GIOVEDÌ
25 LUGLIO‘19
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assaltare la stazione Eni
l Un uomo di 45 anni residente al Villaggio Santa Rosalia ha presentato ieri una denuncia alla polizia dopo che sua auto, una Smart, è stata del la 24/04/2019 raggiunta da due colpi di arma da fuoco. L’uomo, che è incensurato, ha raccontato di avere trovato l’auto danneggiata lunedì sera nelle campagne di Monreale, dov’era andato per una gita e dove aveva parcheggiato il mezzo. Sulla denuncia sono in corso indagini, anche per comprendere se si tratti di un’intimidazione. Gli agenti vogliono stabilire anche che tipo di arma ha sparato. I due colpi hanno mandato in frantumi un cristallo e forato la carrozzeria della Smart. CONCERTI
A luglio al Verdura Il Volo e De Gregori
omo è stato bloccato mentre andava a Monreale
a circonvallazion uomo che came sue descrizioni a quelle fornite della stazione di è stato fermato osto a un controlare gli stessi abiti olpo, nella tasca scondeva l’arma nacciato la vittitamburo Harrinon Arms, senza dopo le verifiche, stina, poiché prio di punzonatura onoscimento. Per o, così, è scattato
contro una Smart
l’arresto: è stato prima condotto negli uffici della questura, da dove è stato poi trasferito in carcere. Contro di lui, tra l’altro, i poliziotti hanno acquisito anche le registrazioni del sistema di videosorveglianza installato nell’impianto Eni. Adesso gli investigatori sono al lavoro per comprendere se l’uomo negli ultimi tempi si sia reso responsabile di altri assalti. Nei distributori di carburanti che si trovano lungo la circonvallazione non sono state rare le rapine. Colpi mordi e fuggi che consentono ai banditi di mettere le mani su poche centinaia di euro.
l Il Volo e Francesco De Gregori hanno annunciato ieri che i loro tour estivi faranno tappa al Teatro di Verdura. Gli ex tenorini, reduci dal terzo posto a Sanremo, saranno in città il 21 luglio. In tournée i siciliani Ignazio Boschetto e Piero Barone e l’abruzzese Gianluca Ginoble, ovvero i tre componenti del Volo, porteranno fra l’altro i brani del nuovo album «Musica». Il concerto del cantautore romano è invece in programma il 25 dello stesso mese, nell’ambito del tour «De Gregori & Orchestra – Greatest Hits Live». L’orchestra, composta da quaranta elementi, avrà come nucleo centrale gli Gnu Quartet.
commemorazioni e un volume sulla Resistenza La Cgil, assieme all’Anpi e all’Arci, ha organizzato la manifestazione del 25 aprile a Palermo prevedendo, tra l’altro, un corteo che partirà dal Giardino Inglese alle ore 10 per raggiungere Piazza Verdi. Assieme a tante associazioni – dichiara il segretario generale Enzo Campo - abbiamo condiviso l'importanza della festa di Liberazione, in un momento in cui i valori di libertà, giustizia, solidarietà, uguaglianza e pace, vengono messi in discussione in Italia come in Europa da forze antidemocratiche e sovraniste». «In questa giornata di festa e di lotta – scrivono Cgil, Anpi Comandante Barbato e Arci, nel documento comune in cui lanciano un appello alla partecipazione - noi ci mobilitiamo non solo per fare memoria e testimonianza, ma per continuare la battaglia culturale e sociale insita nel messaggio della Resistenza e della Liberazione contro quanti lavorano alla regressione e riduzione dello spazio democratico, per affermare l'impegno per i principi di libertà, giustizia sociale e solidarietà e il riconoscimento dell’antifascismo e della democrazia come valori comuni e doveri sociali». Il programma prevede alle ore 9 al Giardino Inglese la deposizione delle corone di fiori per i martiri di Cefalonia. Alle ore 10 la partenza del corteo che percorrerà le via Libertà e Ruggero Settino per arrivare alle 12 davanti alla scalinata del Teatro Massimo. Alle 17.30, nel-
Bagheria in piazza Sarà ricordato Mineo, il partigiano che salvò 209 civili da una strage ad Arezzo
Professa, present siciliani nella Re Sellerio. Interven sta Luciana Sgren nerale Cgil Enzo tore del libro Car Mario Azzolini. Anche a Bagh in piazza con un L'iniziativa è org tato di cittadinan nato dopo l’aggr un giovane ni Omonzokpia, av sto a Bagheria. D fanno parte, oltre diverse sigle tra Bocs di Bagheria Pio La Torre, la Ci cescana. L’appun Messina-Butifar, «Ricordare quest organizzatori - è che fa di noi un Pa po viene troppo scontato: lavoro, tura solidarietà, a portanza, da sott etici e morali». «La Camera de ria - dichiara la re Cinà - sarà in piaz coloro che vogli Liberazione dal f dalla parte della sui valori. I nos quelli del lavoro crisi economica h sione. E manifes condanna invece pratiche politich sminuire il patrim la Resistenza ci h soffia sul fuoco de razzismo. Manif serve anche a far questo territorio tigiano, Gianni M una strage nella 209 civili. Ai suoi le a Roma verrà daglia al valor mi
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Cultura Spettacoli } 40 l
L'arte, la creatività e la fantasia mi hanno salvato dopo la morte di mio padre: avevo dodici anni Simone Cristicchi
Giornale di Sicilia I Mercoledì 29 Maggio 2019
Contatto I spettacoli@gds.it
Visto in Tv
Verissimo, il gossip educato piace a tutti Klaus Davi
Nel cartellone. Anche il Volo terrà un concerto al Teatro di Verdura di Palermo
Il ritorno. Loredana Bertè
Presentata la stagione del Teatro di Verdura
Concerti a Palermo, c’è la Bertè Il suo nome si aggiunge a quelli di artisti del calibro di Giorgia, Il Volo e De Gregori. Oltre alla musica pop, lirica, danza e cabaret Simonetta Trovato PALERMO Ci sono i grandi protagonisti, da Giorgia a De Gregori, alla Bertè al Volo. Ci sono gli spettacoli impegnati, c’è la danza, ritorna la lirica, persino il cabaret. Il Teatro di Verdura stavolta è arrivato puntuale all’appuntamento e promette anche di fare di più, visto che il sindaco Leoluca Orlando promette che si sta già lavorando al nuovo bando, che permetterà agli organizzatori di programmare gli eventi con un anno di anticipo, come tutti chiedono a gran voce. Anzi, secondo l'assessore comunale alle Culture, Adham Darawsha, si sta addirittura pensando ad un bando biennale che arrivi al 2021. Si vedrà, intanto ecco la stagione che unisce le presenze per così dire, istituzionali – grandi assenti il Brass Group e gli Amici della Musica, che negli ultimi anni non erano mai mancati – e gli appunti degli imprenditori privati. L’apertura è affidata anche quest’anno alla serata di Livia con Noi, l’impegno di solidarietà che stavolta mette su un vero e proprio mu-
sical come «Sister Act»; il 21 tocca al consolato onorario di Capo Verde che ha voluto costruire sulla situazione complessa delle donne di Benin City; sempre legato al mondo della solidarietà, «Diversa... mente comici» (15 settembre). Dopo due saggi di danza «Sulle punte dal ’73» della Nancy (29 giugno) e «Il piccolo principe» di Dance Studio (22 giugno), partono i grandi concerti: la prima a salire sul palco sarà Giorgia, per due sere (6 e 7 luglio) già prevedibilmente sold out, poi il 21 luglio tocca al ritorno del Volo; il 23 a Edoardo Bennato e il 25, a Francesco De Gregori. Agosto: Negrita (1 agosto), Cristiano De Andrè (addirittura due serate, 2 e 3 agosto), Fiorella Mannoia (19 agosto), Tiromancino (30 agosto), Renzo Arbore (7 settembre) e Loredana Bertè, che manca da parecchio (14 settembre). A questi si aggiungono il concerto di Daria Biancardi (28 luglio), una tappa nazionale del «The Beatles Revolution», il 30 e un recital di Luca Argentero dedicato a tre grandi sportivi come Malabrocca, Bonatti e Tomba, il 4 agosto, firmato da Edoardo Leo; il Teatro del Fuoco (1 agosto) e La Santuzza secondo Salvo Piparo, con il supporto
Il nuovo album di Springsteen come un film l Bruce Springsteen è un uomo di parola. Aveva annunciato che il suo nuovo album solista, senza la E Street Band, avrebbe avuto un’ispirazione cinematografica e così è stato. «Western Stars», in uscita il 14 giugno, è un gioiello avvolto di malinconia e ricco di arrangiamenti orchestrali in cui la ritmica è un elemento minore, se non del tutto assente, a favore di tessiture armoniche che si muovono in un territorio tra Ennio Morricone, Jimmy Webb, il Wall of Sound di Phil Spector. Dimenticate dunque le chitarre elettriche, la batteria possente di Max Weinberg e l’irresistibile incedere della E Street Band: con «Western Stars» si entra nell’atmosfera dei temi fondanti del Grande Romanzo Americano.
