Il Vino Italiano Panorama vitivinicolo attraverso le denominazioni di origine
Proprietà letteraria Edizioni Associazione Italiana Sommelier 2002 Progetto grafico, copertina e impaginazione BRAINACTION COMMUNICATION (Roma) Nicola Lodi-Fè Daniele Ricci Gianluca Acanfora Foto copertina Matteo D’Eletto Stampa BERTANI & C. - Industria Grafica - Cavriago (Reggio Emilia) Quarta edizione 2010 © Copyright 2002 Associazione Italiana Sommelier Milano - Viale Monza, 9 - 02/2846237 Tutti i diritti riservati dalla legge sui diritti d'autore
Il Vino Italiano Panorama vitivinicolo attraverso le denominazioni di origine
A I S
-
A s s o c i a z i o n e
I t a l i a n a
S o m m e l i e r
Autori Francesco Del Canuto, Bruno Piccioni, Rossella Romani, Daniela Scrobogna, Giuseppe Vaccarini Si ringrazia per la gentile collaborazione Giorgio Amadei, Renzo Besso, Mauro Carosso, Gaudenzio D'Angelo, Antonio Fusco, Fabio Gallo, Lorenzo Giuliani, Giuseppe Gladiolo, Marco Larentis, Antonello Maietta, Dino Marchi, Giancarlo Mazzi, Gianclaudio Mongelli, Gianni Ottogalli, Giuseppina Pilloni, Moreno Rossin, Carlo Sacco ARSIAL Regione Lazio, ASCOVILO - Associazione Consorzi Tutela Vini Lombardi, Assessorato Agricoltura Regione Abruzzo, Assessorato Agricoltura Regione Marche, ASSIVIP Marche, Azienda Promozione Turistica Valtellina, Camera di Commercio di Lucca, Camera di Commercio Industria, Artigianato e Agricoltura di Cuneo, Cantine Argiolas, Cantine Lungarotti, Casale del Giglio, Castello di Schwamburg, Club dei Paladini dei Vini di Sicilia, Consorzio della Denominazione San Gimignano, Consorzio Chianti RÚfina, Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, Consorzio La Strada del Vino Costa degli Etruschi, Consorzio Tutela Barolo, Barbaresco, Langhe e Roero, Consorzio Tutela Lambrusco di Modena, Consorzio Tutela dell'Asti, Consorzio Tutela Vini Mantovani, Consorzio Tutela Verdicchio dei Castelli di Jesi, Consorzio Tutela Vini DOC Bagnoli, Consorzio Tutela Vini DOC Friuli Aquileia, Consorzio Tutela Vini DOC Colli Orientali del Friuli, Consorzio Tutela Vini DOC Friuli Latisana, Consorzio Tutela Vini DOC Friuli Grave, Consorzio Tutela Verdicchio di Matelica, Consorzio Tutela Vini della Valtellina, Consorzio Tutela Vini DOC San Colombano, Consorzio Tutela Vini DOC Colli Lanuvini, Consorzio Tutela Vino Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, Consorzio Vini Colli Bolognesi, Consorzio Vini DOC Colli Euganei, Consorzio Vini DOC Lison Pramaggiore, Consorzio Vini Oltrepò Pavese, Consorzio Volontario Tutela Vini Valpolicella e Recioto della Valpolicella, Consorzio Tutela Vini Lessini Durello, Cooperativa Produttori Erbaluce di Caluso, Foto Ed. Cartolnova -Udine, ERSAL - Ente regionale sviluppo agricolo della Lombardia, Istituto Talento metodo Classico, Marchesi de' Frescobaldi, Paladin e Paladin, Regione Autonoma Valle d'Aosta-Agenzia Regionale del Lavoro, Regione Sicilia-Assessorato Regionale della Cooperazione del Commercio dell'Artigianato e della Pesca, Elena Walch.
Introduzione
Il Vino Italiano. Panorama vitivinicolo attraverso le denominazioni di origine. Questo secondo volume inizia con una breve introduzione sulla produzione vinicola, per proseguire con l’approfondimento dell’attuale realtà enologica, dalla Valle d’Aosta alla Sardegna, attraverso tutti i vini a Denominazione di Origine Controllata e Garantita e a Denominazione di Origine Controllata. Ogni regione è presentata da una pagina di colore verde brillante, e la fotografia iniziale è quella di un paesaggio, una piazza o un castello, un’immagine che la ricordi facilmente. Nella pagina a fronte si trova la cartina o, il più delle volte, una delle cartine della regione. In genere è quella con tutte le zone di produzione delle DOC e delle DOCG, mentre in alcune regioni potrà rappresentare solo queste ultime o altro ancora. Le cartine sono più di settanta, e per facilitare la lettura e il ricordo delle zone di produzione, non sono state poste tutte all’inizio del capitolo di ogni regione, ma nello svolgimento del testo, seguite dalla trattazione dei vini prodotti in quei territori. Nelle cartine, le zone di produzione dei vini sono facilmente identificabili, perché rappresentate da un colore e da un numero; i quadretti colorati e numerati delle sottozone e sottodenominazioni sono posti sotto quelli delle rispettive DOCG o DOC, leggermente spostati a destra, per indicarne l’appartenenza in modo ancora più specifico. L’elenco dei vitigni idonei alla coltivazione in ogni regione permette di avere un quadro d'insieme del panorama ampelografico, evidenziando, a volte, qualche rarità. La pagina nella quale si inizia a parlare delle singole denominazioni, è arricchita da una "finestrella" con la fotografia delle uve (a bacca bianca o rossa) più rappresentative e prodotte in maggiore quantità, per sottolineare il carattere enologico di quella regione. Si inizia quindi a parlare dei vini, prima delle DOCG, se presenti nella regione,
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e poi delle DOC, seguendo un percorso attraverso le diverse province, preceduto, nella maggior parte dei casi, dalla rispettiva cartina. E all’interno di una stessa provincia, quando possibile, i vini sono riportati in ordine alfabetico. Per ogni vino sono riportate le date dei Decreti e delle Gazzette Ufficiali che riguardano i relativi disciplinari, la zona di produzione, i vitigni e le percentuali degli uvaggi, la resa massima espressa in t/ha, il titolo alcolometrico minimo espresso in percentuale, il periodo minimo di affinamento, se stabilito, espresso in mesi, a partire dal 1° novembre dell’anno della vendemmia e, nel caso di un vino liquoroso, a partire dalla data dell’alcolizzazione. Il titolo alcolometrico volumico minimo indica la percentuale di alcol etilico svolto, mentre quando la gradazione al consumo prevede una quantità minima obbligatoria di zuccheri (vini abboccati, amabili, dolci), è riportato l’alcol minimo svolto più quello potenziale (zucchero x 0.6). E poi le “altre” tipologie: Classico, Superiore, Riserva, Passito, Spumante, e altre ancora. E possono essere davvero tante. Alcune DOCG o DOC sono rappresentate da un solo vino, mentre altre ne comprendono numerosissimi, diversi sia per vitigno sia per tipologia. In questi casi, tabelle semplici e chiare dal punto di vista grafico riassumono le notizie, per avere un quadro completo e schematico dei dati più significativi di ciascun vino. Nelle tabelle sono riportati prima i vini bianchi, poi i rossi e i rosati, elencati in ordine alfabetico per tipologia di colore; Spumanti, Passiti e altre tipologie particolari sono spesso riportati alla fine della tabella. L'indicazione dell'epoca migliore per il consumo può aiutare a capire l'importanza e la struttura dei vini di una determinata zona, e a non fare grossi errori di valutazione nel momento in cui si desiderasse conservare in cantina le bottiglie acquistate, magari durante un viaggio, piacevoli ricordi da “rispolverare” e degustare nel momento migliore della loro evoluzione. Dopo i dati riportati dal disciplinare o le tabelle, la maggior parte delle DOC e DOCG è descritta in quelli che sono gli aspetti principali dei vini, la scelta di affinare o meno in botte grande o piccola, i prodotti più significativi, gli aneddoti più simpatici o storicamente importanti, l'evoluzione delle tendenze in vigna e in cantina negli ultimi anni, alcuni abbinamenti con i piatti del territorio o con nuove proposte gastronomiche. In alcuni casi si è scelto di trattare in uno stesso spazio più vini ottenuti dallo stesso vitigno o con caratteri simili, per proporre un confronto più diretto e significativo. Questi profili organolettici devono
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però rappresentare solo il "primo indizio" di quella che può essere la realtà di una zona, di un vitigno o di un vino, e decine di fattori possono esaltare al massimo le loro qualità o, al contrario, attenuarle. È noto a tutti come uno stesso vitigno possa dare prodotti diversi in funzione di molte componenti che, intrecciandosi in innumerevoli possibilità, regalano vini dai caratteri sempre unici. Non è possibile dare risposte assolute sul carattere di un vitigno o di un vino, ma è utile iniziare a identificarne i tratti distintivi. Per chi si affaccia in questo mondo affascinante non è semplice orientarsi tra decine di vitigni e centinaia - anzi migliaia - di vini diversi. L'errore più grande sarebbe quello di considerare quelle poche righe, quelle semplici e brevi descrizioni, come "definizioni precise e definitive", e quindi aspettarsi, da quei vini, solo e sempre quelle caratteristiche. Sarebbe più facile, ma senza dubbio meno interessante: ogni bicchiere di vino, al contrario, è una nuova esperienza che va ad arricchire l’archivio enologico, l’album dei ricordi di ciascuno di noi. A conclusione di questo viaggio, che da nord a sud ha attraversato tutta la penisola, per rendere più veloce la ricerca di ogni vino, si è riportato, in ordine alfabetico, l'indice delle DOCG e delle DOC, con accanto il nome della regione di appartenenza. Infine, in fondo al testo, alcune pagine sono destinate agli aggiornamenti e alle osservazioni personali. Incontri con esperti, visite in cantina, convegni enogastronomici e degustazioni, arricchiranno il nostro bagaglio culturale e sensoriale e saranno lo spunto per migliorare e completare, in modo nuovo e originale, la conoscenza del Vino Italiano. Il Vino Italiano è aggiornato al 29/04/2010 e include, compresi i pareri favorevoli, 50 DOCG, 322 DOC e 118 IGT.
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Come leggere le varie voci D.P.R. (Decreto del Presidente della Repubblica) D.M. (Decreto Ministeriale) G.U. (Gazzetta Ufficiale) IGT (Indicazione Geografica Tipica) DOC (Denominazione di Origine Controllata) DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita) VQPRD (Vini di qualità prodotti in regioni determinate) VSQPRD (Vini spumanti di qualità prodotti in regioni determinate) VFQPRD (Vini frizzanti di qualità prodotti in regioni determinate) VLQPRD (Vini liquorosi di qualità prodotti in regioni determinate) La firma dei decreti di nostro interesse, nel tempo, è passata dal Presidente della Repubblica al Presidente del Consiglio (per pochissimi vini), al Ministro, al Direttore Generale e, attualmente, al Capo Dipartimento.
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Panorama vitivinicolo attraverso le denominazioni di origine
Il vigneto italiano è in continua evoluzione, proiettato verso una maggior qualità anche in zone che fino a pochi anni fa erano note solo per la grande produttività. La produzione ha seguito una lenta ma costante contrazione, a vantaggio di un prodotto complessivamente migliore. La ricerca applicata alla selezione delle uve, la scelta di impiantare vitigni in zone ritenute finora inadatte, sia per condizioni pedoclimatiche sia per tradizione, la cura nelle fasi di produzione e nelle pratiche di cantina, hanno contribuito ad alzare il livello medio dei vini e a produrne molti di grande pregio. La diffusione dei vitigni internazionali e dell’affinamento in barrique ha sicuramente determinato caratteri di morbidezza e piacevolezza, ma se in alcuni casi i risultati sono stati davvero grandi, in altri hanno portato a prodotti un po’ anonimi e impoveriti nella personalità e nell’originalità. Il rischio che il Vino Italiano non deve correre è proprio quello di arrivare ad un appiattimento del gusto, a un facile apprezzamento dai contorni sfumati, nel quale non si ritrova più il vero carattere del vitigno, il profumo della terra d’origine, il ricordo della storia che gli ha dato la vita.
AREA COLTIVATA A VITE IN PRODUZIONE (ha) Area coltivata ad uva da tavola Area coltivata ad uva da vino TOTALE UVA RACCOLTA (t) Uva da tavola Uva da vino TOTALE VENDEMMIA VINO PRODOTTO (hl) 1997 50.563.127 1998 56.912.000 1999 58.072.853 2000 54.087.528 2001 52.292.921 2002 44.604.133
2007
2008
68.250 680.954
= =
749.204
=
2007
2008
1.354.363 1.368.783 6.038.010 6.424.968 7.392.373 7.793.751 VENDEMMIA VINO PRODOTTO (hl) 2003 44.086.114 2004 50.844.186 2005 47.947.790 2006 47.116.647 2007 40.943.255 2008 43.946.440
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VENDEMMIA
2007
Regioni Valle d’Aosta Piemonte Lombardia Liguria Trentino-Alto Adige Veneto Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Totale
Totale hl
VQPRD
%
Totale hl
VQPRD
%
17.500 2.723.946 1.099.064 89.054 1.221.395 7.679.055 1.029.490 5.757.181 2.818.576 998.410 756.665 1.818.073 2.146.465 319.260 1.652.355 5.385.875 221.240 406.107 3.941.308 862.236
11.015 2.210.236 793.439 33.665 1.070.020 2.505.931 665.206 1.406.799 1.574.455 200.233 427.049 492.168 1.287.710 38.114 130.789 329.188 79.998 44.061 150.108 303.245
62,94 81,14 72,19 37,80 87,61 32,63 64,62 24,44 55,86 20,06 56.44 27,07 59,99 11,94 7,92 6,11 36,16 10,85 3,81 35,17
17.200 2.479.633 1.249.536 71.005 1.139.577 7.951.340 1.013.700 5.853.611 2.794.932 843.024 870.976 1.774.616 3.001.036 319.260 1.768.070 6.539.703 207.967 444.696 5.025.021 581.537
11.005 1.980.213 667.127 20.443 1.018.926 2.366.610 586.687 1.165.224 1.494.556 123.494 437.293 538.249 1.195.600 41.068 275.652 327.505 25.914 19.161 224.055 298.225
63,98 79,86 53,39 28,79 89,41 29,76 57,86 19,91 53,47 14,65 50,21 30,33 39,84 12,86 15,59 5,01 12,46 4,31 4,46 51,28
43.946.440 12.817.007
29,16
40.943.255 13.753.429 33,59
Produzione vino al netto dei mosti: dati ISTAT VQPRD: fonte Federdoc
12
2008
ZONE DI PRODUZIONE DEI VINI DOCG E DOC
13
Valle d’Aosta
Valle d’Aosta
ZONE DI PRODUZIONE DEI VINI VALLE D’AOSTA DOC
Vini con specifiche zone
Valle d’Aosta
cartina
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Vitigni idonei alla coltivazione in regione
Valle d’Aosta
A bacca bianca, tra i più coltivati: prié blanc e müller thurgau. Gli altri: chardonnay, moscato bianco, petite arvine e pinot bianco. A bacca grigia/rosa: pinot grigio. Gli altri: cornallin e mayolet. A bacca rossa, tra i più coltivati: petit rouge, nebbiolo, barbera, gamay e dolcetto. Gli altri: bonda, crovassa, freisa, fumin, gamaret, merlot, ner d’ala, neyret, pinot nero, prëmetta (prié rouge), roussin, roussin de Morgex, syrah, vien de Nus e vuillermin.
