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30.10.2014
TEATRO: "ROMEO E GIULIETTA" 22 GENNAIO AD ACIREALE CATANIA (ITALPRESS) - La produzione di Romeo e Giulietta. Ama e cambia il mondo, il musical prodotto da David Zard con la regia di Giuliano Peparini, le musiche di Gerard Presgurvic ed i testi in italiano di Vincenzo Incenzo, conferma le nuove date delle repliche siciliane gia' annunciate durante le rappresentazioni al Teatro di Verdura di Palermo dello scorso settembre. Il musical sara' infatti in scena al Palasport di Acireale (Catania) dal 22 gennaio 2015. Dal suo debutto il 2 e 3 ottobre 2013 all'arena di Verona, Romeo e Giulietta. Ama e cambia il mondo ha totalizzato oltre 330.000 spettatori in 166 repliche e guadagnandosi una fan-base che supera i 230.000 like su Facebook, 2.500 followers su Twitter, 360.000 visite al sito ufficiale e 550.000 visualizzazioni su Youtube. Dopo una breve pausa il cast sara' quindi pronto per ripartire dal Palaflorio di Bari, il 4 dicembre : Davide Merlini (Romeo), Giulia Luzi (Giulietta), Vittorio Matteucci (Conte Capuleti), Luca Giacomelli Ferrarini (Mercuzio), Gianluca Merolli (Tebaldo), Riccardo Maccaferri (Benvolio), Leonardo di Minno (il Principe), Roberta Faccani (Lady Montecchi), Barbara Cola (Lady Capuleti), Silvia Querci (la Nutrice), Gio' Tortorelli (Frate Lorenzo), e lo straordinario corpo di ballo diretto impeccabilmente dalla coreografa Veronica Peparini, che negli ultimi mesi hanno incantato un pubblico eterogeneo e variegato, dai grandi artisti del panorama italiano agli oltre 32.000 studenti che hanno affrontato viaggi di diverse centinaia di chilometri per venire ad applaudirli. Il tour proseguira' poi a Roma - Gran Teatro dal 18 dicembre, Acireale (CT) - Palasport dal 22 gennaio, Napoli - Palapartenope dal 4 febbraio 2015, Padova - Gran Teatro Geox dal 12 febbraio, Milano - Teatro Linear4Ciak dal 10 Marzo, Genova - 105 Stadium dal 17 aprile e Torino - Pala Alpitour dal 24 aprile 2015. Annunciata anche la prima tappa internazionale del tour: il musical sara' infatti inscena ad Istanbul a febbraio 2015 per 12 rappresentazioni. (ITALPRESS). mgg/com 30-Ott-14 16:30 NNNN
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Musica: David Zard, un Romeo e Giulietta che emoziona Presentato il musical in scena ad Acireale dal 22 gennaio 2015 (ANSA) - CATANIA, 20 NOV - "Ho rivisto 'Romeo e Giulietta. Ama e cambia il mondo' tante volte ed ogni volta mi emoziono". David Zard spiega così ai giornalisti siciliani la chiave del successo della sua ultima "creatura" in scena ad Acireale dal 22 gennaio 2015 con la regia di Giuliano Peparini, le musiche di Gerard Presgurvic ed i testi in italiano di Vincenzo Incenzo. "Dal suo debutto lo scorso 2 ottobre 2013 - continua Zard il Musical ha totalizzato 330.000 spettatori in 166 repliche. Sono contento di ritornare in Sicilia, un isola che risplende di luce e che ha saputo apprezzare gli sforzi produttivi dei miei spettacoli. L'entusiasmo con cui il pubblico palermitano ha accolto a settembre il musical dei record mi ha convinto ad allestire una seconda tappa siciliana, questa volta al Palasport di Acireale. La produzione è da grandi numeri: 45 artisti, un palco di 550mq, 23 cambi scena, oltre 270 costumi, 40 tecnici impiegati ogni sera dietro le quinte, 15 persone di produzione, 122 facchini necessari per lo smontaggio ed il trasporto delle grandiose scenografie". Dopo una breve pausa il cast sarà pronto per ripartire il prossimo 4 dicembre da Bari: Davide Merlini (Romeo), Giulia Luzi (Giulietta), Vittorio Matteucci (Conte Capuleti), Luca Giacomelli Ferrarini (Mercuzio), Gianluca Merolli (Tebaldo), Riccardo Maccaferri (Benvolio), Leonardo di Minno (il Principe), Roberta Faccani (Lady Montecchi), Barbara Cola (Lady Capuleti), Silvia Querci (la Nutrice), Giò Tortorelli (Frate Lorenzo), e lo straordinario corpo di ballo diretto dalla coreografa Veronica Peparini. Oltre a David Zard in conferenza stampa erano presenti il sindaco di Acireale Roberto Barbagallo ed i due promoter siciliani Giuseppe Rapisarda ed Enzo Bellavia.(ANSA).
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TEATRO: ROMEO E GIULIETTA, ZARD "FINORA 330 MILA SPETTATORI" CATANIA (ITALPRESS) - "Ho rivisto 'Romeo e Giulietta. Ama e cambia il mondo' tante volte ed ogni volta mi emoziono". David Zard spiega cosi' ai giornalisti siciliani la chiave del successo della sua ultima "creatura" che sara' ad Acireale dal 22 gennaio 2015 con la regia di Giuliano Peparini, le musiche di Gerard Presgurvic ed i testi in italiano di Vincenzo Incenzo. "Dal suo debutto lo scorso 2 ottobre 2013 - continua Zard - il Musical ha totalizzato 330.000 spettatori in 166 repliche. Sono contento di ritornare in Sicilia, un isola che risplende di luce e che ha saputo apprezzare gli sforzi produttivi dei miei spettacoli. L'entusiasmo con cui il pubblico palermitano ha accolto a settembre il musical dei record mi ha convinto ad allestire una seconda tappa siciliana, questa volta al Palasport di Acireale. La produzione e' da grandi numeri: 45 artisti, un palco di 550mq, 23 cambi scena, oltre 270 costumi, 40 tecnici impiegati ogni sera dietro le quinte, 15 persone di produzione, 122 facchini, 1.432 ore e 13 bilici necessari per lo smontaggio ed il trasporto delle grandiose scenografie". Dopo una breve pausa il cast sara' pronto per ripartire il prossimo 4 dicembre da Bari: Davide Merlini (Romeo), Giulia Luzi (Giulietta), Vittorio Matteucci (Conte Capuleti), Luca Giacomelli Ferrarini (Mercuzio), Gianluca Merolli (Tebaldo), Riccardo Maccaferri (Benvolio), Leonardo di Minno (il Principe), Roberta Faccani (Lady Montecchi), Barbara Cola (Lady Capuleti), Silvia Querci (la Nutrice), Gio' Tortorelli (Frate Lorenzo), e lo straordinario corpo di ballo diretto impeccabilmente dalla coreografa Veronica Peparini. Oltre a David Zard in conferenza stampa erano presenti il sindaco di Acireale Roberto Barbagallo ed i due promoter siciliani Giuseppe Rapisarda ed Enzo Bellavia. (ITALPRESS). mgg/com 20-Nov-14 15:19 NNNN
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IL PROMOTER DAVID ZARD
«Ecco perché in Sicilia è difficile fare spettacoli» «In Sicilia non ci sono strutture adeguate, eccetto i beni culturali che però non è tanto facile avere, c’è uno sperpero spregiudicato e per arrivare fin qui i costi sono altissimi». David Zard, impresario che dagli Anni Settanta è un protagonista della storia dello spettacolo, spiega le difficoltà nel portare grandi produzioni nell’Isola, come quel “Romeo & Giulietta”, opera pop che dal 22 gennaio sarà messa in scena al Palasport di Acireale. Si meraviglia di questa poca attenzione nei confronti della cultura: «Qui, proprio in questa zona, fra Taormina e Siracusa, c’erano più spettacoli duemila anni fa che adesso». E avanza le sue proposte: agevolare chi vuole portare grandi spettacoli in Sicilia e detassare i privati che decidono di investire nella cultura, favorendo la partecipazione alla produzione di spettacoli». GIUSEPPE ATTARDI PAGINA 21
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Il promoter che negli anni Settanta ha portato in Italia le stelle del rock e che ha trasformato “Notre Dame de Paris” in un successo planetario, presenta la sua nuova produzione “Romeo & Giulietta” , l’incontro tra il musical, l’opera, il pop e il Cirque du Soleil. Dal 22 gennaio sarà in scena al Palasport di Acireale . Un trapianto di fegato, un incidente, un tumore al polmone non lo hanno
l’intervista
fermato. «Sono un artista fallito, mi esibisco attraverso le produzioni e le devo fare al top»
Lo Zard dello spettacolo «In Sicilia sperperi, mancanza di strutture, costi alti diventano ostacoli insormontabili» «Proprio in questa zona si facevano più rappresentazioni duemila anni fa che adesso»
“
Il medico mi disse: “O ti operi o non hai speranze”. Avevo troppa paura. Devo tutto a Lucio Dalla, grazie a una sua sceneggiata mi convinsi ad affrontare il trapianto
“
Molti mi hanno detto che sono l’unico folle che viene qui. La Regione dovrebbe dare agevolazioni e detassare i privati che decidono di investire nella cultura
