RASSEGNA STAMPA
acireale - palasport - 2 gennaio 2016
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GIOVEDÌ 13 AGOSTO 2015
ACIREALE. La notizia era nell’aria da qualche tempo, ora è ufficiale. Dopo i concerti negli stadi, Jovanotti approderà nell’autunno del 2015 nei palazzetti dello sport. Le date verranno ufficializzate il prossimo 1 settembre, ma Lorenzo ha già confermato il suo ritorno in Sicilia. “Lorenzo dei palazzi dello sport” sarà ad Acireale il 2 gennaio 2016. La partenza del nuovo tour è fissata per il 19 novembre a Rimini e arriva dopo l’ultimo tour di Jovanotti nei Palazzetti dello Sport risalente al 2011/2012, oltre 60 date in tutta Italia con “Ora Tour”. La nuova tournée vedrà l’artista di Cortona scatenarsi in uno show esplosivo tutto nuovo e porterà nei Palazzetti tutta la sua musica, fatta di note e colori. Il successo del suo ultimo album “Lorenzo 2015 CC” ha confermato la sua capacità di mettersi in gioco, esplorando nuove dimensioni. L’estate musicale è stata sua con il singolo spaccaclassifica “L’Estate Addosso” che da settimane domina l’airplay radiofonico.
13.08.2015
A Salisburgo il capolavoro di Brecht e Weill cambia nome e pelle
AL
MELPIGNANO. Anche quest’anno la serata finale dell il 22 agosto, sarà trasmessa in diretta in esclusiva s 22.30) e c’è persino chi raggiungerà Melpignano bicicletta. Si tratta dell’ex sindaco di Aquileia (Udi partirà dal Friuli il 14 agosto per arrivare in Salento stampa della Notte della Taranta. Gli organizzatori record delle presenze la sera del concertone finale,
Notte della Taranta
SU RAI5
“L’opera da tre soldi” diventa un musical pop-rock
Tour nei palazzetti in gennaio ad Acireale
Jovanotti
14. lo SPETTACOLO
LA SICILIA
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una teorica nicchia, proprio nel momento in cui invece i cantautori meno noti iniziano a prendere la propria fetta di gloria, in casa e all'estero. E allora via stasera alla seconda edizione di Indiegeno Fest, il festival ideato dall'etichetta discografica Leave Music. A rotazione, solo per oggi, sul palco del Teatro Greco di Tindari salgono Niccolò Fabi e gli GnuQuartet, il siracusano Colapesce, i palermitani Dimartino, la catanese Levante e il romano Tommaso Di Giulio. Niccolò Fabi è reduce dal successo riscosso dal trio con Max
Roberto Izzo (al violino) e Stefano Cabrera (al violoncello). Subito dopo, sarà il turno del set di Colapesce, al secolo Lorenzo Urciullo, il cantautore siracusano che dopo l'EP Fiori di lana e il disco di debutto 42 Records, Un meradel per 13.08.2015 viglioso declino, è tornato all'attenzione della critica con Egomostro, uscito il 4 febbraio e finito all’attenzione della stampa europea. Il concerto prosegue poi con i palermitani Dimartino, capitanati dal frontman e bassista Antonio Di Martino, che nelle campagne della sua nativa Misilmeri ha concepito il terzo album della
Niccolò Fabi è ospite dell’Indiegeno Festival, giunto alla sec
in breve 0 Primo live del 2016
0 Al Teatro Jol
Jovanotti versione palasport: 2 gennaio sarà ad Acireale
Il «Cantam verso la fin del 5 sette
La notizia era nell'aria da qualche tempo, ora è ufficiale. Dopo i concerti negli stadi (tra cui quello di Messina che è stato la sua unica tappa nell’Isola), Jovanotti approderà nell'autunno del 2015 nei palazzetti dello sport. Al momento le date annunciate sono solo una parte di quelle che verranno ufficializzate il prossimo 1 settembre ma Lorenzo ha già confermato il suo ritorno in Sicilia. Lorenzo dei palazzi dello sport sarà ad Acireale il 2 gennaio 2016 per un appuntamento organizzato da Giuseppe Rapisarda Management. La partenza del nuovo tour è fissata per il 19 novembre al 105 Stadium di Rimini, il 2016 si apre con il ritorno in Sicilia il 2 gennaio ad Acireale e in Campania, al Palamaggio di Caserta il 5 gennaio. L'ultimo tour di Jovanotti nei palazzetti dello sport risale al 2011/2012, quando Lorenzo totalizzò oltre 60 date in tutta Italia con il suo Ora Tour. La nuova tournèe vedrà l'artista di Cortona scatenarsi in uno show esplosivo, tutto diverso dai live
Parte il conto a 37ª edizione del Can 1978 da un’idea di Gia terrà il 5 settembre al lermo. Tra i premi in tamare 2015, una targ grafica Top Records, u dio, un biglietto aereo ve il vincitore si esibi stival of Song USA, u per due mesi offerta ternazionale del mu un contratto di pubb del brano presentato edizione, oltre ai vinc tistico sceglierà altri d distingueranno parti loro personalità, per grafico. Il festival sa giornalista Alessandr trice Chiara Torricelli gli ospiti, Daniel Sax, Luigi Sandrelli, Dalli Shafranski, vincitrice ne del Festival of Son
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estivi negli stadi. Jovanotti porterà nei Palazzetti tutta la sua musica, fatta di note e colori. Il successo del suo ultimo album Lorenzo 2015 CC ha confermato ancora una volta la capacità di mettersi in gioco, esplorando nuove dimensioni. L'estate musicale è stata sua grazie ad un singolo spacca-classifica come l'estate addosso che da settimane domina
l'airplay radiofonico. I biglietti per l'unica data siciliana di Lorenzo nei palazzi dello sport sono già disponibili su www. ticketone.it, www.ctbox.it e nel circuito di prevendite abituali. Al Palasport di Acireale il costo dei tagliandi è di 80,50 euro (tribuna frontale numerata), 57,50 euro (tribuna laterale non numerata), 49,45 euro (parterre).
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© La riproduzione e la utilizzazione degli articoli e degli altri materiali pubblicati nel presente giornale sono espressamente riservate
SERIE A Lunedì Sport 25
Giornale di Sicilia Lunedì 30 Novembre 2015
le pagelle dei rosanero diCarloBrandaleone gonzalezconcedepocoall’attaccodellajuve,lazaarnoncontrollasturaroinoccasionedellasecondarete
Jajalo tampona chochev invisibile goldaniga attento Gila, quanta fatica
il migliore
l’allenatore
l’arbitro
Goldaniga 6,5
Ballardini 6
Valeri 6
Attento su Madzukic, a cui concede chili e centimetri. È agile e punta spesso sull’anticipo. Rimedia d’istinto sulla battuta ravvicinata di Sturaro alla fine del primo tempo. Si conferma un giocatore di buona affidabilità e con Gonzalez ha già una buona intesa. Tra le poche cose negative della gara.
Non fail miracolo. Ha gli uomini contati, anche perché sembra che Rigoni si stato bloccato dall’influenza. Così è costretto a schierare un evanescente Chochev. Prova a cambiare la partita nella ripresa ma pur arretrandoVazquez non ottiene alcun risultato. E ora qualcuno gli dirà che giocare con la difesa a tre forse sarebbe stato meglio.
Dirige bene la gara, aiutato anche da una partita giocata a ritmi mai elevati e soprattutto abbastanza corretta. Bravo anche nella gestione dei cartellini gialli e a non innervosire la gara con manie di protagonismo. Insomma una serata molto tranquilla per il direttore di gara romano.
Sorrentino 5,5
Struna 5,5
Gonzalez 6
Nel primo tempo due volte la Juve arriva dalle sue parti ma non inquadra mai la porta rosanero. Poi viene salvato da Goldaniga. Non è perfetto sul cross tagliato di Dybala attraversa tutto lo specchio della porta. Bravo su un diagonale di Cuadrado.
Tampona su Evra e dà una mano sulle percussioni di Pogba. Si vede poco in fase offensiva. Lo sloveno rimedia una inutile ammonizione colpendo Dybala senza palla. Si fa sovrastare da Mandzukic sul gol bianconero.
Attento, la posizione defilata dell’ex compagno Paulo Dybala gli agevola il compito. Gara attenta da parte del centrale costaricano, tanto che, a parte nell’azione del gol, il gigante croato Mandukic non trova mai spazi nell’area rosanero.
Lazaar 5,5
Hiljemark 5,5
Jajalo 6
Impegnato da Cuadrado, ma anche da Paulo Dybala che parte soprattutto nel primo tempo spesso dalla sua zona del campo. Non incide, limitandosi a una serie di traversoni che mandano a nozze i difensori ospiti. Non controlla Sturaro sul secondo gol bianconero.
A destra deve contrastare gli inserimenti di Pogba ma anche di Evra. Non si risparmia, il suo apporto in termini offensivi è modesto, non prova mai l’inserimento e quando nella ripresa Ballardini prova a cambiare la partita lo svedesino va fuori.
Si fa valere sul piano fisico. Sempre pronto a sostenere la difesa. E a tamponare su Marchisio. Il centrocampista croato perde Bonucci in area ma il difensore bianconero manda fuori. Quando entra Quaison gioca al posto di Hiljemark.
Chochev 5
Brugman 5
Vazquez 6
In mezzo al campo Rigoni dà forfait per l’influenza e il bulgaro (che era già in vantaggio alla vigilia) ha la strada libera. Gioca a sinistra, tampona su Sturaro, ma si propone davvero poco e per buona parte della gara resta invisibile.
Prova subito a marcare alto il bianconero Marchisio. Sbaglia un paio di rifiniture, accusa in colpo e si concede qualche pausa di troppo, senza riuscire a incidere tra le linee bianconere. Nella ripresa l’uruguayano arretra in regia.
Gioca per più di un tempo da punta. Non è facile trovare spazi nel muro difensivo della Juve. Non si risparmia quando c’è da tornare a dare una mano in difesa. Qualche gioco di prestigio in mezzo al campo. Anche quando nella ripresa arretra fa ben poco. Si fa ammonire, salterà l’Atalanta.
Gilardino 5,5
Quaison sv
Trajkovski sv
Anche Gila fatica tra Barzagli e Bonucci. L’attaccante ha una buona occasione nel primo tempo ma invece di rimettere la palla al centro prova la battuta da posizione molto angolata. Nella ripresa cede il posto a Trajkovski.
Ballardini lo manda dentro all’inizio della ripresa al posto di Hiljemark per cambiare inerzia alla partita quando la squadra va sotto e per dare un altro ritmo al gioco d’attacco. Ma lo svedese non si segnala per nessuna iniziativa di rilievo.
Il macedone rileva Gilardino e sbaglia subito provando una acrobazia lontanissima dalle sue possibilità.
Rispoli sv Un quarto d’ora quando la partita è ormai decisa.
I voti dei bianconeri. Buona partita anche dell’altro ex Barzagli, Pogba stenta all’inizio ma cresce soprattutto nella ripresa. Sturaro gregario prezioso negli inserimenti
Dybalascheggia«impazzita»,Buffoninoperosopertuttalagara 6.
Buffon Inoperoso per tutto il primo tempo, idem nella ripresa. Barzagli 6.5. Esperto e sicuro, non soffre dalle sue parte i rosanero.
6.5.
Bonucci Detta spesso il primo passaggio. Sciupa un'occasione gol nel primo tempo.
6.
Chiellini Un buon anticipo su Gilardino, sul finire del primo tempo. Anche lui non ha una serata problematica.
6.
Cuadrado Tenta qualche giocata, non brilla nell'uno contro uno. Un unico tiro in porta viene sostituito.
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Lichtsteiner sv. (Cuadrado).
sce ordine e pressing su Vazquez.
Sturaro 6,5. È al tempo stesso
Pogba 6.5. Nel primo tempo non
grintoso e ordinato. Un gregario, capace di inserirsi senza palla, in uno di questi inserimenti trova anche il gol.
Marchisio 6. Elemento di raccordo, è abile a fare girare palla. Garanti-
7.
Dybala Una scheggia impazzita, difficile da controllare. Arretra e prende palla sulla trequarti. Pennella sulla testa di Mandzukic l'assist per l'1-0.
azioni della Juve prendono forma sulla sua fascia. Prezioso in fase difensiva.
Zaza 6.5. Pochi minuti per lui, al
sembra nella sua serata migliore, ma costringe Hiljemark a un atteggiamento guardingo. Nella ripresa cresce e prende per mano la squadra.
Mandzukic 6,5. Nel primo
All. Allegri 6. Fa affidamento al
Evra 6.5. La maggior parte delle
Morata 6. (Mandzukic)
tempo è tenuto a bada. Segna di testa alla prima vera palla gol che gli capita.
primo tiro cala il tris.
modulo 3-5-2 su cui sta costruendo il rilancio della Juventus. Dybala è il valore aggiunto della sua squadra. Non rivede i suoi piani dopo i cambi di Ballardini. (*GTA*) Giovanni Tarantino
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8 Fatti&Notizie
Giornale di Sicilia Martedì 1 Dicembre 2015
Cassazione. L’indagine partita dalla denuncia di un sindacato di polizia penitenziaria. In tribunale era caduta l’ipotesi di truffa e falso. Aveva rinunciato alla prescrizione
Carcere di Pagliarelli, assolta l’ex direttrice 0 Laura Brancatoeraaccusatadiunpeculato da20 europer delletelefonate alfiglioinSpagna.Ora il giudiziodisciplinare Il fatto è ampiamente irrilevante, secondo la giurisprudenza più avanzata della stessa Suprema Corte. La Brancato fra l’altro aveva restituito l’intero importo speso per le chiamate dal proprio alloggio di servizio. Riccardo Arena
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palermo
Fine della corsa: dopo quasi otto anni Laura Brancato, l’ex direttrice del carcere palermitano di Pagliarelli, viene assolta da tutte le accuse — truffa, falso e peculato quelle iniziali — che le costarono la carriera ai vertici dei più importanti penitenziari del Paese. Ieri mattina la seconda sezione della Corte d’appello di Palermo l’ha scagionata dalle ipotesi rimaste in piedi, un peculato da 20 euro e 32 centesimi, per alcune telefonate fatte al figlio, che si trovava in Spagna, usando la linea telefonica del ministero della Giustizia. Il collegio presieduto da Daniele Marraffa, che ha accolto le tesi dell’avvocato Vincenzo Lo Re, ha recepito così i principi della sentenza con cui la Cassazione, nel settembre dello scorso anno, aveva annullato con rinvio la condanna a due mesi e 10 giorni, che in appello erano stati commutati in 2660 euro di multa. Il fatto è ampiamente irrilevante, secondo la giurisprudenza più avanzata della stessa Suprema Corte. E visto che il pg Rosa Valenti aveva ipotizzato anche la possibilità che i giudici applicassero la prescrizione, l’ex direttrice (da alcuni anni in servizio al ministero, a Roma) aveva rinunciato al colpo di spugna, che sarebbe scattato grazie al tempo trascorso. La Corte è così stata obbli-
Dopo otto anni si chiude il processo a carico di Laura Brancato gata ad entrare nel merito e ha deciso per l’assoluzione. L’indagine contro la Brancato era scattata in seguito alla presentazione di esposti da parte di un sindacato di agenti penitenziari, il Sinappe: la direttrice, fra le altre cose, era stata accusata di aver controllato le telefonate dei dipendenti, di avere approfittato del servizio sanitario per farsi fare alcune analisi del sangue gratuitamente, attraverso il laboratorio del carcere, e avrebbe telefonato a spese dello Stato. Già in tribunale era caduta la prima
ipotesi: il controllo non c’era mai stato, mentre esisteva la possibilità (legittima) del direttore di inserirsi sulle linee, a conversazioni in corso, ad esempio per convocare o chiedere qualcosa agli interlocutori. Caduta anche l’accusa riguardante le analisi ritenute a sbafo: per il detenuto «L.B.» (secondo la Procura erano le iniziali di Laura Brancato) era stato chiesto infatti, tra le altre cose, un «Psa», cioè un esame tipicamente da uomini (serve per verificare eventuali anomalie alla prostata). Dunque non era lei, a fruirne.
