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Sono numerosi i simboli offerti dalla natura, Gesù stesso la sfruttava per spiegare, attraverso parabole, concetti difficili. Scout e natura poi sono un binomio inscindibile e quindi anche in questo ambito troviamo un sacco di significati simbolici che si intrecciano. Pensate a tutto l’ambiente fantastico usato in Branca L/C: gli animali come Akela, Arcanda, Baloo, Scibà e anche Shere-Khan e tutti gli altri… rappresentano, con le loro qualità, difetti o aspetti, precise caratteristiche dell’animo umano, caratteri sociali e qualità morali ben distinte.
Ma non ci addentriamo nella Giungla e nel Bosco, questa volta… lascio a voi, intrepidi esploratori ed esploratrici, la gioia di scoprire e approfondire i misteri che questi ambienti affascinanti ancora hanno da svelarvi! Oggi, invece, prenderemo in considerazione quei pochi elementi naturali che tutti hanno sempre sotto il naso. Ebbene sì, fanno parte del distintivo e sono importanti innanzi tutto perché identificano, fin dalle sue origini, lo scautismo maschile e femminile.
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Uno lo abbiamo già incontrato la scorsa volta, parlando dei numeri… vi ricordate? il numero 3… S. Patrizio… la foglia formata da 3 piccoli cuori che si uniscono? È il trifoglio! Antica pianta magica dei Druidi, che ha una forte connotazione simbolica da tempo immemore proprio per la forma della sua foglia una e trina.
Ditelo
coi fiori…
Anche la natura fa la sua parte nel mondo della simbologia.
L’altra pianta, anche se con il tempo ha subito diverse modifiche, è il giglio. La sua forma stilizzata è presente nei distintivi di tutte le associazioni scout del mondo. Ognuna lo ha adattato alla propria realtà unendola spesso ad altri elementi. Fin dall’antichità è stato utilizzato come elemento decorativo ed ha assunto nel tempo numerosi significati simbolici le cui radici affondano nella mitologia greca e romana. Nell’Antico Testamento il giglio ha ispirato i simboli della bellezza e della fertilità [vedi il Cantico dei Cantici]. Nei Vangeli - prendete i versetti di Matteo: “E per il vestito perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano.” [Mt.6,28] o di Luca “Guardate come crescono i gigli: non faticano e non filano…” [Lc.12,27] - appare con un nuovo significato, quello della fede che permette di abbandonarci all’amore di Dio e alla provvidenza, senza preoccuparci troppo del futuro.
Tutti i simboli biblici confluirono nel simbolismo medievale, dove il giglio diventò, per il suo candore, l’immagine della purezza, simbolo dell’elezione e della scelta di essere amato. Per questo i pittori, a partire dal XIV secolo, rappresentano nella scena dell’Annunciazione l’arcangelo Gabriele che offre a Maria un giglio, a sottolineare la sua purezza, verginità, fecondità e l’abbandono alla volontà divina, oltre all’elezione a divenire Madre di Dio stesso. Come la Madonna anche molti santi (come S. Antonio da Padova, S. Filippo Neri, S. Chiara, S. Caterina…) spesso vengono ritratti con un giglio proprio per significare il loro abbandono alla volontà di Dio.
Questo fiore, molto presente anche nell’araldica, ha assunto l’espressione di nobiltà e regalità. Secondo una leggenda fu re Luigi VII di Francia a adottarlo (sebbene inizialmente si trattasse di un iris e non di un giglio) in ricordo di uno scampato pericolo su di una riva fiorita di iris. Tale fiore venne chiamato inizialmente fleur-de-Louis, fiore di Luigi, per trasformarsi poi in fleur-delys, fiore di giglio. Questo fiore nobile venne adottato nell’araldica anche dai fiorentini.
A tutti questi significati simbolici B-P ne aggiunse altri, legati ad alcuni aspetti del suo metodo educativo quando lo disegnò come simbolo degli Scout. Innanzi tutto, fa derivare questo simbolo dalla punta di freccia, a forma di giglio, che nelle vecchie carte geografiche o bussole segnava il Nord e per questa ragione indica la giusta via per compiere il proprio dovere e per aiutare gli altri e punta verso l’alto, verso mete sempre più impegnative, verso la volontà di migliorarsi e fare del proprio meglio. Le tre punte dei petali (come già visto la scorsa volta) poi ricordano i tre impegni della Promessa.
Ultimo elemento naturale presente nel nostro distintivo è la stella. Nella tradizione cristiana viene considerata come la luce nel cielo notturno e quindi è simbolo di quella luce spirituale che illumina e rischiara le tenebre e indica il cammino da seguire (pensiamo alla stella polare, per esempio). Oltre all’interpretazione delle 2 stelle che, con le 10 punte in totale, indicano la totalità dei punti della Legge Scout, nello scautismo, secondo le affermazioni di B-P (nel Manuale dei Lupetti), le due stelle che si trovano sul giglio sono gli “occhi aperti del Lupetto prima che diventi Esploratore e significano che l’Esploratore ricorda le belle cose imparate quando non era che un Lupetto, e che vede ogni cosa: nulla sfugge alla sua osservazione, sul terreno, nell’aria, attorno a lui, lontano e vicino”. Queste considerazioni di B-P si capiscono anche meglio se teniamo a mente che le 2 stelle erano anche il distintivo che indicava il superamento delle tappe del cammino del Lupetto.