della Sinfonica (12 luglio), oltre agli attesissimi comici di Sicilia Cabaret il 9 e 10 luglio e al nuovo spettacolo dei Soldi Spicci, il 31 agosto. Rinviato per il momento il concerto di Tony Colombo, che era annunciato per il 4 luglio. Gli appassionati della musica «nera», devono segnare in agenda il 20 luglio la Palermo Jazz Orchestra diretta da Michael Abene, mentre gli amanti della musica classica potranno assistere il primo settembre un recital che Roberto Alagna dedica a Puccini. A fianco del già annunciato «Danza d’autore… Bolero» del Teatro Massimo (19 luglio), un allestimento della romantica «Bella Addormentata» che guarda alla Taranta, il 31 per la Sinfonica. La lirica arriverà da Catania: il dittico Pagliacci e Cavalleria Rusticana (7 agosto), Aida (14 agosto) e Traviata (21 e 28 agosto) con la regia dell’ex assessore regionale Nino Strano; e «Le avventure di Pinocchio» in versione barocca dell’Accademia di Ars Antiqua (6 settembre). Si chiude il 21 settembre il debutto del nuovo spettacolo dei Brit Floyd dedicato ai Pink Floyd, nell'anniversario di «The wall». (SIT)
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l format «Verissimo» nasce nel 1996. Ad idearlo fu un genio della televisione come Gregorio Paolini, già autore di una pietra miliare della televisione italiana come «Target». Nel corso degli anni, la trasmissione ha cambiato diverse volte pelle: nei primi dieci anni di vita andava in onda dal lunedì al venerdì, curata dalla redazione del Tg5. Pur essendo un rotocalco che dava molto spazio alla cronaca rosa, la cosiddetta cronaca bianca e quella nera avevano comunque un grande rilievo. A dimostrazione del forte legame con la redazione del Tg5, la conduttrice storica dei – quasi – primi dieci è stata Cristina Parodi, già volto notissimo del notiziario della rete ammiraglia di Mediaset. Dopo una breve parentesi con Giuseppe Brindisi e Benedetta Corbi alla conduzione, e un’altra altrettanto breve con Paola Perego, dal 2006 la padrona di casa incontrastata di «Verissimo» è Silvia Toffanin, che tiene compagnia tutti i pomeriggi del sabato alle casalinghe e non solo. Fin da allora, il nuovo corso della trasmissione è più incentrato sulla cronaca rosa e sul gossip – ne è dimostrazione la presenza fissa in svariate stagioni di Alfonso Signorini – ma ciò non ha impedito al rotocalco di occuparsi molto spesso anche di attualità e cronaca nera. Dal punto di vista degli ascolti, quello che sembrava uno degli ennesimi spazi di infotainment è invece riuscito a ritagliarsi una larga fetta di pubblico davvero affezionatissima, raggiungendo risultati senza dubbio impressionanti. Proprio l’ultima
puntata di sabato scorso ha registrato uno dei record della trasmissione, con un vertiginoso 22.5% di share – con picchi del 30% – grazie a quasi 3 milioni di telespettatori. Proprio in quest’occasione il direttore di Canale 5, Giancarlo Scheri, si è prodigato in diverse lodi nei confronti del gioiello di Mediaset e della sua conduttrice. Certo, questi numeri sono dovuti principalmente allo scoop sull’inesistente matrimonio di Pamela Prati con l’altrettanto inesistente Mark Caltagirone, con relativa intervista alla showgirl sarda. Ma è proprio questo il punto di forza del programma, aver dato in pasto al grande pubblico diversi scoop in anteprima e relative interviste ai principali protagonisti della cronaca rosa. Ma – oltre a questo – perché fa così presa sul pubblico? Sicuramente buona parte del merito è dovuto alla conduzione particolare ed elegante della Toffanin, contraddistinta da una certa dose di fair play e di gentilezza, senza che però siano pregiudicate domande pungenti e una sottile ironia quando necessaria. Ma «Verissimo» piace anche perché negli anni ha dimostrato una certa sensibilità non solo verso i temi preminenti della trasmissione – come il gossip – ma anche ad argomenti di interesse pubblico che hanno dato vita a momenti di giornalismo più impegnato, rimandando ai primi anni del programma in cui lo slogan era proprio «tutti i colori della cronaca». Da ricordare, ad esempio, come a partire dal 2012 sia stato dato uno spazio fisso ai drammi comportati dalla crisi economica di quel tempo. Quindi è questa la ricetta vincente della trasmissione, abbinare gli scoop e un gossip educato ai temi sensibili per il pubblico a casa. Non chiamatelo solo rotocalco, chiamatelo programma intelligente che sa come piacere ai telespettatori.
Un antologica per celebrare il centenario della nascita del pittore nato nel 1919 e scomparso nel 2010
L’arte inquieta di Consoli in mostra a Catania e a Mascalucia Alessandra Bonaccorsi CATANIA Si articola in due differenti sedi l’antologica «Giuseppe Consoli. Un siciliano fra i colori dell’isola», organizzata in occasione del centenario della nascita del pittore nato nel 1919 e scomparso nel 2010. Doppia sede e duplice esposizione dunque: la prima a Catania, al Palazzo della Cultura dove la mostra, avviata il 18 maggio, resterà aperta fino al 23 giugno; la seconda nell’Auditorium di Mascalucia, suo paese natale, dal 19 maggio al 2 giugno. La mostra è curata da Antonio D’Amico, storico dell’arte e conservatore delle raccolte d’arte dei Musei Civici di Domodossola e del Museo Diocesano di Nicosia, e indaga l’opera e la personalità inquieta
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dell’artista e intellettuale che, nel corso della sua vita, ha attraversato buona parte del Novecento: la guerra, la prigionia, le stragi civili e gli anni di piombo ma anche l’estro, la creatività e il dinamismo dell’Italia post-bellica. Sono circa 60 le opere in mostra e comprendono oli e disegni, tele, tavole e carte, realizzate da Giuseppe Consoli dagli anni Quaranta fino alla fine degli anni Ottanta. Tra le tante troviamo «Lacrimogeni a Mussomeli», un olio del 1954 con cui Consoli rappresenta una delle stragi siciliane dimenticate. Il soggetto trae spunto da un fatto di cronaca: l’aggressione con i lacrimogeni, da parte delle forze dell’ordine, nei confronti di migliaia di cittadini di Mussomeli (Cl) esasperati per la cronica mancanza di acqua e l’aumento delle tasse. Quattro i morti
Il fatto di cronaca. Lacrimogeni a Mussomeli, 1954 di Giuseppe Consoli
nella calca, ventisette le condanne al termine del processo, divenuto anche un caso politico. Il pubblico ministero era Gaetano Costa, assassinato dalla mafia qualche decennio più tardi. A Palazzo della Cultura ci sono, tra i disegni, gli schizzi dei due anni nei lager nazisti, da soldato. Liberato dagli inglesi nel ’45, Consoli riesce a portare con sé quei disegni realizzati con strumenti di fortuna, come per esempio un fiammifero intinto nella china, durante la prigionia. Consoli ritrae gli internati, esprime il degrado e l’umiliazione della vita in cella. In esposizione anche un’opera rappresentativa del suo linguaggio pittorico come «Strage di Portella della Ginestra», un olio di 3 metri per 1,21 realizzato nel 1951 sull’onda emotiva dell’agguato del 1° maggio 1947, alle porte
di Palermo. L’opera fu acquistata dal Partito Comunista Italiano e donata a Giuseppe Di Vittorio, e oggi fa parte della collezione permanente della Cgil di Roma. Alla mostra è dedicato un catalogo con l’intervento del curatore e una raccolta di saggi antologici. Il curatore Antonio D’Amico, nel lavoro intitolato «Giuseppe Consoli: lo storico dell’arte e l’artista», scrive: «Scorrendo l’autobiografia di Giuseppe Consoli, emergono con evidente lucidità due anime, quella dell’artista che vive il disegno come «un piacere istintivo, non programmatico», com’egli stesso ricorda, e quella dello studioso, archeologo e storico dell’arte, funzionario di Soprintendenza che lo renderà esule dalla sua Isola, una condizione fisica e mentale che si respira tra le pennellate delle sue opere». (*ALBO*)
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www.gds.it Euro 1,30
Palermo calcio
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Fondato da Girolamo Ardizzone
L’intervista a Rgs
ISSN: 2499-9237
Marino: voglio rivedere i tifosi sorridenti
De Gregori: le canzoni la nostra benzina
Fiorito, Giardina, Lucentini Pag. 36-37
8.6.2019
Anno 159 N° 156
Sabato
È la prima volta in Italia
Intervento chirurgico innovativo Tetraplegico dopo un incidente recupera l’uso delle mani
Marsala Pag. 32
In 62 arrivati a Pozzallo
Altri sbarchi Salvini: a carico dei vescovi
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Condannato a 30 anni
Prostituzione. Per la Corte Costituzionale non è mai una scelta libera della donna
La sentenza non viene depositata Mesina libero In ritardo le motivazioni, l’ex bandito scarcerato
Pag. 6
Firmato un protocollo tra Viminale e Cei per l’accoglienza. Mattarella: i salvataggi prestigio per l’Italia Pag. 2-3 Difeso da Biagio Conte
Annullata l’espulsione del ghanese Paul
Palermo, il giudice di pace accoglie il ricorso del collaboratore della Missione per un vizio di Pag. 3 forma
Marina di libri
Migranti tra difficoltà e integrazione possibile
Ivrea
Tabaccaio spara e uccide il ladro Scoppia il caso
Storie di difficoltà ma anche di integrazione e di accoglienza per i migranti al centro del primo evento del Giornale di Sicilia alla manifestazione di Palermo Marina di libri. Dati alla mano, si possono sfatare tanti luoghi comuni Chifari Pag. 3
Crescita rallentata
Giorgetti rilancia
Bankitalia rivede al ribasso la stima del pil
La Lega sfida Draghi sulla creazione dei minibot
Raffreddamento dello sviluppo pure in Pag. 10 Germania
Il governo pensa a un nuovo strumento per i Pag. 4 pagamenti
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Libero. Graziano Mesina
Accusato di eccesso colposo di legittima difesa La Lega: siamo con lui Pag. 5
Per la Corte Costituzionale resta valida la legge Merlin
«Essere prostitute, mai una scelta libera» Secondo la Consulta, per una donna la scelta è determinata da fattori economici e sociali ed è legittimo che lo Stato persegua gli sfruttatori Baldacci Pag. 9
La retata di Carini
Barattoli pieni di soldi nel giardino del boss Le intercettazioni svelano i segreti di Di Maggio Figliuolo Pag. 16
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Cultura Spettacoli } 32 l
Giornale di Sicilia I Sabato 8 Giugno 2019
Contatto I spettacoli@gds.it
Il cantautore si racconta a Rgs
Concerto per gli orfani dei carabinieri
