LA FANTASIA AL POTERE IN 10+10+10 MOSSE
PREMIèRE DAME
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VS REALITY
quando la realtà supera la fantasia
LUGLIO/AGOSTO 2013 ANNO 16 / N. 8
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INCHIESTA come non sfigurare in
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una vita per la telecamera
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FEDERICA FONTANA
dal fitness al blog e viceversa
Cora Elisabeth Deitz un’americana da spiaggia
Youma Diakite
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LA TOP DEL 2012
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MA QUANTO È BRUTTO IL
PREGIUDIZIO
Editoriale Ciao, lavoro per Maxim. Ah, Maxim! Il giornale hot, quello che pubblica soltanto donne mezze nude e articoli di profilo molto basso, insomma, il giornale più letto dai camionisti o dagli arrapati o da quelli che cercano contenuti hard nelle pagine dei giornali. (Risposta di un non lettore che non ha mai sfogliato Maxim negli ultimi due anni)
NO! Lavoro per Maxim. Ma sì dai, quel giornale per adolescenti, per uomini che si nutrono di contenuti pseudo sessuali, con poco gusto e di un target impreciso. (Risposta di un ufficio stampa incapace di fare bene il proprio lavoro e che non ha sfogliato Maxim negli ultimi due anni) Senti, lavoro per Maxim! No, guarda non ci interessa, il nostro prodotto è di un target più alto e non possiamo uscire su giornali che non rispecchiano il nostro mood. (Risposta di un responsabile comunicazione di un cliente moda che non ha mai sfogliato Maxim negli ultimi due anni… Vi assicuriamo, non è Hermès, in quanto loro Maxim lo hanno letto e sono presenti redazionalmente sul nostro magazine)
DIRETTORE RESPONSABILE PAOLO GELMI
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RUGBY MaXiM iNcONTRa TOMMaSO BeNVeNUTi
NEL VOTO SIATE
Queste sono solo alcune delle cose che ancora oggi ci capita di sentire; i nostri giornalisti, i nostri commerciali si imbattono spesso e volentieri in questo ingiustificato pregiudizio da parte di chi è capace di giudicare senza aver verificato prima il reale posizionamento del nostro magazine. Non si può piacere a tutti, non si può sperare che tutti gli uomini ci leggano o che tutti decidano di legarsi a noi, ma come direttore non posso accettare da oggi in poi che qualcuno ci inquadri in una realtà che non ci appartiene. Prima di criticarci, prima di offenderci, prima di demolirci entrate tra le pagine del nostro magazine e vi accorgerete di quanto sia brutto e sbagliato il pregiudizio. Non fatelo per noi, ma fatelo per il rispetto che meritano le decine di migliaia di lettori che tutti i mesi raggiungono le edicole per comprarsi il loro mensile preferito. Grazie al cielo abbiamo un numero di lettori decisamente importante che rende il nostro lavoro stimolante e gratificante e la maggior parte dei clienti non appartengono agli esempi citati sopra, ma ciò non toglie che ovunque si annidi un pregiudizio questo va combattuto.
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2013 LUGLIO
AGOSTO SOMMARIO
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PREMIÈRE (mode, libri) /14 ART FILES /18 L’arte va brevettata? MUDIMA ARTE /20 Tutto il sapere del mondo MAXIM LIVING /22 Vita in Versilia DESIGN STORY /52 Chi ha libri, ha labbra DESIGN GALLERY /54 Enjoy your time TECNO GALLERY /56 Chi si ferma è perduto MISTER GADGET /58 È arrivato il Q10 SMART APP /60 App-resto! SOUND TREND /62 Il suono del mese RANGE ROVER /64 Ambasciatrice di stile PROVATO PER VOI /74 Citroën DS3 cabrio PUBBLICITART /76 Quando la pubblicità incontra l’arte
DAME /36 FEDERICA FONTANA
PREMIèRE DAME / 28
MELISSA SATTA
DAME /48 CORA ELISABETH DEITZ
in copertina Bikini TRIUMPH Collana High Jewellery in diamanti white e zaffiri blu DE GRISOGONO
Photographer Niccolò Fano accessori Iosseliani
SHOOTING / 142 Rolling stone
FACE TO FACE WRITER /80 Adam Wilson in “Alta definizione” MAN AT WORK 01 /84 Giovanni Bonotto MAN AT WORK 02 /88 Alessandro Mombelloni STORIE /93 La fantasia al potere in 30 mosse STORIE /98 Made in hollywood PERSONAGGI /104 Pif SESSO /108 Gold o fai da te? FACE TO FACE SPORT /112 Mirco Di Tora STORIE /116 Tipi da spiaggia DESTINAZIONE PARADISO /122 Alla scoperta delle isole degli Dei SPORTSWEAR /128 Mistral SELECTION /132 Quasi... estremi APPUNTI DI STILE /138 Eleganza cubana METTIAMO CASO CHE /140 Battute di pesca NEXT ICON MODE /150 Mario dice BEAUTY /152 Sole, la formula perfetta EVENTI /154 Gli appuntamenti del mese OCCHIO DI VENERE /156 Pelle vellutata sempre SPECCHIO DELLE MIE BRAME /158 Vitamine per l’estate COLOPHON /160
DAME/ 42
YUMA Diakite
Bikini MISTRAL Décoletté GIUSEPPE ZANOTTI DESIGN Fantasmini NIKE Pesi REEBOK
PREMIÈRE MODE • LIBRI • ART FILES • MUDIMA ARTE • LIVING • DAME
PREMIÈREMODE / di Roberta Lo Baido
MONTBLANC Un genio per la scrittura
HUGO
20 anni di stile
NEW ERA Creatività digitale
Borsa in pelle stampata. Montblanc Albert Einstein 99
Great Characters è l’edizione limitata di strumenti da scrittura progettati per onorare i grandi personaggi, come lo straordinario scienziato Albert Einstein. Per l’occasione sono state create due penne: 99 e 3000, con caratteristiche legate alle sue scoperte. La prima fa riferimento all’elemento chimico ‘Einsteinium’ con il numero atomico 99. Caratteristiche: in oro bianco con una copertura in filigrana che rappresenta la curva spazio-temporale. Nel secondo caso, il numero si riferisce alla velocità della luce misurata a ~300.000.000 m/s. Caratteristiche: pennino in oro e linee in platino sul cappuccio blu scuro. Ora sta a voi farvi venire un’idea geniale.
Montblanc Albert Einstein 3000
Auguri! In occasione del 20° anniversario, è stata creata una capsule collection di 20 capi iconici che rispecchiano la vera essenza del brand. Lanciata nel 1993 la linea uomo, è stata introdotta quella donna nel 1998. Si tratta di look classici, ma nello stesso tempo innovativi, con uno sguardo rivolto sempre al futuro. Uno stile sicuro per uomini e donne che vogliono essere sempre alla moda.
Il marchio lifestyle sportivo e internazionale lancia in Europa: “New Era by You” il programma di cappellini personalizzabili. Grazie ai 200 loghi, 33 tinte di tessuto e 56 colori delle cuciture, si avrà la possibilità di creare un cappellino 59FIFTY o 9FIFTY in base ai propri gusti e unico nel suo genere. Basta cliccare sul sito www.newerabyyou. com e attraverso un semplice sistema si potrà mettere alla prova le proprie doti creative. Se manca l’ispirazione, prendete spunto dagli utenti precedenti attraverso la galleria online.
Camicia slim con una banda nera.
BELL&ROSS Il tempo di un volo
Per celebrare i 50 anni del famoso Mystère-Falcon 20 di Dassault, il business jet più performante della sua epoca, è stata lanciata una linea di orologi Vintage Sport Heritage, ispirata all’aviazione civile degli anni 60. La versione BR 126 Falcon, in edizione limitata, è un cronografo che possiede tutti gli attributi della linea, ma si distingue per il suo spirito vintage con il quadrante bruno, il cinturino in pelle e il logo “50 anni di Falcon” sul retro della cassa. Ogni volta che guarderete il vostro polso, ricorderete i 50 anni di storia. “Courtesy of New Era”
PREMIÈRELIBRI / di Alberto Motta
UN CASO DI SCOMPARSA
UN OTTIMISTA RAZIONALE
Estate, pomeriggi di angurie e romanzi. Alle cucurbitacee pensateci voi che noi ci mettiamo il romanzo perfetto. “Un caso di scomparsa” è un thriller di precisione svizzera (anzi israeliana, la vicenda apre a Tel Aviv) che muove dalla scomparsa del sedicenne Ofer per scontrarsi con la controversa figura di un vicino di casa, uomo informato di alcuni fatti di famiglia con cui dovrà fare i conti il detective Avraham Avraham. La cedola estiva di Guanda avvisa che “Un caso di scomparsa” è un vero page turner dalla conclusione inaspettata. Poi piantate i semi.
Perché l’agricoltura biologica massacrerebbe le foreste pluviali. Perché la coltura idroponica (in capannoni abbandonati) sfamerebbe 9 miliardi di esseri umani. Perché il nostro organismo è composto al 50% di azoto sintetizzato chimicamente. Perché il commercio è la più forte spinta evolutiva dell’umanità. Perché la distribuzione transoceanica di beni ha salvato (e salverà) milioni di vite. Perché ci vuole uno scienziato per raccontare la vita sulla terra oggi, per radere al suolo le pseudoconoscenze freak che ci sorbiamo quotidianamente. Per questo e per molti altri motivi uscite di casa e comprate “Un ottimista razionale”.
Dror A. Mishani (Guanda)
Matt Ridley (Codice Edizioni)
LEGGERE ROMANZI POLIZIESCHI IN TRENO Walter Benjamin (Edizioni Henry Beyle) Presentiamo ai nostri lettori Edizioni Henry Beyle, casa editrice très chic che stampa in composizione
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BLACK OUT
Marc Elsberg (Nord)
Questo è uscito da un po’, ma, fidatevi, dovevamo perderci nelle sue 630 pagine e non potevamo parlarvene prima della fine. Perché tra i ‘catastrofisti’, questo romanzo ha un’aderenza neorealista, un incipit tutto italiano - altrettanto il protagonista -, una velocità da tachicardia, una visione distopica ampia e senza crepe. Insomma le centrali elettriche d’Europa (prima, poi americane e via di seguito) collassano ed è subito romanzo-disastro, i servizi segreti si mettono all’opera e la macchina si avvia affannosamente. Per l’uomo della strada intanto - cioè noi - l’inferno diventa quotidianità. Fino all’apparente soluzione, al colpo di scena, al conseguente… e qui spegniamo l’interruttore.
monotype e in tiratura numerata. L’abbiamo conosciuta alla Milan Image Art Fair e l’annoveriamo ora tra i nostri preferiti. Il testo che abbiamo scelto è un elzeviro che racconta di viaggi e romanzi polizieschi. Immaginate un orario dei treni scritto da Arthur Conan Doyle. Rigorosamente da collezione, confezionato con cura certosina e artigianalità d’altri tempi. Fatevi un giro su www. henrybeyle.com autoritratto di Marc Elsberg
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ARTFILES DISORIENTAMENTE ARTE / di Alessandro Gedda
L’ARTE VA BREVETTATA? Incontro il mio amico Andrea, architetto di fama e produttore della trasmissione “Cambio Casa, Cambio Vita”, e alla domanda se ho brevettato le mie opere rispondo di no. L’Arte non si brevetta, si crea! Mi addentro nel discorso e ricordo che molte mie opere sono state fonte di ispirazione o di copia, ma mai ho pensato di depositarla. Io sono un artista. Non me la prendo quando scopro che altri designer hanno realizzato, anni più tardi, oggetti simili. Sono più propenso a credere che nel mondo di oggi vi siano molti stimoli creativi che confluiscono in opere e realizzazioni simili, dobbiamo solo riflettere su come il mondo creativo, e alcune menti creative, siano influenzate da cose, luoghi, fenomeni o culture e influenze inconsce. Possiamo invece dilungarci su chi può vantare la paternità di questa opera, nel mio caso si chiama “opera”,in altri casi “prodotto” in quanto realizzata con metodo industriale, in scala. Osservando le varie sedie, poltrone e divani presenti sul mercato, per lo più realizzate in serie e messe in commercio dall’industria, magari fabbricate in condizioni discutibili, e le altre concepite come opere d’arte e non industrializzabili, mi rendo conto delle differenze delle varie produzioni. Troviamo molte similitudini nell’arte, guardiamo ad esempio le opere di Patrick Dougherty, uniche, indiscutibilmente sue, e troviamo similitudini anche in quelle di altri lavori. Strane analogie… Tuttavia il genio creatore non può sot-
Patrick Dougherty
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LUG/AGO 2013
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trarsi agli stimoli che lo circondano, informazioni che talvolta vengono raccolte e immagazzinate nella mente in maniera disorganica e inconscia per riflettersi, con prepotenza, nel lavoro di molti. Da Roma a Sidney, da Mosca a New York, più cerchiamo similitudini nel design, nell’arte e nella vita comune e più ne troviamo! Sono le sollecitazioni provenienti da un mondo globale che vengono restituite con un comune denominatore: il genio creativo. Pensate, c’è una poltrona che discende dalla “sella curulis” che riprende appunto la struttura a “X”. Si consideri con attenzione la “X”.Questa poltrona, non sedia, è stata chiamata “Savonarola” ed è caratterizzata da una struttura con un certo numero di stecche di legno. I maestri del tempo, usando lo stesso materiale, avevano ottenuto un risultato molto diverso. Questa poltrona la si può ammirare nelle stanze di Savonarola nel convento di San Marco a Firenze. Ludwig Mies van der Rohe nel 1929 presenta all’esposizione universale quella che diverrà un’icona di stile: la Barcelona, con un classico disegno a X, già in uso appunto 500 anni prima. Possiamo forse dire che Ludwig Mies van der Rohe copiò?
Un altro esempio? Nonostante l’esistenza di vari precursori, nel X secolo, così come nei disegni di Leonardo da Vinci, è molto comune sentir dire che la paternità della penna stilografica moderna sia da attribuire a Waterman. In realtà è una verità molto parziale in quanto all’epoca esistevano già modelli funzionanti di penne stilografiche anche se certamente l’impulso dell’invenzione di Waterman fu molto importante. Lui la brevettò seppur sembra che vi fossero già altri depositi, ma la storia non è chiara, rimangono tuttavia i disegni di Leonardo… penna con serbatoio. Per cui artisti, poeti, pittori, ma anche casalinghe di tutto il mondo, depositate ogni cosa voi pensiate, ogni vostra realizzazione, ogni vostra ricetta, anche in cucina si fa arte! Affinchè nessuno un domani possa dirvi che quell’opera appartenga a un altro magari solo perché ha depositato un brevetto o un modello e voi no.
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FONDAZIONE MUDIMA / di Davide Di Maggio
TUTTO IL SAPERE DEL MONDO Venezia è di una bellezza totalizzante. Quando vengo qui, la sensazione è una: voler radunare tutti i miei affetti più veri e condividere questa luce. Venezia è un luogo che ti permette di sentirti… sentirti nel profondo. (cit. Roberto Saviano).
Marino Auriti, artista sconosciuto italo-americano, ebbe nel 1955 un’intuizione sulla quale lavorò per tutta la vita. Costruì il modello di un edificio di 136 piani di circa 700 metri di altezza che occupasse più di 16 isolati di Washington, il Palazzo Enciclopedico, un museo immaginario che avrebbe dovuto ospitare tutto il sapere del Mondo. Tutto questo è rimasto un sogno fino adesso. Nella 55° edizione della Biennale di Venezia questa utopia è divenuta realtà grazie allo sforzo di Massimiliano Gioni, curatore della Biennale, che è riuscito nell’impresa di riunire 4500 opere di 158 artisti negli spazi dell’Arsenale e nei Padiglioni dei Giardini, una vera enciclopedia del sapere. Partendo dal Libro Rosso di Carl Gustav Jung, con le sue tavole esoteriche ricche di mondi sovrasensibili, ai disegni che Rudolph Steiner faceva durante le sue conferenze, agli ex voto del santuario di Romituzzo, fino alla hostess gigante di Charles Ray, dai dipinti del circense chiromante Mr. Friedrich Schroder-Sonnenstern, alle incredibili sculture informi di Hans Josephsohn, artista russo ma svizzero di adozione, una bella scoperta, passando ai video disturbanti di Bruce Nauman e ai dettagliatissimi disegni antropologici del belga Patrick Van Caeckenbergh ad Apollo’s Ecstasy, lavoro elegante di Walter De Maria. È bella la storia di Mr. Friz, impiegato di assicurazioni austriaco, che si dilettava a costruire modellini di edifici, ritrovati da Croy ed Esler, (artista e critico) da un rigattiere vent’anni fa e le 387 casette mitteleuropee, su un lunghissimo tavolo posto nel padiglione centrale dei Giardini. Quello che salta agli occhi è una Biennale non impostata sui canoni del mercato. I nomi di artisti molto noti, quasi stridono nell’armonia generale che il curatore è riuscito a creare. Gliene va dato riconoscimento. Nella quantità di opere, si scoprono mondi delicati e ancora inesplorati come il video toccante del polacco Artur Zmijewski che invita un gruppo di adulti ciechi a realizzare dipinti su grandi fogli bianchi e alcune eccellenze italiane come Enrico David, artista raffinato, e Gianfranco Baruchello. Ai Giardini: citazioni per il Padiglione Danese, con la bellissima video installazione Intercourses di Jesper Just, il Padiglione Rumeno con le performances di Alexandra Pirici & Manuel Pelmus An Immaterial Retrospective of the Venice Biennale, il Padiglione Belga con l’incredibile installazione di Berlinde De Bruyckere, un albero fossile realizzato in cera e Marc Manders, nel Padiglione Olandese, con sculture potenti e poetiche.
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Impossibile citare tutto, ma quello che conta in questa Biennale è lo sforzo di portare a termine il sogno di Auriti, e credo che ci si sia riusciti.
Marc Manders, Working Table
PREMIÈREMUDIMAARTE
IN SENSO ORARIO DALL’ALTO: - Alexandra Pirici & Manuel Pelmus - Berlinde De Bruyckere Krepelhout - Cripplewood - Bruce Nauman - Jesper Just - Intercourses - Artur Zmijewski Blindly, 2010 Video, 1841 min. - Marino Auriti, Il Palazzo Enciclopedico
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APERITIVO
di Giovanni Franciosi
IL CAFFÈ DELLA VERSILIANA All’ombra dei pini cari a Gabriele D’Annunzio si consuma il rito signorile e snob, riflessivo e illuminante degli incontri del Caffè Della Versiliana. All’ora dell’aperitivo, un pubblico dimensionato, attento e mai eccessivo, ascolta e ribatte gli interventi di personaggi della cultura, della politica e dello spettacolo. E laddove il Vate discuteva di poesia e di imprese amorose, oggi il vezzoso Romano Battaglia, foulard di seta al collo, accoglie gli ospiti, dalla stessa pineta, affiancato da Luca Telese e Giovanni Toti.
ALMAROSA ART MUSIC & BAR
LOUIS VUITTON
FORTE DEI MARMI
FORTE DEI MARMI
Nella passeggiata dell’happy hour la novità 2013 è il pop-up store Louis Vuitton, aperto fino a dicembre. Un negozio temporaneo in divenire, destinato a sorprendere il cliente con prodotti che cambiano, presentati in un ambiente mutevole, con arredamenti flessibili. Troneggia l’amaca in pelle della collezione Objets Nomades, a raccontare l’essenza della maison e il potere evocativo del viaggio. Solo qui si trova, in edizione limitata, la borsa Neverfull Resort, decorata con la scritta vintage Forte Dei Marmi.
Il più alto affollamento per metro quadro all’ora dell’aperitivo. E allora ci si riversa sulla strada pedonale, a due passi dalle vie dello shopping, tra calciatori e gente dello spettacolo, dagli altoparlanti suona musica ai confini della disco, non per ballare ma quasi. Non inganni l’arredamento etnico, bric-àbrac che fa tanto campagna toscana. Almarosa è un locale che mischia cultura e divertimento, ospitando mostre fotografiche, quadri, opere di artisti emergenti. A sancire un connubio - arte e moda - così caro a queste terre.
COSTES
FORTE DEI MARMI La saga parigina del Costes è arrivata prima a Firenze poi in Versilia. Da questa terrazza sul lungomare di Forte Dei Marmi si intravedono l’isola del Tino e Palmaria. Sonorità nu jazz e loungin’ house, spesso proposte dal vivo, avvicinano un pubblico selezionato, che ama le melodie elettroniche di Wax Poetics e Forro in the Dark. Come al Nublu di New York ma col profumo del mare.
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ROMANO
VIAREGGIO Il caciucco alla viareggina basterebbe a giustificare la sosta. E l’aragosta alle verdure fresche sorprende sempre per nitidezza e freschezza. Se c’è un ristorante che coniuga perfettamente la cultura dell’ospitalità e l’alto livello del servizio, la bontà delle materie prime e la semplicità e brevità delle cotture, questo è Romano. Le pareti con un graffiato color sabbia sono un evidente richiamo alla spiaggia di Viareggio, mentre all’ingresso, vetrate smerigliate di azzurro mare accolgono il cliente. In fondo il lungomare non è poi così lontano.
IL BOTTACCIO
MONTIGNOSO Alle spalle di Forte Dei Marmi, le Alpi Apuane sullo sfondo, Il Bottaccio è un Relais&Chateaux ricavato da un frantoio del diciassettesimo secolo. Rifugio di coppie in cerca di tranquillità, di famiglie in fuga dal clamore marittimo, meta di gourmet italiani e internazionali, il ristorante gode di una location unica, attorno a una piscina centrale circondata da opere d’arte. La cucina è d’impronta mediterranea, in bilico tra mare e montagna, come questo fascinoso lembo di terra.
LORENZO
FORTE DEI MARMI
Un’istituzione. Parliamo del ristorante, ovvio. Ma anche del suo patron, che dopo trent’anni nelle alte posizioni delle guide gastronomiche nazionali trova ancora il tempo di preparare la maionese sul tavolo dei clientiamici. O di selezionare il pesce con il fil di bava, vale a dire il rigor mortis. Le cassette di mini e fragranti moscardini li sceglie personalmente e i calamaretti gonfi di latte uno a uno, perché finiranno nel sublime fritto misto. Quando poi, a cena già partita, compaiono un paio di casse di scampi, sono quelli dell’ultima cala, a lui riservati.