“
“Romeo & Giulietta” è un’opera pop, la lirica è un genere che sta morendo. Molti giovani non sono mai entrati in un teatro d’opera. Lo spettacolo si evolve
GIUSEPPE ATTARDI
CATANIA. David Zard è un pezzo di storia dello spettacolo italiano. Un capitolo importante. È il manager che ha contribuito come pochi altri alla storia del rock e del pop in Italia: negli anni Settanta ha portato nel nostro Paese i concerti di Lou Reed, Bob Dylan, Santana, Genesis, Madonna, Rolling Stones e Michael Jackson. Si è costruito un teatro tutto suo, il “Gran Teatro” di Roma, dal quale è partita la fortuna planetaria di Notre Dame de Paris, l’opera di Cocciante e Plamondon che ha segnato la sua resurrezione come impresario di musical. A 71 anni, tra discese e risalite, batoste e successi, fallimenti umani e finanziari, è ancora lì, sul fronte del palco. Non lo hanno fermato neanche un trapianto di fegato, un incidente stradale, un tumore al polmone. «Mi sono sempre rialzato, fa parte del mio carattere. Come quella volta del trapianto. Devo tutto a Lucio - racconta seduto su una poltrone al Grand Hotel Excelsior di Catania - Avevo troppa paura del trapianto, non volevo farlo. Così mi portò da un medico di Bologna. Il professore mi disse: “O ti operi o non hai speranze”. Io niente, non lo accettavo. La sera Lucio mi invita nella sua casa di Bologna, in via D’Azeglio. Siamo in strada e arriva un tizio. Non ricordo il nome, Gian e qualcos’altro. Comunque lo ferma. E rivolto a me: “Vedi lui? Ha avuto i tuoi stessi problemi. Gli hanno trapiantato il fegato. Raccontagli come è andata”. E il tizio: “Operato quattro settimane fa, e sono già così”. Bene, al funerale di Dalla incontro la stessa persona. La fermo: “Oh, come stai? ”. E lui: “Bene, perché? ”. “Come perché. Il fegato intendo”. La risposta mi ha fulminato: “Ma ancora credi a quella storia. Fu tutta una sceneggiata di Lucio”». È uno dei tanti aneddoti che accompagnano la vita di David “il generale”, come lo chiamava Dalla. L’uomo
di grande carisma ed eleganza che si permise di cambiare i contratti di Madonna e dei Genesis, che aiutò Peter Gabriel a pagare il mutuo di casa, che comprò una chitarra Fender Stratocaster a Steve Hackett dei Genesis, che costruì agli Spandau Ballet il loro più grande mercato mondiale. La sua nuova sfida si chiama Romeo & Giulietta - Ama e cambia il mondo, che, dopo aver totalizzato oltre 330mila spettatori in 166 repliche, il 22 gennaio farà tappa al Palasport di Acireale. È un’«opera pop» - come tiene a sottolineare Zard - dai grandi numeri, che unisce il musical al fantasmagorico mondo del Cirque du Soleil. «Ho “rubato” il regista Giuliano Peperini a Franco Dragone (uno degli inventori del Cirque, ndr) - sorride sornione Zard - Un giorno a Macao vidi lo spettacolo The house of the dancing water di Dragone e il regista era appunto Peperini. Me lo sono subito preso. E ti svelo che, per sua stessa ammissione, Dragone si è copiato il finale dell’Aida
rappresentata al San Carlo di Napoli dal mio Romeo & Giulietta». “Mio”. Perché David Zard contribuisce a tutte le scelte di ogni suo spettacolo, «oltre a metterci i soldi e quest’opera mi è costata 8 milioni di euro». Tanto da rompere il sodalizio creato con Riccardo Cocciante ai tempi di Notre Dame de Paris. L’autore di Margherita avrebbe dovuto comporre anche le musiche di Romeo & Giulietta, «ma erano troppo madrigalesche» commenta Zard. Ognuno, quindi, per la sua strada, con due rielaborazioni diverse dell’opera di Shakespeare. «Ma la mia è unica, commovente, bellissima» si vanta l’impresario. Che si definisce «un artista fallito». Per questo motivo ha abbandonato i concerti pop. «Significava mettere in scena qualcosa di altri, presentare un’opera alla quale contribuisci alla creazione ti dà un’altra soddisfazione. Come da artista. Io mi ritengo un artista fallito, mi “esibisco” attraverso le produzioni e le devo fare al top».
Nelle tournée organizzate in Italia e nel mondo, Zard non dimentica mai la Sicilia, dal concerto dei Duran Duran a Palermo nel 1987 fino alla messa in scena di Notre Dame de Paris all’ombra dei Templi di Agrigento. «Sì penso di essere un pioniere in Sicilia, molti mi hanno detto che sono l’unico folle che viene qui. E gli rispondo che la Sicilia ti riempe di tanta adrenalina che vale la pena. Venire in Sicilia mi piace sempre... e poi io sono siciliano, son tripolino, più a sud, anche se per darmi delle arie dico che vengo dal nord, dal nord Africa». Perché sarebbe da “folli” venire in Sicilia? «È un’isola, è più difficile arrivarci, non ci sono strutture eccetto i beni culturali che però non è tanto facile avere, c’è uno sperpero spregiudicato, stai sempre sotto pressione con gente che ti chiede biglietti omaggi. Sono tutti costi». E come si può intervenire per superare questi gap? «Ci vogliono le strutture, e poi agevo-
IL KOLOSSAL “ROMEO & GIULIETTA”
«Porteremo Verona ad Acireale» CATANIA. «Porteremo Verona ad Acireale», annuncia David Zard, presentando ieri a Catania Romeo & Giulietta – Ama e cambia il mondo, il musical che sta mettendo forse il punto esclamativo più esclusivo alla tragica e meravigliosa vicenda dei rampolli innamorati di Montecchi e Capuleti. Arriverà al Palasport di Acireale il 22 gennaio. «È lo spettacolo più bello che abbia mai prodotto – chiarisce subito Zard -, nonostante Romeo e Giulietta sia l’opera più rappresentata in assoluto, tra prosa, lirica, balletti e film. L’allestimento sta meravigliando tutti gli spettatori, che escono da teatro con gli occhi gon-
I NUMERI 45 artisti 550 MQ il palco
23 cambi di scena
270 costumi 13 Tir
fi di commozione, ma anche con un bel sorriso sul volto». Musiche e libretto sono di Gérard Presgurvic, la versione italiana di Vincenzo Incenzo, regia di Giuliano Peparini; nel cast, Giulia Luzi (Giulietta), Davide Merlini (Romeo, rivelazione di XFactor 2012), Vittorio Matteucci (Conte Capuleti), Luca Giacomelli Ferrarini (Mercuzio), Gianluca Merolli (Tebaldo), Riccardo Maccaferri (Benvolio), Leonardo di Minno (il Principe), Roberta Faccani (Lady Montecchi), Barbara Cola (Lady Capuleti), Silvia Querci (la Nutrice), Giò Tortorelli (Frate Lorenzo), e il corpo di ballo diretto dalla coreografa Veronica Peparini.
lazioni per arrivare. Io voglio sapere perché per venire qui con il mio spettacolo mi deve costare 40mila euro soltanto di camion. Poi aggiungiamo 150 biglietti aerei per gli artisti. Se non hai uno spettacolo che può richiamare 20mila spettatori, sai che non puoi affrontare i costi. La Regione siciliana potrebbe detassare i privati che decidono di investire nella cultura, favorendo la partecipazione alla produzione degli spettacoli». E poi ci sono gli sperperi... «In Sicilia hanno dato troppi finanziamenti a pioggia a diversi soggetti che fin quando li hanno ricevuti hanno fatto spettacoli, ma quando non li hanno non rischiano di proprio». Taormina e Siracusa stanno tentando di allestire una stagione lirica. «È anche giusto: Taormina e Siracusa hanno due bellissimi teatri. L’Italia è l’unica nazione che non valorizza i suoi beni culturali. Per l’Italia molti monumenti sono pietre che siamo riusciti a portare fuori dalla sabbia, non hanno pensato che sono pietre nate per far spettacolo. Qui, in questa zona, si facevano più spettacoli duemila anni fa che adesso». Aprire le porte dei templi della lirica a un’opera pop come “Romeo & Giulietta” potrebbe aiutare la crisi dei teatri d’opera? «I teatri lirici li hanno impolverati. La lirica è un genere che, con la sua prosopopea, sta uccidendo sé stessa. Conosco giovani a Milano che non sono mai entrati alla Scala, neanche a visitarla. C’è molta gente che ha paura di andare nei teatri lirici. Sono vecchi. Che bello c’è a vedere un tenore e un soprano che cantano stando fermi, perché non possono muoversi per tirare fuori quella voce, perché non vogliono usare l’amplificazione. I nostri ragazzi cantano, ballano, corrono, saltano. Si muovono. Lo spettacolo si evolve. Quando ho portato la Tosca di Dalla al Teatro dell’Opera di Roma, c’è stata un’affluenza di giovani enorme».