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Grappoli di fumin
I vini della Valle d’Aosta DOC: Valle d’Aosta o Vallée d’Aoste.
I VQPRD
ALLE D’AOSTA VALLE D’AOSTAOoVALLÉ VALLÉE D’AOSTE D’AOSTE
Zona di produzione: comprende specifici territori, per ogni vitigno, lungo la vallata che dai comuni di Pont-Saint-Martin e Donnas, arrivano a quello di Avise. Specifiche zone BLANC DE MORGEX ET DE LA SALLE: comprende i comuni di Morgex e La Salle. ENFER D’ARVIER: comprende parte del comune di Arvier a sinistra della Dora Baltea e località Mombet e Bouse, alla destra orografica dello stesso fiume. TORRETTE: comprende i comuni di Aosta, Aymavilles, Charvensod, Gressan, Introd, Jovençan, Quart, Saint-Christophe, Saint-Pierre, Sarre e Villeneuve. NUS: comprende i comuni di Aosta, Nus, Quart, Saint-Christophe e Verrayes. CHAMBAVE: comprende i comuni di Chambave, Châtillon, Montjovet, Pontey, Saint-Denis, Saint Vincent e Verrayes. ARNAD-MONTJOVET: comprende i comuni di Arnad, Challand-Saint-Victor, Champdepraz, Hône, Issogne, Montjovet e Verrès. DONNAS: comprende i comuni di Bard, Donnas, Perloz e Pont-Saint-Martin. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1-2 anni, Rosati, Gamay e Novello 1, Rossi 2-3, Donnas 2-5. Vini e vitigni BIANCO o BLANC a bacca bianca
Altre tipologie
Resa Alcol 12
9
Affinamento
Valle d’Aosta
Decreto 16/07/2008 G.U. 06/08/2008. Ha sostituito il Decreto 05/08/2002, D.M. 05/11/1992, precedente D.P.R. 30/07/1985 e successive modifiche.
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Vini e vitigni BLANC DE MORGEX ET DE LA SALLE prié blanc
Altre tipologie
Resa
Alcol
9
9
SPUMANTE 9 VENDEMMIA TARDIVA 9
CHAMBAVE MOSCATO o CHAMBAVE MUSCAT moscato bianco
10
11
CHAMBAVE MOSCATO PASSITO o CHAMBAVE MUSCAT FLÉTRI moscato bianco
10
13+3.5
CHARDONNAY chardonnay min. 85%
11
11
VENDEMMIA TARDIVA 11 MOSCATO BIANCO o MUSCAT PETIT GRAIN moscato bianco min. 85%
10
Valle d’Aosta
VENDEMMIA TARDIVA 10
18
10.5 9+3
12+3
Affinamento
7
12
7
11 13.5+3
MOSCATO BIANCO PASSITO o MUSCAT PETIT GRAIN FLÉTRI moscato bianco min. 85%
10 13.5+3.5
MÜLLER THURGAU müller thurgau min. 85%
11
7 12
10
VENDEMMIA TARDIVA 11
10+3
7
NUS MALVOISIE pinot grigio o pinot gris
8
11.5
NUS MALVOISIE PASSITO o NUS MALVOISIE FLÉTRI pinot grigio o pinot gris
8
14+2.5
12
PASSITO o FLÉTRI a bacca bianca o idonei
10
13+3.5
12
Altre tipologie
PETITE ARVINE petite arvine min. 85%
Resa
Alcol
12
11
VENDEMMIA TARDIVA 10 PINOT BIANCO o PINOT BLANC 10 pinot bianco min. 85% VENDEMMIA TARDIVA 10 PINOT GRIGIO o PINOT GRIS pinot grigio min. 85%
10 VENDEMMIA TARDIVA 10
12+3
7
11 12+3
7
11 12+3
PINOT NERO o PINOT NOIR pinot nero min. 85% (vinificato in bianco)
10
11
TRAMINER AROMATICO o GEWÜRZTRAMINER traminer aromatico min. 85%
10
11
VENDEMMIA TARDIVA 10
Affinamento
7
12+3
7 12
TRAMINER AROMATICO PASSITO o GEWÜRZTRAMINER FLÉTRI traminer aromatico min. 85%
10
13.5+3
ROSSO o ROUGE a bacca rossa
12
9.5
ROSATO o ROSÉ a bacca rossa
12
9.5
NOVELLO o NOUVEAU a bacca rossa
12
10
ARNAD-MONTJOVET nebbiolo min. 70%
8
11
6
8
12
13
10
11
6
10
12
9
SUPERIORE CHAMBAVE petit rouge min. 70% SUPERIORE
Valle d’Aosta
Vini e vitigni
19
Vini e vitigni
Altre tipologie
Resa
Alcol
Affinamento
7.5
11.5
25
7.5
12.5
31
CORNALIN cornalin min. 85%
10
11.5
6
ENFER d’ARVIER petit rouge min. 85%
9
11.5
6
9
12.5
9
FUMIN fumin min. 85%
10
11
6
GAMARET gamaret min. 85%
10
11
6
GAMAY gamay min. 85%
12
11
6
MAYOLET mayolet min. 85%
10
11.5
6
MERLOT merlot min. 85%
10
11.5
6
NEBBIOLO nebbiolo min. 85%
10
11
6
NUS vien de Nus e petit rouge min. 70%, con vien de Nus min 40% SUPERIORE
10
11
6
10
12
9
PETIT ROUGE petit rouge min. 85%
10
11
6
PINOT NERO o PINOT NOIR pinot nero min. 85%
10
11.5
6
DONNAS nebbiolo min. 85% SUPERIORE
Valle d’Aosta
SUPERIORE
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Vini e vitigni
Altre tipologie
Resa
Alcol
PRËMETTA prié rouge o prëmetta min. 85%
10
10.5
SYRAH syrah min. 85%
10
11.5
6
TORRETTE petit rouge min. 70%
10
11
6
12
9
11
6
SUPERIORE VUILLERMIN vuillermin min. 85%
10
Affinamento
520 ettari di terreno vitato ed una sola denominazione, ma i vitigni e i vini prodotti sono davvero molti. In questa piccola regione si assiste alla convivenza tra vitigni autoctoni, piccole perle che in Italia non si trovano da nessuna altra parte, e vitigni di importazione, che hanno trovato in questo ambiente così particolare l’ideale per dare buoni frutti. Vini bianchi, rosati, rossi, spumanti e passiti… non si può certo affermare che manchi la possibilità di scegliere il vino più adatto per un perfetto abbinamento con un gustoso menu. I vini bianchi secchi della Valle d’Aosta ci regalano cristalline trasparenze, un colore giallo paglierino, spesso
Moscato bianco a Chambave
Valle d’Aosta
Le tipologie ammesse al Valle d’Aosta o Vallée d’Aoste Blanc de Morgex et de La Salle Spumante, sono: Extra brut, Brut, Sec, Demi-sec e Pas dosé. Le dizioni ammesse anche in lingua francese sono: VENDEMMIA TARDIVA o VENDANGE TARDIVE, SPUMANTE o MOUSSEUX, SUPERIORE o SUPÉRIEUR e VIGNA o VIGNE o CLOS.
21
Valle d’Aosta
tenue, con riflessi verdolini, che in alcuni casi sfumano nelle tonalità grigie del prëmetta o in quelle oro antico del petite arvine. I bouquet sono fruttati, a volte floreali e leggermente erbacei. In genere poco o abbastanza caldi, i vini bianchi valdostani non sono dotati di grande morbidezza e struttura, ma sono fragranti e gradevolmente freschi, caratteri che li rendono perfetti con piatti tradizionali come la minestra di riso alla valdostana, la soupe grasse con la toma, lo sformatino di ricotta alla crema di lattuga, le frittate alle erbe e il vitello tonnato. Il Blanc de Morgex et de la Salle, dal profumo delicato con sottofondo di fieno di montagna, è ottimo come aperitivo, con la mocetta ed antipasti a base di verdure, mousse di porri tardivi, trote alla griglia o alla valdostana, sformato di patate, piatti di carni bianche crude o preparate come la carbonade. Il Petite arvine viene prodotto dall’omonimo vitigno autoctono in piccole nicchie con esposizioni particolarmente favorevoli, dove riesce ad esprimersi ad elevati livelli, ma anche in zone climaticamente un po’ più calde riesce a conservare una freschezza rara, che gli deriva dall’acidità tipica di queste uve. Elegante e fruttato, questo vino ha un profumo con piacevoli ricordi di fiori di montagna e sentori di pera o di frutta secca come la nocciola, ed è ottimo con piatti di pesce come la trota salmonata alle bacche di ginepro, oltre che compagno ideale di spuntini a base di salumi e formaggi poco stagionati.
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I deliziosi vini aromatici come lo Chambave Moscato e il Nus Malvoisie, o più discretamente profumati come il Müller thurgau, sono ottimi come aperitivi o per accompagnare una cialda di funghi porcini su vellutata di fontina, la mocetta di camoscio con frutti di cìrmolo e patate al vapore, un crostone di pane nero al caprino di Courmayeur e pere kaiser, o più semplici asparagi al burro, sformati di spinaci, riso e prezzemolo e le cime di luppolo. Malvoisie flétri
E poi i passiti. Lo Chambave Moscato Passito o Chambave
La maggior parte dei vini rossi prodotti in Valle d’Aosta ha un bel colore rosso rubino Nebbiolo a Donnas che tende a sfumare al granato nel Donnas, nell’Enfer d’Arvier e nell’Arnad-Montjovet, secondo il periodo di affinamento. Il bouquet si presenta con accenti di frutta e di fiori rossi, arricchito di particolari sentori di mandorle nel Donnas. Secchi, in genere abbastanza caldi e abbastanza morbidi, i vini rossi valdostani sono piuttosto freschi e dotati di buona struttura; si abbinano gradevolmente con agnolotti di carne canavesani, fonduta, soupe paysanne con toma e fontina, bollito misto, costolette alla valdostana e trippa alla savoiarda. Il Fumin è un vino ottenuto da un vitigno autoctono riscoperto ultimamente, e valorizzato da un affinamento in barrique che gli conferisce una particolare intensità di profumi e sapori, che lo rendono adatto ad abbinamenti con salumi, costolette alla valdostana e carni arrostite. Se invece si passa ai rossi più strutturati come il Donnas e l’Arnad-Montjovet, si possono presentare accanto a bocconcini di capra su letto di cavolo verza, anatra farcita, civet di camoscio alla montanara, pernice in salmì, brasato al vino rosso, capriolo alla valdostana, tome stagionate o altri formaggi ai quali il tempo abbia regalato profumi e sapori intensi e persistenti.
Valle d’Aosta
Muscat Flétri si presenta con un bellissimo colore giallo oro, che nel Nus Malvoisie Passito assume le sfumature dell’oro antico con riflessi ambrati. Il bouquet è intenso e aromatico, con profumi di frutta matura e di fiori, di confetture e di spezie. Dolci e dotati di grande morbidezza, sono vini che presentano anche buone doti di freschezza, sapidità e corpo. Si abbinano molto bene con pasticceria secca locale come amaretti, baci di Courmayeur, canestrelli, tegole di Aosta, torcetti di Saint Vincent, torta alle mandorle e alle nocciole.
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Piemonte
Piemonte
ZONE DI PRODUZIONE DI ALCUNI VINI DOCG 3
SVIZZERA Domodossola
VERBANIA Lago d'Orta
Lago Maggiore
VALLE D'AOSTA
BIELLA
4
Ghemme
NOVARA
o
ea
VERCELLI
in Tic
Sesia
lt Ba ra Do
Gattinara
LOMBARDIA
Po
TORINO
Dora Riparia
FRANCIA
Pinerolo
ASTI
8 2
Saluzzo
Tanaro
ALESSANDRIA Tortona
Barbaresco Gavi Alba Acqui Barolo Terme Ovada
Bra
9
5 1 7 10
Dogliani
CUNEO
6
1
Barbaresco
4
Ghemme
7
Cortese di Gavi o Gavi
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Barolo
5
Asti
8
Roero
3
Gattinara
6
Brachetto d'Acqui o Aqui
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Dolcetto di Dogliani Superiore o Dogliani
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Dolcetto di Ovada Superiore o Ovada
Piemonte
LIGURIA
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Vitigni idonei alla coltivazione in regione A bacca bianca, tra i più coltivati: moscato bianco, cortese, manzoni bianco, chardonnay, arneis, erbaluce e favorita. Gli altri: barbera bianca, bussanello, müller thurgau, nascetta, pinot bianco, riesling, riesling italico, rossese bianco, sauvignon, sylvaner verde e timorasso. A bacca grigia/rosa: pinot grigio e traminer aromatico. A bacca rossa, tra i più coltivati: barbera, dolcetto, nebbiolo, freisa, brachetto, grignolino, bonarda e croatina. Gli altri: albarossa, aleatico, ancellotta, avanà, avarengo, becuet, cabernet franc, cabernet sauvignon, chatus, ciliegiolo, cornarea, doux d’henry, durasa, gamay, lambrusca di Alessandria, malvasia di Casorzo, malvasia di Schierano, malvasia nera lunga, merlot, moscato nero di Acqui, ner d’ala, neretta cuneese, neretto di Bairo, pelaverga, pelaverga piccolo, petit verdot, pinot nero, plassa, quagliano, ruchè, sangiovese, syrah, teroldego, uvalino, uva rara e vespolina.
Piemonte
I vini del Piemonte
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DOCG: Asti, Barbaresco, Barbera d’Asti, Barbera del Monferrato Superiore, Barolo, Brachetto d’Acqui o Acqui, Cortese di Gavi o Gavi, Dolcetto di Diano d’Alba o Diano d’Alba, Dolcetto di Dogliani Superiore o Dogliani, Dolcetto di Ovada Superiore o Ovada, Gattinara, Ghemme, Roero. DOC: Alba, Albugnano, Alta Langa, Barbera d’Alba, Barbera del Monferrato, Boca, Bramaterra, Canavese, Carema, Cisterna d’Asti, Collina Torinese, Colline Novaresi, Colline Saluzzesi, Colli Tortonesi, Cortese dell’Alto Monferrato, Coste della Sesia, Dolcetto d’Acqui, Dolcetto d’Alba, Dolcetto d’Asti, Dolcetto delle Langhe Monregalesi, Dolcetto di Dogliani, Dolcetto di Ovada, Erbaluce di Caluso o Caluso, Fara, Freisa d’Asti, Freisa di Chieri, Gabiano, Grignolino d’Asti, Grignolino del Monferrato Casalese, Langhe, Lessona, Loazzolo, Malvasia di Casorzo o Casorzo, Malvasia di Castelnuovo Don Bosco, Monferrato, Nebbiolo d’Alba, Piemonte, Pinerolese, Rubino di Cantavenna, Ruchè di Castagnole Monferrato, Sizzano, Strevi, Terre Alfieri, Valli Ossolane, Valsusa, Verduno Pelaverga o Verduno.