In piedi era rimasto così il peculato d’uso, che aveva portato alla condanna in tribunale e — sia pure attenuata, perché alcune delle contestazioni, relative alle telefonate sotto i 6 minuti, erano cadute — anche in appello. Ma la Cassazione aveva osservato che, anche se c’erano telefonate di oltre 240 secondi, una speciale convenzione tra l’amministrazione penitenziaria e un gestore telefonico consentiva di chiamare all’estero al costo — irrisorio — di 0,015 millesimi di euro al minuto. Al punto che la quantificazione del danno per le casse dello Stato ammontava a poco più di 20 euro. In questi casi — così ha osservato l’avvocato Lo Re — è proprio la Suprema Corte a imporre il criterio dell’«apprezzabile valore economico delle telefonate effettuate dall’utenza di servizio». Fra l’altro la Brancato aveva restituito l’intero importo speso per le chiamate effettuate dal proprio alloggio di servizio, che si trovava all’interno alla struttura carceraria. Lei aveva spiegato di aver utilizzato il telefono del Pagliarelli per effettuare chiamate private urgenti e solo perché la linea privata era occupata dal collegamento Internet. Ma in ogni caso per la linea familiare, che era a spese sue, la Brancato aveva pagato bollette da oltre mille euro complessivi, comprese tra 188 e 226 euro, nei nove mesi precedenti agli episodi incriminati. E infine l’imputata aveva utilizzato i telefoni del carcere solo in orari serali, dunque senza intralciare l’attività lavorativa ordinaria. Sul fronte disciplinare, nei prossimi giorni la Brancato dovrà affrontare le sedute decisive.
calunnia. La Suprema Corte annulla senza rinvio le condanne di Salvatore Candura, colpevole a Caltanissetta
Via D’Amelio, prosciolto presunto depistatore
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palermo
Annullamento senza rinvio. In altre parole, assoluzione per Salvatore Candura, uno dei due pseudopentiti che orientarono — depistandole — le indagini sulla strage di via D’Amelio. Sentenza in qualche modo clamorosa, quella emessa ieri dalla Cassazione. Il processo è infatti uno stralcio del Borsellino quater, ancora in corso in Corte d’assise, a Caltanissetta, per la parte che si celebra col rito ordinario: è il giu-
dizio che dovrebbe riportare giustizia e verità sulle condanne, ritenute ingiuste, di alcuni dei presunti partecipanti all’eccidio del 19 luglio 1992, e che dovrebbe far emergere il ruolo dei registi del depistaggio. Alla sbarra ci sono gli accusatori ritenuti falsi, da Vincenzo Scarantino a Candura, che risponde di calunnia aggravata e che è l’unico ad avere scelto il rito abbreviato. Lui è stato giudicato da solo, rimediando condanne sia in primo grado che in appel-
VkVSIyMjVm9sb0Vhc3lSZWFkZXJfR2RzIyMjbmlub3JncyMjI0dpb3JuYWxlIGRpIFNpY2lsaWEjIyMwMS0xMi0yMDE1IyMjMjAxNS0xMi0wMVQwODozMDo1NlojIyNWRVI=
lo. Ora però la Suprema Corte ha accolto le tesi dell’avvocato Rosa Mangiapane e lo ha scagionato da tutto. I giudici di legittimità hanno ritenuto cioè che le accuse mosse da Candura contro uno degli imputati, Salvatore Tomaselli, al quale era stato attribuito un episodio secondario, fossero generiche e non avessero portato alla sua condanna. Tomaselli era stato infatti giudicato non per concorso in strage, ma per associazione mafiosa,
reato per il quale aveva avuto 9 anni. Candura aveva sostenuto che l’uomo avesse assistito alla consegna della 126 rubata da lui stesso (e poi asseritamente utilizzata per la strage) a Vincenzo Scarantino, in via Roma, a Palermo. Una circostanza totalmente falsa, smentita dal pentito Gaspare Spatuzza, ma che non aveva inciso però sul trattamento processuale e sulla condanna per mafia inflitta a Tomaselli. E ieri Candura è stato assolto. r. ar.
in breve 0 Kenya
Quattro arresti per il medico italiano ucciso
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Tre di loro lavoravano nella casa, mentre il quarto, il presunto mandante, era esterno: quattro persone sono state arrestate in Kenya per l'omicidio della dottoressa molisana Rita Fossaceca, uccisa sabato con un colpo di pistola, nel corso di una rapina in casa sua, per aver cercato di difendere col suo corpo i genitori, minacciati dai machete branditi dagli aggressori. Secondo la polizia locale solo chi lavorava nella casa poteva sapere determinati spostamenti e agire.
Rita Fossaceca
0 Mercati
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Troppi debiti, Tagli ai precari, colosso Ab Inbev scatta la protesta vende la Peroni agli imbarchi
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Peroni si appresta a passare di mano. Per conquistare le autorità europee e spingerle a «benedire» le nozze con SabMiller, Ab Inbev intende vendere la bionda italiana. Obiettivo anche quello di raccogliere fondi utili per ridurre il debito da 75 miliardi di dollari contratto per sposarsi con SabMiller. Sinonimo nel mondo del Made in Italy, Peroni è stata acquistata da SabMiller nel 2003.
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I sindacati della Calabria sono scesi in piazza contro la legge di stabilità, occupando ieri per ore gli imbarchi dei traghetti per la Sicilia a Villa San Giovanni, lo svincolo di Cosenza Nord della Salerno-Reggio Calabria ed un tratto della statale 106. La protesta è contro il taglio di 30 milioni di euro per la forestazione, la riduzione delle risorse per la contrattualizzazione degli Lsu-Lpu ed il mancato rilancio del porto di Gioia Tauro.
0 Sentenza per un bar
«Congelare sì ma con l’abbattitore»
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Scatta la condanna penale per gli esercenti di bar, pizzerie e ristoranti, che surgelano i cibi - cotti o crudi, carne o pesce, non importa mettendoli direttamente nel surgelatore senza averli fatti previamente «sostare» nell'abbattitore termico, dove la crescita dei batteri viene meglio contrastata per la maggiore accelerazione del ciclo del freddo. L'avvertimento viene dalla Cassazione che ha confermato la condanna all' ammenda per la titolare di un bar di Torino.
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Giornale di Sicilia Mercoledì 2 Dicembre 2015
la giornata mondiale di lotta italia al 12˚ posto in europa
l’intervista. Gabriella Dardanoni
«Sicilia,ognianno 50nuovimalati: pochifannoiltest»
diPaolaPizzo
aids, un nemico ancora in agguato Imedici:«piùtest epiùprevenzione»
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a ucciso «come una guerra», ma senza schieramenti militari né campi di battaglia. Solo vittime, per l'epidemia di Aids: circa 43 mila italiani morti dal 1982 ad oggi. E nonostante i numeri drammatici, il nostro Paese può considerarsi quasi più «fortunato» degli altri 11 che lo precedono nella classifica degli Stati europei con un'incidenza maggiore di diagnosi di Hiv, cioè del virus. Proprio su questo fronte ieri, in occasione della Giornata mondiale contro l'Aids, Gianni Rezza, direttore del dipartimento Malattie infettive dell'Istituto Superiore di Sanità, ha detto: «Il numero delle diagnosi di Hiv è stabile negli ultimi anni, con circa 3.500 o 4 mila nuovi casi all'anno (6 infezioni ogni 100 mila abitanti, ndr). Non siamo più tra i Paesi al top della classifica Ue: siamo scesi in termini di incidenza, tanto che l'Italia si colloca al 12˚ posto in Europa. Tuttavia, l'obiettivo è scendere sotto questo numero che comunque è stabile». Guai, dunque, a tirare un sospiro di sollievo. Come ha sottolineato il ministro Beatrice Lorenzin: «Dobbiamo fare nuove campagne di sensibilizzazione sulle malattie sessualmente trasmissibili perché non è finita, nessuno si illuda che sia finita. Abbiamo casistiche che purtroppo sono estremamente negative. Non solo si continua a contrarre l'Hiv, ma alcune persone arrivano in ospedale quando la malattia è conclamata. Non si fanno le analisi, lo screening: le persone che hanno comportamenti a rischio non si controllano. Non bisogna, quindi, solo proteggersi, ma bisogna fare le analisi». I dati, infatti, non lasciano dubbi. «Le regioni che hanno mostrato un'incidenza più alta - ha sottolineato Rezza - sono state Lazio, Lombardia ed Emilia Romagna. I più colpiti sono gli uomini, che rappresentano il 79,6% dei casi del 2014, mentre continua a diminuire l'incidenza delle nuove diagnosi nelle donne». Quanto alla fascia di età maggiormente colpita, è quella delle persone tra 25 e 29 anni; mentre la maggioranza delle nuove diagnosi di Hiv è attribuibile a rapporti sessuali senza preservativo, ossia l'84% di tutte le segnalazioni: «Il grande problema - ha concluso l'esperto - resta il ritardo della diagnosi, sia per l'infezione dell'Hiv sia per la malattia conclamata; un aspetto che impone più forti misure di prevenzione».
4 Il numero delle diagnosi di Hiv rimasto stabile negli ultimi anni arrestato a roma sieropositivo: ha contagiato sei donne Anche perché la cronaca riporta storie che lasciano ben intendere quanta strada c'è ancora da fare. Proprio ieri è stato arrestato un trentenne romano che, pur sapendo di essere sieropositivo, ha preteso di avere rapporti sessuali senza protezione: dal 2006 al 2014 ha contagiato 6 don-
Sono 1236 i siciliani che hanno contratto il virus Hiv tra il 2009 e il 2014. E sono quasi 50, ogni anno, quelli che si ammalano di Aids. Con un report ad hoc, a porre l'attenzione su un fenomeno che è tutt'altro che scomparso, è il Dipartimento Attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico dell'Assessorato Regionale alla Salute. «Non possiamo abbassare la guardia - dichiara Gabriella Dardanoni, responsabile dell'Unità operativa dei Registri di popolazione -. Dobbiamo continuare a monitorare, fare prevenzione e soprattutto convincere tutti a sottoporsi al test diagnostico gratuito». ne, conosciute via chat o tramite social network; l'accusa è di lesioni gravissime. Intanto, lo scenario che si delinea a livello mondiale è tutt'altro che rassicurante. «Un terzo dell'1,2 milioni di decessi per Aids è causato dalla tubercolosi», ha fatto sapere nelle scorse ore Erasmo Palazzotto, deputato di Sinistra italiana e vicepresidente della Commissione esteri della Camera. A morire «sono soprattutto i più poveri, perché non possono permettersi le cure. Per questo - ha sottolineato - lottare contro la tubercolosi e l'Aids significa lottare contro la povertà». E alla vigilia della Giornata mondiale contro l'Aids di ieri, un grido d'allarme era stato lanciato anche da Oms, Centro europeo di controllo delle malattie e dalla Simit: secondo gli infettivologi sono in crescita nei sieropositivi anche le infezioni da sifilide. (*PPI*)
Qual è la differenza tra Hiv e Aids? «L'Hiv è il virus che causa la malattia Aids (Sindrome da immunodeficienza acquisita). Le persone possono essere positive all'Hiv, ma non malate. E non per forza l'infezione si trasforma in malattia, attualmente ci sono terapie che ne rallentano o impediscono la comparsa». Partiamo, dunque, dall'Hiv. In Sicilia, quanti hanno contratto il virus? «Tra il primo gennaio 2009 e il 31 dicembre 2014, sono state registrate 1236 nuove infezioni. Il tasso medio annuale di incidenza di HIV positività, dunque, è di 4,1 casi ogni 100mila abitanti e pone la Sicilia fra le regioni a incidenza medio-bassa». Passiamo ai numeri. «Si è passati da poco più di 150 casi rilevati nel 2009 agli oltre 200 del 2014. Scendendo nel dettaglio, 340 sono i casi registrati nell'area di Catania e 316 quelli su Palermo. Rapportando il dato alla popolazione e al tempo, però, risulta che la provincia con l'incidenza maggiore è quella di Siracusa; le differenze potrebbero essere dovute a una maggiore diffusione dell'infezione o a una maggiore propensione ad eseguire il test». Possiamo tracciare un identikit dei soggetti che hanno contratto il virus? «Dei 1236 casi, 948 (ossia il 77%) sono maschi e 288 (23%) femmine. L'età media è di 36 anni per gli uomini e 33,7 per le donne. Restando sull'età, nel 34% dei casi si tratta di persone tra i 30 e i 39 anni; nel 29% hanno tra 20 e 29; e, ancora, nel 24% sono persone dai 40 ai 49 anni. In 43 casi, invece, a contrarre l'Hiv sono stati giovani con meno di 20 anni». Quanti si ammalano di Aids? «Attualmente, in Sicilia si diagnosticano ancora circa 40-50 nuovi casi ogni anno. Se prima, nell'80% dei casi, l'Aids era confinato ai tossicodipendenti, oggi è diffuso soprattutto tra chi ha rapporti eterosessuali». (*PPI*)
Lazio, Lombardia ed Emilia Romagna le regioni italiane in testa. I più colpiti sono gli uomini: il 79,6% dei casi del 2014
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8 Fatti&Notizie
Giornale di Sicilia Giovedì 3 Dicembre 2015
l’intervista a Riccardo Palma
diFrancescoLoDico
«fra i jihadisti italiani convertiti vengonoarruolati nellemoschee»
L
liticizzati, tra i venti e i trent’anni, provenienti da movimenti extraparlamentari di destra e sinistra, che sono passati dalle frange antagoniste alla conversione all’Islam. Il crollo delle ideologie, li ha messi al servizio di una fede più grande: la causa rivoluzionaria del jihad».
a cellula italo-kosovara sgominata a Brescia, è solo l’ultima di una lunga lista. Il fenomeno della radicalizzazione jihadista made in Italy è sempre più allarmante e chiama in causa un’attività di prevenzione che per il magistrato Riccardo Palma, «deve cambiare completamente pelle». «La caccia ai terroristi islamici presenta per servizi e inquirenti numerose difficoltà», chiarisce il viceprocuratore onorario che svolge funzioni di pm presso la Procura della Repubblica. «Serve un attento monitoraggio, la ricerca di informatici e analisti, centralizzazione dell’attività di prevenzione svolta dalle diverse forze di polizia, e una revisione delle modalità di espulsione», annota il magistrato esperto in metodologia d’indagine. La cellula di Brescia progettava attentati contro il Papa. Il nostro Paese è sempre più a rischio radicalizzazione o di questo passi finiremo per criminalizzare intere comunità? «In materia si fa troppa filosofia. Ciò che conta non è valutare quanto siano cattivi i terroristi islamici o se esiste un Islam moderato, ma dare vita a un’attività di prevenzione efficace. Le vicende recenti confermano che la comunità kossovara, molto presente su tutto il territorio nazionale, è ad alto rischio di radicalizzazione. Spesso si tratta di muratori che si votano alla causa jihadista perché hanno perso il lavoro nel corso della crisi. Ma per sgominare le cellule italiane che sembrano in sonno, non basta colpire chi dice al telefono che “questo sarà l’ultimo Papa”. È fondamentale colpire la rete dei fiancheggiatori». In quale maniera? «Nelle moschee e nelle associazioni religiose, fatte salve la maggior parte delle persone che magari sono perfettamente integrate, sono presenti due livelli di Islam pericoloso: soggetti esposti, pronti ad agire in prima persona, e soggetti che pur non volendosi esporre troppo, sono disponibili a dare copertura logistica alla causa rivoluzionaria del jihad. Gli “insospettabili” hanno un ruolo strategico importante perché sono più difficili da intercettare. Fra questi, si annidano anche molti italiani converti-
Palma: contro il terrorismo in Italia lavorano 500 persone dislocate nelle diverse Procure, serve un’unica regia
Quanti ce ne potrebbero essere a piede libero? «Per ovvie ragioni, non posso scendere nei particolari. Ma per comprendere la gravità del fenomeno, basti ricordare la vicenda di Giuliano Ibrahim Delnevo, il genovese di 24 anni morto in Siria nel 2013 e indagato per attività di reclutamento. Era molto attivo su siti e forum jihadisti dove si comunica spesso, ancora oggi, in perfetta lingua italiana. Ne avevo segnalato la potenziale pericolosità un anno e mezzo prima che la sua vicenda finisse sui giornali. A lui erano collegati altri esponenti sospetti. Un suo amico, personaggio di spicco della cellula genovese, italianissimo e convertito all’Islam, è ritenuto persona non pericolosa. Ma attualmente è in Turchia, dove continua tranquillamente a diffondere messaggi ad amici usciti indenni dalla prima indagine che aveva coinvolto Delnevo». Riccardo Palma
a
Il pm: la Sicilia è un’ottima base per chi vuole farsi passare per disperato su un barcone. La mafia non difende nessuno, fa solo soldi ti». Italiani jihadisti? «Gli italiani non sono monitorati: quando si convertono, non lo sa nessuno. Spesso i loro “mecenati” li mettono alla prova, magari affidandogli il compito di tenere in casa un ospite jihadista. Si tratta per lo più di studenti ex po-
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Ha fatto riferimento a siti jihadisti. Sono accessibili? «Di siti che inneggiano al jihad ce ne sono molti. Vi si può accedere dai più comuni motori di ricerca. Si tratta di forum, blog, gruppi Facebook che fanno propaganda, dove magari non si annidano leader carismatici ma perfetti gregari utili a fornire prezioso aiuto logistico ai potenziali attentatori. Accedere a informazioni che sono sotto gli occhi di tutti, sembrerebbe poco rilevante. Ma è proprio un attento monitoraggio di internet, la chiave per scongiurare molti pericoli». Servono nuovi fondi per la cyber-sicurezza? «Nuove risorse sono molto utili. Ma si può fare prevenzione a costo zero anche con un normale personal computer. Il vero punto è che è necessario coordinare i vari sforzi, invece che creare piccole realtà chiuse. Allo stato attuale si occupano di prevenzione la Polizia postale, un settore dei carabinieri del Ros, la Guardia di Finanza, e i
servizi che svolgono attività di coordinamento ma non hanno uffici propri. Ad oggi, lo sforzo che potrebbe essere fatto da 50 individui viene fatto spesso da 500 persone che hanno posizioni diverse e sono dislocate nelle diverse Procure. Per questa ragione, è indispensabile che l’attività di prevenzione e monitoraggio sia centralizzata: ne guadagneremmo in efficacia e snellezza». Molti presunti terroristi, sono stati scarcerati in Italia e oggi sono latitanti. Non c’è niente che la magistratura possa fare, in proposito? «Se date condizioni impediscono l’arresto, l’alternativa immediata e risolutiva è l’espulsione. Ma vi si ricorre pochissimo perché costa molto: comporta l’uso di aerei, di navi, di scorte. Per questa ragione, occorre incrementare i fondi disponibili». Esiste il pericolo di infiltrazioni jihadiste sui barconi? «I pericoli sono concreti. Chi dice che i terroristi usano soltanto gli aerei, si sbaglia di grosso. I barconi sono perfetti per mantenere un basso profilo. E la Sicilia, in particolare, è un’ottima base logistica per i malintenzionati che vogliono farsi passare per disperati. Limitare i rischi però non è semplice. Innanzitutto perché i nostri hot spot non funzionano a dovere in attesa delle decisioni dell’Europa. E poi perché spesso bisogna fare i conti con l’anagrafe di Paesi molto poveri, che compiono errori di trascrizione e rendono tutto molto complicato. Inoltre, i centri di detenzione temporanea, si contano sulle dita di una mano. E le leggi vigenti sull’espulsione sono spesso inefficaci. Spesso i processi si svolgono in assenza dell’imputato, e finiscono con una condanna al pagamento di 5mila euro di ammenda. Processi a imputati che non ci sono, con multe che non verranno mai pagate». Le mafie hanno un ruolo nel finanziare i terroristi? «Devo limitarmi a ricordare ciò che ha detto al vostro giornale, il procuratore Lupacchini. La mafia non difende proprio nessuno. L’obiettivo delle mafie, da Nord a Sud, è soltanto quello di fare soldi». (*FLD*)
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Cronaca di Palermo 27
Giornale di Sicilia Venerdì 4 Dicembre 2015 -R-
Manutenzione. Al termine della posa dell’asfalto, la ditta posizionerà le transenne sulla carreggiata lato mare: si proseguirà con lo scavo per il collettore fognario
Foro Italico, le vecchie mura frenano i lavori 0 Ripartirannolunedì gli interventiperlasistemazionedelmantostradale soprai bastioni.Intantocaos elunghe code Le transenne sarebbero dovute rimanere soltanto deici giorni. Di fatto, palermitani e pendolari si sono ritrovati da quasi tre settimane a fronteggiare lunghe code e caos nelle ore di punta.
in Breve
Giovanni Villino
...
