo che vi anima in questo periodo.

A ogni segno il suo colore Si dice spesso, in astrologia, che ogni segno ha i suoi colori. I colori da cui ogni segno zodiacale è attratto e da cui può trarre beneficio nelle varie situazioni della vita sono legati solitamente ai pianeti dominanti di ciascuno. Se prendiamo a esempio i due segni che si dividono il mese di novembre, Bilancia e Scorpione, scopriremo dunque che per la Bilancia il colore dominante è l’arancione, legato a Venere (un colore caldo, che stimola la circolazione e il ricambio), mentre per lo Scorpione, i cui pianeti dominanti sono Marte e Plutone, i colori sono il rosso (che conferisce vitalità ed energia), e il nero (che ha invece sugli appartenenti a questo segno un effetto rilassante in caso di nervosismo).

Novembre 2013 • DIMENSIONEBENESSERE

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Cerco, trovo...

NOTEBOOK

Dove andare Paneterapia, 40° di delizia Già nel Medioevo il calore del forno veniva utilizzato per un bagno al pane, per guarire gli stati reumatici e scacciare i cattivi pensieri attraverso i movimenti della fiamma. Anche al giorno d’oggi vengono riconosciute le proprietà benefiche della paneterapia, che si svolge in una stanza piena di calore secco e salubre in cui l’aria è arricchita dagli enzimi della pasta acida che migliorano le funzioni metaboliche. Dove provare questa trattamento? Nella saletta del pane dell’Hotel Tann, in Alto Adige. www.tann.it

CURIOSITà... Perle di saggezza

“In guerra come in amore per venire a termine bisogna avvicinarsi”. Giacomo Casanova

Riso di gusto

Io e mio marito abbiamo aperto un conto in comune. Funziona benissimo: lui deposita e io prelevo.

Proverbi

“Uomo e donna in stretto loco, come paja appresso ar foco”. Detto popolare

Cerco, trovo...

compro

Il miglior Made in Italy per il tuo cane! Da oggi è disponibile una nuova ricetta SuperPremium: Trainer® Natural Adult con Prosciutto Crudo, Riso e Pappa Reale. Sintesi tra novità e tradizione, questo alimento oltre alle tipiche integrazioni dei prodotti Trainer Natural Adult (i polifenoli dell’estratto di mela AppleZin™, l’alga spirulina, le fibre vegetali, i prebiotici, la cozza verde, ecc…) è realizzato con le parti ottenute dalla rifilatura del rinomato prosciutto crudo italiano. www.novafoods.it

compro

Oliva Nocellara del Belice, dalla Sicilia Meglio nota come Oliva Dolce, la bassa concentrazione di sale e il sapore caratteristico le vengono conferiti dal particolare processo di lavorazione che ha inizio sulle olive acerbe appena raccolte. Conosciuta anche come Oliva in Calce, Oliva di Castelvetrano o Oliva Napoletana, la Nocellara del Belice è la Regina incontrastata dell’aperitivo all’italiana. Cerca le olive Ficacci tra i banchi della frutta e verdura o nel banco gastronomia. www.ficacci.com

Date da ricordare

II 4 novembre 1918 si concludeva la Prima Guerra Mondiale, un evento che ha segnato in modo profondo e indelebile l’inizio del ’900 e che ha determinato radicali mutamenti politici e sociali. La data, che celebra la vittoria con l’armistizio firmato a Padova, è divenuta la giornata dedicata alle Forze Armate.

Consigli pratici Bottiglie splendenti Per pulire perfettamente le bottiglie di vetro, potete mescolare insieme acqua tiepida, aceto, riso e sale grosso. Versate il tutto nella bottiglia da pulire, scuotete bene e lasciate riposare per qualche ora, poi scuotete di nuovo. Sciacquate la bottiglia e sarà... splendente!

Segreti in cucina Se il vino avanza... Non buttate via il vino che dovesse rimanere nella bottiglia! Piuttosto, versatelo nella vaschetta per fare i cubetti di ghiaccio e conservate in freezer: questi speciali cubetti saranno un modo rapido e pratico per insaporire ricette e intingoli vari!


DOLCI rimedi Castagne per i capelli Per rinforzare i capelli sfibrati e deboli, Madre Natura ci offre un rimedio di stagione: le castagne! Fate bollire 100 g di castagne, lasciate raffreddare e raccogliete l’acqua di cottura, a cui aggiungerete un bicchiere di olio di germe di grano e un cucchiaio di cacao amaro in polvere, per rendere la maschera ancora più idratante. Applicate sui capelli asciutti, massaggiate delicatamente e fate agire per 5 minuti, per poi risciacquare con acqua tiepida.