I VQPRD
ASTI DOCG riconosciuta con D.M. 29/11/1993 - G.U. 07/12/1993. Modifica con Decreto 14/08/1995 - G.U. 29/09/1995. Modifica con Decreto 05/05/2008 - G.U. 27/05/2008.
L’Asti Spumante è certamente il più celebre spumante dolce italiano, con le intense, aggraziate e fragranti note aromatiche dei suoi profumi, e la gradevolissima dolcezza. Il moscato bianco ha trovato in questa zona la nicchia ideale in cui propagarsi e dare i frutti migliori, con grappoli ad acini piccoli e dorati, che sembra di assaporare mentre si sorseggia una coppa di questo spumante. Brillante, di colore giallo paglierino ravvivato dai tipici riflessi dorati delle uve moscato e da quelli verdolini quando degustato nel pieno della giovinezza, presenta bollicine festose e zampillanti, fini, numerose e persistenti. Il bouquet è intenso e aromatico, fruttato e solo delicatamente floreale, con inconfondibili sentori di salvia, muschio e pesca bianca, ma anche alcune note di albicocca, glicine, fiori d’arancio e tiglio. Dolce, leggero di alcol, piacevolmente fresco e debole di corpo, è dotato di una persistenza gusto-olfattiva molto gradevole.
Piemonte
Zona di produzione: comprende il territorio già delimitato con D.L. 16/10/1931 e D.M. 05/04/1932, e precisamente 29 comuni in provincia di Asti, 15 in quella di Cuneo e 9 in quella di Alessandria. Resa: max. 10 t/ha. Vitigno: moscato bianco. Epoca migliore per il consumo: mediamente entro l’anno. Tipologie - Asti Spumante o Asti, con titolo alcolometrico minimo di 12% (svolto tra 7 e 9.5%) e Moscato d’Asti, con titolo alcolometrico minimo di 11% (svolto tra 4.5 e 6.5%).
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Il Moscato, nella sua caratteristica bottiglia con il tappo raso di sughero, è più dolce, morbido e fruttato dello Spumante, e si abbina perfettamente con la classica torta di nocciole delle Langhe o con quella di mele e pinoli. È ottimo anche con la torta al limone o alle pesche, con i canestrellini ed i dolcetti di albicocche, con la sabbiosa con il mascarpone, con torte, pasticcini alla crema e biscotti di meliga (mais), così come lo Spumante, che è delizioso anche con il soufflé di mele e alla vaniglia, le pesche ripiene, le sfogliate di frutta, l’aspic di frutta, la mousse tropicale e il tradizionale panettone natalizio.
BARBARESCO DOCG Decreto 16/04/2010 - G.U. 24/04/2010. Ha sostituito il Decreto 21/02/2007 e D.P.R. 03/10/1980. Zona di produzione: comprende i comuni di Barbaresco, Neive, Treiso e Alba (solo la frazione San Rocco Seno d’Elvio), in provincia di Cuneo. Menzioni geografiche aggiuntive: Albesani, Asili, Ausario, Balluri, Basarin, Bernadot,
Piemonte
Bordini, Bricco di Neive, Bricco di Treiso, Bric-Micca, Cà Grossa, Canova, Cars, Casot, Castellizzano, Cavanna, Cole, Cottà, Currà, Faset, Fausoni, Ferrere, Gaia-Principe, Gallina, Garassino, Giacone, Giacosa, Manzola, Marcarini, Marcorino, Martinenga, Meruzzano, Montaribaldi, Montefico, Montersino, Montestefano, Muncagota, Nervo, Ovello, Pajé, Pajorè, Pora, Rabajà, Rabajà-Bas, Rio Sordo, Rivetti, Rizzi, Roccalini, Rocche Massalupo, Rombone, Roncaglie, Roncagliette, Ronchi, San Cristoforo, San Giuliano, San Stunet, Secondine, Serraboella, Serracapelli, Serragrilli, Starderi, Tre Stelle, Trifolera, Valeirano, Vallegrande e Vicenziana.
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La menzione Vigna è ammessa soltanto per le suddette menzioni geografiche aggiuntive. Vitigno: nebbiolo. Resa: max. 8 t/ha; 7.2 con “menzione geografica aggiuntiva” e Vigna. Titolo alcolometrico minimo: 12.5%. Affinamento: minimo 26 mesi. Epoca migliore per il consumo: mediamente 10-15 anni, ma può essere anche più lunga. Altra tipologia - Riserva, con affinamento minimo di 50 mesi.
Piemonte
Il vino di Barbaresco, comune collinare a sud-est di Alba e affacciato sulle rive del Tanaro, era già noto ai Romani. Nei secoli non ha fatto altro che migliorare la propria immagine, fino a quella attuale, che lo consacra tra le più belle realtà enologiche, non solo italiane. E anche se può sembrare strano, solo alla fine dell’800 il Barbaresco divenne definitivamente vino secco, secondo nuove tecniche di produzione che lo volevano “fine, morbido e generoso”. Su queste colline il nebbiolo segue il suo ciclo vegetativo e colturale più ampio: è il primo a germogliare e l’ultimo a lasciar cadere le foglie. Anche per questo è molto soggetto alle situazioni altalenanti del clima, sia per le gelate primaverili tardive, sia per l’incidenza delle piogge e delle nebbie autunnali, cause della forte diversificazione tra le annate, che si evidenzia per il Barbaresco così come per il Barolo. Il terreno di queste colline a est di Alba è generalmente argilloso-calcareo e le migliori vigne si trovano tra i 300-450 metri di altitudine, sullo sfondo di un paesaggio tranquillo e rilassante. Produttori eccezionali ci danno vini sublimi, ma questo non deve far pensare che non esistano realtà un po’ meno aristocratiche ma comunque molto valide. Sempre elegante, il Barbaresco esprime personalità diverse a seconda degli appezzamenti di terreno: i vini di Treiso sono più strutturati, più raffinati quelli di Neive, più longevi e ricchi quelli di Barbaresco. Il colore del Barbaresco ha le tonalità rosso granato tipiche del grande vitigno da cui si ottiene, con splendide sfumature aranciate. Il bouquet è di alto lignaggio e ampio, con profumi fruttati di confetture di frutti rossi e floreali di viola che, con l’affinamento, si arricchiscono di sentori di spezie come la vaniglia, la noce moscata e la cannella, di legno, di frutta secca come la nocciola tostata, e ancora di cuoio, tabacco, affumicato, liquirizia e cacao. Per lunghi mesi il vino riposa nelle botti e migliora il suo sapore sempre vellutato, esprime tutto il suo calore e acquista morbidezza, mantenendo il ricco patrimonio di tannini che gli regalano nobiltà e grande struttura. E come è possibile non immaginare questo vino, in grado di soddisfare anche i palati più esigenti, su una tavola sontuosa? Il Barbaresco si abbina splendidamente con pietanze a base di carni rosse, anche elaborate e ricche di profumi e sapori intensi e persistenti, preparazioni con il famoso tartufo bianco d’Alba, piatti a base di selvaggina come il camoscio alla piemontese, formaggi nobili stagionati come la toma piemontese e il bagoss. Il disciplinare di produzione del Barbaresco è stato modificato ed ora prevede 66 “menzioni geografiche aggiuntive”, nomi indicativi di microterritori che si potranno trovare indicati in etichetta (Albesani, Asili, Ausario, Balluri, Basarin, Bernadot, Bordini ecc). Chi vuole, potrà anche indicare il nome della vigna. In pratica, sfrut-
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Piemonte
tando un decreto del 1992 di accompagnamento alla 164, in un disciplinare è stato introdotto per la prima volta il concetto di microterritorio, quello che i francesi chiamano cru. Mentre le sottozone sono delle aree che identificano meglio un vino e lo distinguono dagli altri con lo stesso nome, queste microaree sono grandi al massimo qualche decina di ettari e a volte corrispondenti solo a una collina o a un versante della stessa, a ribadire un forte legame, stretto e indissolubile, tra vino e territorio. La menzione non riguarda la vigna di produzione, fatto privato di ogni azienda, ma è un’indicazione geografica storica per precisare provenienza e qualità delle uve, storicità che è stata la chiave per aprire le porte del Ministero, poco propenso ad ammettere una denominazione con 66 specifiche diverse. Le microaree individuate non rappresentano una scala di qualità, come avviene in Francia, ma una definizione di carattere geografico delle zone più vocate. Per ogni microterritorio è stato redatto un disciplinare-allegato, con indicazioni molto specifiche. Quello del Barbaresco è un caso per ora unico in Italia, ma costituisce un precedente che potrebbe aprire la strada a molti altri territori. Di sicuro le Langhe non intendono fermarsi e preparano la stessa innovazione anche per il Barolo.
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BARBERA DEL MONFERRATO SUPERIORE DOCG riconosciuta con Decreto del 27/06/2008 - G.U. 08/07/2008.
La zona principale di coltivazione del vitigno barbera, documentato in Piemonte la prima volta nel 1798, con il nome di “Vitis vinifera Montisferratensis”, è il Monferrato. Nata con ogni probabilità da un incrocio spontaneo di semi di vitigni più antichi, oggi la barbera occupa circa il 50% dell’impianto vitivinicolo piemontese e, con il riconoscimento delle DOCG Barbera del Monferrato Superiore e Barbera d’Asti, ha ottenuto l’investitura tra i più grandi protagonisti nazionali. Il disciplinare di produzione prevede la coltura del vitigno in terreni argillosi, limosi, sabbiosi e calcarei, con giacitura solo collinare ed esclusione dei fondivalle, di quelli umidi e non sufficientemente soleggiati. L’altitudine prevista non deve superare i 650 m slm e per i nuovi impianti è esclusa l’esposizione a nord.
BARBERA D’ASTI DOCG riconosciuta con Decreto del 08/07/2008 - G.U. 21/07/2008. Zona di produzione: comprende 116 comuni della provincia di Asti, in pratica tutti escluso Cellarengo e Villanova d’Asti e 51, in quella di Alessandria. Sottozona COLLI ASTIANI o ASTIANO: comprende interamente i comuni di Azzano d’Asti, Mongardino, Montaldo Scarampi, Montegrosso d’Asti, Rocca d’Arazzo, Vigliano d’Asti e parte di Asti e Isola d’Asti, in provincia di Asti.
Piemonte
Zona di produzione: comprende il territorio di 214 comuni, dei quali 98 perfettamente suddivisi tra l’Alto e il Basso Monferrato, in provincia di Alessandria e 116 in quella di Asti, praticamente tutti i comuni escluso quelli di Cellarengo e Villanova d’Asti. Resa: max. 9 t/ha; 8 con menzione Vigna. Vitigni: barbera; ammessi freisa e/o grignolino e/o dolcetto max. 15%. Titolo alcolometrico minimo: 13%. Affinamento: minimo 14 mesi di cui almeno 6 in botti di rovere di qualsiasi dimensione. Epoca migliore per il consumo: mediamente 3-5 anni.
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Sottozona NIZZA: comprende interamente i comuni di Agliano Terme, Belveglio, Bruno, Calamandrana, Castel Boglione, Castelnuovo Belbo, Castelnuovo Calcea, Castel Rocchero, Cortiglione, Incisa Scapaccino, Moasca, Mombaruzzo, Mombercelli, Nizza Monferrato, Rocchetta Palafea, San Marzano Oliveto, Vaglio Serra e Vinchio, in provincia di Asti. Sottozona TINELLA: comprende interamente i comuni di Calosso, Castagnole delle Lanze, Coazzolo, Costigliole d’Asti e parte d’Isola d’Asti, in provincia di Asti. I vigneti iscritti agli albi del Barbera del Monferrato e del Barbera del Monferrato Superiore non possono fare parte di quello del Barbera d’Asti. Epoca migliore per il consumo: mediamente 4-5 anni. Per i vini BARBERA D’ASTI è ammessa la menzione Vigna.
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Vini e vitigni
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Altre tipologie
Resa Alcol
Affinamento
BARBERA D’ASTI - barbera min. 85%; ammessi freisa e/o grignolino e/o dolcetto Con menzione Vigna
9
12
4
8
12.5
4
BARBERA D’ASTI SUPERIORE - stessi vitigni Con menzione Vigna
9 8
12.5 12.5
14 14
BARBERA D’ASTI SUPERIORE TINELLA barbera min. 85%
7
13
23
BARBERA D’ASTI SUPERIORE COLLI ASTIANI o ASTIANO - barbera min. 90%
7
13
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BARBERA D’ASTI SUPERIORE NIZZA barbera min. 85%
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La Barbera d’Asti è sicuramente quella prodotta in quantità maggiori, anche se questa zona è famosa in tutto il mondo soprattutto per gli spumanti aromatici dolci. Questo vino può regalare belle sorprese, grazie alla maggior morbidezza, miglior struttura e acidità meno pronunciata di quella delle altre Barbera. Agliano dà vini più fini e fruttati, Costigliole e Nizza altri con spiccata acidità e sapidità, oltre che di grande struttura, ricordando che la Barbera d’Asti è, in genere, la più “succosa”, con note pseudocaloriche più pronunciate.
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ZONE E SOTTOZONE DI PRODUZIONE DEI VINI BARBERA D’ASTI DOCG
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BAROLO DOCG riconosciuta con D.P.R. 01/07/1980 - G.U. 22/01/1981. Modifica Parere favorevole G.U. 08/02/2010.
