del
22/02/2018
del
22/02/2018
del
22/02/2018
del
22/02/2018
del
22/02/2018
del
22/02/2018
del
22/02/2018
del
22/02/2018
del
22/02/2018
del
22/02/2018
del
22/02/2018
del
22/02/2018
del
22/02/2018
del
22/02/2018
del
22/02/2018
del
23/02/2018
© LA RIPRODUZIONE E LA UTILIZZAZIONE DEGLI ARTICOLI E DEGLI ALTRI MATERIALI PUBBLICATI NEL PRESENTE GIORNALE SONO ESPRESSAMENTE RISERVATE
38 Cultura & Spettacoli
GIORNALE DI SICILIA
Venerdì 23 febbraio 2018
Palermo Capitale della Cultura. Fissato già il primo appuntamento: il 28 luglio arriva l’artista rivelazione che ha trovato il mix ideale tra rap e canzone impegnata
Il Velodromo riapre ai grandi eventi live E per il battesimo c’è il fenomeno Coez 0 Ad annunciare la data sui social lo stesso cantautore L’ultimo grande evento che l’impianto fu in grado di accogliere radunò più di ventimila persone e risale all’estate del 2013, quando Jovanotti arrivò con il suo acclamato tour Tancredi Bua palermo
OOO Il velodromo Paolo Borsellino di Palermo è pronto alla sua riapertura, prevista per quest’estate e già assicurata prima del 28 luglio, la data scelta dagli organizzatori di Show Biz e Unlocked per ospitare il concerto di Coez, che fa tappa nel capoluogo siciliano dopo l’enorme successo riscosso in tutto il resto d’Italia. L’ultimo grande evento che l’impianto fu in grado di accogliere radunò più di ventimila persone e risale all’estate del 2013, quando Jovanotti, il 6 luglio di quell’anno, portò a Palermo il suo
Backup Tour. Poi, l’abbandono della struttura e la conseguente chiusura, che ha allontanato dalla città gli itinerari dei grandi eventi e della musica dal vivo. Dopo cinque anni, il velodromo era stato ridotto allo scheletro di un impianto sportivo, ma gli interventi di ripristino – avviati già a marzo dello scorso anno – termineranno entro l’inizio di questa estate, proprio quando il tour di Coez, 20ESTATE18, starà per raggiungere la sua chiusura. L’annuncio della data palermitana al Velodromo è stato dato direttamente dal cantautore nocerino tramite i suoi profili social: «Dodici concerti – ha scritto mercoledì sera – per fare un bel casino, per l’ultima volta, tutti insieme (prima del disco nuovo)». Il 2017 è stato proprio il suo anno: Faccio un casino – il quarto lavoro in studio, etichetta Undamento – è diventato
doppio platino, La musica non c’è – l’ultimo singolo estratto – ha raggiunto 30 milioni di ascolti su Spotify e il video della canzone di visualizzazioni su YouTube ne ha fatte 50 milioni. Il tour invernale collegato all’album ha contato ventotto date – andate in tutto esaurito nel giro di qualche settimana – e due di queste hanno riempito completamente il PalaLottomatica di Roma. La sua grande fortuna Coez l’ha trovata grazie a un sound che mette d’accordo i fondamentalisti della scena indipendente e i tradizionalisti del pop: sino a marzo dello scorso anno, il mese in cui venne pubblicato il primo singolo Faccio un casino, quel pesato mix tra rap e canzone d’autore italiana con cui l’artista è diventato un fenomeno era patrimonio di un pubblico ristretto. Quelli che lo conoscevano dai tempi del collettivo hip-hop Brokenspeakers,
Coez, fenomeno musicale del 2017 con il suo album «Faccio un casino»
4 L’amministrazione
assicura: collaudo già nel mese di giugno
chi aveva imparato a memoria il ritornello di Jet o aveva scoperto Niente che non va su iTunes: di certo non la platea che serve a riempire per due volte il PalaLottomati-
ca. «La mancanza di strutture idonee a ospitare concerti che possano prevedere la presenza di migliaia di persone – commentano gli organizzatori dell’evento – rischiava di far perdere l’occasione di avere a Palermo un artista straordinario. L’amministrazione comunale, con in testa il sindaco Leoluca Orlando, ha permesso ai tanti fan di Coez, che da tempo chiedevano l’organizzazione i un concerto in Sicilia, di poter predisporre la data al Velodromo e ha assicurato la di-