ENOTECA MARCUCCI
PIETRASANTA È bello constatare che dove c’è buon vino c’è cultura, e ottime pietanze. Pietrasanta è il centro artistico per eccellenza della Versilia e l’Enoteca Marcucci si trova tra i vicoli del borgo, in un palazzo del settecento, con un delizioso dehors esterno. Grandi vini francesi, Borgogna e Bordeaux su tutti, sono parte delle tremila etichette presenti in cantina. L’orto dell’enoteca, sulle colline di Pietrasanta, fornisce le materie prime che finiscono nella pappa al pomodoro e nella zuppa di farro e l’antico camino ristrutturato ospita la griglia per le bistecche cubiche, così chiamate per come vengono girate e rigirate.
CENA
DOPO CENA FRATELLINI’S
FORTE DEI MARMI Architettura organica, legno pregiato e pareti in marmo per la bella gioventù milanese ed emiliana. Fratellini’s si anima quando sale la musica ambient, e arrivano i trendy a gustarsi una cucina fusion basata sui crudi di pesce. Nella variante nostrana (tartare di tonno e salmone, scampi marinati e gamberi rossi), o giapponese (shiromi, maguro, eby, in versione roll, maki, sushi e sashimi).
IL CORSARO ROSSO
CAFFÈ MORIN
VIAREGGIO
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Nel cuore di Roma Imperiale, tra i flagship store dei maggiori stilisti italiani e le ville storiche (Villa Pietrabissa, Villa Assetati), diventate dacie di finanzieri ed ex-oligarchi russi, Caffè Morin è il luogo dove la notte ha inizio. Dalla sala interna in stile coloniale al chiringuito esterno si spostano giovanotti e belle fanciulle, cullati da note di softhouse, a decidere i percorsi notturni. Gustando cocktail come spritz bianco (con liquore saint-germain), blanc morin (rum, saint-germain e frutto della passione) o, per i palati più forti, rocket fuel (rum, gin, vodka e tequila lime).
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Sul Vialone della darsena di Viareggio, tra le dune della spiaggia di levante e la vegetazione della macchia mediterranea, Il Corsaro Rosso è sinonimo di emozioni forti, birre e rock’n’roll. Un disco pub che ospita band emergenti, tributi, jam session e cover band che scimmiottano il miglior rock degli anni settanta e ottanta. Vasco, Ligabue, Muse, Queen, AC/DC, Guns N’Roses i fantasmi evocati ed apparsi sulle assi di legno del piccolo palco, circondato da disegni di ossa, bandane e bottiglie. E poi ci troveremo come le star...
BISTROT
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Sotto le volte bianche di Bistrot va in scena l’inizio notte, godereccio e lussurioso. Lo si intuisce dalle supercar parcheggiate, Ferrari, Bentley e Rolls Royce. Un occhiata alla carta dei vini? Piena di supertuscans. Menù degustazione o alla carta? Comunque vada ci si imbatte in scampi e aragoste, manzo fassone e scaloppa di foie gras. Per la gioia dell’egocentrismo dei giovani manager russi. Lo scrittore fortemarmino Fabio Genovesi sostiene che “i russi hanno una loro concezione del bello e del ricco, clamorosa e ingombrante”. Ecco, qui se ne ha un’idea.
TWIGA
FORTE DEI MARMI Sarà anche vero che ha passato la mano, ma sempre più spesso lo si vede aggirarsi fra gli arredi africani della sua creatura. Il Twiga di Flavio Briatore - meravigliosamente adagiato sul lungomare, in un ambiente suggestivo, tra fiaccole e candele, poltrone e tessuti marocchini - vive around the clock, tra spiaggia, ristorante, cocktail bar e champagnerie. Ma è quando prende vita il Club, tra danze sfrenate e passaggi di magnum e mathuzalem, che il gioco si fa interessante. E le mance da migliaia di euro fioccano.
SEVEN APPLES
MARINA DI PIETRASANTA
LA CAPANNINA
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Al Seven Apples si balla hip hop e house commerciale. Il bordopiscina a forma di mela diventa il set della notte giovane, con cascate e giochi d’acqua. Domenica sera vietato dare forfait, arrivano i calciatori di mezza Toscana e la coda del weekend aggiunge tinte forti. Per chi non molla mai.
L’unica, intramontabile, sempreverde, Capannina. Dal 1929 fedele a se stessa, fascino e allure immutati. Italo Balbo planava con il suo idrovolante davanti al locale; Eugenio Montale e Alberto Moravia sorseggiavano l’aperitivo al tramonto; i nobili Della Gherardesca, Sforza e Rucellai erano di casa. Gli stessi dettagli e la semplicità degli arredi, la perseveranza di insistere sul dress code, usanza ormai sparita nell’oblìo. Dai tempi in cui scendevano Edith Piaf, Ray Charles e Gloria Gaynor ai dj set di oggi nulla sembra essere cambiato, con la classe innata di chi si ostina a definirsi piano bar. Il venerdì sera irrompe Jerry Calà col suo show Sapore Di Mare. Nostalgia canaglia.
LA BUSSOLA
MARINA DI PIETRASANTA Qui sono passati i più grandi nomi dello spettacolo italiano e internazionale. Sono due gli architravi della memoria storica del locale di Focette: Il capodanno del sessantotto, con la contestazione del movimento studentesco che costrinse Fred Bongusto e Shirley Bassey a interrompere lo show; l’addio alle scene di Mina a Bussoladomani, il tendone dei concerti, il 23 agosto 1978. Oggi La Bussola apre timidamente alle novità, con concerti ed eventi hip-hop e l’house music del Tenax di Firenze.
NOTTE
PRANZO ALL’ARIA APERTA
GALATEA VERSILIA
Chi invece opta per un pranzo domenicale leggero e veloce e si vuole immergere in un’atmosfera intellettuale, artistica, di tardo ottocento, sale in bicicletta e pedala per un’ora tra il verde di Roma Imperiale - il quartiere vip di Forte Dei Marmi - in visita a ville e residenze di lusso. Una sorta di Hollywood Star Map nostrano. Galatea Versilia, infatti, offre un tour guidato attraverso un itinerario che comprende Villa Pedrazzi, con i suoi decori medievali; Villa Meriggio, costruita come una domus romana; Villa Siemens, dove vennero girate le bollenti sequenze di Peccato Veniale con Laura Antonelli; la ex villa della famiglia Agnelli, Augustus, oggi diventata un hotel di lusso. Sperando che qualche nobile fortemarmino apra le porte dei suoi sontuosi interni. Non sempre accade...
PARADISO AL MARE
BAGNO BRUNO
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Il Bagno Bruno, sull’arenile del Forte, si riconosce per il colore verde marino, i mattoncini rossi delle cabine e i divanetti in tela baiadera. Al ristorante si sceglie il pescato direttamente dalle vetrine refrigerate, stile bistrot provenzale. Ed è un pranzo in ciabatte e bermuda, tavoli e sedie stile osteria e la brezza del Tirreno che accompagna una cucina familiare, rassicurante, che si fa apprezzare specialmente nei calamari al rosmarino e negli spaghetti allo scoglio o alle arselle. Se poi qualche ardito volesse provare la colazione del bagnino, con pesce fritto e pomodori...
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Al Paradiso Al Mare, sulla spiaggia, nello stabilimento omonimo, scendono a pranzo i turisti russi, quelli che alloggiano al cinquestelle Hotel Principe e fanno la gioia dei proprietari delle boutique del centro versiliano, con le giovani consorti in copricostume perlinati e infradito di Swarovski o borchiate. Ed è, ovviamente, un trionfo di crudité e bollicine, in un locale elegante con servizio all’altezza, per tutto il pomeriggio. Vuoi mettere due ostriche e un flûte di champagne sotto il solleone?
AL BOCCONCINO
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Al Bocconcino i turisti si mischiano con i locali. I primi si riconoscono per i bambini al seguito, i secondi quando aprono le pagine del quotidiano La Nazione, con vista sull’amato Fortino, nella piazza centrale di Forte Dei Marmi. Il turnover di tavoli, a pranzo, è assicurato da un personale svelto e informale e focacce e pizze sono un must. Assaggiare quella fiori di zucca e acciughe per credere.
BEACH CLUB
CINQUALE Struttura che coniuga relax e divertimento, Beach Club ha stravolto il concetto versiliano di stabilimento balneare intimo e privato, proiettandolo su scala internazionale e strizzando l’occhio ai beach club spagnoli. Di giorno si pranza a bordo piscina con piatti dietetici e salutari, la sera alla carta in tende in riva al mare. Di notte, diventa disco club, moderno e tecnologico, dove il design hi-tech e la profusione di vetrate e pelle crea un effetto suggestivo con la riva del mare, così vicina che si può toccare.
BAGNO ANNETTA
BAGNO ROMA
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MARINA DI PIETRASANTA Pietrasanta, la piccola Atene, è alle spalle, le Alpi Apuane sullo sfondo e il parco della Versiliana dietro l’angolo. il Bagno Roma, con i suoi 50 metri debitamente spaziati tra ombrelloni e gazebo, vanta uno dei frontali più ampi della Versilia. Il color crema come comune denominatore e spazi ombreggiati e riservati dove il presidente del Milan Adriano Galliani, ospite fisso del bagno, parla di affari. Della serie, è sempre calciomercato.
Esclusivo e riservato, Annetta è considerato il bagno chic per eccellenza del Forte. Sarà perché circondato da spiagge di proprietà privata, o per i cromatismi bianchi e blu che fanno tanto epoca “vestivamo alla marinara”. Qui il benessere è palpabile, nel ristorante, nel fitness center, nel mini club. Che siano sfilate di moda, schiuma party o tornei di beach volley. Tutto all’insegna di un buon vivere tranquillo e moderato.
BAGNO PIERO
FORTE DEI MARMI Il Bagno Piero esiste dagli anni trenta, quando, in piena lottizzazione di Roma Imperiale, fu tra i primi stabilimenti a offrire servizi e ristoro alle nobili famiglie che arrivavano ad abitare il quartiere. Qui, oggi, scende la famiglia Moratti. E trovate ancora le cabine in legno coperte da tegole di cotto, la casa di guardianaggio, i pattini in legno e le barche a vela. Nell’adiacente spiaggia comunale ha inaugurato questa stagione Alle Boe, punto di ristoro che promette di attarre il bel mondo dell’industria italiana, quella che lontano da Roma Imperiale proprio non può stare.
SPIAGGE
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SATTA
Photo KRIS LONG Fashion Editor LUCIO COLAPIETRO Agency D’MANAGEMENT GROUP Stylist STEFANIA BENZO Make up LUCA REVELLI using MAC COSMETICS Hair ELISA RAMPI using PAUL MITCHELL Fashion Collaborator FILIPPO CASAROLI Special thanks to DOMENICO ZAMBELLI Special thanks to ERRECI STUDIOS Da Boston a Miss Muretto la vita è una parentesi lunga 17 anni. Lei è Melissa Satta e quel muretto si dimostrerà un trampolino di lancio per lavori importanti insieme a Teo Mammuccari, Antonio Ricci, Diego Abatantuono ed Mtv. Non manca nulla a Melissa che, americana di nascita ma sarda per diritto di suolo, continua l’ascesa professionale insieme a Platinette prima e Omar Fantini poi (per la sitcom firmata Comedy Central intitolata Amici @ letto). Melissa vive oggi a Milano con il suo fidanzato, il calciatore Kevin-Prince Boateng, e al loro cucciolo di Amstaff, MJ. Costume CURVE PERICOLOSE Sandali CESARE PACIOTTI
Il blog di Melissa è www.melissasatta.com
Bikini LA PERLA Orecchini Rendez vous CHANTECLER
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Costume FISICO Orecchini Gipsy XL in oro bianco e diamanti white DE GRISOGONO
Bikini H&M Stivali GIUSEPPE ZANOTTI DESIGN Anelli Diamour Folies in giada nera e in cristallo di rocca CHANTECLER
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Costume ERMANNO SCERVINO Sandali GIUSEPPE ZANOTTI DESIGN Anello Pigna in oro bianco e diamanti white DE GRISOGONO
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Bikini CALZEDONIA Bracciale in argento e giada nera ELSA PERETTI PER TIFFANY & CO.
Top ERMANNO SCERVINO
PREMIÈRE DAME MAXIM Culotte JOHN RICHMOND
Collana Snake in oro giallo ELSA PERETTI PER TIFFANY & CO.
Top REEBOK STUDIO Shorts ADIDAS BY STELLA MCCARTNEY Decolletè LE SILLA Occhiali DIESEL SHAPES Bracciale: COLIAC BY MARTINA GRASSELLI Braccialetti Infinity BLÒ GIOIELLI Calze NIKE
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FITNESS LADY FedeRica Fontana, da modella/ showgirl a icona di benessere, ci racconta la sua nuova avventura: Run Fede Run. I risultati? Guardare per credere. Photo FRANCESCO SCONTRINI Fashion Editor LUCIO COLAPIETRO Make up e Hair ELISA RAMPI REVLON using Make up and PAUL MITHCELL hair styling Photographer assistant ALEXIA STOK Fashion Collaborator FILIPPO CASAROLI Special thanks to ERRECI STUDIOS
Top PASSOJAZZ Slip BACI RUBATI Cappellino NEW ERA Collana P.A.R.O.S.H.
Bikini MISTRAL Decolletè GIUSEPPE ZANOTTI DESIGN Fantasmini NIKE Pesi REEBOK
Federica Fontana, per gli amici Federica, per i fan www.runfederun.com, un blog pieno di allenamenti, sorrisi, consigli alimentari imperdibili. Non è un caso che l’hashtag perfetto di Run Fede Run sia #starebene. Ma parliamone con la diretta interessata. Federica raccontaci il tuo blog. Run Fede Run è un blog per tutti quelli che vogliono cambiare stile in vita in meglio, dentro e fuori, grazie all’alimentazione all’esercizio fisico. È un diario personale in cui racconto giorno per giorno quello che faccio per stare bene. Quando è nato Run Fede Run? Tre mesi fa. Come è successo? Prima lo sport lo raccontavo, oggi lo pratico. È sempre stata la mia grande passione e ora che non ho più 20 anni mi sono dedicata ancor di più all’attività fisica e al benessere senza rinunce, pensa che mio figlio la mattina mi chiede la marmellata alle bacche di Goji (frutto antiossidante per eccellenza). Descriviti attraverso le tue attività fisiche? Vado dal classico fitness alla zumba, dal crossfit al golf. Cosa hai imparato grazie al tuo blog? Ogni giorno scopro nuovi alimenti, nuove discipline… grazie a questo progetto, scambio esperienze con le persone e mi rendo conto di quanto il rispetto e la fiducia siano alla base dei rapporti con i miei lettori.
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Costume AMERICAN APPAREL Decolletè CINTI Bracciale MARINA FOSSATI Calze NIKE
Costume ADIDAS BY STELLA MCCARTNEY Borraccia REEBOK
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BLACK
LADY Maxim presenta la regina delle passerelle Nata nel Mali, trasferita fin da giovane età in Francia (Parigi), Youma Diakite è italiana d’adozione. L’abbiamo vista a “Buona Domenica” prima, poi a “Ballando con le stelle”, infine sui grandi schermi diretta dal regista Carlo Verdone. Del resto gli inizi sono tutti italiani. È Benetton a scoprire la modella e renderla famosa in tutto il pianeta. Oggi Maxim la incontra per questo numero estivo tutto al femminile. Photographers Kevin Pineda & Niccolò Fano Art Direction Alan Cappelli Goetz Styling Gabriele Corbyons Make up Muna Jibril Location Villa S.Urbano, Appia Antica - Roma
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Photographer Niccolò Fano giacca e pantalone Solaris by EMANUELA Naccarati accessori Iosselliani
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Photographer Niccolò Fano abito Avaro Figlio accessori Iosselliani MAXIMITALY.COM
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Photographer Kevin Pineda abito Avaro Figlio accessori Iosselliani
Photographer Niccolò Fano shorts Missoni giacca Parker cintura Ballantyne scarpe Fendi foulard Hermès cappello vintage spilla Semi-Couture accessori Iosseliani
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LADY Maxim presenta la STARMODEL DI MIAMI 22 anni. Miami, Florida, Usa. Festeggiamo l’inizio dell’estate a bordo piscina insieme a Cora, la nostra Dame. Cora è la nuova musa di Sports Illustrated e siamo sicuri che anche l’Italia la amerà in egual misura.
Photography Michael Vincent Make up Liliana Montoya Styling Tal-B Wardrobe Provided Mermaids Collection Produced Valentino Booked VMG| Image Group PR
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CHI HA LIBRI, HA LABBRA Lo dice un proverbio italiano, e la saggezza popolare, si sa, difficilmente sbaglia. di Khiara
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arliamo di libri, quelli che Susanna Tamaro dice: “Servono a capire, a capirsi, e a creare un universo comune anche in persone lontanissime”, lontanissime nei luoghi, nella visione del mondo e, perché no, anche nel tempo. Per definizione, un libro è “un insieme di fogli stampati oppure manoscritti delle stesse dimensioni rilegati insieme in un certo ordine e racchiusi da una copertina”, ma si tratta solo di una descrizione fisica. Il libro è mille altre cose, tra le quali il primario portatore di informazione e “lo strumento principe del sapere”. Leggerne la storia è molto simile all’osservare la crescita dell’uomo nei secoli, perché coinvolge molto da vicino la scrittura, primo metodo di comunicazione tra i popoli e di conservazione e trasmissione del sapere. La storia del libro è accompagnata da una serie di innovazioni tecnologiche che hanno migliorato la qualità di conservazione del testo e dell’accesso alle informazioni, la trasportabilità dello strumento e, con l’avvento dell’era moderna, anche del suo costo di produzione. Considerandone la scrittura come soggetto principale, e il fatto che questa ha cominciato a svilupparsi tra il VII e il IV millennio a.C. in forma di simboli mnemonici, diventando poi sistema di pittogrammi e col passare del tempo la scrittura sillabica e alfabetica che noi tutti utilizziamo, è ben comprensibile che il libro non ha sempre avuto le sembianze a noi familiari, ma ha mutato la sua forma seguendo l’evoluzione delle tecniche e dei materiali a disposizione. Vediamo come. ©David Ruddell
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Tavolette
1 rotolo
Che fosse in papiro, pergamena o carta, fu la forma libraria dominante della cultura egiziana (la cui prima prova è nei libri di re Neferirkara Kakai della V dinastia egizia, 2400 a.C. circa), ellenistica, romana, cinese ed ebraica, dopo di che resistette nella zona Asiatica.
Di argilla o cera, sono state il primo mezzo fisicamente robusto, adatto al trasporto e alla scrittura. Le iscrizioni erano eseguite con uno stilo per consentire il segno, che per lo più era la scrittura cuneiforme, durante tutta l’Età del Bronzo e fino alla metà dell’Età del Ferro.
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STORY CODEX
Primo deposito di informazioni generalmente riconosciuto come “libro”: fogli di dimensioni uniformi legati lungo uno dei bordi e, in genere, tenuti tra due robuste copertine. Ottenne molta popolarità nella comunità cristiana, pur con una diffusione molto graduale tra il III e IV secolo.
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XILOGRAFIA
5 LIBRO STAMPATO
Importata in Europa dalla Cina nel XIV secolo, fu adoperata per produrre libri, carte da gioco e illustrazioni religiose. Creare un libro intero era però lungo, difficile e costoso anche se di grande impatto visivo. Per questo, la tecnica ebbe molta più fortuna nel campo delle arti.
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le Macchine da stampa a vapore diventarono popolari nel XIX secolo. Le tipografiche monotipo e linotipo impostavano più di 6.000 lettere all’ora e a metà del XX secolo, la produzione libraria europea era di oltre 200.000 titoli all’anno. Inizia così l’era di diffusione libraria moderna.
MANOSCRITTI
Il periodo d’oro è certamente il Medioevo, quando gli amanuensi trascrissero migliaia di testi dell’antichità preservandoli nei secoli. La storia occidentale deve a questo mezzo espressivo la conservazione del suo patrimonio fino all’inizio del XIV secolo.
Caratteri mobili
L’inventore Bi Sheng fece il carattere mobile in terracotta verso il 1045, ma non esistono esempi della sua stampa. In Europa, Johannes Gutenberg è considerato l’inventore di questa tecnica insieme alle innovazioni del carattere su matrice e della stampa a mano.
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AUDIOLIBRO
Detto anche ulu o mezzaluna è la Registrazione audio di un libro letto ad alta voce da un attore oppure da un motore di sintesi vocale. Molto diffusi sul mercato anglosassone. Inizialmente registrato su musicassetta o CD audio, oggi il formato più diffuso è l’MP3.
EBOOK READER
Dispositivi elettronici portatili che permettono di caricare dei testi in formato digitale per leggerli analogamente a un libro cartaceo. Studiati esclusivamente per la lettura di testi, sono dotati di schermi con tecnologia e-ink, attualmente disponibile nei toni di grigio e a colori.
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ENJOY YOUR TIME di Khiara Il modo migliore per rilassarsi e sentirsi a proprio agio in un ambiente, anche quando si lavora, è quello di costruire un contesto informale, versatile e divertente. Si aggiunga a ciò, il fatto che gli oggetti che scegliamo dicono qualcosa di noi, del nostro mondo interiore, delle cose che ci piacciono e della nostra visione del mondo. In quest’ottica il design è un elemento fondamentale, anche se spesso pensando a oggetti e arredi appartenenti a questa categoria la mente si rivolge a forme asciutte e minimali, ricercate e senza fronzoli dalle quali stile ed eleganza vengono trasmesse tramite una algida freddezza. Ma il design non è questo, o per lo meno non sempre. E possiamo dimostrarvelo.
Urbanhike, M. Wanders per Moooi Tavolino da servizio, è il simbolo di un viaggio in cui Moooi accompagna il suo fruitore nelle più belle città del mondo, condividendo con esso, oltre alla fantasia, anche la qualità, l’innovazione e lo stile dei suoi segni più significativi.
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Curl, S. Bergne per Luceplan Una forma di concisa originalità, un pensiero progettuale ricco e articolato nel quale la funzione si intreccia con l’interazione e il gioco. Uno speciale modulo LED consente di variare la temperatura della luce, con la semplice rotazione del diffusore.
IN ALTO Étoile, A. Rachele per Slamp Leggera e seducente, sembra danzare su un palcoscenico di luce come la gonna di una ballerina che si solleva e si piega seguendo le movenze di un ballo. Realizzata in Lentiflex®, utilizza la tecnologia LED.
Outline, P. van de Water per Gispen Lampada da tavolo dal design minimalista ispirata alla sagoma della lampada archetipica che riporta la sua essenza a una forma riconoscibile, ma di carattere. Ciò che ne rimane è il contorno: da qui il suo nome.