l’intervista fermato. «Sono un artista fallito, mi esibisco attraverso le produzioni e le devo fare al top»
Il promoter che negli anni Settanta ha portato in Italia le stelle del rock e che ha trasformato “Notre Dame de Paris” in un successo planetario, presenta la sua nuova produzione “Romeo & Giulietta” , l’incontro tra il musical, l’opera, il pop e il Cirque du Soleil. Dal 22 gennaio sarà in scena al Palasport di Acireale . Un trapianto di fegato, un incidente, un tumore al polmone non lo hanno
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“Romeo & Giulietta” è un’opera pop, la lirica è un genere che sta morendo. Molti giovani non sono mai entrati in un teatro d’opera. Lo spettacolo si evolve
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Molti mi hanno detto che sono l’unico folle che viene qui. La Regione dovrebbe dare agevolazioni e detassare i privati che decidono di investire nella cultura
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Il medico mi disse: “O ti operi o non hai speranze”. Avevo troppa paura. Devo tutto a Lucio Dalla, grazie a una sua sceneggiata mi convinsi ad affrontare il trapianto
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CATANIA. David Zard è un pezzo di storia dello spettacolo italiano. Un capitolo importante. È il manager che ha contribuito come pochi altri alla storia del rock e del pop in Italia: negli anni Settanta ha portato nel nostro Paese i concerti di Lou Reed, Bob Dylan, Santana, Genesis, Madonna, Rolling Stones e Michael Jackson. Si è costruito un teatro tutto suo, il “Gran Teatro” di Roma, dal quale è partita la fortuna planetaria di Notre Dame de Paris, l’opera di Cocciante e Plamondon che ha segnato la sua resurrezione come impresario di musical. A 71 anni, tra discese e risalite, batoste e successi, fallimenti umani e finanziari, è ancora lì, sul fronte del palco. Non lo hanno fermato neanche un trapianto di fegato, un incidente stradale, un tumore al polmone. «Mi sono sempre rialzato, fa parte del mio carattere. Come quella volta del trapianto. Devo tutto a Lucio - racconta seduto su una poltrone al Grand Hotel Excelsior di Catania - Avevo troppa paura del trapianto, non volevo farlo. Così mi portò da un medico di Bologna. Il professore mi disse: “O ti operi o non hai speranze”. Io niente, non lo accettavo. La sera Lucio mi invita nella sua casa di Bologna, in via D’Azeglio. Siamo in strada e arriva un tizio. Non ricordo il nome, Gian e qualcos’altro. Comunque lo ferma. E rivolto a me: “Vedi lui? Ha avuto i tuoi stessi problemi. Gli hanno trapiantato il fegato. Raccontagli come è andata”. E il tizio: “Operato quattro settimane fa, e sono già così”. Bene, al funerale di Dalla incontro la stessa persona. La fermo: “Oh, come stai? ”. E lui: “Bene, perché? ”. “Come perché. Il fegato intendo”. La risposta mi ha fulminato: “Ma ancora credi a quella storia. Fu tutta una sceneggiata di Lucio”». È uno dei tanti aneddoti che accompagnano la vita di David “il generale”, come lo chiamava Dalla. L’uomo
GIUSEPPE ATTARDI
rappresentata al San Carlo di Napoli dal mio Romeo & Giulietta». “Mio”. Perché David Zard contribuisce a tutte le scelte di ogni suo spettacolo, «oltre a metterci i soldi e quest’opera mi è costata 8 milioni di euro». Tanto da rompere il sodalizio creato con Riccardo Cocciante ai tempi di Notre Dame de Paris. L’autore di Margherita avrebbe dovuto comporre anche le musiche di Romeo & Giulietta, «ma erano troppo madrigalesche» commenta Zard. Ognuno, quindi, per la sua strada, con due rielaborazioni diverse dell’opera di Shakespeare. «Ma la mia è unica, commovente, bellissima» si vanta l’impresario. Che si definisce «un artista fallito». Per questo motivo ha abbandonato i concerti pop. «Significava mettere in scena qualcosa di altri, presentare un’opera alla quale contribuisci alla creazione ti dà un’altra soddisfazione. Come da artista. Io mi ritengo un artista fallito, mi “esibisco” attraverso le produzioni e le devo fare al top».
Nelle tournée organizzate in Italia e nel mondo, Zard non dimentica mai la Sicilia, dal concerto dei Duran Duran a Palermo nel 1987 fino alla messa in scena di Notre Dame de Paris all’ombra dei Templi di Agrigento. «Sì penso di essere un pioniere in Sicilia, molti mi hanno detto che sono l’unico folle che viene qui. E gli rispondo che la Sicilia ti riempe di tanta adrenalina che vale la pena. Venire in Sicilia mi piace sempre... e poi io sono siciliano, son tripolino, più a sud, anche se per darmi delle arie dico che vengo dal nord, dal nord Africa». Perché sarebbe da “folli” venire in Sicilia? «È un’isola, è più difficile arrivarci, non ci sono strutture eccetto i beni culturali che però non è tanto facile avere, c’è uno sperpero spregiudicato, stai sempre sotto pressione con gente che ti chiede biglietti omaggi. Sono tutti costi». E come si può intervenire per superare questi gap? «Ci vogliono le strutture, e poi agevo-
CATANIA. «Porteremo Verona ad Acireale», annuncia David Zard, presentando ieri a Catania Romeo & Giulietta – Ama e cambia il mondo, il musical che sta mettendo forse il punto esclamativo più esclusivo alla tragica e meravigliosa vicenda dei rampolli innamorati di Montecchi e Capuleti. Arriverà al Palasport di Acireale il 22 gennaio. «È lo spettacolo più bello che abbia mai prodotto – chiarisce subito Zard -, nonostante Romeo e Giulietta sia l’opera più rappresentata in assoluto, tra prosa, lirica, balletti e film. L’allestimento sta meravigliando tutti gli spettatori, che escono da teatro con gli occhi gon-
13 Tir
270 costumi
di scena
23 cambi
il palco
550 MQ
I NUMERI 45 artisti
fi di commozione, ma anche con un bel sorriso sul volto». Musiche e libretto sono di Gérard Presgurvic, la versione italiana di Vincenzo Incenzo, regia di Giuliano Peparini; nel cast, Giulia Luzi (Giulietta), Davide Merlini (Romeo, rivelazione di XFactor 2012), Vittorio Matteucci (Conte Capuleti), Luca Giacomelli Ferrarini (Mercuzio), Gianluca Merolli (Tebaldo), Riccardo Maccaferri (Benvolio), Leonardo di Minno (il Principe), Roberta Faccani (Lady Montecchi), Barbara Cola (Lady Capuleti), Silvia Querci (la Nutrice), Giò Tortorelli (Frate Lorenzo), e il corpo di ballo diretto dalla coreografa Veronica Peparini.
«Porteremo Verona ad Acireale»
IL KOLOSSAL “ROMEO & GIULIETTA”
di grande carisma ed eleganza che si permise di cambiare i contratti di Madonna e dei Genesis, che aiutò Peter Gabriel a pagare il mutuo di casa, che comprò una chitarra Fender Stratocaster a Steve Hackett dei Genesis, che costruì agli Spandau Ballet il loro più grande mercato mondiale. La sua nuova sfida si chiama Romeo & Giulietta - Ama e cambia il mondo, che, dopo aver totalizzato oltre 330mila spettatori in 166 repliche, il 22 gennaio farà tappa al Palasport di Acireale. È un’«opera pop» - come tiene a sottolineare Zard - dai grandi numeri, che unisce il musical al fantasmagorico mondo del Cirque du Soleil. «Ho “rubato” il regista Giuliano Peperini a Franco Dragone (uno degli inventori del Cirque, ndr) - sorride sornione Zard - Un giorno a Macao vidi lo spettacolo The house of the dancing water di Dragone e il regista era appunto Peperini. Me lo sono subito preso. E ti svelo che, per sua stessa ammissione, Dragone si è copiato il finale dell’Aida
«In Sicilia sperperi, mancanza di strutture, costi alti diventano ostacoli insormontabili» «Proprio in questa zona si facevano più rappresentazioni duemila anni fa che adesso»
Lo Zard dello spettacolo lazioni per arrivare. Io voglio sapere perché per venire qui con il mio spettacolo mi deve costare 40mila euro soltanto di camion. Poi aggiungiamo 150 biglietti aerei per gli artisti. Se non hai uno spettacolo che può richiamare 20mila spettatori, sai che non puoi affrontare i costi. La Regione siciliana potrebbe detassare i privati che decidono di investire nella cultura, favorendo la partecipazione alla produzione degli spettacoli». E poi ci sono gli sperperi... «In Sicilia hanno dato troppi finanziamenti a pioggia a diversi soggetti che fin quando li hanno ricevuti hanno fatto spettacoli, ma quando non li hanno non rischiano di proprio». Taormina e Siracusa stanno tentando di allestire una stagione lirica. «È anche giusto: Taormina e Siracusa hanno due bellissimi teatri. L’Italia è l’unica nazione che non valorizza i suoi beni culturali. Per l’Italia molti monumenti sono pietre che siamo riusciti a portare fuori dalla sabbia, non hanno pensato che sono pietre nate per far spettacolo. Qui, in questa zona, si facevano più spettacoli duemila anni fa che adesso». Aprire le porte dei templi della lirica a un’opera pop come “Romeo & Giulietta” potrebbe aiutare la crisi dei teatri d’opera? «I teatri lirici li hanno impolverati. La lirica è un genere che, con la sua prosopopea, sta uccidendo sé stessa. Conosco giovani a Milano che non sono mai entrati alla Scala, neanche a visitarla. C’è molta gente che ha paura di andare nei teatri lirici. Sono vecchi. Che bello c’è a vedere un tenore e un soprano che cantano stando fermi, perché non possono muoversi per tirare fuori quella voce, perché non vogliono usare l’amplificazione. I nostri ragazzi cantano, ballano, corrono, saltano. Si muovono. Lo spettacolo si evolve. Quando ho portato la Tosca di Dalla al Teatro dell’Opera di Roma, c’è stata un’affluenza di giovani enorme».