Twitter: @villino
Un Foro Italico senza pace. Prima i lavori sul collettore fognario, poi i grandi ostacoli incontrati nel corso degli scavi per la presenza delle antiche mura nel sottosuolo. E ancora i continui cedimenti del terreno che hanno reso la carreggiata, lato monte, piena di insidie. L’ultimo capitolo di questo tormentato cantiere è il rinvenimento dei bastioni in posizioni diverse da quelle previste. O meglio, più in superficie di quanto ci si aspettasse inizialmente. E così quei lavori di consolidamento tanto attesi, e oggi tanto sofferti, hanno fatto i conti con un ennesimo rallentamento. Si è dovuto infatti tutelare un bene considerato di interesse storico e per questo motivo è stato necessario studiare una soluzione alternativa. Intanto uno dei tratti stradali, con un flusso imponente di veicoli, ha fatto i conti con un restringimento che costringe auto, pullman di linea e mezzi pesanti a percorrere la strada in fila indiana. Un imbuto che nei fatti crea una lunga coda che nelle ore di punta raggiunge la zona del porto. «Ripartiremo lunedì con la sistemazione dell’asfalto», assicura intanto Piero Marano amministratore della Sikelia. La ditta che sta eseguendo i lavori per il collettore fognario si sta anche occupando di sistemare l’asfalto
0 Polizia municipale
0 Via Lincoln
B&B e opere abusive, scattano i sigilli
Aggredisce automobilista a colpi di casco
Un B&b abusivo è stato sequestrato dagli agenti della polizia municipale. La struttura alberghiera era affacciata sulla Conca d’oro ed era dotata di dieci camere, due appartamenti, una piscina, due sale ristorazione e una cucina industriale. All’esterno anche un cantiere con ponteggio, per la ristrutturazione del retro prospetto. I proprietari non hanno esibito agli agenti la certificazioni necessaria per le opere e per la conduzione dell’attività e così è scattato il sequestro.
La polizia è a caccia di un motociclista che ha colpito con il casco un automobilista in via Lincoln, nei pressi della stazione centrale. L’aggressione è nata per una mancata precedenza. Il motociclista, a bordo di una vespa bianca, ha prima sferrato un pugno all’automobilista poi lo ha colpito più volte e in modo violento con il casco. La vittima è stata soccorsa dai sanitari del 118 che hanno medicato un’ampia ferita in testa.
...
...
Al Foro Italico lavori a rilento a causa dei bastioni, le antiche mura che si trovano al di sotto del manto stradale in prossimità dell’area del cantiere. Il terreno in Foro Umberto I è, infatti, in movimento. E questo ha causato lo sprofondamento di parte del manto. L’amministrazione comunale ha voluto capire i motivi di quanto stava accadendo. E per questa ragione ha chiesto a Sikelia una relazione sullo stato del terreno e sui lavori effettuati. In pratica, i lavori di scavo avrebbero in qualche modo messo in moto una cavità naturale. «Cavità presente ma non visibile - precisa Marano -. Era infatti coperta e distante qualche metro dagli scavi». Nell’area in cui si sono aperte
piccole buche e formati pericolosi avvallamenti non erano stati effettuati interventi diretti. «Con la riapertura del traffico – aveva detto Marano -, probabilmente un pezzo del vecchio muro ha ceduto. Sono delle cavità che esistono in zone dove ci sono aree archeologiche. A Napoli, ad esempio, si sente spesso di casi in cui si aprono delle voragini per strada». E sono così iniziati gli interventi. Le transenne sarebbero dovute rimanere solo dieci giorni. Così, almeno, era stato assicurato dalla ditta che sta eseguendo i lavori lungo la corsia lato
monte. Di fatto palermitani e pendolari si sono ritrovati da quasi tre settimane a fronteggiare lunghe code e intasamenti. Decine le segnalazioni anche a Ditelo a Rgs (sms al 335.8783600 o mail a ditelo@gds.it). Ma le sofferenze sembrano non finire, almeno per gli automobilisti. Al termine della sistemazione dell’asfalto si procederà con i lavori per il posizionamento della tubatura del collettore fognario. E questa volta lo scavo sarà effettuato nella corsia lato mare, nel tratto che va da via Lincoln a Porta dei Greci. (*GIVI*)
0 Colpo alle poste di Valderice
Il blitz. La vittima «ridotta in schiavitù» ha 22 anni. Una famiglia rumena avrebbe tenuto segregata la figlia
«Costringevano ragazza a prostituirsi»: 5 arresti
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Si è confidata con uno dei suoi clienti e ha cambiato destino alla sua vita e a quello della figlia di tre anni: una rumena di 22 anni, sequestrata e costretta sotto ricatto a fare la prostituta, ha raccontato tutto all’uomo. Che l’ha convinta a denunciare i suoi connazionali-aguzzini: i racconti, fatti nella notte ad una volante della polizia fermata nei pressi della stazione Centrale, hanno consentito l’arresto di
cinque rumeni, tutti appartenenti allo stesso nucleo familiare: due uomini e tre donne, accusati di sequestro di persona a scopo di estorsione e riduzione in schiavitù e sfruttamento della prostituzione. I cinque arrestati sono Aron Soriel Dutescu, 41 anni; Daniela Dutescu, 40 anni; Tatiana Margelu, 22 anni; Aron Cosmin Dutescu, 21 anni, e Sandra Diana Dutescu, 19 anni (ai domiciliari). Dutescu Aron Cosmin
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dovrà rispondere anche del reato di violenza sessuale nei confronti della ragazza costretta a prostituirsi. La storia della ventiduenne ridotta in schiavitù inizia due anni fa, quando dalla Romania arriva a Palermo insieme alla figlia di due anni e ad una sorella (che poi, incinta, potrà tornare in patria): alle ragazze viene detto che avranno ospitalità in una famiglia di connazionali, che vivono da anni al-
l’Albergheria, e che tramite loro troveranno lavoro. Una volta arrivate in città, l’amara sorpresa: non c’è alcun lavoro per loro, tranne quello della prostituzione. Le due sorelle vengono costrette ad andare sui marciapiedi, mentre la bimba viene tenuta in casa dalle donne Dutescu. Minacce, ricatti, anche uno stupro per la ventiduenne. Che ha denunciato tutto grazie al suo cliente.
Presi due rapinatori in trasferta
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I carabinieri hanno arrestato due palermitani in trasferta che hanno tentato una rapina ai danni di un ufficio postale di Valderice, in provincia di Trapani. In manette sono finiti Marco Albanese, di 29 anni (nella prima foto), e Salvatore D’Alba, di 41 anni (nella seconda foto). Quest’ultimo ricercato dal 2013 quando si era dato alla macchia, approfittando dei benefici del regime di semilibertà a cui era stato sottoposto dopo una condanna per una precedente rapina. Entrambi dovranno rispondere di tentata rapina aggravata, sequestro di persona e porto di arma clandestina. I due, con il volto coperto da passamontagna e armati di pistola hanno preso in ostaggio gli impiegati per legarli con le fascette di plastica da elettricista. I carabinieri impegnati nei controlli, hanno notato i movimenti sospetti all’interno dell’ufficio postale.
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Cultura & Spettacoli 41
Giornale di Sicilia Sabato 5 Dicembre 2015
Palermo. Il 12 dicembre, alla presenza del presidente Mattarella, la riproduzione verrà posta nell’Oratorio di San Lorenzo dove nell’ottobre del 1969 avvenne il furto
Ricompare il Caravaggio rubato È una copia perfetta e clonata L’operazione, costata 100 mila euro, è promossa da Sky che ne ha tratto un film «La Natività con i santi Lorenzo e Francesco d'Assisi» dipinta da Michelangelo Merisi nel 1609 e trafugata a Palermo nel 1969, tornerà a vivere in una fedelissima riproduzione tecnologica. Simonetta Trovato
...
Palermo
Missing. Scomparso. Disperso. Forse distrutto. Il Caravaggio più famoso, quella «Natività» che sparì in una notte, tagliata a vivo, arrotolata, trafugata, forse potrebbe ritornare alla vita. In maniera virtuale, certo, visto che se ne son perse le tracce, ma almeno è un passo in avanti contro la muffa del tempo. Il progetto è affascinante: «La Natività con i santi Lorenzo e Francesco d'Assisi» dipinta da Michelangelo Merisi nel 1609 e trafugata dall'oratorio della Compagnia di San Lorenzo a Palermo nel 1969, tornerà a vivere in una fedelissima riproduzione tecnologica, che sarà sistemata nell’oratorio sabato 12 dicembre, presente il presidente della Repubblica Sergio
Mattarella. Riprodurla sembrava impossibile, visto che non esistevano immagini della tela, soltanto una foto di pochi centimetri di Enzo Brai e alcuni particolari su vetro. Ma i clonatori di Factum Arte, il laboratorio madrileno guidato da Adam Lowe, sono partiti proprio da qui, da questi infinitesimali particolari che riconducono al tutto. Dopo aver duplicato la tomba di Tutankhamon e le «Nozze di Cana» di Paolo Veronese, è toccato quindi al Caravaggio trafugato. Che è al primo posto nell’elenco dei beni missing a livello mondiale. L’idea di «clonare» la tela per sistemarla al posto dell’originale – costo dell’operazione, 100 mila euro -, è venuta a Sky, che ha commissionato il progetto a Factum Arte. A Sky resterà comunque «Operazione Caravaggio Mistery of the Lost Caravaggio», documentario interessantissimo per il piccolo schermo, che sarà distribuito a livello internazionale da Sky Arts Production Hub, il nuovo centro d'eccellenza europeo per la produzione di programmi sull'arte; e andrà in onda
su Sky Arte HD (canali 120 e 400) a gennaio. Il programma racconterà la storia de «La Natività», delle infinite traversie, alcune talmente inverosimili da sembrare costruite ad arte. Ma racconterà anche un’opera delicata, dalle ombrosità eleganti, dai corpi schivati in un unico antro di segni.
4 Il documentario sul progetto andrà in onda su Sky Arte HD a gennaio Tutto inizia nella notte tra il 17 e il 18 ottobre 1969: due uomini si introducono nell’oratorio, staccano la tela, la arrotolano e la portano via. La mattina le perpetue, le sorelle Gelfo, scoprono il furto e avvertono il parroco don Benedetto Rocco. Che a sua volta, con grande calma, chiama prima l’arcivescovo, poi il sovrintenden-
te che a sua volta avverte la polizia. Del furto parlerà Mauro De Mauro, poi Sciascia, tutti e due puntano il dito contro intrighi non meglio definiti. Ma è cosa nota a Palermo che si è trattato di un furto su commissione e che è coinvolta la mafia. O almeno così fanno pensare i numerosi pentiti che parlano del Caravaggio rubato: Giovanni Brusca, Francesco Marino Mannoia, persino Gaspare Spatuzza che racconta come la tela fu mangiata dai porci perché nascosta in una fattoria. Si favoleggia che Totò Riina la usasse come tappetino o che fosse issata a protezione dei conclavi di mafia a cui partecipava (si dice…) Andreotti. E una curiosità sulla «Natività» riguarda anche Catania: fra le 52 opere superstiti esposte nel Museo Civico, c’è anche l’unica copia esistente del quadro di Caravaggio, realizzata da un pittore contemporaneo di Michelandelo Merisi, Paolo Geraci. Storie. Fantasmi. Su un’opera che è soprattutto un simbolo estremo di abbandono. Ora ritorna a casa, seppure solo in copia. (sit)
«La Natività» di Caravaggio
the day after. Il cantautore che due giorni fa aveva detto «isola di m...» ha spiegato le sue parole che hanno provocato fortissime reazioni sui social e fra i politici
Vecchioni: la mia frase, una provocazione d’amore ... Palermo
Una giornata in giro per le scuole di Palermo, poi la sera a firmare le copie del suo libro «Il mercante di luce» alla libreria Modusvivendi: così il day after di Roberto Vecchioni. Ma la lunga fila delle persone in attesa di arrivare fino a lui - va bene, non era esattamente una «queu» londinese, ma la pazienza era uguale a quella anglosassone - era talmente lunga da cancellare da sola le polemiche. Dopo l'attesa arrivavi da lui, seduto su una sedia con un tavolino tondo azzurro davanti: breve colloquio con il libro alla mano, un sorriso, la firma e via. Il suo pubblico se n’è fregato della polemica ed è corso dal cantautore che ha dato parole al-
le emozioni, che ci ha portato a Samarcanda lasciandoci a casa, e dal professore che per 48 anni non ha mai insegnato da seduto perché «se devi dare a qualcuno, devi essere sempre pronto ad andare». Un popolo che gli ha reso meno dolorosa una giornata iniziata male: «Vedendo quello c'era scritto su Facebook ha spiegato - mi sono intristito, è stato un quiproquo a creare tutto questo casino. Sì, una parolaccia mi sarà pure scappata ma la mia è stata una provocazione d'amore». Non aveva una gran voglia di dar retta ai giornalisti, però qualcosa l'ha detta: «Le mie non erano frasi dette con astio, non contenevano alcun sentimento di razzismo, io ho
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parlato per amore: le cose si devono pur dire, inutile nascondersi dietro alibi, dietro un mare strepitoso. Qui davvero ci sono intelligenze, cultura, bellezza ai massimi livelli, ma appena sceso dall'aereo mi sono trovato intrappolato in un traffico infernale, in un caos incredibile. Ho provato rabbia». E se fosse proprio qui l’« offesa», in questa condanna travestita da complimento? Siamo bellissimi ma brutti Durante tutta la giornata, mentre Vecchioni e Palermo tornavano a flirtare, mentre il web si confermava il solito tritacarne che tutto ingoia e moltiplica - il sito del Giornale di Sicilia già nel pomeriggio viaggiava oltre i 120 commenti e le 5000 condivisioni - non sono man-
Roberto Vecchioni
cati i comunicati stampa inviperiti. Hanno scomodato Goethe - una mano santa quando c'è da elogiare la Sicilia - e lo smarrito orgoglio siculo, quello che viene a galla a intermittenza. Feriti, appunto, nell'orgoglio, politici e amministratori hanno fatto sentire la loro voce in risposta agli strali di Roberto Vecchioni. Quell’«isola di m...», appena sussurrato all'università, non è andato giù, anche se estrapolato da un discorso più complesso, anche se accusarlo di aver detto menzogne non possiamo, anche se il web si è confermato nel suo ruolo di tritacarne che tutto ingoia, tutto amplifica e, spesso, distorce. Il sottosegretario Simona Vicari: «Più che Vecchioni a me in-
teressa Goethe quando diceva che l'Italia senza la Sicilia non lascia immagine alcuna nello spirito. Qui è la chiave di tutto». Ancora commenti affidati alle agenzie di stampa: «Non c'è niente di peggio delle banalizzazioni e delle generalizzazioni, quelle in cui, purtroppo, è caduto Roberto Vecchioni. Da un cantautore tanto apprezzato ci saremmo attesi valutazioni più profonde e meno stereotipate, in ragione anche del luogo in cui ha tenuto il suo intervento»: così ha fatto sentire la sua voce il presidente dei senatori di Area popolare Ncd-Udc, Renato Schifani. Ma Vecchioni ha trovato una «spalla» di lusso, il sindaco Leoluca Orlando: «Roberto Vecchioni conferma di essere un grande amico della Sicilia e dei siciliani. Con le sue parole ci ha ricordato che la Sicilia merita molto di più e molto di meglio di ciò che ha oggi». Antonella Filippi
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10 Fatti&Notizie
Giornale di Sicilia Domenica 6 Dicembre 2015
tra lapilli e fumo. L’attività del vulcano, secondo gli esperti, è ben lontana dallo «stato di quiete» con un tremore che si annuncia ancora di densità «medio-alta»
L’Etnaeruttaancora,voliasinghiozzoaCatania 0 Un’altanubediceneresovrastalamontagna.Giornatadipassione peripasseggeridiFontanarossa,ventigliaereidirottati L’Etna è stato protagonista di una spettacolare fontana lavica che muore nella Valle del Bove ma che ha continuato a generare una grossa nube di cenere che ha sovrastato lo stesso vulcano.
