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VITA DA RICERCATORE

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VITA DA RICERCATORE Antonio Pierini

Bloccare l’autogol nel trapianto di midollo

In molte neoplasie ematologiche il trapianto di midollo è una forma efficace di terapia, purché non si scateni una reazione immunitaria contro l’organismo. A Perugia c’è chi sta studiando una strategia per evitare questo problema

“Un trapIanto dI mIdollo sempre pIù effIcace e sIcUro ”

la fase cosiddetta di consolidamento che punta a eliminare le cellule tumorali residue. Qui entra in gioco il trapianto

La leucemia mieloide acuta (LMA) è una malattia che colpisce il midollo osseo. È rappresenta il 13 per cento dei casi di leucemia. La chemioterapia o la radiodi cellule staminali ematopoietiche. In pazienti selezionati per cui è stato individuato un donatore adatto, le cellule staminali definita “acuta” perché si svilup- terapia, secondo i casi, vengono sono capaci di generare quelle pa rapidamente. Secondo i dati impiegate per eliminare le cellule del sangue completando la più aggiornati dell’Associazione leucemiche (blasti) presenti nel guarigione. La ricerca di Pierini italiana registri tumori (AIRTUM), sangue e riportare le cellule sane punta a rendere più efficace il ogni anno sono poco più di 2.000 del midollo osseo a livelli normali. trapianto, concentrandosi sui i nuovi casi di leucemia mieloide Una volta raggiunta la remissione pazienti ad altissimo rischio di acuta in Italia. La malattia colpi- completa, cioè la scomparsa di se- recidiva. L’approccio descritto sce in particolare in età matura, gni e sintomi – con una presenza in uno studio finanziato da uno iniziale, perde efficacia per una dopo i 60 anni, con una predi- di blasti nel midollo inferiore al 5 Start-Up Grant AIRC ha ottenuto resistenza acquisita. lezione per i maschi. È meno per cento, un conteggio delle cel- un forte aumento della soprav-

“Oggi per queste pazienti sono frequente prima dei 45 anni. Nei lule del sangue normale e nessun vivenza a due anni dal trapianto, disponibili vari farmaci a bersaglio molecolare, e altri sono in 4 | FONDAMENTALE | DICEMBRE 2017bambini fino a 14 anni, tuttavia, segno clinico di leucemia –, inizia passata dal 20 al 70 per cento. fase avanzata di sviluppo, per cui è fondamentale mettere a punto

a cura di Fabio Turone C’è stato un giorno nella vita professionale di antonio pierini in cui il regalo di un paziente lo ha toccato nel profondo, tanto a perugia. “alcuni amici che avevano chiaro in mente di voler fare medicina non passarono il test, mentre io, che non ho mai amato programmare molto le mie scelte di vita, riuscii a entrare” racconta. “all’inizio mi appassionai alda permettergli di superare con il sor- la chirurgia, perché mi piaceva usare le riso anche il lieve imbarazzo dovuto mani, tanto che volevo discutere la mia all’arrivo del direttore della struttura tesi di laurea in chirurgia toracica.” di ematologia e trapianto di midollo os- fu durante un tirocinio con una doseo dell’ospedale universitario di peru- cente con cui aveva già sostenuto l’esagia, Brunangelo falini: “avevo ricevuto me di ematologia che fu stregato dal fain dono una maglietta appartenuta a Ga- L’ematologia scino della diagnosi: “l’esperienza con la etano castrovilli, calciatore della mia amata fiorentina, e me ne è una questione di famiglia professoressa cristina mecucci mi gettò in una crisi esistenziaandavo in giro per l’ospedale al settimo ciee di fortuna le, intensa ma breve, e mi fece capire che mi lo, con un’espressione estatica che ave- sarei dedicato a questa disciplina molva suscitato stupore e curiosità nel pro- to particolare, in cui la ricerca sui camfessor falini” ricorda con tono divertito. pioni di sangue che si possono ottenere “Quando gli studenti gli spiegarono il facilmente è importantissima, e c’è l’immotivo, lui sembrò non capire tanto en- mediata possibilità di occuparsi del patusiasmo, ma per me quella maglia vio- ziente, stabilendo un legame che rende la era anche un segno tangibile del va- la vita professionale complicata ma tralore del molto tempo passato a parlare scinante e coinvolgente”. con i miei pazienti, e dell’intimità che spesso si crea con loro.” La passione