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Due siciliane nel cast di Romeo e Giulietta omeo e Giulietta. Ama e cambia il mondo parla anche il siciliano. Nel cast del musical prodotto da David Zard che sarà in scena al Palasport di Acireale dal 22 gennaio ci saranno anche due ballerine originarie dell’Isola: la palermitana Paola Bonazzi (a sinistra nella foto) e la siracusana Marta Marino (a destra). Le due performers fanno parte dello straordinario corpo di ballo diretto dalla coreografa Veronica Peparini, che negli ultimi mesi ha incantato un pubblico eterogeneo e variegato. Marta Marino ha
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partecipato nel 2013 al talent “Amici” di Maria De Filippi dopo aver studiato per anni danza classica e danza contemporanea a Siracusa. Nel 2008 è stata selezionata per entrare a far parte del BJB (Bellini Junior Ballett) del Teatro Massimo Bellini di Catania. Paola Bonazzi ha fatto parte anche del cast di “Notre Dame de Paris” e nel corso degli anni ha elaborato una particolare abilità nella tecnica della danza aerea e della danza con il fuoco.
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Il kolossal “Romeo e Giulietta” rinviato a maggio per problemi tecnici
Slitta il musical CATANIA. Rinviati gli spettacoli di Acireale inizialmente previsti dal 22 al 25 gennaio per sopravvenute ragioni tecniche, dovute alla maestosità dello spettacolo, in ragione delle quali si rende necessaria una manutenzione straordinaria delle sofisticate attrezzature indispensabili a garantire una perfetta fruizione dello spettacolo da parte del pubblico. Nel dettaglio, i lavori di manutenzione straordinaria si riferiscono alla sincronizzazione del videomapping a 2 millesimi di secondo per capitanare i sei proiettori che servono a far
vivere gli oltre 100 cambi di scena, nonché al necessario ripristino degli oltre 360 costumi prima della trasferta in Turchia. Tutti coloro che hanno acquistato il biglietto e lo conservano per le nuove date che andranno dal 21 al 24 maggio, l’organizzazione regalerà il prezioso CD Book con le 14 canzoni più popolari dello spettacolo. Il cambio data dei biglietti acquistati online sul sito TicketOne. it o telefonicamente tramite Call Center, potrà essere richiesto scrivendo alla email: ecomm. customerservice@ticketone. it entro e non oltre il 28 gennaio.
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Gemellaggio artistico tra Acireale e il Festival Il concerto di Biagio Antonacci e il musical “Romeo e Giulietta. Ama e cambia il mondo”, entrambi in programma ad Acireale, organizzati da “Giuseppe Rapisarda management”, sono due tra gli spettacoli di prim’ordine, destinati ad animare la primavera dei siciliani e non solo. Prima, però, potranno godere di una ribalta più importante, il Festival di Sanremo, in Mondovisione, che prenderà il via oggi. Il palco dell’Ariston non sarà di certo un trampolino di lancio verso il PalaTupparello per i due eventi, considerata la levatura dei protagonisti che, comunque, particolarità mai verificatasi nel passato, nello spazio breve di un paio di mesi toccheranno prima l’una e poi l’altra sede. Biagio Antonacci sarà ospite del Festival di Sanremo il 14 febbraio, in occasione della serata finale; il suo tour “L’amore comporta”, poi, farà tappa ad Acireale il 16 ed il 17 aprile. Particolare singolare: Antonacci si è esibito al PalaTupparello appena il 14 novembre scorso e, come da consuetudine, ha fatto registrare il tutto esaurito. Nella serata finale del Festival di Sanremo spazio anche al musical “Romeo e Giulietta. Ama e cambia il mondo”; la carovana del fortunato musical prodotto da David Zard, poi, debutterà ad Acireale il 21 maggio per restarvi sino al 24. Numeri da capogiro per l’evento dell’anno, la cui regia è curata da Giuliano Peparini: 45 artisti, un palco di 550 metri quadrati, 23 cambi scena, oltre 270 costumi, 40 tecnici impiegati ogni sera dietro le quinte. GAETANO RIZZO
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TEATRO: ROMEO E GIULIETTA DAL 21 MAGGIO AD ACIREALE CATANIA (ITALPRESS) - Dopo il rinvio dello scorso gennaio, "Romeo e Giulietta - Ama e cambia il mondo", l'opera musicale che Gerard Presgurvic ha tratto dalle pagine immortali di Shakespeare arriva al Palasport di Acireale, dal 21 al 24 maggio. A portarla in Italia e' stato David Zard che si e' avvalso della collaborazione di Vincenzo Incenzo per i testi in italiano, di Giuliano Peparini per la regia e di Veronica Peparini per le coreografie. Il cast e' formato da: Federico Marignetti (Romeo), Giulia Luzi (Giulietta), Vittorio Matteucci (Conte Capuleti), Luca Giacomelli Ferrarini (Mercuzio), Gianluca Merolli (Tebaldo), Riccardo Maccaferri (Benvolio), Leonardo di Minno (il Principe), Roberta Faccani (Lady Montecchi), Barbara Cola (Lady Capuleti), Silvia Querci (la Nutrice), Gio' Tortorelli (Frate Lorenzo). Ci saranno anche due ballerine siciliane: la palermitana Paola Bonazzi e la siracusana Marta Marino. Le due performers fanno parte dello straordinario corpo di ballo diretto dalla coreografa Veronica Peparini, che negli ultimi mesi ha incantato un pubblico eterogeneo e variegato. Marta Marino ha partecipato nel 2013 al talent Amici di Maria De Filippi dopo aver studiato per anni danza classica e danza contemporanea a Siracusa. Nel 2008 e' stata selezionata per entrare a far parte del BJB (Bellini Junior Ballett) del Teatro Massimo Bellini di Catania. Paola Bonazzi ha fatto parte anche del cast di "Notre Dame de Paris" e nel corso degli anni ha elaborato una particolare abilita' nella tecnica della danza aerea e della danza con il fuoco. (ITALPRESS).
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personaggi. Il fondatore dell’Odin a Palermo per una master class. «La crisi di oggi? Può essere occasione di rottura col passato, di cambiamento, di profonda riscrittura»
Barba,gurudelteatro:«Permaestro,unlattoniere» 0 «IlsindacoOrlando voleva che realizzassiuno spettacolosuSan Benedettoil Moromanonse nefece piùnulla» Ieri ai Cantieri masterclass per 35 giovani: una lezione condotta a quattro mani con la sua attrice storica, l'inglese Julia Varley, giocata su corpi e movimenti, tensioni e rotture.
