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pag In viaggio verso Emmaus

In viaggio

verso Emmaus

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Intervista all’autore Fausto Lammoglia

Dove nasce l’ispirazione per questo tuo nuovo libro?

In viaggio verso Èmmaus nasce dall’esperienza. In questi anni come educatore, come Capo Scout e come formatore sono stato spesso invitato a parlare di educazione alla Fede. Come possiamo aiutare i nostri ragazzi a camminare insieme a Dio? L’insieme degli appunti, delle domande che ho ricevuto e degli stimoli pervenuti sia dai partecipanti che dalle esperienze sul campo sono stati riorganizzati e trasformati in questo libro.

A chi è rivolto?

Ho cercato il più possibile di creare un testo aperto, che fosse fruibile a tutti coloro che si occupano di educazione dei giovani: genitori, catechisti, educatori e Capi Scout. Per questo il libro cerca di avere un linguaggio semplice ma al contempo il più fedele possibile. Inoltre, ho provato ad integrare le fonti principali che ritengo utili a questo percorso: la Scrittura, il Catechismo, le opere dei padri della Chiesa e di altre personalità importanti. Nel testo non c’è solo teoria: provo ad analizzare i passi principali dell’esperienza di Fede attraverso attività, testi e consigli pratici. Infine, tutta la discussione è accompagnata da quello che potrebbe aiutare gli educatori a lavorare su di loro: prima di tutto, infatti, è necessario continuare a camminare e crescere noi per primi per poter essere testimoni di Fede (tutto, alla fine, si basa su questo).

Quali sono i temi principali?

Il libro è strutturato in tre parti. La prima è quella dei “principi”: il centro, ovviamente, è l’incontro con Gesù, senza il quale nessuna azione educativa in ambito di Fede possa darsi. È la parte meno tecnica e più esperienziale, a cui senza dubbio tengo maggiormente. La seconda è quella della “cassetta degli attrezzi”: quali sono gli strumenti da adoperare? Ovviamente, in primis abbiamo la Parola di Dio, quindi i Sacramenti e la preghiera. La centralità di quest’ultima è tale che ogni capitolo del libro si chiude con un’invocazione per aiutarci a crescere nella preghiera. Quindi abbiamo altri strumenti quali il gioco, la narrazione, il canto, la comunità (insomma, strumenti che noi scout conosciamo bene). L’ultima parte, quindi, è quella del libretto di istruzioni: abbiamo una serie di attenzioni psicologiche e pedagogiche fondamentali per lavorare al meglio. La conclusione è un invito ad uscire (secondo l’invito di Papa Francesco). Non è per gli educatori in quanto tali, ma in quanto cristiani: andiamo insieme, torniamo a Gerusalemme!

Quindi c’entriamo anche noi Capi?

Beh, il principio siete stati proprio voi! La stesura del testo ha considerato il più possibile le domande e i dubbi di chi da Capo ha la missione dell’evangelizzazione. Non è una lettura “leggera”, ma al contempo è utilizzabile a pezzi. Oggi ho questo dubbio e leggo questa parte, ho avuto quest’altra esperienza e quindi voglio approfondire. Insomma, spero vi sia utile!

Fausto Lammoglia è nato a Savona il 10 settembre 1988. È professore di Storia e Filosofia al Liceo G. Bruno di Albenga. È formatore L/C e di CFT, Incaricato regionale alla Branca L/C e, da dicembre, Responsabile di Zona Altavia.

Papa Francesco: “È tempo di sottoscrivere un Patto Educativo Globale per e con le giovani generazioni”

Lo scouting e la genesi di un movimento

Più di un anno fa, era il settembre del 2019, con un messaggio, Papa Francesco proponeva un comune patto educativo e lanciava un evento mondiale che avrebbe dovuto tenersi a maggio 2020. Ovviamente l’incontro, a causa della pandemia che ha investito tutto il mondo, è stato rimandato ma di recente il Papa (ottobre 2020) ha rilanciato il progetto di un patto globale per l’educazione come via fondamentale per costruire un mondo più fraterno e solidale, in pace e giustizia. Nel panorama attuale di una crisi globale dove il Covid ha mostrato e amplificato le emergenze (già riscontrate) e le mancanze come la crisi di intendere la realtà e di relazionarci tra noi, il Papa chiede quindi l’impegno di ciascuno a cambiare mentalità per edificare davvero una società dell’armonia, dove educare è la strada