De Gregori: le canzoni sono benzina per l’anima
Insinna ricorda il padre: «Mi ha insegnato il valore del dono» Natalia La Rosa TAORMINA
Due tappe nell’isola: il 14 sarà a Taormina, a luglio al Verdura Filippo Marsala MILANO Per la prossima estate Francesco De Gregori ha scelto di portare una selezione dei suoi successi più famosi suonata da una grande orchestra. Subito dopo il debutto nella sua Roma, alle terme di Caracalla, arriverà in Sicilia al Teatro Antico di Taormina il 14 giugno e bisserà a Palermo il 25 luglio al Teatro di Verdura. Ai microfoni di Rgs racconta le storie dietro alle sue canzoni. Come vive la sua “missione” di artista al servizio del pubblico? «L’arte, le canzoni sono benzina per l’anima della gente, possono fare bene, fare pensare o divertire, farci ricordare la nostra storia. Mi piace tutto questo e mi piace metterlo al servizio di chi ascolta». Ai suoi inizi poteva immaginare di passare la boa dei 50 anni di carriera artistica? «Quando iniziai tutto nacque insieme a Antonello Venditti come un divertimento, vivevo in una famiglia che non ha mai osteggiato le mie propensioni artistiche ma allo stesso tempo non aveva nella sua cultura l’idea di un mestiere così come prospettiva di vita. Solo dopo qualche anno ho capito che non sarei più
scappato dalla musica». La scaletta del Suo nuovo show prevede grandi classici degli anni ’70, ma anche successi più recenti come La Valigia dell’attore del ’97. Come nacque quella canzone? «In realtà la scrissi per un altro artista e non per me, si trattava di Alessandro Haber che stava realizzando un progetto con il mio amico Mimmo Locasciulli, il quale mi diede solo il titolo e lasciandomi sviluppare il testo in autonomia. Riflettendoci su realizzai che la vita dell’attore non è poi così distante da quella di un cantante sempre in tournée. Entrambi portano in scena ogni sera un personaggio su un palco diverso, salvo poi rientrare in camerino e svestire i panni del personaggio e tornare a essere se stessi con le proprie insicurezze, le proprie angosce». Sul palco con lei, oltre alla Sua band storica, ci sarà una orchestra. Quale sarà la specificità dello show? «È la prima volta che ripenso ai miei lavori con un arrangiamento per orchestra, sono molto eccitato e sto dedicando molto del mio lavoro per cucire addosso a ogni brano un vestito adatto al contesto di una esecuzione sinfonica. Penso che a un certo punto dovrò farmi da parte per dare spazio alla musica, in più in uno scenario come quello di Taor-
Il cantautore. Francesco De Gregori terrà due concerti in Sicilia mina con alle mie spalle l’Etna, che in occasione di un mio concerto precedente era in fase eruttiva, sono certo che sarà uno spettacolo nello spettacolo» Quali altre canzoni non potranno mancare in scaletta? «Penso al primo pezzo che incisi con gli archi: Alice. È la canzone che più di ogni altra si ricollega allo spirito di questo tour. Non potrà mancare Generale. Eravamo negli anni di piombo e io parlavo di un soldato
In scaletta i classici Non possono mancare Alice o Generale: per la prima volta i brani arrangiati per orchestra
che tornava a casa dopo la guerra mentre nel paese di fatto ne era in corso una nuova ma si intravedeva qualche spiraglio di luce». Anche negli anni in cui venne pubblicata Titanic vivevamo un periodo storico difficile? «Non ebbe un grande successo quando uscì, era un periodo austero e solo quando il clima divenne più disteso cominciò ad essere apprezzata dal grande pubblico. Sarà perché, anche se il testo narra di una grande tragedia, il suono latino sudamericano invita alla spensieratezza e porta tutti a ballare». L’intervista integrale a Francesco De Gregori sarà in onda oggi alle 9, in replica domani alle 19 su RGS e trasmesso anche su TGS domani sera alle 21,40. Il video sarà disponibile on demand su gds.it.
L’autore oggi e domani alla festa per i 50 anni di Sellerio
Molesini, scrittore rinato a Palermo Salvatore Lo Iacono PALERMO La quarta vita del veneziano Andrea Molesini ha avuto inizio a Palermo, grazie alla Sellerio, casa editrice di quasi tutti i suoi libri. Docente universitario di letterature comparate, narratore per ragazzi e traduttore (fra l’altro del poeta Derek Walcott), poi il romanzo con Sellerio nel 2010, «Non tutti i bastardi sono di Vienna», che nel 2011 gli è valso il Campiello, trent’anni dopo il precedente e primo per Sellerio, con «Diceria dell’untore» di Gesualdo Bufalino, e apripista di altre due vittorie della casa palermitana, nel 2014 con Giorgio Fontana («Morte di un uomo felice») e nel 2015 con Marco Balzano («L’ultimo arrivato»). Oggi e domani, in entrambi i casi alle 19.30, Molesini sarà fra i protagonisti di Marina di libri, all’orto botanico di Palermo. Oggi parteciperà con altri autori alla festa per i 50 anni di Sellerio. Domani presenterà il nuovo romanzo, «Dove un’ombra sconsolata mi cerca» (292 pagine, 15 euro), dialogando col giornalista Mario Azzoli-
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Nel mio nuovo Ep 7 canzoni per l’estate che arriva. Mi piace immaginare la gente che balla... Jovanotti
ni. Molesini, come è “rinato” scrittore a Palermo? «Ho inviato il mio libro ed è piaciuto. Non era semplice dar fiducia a un quasi esordiente, con una storia ambientata durante la Grande Guerra, non ancora di moda come un po’ lo è diventata nel centenario dell’inizio. Sellerio è un editore che ha una certa magia, attento alla letteratura italiana, al linguaggio. L’unico, con Adelphi, capace di creare non dico un genere letterario, ma un tipo di lettore. Gli altri editori, più industriali, pubblicano di tutto, anche i libri dei calciatori». Ha dedicato il Campiello fa alla memoria di Elvira Sellerio, che era scomparsa da poco… «Probabilmente il mio è stato uno degli ultimi libri che aveva letto. Il suo ricordo mi è venuto in soccorso nel momento di un successo sorprendente. Ho pensato fosse doveroso omaggiare il suo coraggio, le scelte originali e il rigore letterario, che non cede alle mode. Inseguirle è fatale». Semmai ne ha imposte. Quale crede sia la forza di questa avventura che
celebra il mezzo secolo? «Sellerio, ed è un’intuizione dei fondatori portata avanti dai figli Antonio e Olivia, cerca l’universale dalla periferia. Non punta al bestseller o all’applauso immediato, poi magari arrivano ed è giusto esserne contenti. Fa scelte autentiche, nella letteratura conta la verità, può far male all’anima ma non la lusinga. Crede non ci sia più niente di datato dell’attualità, cioè che bisogna avere il senso dell’oggi ma guardando alla tradizione, ama e studia le tendenze del presente, ma cerca le radici della civiltà. E lo fa da Lampedusa al Tirolo, anche a livello linguistico. Camilleri è l’esempio più vistoso, non il solo».
Scrittore. Andrea Molesini
Le sta stretta l’etichetta romanziere storico? «Sì, perché non amo le etichette, anche se posso capire che sono utili per orientarsi. Aderire alla realtà e a elementi storici mi dà una disciplina che altrimenti non avrei, mi costringe a orientare in un certo modo il linguaggio, a dire le cose che magari dicono tutti con frasi originali, che non si usano». In «Dove un’ombra sconsolata mi cerca» c’è un ragazzino che deve crescere in fretta e qualche spunto autobiografico… «Vero, oltre a diversi elementi geografici, la figura del padre è ispirata al mio, ufficiale della regia marina. Ed è un romanzo sul tempo e sulla luce». Come vede il futuro del libro? «È un oggetto antimoderno che difende l’individualità, minacciata da un mondo vorticoso, frettoloso, sciatto. Richiama a un bisogno di lentezza e contemplazione, all’approfondimento della propria identità. Resisterà perché è un bene prezioso, con tutta la sua catena, composta da scrittori, editori e librai, è a presidio della civiltà, ci difende dai predoni». (*SLI*)
«Figlio mio, guarda sempre dietro di te, può esserci qualcuno che ha bisogno di aiuto. Così mi diceva mio padre. Ed è grazie a questo esempio, grazie a ciò che mi ha insegnato la mia famiglia, se oggi sono qui». Le parole di papà Salvatore albergano salde nell’animo di Flavio Insinna e lo hanno portato a Taormina, dove questa sera condurrà «Note musicali sotto le Stelle» , l’evento benefico organizzato dal Comando Interregionale Culqualber dell’Arma dei Carabinieri per portare un messaggio di impegno e solidarietà che nasce sincero «dal cuore dell’Arma del nostro Sud» e che andrà a beneficio dei mille orfani dei carabinieri caduti in servizio. Un concerto, interamente affidato ad un cast di militari che dentro la divisa custodiscono anche un’indole artistica, e che vedrà dunque sul palco, nello splendido scenario del teatro antico di Taormina, il mattatore del prime time, che con la conduzione de L’Eredità su Rai 1 ha raggiunto i picchi di share. Ma anche indossando l’uniforme dell’Arma nei panni del mitico capitano Anceschi della serie Don Matteo. È un evento, voluto dal comandante interregionale dell’Arma, generale di Corpo d’Armata Luigi Robusto. «Mio padre era siciliano (la sua perdita è narrata nel libro “Neanche con un morso” del 2012, ndr) racconta Insinna - Tra le cose che mi
Il conduttore a Taomina Questa sera presenterà «Note sotto le stelle» lo spettacolo per la festa dell’Arma
ha insegnato c’è il valore del dono. Donarsi agli altri è fondamentale in un mondo che tira su i muri col filo spinato. Ho colto la dolcezza di questa richiesta, la possibilità di dare una mano, ed eccomi qui. Ho lasciato tutto. Noi abbiamo avuto tanto e dobbiamo restituirlo. La felicità vera è condivisa, quella individuale non mi interessa. Credo davvero che l’altro alla fine puoi essere tu. Ed era ciò che credeva anche il mio amico Fabrizio Frizzi». I proventi della serata a donazione libera saranno raccolti dalla Croce Rossa, coinvolta nel progetto assieme ad altri enti, tra cui il Comune di Taormina, Taormina Arte e la Fondazione Bonino-Pulejo, A raccoglierle sarà la Croce Rossa, coinvolta nel progetto assieme ad altri enti, tra cui il Comune di Taormina, Taormina Arte e la Fondazione Bonino-Pulejo, presieduta dall’amministratore delegato e direttore editoriale di Ses Gazzetta del Sud-Giornale di Sicilia Lino Morgante, che supporterà la diffusione dell’evento: lo spettacolo sarà infatti ripreso da Videobank e verrà poi trasmesso nei prossimi giorni sulle reti del gruppo Ses: Rtp e Tgs.
