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source of the Nile

Fino al 26 giugno è aperta a Rovigo la mostra su Giovanni Miani, uno degli avventurieri più audaci (e sfortunati) del nostro Ottocento

Indiana Jones and the

Source of the Nile An exhibition on the daring, and supremely unlucky, 19th century Italian explorer Giovanni Miani is on in Rovigo until 26 June

by ANNA PARDI

Vero geografo

“Nuova carta del bacino del Nilo indicante la comune origine di questo fiume con le rive dello Zanguebar” (Giovanni Miani, 1858)

The Geographer

“A New Map of the Nile Basin Showing its Common Source with the Banks of the Zanguebar” (Giovanni Miani, 1858)

Indiana Jones alle sorgenti del Nilo

Il manifesto della mostra, opera di Renato Casaro The exhibition poster by Renato Casaro

Rovigo: la statua dedicata a Giovanni Miani (Virgilio Milani, 1935) Rovigo: the statue dedicated to Giovanni Miani (Virgilio Milani, 1935)

Se siete a Rovigo per la mostra su Kandinsky di

Palazzo Roverella (è aperta fino al 26 giugno: https:// www.palazzoroverella.com/), non vi resta che allungare di pochi metri il vostro giro e fare tappa anche a Palazzo Roncale, per l’esposizione su “Giovanni Miani. Il Leone Bianco del Nilo”. Un’occasione per scoprire una delle personalità più eccentriche dell’Italia ottocentesca, e per conoscere la parabola umana di quell’avventuriero dalla lunga barba bianca (da cui il soprannome, affibbiatogli in Africa, di “Leone Bianco”) che si dedicò alla scoperta delle sorgenti del Nilo e ad altre esplorazioni geografiche. Figlio di una domestica, Giovanni Miani non sarà mai riconosciuto dal padre.

If you happen to be in Rovigo for the exhibition on Kandinsky at Palazzo

Roverella (open until 26 June: https://www. palazzoroverella.com/), you might like to pop down the road to Palazzo Roncale to take in the exhibition on “Giovanni Miani. The White Lion of the Nile” too. This is a unique opportunity to discover one of the most eccentric characters of 19th-century Italy, whose long white beard earned him the nickname “White Lion” in Africa, and whose adventures searching for the source of the Nile and on other expeditions are narrated here. The son of a maid, Giovanni Miani was never officially acknowledged by his father. He was 14

A sinistra: Roberto Guastalla, “Paesaggio roccioso con colonna di cammellieri” Sotto: Roberto Guastalla, “Uomo che raccoglie l’acqua” Left: Roberto Guastalla, “Rocky Landscape with Camel Train”. Below: Roberto Guastalla, “Water Drawer”

Ha 14 anni quando lascia la natia Rovigo, per raggiungere la madre a Venezia, al servizio del nobile Pier Alvise Bragadin. Quest’ultimo accoglie il ragazzo, dandogli un’istruzione e destinandogli, nel suo testamento, un cospicuo lascito, che il giovane dilapida velocemente nel progetto di pubblicare un’enciclopedia universale della musica. Lui stesso scrive musica e si reca a frequentare i conservatori di mezza Europa, tentando senza fortuna la carriera di baritono. Rientrato a Venezia, partecipa ai moti del ’48-’49 contro gli austriaci, ma qualche giorno prima della definitiva capitolazione fugge prima a Costantinopoli e poi in Egitto, dove prende servizio come pedagogo e insegnante di francese e italiano.

Ecco i Pigmei

Gli Akka di Giovanni Miani in una foto del 1874

Pygmies

Giovanni Miani’s Akas in a 1874 photo years old when he left his native Rovigo to join his mother in Venice, who was then in service to nobleman Pier Alvise Bragadin. Bragadin took the boy in and gave him an extensive education. In his will he also left him a considerable inheritance, which young Miani quickly squandered on a project to publish a universal encyclopaedia of music. He himself wrote music and went on to attend conservatories throughout Europe, attempting a career as a baritone without success. On his return to Venice he took part in the 1948-49 uprisings against the Austrians, but a few days before the final capitulation he fled, first to Constantinople and then to Egypt, where he took up a post as a tutor and teacher of French and Italian. In Egypt he nursed a dream of finding the source of the White Nile, a discovery considered strategic by the great European powers of the day with a view to building what would later become the Suez Canal. In 1859, with modest funding from the French government, Miani went as far as Lake Victoria, but his poor health and the hostility of the natives forced him

Laggiù coltiva il sogno di individuare le sorgenti del Nilo Bianco, una scoperta considerata strategica dalle grandi potenze europee nell’ottica di realizzare quello che poi diventerà il Canale di Suez: nel 1859, con un modesto finanziamento del governo francese, Miani si spinge fin quasi al Lago Victoria, ma le precarie condizioni fisiche e l’ostilità delle popolazioni indigene lo costringono a gettare la spugna. Poco dopo gli inglesi annunciano la scoperta delle sorgenti del Nilo Bianco, individuate proprio nel Lago Victoria. A Miani non resta che tornare in Europa con 14 casse zeppe di quei reperti (tessuti, armi, minerali, strumenti musicali, antichità varie) attualmente esposti, quanto meno in parte, a Rovigo. Ma il nostro Indiana Jones non si arrende: rieccolo in Africa, a Karthoum, dove si inventa direttore di zoo per farsi accettare come esperto scientifico e scopritore di nuove specie animali in una spedizione diretta verso l’attuale Zaire. Laggiù riesce a catturare due pigmei, che avrebbero svelato l’enigma della loro esistenza. Muore nel 1872, poco più che sessantenne: la sua tomba sarà rinvenuta solo nel 1881, nel cuore di una foresta. Tra storia, geografia ed etnografia, la mostra intende raccontare la vicenda di questo romantico personaggio, al perenne inseguimento di grandi ideali così come di riscatto sociale.

Info

Ingresso gratuito / Entry free of charge www.palazzoroverella.com/mostra/giovanni-miani/

Il passaporto di Miani Miani’s passport

to abandon the search. Shortly afterwards, the British announced the discovery of the source of the White Nile in Lake Victoria. A disconsolate Miani returned to Europe with 14 crates full of the finds (textiles, weapons, minerals, musical instruments and various antiquities) which are now on display, at least in part, in the Rovigo exhibition. But this determined precursor of Indiana Jones refused to give up. He returned to Africa, to Khartoum, where he inveigled an appointment as the director of the local zoo to establish his scientific credentials and be accepted on an expedition to presentday Zaire to seek new animal species. From this expedition he brought back two pygmies, a novelty at that time. He died in 1872 in his early sixties, but his tomb in the heart of a forest would only be found in 1881. In a kaleidoscope of history, geography and ethnography the exhibition narrates the tale of this colourful character in constant pursuit of great ideals and social redemption.

Zaire: il luogo di sepoltura di Miani in una foto del 1930 Zaire: Miani’s burial site in a 1930 photo

Da non perdere

Un passaggio del video, fruibile in mostra, in cui l’attore Natalino Balasso racconta Giovanni Miani

Must see

A clip from a video in the exhibition with actor Natalino Balasso narrating the life and times of Giovanni Miani

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