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And... the winner is
Gli ultimi giorni dell’anno sono perfetti per fare qualche riflessione e anche quest’anno sto mentalmente compilando la classifica di tutti quegli accadimenti, degni di nota, che hanno costellato il mio 2022. È una specie di lista della spesa dove gli ingredienti “base” come il sale, lo zucchero, il caffè, il latte, ecc. (che in una casa non devono mai mancare), si traducono in: quali libri mi hanno colpito, quali film mi sono piaciuti, quali belle chiacchierate ricordo, ecc. A metà della mia classifica mentale c’è il lavoro. Immaginare un parallelo con un’ipotetica lista della spesa mi risulta un pò difficoltoso, ma così al volo mi viene in mente la carta igienica. Diventa importante quando non ce l’hai e nei momenti topici, quelli risolutivi, l’augurio che ti fai è quello di “non mollare!”. Nell’ultima voce di una lista della spesa che si rispetti, non può mancare il “dulcis in fundo”. Nella sua doppia accezione può rappresentare contemporaneamente qualcosa di buono o, al contrario, di estremamente cattivo. Se ne deduce che l’ultima riflessione dell’anno è riferita al denaro. Quali soldi sono stati i meglio spesi nel 2022?
Mentre scrivo siamo a fine novembre e ancora non sono riuscita a decretare un unico vincitore, per cui ho deciso che quest’anno ci sarà un pari merito. I soldi meglio spesi sono stati per l’acquisto dell’aspirapolvere senza fili (Dyson) e per l’abbonamento a Netflix.
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In realtà l’aspirapolvere non è stato proprio un mio investimento... è il regalo di compleanno che ho ricevuto da mio marito. Ma non andiamo a sottolineare. In fondo cosa sono 400 euro in cambio di una colf H24 e per giunta gratis? Per la cronaca: la colf a casa mia sono solo io. Comunque, dopo circa sei mesi dal suo acquisto è Dyson ad occupare metà del podio dei soldi meglio spesi nel 2022. Mi spiace, ma solo chi lo possiede potrà capire davvero di quale miracolo io stia parlando. Mio marito a volte ne è persino geloso.
Ma adesso veniamo a Netflix. Ovviamente erano anni che sentivo parlare di questo servizio di streaming soprattutto per le innumerevoli serie televisive che sembra facciano impazzire anche il pubblico più esigente. Al contrario, per me non destavano alcun interesse. Per vari e molteplici motivi ho però desistito; da qualche mese sono una nuova abbonata. Oltre alle centinaia di serie tv, film, cartoni, ecc., c’è una sezione dedicata ai documentari.
Per me è stata una bellissima scoperta e in pochissimi giorni ne ho letteralmente fatto un’abbuffata.
Uno su tutti però mi ha completamente coinvolta sia mentalmente che emotivamente. Il documentario si intitola “American Factory”* e racconta di una fabbrica americana, più precisamente a Dayton in Ohio (importante polo industriale specializzato nella produzione automobilistica), chiusa per via della crisi. Lo stabilimento viene acquistato da un imprenditore cinese (un miliardario) che, oltre a fare affluire capitali, ha intenzione di trasmettere ai dipendenti statunitensi riassunti, anche i modelli produttivi e motivazionali del suo paese. Nella fabbrica di vetri per automobili lavoreranno quindi, fianco a fianco, operai cinesi e americani. Inizialmente il documentario sembra essere una sorta di esperimento sociale focalizzato sul confronto tra due differenti culture, ma allo snodarsi del racconto (che diventa un saggio economico-politico) le implicazioni sono tutt’altro che scontate e per nulla divertenti. Nessun buffo stereotipo da barzelletta: “c’era un americano furbo e un cinese ingenuo”, ma una realtà che non fa presagire nulla di buono. Il preludio di un pessimo prossimo futuro dove, sul finale del documentario, viene profetizzato che entro il 2030 saranno circa 375 milioni di persone a perdere il lavoro perché scavalcate da sistemi di automazione. A questo punto avete capito perché ho messo Netfilx sul podio dei soldi meglio spesi nel 2022?
Perché è solo ridando centralità alla conoscenza che possiamo sopravvivere alla realtà e, contemporaneamente, avere un’occasione per cambiarla.