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pag Custodi del Creato

cambia anche lo scautismo può e deve cambiare, ma sempre mantenendo saldi al centro due capisaldi educativi: l’ “ask the boy” e “l’imparare facendo”. In consiglio di zona Tre Golfi in questo periodo, mi si scalda sempre il cuore a sentire le attività che I capi propongono nei gruppi ai loro ragazzi e bambini: quanta fantasia! Ma più passa il tempo più sento dire: “Dopo un anno di COVID, non sappiamo più cosa inventarci tra riunioni online e attività a piccoli gruppi” o “La Progressione Personale è impossibile!”. In questo senso provo a lanciare un seme: ci siamo chiesti cosa ci chiedono I nostri ragazzi? Cosa vorrebbero fare? Ma soprattutto: facciamo tutto noi, investendo in fantasia/mega strumenti digitali o fanno qualcosa anche loro? Anche incontrarli (web/ fisico) e parlare con loro per un’oretta è tanta manna oggi, ma soprattutto “facciamogli fare qualcosa!”. E qui mi collego al terzo punto: sono spesso stato molto integralista verso l’utilizzo della tecnologia nelle attività scout. Ai miei ragazzi in clan dicevo sempre: il giorno che una cassa Bluetooth sostituirà una chitarra al fuoco di bivacco, lo scautismo sarà morto. Eppure penso che questo periodo di COVID ci abbia fatto riflettere tanto su questo, su quanto la tecnologia ci sia stata utile e ci abbia salvato in un certo senso con le riunioni online etc. Allo stesso tempo però, ho visto anche, grazie all’indigestione di schermi, una voglia nuova da parte dei capi e dei ragazzi di “aria aperta”: penso ai capi del Golfo Paradiso che ora al sabato fanno riunione ai piani di Recco o a quelli del Genova 12 che riempiono di nuovo piazza Rossetti o I Giardini Govi invece che chiudersi sottoterra nei saloni.

Ecco, credo che I nostri capi in questo ultimo anno abbiano imparato tanto da questo aspetto: saper usare la tecnologia a favore della propria offerta educativa e allo stesso tempo tornare a vivere l’aria aperta, lo stare fuori, il vivere la natura e il quartiere e quanto questi siano fondamentali nel nostro metodo. Questo penso e spero sia un grande insegnamento che le nostre Co.Ca. possono trarre da questo periodo, per poter riprogrammare, come dicevo prima, il proprio “new scout normal”.

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Concludo questa riflessione con un ultimo suggerimento alle nostre Co.Ca.: spesso nelle prime riunioni. dell’anno proponevo ai capi del mio Gruppo di leggere insieme alcuni (antichi!) articoli di Proposta Educativa in cui si parlava della “bellezza dell’essere capi” e partivamo sempre dal Famoso articolo di Roberto Cociancich sui capi a Zig-Zag: credo che tutti I capi che hanno fatto servizio in quest’ultimo anno abbiano dimostrato di essere a Zig-Zag! Vi do questo consiglio: RESTATELO! Anche quando il vento tornerà a soffiare tra I vostri capelli, perché COVID o non COVID, “Non esiste buono o cattivo tempo, ma…buono o cattivo senso3” per fare il nostro servizio anche in tempo di pandemia. Grazie ancora del vostro servizio: siete importanti.

2 http://www.robertocociancich.it/ci-sono-capi-a-zig-zag/ 3 Lasciatemi questa licenza poetica sull’ultima frase di BP

PREGHIERA DEL CAPO (ai tempi del COVID)

Fa’, Signore, che io ti conosca.

E la coscienza mi porti ad amarti,

e l’amore mi porti a servirti ogni giorno più generosamente.

Anche se la domenica non posso più andare a messa coi miei ragazzi, nemmeno a mezzanotte a

Natale e anche quest’anno non posso fare la route di Pasqua col mio clan.

Ch’io veda, ami e serva te in tutti i miei fratelli,

ma particolarmente in coloro che mi hai affidati,

anche se non posso abbracciarli e per servirli devo mettere guanti e mascherina.