L’agenda della luna 2014 Johanna Paungger e Thomas Poppe (TEA) Qual è il giorno ideale per annaffiare le piante? Tagliarsi i capelli? O andare dal dentista? Meglio cominciare una dieta con la luna nuova o con la luna piena? Johanna Paungger e Thomas Poppe, puntuali come sempre, anche per tutto il 2014 ci offrono la loro preziosa agenda settimanale a colori, per guidarci nella scelta del momento giusto per svolgere con successo qualsiasi tipo di attività. L’Agenda della luna è un appuntamento immancabile per affrontare un nuovo anno in armonia con noi stessi e con il mondo che ci circonda.

libri

CERCO, TROVO... COMPRO

Cerco, trovo...

Con lo scooter arriva dal Friuli Venezia Giulia la Birra TOZ. Dall’etichetta raffigurante un personaggio molto eccentrico, si percepisce che questa birra è dedicata ai giovani, senza trascurare la qualità che da sempre contraddistingue i nostri prodotti. TOZ è una birra artigianale non pastorizzata e non filtrata, Una birradidedicata ai giovani facile beva, da bersi Con lo scooter arriva daloppure Friuli Venezia con la bottiglia a canna, Giulia la Birra TOZ. Dall’etichetta insomma senza bicchiere. raffigurante un personaggio Scopri il concorso amolto premi eccentrico, si percepisce che questa legato a TOZ, info birra è dedicata ai giovani,susenza e regolamento trascurare la qualità che da sempre z.it irrato www.b contraddistingue i nostri prodotti. TOZ è una birra artigianale non pastorizzata e non filtrata, da bersi senza bicchiere, direttamente dalla bottiglia. Scopri il concorso a premi legato a TOZ, info e regolamento su www.birratoz.it

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CURIOSITà... Proverbi

I piccoli mali sono le sorgenti del nostro dolore. Gli uomini non inciampano nelle montagne ma sulle pietre. Proverbio cinese

Perle di saggezza

“Le parole sono come il vento, volano via; solo le opere rimangono. Nella vita non conta ciò che dici, ma ciò che fai”. Hernàn Huarache Mamani

Riso di gusto

Abbordaggi: “Signora, mi darebbe il suo numero di telefono?” “È sull’elenco”. “E il suo nome?” “Anche quello”.

Se la frittata si attacca... Quando nel preparare una frittata vi accorgete che non riuscite a girarla o a impiattarla perché sembra attaccata sul fondo, e non volete rischiare di romperla rovinando l’effetto in tavola, c’è un piccolo trucco che potete provare per rimediare al problema: coprite la padella con un ampio coperchio, in modo da chiuderla del tutto, e lasciate coperto per 2-3 minuti. Il vapore che si formerà all’interno della pentola permetterà di staccare facilmente la frittata dal fondo.

Dove andare

Corso sui test kinesiologici a Firenze Si terrà a Firenze, il 16 e il 17 novembre, un corso di 12 ore totali sui test kinesiologici, in cui il naturopata Fabio Nocentini insegnerà a testare i muscoli di braccia e gambe per verificare la compatibilità di una qualsiasi sostanza (alimento, rimedio, cosmetico, gioiello) con l’organismo di una persona. Interessante è anche la ricerca, attraverso questo metodo, di intolleranze alimentari. Per informazioni: www.fabionocentini.it

Cerco, trovo...

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Giuliani e la Giornata Mondiale del Diabete Anche quest’anno, come di consueto, Giuliani partecipa alla “Giornata Mondiale del Diabete” con la linea Giusto® Diabel che, durante la settimana del 14 novembre, propone come protagonista di degustazioni gratuite con fette biscottate, biscotti e confetture extra di frutta nelle farmacie e nei punti vendita che aderiscono all’iniziativa. L’elenco completo dei punti vendita è consultabile sul sito www.giustogiuliani.com


Cerco, trovo...

NOTEBOOK

compro

SAPEVI CHE...

Andare... a tutta birra! Il famoso modo di dire, usato quando si indica qualcuno che agisce rapidamente e con molta energia, viene dal fatto che la birra era utilizzata soprattutto in passato come bevanda energetica. In particolare, una volta i carrettieri quando dovevano affrontare un viaggio molto lungo e faticoso, solevano dare un po’ di birra da bere ai loro cavalli, per migliorare le loro prestazioni.

CURIOSITà... Perle di saggezza

“È bello vivere perché vivere è cominciare, sempre, a ogni istante.” Cesare Pavese

Riso di gusto

Due palloncini si scontrano con un cactusssssssssssssssssss…

proverbi

Se di novembre tuona, l’annata sarà buona.