Piemonte
Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Barolo, Castiglione Falletto e Serralunga d’Alba ed in parte di Cherasco, Diano d’Alba, Grinzane Cavour, La Morra, Monforte d’Alba, Novello, Roddi e Verduno, in provincia di Cuneo. Menzioni geografiche aggiuntive: Albarella, Altenasso o Garblet Suè o Garbellet-
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to Superiore, Annunziata, Arborina, Arione, Ascheri, Bablino, Badarina, Baudana, Bergeisa, Bergera-Pezzole, Berri, Bettolotti, Boiolo, Borzone, Boscareto, Boscatto, Boschetti, Brandini, Brea, Breri, Bricco Ambrogio, Bricco Boschis, Bricco Chiesa, Bricco Cogni, Bricco delle Viole, Bricco Luciani, Bricco Manescotto, Bricco Manzoni, Bricco Rocca, Bricco Rocche, Bricco San Biagio, Bricco San Giovanni, Bricco San Pietro, Bricco Vigna Mirasole, Bricco Voghera, Briccolina, Broglio, Brunate, Brunella, Bussia, Campasso, Cannubi, Cannubi Boschis, Cannubi Muscatel, Cannubi San Lorenzo, Cannubi Valletta, Canova, Capalot, Cappallotto, Carpegna, Case Nere, Castagni, Castellero, Castelletto, Castello, Cerequio, Cerrati, Cerretta, Cerviano-Merli, Ciocchini, Ciocchini-Loschetto, Codana, Collaretto, Colombaro, Conca, Corini-Pallaretta, Costabella, Coste di Rose, Coste di Vergne, Crosia, Damiano, del comune di Barolo, del comune di Castiglione Falletto, del comune di Cherasco, del comune di Diano d’Alba, del comune di Grinzane Cavour, del comune di La Morra, del comune di Monforte d’Alba, del comune di Novello, del comune di Roddi, del comune di Serralunga d’Alba, del comune di Verduno, Drucà, Falletto, Fiasco, Fontanafredda, Fossati, Francia, Gabutti, Galina, Gallaretto Garretti, Gattera, Giachini, Gianetto, Ginestra, Gramolere, Gustava, La Corte, La Serra, La Vigna, La Volta, Lazzarito, Le Coste, Le Coste di Monforte, Le Turne, Lirano, Liste, Manocino, Mantoetto, Marenca, Margheria, Mariondino o Monriondino o Bricco Moriondino, Massara, Meriame, Monprivato, Monrobiolo di Bussia, Montanello, Monvigliero, Mosconi, Neirane, Ornato, Paiagallo, Panerole, Parafada, Parussi, Pernanno, Perno, Piantà, Pira, Pisapola, Prabon, Prapò, Preda, Pugnane, Ravera, Ravera di Monforte, Raviole, Riva Rocca, Rivassi, Rive, Rivette, Rocche dell’Annunziata, Rocche dell’Olmo, Rocche di Castiglione, Rocchettevino, Rodasca, Roere di Santa Maria, Roggeri, Roncaglie, Ruè, San Bernardo, San Giacomo, San Giovanni, San Lorenzo, San Lorenzo di Verduno, San Pietro, San Ponzio, San Rocco, Santa Maria, Sant’Anna, Sarmassa, Scarrone, Serra, Serra dei Turchi, Serradenari, Silio, Solanotto, Sorano, Sottocastello di Novello, Teodoro, Terlo, Torriglione, Valentino, Vignane, Vignarionda, Vignolo, Villero, Zoccolaio, Zonchetta, Zuncai.
La menzione Vigna è ammessa soltanto per le suddette menzioni geografiche aggiuntive.
Barolo. Il solo nome di questo vino incute un certo rispetto, e non può non suscitare immagini immediate di crepuscoli autunnali, in coloro che hanno avuto l’occasione di passare qualche pomeriggio di ottobre tra queste colline dove, in piccoli fazzoletti ben esposti e nei terreni migliori, il nebbiolo ha trovato la sua culla ideale. Il Barolo è certamente uno dei vini che rappresenta al meglio nel mondo il nostro patrimonio enologico, vero vanto per tutti coloro che, da generazioni, sono impegnati in questa produzione che sa raggiungere livelli di eccellenza assoluta. Il Barolo non è un vino facile da ottenere e, per esempio, già la scelta dei cloni di nebbiolo da impiantare nel vigneto fa preferire quelli ad acino piccolo, che possono garantire pigmentazione e carica polifenolica migliori. Il nebbiolo è un vitigno particolare ed estremamente legato a questa terra, e anche per questo il suo impianto non ha dato risultati positivi al di fuori di Piemonte e Lombardia. Passeggiare tra questi vigneti, tra “bricchi” e “sorì” con la migliore esposizione a sud-ovest, crinali sui quali le viti disegnano perfette geometrie, significa riscoprire antiche emozioni, ma non si può negare che attualmente molti produttori adottino nuovi principi di produzione e di affinamento e, in alcuni casi, anche una diversa “filosofia” nella concezione di questo vino. Chi punta sulla “tradizione” preferisce un vino più robusto e tannico, da maturare a lungo in grandi botti, lasciando che il lento scorrere del tempo affini tutte le sue caratteristiche, mentre chi punta sull’ “innovazione” utilizza le piccole botti, e intende produrre un vino un po’ più morbido e gentile, apprezzabile entro tempi più brevi. Il colore del Barolo è un bellissimo rosso granato intenso ed elegantemente trasparente, con riflessi aranciati sempre più accentuati man mano che si allunga il periodo di affinamento. Il bouquet è ampio e avvolgente, con aromi floreali di
Piemonte
Resa: max. 8 t/ha; 7.2 con “menzione geografica aggiuntiva” e Vigna. Vitigno: nebbiolo. Titolo alcolometrico minimo: 13%. Affinamento: minimo 38 mesi. Epoca migliore per il consumo: mediamente 10-20 anni, ma può essere anche più lunga. Altre tipologie - Riserva, con affinamento minimo di 62 mesi. Barolo Chinato, preparato utilizzando come vino base il Barolo e con un’aromatizzazione da consentire, secondo le normative vigenti, il riferimento alla china.
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rosa e viola secche, fruttati di lamponi e fragoline di bosco, poi di confetture e noce moscata, che nel tempo si arricchiscono di sentori di funghi secchi, pepe nero, tartufo, terra bagnata, liquirizia, tabacco, cuoio, affumicato e goudron, e, in quelli di concezione più moderna, sentori balsamici e di cioccolato. La grande morbidezza, unitamente a sapidità e tannicità, rendono questo vino robusto ed austero, con note di freschezza ancora percettibili dopo molti anni di affinamento, che contribuiscono a garantire al vino una grande longevità. Ed infine sono di notevole rilievo l’equilibrio, la lunga persistenza gusto-olfattiva e la meravigliosa armonia, che rendono ancora più semplice ricordare a lungo questo grande vino. Da tutti conosciuto come “il re dei vini, il vino dei re”, dà mirabili abbinamenti con carni rosse salsate come un filetto al pepe, la bagna càôda di acciughe alla finanziera, piatti tartufati, preparazioni a base di selvaggina da pelo e da piuma, lepre in civet, formaggi a pasta dura stagionati come il castelmagno e - come dimenticarlo? - il più classico dei brasati al Barolo.
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BRACHETTO D’ACQUI o ACQUI DOCG riconosciuta con Decreto 24/04/1996 - G.U. 07/06/1996.
Gradevole, frizzante, brioso, allegro e profumato, il Brachetto d’Acqui è ottenuto dall’omonimo vitigno aromatico, che dà a questo vino bellissimi colori porpora o rubino con riflessi violacei, profumi di rosa e fragoline di bosco, con sentori che ricordano il più famoso moscato. Dolce, leggero di alcol, poco strutturato e poco sapido, gradevolmente fresco nella sua vivacità gustativa, si abbina perfettamente a pasticceria secca, pesche ripiene, spumone alla piemontese, crostate ai frutti di bosco, bavarese ai lamponi e charlotte alle fragole.
Piemonte
Zona di produzione: comprende i comuni di Bubbio, Calamandrana, Cassinasco, Castel Boglione, Castelletto Molina, Castel Rocchero, Cessole, Fontanile, Loazzolo, Maranzana, Mombaruzzo, Monastero Bormida, Montabone, Nizza Monferrato limitatamente alla parte di territorio situato alla destra del torrente Belbo, Quaranti, Rocchetta Palafea, Sessame e Vesime, in provincia di Asti; Acqui Terme, Alice Bel Colle, Bistagno, Cassine, Ricaldone, Strevi, Terzo e Visone in quella di Alessandria. Resa: max. 8 t/ha. Vitigno: brachetto. Titolo alcolometrico minimo: 11.5% (svolto minimo 5%). Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-2 anni. Altre tipologie - Rosso e Rosato. Spumante, con titolo alcolometrico minimo di 12% (svolto almeno 6%). Il Brachetto d’Acqui o Acqui, all’atto dell’immissione al consumo, può presentare uno sviluppo di anidride carbonica proveniente solo dalla fermentazione e, conservato a 20 °C in recipienti chiusi, deve presentare una sovrapressione non superiore a 1.7 bar.
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CORTESE DI GAVI o GAVI DOCG riconosciuta con Decreto 29/07/1998 - G.U. 10/08/1998.
Piemonte
Zona di produzione: comprende i comuni di Bosio, Capriata d’Orba, Carrosio, Francavilla Bisio, Gavi, Novi Ligure, Parodi Ligure, Pasturana, San Cristoforo, Serravalle Scrivia e Tassarolo, in provincia di Alessandria. Resa: max. 9.5 t/ha. Vitigno: cortese. Titolo alcolometrico minimo: 10.5%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1 anno. Altre tipologie - Frizzante e Spumante.
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Tra tanti rossi impegnativi e che bisogna aspettare a lungo, in Piemonte si trova anche questo vino bianco DOCG ottenuto dal vitigno cortese che, al contrario, regala tutta la sua semplice freschezza in poco tempo. Giallo paglierino con riflessi verdolini, ha delicati profumi di frutta fresca, a volte con leggere note di albicocca o di agrumi, di fiori bianchi come il biancospino e di erbe aromatiche, oltre che una buona freschezza gustativa. Ăˆ un vino semplice, non molto strutturato, gradevole al momento dell’aperitivo o in abbinamento con antipasti di mare, minestre in brodo, tortelli di magro, sformati di verdure, trota al cartoccio, coda di rospo alle olive, pesci alCoda di rospo alle olive la griglia e al forno.
DOLCETTO DI DIANO D’ALBA o DIANO D’ALBA DOCG Parere favorevole G.U. 07/04/2010. Zona di produzione: comprende interamente il comune di Diano d’Alba, in provincia di Cuneo. Menzioni geografiche aggiuntive: Sorì Autin Grand, Sorì Autin Souvè, Sorì Autinot,
La menzione Vigna è ammessa soltanto per le suddette menzioni geografiche aggiuntive. Resa: max. 8 t/ha. Vitigno: dolcetto. Titolo alcolometrico minimo: 12%. Affinamento: minimo 2 mesi. Epoca migliore per il consumo: mediamente 2-4 anni. Altra tipologia - Superiore, con titolo alcolometrico minimo di 12.5% e affinamento almeno di 10 mesi. Il Dolcetto di Diano d’Alba o Diano d’Alba, già DOC fin dal 1974, è stato riconosciuto DOCG. La nuova denominazione contribuirà ulteriormente a valorizzare l’albese, un territorio da sempre vocato alle eccellenze enogastronomiche. La superficie coltivata a vite occupa circa 300 ettari e la produzione si aggira sugli 8.000 hl.
Piemonte
Sorì Bric dei Gatti, Sorì Bric del Camparo, Sorì Bric del Ciabot, Sorì Bric del Gerlotto, Sorì Bric della Biria, Sorì Briccola, Sorì Bruni, Sorì Cascina Arione, Sorì Cascina Benevello, Sorì Cascina Carbone, Sorì Cascina Flino, Sorì Cascina Langhetto, Sorì Cascina Manzano, Sorì Cascina Rabino Soprano, Sorì Cascina Rabino Sottano, Sorì Cascina Saliceto, Sorì Cascina San Sebastiano, Sorì Ciabot Rus, Sorì Colombè, Sorì Costa Fiore, Sorì Cristina, Sorì degli Abelloni, Sorì degli Ubert, Sorì dei Berfi, Sorì dei Ciapa, Sorì dei Crava, Sorì dei Pasquali, Sorì dei Peggi, Sorì dei Piani, Sorì dei Pittatori, Sorì dei Servetti, Sorì del Bartu, Sorì del Bonorej, Sorì del Carzello, Sorì del Cascinotto, Sorì del Fossà, Sorì del Genesio, Sorì del Luma, Sorì del Moncolombetto, Sorì del Mongrande, Sorì del Montadino, Sorì del Montagrillo, Sorì del Parisio, Sorì del Pradurent, Sorì del Rabalotto, Sorì del Rapalino, Sorì del Ricchino, Sorì del Romino, Sorì del Servaj, Sorì del Sot, Sorì della Madonnina, Sorì della Mattea, Sorì della Pezzea, Sorì della Regnura, Sorì della Riccheria, Sorì della Rivolia, Sorì della Sorba, Sorì della Sorda, Sorì della Vigna, Sorì delle Cecche, Sorì di San Calogero, Sorì di San Quirico, Sorì Gabriel, Sorì la Fajà, Sorì la Rocca, Sorì Parisa, Sorì Piadvenza, Sorì Pucia del Bric, Sorì Sant’Eurosia, Sorì Santa Lucia, Sorì Teologato, Sorì Vigna della Lepre.
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DOLCETTO DI DOGLIANI SUPERIORE o DOGLIANI DOCG riconosciuta con Decreto del 06/07/2005 - G.U. 23/07/2005. Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Bastia Mondovì, Belvedere Langhe, Clavesana, Cigliè, Dogliani, Farigliano, Monchiero, Rocca Cigliè e parte di Roddino e Somano, in provincia di Cuneo. Resa: max. 7 t/ha; 6.3 con menzione Vigna. Vitigno: dolcetto. Titolo alcolometrico minimo: 13%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 3-5 anni. L’area del Dolcetto di Dogliani è salita alla ribalta negli ultimi anni, sotto l’aspetto sia quantitativo sia qualitativo, con un territorio di produzione abbastanza ampio. I terreni generalmente sono calcarei a banchi arenaceo-marnosi, mentre nella Langa bassa sono morenici, di natura sub-acida. Il clima è prevalentemente secco e contribuisce alla grande concentrazione di zuccheri negli acini con una produzione di alta qualità.
Piemonte
Il dolcetto è la varietà a bacca nera più precoce tra quelle presenti in Piemonte e matura nella seconda metà di settembre, quando i suoi grappoli, come dice il nome, sono ricchi di zuccheri e sono adatti anche a un consumo a tavola.
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Il Dolcetto di Dogliani Superiore ha un colore rosso rubino molto intenso e compatto con sfumature violacee. Il profumo è fruttato con sentori di marasca, mora, ribes, pesca e fiori di campo, con alcune note erbacee di sottobosco, balsamiche e di tabacco. Il gusto è secco, caldo, di discreta morbidezza e freschezza, con tannini piuttosto eleganti e una buona sapidità, doti ideali in abbinamento con il salame di Cuneo, il cisrà (minestra di ceci e trippe), i batsoa (spiedini di carne suina disossati, lessati e fritti), il bollito misto piemontese e lo stracotto di giovenca al Dogliani.
