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PLUVIOMETRICO

Si sperava fortemente in un inverno alla “vecchia maniera”, invece purtroppo è sotto gli occhi di tutti che in provincia di Cuneo il potenziale idrico stoccato sotto forma di neve sull’arco alpino, nonostante le recenti nevicate, resta scarso e i livelli di falda e di portata dei fiumi sono già eccezionalmente bassi. Secondo i dati di Arpa Piemonte, nel corso dell’anno 2022 sono state rilevanti le condizioni di siccità, prolungata e diffusa, che ha inciso in modo eccezionale sulle risorse naturali ed ambientali. Per quanto riguarda le precipitazioni in Piemonte, il deficit pluviometrico è stato del 41%, rispetto alla media climatica del trentennio 1991-2020 e l’anno solare 2022 è risultato il secondo più secco dopo il 2001. I dati sono confermati dal cielo perlopiù sereno delle ultime settimane che contribuisce ad aumentare le preoccupazioni di tutti gli operatori agricoli, al cui orizzonte intravedono un’altra annata probabilmente siccitosa.

Acqua come bene pubblico

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Le anomalie climatiche mettono in difficoltà anche i consorzi irrigui, preoccupati di non riuscire a derivare l’acqua necessaria per portare a termine i raccolti, dovendo inoltre per obbligo rilasciare il

di Anna Pellegrino

deflusso ecologico vitale per il mantenimento dei fiumi.

“È necessario che la risorsa acqua sia riconosciuta come un bene pubblico, sia per uso potabile che irriguo e energetico, e che venga compreso che le opere utili alla sua salvaguardia ricadono a beneficio di tutti – spiega Isabella Moschetti, consigliera di Confagricoltura Cuneo

-. Resta dunque prioritaria l’esigenza di realizzare bacini di accumulo ad uso plurimo in modo da trattenere quella poca acqua che il cielo vorrà ancora darci per rilasciarla gradualmente nei momenti di scarsità, a servizio non solo dell’agricoltura, ma potabile, energetico, ambientale”.

Un tavolo per affrontare le criticità

La necessità di invasi e va- sche di contenimento è da tempo una delle soluzioni maggiormente proposte ma i tempi di realizzazione sono molto lunghi. “Se scegliamo di affrontare il problema dell’emergenza idrica con gli strumenti e i modelli amministrativi attuali avremo soluzioni concrete in tempi non inferiori a dieci anni e questo ci preoccupa moltissimo. Per questo ritengo necessaria l’istituzione di un tavolo provinciale con tutti i soggetti della filiera per affrontare e cercare di pianificare la criticità – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo –. Da un lato è prioritario velocizzare le pratiche burocratiche e investire tempo e risorse nella realizzazione di bacini artificiali finalizzati al contenimento delle acque. Fa riflettere, in ogni caso, l’ipo-

MOSCHETTI: “LA RICERCA HA INDIVIDUATO PIANTE PIÙ RESISTENTI”

tesi futura che la mancanza di acqua nei nostri fiumi e di neve sui nostri monti potrebbe rendere inutili eventuali opere strutturali finalizzate al raccoglimento. Dall’altra le soluzioni concrete e immediate alla carenza idrica devono essere ricercate nell’agricoltura 4.0, nell’innovazione e nelle biotecnologie: piante più resistenti a stress idrico, droni, sensori, irrigatori di precisione sono gli strumenti a nostra disposizione per rispondere a questa emergenza, verso cui dovrebbero essere investite le risorse nazionali e comunitarie”.

Puntare di più su ricerca e innovazione

“Oggi, a differenza del passato, siamo in possesso di mezzi tecnici che ci permettono notevoli risparmi - conclude Isabella Moschetti -. L’informatica entra in agricoltura con sistemi che danno indicazioni precise e mirate sull’effettiva necessità di intervenire con apporti irrigui. Vi è stato inoltre un naturale adattamento delle colture, grazie al contributo della ricerca che individua varietà resistenti allo stress idrico.

Con un uso più razionale dell’acqua, non solo agricolo, con investimenti in opere di captazione, gestione e distribuzione potremo far fronte ai cambiamenti climatici che sembrano portare ad annate sempre più siccitose”.

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