Vegaz, Selab per Seletti Un abbecedario luminoso e ludico composto di 26 lettere dell’alfabeto dalle straordinarie dimensioni con cui illuminare ogni ambiente componendo un messaggio a piacere con una resa retrò kitsch stile Las Vegas.
Raw, J. Fager per Muuto Iconica interpretazione di un oggetto di uso quotidiano. Ogni pezzo è unico perché intagliato a mano. Una presenza dalla forte personalità che al contempo può facilmente posizionarsi in ogni ambiente della casa.
Ink di Crjos Design Milano Seduta inusuale ispirata a forme fluide e dinamiche. Il baricentro è spostato su un lato, scardinando l’equilibrio visivo. Dalla base in acciaio lucidato la materia si fluidifica e si perde nello spazio.
Bouchon, F. Orlandini e A. Radice per Domitalia Seduta in sughero rigenerato che ricorda i classici tappi delle bottiglie di spumante e, nella struttura, la retina metallica che li avvolge. Un design che prende spunto dalla cultura pop e dalla sua vena ironica.
Empatia, C. de Bevilacqua e P. di Arianello per Artemide Il felice connubio tra la grande tradizione del vetro soffiato e la LED technology, che porta alla nascita di un oggetto chiaro, puro, che la lavorazione artigianale rende a tutti gli effetti un pezzo unico.
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CHI SI FERMA è PERDUTO di Khiara …è proprio il caso di dirlo, perché la tecnologia non ci va mai in vacanza. Quindi iniziamo a dare un’occhiata alle novità dell’ultimissima generazione e scopriamo quali sono i device di cui ci accorgeremo di non poter fare a meno quando torneremo a casa dopo la pausa estiva. Audio, video, fotografia, computer e, perché no, anche qualcosa di cui di solito non ci occupiamo, ossia accessori per il benessere e per la casa che sicuramente rallegreranno la giornata quando non saranno più il sole e le belle giornate a farlo.
Pixie Steel Lines by Nespresso Il nuovo modello Nespresso è un sofisticato oggetto di design, con elementi in acciaio inossidabile che, all’insegna di bellezza, praticità ed ergonomia, rispecchiano il concetto di design industriale “less is more”. Il suo stile, contemporaneo e minimale si integra in maniera impeccabile in ogni casa.
WT310 by Toshiba Nuovo tablet con display touch FULL HD da 29,5 cm creato per professionisti che richiedono la massima mobilità e flessibilità. Processore Intel® di ultima generazione e memoria SSD per una soddisfacente esperienza di mobile working. Vasta selezione di funzionalità di connessione e navigazione.
U320 by Sennheiser Cuffia “multiplatform” utilizzabile su PC, MAC, XBOX, PS3. Particolarmente adatta ai gamers più estremi perché microfonica, dinamica, aperta e circumaurale permette una fruizione tridimensionale del suono e una vera e propria immersione nell’atmosfera del gioco. Vestibilità ottimale.
Lunar by Hasselblad Felice combinazione di specifiche tradizionali e tecniche innovative. Ogni elemento è realizzato in modo artigianale. La collezione comprende cinque modelli: legno, pelle e fibra di carbonio. La versione in legno (mogano o ulivo) si adatta all’utilizzo e col passare del tempo ne fissa i segni sull’impugnatura.
BeoLab by Bang & Olufsen Nuovo impianto di diffusori audio che unisce un’estetica compatta a una straordinaria innovazione acustica per erogare prestazioni surround di alta gamma senza dover riempire la casa di diffusori neri di forma quadrata. Può essere utilizzato con televisori di qualsiasi brand.
UP by Jawbone Braccialetto in grado di far capire meglio la qualità di sonno, movimenti, cibo e umore, e come queste attività si influenzino tra loro. Fornisce informazioni utili attraverso un’App per smartphone che genera risultati personalizzati per guidare l’utente a comprendere i dati e migliorare il suo stato di benessere.
Geneva XL by Geneva Stereo compatto “all-in-one” con sei amplificatori digitali da 100 watt (600 watt in tutto) di classe D con sei altoparlanti di cui due subwoofer da 8 pollici. Il tutto alloggiato in un singolo cabinet in legno assemblato a mano che può riprodurre un vero suono stereo dagli altoparlanti a sinistra e a destra.
VAIO® Duo 13 by Sony Ultrabook™ ibrido con pennino digitale. Grazie al design Surf Slider™ può passare istantaneamente dalla modalità tablet a quella pc. Dinamico come uno smartphone, con banda larga mobile 3G o LTE e tecnologia “always-on”, è sottile e leggero, dotato di schermo da 13,3” e fotocamera posteriore da 8 Mp.
Nüvi 3597LMT by Garmin Nuovo navigatore della serie Premium che si distingue per il design completamente rinnovato, display capacitivo multitouch da 5’’ e un nuovo sistema di aggancio della staffa. È dotato inoltre di funzioni innovative come Real Directions™ che rende più semplice seguire la direzione quando si è sulla strada.
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è ARRIVATO il
Q10 Bentornata Blackberry.
di Luca Viscardi by Radio Number One
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tastiera fu. Finalmente. Non so voi, ma io ho un modo molto tradizionale di valutare la tecnologia: il Blackberry senza tastiera è come un mojito senza la menta. Probabilmente, il modello Q10 che è appena arrivato sul mercato certifica definitivamente che il vero elemento distintivo per Blackberry è proprio la tastiera tradizionale estesa. Cerchiamo di mettere ordine: con il 2013 è arrivato sul mercato il nuovo sistema operativo del colosso canadese, che una volta si chiamava Research In Motion, costruito per risolvere problemi di vendita divenuti insostenibili per la sopravvivenza dell’azienda. Nel maggio 2011, dieci americani su cento possedevano uno smartphone di Blackberry, oggi sono solo quattro su cento. Questi numeri riguardano lo storico, ovvero i telefoni diffusi nel paese e venduti nel corso degli anni, ma nei primi mesi del 2013 la percentuale di vendita è precipitata allo 0.7, anche dopo l’uscita del prodotto di rilancio, ovvero lo Z10. In sostanza, il pubblico, dopo l’entusiasmo iniziale degli appassionati al marchio, non ha risposto bene alla nuova proposta completamente touch. Ecco perché probabilmente un passaggio fondamentale sarà l’accoglienza del nuovo Q10, da qualche settimane disponibile anche in Italia, al prezzo di 699 euro. Il nuovo Q10 è esteticamente bellissimo, più compatto rispetto al modello alternativo Z10, con la caratteristica fondamentale di una tastiera tradizionale Qwerty con quattro file di tasti molto ben spaziati e con una corsa molto morbida e confortevole che rende la scrittura semplice e gradevole. Tale tastiera è abbinata a un display touchscreen AMOLED, con una diagonale da 3,1 pollici, con una definizione di 720 pixel, che è inferiore a quella di altri top di gamma, ma comunque sufficiente per garantire una buona qualità delle immagini.Il processore è un dual core; anche in questo caso è una specifica inferiore a quella della concorrenza, ma non compromette il funzionamento del telefono che dispone del nuovo sistema operativo Blackberry 10, veloce e intuitivo, in cui una delle funzioni fondamentale è l’uso delle dita sullo schermo per qualunque operazione, anche la ri-accensione del telefono, senza mai usare tasti fisici. Altra caratteristica fondamentale del nuovo sistema operativo è una zona chiamata Blackberry Hub, che raccoglie tutta la messaggistica del telefono. Questa è una soluzione davvero geniale: immaginate di ricevere e-mail, messaggi diretti di Twitter, mes-
saggi di Facebook, sms, comunicazioni di Whatsapp o di Gtalk in un unico lungo e grande elenco, senza dover mai cambiare applicazione per comunicare. Dallo stesso Hub potete aggiornare lo stato di Facebook e mandare un Tweet, insomma svolgere tutte le funzioni di comunicazione che sono abituali per uno smartphone. Dal mio punto di vista, l’Hub è la vera arma che Blackberry può sfoggiare e utilizzare nella durissima competizione tecnologica contemporanea. In un primo momento vi troverete un po’ spiazzati, ma poi fidatevi del fatto che ha un’efficacia davvero incredibile. La fotocamera è discreta, con un sensore da 8 megapixel, non il miglior in circolazione, ma le foto sono discrete, ma un altro punto forte di questo telefono è sicuramente la batteria, che vi garantisce un utilizzo intenso, quasi esagerato, in una giornata di lavoro, senza temere di rimanere a piedi. Il punto debole è al momento sul fronte applicazioni: nel momento in cui scrivo, ne mancano alcune fondamentali come Instagram o Tripadvisor. Molte di quelle che sono disponibili sono invece “porting”, ovvero adattamenti delle applicazioni nate per Android, che però hanno una grafica diversa e quindi non si adattano perfettamente al contesto di Blackberry. Il giudizio finale di Mr Gadget è comunque una promozione a pieni voti.
SAMSUNG
S-HEALTH Il personal trainer tascabile.
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a qualche settimana è in vendita anche in Italia il Samsung Galaxy S4, quello che probabilmente sarà il campione commerciale del 2013, con una distribuzione prevista di 80 milioni di unità, che stanno inondando il pianeta proprio in questo periodo. Il nuovo smartphone è stato accolto con grande entusiasmo soprattutto per alcune novità legate al controllo di svariate funzioni effettuato solo con lo sguardo o comunque senza toccare mai lo schermo. Mister Gadget è stato però incuriosito da un altro aspetto di questo apparecchio, che risulta utile per le più svariate finalità, compreso l’esercizio fisico: nel nuovo smartphone è infatti inserita una nuova area, chiamata SHEALTH. Si tratta di una suite di funzioni che si possono sostituire o forse è meglio dire affiancare a un personal trainer. S-Health non è una novità assoluta, perché l’applicazione era stata lanciata nell’estate del 2012; quello che cambia è il fatto che con il Galaxy S4 è in grado di funzionare in totale autonomia, senza bisogno di accessori esterni. Se poi si vuole esagerare, si possono collegare anche un cardiofrequenzimetro e una bilancia con connessione bluetooth che permettono di avere informazioni ancora più accurate, oppure una S-band, un braccialetto che raccoglie informazioni sulle nostre attività fisiche e poi le trasmette allo smartphone in modo totalmente automatico. Ma andiamo con ordine: S-Health offre di base la funzione di contapassi, di gestione delle calorie e di monitoraggio del comfort ambientale, con la possibilità poi di intrecciare tutti i dati ricavati e avere un grafico del nostro stato di salute. Questo non signi-
fica che potrete mangiare la pasta al forno tutti i giorni e poi sperare di dimagrire guardando lo splendido display super-amoled dell’S4, ma che se lo farete, potrete poi studiare il modo di rimediare programmando la vostra attività fisica quotidiana con i suggerimenti del vostro telefono. Al momento dell’avvio del programma, la prima volta, viene chiesto di inserire una serie di parametri che riguardano il nostro fisico, dal peso all’altezza, quindi l’età e il sesso; è consigliabile il fatto di non barare, perché il sistema possa fare calcoli corretti. Una volta indicati i nostri parametri vitali, S-Health ci dirà quante calorie mediamente dovremmo ingerire al giorno e quindi quale tipo di esercizio fisico dovremmo fare per riuscire a “pareggiare” ciò che mangiamo. Nell’apposita sezione, si può tenere traccia di ciò che consumiamo nei nostri pasti. Il telefono calcola le calorie fagocitate, le incrocia con il nostro fabbisogno quotidiano e ci dice quale esercizio dovremmo fare per smaltire gli eccessi. Siamo pronti a questo punto alla parte dolente, la pratica atletica, che potrebbe anche solo essere una camminata, perché il Galaxy S4 ha un contapassi incorporato, pedometro come dicono quelli bravi, che fa il monitoraggio dei nostri movimenti e calcola quante calorie abbiamo consumato. Possiamo in più collegare un cardio-frequenzimetro per monitorare anche la nostra attività in palestra e contribuire al controllo del nostro stato di salute. Ma non temete, se come Mister Gadget anche voi limitate il vostro esercizio fisico al solo, faticoso, sollevamento della forchetta, potete sempre godere delle infinite funzioni multimediali del Galaxy S4 che porteranno il mondo intero a voi senza fare un passo. E se avete bisogno di un relax assoluto potete esagerare controllando il vostro telefono esclusivamente con la voce. Non vorrete correre il rischio di farvi male alle mani digitando sul display!!!
DESKTOP/SMARTAPP
APP-RESTO! di Khiara
Ormai ci siamo: siamo pronti per partire per le vacanze! Il sole finalmente ha deciso di splendere, l’albergo è prenotato e il mare o la montagna ci aspettano. Credete di aver già pensato a tutto e che il vostro fedele telefonino non possa servire a niente di più che a rimanere in contatto, sporadicamente, con amici o parenti? Vi sbagliate. E di grosso. Ecco a voi qualche suggerimento e Buone Vacanze! Ci rivediamo a settembre.
uPackingList free Ideata per preparare le valigie in modo pratico e veloce per qualunque tipo di viaggio - d’affari, di piacere, un weekend fuoriporta etc. Ideale per il periodo estivo. Immancabile per creare in un attimo la lista delle cose da portare in vacanza e controllare in ogni momento di non aver dimenticato nulla.
SOS BauBoys Grazie a questa nuova App i vostri amici a 4 zampe saranno sempre al sicuro! Anche quando siete in vacanza e potrebbero essere un po’ spaesati dal cambio di “casa”. Avete perso di vista il vostro cane o gatto? Lanciate l’SOS e sarete avvertiti in tempo reale se qualcuno nei dintorni lo ha avvistato.
HelpDandy State per partire per le vacanze e il maledetto rubinetto ha deciso di rompersi? Niente paura, questa App geolocalizzata mette in contatto bisogni e risposte in tempo reale, aiutandovi a far fronte a ogni imprevisto dell’ultimo momento (trasporti, riparazioni etc.), risparmiando tempo, denaro e brutte sorprese.
Uno™ & Friends Creato originariamente nel 1971, UNO™ è tra i giochi di carte preferiti da più di 40 anni. E da oggi, per la gioia di tutti gli appassionati, diventa social, aggiungendo l’esperienza multimediale alla tradizionale esperienza competitiva. Un attimo di noia sotto l’ombrellone? Ecco a voi la soluzione giusta!
MyDaylife Date un voto alle vostre vacanze! Quante volte vi è sembrato di volare e toccare il cielo con un dito? E quante avete pensato di tornare a casa? Scopritelo grazie a questo diario multimediale che vi permetterà di generare un grafico e una statistica di come avete passato il momento più divertente dell’anno.
zoppinishop.it - Tel.: 055-6499470
SOUNDTREND
DESKTOP/SOUNDTREND di Tommaso Toma
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l capolavoro dell’Antirock, finalmente ristampato (anche in vinile) dall’ottima Light in the Attic. 1978: John Lydon per disintossicarsi dal punk chiama a corte tre musicisti geniali; Jah Wobble, Keith Levene, Jim Walzer e insieme costruiscono architetture sonore che ondeggiano finalmente tra i suoni che piacevano davvero all’ex Sex Pistols: il Krautrock e il dub. E tutto è potente, burlesco, anticlericale, estremo. Un’opera fondata sull’innovazione che ancora oggi luccica di futuro; come non mai.
Public Image Ltd. First Issue (Light In The Attic/Goodfellas)
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i ha provato gusto David: dopo il debutto discografico del 2011, Lynch ci propone un altro dei suoi viaggi sonori che inevitabilmente collidono con il suo immaginario iconografico, e la liasion musica/ cinema è certamente il genere modern blues. In “The Big Dream” ci sono tanti episodi riusciti, come la traccia scritta con la lanciatissima Lykke Li o lo stomp blues di “Star Dream Girl”. E se lo vedessimo suonare queste canzoni sul palco? Sarebbe fico.
DAVID LYNCH
The Big Dream (Sunday Best/SELF)
Thundercat
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tephen Bruner è un bassista pazzesco, se ne è accorto anche Lorenzo in esilio volontario per un po’ a NYC, avrà certamente riferito delle finezze di Stephen al “suo” Saturnino. È il secondo album scritto ancora con la produzione del genio Flying Lotus. Siamo in un territorio prog rock/funk di altri tempi, dischi così si facevano nella seconda metà degli anni Settanta. Ma non è tutto anacronistico, ci sono le pulsazioni del contemporaneo r’n’b in “Special Stage”, le melodie orchestrate in stile Sakamoto nella favolosa suite finale; il pop caldo da West Coast in “Without You” che sarebbe stato perfetto per Donald Fagen. Quando il virtuosismo prog diventa incantevole e vi assicuro, è un raro evento.
Apocalypse (Brianfeeder)
Fat Freddy’s Drop Mother Mother (!K7/Audioglobe)
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i vuole un disco per l’estate, almeno uno ve lo consigliamo noi. Con le giuste coordinate: fresco, positivo e ballabile. Arriva dalla Nuova Zelanda e loro sono tra i migliori esponenti dell’hi-tek soul. Musica vera, suonata con grande padronanza, canzoni che richiamano il miglior reggae, la potenza del soul e una spruzzata di house astrale nella pregevole traccia che dà il titolo all’album. Che volete di più sotto l’ombrellone?
Waxahatchee Cerulean Salt (Wichita/Self)
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o sentito questo disco a casa di un amico, e ho detto sicuro: «Ah, le Breeders hanno fatto un disco nuovo! O sono loro inediti?» E invece no, non era la band di Kim Deal ma bensì la debuttante
Young Fathers Tape Two (Anticon/Goodfellas)
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Katie Crutchfield; una giovane americana dall’aspetto di un furetto sauvage che ha scelto un nome scioglilingua. Puro indie rock stile anni Novanta. E dire che va tanto di moda oggi… Quando si dice “cogliere l’attimo”. Brava!
ui in Italia parliamo di lotta al razzismo e volano parole grosse per una ministra di colore, mentre nella bianchissima Scozia ci sono due giovani provenienti dalla profonda Africa che sfornano musica visionaria e coraggiosa. Alloysious Massaquoi e Kayus Bankole fanno uscire il loro secondo capitolo (breve ma intenso come il primo): puro dark hip hop che ricorda gli esordi dei Massive Attack. Un disco immediatamente da culto.
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RANGE ROVER EVOQUE AMBASCIATRICE DI STILE 10 brand ambassador
10 macchine da sogno
e 10mila vetture conquistano l’Italia.
di Alberto Motta
È
la quattro ruote più evoquetiva su strada. Ed è in ottima compagnia. Sono infatti 10.000 le Range Rover Evoque presenti sul territorio italiano. Per festeggiare la ricorrenza delle 10k Jaguar Land Rover ha aggiunto un twist al suo suv urbano compatto. Come? Il 20 giugno al Byblos di Milano si sono date appuntamento le 10 esclusive versioni Unique Edition create su misura per personaggi del mondo dell’entertainment e della musica, artisti, sportivi, opinion leader e imprenditori di successo che si sono andate ad aggiungere alle due edizioni speciali, le Range Rover Evoque Black&White e Sicilian Yellow. Il blog #evoquetive (www.evoquetive.com) ha accompagnato la realizzazione, la consegna e il viaggio delle 10 dream car con aggiornamenti quotidiani e anticipazioni sulle 10
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personalità e sulle 10 vetture. Non indugiamo oltre e raccontiamo i 10 brand ambassador che hanno plasmato la Range Rover Evoque a propria immagine raccogliendo la sfida lanciata da Jaguar Land Rover: declinare secondo le categorie Music, Glam, Delight, Art e Sport il modello più leggero ed efficiente mai prodotto da Land Rover. Sergio Cerruti, Isa Iaquinta, Jonathan Kashanian, Victoria Beckham, Teo Musso, Federica Quaranta, Marco Tamburro, Stefano Principi, Rodolphe Arenales, Diana Luna sono ora i protagonisti Evoque. Il mese scorso vi abbiamo presentato la Range Rover Evoque di Victoria Beckham. Questo mese concludiamo la gallery con i brand ambassador più Maxim in circolazione. Godetevi il viaggio.
Produttore e dj, nonché fondatore della casa discografica Just Entertainment, affermato già dal 1989, nel 1994 inizia parallelamente la carriera di produttore discografico fondando la sua prima etichetta indipendente: la Tools Records. Dal 1998 collabora con vari artisti nazionali e internazionali e nel 2003 crea la sua seconda etichetta discografica, la Just Entertainment, dapprima specializzata solo in musica da club, dal 2005 anche in pop e r’n’b.
Comincia la sua carriera come modella a Milano e si classifica seconda a “Bellissima d’Italia”. Ballerina nel programma “Cronache Marziane”, dopo una brillante partecipazione a Miss Italia entra nella casa del “Grande Fratello”. Scelta più volte per aprire le serate di David Guetta, Isa lavora nei club più importanti d’Italia come Sottovento e Billionaire (Porto Cervo), Music on the Rocks (Positano), Twiga (Forte dei Marmi), Celeste (Capri), Qi (Brescia), Pineta (Milano Marittima) e Art Cafè (Roma).
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TEO MUSSO
Matterino “Teo” Musso nasce a Carrù il 05 marzo 1964 ed è considerato uno dei rappresentanti più significativi di un nuovo modo di intendere la birra, rigorosamente artigianale e preferibilmente da abbinare al cibo. Personalità poliedrica, proviamo a riassumerla: a Montecarlo scopre la passione per la birra e l’amore per Michelle, apre la sua prima osteria; fonda la birreria Le Baladin, collabora con Eataly. Cheers.
STEFANO PRINCIPI
Stefano Principi è un fotoreporter con anni di esperienza nella fotografia di reportage. Iscritto all’Ordine Nazionale dei Giornalisti, nel corso degli anni fotografa le maggiori manifestazioni sportive italiane e internazionali e la sua immensa passione per la fotografia naturalistica lo porta alla continua ricerca di immagini affascinanti che solo un ambiente naturale è in grado di regalare.
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FEDERICO QUARANTA
È un autore e conduttore specializzato in enogastronomia. Dal 2003 conduce Decanter su Radio2 con Nicola “Tinto” Prudente e dal 2005, sempre con Tinto, realizza servizi per Linea Verde Orizzonti, su Rai1. Nel 2009 ha condotto in coppia con Tinto “Magica Italia, Turismo e Turisti”, sempre su Rai1. Dal 2012 è in onda su La7 con “Fuori di gusto”. Direttore artistico di Vini nel Mondo a Spoleto dal 2007 al 2009, ha portato l’edizione del 2008 nel Guinness dei primati grazie a un eccezionale flute, riempito per l’occasione di Asti Spumante DOCG.