per ogni cambiamento. Educare è l’antidoto

all’individualismo e lì risiede la possibilità di dare speranza al presente e al futuro. Il Papa parla, analizzando i dati, di “catastrofe educativa” sia di fronte al rallentamento dello sviluppo pedagogico di molti bambini e adolescenti causato dai “confinameti”, sia davanti “ai circa dieci milioni di bambini che potrebbero essere costretti a lasciare la scuola a causa della crisi economica generata dal coronavirus, aumentando un divario educativo già allarmante (con oltre 250 milioni di bambini in età scolare esclusi da ogni attività formativa)”. Dal punto di vista scolastico si è, infatti, cercato di reagire alla pandemia con l’accesso alle piattaforme educative e informatiche, che hanno però mostrato una “marcata disparità delle opportunità”. Per non mancare all’appuntamento con questo momento storico, bisogna superare le semplificazioni eccessive appiattite sull’utilità, bisogna - sostiene Papa Francesco - che gli spazi educativi non si conformino alla logica della ripetizione, dei risultati standardizzati, ma siano capaci di generare “processi creativi” in cui l’ospitalità, la solidarietà intergenerazionale e il valore della trascendenza fondino una nuova cultura:

Siamo anche consapevoli che un cammino di vita ha bisogno di una speranza fondata sulla solidarietà, e che ogni cambiamento richiede

un percorso educativo, per costruire nuovi paradigmi capaci di rispondere alle sfide e alle emergenze del mondo contemporaneo, di capire e di trovare le soluzioni alle esigenze di ogni generazione e di far fiorire l'umanità di oggi e di domani. È necessario, dunque, un “nuovo modello culturale”. L’educazione, infatti, ha un potere di trasformazione. “Educare - evidenzia il Papa - è sempre un atto di speranza” che rompe i fatalismi, che trasforma la “logica sterile e paralizzante dell'indifferenza” in una diversa, capace “di accogliere la nostra comune appartenenza”. Noi riteniamo che l'educazione è una delle vie

più efficaci per umanizzare il mondo e la storia. L'educazione è soprattutto una questione

di amore e di responsabilità che si trasmette nel tempo di generazione in generazione. L'educazione, quindi, si propone come il naturale antidoto alla cultura individualistica, che a volte degenera in vero e proprio culto dell'io e nel primato dell'indifferenza. Il nostro futuro non può essere la divisione, l'impoverimento delle facoltà di pensiero e d'immaginazione, di ascolto, di dialogo e di mutua comprensione. Il nostro futuro non può essere questo. Oggi c'è bisogno di una rinnovata stagione di impegno educativo, che coinvolga tutte le componenti della società. “È tempo”, dunque, sottolinea il Papa, “di sottoscrivere un patto educativo globale per e con le giovani generazioni, che impegni le famiglie, le comunità, le scuole e le università, le istituzioni, le religioni, i governanti, l'umanità intera, nel formare persone mature”. Questo processo chiede a tutti di essere parte attiva. Il coraggio di “generare processi” consiste infatti anche nell’assumere le contrapposizioni che portiamo e di ricreare “il tessuto di relazioni in favore di un'umanità capace di parlare la lingua della fraternità”. Bisogna esprimere, è l'auspicio di Francesco, il proprio essere “altri buoni samaritani” perché le diversità sappiano armonizzarsi per la ricerca del bene comune. In sintesi, si tratta di quella che il Papa chiama “la capacità di fare armonia” tanto importante oggi. “Un mondo diverso è possibile – afferma– e chiede che impariamo a costruirlo, e questo coinvolge tutta la nostra umanità, sia personale che comunitaria”. E ancora il Papa si rivolge agli uomini e alle donne della cultura, della scienza e dello sport, agli artisti, agli operatori dei media, affinché anch'essi sottoscrivano questo patto facendosi promotori dei valori di cura, di pace, di giustizia, di bene, di bellezza, di accoglienza dell'altro e di fratellanza.

In sintesi, è importante mettere al centro di ogni processo educativo la persona e la sua dignità e capacità di essere in relazione con gli altri. E poi, ricorda Papa Francesco, dobbiamo andare avanti noi: tutti insieme, ognuno come è, ma sempre guardando avanti insieme, verso questa costruzione di una civiltà dell’armonia, dell’unità, dove non ci sia posto per questa cattiva pandemia della cultura dello scarto.

Questo discorso, da capi educatori, ci chiama in causa, ecco allora alcune ulteriori risorse per approfondire:

https://www.youtube.com/ watch?v=7OzgW77ea60 (video da Vatican News) https://www.educationglobalcompact.org/ (sito dell’evento) “Patto Educativo Globale – Instrumentum laboris” – San Paolo Edizioni

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