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38 Cultura & Spettacoli
GIORNALE DI SICILIA
Venerdì 23 febbraio 2018
Palermo Capitale della Cultura. Fissato già il primo appuntamento: il 28 luglio arriva l’artista rivelazione che ha trovato il mix ideale tra rap e canzone impegnata
Il Velodromo riapre ai grandi eventi live E per il battesimo c’è il fenomeno Coez 0 Ad annunciare la data sui social lo stesso cantautore L’ultimo grande evento che l’impianto fu in grado di accogliere radunò più di ventimila persone e risale all’estate del 2013, quando Jovanotti arrivò con il suo acclamato tour Tancredi Bua palermo
OOO Il velodromo Paolo Borsellino di Palermo è pronto alla sua riapertura, prevista per quest’estate e già assicurata prima del 28 luglio, la data scelta dagli organizzatori di Show Biz e Unlocked per ospitare il concerto di Coez, che fa tappa nel capoluogo siciliano dopo l’enorme successo riscosso in tutto il resto d’Italia. L’ultimo grande evento che l’impianto fu in grado di accogliere radunò più di ventimila persone e risale all’estate del 2013, quando Jovanotti, il 6 luglio di quell’anno, portò a Palermo il suo
Backup Tour. Poi, l’abbandono della struttura e la conseguente chiusura, che ha allontanato dalla città gli itinerari dei grandi eventi e della musica dal vivo. Dopo cinque anni, il velodromo era stato ridotto allo scheletro di un impianto sportivo, ma gli interventi di ripristino – avviati già a marzo dello scorso anno – termineranno entro l’inizio di questa estate, proprio quando il tour di Coez, 20ESTATE18, starà per raggiungere la sua chiusura. L’annuncio della data palermitana al Velodromo è stato dato direttamente dal cantautore nocerino tramite i suoi profili social: «Dodici concerti – ha scritto mercoledì sera – per fare un bel casino, per l’ultima volta, tutti insieme (prima del disco nuovo)». Il 2017 è stato proprio il suo anno: Faccio un casino – il quarto lavoro in studio, etichetta Undamento – è diventato
doppio platino, La musica non c’è – l’ultimo singolo estratto – ha raggiunto 30 milioni di ascolti su Spotify e il video della canzone di visualizzazioni su YouTube ne ha fatte 50 milioni. Il tour invernale collegato all’album ha contato ventotto date – andate in tutto esaurito nel giro di qualche settimana – e due di queste hanno riempito completamente il PalaLottomatica di Roma. La sua grande fortuna Coez l’ha trovata grazie a un sound che mette d’accordo i fondamentalisti della scena indipendente e i tradizionalisti del pop: sino a marzo dello scorso anno, il mese in cui venne pubblicato il primo singolo Faccio un casino, quel pesato mix tra rap e canzone d’autore italiana con cui l’artista è diventato un fenomeno era patrimonio di un pubblico ristretto. Quelli che lo conoscevano dai tempi del collettivo hip-hop Brokenspeakers,
Coez, fenomeno musicale del 2017 con il suo album «Faccio un casino»
4 L’amministrazione
assicura: collaudo già nel mese di giugno
chi aveva imparato a memoria il ritornello di Jet o aveva scoperto Niente che non va su iTunes: di certo non la platea che serve a riempire per due volte il PalaLottomati-
ca. «La mancanza di strutture idonee a ospitare concerti che possano prevedere la presenza di migliaia di persone – commentano gli organizzatori dell’evento – rischiava di far perdere l’occasione di avere a Palermo un artista straordinario. L’amministrazione comunale, con in testa il sindaco Leoluca Orlando, ha permesso ai tanti fan di Coez, che da tempo chiedevano l’organizzazione i un concerto in Sicilia, di poter predisporre la data al Velodromo e ha assicurato la di-
sponibilità della struttura. Il tutto, tra l’altro, è stato inserito nel cartellone di Palermo Capitale della Cultura, e con il velodromo nuovamente a disposizione possono ripartire le progettualità turistiche legate ai grandi eventi». Il vicesindaco e assessore alle Infrastrutture Emilio Arcuri assicura che «il collaudo avverrà già i primi di giugno». Per acquistare i biglietti, al momento non disponibili, «bisognerà attendere ancora qualche giorno, ma si tratta soltanto di tempi tecnici». (*TABUA*)
musica. Doppia tappa per il cantautore e la sua band: oggi al Garibaldi di Enna e domenica all’Impero di Marsala: «Tra i miei desideri c’è un concerto al teatro di Taormina»
Cammariere: «Amo la Sicilia, le mie radici affondano qui» Palermo
OOO Sergio Cammariere arriva in Sicilia con due tappe del suo Io Tour, portando sui palchi di Enna (Teatro Garibaldi, stasera alle 20.30, tutto esaurito da mercoledì) e Marsala (Teatro Impero, ore 18 di domenica, i biglietti sono ancora disponibili sia online sia nei punti vendita autorizzati) oltre venticinque anni di musica insieme alla sua storica band, che si completa con Daniele Tittarelli al sax, Luca Bulgarelli al contrabbasso, Bruno Marcozzi alle percussioni e Amedeo Ariano alla batteria. Io, uscito a fine 2016, è costruito per metà con i successi più noti dell’artista calabrese (reinterpretati dal vivo) e per metà da nuove composizioni che sono sbocciate anche in tempi più recenti con Piano, il suo ultimo
lavoro per solo pianoforte, uscito lo scorso ottobre. «Con la mia band suoniamo da oltre vent’anni insieme – racconta Cammariere – . In tutto questo tempo passato fianco a fianco, gli arrangiamenti delle mie canzoni sono cresciuti con noi, e ogni volta che saliamo su un palco le eseguiamo in modo leggermente diverso. Dipende tutto dalla conoscenza che c’è tra noi, dall’interplay che si crea tra i musicisti, essendo la musica la prima cosa che condividiamo e avendo nelle nostre vene improvvisazione e jazz. Io è il risultato di tutto questo, e questo tour ne è naturalmente un riflesso». Da Piano, il suo ottavo lavoro in studio, Cammariere trae invece ispirazione per introdurre, a questo giro, i suoi concerti. La strada che lo
Due concerti in Sicilia per Sergio Cammariere
ha portato alla pubblicazione del disco parte probabilmente nell’album precedente, Io per l’appunto e la sua penultima traccia, lo strumentale Sila: «Piano è un momento che ho fortemente voluto – continua il cantautore – . Ho pensato per tanto tempo prima di pubblicarlo. Cinque o sei anni in cui sono stato molto indeciso sul disco. Sono tutti brani che mi vedono da solo, nudo con il mio pianoforte. Lo strumentale con cui apro il concerto (non soltanto per le tappe in Sicilia, ndr) è proprio un pezzo legato alla Sicilia. S’intitola Tema di Malerba (è la traccia che apre Piano, ndr) ed è stato ispirato da una storia a cui ha lavorato Carmelo Sardo, un caro amico giornalista (vice caporedattore cronache del TG5, ndr). È come se fosse la colonna sonora per