Una scelta d’impulso per lo sport l’altra passione che accompagna anper antonio l’ematologia era di fa- tonio è quella per lo sport: per anni ha miglia, visto che la mamma cecilia, og- calcato i campi di calcio con il fischietto gi in pensione, lavorava nel day hospi- in mano, pronto a dispensare cartellini tal ematologico di cortona, in provincia gialli e rossi, ma è grazie alla racchetta di arezzo, dove lui ha frequentato il li- da tennis che nel periodo dell’universiceo classico. tuttavia aveva a lungo pen- tà conosce la futura moglie sabrina, che sato che avrebbe seguito altre strade, an- studia legge: chiacchierando a una festa che perché lei gli aveva sempre sconsi- di amici comuni scopre che a lei serve gliato di iscriversi a medicina: “negli an- un quarto per una partita, e si offre. ni del liceo classico, che ho amato tanto, dopo la laurea in medicina, nel 2006, mi accompagnava a scuola in macchi- inizia per antonio un percorso comna, e in quella mezz’oretta di strada da plicato: prima di riuscire a entrare nelcastiglione del lago parlavamo spesso la scuola di specializzazione in ematoanche del suo lavoro all’ospedale di cor- logia, nella primavera del 2008, lavora tona, all’epoca ancora ospitato nei loca- come guardia medica e fa un corso per li di un vecchio convento molto bello”. diventare ecografista. da specializzannell’anno della maturità segue i do incontra quello che diventerà il suo pre-corsi di ingegneria informatica del- principale mentore, massimo fabrizio la normale di pisa, ma decide anche di martelli, che con il suo carisma è capaiscriversi al test per l’ammissione a nu- ce di trascinare ed entusiasmare i giovamero chiuso alla facoltà di medicina ni come antonio.

ematologia trapianto di midollo Start-Up Grant

È martelli che un giorno, di punto in bianco, gli comunica che l’indomani verrà spostato dal gruppo che si occupa di ematologia di base – in cui antonio aveva cominciato a prendere dimestichezza con la disciplina – al gruppo che si occupa di trapianti: “si diceva che lì c’era più confusione, meno chiarezza, più possibilità di esplorazione e meno linee guida” ricorda oggi. “È un campo in cui servono la voglia di esplorare e il coraggio di agire.” se le probabilità di sopravvivenza dei malati di leucemia mieloide acuta sono oggi molto aumentate lo si deve anche alle novità che venivano sperimentate e introdotte proprio dal gruppo di perugia. martelli spinse per concentrarsi sul trapianto di midollo da donatore non compatibile, tipicamente un fratello o una sorella, il che avrebbe permesso di superare la storica difficoltà di trovare un donatore. e il giovane specializzando si ritrovò a essere “spedito in un mondo di incertezze”. a differenza dei trapianti d’organo, che di norma richiedono l’assunzione a vita di farmaci antirigetto per prevenire l’aggressione del nuovo organo da parte del sistema immunitario del paziente che lo riceve, il trapianto di midollo osseo presenta una sfida diversa, in un certo senso opposta, La maglia legata alla cosiddetta malat- della tia del trapianto contro l’ospite (in inglese graft versus host disease, in sigla GVHd). per usare una metafora calcistica, è come se il nuovo acquisto che entra in campo non Fiorentina dono di un paziente riconoscente riconoscesse né i compagni né le magliette delle squadre, e cercasse di fare goal anche nella propria porta, commettendo fallo nei confronti dei propri compagni di squadra, e lasciando interdetto anche l’arbitro.