Conduttore tv. Flavio Insinna
La consegna lunedì a Milano
Premio Hystrio Twister a Davide Enia per L'Abisso PALERMO Davide Enia, scrittore e drammaturgo palermitano, riceverà ufficialmente il Premio Hystrio Twister per il suo spettacolo «L'Abisso» lunedì al Teatro Elfo Puccini di Milano. Ne L'Abisso, tratto dal suo libro Appunti per un naufragio, (che lo scorso anno ha vinto il Premio Mondello nella Sezione Opera Italiana) Davide Enia compie uno struggente viaggio interiore nelle proprie radici, che lo mette a confronto con la tragedia dei migranti nel Mediterraneo. Classe 1974, Enia è drammaturgo, attore e romanziere palermitano. Assieme ad altri grandi attori come Ascanio Celestini, Marco Paolini e Mario Perrotta, è un esponente del cosiddetto teatro di narrazione, ovvero quella forma di messa in scena minimale (sparisce l’impianto scenografico o se ne dà solo un pallido accenno), in cui l’attore si profonde in un monologo narrativo, a volte accompagnato da qualche musicista. Spesso, questa tipologia di performance diventa teatro civi-
le, nel senso che ciò che l’attore narra ha a che fare con la sfera sociale e politica contemporanea Tra i più rilevanti premi del panorama teatrale italiano, il Premio Hystrio si articola in differenti sezioni dedicate ai diversi ambiti e talenti della scena, dalla regia all’interpretazione, dalla drammaturgia alla progettualità, dalle compagnie emergenti a quelle che valorizzano il linguaggio del corpo. Lunedì saranno ufficialmente premiati i vincitori selezionati dalla giuria composta dai collaboratori, dai redattori e dal direttore della rivista Hystrio, Claudia Cannella.
Il drammaturgo. Davide Enia
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08/06/2019
Il Volo. Il loro Musica Tour comincerà il 16 giugno da Matera: «Le date siciliane ci teniamo a sceglierle personalmente»
Il trio scalda i motori per i concerti estivi
Il Volo: «Mai tour senza 09/06/2019la Sicilia Qui il pubblico non ci delude» del
Vincenzo Burgio PALERMO Il Volo torna in Sicilia, due le tappe sicule per il loro «Musica Tour», il 21 luglio al Teatro di Verdura di Palermo ed il 23 al Teatro Antico Taormina. Ma prima un salto: il 29 giugno al concerto di Radio Italia Live di Palermo. Il trio composto da due siciliani, Piero Barone di Naro e Ignazio Boschetto originario di Marsala, e l’abruzzese Gianluca Ginoble hanno vinto l’edizione di Sanremo nel 2015 con il brano «Grande amore» e si sono piazzati sul podio anche nell’edizione del 2019 con la canzone «Musica che resta». Reduci da un tour all’estero, il Volo, comincerà le tappe il 16 giugno da Matera per terminarlo il 24 settembre all’Arena di Verona. «Per noi - dice il trio - è fondamentale esibirci in Sicilia. Le date ci teniamo a sceglierle personalmente». Ma precisano anche che «a Palermo ritorniamo dopo un po’ di anni. L’accoglienza? Secondo noi
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sarà unica». La Sicilia una tappa fissa per voi… «Non possiamo fare un tour senza passare dalla nostra Sicilia. Il pubblico qui non ci delude mai e la cosa più bella è che durante i concerti siciliani, non abbiamo mai un copione. Saliamo sul palco e andiamo dritto come treni». Prima dei vostri concerti vi esibirete a Radio Italia Live… «Sarà un’anteprima: due o tre canzoni per Radio Italia. È diventato un evento bellissimo, fatto da una delle radio più seguite in tutta l’Italia. La cosa strana, nel senso buono del termine, è vedere tutti questi artisti riuniti per un evento. È diventato un punto di ritrovo per tanta gente che lo aspetta per tutto l’anno».
Le tappe nell’Isola Il 29 alla kermesse di Radio Italia a Palermo, il 21 luglio al Verdura e il 23 a Taormina
Palermo o Taormina? «Non c’è bisogno di scegliere, stiamo parlando della Sicilia. C’è calore a prescindere dal luogo, pure quando chiedi per strada un’informazione. Siamo abituati a fare concerti ovunque, ma le tappe siciliane fanno storia a sé, questo è dovuto al fatto che al pubblico che si trova qui non ci si abitua mai e sopratutto non sai mai cosa può accadere durante il concerto. Ci sentiamo di dire che in qualsiasi parte della Sicilia ci esibiamo, è come cantare a casa». E sul vostro ultimo album «Musica»? «È un album particolare poiché corona i nostri dieci anni di carriera. È come se fosse la nostra “torta”, se così possiamo definirlo. Scegliere i brani non è stato complicato perché tutti e tre siamo cresciuti professionalmente ma anche la nostra amicizia è maturata, quindi niente screzi e nessuno di noi fa lo scemo. Questo ci ha permesso di creare un album che, a livello musicale, soddisfa le esigenze di tutti noi».
Un percorso durato 10 anni, ma che vi ha portato al successo… «Beh il nostro percorso musicale è stato anomalo e particolare. Abbiamo sempre cantato un genere che in Italia non è mai stato particolarmente seguito. Qui si canta pop da sempre o brani come “ ‘O sole mio” o “Un amore così grande”: brani che non passano mai di moda perché l’orecchio dell’ascoltatore italiano è abituato. Il nostro obiettivo, da sempre, è quello di prendere queste canzoni e farle arrivare anche ai giovani, molti di loro non li conoscono». Cos’è la musica per il Volo? «È una cosa che arriva sola, ma dentro di te, e da quel momento non puoi fare altro che dedicarle la tua vita. Noi speriamo di arrivare al punto di riuscire a fare musica fino all’ultimo giorno della nostra vita. Oggi non potremmo immaginare anche un solo giorno senza di lei e se ci fermiamo un secondo a riflettere, lei, dopotutto, ti accompagna ovunque tu vada. È la colonna sonora della nostra vita». (*VIBU*)
«Tutta un’altra musica». Lui peraltro ne è il produttore esecutivo e a dirigerlo ha chiamato Jesse Peretz, regista di solido mestiere che suona in una band. Chi meglio di lui per una commedia incentrata sulla musica, qui proprio il rock alternativo di cui è appassionato, tema che assieme al calcio, mette il pepe alle commedie very British di Hornby? La storia si svolge tra Londra e un paesino della costa inglese, dove vive una coppia in crisi. Lei Annie (Rose Byrne) vorrebbe dei figli, ma lui Duncan (Chris O’Dowd) egocentrico e svagato, nemmeno l’ascolta, preso com’è dal culto maniacale di una star americana di nome Tucker Crowe (Ethan Hawke), famoso negli anni ’90 per un unico album «Juliet», poi uscito di scena per misteriose ragioni. Annie invece, forse per ripicca, lo critica aspramente. Il caso vuole che vent’anni dopo, il cantante si materializzi proprio lì dove la coppia abita, chiamato a prendersi cura di alcuni dei tanti figli, frutto delle sue avventure. Ethan Hawke ingrassato e imbolsito per il ruolo, i capelli e gli abiti trascurati, sarà uno shock per le tante fedeli ammiratrici. Ma è proprio lui, che canta pure le canzoni del suo personaggio, a reggere il film assieme alla star australiana Rose Byrne, capaci entrambi di dar spessore e credibilità a Tucker e ad Annie. Scaturiscono invece dall’irlandese Chris O’Dowd le trovate più spiritose. Incredibile il lavoro di chi ha scritto, in stile rock anni ’90, parole e musiche delle canzoni che nel romanzo sono solo titoli. Il risultato è una commedia sui generis che, pur non priva di difetti, val bene il prezzo del biglietto. (*ELI*)
Commission nell’ambito del Progetto «Sensi Contemporanei», e finanziato con le risorse del Patto per la Sicilia - FSC 2014-2020. Da qualche anno il cambio di passo ha consentito di attrarre sul territorio importanti produzioni nazionali e internazionali producendo un maggior lavoro per gli operatori. L’obiettivo è quello di stimolare sempre di più imprese e creatività in un territorio in cui il cinema e i suoi ambiti possono tornare a ricoprire un ruolo di primo piano a livello internazionale. L'assessore regionale al Turismo Sport e Spettacolo, Sandro Pappalardo, ha firmato il decreto di approvazione del nuovo bando, disponibile sul sito istituzionale dell'assessorato www.siciliafilmcommission.org: le istanze verranno accolte fino al 6 agosto 2019. L’importante stanziamento consentirà di cofinanziare tanto lungometraggi a soggetto di produzione cinematografica e televisiva, quanto serie tv, a soggetto e documentarie, nonché documentari e cortometraggi, per importi che non potranno, comunque, superare il 50 per cento delle spese ammissibili. «La Regione Siciliana - commenta Pappalardo - conferma la sua costante attenzione alla filiera del cinema e dell'audiovisivo siciliano, che di recente abbiamo riconosciuto come un importante motore di sviluppo culturale ed economico nell’Isola e volano di promozione del territorio siciliano all’estero». Il direttore della Sicilia Film Commission, Alessandro Rais: «Siamo felici di poter rinnovare anche quest’anno l’appuntamento a sostegno della produzione cinematografica internazionale che sceglie la Sicilia come set, confermando l’isola come terra di cinema a tutti gli effetti». (*ANFI*)
del
13/06/2019
GIOVEDÌ 13 GIUGNO 2019
spettacolo
Pio e Amedeo
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“La classe non è qua” a Taormina il 21 settembre al Teatro antico
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dotto da Friends&Partners, sono già in prevendita su www.ticketone.it e da mercoledì 19 giugno alle ore 11.00 nei punti vendita abituali. Pio D’Antini e Amedeo Grieco, in arte Pio e Amedeo, è il duo comico nato agli inizi del 2000. Nel 2019 salgono sul palco dell’Ariston come ospiti di Sanremo. Partecipano ad Amici di Maria de Filippi registrando ascolti record.