un film che non è ancora uscito». Ma alla Sicilia Cammariere non è legato solamente dalla musica. Le radici della sua stessa famiglia affondano nella terra dei boschi dei Nebrodi: «I miei avi sono proprio di Enna – rivela – . La mia discendenza parte da lì, poi la famiglia si spostò a Messina, da lì a Reggio Calabria e infine a Crotone, che è dove io sono nato. Il legame con l’Isola parte intanto dal sangue, che continua a chiamare… non a caso la mia fidanzata è di Agrigento (ride, ndr). È una parte d’Italia che conosco bene, in cui ho spesso portato la mia musica. L’unico posto in cui non ho ancora avuto la fortuna di farlo è stato il Teatro Antico di Taormina, e devo dire che mi piacerebbe moltissimo salire su un palco come quello». (*TABUA*)
televisione. Lunedì su Raiuno «La mossa del cavallo», dal romanzo di Camilleri. Tra i protagonisti la giovane attrice catanese: «Un sogno lavorare con Tavarelli»
Ester Pantano: io, vedova allegra in una Vigata di fine 800 Antonella Filippi Palermo
OOO Come se pigiassimo un tasto del rewind, lunedì prossimo (prima serata su RaiUno), ci ritroveremo a Vigata e Montelusa: nel 1877. È questo infatti l’anno in cui è ambientato il film «La mossa del cavallo», tratto da un romanzo di Andrea Camilleri - tra poliziesco e memoria storica - senza Salvo Montalbano/Luca Zingaretti ma con Giovanni Bovara/Michele Riondino, il nuovo ispettore ai mulini arrivato a Montelusa, nato a Vigata ma cresciuto a Genova, che finirà vittima delle trame del boss don Cocò Afflitto, e solo attraverso un personale ritorno alle origini riuscirà a salvarsi e a vincere la sua partita, in quel mondo costellato di follia che lo ha accolto. «È un film – spiega il regista Gianluca Tavarelli - sulla connivenza
che legava i governanti e i gendarmi dell’epoca ai potenti di allora, racconta di un’Italia divisa in due, sia politicamente che linguisticamente». È il recupero del dialetto siciliano. «Mi sono divertito a mischiare i generi, perché il romanzo di Camilleri è scoppiettante di battute, grottesco, assurdo, strampalato e allo stesso tempo reale e attuale. Per questo ho pensato di girarlo in modo moderno, con soluzioni capaci di avvicinare il protagonista allo spettatore». Dopo due lunedì dagli ascolti stellari montalbaneschi, riuscirà un’altra produzione Palomar a dare scacco matto al re? «Non ho paura, per me è adrenalina pura, voglia di scoprire come andrà a finire», dice Ester Pantano, protagonista femminile, bellezza catanese di 27 anni al primo vero impegno. «E’ un sogno per me lavorare con Tavarelli e con colleghi incredibili, molti
L’attrice catanese Ester Pantano
dei quali siciliani - confida l’attrice - , ricchi di tutto ciò che essere siciliani vuol dire in termini positivi». Eccola la squadra sicula: Antonio Pandolfo, Maurizio Bologna, Filippo Luna, Maurizio Puglisi, Cocò Gullotta e Roberto Salemi. Continua Ester: «Un film in costume, con abiti ideati proprio su di me, è quanto di meglio avrei potuto augurarmi». Trisina Cicero, il suo personaggio è una bellissima giovane vedova che tradiva con disinvoltura il marito già da vivo e, da morto, lo onora con la stessa gaudente moneta. E perfino don Carnazza «non disprezza, fra un miserere e un’estrema unzione, il bene effimero della bellezza»: «L’hanno definita «gazza ladra» o «vedova allegra», eppure Trisina è provvista di grande umanità, a volte di malinconia e rassegnazione rispetto all’appartenenza a un luogo che non le dà la possibilità di reinven-
tarsi, finché l’ispettore venuto dal nord non la guarderà con occhi nuovi. Nel suo concedersi ai potenti fa un uso cosciente del suo corpo, stabilisce le regole». Ester, è cresciuta al cinema: la mamma gestisce infatti l’ultimo cinema d’essai, il King, e l’Arena Argentina a Catania: «Qui ho potuto vedere, e rivedere anche tre volte di fila, i miei film preferiti. Amo il cinema francese, non ho modelli, di un attore mi piacciono le interpretazioni. Comunque Ryan Goslin è uno capace di far tutto». Sportiva, ha praticato ginnastica artistica e atletica a livello agonistico: «Durante i primi provini non sentivo la competizione perché non c’era il rapporto diretto con le avversarie come mi capitava in pista». Ha lasciato la Sicilia a 22 anni per frequentare la Scuola nazionale di Cinema a Roma: bisogna proprio andar via per fare cinema? «No, ma è necessario creare qui, attraverso le film commission, un punto produttivo di grande qualità». (*anfi*)
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Domani con la consegna del Premio Carla Fendi, quest’anno alla sua settima edizione, si concludono gli eventi della Fondazione, main partner del Festival dei Due Mondi. Antonella Filippi
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palermo
OOO Esistono due mondi, avverte un suggestivo trailer, quello in cui abbiamo imparato a vivere, e un altro in cui possiamo essere tutto ciò che vogliamo. Il primo lo chiamiamo realtà, il secondo sogno. E i due mondi s’incontrano da 61 anni a Spoleto, al Festival dei 2 Mondi, la cui edizione 2018 si concluderà domani. L’ultimo atto andrà in scena al Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi, restaurato negli anni da Carla, dove Maria Teresa Venturini Fendi, presidente della Fondazione Fendi, consegnerà un premio, consistente in un contributo economico di 90.000 euro complessivi da devolvere a scopi didattici, a tre grandi nomi del mondo scientifico: Peter Higgs, François Englert, premi Nobel per la Fisica 2013 per la teorizzazione del bosone di Higgs, e Fabiola Gianotti, attuale direttrice del Cern, il Centro Centro europeo di ricerca nucleare di Ginevra. La Fondazione Carla Fendi, istituita per dare sostegno alla
Fabiola Gianotti, attuale direttrice del Cern, e Maria Teresa Venturini Fendi cultura oggi, sotto la guida della nipote, ha intrapreso un nuovo percorso incentrato sulla scienza e sulla filantropia: «Nella società attuale – spiega la Venturini Fendi - con una forza centrifuga che riduce in pochi istanti ogni stabilità, l’obiettivo è quello di lavorare sul lungo periodo, sostenendo progetti e collaborazioni internazionali che verranno selezionati
con l’avallo di esperti dei due campi. Per me la tecnologia è una forma d’arte contemporanea, ho una formazione umanistica, ma negli anni mi sono lasciata conquistare dalla scienza e dai suoi linguaggi». E domani con il Premio Carla Fendi, quest’anno alla sua settima edizione, si concludono gli eventi della Fondazione, main
partner del Festival dei 2 Mondi. Nella motivazione del premio viene sottolineato il grande contributo dato da Higgs e Englert «per la scoperta di un meccanismo che genera massa per le particelle elementari» e, per la direttrice del Cern, il suo importante ruolo e il «suo contributo alla fisica sperimentale delle particelle».