MARCO TAMBURRO
Nasce nel 1974 a Perugia, nel ‘94 si trasferisce a Milano ed entra in contatto con l’ambiente artistico della città frequentando il corso di Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Brera. Collabora come assistente con fotografi e scenografi ed espone le proprie opere in alcune gallerie milanesi. Preso da un forte interesse per il teatro, si trasferisce a Roma dove si diploma. Tra esposizioni in diverse città d’Italia e premi di pittura, nel ‘99 fonda un’associazione culturale sulle arti visive.
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JONATHAN KASHANIAN
Jonathan nasce nel 1981 in Israele. A soli 3 anni si trasferisce in Italia. Terminati gli studi lavora come insegnante privato e calligrafo, ma nel 2000 decide di esplorare l’Oriente. Al suo ritorno sceglierà la strada della moda e con la vittoria della quinta edizione del Grande Fratello, nel 2004, raggiunge la notorietà. Protagonista di programmi Mediaset e Rai, anche il Cinema strizza l’occhio a Jonathan, prima con Carlo Vanzina in “2061 - Un anno eccezionale” e poi con Massimo Boldi in “A Natale mi sposo”. Seguono “Markette”, “Chiambretti Night” e “Verissimo”. Il resto è stile.
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Rodolphe Arenales (padre spagnolo e madre francese), classe 1972, inizia la sua carriera a 25 anni nel settore automobilistico. Il suo entusiasmo per il viaggio e la scoperta lo porta a vivere e lavorare in giro per il mondo. Nel 2006, prosegue il suo percorso professionale in Bombardier Recreational Products (BRP) dove scopre nuove forme di divertimento grazie ai prodotti dell’azienda: quad, moto d’acqua, motoslitte, barche. Il dinamismo, che mette anche al servizio della sua carriera, lo ha portato, a soli 37 anni, a essere nominato Direttore Generale per le filiali di BRP in Italia e Spagna.
diana luna
rodolphe arenales
Una golfista bionda dagli occhi azzurri e alta 1,73 non può non attirare l’attenzione dei media internazionali. Ma il suo successo è tutto conquistato sul green di battaglia. Un esempio? Da Touring Pro, nel 2011 si aggiudica il “Ladies Swiss Open” e il “Ladies German Open”. In quest’ultimo inoltre ha stabilito un nuovo record: essere la prima donna nella storia ad aver vinto un torneo di 72 buche senza alcun bogey, impresa riuscita fino a quel momento solo a tre uomini.
MAXIM PROVATO PER VOI
CITROëN DS3 CABRIO ALLA CONQUISTA DEL
MOTOGP
La nuova cabriolet francese è stata la partner ufficiale di Maxim durante il Gran premio del Mugello. Eccovi la cronaca di una tre giorni in pista. di Alberto Motta - foto di Alessandro Bianchi @ Studio Kime
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È
la city car più stilosa in circolazione. Soprattutto nella sua versione Sport Chic in livrea total black. Soprattutto a capote abbassata. Ne abbiamo avuto testimonianza durante la nostra recente trasferta al Mugello del 2 giugno. La tre giorni Milano-Firenze-Mugello-Milano è stato un successo su tutta la linea: il nostro pilota Jorge Lorenzo ha vinto il MotoGp del Mugello, la nostra Ombrellina girl ha fatto girare la testa a tutto il circuito - e agli spettatori collegati da casa -, la nostra Citroën DS3 Cabrio ha lasciato tutti a bocca aperta. Ha stupito in primis noi che l’abbiamo guidata per la sua precisione su ogni tracciato (il centro di Firenze e la campagna toscana si sono dimostrati un banco di prova eccezionale), sia cittadino che autostradale; ha lasciato a bocca aperta i solitamente alteri fiorentini per le caratteristiche di stile di questa versione cabriolet. Il tetto flottante, la pinna di squalo, il frontale con fari diurni a LED, la silhouette armonica eppure tonica non sono passati inosservati sia dalle parti di Palazzo Pitti, sia a bordo circuito. Noi che l’abbiamo guidata ci siamo goduti i chilometri in serenità e sicurezza massime grazie al Riparatore elettronico di frenata, all’Aiuto di frenata di emergenza, al Controllo elettronico di stabilità. A voi non resta che prenotare il godibilissimo test drive sul sito www.citroën.it
QUANDO LA PUBBLICITÀ INCONTRA L’ARTE E VICEVERSA di Maurizio Matarazzo Direttore creativo e socio Adv Activa
CONTROCORRENTE
Controcorrente rispetto alle strade seguite da altre aziende, controcorrente nella scelta di un prodotto diverso da tutti. Così ho conosciuto Giordano Palazzo, in arte Coda Nera. Il re dei salmoni. E, così come il salmone nuota contro il torrente, PubblicitArt crea una immagine di rottura, controcorrente in senso letterale. Un salmone che risale i luoghi comuni della pubblicità. Per me e per Filippo Preti, il mago del 3D di Proxima Milano, il ‘controcorrente’ è la cosa più stuzzicante in termini di creatività. Dottor Palazzo ci dica qualcosa della sua azienda. Abbiamo avuto una crescita graduale: siamo partiti da un’ottima conoscenza tecnica dei prodotti, distribuendo salmone proveniente anche da altre aree (Scozia, Irlanda, Alaska). Poi abbiamo aperto contatti in Lituania, dove è forte la tradizione russa nella produzione del salmone affumicato. Lì è nato un prodotto davvero straordinario, il Coda Nera, che viene chiamato così perché viene affumicato legato per la coda. Un successo. Nei prossimi mesi cercheremo di realizzarne una versione ancor più esclusiva, che definiremo Millesimato, proposta solamente in un breve periodo dell’anno. Come dicevo, proprio in Lituania è nato un prodotto davvero straordinario, il “Coda Nera”. Credo che l’arte sia l’espressione dei talenti umani: ogni individuo è unico, e la sua espressione è in qualche modo una forma di arte. Coda Nera è sicuramente il risultato di tanta passione e talento per cibi gourmet, pertanto è la nostra opera d’arte. Che rapporto ha con la pubblicità? Posso dire qual è la formula pubblicitaria che preferisco: quella spontanea,
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Taglio tipo sashimi, consigliato per Coda Nera
Maurizio Bergami: Direttore Marketing e Comunicazione Bip MOBILE
che si alimenta, semplicemente di passaparola. Credo che la pubblicità sia importante per trasmettere la vera anima di un’azienda. Una pubblicità ben sviluppata deve essere in grado non solo di aumentare le vendite, ma più importante è trasmettere al consumatore tutta la passione e il lavoro che c’è stato per la creazione del prodotto pubblicizzato. Cosa ci dice della sua PubblicitArt? Riguardo a PubbliciArt posso dire che è un’iniziativa molto interessante e
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Giordano Palazzo. AD di La Nef S.p.A.
Tecnica di affumicatura tradizionale per impiccagione per i salmoni
sicuramente innovativa. Vedere il proprio prodotto mescolato alla creatività del designer che ha sviluppato il lavoro ci ha soddisfatto molto. Dopotutto Coda Nera nasce proprio per sorprendere il consumatore abituato al solito
salmone affumicato da decenni, e vedere la nostra creazione rappresentata con un’opera artistica sicuramente sarà una ulteriore innovazione nel nostro settore e riuscirà a sorprendere i lettori.
Nico Palazzo, Direttore Marketing La Nef con la modella nel backstage della campagna pubblicitaria
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ALTA DEFINIZIONE È il titolo del suo libro d’esordio, ma è anche la qualità della scrittura di Adam Wilson. La narrativa americana si arricchisce di una nuova voce, che a Maxim ha raccontato… di Alberto Motta – twitter @albertomotta
Esilarante, commovente, divertente, dopante. Aggettivi attribuibili al libro “Alta definizione” (Isbn edizioni) e al suo autore Adam Wilson, un trentenne originario di Boston e residente a New York che ha fatto dei corsi di scrittura creativa, della fondazione della rivista The Faster Times e delle collaborazioni con la Paris Review e il New York Times il suo biglietto da visita. Una faccia da schiaffi dalla scrittura sfrontata non poteva non essere il nostro scrittore del mese - soprattutto dopo che ci siamo immedesimati senza possibilità di replica con Eli, leggete sotto per scoprire chi sia. Parliamo di promozione. C’è un video teaser del tuo libro recitato dall’attore Paul Dano il cui messaggio è: “Alta definizione” è un libro sexy. Lo spero proprio che sia sexy! Nel trailer c’è anche Stoya, un’attrice porno. La mia fidanzata non era molto felice, ma poi le ho spiegato che aveva 120.000 follower su twitter e ha capito. Per quanto riguarda la sensualità… ho cercato di infilare più scene sexy possibili nel libro. Non sono sicuro che siano tra le scene più sexy nella storia della narrativa, mi interessano gli aspetti comici e tragici del sesso. Ma penso che la buona scrittura sia sexy di suo! Da dove vieni? Sono cresciuto vicino a Boston, nella periferia di Newton, Massachusetts. Quinosset – la città immaginaria in cui ho ambientato il libro – è costruita sulla falsariga di Newton. Ho voluto raccontare una città inesistente per avere maggior
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libertà geografica, tipo mettere un parco vicino a un determinato negozio, etc. e poi quando scrivi di sesso e droga e comportamenti criminali, sembra una buona idea cambiare almeno il nome delle città. Sei una sorta di novello Blues Brother? Te lo chiedo per via degli occhiali da John Belushi e la sigaretta e la posa da “fanculo il mondo” che vediamo nella tua foto ritratto per l’edizione italiana del libro… Magari fossi stiloso come Belushi in “Blues Brothers”! Al liceo ero convinto che sarei diventato una rockstar, giuro. Suonavo la chitarra e cantavo in un paio di band. So scrivere dei testi decenti, ma la mia voce lascia a desiderare e non ho la resistenza dei miei amici rocker. Per vivere quella vita devi restare sveglio tutta la notte, fare festa, suonare, vivere in un furgone, dormire per terra. Essere uno scrittore è più sulla mia lunghezza d’onda. Mi piace passare la notte fuori, ma poi voglio dormire tutto il giorno sul mio letto matrimoniale tra coperte soffici di cotone e cenare con tutti i crismi e poi andare a letto presto la sera successiva. Pronto per tornare a scrivere la mattina dopo. Forse sto invecchiando.
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Montaggio di Boston a cura di Bullshark44 MAXIMITALY.COM
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pantaloni una gamba per volta. Ho messo su anche un paio di chili da quando è uscito “Alta definizione” perché la gente adora offrirti la cena quando hai scritto un libro, quindi probabilmente mi affatico più in fretta facendo sesso. Quello che è migliorato è la masturbazione. Davvero, mi sento autorizzato a farlo, ora! Qual è il peggior racconto che tu abbia letto durante i corsi di scrittura creativa che tieni? Ho troppa paura di venire licenziato per rispondere a questa domanda. Quali posti hai visitato fin ora? Sono di ritorno da un viaggio in Thailandia e Cambogia, è stato il mio primo incontro con l’Asia, esaltante! Ho studiato per 6 mesi in Australia. Mio padre è inglese e ho molti parenti nel Regno Unito, che ho visitato diverse volte. Mi sono ubriacato a un matrimonio in Belgio e a 17 anni mi sono fumato l’impossibile in Giamaica. Un paio d’anni fa ho passato un’estate idilliaca sulle Alpi francesi dove mi sono innamorato perdutamente della fruttivendola del paese. Non parlava inglese e la nostra relazione non si è consumata. Sono nato nella Little Italy di Boston, ho sempre sognato di visitare il vostro paese, sono un appassionato di cibo italiano. Spero che la pubblicazione di “Alta definizione” mi porti fino da voi.
Facciamo un passo indietro. Parlaci di Eli, il protagonista del tuo libro. Si chiama Eli Schwartz, è un ventenne sovrappeso e disoccupato che vive con la madre divorziata. All’inizio del libro Eli passa il tempo fumando erba, guardando la tv e sperando di fare sesso. È stato un pessimo studente e le uniche cose che ha imparato gli arrivano dalla cultura dei media, il che significa che ha un sacco di informazioni pratiche – è un ragazzo intelligente e ha assorbito molte nozioni dalla tv e da internet – ma allo stesso tempo è emotivamente instabile e non ha rapporti umani. Eli è una versione estremizzata di come vive quotidianamente la mia generazione. Mi interessava esplorare un personaggio che avesse accesso a molte informazioni, ma che non sapesse cosa farsene. Non so nemmeno se se ne sia reso conto, ma Eli alla fine del libro ha provato praticamente qualsiasi droga, ma ha fatto sesso pochissime volte. I critici ti giudicano: “Arguto, ironico, poetico, divertente, una grande voce della letteratura americana”. Sei d’accordo? Miele per le mie orecchie! È più facile fare sesso quando hai un libro nelle librerie? O quando tieni lezioni di scrittura creativa? Diciamo che l’atto in sé non è cambiato: mi tolgo sempre i Montaggio di New York a cura di Bleff
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Giovanni Bonotto L’ARTE APPESA A UN FILO
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iovanni Bonotto, Direttore Creativo dell’azienda tessile di famiglia, quarta generazione, 200 dipendenti definiti “maestri d’arte”, 40 milioni di euro di fatturato nel cuore dell’INNOVeTION VALLEY del Nordest, produce tessuti per l’haute couture, manufatti intrisi di anima, di storie di popoli lontani, di contaminazioni col cibo. Qui si tesse con le opere degli artisti di Fluxus alle pareti: ci coglie la sindrome di Stendhal... ma procediamo cauti e tra poesia visiva e videoarte tentiamo di capire come si può produrre lenti, cavalcare la crisi e aumentare il fatturato. Partiamo dalla tua infanzia, come cresce un bambino che ha per babysitter Yoko Ono e che si sveglia al mattino con le sonorità di John Cage? John Cage è il papà della musica contemporanea, uno dei più grandi compositori al mondo che ha destrutturato la musica negli anni 70. Ha fatto una sinfonia in fabbrica, ha acceso tutte le macchine e le ha fatte suonare come strumenti musicali producendo dei suoni, poi le macchine davano delle risposte e la fabbrica è diventata un’orchestra. Io ho cominciato da lì,
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“Zang Tumb Tumb”... non sono i cannoni di Marinetti, è il suono dolce, lento e ripetitivo dei telai meccanici, siamo nel cuore della “Fabbrica Lenta”, la bottega rinascimentale Luigi Bonotto S.p.A. di Mara Cavedon
avevo sei anni. Qui sono passate tutte le più grandi menti artistiche di fine ‘900 come Beuys, Ben Vautier, Yoko Ono, Corner, J. Paik, Ben Patterson, Giuseppe Chiari. Sono cresciuto in un terreno fertile dove ho potuto maturare pensieri paralleli che mi hanno aiutato nella vita a ricercare soluzioni aziendali alternative. Fluxus a Molvena (provincia di Vicenza, ndr), come mai? Quando un artista dell’avanguardia Fluxus aveva bisogno di vendere un’opera o necessitava di rifugio sapeva che c’era un signore a Molvena, mio padre Luigi, che gli offriva accoglien-
za. Fluxus è una grande famiglia di artisti performativi e l’archivio Bonotto, oggi Fondazione, conta circa 12.000 opere. Che eredità intende lasciare? L’obiettivo è di creare un centro culturale polivalente a carattere internazionale in grado di divulgare l’azione di Fluxus: organizzare seminari, convegni e concerti per sostenere l’arte contemporanea. La Fondazione è nata lo scorso 10 giugno allo IUAV di Venezia con una Special lecture by Yoko Ono. “L’arte rappresenta un’opportunità per cambiare il mondo” spiega Yoko. Proprio per questo molte opere sono appese nelle pareti dell’azienda e negli uffici, perché, vedi, l’arte è lo strumento che ha destrutturato il pensiero industriale. È importante che le opere siano visibili a tutti. Ci vuole ‘il tesoro’ per impollinare le menti dei nostri maestri artigiani e per dar loro autorevolezza, altrimenti uno parla di niente. L’arte è la fonte che li autorizza a essere riconosciuti come tali, maestri d’arte. Parliamo di Fabbrica Lenta. Sono telaietti meccanici del 1956, fun-
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zionano con le navette, li ho comprati da un fallimento giapponese. Sono telai per fare tessuti che durano a lungo: una volta uno si comprava il vestito da sposo e con lo stesso - magari rivoltato tante volte, ma durava tutta una vita andava in cassa da morto. La missione della fabbrica lenta è di produrre piccoli capolavori a regola d’arte, per fare questo ci vogliono i maestri che lavorino a regola e ci vogliono i meccanismi. Non più le fabbriche fotocopiatrici dove le maestranze sovraintendono ai processi start off-on, ci vogliono macchine che aiutino a mettere la cultura delle mani nel prodotto. Ecco che il prodotto diventa maieutico, non più un oggetto che il brand porti in giro ma un prodotto che ha un’anima, un’identità. Cambiare è un processo difficile in ogni campo della vita: dal digitale alla manualità, com’è stato vissuto dai tuoi collaboratori e che cassa di risonanza ha prodotto nel territorio? Come vedi le poesie visive sono appese ovunque e questo ha fatto in modo che si maturasse una certa sensibilità nelle maestranze. I sindacati hanno chiesto: “E se uno la rompe inavvertitamente cosa succede?”, “Quanto costa un’opera?” Sono provocazioni alle quali non ho mai risposto. Ho dovuto far prendere coscienza che il loro lavoro vale un’opera di questo tipo. Per questo è nata la fabbrica lenta che toglie l’alienazione delle macchine ai lavoratori. Cambiare la radice di una ditta che ha 100 anni si può fare e i nostri 200 maestri artigiani ne sono una prova. Quindi la Bonotto è una fucina rinascimentale. Certamente. Noi manifatturieri italiani ce la faremo se portiamo avanti il DNA della bottega rinascimentale di Giotto e Cimabue, un DNA che è scomparso perché è stato cancellato dal brand e dalla comunicazione. Il prodotto negli ultimi trent’anni è diventato solo comunicazione, ma a forza di comunicare siamo andati in saturazione e ora non ci sono più orecchie
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fashion e food ho aperto dei linguaggi alternativi, solo gli italiani hanno questa incredibile capacità di esplorare mondi sempre nuovi. Qual è il futuro dell’industria manifatturiera? L’industria manifatturiera sta cambiando atteggiamento perché il problema è solo l’atteggiamento, cioè essere proprietari dell’alfabeto del contemporaneo. Il consumatore è diventato un consuma-autore che ha motivazione nell’acquisto e liquidità diverse da un tempo.
disponibili ad ascoltare. Parliamo di materie prime, di fibra primordiale. Siamo nel cuore della fabbrica, qui c’è la banca della materia, il sapere tessile del mondo a disposizione dei clienti più esigenti come Dior, Hermes, Prada, Vuitton... Noi tessiamo qualsiasi tipo di fibra: dall’ultimo cotone dello Zimbabwe che non è OGM alla lepre della terra del Fuego che cerchiamo assieme al guardiacaccia, dal cammello andino (ce ne sono solo pochi esemplari nel deserto del Gobi) allo yak tibetano, dalle lane shetland fatte a mano dalle donne isolane alla carta dei Ferrero Rocher, solo per citarne alcuni.
le materie con risultati interessanti, sia visivi sia olfattivi. Ho inventato un mondo che non esisteva perché il food ha un valore di seduzione molto forte, il fashion invece ha un coefficiente di seduzione bassa in questo momento storico. Unendo
E la Bonotto? Noi ci stiamo attrezzando a produrre di meno con tessuti che durano una vita, tessuti con una grande identità, con storie vere, non barzellette fatte dal marketing. Oggi i nuovi ricchi si vestono di storie rare, cercano le contaminazioni, i prodotti originali e fuori scala da esibire. L’alfabeto del futuro è già cominciato e la Bonotto è un ristorante a tre stelle Michelin dove ogni giorno si inaugurano virtuosismi nuovi e si fa la differenza. Noi non vendiamo tessuti, vendiamo arte tessile.
Hai mescolato le flanelle andine all’amarone Masi, il vello di Yak col caffè Illy e poi ancora lane tinte con tabacco e mirtilli, da dove nasce il connubio tra moda e cibo? La nostra tintoria è come la cucina di un ristorante perché le macchine si sono trasformate in delle pentole. Poi ho chiamato i grandi esperti del food come Illy, Rigoni, Maccaferri, Boscaini e Franzoni i quali mi hanno insegnato a tingere, ribollire e affumicare
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Alessandro Mombelloni LA CAPACITÀ DI FARE
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roteggere, riallocare, ottimizzare. Ripetete il mantra ogni mattina davanti allo specchio e poi fate il nodo alla cravatta. È il consiglio di un uomo di business bresciano di nascita e apolide per mission che dall’alto di tenthavenue (tenthavenue.com, mandategli il vostro cv, non ve ne pentirete) sta rimettendo in squadra un mondo, il suo, che poi è il nostro molto più di quanto pensiate, grazie a umiltà, visione ultraterrena e consapevolezza più che terrena. Se stavate cercando un uomo che raccontasse il new business come fosse la ricetta per una fiorentina perfetta non perdete l’intervista al presidente e Ceo Alessandro Mombelloni. Alessandro disegna il tuo autoritratto. Ho 49 anni il 27 di luglio, sono bresciano, sposato, ho due splendidi bambini e sono manager internazionale da sempre, laureato in Bocconi, specializzato negli Stati Uniti, l’internazionalità ha sempre caratterizzato il mio DNA dal punto di vista professionale. Sono sempre stato sportivo, a costo di sentire all’alba dei 50 anni i primi acciacchi, vedi alla voce epicondilite. Che sarebbe? L’ho scoperto anch’io recentemente
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Grazie a specificità tutte italiane da ottobre - con periodo finestra fino a gennaio 2014 - il nostro paese tornerà bello e forte. Parola del nostro Man at work. Scopriamo come. di Alberto Motta - foto di Matteo Felici
con sommo dispiacere, banalmente è un problema al braccio, il famoso gomito del tennista. E poi? Vivo pane e salame, sono persona semplice, di famiglia pragmatica, mi sono costruito la vita giorno dopo giorno grazie alla volontà dialettica e alla capacità di fare. Sottolineo 55 volte che i valori sono alla base di quello che sono oggi: l’amicizia, il lavoro di squadra, la condivisione delle esperienze, la comprensione di culture diverse che vanno sempre cercate - proprio per questo amo Londra, simbolo della vera interculturalità - , il rispetto. Ah, mi sveglio presto.