Continua il grande successo di Pio e Amedeo. Dopo il grande riscontro ottenuto con l’annuncio del loro nuovo spettacolo “La classe non è qua”, il 23 settembre all’Arena di Verona, si aggiunge una tappa importante che porterà il duo comico foggiano, in scena per la loro prima volta sul palco del Teatro antico di Taormina, sabato 21 settembre. I biglietti per lo spettacolo, pro-
L’intervista
Domani sera a Taormina “De Gregori & Orchestra Greatest Hits Live”
«Stavolta ve le voglio cantare così»
LEONARDO LODATO
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o vedi e (soprattutto), lo ascolti in concerto. E ti verrebbe voglia di vederlo e rivederlo ancora. Perché, come accaduto lo le venti date tutte d’un fiato, lo scorso marzo, al Teatro Garbatella di Roma, Francesco De Gregori è uno spettacolo nello spettacolo. Il suo, quello delle canzoni, ma anche il pubblico, il “suo” pubblico. Ipnotizzato, ammaliato, innamorato. Di lui e delle sue canzoni. Poche settimane fa, a Catania su invito dell’Associazione Diplomatici di Cladio Corbino, ha giocato al domatore di leoni nel Teatro greco-romano. Elegante nel look e nelle movenze, come un vero principe della musica e della parola. Martedì sera, invece, ha dato il “la” al suo nuovo tour dalle Terme di Caracalla, altro gioiellino di questo museo a cielo aperto chiamato Italia che, domani, lo vedrà protagonista al Teatro antico di Taormina per tornare ancora, il 25 luglio, al Teatro di Verdura di Palermo. Il principe della musica d’autore, ciarliero come non mai, prima del debutto romano si è concesso ai giornalisti, spiegando i motivi che lo hanno sprinto ad affrontare questa “scommessa”, portando i suoi successi in tournée con la Gaga Simphony Orchestra diretta da Simone Tonin e composta da quaranta elementi, dal quartetto degli Gnu Quartet, (Raffaele Rebaudengo alla viola, Francesca Rapetti al flauto, Roberto Izzo al violino e Stefano Cabrera al violoncello), e dalla band che lo accompagna ormai da lungo tempo (Guido Guglielminetti al basso, Carlo Gaudiello al pianoforte, Paolo Giovenchi alle chitarre, Alessandro Valle alla pedal steel guitar e al mandolino e Simone Talone alle percussioni) e dalle due coriste Vanda Rapisardi e Francesca La Colla. Questa operazione, dopo il “furto per amore” dei brani di Bob Dylan, dimostra come la sua musica non sono non ha tempo, ma ben si adatta a stili differenti. Cosa spinge un artista ad intraprendere strade apparentemente differenti rispetto al percorso “abituale”? «La canzone è un qualcosa di vivo, non si può pensare ad essa come a qualcosa che rimane inalterato dall'inizio al termine o, ancora, pensarla come a qualcosa che non si possa toccare. La musica è liquida, anche in questo senso qui, e non solo la musica pop, la musica leggera. Cambia anche la musica classica. La musica non si presta a stare ingessa-
Il principe dei cantautori porta al Teatro antico lo spettacolo che ha debuttato martedì a Roma
“ Non potrei cantare Rimmel come era nel ’75, sarebbe un falso in atto pubblico
ta. Sta, io credo, all'onestà dell'interprete o del cantautore riconoscere i cambiamenti che sono avvenuti negli anni e, quindi, non volersi imporre e non imporre al pubblico quello che è stato nel tabernacolo: se io facessi “Rimmel” come era nel 1975, sarebbe un falso in atto pubblico, perché non si può più fare così, io non ci sono più, “Panta rei”. De Gregori del ‘75 già nel ‘76 non c'era più, e poi non ci sono più quei musicisti, quegli impianti, quegli strumenti, e quindi la canzone è viva. Questo è un privilegio che hanno le canzoni rispetto alle arti espressive. Penso, ad esempio, alla pittura: un pittore una volta che fa un quadro e lo espone in un museo non può il giorno dopo tornare e dare una pennellata diversa, può farne un altro. Lo stesso un regista. Fellini che dopo un anno rivede “8 e mezzo” magari gli viene l'idea di cambiare qualcosa ma non può farlo. Chi scrive e canta canzoni se lo può permettere e io me lo permetto, senza scandalizzare nessuno. Come avrete sentito, le canzoni sono filologicamente rispettate al 100%». Quello in Sicilia è un ritorno a poca distanza dal precedente concerto che ha tenuto (per pochi intimi) al Teatro
greco-romano di Catania. Adesso la aspetta (e non è la prima volta) il Teatro antico di Taormina. Quanto influisce l’ambiente circostante nella sue performance? E cosa offre in più, rispetto a un teatro o ad un palazzetto, un sito con dietro una storia millenaria? «Ovviamente una differenza estetica importantissima. Certi posti ti danno un’emozione importante. Sono posti della storia dell’arte. Penso a tanti artisti americani che non hanno posti con questa storia alle spalle. Sarei un imbecille se dicessi che i luoghi sono indifferenti. Detto questo, il rapporto tra la mia musica e il pubblico è comunque lo stesso. A me piace proprio fare concerti, anche sotto i portici e in discoteche in disuso, nei campi sportivi sperduti. Mi piace fare musica, lo faccio con la stessa gioia e la stessa fierezza quando faccio un concerto». Qual è stato l’approccio ad un’orchestra sinfonica e con quali criteri sono stati scelti i brani da inserire nella scaletta del tour? «È come avere dei figli, ogni giorno li vesti in un modo o in un altro, però alla fine sempre figli sono. La struttura, la spina dorsale delle cose che ho scritto,
non è cambiata. Questa cosa non ha preso il sopravvento sulle canzoni, sulle parole, è solamente un’integrazione che sviluppa delle dinamiche, delle linee melodiche che erano sottintese nella struttura originale e che ora ho portato allo scoperto, grazie a come sono state arrangiate e all’orchestra.
Francesco De Gregori torna a Taormina con il concerto promosso da Puntoeacapo (Foto Umberto Poto)
Questo era il progetto: anche il fatto di tenere la mia band all’interno di questo spettacolo nasce proprio dalla necessità di non abbandonare, ma anzi alimentare il modo in cui le canzoni sono nate. Questo rimane, non viene annullato o cancellato. C’è in più qualcosa che si compenetra. L’orchestra cambia tutto, quindi in ognuna ho trovato qualcosa. Anche ne “La donna cannone” nonostante il nuovo arrangiamento sia molto simile all’originale … per non parlare di “Generale” o “Pablo”. La musica deve essere sempre una sorpresa, a parte l’orchestra». A proposito di “Pablo”, una canzone che non portava sul palco da un bel po’ di tempo. C’è un motivo particolare per il quale “Pablo” è rimasto relegato in panchina? «No, il motivo è che la gente mi ha sempre chiesto perché non la facessi. “Pablo” è un pezzo che poteva proprio essere fatto con l’orchestra, ha una certa solennità. Io l’ho provato, ci sono dei punti in cui vai in alto, che quando hai l’orchestra dietro hai un risultato lirico importante. Con la band l’ho fatta una sera alla Garbatella. Funziona ancora. Se la fai voce e band può funzionare, anche meglio con una grande orchestra. È sempre stato percepito come un pezzo politico? No! Io non ho mai scritto pezzi politici. È ispirato alla lettura dei “Malavoglia”. Non è per questo che non la faccio da parecchio tempo e non è che la faccio perché sono improvvisamente diventato rivoluzionario… è musica».
Cinema
“Il grande salto”: Tirabassi-Memphis, rapinatori da ridere DA OGGI NELLE SALE. FRANCESCO GALLO
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ttenzione a questo piccolo film, “Il grande salto”, opera prima di Giorgio Tirabassi, in sala da oggi in oltre 250 copie con Medusa, che parte tra le risate e poi declina verso quella melanconica tristezza che ricorda opere di grandi autori come Sergio Citti, Pier Paolo Pasolini e Federico Fellini. E va detto che Rufetto (lo stesso Tirabassi) e Nello (Ricky Memphis), i due protagonisti, rapinatori maldestri della periferia romana, dopo averci fatto ri-
Il film racconta la storia di due maldestri ladri di periferia pieni più di umanità che di furbizia dere con battute, inadeguatezze e sfiga mostruosa che caratterizzano ogni loro impresa, alla fine ci sembrano un po’ il gatto e la volpe di Pinocchio, ma pieni più di umanità che di furbizia. Il “salto” a cui si riferisce il titolo dell’opera prima di Tirabassi è quello che i due cinquantenni, Rufetto e Nello, vogliono fare nella loro carriera. Dopo aver scontato quattro anni di carcere per un colpo andato male, infatti, vivono in un quartiere della periferia romana ormai al grido di «ora o mai più».
