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All’as-salto della storia! Jumping into history
Lunghe leve, portamento regale e grinta da vendere quando sale in pedana. Così Larissa Iapichino si è guadagnata rispetto e attenzioni. Alla scoperta della lunghista toscana, giovane e con le idee chiare, in pista e fuori Jumping into history! Long legs, regal bearing and grit in spades when she attacks the footboard, Larissa Iapichino has attracted respect and curiosity. Learn more about this long jumper from Tuscany who is young but knows what she wants, on and off the track All’as-salto della storia!
Vent’anni da compiere a luglio e una maturità fuori dall’ordinario. Sarà, forse, la fortuna di crescere in un nido senza eguali, con una mamma due volte campione del mondo nel salto in lungo, e due volte argento olimpico, e papà astista e poi allenatore determinante per la carriera della suddetta mamma, Fiona May. Però Larissa Iapichino è altra cosa, un diamante grezzo capace di atterrare a 6,80 metri a 17 anni, seconda miglior prestazione italiana di sempre dopo sua madre. Nel febbraio dell’anno scorso salta ancora di più e si ferma a 6,91 metri, firmando il record mondiale indoor Under 20 e scalzando dopo 32 anni il mito Heike Drechsler. Salta l’Olimpiade di Tokyo per un infortunio alla caviglia destra, ma ora guarda ai Mondiali di luglio a Eugene, negli
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Larissa will be 20 in
July but has a maturity beyond her years. Perhaps because she has had the good fortune to grow up in a remarkable home, with a mother who was twice world champion in the long jump and with two Olympic silver medals, and a pole-vaulting father
by ALESSIO CAPRODOSSI
turned trainer who was instrumental in her mother Fiona May’s career. Larissa Iapichino is, however, something else, a rough diamond who managed to land 6.80 metres at the age of 17, the second best Italian performance of all time after her mother’s. She jumped even farther in February of last year, stopping at 6.91 metres and
Usa, con i fari puntati su Parigi 2024, una città che non ha ancora mai visitato. La speranza è che possa diventare una prima volta indimenticabile.
Larissa, cosa ti ha lasciato il decimo posto ai Mondiali indoor di Belgrado di fine marzo?
“Una tappa di passaggio significativa, che mi ha dato consapevolezza e buone sensazioni per iniziare un anno importante, con l’obiettivo di andare negli Usa per i Mondiali di luglio”.
L’anno scorso hai cambiato allenatore, scegliendo di lavorare con Gianni Iapichino, tuo padre. Perché?
“È stata una mia decisione. Ho sentito che ne avevo bisogno, pur sapendo che scegliere papà può essere percepito come un azzardo. In realtà è un passo quasi naturale, perché noi due sappiamo scindere l’ambito sportivo da quello familiare. Abbiamo cambiato metodologia di lavoro, con carichi maggiori, e serve tempo perché mente e corpo si adattino. Ma ho grande fiducia in lui e sono molto motivata”.
Prima regola: divertirsi
“Allenamenti duri e ritmi pesanti sono obbligati, ma quando salti devi divertirti come una bambina. Altrimenti diventa difficile resistere a lungo”
The first rule is to have fun
“Tough training and a fast pace are essential but, when you are jumping, it must be with childlike joy. Otherwise it becomes hard to keep going for long.”
Hai conquistato la ribalta sportiva a 16 anni per i tuoi salti e da allora devi convivere con i paragoni con tua madre, Fiona May. Un confronto che accetti o che ti ha stancato?
“Mia madre è una cosa e io un’altra. Ognuno ha il suo percorso e bisogna sempre considerare tanti fattori quando si valuta una carriera sportiva, a cominciare da età, esperienze, infortuni e l’aspetto psico-fisico dell’atleta. Beneficiare dei suoi consigli e racconti è un vantaggio per provare a gestire nervosismi, attese, sconfitte e vittorie, anche se di atletica parliamo poco, perché preferisco avere una mamma più che una donna dei record”.
Sei all’inizio di un nuovo percorso, ma ti poni l’obiettivo di saltare 7 metri?
“I 7 metri sono un pensiero obbligato per una lunghista, però non ragiono in termini numerici perché mi sembra di mettermi dei limiti. Preferisco andare per gradi, perché se si lavora bene, la misura viene come naturale conseguenza”.
La nomea di predestinata e i record da giovanissima: come gestisci la pressione e le aspettative di media e pubblico?