Ancora fino a domani si potrà visitare gratuitamente la mostra «Il mistero dell’origine. Miti trasfigurazioni e scienza»: due installazioni – in due sedi: l’Armeria Lucrezia Borgia e la Chiesa della Manna d’oro - che esplorano l’anelito dell’uomo tra razionalità e spiritualità. Al Festival, anche un pizzico di Sicilia che viene da lontano. Il manifesto di «Spoleto61», infatti, mostra il volto marmoreo di Giulio Cesare, immortalato a filo d’acqua dal fotografo Fabrizio Ferri, in una sorta di affioramento dell’identità, come dal liquido amniotico da cui proveniamo: un modo per dire che tutti gli spettacoli della rassegna hanno una motivazione culturale che li apparenta. La testa fa parte della triade delle teste di Pantelleria, due maschili e una femminile, che appartengono a Giulio Cesare, a Tito e (probabilmente) e ad Antonia minore, madre dell’imperatore Claudio. I tre ritratti, perfettamente conservati, sono stati ritrovati nel 2003 nel sito ellenistico-romano dell’antica Cossyra, a Pantelleria, durante gli scavi archeologici guidati dall’attuale assessore regionale ai Beni culturali, Sebastiano Tusa, assieme a Thomas Schaefer dell’Università di Tubingen e Massimo Osanna che oggi è il direttore del Parco archeologico di Pompei. (*ANFI*)
palermo. Rinviata la riapertura dell’impianto di via Lanza di Scalea. Cambio di location per il concerto del 28 luglio, 4.000 biglietti venduti
Il Velodromo non è pronto, Coez vola alla Cala palermo
OOO Il concerto di Coez a Palermo cambia location. Ormai era nell’aria, il Velodromo non può riaprire, si va al Castello a Mare, alla Cala. Dopo Fabri Fibra lo scorso 2 giugno, spostato in extremis dal Castello a Mare al prato del Foro Italico di Palermo, adesso tocca a Coez. Il 28 luglio avrebbe dovuto portare, oltre al concerto, un cambiamento nel capoluogo siciliano e ridare alla città un luogo per i grandi eventi. Ma non si è fat-
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to in tempo. Il Velodromo Borsellino, chiuso ai concerti già da qualche anno, non aprirà i battenti neanche questa volta, costringendo gli organizzatori a spostare tutto, questa volta prima di montare gli allestimenti. La nuova location del Castello a Mare, proposta dagli organizzatori per venire incontro alle esigenze dei fan, è stata immediatamente concessa dall’Autorità portuale di Palermo, dalla Soprintendenza ai beni culturali e ambientali e dai re-
sponsabili della rassegna Porto d’Arte. L’artista campano è reduce da un 2017 da ricordare, visto che ha sbaragliato la concorrenza con il suo album «Faccio un casino». L’evento ha già raggiunto i 4.000 biglietti venduti e gli addetti ai lavori assicurano, a chi ha già comprato, che il ticket sarà comunque valido nella nuova location. Il rap e Palermo sembrano ormai andare a nozze. Dopo il «Fenomeno»
Fabri Fibra il 2 giugno scorso, martedì prossimo andrà in scena Sfera Ebbasta, sempre al Castello a Mare, con il suo «Rockstar Summer tour 2018», prima di spostasi il giorno dopo all’Afrobar di Catania. Il pomeriggio, sempre martedè, sarà il turno invece del bolognese Drefgold, nome d’arte di Elia Specolizzi, che presenta il suo album, «Kanaglia», alla Mondadori, dopo essere stato, il giorno prima, alla Feltrinelli di Catania (alle 15) e Messina (alle 18). (*VIBU*)
Silvano Albanese, in arte Coez
agrigent
Templ e dom Lo Mo all’alba
OOO Ad Agrige dei Templi, og iniziativa di stata organizz stazione intito del sole e l’ec Valle dei Temp Valle dei Tem mattino, al tem cordia, sarà r spettacolo d «Iliade: da Om con Sebastian L’ingresso è da accesso della V 15 euro per gli per gli abbona i ragazzi fino a
siracusa
Ortigia La Bob chiude il festiv
OOO Oggi, alle clusiva dell'Or val, a Siracusa garin. Attesi, i va, anche l'att bulova e il Spada. La d della rassegna la proiezione geri, un film su gue e sul fo islamico, oma te della giuria Rachid Benha «Cinema e Mu sta Peppe Cub al pubblico in cui parlerà del sta nel film Ci
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GIORNALE DI SICILIA
GIORNALE DI SICILIA
Lunedì 23 luglio 2018
Lunedì 23 luglio 2018
Palermo PalermoCapitale Capitale
della dellaCultura Cultura
rirà ufficialmente la stagione estiva di «Palermo Classica» alla GAM con la grande violinista Viktoria Mullova
coez si esibirà al Castello a Mare. domenica allo Steri si apre la sezione da camera di Palermo Classica ed e
Arriva la grande musica Mercoledì al Verdura Teresa Mannino coniuga lirica ed intrattenimento Venerdì Danilo Rea a Palazzo Riso
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na settimana di grandissimi concerti e spettacoli, un vero e proprio cartellone che occuperà luoghi diversi di Palermo, capitale Italiana della Cultura. Con un occhio di riguardo al palcoscenico «elegante» della città, che Teatro di Verdura che ogni anno, puntuale, occupa la stagione estiva. Estate al Verdura Proprio stasera, alle 21 con Puntoeacapo e nell’ambito della rassegna Estate al Verdura, Fiorella proporrà tutti i suoi grandi successi, i brani dell’ultimo album «Combattente» e le canzoni che hanno costellato il suo repertorio dal vivo, per una scaletta che sarà come sempre ricca di momenti intensi, di sorrisi e di emozioni. Fiorella sarà accompagnata dalla sua band: Davide Aru alla chitarra, Diego Corradin alla batteria, Claudio Storniolo al pianoforte e alle tastiere, Luca Visigalli al basso e Carlo Di Francesco, alle percussioni e alla direzione musicale. Per Fiorella si è conclusa una stagione straordinaria lunga, con il successo dell’album «Combattente», il secondo posto al Festival di Sanremo e il lunghissimo tour che ha raggiunto quota 100 date. Mercoledì un altro appuntamento, che coniuga musica lirica ed intrattenimento: seguendo le tracce di Violetta e del suo straordinario, dolorosissimo amore per Alfredo, un’interprete alquanto fuori dall’abituale (per il genere) come Teresa Mannino, indagherà il mondo della lirica, facendolo suo. «Teresa Valery» è uno spettacolo del Teatro Massimo e dopo Palermo verrà proposto a Taormi-