in breve 0 Canicattì
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catania
L’aeroporto di Catania operativo a singhiozzo. Il perdurare dell’emissione della cenere vulcanica dell’Etnea che ostacola lo spazio aereo dello scalo di Fontanarossa, ha fatto sì che gli organismi di vigilanza sulla sicurezza decidessero l’apertura e la chiusura degli spazi «in diretta», alla luce della performance del vulcano nel pomeriggio di ieri. Lo scalo catanese era rimasto chiuso nella giornata di venerdì sino alle 20. La riunione degli esperti prevista di buon mattino sabato avrebbe dovuto decretare la riapertura dello scalo alle 9, ma l’unità di crisi ha derogato per cui alle 13, ora dell’ulteriore verifica, è rimasto chiuso. Quella di ieri è stata una giornata di passione per i viaggiatori. Una trentina i voli in arrivo che sono stati dirottati negli scali di Palermo e Comiso, mentre soltanto una decina i velivoli atterrati a Fontanarossa con forti ritardi, nei cosiddetti «buchi» che si sono aperti nel pomeriggio fra le 13 e le 19 di ieri. Solo una decina i voli che sono
0 Castelvetrano
«Sesso con Senza stipendio minore»: in cella al Comune uomo di 41 anni 270 precari
Orazio Caruso
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Vulcanologi sull’Etna per monitorare la situazione anche sui vari punti del vulcano foto azzaro decollati; una ventina quelli in partenza cancellati. Domani una nuova riunione del comitato per decidere se riaprire o mantenere la chiusura dello spazio aereo catanese. Anche ieri, dunque, è continuata la fuoriuscita di lava, ma soprattutto di fumo dal cosiddetto cratere Voragine del vulcano, che nelle ultime settantadue ore è stato protagonista di quattro attività definite in gergo parossistiche, l'ultima
delle quali ieri dalle 16 alle 18,30. L’Etna è stato protagonista di una consistente spettacolare fontana lavica che muore nella Valle del Bove, che però ha continuato a generare una grossa nube di cenere che ha sovrastato lo stesso vulcano. Segnalazioni di caduta di cenere «a livello del mare» nella zona jonica, catanese e messinese. «L'attività esplosiva dal cratere Voragine è in continua evoluzione - dicono i tecnici dalla sala operati-
va dell' Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Catania - con una ampiezza del tremore vulcanico ancora medio-alta, per cui il vulcano non è per nulla in “stato di quiete”. Continuiamo a tenere la situazione sotto controllo». Oggi la commissione tornerà a riunirsi alle 8, per cui alla luce degli eventi atmosferici verranno adottate le decisioni conseguenziali. Decolli e atterraggi a Fontanarossa non sono garantiti.(*OC*)
Un uomo di 41 anni, celibe e nullafacente, è stato arrestato dai carabinieri di Canicattì dopo essere stato sorpreso all'interno di un' abitazione del quartiere «Oltre ponte» durante un rapporto sessuale con ragazzina di 14 anni di nazionalità rumena che si stava prostituendo. Gli è stata contestato il reato di «violenza sessuale aggravata». L'uomo è agli arresti domiciliari. La ragazzina potrebbe forse far parte di un giro di prostituzione in cui sono coinvolte anche minorenni. Nella stanza accanto c'era la sorella.
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Sono 270 i precari del comune di Castelvetrano in attesa dello stipendio di novembre, ed a rischio c’è anche la busta paga di dicembre, se non arriveranno i soldi dalla Regione Siciliana. La situazione per i precari di Castelvetrano è precipitata in questi giorni quando, l' Ufficio di ragioneria del Comune non ha trovato le somme promesse dall'assessorato regionale agli Enti locali sul conto di tesoreria. Se non di sbloccheranno i nove milioni di euro che l’amministrazione attende «sarà veramente complicato - dicono all’ufficio ragioneria- pagare gli ex articolisti». (*FISI*)
0 Rosolini
festa di santa barbara. L’omelia di monsignor Gristina. «Giusta l’azione di censura durante la processione»
Paternò, l’inchino della «vara» al boss: la Chiesa ringrazia le forze dell’ordine
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PATERNò
La festa di Santa Barbara a Paternò resta «blindata». In occasione del Pontificale presieduto dall’arcivescovo metropolita «la chiesa intolata alla Vergine e Martire era gremita come non lo sia stata mai», dice qualcuno che ha i capelli brizzolati. C'era grande attesa per l’omelia di monsignor Salvatore Gristina dopo il tam tam dell’«inchino» di due vare davanti l’abitazione del boss detenuto. Il prelato ha preferito focalizzare l’aspetto religioso che quello laico,
per cui chi si attendeva un «anatema» della Chiesa etnea contro i mafiosi, per certi versi è rimasto deluso; al contrario, in molti hanno gradito la sobrietà della predica. «La festa di Santa Barbara vede convergere, in rispettosa collaborazione i responsabili civili e ecclesiastici. Le forze dell'ordine hanno giustamente censurato quanto accaduto, anche se questa situazione non è accaduta in un momento tipicamente religioso, ma durante la festa. L'intervento e le disposizioni adottate sono certamente
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a difesa dell'ordine pubblico, ma anche a garanzia del senso genuino della religiosità popolare. A nome dei sacerdoti e dei veri devoti esprimo pubblicamente un sentito ringraziamento alle forze dell'ordine per le decisioni adottate». Fuori dalla chiesa un manifesto sorretto da volontari, che recita: «Paternò non si inchina». Carica di speranza la preghiera del sindaco. «Aiutaci Barbara - ha detto Mauro Mangano - a liberare le donne e gli uomini di questa città che ogni giorno ricevano l’offesa della vio-
lenza. Promettiamo di essere più rigorosi nell’organizzazione della ricorrenza per non distorcere la dedizione, scrivendo regole più chiare per accompagnare la tua immagine». E alla luce di ciò il primo cittadino ha dato mandato di redigere un regolamento comunale per impedire ai pregiudicati di partecipare in forma attiva alla processione e stilare un percorso obbligato per le «varette» ed evitare che vaghino liberamente. Quindi la revoca dei contributi ai portatori dei cerei degli Ortolani e dei Dipendenti comunali, che si sono macchiati dell’infamia. E infine l’assessore Valentina Cammisano ha scritto una lettera aperta ai boss nella quale dice: «Paternò non si inchina alla mafia».(*OC*)
Paura per l’incendio di un capannone
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Incendio di un capannone in contrada Masicugno, a Rosolini. Le fiamme, originate all’interno, hanno danneggiato numerosi mobili custoditi nella struttura e sono stati i residenti della zona a chiedere soccorso temendo per le proprie abitazioni. I vigili del fuoco del comando provinciale di Siracusa hanno spento il rogo, le indagini sono affidate ai carabinieri per i quali si tratterebbe di un episodio accidentale. Esclusa l’ipotesi del racket.
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6 Fatti&Notizie
Giornale di Sicilia Lunedì 7 Dicembre 2015
l’intervista a Cesare Martinetti
diFrancescoLoDico
«gli attentati e la crisi economica spingonoifrancesi acambiaremodello»
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Mohammed Abdeslam, fratello di uno degli stragisti del Bataclan, partecipa al dolore delle vittime
a vinto la paura. L'applauso scrosciante che esplode nel feudo di Hénin-Beaumont, incorona Marine Le Pen nuova reginetta di Francia, a pochi giorni dai sanguinosi attentati di Parigi. Chiamati alle urne per le votazioni regionali, i francesi hanno tributato al Front National il 30 per cento dei consensi e il vantaggio in sei delle tredici regioni chiamate al voto. «Era un partito maledetto. Ma oggi il Front National è il primo partito di Francia: il paradigma politico della nazione cambia radicalmente e prepara imprevedibili contraccolpi sulla scena europea», annota Cesare Martinetti, vice direttore de La Stampa già corrispondente da Parigi.
del Front National potrebbe dare nuovo fiato agli altri partiti populisti del Vecchio continente».
Vince il Front National. Quali conseguenze attendersi? «Il Front National è il primo partito di Francia. Si afferma la leadership di un partito antieuropeista che potrebbe cambiare in maniera imprevedibile le sorti della politica francese e di quella europea».
La ferocia jihadista ha rilanciato con forza i temi del patriottismo, e della diffidenza verso gli islamici. È così che si spiega l'esito delle urne di ieri? «Dietro il successo della Le Pen c'è senz'altro un Paese attraversato da grande inquietudine verso un modello di integrazione problematico. Ma i consensi del Front National si spiegano anche con il fatto che la Francia è in forte difficoltà sul piano economico ed è segnata da un'alta disoccupazione. Non è più una questione di destra o sinistra: basti pensare che il partito della Le Pen raccoglie il 45 per cento dei consensi degli operai e il 50 per cento di quello dei commercianti».
Dopo le aperture della Merkel sui profughi, sembrava che i populismi avessero perso slancio. Gli attentati di Parigi si sono trasformati in un micidiale assist a Le Pen? «Proprio così. Quando la Cancelliera aprì sui profughi agli inizi di settembre, i maggiori partiti populisti europei furono presi in contropiede. Ma lo spaesamento prodotto da quella mossa politica è durato poco. Gli attentati di Parigi hanno purtroppo riacceso la fiamma della causa lepenista, che fa della sicurezza e della battaglia contro lo straniero, due dei suoi caposaldi».
Cesare Martinetti, vicedirettore de La Stampa
Che cosa possiamo aspettarci? «Sul fronte interno - anche se la cosa induce più di qualche scetticismo - si potrebbe ipotizzare che le forze politiche tradizionali francesi possano dar vita a una grande coalizione per contrastare l'ascesa di Marine Le Pen. Ma conseguenze rilevanti e forse più plausibili, possono essere immaginate anche per l'Europa. La vittoria
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a Il vicedirettore de La Stampa: il partito della Le Pen raccoglie il 45% dei consensi degli operai e il 50% di quello dei commercianti
Il segreto del Front National sta nell'essere di-
ventato trasversale? «Intorno alle istanze lepeniste, si sono cementate le parole d'ordine dell'ultradestra e dell'ultrasinistra, che hanno trovato terreno fertile nell'antieuropeismo francese. Ne abbiamo visto una plastica rappresentazione nel 2005, quando i francesi bocciarono la Costituzione europea tramite il referendum». Quanto ha inciso l'appannamento della destra di Sarkozy, sul consolidamento del partito di Marine Le Pen? «In seguito agli attentati, Sarkozy è parso il leader politico più spaesato. Dato che Hollande ha manifestato una certa prontezza e autorevolezza nel reagire contro l'Isis, l'ex presidente si è trovato in grande difficoltà. Dichiarata guerra, e proclamato lo stato di emergenza, si è ritrovato senza argomenti spendibili. Sarkozy è il grande sconfitto di queste elezioni». Il pugno di ferro usato da Hollande si spiega anche con il timore di essere travolto dalla crescita lepenista? «Il calcolo politico è stato molto evidente, e ha pagato: i socialisti hanno sostanzialmente tenuto. Prima degli attentati il presidente navigava su percentuali di consenso bassissime. Ma dopo Parigi Hollande è salito al 50 per cento: un balzo in avanti straordinario segnato dall'onda emotiva di un Paese spaventato e determinato a reagire». (*fld*)
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44 Cultura & Spettacoli
Giornale di Sicilia Martedì 8 Dicembre 2015
prime cinema arrivasuglischermi,conuncastdistarebraveattrici,unfilm«alfemminile»grevecomeuncinepanettone
donnesull’orlodiunacrisidicattivogusto 11 donne a Parigi
Regression
Regia Audrey Dana Sceneggiatura Audrey Dana, Raphaelle Desplechin, Murielle Magellan Fotografia Giovanni Fiore Coltellacci Musiche Imany Interpreti Isabelle Adjani, Laetitia Casta, Audrey Dana, Julie Ferrier, Vanessa Paradis, Audrey Fleurot, Géraldine Nakache, Marina Hands, Alice Taglioni, Sylvie Testud Origine Francia 2015 Genere Commedia Dove Aurora
Regia e Sceneggiatura Alejandro Amenàbar Fotografia Daniel Aranyò Musiche Roque Banos Interpreti Emma Watson, Ethan Hawke, David Thewlis, Aaron Ashmore, Devon Bostick, Dale Dickey Origine USA, Spagna 2015 Genere Horror, Thriller Dove Metrolpolitan, UCI cinemas
P
E
sordio alla regia dell'attrice Audrey Dana, 11 donne a Parigi è un Sex and the city spinto alle estreme conseguenze, in chiave parigina e boulevardier. Il tema è molto più esplicito nel titolo originale Sous le Jupes des filles (Sotto le gonne delle ragazze). La vicenda si svolge infatti in una Parigi primaverile, in 28 giorni, la durata di un ciclo mestruale, e ruota intorno alle pulsioni istintuali di un gruppo assortito di undici donne, con un'insoddisfacente vita sessuale e un conflittuale rapporto con i rispettivi partner e mariti, le cui esperienze si intrecciano in una sorta di frenetico carosello. Si spazia da una donna in carriera con troppo testosterone e troppa solitudine alla sua segretaria altrettanto stressata e solitaria. Da una splendida brillante avvocatessa afflitta da imbarazzanti disturbi intestinali, a una sua amica più fortunata, impegnata in una relazione ad alto tasso erotico con un uomo sposato. E c'è anche la moglie di lui, tutta «casa e famiglia», che sfodera gli artigli quando apprende di essere l'unica ad ignorare le scap-
Una scena di «11 donne a Parigi», il film diretto (ed anche interpretato) dalla regista Audrey Dana patelle del marito. C'è poi una stilista non più giovanissima che non accetta la «concorrenza» della figlia diciottenne, e ha una sorella un po' strana che nasconde un pesante segreto. E c'è una casalinga stressata da quattro figli «insopportabili», che trova conforto nella relazione con l'affascinante titolare dell'agenzia che le procura le babysitter. E si chiude con la casta e dimessa consorte di un marito anaffettivo, che a causa di una botta in testa, diventa un' insaziabile erotomane. C'è troppo di tutto, troppi personaggi, tutti sopra le
righe, troppe scene madri (il contratto ne assicura una a testa), un linguaggio troppo scurrile, e una comicità che, a parte qualche scenetta e qualche battuta, è troppo inconsistente e non decolla. E c'è un eccesso di cattivo gusto in qualche trovata non certo originale come quella che coinvolge, spiace dirlo, proprio la brava e bella Laetitia Casta, che è quella afflitta da una fastidiosa flatulenza degna del più volgare cinepanettone. (A onor del vero, ci sono nel cast altri nomi importanti come Isabelle Adjani e Vanessa Paradis). Forse la
neoregista (che nel suo film si è anche ritagliata un ruolo «importante»), aveva in mente una commedia trasgressiva e liberatoria, grezza e sgangherata, ma tutta a favore delle donne. Poteva essere un idea. Ma l'incresciosa battuta conclusiva «siamo tutte le puttane di qualcuno» non lascia spazio alle illusioni. E tanto meno il sorprendente balletto finale che, alla maniera della commedia più convenzionale, festeggia il ritorno delle pecore smarrite, all'ovile di una rassicurante normalità. (*ELN*) eliana l. napoli
ossono l'autosuggestione e l'invadenza dell'informazione mediatica provocare forme di isteria collettiva? Questo interrogativo, di inquietante attualità, è alla base del nuovo film di Alejandro Amenàbar, il regista spagnolo che ha rivelato un insolito talento e uno sguardo molto personale, esplorando i generi, dal biografico Mare dentro allo storico Agorà. Il titolo dell'attesissimo Regression annuncia invece un ritorno all'esplorazione dei labirinti della mente e a quelle atmosfere sospese fra realtà e sogno, mistero e suspense, che caratterizzarono i thriller-horror dell'inizio della sua carriera fino allo splendido The others. Lo spunto glielo offre un fenomeno di psicosi collettiva che si diffuse nella provincia americana fra gli anni ’80 e i ’90 a seguito di accuse e confessioni di violenze sessuali legate a rituali satanici. In una cittadina del Minnesota, nel 1990, la diciassettenne Angela (Emma Watson) denuncia il padre per terribili abusi. Interrogato dal detective Bruce Kenner (Ethan Hawke) l'uomo finisce col dichiarar-
si colpevole ma sostiene di non ricordare nulla. Il detective si rivolge allo psicologo Raines (David Thewliss) che lo sottopone a un esperimento di regressione sotto ipnosi. Le memorie indotte del colpevole coinvolgono altri familiari, scoperchiando una turpe catena di rituali satanici che chiama in causa l'intero paese, e condiziona poco alla volta anche il poliziotto, ossessionato dall'allargarsi a macchia d'olio dell'indagine sempre più intricata e impenetrabile, che gli provoca incubi e visioni. Fino a quando, un dettaglio apparentemente insignificante non orienta i suoi sospetti in tutt'altra direzione. Il film è decisamente più riuscito e coinvolgente nella prima parte, che immerge in un'atmosfera di crescente suspense e di plumbea inquietudine il diffondersi della paura e della psicosi collettiva. Perde molto del suo appeal nella seconda parte che, pur mantenendo la sua eleganza formale e un gradevole stile retrò da horror anni ’70, diventa macchinosa, perde credibilità e arriva troppo frettolosamente alla resa dei conti finale. E perfino interpreti di classe come Ethan Hawke e David Thewliss sembrano recitare senza troppa convinzione. Qualche spunto di riflessione degno di nota lo offre proprio la divergenza di opinioni fra i due circa le reali conseguenze delle regressione della mente a mezzo di ipnosi. Ma anche il colpo di scena finale, che rivela la vera essenza del male, che affonda le sue radici nella stagnante e claustrofobica realtà della piccola provincia americana. (*ELN*)
al forum palermo. L’intrattenitore televisivo al centro commerciale di Brancaccio per un seminario in cui hanno fatto da padrone la creatività e la manualità
Muciaccia: carta, colla, penne e il gioco è...«fatto» Simonetta Trovato
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palermo
Creare una caricatura con un rotolo di carta igienica. O riprodurre il viso del nonno con carta, cartone, colla e l'immancabile barattolo di colla: è un mago fantasioso Giovanni Muciaccia, una mago nostrano nato in terra pugliese e cresciuto alla corte Rai dove il suo Art Attack è stato una sicurezza davanti cui incollare i bambini, per undici lunghi an-
ni. Sulla scia del suo programma più gettonato, il conduttore ieri ha guidato, in piazza Fashion all'interno del centro commerciale Forum Palermo, due laboratori per i più piccoli. Per Muciaccia basta avere manualità e un po’ di fantasia per creare un’opera d'arte, non servono materiali costosi ma avere a disposizione oggetti semplici e alla portata di tutti. Anche Fiorello era d'accordo visto che ha fatto la parodia di Muciaccia, rendendolo famoso... «Parto da
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Giovanni Muciaccia ieri pomeriggio al seminario tenuto al Forum Palermo
una sicurezza: i bambini devono poter rifare tutto quello che faccio io spiega -. Sono cose semplici e divertenti, inizio con le caricature dei genitori o di un'insegnante, le raccolgo e me le faccio raccontare. Da lì in poi, il ghiaccio è rotto, e il laboratorio fila spedito. I bambini hanno sempre una grande capacità di sintesi, eliminano funzioni pratiche e catturano le essenze: con pochi tratti definiscono, un oggetto, un animale o una persona. I pittori vorrebbero
essere come i bambini, Picasso invitava i piccoli a dipingere, non escludo che il Cubismo lo abbia inventato proprio un bimbo». Quindi manualità e creatività. «Io non demonizzo nulla, quando lanciai il mio programma, c'erano i videogiochi e abbiamo avuto una risposta entusiasmante. Bisogna sempre capire cosa gli dai, un aeroplanino di carta non li distoglierà mai da un videogioco ma, se ne hanno uno sottomano, magari ci giocano per ore». Da aprile Muciaccia conduce X Makers su Dea Kids(canale 601 di Sky), dove per la prima volta si parla di alfabetizzazione tecnologica per ragazzi. (*SIT*)
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6 Fatti&Notizie
Giornale di Sicilia Mercoledì 9 Dicembre 2015
lo scettro del califfo
lo stato islamico con esercito e tasse aognifunzionario 500DOLLARIalmese Gds.it pubblica uno speciale sullo Scettro del Califfo, riproponendo le notizie e gli articoli di approfondimento pubblicati negli ultimi mesi dal Giornale di Sicilia. Ecco i tweet sui punti principali. L’hashtag è #Loscettrodelcaliffo.