Presto vuol dire? Alle 7, perché ci tengo ad accompagnare a scuola mia figlia. Con cui passo tutti i weekend in giro per l’Italia a coltivare la nostra passione, l’equitazione. Parliamo di business. Ti faccio il quadro: da due mesi sono presidente e amministratore delegato della holding tenthavenue che si occupa di tutti i servizi a valore aggiunto nei confronti dell’audience. Sul mercato italiano ne sono il Ceo e la holding controlla tre network internazionali di cui uno è Kinetic, azienda che si occupa di comunicazione e pubblicità nel mondo dell’esterna (aeroporti, taxi, cinema, affissioni, tram, metropolitane); un altro network si chiama Joule e si occupa di tutta la parte di sviluppo digitale con grande focus sul mobile; il terzo network si chiama Spafax e si occupa di contenuti. In estrema sintesi tenthavenue… … mette insieme questo minestrone di attività (esterna, digitale, contenuti) e tira fuori una ricetta fantastica: la shopper activation. In italiano: aiutiamo le aziende a vendere di più. Di fatto siamo business partner dei clienti, scopriamo le loro criticità e con senso
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MAXIM MAN AT WORK
dell’imprenditorialità gli disegniamo un percorso per avvicinare in maniera forte i propri consumatori. Ambizioso. Ebbene sì. Credo in questo Paese. Credo in questo Governo. Credo che l’Italia ripartirà grazie all’occupazione. Previsione confermata da diverse voci. Io uso una mia ricetta: 14 ore di lavoro in giro per l’Italia mediamente 3 giorni alla settimana e 1 giornata dedicata al lavoro internazionale. E poi ti cito due cose: in Olanda esistono dei ticket da 25 a 50 euro tassati alla fonte che ti permettono di far emergere il lavoro nero, ma anche permettono di dare lavoro flessibile ai giovani. Se facessimo lo stesso in Italia, con ticket tassati alla fonte acquistabili dalle aziende e riscuotibili solamente presso enti autorizzati permetteremmo di profilare la forza lavoro. Infine, venendo io da un’azienda anglosassone ti cito un’altra ottima idea: le mail del venerdì in Inghilterra portano sempre in calce il motto “Thank God it’s Friday” (grazie a Dio è venerdì – nda). Ecco, se anche le aziende italiane pagassero ogni fine settimana ripartirebbe la fiducia nel consumo. In concreto come si applica questa filosofia a tenthavenue? In questo momento sulla scrivania ho 30 curricula di ragazzi laureati, ne porterò in azienda 3. Parto dai giovani e investo sui giovani. Questo è il drive del nostro paese. E torniamo a te che ti alzi alle 7 di mattina. Mi immergo nello sport e nella condivisione con i miei colleghi; dico sempre che per ogni 90 cazzate ci sono almeno 10 idee positive. Bisogna avere la pazienza di ascoltarle tutte e 100. In soldoni? La mia mission è profilare i consumatori per dare all’azienda strumenti che tarino i loro servizi, la qualità, l’offerta in maniera più efficace. Stai declinando in chiave binaria il macellaio di paese. Esattamente. Infatti con il camice bianco sporco di sangue ogni tanto mi ci vedo (ride - nda). Cosa ti ha reso la persona che sei oggi?
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MAN AT WORK MAXIM
zare la conversione in acquisto. Stanti queste sfide, propongo al cliente come ripensare la tua strategia. Oggi per me la comunicazione è questo approccio al mercato, una sfida da evangelista, controcorrente. Credi più nella PMI o nei colossi industriali? Guarda, io credo che la grande impresa debba giocare il suo ruolo e so di essere in controtendenza. Io credo nell’Ilva, nel magistrato che ha dato l’ok per riavviare la produzione, credo nella Ferrero, nella Barilla, nelle partecipate dallo stato, in chi dà lavoro. Credo in loro e anche nel bar sotto casa mia che assume il cameriere. Posso non credere in una Fiat solo italiana che viva di sola cassa integrazione, generando il paradosso che l’operaio con le tasse paga il suo stesso lavoro? Fai bene a provocarmi. Non credo in niente che sia statalista e credo che Marchionne abbia optato per un percorso coraggioso che non passa dall’assistenzialismo. E il suo fine non sarà svendere all’estero una grande azienda italiana. Quando mi sono diplomato al liceo mi sono presentato alla maturità portando inglese e storia come materie orali. Una scelta che dice tutto di come sono. La storia rappresenta la curiosità, l’analisi degli accadimenti, la capacità di organizzare – dalle feste di compleanno di mia sorella in su. L’inglese è il mio interesse per il mondo là fuori, da sempre. Con questa miscela di attenzione e di esperienze passate ho costruito il mio percorso. Barilla 20 anni fa poteva permettersi di comunicare con semplici operazioni pubblicitarie di bombing televisivo, oggi la grande azienda - quindi il vostro cliente - non ha idea forse di cosa sia la comunicazione. Come fate a spiegarle i passi fondamentali? Te lo identifico in quelle che per me sono le tre sfide chiave in una fase di austerity: proteggere il valore del tuo brand, riallocare i tuoi investimenti media per il massimo ritorno, ottimiz-
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A L POTERE A L FANTASI
Impara a memoria i nostri 30 pilastri motivazionali e diventa un uomo nuovo.
di Alberto Motta twitter @albertomotta
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Legami
Sono i legami che contano, non la popolarità. Questa svanisce ieri e prima di farlo ti incatena ai suoi 3 diktat: piacere, piacere, piacere. Ovviamente agli altri. Investi sui tuoi pregi e sulle tue particolarità, fatti benvolere per tutto quello che sei e prosegui lungo il tuo cammino. Solo così non ti troverai mai solo.
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Gli apostoli
Circondati di bellezza. È un fatto che uscire con i tossicodipendenti o, ancora peggio, con la tua ex e il suo fidanzato per una birra piccola il martedì sera non ti porterà da nessuna parte. Leonardo di Caprio è amico di Martin Scorsese, Sir Paul McCartney è amico della Regina, Gesù Cristo aveva una ballotta di apostoli pieni di difetti, ma anche di qualità.
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Dress rich or die trying La vita è una scelta di stile. Quindi non vestirti per il lavoro che stai facendo, vestiti come la persona che vorresti essere. Migliora così la tua autostima e la considerazione che hanno i colleghi di te.
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Parola di Carter
L’istinto non è estinto. Impara la lezione dell’imprenditore Shawn Carter. Universalmente noto con il nom de plume di Jay-Z, il marito – non a caso – di Beyonce, una delle dieci donne più belle al mondo, è noto per la sua capacità di prendere decisioni controcorrente fondate nel suo istinto. Il rapper sostiene da sempre che proprio quello è l’aspetto più duro della questione: scegliere, e che non c’è altro modo che affidarsi all’incoscio e all’intuito. Dal ghetto all’attico.
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Lateralus
Sii innovativo. Lavori nel campo dello sport? Prova a investire nell’alimentazione. Ti occupi di moda e lusso? Passa al digitale. Lavori nei trasporti e nella logistica? Interessati d’arte. Le connessioni laterali sono il carburante che tiene in vita gli innovatori.
Il re urlante
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Scusate se siamo schietti, ma qui non è questione di felicità. Ci sono persone con una vita media perfettamente felici. Qui si tratta di non rinnegare mai il re urlante che è dentro di voi e che vuole fare della vostra vita un impero. Dategli ascolto almeno una volta al giorno. Altrimenti dovrete passare il resto della vostra vita in sua compagnia. O meglio, in compagnia delle sue lamentele. È una questione di rimpianti.
Siamo soliiiiiiiiii
Nei momenti più importanti della vita… decidete senza chiedere consigli. Suonerà cinico, ma è meglio imparare dai propri errori che biasimare le decisioni che avete preso. Ancora una volta, affidatevi alla vostra sensibilità. Se lo farete, si affinerà giorno dopo giorno. Nasciamo soli e muoriamo soli. Possiamo farcela a prendere le decisioni importanti per conto nostro.
STORIE MAXIM
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Polpi in skate
“Il talento senza disciplina è come un polipo su uno skateboard. Un sacco di movimento che non porterà da nessuna parte”. Non sottovalutate mai il valore di disciplina, stabilità, responsabilità, controllo e costanza. Non fate i polipi.
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Ballare il limbo
“Ho passato qualche anno in un limbo e – spero che nessuno ne resterà sorpreso – nessuno è venuto a rivelarmi il mio scopo nella vita”. Caitlin Rondino.
Non è che per caso... Vi trovate su questo pianeta, in quest’epoca, per puro caso. O accidente. O fato. O destino. Sia come sia, l’importante è che infilziate le unghie nella vostra vita e che non vi lasciate vivere.
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Compagnia delle opere
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Specchio specchio
14 12 La vita si misura dalle opere, non dai giorni e senza entusiasmo non si è mai compiuto niente di grande.
“Tutto è relativo. Prendi un ultracentenario che rompe uno specchio: sarà ben lieto di sapere che ha ancora sette anni di disgrazie”. Albert Einstein
L’accetta
Charles d’assisi
Secondo lo scrittore Charles Bukowski solo i poveri riescono ad afferrare il senso della vita, mentre i ricchi tirano a indovinare. Non lasciatevi infinocchiare. Bukowski ha passato una vita di stenti approdando infine al successo mondiale. San Francesco era di ben altra fattura.
Hai sempre tempo per diventare quello che avresti sempre voluto essere. La chiave della perseveranza è l’accettazione: dei tuoi limiti, delle occasioni che la vita ti offre. Non solo, devi imparare ad accettare anche i tuoi errori. Saranno loro a indicarti la giusta via. O perlomeno quale via non dovrai perseguire.
15 Porta a porta
Creatività al lavoro. Sei a tuo agio nella tua professione? Non stai vivendo momenti sfidanti? Non stai imparando niente di nuovo? Il tuo lavoro non ti appassiona? Il management ti tiene al di fuori dei giochi? L’errore più grande che potresti commettere e restare pigramente attaccato alla tua scrivania. Slaccia la cravatta ed esci da quella porta.
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1 21 19 6 Piano e forte
Michelangelospazzino
“Un uomo chiamato a fare lo spazzino dovrebbe spazzare le strade così come Michelangelo dipingeva, o Beethoven componeva, o Shakespeare scriveva poesie.” (Martin Luther King)
“Raccomandate ai vostri figli di essere virtuosi; perché soltanto la virtù può rendere felici, non certo il danaro. Parlo per esperienza. È stata la virtù che mi ha sostenuto nella sofferenza. Io debbo a essa, oltre che alla mia arte, se non ho messo fine alla mia vita col suicidio.” (Ludwig van Beethoven) Leva la leva
Punta ai soldi ma non solo ai soldi. Un recente studio congiunto dell’università dello Utah e di Harvard riporta che: “Ragionare in soli termini economici, abitudine sempre più condivisa visto che riteniamo il denaro un diritto, è la più potente leva per decisioni lavorative di carattere immorale”.
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Con le mani
“Chi lavora con le sue mani è un lavoratore. Chi lavora con le sue mani e la sua testa è un artigiano. Chi lavora con le sue mani e la sua testa ed il suo cuore è un artista.” (San Francesco D’Assisi)
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Il piacere è tutto suo
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“La creatività è il piacere più grande. È il solo vero valore aggiunto della vita, capace di comprendere tutti gli altri.” (Giovanni Agnelli)
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Lascia fare
Apriamo il capitolo fiducia: “All’inizio della mia carriera mi occupavo di tutto. La più grande sfida, oggi, è lasciare che le cose vadano per conto proprio e permettere ai miei colleghi di fare il proprio lavoro senza interferire”. Trina Turk, fashion designer.
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L’ora di 40 minuti
Apriamo il capitolo determinazione: “Se penso che un lavoro mi occupi un’ora, mi impongo di finirlo in 40 minuti. Così lavoro più velocemente e non disperdo la concentrazione. Scrivo sul calendario dei giorni da dedicare a un unico progetto in modo da poter dedicare ai progetti più importanti il giusto tempo”. (Krissi Barr, fondatore della Barr Corporate Success)
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Sedere
Il consiglio di Richard Branson, un uomo al top: “Trova qualcuno che gestisca gli affari al posto tuo giorno dopo giorno. Non pretendere di sedere sempre al comando. Non pretendere di essere sempre la persona più importante nel palazzo. Se hai coraggio… consegna la tua poltrona e fatti da parte. Solo così potrai iniziare a vedere il business da una prospettiva più ampia”.
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24 Oh Albert!
“Le tre regole di lavoro: 1. Esci dalla confusione, trova la semplicità. 2. Dalla discordia, trova armonia. 3. Nel pieno delle difficoltà risiede l’occasione favorevole.” (Albert Einstein)
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Diversi da chi?
“Per essere insostituibili bisogna essere diversi.” (Coco Chanel)
STORIE MAXIM
26 Terminator
“È probabilmente errato pensare alla creatività come qualcosa che può essere annientato totalmente” (Donald W. Winnicott)
27 Non possedermi
“Non è quanto si possiede ma quanto si assapora a fare la felicità”. (Charles Spurgeon)
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Dr creator
“Creare è dare una forma al proprio destino”. (Albert Camus)
Tanto non mi piace
29 Odiate il lavoro? Fatevi ispirare da Joseph Conrad: “Il lavoro non mi piace, non piace a nessuno, ma a me piace quello che c’è nel lavoro: la possibilità di trovare se stessi”.
30 Go!!!!!!!
E concludiamo con un consiglio del campione di MotoGP Valentino Rossi: “La forza mentale fa parte del carattere, non si può studiare a tavolino. Si è forti di testa se si riesce a rimanere sereni e divertirsi anche quando le cose non vanno bene, e se si riesce a non perdere mai la fiducia in se stessi e nel lavoro di squadra”.
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MAXIM STORIE
Il colosso del cinema americano mente e vogliamo dimostravelo. di Tess Masazza
A chi non è mai capitato di replicare davanti a un film americano una frase del tipo: “Seeeee come no!” o ancora: “Ma perché?”? Stereotipi triti e ritriti, scene improbabili, effetti ‘troppo’ speciali: il cinema hollywoodiano altera la realtà attraverso delle esagerazioni alquanto singolari. Che si tratti di una commedia romantica o di un film horror, si percepisce - tra un cliché e l’altro - una sorta di virtuosa presa in giro messa in scena con tanto di dialoghi predefiniti, ovvi colpi di scena, strane abitudini, personaggi buoni dal viso d’angelo e cattivi col pizzetto e l’accento straniero. Con un pizzico d’ironia, Maxim ha individuato alcune delle ‘americanate’ tra le più diffuse nei film hollywoodiani, comparando tali situazioni a quelle della vita reale. Si può davvero sfondare una porta con un calcio solo? Si può davvero fare atterrare un aereo in fiamme senza aver mai preso delle lezioni di volo? Si può davvero fare sesso sotto la doccia senza rischiare uno strappo muscolare?
NELLA PAGINA ACCANTO DALLA’LTO: - Dal film ‘The notebook’ di Nick Cassavetes (2004) - Dal film ‘A walk on the moon’ di Tony Goldwyn (1999)
♥ HOLLYWOOD Il protagonista s’innamora della bruttina sgobbona che, dopo essersi lavata i capelli e tolta gli occhiali (di solito alla metà del secondo tempo), diventa una strafiga mozzafiato.
Gli uomini s’innamorano direttamente della strafiga mozzafiato.
Lei lascia lui e decide di tornare dai suoi dall’altra parte del paese. Lui apprende la notizia solo 40 minuti prima della sua partenza e corre in aeroporto (ovviamente quel giorno c’è traffico). Quando arriva, vede le porte d’imbarco chiudersi ma poi si gira e scopre che lei lo sta aspettando. Dopo un lungo (lunghissimo) sguardo, si abbracciano e decidono di non lasciarsi mai più.
È assolutamente impossibile passare la dogana senza aver acquistato un biglietto d’aereo.
Bacio bagnato, film di successo: baciarsi sotto la pioggia è il massimo del romanticismo.
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REALITY
Fare sesso sotto la doccia è una passeggiata.
I partner raggiungono l’orgasmo simultaneamente, sempre e comunque.
Per fare sesso sotto la doccia bisogna prendere in considerazione diversi fattori come l’altezza di entrambi i partner, la grandezza effettiva della doccia, la presenza o meno di un tappettino anti-scivolo, la caduta precisa del getto d’acqua, la temperatura… ecc. Di solito si rinuncia prima ancora di iniziare.
Succede solo nei film.
Al diavolo il romanticismo! Vogliamo il sole… il soleee (sfogo post primavera piovosa)!
Il principe azzurro è stato detronizzato dal cosiddetto ‘sex friend’. Altroché romanticismo le donne vogliono fare sesso, però (eh già c’è un però: anche nei film le donne sono complicate) a certe condizioni: non si può andare al letto con un’altra, bisogna esserci sempre, anche al compleanno della nonna, darle sempre ragione ecc. ecc. Insomma, alla fine si mettono insieme perché tanto vale! In questo caso è difficile distinguere la finzione dalla realtà.
HOLLYWOOD
DALLA’LTO: - Dal film ‘Mission impossible - ‘Protocolo fantasma’ di Brad Bird (2011) - Dal film ‘Skyfall’ di Sam Mendes (2012)
REALITY
Piuttosto che farla finita uccidendolo subito, il cattivo si confida con l’eroe - legato a una sedia in un seminterrato - raccontandogli nel dettaglio il suo piano diabolico. Nel frattempo l’eroe è riuscito a: tagliare le corde che gli legavano le mani con un coltellino che (guarda caso) aveva in tasca, registrare la conversazione, mandare un sms ai rinforzi e pensare a un piano d’azione per uscire dal seminterrato.
A parte il fatto che tagliare una corda con le mani legate non è facile, perché mai un malintenzionato dovrebbe raccontare i fatti suoi all’unica persona in grado di sconvolgere i suoi piani?
“Lasciami qua, non voglio rallentarti! Vai, corri, salvati la vita nel mio onore!” disse l’amico ferito. “Non ti dimenticherò mai amico mio” risponde l’eroe.
“Ma dove cavolo stai andando? Non lasciarmi qua brutto xxx, torna immediatamente!” disse l’amico ferito…
Nel momento del bisogno (come essere inseguito da una squadra di ninja o da un dinosauro risuscitato) la macchina del protagonista non parte, ma niente panico: c’è sempre una moto (o un cavallo dipende dal tipo di film) con le chiavi inserite parcheggiata lì vicino.
Se qualcuno lascia la sua moto parcheggiata con le chiavi inserite, il protagonista (cosi come il proprietario della moto) può essere sicuro che, nel momento del bisogno, non potrà contare sulla moto, ormai sparita da un pezzo.
Le bombe vengono disinnescate due secondi (non di più) prima di esplodere perché l’eroe non sa mai quale filo tagliare.
Blu…bisogna tagliare il filo BLU e non quello rosso per disinnescare la bomba. Bruce Willis ha mai tagliato quello rosso? No. Ecco!
HOLLYWOOD
REALITY
L’assassino cammina sempre più veloce della sua vittima che …corre.
È fisicamente impossibile almeno che l’assassino sia Bruce Willis o Chuck Norris.
La doccia (vale anche per la vasca da bagno) è un posto molto pericoloso, soprattutto se sei una donna bionda, single e assolutamente inutile nel film.
A chi fa la doccia quando non c’è nessuno in casa, sale sempre un po’ d’ansia. Non tanto per l’eventuale arrivo di un serial killer ma perché se succede qualcosa - il telefono che squilla, la vicina che bussa, l’acqua calda che finisce – la situazione diventa complicata.
Se la luna è piena, c’è pericolo. Ovviamente, proprio quella notte, il protagonista dovrà andare nel bosco (o in un vicolo buio e deserto) per svolgere un compito che non può essere rimandato.
È stato scientificamente dimostrato che la luna piena non ha alcun effetto sulle persone così come sui vampiri, lupi mannari, zombi e fantasmi.
Se una donna - da sola in casa - sente un rumore in piena notte, si alza e gira di stanza in stanza chiedendo ad alta voce: “C’è qualcuno?”
Se un rumore sospetto ci sveglia in piena notte, col cavolo che usciamo dal letto. Ci nascondiamo sotto il piumone come se fosse una sfera protettiva dai poteri magici.
DALLA’LTO: - Dal film ‘Psycho’ di Alfred Hithcock (1960) - Dal film ‘Dracula’ di Tod Browning (1931)
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Si può parcheggiare ovunque, davanti a un palazzo affollato o in mezzo alla strada.
Se fumi, sei malvagio oppure sei un ricco snob francese.
Non si dà mai il resto. I protagonisti hanno sempre la somma esatta in contante.
Un fiammifero è potente quanto una lampadina da 200 watt, basta accenderne uno per illuminare un intera stanza.
La principale causa di morte dei cani nei film è il lancio della pallina fuori dalla finestra. In caso d’imminente fine del mondo o attacco alieno invece, si salvano. Sempre.
Gli agenti della CIA in pensione sono divorziati, appassionati di pesca e vivono su una barca.
Non ci sono mai parcheggi neanche a pagarli.
Il ricco snob francese fuma perché danneggia gravemente la salute di chi gli sta intorno, e gli stanno tutti sulle palle.
Oggi siamo costretti a pagare persino il caffè con la carta di credito…
Nessuno va più in giro con dei fiammiferi in tasca, in caso di buio improvviso si usa l’applicazione ‘torcia’ dell’iPhone.
A differenza di certi energumeni, i cani non sono così idioti. Di sicuro però, se gli alieni sbarcano sul nostro pianeta, sono nei guai quanto noi.
Pensione? Barca? Seeee… come no!
Dal film ‘Taxi Driver’ di Martin Scorsese (1976)
Se una donna - da sola in casa - sente un rumore in piena notte, si alza e gira di stanza in stanza chiedendo ad alta voce: “C’è qualcuno?”
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Se un rumore sospetto ci sveglia in piena notte, col cavolo che usciamo dal letto. Ci nascondiamo sotto il piumone come se fosse una sfera protettiva dai poteri magici.
NELLA PAGINA ACCANTO DALL’ALTO DAI FILM: - La maschera di Zorro - A fish called Wanda - Kill Bill - Fast & Furious 6 - Titanic - Desperado
FORTE LEI...
ch mas a i i! la m Con os ce r m n r ico
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c’era abbastanza spazio per due!
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Pot r e all’in bbe uccid e asp et stante m r la a de v tar e e i l suo tu r n o. de rci un
o a pr en Che caldo! Andiam ge lato va!