Cerco, trovo...

compro

Colorazione permanente firmata BioNike Shine On HS – High Sensitivity oltre ad assicurare una colorazione a lunga durata e una copertura ottimale dei capelli bianchi, rispetta la sensibilità del capello e del cuoio capelluto grazie a formulazioni senza ammoniaca, resorcina e fenilendiammine, realizzate in assenza di conservanti e glutine, e testate per minimizzare la presenza di nickel. Al contrario, la crema colorante è arricchita con proteine di riso e fitosteroli ad azione protettiva. www.bionike.it

Previeni e combatti le patologie invernali con Named In-Flu-Nam® junior: un nuovissimo mix di fitocomponenti per affrontare al meglio la stagione influenzale, una soluzione naturale, efficace e sicura nel sostenere un’adeguata e pronta risposta immunitaria oppure una rapida guarigione in fase acuta e una riduzione della convalescenza. Alla base di questi innovativi preparati fitoterapici brevettati, la Panax quinquefolium (immunomodulante) e il Sambucus nigra (antivirale e antiossidante) affiancano vitamina C, zinco e Betaglucano. www.named.it

Consigli pratici La casa con giardino più sicura del quartiere Come assicurarsi una casa a prova di ladri e incidenti, soprattutto quando si ha un giardino? Basta seguire i seguenti consigli per gli spazi esterni. Potate le siepi in modo che non coprano mai le finestre. Usate “siepi antifurto” come la Berberis darwinii e la Berberis stenophylla, dei veri e propri fili spinati naturali. Le luci esterne devono essere su tutte le facciate della casa e poste in alto. E poi, se possibile, non usate pietre come decoro del giardino: finireste per facilitare il lavoro ai ladri.

La festività del mese

Il primo novembre è la festa di Ognissanti. Risale al IV secolo l’abitudine di celebrare e glorificare in un unico giorno tutti i santi del paradiso, canonizzati e non. La commemorazione cattolica si chiamava in origine “Festabant Omnium Sanctorum” da cui poi il nome che usiamo anche oggi.

Consigli pratici Vade retro acaro È un problema sempre più diffuso che con l’inizio dell’inverno si fa sentire con prepotenza. Come arginare i sintomi dell’allergia agli acari? Aprite spesso le finestre al mattino, non scaldate le casa oltre i 20°C e riducete al minimo l’umidità: queste sono regole fondamentali, da accompagnare a tessuti antiallergici, soprattutto per le fodere dei cuscini, al divieto di stendere i panni bagnati in casa e al consiglio di evitare la dispersione dei vapori della doccia negli altri ambienti domestici. Anche aspirare la polvere tutti i giorni è indispensabile.


Labbra a prova di bacio Il freddo, il vento, la pioggia e lo stress compromettono le labbra in questo periodo. Per un sorriso perfetto, sempre e comunque, usate l’olio essenziale d’incenso, un ottimo prodotto lenitivo ed emolliente molto utilizzato già nell’antico Egitto. Come fare? Massaggiate le labbra con una goccia di olio essenziale diluita in un cucchiaino di olio d’oliva e, all’occorrenza lasciatelo in posa come impacco per 5 minuti.

DOLCI rimedi

Cerco, trovo...

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Helan for man Dall’esperienza dei Laboratori Helan nasce, per l’uomo, la linea Olmo, una gamma di prodotti per la cura di corpo, viso, rasatura e dopobarba creati dal connubio di innovativi ingredienti quali acido jaluronico a tripla efficacia, centella e vite rossa, indicati anche per pelli sensibili. La linea, realizzata con estratti vegetali, esclude petrolati, olii minerali, lanoline, parabeni e coloranti. Senza SLS e SLES, testata per ridurre il rischio di allergie dai metalli pesanti. www.helan.it

CURIOSITà... Proverbi

Chi ti accarezza oltre quel che suole, di sicuro ingannar ti vuole.

Perle di saggezza

“Niente è più pericoloso di un’idea quando è l’unica che si ha”. Emile Chartier

Riso di gusto

Il cameriere: “Signore, come ha trovato la bistecca?”. Il cliente: “Spostando le patatine”.

Cerco, trovo...

compro

Il “semaforo alimentare” Flaminio Un regalo originale? La Società Agricola Trevi “Il Frantoio”, azienda umbra di Trevi, propone un’idea originale con la confezione “semaforo”, moderno packaging pensato per contenere uno dei principali ingredienti e condimenti della tavola italiana. Esternamente spiccano il colore verde della campagna e dell’ulivo e il colore nero dell’asfalto e del semaforo. All’interno una bottiglia di Olio Flaminio DOP da 1,5 l, il cui collo fuoriesce nell’occhiello verde del semaforo. www.olioflaminio.it

Nati a NOVEMBRE

Il 19 novembre compiono gli anni le attrici Jodie Foster e Meg Ryan e, il 9 dello stesso mese, il cantante Biagio Antonacci. Il 3 novembre Pupi Avati saluta le sue 74 primavere e l’8 è il compleanno di Alain Delon. In Inghilterra, novembre è un mese di compleanni reali: il 14 il principe Carlo compie i suoi 64 anni.