STATO E TERRITORIO
ni sovietici, fucili iracheni, materiale esplosivo e anche lanciamissili (18 novembre) Isis, le donne non devono andare al lavoro. La loro funzione è in casa con marito figli (25 maggio)
Isis nuove minacce in ebraico contro Israele : «Stiamo arrivando» (23 ottobre)
E possono uscire solo per servire la comunità e partecipare alla jihad (25 maggio)
Ebrei sotto tiro. In questi anni, molti sono partiti dalla Francia per andare in Israele (Battista , 14 novembre)
«Donne spose del jihad o usate dall'Isis per azioni suicide (Colombo, 27 novembre)
Isis, nato nel 2013 quando i miliziani di Baghdadi hanno iniziato a combattere in Siria (25 aprile)
«Per gli estremisti islamici, una donna può togliere il velo se morirà in nome di Dio» (Colombo, 27 novembre)
Isis è erede del ramo di al-Qaeda. È acronimo di Stato islamico in Iraq e Levante (25 aprile)
Arresti in Spagna e Marocco : erano reclutatori di donne da spedire come schiave ai miliziani dell'Isis (5 ottobre)
In Iraq e Siria un esercito di circa 50 mila uomini sventola la bandiera nera dello Stato islamico (25 maggio) L’ECONOMIA
«Estorsioni, petrolio, tratta delle schiave: l’Isis incassa 2 miliardi l’anno». (Neri, 14 novembre) E l’Isis contrabbanda petrolio in piccoli contenitori a dorso di mulo o di cavallo. (Financial Times, 18 novembre) I miliziani hanno già a disposizione 200 mila barili di greggio al giorno (Foresi, 25 maggio) L’Isis ha un efficiente sistema fiscale, gestito da Banca di Credito di Raqqa (25 maggio) Funzionari e miliziani dell’Isis percepiscono circa 500 dollari al mese (25 maggio) I soldati del Califfo possiedono un ricco arsenale: carri e canno-
Nuovo video dell’orrore, decapitati 4 guerriglieri curdi (31 ottobre)
LE DONNE
«Lo Stato Islamico si estende su un’area compresa fra 150 e 200 mila chilometri quadrati: quasi quanto l'Inghilterra». (Tirinnanzi, 8 Novembre)
Nello Stato Islamico vive oggi una popolazione di circa 8 milioni di abitanti (25 maggio)
Un corteo di mezzi e miliziani dello Stato islamico
L’ESPANSIONE
In tutto sarebbero 20 mila i foreign fighters nel mondo, 3 mila solo dalla Tunisia (Figliuolo, 15 novembre) Europa a più alta propensione alla radicalizzazione jihadista. Ogni milione di residenti musulmani, 200 miliziani pro-Isis. (Quercia, 1 dicembre) «Dalla sola Goteborg la metà dei foreign fighters di quelli partiti da tutto il Sudan verso il Califfato» (Quercia, 1 dicembre)
I MINORI
Non bambini-kamikaze ma minori minacciati o drogati da jihadisti per farsi esplodere (Iacomini, 16 settembre)
Ottocento francesi in Siria a combattere per lo Stato Islamico. Killer di Parigi nati nelle nostre città (Ridet, 15 novembre)
Portati da una parte all'altra nel Califfato perché assistano a fucilazioni e decapitazioni (Iacomini, 16 settembre)
Due ricercatori americani, Berger e Morgen, hanno contato 46 mila account di jihadisti su Twitter (Bennato, 24 novembre)
Isis, neonati con il certificato di nascita dei jihadisti (29 aprile) Anche lo Stato islamico fa uso di ragazzine kamikaze e bambini soldato (Neri, 27 luglio)
ASSALTO ALL’OCCIDENTE
Attacco a Parigi, kamikaze allo stadio, ristoranti, teatro: 129 morti, 352 feriti (13 novembre)
Il califfo crede nell’educazione di killer spietati e brutali (Molinari, 15 luglio)
«L'attentato di Parigi esporta nel cuore dell'Europa un modello di guerriglia già utilizzato dai jihadisti in Medioriente». (Olimpio, 15 novembre)
CRIMINI
Orrore a Palmira: decapitato archeologo, il suo corpo appeso in piazza (20 agosto)
Una coppia fa strage in un centro per disabili in California: 14 morti. Azione rivendicata in un comunicato dell’Isis. (3 dicembre)
E tre detenuti legati alle colonne del sito archeologico e fatti esplodere (27 ottobre) In un teatro, sempre a Palmira, 25 soldati siriani inginocchiati, ragazzini li uccidono con un colpo alla nuca (5 luglio)
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Il video dell’Isis sull’esecuzione di una presunta spia russa
Cambio di marcia della strategia terrorista. Ora l’Isis vuole un conflitto aperto e transcontinentale. (Piacentini, 15 novembre)
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Cultura & Spettacoli 45
Giornale di Sicilia Venerdì 11 Dicembre 2015
Il cartellone. Il «Teatro Eschilo» ospiterà un poker di artisti: dal sassofonista Francesco Cafiso alla cantante Antonella Ruggiero, da Francesco Buzzurro a Fabio Concato
«Il Grande Jazz»: ecco quattro concerti a Gela «Questa città ha bisogno di cultura e la cultura è diversità che cancella ogni confine» spiega il direttore artistico Lo Faro «Siciliana». Sarà la nuova casa del jazz a Palermo
Si cominci alle 21 questa sera con il sassofonista Francesco Cafiso. Tra una settimana, tocca ad Antonella Ruggiero, l’8 gennaio sarà il turno di Francesco Buzzurro, il 29 gennaio di Fabio Concato.
Riapreil«SantaCecilia» conlavocediGambarini
Tancredi Bua Gela
Il Teatro Eschilo di Gela si apre alla musica afroamericana con la rassegna «Il Grande Jazz», sotto la direzione artistica di Alfredo Lo Faro. Quattro gli appuntamenti, tutti con inizio alle ore 21: a salire sul palco dello storico Teatro Comunale di piazza Salandra, stasera, per l’inaugurazione della manifestazione, sarà il sassofonista Francesco Cafiso. Tra una settimana, tocca ad Antonella Ruggiero, l’8 gennaio sarà il turno di Francesco Buzzurro, mentre a chiudere la rassegna sarà Fabio Concato, il 29 gennaio. «Gela ha bisogno di cultura, e la cultura è diversità – spiega il direttore artistico Alfredo Lo Faro –. Abbiamo voluto realizzare un cartellone che dimostrasse che la musica è capace di cancellare qualsiasi confine, che la vera ricchezza sta nell’eterogeneità. Ognuno dei quattro protagonisti è bandiera di uno stile che lo caratterizza e rappresenta un orgoglio tutto italiano». Si parte stasera con il concerto del sassofonista Francesco Cafiso, ac-
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palermo
Il sassofonista Francesco Cafiso compagnato al pianoforte da Mauro Schiavone. I brani in scaletta attraversano, uno dopo l’altro, i tre dischi che compongono il suo ultimo lavoro in studio, 3, composto da tre album tutti pubblicati in contemporanea. Venerdì prossimo si continua con il concerto di Antonella Ruggiero, che negli anni ha sperimentato in diversi ambiti musicali, spaziando dalla musica sacra a quella più elettronica, e ancora dal pop al jazz più tradi-
Roberta Gambarini zionale. La cantante genovese, per l’occasione, proporrà i grandi successi del proprio repertorio uniti ai canti sacri del periodo natalizio. A inizio anno prossimo, venerdì 8 gennaio è il chitarrista Francesco Buzzurro a proseguire nella rassegna. L’artista presenterà il live «One Man Band», in cui a essere proposti sono i grandi successi di artisti come George Gershwin, Dizzy Gillespie, Chick Corea e Antônio Carlos Jobim. Accanto alle sue versioni dei
loro classici, Buzzurro accosterà i brani dell’ultimo disco, Il quinto elemento, dedicato alla natura della sua Sicilia. A chiudere la rassegna, tre settimane dopo, venerdì 29 gennaio, sarà invece Fabio Concato, uno dei musicisti italiani che più ha fuso l’autorialità e la vena jazz. Per l’ultimo appuntamento è poi previsto un insieme di musicisti d’eccezione che uniranno la platea del Teatro Eschilo in una lunga jam session ricca di classici del genere. (*TABUA*)
Sarà la voce di Roberta Gambarini, una delle jazziste italiane più conosciute al mondo, a riecheggiare per prima tra le pareti del Real Teatro Santa Cecilia, restituito a partire da stasera al pubblico. L’apertura della nuova casa del jazz, nonostante i lavori per completare l’intero teatro siano in via d’ultimazione e la grande presentazione ufficiale slitti ancora un po’, è adesso realtà. A oggi, il Santa Cecilia è tra l’altro l’unico teatro pubblico storico esistente al mondo dedicato ai linguaggi musicali contemporanei, musica afroamericana su tutti. Lo spettacolo di Roberta Gambarini, sul palco del Santa Cecilia oggi e in replica domani, è inserito nella più ampia rassegna Siciliana. Insieme a lei, l’Orchestra Jazz Siciliana (da cui la rassegna prende appunto il nome), che accompagna la cantante originaria di Torino in un viaggio per le sue composizioni. A metà settembre, il repertorio della Gambarini si è allargato
con Connecting Spirits: Sings the Jimmy Heath Songbook, in cui – proprio come fecero Billie Holiday ed Ella Fitzgerald – la cantante reinterpreta le pagine di storia della musica composte dal «Little Bird» (il «Bird» immortale è Charlie Parker) Jimmy Heath. Alle date di oggi e domani seguono le esibizioni, venerdì e sabato prossimi, 18 e 19 dicembre, di Nicole Henry, definita dal JazzTimes di Quincy come «l’unione delle intensità espressive di Whitney Houston, Diane Schuur e Patti Austin. «Si tratta di un traguardo storico e al contempo emozionante – ha commentato il presidente della fondazione The Brass Group, Ignazio Garsia – . Restituiamo alla città un altro gioiello, facendo sì che il jazz abbia finalmente una casa in cui poter far sentire, anche in inverno, la propria voce». Tutti i concerti della rassegna iniziano alle 21:35. Il costo del biglietto al tavolo è di 15 euro, 12 in seconda fila e 7 per gli studenti sotto i 26 anni. (*TABUA*)
Film. Il comico romano, con Massimo Ghini, Luca Argentero e tutta la troupe quest’anno vanno ai Caraibi. «Il nostro obiettivo è far divertire senza tabù e ipocrisie»
Ritorna il cinepanettone di Natale De Sica: ma quest’anno si esagera Roma
Con «Vacanze di Natale ai Carabi», nei cinema da mercoledì 16 dicembre, ritorna il cinepanettone diretto dal veterano Neri Parenti e si ripresenta nelle sale con la sua formula originale. Dove la parola d'ordine è esagerare, scegliendo la farsa come veste per un film che punta sugli equivoci, doppisensi e colpi di scena. Il personaggio che è rimasto più di tutti associato ai film natalizi campioni di in-
casso è Cristian De Sica che quest'anno ridivide la scena con Massimo Ghini. «Mi fa piacere ritornare al cinepanettone doc. Riprendere a fare la farsa è una cosa che mi diverte -dice De Sica -, anche perché prima di accettare ho messo le mani avanti chiedendo agli autori (Fausto Brizzi, Marco Martani e lo stesso Neri Parenti, ndr) un prodotto capace di far ridere veramente. E posso garantire che questa volta hanno davvero spinto sull'acce-
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leratore: da noi la commedia sofisticata non funziona. Il nostro obiettivo è far divertire senza tabù e ipocrisie». Un punto di vista condiviso da Massimo Ghini, che osserva: «Definisco il cinepanettone il film più sincero che ci sia. Perché il pubblico va a vedere esattamente quello che il film ti propone. Poi, si può condividere oppure no, può piacere o non piacere, però alla fine si scopre che questo genere l'hanno visto tutti». Come da tradizio-
Christian De Sica
ne, tutto si svolge in una meta esotica - in questo caso è Santo Domingo che fa da sfondo a tre storie. La prima riguarda Mario (De Sica), la sua giovane figlia vuole sposare un attempato signore (Ghini). Lui e la moglie (Angela Finocchiaro) sono contrari, ma quando scoprono che è molto ricco, e che potrebbe risolvere i loro guai finanziari, cambiano idea, senza sapere che il futuro genero è in realtà uno senza un quattrino. La seconda vicenda vede protagonista Dario Bandiera nei panni di un maniaco di internet, totalmente dipendente dal telefonino, che naufraga su un'isola deserta e scopre che il suo tablet, che ha sempre regolato la sua vita, non ha campo… La terza riguarda Fausto (Luca
Argentero) e Claudia (Ilaria Spada) tra loro scoppia un'irrefrenabile passione che li porta a mollare su due piedi i rispettivi partner, per poi scoprire di non avere niente in comune se non il sesso.. Quindi far ridere con ogni mezzo sembra essere la strategia del film che segna anche il debutto di Argentero in un cinepanettone. "Quando mi è arrivata la proposta ne sono stato lusingato, ma ho avuto anche terrore perché le aspettative erano alte - spiega - Non mi era mai capitato di dover affrontare questo genere. Ho vissuto gli ultimi dieci anni con la fortuna di aver fatto tante cose diverse, quindi riempire questo tassello mi ha molto divertito". Emanuela Castellini
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12.12.2015 © La riproduzione e la utilizzazione degli articoli e degli altri materiali pubblicati nel presente giornale sono espressamente riservate
46 Cultura & Spettacoli
Giornale di Sicilia Sabato 12 Dicembre 2015
prime cinema ilcomicotoscanorimaneancoratoalsolitoruolodiscavezzacollononostantel’etàormaimatura
pieraccioni, mezzo secolo da peter pan il professor cenerentolo
Belle & Sebastien
Regia Leonardo Pieraccioni Sceneggiatura Leonardo Pieraccioni, Giovanni Veronesi, Domenico Costanzo Fotografia Fabrizio Lucci Musiche Gianluca Sibaldi Interpreti Leonardo Pieraccioni, Laura Chiatti, Massimo Ceccherini, Davide Marotta, Manuela Zero, Lrena Cesarini Origine Italia 2015 Genere Commedia Dove Gaudium, Metropolitan, UCI cinemas
Regia Christian Duguay Sceneggiatura Cécile Aubrey, Juliette Sales, Fabien Suarez Fotografia Christophe Graillot Musiche Armand Amar Interpreti Félix Bossuet, Tchéky Karyo, Margaux Chatelier, Thierry Neuvic, Urban Cancelier Origine Francia 2015 Genere Avventura, Family Dove Gaudium Julii, King, Marconi, Metropolitan, UCI Cinemas
C
P
on la solita cadenza biennale, Natale ci regala un «pacco dono» firmato Pieraccioni Il precedentedel 2013, è Un fantastico via vai, nel quale il regista toscano si ritaglia un insolito ruolo «giovanilista» di quasi cinquantenne che volge unosguardo benevolo all'universo giovanile. E invece, varcata ormai la soglia dei 50, ne Il professor Cenerentolo, torna ad essere il ragazzone di sempre, solo un po’ più cialtrone e irresponsabile, capace di conquistare le vistose fanciulle che la fortuna mette sul suo cammino. Tanto più che questa volta la bellezza di turno è la brava Laura Chiatti, «sacrificata» nel ruolo di Morgana, una bionda strepitosa e disponibile, con un quoziente di stupidità del 25%, che nel finale però rivela un imprevedibile buon senso. Lui invece è Umberto Massaciuccoli, un costruttore che per salvare dal fallimento la sua piccola impresa, tenta un «fragoroso» colpo in banca, stile I soliti ignoti. Puntualmente arriva la polizia e lui finisce a Ventotene, a scontare quattro anni di prigione. Ormai prossimo al «fine pena», durante il quotidiano lavoro in biblioteca ha il tempo di coltivare la relazione con Morgana, che ignora la sua condizione di carcerato. È costretto perciò, novello «Cenerentolo», a interrompere gli incontri allo scoccar della mezzanotte, per rientrare frettolosamente in carcere. Da questo spunto, in sé non male, prende l'avvio il 12˚ lungometraggio firmato Pieraccioni, che si fa apprezzare giusto per quel caoti-
Sceneggiatura Etienne Comar, Maiwenn Le Besco Fotografia Claire Mathon Musica Stephen Warbeck Interpreti Vincent Cassel, Emanuelle Bercot, Louis Garrel, Lucovic Berthillot, Isild Le Besco, Félix Bossuet Origine Francia 2015 Genere Drammatico, Sentimentale Dove Igiea Lido
suo cuore la madre, morta dandolo alla luce, che lo ha affidato a Cesar (Tcheky Karyo), l'anziano montanaro padre di Angelina, che il bambino chiama «nonno». L'aereo da guerra americano sul quale Angelina viaggia, purtroppo si incendia e cade in una landa desolata, montuosa e boschiva, al confine con l'Italia, appiccando il fuoco alla fitta foresta che la ricopre. Nonno e nipote però non si rassegnano, sono sicuri che lei sia ancora viva. Per esplorare la zona del disastro, affittano l'aereo di un solitario e ruvido personaggio, Pierre Marceau (Thierry Neuvic), padre di Sebastien. Ma i due non si conoscono e l'incontro favorisce l'intesa padre figlio.