na: al fianco della Mannino, una serie di interpreti del belcanto, pronti al «supporto» canoro: in scena il tenore Luca Canonici, il soprano Maria Francesca Mazzara e il baritono Francesco Vultaggio. Teresa Mannino dialogherà con i personaggi dell'opera, scherzando attraverso un gioco ironico e sottile attraverso le trame del capolavoro immortale. Alberto Maniaci dirige l’Orchestra del Teatro Massimo, la regia è curata da Alberto Cavallotti. Palazzo Riso Venerdì ci si sposta a Palazzo Riso con la Sinfonica Siciliana: alle 21 appuntamento importante con Danilo Rea, uno dei nostri signori del jazz, collaboratore di nomi come Chet Baker, Lee Konitz, John Scofield, Joe Lovano, Art Farmer, e, in Italia, di Mina, Claudio Baglioni, Pino Daniele, Domenico Modugno, Fiorella Mannoia, Riccardo Cocciante, Renato Zero, Gianni Morandi e Adriano Celentano. Sabato si aprirà ufficialmente la stagione estiva di Palermo Classica alla GAM: la grande violinista Viktoria Mullova salirà sul palco per affiancare la Palermo Classica Symphony Orchestra diretta da Arman Tigranyan: insieme affronteranno il «Concerto per violino e orchestra» di Beethoven, e le «Mille e una notte» di RimskyKorsakov. Castello a mare Lasciamo per un attimo Teatro di Verdura e Gam e il pubblico più istituzionale, per correre in discoteca: qui il vero re incontrastato sarà Coez (nella foto), la sua giornata è sabato (anch’essa) e il luogo sarà il Castello a Mare: è stato
spostato in corsa perché non è più disponibile il Velodromo. Il suo ultimo «Faccio un casino» ha infatti sbaragliato la concorrenza e in poche ore sono andati a ruba i biglietti, non appena l’artista ha annunciato la data con un post sul suo sito ufficiale. Con il suo sound che viaggia tranquillo tra rap e canzone d’autore, Coez ha saputo perfettamente interpretare il linguaggio della sua generazione. Domenica invece, si ritorna al Teatro di Verdura, per trovare Ezio Bosso alla guida della Stradivari Festival Chamber Orchestra, l’orchestra d’archi composta da cameristi dei migliori ensemble italiani ed europei, nata a Cremona lo scorso autunno per iniziativa dello stesso direttore d’orchestra. Ezio Bosso, a cui va il merito
della diffusione della musica sinfonica e cameristica ad un pubblico sempre più ampio, consapevole del contributo che la musica da alla società e all’individuo, ha scelto un repertorio che va da «Bach a Bosso». Allo Steri E sempre domenica, ma allo Steri, si apre anche la sezione da camera di Palermo Classica: con un gradito ritorno: quello dell’affascinante violinista moldava Rusanda Panfili che per l’occasione si unirà all’altrettanto fascinosa pianista polacca Julia Kociuban, particolarmente apprezzate nel cartellone invernale. Insieme proporranno un viaggio tra pezzi di Ravel, Franck e Bartòk. Il tutto in attesa del prossimo appuntamento, molto atteso, ovvero il galà lirico di Desirée Rancatore.
«Magione Arts District». il Musicista e compositore propone «Slave to the rhythm»
Da domani la personale di Massimiliano V. OOO C’è un nuovo spazio culturale polivalente a Palermo: che scorre pacifico al fianco della Biennale Manifesta, e nel cuore antico di Palermo Capitale Italiana della Cultura: è il «Magione Arts District», nello spazio in via Sant’Euno 1, ospita da domani la personale di Massimiliano V., «Slave to the rhythm». Musicista, compositore, produttore di colonne sonore e musica elettronica d’atmosfera, Massimiliano V. ha espanso la sua attività di ricerca verso la trasformazione del ritmo che avverte fluire in sé in elemento di costruzione di «video», studian-
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done le possibilità di mutazione dello spazio visivo, con un progredire volto alla ricerca estetica. L’influenza del rhythm & blues ha dato il via a elaborazioni personali che, modificando le coordinate dello spazio-tempo mentale e iconico, hanno a loro volta generato i quadri in mostra (Sella, 2017; T-spoon, 2017; UFO, 2017; Poligonali, 2017;O_day, 2017), in cui la musica sembra «fermarsi» in un attimo in divenire e cristallizzarsi in composizioni astratte, che danno segno di voler riprendere di nuovo, dopo un battito di ciglio dell’osservatore. Il
ritmo scorre e la ricerca di Massimiliano V. prosegue coerente, catturando l’attenzione con lo studio di consonanze cromatiche in scale armoniche o in serie logiche. (Marco Ticozzi) La musica originale di Massimiliano V., che integra pertanto il percorso espositivo della sua personale siciliana, accompagnerà anche la performance «Ordinarie ipocrisie» in programma nella serata di inaugurazione (domani alle 20) con la partecipazione di Claudia Di Gangi. La performance è incentrata su una riflessione, «spinosa» come il cactus di Mi-
randa Gibilisco su cui si svolge, rivolta ai temi del rispetto, dell’accettazione, e dell’integrazione delle alterità, del cosiddetto «diverso da noi», sia quest’ultimo l’immigrato, il disabile, il socialmente diverso, la donna, l’omosessuale o l’anziano, spesso oggetto di pregiudizi e distanza interpersonale. Negli altri spazi del «Magione Arts District», continuano con successo di pubblico anche le personali di Miranda Gibilisco («Plantitude»), di Luciano Ventrone («The gene garden») e di Marta Czok («Metropolis») che hanno aperto i battenti circa un mese fa.