DOLCETTO DI OVADA SUPERIORE o OVADA DOCG riconosciuta con Decreto del 17/09/2008 - G.U. 30/09/2008. Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Belforte Monferrato, Bosio, Capriata d’Orba, Carpeneto, Casaleggio Boiro, Cassinelle, Castelletto d’Orba, Cremolino, Lerma, Molare, Montaldeo, Montaldo Bormida, Mornese, Morsasco, Ovada, Parodi Ligure, Prasco, Rocca Grimalda, San Cristoforo, Silvano d’Orba, Tagliolo Monferrato e Trisobbio, in provincia di Alessandria. Vitigno: dolcetto. Epoca migliore per il consumo: mediamente 3-5 anni. Vini
Altra tipologia
DOLCETTO DI OVADA SUPERIORE o OVADA Con menzione Vigna DOLCETTO DI OVADA SUPERIORE o OVADA RISERVA Con menzione Vigna
Resa Alcol
Affinamento
7
12.5
12
6
13
20
7
12.5
24
6
13
24
GATTINARA
Zona di produzione: comprende il comune di Gattinara in provincia di Vercelli. Resa: max. 8 t/ha; 7.2 con menzione Vigna. Vitigni: nebbiolo (spanna) min. 90%; vespolina (max. 4%) e/o uva rara (bonarda di Gattinara) max. 10%. Titolo alcolometrico minimo: 12.5%. Affinamento: minimo 35 mesi. Altra tipologia - Riserva, con titolo alcolometrico minimo di 13% e affinamento almeno di 47 mesi. Epoca migliore per il consumo: mediamente 8-10 anni. Per i vini GATTINARA è ammessa la menzione Vigna.
Piemonte
DOCG riconosciuta con D.P.R. 20/10/1990 - G.U. 11/03/1991. Modifica Parere favorevole G.U. 16/03/2010.
41
Cambia la zona ma il vitigno dominatore incontrastato è sempre il nebbiolo, qui chiamato spanna e vinificato in un uvaggio nel quale la vespolina è in grado di dare più profumi e, soprattutto, maggiore intensità cromatica, piuttosto leggera nei vini ottenuti da queste uve. Il Gattinara ha un colore rosso granato intenso che, dopo lunghi anni in botte e in bottiglia, sfuma verso toni aranciati più spenti e riflessivi. Il profumo è intenso, ricco di sentori floreali di violetta, confetture di frutti di bosco, spezie, funghi secchi, sottobosco, cuoio, e con il lungo affinamento si arricchisce di ricordi eterei e di goudron. Al gusto evidenzia struttura e complessità, buona acidità, tannicità ben pronunciata, con un fin di bocca leggermente amarognolo. Questo vino si abbina perfettamente con il risotto al Gattinara, il capriolo al ginepro, la lepre in salmì e altri piatti di carne, anche tartufati, il filetto ai funghi e il bollito misto alla piemontese servito con salsa verde, oltre che con formaggi a pasta dura.
GHEMME
Piemonte
DOCG riconosciuta con Decreto 29/05/1997 - G.U. 14/06/1997. Modifica Parere favorevole G.U. 17/03/2010.
42
Zona di produzione: comprende parte dei comuni di Ghemme e Romagnano Sesia, in provincia di Novara. Resa: max. 8 t/ha; 7.2 con menzione Vigna. Vitigni: nebbiolo (spanna); ammessi vespolina e/o uva rara max. 15%. Titolo alcolometrico minimo: 12%. Affinamento: minimo 34 mesi. Altra tipologia - Riserva, con titolo alcolometrico minimo di 12.5% e affinamento almeno di 46 mesi. Epoca migliore per il consumo: mediamente 8-10 anni. Per i vini GHEMME è ammessa la menzione Vigna. Forse meno noto del vicino Gattinara, il Ghemme riesce comunque a mantenere negli anni un ottimo livello qualitativo, grazie alla nobiltà del vitigno impiegato e alla serietà dei produttori. Il colore è rosso granato intenso con riflessi mattonati dopo lunga maturazione, ed il bouquet, ricco di profumi intensi di
violette, si articola in sentori speziati, eterei e di liquirizia. Al gusto è tannico e particolarmente strutturato, e mantiene un discreto supporto di acidità, con un fin di bocca leggermente amarognolo. L’uva rara, che può essere impiegata nell’uvaggio, dona sapidità e ammorbidisce un po’ i toni del nebbiolo. Questo vino si abbina a primi piatti con ragù robusti, brasato al Ghemme, arrosti di carni rosse, selvaggina da piuma in salmì e allo spiedo, lepre in civet e tapulone, oltre che a tutti i formaggi stagionati.
ROERO DOCG riconosciuta con Decreto 07/12/2004 - G.U. 24/12/2004. Modifica con Decreto 23/03/2006 - G.U. 11/04/2006. Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Canale, Corneliano d’Alba, Piobesi d’Alba e Vezza d’Alba, e in parte quelli di Baldissero d’Alba, Castagnito, Castellinaldo, Govone, Guarene, Magliano Alfieri, Montà d’Alba, Montaldo Roero, Monteu Roero, Monticello d’Alba, Pocapaglia, Priocca, Santa Vittoria d’Alba, Santo Stefano Roero e Sommariva Perno, in provincia di Cuneo. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1-2 anni, Rossi 3-5.
ARNEIS arneis
Altre tipologie
Resa 10
11 11.5
8
12.5
20
12.5
32
SPUMANTE
ROSSO (senza specificazione) nebbiolo min. 95%; RISERVA
Alcol Affinamento
Il riconoscimento della DOCG Roero – che prende il nome dalla famiglia che per secoli fu feudataria di queste colline, rappresentandone la realtà enologica - è un passo importante che premia la tenacia di un territorio e dei suoi viticoltori, che in questi anni hanno saputo valorizzare la propria produzione vitivinicola in un contesto di sviluppo del proprio territorio. Il passaggio del Roero da DOC a DOCG premia anche il nebbiolo, uno dei vitigni più rappresentativi piemontesi, ora al-
Piemonte
Vini e vitigni
43
la base di cinque DOCG della regione, più due in Lombardia, a dimostrazione di come l’eterogeneità del territorio possa creare vini con personalità forti e differenti nonostante derivino dallo stesso vitigno. Con le Langhe, il Roero condivide la coltivazione del nebbiolo, ma la sua crescente notorietà è merito anche dell’uva a bacca bianca arneis (è presente anche la favorita), che un tempo era utilizzata per ingentilire i vini rossi e oggi è vinificata in purezza con ottimi risultati. Il Roero è un vino di colore rubino che sfuma verso il granato con l’affinamento, con un bouquet di lamponi e fragoline di bosco, non molto strutturato né tannico, ma caldo e dotato di piacevole morbidezza, che dà buoni risultati in abbinamento con piatti semplici a base di carni rosse o con formaggi non particolarmente stagionati.
Piemonte
Il Roero Riserva può accompagnare piatti più importanti, come selvaggina e brasati.
44
Ovviamente tutto cambia nel Roero Arneis, elegante vino di colore giallo paglierino, con sentori di fiori bianchi, camomilla e ginestra, mela, pesca e nocciola, a volte leggermente erbacei. È decisamente fresco e a volte un po’ vivace, con discrete doti di morbidezza, che lo rendono adatto ad accompagnare primi piatti a base di crostacei o verdure, preparazioni di carni bianche o pesci alla griglia e al forno.
Tasca di manzo ripiena
DOCG E DOC DELLE COLLINE NOVARESI, BIELLESI E VERCELLESI
3 Borgosesia Borgomanero
Boca
7
2
Sostegno
1
Curino
6
Ghemme Masserano
8
Gattinara
Sizzano
Lessona
Fara
Cossato Candelo
Rovasenda Sesia
NOVARA
VERCELLI
9
5
4
1
Ghemme DOCG
6
Gattinara DOCG
2
Boca
7
Bramaterra
3
Colline Novaresi
8
Coste della Sesia
4
Fara
9
Lessona
5
Sizzano
Piemonte
BIELLA
45
BOCA DOC riconosciuta con D.P.R. 18/07/1969 - G.U. 05/09/1969. Modifica Parere favorevole G.U. 16/03/2010.
Piemonte
Zona di produzione: comprende il comune di Boca ed in parte quelli di Cavallirio, Grignasco, Maggiora e Prato Sesia, in provincia di Novara. Resa: max. 8 t/ha; 7.2 con menzione Vigna. Vitigni: nebbiolo (spanna) 70-90%; vespolina e/o uva rara (bonarda novarese) 10-30%. Titolo alcolometrico minimo: 12%. Affinamento: minimo 34 mesi. Epoca migliore per il consumo: mediamente 8-10 anni. Altra tipologia - Riserva, con titolo alcolometrico minimo di 12% (12.5% con menzione Vigna) e affinamento almeno di 46 mesi. Per i vini BOCA è ammessa la menzione Vigna.
46
Difficile da trovare a causa di una produzione limitata, in un territorio molto piccolo, il Boca viene considerato uno dei vini da nebbiolo del Piemonte settentrionale, anche se questo nobile vitigno viene impiegato in percentuale variabile tra il 45-70%. È un vino importante, di colore rosso granato che, a piena maturità, presenta accenti aranciati, mentre i profumi di violetta sono smorzati e avvolti da sentori di confetture, spezie e cuoio. A livello gustativo le sensazioni sono quelle di un vino robusto e austero, che tuttavia mantiene nel tempo buone doti di freschezza che garantiscono grande longevità. Ottimo su importanti risotti, piatti a base di carni rosse brasate e salsate, può degnamente accompagnare formaggi stagionati e ricchi di sapori e profumi intensi e persistenti.
COLLINE NOVARESI DOC riconosciuta con D.M. 22/11/1994 - G.U. 30/11/1994. Zona di produzione: comprende i comuni di Barengo, Boca, Bogogno, Borgomanero, Briona, Cavaglietto, Cavaglio d’Agogna, Cavallirio, Cressa, Cureggio, Fara Novarese, Fontaneto d’Agogna, Gattico, Ghemme, Grignasco, Maggiora, Marano Ticino, Mezzomerico, Oleggio, Prato Sesia, Romagnano Sesia, Sizzano, Suno, Vaprio d’Agogna e Veruno, tutti in provincia di Novara. Titolo alcolometrico minimo: 11%. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Rossi 1-2. Resa
BIANCO erbaluce
9.5
ROSSO (senza specificazione) nebbiolo min. 30%; uva rara max. 40%; vespolina e/o croatina max. 30%
11
BARBERA barbera min. 85%
10
CROATINA croatina min. 85%
10
NEBBIOLO o SPANNA nebbiolo min. 85%
9.5
UVA RARA o BONARDA uva rara min. 85%
9.5
VESPOLINA vespolina min. 85%
9.5
Piemonte
Vini e vitigni
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Uva rara o bonarda e vespolina sono vitigni che vengono usati spesso in uvaggio, in percentuali inferiori rispetto a quelli principali, anche per vini importanti, ma la DOC Colline Novaresi tende a rivalutare queste uve spesso trascurate. I vini cosĂŹ ottenuti da consumare giovani, hanno colore rosso rubino con vivaci riflessi violacei, profumi fruttati e vinosi, media struttura e buona freschezza gustativa. Si possono abbinare con buoni risultati ad antipasti di salumi, zuppe di legumi e cereali e piatti semplici di carni rosse.
FARA DOC riconosciuta con D.P.R. 13/08/1969 - G.U. 05/11/1969. Modifica Parere favorevole G.U. 15/03/2010.
Piemonte
Zona di produzione: comprende i comuni di Fara Novarese e Briona, in provincia di Novara. Resa: max. 10 t/ha; 9 il Riserva. Vitigni: nebbiolo (spanna) 50-70%; vespolina e/o uva rara (bonarda novarese) 30-50%; ammessi altri max. 10%. Titolo alcolometrico minimo: 12%. Affinamento: minimo 22 mesi. Altra tipologia - Riserva, con titolo alcolometrico minimo di 12.5% e almeno 34 mesi di affinamento. Epoca migliore per il consumo: mediamente 4-6 anni. Per i vini FARA è ammessa la menzione Vigna.
48
Nella parte settentrionale della provincia di Novara, su qualche collina ben esposta, nebbiolo, vespolina e bonarda creano questo vino di colore rosso rubino che vira velocemente verso tonalitĂ granato, dal profumo abbastanza intenso con aromi di violetta e di piccoli frutti rossi, morbido, leggermente tannico, generoso e di corpo. Si abbina con piatti della cucina locale, brasato di manzo e rustida, piatto a base di lombo di maiale, polmone e salsiccia.
SIZZANO DOC riconosciuta con D.P.R. 18/07/1969 - G.U. 04/09/1969. Modifica Parere favorevole G.U. 15/03/2010.
Ancora nebbiolo, con vespolina e uva rara, per ottenere questo vino, prodotto solo nel comune di Sizzano, che matura a lungo in botte. Il colore è rosso rubino intenso con riflessi granato, e il bouquet floreale è ricco di sentori di violette. A livello gustativo si possono notare gradevole morbidezza, struttura e buoFinanziera na persistenza aromatica, che rendono interessante questo vino, sempre più difficile da trovare, ma già apprezzato dal conte di Cavour in abbinamento con la finanziera. Questo vino è particolarmente adatto anche agli abbinamenti con spiedini di carni, arrosti, grigliate e formaggi mediamente stagionati.
Piemonte
Zona di produzione: comprende il comune di Sizzano, in provincia di Novara. Resa: max. 9 t/ha; 8.1 il Riserva. Vitigni: nebbiolo (spanna) 50-70%; vespolina e/o uva rara (bonarda novarese) 30-50%; ammessi altri max. 10%. Titolo alcolometrico minimo: 12%. Affinamento: minimo 22 mesi. Epoca migliore per il consumo: mediamente 4-6 anni. Altra tipologia - Riserva, con affinamento almeno di 34 mesi. Per i vini SIZZANO è ammessa la menzione Vigna.
49
BRAMATERRA DOC riconosciuta con D.P.R. 09/04/1979 - G.U. 18/10/1979. Modifica Parere favorevole G.U. 24/04/2010.
Piemonte
Zona di produzione: comprende i comuni di Brusnengo, Curino, Masserano, Sostegno e Villa del Bosco, in provincia di Biella; Lozzolo e Roasio, in quella di Vercelli. Resa: max. 7.5 t/ha; 6.7 il Riserva e con menzione Vigna. Vitigni: nebbiolo (spanna) 50-80%; croatina max. 30%; uva rara (bonarda novarese) e/o vespolina max. 20%. Titolo alcolometrico minimo: 12%. Affinamento: minimo 22 mesi; Altra tipologia: Riserva, con un affinamento minimo di 34 mesi. Epoca migliore per il consumo: mediamente 4-6 anni. Per i vini BRAMATERRA è ammessa la menzione Vigna.
50
Vino interessante e longevo se ben vinificato, il Bramaterra, altro prodotto a base nebbiolo, ha un colore rosso rubino che vira al granato con l’affinamento, così come gli aromi di violetta e di frutta rossa sfumano in quelli speziati e animali. Al gusto è secco, tannico, ben strutturato e con un finale di bocca un po’ amarognolo. Si abbina con piatti della cucina locale, con il risotto alla salsiccia e il tacchino ripieno alla piemontese.