Avvincente per i risvolti spettacolari dell'avventura, irta di pericoli e di suspense, il nuovo episodio di una prevedibile serie perde, inevitabilmente, un po’ dell'intensità emotiva iniziale che nasceva dall'incontro di due solitudini: il cane inselvatichito, fuggito da un padrone violento, e il piccolo Sébastien, altrettanto bisognoso d'affetto. In compenso lo sguardo si allarga a nuovi orizzonti e nuovi personaggi. Imperdibile per i ragazzi, ma adatta anche agli adulti in cerca di semplicità e di buoni sentimenti, la favola di Belle & Sebastien, ben strutturata e senza momenti di pausa, intrattiene e commuove, specie nel finale. (*ELN*)
co autocompiacimento, ad esplorare un rapporto di coppia un po' particolare, ma in qualche modo anche emblematico. Cosa accade quando si vive una passione travolgente e cosa può accadere invece quando subentra la routine, affiorano gli egoismi, si perde l'intesa e la complicità? La vicenda è narrata in flashback, mentre la protagonista Tony (Emanuelle Bercot), brillante avvocato in carriera non più giovanissima, ricoverata in una clinica di riabilitazione per curare i legamenti di una gamba rotti durante una
frenetica discesa sugli sci - incidente o tentativo di suicidio? - rievoca la sua storia d'amore travagliata con Georgio (Vincent Cassel), proprietario di un ristorante alla moda, con rombante bolide sportivo e stuolo di belle ragazze al seguito. Lui la conquista con la sua fantasia mista a tenerezza e le regala un periodo di intensa felicità. Le cose cambiano quando Tony, in attesa di un bambino, diventa nevrotica e fastidiosa. Lui ne approfitta per trasferirsi in un luminoso attico nelle vicinanze, e torna a casa sempre più di
rado. Il resto è una discesa agli inferi. Lui si rivela immaturo ed egoista, si porta a letto una ragazza dopo l'altra, riprende la sua vita spensierata e irresponsabile. Si rivela insomma, per sua stessa ammissione, «il re degli stronzi», pronto sempre però a chiedere scusa e a promettere di cambiare. Difficile dargli una nuova chance, difficile anche resistere al suo fascino. Un gioco al massacro al quale alla fine Tony riuscirà a sottrarsi, ritornando alla vita «normale». Non senza però qualche punta di rimpianto e
di acuta nostalgia. Maiwenn ha costruito con sensibilità tutta femminile due complessi e contraddittori personaggi che, a parte qualche momento troppo gridato ed eccessivo, possiedono una loro autenticità e verità. Merito anche di due attori strepitosi, Vincent Cassel non meno della Bercot (bella sorpresa anche Louis Garrell, a suo agio in un ruolo ironico e spiritoso). Da tutti Maiween riesce ad ottenere il meglio, portandoli al diapason delle loro possibilità espressive. (*ELN*)
Flavio Insinna e Leonardo Pieraccioni in «Il professor Cenerentolo» co andirivieni del protagonista dentro e fuoriil carcere, metafora calzante dellafaciloneria cialtronesca di casa nostra, senza però quella salutare vena amarognola di monicelliana memoria. Il resto è disarmante confusione, con la risata che proprio non scatta, mentre cresce al contrariol'imbarazzo. Col suo inguaribilenarcisismo, Pieraccioni non si perde una scena e il suo ruolo è sempre quello del «piacione» maldestro che, per caso o per fortuna, alla fine la spunta su tutti. Fra i personaggidi contorno, un simpaticonanetto (Davide Marotta), che accetta le prese in giro anche un po’ pesanti, pronto a sfoderare al momento giusto, la sua «arma segreta». Il carcere poi è una «pacchia». Ci sono «mafiosi siciliani» non poi così «cattivi», a parte l'accento, e guardie carcerarie, direttore incluso (Flavio Insinna), disposte a chiudere un occhio. Ma il clan di Cenerentolo annovera anche due
... mon roi
eliana l. napoli
rotagonisti nel 1965 di un libro di racconti di Cecile Aubrey, scrittrice e attrice famosa negli anni ’50, e nel 1981 di una serie televisiva di cartoon giapponesi, il pastore maremmano femmina e il suo inseparabile amico, tornano sullo schermo per la seconda volta, dopo lo strepitoso successo del primo film realizzato da Nicolas Vanier, esploratore e documentarista. Alla cabina di regia c'è ora il canadese Christian Dugay, famoso per una miniserie televisiva dedicata al Giovane Hitler. Ambientato in un suggestivo paesaggio alpino splendidamente fotografato nella sua mutevole bellezza, rispetto alla prima puntata il film porta avanti di qualche anno il calendario del racconto, che si svolge ora nel 1945, alla fine della II Guerra Mondiale. Più dedito alla sue spericolate scorribande all'aria aperta in compagnia della fedele Belle, che alla frequenza scolastica, il piccolo Sebastien (Félix Bossuet) è in fibrillazione per l'annunciato ritorno dell'amatissima Angelina (Margaux Chatelier) reduce dalla guerra partigiana. La ragazza ha sostituito nel
Attrice, regista, sceneggiatrice ed ex signora Luc Besson, Maiween Le Besco aveva vinto a Cannes nel 2011, il premio della giuria con Polisse, un film sulla squadra di protezione dei minori della polizia parigina. Mon roi invece ha ricevuto quest'anno il premio per la miglior interpretazione femminile, ben meritato dalla sensibile e duttile protagonista Emmanuelle Bercot. Regista non ancora quarantenne, sicuramente interessante, dedica questo film in parte autobiografico e con qualche sospetto di narcisisti-
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sgangherati complici, fra cui l'immancabile (e insopportabile) Ceccherini, e donne surreali ed oversize. Niente di nuovo dunque nella solita formula fatta di umorismo bonario e superficiale, scandita dalle cadenze ossessive del toscano (che pretende superiorità sugli altri dialetti) e colorata di inguaribile ottimismo. E poco ha giovato la collaborazione di Paolo Genovese alla sceneggiatura. Paradossalmente il film ha i suoi momenti migliori, non ilari ma velati di malinconia, quando Umberto prova a «ricucire» il rapporto con la figlia, una quindicenne seria e pulitache si vergogna di far visita incarcere all'irresponsabile padre Peter Pan. Il professor Cenerentolo è una favola inconsistente ma garbata, che rifugge come sempre da ogni eccesso di volgarità. Piacevole la canzone finale, parole e voce dello stesso Pieraccioni. (*ELN*)
Il piccolo Felix Bossuet in una scena del film «Belle & Sebastien»
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12.12.2015
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32 Cronaca di Palermo
Giornale di Sicilia -R- Domenica 13 Dicembre 2015
Servizi. Proposta di «project financing» per un impianto di smaltimento. Contraria pure l’opposizione. Il sindaco: «Prima chiederemo tutte le autorizzazioni necessarie»
Ciminna, è bufera su un progetto per i rifiuti 0 UnasocietàlopresentaalComune,ilConsigliovota«l’interesse»mauncomitato cittadinoinsorge:«Dannosoperlasalute» Il comitato: «Un impianto mai installato in Italia e in Europa, si deve proteggere anzitutto l’ambiente. Ci batteremo per un referendum». Catalano: «Possibili vantaggi economici, ma certo va salvaguardata la sanità pubblica ». Alessandro Matalone
...
Ciminna
Solo un progetto, ma è già bufera. Riguarda la realizzazione di un impianto che tratta il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti. Il consiglio comunale approva la «dichiarazione di pubblico interesse» sulla proposta presentata dalla società Arrow Bio Italia, e in paese scoppia la polemica. Un comitato civico teme che la realizzazione di tale impianto possa causare problemi alla salute. Discussioni animate e comizi hanno caratterizzato gli ultimi giorni. «Siamo consapevoli - dice in una nota il comitato - che tale presenza
nel territorio di un impianto che in Italia ed in Europa non è mai stato installato ci fa riflettere molto. Il Comune, come si evince nello Statuto, deve vigilare affinché l’assetto del territorio sia rivolto alla protezione della natura, della salute e delle condizioni di vita della comunità. Ed inoltre l’adozione di strumenti urbanistici, di piani commerciali e di piani e programmi di opere pubbliche, di uso del suolo e del sottosuolo e in materia ambientale che incidono in maniera rilevante sulla economia e sull’assetto del territorio devono essere preceduti da pubblico dibattito. E ci batteremo affinchè si vada ad indire un referendum popolare». Anche la minoranza consiliare vuole stoppare l’iniziativa. «È di particolare importanza rilevare che un argomento di così grande impatto – dice in un comunicato il gruppo - è stato reso noto dall’amministrazione solo al momento dell’adozione degli atti, aspetto questo maggiormente si-
Il sindaco Vito Catalano gnificativo se si tiene conto che la società interessata alla realizzazione del progetto propone al mercato tale tecnologia dal 2002, senza mai riuscire ad avviarla in nessun paese d’Europa. A questo punto abbiano richiesto la convocazione di un consiglio comunale straordinario».
L’amministrazione tiene a rassicurare tutti. «Siamo interessati al progetto – dice il sindaco Vito Catalano -, ma prima che questo possa essere realizzato abbiamo bisogno di tutte le necessarie autorizzazioni, in primis della Regione. Abbiamo soltanto dato la nostra disponibilità ad un project financing che sarà utilizzato dalla società Arrow Bio Italia. Per il Comune non ci saranno spese. Se dovesse realizzarsi, innanzitutto ci sarebbero minori costi e maggiori entrate di risorse economiche nelle casse comunali che, a loro volta, verrebbero impegnate in altri settori al fine di promuovere lo sviluppo del territorio. Inizierà finalmente a mettersi in movimento in maniera consistente la zona industriale della Pianotta di Vicari che apporterebbe di conseguenza lavoro. Garantirò personalmente – conclude Catalano - la salute dei miei concittadini verificando già prima la fattibilità del progetto». (*AMA*)
in breve 0 L’autovelox a San Giuseppe Jato
L’ex capo dei vigili: nessuna responsabilità
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Sulla polemica legata all'affidamento del servizio autovelox sulla statale 624 Palermo-Sciacca è intervenuto ieri l'ex comandante dei vigili urbani di San Giuseppe Jato, Vito Ales. «Ho provveduto soltanto a pubblicare una richiesta di manifestazione di interesse per l'installazione di un tutor per il controllo della velocità, alla quale ha risposto una sola ditta - dice -. E, a scanso di equivoci, ci tengo a precisare che non ho curato né l'affidamento né il contratto e nessun'altra operazione, giusta o sbagliata che sia». L'opposizione ha chiesto la sospensione del servizio per presunte illegittimità. (*LEAS)
0 Corleone
Calcio, Prima categoria. Sfida a reti inviolate con il Pallavicino. Un organizzato Branciforti «doma» i madoniti
Nessun gol a Collesano, il Gangi si batte ma perde Collesano Pallavicino
0 0
COLLESANO: MUSUMECI, BLANDA, SEVERINO, LA PLACA, CILLUFFO, LO CURTO, IACHETTA, ROTONDI, SIGNORELLO, CITTà (57’ ROSSO), DI MATTEO. ALLenatore LAZZARA. PALLAVICINO: GELFO, PIAZZA, CANCILIA, LOPES, GALATI, MALTESE, D'ACQUISTO(70’ MONTI), BOLETTI, CEFALù (78’ GARGANO), GRAZIANO, DI LORENZO (63’ CONIGLIARO). ALLenatore SORCI. ARBITRO: CATANZARO di PALERMO.
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Collesano
Collesano e Pallavicino preferiscono non farsi male e si accontentano di uno 0-0 e di un punticino a testa che consente in ogni caso di muovere la classifica. I due portieri comunque si sono ben distinti e tutte le azioni pericolose di entrambe le squadre si sono infrante sui loro propri guanti. Primo tempo di marca Collesanese con almeno tre occasioni non sfruttate. La ripresa più equilibrata ha visto sugli scudi due ottime parate di Musumeci che hanno salvato il risultato.
ROSARIO LA RUSSA
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Branciforti Gangi
2 0
Marcatori: 20 pt' Di Pasqua, 39' st Ilardo. Branciforti: Treccarichi, Leanza, Mordà, Di Pasqua (40' st Arpidone), Pirronitto, Bruno, Campagna (26' st Paviano), Screpis, Lo Pumo (12'st Geraci), Inveninato, Ilardo. Allenatore: Andrea Licata Gangi: Agozzino, Smantello, Cammarata, Spena, Mostra, Trapani, Rinaldi, Scavuzzo, Barone (41' st Guarrera), Ficile (15' st Puccio), Flauto. Allenatore: Antonio Marguglio. Arbitro: Salerno di Catania.