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az io n za sp a t s a b r a ab
p e r due
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MAXIM PERSONAGGI
CHE ORA PARLI IL
TESTIM NE Maxim intervista l’intervistatore più amato dalla critica televisiva italiana: Pif. di Alessandro Manieri
S
i chiama Pierfrancesco Diliberto, ma il pubblico lo conosce come Pif. Ex Iena, inventore e conduttore del programma “Il Testimone” su Mtv, vera star del web con 130 mila followers su twitter, è uno dei personaggi del piccolo schermo più interessanti e creativi del momento, tanto da essersi guadagnato anche l’apprezzamento di un mostro sacro della critica televisiva come Aldo Grasso. Maxim lo ha incontrato a Roma, al termine delle sue fatiche televisive e prima dell’uscita nelle sale della sua ultima impresa, la regia di un film: “La mafia uccide solo d’estate”. Intervistare l’intervistatore so già che mi riserverà delle difficoltà e quindi per prevenirle partirò senza convenevoli: nome, cognome, da dove vieni... tipo visita dei tre giorni al militare. (Ride) che io ho fatto ma mi hanno riformato perché ero 59 kg per 1,82 m. per cui ero sottopeso. Trasparente più che sottopeso… Poi però tra i trenta e i quaranta mi è spuntata una panza così. Se vuoi ti dico cosa la provoca: alcool e carboidrati. Ecco, alcolici non sono perché sono astemio. E allora sono i carboidrati…
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Deserto Bianco Sahara Race 2009
E allora vuol dire che morirò così, perché non ho alcuna intenzione di intraprendere una lotta contro i carboidrati (ride). Ecco, vedi? Lo sapevo: stiamo già uscendo dal seminato… (Ride) ok, da capo: nacqui a Palermo il 4 giugno di 42 anni fa. Una sorella più grande, lei sì vispissima e sempre al centro dell’attenzione. Io invece da piccolo ero timidissimo. Pensa che quando andavamo a trovare gli zii (mio padre aveva 6 fratelli) a me l’idea di salutare tutta quella gente mi imbarazzava così tanto che, arrivati a destinazione, non volevo scendere dalla macchina. E ci rimanevo anche un’ora prima di trovare il coraggio di varcare la soglia di casa. In realtà poi tu vai a fare un lavoro che non ha nulla a che vedere con la timidezza. Be’ ma è un classico del contrappasso: perché tu ti sfoghi con il lavoro potendo continuare a esser timido nella tua vita. E infatti nel privato, per chi non mi conosce, sono una delusione perché si aspettano grandi battute e io invece sto zitto in un angolo. Quando hai capito che non avresti fatto l’impiegato alle Poste? Penso di averlo sempre saputo: non mi sono mai chiesto cosa avrei fatto
da grande. Ero certo avrei fatto questo lavoro. Ricordo che avrò avuto tra i 10 e i 12 anni e stavo guardando un film con mio padre e ad un certo punto dico ad alta voce: “Ma qui l’audio non è buono” e mio padre mi guarda come un marziano. È stato lui a incoraggiarti ad interpretare questa strada? Mio padre faceva il regista, quindi non so come sarebbe stato se avesse fatto il panettiere. Lui però non mi ha né incoraggiato né scoraggiato. Mi ha detto:“Dimmi cosa vuoi fare nella vita e io cerco di darti una mano a realizzarlo”. Perché bisogna anche dire che io dentro di me mi dicevo: “Ce la farò”, ma non facevo nulla perché ciò accadesse. Non capisco: vuoi dire che ce l’hai fatta tuo malgrado? (Ride di gusto)…esatto! Guarda, la definizione giusta la diede il professor Collovà, mio insegnate di inglese al liceo, che a mia madre, un giorno, disse: “Signora, suo figlio la pioggia lo bagna e il vento lo asciuga”. Ecco, premesso che oggi sono parecchio cambiato, ai tempi io ero proprio così: indolente alla vita. La mia grande fortuna è stata avere accanto gente che mi voleva bene che mi diceva: “Guarda che si potrebbe fare questo; guarda che ti posso presentare quello”. Mi
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viene in mente il mio amico Giovanni Martinez, oggi avvocato, che insisteva perché io presentassi domanda alla scuola di Mediaset per autori. Mentre facevo questa operazione cadde la linea adsl cui era collegato il pc. E per me la cosa poteva finire lì. E lui mi incalzava: “Vabbè ma riprova no?”. E io me lo facevo pesare come se inviare il form a Mediaset fosse un favore fatto a lui, capisci? Dobbiamo quindi ringraziare l’avvocato Martinez se tu diventi una “iena”… (Sorride) sì perché è a quel corso che io incontro Davide Parenti, il capo progetto de “Le Iene” che poi mi avrebbe voluto nel programma. Ed è sempre lì che divento Pif: mi battezza così Marco Berrì durante un servizio che feci su un viaggio in pullman da Milano a Casablanca: salgo sul bus Pierfrancesco e scendo Pif. E nonostante tu approdi al programma più “cool” della tv generalista, a un certo punto molli Italia 1 per una piccola emittente come MTV. Ma come ti viene in mente questo salto nel buio? “Le Iene” era un programma per cui io impazzivo già da spettatore, figurati poterlo fare. Ero quindi ben cosciente di avere goduto di un privilegio straordinario nell’aver far parte di quel gruppo di lavoro. Ma a un certo punto mi resi conto che non era quello che volevo davvero: un giorno tornando da Cologno Monzese, sulla navetta che verso Cascina Gobba, ho avuto una crisi di pianto: fui assalito dal timore di essermi “assettato”, come diciamo noi a Palermo, ovvero che mi stessi “abituando”. Be’ una paura bizzarra da parte di chi si è presentato come uno che ha fatto quel che ha fatto “suo malgrado”, non trovi? È vero, non ci avevo pensato, però è davvero così. Per esempio una delle cose che mi spaventa di più è il matrimonio, perché ho paura della routine. Per questo, forse, non mi sposerò mai.
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E la tua compagna (Giulia Innocenzi, giornalista di Servizio pubblico condotto da Michele Santoro - ndr) lo sa o glielo stiamo dicendo con questa intervista? (Sorride) no, lo sa anche lei. E siamo piuttosto d’accordo… almeno per ora. Mi spaventa il matrimonio… mi spaventano i figli… Il mio terrore è assettarmi alla vita. Mi piace invece l’idea di poter fare ancora tutto, di poter partire quando mi gira. Poi non lo faccio, ma devo sapere che rientra nelle mie possibilità. Per farti capire: la prima volta che sono andato a vivere a Roma mi sono trasferito al Pigneto che è questo quartiere vivo con un sacco di locali. Io non esco la sera, ma devo sapere di poterlo fare. Da dove nasce questa esigenza così urgente di libertà? Be’, io ho visto mio padre: ha avuto occasioni meravigliose quando faceva il regista a Palermo che avrebbero cambiato la sua e la nostra vita. Ma avendo cominciato da sposato e con due fi-
gli ha dovuto fare delle scelte. Non che lui me le abbia mai fatte pesare, anzi dice sempre: “Era destino che riuscissi tu”, però io ci penso. Quindi, antidoto anti “assetto”come dici tu, ti inventi questo programma che intitoli “Il Testimone”. Programma sul quale si pronuncia anche Aldo Grasso, il guru della critica televisiva italiana, che ti definisce un “antropologo light”... Non hai idea di quanto io me la sia tirata per questa definizione (ride): dopo la critica di Grasso tutti, dal punto di vista professionale, mi hanno guardato con occhi diversi. Ne “Il Testimone” tu sembri trattare gli argomenti più disparati: dal Palio di Siena al transessualismo, dalla vita in Islanda a Fabri Fibra fino all’incontro con Roberto Saviano. C’è un fil rouge che lega queste tue scelte? Sicuramente c’è, in primis, la curiosità, che è la molla che mi muove. Dopodiché molto spesso mi sono ritrovato a
raccontare la storia di persone che lottano: contro la discriminazione, contro i pregiudizi come nel caso dei transessuali, contro la mafia… E tra queste c’è una lotta che ti vede più “partigiano”rispetto ad altre? Sicuramente la lotta alla mafia è l’argomento che mi vede totalmente coinvolto e pure incazzato, non tanto e non solo per i mafiosi in sé, quanto, piuttosto, per l’indolenza della gente comune. Ed è questo che mi fa più paura: che le persone che si voltano e guardano dall’altra parte sono come te, sono come me, è gente normale capisci? Mi viene sempre in mente un episodio accaduto alla commemorazione del ventennale della strage di via d’Amelio: eravamo tutti lì a pochi minuti dall’orario in cui scoppiò la bomba che uccise Borsellino, quando ad un certo punto, da uno dei palazzi che si affacciano sulla via, esce una ra-
MTV_Pif Il Testimone con Roberto Saviano
gazza alla guida di una macchina suonando il clacson per farsi largo tra la folla che si era radunata. Io la guardo e le dico “Complimenti per il tempismo”. E lei mi risponde:“Ma io devo andare a fare la spesa”. Ecco, sono questi gli atteggiamenti che lasciano da solo il magistrato così come il commerciante
cui viene chiesto il pizzo. Che poi è esattamente il tema che tratti nel film che hai terminato di girare come regista e che dovrebbe uscire in autunno nelle sale, “La mafia uccide solo d’estate”. Cosa ti auguri da questo tuo nuovo lavoro? Che vada così bene da consentirmi di fare televisione tra un film e l’altro. Mi affascina la tipologia di pubblico diverso: quello televisivo è più vasto, e il rapporto con loro è più immediato perché un argomento lo metti in onda in breve tempo. Quello che però va al cinema è più motivato: è quello che prende la macchina, esce di casa, cerca parcheggio per pagare un biglietto ed entrare in sala. Giulia, la tua compagna, ha visto il tuo film? (Sorride e distoglie lo sguardo con imbarazzo) sì certo: le è piaciuto moltissimo. Ma vi confrontate mai sui vostri rispettivi lavori? Voglio dire: in fine dei conti non è che lei faccia la pasticcera e tu il metalmeccanico. Sì, capita che ci si confronti ma a ‘giochi fatti’: abbiamo due caratteri forti e sappiamo già con chiarezza ciò che vogliamo o ciò che ci interessa fare. Sembra un rapporto così maturo, così equilibrato… ma lei non ti riconosce qualche difetto? (Ride sonoramente) qualche? Se hai un paio d’ore ne riparliamo…
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GOLDO FAI DA TE?
Nascono i circoli degli scambisti del sesso per l’upper class italiana. Mentre resta in auge lo scambio fai da te. Dal nord al sud Italia.
di Alessandro Vergallo
Famolo strano. Ma quanto strano? La solita minestra, tutti i giorni stufa, annoia. La routine di coppia distrugge la passione, il desiderio sessuale. Urge una variante, un’alternativa per rompere la monotonia degli sposi ossidati. Occorre del pepe per stimolare l’ormone di coloro che spesso tacciono la voglia di accogliere nel loro talamo nuziale altre persone. Qualche decennio fa la parola scambismo non la si poteva pronunciare
facilmente. E se lo si faceva, il tono del ‘puritano’ era inquisitorio mentre quello della ‘sciura milanese’ era sottovoce. Era un gioco da pervertiti. Eppure erano in tanti a praticarlo in segreto. Era il boom del fermo posta, l’unico modo per contattare e conoscere altra gente per far sesso. Ormai tutto questo appartiene alla storia. Le chat, i social network, i locali ad hoc hanno sdoganato la parola scambi-
smo e liberalizzata la pratica. Il web ha reso tutto più veloce e più semplice. Merce e prestazioni si possono scambiare in tempo reale, a qualsiasi ora del giorno e della notte. Il mercato è vasto. Gli sposi non hanno più il tempo di ossidarsi, hanno varie opzioni per procurarsi il piacere di gruppo: per i partner che amano il mordi e fuggi la chat è l’ideale; per le coppie avventurose il car sex è perfetto, mentre per quelle sofisticate non mancano i locali super confortevoli; e infine, per coloro che amano il lusso e che non intendono mischiarsi con la plebe, recentemente sono nati dei circoli per scambisti ‘gold’. Una vera e propria casta, una loggia massonica del sesso. Entrare a far parte del gruppo non è facile. Uno statuto regola i membri e il loro comportamento. Maxim incuriosito dalla nuova tendenza sessuale ha incontrato a Milano una coppia gold, Carlo e Annamaria, che sono alla ricerca di coppie dello stesso rango; e una coppia comune Amedeo e Lalla, che cercano le loro préde in modo intelligente seguendo il loro intuito.
L’INTERVISTA ALLA COPPIA GOLD
Parlano Carlo, 48 anni, medico e Annamaria, 39 anni, avvocato di Milano.
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Cosa hanno di diverso i vostri incontri da quelli che avvengono nei locali per scambisti o da quelli accordati in chat? ANNAMARIA: Nei locali per scambisti si trova di tutto, gente comune. Non c’è una selezione accurata come quella che fa il nostro circolo. Siamo tutte persone selezionate... CARLO: … gente con un alto tenore di vita. Siamo quasi tutti professionisti e imprenditori. MAXIMITALY.COM
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Sì, ma lo scopo è quello di fare sesso, scambiarsi il partner, non capisco cosa c’entri il tenore di vita, la professione? CARLO: Certo lo scopo è quello, ma prima di arrivare al sesso si cena, si beve qualche drink, si parla di politica, di economia, insomma, argomenti che si fanno in un salotto di un certo livello, poi tutto il resto viene da solo. ANNAMARIA: Ecco, la differenza è proprio l’approccio: il sesso non si fa subito. Ci sono una serie di preliminari che servono per annusarsi, per capire quali sono le persone giuste. Altrimenti sarebbe veramente squallido. E come si entra a far parte del vostro circolo? CARLO: C’è sempre qualcuno che ti introduce, un amico, un’amica, oppure un collega, insomma una persona che ti conosce bene, intima. A noi per esempio, ci ha presentati mio cognato. ANNAMARIA: C’è una selezione, un vero e proprio test di ammissione, come
quelli che fanno i ragazzi per accedere a una qualsiasi facoltà universitaria. Che genere di domande? ANNAMARIA: Istruzione, professione, hobby, gusti sessuali... CARLO: ...se hai manie, perversioni, problemi di salute, psichici, psichiatrici. Un vero e proprio test. E superato il test cosa succede? CARLO: C’è la cerimonia di ingresso, un po’ simile a quella di “Eyes wide shut”. Com’è stato il primo scambio di coppia? ANNAMARIA: Ricordo che ero molto eccitata e molto tesa. Davanti a noi c’erano 20 persone; puoi immaginare la tensione. Invece, alla fine è andato tutto liscio. Non è stato difficile trovare la coppia che faceva per noi, per i nostri gusti. CARLO: Sì, è stato molto eccitante. Ogni quanto tempo vi riunite? CARLO: Ogni due/tre mesi. L’incontro
avviene sempre in un luogo diverso, in una villa storica o in palazzo d’epoca. ANNAMARIA: …e ogni festa ha un tema, un mood diverso. E la data e il luogo dell’incontro chi ve lo comunica? CARLO: Un tizio che si occupa proprio di questo. Circa quindici giorni prima dell’incontro invia una mail a tutti e ci informa circa la data, il tema della festa e il luogo dove ritirare la convocazione ufficiale e la parola d’ordine per accedere nel luogo dove si svolge il party. Come mai avete deciso di entrare a far parte di questo circolo? ANNAMARIA: Dopo nove anni di convivenza e cinque di matrimonio abbiamo sentito l’esigenza di cercare nuovi stimoli al di fuori della coppia. Prima ne abbiamo parlato tra di noi... CARLO: ... e poi ho chiesto a mio cognato se poteva introdurci. Ma non siete gelosi? ANNAMARIA: Superata la gelosia ini-
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CURIOSITà
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ziale poi non ci pensi più e ogni volta è sempre più eccitante. CARLO: No, niente gelosia. Adesso io e lei siamo più complici di prima. Si creano delle simpatie, delle affinità particolari tra le coppie? ANNAMARIA: Sì, sicuramente. Anzi sono proprio quelle affinità che fanno la differenza e ci invogliano a volere incontrare magari la stessa coppia la volta successiva... CARLO: ...ma non sempre si fa sesso con la stessa coppia. Può capitare. Vi siete posti dei limiti? CARLO: No, niente limiti, nel gioco tutto è consentito. ANNAMARIA: Se metti delle limitazioni castri l’eccitazione. In quel momento devi fare quello che vuoi, quello che possa piacere a te e al tuo partner. Le coppie del gruppo possono incontrarsi in privato, a prescindere dalle vostre riunioni? CARLO: Sì, sicuramente... ANNAMARIA: ...adesso, per esempio, stiamo frequentando una coppia che abbiamo conosciuto all’ultimo party. Stiamo parlando di rapporti sessuali promiscui, quindi a rischio di malattie sessualmente trasmissibili, usate delle precauzioni?
In Italia sono quasi 1500 i luoghi dove si incontrano gli scambisti. Nei parcheggi, sui vialoni, tutte le sere, c’è un via vai di auto che procedono lentamente. Fari lampeggianti, segnali di riconoscimento e lo scambio è fatto. I soggetti in questione scendono dalle loro macchine per salire a bordo delle altre. Il sesso su strada è praticato in più di 650 comuni italiani. Le regioni dove è più diffuso lo scambio di coppia sono Lombardia, Sicilia, Campania, Calabria e Lazio e la Puglia, con Lecce in testa. ANNAMARIA: Noi usiamo tutte le precauzioni necessarie poi gli altri sono liberi di fare quello che vogliono. CARLO: In questo caso vale la regola “rispetto per sé, rispetto per gli altri”.
L’INTERVISTA ALLA COPPIA NON GOLD
Parlano Amedeo, 46 anni, agente di commercio e Lalla, 43 anni, notaio. Quando avete deciso di far entrare altre persone nella vostra coppia? E chi
dei due per prima ha sentito l’esigenza di includere gli estranei tra di voi? AMEDEO: Non è stata una decisione presa a tavolino. Semplicemente una fantasia nata spontaneamente e noi abbiamo assecondato il nostro istinto. LALLA: I contatti che prendiamo non avvengono per qualche circostanza particolare. Tengo a precisare che non siamo assatanati e la nostra relazione è sana sessualmente, solo che dopo diversi anni per dare vigore al nostro rapporto abbiamo pensato di cercare qualcuno al di fuori. Come fate a cercarli? AMEDEO: Sui siti internet. Ospitate, oppure andate voi a trovare gli altri? AMEDEO: Finora quasi sempre in hotel per motivi di privacy. Solo qualche volta a casa nostra e devo dire che cambia tutto... LALLA: ...però da noi non possiamo spesso perché abbiamo un figlio di dieci anni e la sera è difficile che io e lui rimaniamo da soli. Incontrate spesso altre persone? AMEDEO: Non ci sono tempistiche prestabilite. Quando ne abbiamo voglia, andiamo sul sito sul quale siamo scritti e chattiamo. Se dall’altra parte troviamo qualcuno di interessante cerebralmente e sessualmente lo contattiamo. LALLA: Sì, proprio così. Esiste un rituale? AMEDEO: No, non seguiamo un copione. Non siamo così seriali, sembrerà assurdo ma noi, ogni volta, ci mettiamo anche un po’ di romanticismo. LALLA: Ogni storia è a sè. Basta lasciarsi andare e seguire l’istinto.
Cosa cercate nelle altre persone? LALLA: Per noi due è già eccitante cercare la persona giusta... AMEDEO: ...sì, buona parte del gioco è proprio la fantasia che ci mettiamo nel cercare l’altro. Come e quando è avvenuto il primo incontro? AMEDEO: Anni fa con un amico conosciuto per caso. Ci siamo frequentati un po’, così è cresciuta la complicità e l’intimità tra di noi. Ogni volta che uscivamo insieme, tutti facevamo delle allusioni su noi tre un po’ piccanti... LALLA: ...e una sera avevamo bevuto tanto e lui è rimasto a dormire a casa nostra; mentre lo aiutavamo a spogliarlo per metterlo a letto lui ha cominciato a toccarci e da lì siamo andati oltre l’amicizia. Se tuo marito/moglie con l’altra persona fa qualcosa che ti infastidisce la lasci fare oppure fai di tutto per attirare l’attenzione su di te?
