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Anatomia di un voga
dei Guidoncini Verdi 2022 Fare Scautismo
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Voooo-oooooo… Parte da metà cerchio, insolitamente, e nelle due direzioni, per cercare di farlo durare meno degli 8 minuti necessari a completare il giro di urli di queste 128 squadriglie riunite ai Guidoncini Verdi.
….oooo-oooooo….
Parte e partiamo noi, di scatto, di corsa, per chiudere il voga dall’altra parte del cerchio, 64 squadriglie più in là, in mezzo a tutti i capi reparto che hanno accompagnato le guide e gli esploratori al Rostiolo. …oooo-ooooo… Eh, però, come iniziano veloci a gridare! Il passo accelera, per stare dietro al procedere del coro. Ed è bello immaginare come quel correre inseguiti dall’incedere del voga, ma un passo appena più veloci, altro non sia, a ben guardare, che l’essenza del nostro essere capi. Correre con loro è vivere insieme l’avventura, giocare lo stesso gioco, sentirsi coinvolti dalla vita di Reparto tanto quanto ognuno di loro, con la voglia di scoprire, di mettere in campo le proprie competenze, di prendersi cura gli uni degli altri con responsabilità. Abbiamo visto Vara animarsi di capi curiosi, entusiasti, coinvolti. Alcuni sin dai primi passi sul terreno della base; altri, inizialmente più restii, che non hanno saputo resistere alla gioia che sprizzava da ogni singolo stand dove le sq. potevano raccontare con occhi lucenti di fierezza le proprie imprese, o alle danze e ai giochi della serata di musica, o alle mini-esperienze di altissima qualità offerte dal Settore Competenze la domenica mattina. Ogni capo, dal tirocinante al più navigato, si è fatto trasportare nella “Fiera del Rostiolo”, autenticamente, con spirito d’avventura. Quest’entusiasmo, questa voglia di correre al passo del voga, potrà essere riportato nella vita del campo che si avvicina, nella cura della preparazione, nell’attenzione al dettaglio, nel desiderio di spendere ogni minuto disponibile a fare, parlare, sognare, con i propri reparti. Il vero successo dei Guidoncini Verdi non si misura – solo – dal numero dei presenti (da record!), dalla quantità di post Instagram sugli account di squadriglia, dall’effervescente esaltazione che trapela dai racconti alle famiglie, o agli squadriglieri assenti, quanto, piuttosto, dal desiderio delle sq. “osservatrici” di intraprendere per la prima volta la specialità, dalla voglia degli E/G di tentare quell’impresa che sembrava impossibile ma che la sq. di un altro Reparto ha portato a termine, dall’aspirazione ad aumentare la sfida, perché è divertimento, ma anche orgoglio, soddisfazione, crescita. ….oooo-ooo… Correre con loro, inseguiti dal voga, richiede anche di saper andare appena un pelo più veloci di loro. Non per spirito di competizione, non per senso
di superiorità, né per difendere un preteso status di capo super-eroe. Ma per essere sempre esempio, per tirare e sollecitare quando necessario, per rilanciare sempre il sogno un po’ più in là, un po’ più in su. Per alzare l’asticella, approfondire una competenza, puntare più in alto. Quel passo più veloce lo si può trasmettere attraverso l’identificazione e l’assegnazione della missione di squadriglia nell’ambito della specialità: se ogni partecipante ai Guidoncini Verdi ha potuto stupirsi delle straordinarie imprese realizzate dalle squadriglie, non sempre la missione assegnata appariva porsi all’altezza – o un passo più avanti – del sogno di quegli E/G. Eppure, non c’è niente di meglio di una missione ambiziosa, avventurosa, sfidante e a prima vista un po’ difficile per comunicare alla squadriglia la nostra fiducia in loro, nelle loro capacità, per risvegliare il gusto dell’avventura qualora sopito, per invitarli ad uscire dal proprio angolo di mondo, per conoscere persone luoghi e tecniche nuove, per educar loro sia alla fatica, sia a quel senso di pienezza che coinvolge una volta superato lo sforzo, raggiunta la meta, conquistata insieme.
….oooo-oooo…
Correre inseguiti dal voga, ma con una direzione ben precisa. Perché dietro ad ogni corsa con i nostri ragazzi c’è la nostra intenzionalità educativa, imprescindibile ed appassionante, cuore della nostra scelta di servizio e motore di ogni nostra azione. Perché non dobbiamo dimenticare che per quanto sia divertente, allegro e coinvolgente l’incontro tra capi, il momento di convivialità tutti insieme, la leggerezza dell’accompagnare le sq. senza dover correre dietro a scalette, orari e materiali, siamo ai Guidoncini Verdi (o al campo, a bivacco, a riunione) a servizio dei nostri E/G, della loro progressione personale, dei loro bisogni educativi. Dobbiamo avere sete di una relazione educativa individuale con ciascuno di loro, amarli singolarmente, vedere in ciascuno di loro il senso della nostra vocazione di capo e su tale scia muoverci, agire, fare. In questo modo ogni gioco, ogni cerimonia, ogni momento serio diviene strumento educativo, espressione del nostro stile scout, e per ogni cosa vi è un posto, cancellando ogni rigida distinzione di ciò che “agli scout si fa” e “agli scout non si fa”, alla luce di una libertà che è sostenuta dall’intenzionalità educativa: persino lanciarsi da un albero, trarre in salvo una canoa che affonda, costruire un tavolo a tempo di record, cuocere centinaia di uova sulla brace, riconoscere tracce di animali, ballare il Kamaludu sugli accordi di chitarra o l’ultima canzone dei Pinguini Tattici Nucleari da un impianto stereo a tutto volume.
…oooo-ooooo… Correre insieme, al fianco di qualcuno. Perché da soli non si riesce a fare molto, non si va lontano, l’impeto iniziale si perde rapidamente, se ci si inciampa ci si rialza più lentamente. Perché insieme, più facilmente, si riempie di contenuto, di competenza, di significato ogni attività, perché ci si completa e ci si confronta. Per cui grazie al Settore Competenze, ad ogni capo che si è dato disponibile a giocare con le squadriglie, a chi ci è venuto a trovare, a chi ha fatto il tifo a distanza, a chi ha scatenato i ragazzi e a chi silenziosamente ha permesso che si scatenassero. …oooo-ooooo….
ce l’abbiamo fatta, ci infiliamo veloci tra due capi reparto, che ridacchiando ci fanno spazio… ….gaaaaaaaaa!!!