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Quella volta che ad Anversa m’innamorai… dei diamanti

Marco Arzilli, con il fratello Michele, è il titolare di Arzilli Gioielli, la più antica gioielleria di San Marino. La storia d’amore fra gli Arzilli e i gioielli inizia 90 anni fa quando, nel 1932, Ferdinando, il nonno di Marco (che sin da bambino accompagnava suo padre a sistemare l’orologio della chiesa di Serravalle), decise di andare a fare apprendistato come orologiaio a Firenze. Iniziò così la professione di orologiaio e orefice, prima nei mercatini di Borgo Maggiore e dei paesi limitrofi (che erano un po’ i centri commerciali di quei tempi), gestendo il suo “banchetto” e poi nell’immediato dopoguerra, aprendo il primo negozio Arzilli. La bella sede attuale in pieno centro storico, ubicata in via Donna Felicissima, ha aperto nel 1969 grazie a un’intuizione di Giuseppe, il papà di Marco e fondatore di Arzilli Gioielli che, di ritorno dalla Francia, volle creare un negozio dal taglio internazionale. Marco è stato conquistato da questa professione quando era ancora all’Università, alla facoltà di economia e commercio. “Pensavo che la mia sarebbe stata una strada diversa da quella di famiglia, ma a un certo punto decisi di andare ad Anversa, la capitale mondiale dei diamanti, a stu- diare gemmologia. In Belgio m’innamorai perdutamente dei diamanti e in particolare dei “fancy” (rari e preziosi) che devono la loro colorazione (blu, rosa, gialla, verde, arancione, ecc.) alla particolare struttura chimica che li caratterizza. Quando tornai a casa avevo capito quale sarebbe stato il mio futuro”.

Così nacque

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Palazzo Arzilli

Perché la sua famiglia nel 1969 decise di aprire uno spazio come quello dove tuttora si trova il vostro negozio? “Mio padre aveva 25 anni e voleva creare una realtà commerciale differenziata e in un unico contenitore, come quelle che aveva visto all’estero. Nacque così il primo Tourist Shopping Center che è poi l’attuale Palazzo Arzilli. Tra i vari negozi che vi trovavano sede, su tre piani c’era la Gioielleria Arzilli e, all’ultimo piano, uno spazio di incontro in stile “terrazza Martini”, che si apriva sul bellissimo panorama sammarinese. Per anni abbiamo ricevuto l’appellativo di gioielleria più gra nde d’Europa e che tuttora sembra resistere. Mio padre ebbe la lungimiranza di creare un grande spazio di vendita con la merce completamente visibile, che si distaccava nettamente dai negozi tradizionali. In tanti anni, Vip internazionali hanno visitato Palazzo Arzilli: dagli sportivi agli imprenditori, dagli attori

Trasformare gioielli si può

Una vostra caratteristica peculiare è creare i vostri gioielli nel vostro laboratorio. “Abbiamo un nostro laboratorio addirittura da prima di aver aperto la sede attuale. C’è stato un tempo nel quale a lavorarci c’erano fino a 10 persone fra orafi e cesellatori, un periodo nel quale, oltre ai gioielli e agli orologi, si vendeva molto anche l’argenteria. I nostri trofei in argento, realizzati per il

Gran Premio di San Marino di Formula 1 dal 1981 al 2006, ne sono l’esempio per eccellenza. L’idea di avere il nostro spazio di creazione e produzione è nata perché in azienda abbiamo sempre voluto essere sicuri della qualità dei materiali e delle pietre preziose che proponiamo ai nostri clienti. Inoltre, avere un nostro laboratorio interno, oltre a fornire un servizio celere di assistenza sui gioielli, ci consente di “saltare vari passaggi commerciali” e questo si traduce positivamente sul prezzo d’acquisto”. Su cosa state puntando in questo momento? “Direi su due cose. La prima è la proposta di linee di gioielli che portano i nomi delle donne della nostra famiglia (o di chi ha collaborato con noi), a cominciare da quello di mia madre Dany: una donna e una mamma meravigliosa che è stata fondamentale con il suo gusto e creatività, nella storia e nello sviluppo della nostra attività.

Realizzeremo orecchini, collane, anelli e braccialetti che in sé racchiuderanno storie di donne vere e con una spiccata femminilità. Poi, la linea UN.ICO pensata per la vendita on-line: gioielli personalizzabili dal costo molto competitivo. Lei ha parlato di personalizzazione. Se un vostro cliente volesse trasformare un suo vecchio gioiello, potrebbe chiedervi di farlo? “Certamente. Può essere che si abbia un modello di gioiello che non piace più e lo si voglia trasformare in un altro. Possiamo esaudire questo desiderio fornendo un consiglio professionale e una realizzazione personalizzata. Grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie riusciamo a far vedere il gioiello in anteprima al cliente, per poi ricrearlo. Il bello dei gioielli è proprio questo: non muoiono mai, possono “rinascere” e vivere per sempre”. Vendete anche orologi? “Una parte dei nostri spazi è dedicata all’orologeria e ai suoi marchi prestigiosi. Questo è stato il primo settore nel quale mio nonno si è appassionato; questa passione si è poi tramandata a mio fratello Michele, che la porta avanti con competenza e professionalità. La stessa cura che dedichiamo all’assistenza ai gioielli la riserviamo anche agli orologi”. Nel 2019 avete aperto un negozio a Pesaro. Come sta andando?

“L’abbiamo inaugurato per festeggiare i 90 anni d’attività. Avevamo in animo da un po’ di tempo di voler aprire un altro negozio Arzilli fuori San Marino. A Pesaro abbiamo trovato uno spazio prestigioso, un ex negozio storico di calzature in Corso XI Settembre, la strada del passeggio dei pesaresi. Nonostante i due anni di Covid, posso dire che siamo molto soddisfatti. Ora le persone riconoscono i nostri gioielli e i pesaresi ci hanno accolto molto bene. Adesso, grazie al successo di questa prima esperienza, stiamo valutando di aprire altri negozi fuori dalla Repubblica con il nostro brand “Arzilli Gioielli”, in alcune importanti città turistiche italiane.

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