LALLA: Se dovesse essere un caso, non mi infastidisce, se dovessi vedere che è la regola, non mi piacerebbe più perché a quel punto la fantasia e il gioco non esisterebbero più. AMEDEO: È successo solo una volta. Con i nostri sguardi, con i nostri movimenti, capiamo subito se tutto è ok tra di noi. Vi piace guardare o partecipare? LALLA: Partecipare, non guardare. Le persone che cercate quali caratteristiche devono possedere? AMEDEO: Cambiamo spesso partner, ma le caratteristiche che richiediamo sono sempre le stesse. Deve essere colto, intelligente e che cerchi il gioco e la trasgressione senza tante menate e complicazioni. LALLA: I giochi che facciamo sono di alto livello e di alto impatto mentale. A proposito di giochi, come vi piace giocare. Usate sex toy? LALLA: Non usiamo strumenti par-
ticolari o sex toy. A me piacciono cose che stimolino l’eccitamento e che non siano troppo invasive, come le manette o cose del genere. Mi piace il lubrificante, il gelato, una benda sugli occhi, la musica nelle orecchie e non sapere chi dei due mi sta toccando. Mi piace molto la complicità che si crea tra Amedeo e l’altro. Mi piace sentirmi preda di due predatori. AMEDEO: Per me invece è sufficiente che Lalla indossi un bel completino intimo seduttivo. E cosa ne pensate del sesso mordi e fuggi? LALLA: Non ci interessa. Un incontro deve durare, almeno, una serata o una notte. Aperitivo, due passi, cena, qualche carezza intima rubata sotto il tavolo e poi una volta nel letto, quando l’atmosfera si riscalda, io magari comincio a baciare l’altro e Amedeo ci guarda e poi il resto si improvvisa. AMEDEO: Per fortuna noi abbiamo sempre trovato uomini che volevano giocare senza darsi delle scadenze. Vi è mai capitato di fare un’orgia? LALLA: Sesso di gruppo, no grazie. La nostra fantasia è molto cerebrale, non meccanica. AMEDEO: Sì, nelle orge c’è troppo casino ed è tutto meccanico. L’altra persona deve essere uomo o donna e cosa vi eccita di più? LALLA: Assolutamente solo uomini, altrimenti io sarei gelosissima. Non potrei mai vedere Amedeo che scopa con un’altra donna nel nostro letto. E poi solo uomini perché mi piace essere preda di due uomini. AMEDEO: A me piace vedere mia moglie molto eccitata quando si ‘regala’ all’altro. Non avete paura delle malattie sessualmente trasmissibili? AMEDEO: Per le malattie esistono le precauzioni. Pensate che incontrare insieme altra gente sia un modo per legittimare il tradimento? LALLA: Potrebbe anche esserlo per gli altri, ma, per noi non è così. È solo un modo per trasgredire. AMEDEO: Non credo che c’entri il tradimento in tutto ciò. Io e lei siamo entrambi gelosi, ma in quel momento siamo complici e l’atto sessuale consumato con l’altro rimane oggetto delle nostre conversazioni per un lungo periodo di tempo quindi, per noi, non esiste più l’idea della gelosia e del tradimento. MAXIMITALY.COM
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LE SFIDE, I PRIMATI... IL SOGNO OLIMPICO
Mirco Di Tora, pluricampione e primatista italiano di nuoto sui 50 e 100 metri dorso, sedicesimo nel ranking mondiale dei nuotatori, è ancora un ragazzo della porta accanto. di Terry Vullo - foto di Thomas Salme
Sport acquatico dalla storia ultramillenaria, il nuoto trae le sue origini oltre 7.000 anni fa e viene inserito nel programma olimpico fin dai Giochi della prima Olimpiade. Mirco di Tora di Olimpiadi ne ha fatte già due: Pechino 2008 e Londra 2012, e Maxim ha oggi il piacere di conoscere il ragazzo che c’è dietro l’atleta. Classe 1986, altezza 1,88, capelli scuri e sorriso solare e ammaliante. Incontro Mirco a Bologna in un baretto del centro e mi sorprende subito per la sua spontaneità. È proprio come lo immaginavo dopo aver letto sue notizie e interviste sul web: un ragazzo come tanti della sua età che si preoccupa di non apparire troppo ragazzino facendosi crescere la barba, ma che poi parla quasi emozionato della sua famiglia e di quanto sia ancora così legato alle sue origini ferraresi. Ma andiamo con ordine. Mirco nasce a Ferrara da genitori amanti del mare e delle immersioni, e per stare tranquilli in vacanza Giulio e Monica iscrivono il figlioletto a soli cinque anni a un corso di nuoto. Il nostro futuro atleta non solo impara velocemente, ma, predisposto per natura (47 e mezzo di piede, una mano che potrebbe fare ombra a un neonato e braccia che prendono acqua quasi due metri avanti a sé), comincia a gareggiare e a ottenere i primi successi a soli 8 anni. Inizia così il suo percorso agonistico nel nuoto. Nel 2006 vince il bando di concorso per le Fiamme Oro e diventa nella stessa stagione il loro capitano. Il dorsista olimpico che conta all’attivo 29 titoli italiani, fa la sua prima gara a livello internazionale nei Campionati Europei Juniores del 2004 arrivando quarto nei 100 metri e settimo nei 50, fino ad arrivare alle Olimpiadi. Ed è a Livorno, nei Campionati Italiani Assoluti Prima-
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verili che nel 2007 vince in entrambe le distanze dei 100 e 50 metri dorso, realizzando anche sulla stessa distanza il record nazionale rispettivamente di 55”49 e 25”92. Negli anni che seguono si migliora e riesce a tenere stretto il primato di entrambi i record, anche negli ultimi Mondiali a Roma, spuntando il tempo rispettivamente sui 100 e 50 metri di 53”77 e 24”77. Attuale Campione e Vice Campione Europeo in carica con la vittoria, a maggio scorso durante i Campionati Eu-
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ropei a Debrecen (Ungheria), del titolo continentale nella staffetta 4x100 mista e arrivando secondo nella gara individuale dei 50 metri a pochi centesimi dal primo atleta israeliano. Il prossimo impegno agonistico sarà il Trofeo Settecolli di Roma (dal 13 al 15 giugno), per centrare le qualifiche dei prossimi Campionati del Mondo che si terranno a Barcellona. Mirco mi svela che, a proposito delle Olimpiadi, la sua soddisfazione per aver passato le selezioni di accesso alla convocazione olimpica è stata così grande che deciderà di farsi tatuare sul braccio il simbolo delle Olimpiadi. E prosegue dicendomi: “Per tutti gli atleti il sogno da realizzare è vincere un’Olimpiade o quantomeno partecipare. E io
ne ho fatte già due”. Mirco fa anche sorridere quando, un po’ rammaricato, confessa che i suoi talloni d’Achille sono il sonno e il cibo. Quasi disarmato afferma: “Ho sempre fame...”, ma d’altronde a casa sua c’è la tradizione del mangiare bene. Le specialità sono la pizza del babbo, la pasta fresca della nonna, la carne alla brace del nonno. E quando io lo incalzo domandandogli: “E la mamma?”, lui risponde con la luce negli occhi, come un bambino: “La mamma sa fare tutto buono”. Chiaramente per un atleta una dieta equilibrata è parte integrante dell’allenamento, ma con Fabrizio Bastelli, suo attuale allenatore in Azzurra 91, Mirco ha raggiunto una specie di tacito accordo.
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E le ragazze che posto hanno nella vita di un nuotatore professionista? La risposta è: “Le donne sono una grande tentazione e una bella distrazione ma... ho ritmi diversi, non posso fare le tre del mattino perché poi il giorno dopo non rendo negli allenamenti”. Il ragazzo fa due allenamenti in piscina da 6 km ciascuno, oltre alla palestra che a volte s’inventa a casa pur di alzarsi il più tardi possibile - a proposito del sonno… Mi spiega infatti che usa le casse d’acqua per fare bicipiti e tricipiti e i compagni di casa come bilancieri per gli squat... insomma la sua è una palestra al 100% casalinga. Tocchiamo anche argomenti scottanti come il doping. Mi dice che lui deve fornire un piano trimestrale della sua reperibilità perché i controlli possono essere fatti in piscina (in allenamento o in gara) ma anche a casa. E conferma
che purtroppo anche nella sua disciplina esiste il fenomeno - anche se in forma minore visto che non si parla di uno sport ‘ricco’ e quindi non ne varrebbe la pena. E la tecnologia? Mirco è super tecnologico, tablet e smartphone di ultima generazione, mi racconta, sono una presenza fissa durante i suoi viaggi e ha appena ordinato l’ultimo telefonino di Google. Concludo con una domanda che mi viene spontanea: “cosa farà Mirco da grande?” Mi risponde di ritenersi fortunato perché potrebbe rimanere nell’arma (e non gli dispiacerebbe) o continuare nell’ambito del nuoto. Con il suo solito sorriso mi precisa: “Ma di certo non come allenatore... è un lavoro difficile, specialmente se fossero tutti golosi come me”.
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SPIAGGIA
Piccolo prontuario su chi potrebbe essere il vostro vicino d’ombrellone. di Tess Masazza
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’è chi si ‘spiaggia’ come una lucertola nell’attesa di un’ustione di primo grado, chi conversa seminudo con il vicino d’ombrellone sul quanto avrebbe preferito andare in montagna per le vacanze, chi rischia l’insolazione post-pranzo giocando a racchettoni con cinque dei dodici nipotini della cugina, chi invade lo spazio vitale altrui come se la spiaggia fosse tutta loro o, ancora, chi crede che assomigliare a Pauly D di Jersey Shore sia il massimo del cool. Ogni estate, la spiaggia (vale anche per il lago, le piscine naturali e le oasi del Sahara) diventa testimone dello stato psicologico
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di chi, come la maggior parte degli italiani, decide di trascorrere le vacanze al mare. Schematizzare le persone in tipologie ben precise sarebbe scorretto nella vita in generale (almeno che uno sia leggermente paranoico) tuttavia al mare – dove animi ed epidermidi vengono brutalmente spogliati dopo mesi d’ibernazione - un piccolo prontuario su chi potrebbe essere il nostro vicino d’ombrellone può tornare utile. Maxim ha individuato alcuni ‘tipi da spiaggia’ puntando sul fatto che l’opinione che hanno di loro stessi, non sempre coincide con quella degli altri.
VACANZE AL MARE
COME LA IMMAGINIAMO
COM’è IN REALTà
Il playboy
COME SI VEDE LUI
COME LO VEDONO LE DONNE
Zoolander
Casino Royale (2006) Pauly D di Jersey Shore
Sexy Beast
COME LO VEDE IL VICINO DI OMBRELLONE
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mmirare la sua bellezza non è un diritto ma un dovere: dopo mesi di allenamento in palestra e ore dall’estetista, è il meno che possa pretendere da chiunque lo circonda, conchiglie e alghe marine comprese. Sulla passerella – anche chiamata lungomare – sfila con tanto di slip aderenti, colori accesi e olio scintillante spalmato fino all’interno dell’orecchio, ma mai 118
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COM’è IN REALTà con un borsone o telo di mare: l’uomo ‘bello’ si asciuga al sole. Innamorato di se stesso (sindrome del narcisista), il playboy passa il suo tempo a toccarsi i capelli, contrarre i pettorali, fare movimenti strani che, secondo lui, sottolineano la sua perfezione e contemplarsi in qualunque cosa rifletta la sua immagine. Ecco perché fissa chiunque abbia degli occhiali da sole.
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artiamo dal presupposto che per essere considerato dall’immaginario collettivo un surfista, uno vero, non basta saper cavalcare l’onda, ma è fondamentale essere australiano, biondo, figo, abbronzato e bere birra come se fosse acqua. Questo stereotipo esaltato all’ennesima potenza è la chiave per entrare nella crew di chi sfida Madre Natura a colpi di tavola, bermuda a cavallo basso e boccoli dorati. Ricordiamo alle donne che i
surfisti non hanno tempo per flirtare. Le storie d’amore sono per loro come le rotelle alla tavola da surf: inutili e ingombranti. Ai non intenditori invece, ricordiamo che fare surf non significa necessariamente essere mangiato vivo da uno squalo bianco e infine, ricordiamo ai surfisti in erba che non ci sono onde nel mare mediterraneo e che bere birra sotto il sole fa male. Molto male.
COME SI VEDE LUI
COME LO VEDONO LE DONNE Surfer Dude
Point break
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COME LO VEDE IL VICINO DI OMBRELLONE
Surf school
COM’è IN REALTà
Il surfista
COME SI VEDE LUI
COME LO VEDONO LE DONNE Plein Soleil
Pass at me di Timbaland feat Pitbull
Pirati dei Caraibi
COME LO VEDE IL VICINO DI OMBRELLONE
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Fantozzi
COM’è IN REALTà
IL CAPITANO
’è chi l’ha piccolo, chi grande, chi lo usa tutti giorni e chi occasionalmente. C’è quello che piace alle femmine e quello che fa ingelosire i maschi, ma una cosa è certa, è l’oggetto di desiderio di cui ogni uomo andrebbe fiero poiché inconfondibile fonte di potere. Non fatevi idee strane, stiamo parlando di yacht, motoscafi, battello, barche, nave, vaporetto… insomma qualunque cosa galleggi sull’acqua che non sia una canoa. Essere il capitano di una barca è chic, esserne il
proprietario lo è ancora di più: è quindi legittimo vantarsene con tanto di pantaloni bianchi rigorosamente stirati, sigaro cubano in bocca, soprannomi assurdi e donne siliconate a prua. Se alcuni organizzano dei party in perfetto stile Flavio Briatore, altri, come dei veri e propri lupi di mare si avventurano verso l’orizzonte sperando di pescare qualcosa per cena. In entrambi i casi – se il pesce abbocca – il suo sentimento di possesso ed egocentrismo si farà eccessivo.
COME SI VEDE LUI
L’ANIMATORE COME LO VEDONO LE DONNE
Dirty dancing
Les Bronzes
COME LO VEDE IL VICINO DI OMBRELLONE
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struttore di acqua gym, promotore del Coco Bingo Club, professore di cha cha cha o ancora DJ dalle 14 alle 14.30 presso il bar della spiaggia: l’animatore è colui che indossa la bandana come se facesse parte integrante del suo corpo color cioccolato carbonizzato e che, quando meno te lo aspetti, piomba sotto l’ombrellone con un buonumore irritante quanto la sabbia nel costume. Pensavate che la macarena fosse
COM’è IN REALTà passata di moda? Vi sbagliavate. Pensavate che nessuno sano di mente fosse capace di fare dei “movimiento muy sexy” sotto 40° senza svenire? Vi sbagliavate. Che sia per chiederti di partecipare al gioco caffè insieme a una turba di vecchietti impazziti o per provarci con la tua ragazza con tanto di accento sud americano, l’animatore sta alle persone come la sabbia sta alla pelle zuppa di crema solare: appiccicoso. MAXIMITALY.COM
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IL FASCINO SENZA TEMPO DI
MAHÉ
Un viaggio alla scoperta di un mare unico al mondo. È quello che offre Mahé, isola maggiore dell’arcipelago dell’Oceano indiano noto come Seychelles. Colonizzata dagli inglesi nel 1609, l’isola ha da sempre conquistato per i suoi cibi esotici, per le musiche e l’arte locale, per i suoi colori da sogno. La qualità delle strutture ospitanti odierne raggiunge standard da capitale europea con suite e camere deluxe. La nostra scelta per quest’estate è il Coral Strand Smart Choice Hotel, nella paradisiaca spiaggia Beau Vallon Bay, proprio sull’isola di Mahé. Sorge su una spiaggia bianca con vista sull’Oceano indiano. Info: www.coralstrand.com
MAXIM DESTINAZIONE PARADISO
ALLA SCOPERTA DELL’ISOLA DEGLI
DEI
È una della 14.000 isole dell’arcipelago indonesiano, fa parte delle Isole della Sonda minori. Il paradiso in terra si chiama Bali e comprende tutto il desiderabile dall’umana sorte: fitta vegetazione, colline terrazzate, lunghe spiagge, feste popolari che risalgono alla notte dei tempi, oltre 20.000 templi. In quattro parole: divertimento, cultura, mare cristallino. Info: www.edenviaggi.it
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MISTRAL… COLORS OF THE WIND Il giovane manager Enrico Griggio torna a far soffiare il vento di Mistral sul mercato internazionale. di Matteo Musso e Francesca Tomagnini
Enrico Griggio - foto di Alessandro Vitulano
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axim incontra Enrico Griggio. Classe 1974, il giovane manager con alle spalle tantissime esperienze nate all’interno del settore vendite del gruppo Marzotto, passa poi al marchio Pal Zileri e approda successivamente in Diesel, interfacciandosi con i principali players del settore abbigliamento. Adesso riveste il ruolo di sales manager in PDA Fashion Consulting di Padova coordinando il team di vendita worldwide insieme all’ufficio stile e marketing per la promozione, la creazione e il rilancio del prodotto Mistral.
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Signor Griggio, Mistral è un brand che nasce nel 1976 e in pochissimo tempo spopola tra la generazione degli anni 80. Ci può raccontare la storia di questo brand? Il marchio Mistral prende il nome dal vento che dalla valle del Rodano scende attraversando la Costa Azzurra e raggiunge il Mediterraneo e le famose località dedicate agli sport d’acqua ai quali Mistral è fortemente legato. L’avventura di Mistral nasce nel 1976 quando il marchio si impose sul mercato con una vela che riportava il famoso logo Mdot.
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Nelle decadi successive il successo continua grazie alla sempre maggiore diffusione del windsurf come sport amato dai giovani di tutto il mondo e Mistral si afferma come lifestyle brand per tutti coloro i quali amano la vita di costa in tutte le sue sfaccettature. Nel ricordo dei quarantenni di oggi Mistral rappresenta l’universo sportivo e, in particolare, quello del windsurf, ma oggi Mistral è un total look. Ci racconta questa evoluzione? Oggi Mistral è un marchio trasversale che coinvolge varie licenze e categorie merceologiche, dalle tavole da windsurf a quelle da SUP (Stand Up Paddle, specialità in rapida diffusione), calzature, borse, Mistral clubs e naturalmente abbigliamento. Quali sono quegli elementi a cui Mistral non può assolutamente rinunciare? Come in passato le collezioni presentano una grande varietà di costumi e di t-shirt e si completano con un’interes-
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sante offerta di polo, pantaloni, felpe e alcuni capi tecnici e funzionali. Ricerca sul prodotto e attenzione ai nuovi trend sono elementi che contraddistinguono il nostro lavoro. Il controllo dell’intera filiera ci permette inoltre di offrire un ottimo compromesso qualità/prezzo che ci rende molto competitivi nell’attuale situazione di mercato. Quali sono in questo momento i mercati più importanti per il vostro brand? A oggi lavoriamo in forte sinergia con importanti partner internazionali grazie ai quali Mistral è presente in molti Paesi europei, tra cui Italia, Spagna, Germania, Nordics, Grecia e Turchia. Il marchio sta riscuotendo notevole interesse anche in Nord e Centro America, Stati Uniti, Messico e ovviamente la zona dei Caraibi e le famose località turistiche. Mistral rappresenta il mondo dell’estate, del vento, del mare, del sole, ma abbiamo avuto piacere di vedere una bellissima e innovativa collezione A/I. Ci racconta quali sono le caratteristiche di una collezione che si rivolge a una stagione che non è propriamente la vostra? Non le nego che non è semplice traghettare il messaggio Mistral anche in inverno ma l’inserimento di capi funzionali e accattivanti ci ha permesso di conquistare la fiducia dei principali buyer. I nostri piumini leggeri, ad esempio, complice anche un clima freddo piuttosto prolungato, hanno avuto particolare riscontro. C’è da aggiungere poi che la formula Mistral=estate non è valida ovunque. In Giappone ad esempio Mistral è conosciuto come un marchio prettamente invernale… ma si tratta di un caso isolato. Siamo rimasti colpiti da una tavola da surf unica sul mercato, una tavola gonfiabile che si può trasportare in uno zaino ma con le caratteristiche tecniche, una volta gonfiata, di una super tavola. Ci racconta di chi è stata l’idea e il perché di questo prodotto unico? Il SUP è nato negli anni 60 alle Hawaii grazie ai Waikiki Boys che si alzavano sulle loro longboard e pagaiavano mentre scattavano foto ai turisti surfisti in vacanza e nei tempi odierni si è trasformato in una radicale specialità per surfare le onde. Da qualche anno è nato il SUP gonfiabile, un prodotto veramente innovativo per la facilità di trasporto, infatti esso, una volta sgonfiato e messo nello zaino in dotazione, occupa uno spazio ridottissimo e può essere riposto ovunque. Sappiamo che è difficile e arduo riposizionare un brand
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che in passato è stato leader nel suo segmento, ma abbiamo notato che voi più di altri state lavorando in maniera determinata per riportare il brand ai vecchi albori. Quali sono oltre le motivazioni economiche gli stimoli che vi portano ad affrontare questo arduo percorso? Considerata l’attuale situazione di mercato non è sicuramente semplice intraprendere un percorso come questo. Senza dubbio ci vuole passione e volontà di raggiungere gli obbiettivi; come un surfista vuole dominare l’onda, più grande è la sfida più grande è la soddisfazione. Quando abbiamo approcciato Mistral per avere le varie licenze abbiamo intravisto il grande potenziale della tradizione per dare continuità e consistenza al nostro progetto. Oggi più che mai il mercato chiede marchi autentici, in grado di superare le mode del solo momento; si cercano prodotti di qualità con una certa attenzione al prezzo… tutte prerogative del nostro lavoro. Come vede Mistral tra 5 anni? Il nostro impegno è rivolto a fare di Mistral un marchio leader nello sportswear evoluto. Insieme all’abbigliamento stiamo intraprendendo nuove iniziative, tra le più recenti cosmesi e accessori, per rendere la nostra offerta sempre più completa. È il marchio stesso che ci trasmette la passione necessaria per vincere tutte le prossime sfide. Pitti, Bread&Butter e Premium, quando vi vedremo in una di queste tre manifestazioni rivolte al trade? Lo scorso anno Mistral ha esposto al Bread&Butter edizione estiva riscuotendo forte interesse da parte dei players internazionali. È stata l’occasione per stringere importanti sinergie. In seguito abbiamo partecipato alla CPM di Mosca e al Surf Expo di Orlando, Florida. Vogliamo partecipare presto anche al Pitti, per riconfermare Mistral tanto nel panorama nazionale quanto internazionale. Il nostro desiderio è quello di creare un evento emozionale che sappia trasmettere la gioia di vivere di Mistral.
Per chiudere, Lubiana e Palermo sono i primi due monobrand da voi aperti, a quando i prossimi e dove? Le prossime aperture previste sono quelle di Barcellona, Ibiza, Mallorca; in fase di apertura anche famose località italiane. I nostri partner europei ci stanno supportando con aperture nei vari paesi di competenza. Altri importanti progetti sono legati all’area caraibica, di grande richiamo turistico, e segnalo per ultimo - ma non certo per importanza - quello di Miami. Senza sbilanciarmi troppo, le anticipo che siamo in contatto con Cuba per aprire anche lì… ovviamente Maxim è invitato all’inaugurazione.
Alexis Pinturault
QUASI… ESTREMI di Roberta Lo Baido
Tre sport diversi, una sola costante: l’adrenalina. Le caratteristiche fondamentali di ognuno? la felpa per la bicicletta, gli scarponcini per il trekking e Il chiodo in pelle per la moto.
LE COQ SPORTIF
Look ispirazione bicicletta
PENN-RICH BY WOOLRICH
Dal taglio classico con effetto melange.
NORTH SAILS
Classica in cotone con zip.
IUTER
U.S. POLO ASSN.
GAUDÌ
PIAZZA ITALIA
Moderna con collo morbido.
Con zip laterale dall’aspetto vintage.
Con cappuccio in pelo e bottoni.
Con tasche e lacci al collo.
bike LOTTO
Felpa in cotone con cappuccio.
ABICI
Scappatella, pieghevole con telaio in ferro.
LE COQ SPORTIF T-shirt con stampa.
FREDDY
Pantaloni in felpa di cotone.
PARADIVER DI SAMSONITE
Zaino hi-tech con schienale imbottito.
GARMIN
Edge 510, computer dedicato al ciclismo.
CONVERSE
Sneakers alte alla caviglia.
SIGG
Borraccia ecologica.
NEIL BARRETT
Berretto in pelle colorata.
CAMPER
Himalaya di Bernard Willhelm. Con caratteristiche tecniche.
DIADORA
Con trattamento stone washed e ceratura vintage.
CLARKS
Rivestimento interno in gore-tex e suola vibram.
trekking CAR SHOE
Con lacci colorati a contrasto.
SANTONI
Dallo stile retrò rivisitato in chiave moderna.
WOOLRICH WOOLEN MILLS Look ispirazione trekking.
GEOX RESPIRA
In pelle con dettagli in camoscio.
SELECTION MAXIM STETSON
Cappello in panno con piuma laterale.
DOCKERS
Camicia a quadri colorati.
ETRO
Giacca quattro tasche con dettagli colorati.
ETON
Eccentrica cravatta con stampa.
MCS WE THE PEOPLE
Pantaloni dal taglio classico in fustagno.