Te li raccomando perciò, Signore come quanto ho di più caro,

perché sei tu che me li hai dati e a te devono ritornare.

Te li raccomando ancor più in questo momento, in cui la paura di questo presente e futuro incerto

potrebbe annebbiare i loro sogni e desideri che avrei voluto costruire con loro.

Con la tua grazia, Signore, fa’ che io sia sempre loro di esempio e mai d’inciampo,

stando loro vicino anche a distanza e mostrando col mio agire responsabilità e amore verso il prossi-

mo, anche se questo vuole dire oggi non poterli incontrare.

Fa’ che essi in me vedano te anche se mi vedono soltanto attraverso lo schermo di un computer,

e io in loro te solo cerchi così l’amore nostro sarà perfetto.

E al termine della mia giornata terrena l’essere stato capo mi sia di lode e non di condanna.

Amen.

Custodi del Creato

Una tavola rotonda sull’ecologia e Agesci

Colore verde natura

Il 4 ottobre 2020, giorno di S. Francesco di Assisi e quinto anniversario della firma dell’enciclica “Laudato sì” di Papa Francesco, si chiude quel periodo scelto dal Santo Padre come Tempo del Creato e si apre un nuovo cammino del nostro essere Custodi del Creato.

In occasione dell’incontro tra gli Incaricati Regionali svoltosi il 3 – 4 Ottobre 2020 a Ciampino, si è tenuta la tavola rotonda “Custodi del Creato”, che ha visto l’intervento del prof Simone Morandini, del prof Marco Marchetti e del prof Adriano Sella che, partendo dal testo della “Laudato sì” hanno aiutato a comprendere in che modo venga interrogata e chiamata all’azione la nostra Associazione.

Il professor Morandini ci ricorda quanto sia fondamentale la vita all’aria aperta nel nostro modo di educare, rendendo quindi il Creato ancora più la casa nostra e responsabilizzandoci ad esserne coltivatori, operando una conversione ecologica, vivendo la vocazione di essere custodi dell’opera di Dio. Naturalmente non può essere solo un moto di spirito, ma è necessario anche sporcarsi le mani, compiere azioni e passi concreti, riscoprendo nel nostro cuore lo spazio occupato da un Dio che ci ha donato il creato (96 L.S.), e le creature che lo abitano di cui noi dobbiamo essere responsabili per essere coltivatori di un mondo migliore con cui condividiamo il destino (99-100 L.S.).

L’intervallo del professor Marchetti scende ancor più nella pratica e ci parla di competenza, parola a noi cara, e di quanto sia necessario conoscere e diventare competenti del mondo che ci circonda, competenti del Creato. La competenza ci porta ad una chiamata di responsabilità: il consumo di risorse senza sosta e i tanti altri problemi del pianeta, tutti interconnessi fra loro, possono essere affrontati - e risolti – solo da una collettività che riesce a muoversi insieme.

Questo, oggi, è ancora difficile, proprio per la mancanza di conoscenze e competenze collettive, ma le nostre piccole azioni quotidiane potranno diventare grandi azioni collettive che riusciranno a modificare quelli stili di vita dannosi per il creato.

Il professor Sella infine illustra ancora una volta la grande concretezza dell’enciclica, concretezza che non lascia più spazio all’immobilismo e che ci interroga nella nostra completezza.

Servono orecchie in grado di ascoltare il grido della terra e dei poveri del Mondo (4853 L.S.), mani pronte a stringerne altre per creare relazioni (66 L.S.), occhi per ammirare la bellezza del creato e per riempire i nostri cuori che ci guideranno nel prenderci le nostre responsabilità per poter tirare fuori (educare) il cambiamento necessario.

#noicustodiAMO, dunque, come gesto d’amore per il creato, dono di Dio, attraverso piccole azioni quotidiane che hanno la potenza di diventare azioni collettive che possono portare a cambiamenti radicali negli stili di vita e nelle attenzioni quotidiane di ognuno di noi che abitiamo sorella Terra.

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