I due progettano così una rapina che potrebbe dare una svolta alle loro vite, ma presto si accorgono che il destino non gli è mai davvero favorevole. E questo anche quando per loro c'è una specie di conversione mistica. Insomma, nessuna speranza per Rufetto di riscattarsi agli occhi del suocero e della suocera che ancora lo ospitano insieme a moglie e figlio e, per Nello, di uscire dalla cantina dove vive. Cast straordinario composto da Roberta Mattei, Gianfelice Imparato, Paola Tiziana Cruciani, Cristia-
no Di Pietra, Mia Benedetta, Salvatore Striano, Federica Carruba, Toscano Liz Solari e camei d’autore, nel segno della romanità, di Pasquale “Lillo” Petrolo, Marco Giallini e Valerio Mastandrea. «Nello e Rufetto sono due rapinatori di seconda fascia - dice Tirabassi, co-sceneggiatore del film con Daniele Costantini e Mattia Torre -. Hanno superato la cinquantina e non hanno mai conosciuto il benessere, vivono poco sopra la soglia della povertà. Per dare una svolta alla loro vita, hanno deciso che è arrivato il momen-
to di fare “Il grande salto”. Ho voluto raccontare questa storia - continua il regista - stando molto vicino ai personaggi, seguendoli passo passo, quasi pedinandoli. In certi momenti i loro sguardi, il non detto, sono più espliciti delle parole pronunciate». E a chi ricorda al neo-regista che il suo film sembra un’opera di Sergio Citti, risponde Tirabassi: «È vero, nel film c'è un tono amaro che va controcorrente. Siamo cresciuti con Monicelli, Scola, Risi e Citti, è normale che guardiamo al loro cinema e non a quello americano».
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Agrigento Calcio
ISSN: 2499-9229
Tre le cordate in corsa per il Palermo Giardina Pag. 42-43
www.gds.it Euro 1,30
21/07/2019
Fondato da Girolamo Ardizzone
Anno 159 N° 193
Domenica
Giovedì a Palermo
21.7.2019
Missione Beyond
De Gregori e l’amore per la Sicilia
Lanciata la Soyuz con il siciliano Luca Parmitano Guiderà la Stazione spaziale
Burgio Pag. 40
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Riesplode lo scontro tra renziani e area Zingaretti. Il toto-nomi per il commissario
Pd, il caos finisce in tribunale
Faraone si autosospende dopo la cancellazione della sua elezione a segretario regionale: Pipitone Pag. 2 «Danno fastidio le mie battaglie». Partito lacerato, si profila una guerra giudiziaria La parabola in Sicilia
Democratici dal vertice della Regione al minimo storico Il caso Faraone è il punto di caduta di un partito che in un paio d’anni è passato dall’Eldorado di Palazzo d’Orleans al minimo storico di deputati e senatori. Pag. 3
Aveva 89 anni
È morto Borrelli, guidò il pool Mani Pulite
Scioperi. Tra le motivazioni delle proteste sindacali nel settore dei trasporti della prossima settimana il sostegno alla vertenza Alitalia
Dalla Tangentopoli del ‘92 alla frase «resistere, resistere, resistere» Pag. 6
Vertenze col governo e per Alitalia: scioperi dei confederali il 24 e il 26 luglio
Trasporti, settimana di passione Previsti disagi in piena estate: mercoledì si fermeranno autobus, treni e navi. Venerdì gli aerei per quattro ore. L’ira dei consumatori che annunciano denunce. C’è una convocazione a Roma al ministero Pag. 9
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L’analisi
La scuola differenziata, una mazzata per il Sud
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Lelio Cusimano ottrarre risorse al Sud e imporre la scuola differenziata appare come un modo per rendere i ricchi più ricchi. Pag. 5
Agrigento
Sesso con la prostituta e poi la rapina: arrestato Dopo avere consumato il rapporto, ha puntato il coltello alla donna sudamericana, spillandole i soldi Rizzo Pag. 13
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40 l Cultura Spettacoli
Giornale di Sicilia Domenica 21 Luglio 2019
Il cantautore giovedì in concerto al teatro di Verdura
De Gregori e l’amore per la Sicilia: «Questa è la terra dei Ciclopi» «Vorrei tornare alla Vucciria, ne ricordo odori e sapori» Vincenzo Burgio PALERMO Dopo il successo di Taormina, Francesco De Gregori arriva a Palermo. Giovedì prossimo, infatti, il Teatro Verdura di Palermo sarà il palcoscenico di uno degli artisti più amati del panorama italiano che, insieme alla sua orchestra, porterà in scena il suo «De Gregori & Orchestra greatest hits live». Un tour che sta proponendo i più grandi successi del poeta e cantautore romano, in chiave sinfonica. Il creatore de «La donna cannone» è in attività ormai da 50 anni ed ha deciso di festeggiare con questo tour le sue «nozze d’oro». Per De Gregori venire in Sicilia è sempre una grande emozione, infatti, proprio sul suo ultimo concerto al Teatro Antico di Taormina dice che: «anche se stavolta l’Etna non eruttava alle mie spalle, come accadde qualche anno fa, lo spettacolo è stato incredibile. La più bella scenografia del mondo, ed in più gratis!». Qual è il suo rapporto con la Sicilia? «La Sicilia l’ho scoperta molto tardi e solo grazie al mio lavoro. Fino a 18 anni non c’ero mai stato e un po’ me ne vergogno. Però la prima volta che sono sbarcato a Messina, con l’arancino in una mano e la chitarra nell’altra, ho provato questa sensazione primordiale di toccare “l’isola”, una terra separata e sconosciuta». E su i siciliani… «La loro cultura innata e quel ti-
Il cantautore. Francesco De Gregori ritratto da Daniele Barraco
po di nobiltà nel loro modo di vivere e di accogliere. La sento ancora come la terra dei Ciclopi, con tutto il fascino che questa cosa può avere, con tutto il mistero che questo comporta. È una bella sensazione. Poi c’è da dire che ho lavorato a lungo con un chitarrista di Casteldaccia, Vincenzo Mancuso, che mi ha fatto capire moltissime cose della Sicilia e della sicilianità». Si è ripromesso di fare qualcosa a Palermo prima di andare via? « Mi piacerebbe tornare a pranzare in Vucciria dove nel 1975 mangiai la mia prima pasta con le sarde in un ristorante che in realtà era una casa privata. Ricordo che una signora cucinava mentre teneva d’occhio i suoi bambini che scorrazzavano intorno. Avevo una serata al Biondo e la ricordo come una delle serate più importanti della mia vita». Un’orchestra in tour. Qual è stato il momento più emozionante per lei? «Le prove, senza dubbio. Il momento è stato quello in cui ho capito che il suono che cercavo stava venendo fuori spontaneamente. Ricordo che girandomi ho visto le facce dei musicisti concentrate e divertite e lì ho capito che avrei avuto a che fare con degli amici oltre che con dei professionisti». E sulle nuove generazioni di cantautori… «Qualcuno dice che io e gli altri dell’ondata cantautorale degli anni settanta siamo ancora dei punti di riferimento musicale ed artistico per molti dei nuovi. Se è così, ne sono felice». (*VIBU*)
Ecco tutti i premiati
A Ortigia il Festival che guarda alle donne Eliana L. Napoli SIRACUSA Si è svolta a Sìracusa, sull’isola di Ortigia l’XI edizione dell’Ortigia Film Festival, che si è conclusa ieri con la proclamazione dei vincitori, anticipata, il giorno prima, da due Premi Speciali, alla carriera per Milena Vukotic, e alla cantante Noemi per il brano «Domani è un altro giorno». La manifestazione siracusana ha una sua singolarità: creata da Lisa Romano e con la direzione artistica della medesima e di Paola Poli, vanta una particolare attenzione all’universo femminile, tangibile soprattutto negli eventi collaterali che, dopo l’apertura dedicata a Mogol, hanno visto salire sul palco prima Miriam Leone, poi Valeria Solarino, Paola Minaccioni e Lucia Sardo che, guidate da Fulvia Caprara, valente giornalista de «La Stampa», hanno sostenuto un interessante «Faccia a faccia col cinema italiano». E c’è anche una sezione dedicata ai film di registe. E sono tanti i film, in concorso e fuori concorso, inediti, visti in altri festival, o passati nelle sale. Tra le varie sezioni che li ospitano, quella riservata ai lungometraggi ha accolto nove opere prime o seconde, tra cui «Picciridda» del palermitano Paolo Licata, tratto dall’omonimo romanzo di Catena Fiorello, applauditissimo e in concorso a Taormina dove ha vinto il premio per la miglior sceneggiatura e una menzione speciale a Lucia Sardo e all’undicenne esordiente Marta Castiglia. Ed è motivo di soddisfazione che abbia ricevuto ancora una menzione speciale ed il premio del pubblico «Perché racconta una grande epopea femminile radicandola nella storia e nella cultura del nostro Paese. Con uno stile classico, da racconto popolare, nutrito dall'incisività dei singoli per-
sonaggi». Ma a vincere è stato «Il corpo della sposa» di Michela Occhipinti. E sempre nell’ambito dei lungometraggi, Simone Liberati si aggiudica quello di Miglior Interprete per «L’amore a domicilio» di Emiliano Corapi. Fra i 15 corti in concorso ha prevalso «Bruised» di Rok Won Hwang e Samantha Tu. Grande attesa per il Premio al miglior documentario, intitolato allo storico del cinema Sebastiano Gesù, dove le opere erano otto, inedite e tutte interessanti. Non ce l’ha fatta «A prescindere», omaggio al grande comico Totò, di Gaetano Di Lorenzo, valente documentarista palermitano che era tra i favoriti. Ha vinto infatti «Selfie» di Agostino Ferrente, la cui scottante attualità è sottolineata dalla motivazione: «Il regista lascia che siano i suoi protagonisti a raccontarsi specchiandosi nello schermo di un cellulare che, nell'atto stesso di filmare, diventa prigione, non solo per i corpi, ma anche per i sentimenti» Da segnalare la presenza in questa giuria,come presidente, di Costanza Quatriglio, direttore artistico del CSC Sicilia che da quest’anno, grazie a lei, stringe un patto di collaborazione col festival siracusano. E ieri ha riscosso un successo personale, presentando il suo ultimo toccante film «Sembra mio figlio» sulla migrazione del popolo Hazara. Menzione speciale a «Celles qui restent» di Ester Sparatore. Sempre nell’ambito del documentario, il pubblico, ha premiato «Sono Gassman! Vittorio re della commedia» di Fabrizio Corallo, mentre il premio per la miglior sceneggiatura è andato meritatamente a «Bangla» il simpatico ed originale film del bangladese Phaim Bhuyan, visto in sala qualche mese fa. E infine al corto «Ciruzziello» di Ciro D’Aniello», il premio Rai Cinema per la sua categoria e quello del pubblico. (ELI)
Il piacere di leggere
I tempi del cambiamento e il vuoto della politica Antonio Calabrò
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iamo di fronte a nuovi equilibri politici, che trasformano radicalmente il mondo che abbiamo costruito, conosciuto, vissuto. Lo racconta con straordinaria lucidità Sabino Cassese, uno dei maggiori giuristi italiani, giudice della Corte Costituzionale ed ex ministro, in «La svolta», dieci «Dialoghi sulla politica che cambia», Il Mulino. Tutto precipita nel biennio 2017-2018, sino alla nascita del governo del «cambiamento» formato da Cinque Stelle e Lega. Ma la crisi ha radici antiche in un’Italia refrattaria alle riforme e piegata da poteri sotterranei e interessi oscuri. Ed è amplificata da «successi e crisi dell’Europa», da controversi aspetti della globalizzazione che ridanno fiato alle rivendicazioni degli Stati nazionali, da una lunga serie di conflitti tra «felicità e inquietudini» cui «il vuoto della politica» non sa dare risposte di fiducia. Gli assetti tradizionali traballano, le élite sono contestate, si sviluppa «una democrazia come leaderismo». Ci vogliono conoscenza politica e istituzionale e spirito critico, per capire come affrontare la crisi e darle soluzioni. Senza cercare scorciatoie. Ma ridando spazio ai principi della