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Leonforte
Continua a volare in classifica la Branciforti di Andrea Licata, vittoriosa in casa per 2-0 contro il Gangi. Meglio i padroni di casa nel primo tempo, più organizzati gli ospiti nella ripresa, ma inutilmente. Al 20' la prima rete con l'esterno d'attacco Di Pasqua che con un tiro-cross dalla destra sorprende il portiere Agozzino. Al 32' gran punizione del Gangi con Scavuzzo ma Treccarichi neutralizza. Nel secondo tempo Gangi padrone del campo e del gioco, ma spreca tanto. All'84' Ilardo raddoppia con un tiro al volo di destro. (*GADG*) Gaetano Di Gaetano
Borse di studio a ragazzi meritevoli
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Consegnate le otto borse di studio della «Fondazione Angelo Badami» a studenti della media Vasi di Corleone per l'anno scolastico 2014-15. La cerimonia, che a causa dei lavori di ristrutturazione della sede si è svolta nei locali del Cidma, ha visto la partecipazione di Angelina Noemi Badami, sorella del benefattore che destinò per volontà testamentaria i risparmi ai ragazzi meritevoli negli studi, del sindaco Lea Savona, del preside Vincenzo Di Salvo, di monsignor Vincenzo Pizzitola, di una rappresentanza di docenti e degli studenti vincitori Yvonne Provenzano, Erika Mangano, Erica Billeri, Bernardo Rigogliuso, Irene Cascio, Valeria Sardigna, Tania Palazzo e Tiziana Di Gregorio. (*FOTO MAMID-MAMID*)
GDS MEDIA & COMMUNICATION
ATA IA
Ciauda Cittadino del mondo in tour
er costruire la pace bisogna ziare dalla nostra mente, dal rtile di casa nostra. Ognuno è ero, o meglio schiavo di non ederci, ma noi possiamo davro cambiare la nostra mentaliadesso, iniziando a fare cose e non abbiamo fatto mai, per empio alzarci la mattina e darl buongiorno». Non è utopia. esto pensiero di pace e fratelnza espresso dal cantautore manuele Di Giorgio, è il fil rouche lega tutto il lavoro e la rirca musicale dei Ciauda. La mazione nata a Catania ha to dell’interculturalità e della tellanza tra i popoli il proprio edo. E dopo l’uscita dell’album ne 3 – che ha completato la ogia Unne – si è spinto oltre o a confezionare “Cittadino l mondo“, un vero e proprio ettacolo itinerante che non sia o musica ma che possa pore un messaggio di fratellanza utti. Dopo la tappa inaugurale Catania, il tour dei Ciuda è onto a salpare per la Germaa, l’Inghilterra e la Francia, ma ma ci sarà con ogni probabiliuna nuova tappa a Catania, bito dopo Natale.
del
13.12.2015
Jovanotti, 2016 anno dei palasport
2 gennaio. Tappa unica in Sicilia per l’artista romano
che, con la solita band, ha “confezionato” uno show nuovo per gli stadi. 26 brani riarrangiati e riadattati
«A
ppena scesi dal palco degli stadi abbiamo iniziato a pensare a come tradurre quella messa in scena nei palasport. Anche se il tempo per prepararlo era poco ce l’abbiamo messa tutta», non ha fatto in tempo ad abbandonare i palchi degli stadi che ha subito pensato di ripartire per un tour nei palazzetti. Lorenzo Jovanotti non si ferma ed è appena ripartito con “Lorenzo nei Palasport 2015/2016” che approderà ad Acireale (il 2 gennaio 2016), per l’unica tappa siciliana. Uno spettacolo del tutto nuovo, la cui unica matrice comune con lo spettacolo degli stadi è la firma inconfondibile di Lorenzo in ogni elemento che compone lo spettacolo. Lo show è suonato dalla straordinaria band degli stadi che è stata confermata per intero: Saturnino al basso, Riccardo Onori alle chitarre, Christian Rigano alle tastiere e al computer, Franco Santarnecchi al piano, Gareth Brown alla batteria, Leo di Angilla alla batteria, la riconferma del giovanissimo Daniele Bronzini alla chitarra, e la sezione dei fiati di Marco Tamburini: Antonello del Sordo alla tromba, Federico Pierantoni al trombone, Glau-
eventi [ 13 DIC 2015 ]
segnaliamo
MA MUSICA E ARTE 16 gennaio MUSICA NUDA
CINE TEATRO ODEON
20 gennaio GIOVANNI LINDO FERRETTI
PALATUPPARELLO 23 gennaio IL VOLO
PALATUPPARELLO 27 e 28 febbraio EROS RAMAZZOTTI
TEATRO METROPOLITAN 11 marzo FRANCESCO DE GREGORI co Benedetti al susaphone (basso tuba), Mattia Dalla Pozza al sax. Più di 26 brani totalmente riarrangiati; alcuni tratti da Lorenzo 2015 CC mai eseguiti dal vivo come “Libera” o “Pieno di vita”, da settimane al primo posto della classifica dei brani più suonati in radio. Altri come “A te”, proposti in una forma suggestiva e adatta allo spazio più raccolto del Palazzetto, senza però rinunciare all’esplosione in brani come “Penso positivo”. e
PALATUPPARELLO
11 e 12 marzo CAPITANI CORAGGIOSI BAGLIONI E MORANDI
MA - MUSICA E ARTE
26 marzo TINTURIA
21
nche ione nrenico enza vura . Alla zza di Alessia fa eco appassionata di Soorigini, per anni resiadesso tornata in SiE’ una tigre. Non solo rva Sonia - ma anche l palco, roba che non gli artisti. L’anno scorene a Sanremo, quehe possa vincere, anenza è agguerrita. Loe, ha una marcia in siddetti “papabili” e questo aspetto, posole seguito del quale lla stessa lunghezza rnicola, al PalaTuppamamma. Lorenzo riesce a spriafferma - e sono ceraltrettanto a Sanreovrà soltanto essere ripetere le perfore a fornire nei suoi edo che abbia diffitesi che possa arrivaval di Sanremo non è nzi». E sono in molti a che scatti l’appuntao, per vedere all’opeino. «L’anno scorso i Giorgio - non ha rirebbe meritato. Sono a rifarsi, piazzando. E con le sue canzoni nome di Catania». E, arte, c’è chi non mancognome del cantauei la Fragola sulla no-
ma “trascinata” al PalaTupparello dalla figlia - e questa forte dose di sano entusiasmo non può che fare piacere anche a noi genitori. Anzi, direi che riesce pure a coinvolgerci». E che male c’è, tutto sommato, se anche madri e padri si ritrovano ai piedi del palco sul quale Lorenzo canta e balla, sprizzando una carica inesauribile di energia? «Nulla di biasimevole - afferma Luigi Nicolosi - anche perchè, non mi vergogno a dirlo, Lorenzo Fragola piace pure a me che sono negli “anta”. E, devo riconoscerlo, è stata mia figlia ad “iniziarmi” al culto “fragolino”, destinato a trionfare anche a Sanremo». E se lo dice un esponte degli “anta”...
G. R.
al brano “Sabato”. Nell’indimenticabile 2015 dell’artista c’è spazio anche per quattro dischi di platino, conferiti a “Lorenzo 2015 CC” oltre a vari riconoscimenti nello stesso prezioso metallo per altri riferimenti del “pianeta” Jovanotti. Quello in programma ad Acireale il prossimo 2 gennaio sarà uno spettacolo nuovo, pensato e progettato per gli spazi al chiuso. Non si tratta, dunque, di una semplice proposizione dei suoi successi, impreziosita da un’inimitabile cornice scenica e accompagnata da una band di prim’ordine. Sarà una “festa” in piena regola, che l’entourage dell’artista ha definito come un “rito musicale contemporaneo”, nel quale Jovanotti è non solo protagonista ma anche autore, sceneggiatore, drammaturgo, regista, costumista, montatore, scenografo, produttore, arrangiatore, cantante e direttore musicale. In perfetta linea con un personaggio che non si accontenta mai, ma cerca sempre nuove forme artistiche che gli consentano di sperimentare linguaggi capaci di comunicare generosità creativa, attraverso un’energia mista alla passione.
Miele ha iniziato la sua lotta contro il tempo: far conoscere al pubblico siciliano la sua voce, la sua storia e il suo modo di fare musica prima del 9 febbraio. Quel giorno si accenderanno i riflettori sul palco dell’edizione 2016 del Festival di Sanremo (9/13 febbraio su Rai
tri - racconta la cantante dal nome dolce, ma dalla voce così blues - a me sembra ancora incredibile. Avevo deciso di provare ad intraprendere questo percorso preparandomi seriamente per un paio di anni con lezioni di pianoforte complementare, canto e scrittura
album, di cui ancora non svela né tracce né stile. «Stiamo lavorando sul disco, i pezzi nuovi sono già pronti, alcuni scritti da me, altri no. Di mezzo c’è il Natale, che trascorrerò assieme alla mia famiglia a Caltanissetta, e le prove per la ricerca del look giusto. L’immagine è molto importante e non voglia-
Miele prepara in tour il grande debutto a Sanremo
O S’INTITOLA “MENTRE TI PARLO” IL BRANO DELLA GIOVANE CANTANTE NISSENA OSPITE DI INSIEME
Toccherà a Jovanotti “aprire” il nuovo anno al PalaTupparello, nell’unico concerto per Sicilia e Calabria, in programma il prossimo 2 gennaio, organizzato da Giuseppe Rapisarda Management. Ed anche per il primo appuntamento del 2016 del tour “Lorenzo nei palasport” si profila il tutto esaurito, considerato che, ormai, sono davvero pochi i biglietti disponibili e, quindi, è ragionevole ritenere che possa registrarsi il “sold out”, come da tradizione quando sale sul palco Jovanotti. E assieme ai suoi fan festeggerà il record nell’anno che si lascerà alle spalle, considerato che “Lorenzo 2015 CC” è risultato il disco più venduto del 2015 e il miglior lavoro discografico secondo l’applicazione “iTunes”. Ma Jovanotti è pure l’artista che ha registrato più pubblico dal vivo nei suoi spettacoli, il più ascoltato su “Spotify”, innovativo servizio musicale digitale ormai sempre più diffuso, e il più proposto dalle radio italiane (20 settimane al primo posto, secondo la fonte EarOne). L’Academy dei giornalisti del Medimex, inoltre, ha decretato “Lorenzo 2015 CC” come miglior album dell’anno e “Lorenzo negli stadi 2015” tour dell’anno e migliore videoclip quello relativo
Jovanotti taglierà il nastro inaugurale del 2016
IL TOUR DI LORENZO CHERUBINI FARÀ TAPPA AD ACIREALE IL PROSSIMO 2 GENNAIO
stra torta», recita uno striscione eloquente, esposto sulle tribune da un gruppetto di fan, bardate di tutto punto in stile Lorenzo, bandana compresa. «E’ davvero uno spettacolo vedere loro - dice Miriam Ragusa, una mam-
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MERCOLEDÌ 23 DICEMBRE 2015
LA SICILIA
lo SPETTACOLO
Jova verso il sold out Lorenzo il 2 gennaio ad Acireale apre la stagione concerti 2016
Blackstar è il titolo
l’evento
dell’album capolavoro che il genio del rock pubblica l’8 gennaio. È il suono del futuro
ACIREALE. Ultimi biglietti in vendita per l’unico appuntamento live di Jovanotti in Sicilia e Calabria. La tappa del 2 gennaio 2016 al Palasport di Acireale si prevede che sia sold out nel giro di pochi giorni. I fans siciliani e calabresi festeggeranno insieme a Lorenzo l’ingresso del nuovo anno e l’anno dei record: “Lorenzo 2015 CC” è stato infatti il disco più venduto dell’anno che ci accingiamo ad
archiviare e il miglior lavoro discografico per iTunes; Jovanotti è l’artista che ha registrato più pubblico dal vivo negli spettacoli. “Lorenzo nei Palasport” è uno spettacolo nuovo, pensato e progettato per gli spazi indoor. Una vera festa in cui il protagonista è in qualche modo autore, sceneggiatore, drammaturgo, regista, costumista, montatore, scenografo, produttore, arrangiatore,
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cantante e direttore musicale. Perché questo è il modo con cui Lorenzo intende il suo show. Lorenzo è l’artista che, più di ogni altro, non si accontenta mai ed è sempre alla ricerca di nuove forme artistiche, sperimentando linguaggi che riescono a comunicare generosità creativa e grande investimento di energia e di passione. R. SP.
soglia dei 70 anni, 48 dei quali all’insegna della metamorfosi, del travestimento, della capacità inimitabile di precorrere mode e tempi. L’8 gennaio, giorno del suo sessantanovesimo compleanno, pubblicherà il venticinquesimo album di studio, intitolato Blackstar. Ed è un’altra svolta, un altro nuovo mondo in stile Bowie, un’altra eccitante invenzione. «Nel precedente album, The next day, ha cominciato a cercare di fare qualcosa di nuovo, ma si portava dietro qualcosa di vecchio – spiega Tony Visconti, storico produttore di Bowie, in un’intervista alla rivista Mojo – Non è così per questo disco». La magniloquente Blackstar apre l’album e ne è il manifesto oltre che il titolo. Ritmi sincopati e frasi atonali accompagnano un’antologia di racconti esoterici che parlano di angeli caduti e amori maledetti. Presentata con un inquietante videoclip e usata anche come sigla della serie The Last Panthers (entrambi diretti da Johan Renck), Blackstar è l’esperimento più ambizioso, una lunga suite sottolineata da un sax alla John Coltrane, farcita di riferimenti cabalistici e capace di introdurre l’atmosfera oscuramente esistenzialista dell’album. Pura arte che dà l’impressione di chiudere una trilogia: Space Oddity (introduzione dell’astronauta Major Tom), Ashes to Ashes (risurrezione di Major Tom), Blackstar (evoluzione allo stato divino di Major Tom). Ma non lasciatevi trarre in inganno: l’album non è un disco jazz. O, almeno, non è semplicemente jazz. È un suono futurista. O del futuro. Echi mediorientali, ritmi r&b, orchestrazioni, free, canto gregoriano, melodia, elettronica, metal. E la voce, più misteriosa che mai: un’energia e una duttilità nell’uso del suo timbro perfezionate in decenni di espe-
Si conclude la trilogia
La storia dell’astronauta Major Tom termina con l’evoluzione allo stato divino
l’ultima metamorfosi di
David
rienza, come quando declama la melodia di Girl Loves Me, brano reso ancora più complesso dal ricorso all’argot usato dai gay londinesi intorno agli anni ‘60, il Polari (o Parlare). Punto di partenza dell’album sono i due inediti nascosti nella raccolta Nothing has changed del 2004 e qui ripresi e riarrangiati: il jazz di Sue (or in a season of crime) si mescola al drum’n’bass con richiami agli sperimentalismi di Sun Ra e Ornette Coleman e la scioccante brutalità della guerra descritta in
del
27.12.2015
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02.01.2016
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Cultura & Spettacoli 37
Giornale di Sicilia Sabato 2 Gennaio 2016
Musica. Più di 26 brani riarrangiati: alcuni tratti da «Lorenzo 2015 CC» mai eseguiti dal vivo, altri dal repertorio ormai quasi trentennale di un artista che attraversa le generazioni
Jovanotti, il suo 2016 parte dalla Sicilia: stasera lo show al Palasport di Acireale «La musica, specialmente di questi tempi, ha un valore amplificato: è memoria collettiva, è spazio di libertà» «La cosa che più mi sta a cuore è far divertire la gente - dice l’artista dargli qualcosa di forte e memorabile, fargli passare una serata pazzesca, portarli via dalle preoccupazioni, creare un tempo poetico e moderno, mai nostalgico, mai retró».
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Acireale
Jovanotti continua il suo tour nei palasport inaugurando il nuovo anno con un concerto (prodotto da Trident ed organizzato in Sicilia da Giuseppe Rapisarda) al Palasport di Acireale in programma questa sera. Il 2015 è stato senza dubbio l'anno di Jovanotti: Lorenzo 2015 CC è stato l'album più venduto dell'anno ottenendo la certificazione di quinto disco di platino. Sabato, Gli immortali, Pieno di vita hanno conquistato le radio: Lorenzo è l'artista più suonato dell'anno mentre L'estate addosso è stato recentemente certificato doppio platino. L'album di «Jova» è anche l'album dell'anno di iTunes e l'artista più ascoltato su Spotify. Numeri davvero importanti confermati anche dalla critica (tre premi al Medimex 2015) e nel live dove è l'artista che conquista il record degli spettatori grazie al tour negli stadi e grazie al clamoroso successo di Lorenzo nei Palasport. Dopo il trionfo di Lorenzo negli stadi che con 500 mila spettatori ha dominato l'estate 2015, Jovanotti si è subito messo al lavoro con la sua squadra per realizzare uno show completamente nuovo, più concentrato e potente. «Appena scesi dal palco degli stadi abbiamo iniziato a pensare a come tradurre quella messa in scena nei palasport. - spiega Lorenzo -. Era impossibile, è una questione di linguaggio, di grandezza del foglio, quella storia lì funziona in quello spazio, e io di ridurla
non ne avevo nessuna voglia, volevo dare qualcosa di nuovo e di adatto ai palasport. Anche se il tempo per prepararlo era poco ce l'abbiamo messa tutta. La grande richiesta del pubblico e i sold-out che arrivavano facevano crescere la voglia e l'entusiasmo di fare qualcosa che fosse ancora meglio di quello che abbiamo messo in piedi l'estate scorsa. Mi rendo conto che i miei concerti stanno diventando qualcosa di nuovo anche per me, avverto un affetto e un'aspettative molto alte da parte della mia gente, del mio pubblico, e non mi sottraggo, anzi rilancio e moltiplico. La musica, specialmente oggi, e ancora più nello specifico di questi tempi ha un valore amplificato nella mia percezione, è la costruzione di memoria collettiva, è uno spazio di libertà, è linguaggio universale, è battito che unisce, è gioia e intensità, e io ne sen-
4 OLTRE300MQDIPALCO CON UNA PASSERELLA TUTTA RICOPERTA DA «FLOOR SCREEN» to il bisogno, per questo mi impegno a fare il miglior concerto che posso». Lorenzo nei Palasport 2015/2016, è suonato dalla straordinaria band degli stadi che è stata confermata per intero. Lo spettacolo comincia da dove è finito il tour estivo. Questa volta Lorenzo e i suoi arrivano dalla Terra. La squadra di sgangherati formidabili supereroi di provincia, composta dagli 11 elementi che insieme ha vinto i 13 «match» estivi entra in scena con le luci accese, e sulle note di E non hai visto ancora niente comin-
cia a pompare musica come un cuore gigante e motorizzato. Saturnino al basso, Riccardo Onori alle chitarre, Christian Rigano alle tastiere e al computer, Franco Santarnecchi al piano, Gareth Brownalla batteria, Leo di Angilla alle percussioni, la riconferma del giovanissimo Daniele Bronzini alla chitarra, e la sezione dei fiati di Marco Tamburini: Antonello del Sordo alla tromba, Federico Pierantoni al trombone, Glauco Benedetti al susaphone (basso tuba), Mattia Dalla Pozzaal sax. Più di 26 brani totalmente riarrangiati; alcuni tratti da Lorenzo 2015 CC mai eseguiti dal vivo. Altri proposti in una forma suggestiva e adatta allo spazio più raccolto del palazzetto, senza però rinunciare all'esplosione in brani come Penso positivo che porta una straordinaria botta di adrenalina funk al finale dello show. La cornice scenica è spettacolare e tutti i contenuti visual sono inediti. Il palco offre sempre una prospettiva perfetta e occupa una superficie di 350 mq. Disegnato in collaborazione con Giancarlo Sforza, che lavora con Jovanotti dal tour con Carboni del ’92, lo stage prevede circa 300 mq di schermi complessivi ad alta risoluzione e una passerella che non è un consueto prolungamento, ma un palco vero e proprio, completamente ricoperto di «floor screen». «La cosa che più mi sta a cuore è far divertire la gente - conclude Jovanotti - dargli qualcosa di forte e memorabile, fargli passare una serata pazzesca, portarli via dalle preoccupazioni, creare uno spazio e un tempo poetico e moderno, mai nostalgico, mai retró, che non sia staccato dalla realtà ma sia una lettura spettacolare della realtà, che infonda coraggio, allegria, emozione e senso del possibile».