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SAPEVI CHE...

Essere in borghese, da dove viene? L’espressione si riferisce a chi solitamente indossa un’uniforme o una divisa, ma diversamente dal solito, è vestito in abiti civili. La sua origine viene dal fatto che nelle assemblee degli Stati Generali in Francia i borghesi, cioè gli appartenenti al cosiddetto “Terzo Stato”, indossavano gli abiti di tutti i giorni, mentre nobili e membri del clero indossavano la loro divisa.

La pietra del mese Topazio Si chiama topazio e gli egizi pensavano che prendesse il colore direttamente da Ra, il dio del sole. La pietra di novembre rimase proprio per questa convinzione una pietra “amuleto”, usata nei riti magici e nelle celebrazioni politeistiche. Il suo nome prende origine dall’isola egizia di Zabargad (Topazos è il suo nome originale). Rende più vitali, reattivi e sicuri di sé, stimolando il desiderio di successo e realizzazione dei propri desideri. In particolare, il topazio mistico è caratterizzato da un incredibile effetto arcobaleno.

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L'AVVOCATO RISPONDE

Una risposta puntuale e precisa alle vostre questioni legali

A cura dell’Avvocato Luigi Patricelli www.pmlegale.it

Se avete anche voi una domanda da porre al nostro avvocato, scrivete all’indirizzo email: avvocato@dibenessere.com oppure a: Dimensione Benessere, V.le Carso, 35 - 00195 Roma

L’integratore scaduto Gentile Avvocato, ho acquistato presso un negozio al dettaglio un integratore alimentare per uso sportivo. Tornando a casa, mi sono accorta che la data di scadenza riportata sul flacone era già trascorsa. Sono tornata dal venditore il quale mi ha rifiutato la sostituzione dicendo che la data di scadenza è solo indicativa. Vorrei sapere se posso denunciare il venditore e avere la restituzione dei soldi spesi, oltre ai danni. Rossana A.

Quando i condomini non vogliono il cane Egregio Avvocato, mi sono da poco trasferito con la mia famiglia in un appartamento con giardino, per poter avere maggiore spazio per il mio cane. Tuttavia alla prima assemblea condominiale sono stato verbalmente aggredito dagli altri inquilini che sostengono che il regolamento di condominio vieta ai condomini la detenzione di animali. Non so cosa fare perché, qualora avessero ragione, sarei costretto a cambiare casa. Ezio G.

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DIMENSIONEBENESSERE • Novembre 2013

Cara lettrice, il comportamento del venditore appare censurabile sotto il profilo commerciale, ma prima di valutare l’opportunità di una denuncia è necessario verificare la tipologia di indicazione della data in etichetta per capire se si tratta di una data di scadenza, indicata con la dicitura “da consumarsi entro il…”, o di un termine minimo di conservazione (il “TMC”), generalmente indicato come “consumabile preferibilmente entro il...”. Nel primo caso, il venditore ha violato il divieto di cui all’art. 10 bis del decreto Legislativo 109/92 che vieta la “vendita dei prodotti che riportano la data di scadenza a partire dal giorno successivo a quello indicato sulla confezione” ed è soggetto a una sanzione amministrativa pecuniaria che va da un minimo di euro 1.600 a un massimo di euro 9.500. Nel secondo caso, il venditore, pur non essendo soggetto alla sanzione amministrativa predetta, ha, in ogni caso, posto in vendita un prodotto che potrebbe aver perso

le sue proprietà specifiche, ancorché non pericoloso per la salute. Per tale motivo è possibile comunque agire per la sostituzione del prodotto o il rimborso del prezzo ai sensi dell’art. 130 del Codice del consumo che sancisce la responsabilità del venditore “[…] per qualsiasi difetto di conformità esistente al momento della consegna del bene”.

Caro lettore, il mio consiglio è, innanzitutto, quello di leggere il Regolamento condominiale per verificare se quello che sostengono gli altri condomini è vero. In ogni caso, qualora nello stesso fosse contenuto il divieto di detenere animali nel condominio, tenga presente che un divieto di questo tipo è oggi radicalmente nullo, ovvero privo di efficacia. La legge n. 212/2012 di riforma del condominio ha infatti introdotto una modifica all’art. 1138 del codice civile, prevedendo che “le norme del regolamento non possono vietare di possedere o detenere animali domestici”. Ciò detto, si goda tranquillamente il suo giardino e la compagnia e il benessere del suo amico a quattro zampe.

Ricordiamo che i contenuti della rubrica si riferiscono a casistiche generali e hanno solamente uno scopo divulgativo e orientativo. I pareri non possono in alcun modo sostituire l’approfondimento e il contributo di un professionista sui singoli casi.




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