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Cultura & Spettacoli 39
GIORNALE DI SICILIA
Venerdì 27 luglio 2018
i concerti dell’estate. Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble domani sera al Teatro Antico di Taormina per un grande show che sostiene anche l’Airc
Il Volo: noi, litigiosi ma uniti come tre fratelli 27/07/2018 del
0 Appena tornati dal Giappone: «Lì apprezzano la melodia italiana». E sullo spettacolo nell’isola: «Ci sarà qualche sorpresa» Il Volo porta sui palcoscenici di tutto il mondo uno spettacolo in cui le melodie di successo del repertorio napoletano, italiano e internazionale si alternano con le più celebri arie d’opera Alessandra Bonaccorsi Catania
OOO Quindici tappe negli Stati Uniti, ventinove date in Europa e poi ancora un passaggio in America Latina. Non ultimo il Giappone, vero e proprio debutto nel Paese del Sol Levante per Il Volo. In pillole le cifre che danno l’idea della portata del tour mondiale «Notte magica- Tributo ai Tre Tenori», iniziato il primo luglio del 2016 in Piazza Santa Croce a Firenze. I tre artisti tornano in Italia per una serie di concerti in location suggestive. In Sicilia si esibiranno al Teatro Antico di Taormina domani, dalle 21,30. Il concerto siciliano è stato legato ad una causa sociale e andrà a sostenere il Comitato Sicilia di Airc, Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, a sostegno di innovativi progetti di ricerca sui tumori pediatrici. Un’esperienza che i tre cantanti definiscono «importante e significativa» e nella quale credono molto.
Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble hanno portato sui palcoscenici di tutto il mondo uno spettacolo in cui le melodie di successo del repertorio napoletano, italiano e internazionale si sono alternate con brani tratti da grandi musical e con le più celebri arie d’opera. «Questo minitour comprende cinque date – raccontano in coro unanime Abbiamo iniziato con Marostica il 15 luglio e l’esperienza è stata molto positiva. Il calore del nostro pubblico ci mancava un po’, così come è stato emozionante ritornare in una piazza così bella e unica. E poi anche Asti e Udine, città che non avevamo mai avuto modo di visitare e conoscere. La tappa successiva è Cervia dove ci siamo esibiti ieri sera. Un luogo per noi significativo perché da diverso tempo un buon numero di fan ci chiedeva di raggiungerli in questa perla dell’Adriatico. Concluderemo domani il tour a Taormina, nella suggestiva scena del Teatro Greco». I tre anticipano giusto qualche informazione sulla scaletta del concerto siciliano. «Solitamente decidiamo di concerto in concerto, ma prevalentemente ripercorreremo il nostro repertorio più conosciuto, senza escludere qualche sorpresa o interpretazione particolare. All’interno
dello show non mancheranno alcuni brani di matrice pop. E poi siamo soliti anche improvvisare quindi ci saranno alcune sorprese». Si lasciano andare a qualche ricordo del tour che li ha visti debuttare in Giappone, al Bunkamura Orchard
Hall e a Kawasaki, nella prefettura di Kanagawa. Il Volo è stato ospite dell'Ambasciata d'Italia a Tokyo. «Da molto tempo desideravamo fare concerti in Giappone – raccontano - e contiamo di ampliare prossimamente le nostre esperienze nell’Est per
portare la melodia italiana e il nostro Paese ai giapponesi e in ogni parte del mondo. Il pubblico giapponese, come poi tutto il pubblico asiatico, è molto preparato e di grande rispetto. Sempre pronti a conoscere e apprezzare ogni esperienza musicale con
partecipazione e interesse. Vogliamo tornarci presto per incontrare il pubblico di altre città alla luce della bellissima accoglienza che abbiamo ricevuto». Vivono praticamente una vita in comune. Una convivenza a tutti gli effetti che descrivono così: «Possiamo dire che come in ogni convivenza professionale, che nel nostro caso copre gran parte anche la sfera personale e privata, ci sopportiamo abbastanza, come in una famiglia di tre fratelli maschi. Si discute, si scherza, si litiga, ma poi guai a chi ci tocca. Tutti uniti e tutti insieme come sulla scena dove sappiamo che uno può contare sull’altro e non si sente mai solo». Per il futuro hanno sogni semplici: «Scrivere belle canzoni, magari insieme, come fanno tanti storici gruppi. Quelle canzoni che restano per sempre». Il concerto di Taormina chiude questo tour estivo che li ha riportati in Italia, percorsa da nord a sud. Ma per i tre giovani artisti ci sarà il meritato riposo? Loro sorridono sornioni, poi rispondono: «Purtroppo e per fortuna non sarà così. Abbiamo da fare tante cose, tanti progetti che ci aspettano già. Ma non diremo più. Lo faremo alla prossima intervista». (*albo*)
rap. L’artista domani a Palermo al Castello a Mare
Coez, la sua musica c’è: che emozione la Sicilia... Vincenzo Burgio palermo
Il rap ancora una volta protagonista dell’isola. Coez si avvicina al suo primo concerto in Sicilia. Silvano Albanese, conosciuto da tutti con il suo pseudonimo, domani atterra al Castello a Mare per far cantare tutti i suoi fans con i suoi migliori successi. «Coez live» il nome del suo tour che sta portando in giro per l’Italia in 12 date estive ed il capoluogo siciliano si trova a metà percorso. Reduce da un 2017 molto impegnativo, il rapper, dopo aver fatto cantare tutta la penisola con la sua «La musica non c’è», ha deciso di allentare la presa e di fermarsi un attimo prima di continuare ad incidere. Anche se è al suo primo concerto il cantautore campano, conosce già molto bene Palermo e soprattutto «mi piace il cibo siciliano. Quando vengo a Palermo non c’è niente di meglio di un “pane ca meusa” o delle “stigghiola”. Conosco bene la Vucciria, ma sono sempre venuto in inverno ed in primavera, ora voglio godermi il mare». OOO È già stato in Sicilia, ci dice
ne ballabile. È un brano struggente, ritmico, veloce e allegro. Alla gente piace altro, e magari “La musica non c’è” era il brano giusto al momento giusto, ma della mia scrittura a me piace altro». OOO Scrive e canta, cosa è più importante? «Cantare è una conseguenza della prima. Nei concerti c’è sempre il ritorno di tutto quello che fai. Nella scrittura sei tu la parte che “semina” che prova a comunicare e dal vivo è tutto una prova per vedere se tutto questo è stato recepito».
qual è il suo rapporto con questa terra? «Mi piace molto la Sicilia, soprattutto Palermo. Sono sempre venuto per motivi personali, essere qui, in questa città, per lo più dove farò il mio primo concerto è molto bello. Non potevo chiedere di meglio. Con il mio vecchio gruppo ho suonato a Catania, ma questa è un altra storia». OOO La nostra terra, la conosce già. Ma cosa le piace? «Il cibo in primis. Vado matto per lo street food palermitano. Come luoghi, dico la Vucciria perché un posto in cui sono già stato e trovato benissimo. Il mare siciliano non ho ancora avuto modo di scoprirlo, ma lo farà dopo lo spettacolo. Gli organizzatori mi hanno detto che suoniamo vicino il mare e presumo sarà molto bello. Dopo il concerto, resterò qualche giorno in più visto che ho amici qui, mi farò una piccola vacanza di metà tour. Sicuramente, qualche sera, mi incontrerete in Vuccira». OOO «La musica non c’è» un brano che ha portato Coez agli occhi di tutti…
OOO E cosa vuole comunicare quando arriva sul palco? «Penso che tutto quello che volevo trasmettere sia arrivato, visto come sta andando adesso. È molto difficile per me spiegarlo a parole, ma quando scrivo passo attraverso le mie emozioni e sicuramente è questo che è arrivato fino ad oggi».