PIQUADRO BY ANTONIO MARRAS
Zaino dall’aspetto vintage con dettagli in pelle.
RAPARO
Stivale in feltro con fondo cuoio-gomma.
GALLO FERRINO
Compagna perfetta per escursioni in quota.
Calzettone in lana grossa. MAXIMITALY.COM
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BOMBOOGIE
BLAUER
Con dettagli in maglia sul collo, sui polsini e in vita.
Dall’aspetto vintage con tasche laterali.
CYCLE
Look ispirazione moto.
HTC
Dall’effetto used e borchie sul colletto.
MCGREGOR TWENTY ONE Con zip laterale e interno colorato a contrasto.
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GAS MAXIMITALY.COM
Con bottoni sul collo e cuciture a vista.
G-STAR
Con zip sul davanti e sulle maniche.
m o t o
DAINESE
T-shirt con stampa moto.
MOMO DESIGN
Hero, casco in pelle con logo bianco.
DESIGUAL
Borsa con dettagli colorati in tessuto.
DONDUP
Cintura con borchie.
TRIUMPH
Giacca tecnica in pelle.
salvatore ferragamo
Guanti in pelle matelassé.
LEVI’S
Jeans dall’aspetto vintage.
YAMAHA
Xjr 1300, moto in stile retrò. Combina il classico design del motore raffreddato ad aria con tecnologia evoluta.
GUARDIANI SPORT
Sneakers in pelle con borchie.
GANT RUGGER Perfetta per l’occasione.
ETON Per un tocco di eleganza in più.
S.T. DUPONT Per accendere con stile.
LARDINI Tipico colore cubano.
HACKETT LONDON Comodi ma allo stesso tempo classici.
THE BRIDGE Per portare con sé il necessario.
MÜHLBAUER Accessorio irrinunciabile.
CORNELIANI Per impreziosire.
A[P]PUNTI DI STILE
ETRO Per non passare inosservati.
Per uno stile da vero cubano l’eleganza è fondamentale, con piccoli accorgimenti sulle tonalità di colore da scegliere e sugli immancabili accessori, otterrete un ottimo risultato. Per voi alcuni consigli direttamente da Cuba.
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MAXIM MODE
Canna da pesca CAPERLAN DA DECATHLON
Cappello FERRINO
Giacca PIRELLI PZERO Camicia LEVI’S
Pantaloni TIMBERLAND
Borsa MCGREGOR
Cover per iPhone 5 ROLLEI
Stivali HAVAIANAS
METTIAMO CASO CHE...
Mettiamo caso che… vogliate passare una giornata all’aria aperta immersi nella natura, svagandovi con una sana attività, come la pesca. Abboccate ai nostri consigli e date un colpo di coda al vostro look. di Roberta Lo Baido e Francesca Tomagnini 140
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Alessandro Bonanomi, ex pallanuotista e oggi richiestissimo trainer di crossfit e weightlifting, volto e corpo di Dirk Bikkembergs, posa per Maxim.
PARKA ERMANNO SCERVINO JEANS BURBERRY BRIT
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GIACCA E CAPPA SALVATORE FERRAGAMO PANTALONI GUCCI
SCIARPA SALVATORE FERRAGAMO PANTALONI IN MAGLIA DIRK BIKKEMBERGS PUUL IN VITA ERMANNO SCERVINO UNDERWEAR CALVIN KLEIN BOOTS CALVIN KLEIN COLLECTION
PUUL IN MOAIR GUCCI PANTALONI GAETANO NAVARRA BOOTS CALVIN KLEIN COLLECTION
SCIARPA GAETANO NAVARRA GILET IMBOTTITO ERMENEGILDO ZEGNA COUTURE JEANS BYBLOS GUANTI SALVATORE FERRAGAMO
GIACCA IN ASTRACAN DIRK BIKKEMBERGS PANTALONI IMBOTITTI JET SET BOOTS CALVIN KLEIN COLLECTION
CAPPOTTO IN VISONE RASATO BURBERRY PANTALONI IN MAGLIA DIRK BIKKEMBERGS
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MAXIM NEX MODE ICON
Tu vuo’ fa’
l’americano…
Maxim incontra il giovane stilista Mario Dice, americano nel modo di pensare, ‘terrone’ nel modo di amare. di Tess Masazza
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e è vero che i momenti socio-economici difficili come quello che stiamo vivendo portano alle svolte, allora l’omonimo marchio di Mario presto non avrà più bisogno di presentazioni. A trentaquattro anni e dopo un percorso ricco d’incontri, viaggi ed esperienze, lo stilista ha deciso di dare una svolta alla sua carriera. Ci ha spiegato come e perché. Sei giovane eppure hai già fatto un sacco di cose nella tua vita come volare a New York all’età di quattordici anni con un’unica consapevolezza: quella di avere talento. Già all’età di tredici anni sapevo di voler diventare uno stilista di moda e sentivo che nulla avrebbe potuto fermarmi. Non avendo seguito un percorso accademico, ho pensato di mandare i miei disegni a qualche casa di moda solo per avere un parere e per avvalermi del consiglio di un esperto. La maison Trussardi è rimasta colpita dal lavoro che le avevo mandato al punto di presentarmi il responsabile Ufficio Stile della ck, la seconda linea di Calvin Klein. Questa persona mi ha detto che avevo talento e che avrei dovuto provare a lavorare a New York. Non aveva ancora finito la frase che già stavo facendo le valigie. Quanto ti ha influenzato questa esperienza? Durante i quattro anni passati nella grande mela, ho lavorato e imparato tantissimo. Ho collaborato con Calvin Klein per la linea bimbo e la linea ck, ho incontrato tante persone e ho anche lavorato per la casa di moda di Donna Karan. Gli americani hanno una visione della moda molto diversa da quella italiana. Il direttore creativo di Calvin Klein, Kevin Carrigan, una volta mi ha detto: “Voi italiani fate i sogni, noi americani facciamo i soldi”. Sono cresciuto professionalmente con questa visione, studio le mie collezioni in modo pratico. Ci racconti della collaborazione con la casa di moda Trussardi. Tornato in Italia, ho collaborato con numerose case di moda, ho fatto da consulente per alcune celebrity e ho perfino lavorato come illustratore per una rivista di moda. Il mio percorso in casa Trussardi è iniziato cinque anni fa quando il direttore creativo di allora, Milan Vukmirovic, mi ha chiesto 150
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Mario Dice
NEXT MODE ICON MAXIM
Collezione AI 2013-2014
di diventare il suo assistente personale. Per quattro anni e mezzo, ho seguito le prime linee al suo fianco finché è subentrato Umit Benan che ha preso il suo posto. Dopo la partenza di Milan, ho continuato a occuparmi della linea 1911 ed ho curato anche le seconde linee della ‘Tru’. Poi, alla fine, sono andato via anch’io. Una decisione, quella di lasciare Trussardi, molto significativa visto che hai deciso di fondare il tuo omonimo marchio. Oggi ti senti più un creativo o un imprenditore? Oggi, all’età di trentaquattro anni, ho pensato che era il momento giusto per
intraprendere questo percorso ‘in solitario’. Ho acquisito negli anni l’esperienza e la maturità per diventare un imprenditore a tutti gli effetti perché, se vuoi fondare il tuo marchio, devi riuscirci e devi essere anche bravo. Prima ancora di disegnare i primi capi della mia collezione, ho dovuto gestire tutte le cose che, in una grande azienda, vedi marginalmente come: lo studio del mercato, la produzione, la distribuzione, la comunicazione ecc. Da questo punto di vista, gli anni passati al fianco di Milan sono stati fondamentali. Come definiresti il tuo stile? Essendo meridionale sono molto an-
corato alle tradizioni sartoriali, tutto deve essere impeccabile. Il mio stile è elegante, classico e pratico. Non mi piacciono le persone troppo ‘fashion’ ed eccentriche. Il tuo marchio è giovane e il tuo compito è di farlo conoscere: tra un post di un blogger che indossa un tuo capo e un piccolo box su una testata di moda cosa scegli? Seguo pochissimo i blogger, anche se mi rendo conto di quanto siano influenti. Sono della vecchia scuola e quindi direi che avere un articolo, anche piccolo, su una nota rivista di moda è una grande soddisfazione.
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LA FORMULA
PERFETTA
C’è a chi piace morbida, chi la vuole sentire ma non così tanto, chi la ama profumata e chi invece fragrance free e poi c’è chi preferisce l’olio. Tranquilli stiamo solo parlando delle creme solari. Texture per tutte le esigenze. di Alessia Sironi
IL MACHO L’ERBOLARIO
L’Unguento superabbronzante è stato studiato per intensificare l’abbronzatura già esistente ed è formulato con coloranti vegetali come il mallo di noce e l’olio di carota che con l’azione del sole fissano sulla pelle un colore ambrato naturale. L’aloe invece restituisce l’idratazione e la morbidezza che toglie il sole per una pelle lucida e setosa. www.erbolario.com
GLI IRRUDUCIBILI SISLEY
Super STick Solaire Zone Sensibili Spf 30 è indicato per le parti più a rischio come labbra, zigomi, contorno occhi, naso e fronte: è resistente all’acqua e oltre all’azione protettiva preserva levigatezza e morbidezza grazie ai suoi principi nutrienti e idratanti. La formula è incolore e perfetta per gli sportivi che non si fermano mai. www.sisley.it
PAGHI UNO PRENDI TRE TRANSVITAL
Il Global Anti Age Sun Protection Sistem svolge sulla pelle dell’uomo una triplice azione: anti age, anti dark spot e water captor perché oltre a proteggere il viso dalle rughe causate dal sole, evita la formazione delle antiestetiche macchie e incrementa l’idratazione contrastando la desquamazione. Non ultimo, stimola la melanina e la formula è water resistant. www.transvital.ch
PER L’UOMO TECNOLOGICO LANCASTER
Con la nuova tecnologia Infrared la protezione firmata Lancaster è più completa. Invisible Mist Wt Skin Application Sublime Tan non lascia nessun tipo di traccia neanche sulla pelle bagnata: vaporizzata sulla pelle elimina automaticamente l’acqua dalla superficie creando un’affinità immediata. Per proteggersi in qualsiasi momento. www.coty.com
MASCHIO D’ALTRI TEMPI PREP
L’Olio Solare Spray Dermoprotettivo SPF 6 è perfetto per le pelli più scure e già abbronzate: la protezione è affidabile e immediata grazie al bilanciamento dei filtri Uva e Uvb: La texture emolliente e leggera si fonde con la pelle senza ungerla e in più è arricchito da vitamina E ed è resistente all’acqua per lunghe nuotate senza pensieri. www.prepweb.it
BEAUTY MAXIM
Esistono tre tipi di maschi. Forse ce ne sono molti di più, ma noi abbiamo costruito tre profili di uomini in vacanza: quelli che non smettono un attimo di fare attività sportiva e da mattina a sera non conoscono il significato della parola relax; i pigri, che non si schiodano un attimo dal lettino e a fatica si alzano per andare a mangiare al bar, e i “noiosi”, quegli uomini cioè che non sono mai contenti, se sono al mare vorrebbero essere in montagna, e se si trovano a camminare tra i boschi a duemila metri vorrebbero essere
DIFESA AD OLTRANZA CLARINS
Lo Spray Solaire Lotion Non Grasse Uva/Uvb 15 è dotato di un complesso multiprotezione cellulare per preservare la giovinezza della pelle e proteggere le cellule dell’epidermide. In questo modo le difese sono rinforzate e l’invecchiamento fotoindotto perfettamente neutralizzato. www.clarins.com
IO SONO DELICATO GALENIC
Lo Spray Solaire Lotion Non Grasse Uva/Uvb 15 è dotato di un complesso multiprotezione cellulare per preservare la giovinezza della pelle e proteggere le cellule dell’epidermide. In questo modo le difese sono rinforzate e l’invecchiamento fotoindotto perfettamente neutralizzato. www.clarins.com
invece sdraiati su una spiaggia bianca ai Caraibi. Ma il bello è che per ognuno dei “nostri” maschi c’è il prodotto giusto che semplifica la vita, soprattutto sotto il solleone dove, quest’anno più che mai, è necessaria una protezione ottimale. Perché sarà anche rilassante starsene per ore sotto i raggi senza pensare a niente, ma l’invecchiamento è sempre in agguato. Anche per i più machi. E non ci sono mosse di kick boxing o krav maga che tengano, perché i segni del tempo si combattono solo a suon di protezione.
UNO PER TUTTI E TUTTI PER UNO COLLISTAR
Lo Spray Abbronzante Idratante SPF 30 è trasparente e fresco e si applica facilmente su tutto il corpo penetrando immediatamente e lasciando la pelle morbida ed elastica. La formula è anti-sabbia, resistente all’acqua e al sudore e quindi ideale per tutti gli sportivi. Inoltre può essere utilizzato indistintamente su viso, corpo e capelli. www.collistar.it
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Crème Protectrice Sublimante Visage SPF 15 è ideale per proteggere il viso dai raggi Uva e Uvb: oltre a regalare un colorito omogeneo mantiene un’idratazione costante evitando l’insorgere di rughe e segni d’espressione. www.dior.com
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STOP AI DANNI SHISEIDO
Expert Sun Aging Protection Cream SPF 30 aderisce alla superficie cutanea come una seconda pelle assicurando una protezione ottimale dai danni cellulari e fotoinvecchiamento causati dall’esposizione solare. In questo modo rughe e macchie sono in questo modo scongiurate. www.shiseido.it
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MAXIM MAXIM EVENTI
CAPRI VIP
CHAMPION
di Amanda Israel
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ip in campo per tornei di calcetto e tennis, ma anche relax e aperitivi in piscina e serate tra buon cibo e balli scatenati. A Capri con “Vip Champion” è cominciata un’estate imperdibile tra sport, glamour e mondanità. È la bella Francesca Chillemi a fare da madrina all’evento organizzato da Giuliano Annigliato e Domenico Zambelli con la Pr Alessandra Grillo nella suggestiva isola dei Faraglioni. Tanti i volti noti: dai calciatori Mirante,
Quagliarella, Stendardo, Bianchi, Fabbrini ad Alfonso Signorini, Barbara D’Urso, Costanza Caracciolo, Elenoire Casalegno, Biagio Izzo, Tosca D’Aquino, Ana Laura Ribas, Nina Zilli, Alessia Ventura, il top model Andrea Preti e i blogger Chiara Biasi e Mariano Di Vaio. Gli ospiti si sono divertiti tra sfide sui campi di Anacapri e serate al chiaro di luna. Perché a Capri non ci si annoia mai, di giorno e di sera. E i vip lo sanno.
Domenico Zambelli fra Alessia Ventura e la ballerina Samantha Togni con il calciatore Oscar Branzani
Ai bagni Nettuno il campione d’Italia Fabio Quagliarella e la soubrette Alessia Tedeschi
Elenoire Casalegno con il compagno Sebastiano Lombardi
Nina Zilli da Paolino
Francesca Chillemi
La show girl Maria Mazza e la fotografa Maura Soldati Materazzi
CLEOFE FINATI BY
ARCHETIPO
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rande successo alla sfilata di Cleofe Finati by Archetipo che si è svolta domenica 23 giugno alla Sala Sfilate di Sì SposaItalia a Fieramilanocity. In passerella i modelli della collezione 2014 avvolti in un’atmosfera suggestiva: preziosi tessuti, lussuosi dettagli e tagli magistrali sono gli elementi principali delle novità che Cleofe Finati byArchetipo propone per il prossimo anno, insieme a tessuti al 100% naturali provenienti dalle migliori aziende italiane. Per informazioni: www.archetipo.com
MARCO
CIMINO
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i chiama Marco, ha 29 anni (li ha compiuti il primo luglio, auguri) e la sua arma segreta è un paio di forbici. L’hair stylist più richiesto al nord del Po anche quest’estate metterà a disposizione del suo club di clienti estro e creatività. Perché è sempre un buon giorno per darci un taglio. Per informazioni: Down Town Hair Studio: 02 76005663
OCCHIO DI VENERE di Oriana Guidi
Nella foto la dott.ssa Dvora Ancona, medico chirurgo estetico di Milano / New York, si occupa di ringiovanimento, nutrizione, laser, ripristino dei volumi nel volto e del corpo senza l’uso del bisturi.
PELLE VELLUTATA SEMPRE La pelle presenta pori indipendentemente dallo stato della salute. Questi sono essenziali perché forniscono gli oli per mantenerla morbida e idratata. Vi sono però condizioni che determinano un ingrandimento dei pori: può essere dovuto a infezioni o ostruzioni, ma può anche essere il risultato di abitudini igieniche e alimentari errate. Le cause sono due: la genetica e l’età. Inoltre la pelle al sole si assottiglia causando avvallamenti ai bordi del poro facendolo apparire più grande. Quando i pori si ostruiscono con sporcizia e batteri, cominciando ad accumulare grasso, subiscono un aumento di diametro e si dilatano. Si può ovviare tenendo la pelle pulita. Può essere utile usare un farmaco per uso topico o un detergente delicato per il viso che contiene retinolo o vitamina C. Questi antiossidanti aiutano la pelle ad aumentare la produzione di collagene ed elastina, aiutando la pulizia dei pori. Ma come curare e combattere la pelle che presenta pori dilatati? Ne abbiamo parlato con la dottoressa Ancona. Cosa si può fare in caso di pori dilatati? Noi medici estetici possiamo occuparcene grazie a trattamenti che ne deter-
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minano la riduzione e tramite detergenti esfolianti. Quali sono i trattamenti di uso comune per chiudere i pori dilatati e i piccoli residui estivi dell’acne? Ve ne presento due: Peeling Ferulac e New Golden Lift. Il primo si chiama Ferulac, arriva dalla Spagna e per i suoi componenti a base di acido ferulico, floretina, retinolo e ceramidi è in grado di rinnovare la parte più superficiale della pelle, restringendo i pori, attenuando le rughe, schiarendo le macchie e restituendo un incarnato uniforme compatto e luminoso. Si uscirà dallo studio in forma perfetta. La seduta dura circa 30 minuti, e come avviene il trattamento? Dopo la detersione si procede con l’applicazione del Ferulac su tutto il viso massaggiandolo per farlo penetrare. Il prodotto si applica per 3 volte fino a ottenere una maschera omogenea.Alla fine del trattamento si consiglia di non sciacquare per almeno 6 ore così da potenziare l’effetto. I trattamenti vanno ripetuti 4/6 volte, con la frequenza di 1 alla settimana. Il risultato? Riduzione dei pori, schiarimento delle macchie, compattezza della pelle, ringiovanimento del tessuto e una su-
per idratazione. E il New Golden Lift? È un ibrido di energia e tecnologia che permette, non solo di levigare la pelle del viso, ma anche di determinare un effetto volumizzante nel derma. Questa tecnologia segue il concetto della combinazione di energia calda ed elettrica con micro-aghi invisibili che agiscono, sia a livello del derma che dell’epidermide. Il trattamento non è doloroso e non ha effetti collaterali. Si ottiene con un effetto di riduzione del poro sulla zona trattata, con effetto “repulp”.Si stimola inoltre la rigenerazione del collagene, la produzione di elastina e l’auto produzione di acido ialuronico. Nell’immediato, si ha un effetto tensorio e i risultati persistono nel tempo. Il trattamento consiste nell’utilizzare il manipolo munito di una Tip monouso sul viso e collo effettuando più passaggi. I micro-aghi arrivano ad una profondità di 0,5 mm e grazie all’effetto ibrido combinatola paziente non avverte nessun disturbo e dura solo 15 minuti. Sono consigliati quattro/sei trattamenti a distanza di una/due settimane l’uno dall’altro. Per info: info@juvaskin.eu
I L M I O S O G N O : I M O T O S C A F I R I VA LA MIA MUSICA: RADIO MONTE CARLO
radiomontecarlo.net
LE BALENE
L A M I A PA S S I O N E : I L N U O T O
SPECCHIO DELLE MIE BRAME di Oriana Guidi
Nella foto il dott. Maurizio Cavallini, medico chirurgo a Milano, è specialista in chirurgia plastica. Si occupa di procedure di ringiovanimento del viso e del corpo sia dal punto di vista della chirurgia che della medicina estetica.
VITAMINE PER L’ESTATE Siamo ormai pronti per partire e goderci la bellezza dei paesaggi marini e del colore del sole sdraiati comodamente sul lettino prendisole. Le ossa si riscaldano, la pelle si scalda ma… sarà pronta a non scottarsi e a non sciuparsi? Sappiamo infatti che il sole provoca due reazioni importanti sulla pelle: la prima è relativa al fatto che induce una disidratazione rendendola più secca, raggrinzita e povera di acqua, la seconda è che distrugge e trasforma le molecole che la compongono e la rendono elastica e compatta (come ad esempio le fibre di elastina e di collagene). Cosa fare allora? Ne abbiamo parlato con il dottor Maurizio Cavallini, medico chirurgo a Milano, specializzato in chiurugia estetica. Cosa consiglia ai nostri lettori per proteggere la pelle durante l’estate? Anzitutto prendere il sole gradata-
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mente, bere tanta acqua durante il giorno e assumere integratori che aiutino la pelle a contrastare i fenomeni negativi (e che contengano Vitamina A, C, selenio, beta carotene ad esempio) e a rispondere più velocemente ai raggi solari producendo più melanina . Volendo preparare la pelle prima dell’estate, e ricostituirla a settembre cosa bisogna fare? Sicuramente, quando si torna dalle vacanze, con l’abbronzatura è molto utile nutrire la pelle effettuando una Biorivitalizzazione Cutanea. Di cosa si tratta? Si tratta dell’introduzione nella pelle del viso e del collo (ma si può fare anche nel decolleté o nel dorso delle mani per esempio) di un mix di sostanze che contengano vitamine, aminoacidi, acido jaluronico (che rinsughisce la pelle) e sostanze energetiche che rivitalizzano la pelle e le sue
cellule. Questo cocktail utilissimo per rimpolpare la pelle andrebbe fatto almeno una volta prima di esporsi e una al ritorno dalle vacanze per consentire alla pelle stessa di non subire stress eccessivi. In cosa consiste, nella pratica? Il trattamento è veloce (ci vogliono una ventina di minuti) e viene eseguito con un manipolo che appoggiato sulla pelle ne dilata enormemente i pori cutanei permettendo, la veicolazione all’interno della cute (la tecnica si chiama elettroporazione). Non è per nulla dolorosa e non lascia alcun segno, in modo da poter essere effettuato anche qualche giorno prima della partenza. In questo modo la pelle subisce meno danni, arriverà pronta all’esposizione al sole e manterrà un aspetto fresco, liscio e morbido. per info: www.mauriziocavallini.com
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