Papà allenatore
Larissa con Gianni Iapichino
Father and coach
Larissa with Gianni Iapichino taking the Under 20 indoor world record – unseating the legendary Heike Drechsler after 32 years. Having missed the Tokyo Olympics following an injury to her right ankle, she is now looking forward to the World Championships in Eugene, USA, in July and has her eyes on Paris 2024, a city she has not yet visited. The hope is that it will be a memorable first time there.
Larissa, what did you bring away from your tenth place at the World Indoor Championships in Belgrade at the end of March?
“ It was a significant milestone that has brought me awareness and a good feeling as I start out on an important year, with a view to going to the World Championships in USA in July.”
You changed your coach last year, opting to work with your father Gianni Iapichino. How come?
“It was my decision. I felt I needed to do it, despite realising that choosing Dad may be seen as a gamble. In reality, it was an almost instinctive step because we both know how to separate the sporting environment from the family one. We have changed our work method, adding greater workloads, and it takes the mind and body time to adapt. But I have great faith in him and I am strongly motivated.”
You captured the sporting limelight at the age of 16 with your jumps and since then have had to endure comparisons with your mother, Fiona May. Do you accept this comparison or does it drain you?
“My mother is one thing and I am another. We each have our own path and there are always many factors to consider when evaluating a sporting career, starting with age, experience, injuries and the athlete’s mental and physical condition. Benefiting from her advice and stories is a plus when trying to handle jitters, waits, defeats and victories, although we don’t talk much about athletics because I’d rather be with my mother than a recordbreaker.”
You are embarking on a new journey but are you setting yourself the objective of jumping 7 metres?
“Seven metres is a must in the mind of a long jumper but I don’t think in terms of numbers because it is like imposing restrictions. I prefer to advance by degrees because, if you do the work, the length is a natural consequence.”
Foto Luca Bonanni
“Mi sta aiutando il mental coach, grazie al quale dallo scorso agosto ho compiuto un percorso di crescita importante. Essendo una persona abbastanza chiusa, mi ha aiutato a evolvermi, e credo che sia una figura cruciale per gli atleti, perché la testa è sempre più importante del fisico”.
Lottare per i propri sogni è il motto che hai raccontato nel romanzo “Correre in aria”, in cui ripercorri un periodo della tua vita. Perché la scelta di un libro?
“Parlo di 6-7 mesi travagliati, che ho vissuto per dimostrare che dietro l’atleta c’è un adolescente, con i suoi sogni e timori. Lo considero un modo per avvicinarmi ai miei coetanei, senza voler offrir loro un modello, ma per mostrarmi come un’amica, che è quello che provo a fare quando rispondo a chi mi scrive”.
Uno degli obiettivi di vita è la laurea in Giurisprudenza: come sta andando lo studio?
“Diventare avvocato è un sogno che ho fin da piccola, voglio provarci per avere un’alternativa allo sport. Sono giovane e ho ancora tanto da fare, ma non si sa mai cosa riserva il futuro”.
La cover del romanzo con il quale Larissa ha voluto dialogare con i suoi coetanei The cover of the autobiographical novel in which Larissa seeks a dialogue with those her own age
Fiona e Larissa
“Di atletica parliamo poco, perché preferisco avere una mamma più che una donna dei record” (foto di Danilo Falà e Federico Trotta, styling RED Valentino).
Fiona and Larissa
“We don’t talk much about athletics because I’d rather be with my mother than a recordbreaker.” (photos by Danilo Falà and Federico Trotta, styling RED Valentino).
You were considered predestined for success and the records came at a young age: how do you handle the pressure and expectations of the media and public?
“My mental coach helps me and has enabled me to progress considerably since last August. I am fairly introverted and he has helped me evolve. I believe they play a crucial role for athletes because the mind is always more important than the body.”
Fighting for your dreams is the motto you shared in the autobiographical novel Correre in aria, which revisits a period in your life. Why did you choose to write a book?
“I speak of 6-7 turbulent months in my life to show there is a teenager with all her dreams and fears behind the athlete. I see it as a way to reach out to those my own age, not trying to give them a model but to show myself as a friend, which is what I try and do when I reply to the people who write to me.”
A degree in Law is one of your lifetime goals. How are your studies progressing?
“Becoming a lawyer has been a dream of mine since I was little. I want to try so as to have an alternative to sport. I am young and still have much to do but you never know what the future will bring”.