In alto Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble in arte «Il Volo»; sotto il rapper Coez
a Adoro il cibo di strada
di questa città... Pure stavolta mi perderò nei vicoli della Vucciria
«Diciamo che tutti il mio disco è stato digerito. Questa canzone è nata nel giro di 5 ore. Era il mio compleanno ero a casa del mio amico Niccolò Contessa, abbiamo scritto le prime parole, buttato giù i primi accordi e tirato fuori il ritornello. Rileggendola abbiamo capito che poteva piacere ed essere uno dei brani più forti del disco. Mi
piace, ma quanto un qualsiasi altro mio brano, di certo non è la mia preferita..». OOO Allora Coez ha una sua preferita… «“Faccio un casino”, senza dubbio. Cosa mi ha portato a scriverla? Non lo so neanche io. Mi piace il fatto che, intanto non è una canzo-
OOO Dopo il suo ultimo disco ha chiesto una pausa, ma è qui in concerto… «La pausa era dovuta. Ma non fare questo tour poteva essere un grande errore. Comunque non ho mai smesso di scrivere, ogni qualvolta ho la possibilità lo faccio e poi ogni tanto le emozioni che ti da il palco e quella voglia di fare bene davanti al tuo pubblico, ti mancano. Dopo il tour sicuramente penserò al futuro». (*VIBU*)
palermo. Stasera il debutto della compagnia diretta da Gianpiero Galdi che ballerà con la sua partner parigina Maria Filali. Per l’evento arrivati 500 tangueri da 40 paesi
Se il tango parla francese, danza in scena allo Spasimo PALERMO
OOO «Cammino. Ascolto. Tango». Che non è una parafrasi del famoso film interpretato da Julia Roberts, ma uno spettacolo che pesca da sensazioni, emozioni intense, sviluppate dai tangueri. Sarà il momento di punta del Tango Fest Palermo che in questi giorni sta tenendo banco tra lo Spasimo e il San Paolo Palace: stasera alle 21,30 nella chiesa mai finita, tinta di rosso come la luna, il debutto ufficiale della compagnia «Tangere» diretta dal maestro e ballerino
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Gianpiero Galdi che danzerà con la sua partner, la ballerina francese Maria Filali. Uno spettacolo ritmato, di impatto, con le coppie di ballerini protagoniste dei due atti, tra musica dal vivo e brani della tradizione. Quindici i ballerini, tra cui anche Piotr Roemer, Ewa Wojtkiewicz, Lorena Tarantino, Vincenzo Bisogno, Domenico Benvenuto e Rachele Morelli, che si muoveranno all’interno dell’allestimento di Alessandra Cerrito, sulle note del trio MalaJunta de Los Pebetes, con Roberto De Pri-
sco al pianoforte, Luca De Prisco alla fisarmonica, Mariacarmela Li Pizzi al violino e la vocalist Antonella Marletta. Il festival ha preso il via l’altra sera sulle terrazze Martini del mercato Excelsior dove oltre un centinaio di tangueri ha danzato sulle selezioni musicali del Tdj Claudio Salemme. Poi i 500 partecipanti - che arrivano da 40 paesi del mondo, dall’Europa agli Stati Uniti, all’America del sud, Africa e Australia – sono ritornati alle loro milongas, lezioni e workshop che fino a domenica li
Maria Filali e Gianpiero Galdi, la coppia di tangueri protagonisti a Palermo
faranno entrare in contatto con alcune coppie di ballerini di fama mondiale (che terranno dei workshop molto attesi) come gli argentini Octavio Fernandez e Soledad Larretapia oppure i croati Maja Petrovic e Marko Miljevic, oltre alla coppia Gianpiero Galdi e Maria Filali. Il «Tango Fest Palermo», organizzato da Cialoma Eventi e patrocinato da Confartigianato Turismo e Spettacolo e dall’ambasciata argentina in Italia; è giunto alla terza edizione, sempre sotto la direzione artistica di Marianna Cangialosi e a Davide Morici, ed è stato inserito nel calendario degli eventi di Palermo Capitale Italiana della Cultura. (*sit*)
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GIORNALE DI SICILIA
Cultura & Spettacoli 35
Sabato 28 luglio 2018
Teatro di verdura. Il compositore: «Mi innamorai subito della luce e ad oggi il legame con questa terra non si è mai spezzato. I miei progetti? Solo il presente»
Bosso: «Il mio primo lavoro a 17 anni in Sicilia» 0 Il direttore d’orchestra domani a Palermo: «Ebbi l’indipendenza economica con l’ingaggio all’ente lirico di Trapani» La masterclass con i giovani del Conservatorio: «Studiare rende liberi. Occorre che i giovani siano curiosi e che non pensino sempre alla performance perché l'ossessione del mostrarsi non fa bene» Carla Andrea Fundarotto palermo
OOO «Il mio primo ingaggio per potermi mantenere economicamente lo ebbi a diciassette anni, all'ente lirico di Trapani. Da ragazzo mi innamorai subito della luce della Sicilia e ad oggi il legame con questa terra non si è mai spezzato». La Sicilia fu probabilmente uno dei suoi primi portafortuna. Per il direttore d'orchestra Ezio Bosso, ogni volta, il ritornare qui è uno scaturire di ricordi, che lo ricollegano alla luce che tanto lo colpì da ragazzo. Questa volta il direttore d'orchestra torinese torna nell'isola con un concerto che lo vedrà domani alle 21, al Teatro di Verdura, con la sua Stradivari
Festival Chamber Orchestra, l'orchestra da lui stesso costituita, che è una formazione composta da musicisti da camera provenienti dai più influenti ensemble italiani ed europei «molti di loro sono miei amici da una vita – ci tiene a precisare – li conoscevo da quando avevo sedici anni. Altri sono, invece, giovani in gambissima con i quali ho il piacere di condividere dei bei momenti». In realtà per Bosso i bei momenti sono anche quelli che può condividere con i giovani, al Conservatorio Vincenzo Bellini di Palermo li ha, infatti, incontrati nell'ambito del suo progetto «Studio aperto», ispirato al concetto che il direttore d'orchestra Claudio Abbado ha portato avanti nel corso della sua vita, ovvero, quello di stare al fianco dei giovani musicisti e donare loro la propria esperienza. Emozionatissimi gli allievi del conservatorio, che sono infatti, saliti sul palco della Sala Scarlatti per
Ezio Bosso e la sua orchestra arrivano al Teatro di Verdura
