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pag Quando i bambini partecipano

Quando i bambini

partecipano.

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Piccole Orme PartecipAzione

La partecipazione è un tema molto sentito dalla nostra associazione, che da sempre lo assume come punto centrale su cui interrogarsi, giocarsi, spendersi, come ha fatto nel corso del 48° Consiglio Generale che in questi giorni ha avuto luogo. Quando si parla di partecipazione per i ragazzi in AGESCI, il pensiero ricade naturalmente sulla branca R/S, che viene vista come la branca principe in cui vivere questo aspetto, anche tramite proposte da tutti i livelli dell’associazione. Più si scende con l’età dei ragazzi, più il tema sembra lontano e complicato. Non sempre è facile offrire occasioni di partecipazione ai nostri fratellini e alle nostre sorelline, e spesso il rischio è quello di farlo finendo per costruire occasioni artificiose in cui i bambini siano portati a prendere delle decisioni pilotate - almeno in parte - dagli adulti. Lo scorso settembre, gli IABR L/C e i capi campo si sono interrogati su come ripensare all’evento di Piccole Orme, evento che per due anni abbondanti non ha potuto vedere partecipare i fratellini e le sorelline liguri ad una delle cacce più ambite. Gli obiettivi principali sono emersi subito: rendere questo evento maggiormente conosciuto nella regione, ma soprattutto riconoscerne l’importanza a livello di progressione personale. L’evento per capi che ne è seguito ha infatti voluto porre l’accento proprio su questo: i Vecchi Lupi devono proporre l’evento con intenzionalità educativa. A braccetto con questo concetto va il momento del ritorno dall’esperienza: chi lo ha vissuto, infatti, deve poter avere spazio per riportare in branco quanto di significativo ha sperimentato. È con questo spirito che sono stati pensati i campetti di Piccole Orme di quest’anno, ed è con la stessa disposizione d’animo che noi abbiamo affrontato la nostra chiamata al servizio. Le Piccole Orme sono, già di per sé, un’occasione naturale di protagonismo per i bambini coinvolti, ed è proprio con questo strumento che abbiamo voluto provare a giocare con i temi della partecipazione, della cittadinanza, della presenza sul territorio. Il mandato era quello di provare a vivere la partecipazione e, dopo un primo briefing con lo staff appena formato in cui tutti hanno avuto modo di esprimere cosa questo significasse per lui o lei, abbiamo definito gli obiettivi del campo e il suo titolo. Dopo due anni di sospensione forzata a causa della pandemia, il 22 aprile 2022 hanno uffi-