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Sabino Cassese La svolta IL MULINO
Ernesto Auci I 24 mesi che hanno messo GOWARE in ginocchio l’Italia
Paolo Pombeni La buona politica
Steven Levitsky e Daniel Ziblatt Come muoiono le democrazie
nostra Costituzione e ai valori della democrazia liberale. Questo panorama allarmante è ben raccontato anche da «I 24 mesi che hanno messo in ginocchio l’Italia» di Ernesto Auci, ex direttore de «IlSole24Ore», editore ed ex deputato di Scelta Civica, edito da Goware: una raccolta di cronache ragionate, documenti e giudizi che tiene insieme l’analisi economica con le proposte politiche. Al «governo
sovranista e populista» Auci non lesina critiche. E insiste sull’equilibrio dei conti pubblici, non per rigorismo ideologico, ma per consapevolezza del fatto che proprio l’eccesso del debito non consenta né investimenti di lungo periodo né scelte di politica economica favorevoli all’innovazione e alla competitività della nostra economia. Serve «un progetto politico di riformismo sociale di
mercato», legando la lezione liberale di Einaudi a quella di Keynes, nell’equilibrio responsabile tra Stato e mercato, investimenti pubblici e impresa privata. Il riferimento è l’Europa, «testimoniando con il coraggio della verità» i vantaggi e i vincoli del sistema Ue, senza inseguire «le false verità che stanno avvelenando l’ambiente in cui viviamo». Di fronte alla crisi attuale, «non
c’è motivo di arrendersi». Bisogna semmai riscoprire «La buona politica», come suggerisce l’efficace titolo del libro di Paolo Pombeni, uno dei migliori politologi italiani, Il Mulino. Si analizzano le ragioni per cui la politica è finita «in un pozzo di discredito, in una palude di utopie e ideologismi a buon mercato», se ne rivendicano «le ragioni alte», rilanciando «Il costituzionalismo democratico» in un’Italia vissuta come «comunità
IL MULINO
LATERZA
di destini». È necessario riscoprire il valore del «bene comune» e ricostruire un’opinione pubblica consapevole, in grado di giudicare e sanzionare i politici, di governo o di opposizione, non sulla scorta di propaganda, retorica ed emozioni momentanee, ma guardando alla democrazia e al benessere di lungo periodo. C’è da «ripensare la rappresentanza», fuori dalle tentazioni populiste. E insistere sui valori della solidarietà e del lavoro comune. Sfida complessa. Che investe gran parte dei sistemi democratici occidentali. Lo raccontano bene Steven Levitsky e Daniel Ziblatt, professori di Scienze politiche ad Harvard, in uno dei libri più acuti in circolazione, «Come muoiono le democrazie», Laterza. Si documentando i passaggi cruciali «attraverso cui una democrazia, oggi, può essere svuotata dall’interno», si esaminano le storie di Trump e Orban, Erdogan e Putin, si ricorda che «non ci sono vaccini che ci proteggono dalla morte» dei nostri regimi democratici. Il potere, conquistato attraverso regolari elezioni, può virare verso le «democrazie illiberali» operando «all’interno delle stesse istituzioni e con mezzi legali». Ed è dunque indispensabile una forte consapevolezza critica a tutela delle libertà.
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Giovedì 25 Luglio 2019
Spettacolo PALERMO
à Nuovo l
appuntamento siciliano con il “principe” della canzone d’autore stasera al Teatro di Verdura
LUIGI PROVINI
C
hi l’ha detto che si possa cantare solo con la voce? Può capitare, per esempio, di farlo già con la mente; basta sentire il primo accordo e via, nella testa, al proprio personale concerto. Poi, grazie a ciò che di reale ogni volta arriva dal palco, ecco giungere, piacevoli e gradite, quella serie di emozioni che chiariscono il perché di così tanta attesa. La stessa, tutta siciliana, che si sta vivendo per l’esibizione di Francesco De Gregori che, stasera, sarà al Teatro di Verdura di Palermo. Secondo appuntamento estivo in Sicilia, questa volta a Palermo. Continua il suo sodalizio con una terra che le dimostra sempre particolare vicinanza; che effetto fa sapere di tornare sul palco con un progetto che mette al centro la sinfonia? «Per me è un esperimento affascinante. Girare con un’orchestra al seguito, un direttore... mi ricorda un film che ho visto su Glenn Miller tanti anni fa, mi sento un po’ il capo di una carovana musicale. Io che poi non sono un musicista in senso stretto, non so leggere la musica e contare le battute spesso rimane ancora un mistero. Il suono di un’orchestra mi ha sempre colpito, aggiunge solennità e spessore alle mie canzoni e, con questa orchestra in particolare, la Gaga Symphony Orchestra, non c’è retorica, non c’è niente di barocco o di sovrabbondante. Ho solo cercato e scoperto delle potenzialità armoniche nelle mie canzoni che erano insospettabili, le canto sicuramente in modo diverso rispetto al solito. Potrei usare l’aggettivo “emozionante”. Ma poi le canzoni rimangono quelle, non è che diventano la Cavalcata delle Valchirie o Il Trovatore. La “sinfonicità” è semplicemente una delle tante vesti che possono assumere. E quest’estate è così, provare per credere». A proposito di De Gregori e Sicilia, due anni e mezzo fa il lancio dell'album live "Sotto il Vulcano"; dall'Etna alla
La carovana del giovane De Gregori Conca d'oro, cos'è cambiato in questi ultimi ventinove mesi? «Ho fatto molti concerti e da ogni concerto si impara qualcosa. A febbraio sono stato per un mese tutte le sere con la mia band in un piccolissimo teatro di Roma, in un quartiere che si chiama
«
UNA LUNGA CARRIERA Vivo un’altra giovinezza? Sì, sperando che ce ne siano una terza e poi una quarta
Francesco De Gregori porta la sua musica stasera a Palermo
Garbatella, a suonare per duecento persone a sera. Un’esperienza minimale, gradevolissima, stranissima. Queste cose ti cambiano, ti fanno capire quanto può essere bello questo mestiere se non ti stanchi di essere curioso, se ti va di rischiare, se non insegui sempre i grandi numeri, se ti lasci guidare dal l’istinto del musicista di stra-
da piuttosto che dai protocolli dell’artista di successo». Sono passati nove anni, era il dicembre del 2010, dalla sua esibizione, sempre a Palermo, insieme a Lucio Dalla; fu una grande serata di musica, ci racconta l'episodio che ricorda con più piacere? «Ricordo con piacere e rimpianto Lucio Dalla, non un episodio particolare. Lucio ed io respiravamo musica insieme, non è che parlassimo molto degli arrangiamenti o di politica o chissà di che! Peccato che adesso non ci sia più, mi sembra strano... era un uomo pieno di vitalità, pieno di vita. Spesso mi capita di sentirlo ridacchiare (era un uomo pieno di ironia) e mi sembra di averlo accanto col suo clarinetto che continua a inventare cose geniali mentre sto cantando. Peccato che non è vero. Ma mi capita spesso di parlarne con la mia band, con quelli che lo hanno conosciuto e gli hanno voluto bene. E non ci sembra mai di parlare del passato». Gli anni passano, la musica e la passione restano; ha detto di sentirsi più "leggero", sta forse vivendo una seconda giovinezza? «Magari sì, sperando che ce ne siano una terza e poi una quarta». l
SIRACUSA
Una lunga passeggiata nella musica e nei pensieri di Ludovico Einaudi Stasera al Teatro greco, per la stagione della Fondazione Inda, l’unica tappa siciliana del “Seven days walking tour”
L
udovico Einaudi in concerto al Teatro greco di Siracusa. Si chiude con un appuntamento imperdibile la Stagione 2019 della Fondazione Inda. Oggi, alle 21, unica tappa siciliana per Seven days walking, il tour mondiale del compositore torinese che si esibirà per la prima volta davanti al pubblico del Teatro greco, accompagnato da Federico Mecozzi al violino e da Radi Hasa al violoncello, in una produzione Ponderosa music&art. Per la Fondazione Inda un altro momento di altissimo livello in una stagione che con le tre produzioni inserite nel cartellone degli spettacoli classici, Elena con la regia di Davide Livermore, Le Troiane dirette da Muriel Mayette-Holtz e Lisistrata per la regia di Tullio Solenghi, e la serata speciale con Luca Zingaretti ha
già conquistato migliaia di spettatori facendo registrare numeri da record in 105 anni di storia. Il tour di Ludovico Einaudi, nel corso del 2019 toccherà le principali città d’Europa e Stati Uniti e in questi giorni vedrà il compositore esibirsi in teatri e anfiteatri greco-romani: dopo Verona e Fiesole anche Siracusa, Napoli e Roma. Seven days walking è il progetto musicale più ambizioso e visionario che Ludovico Einaudi abbia finora realizzato: sette dischi che verranno pubblicati nell’arco di sette mesi consecutivi. Cosa abbia portato il compositore classico più ascoltato di tutti i tempi nello streaming alla concezione di questa nuova impresa, ve lo raccontiamo con le sue parole. L’ispirazione nasce in montagna. «Nel gennaio dell’anno scorso - racconta
Ludovico Einaudi
Einaudi - facevo lunghe passeggiate in mezzo alla neve, seguendo più o meno sempre lo stesso percorso. Nevicava molto e coi pensieri mi perdevo dentro quello stato di tormenta in cui le forme, spogliate dal freddo, avevano perso i loro contorni e colori. Forse quella sensazione di essenza estrema è all’origine di questo album». Il disco è stato registrato in autunno a Schloss Elmau in Germania e negli Air Studios di Londra. Con Einaudi al pianoforte, Federico Mecozzi al violino e Redi Hasa al violoncello. Riascoltando la registrazione delle prime prove, l’idea si precisa ulteriormente. «Ogni versione mi sembrava avere un carattere proprio, con sfumature distinte - aggiunge il compositore -. Associavo il tutto al camminare, all’esperienza di fare e
rifare gli stessi percorsi, scoprendo ogni volta nuovi dettagli. E così alla fine ho deciso di inserire tutte le versioni in un percorso di ascolto labirintico, per entrare nei meandri del processo creativo e per capire come un’idea musicale si possa sviluppare in tante direzioni, cambiare ogni volta che viene eseguita e cambiare nuovamente quando viene ascoltata». Seven days walking è suddiviso in sette episodi, ognuno dei quali è focalizzato su alcuni temi principali, sette variazioni intorno a uno stesso percorso immaginario o sette momenti diversi dello stesso itinerario. Sette album dal Day One al Day Seven che, dopo l’uscita del Day One il 15 marzo, verranno pubblicati in digitale a scadenza mensile fino a essere riuniti in cofanetto nell’autunno 2019. l
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l Palermo Vedere&Sentire
Giornale di Sic Giovedì 25 Luglio 2
Per le vostre segnalazioni: appuntamenti@gd Country
Zito
La Sicilia vista da Agnello Hornby
ea Hora onfronto
l Proseguono nell'area villag dei Palermo Ladies Open in vi dell'Olimpo, gli appuntament con gli scrittori. Oggi alle 18.30 Simonetta Agnello Hornby parlerà della sua Sicilia a parti da «La Mennulara» nella nuov edizione rivista e accresciuta, più sensuale. Crescono gli affo di atmosfera e gli agganci alla società siciliana dei primi ann sessanta. In serata, a bordo piscina del Country, «Michelin star women chef night». L’ulti appuntamento con le chef ste sarà curato da Patrizia Di Benedetto.