È all’Università di stanford, dove approda nel 2012 grazie alla prima borsa aIrc, che antonio comincia ad approfondire le sue conoscenze sul delicato equilibrio tra attacco e difesa, e impara

VITA DA RICERCATORE Antonio Pierini

Antonio Pierini insieme al suo gruppo di ricerca

a distinguere sempre meglio tra quel- cesso di risposta immunitaria, con due lo che nel calcio sarebbe un intervento meccanismi differenti detti di tolleranruvido ma corretto e il fallo meritevo- za centrale e tolleranza periferica, ovle di sanzione. era partito per gli Usa vero quella relativa a specifici organi. con l’idea di restare un anno dopo aver sposa- Una terapia Usando ancora una metafora calcistica, l’organismo to sabrina, che lo aveva poi raggiunto in california trovando lavoper cui il tempismo le usa per ricordare ai muscolosi difensori del sistema immunitario sia in che ro in una scuola italiana di san francisco, ma è essenziale squadra giocano, sia i limiti del gioco scorretto, senza un premio scientifico gli spiana la stra- per questo punire il sano agonismo. da per restare come postdoctoral fellow (anche se formalmente il titolo di phd lo conseguirà dopo il rientro in Italia In cerca dell’equilibrio nel 2017). stregati dall’Hotel California come in certe partite in cui la posta cantato dagli eagles, rimarranno per ol- in gioco è alta, anche la tempistica degli tre quattro anni, ricchi di sport e di viag- interventi arbitrali può fare la differengi su una vecchia Volkswagen passat ac- za: il gruppo di perugia, che oggi fa caquistata usata, durante i quali nascono i po al centro di ricerca emato-oncologidue figli leonardo e lavinia. ca (creo) che pierini ha trovato al suo

Intanto approfondisce sempre me- rientro nel 2016, ne ha avuto la conferglio la conoscenza di una particolare po- ma con uno studio pubblicato in marzo polazione di cellule del sistema immu- sulla rivista Blood Advances, studio coornitario, le cellule t regolatorie, alla base, dinato da pierini e dalle colleghe lorenell’organismo sano, del meccanismo di dana ruggeri e alessandra carotti sottolleranza, che permette al sistema im- to la guida di andrea Velardi, direttore munitario di riconoscere le cellule del del programma trapianto di perugia, e proprio organismo e di non aggredirle. di cynthia aristei, direttrice della radioIn un certo senso, le cellule t regolato- terapia oncologica. Quando le cellule trie (abbreviate t-reg) controllano l’ec- reg vengono infuse quattro giorni prima del trapianto vero e proprio di cellule staminali e con tre giorni di anticipo rispetto ai linfociti t, si ottimizza l’equilibrio tra attacco e difesa, tra la capacità di tenere a bada le recidive e il rischio di causare danni, provocando la temibile malattia da trapianto contro l’ospite. In questo modo i pazienti con forme finora considerate ad alto rischio ottengono risultati simili agli altri. ora il gruppo, grazie a uno start-Up Grant di aIrc, sta ampliando la casistica, per verificare su numeri più significativi anche altre terapie che potrebbero portare ad aumentare ulteriormente la percentuale di sopravvivenza a due anni di tutti i pazienti, idealmente fino all’85 per cento. nel 2016 pierini è diventato ricercatore universitario, e più di recente responsabile del laboratorio di manipolazione cellulare, e persegue instancabilmente un progetto ambizioso: “non mi pesa per niente andare al lavoro, perché lavoriamo per trasformare il trapianto di midollo, che è nato come forma di immunoterapia primordiale, in un’immunoterapia sempre più sofisticata ed efficace” conclude. e poi precisa: “sono circondato da persone che mi aiutano a ricordare sempre come al centro di quello che faccio ci sia l’essere umano”.

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