COSTE DELLA SESIA DOC riconosciuta con Decreto 14/09/1996 - G.U. 27/09/1996.
Vini e vitigni
Resa
Alcol
BIANCO erbaluce
11
10.5
ROSSO almeno il 50% di uno dei seguenti vitigni: nebbiolo, barbera, vespolina, croatina e bonarda; ammessi altri max. 50%
11
11
ROSATO stessi del Rosso
11
10.5
BONARDA o UVA RARA bonarda min. 85%
10
11
CROATINA croatina min. 85%
11
11
NEBBIOLO o SPANNA nebbiolo o spanna min. 85%
9
11
VESPOLINA vespolina min. 85%
10
11
Piemonte
Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Gattinara, Lozzolo, Roasio e Serravalle Sesia, in provincia di Vercelli; e quelli di Brusnengo, Candelo, Cerreto Castello, Cossato, Curino, Lessona, Masserano, Mottalciata, Quaregna, Sostegno, Valdengo, Vigliano Biellese e Villa del Bosco, in quella di Biella. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1 anno, Rossi 1-2. Altra tipologia – Novello, il Rosso.
51
Lungo le colline che delimitano la valle della Sesia, si producono vini interessanti, sette dei quali sono stati riconosciuti DOC con la denominazione Coste della Sesia. Il Coste della Sesia Rosso, dal colore rosso granato tendente all’aranciato, trasparente, esprime intensi profumi speziati, fruttati, una ricca mineralità e gradevoli note floreali di rosa secca. Secco e caldo, abbastanza morbido e mediamente fresco, tannico e con un finale ricco di sostanze minerali, si abbina bene con agnello al forno e oca alla contadina.
LESSONA DOC riconosciuta con D.P.R. 03/12/1976 - G.U. 02/03/1977. Modifica Parere favorevole G.U. 16/03/2010.
Piemonte
Zona di produzione: comprende il comune di Lessona in provincia di Biella. Resa: max. 8 t/ha; 7.2 il Riserva. Vitigni: nebbiolo (spanna); ammessi vespolina e/o uva rara (bonarda novarese) max. 15%. Titolo alcolometrico minimo: 12%. Affinamento: minimo 22 mesi. Epoca migliore per il consumo: mediamente 4-6 anni. Altra tipologia - Riserva, con minimo 46 mesi di affinamento. Per i vini LESSONA Riserva è ammessa la menzione Vigna.
52
Vino piuttosto raro e di grande qualità, ottenuto in un piccolissimo territorio, il Lessona ha un colore rosso rubino intenso e brillante ed è dotato di buona consistenza, che si ritrova a livello gustativo in una adeguata struttura. Il bouquet è gradevolmente fruttato con aromi di lampone e fragola, ma si percepiscono anche sentori floreali di viola, più evoluti dopo affinamento, con accenni di spezie. Il gusto è secco e morbido, dotato di buona tannicità, freschezza e persistenza aromatica. Questo vino si abbina in modo particolare con il bollito misto e la fonduta alla piemontese, altre preparazioni tradizionali a base di selvaggina e carni, oltre che con formaggi stagionati.
ZONE DI PRODUZIONE DI ALCUNI VINI DOC
SVIZZERA
1 Domodossola
VERBANIA Lago Maggiore
Lago d'Orta
VALLE D'AOSTA
2 BIELLA
3 no Tici
a lte Ba ra
4
Sesia
Do
Ghemme Gattinara
NOVARA VERCELLI
5
LOMBARDIA
Po
TORINO
7
ro Tana
Dora Riparia
ASTI
Pinerolo
6
ALESSANDRIA FRANCIA
Alba
Saluzzo
9
8 10
Bra
Tortona
11
Barbaresco Gavi Acqui Terme
Barolo
CUNEO
1
Valli Ossolane
5
Valsusa
2
Colline Novaresi
6
Pinerolese
3
Coste della Sesia
4
Canavese
7 8
Sottozona Pinerolese RamĂŹe Collina Torinese
9
Colline Saluzzesi
10
Piemonte
11
Alta Langa
Piemonte
LIGURIA
53
VALLI OSSOLANE DOC riconosciuta con Decreto 23/10/2009 - G.U. 11/11/2009. Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Beura-Cardezza, Bognanco, Crevoladossola, Crodo, Domodossola, Masera, Montecrestese, Montescheno, Pallanzeno, Piedimulera, Pieve Vergonte, Premosello-Chiovenda, Ornavasso, Trontano, Viganella, Villadossola e Vogogna, in provincia di Verbano-Cusio-Ossola. Epoca migliore per il consumo: Bianco mediamente 1 anno, Rossi 2-3. Per i vini VALLI OSSOLANE è ammessa la menzione Vigna. Vini e vitigni
Altra tipologia
Piemonte
Alcol Affinamento
BIANCO chardonnay min. 60%
8
11
ROSSO nebbiolo, croatina, merlot min. 60%
8
11
NEBBIOLO nebbiolo min. 85%;
8
11
7
11.5
SUPERIORE
54
Resa
13
La provincia di Verbano-Cusio-Ossola ha ottenuto la sua prima DOC. L’importante riconoscimento al vino prodotto sulle alture delle Valli Ossolane, ottenuto con la vendemmia 2010, riguarda principalmente il prunent (clone di nebbiolo), antico vitigno autoctono della zona, con oltre 700 anni di storia certificata grazie ad un documento del 1.309, trovato e custodito nella chiesa della collegiata di Domodossola. Il vitigno è coltivato in 17 comuni, ad un’altitudine compresa tra 160 e 1.000 m slm, da un centinaio di viticoltori che conferiscono tutto il loro raccolto all’unica azienda locale di vinificazione e contribuiscono alla produzione di circa 50.000 bottiglie di vino Rosso e 900 di Bianco. Un tempo, con uve prunent si produceva un vino pregiato da affinamento, conosciuto ed apprezzato anche fuori i confini ossolani, ma sul finire dell’800 la fillossera obbligò anche i viticoltori locali ad utilizzare le barbatelle innestate. Le vecchie piante di prunent furono così gradualmente sostituite con altri vitigni più
produttivi ma meno pregiati e, soprattutto, non sempre adatti alle condizioni climatiche della zona. Per fortuna, alcuni ceppi di prunent centenari e franchi di piede si trovano ancora in Ossola, nelle zone di Pello, Trontano, Masera e Montecrestese.
CANAVESE DOC riconosciuta con Decreto 12/09/1996 - G.U. 27/09/1996. Modifica con Decreto 21/01/2010 - G.U. 30/01/2010.
Vini e vitigni
Resa
Alcol
BIANCO erbaluce
12
10
ROSSO nebbiolo, barbera, bonarda, freisa, neretto, da soli o congiuntamente min. 60%; ammessi altri max. 40%
11
10.5
ROSATO (senza specificazione) stessi del Rosso
11
10.5
BARBERA barbera min. 85%
11
10.5
NEBBIOLO nebbiolo min. 85%
10
11
Piemonte
Zona di produzione: comprende interamente 98 comuni, in provincia di Torino; Alice Castello, Cavaglià , Dorzano, Roppolo, Salussola, Viverone e Zimone, in quella di Biella; Moncrivello, in quella di Vercelli. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1 anno, Rossi 1-3. Altra tipologia – Novello, il Rosso.
55
Nella DOC Canavese si ritrovano quasi tutti i vitigni che hanno scritto e scrivono ogni giorno la storia del vino in Piemonte. Nebbiolo, barbera, freisa e bonarda, riuniti in uvaggio, danno il Canavese Rosso, non dotato di grandissima struttura, ma di piacevole morbidezza su un fondo di fresca vivacità. I profumi sono abbastanza intensi, fruttati e vinosi. La breve macerazione di queste uve consente di estrarre al meglio gli antociani, che ritroviamo nel bel colore rosso rubino vivace, ma non molto i tannini, con il risultato che questi componenti, che spesso possono rendere il vino giovane un po’ aggressivo, sono discreti e mai eccessivi. I vini rossi del Canavese si abbinano bene a secondi piatti della cucina tradizionale piemontese.
VALSUSA DOC riconosciuta con Decreto 31/10/1997 - G.U. 13/11/1997.
Piemonte
Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Almese, Borgone Susa, Bruzolo, Bussoleno, Caprie, Chianocco, Chiomonte, Condove, Exilles, Giaglione, Gravere, Mattie, Meana di Susa, Mompantero, Rubiana, San Didero, San Giorgio di Susa, Susa e Villar Focchiardo, in provincia di Torino. Resa: max. 9 t/ha. Vitigni: avanà e/o barbera e/o dolcetto e/o neretta cuneese min. 60%. Titolo alcolometrico minimo: 11%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-3 anni. Altra tipologia - Novello.
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Nell’uvaggio di questo vino è spesso presente il becuet, un vitigno a bacca rossa, iscritto dal 2003 nel Catalogo nazionale delle varietà idonee a essere coltivate in Piemonte. Il becuet è coltivato soprattutto in alta e media Valle di Susa, e solo con una buona esposizione può essere idoneo alla coltura in altre zone di montagna. Il colore di questo vino è rosso rubino e i profumi sono piacevolmente fruttati. Il gusto è pieno, secco, con buona acidità e tannicità moderata, caratteristiche che lo rendono adatto all’abbinamento con salumi anche particolarmente saporiti e formaggi mediamente stagionati.
PINEROLESE DOC riconosciuta con Decreto 12/09/1996 - G.U. 27/09/1996.
Vini e vitigni
Resa
Alcol
ROSSO nebbiolo, barbera, bonarda, neretto, da soli o congiuntamente min. 50%;
9
10
ROSATO stessi del Rosso
9
10
BARBERA barbera min. 85%;
8
10.5
BONARDA bonarda min. 85%
8
10.5
DOLCETTO dolcetto min. 85%
8
10.5
DOUX D’HENRY doux d’henry min. 85%
7
10
FREISA freisa min. 85%
8
10.5
7.5
10
RAMÌE avanà min. 30%; avarengo min. 15%; neretto min. 20%;
Piemonte
Zona di produzione: comprende interamente 32 comuni, in provincia di Torino; Bagnolo Piemonte e Barge, in quella di Cuneo. PINEROLESE RAMÌE: comprende interamente i comuni di Perosa Argentina e Pomaretto, in provincia di Torino. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-3 anni.
57
Piemonte
Oltre ai vari Rosso, Bonarda, Barbera, Freisa e Dolcetto, ottenuti da uve ben note a tutti e che in questa zona danno vini generalmente piacevoli ma senza grande struttura e longevità, in questa denominazione se ne possono ricordare due, delicati, simpaticamente beverini e un po’ particolari per i vitigni dai quali vengono prodotti. Il Pinerolese Doux d’Henry si ottiene dall’omonimo vitigno, piuttosto difficile da coltivare, raro ma tipico di questo territorio, che si distingue per essere di colore rosso rubino tenue, fruttato, morbido, leggero e con un piacevole finale amarognolo. Il Pinerolese Ramìe è un rarissimo vino di montagna, ottenuto dalla vinificazione di un uvaggio composto soprattutto da avanà, avarengo e neretto, vitigni sconosciuti ai più, così come il becuet, presente in Alta Val Chisone, poco più di una curiosità, che spesso rientra nell’uvaggio del Ramìe. Il colore è rosso rubino intenso, il profumo è fruttato con delicati sentori speziati e il sapore è caldo e ben strutturato. Tutti i vini rossi di questa zona sono in genere di colore rosso rubino piuttosto vivace, con profumi più o meno intensi e in genere fruttati, buona freschezza e discreta morbidezza, doti che li rendono adatti all’abbinamento con piatti di carne della cucina regionale.
58
COLLINE SALUZZESI DOC riconosciuta con Decreto 14/09/1996 - G.U. 27/09/1996. Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Pagno, Piasco e in parte di Brondello, Busca, Castellar, Costigliole Saluzzo, Manta, Saluzzo e Verzuolo, in provincia di Cuneo. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-2 anni. Resa
Alcol
ROSSO pelaverga, nebbiolo, barbera, da soli o congiuntamente min. 60%; ammessi altri max. 40%
10
10
PELAVERGA pelaverga
9
10
9
10
QUAGLIANO quagliano
Altre tipologie
AMABILE AMABILE/DOLCE
(5.5 svolto)
SPUMANTE AMABILE/DOLCE
9
11 (7 svolto)
Il Colline Saluzzesi Pelaverga si ottiene dall’omonimo vitigno di antiche tradizioni dell’area collinare attigua alla città di Saluzzo. Il vino si presenta di colore rosso rubino, piacevole e fruttato, con note di lampone e ribes, ma anche leggermente erbaceo, con qualche ricordo di pepe. Le sensazioni pseudocaloriche sono moderate, così come quelle di tannicità e struttura. Ci si trova quindi di fronte ad un vino di pronta beva, che ha nella fragranza e nella freschezza le sue doti migliori. Il Quagliano è un vino da dessert con profumi di viola e fragola, adatto a pasticceria secca piuttosto semplice e a crostate di frutta rossa.
Piemonte
Vini e vitigni
59
PIEMONTE Decreto 30/07/2007 - G.U. 11/08/2007. Ha sostituito il Decreto 22/11/1994 e successiva modifica. Modifiche con Decreti 29/07/2009 - GU 12/08/2009 e 21/01/2010 - G.U. 30/01/2010. Zona di produzione: comprende 359 comuni, di cui 141 in provincia di Alessandria, 118 in quella di Asti e 94 in quella di Cuneo. MOSCATO, MOSCATO PASSITO e BRACHETTO, prevedono aree più ristrette. Affinamento: minimo 14 mesi il Moscato Passito, 12 l’Abarossa. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rossi mediamente 1-2 anni, Passiti 2-3. Altre tipologie - Novello, il Barbera, Bonarda e Grignolino. Talvolta Vivaci, Barbera e Bonarda. Frizzanti, il Barbera, Bonarda, Chardonnay e Cortese. Per gli Spumanti ottenuti da pinot bianco, pinot grigio e pinot nero, è ammesso il sinonimo Pinot. Vini e vitigni
Resa
Alcol
11
10.5
CORTESE cortese min. 85%
11.5
10
MOSCATO moscato bianco
11.5
10.5
Piemonte
CHARDONNAY chardonnay min. 85%
60
(5.5-7 svolto)
MOSCATO PASSITO moscato bianco
6
11+4.5
PIEMONTE (Spumante senza alcuna specificazione) chardonnay e/o pinot bianco e/o pinot grigio e/o pinot nero
11
10.5
BRACHETTO SPUMANTE brachetto min. 85%
9
6+5
CHARDONNAY SPUMANTE chardonnay min. 85%
11
10.5
CORTESE SPUMANTE cortese min. 85%
11
10
Resa
Alcol
PINOT SPUMANTE pinot bianco e/o pinot grigio e/o pinot nero
11
10.5
PINOT BIANCO SPUMANTE pinot bianco min. 85%; pinot grigio e/o pinot nero e/o chardonnay max. 15%
11
10.5
PINOT GRIGIO SPUMANTE pinot grigio min. 85%; pinot bianco e/o pinot nero e/o chardonnay max. 15%
11
10.5
PINOT NERO SPUMANTE pinot nero min. 85%; pinot grigio e/o pinot bianco e/o chardonnay max. 15%
11
10.5
PINOT-CHARDONNAY SPUMANTE mescolanza di mosti o vini
11
10.5
CHARDONNAY-PINOT SPUMANTE mescolanza di mosti o vini
11
10.5
ALBAROSSA albarossa min. 85%
9
12.5
BARBERA barbera min. 85%
11
11
BONARDA bonarda min. 85%
11
11
BRACHETTO brachetto min. 85%
9
6+5
GRIGNOLINO grignolino min. 85%
9.5
11
Gli sforzi per valorizzare questo territorio e l’intera produzione regionale sono stati molto importanti, con l’obiettivo di difendere le proprie peculiarità produttive e di dare al consumatore ampia possibilità di scelta. La denominazione Piemonte, così come quella Langhe, sono di origine “territoriale”, non si riferiscono
Piemonte
Vini e vitigni
61
ad un paese ma a zone ampie, nelle quali vengono elaborati molti vini ottenuti da un vitigno principale. In questo caso, inoltre, è evidente l’influenza di molti bianchi internazionali, come i pinot bianco e grigio e lo chardonnay. La denominazione Piemonte è condivisa con zone collinari delle province di Alessandria, Asti e Cuneo, che possono offrire vini con la più ampia gamma di colori e tonalità, dal rosso intenso al giallo paglierino, con profumi che ricordano l’intera ricchezza dei frutti e dei fiori, con sapori decisi e impegnativi o delicati e soavi.