Jovanotti in due momenti dello show e durante una conversazione con gli studenti all’Università di Firenze
la scaletta tra successi vecchi e nuovi E non hai visto ancora niente Sabato Tensione / Coraggio / Wanna be starting something Ombelico del mondo Ragazza magica Un raggio di sole A te Libera Terra degli uomini
Gli immortali Lorenzo acoustic Gente della notte Dove ho visto te L’alba Una tribù che balla Musica… etc. etc. È la scienza bellezza L’estate addosso Pieno di vita
Mi fido di te Il più grande spettacolo dopo il big bang Bella Tutto acceso Penso positivo
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Tutto esaurito, manco a dirlo. Anche la tappa del tour di Jovanotti in programma oggi ad Acireale (apertura cancelli ore 18.30) segue il consueto trend di “Lorenzo nei Palasport”, cominciato il 19 novembre scorso. Al PalaTupparello, organizzato da Giuseppe Rapisarda Management, “andrà in scena” il venticinquesimo concerto dell’artista romano, il primo del 2016. Quello che si è appena concluso è stato davvero l’anno di Jovanotti, considerato che l’album “Lorenzo 2015 CC” è stato il più venduto del 2015, certificato con il quinto disco di platino, senza contare i successi centrati su radio, iTunes e Spotify. Numeri da record per Lorenzo Cherubini che spiccò il volo esattamente 28 anni fa, nella notte di San Silvestro tra il 1987 ed il 1988, quando fu protagonista di un’autentica maratona radiofonica, otto ore di fila dietro ad una consolle di Radio Deejay. Il Lorenzo nazionale era già Jovanotti, nome d’arte frutto di una storpiatura, quella di un tipografo che non seppe trascrivere l’indicazione ricevuta, “Joe Vanotti”. Da allora tutta una scalata al successo, favorita anche da Claudio Cecchetto che, in un primo momento, non aveva voluto saperne di quel giovane destinato a diventare un rapper di successo. Negli Anni 90 Jovanotti “vira” un tantino rispetto al proprio stile e nel decennio successivo lo troviamo capace anche di proporre testi impegnati, come “Cancella il debito”, per sollecitare la cancellazione del debito estero nei confronti del Terzo mondo. Lorenzo, nel corso degli anni, moltiplica le proprie uscite e, via via, di quel ragazzo che incuriosiva per come si dinoccolava resta solo un ricordo. Presto diventa una star, capace di riempire stadi e palasport. Sul palco
ta in Francia, nel Seicento, da La Fontaine. L’efficace e sintetico nucleo narrativo di questa favola è dunque arrivato fino a noi e si presta, ancora oggi, ad essere rinarrato e interpretato alla luce del tempo presente, un tempo in cui il naturale divario tra la città e la campagna suggerisce di trattare l’argomento inserendo ulteriori implicanze e divergenze culturali e sociali. Niente di più facile allora
te un bisogno diffuso di genuinità, una necessità che convive con la dipendenza degli esseri umani dalle macchine, dagli smartphone, da facebook e da Internet. Riscrivere questa fiaba per la scena ha permesso soprattutto di poter giocare con le pedine eterne del teatro, un gioco da commedia che da sempre trae vitalità dal contrasto di mondi opposti, un contrasto che è fondamento d’azione e ga-
di così chiaro effetto caratteriale, non si poteva che affiancare un gatto di nome Gedeone, un carburante d’efficace risultato scenico, un micione che si erge a giudice delle sorti dei due cugini, un don Giovanni felino che nel corso della sua carriera ha collezionato nella pancia topi e topolini, un predatore che vuol beffare le sue vittime ma che finisce beffato. Alla velocità del nostro tempo postmo-
Stasera alle ore 19.30 nella Chiesa di S. Caterina in via Umberto, Catania, l’ Associazione Corale Stesicorea, diretta da Francesco Rosario Minuta, eseguirà il concerto «Let sing in Chrismas Time»; un excursus di brani della tradizione natalizia e gospel arrangiati in chiave innovativa. La corale, composta da circa 30 cantori, è accompagnata da
Alle 19.30 brani natalizi
LA CORALE STESICOREA
in breve
GAETANO RIZZO
anche una band collaudata, composta dal “fedelissimo” bassista Saturnino Celani, da 25 anni a suo fianco, Riccardo Onori alle chitarre, Christian Rigano tra tastiere e computer, Franco Santarnecchi al piano, Gareth Brown alla batteria, Leonardo Di Angilla alle percussioni, il giovanissimo Daniele Bronzini alla chitarra, e la sezione “fiati” di Marco Tamburini che annovera Antonello Del Sordo alla tromba, Federico Pierantoni al trombone, Glauco Benedetti al basso tuba e Mattia Dalla Pozza al sax. In scaletta 26 brani, compresi i due bis, alcuni tratti da “Lorenzo 2015 CC” e mai eseguiti dal vivo come “Libera” o “Pieno di vita”; altri, poi, come “A te”, proposti in una forma suggestiva e adatta allo spazio del palasport, dove è stata allestita una cornice scenica con un palco di 350 metri quadrati.
C’è Lorenzo nei Palasport E non ci sono più biglietti...
Dal mondo di Esopo ai vizi dell’era digitale
“Il Topo di campagna e il Topo di città”, con la regia di Gianni Salvo, andrà in scena al Piccolo Teatro della Città (Via F. Ciccaglione, 29) domani alle 17.30, nell’ambito della Stagione Ragazzi (fuori abbonamento). Interpretato da Giuseppe Carbone, Evelyn Famà, Nicola Alberto Orofino. Musiche di Pietro Cavalieri, scene e costumi di Oriana Sessa, luci e fonica di Simone Raimondo.
CATANIA .29
LA SICILIA
Stasera ad Acireale l’atteso concerto di Jovanotti: apertura dei cancelli alle 18.30
AL PICCOLO TEATRO “IL TOPO DI CAMPAGNA E IL TOPO DI CITTÀ”
PALATUPPARELLO.
GIORNO & NOTTE
SABATO 2 GENNAIO 2016
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02.01.2016
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itmi di altri tempi dove star fermi sarà impossibile per il primo sabato sera del nuovo anno . Lo Studio 22 ( via Alessandro Volta 22 ) propone alle 22 il concerto dei Radioflores capitanati dalla voce di Nancy Ferraro che interpretano brani riarrangiati in chiave swing , twist e rock’n’roll. A seguire dj set di Danilo Lo del Alla 02.01.2016 Cicero. L’ingresso è libero. Galleria ( salita Ramirez 2) alle 22 saliranno sul palco i Frequenze retrò ( Valeria Graziani alla voce, Maurizio Crivello
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orenzo “Jovanottiâ€? Cherubini stasera, alle 21, inaugura il suo 2016 musicale con il tutto esaurito al Palasport di Acireale. Un concerto che si aprirĂ con “E non hai visto ancora nienteâ€?, prosegue con “Sabatoâ€?, poi l’impennata di ritmo con “Ombelico del mondoâ€? per concludersi con “Bellaâ€?, “Tutto accesoâ€? e “Penso positivoâ€?, fino ai bis con “Ragazzo fortunatoâ€? e “Ti porto via con meâ€?. Reduce da un 2015 trionfale, Jovanotti parla della genesi del nuovo tour : ÂŤAppena scesi dal palco degli stadi abbiamo iniziato a pensare a come tradurre quella messa in scena nei palasport. Era impossibile. Volevo dare qualcosa di nuovo. Anche se il tempo per prepararlo era poco ce l’abbiamo messa tutta per fare qualcosa che fosse ancora meglio di quello che abbiamo messo in piedi l’estate scorsaÂť. Il palco allestito ad Acireale occupa una superficie di 350 metri quadri. Una cornice scenica spettacolare di schermi ad alta risoluzione e una passerella ricoperta di “floor screenâ€?. In scaletta 26 brani vestiti con nuovi arrangiamenti (JVTZ -B 1JBOB ÂŞ3*130%6;*0/& 3*4&37"5"
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Il soul catanese di Cristina Russo e della sua band Il 2016 di Cristina Russo ricomincia dalla musica dal vivo, con il primo concerto del tour, stasera, alle ore 19.30 al Palazzo Platamone. La cantante catanese che lo scorso novembre ha sfiorato l’opportunità di salire del inaugura il nuosul palco di Sanremo, vo anno con un concerto che si terrà al Palazzo della cultura di Catania. Lo show musicale prende il nome dal nuovo singolo della cantante, «La Barca Blu». Non mancherà il Blue Eyed Soul, il soul dei bianchi, genere molto amato dalla cantautrice catanese, che non smette di onorare Amy Winehouse. «Un genere vellutato ma graffiato dalla voce – spiega Cristina - che ti fa muovere ma che è anche sinuoso e
smooth come la materia che costituisce la musica che fluida si muove condensandosi in morbide forme». Cristina sarà accompagnata da una band di otto elementi in un live coinvolgente durante il quale saranno eseguiti brani del primo album (Siculounge Project -Sciuri Sciuri “le più belle canzoni siciliane in chiave jazz fusion e lounge”), alcuni inediti presenti nel cd «Crista è Di Dio», in stile soul, altri tratti dall’album del 2014 intitolato «A Modo Mio», in cui Cristina Russo canta Fabio Concato (all’interno anche un duetto dei due artisti in «Ti Ricordo Ancora»). La band è composta da Nicola Falco alla chitarra, il Maestro Garofalo alle tastiere (tastierista dei Sud Sound Sy-
03.01.2016
CRISTINA RUSSO
stem e noto producer-compositore electro jazz e house per la Irma Record), Mario Nasello al basso, Marco Di Dio alla batteria, Alessandro Franzone-Skizzo agli effetti, alla beat-box una splendida sezione di fiati formata da Giuseppe Finocchiaro ed Enzo Tamburello. La musica di Cristina Russo, prodotta dall’etichetta catanese Roccascina audio produzioni, nasce dalla voglia di esprimere la propria anima a prescindere dai canoni stilistici imposti dalla tendenza neomelodica commerciale italiana. Melodie cantate in Italiano, altre in Inglese. «Perché – dice Cristina - musica è tutto quello che vuoi e devi poterla esprimere come vuoi».
“LORENZO NEI PALASPORT”. Anche l’astronauta Luca Parmitano tra i fan al concerto di Acireale
«Jovanotti parla al cuore della gente» oggi dove Benedettini. Alle 19 e alle 21 Pamela Toscano e Angelo D’Agosta, interpreti e autori dell’evento teatrale “Mille Miglia Lontano”, liberamente tratto dalla novella “Donato del Piano” di Federico De Roberto, condurranno il pubblico attraverso un percorso fatto di storia, ma soprattutto di suggestioni ed emozioni, tra il Monastero e la chiesa di San Nicolò l’Arena. Prenotazione ai numeri 0957102767- 3349242464. Teatro Metropolitan. Alle 18 la Nuova compagnia lirica siciliana, diretta dal maestro Salvo Miraglia, presenta l’antologia delle grandi operette. Canteranno gli interpreti della lirica: Maria A. di Benedetto, Francesco La Spada, Sandro Paternò, Antonella Arena. Conduce Ornella Ponzio. Archivio di Stato. Fino al 9 gennaio, esclusi i festivi, è possibile visitare la mostra “La quotidianità di Domenico Tempio. Documenti inediti per la sua biografia”, a cura di Anna Maria Iozzia. Orari: 9-13. Castello Ursino. Mostra “Chagall. Live and life”. Orari: da lunedì a venerdì h. 9-19, sabato h. 9-23, domenica h. 922. Aperta sino al 14 febbraio. Per prenotazioni gruppi e visite guidate, tel. 095/345830. Palazzo della Cultura. Fino al 18 gennaio 2016, mostra di street art “Codici sorgenti, visioni urbane contemporanee”, aperta da lunedì a venerdì dalle 10 alle 19 e sabato e domenica dalle 10 alle 22. Il Palazzo è aperto da lunedì a sabato dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19, domenica dalle 9 alle 13. Teatro Machiavelli. Sino al 6 gennaio mostra di strumenti tradizionali, aperta dalle 11 alle 14 e dalle 17 alle 21. Musei Città Metropolitana. I musei delle Ciminiere (Museo dello sbarco in Sicilia – 1943 e Museo del Cinema) e di Caltagirone (Museo della Fotografia e Mostra del Fischietto) sono aperti da martedì a domenica, dalle ore 9 alle 17. Museo Crociferi. Via Crociferi 21. Aperto tutti i giorni dalle 10 alle 20.
“Una tribù che balla” non è soltanto il brano numero 15 nella scaletta della tappa acese di “Lorenzo nei palasport”, organizzata da Giuseppe Rapisarda. E’ anche la folla scatenata che non smette un attimo di dimenarsi sull’esempio di Jovanotti, incontenibile sul palco del PalaTupparello. Grandi e piccoli uniti in un’autentica festa. Eloquente il commento di Debora Zappalà, di Nicolosi. «Lorenzo possiede questa straordinaria capacità di unire più generazioni - osserva la neodiciottenne - e questo, forse, rappresenta la sua marcia in più. Inoltre, è un vero poeta che, con le sue canzoni, rievoca i più importanti autori della letteratura greca e latina». Riflessione dotta, quella di Debora, che in cima ai brani più interessanti di Lorenzo colloca “A te”. Sulla stessa lunghezza d’onda il celebre Luca Parmitano, primo italiano protagonista di una passeggiata nello spazio. Assieme a un gruppo di parenti e amici “atterra” al PalaTupparello e non ha dubbi nell’indicare la sua canzone preferita tra quelle di Jovanotti. E aggiunge: «Lorenzo è inimitabile, in particolare per il messaggio che riesce a lanciare ai giovani. Le sue canzoni sono tutte da apprezzare, ma in particolare mia piace “A te”». Il maggiore Parmitano verrà accontentato: alle 21,45 in punto è il settimo brano in scaletta. E tra i messaggi ai quali si riferisce l’astronauta catanese non mancano quelli indirizzati a quanti soffrono, compresi gli “amici” di Caterina Bellandi, nota per avere allestito un’iniziativa a sostegno di coloro che sono alle prese con un tu-
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Si è svolta a Villa cilia Malta del Ro ci. Erano present Ernesto D’Agata. squa ed il Rotary natore ha ricord scomparso ed ha volo tecnico riser club. Il prof. Mila giando il preside sione alla iniziati te alla cena per l sto di Acireale co no state conferite il governatore ha ract, (presidente tro) riguardo l’ad
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Stroke Unit strut sibili soluzioni, q Ovest. Ad apertu tato la relatrice, d vascolari della Az qualità di neurol le. Introducendo cidenza dell’ictus la seconda di dem si di ictus l’anno, Sicilia ogni anno stesso arco di tem quello emorragic ti alla età (intorno cune patologie co ché c’è una finest mezza” oltre tale no state costituit atte a ricevere i p pe costituita da d la riabilitazione. 118, ma soprattu dell’intervento. L si è soffermata su so di ictus ischem zione del trombo
Da sinistra, in senso orario, Debora Zappalà, l’astronauta Luca Parmitano, Caterina Bellandi e Alfio Scavo (Foto Fabio Consoli)
Su www. lasicilia. it la fotogallery del concerto more. Con il suo taxi “Milano 25”, la Bellandi e la sua “banda” sbarcano al PalaTupparello ancora prima che cominci il concerto e Lorenzo è pronto ad apporre il suo autografo sulla coloratissima vettura, un tempo adibita a noleggio con conducente e oggi veicolo di propaganda per donare un sorriso a chi soffre. «Jovanotti è un grande - dice Caterina - perché è capace di parlare al cuore del-
la gente, trasmettendo un messaggio che trasforma il dolore in gioia. E la sua canzone “Gli immortali” ne è testimonianza». Apprezzato a 360 gradi il buon Lorenzo, “fotografato” così da Alfio Scavo: «Un artista eccezionale - dice - perché protagonista di una grande evoluzione di stile, come potrebbe riuscire a pochi». GAETANO RIZZO
STASERA AL MA STASERA ANDREA AZZURRA BAND
Oggi nono appuntamento con le domeniche non convenzionali di “No Ordinary Sunday”, al Ma Musica Arte di via Vela. Dalle 22 ritorna la jam session rock che fa capo a Antonio Ferlito con i Ma Music & Friends House Band & guests. Questa settimana di scena l’Andrea Azzurra Band, ovvero Andrea
Alla casa “
E’ stato un pomer gnosi, ospiti, pres degli Ammalati ( la Carità, suore de sical straordinari gruppo musicale co repertorio di c Scoponi-Giombin pesole; «Annunc no Alfredo Contr sacerdote mascal notte seguite la s Gen Rosso con «D di; «Quando nasc cerdote randazze Spartà; «Si chiam Scaglianti con « fondo al mare» d no Salvatore «’Mperu, ‘mperu» tro Natale» del Adolfo Silveto; ciel» di Gruber co del padovano Ste tini; «Tu scendi d di sant’Alfonso M
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