in breve 0 Talent tv
«X Factor» 2015: torna Elio, new entry Skin
Simonetta Trovato
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palermo
Il mio maestro è stato un lattoniere di Oslo: fu lui con molta pazienza, ad insegnarmi a saldare. Io ero un incapace, distruggevo tutto, lui mi guidava, mi diceva che dovevo accettare le cose e le persone e dar loro il tempo di trovare il ritmo della crescita». Detto da Eugenio Barba che tutti indicano come allievo di Jerzy Grotowski, suona strano: eppure il regista quasi ottantenne (anni portati con leggerezza, di un uomo che vive all'aria aperta facendo sempre ciò che desidera fare) trova in queste «saldature», gli spunti per andare avanti. Cosciente com'è che «l'Odin Teatret ha bisogno ogni giorno di essere reinventato. Ormai è fatto da persone che hanno una storia, tenerle insieme è un lavoro che necessita di uno stimolo continuo». Per il regista del «non metodo» («il teatro è vita, non sistemi»), tenere una masterclass è un obbligo: Eugenio Barba l'ha fatto ieri ai Cantieri - dove stamattina alle 10 condurrà una conferenza aperta a tutti - per 35 giovani e meno giovani (anche facce note), nell'ambito del progetto I ART - guidato da Lucio Tambuzzo - che porta 120 manifestazioni in tutta la Sicilia. Una lezione condotta a quattro mani con la sua attrice storica, l'inglese Julia Varley, giocata su corpi e movimenti, tensioni e rotture. Lavorare insieme per crescere da soli. «Ti devi sempre chiedere, cos'è che mi fa balzare dalla sedia e applaudire un attore? La sua voce, oppure il corpo, il movimento, l'intonazione? O tutto questo, trattato con consapevolezza». Già, essere consapevoli di far parte di un progetto. «L'Odin Teatret nacque senza principi, tra giovani di 18 anni bocciati dalla Scuola teatrale di Stato di Oslo; io, un ragazzo senza esperienza, mi autoproclamai regista, nessu-
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Due conferme, Mika e Fedez, un ritorno, quello di Elio, e una new entry dal sapore internazionale: la cantante degli Skunk Anansie, Skin. L'edizione 2015 di X Factor comincia a prendere forma. A partire dalla giuria, rinnovata per metà con l'uscita di Morgan e di Victoria Cabello. La grande novità dell'edizione numero 9 del talent di Sky, da settembre con i provini e da ottobre con i live il giovedì sera su Sky Uno, riguarda proprio la poliedrica leader degli Skunk Anansie, che passa dalla musica al design, dalle consolle dei DJ set alla recitazione.
0 La drag queen del pop internazionale confessa Eugenio Barba, 80 anni l’anno prossimo, è uno dei più grandi innovatori del teatro del secolo scorso
4 nei primi anni ’80 chiamato da incontroazione a trappeto no poteva proporre, nessuno era indipendente. Il nostro lavoro di personalizzazione è durato 5 anni, poi siamo tornati insieme e abbiamo iniziato a scambiare esperienze. E questo è il metodo di oggi: ascolto cose stranissime, ma ne rispetto la coerenza estetica e la diversità di identificazione». Lavorare con rigore, senza intrusioni. «Una regola che mi diede il padre di Rocco Buttiglione, mio parente acquisito e commissario di polizia a Gallipoli: vide che mi offrivano ogni genere di cosa, giri sulle giostre, dolci... lui mi chiamò e mi disse, “non invita-
no te, ma mio nipote. Tu ne approfitti, ti sembra giusto?”. Io imparavo il rispetto». Il suo rapporto con Palermo nasce all'inizio degli anni Ottanta. Invitato da Beno Mazzone in quel forziere prezioso che è stato Incontroazione. E conobbe Danilo Dolci. «Portai Le ceneri di Brecht, e partecipai agli incontri a Trappeto, la mia amicizia con Beno dura tuttora, lo ammiravo molto per ciò che faceva in quegli anni. Ma Dolci lo avevo conosciuto prima, negli anni Cinquanta a Roma, dove eravamo stati invitati tutti e due da un gruppo di studenti socialisti. Rimanemmo sbalorditi nel vedere quanto Dolci mangiasse: per essere uomo di digiuni, era di certo uno che sapeva cogliere anche il lato edonistico della vita». Dopo Incontroazione venne ancora diverse volte, l'ultima nel 2002, invitato da Beatrice Monroy. «Io sono sempre felice di ri-
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tornare dove conosco gruppi segnati dal tempo che passa. Nel 2000 conobbi il sindaco Orlando, anzi me lo vidi arrivare di corsa a Roma, arrancava per le scale seguito dalla scorta. Mi propose di costruire un'idea originale La route des esclaves su San Benito da Palermo, ovvero san Benedetto il Moro: dovevamo lavorare per un anno con gruppi multiculturali in 5 quartieri della città. Consegnammo il progetto, ma Orlando non aveva dalla sua il Consiglio comunale, non se ne fece più nulla. Il regista Roberto Andò mi aveva avvertito: “il sindaco ti seduce, ti manda alla guerra... ma poi non può offrirti la fanteria”». Oggi Palermo è una città diversa, si parla solo e soltanto di crisi. «La crisi è rottura con il passato, necessità di cambiamento, profonda riscrittura. Ma è anche lavoro, e i giovani europei di oggi non sanno cosa sia». (*SIT*)
Wurst: «Diva grazie a mia nonna»
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«Mia nonna è la persona che mi ha ispirato più di tutte le altre. Ha presente la classica nonna coi capelli grigi, che passa la giornata ai fornelli e ti sgrida se non metti la maglietta di lana? Ecco, lei è l'opposto: ha sempre viaggiato per il mondo, adora andare a teatro, si veste in modo impeccabile, ci tiene ancora tantissimo a uscire profumata, con i capelli in ordine e le unghie perfettamente laccate. Mia nonna è una vera diva. È lei che ha insegnato a Conchita a essere quella che è». Parola della drag queen Conchita Wurst al settimanale Oggi.
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i nodi della sicilia l’anci e i sindacati vogliono stabilizzarne 20.000. martedì sera vertice a palermo coi leader degli autonomi
Orlando vara il piano precari, l’ira della Regione 0 Isindaci organizzanoriunioniperpianificarnel’assunzione. L’assessorato:nonpartecipiamoalla campagnaelettorale L’operazione avviata senza troppo clamore dall’Anci sta già provocando un forte fermento politico, visto che da tempo Crocetta accusa Orlando di tramare per la sua successione a Palazzo d’Orleans. Giacinto Pipitone
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palermo
L’ultima riunione si è svolta martedì sera a Villa Niscemi a Palermo, quartier generale di Leoluca Orlando e incidentalmente anche dell’associazione che raggruppa i sindaci siciliani. Altre due riunioni si erano già svolte nei giorni scorsi e hanno sempre visto i vertici dell’Anci e i leader sindacali, soprattutto quelli delle sigle autonome, attorno a un tavolo. È partita l’operazione-precari, la mossa con cui il primo cittadino di Palermo punta a scavalcare la Regione nella guida di una platea di oltre 20 mila persone. A Villa Niscemi, oltre ai vertici dell’Anci, c’erano i rappresentanti di Mgl (la sigla autonoma più rappresentativa), Ugl, Csa, Cub e Peps. «Emerge una comune condivisione - scrivono in una relazione sull’incontro i leader dell’Mgl Massimo Bontempo, Giuseppe Sergio Leggio e Giuseppe Cardenia - di tutte le parti sedute al tavolo di procedere nei confronti della Regione rivendicando il consolidamento della spesa a cui ancorare le stabilizzazioni e una rivisitazione della legge
Il sindaco Leoluca Orlando e il presidente Rosario Crocetta che regola il precariato, la 5 del 2014». Non c’erano i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil che però hanno partecipato agli incontri precedenti. L’obiettivo di sindaci e precari è la stabilizzazione. Anche se, va detto, sul percorso ci sono varie sfumature da ambo le parti. I disegni di legge che si vorrebbe spingere sono tre, quello a firma dei deputati regionali Antonio Venturino (Psi) e Michele Cimino (Pdr) e quello portato avanti a Roma
da Maria Iacono (Pd) che però punta più semplicemente alla proroga fino al 2018. Una decisione su come procedere verrà presa nella prossima riunione già fissata per mercoledì. Ma intanto l’operazione avviata senza troppo clamore dall’Anci sta già provocando un forte fermento politico, visto che da tempo Crocetta accusa Orlando di tramare per la sua successione a Palazzo d’Orleans. Il vice presidente dell’associaizone dei
sindaci, Paolo Amenta, ammette che «bisogna spronare la Regione, o viene al tavolo a trattare o ammette di non voler risolvere il problema della stabilizzazione dei precari». È una mossa con cui l’Anci si intesta l’eventuale successo dell’operazione (a lungo termine) o scarica su Palazzo d’Orleans il possibile fallimento. Amenta aggiunge: «L’assessorato alla Funzione pubblica si era impegnato a convocare questo tavolo con i sindacati ma poi non lo ha fatto. E poichè a fine anno si riproporrà l’emergenza precari, abbiamo voluto accelerare i tempi». Senza i soldi della Regione, tuttavia, nulla si può fare. E per questo motivo all’assessorato alla Funzione pubblica ribaltano il problema: «Nulla di strano sul fatto che i sindaci si organizzano per i precari - commenta Giovanni Pistorio - anche perchè sono loro che li hanno in servizio nei Comuni e loro che devono pianificare le procedure previste dalla legge individuando posti disponibili e risparmi da investire». Ma a Pistorio, che è anche segretario regionale dell’Udc, non sfugge un dettaglio: «Noi non siamo interessati a partecipare alla campagna elettorale di Orlando. La Regione fissa le regole generali per i precari, i sindaci le mettano in pratica e non trasformino l’Anci in un comitato elettorale. Noi faremo la nostra parte».
in breve 0 Pavia
0 Salerno
Investì in auto una consigliera: arrestato
Lite su manifesti elettorali dietro un duplice delitto
Oggi l'avranno detto senz'altro anche ad Elena, andandola a trovare come ogni giorno all'Istituto Mondino dove è ricoverata da Natale per il lungo e delicato percorso di riabilitazione. Lino Madama e Idangela Vittadini, i suoi genitori, le avranno spiegato che la polizia, dopo sei mesi di indagini, ha arrestato l'uomo che il 12 novembre scorso era alla guida della Opel Insignia bianca che la travolse in Strada Nuova, nel centro storico di Pavia, trascinando il suo corpo per oltre 500 metri. Radion Suvac, 27 anni, moldavo, è stato bloccato in un parco di Piacenza.