ALTA LANGA DOC riconosciuta con Decreto 31/10/2002 - G.U. 23/11/2002. Modifica con Decreto 27/11/2004 - G.U. 12/11/2004.
Piemonte
Zona di produzione: comprende 148 comuni del Basso Piemonte. 48 in provincia di Alessandria, 26 in quella di Asti e 74 in quella di Cuneo. Resa: max. 11 t/ha. Vitigni: pinot nero e/o chardonnay min. 90%. Titolo alcolometrico minimo: 11.5%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-3 anni dopo la sboccatura. DOC riservata al vino Spumante Bianco, Rosato e Rosso, ottenuto esclusivamente con il metodo della rifermentazione in bottiglia. Il processo di elaborazione, compreso l’affinamento, è almeno di 30 mesi a decorrere dalla vendemmia.
62
In passato commercializzato come Piemonte DOC, la denominazione Alta Langa propone sul mercato solo Spumante Classico, terzo caso in Italia dopo Franciacorta DOCG e Trento DOC. Il riconoscimento è il risultato di un lungo progetto sperimentale, nato per rilanciare in Piemonte lo Spumante Classico, ottenuto con uve pinot nero, chardonnay e altri vitigni non aromatici del proprio territorio e non acquistate altrove (per esempio: dall’Oltrepò Pavese). La produzione può avvenire solo in terreni di collina, marnosi e calcareo-argillosi. Brillante, di colore giallo paglierino chiaro e perlage sottilissimo, questo spumante libera sentori di lieviti, fiori di mandorlo e biancospino, mela golden, e al gusto è fresco e di buona morbidezza, gradevole e piuttosto sapido. Ottimo come aperitivo, questo spumante si abbina molto bene con aragosta alla catalana, risotto ai frutti di mare, spiedini di gamberi e grigliate di pesce.
COLLINA TORINESE Decreto 22/04/2009 - G.U. 14/05/2009. Ha sostituito il Decreto 14/10/1999.
Vini e vitigni
Resa
Alcol
ROSSO barbera min. 60%; freisa min. 25%; ammessi altri max. 15%
10
10.5
BARBERA barbera min. 85%
9
10.5
BONARDA bonarda min. 85%
9
10.5
MALVASIA malvasia di Schierano e/o malvasia nera lunga min. 85%
11
5.5+4.5
PELAVERGA o CARI pelaverga o cari min. 85%
8
5+5
La DOC Collina Torinese ha 12,32 ha di vigna in produzione, coltivata per oltre la metà a barbera, con la presenza del pelaverga, chiamato cari nel chierese, da non confondere con il pelaverga di Verduno, né con quello di origine saluzzese (o pelaverga di Pagno), né con il peilavert canavesano. Il Collina Torinese Pelaverga o Cari ha un colore: rosso rubino molto tenue, un profumo intenso e fragrante, con leggera vinosità e note di piccoli frutti rossi in confettura. Dolce e gradevole, si abbina bene alla composta di marroni.
Piemonte
Zona di produzione: comprende interamente 28 comuni, in provincia di Torino. COLLINA TORINESE PELAVERGA o CARI: comprende interamente i comuni di Baldissero Torinese, Montaldo Torinese e Pavarolo ed in parte di Andezeno, Arignano, Castiglione Torinese, Chieri, Marentino e Pino Torinese, in provincia di Torino. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Rossi 1-3. Altra tipologia - Novello, il Rosso.
63
Piemonte
ZONE DI PRODUZIONE DI ALCUNI VINI DOC
64
CAREMA Decreto 04/06/1998 - G.U. 26/06/1998. Ha sostituito il D.P.R. 09/07/1967 e modifica con Decreto 20/11/1995. Zona di produzione: comprende il comune di Carema, in provincia di Torino. Resa: max. 8 t/ha. Vitigni: nebbiolo min. 85%. Titolo alcolometrico minimo: 12%. Affinamento: minimo 36 mesi, dei quali almeno 24 in contenitori di legno di capacità non superiore a 40 hl. Epoca migliore per il consumo: mediamente 8-12 anni. Altra tipologia - Riserva, con affinamento minimo di 48 mesi, dei quali almeno 30 in contenitori di legno.
Vino importante, ottenuto dal più classico dei vitigni piemontesi, il nebbiolo, ha un colore rosso granato che nei lunghi anni di affinamento nelle botti e, successivamente, in bottiglia, acquista bellissime tonalità aranciate. Gli aromi iniziali di rosa e violetta si articolano in sentori di frutta sotto spirito, speziati di pepe, di tabacco e di cuoio. Il bouquet ampio deve essere liberato con una perfetta decantazione, anche perché tanti anni in bottiglia potrebbero aver determinato la formazione di residui solidi sul fondo. Strutturato, complesso dal punto di vista gustativo e con buona persistenza aromatica, è un vino tannico, nel quale le morbidezze vanno a comporre un buon equilibrio. Elegante e convincente, si abbina molto bene con pappardelle al ragù, agnolotti, piatti a base di agnello, capretto, carni rosse e selvaggina, oltre che con importanti formaggi stagionati.
Piemonte
Il Carema è un vino che viene prodotto da vigneti posti in un paesaggio difficile ma affascinante, con i filari posti in terrazzamenti con pergolati chiamati topie, sorretti da muretti e pilastri in pietra e calce. E i risultati sono del tutto all’altezza.
65
ERBALUCE DI CALUSO o CALUSO Decreto 25/06/1998 - G.U. 10/07/1998. Ha sostituito i D.P.R. 17/03/1988, 09/07/1967 e successive modifiche. Zona di produzione: comprende 31 comuni in provincia di Torino; Moncrivello in quella di Vercelli e Roppolo, Viverone e Zimone, in quella di Biella. Resa: max. 12 t/ha. Vitigno: erbaluce. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Passiti 5-8.
Vini
Altra tipologia
Alcol
BIANCO
11
PASSITO
17 RISERVA
Piemonte
SPUMANTE
66
Affinamento
48 60
11.5
L’erbaluce è un vitigno la cui coltivazione sulle colline canavesane si perde nella notte dei tempi. “Erba e luce” vanno a delineare i delicati profumi di fiori di campo con sentori erbacei e i luminosi riflessi verdolini, che si possono vedere attraverso il colore giallo paglierino chiaro. La freschezza gustativa è spiccata ma gradevole, mentre non molto pronunciata è la struttura, caratteri che rendono questo vino adatto ad essere abbinato con piatti delicati della cucina locale, antipasti magri, risotto con le rane, zuppa canavesana e frittate a base di verdure. Un piccolo gioiello è l’Erbaluce di Caluso Passito, ottenuto da grappoli dorati e ricchi di zuccheri. Un’accurata cernita seleziona solo le uve migliori, che verranno lasciate appassire su graticci fino a febbraio o marzo, quando verranno vinificate per dare quel vino che, pazientemente, e per almeno cinque lunghi anni nella tipologia Riserva, affinerà le proprie doti in pregiate botti di rovere. Il colore dorato, i profumi di miele, confettura, frutta passita e candita, il gradevole equilibrio arricchito da una grande morbidezza, fanno sì che questo vi-
no si abbini particolarmente bene con pasticceria secca, amaretti, baci di dama e canestrelli, ciambella con le noci, torta alle nocciole, rotolo alle spezie, frittelle con il miele, biscottini con le nocciole e le mandorle, ma anche con importanti formaggi erborinati.
FREISA DI CHIERI DOC riconosciuta con D.P.R. 20/09/1973 - G.U. 29/01/1974. Modifica Parere favorevole G.U. 26/04/2010.
Le lumache, base di alcuni deliziosi piatti piemontesi
Piemonte
Zona di produzione: comprende i comuni di Andezeno, Arignano, Baldissero Torinese, Chieri, Marentino, Mombello di Torino, Montaldo Torinese, Moriondo Torinese, Pavarolo, Pecetto Torinese, Pino Torinese, Riva presso Chieri e Torino, in provincia di Torino. Resa: max. 8 t/ha; 7 con menzione Vigna. Vitigni: freisa min. 90%. Titolo alcolometrico minimo: 11%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-2 anni. Tipologie: Secco (con menzione Vigna, titolo alcolometrico minimo 12,5%). Superiore, titolo alcolometrico minimo di 12% e affinamento almeno di 12 mesi (con menzione Vigna, titolo alcolometrico minimo 12,5%). Dolce (alcol svolto minimo 7%). Frizzante. Spumante (Brut, Dry o Dolce, alcol svolto 6-8%).
67
FREISA D’ASTI DOC riconosciuta con D.P.R. 01/09/1972 - G.U. 30/11/1972. Modifica con Decreto 28/02/1995 - G.U. 15/03/1995.
Piemonte
Zona di produzione: comprende tutto il territorio collinare della provincia di Asti, esclusi i comuni di Cellarengo e di Villanova d’Asti. Resa: max. 8 t/ha. Vitigno: freisa. Titolo alcolometrico minimo: 11%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-2 anni. Tipologie – Secco e Amabile, Frizzante e Spumante. Superiore, con titolo alcolometrico minimo di 11.5% e affinamento almeno di 12 mesi.
68
Il vitigno freisa, che qui in Piemonte ha le sue origini, ci regala vini con colore rosso rubino poco intenso, profumi deliziosi di rosa e di lampone, una certa vivacità gustativa, una struttura discreta ed una componente tannica un po’ più rilevante nella Freisa di Chieri piuttosto che in quella d’Asti. Fricandeau astigiano Questi vini si abbinano piacevolmente con salumi misti, primi piatti a base di sughi di carne, fritto misto alla piemontese, fricandeau astigiano, coniglio e lumache alla piemontese.
COLLI TORTONESI Decreto 27/09/2005 - G.U. 30/10/2005. Ha sostituito il Decreto 26/04/1996 e il D.P.R. 13/03/1974 e successive modifiche. Zona di produzione: comprende la fascia collinare del tortonese, quindi in tutto o in parte il territorio di 30 comuni, in provincia di Alessandria. Sottozona MONLEALE: comprende parte dei comuni di Berzano di Tortona, BrignanoFrascata, Casalnoceto, Casasco, Castellar Guidobono, Momperone, Monleale, Montegioco, Montemarzino, Pozzol Groppo, Sarezzano, Tortona, Viguzzolo, Volpedo e Volpeglino, con l’esclusione della frazione di Castellar Ponzano e dei vigneti esposti a nord. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1 anno, Rossi 1-3. Altre tipologie - Novello, il Rosso e Dolcetto, con titolo alcolometrico minimo di 11%.
Altre tipologie
Resa
Alcol Affinamento
BIANCO cortese, favorita, mĂźller thurgau, pinot bianco, pinot grigio, riesling italico, riesling, barbera bianca, chardonnay, sauvignon, sylvaner verde e timorasso
12
10
CORTESE cortese min. 95%
10
10
FRIZZANTE SPUMANTE
10.5 11.5
FAVORITA favorita min. 85%
10
10
MOSCATO BIANCO moscato bianco
9
5+6
TIMORASSO timorasso min. 95%
8
12
13
Piemonte
Vini e vitigni
69
Vini e vitigni
Altre tipologie
Resa
Alcol
CHIARETTO aleatico, barbera, bonarda piemontese, dolcetto, freisa, grignolino, pinot nero, cabernet franc, cabernet sauvignon, croatina, lambrusca di Alessandria, merlot, nebbiolo e sangiovese
12
10
ROSSO aleatico, barbera, bonarda piemontese, dolcetto, freisa, grignolino, pinot nero, cabernet franc, cabernet sauvignon, croatina, lambrusca di Alessandria, merlot, nebbiolo e sangiovese
12
10
BARBERA barbera min. 85%
9
11.5
8
12.5
CROATNA croatina min. 85%
9
12
DOLCETTO dolcetto min. 85%
9
10.5
MONLEALE (Sottozona) croatina min. 85%
7.2
12.5
Piemonte
SUPERIORE
70
Affinamento
13
20
I vitigni coltivati nei territori di questa denominazione sono tra quelli tradizionali piemontesi, ma i risultati sono piuttosto alterni. I vini bianchi risultano mediamente poco strutturati e piuttosto freschi, con delicati aromi fruttati o floreali, leggera componente alcolica e morbidezza limitata. Possono essere apprezzati se bevuti giovani e freschi, con il risotto con le rane, la zuppa di pollo e altre minestre, anche a base di verdure. I vini rossi sono spesso caratterizzati dalla vinositĂ del vino giovane, nella quale, a seconda del vitigno, possono prevalere aromi floreali di rosa o fruttati di frutta rossa. Il Dolcetto e la Barbera manifestano caratteri decisi nella componente
Particolarmente interessante è la presenza in questa DOC del Timorasso, un vino che all’inizio del Novecento e fino al secondo dopoguerra, permetteva alla viticoltura del tortonese di affrontare bene il mercato del vino, sia bianco sia rosso. Erano gli anni in cui il bianco appena svinato, ottenuto in prevalenza con il timorasso, ma anche con cortese e citronino, ancora velato e con il nome di Torbolino, partiva in fusti da Tortona, per essere elaborato nelle cantine di Svizzera e Germania. Poi si persero le tracce e solo nel 1987 si ritornò a parlare del timorasso, piantato quasi per sbaglio. Nel vino Timorasso, immesso sul mercato nell’autunno successivo alla vendemmia, in pratica avvantaggiandosi di un moderato affinamento (1-2 anni) e di un breve passaggio in legno, si coglie la piacevolezza, l’unicità e la complessità dei profumi terziari tipici dei grandi vini, che esaltano il gusto sorprendentemente ricco. Il Colli Tortonesi Timorasso si presenta di colore giallo paglierino intenso, con profumo delicato e complesso, floreale di gelsomino, fruttato di nocciola, albicocca e note agrumate, erbaceo di salvia e minerale; il gusto è fresco e di spiccata sapidità, con finale vegetale e piena rispondenza gusto-olfattiva, ideale in abbinamento con agnolotti burro e salvia, uova al tegamino con formaggio, robiola di Roccaverano, risotto con scampi e crostacei fritti.