sponibilità della struttura. Il tutto, tra l’altro, è stato inserito nel cartellone di Palermo Capitale della Cultura, e con il velodromo nuovamente a disposizione possono ripartire le progettualità turistiche legate ai grandi eventi». Il vicesindaco e assessore alle Infrastrutture Emilio Arcuri assicura che «il collaudo avverrà già i primi di giugno». Per acquistare i biglietti, al momento non disponibili, «bisognerà attendere ancora qualche giorno, ma si tratta soltanto di tempi tecnici». (*TABUA*)
musica. Doppia tappa per il cantautore e la sua band: oggi al Garibaldi di Enna e domenica all’Impero di Marsala: «Tra i miei desideri c’è un concerto al teatro di Taormina»
Cammariere: «Amo la Sicilia, le mie radici affondano qui» Palermo
OOO Sergio Cammariere arriva in Sicilia con due tappe del suo Io Tour, portando sui palchi di Enna (Teatro Garibaldi, stasera alle 20.30, tutto esaurito da mercoledì) e Marsala (Teatro Impero, ore 18 di domenica, i biglietti sono ancora disponibili sia online sia nei punti vendita autorizzati) oltre venticinque anni di musica insieme alla sua storica band, che si completa con Daniele Tittarelli al sax, Luca Bulgarelli al contrabbasso, Bruno Marcozzi alle percussioni e Amedeo Ariano alla batteria. Io, uscito a fine 2016, è costruito per metà con i successi più noti dell’artista calabrese (reinterpretati dal vivo) e per metà da nuove composizioni che sono sbocciate anche in tempi più recenti con Piano, il suo ultimo
lavoro per solo pianoforte, uscito lo scorso ottobre. «Con la mia band suoniamo da oltre vent’anni insieme – racconta Cammariere – . In tutto questo tempo passato fianco a fianco, gli arrangiamenti delle mie canzoni sono cresciuti con noi, e ogni volta che saliamo su un palco le eseguiamo in modo leggermente diverso. Dipende tutto dalla conoscenza che c’è tra noi, dall’interplay che si crea tra i musicisti, essendo la musica la prima cosa che condividiamo e avendo nelle nostre vene improvvisazione e jazz. Io è il risultato di tutto questo, e questo tour ne è naturalmente un riflesso». Da Piano, il suo ottavo lavoro in studio, Cammariere trae invece ispirazione per introdurre, a questo giro, i suoi concerti. La strada che lo
Due concerti in Sicilia per Sergio Cammariere
ha portato alla pubblicazione del disco parte probabilmente nell’album precedente, Io per l’appunto e la sua penultima traccia, lo strumentale Sila: «Piano è un momento che ho fortemente voluto – continua il cantautore – . Ho pensato per tanto tempo prima di pubblicarlo. Cinque o sei anni in cui sono stato molto indeciso sul disco. Sono tutti brani che mi vedono da solo, nudo con il mio pianoforte. Lo strumentale con cui apro il concerto (non soltanto per le tappe in Sicilia, ndr) è proprio un pezzo legato alla Sicilia. S’intitola Tema di Malerba (è la traccia che apre Piano, ndr) ed è stato ispirato da una storia a cui ha lavorato Carmelo Sardo, un caro amico giornalista (vice caporedattore cronache del TG5, ndr). È come se fosse la colonna sonora per
un film che non è ancora uscito». Ma alla Sicilia Cammariere non è legato solamente dalla musica. Le radici della sua stessa famiglia affondano nella terra dei boschi dei Nebrodi: «I miei avi sono proprio di Enna – rivela – . La mia discendenza parte da lì, poi la famiglia si spostò a Messina, da lì a Reggio Calabria e infine a Crotone, che è dove io sono nato. Il legame con l’Isola parte intanto dal sangue, che continua a chiamare… non a caso la mia fidanzata è di Agrigento (ride, ndr). È una parte d’Italia che conosco bene, in cui ho spesso portato la mia musica. L’unico posto in cui non ho ancora avuto la fortuna di farlo è stato il Teatro Antico di Taormina, e devo dire che mi piacerebbe moltissimo salire su un palco come quello». (*TABUA*)