È stata una lite sull'affissione dei manifesti elettorali di un candidato di Forza Italia alla Regione Campania, Romano Ciccone, a scatenare la furia omicida che, a Salerno, ha portato alla morte Antonio Procida, 42 anni, pregiudicato, e Angelo Rinaldi, 38 anni, incensurato, suo amico da sempre. A ordinare il duplice omicidio - secondo la ricostruzione della Squadra Mobile - è stato Matteo Vaccaro, pregiudicato, in passato leader dell'omonimo gruppo criminale che operava nelle frazioni collinari della città di Salerno. Due presuntio killer sono stati fermati.
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0 Il poliziotto sfuggì nel ’92 ad un agguato
disagi per le associazioni. L’obiettivo è quello di mettere in collegamento tribunali, servizi sociali e famiglie
Adozioni,fermoilprogettodiunareteinformatica Siciliae-Servizi:aspettiamoilnuovoincarico
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palermo
Due milioni spesi, un altro nel cassetto, ma di quel progetto che doveva servire a rendere più semplice il percorso delle coppie che decidono di adottare un bambino non c’è traccia. Scatta la protesta delle associazioni che seguono le famiglie nel percorso adottivo. Il progetto si chiama Modello Sicilia e serviva a mettere in rete i tribunali dei minori, i servizi sociali, gli psicologi, le famiglie e gli enti onlus che le assistono. Grazie alla piattaforma informatica doveva risultare più facile e veloce
far dialogare tutti gli uffici che seguono la pratica per l’adozione. Una pratica che si muove su un percorso burocratico lungo e tortuoso. «In realtà spiega Maria Virgillito, presidente di Asa e portavoce del Coordinamento enti autorizzati - questo Modello Sicilia non ha mai funzionato. È partito, e in modo incompleto, solo su Palermo mentre nulla è stato fatto nel resto della Sicilia. Eppure sono passati circa otto anni da quando sono stati stanziati tre milioni». Secondo le notizie in possesso del Coordinamento enti autorizzati, che
raggruppa 13 sigle del settore, sarebbe ancora disponibile almeno un milione del budget inizialmente stanziato dalla Regione per il progetto: «Se non si riesce a spendere questi soldi per far funzionare la piattaforma informatica - conclude la Virgillito - che si pensi almeno ad abbattere i costi delle famiglie per le adozioni internazionali. Sarebbe comunque un sostegno utile». Le adozioni internazionali hanno costi ingenti e la proposta è di far ottenere alla famiglie un contributo pubblico sfruttando le somme non spese per il progetto informatico.
A curare la realizzazione della piattaforma telematica è stata Sicilia e Servizi, la società partecipata gestita da Antonio Ingroia. L’appalto risale alla gestione precedente. Ma Dario Colombo, dirigente di Sicilia e Servizi, precisa: «La prima commessa ricevuta dalla Regione prevedeva la realizzazione della piattaforma su Palermo. E noi l’abbiamo realizzata. Anche noi ci aspettavamo di ricevere l’ordine di realizzare la seconda parte del progetto ma non ci è mai arrivata alcuna comunicazione. Se dipendesse da Sicilia e servizi, saremmo pronti a proseguire». Le associazioni degli enti che seguono i percorsi adottivi segnalano anche che da tre anni «non viene effettuata da parte della Regione la nomina del garante dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza». Gia. Pi.
Germanà: ero un ostacolo per i boss
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«Ero un ostacolo da abbattere, potevo costituire un ostacolo per Cosa nostra. Chi mi sparò erano gli artefici delle stragi del '92, rientravo nella strategia stragista». A dirlo davanti alla Commissione nazionale Antimafia, è stato il questore Rino Germanà (nella foto), oggetto, nel settembre del 1992, di un attentato miracolosamente fallito a Mazara del Vallo. La Commissione Antimafia ha fatto propria la proposta del deputato Pd, Davide Mattiello, e della senatrice Pd Lucrezia Ricchiuti, di conferire a Germanà la medaglia d'oro al Valor Civile. Germanà era diventato capo della squadra mobile di Trapani nel 1987, nel periodo in cui Borsellino aveva assunto l'incarico di procuratore di Marsala.
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07.05.2015
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Teatro. Debutta questa sera al Biondo (prodotto dagli Stabili di Palermo e Catania) il nuovo testo di Vincenzo Pirrotta che «rilegge» il controverso personaggio tragico
Clitennestra nel «day-after» della ragione Anna Bonaiuto, la protagonista: «Lei, da sola, in un mondo dove i suoi figli si credono dei, come molti uomini d’oggi» «Questo testo è nato per Anna Bonaiuto - spiega Vincenzo Pirrotta che cura anche la regia dello spettacolo e che ammette di delegare al coro il suo sguardo di autore e regista -, l'ho scritto pensando a lei».
in breve 0 Eliminata a The Voice
Pelù dice «no», la Salerno fuori dal talent tv
Simonetta Trovato
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Riabilitazione. Della madre e della regina. Della donna, innanzitutto, che ha avuto delle ragioni per fare quello che ha fatto. Un sequel dell'Orestea, questa originale scrittura di Vincenzo Pirrotta che stasera alle 21 al Teatro Biondo firma la sua Clitennestra e chiama ad interpretarla un'attrice che parla con il viso, con gli occhi, oltre che con la voce, Anna Bonaiuto. Clitennestra ritorna dopo tremila anni in un futuro esagitato: squarciando il velo di placenta dentro il quale ha riposato tutto questo tempo, la regina assassina si ritrova in un mondo postmoderno di distruzione e macerie: il lusso è per i pochi, un'elite di uomini che si sono proclamati dei, guidati dai suoi figli - Elettra e Oreste - anch'essi ritornati nei luoghi della tragedia. In questo scenario di ferocia e desolazione, le Eumenidi sono scese dal loro piedistallo e sono ridiventate Erinni per proteggere la nuova casta «divina». Clitennestra viaggerà attraverso tre mondi, simili alle tre cantiche dantesche: la disperazione (i cittadini), la ferocia (le Erinni), il mondo superiore (i sacerdoti). Troverà in cia-
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4 il copione è in lingua i tre cori invece l’autore li ha scritti in siciliano
In alto, Anna Bonaiuto in scena. Qui sopra, Vincenzo Pirrotta, autore e regista
scuno corpi e temi, racconterà la sua storia, fino ad arrivare all'ultimo mondo, senza dio perché i suoi figli si sono eretti a dei. Al fianco di Anna Bonaiuto, un cast tutto al femminile tra attrici e danzatrici, Silvia Ajelli, Giulia Andò, Roberta Caronia, Elisa Lucarelli, Cinzia Maccagnano, Lucia Portale, Yvonne Guglielmino. Le scene dello spettacolo - prodotto dai Teatri Sta-
bili di Palermo e Catania, che lo ospiterà dal 22 maggio al 7 giugno, per poi vederlo partire in tournée l'anno prossimo - sono di Renzo Milan, realizzate nei laboratori del Teatro Massimo; costumi di Giuseppina Maurizi, musiche originali di Giacomo Cuticchio che sottolineerà la presenza dei cori con assonanze blues e rap. Clitennestra regina rivendica la propria dignità: non bisogna dimen-
ticare che Agamennone le uccise lo sposo Tantalo e il figlioletto, e i fratelli la spinsero a sposare l'Atride che ritornò da Troia con l'amante al seguito. «Questo testo è nato per Anna Bonaiuto - spiega Vincenzo Pirrotta che ammette di delegare al coro il suo sguardo di autore e regista -, l'ho scritto pensando a lei. Clitennestra è giunta fino a noi nelle vesti di madre e moglie snaturata e assassi-
na, ma dobbiamo capirne la vera essenza. È una regina, ha il carisma di un uomo, si è vista uccidere prima un figlioletto, poi Ifigenia. Ha diritto quantomeno a spiegare i suoi atti. Per questo ritorna nel mondo, ma lo trova in rovina, senza dio, senza ricordi, senza spiritualità. I suoi figli si credono dei, un po’ come molti uomini dei nostri tempi». Una tragedia moderna che segue il taglio e la scansione classici. «La tragedia greca è quanto di più lontano esista da noi, anche se Euripide ci è già più congeniale - interviene Anna Bonaiuto -. Comunque Clitennestra è colei che possiede la memoria dei fatti, se non addirittura le ragioni; ritorna nel mondo per scoprire che è molto peggiore di quello che ricorda: non c'è più un rapporto con il sacro, come non c'è la paura della morte e dell'aldilà. Il fatto che il potere sia nelle mani di due fantocci, è accettato da tutti. E Clitennestra si vendica». Il suo desiderio di riabilitazione passa dal suo dovere di regina. «Vuole salvare il suo popolo e riscrive la sua storia. E' giusto». Clitennestra è in italiano, ma i tre cori - uno per ciascun mondo, contraddistinto da un colore - sono in siciliano. «È il mio modo di aderire alla tragedia, visto che non sono in scena», conclude Pirrotta. (*SIT*)
Viene eliminata da The Voice of Italy anche Alessandra Salerno, ultima siciliana in gara, tra le favorite del Team Pelù. Il televoto - nonostante il supporto dimostrato sui social dai conterranei - non l'ha salvata, e la decisione di Pelù, mercoledì sera, è stata di «lasciare indietro chi, col televoto, non ce l'ha fatta neanche stavolta». Questo è sembrato essere il parere del pubblico, e così, tra la Salerno e Marco De Vincentis, Pelù - a malincuore - ha salutato la palermitana. Se nelle prime esibizioni la cantante era accompagnata dall'autoharp, stavolta - e forse è stato questo a relegarla in secondo piano Alessandra si è esibita con Lady Marmalade, in una coreografia carica di sensualità. È venuta meno una parte
Alessandra Salerno della sua identità, il fattore che l'aveva fatta arrivare a questa fase del gioco: «Non bisogna scoraggiarsi - le ha detto Facchinetti Jr. - . Alessandra è uno dei veri talenti di quest'anno».