Villa Zito, la mostra «Aurea » di Francesco De Grandi, versa una dimensione fisica ntale, in cui ogni immagine i figura porta con sé i menti di un atlante oriale. La mostra fa parte clo delle «Incursioni mporanee», a cura di o Troisi, progetto che parte alogo tra le opere delle re temporanee e la ione di Villa Zito. Tutti i i tranne martedì, fino al 16 mbre, dalle 9,30 alle 19,30. tto: 5/3 euro
core
enio complesso eonardo Da Vinci
mondo celebra i 500 anni orsi dalla morte di ardo da Vinci: A palazzo core una mostra ersiva che ripercorre la vita pere del genio cimentale sia dal punto di tecnologico che artistico. al 29 settembre la mostra nardo da Vinci, la ragione ntimenti. Macchine, ni e anatomia», organizzata avigare, è un’occasione per comprendere in una ne d'insieme la rdinaria complessità di ardo e della sua presenza pittura del suo o.Orari: dalle 9.30 alle 20. tto: 12/10 euro.
ne Trabia
dicato ida Kahlo
o al 29 settembre a palazzo ne - Trabia una grande ra, a cura di Ezio Pagano e ndra Matiz, che celebra erso pittorico di Frida o, l’artista messicana uta simbolo delle donne e loro emancipazione e Un’esposizione nella trovano posto oltre nta scatti fotografici, in inediti, di Leo Matiz zati negli anni Quaranta. unedì al venerdì dalle 9,30 0, sabato e domenica fino 1. Biglietto: 13 /9,50 euro.
Botanico
canic Plants milia Faro
’Orto Botanico, «Volcanic s» di Emilia Faro, nale, curata da Maria a Di Trapani, un giardino terraneo plasmato rtista in un amalgama di a e sabbia vulcanica, inazione di sculture, te dalla tecnica idroponica. ssage con note di Gabrio acqua e Gianni Gebbia. all’8 settembre.
Nuova Ipsa
Fiabe e storie per adulti e bambin
Il tour. Teatro di Verdura ospiterà l’unica data siciliana del «De Gregori & Orchestra - Greatest Hits Live»
Musica
Il ritorno di Francesco De Gregori Grandi successi al Teatro di Verdura
S
tasera alle 21,30 il Teatro di Verdura ospiterà l’unica data siciliana del «De Gregori & Orchestra - Greatest Hits Live», il nuovo tour del cantautore che lo vede sul palco in un contesto sinfonico, accompagnato dalla Gaga Symphony Orchestra, diretta da Simone Tonin e composta da 40 elementi, dall’ensemble degli Gnu Quartet (Raffaele Rebaudengo alla viola, Francesca Rapetti al flauto, Roberto Izzo al violino e Stefano Cabrera al violoncello) e dalla sua band formata da Guido Guglielminetti al basso, Carlo Gaudiello al pianoforte, Paolo Giovenchi alle chitarre, Alessandro Valle alla pedal steel guitar e al mandolino e Simone Talone alle percussioni e dalle due coriste Vanda Rapisardi e Francesca La Colla. Le
orchestrazioni sono state realizzate da Stefano Cabrera. Dopo l’intro strumentale («Oh Venezia») della Gaga Symphony Orchestra con gli Gnu Quartet, il concerto proseguirà con l’ingresso in scena di Francesco De Gregori, in scaletta brani come «Generale», «La Storia» «Pablo«, «La Leva Calcistica della classe ’68», «La valigia dell’attore», «Un guanto», «Sempre e per sempre», «Santa Lucia», «Alice», «La donna cannone», «L’abbigliamento di un fuochista», «Titanic», «Buonanotte Fiorellino», «Rimmel» e altri… Un tessuto musicale che è una contaminazione tra generi vari. «Credo che un musicista che ormai pratica il mestiere da 50 anni a un certo punto deve inevitabilmente arrivare, o comunque farsi
tentare, dal suono orchestrale – interviene Francesco de Gregori -, perché l’orchestra produce dinamiche, timbriche, armonie che sono a volte nascoste nelle canzoni quando uno le scrive voce e chitarra/pianoforte o le fa con la sua band». Il concerto di Palermo verrà aperto da Tricarico. «È molto bravo sul palco conclude De Gregori - mi piace il suo essere un animale solitario. Non uno che pascola con gli altri, ma che viaggia con la sua testa, un artista poco incline ai compromessi. Ha una sua sghembità che me lo fa gemello. In realtà non ci eravamo mai sentiti, né conosciuti prima della Garbatella. Quella sera lì gli ho detto «ma ti va di cantare?» siamo riusciti a metterci d’accordo. Sono sicuro che i nostri pubblici, seppur diversissimi, sapranno apprezzare». Biglietti ancora disponibili.
Piazzetta Bagnasco
Il Resuscitatore di Lorenzo Beccati
Eventi in corso
l Lorenzo Beccati, autore del libro «Il Resuscitatore» incontra lettori e curiosi appassionati del mito del Dr. Frankenstein in piazzetta Bagnasco. Stasera dalle 19 alle 20 un vero e proprio evento sia perché si svolgerà in uno spazio cittadino trasformato dall’omonima associazione in salotto letterario. Beccati farà fare un viaggio a ritroso nel tempo. Lo presentano Mario Azzolini e Stefania Petyx. Alle 22 proiezione del film «Frankenstein Junior», diretto nel 1974 da Mel Brooks con cuffie wireless. Biglietto.
l Al No Mafia Memorial, a Palazzo Gulì, corso Vittorio Emanuele 353, una mostra fotografica sul banditismo in Sicilia nel secondo dopoguerra. Vengono ricostruiti il contesto sociale e politico, l’attività della banda Giuliano, la strage di Portella della Ginestra, anche con documenti poco noti. Dal venerdì alla domenica. l Nella chiesa di Sant’Eulalia dei Catalani, sede dell’Istituto Cervantes, una nuova installazione «Las escaleras de oro. Omaggio a Miquel
l Oggi alle 18,30, alla Nuova Libreria, l’autrice e illustratric palermitana Swonild Genove presenta ai lettori il libro illustrato «Le Fate di AcquaBo I segreti di AcquaBosco». Una fiaba per adulti e bambini, ambientata nel cuore di un’an foresta di querce, castagni e betulle. Una storia con personaggi fatati che gioca tra fantasia e. Intervengono Walt Arancio e Antonella Filippone BCsicilia
Visita alle Antiche Fornaci Maiorana
l Nuovo appuntamento ogg con «Le Notti di BCsicilia», kermesse estiva fra arte, musi ed editoria organizzata dall’associazione BCSicilia (informazioni al 346.8241076 Stasera alle 20 si terrà la passeggiata «Archeologia industriale: visita guidata alle Antiche Fornaci Maiorana». Cefalù/1
Tre concerti in tre luoghi
l Tre concerti oggi a Cefalù p la rassegna Old Town Music i tre luoghi diversi: in piazza Duomo dalle 22 Music Club D in piazza Garibaldi dalle 19,3 Almadà; in largo degli eroi in mare dalle 18,30 Carlo Butera quartet. Cefalù/2
Spettacolo di pupi al Mandralisca
l La Fondazione culturale Mandralisca di Cefalù propon appuntamenti con l’arte. Acquistando il biglietto d’ingresso (intero 8 euro, rido 6) si potrà visitare il Museo Mandralisca e assistere gratuitamente alla performan dell’Opera dei Pupi Siciliani, cura della associazione Ronsisvalle. L’iniziativa è in
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