una specie di piccola mester class, durante la quale ognuno di loro ha suonato il proprio strumento, ricevendo i consigli di un direttore d'orchestra particolare. «Consiglio loro innanzi tutto la cosa più semplice che esiste, ovvero, studiare – ha detto Ezio Bosso – perché studiare rende liberi. Occorre che i giovani siano curiosi e che non pensino sempre alla performance perché l'ossessione del mostrarsi non fa bene, ma soltanto attraverso lo studio e l'approfondimento si è liberi da questo». Tanti i consigli, tra l'emozione dei giovani musicisti ed Ezio Bosso ha colto l'occasione per spiegare loro anche uno dei concetti che gli sta più a cuore: il silenzio, come qualcosa che non esiste. «Il silenzio è parte fondamentale del tutto – ha detto – la musica si basa sul silenzio e bisogna imparare a non avere paura del silenzio, perché tutti abbiamo un po' paura del silenzio e spesso per questo tendiamo a far diventare la musica una forma di
inquinamento». Parte del programma del concerto al Teatro di Verdura sarà tratto dal disco che Ezio Bosso ha realizzato con la Stradivari Festival Chamber Orchestra, uscito lo scorso mese di giugno. Un lavoro che è già giunto a buon punto nelle classifiche internazionali, e che vuole porre un tassello in più per la divulgazione della musica classica al grande pubblico. «È un disco difficile, ma è per me già una grande soddisfazione – spiega Bosso – perché è al ventesimo posto nelle classifiche di musica pop». Parlando di progetti per il futuro però Bosso appare piuttosto chiaro: «Non ho progetti per il futuro, il mio progetto è solo il presente. Certamente continuerò a lottare affinché si comprenda che dirigere un'orchestra è un atto di responsabilità – ha detto – come diceva uno dei miei maestri, siamo lì per illuminare gli altri e per toglierci noi un po' di luce».(*CAAFU*)
Musica a palermo. L’artista rivelazione dell’anno stasera al Castello a Mare con il suo disco d’oro. La talentuosa cantante di «The Voice of Italy» a suon di blues
Arriva il rapper fenomeno Coez, omaggio della Salerno ad Amy palermo
OOO L'artista rivelazione dello anno scorso, Coez, arriva al Castello a Mare: stasera alle 22 il cantante porterà in scena il suo «Faccio un casino» (già Disco d’oro da 25 mila copie), gonfio del suo sound che si muove tra rap e canzone d’autore e che ha saputo interpretare il linguaggio della sua generazione: amato dai trentenni ma
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anche dai millennial ha trovato il mix perfetto tra testi ricercati, hip hop, melodie pop, rap e la giusta dose di elettronica. Organizzano Show Biz e Unlocked. Silvano Albanese - questo è il vero nome di Coez, 34enne salernitano ma cresciuto a Roma – ha ormai scalato la classifica dei rapper: il 2017 lo ha visto spopolare dappertutto, sia sulla scia del nuovo cd, che
nei concerti sold out in giro per l’Italia. Il suo stile (che ormai ha poco a che fare con il mondo rapper, molto più monotono), è mutevole e sempre diverso, gli piace sperimentare nuovi stili e forme musicali diverse che secondo lui lo aiutano ad accrescere la sua formazione musicale. Afferma che «preferisce sbagliare, ma cambiare», piuttosto che essere
Il rapper Coez
sicuro, ma avere lo stesso sound in tutte le canzoni. Coez è un artista che ama diversi generi di musica. Lui stesso ha confessato di essere appassionato di rock inglese, e un vero fan di Oasis e Blur. Biglietti: 25 euro. Giovane, bella e con un talento artistico sorprendente che si è reso evidente a tutti durante «The Voice of Italy», Alessandra Salerno ha deciso di mettersi alla prova con un’esperienza difficile, come un tributo all’amatissima Amy Winehouse. Stasera alle 21.30 al Teatro di Verdura, Alessandra Salerno sarà accompagnata dall’Orchestra Jazz Siciliana diretta da Domenico Riina. Amy Wi-
nehouse aveva soltanto 27 anni quando abbandona il mondo (e non solo quello della musica) portando con sé un grande ed incolmabile vuoto. Interprete ed artista elegante e raffinata, immediatamente riconoscibile alla prima nota, Amy Winehouse viene ricordata e celebrata in con questo evento particolare inserito nella stagione concertistica estiva della Fondazione The Brass Group. Blues, jazz, soul e gospel si fondono in un caleidoscopico musicale dove nulla è lasciato al caso. Una interpretazione resa possibile soltanto grazie alla voce scura ed intensa della Salerno.
LEONARDO LODATO NOSTRO INVIATO
L
o scorrere dell’acqua dell’Alcantara è scorrere del Tempo. Un Tempo dettato non dal battito di un orologio, da secondi, minuti, ore, ma dalla Luna (ieri, come per magia, protagonista di un’eclisse). E dai “gironi”. Quelli dell’Inferno dantesco. Lo scorrere continuo dell’acqua è il sottofondo ipnotico e naturale di quel che accade, in queste notti d’estate, alle Gole dell’Alcantara, dove un impavido manipolo di attori, danzatori e artisti del fuoco, sotto la meticolosa direzione del regista Giovanni Anfuso, trascina gli spettatori nell’Inferno del Sommo poeta. L’idea della Vision Sicily, sostenuta da Regione Siciliana, dai Comuni di Motta Camastra e Castiglione di Sicilia, dal Parco Fluviale dell’Alcantara, dal Parco Botanico e Geologico delle Gole dei fratelli Vaccaro, dall’Associazione albergatori di Taormina, da Video Bank e Vaccalluzzo Events (che sono anche partner tecnologici), è quella di sposare Arte e Turismo. Matrimonio riuscito. E d’improvviso, si scopre che l’Inferno, in realtà, è il paradiso delle Gole dell’Alcantara, con le suggestioni di una notte dove la Luna si diverte a giocare con gli attori e con il pubblico (per la cronaca, tre sold out di seguito, e si andrà avanti ancora con una trentina di repliche - tre spettacoli al giorni - fino al 12 agosto), dove le luci squarciano l’oscurità, mentre Caron Dimonio con occhi di bragia (Luciano Fioretto), fende l’acqua gelata pronto a trasbordare il suo carico di spettatori-dannati direttamente fra le braccia di Dante (Giovanni Santangelo) e Virgilio (Angelo D’Agosta), con una compagnia completata da Liliana Randi, Giovanna Mangiù, Camillo Sanguedolce, Davide Sbrogiò, Martina Magnano e Vittoria Vaccaro. Gli artisti del fuoco sono, invece, Giorgio Maria Laganà, Soemia Ira e Davide Corrao. Nello Toscano, raffinato musicista e compositore jazz, è l’autore delle musiche che, con le coreografie di Fia Di Stefano - per dirla con lo stes-