0 Il 19 settembre il grande concerto a Campovolo
Ligabue: «Sarà il mio live più lungo»
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Un punto di arrivo, ma anche di partenza. Perché Ligabue ha scelto una pista aerea che diventa colorato boulevard delimitata da 18 schermi giganti (tanti quanti gli album pubblicati fino ad oggi) riecheggianti frame delle sue canzoni, per festeggiare i «25 anni esatti dall'inizio della mia carriera», i 20 dallo «storico» Buon Compleanno, Elvis, e i 10 dal primo Campovolo. E dà anticipazioni sul megaevento che ci sarà proprio su questa pista il prossimo 19 settembre. «Sarà il concerto più lungo della mia carriera. All'insegna del divertimento, suonerò integralmente i pezzi con le band che li realizzarono. Anche quelli che, pur non essendo stati singoli, hanno comunque avuto il loro perché».
GDS MEDIA & COMMUNICATION
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08.05.2015
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ciclismo. La crono a squadre in Liguria inaugura la corsa rosa. Il castigliano parte in prima fila, il talento sardo sogna. Il colombiano Uran e l’australiano Porte gli outsider
Giro, si alza il sipario Contador favorito L’Italia punta su Aru L’alfiere della Tinkoff-Saxo pensa al «doblete» Giro-Tour, ma sarà durissima. Le sue ambizioni stridono con la concorrenza, la carta d’identità e l’imponderabile. «Temo tutti allo stesso modo». Adolfo Fantaccini
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Sanremo
Il 98˚ Giro d'Italia di ciclismo è pronto a spiccare il volo dalla Riviera dei fiori. Nel regno della classicissima di primavera, nello stesso palcoscenico dove sono state scritte pagine epiche di ciclismo, verrà assegnata la prima maglia rosa dell'edizione numero 98 della corsa a tappe. C'è grande attesa nella città del Festival della canzone italiana, dove musica e ciclismo si fondono, formando un connubio affascinante e oltremodo seducente. La musica che accompagna l'overture del Giro 2015 è abba-
stanza rock. Non troppo, però. Più che hard somiglia a un brano progressive. Per il semplice fatto che, in questa edizione della corsa di Rcs, mancano alcuni mostri sacri (Chris Froome, Enzino Nibali, Nairo Quintana), ma ce ne sono altri che potrebbero entrare nella storia (Alberto Contador). Il Giro sembra ruotare proprio attorno al castigliano, che indossa i panni scomodi di favorito e che presto si trasformerà in punto di riferimento per i compagni come per gli avversari. L'alfiere della Tinkoff-Saxo pensa al «doblete» Giro-Tour, ma sarà durissima. Le sue ambizioni stridono con la concorrenza, la carta d'identità e l'imponderabile. «Per me è importante essere al Giro come al Tour: è importante per fare bene al Giro - ci tiene a sottolineare Contador, che di rosa si è già vestito nel 2008, a Milano - Temo tutti allo stesso modo, nella corsa per la vittoria finale, ma in particolare Uran,
Porte e Aru. L'australiano è in gran forma, al Giro del Trentino si è dimostrato molto forte, e Aru ha preparato molto bene la propria avventura al Giro. «Dove penso che mi attaccheranno? No, scusate, sarò io a dover attaccare gli altri. Ho più esperienza rispetto all'ultimo Giro, per il resto non è cambiato nulla. Credo di essere migliorato rispetto al passato». Aru si dice «fiducioso» e «motivato», pronto a «dare il massimo», Richie Porte scalpita, perchè vuole lasciare il segno. Riuscire dove illustri predecessori (Wiggins) hanno fallito. «Per vincere bisognerà essere bravi in tutti e 21 i giorni - confessa l'australiano - e questa non è una cosa facile. Questa per me è la più bella gara del calendario. Sono passati alcuni anni e sono più maturo adesso, come uomo e come corridore, rispetto a quando presi parte per la prima volta al Giro».
Alberto Contador con il trofeo destinato al vincitore del Giro d’Italia La cronometro di oggi (il primo team scatterà alle 15.10, da San Lorenzo al Mare, l'arrivo è previsto a Sanremo, dopo 17,6 km) è solo una formalità, un modo per aprire i giochi e scegliere il primo uomo in rosa. Nessuno vorrà scoprire le proprie carte, spazio agli outsider e alle squadre più affiatate, in grado di esibire sincronismi perfetti,
(FOTO ANSA)
al fine di condurre almeno cinque uomini - in gruppo - sul traguardo (il tempo verrà preso sul quinto uomo all'arrivo). Una breve ma intensa corsa contro il tempo, tutti insieme appassionatamente in cerca di una piccola fetta di gloria, a pochi chilometri dal Poggio, la salita-discesa che ha reso leggendario il ciclismo a cavallo di due se-
coli. L'ultima cronosquadre d'apertura del Giro si è disputata l'anno scorso a Belfast (vittoria dell'Orica greenedge), quest'anno la storia continua forse con altri protagonisti. «Poche chiacchiere e menare», amava ripetere Felice Gimondi, uno che di pedali se ne intende.
tennis. Al via gli Internazionali d’Italia. Si riparte dai vincitori del 2014. Bolelli e Fognini gli alfieri azzurri, privi di Seppi. Subito derby Schiavone-Knapp fra le donne
Djokovic e Serena Williams, Roma si «accende» Guido Fiorito
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Si riparte da dove si era lasciato un anno fa. I favoriti sono i vincitori del 2014 Nole Djokovic e Serena Williams ma niente è scontato nel grande tennis. Il sorteggio dei tabelloni, avvenuto allo stadio Pietrangeli, è solo il canovaccio su cui costruire il romanzo degli Internazionali d'Italia che puntano, in ogni caso, a nuovi record di spettatori e di incassi. Sono stati Luca Vanni e Sara Errani ad effettuare il sorteggio e non si sono certo "aiutati a vicenda". In generale cammino impegnativo per i tennisti italiani ma a Roma ci sono tutti i campioni, prima o dopo s'incontrano. Gli italiani in tabellone sono sei e non c'è Andreas Seppi (infortunato
all'anca a Montecarlo). Bolelli affrontare l'austriaco Thiem, 44 del mondo, giocatore da terreni veloci. Per Fabio Fognini il californiano Steve Johnson (54), anche lui poco solido sul "rosso" ma poi rischia Dimitrov. Completano il gruppo gli "invitati". Luca Vanni affronta il veterano spagnolo Almagro e se andasse bene "vince" il Djokovic. Stessa cosa per Lorenzi: Cuevas e se passa ecco Federer. Federico Di Gaio chiuso con l'esperto argentino Mayer (27), mentre il baby Matteo Donati cerca l'impresa con il colombiano Giraldo (48). Questi i possibili ottavi di finale, dall'alto in basso: Djokovic (1)-Batista Agut (14), Lopez (11)-Nishikori (5), Murray (3)-Tsonga (13), Cilic (9)-Ferrer (7), Wawrinka (8)-Simon (12), Isner (16)-Nadal (4), Berdych (6)-Dimi-
trov (10), Anderson (15)- Federer (2). Più difficile per Djokovic: nel suo spicchio stanno mine vaganti come Kyrgios e Gulbis. Forfait di Raonic. In campo femminile, l'avversario più difficile è per Camila Giorgi che affronterà subito la serba Jelena Jankovic, numero 18 del mondo. Trent'anni e due trionfi al Foro Italico Un'altra veterana, ma di minor caratura, per la numero 1 azzurra Sara Errani: la slovacca Daniela Hantuchova, 32 anni, 56 del mondo: in vantaggio nei precedenti (6-4) ma gioca poco e viene da tre eliminazioni al primo turno. In caso di vittoria c'è la ceca Strikova (23) e, proseguendo, addirittura Serena Williams, una rivincita della finale sfortunata del 2014. Comunque un cammino non facile per Sarita che
L’azzurro Fabio Fognini
paga la discesa in classifica. Elina Svitolina, ucraina di Odessa, è opposta a Flavia Pennetta: avversaria impegnativa, 21 del mondo, reduce da un buon rodaggio sulla terra (finale Marrakech). Un'altra slovacca, Magdalena Rybarikova, per Nastassja Burnett. Una giocatrice vulnerabile (54 del mondo ma ha vinto poco quest'anno) se la romana ritrovasse la condizione che le permise già nel 2012 di superare le qualificazioni agli Open Usa. Burnett è reduce da un lungo stop per infortuni al gomito e al polso ed è tornata a giocare da appena un mese. Rimane l'interessante derby Schiavone-Knapp, mentre Roberta Vinci affronta Heather Watson, 40 del mondo e giovane promessa inglese ma vulnerabile sulla terra battuta. Se Roberta sta bene...I teorici quarti del tabellone femminile sono, dall'alto in basso: Williams (1)-Ivanovic (7), Sharapova (3)-Wozniacki (5), Bouchard (6)-Kvitova (4), Makarova (8)-Halep (2).