televisione. Lunedì su Raiuno «La mossa del cavallo», dal romanzo di Camilleri. Tra i protagonisti la giovane attrice catanese: «Un sogno lavorare con Tavarelli»
Ester Pantano: io, vedova allegra in una Vigata di fine 800 Antonella Filippi Palermo
OOO Come se pigiassimo un tasto del rewind, lunedì prossimo (prima serata su RaiUno), ci ritroveremo a Vigata e Montelusa: nel 1877. È questo infatti l’anno in cui è ambientato il film «La mossa del cavallo», tratto da un romanzo di Andrea Camilleri - tra poliziesco e memoria storica - senza Salvo Montalbano/Luca Zingaretti ma con Giovanni Bovara/Michele Riondino, il nuovo ispettore ai mulini arrivato a Montelusa, nato a Vigata ma cresciuto a Genova, che finirà vittima delle trame del boss don Cocò Afflitto, e solo attraverso un personale ritorno alle origini riuscirà a salvarsi e a vincere la sua partita, in quel mondo costellato di follia che lo ha accolto. «È un film – spiega il regista Gianluca Tavarelli - sulla connivenza
che legava i governanti e i gendarmi dell’epoca ai potenti di allora, racconta di un’Italia divisa in due, sia politicamente che linguisticamente». È il recupero del dialetto siciliano. «Mi sono divertito a mischiare i generi, perché il romanzo di Camilleri è scoppiettante di battute, grottesco, assurdo, strampalato e allo stesso tempo reale e attuale. Per questo ho pensato di girarlo in modo moderno, con soluzioni capaci di avvicinare il protagonista allo spettatore». Dopo due lunedì dagli ascolti stellari montalbaneschi, riuscirà un’altra produzione Palomar a dare scacco matto al re? «Non ho paura, per me è adrenalina pura, voglia di scoprire come andrà a finire», dice Ester Pantano, protagonista femminile, bellezza catanese di 27 anni al primo vero impegno. «E’ un sogno per me lavorare con Tavarelli e con colleghi incredibili, molti
L’attrice catanese Ester Pantano
dei quali siciliani - confida l’attrice - , ricchi di tutto ciò che essere siciliani vuol dire in termini positivi». Eccola la squadra sicula: Antonio Pandolfo, Maurizio Bologna, Filippo Luna, Maurizio Puglisi, Cocò Gullotta e Roberto Salemi. Continua Ester: «Un film in costume, con abiti ideati proprio su di me, è quanto di meglio avrei potuto augurarmi». Trisina Cicero, il suo personaggio è una bellissima giovane vedova che tradiva con disinvoltura il marito già da vivo e, da morto, lo onora con la stessa gaudente moneta. E perfino don Carnazza «non disprezza, fra un miserere e un’estrema unzione, il bene effimero della bellezza»: «L’hanno definita «gazza ladra» o «vedova allegra», eppure Trisina è provvista di grande umanità, a volte di malinconia e rassegnazione rispetto all’appartenenza a un luogo che non le dà la possibilità di reinven-
tarsi, finché l’ispettore venuto dal nord non la guarderà con occhi nuovi. Nel suo concedersi ai potenti fa un uso cosciente del suo corpo, stabilisce le regole». Ester, è cresciuta al cinema: la mamma gestisce infatti l’ultimo cinema d’essai, il King, e l’Arena Argentina a Catania: «Qui ho potuto vedere, e rivedere anche tre volte di fila, i miei film preferiti. Amo il cinema francese, non ho modelli, di un attore mi piacciono le interpretazioni. Comunque Ryan Goslin è uno capace di far tutto». Sportiva, ha praticato ginnastica artistica e atletica a livello agonistico: «Durante i primi provini non sentivo la competizione perché non c’era il rapporto diretto con le avversarie come mi capitava in pista». Ha lasciato la Sicilia a 22 anni per frequentare la Scuola nazionale di Cinema a Roma: bisogna proprio andar via per fare cinema? «No, ma è necessario creare qui, attraverso le film commission, un punto produttivo di grande qualità». (*anfi*)
del
23/02/2018
del
23/02/2018
del
16/04/2018