cialmente avuto inizio le Piccole Orme PartecipAzione. Si è trattato di un campetto del tutto insolito, non solo per la particolarità di essere il campo della ripartenza, ma anche per essere tra le prime esperienze di PO dalla durata più breve (solo 3 giorni) nella nostra regione, e per la sperimentazione di una proposta vissuta in un ambiente cittadino, al posto delle più usuali basi regionali, con l’intento di aprirsi e interagire direttamente con il territorio che ci ospitava. La possibilità per i bambini di giocarsi in un branco completamente nuovo è uno degli elementi centrali nell’esperienza di qualsiasi evento di Piccole Orme. Formare una nuova comunità in un tempo molto breve, dovendola portare a un livello di confidenza tale per cui i bambini potessero confrontarsi, decidere, lavorare insieme, è stata una delle sfide di questo evento. Al tempo stesso, trovarsi in un ambiente diverso dal proprio permette ai partecipanti di liberarsi di ogni pregiudizio su di loro creatosi nella comunità di origine. Fuori dal proprio branco, i bambini hanno avuto dunque l’opportunità di spogliarsi del ruolo che si sono ritagliati negli anni trascorsi in gruppo, potendo spendersi liberamente nel nuovo contesto che si è presentato loro. È proprio su questo che abbiamo strutturato il primo giorno di campetto in cui, accompagnati dalle Aquile Randagie, i singoli bambini e noi Vecchi Lupi siamo diventati il branco Formiche Ruggenti. Era molto importante non essere solo “il branco delle PO”, ma creare una comunità fortemente nostra; per questo motivo, sono stati i fratellini e le sorelline stessi a scegliere questo nome, volendo con esso indicare la loro volontà di farsi sentire, nonostante il loro essere piccoli. Non sono servite che poche ore, dunque, perché i bambini ci dimostrassero già di aver colto - e accolto - appieno la nostra proposta/sfida! Nella giornata di sabato, poi, i fratelli e le sorelline hanno ricevuto il videomessaggio del sindaco di Savona (che si è reso disponibile a giocare con noi) il quale li invitava a partire alla scoperta della città, per ricostruire la mappa perduta delle targhe della resistenza. Attraverso questa missione hanno avuto l’opportunità di conoscere, ascoltare, giocare con diverse realtà di Savona impegnate nel sociale, - associazioni e realtà savonesi che condividono con AGESCI l’obiettivo di “lasciare il mondo un po’ migliore di come lo abbiamo trovato” - concludendo con un incontro e il ringraziamento personale del sindaco. Dal punto di vista di noi Vecchi Lupi, coordinarci con realtà esterne alla nostra è stato significativo per allontanare quell’autoreferenzialità in cui lo scoutismo rischia di cadere, ed è stata allo stesso tempo un’occasione per costruire una piccola rete che ci auguriamo possa continuare a consolidarsi e magari (siamo sognatori) anche ad estendersi. Per i bambini crediamo sia stato esempio tangibile di fratellanza, servizio e, ovviamente, partecipazione, uno sguardo al di fuori del nostro orticello e testimonianza del fatto che, se ci si crede e ci si impegna, si può veramente fare la differenza. A questo punto non rimaneva che dare voce ai bambini rispetto al come voler essere testimoni di tutto questo, seguendo lo spirito delle parole di Pietro e Giovanni: “Non possiamo tacere quanto abbiamo visto e ascoltato”, che ci hanno guidato lungo tutto il campetto. L’occasione in cui avrebbero potuto spendersi era la ricorrenza del 25 Aprile. Abbiamo proposto loro di occuparsi della cerimonia di deposizione di una delle corone d’alloro sulla targa ai caduti della fabbrica Servettaz Basevi, lungo la passeggiata Walter Tobagi), e poi largo alla fantasia su come partecipare al giorno di festa a Savona. Attraverso il gioco, i lupetti e le lupette hanno potuto scambiarsi le loro proposte e, durante il Consiglio della Rupe, si è definita la giornata successiva. Il branco si è dunque messo all’opera per realizzare quello che insieme era stato pianificato, dividendosi i compiti per dare a ognuno la possibilità di trovare il suo modo personale di contribuire al meglio. Il giorno seguente ci ha emozionati e riempiti di orgoglio. Il branco Formiche Ruggenti si è fatto

sentire davvero, e la giornata è stata scandita dalle loro voci che cantavano senza sosta “Bella ciao”, forti della volontà di lanciare il loro messaggio a chiunque incrociassero: la loro allegria era davvero travolgente. Dopo la deposizione della corona alla presenza del sindaco, con una cerimonia progettata completamente da loro, ci siamo spostati sul Priamar, dove abbiamo partecipato alla festa di tutta la città, cantato le canzoni imparate durante il campetto e distribuito i portachiavi costruiti con le nostre mani per dire “No alla guerra, non ripetiamo lo stesso errore”, anche questi ideati completamente dal branco. La società di oggi tende a dare poca voce ai bambini, ritenuti troppo piccoli e impreparati per affrontare argomenti politici e di cittadinanza. Ma, dopotutto, spesso si tratta argomenti che anche noi “grandi” troviamo ostici, con il risultato che noi stessi ce ne allontaniamo. Questo campetto è stato la prova che non dobbiamo aver paura di cedere spazi di potere ai bambini: non saremmo certo noi scout i primi a farlo, ma siamo forse proprio noi a poterci e doverci far promotori di questa idea. Il branco Formiche Ruggenti e i singoli fratellini e sorelline che alla fine del campo sono tornati nei loro branchi di appartenenza hanno lasciato un piccolo segno sul territorio che ci ha accolti, e nei nostri cuori di Vecchi Lupi la consapevolezza del fatto che “è stata cosa ben fatta” e che, ancora una volta, dar loro fiducia è la scommessa meglio riuscita della nostra associazione.

Vorremmo ringraziare di cuore tutte le realtà e persone di Savona che ci hanno dedicato un po’ del loro tempo, tra cui l'associazione doMani, i ragazzi di Progetto Città, la Bottega della Solidarietà, la Caritas (progetto Custodi del Bello), il partigiano Aldo “Riri” Ferrari, il sindaco Marco Russo, l'assessore Maria Gabriella Branca e i ragazzi del clan del gruppo Savona 8.

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