GDS MEDIA & COMMUNICATION
del
10.05.2015
serie B/le interviste IltecnicodelTrapanielogialagrandeprestazionedeisuoi:«Complimenti,abbiamoconcessoveramentepoco»
Cosmi: «Difficile vedere gare così belle» 0 «CaldaraePagliarulobraviafermareunbruttoclientecomeGranoche.Scozzarella?Sedicechehatiratoinporta,cicredo...» Serse Cosmi: «Alla vigilia avevo chiesto concentrazione, ma era normale che ci fosse. E allora avevo chiesto qualcosa in più ed è scattato. Un qualcosa che non ha un nome e forse è indefinibile, ma c’è stato da parte della squadra». Giacomo Di Girolamo
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Trapani
Mentre alcuni giocatori, festanti, lanciano verso i tifosi i propri indumenti di gioco, il tecnico del Trapani Serse Cosmi lancia la propria giacca, lacera, diventata, come la classica «bandiera vecchia onor di capitano» il simbolo della vittoria. «Tanto era irrecuperabile». Vorrebbe passare per freddo e cinico l’«uomo del fiume», ma anche se prova a «fare spallucce», il suo entusiamo per la vittoria ma soprattutto per la prestazione della squadra è tangibile e finisce con l’ammetterlo: «In questa categoria è difficile vedere giocare in maniera così intensa come abbiamo giocato noi. Abbiamo recuperato palloni, siamo stati essenziali quando era necessario. Sono veramente contento e debbo fare i complimenti a tutti i miei ragazzi. Alla vigilia avevo chiesto concentrazione, ma era normale che ci fosse. E allora avevo chiesto qualcosa in più ed è scattato. Un qualcosa che non ha un nome e forse è indefinibile, ma c’è stato da parte della squadra e per questo - ripete - la ringrazio. Anzi, è motivo di orgoglio per me avere trovato in essa questo riscontro importante». Eppure ad un certo punto della ripresa, lo si è visto sbracciarsi più del consueto e invitare, a grugno duro, il pubblico ad incitare i granata. «Non volevo che la squadra facesse errori - dice Cosmi che avrebbero potuto, con un episodio, mettere in forse tutto quello che
di positivo si era costruito». Era un frangente di gioco in cui il Modena stava dando qualche sussulto di vitalità. «Non so se è rimasto sorpreso dal nostro approccio alla partita - continua Cosmi - o se è diventato remissivo perché tale lo abbiamo reso noi, ma, in effetti, gli abbiamo concesso veramente poco». Tre punti fondamentali per la salvezza che, secondo alcuni, è già raggiunta. «Sarà una settimana in cui gli statistici potranno sbizzarrirsi - afferma -. Certamente se questa squadra avesse avuto un rendimento diverso fuori casa (dove ha conquistato solo 8 dei 49 punti complessivi, ndc) staremmo a parlare di un campionato diverso. Sicuramente ci sarà stato qualche momento di frustrazione, ma - guarda alla trasferta di Avellino, penultima partita della stagione che si chiuderà in casa contro la Pro Vercelli - non sempre va male».E, quindi, accetta di commentare la prestazione di qualcuno dei giocatori in particolare: «Mattia Caldara ha fatto benissimo. Con Luca (Pagliarulo, ndc) avevano un ”clientaccio” (”El Diablo” Granoche) a cui badare e l’hanno fatto benissimo. Debbo dire - apre, a questo proposito, una parentesi di calciomercato - che il nostro direttore è stato criticato per alcune scelte, ma quali critiche se uno porta giocatori come Caldara...» Cosmi si coccola, poi, Davis Curiale, tornato al gol dopo la doppietta che aveva rifilato alla Ternana, nella prima partita della sua gestione: «Si è presentato con una rovesciata che se si fosse trasformata in gol... La rete, comunque, l’ha fatta. I gol venuti su calcio piazzato? Ci alleniamo bene». E chiude con una battuta sulla rete di Matteo Scozzarella, arrivata, appunto, direttamente su punizione: «Scozzarella dirà che ha tirato in porta, ed io gli credo». (*GDI*)
Il Modena
TornaNovellino? Melottisidifende: «Siamostati solosfortunati»
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trapani
Serse Cosmi abbracciato da un tifoso dopo avere buttato la giacca in curva
(*FOTO SAVALLI*)
I granata. Il centrocampista non vuole fermarsi: «Adesso ad Avellino per vincere»
Scozzarella: «La punizione? C’è stato un pizzico di fortuna»
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Che Serse Cosmi avrebbe preso per buona la dichiarazione di Matteo Scozzarella che, in effetti, avrebbe voluto mandare i n porta il pallone calciato su punizione, viene riferita al diretto interessato. Senza scomporsi, il metronomo del centrocampo granata ribadisce: «Ho tirato in porta. Beh, un pizzico di fortuna mi ha aiutato». E’ stata la rete dell’apoteosi dopo una partita se non perfetta, dominata per la gran parte dalla squadra granata. «Abbiamo sofferto
un pò solo nel primo quarto d’ora della ripresa - ammette Scozzarella - ma ne siamo venuti fuori alla grande. Non si dimentichi che di fronte avevamo attaccanti di livello. Però siamo una squadra che anche in tante altre occasioni ha dimostrato di avere gli attributi. ED comunque - in questo conviene in pieno con l’allenatore - abbiamo messo in campo quel qualcosa in più che, tecnicamente non si può definire nè spiegare ma che è stato fondamentale». Il regista
non è appagato dal risultato né dalla sua prestazione: «L’aritmetica ci dice che ancora non è fatta e, quindi, abbiamo ancora bisogno di qualche punto. Così andiamo ad Avellino per vincere. Abbiamo sempre giocato per la vittoria anche in trasferta. Per le nostre caratteristiche lo abbiamo fatto sempre, al Provinciale come fuori casa. Probabilmente per il nostro tipo di gioco lasciamo qualcosa agli avversari e, fuori casa, è più facile che ti puniscano». (*GDI*)
Ammesso che gli siano già arrivate le voci di un esonero che coinvolgerebbe Simone Pavan, con cui condivide la gestione tecnica del Modena (cominciavano già a rimbalzare le indiscrezioni di un clamoroso ritorno di Walter Novellino, sotto contratto fino al 2017 con la società canarina e dell'ingaggio di Bortolo Mutti) l’allenatore Mauro Melotti non sembra prenderle in considerazione. «Se sabato vinciamo - afferma - siamo matematicamente salvi». Dopo il tracollo di Trapani, il Modena affronterà, in casa, la Ternana in un vero e proprio spareggio-salvezza. Essenziali le dichirazioni dell’allenatore canarino sulla partita del Provinciale che, comunque, è «costretto» a fare: «Siamo stati anche sfortunati e non è la prima volta che gli episodi non ci dicono bene. Ma ci assumiamo le nostre responsabilità». D’altro canto un’analisi tecnica della partita della sua squadra è difficile. C’è poco da salvare, infatti, oltre a dominio territoriale del primo quarto d’ora della ripresa e alla determinazione dell’ex granata Luca Nizzetto, schierato peraltro in un ruolo, centrale di centrocampo, non consono alle sue qualità di esterno. «La partita ormai è andata - insiste Melotti -. E sabato c’è da recuperare quello che oggi si è perso». (*GDI*)
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