28/07/2018 L’Inferno in paradiso del
Le Gole dell’Alcantara suggestiva scenografia della messinscena diretta da Giovanni Anfuso so regista - “fanno esplodere il dolore e il tormento dei dannati” (i danzatori Francesca Castro, Adriana Di Stefano, Ennio Ferlito, Martina Gurrieri, Moussa Kouyate, Anthea Ipsale, Roberta Lazzaro Danzuso, Alessia Nicolosi, Enrica Pandolfo e Giulia Trovato). Che avessero ragione i “metallari” Ac/Dc nel cantare che “Hell ain’t a bad place to be”? L’inferno, in fin dei conti, non è poi così male... Scherzi a parte, e al di là dell’impegno artistico, va ancora una volta sottolineata l’intenzione che ha spinto la Vision Sicily a produrre l’“Inferno” partendo proprio dalle Gole dell’Alcantara, location ideale di un format che, spiegano gli organizzatori, può essere applicato a tutte le principali località turistiche della zona, da Taormina e Giardini Naxos fino all’Etna, spingendosi fino alla Cattedrale di sale di Realmonte al Lago di Pergusa,
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Tra i gironi danteschi con la complicità dell’eclissi di luna
Tra arte e turismo Due momenti della suggestiva piéce diretta da Giovanni Anfuso e messa in scena alle Gole dell’Alcantara
dalle Fonti del Ciane al Castello di Gagliano, dalle Latomie di Siracusa alle Saline di Marsala e Trapani, dal Castellaccio di Lentini all’ingrottato lavico di Adrano, da Mozia a Cava d’Ispica, dall’Anfiteatro romano di Catania al castello di Donnafugata, dagli affascinanti ruderi della chiesa di Santa Maria La Vetere di Militello ai cento angoli della Taormina medioevale o all’area normanna di Paternò. Senza contare le aree archeologiche di Agrigento, Palazzolo Acreide, Segesta, Selinunte, Tindari, Pantalica, Morgantina, Eraclea Minoa, la Villa del Casale di Piazza Armerina e quella di Terme Vigliatore, e la magnifica Noto antica, sulla collina dell’Alveria. E ancora le terre del fuoco: l’Etna, Stromboli. E i tesori segreti delle città, il Bastione degli infatti a Catania e la Palermo dei muri arabi e medievali. E borghi come Erice, Gangi, Montalbano Elicona.
L’intervista
Coez, la “rivelazione” alla conquista del Castello a Mare PALERMO. Dopo il successo di “Faccio un casino”: «Fare tre dischi e vedere pochi risultati mi stava incattivendo» GIANLUCA SANTISI ANCORA POCHI BIGLIETTI DISPONIBILI
Stasera il nuovo tour estivo di Coez arriva in Sicilia per l’unico appuntamento isolano al Castello a Mare di Palermo. Pochissimi i biglietti disponibili al botteghino.
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e il 2017 è stato l’anno di Coez, quello in corso sta segnando la sua consacrazione. Il cantautore romano col passato da rapper, 35 anni da poco festeggiati, ha messo in fila un record dietro l’altro. “Faccio un casino”, il suo quarto album, è stato doppio disco di platino e il tour che ne è seguito ha registrato 28 sold out su 28 date, due delle quali al PalaLottomatica di Roma. La stessa città dove lo scorso 7 luglio è tornato ad esibirsi, davanti ai 32mila dell’Ippodromo delle Capannelle. Stasera il nuovo tour estivo arriva in Sicilia per l’unico appuntamento isolano al Castello a Mare di Palermo. Pochissimi i biglietti disponibili al botteghino. Rispetto al tour invernale che novità ci saranno? «Ci saranno più brani tratti dai dischi
precedenti. Dopo il successo di una canzone come “La musica non c’è” la gente ha scoperto che c’erano altri tre dischi prima. Penso sia questo il motivo di un exploit così grande. Non c’è solo una canzone ma tutto un percorso dietro». Nel 2012 hai pubblicato “Non erano fiori”, prodotto da Riccardo Senigallia. È stata quella la svolta? «Sì, quando parlo di percorso mi riferisco proprio a quello iniziato da “Non erano fiori” in poi. Dopo il rap, con quel disco è cambiato tutto. C’erano già stati degli accenni prima, con alcuni brani in cui la melodia iniziava a prendere importanza, ma quello è stato proprio lo spartiacque». Un cambiamento dovuto a cosa? «Penso che queste cose succedono e basta. Da ragazzino volevo fare il rapper, non il cantante. Poi, intorno ai 25 anni, ho iniziato ad annoiarmi. Solo
che ero ormai ero un rapper e all’inizio c’è stato qualche problema. Capita quando si sta dentro certe nicchie. Qualcuno non ha capito, qualcuno m’ha coperto di insulti. Sono andato controcorrente per sei anni senza ottenere chissà quali consensi. Con l’ultimo disco penso si sia finalmente capito che questo era quello che volevo fare».
Stasera a Palermo l’unico concerto siciliano del tour estivo di Coez
Con “Faccio un casino” ti sei autoprodotto… «Ho fatto il percorso inverso. Di solito gli artisti da indipendenti poi firmano. Io avevo già firmato. Una volta libero dal contratto, avendo lavorato con un’etichetta per tanti anni, mi sono guardato intorno e ho visto che c’erano tutte le figure professionali giuste per farlo». Il titolo del disco, col senno di poi, suona come una dichiarazione di intenti. «Una specie di minaccia. Ricordo che andai dal mio ufficio stampa (Claudia Felici di Big Time, nda) e le dissi: “Guarda che questa volta faccio un casino”. Si mise a ridere ma poi capì che facevo sul serio. Ero veramente determinato. Volevo andare avanti senza chiedere il permesso a nessuno. Le strutture aiutano ma anche un po’ rallentano, perché tutti devono
approvare tutto. Noi abbiamo un team che ragiona quasi come un cervello solo». Il successo? Non è che ti monti la testa? «Ma no, anzi sono molto migliorato. Sono più sereno. Fare tre dischi e vedere pochi risultati mi stava incattivendo. Non è che andassero male ma quando i giornalisti mi chiedevano “Sei arrivato secondo in classifica, sei contento?” rispondevo di no. Mi aspettavo di più, volevo di più. Questi risultati mi hanno rimesso in pari con i dischi vecchi. Non ho più l’aggressività che avevo prima. Non c’è più la parte rancorosa. Le radio dicevano no, l’etichetta non poteva investire, qualcuno diceva che non c’era il personaggio… E io stavo lì, sapevo che il materiale valeva. Considera che le canzoni che adesso stanno facendo “platino” le ho scritte 6 anni fa».
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