Piemonte
alcolica e nel corpo, mentre il Rosso è meno strutturato e meno caldo. I tannini sono comunque sempre discretamente percettibili, un po’ più rustici nella Barbera, che evidenzia un’acidità meno accentuata rispetto a quelle dell’astigiano e dell’albese. Vini con queste caratteristiche possono essere abbinati con buoni risultati alla zuppa d’orzo, alla frittata “rognosa” con salame e formaggio e ai marzapani novaresi, a base di pancettone e sangue di maiale.
71
LANGHE DOC riconosciuta con D.M. 22/11/1994 - G.U. 03/12/1994. Modifica con Decreto 21/01/2010 - G.U. 29/01/2010. Zona di produzione: comprende 94 comuni, in provincia di Cuneo. ARNEIS: comprende 31 comuni. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Rossi 1-3. Altre tipologie - menzione Vigna, per i vini Freisa, Favorita e Chardonnay, con resa max. di 8 t/ha. Secchi o Amabili e talvolta Vivaci, il Nebbiolo e Freisa.
Piemonte
Vini e vitigni
72
Resa
Alcol
BIANCO uno o pi첫 a bacca bianca non aromatici
11
10.5
ARNEIS arneis
11
10.5
CHARDONNAY chardonnay
10
10.5
FAVORITA favorita
10
10.5
ROSSO come per il Bianco, ma a bacca rossa
10
11
DOLCETTO dolcetto
10
11
FREISA freisa
9
11
NEBBIOLO nebbiolo
9
11.5
Piemonte
Il nome di questa denominazione è ormai sinomino di mete importanti per il turismo enogastronomico, grazie a prodotti di forte richiamo come il Barolo, il Barbaresco, il tartufo bianco e altri ancora. Da sempre, il nebbiolo viene vendemmiato separando le uve migliori per destinarle alla produzione del Barolo, mentre le altre vengono utilizzate per il Langhe Nebbiolo, da bersi più giovane. La presenza del Langhe Rosso e del Langhe Bianco, che si possono ottenere in purezza o con l’assemblaggio di tutti i vitigni autorizzati e raccomandati della provincia di Cuneo, ha creato l’opportunità di inserire nella denominazione i cosiddetti “vini aziendali”, che si differenziano per composizione ed “ispirazione”, e che in genere presentano un buon livello di qualità e di immagine. Inoltre, la riscoperta di vitigni autoctoni come l’arneis ha smentito la convinzione che, a parte il Moscato, il Piemonte dovesse produrre solo grandi vini rossi. Anche la nascetta a bacca bianca, recentemente iscritta nel Catalogo nazionale delle varietà di vite, è tra i vitigni di limitata diffusione, ma di sicuro valore qualitativo, già coltivata in provincia di Cuneo.
73
DOCG E DOC DEL MONFERRATO 7
4
6
Gabiano Casale Monferrato Albugnano
9 8
10 Casorzo Valenza
5 ASTI
9
11 2
Castagnole Monferrato
ALESSANDRIA
Tortona
13 Cisterna d'Asti
14 1
12 15 Loazzolo
Piemonte
16
74
Novi Ligure
Strevi
Gavi Acqui Terme
Ovada
1
Barbera d'Asti DOCG
6
Grignolino del Monferrato Casalese
12
Cisterna d'Asti
2
Barbera del Monferrato Superiore DOCG Barbera del Monferrato
7
Rubino di Cantavenna
13
Terre Alfieri
3
Cortese di Gavi o Gavi DOCG
8
Albugnano
14
Freisa d'Asti
4
Gabiano
9
Malvasia di Castelnuovo Don Bosco
15
Strevi
5
Grignolino d'Asti
10
Malvasia di Casorzo o Casorzo
16
Loazzolo
11
RuchĂŠ di Castagnole Monferrato
17
Cortese dell'Alto Monferrato
17 3
MONFERRATO DOC riconosciuta con D.M. 22/11/1994 - G.U. 02/12/1994.
Vini e vitigni
Resa
Alcol
BIANCO uno o più a bacca bianca non aromatici
11
10
CASALESE-CORTESE cortese min. 85%
10
10.5
CHIARETTO o CIARET barbera, bonarda piemontese, cabernet franc, cabernet sauvignon, dolcetto, freisa, grignolino, pinot nero e nebbiolo, da soli o insieme, min. 85%
11
10.5
ROSSO come per il Bianco, ma a bacca rossa
11
11
DOLCETTO dolcetto min. 85%
9
11
9.5
11
FREISA freisa min. 85%
Il Monferrato è una vasta area DOC (1.472,37 ha), terza solo dopo le macrodoc Piemonte e Langhe. L’area vitivinicola alessandrina è abitualmente distinta in Alto Monferrato, comprendente tutta la fascia collinare che da Tortona arriva ad Acqui, e in Basso Monferrato o Monferrato casalese, la parte astigiana. Incastonate tra le due zone si trovano le colline di produzione dell’Asti, che rappresentano un mondo vitivinicolo a parte. Il Basso Monferrato è la parte setten-
Piemonte
Zona di produzione: comprende 230 comuni, delle province di Asti e Alessandria. MONFERRATO CASALESE: comprende 39 comuni in quella di Alessandria. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Rossi 1-2. Altre tipologie – Novello, i Rossi; Vivaci, il Rosso, Bianco e Freisa.
75
trionale di questo grande comprensorio, nel quale si raggiungono anche i 700 m; in ogni caso, i rilievi sono un genere intorno a 350 m con grande giovamento per la coltivazione della vite. L’area è caratterizzata da barbera e grignolino, che danno vini più delicati che altrove, da dolcetto, freisa e bonarda piemontese, oltre che dal cortese, localmente noto come courteis, che insieme al moscato si è affermato come vitigno a bacca bianca tra i più importanti di tutto il Piemonte.
CORTESE DELL’ALTO MONFERRATO D.M. 26/06/1992 - G.U. 09/07/1992. Ha sostituito il D.P.R. 20/07/1979. Modifica con D.M. 13/10/1993 - G.U. 29/10/1993. Zona di produzione: comprende 35 comuni, in provincia di Asti e 46, in quella di Alessandria. Resa: max. 10 t/ha. Vitigni: cortese min. 85%. Titolo alcolometrico minimo: 10%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1 anno. Altre tipologie - Frizzante e Spumante.
Piemonte
Il vitigno cortese, senza dubbio conosciuto e diffuso in Piemonte, produce vini piacevoli ma senza caratteristiche di grande personalità.
76
Il colore è giallo paglierino tenue con riflessi verdolini, e gli aromi fruttati sono poco intensi. Da degustarsi in gioventù, il Cortese è un vino secco e fresco, senza grande morbidezza e struttura, con un fin di bocca leggermente amarognolo. Il Cortese dell’Alto Monferrato si abbina con preparazioni semplici e senza particolari doti gusto-olfattive, come uova al tegamino, minestre di riso e spinaci e primi piatti a base di pasta e verdure.
LOAZZOLO DOC riconosciuta con D.P.R. 14/04/1992 - G.U. 27/04/1992.
Nel piccolo territorio del comune di Loazzolo si produce questo gioiellino da uve moscato bianco, sempre più ricercato per le gradevolissime sensazioni che si possono provare durante la sua degustazione, in grado di offrire veramente delle belle sorprese. La vendemmia tardiva, l’appassimento nei fruttai e l’infavamento delle uve da parte della Botrytis cinerea, regalano al vino un elegante colore giallo oro e una bellissima luminosità. Il bouquet è intenso, ricco di aromi fini ed eleganti di miele e frutta secca, con vivaci note agrumate e di erbe aromatiche. Questo vino è dolce, caldo e vellutato, abbastanza fresco e ben strutturato, con raffinate e persistenti note gusto-olfattive, che lo rendono perfetto se abbinato a pasticceria secca, torte e crostate alla frutta, dolci da forTorta con le albicocche no.
Piemonte
Zona di produzione: comprende il comune di Loazzolo, in provincia di Asti. Resa: max. 5 t/ha. Vitigno: moscato bianco. Titolo alcolometrico minimo: 15.5% (minimo 11% svolto). Affinamento: il disciplinare prevede un periodo minimo di 24 mesi dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello della vendemmia, di cui almeno 6 mesi in botti di legno della capacità non superiore a 250 litri. Epoca migliore per il consumo: mediamente 2-5 anni. È consentita la menzione Vendemmia Tardiva.
77
GABIANO DOC riconosciuta con D.P.R. 15/07/1983 - G.U. 13/02/1984. Zona di produzione: comprende i territori collinari dei comuni di Gabiano e Moncestino, in provincia di Alessandria. Resa: max. 8 t/ha. Vitigni: barbera 90-95%; grignolino e/o freisa 5-10%. Titolo alcolometrico minimo: 12%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-3 anni. Altra tipologia - Riserva, con titolo alcolometrico minimo di 12.5% e affinamento almeno di 26 mesi.
Piemonte
Ottenuto in un territorio molto piccolo, il Gabiano ha un colore rosso rubino con riflessi granato dopo affinamento, aromi floreali e fruttati piÚ evoluti nel tempo, buona acidità , struttura ed è leggermente tannico. Si abbina con piatti della cucina locale, lumache alla piemontese, pollo alla Marengo, stinco di maiale e carni bianche arrostite.
78
Stinco di maiale
GRIGNOLINO DEL MONFERRATO CASALESE DOC riconosciuta con D.P.R. 26/06/1974 - G.U. 11/10/1974. Zona di produzione: comprende 34 comuni, in provincia di Alessandria. Resa: max. 7.5 t/ha. Vitigni: grignolino; ammesso freisa max. 10%. Titolo alcolometrico minimo: 11%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-2 anni.
GRIGNOLINO D’ASTI DOC riconosciuta con D.P.R. 29/05/1973 - G.U. 24/08/1973. Zona di produzione: comprende 35 comuni, in provincia di Asti. Resa: max. 8 t/ha. Vitigni: grignolino; ammesso freisa max. 10%. Titolo alcolometrico minimo: 11%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-2 anni.
Il Grignolino d’Asti offre tonalità rosso rubino non molto intense e trasparenti, ed una discreta consistenza. Il suo profumo presenta aromi delicati di frutti rossi, erba falciata e geranio, a volte accompagnati da vivaci accenti di vinosità. È un vino secco, abbastanza caldo, non dotato di grande morbidezza e struttura, fresco e con tannini non molto accentuati, con un fin di bocca leggermente amarognolo. Il Grignolino del Monferrato Casalese presenta caratteristiche simili e a entrambi, a tavola, non si può chiedere di accompagnare piatti importanti, ma di ingentilire e ammorbidire i toni a volte un po’ rustici della cucina delle campagne piemontesi. Si abbinano quindi con salumi, carni bianche arrostite o alla griglia, coniglio al forno, pollo allo spiedo, fritto misto alla piemontese e formaggi poco stagionati e non molto saporiti.
Piemonte
Il vitigno grignolino dà origine, oggi, a vini simpatici e gradevoli, così come nel XVI secolo, quando era alla base della produzione dei vini “clairet”.
79
RUBINO DI CANTAVENNA DOC riconosciuta con D.P.R. 09/01/1970 - G.U. 20/03/1970. Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Gabiano, incluse le frazioni di Cantavenna, di Moncestino e di Villamiroglio, e il territorio dell’ex comune di Castel San Pietro Monferrato, ora incorporato in quello di Camino, in provincia di Alessandria. Resa: max. 10 t/ha. Vitigni: barbera 75-90%; grignolino e/o freisa max. 25%. Titolo alcolometrico minimo: 11.5%. Affinamento: minimo 13 mesi. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-2 anni. Non molto noto né diffuso, il Rubino di Cantavenna può essere apprezzato da coloro che amano i vini di colore rosso rubino, leggeri e fruttati, che hanno nella freschezza e nella semplicità gustativa le loro doti migliori. Si abbina bene con piatti a base di salumi e formaggi non stagionati, anche in occasione di un piacevole spuntino, oppure con preparazioni a base di carni rosse non elaborate né salsate.
STREVI
Piemonte
DOC riconosciuta con Decreto 06/07/2005 - G.U. 15/07/2005.
80
Zona di produzione: comprende il comune di Strevi, in provincia di Alessandria. Resa: 6 t/ha; 5.4 con la menzione Vigna. Vitigno: moscato bianco. Titolo alcolometrico minimo: 20%, di cui almeno 12.5% svolto; 20%, di cui almeno 13% svolto con la menzione Vigna. Affinamento: minimo 24 mesi dal 1° ottobre dell’anno della vendemmia. Epoca migliore per il consumo: mediamente 2-5 anni. Già dalla metà dell’800, nell’area chiamata Valle Bagnario, era tradizione appassire l’uva moscato per ottenere un particolare vino passito. Le uve sono sottoposte a graduale appassimento, dopo la raccolta, con vari si-
stemi, soprattutto su graticci, utilizzando assi di legno fissate contro i muri più soleggiati. I grappoli migliori, con gli acini più piccoli e spargoli, assolutamente sani e raccolti in ceste di vimini o di castagno, permettono di ottenere, dopo una lenta fermentazione in presenza di parte delle bucce e senza i vinaccioli, un vino di colore giallo dorato, complesso e di grande aromaticità, con sentori di glicine, gelsomino, rosa selvatica, zagara, salvia, foglia di pomodoro, mentuccia, cedro candito, pesca gialla, mela renetta, pasticceria e uva matura, dolce e di grande morbidezza, con lunghissima persistenza gusto-olfattiva. Doti perfette per esaltare bavarese alla vaniglia e pesche ripiene, panna cotta e crostata di albicocche, oltre alla mousse alle nocciole del Piemonte.
ALBUGNANO DOC riconosciuta con Decreto 06/05/1997 - G.U. 17/05/1997.
L’Albugnano prende il nome dal piccolo paese situato a circa 550 m slm, e da anni era un vino che veniva prodotto come Nebbiolo di Albugnano e poi come Nebbiolo Piemonte. L’avvento della DOC può forse servire a questa realtà, ora “indipendente”, per crescere e migliorare in personalità. Per ora è un vino rosso con “nobili origini”, visti i vitigni impiegati, ma che deve fare ancora molto per imporsi all’attenzione in un ambiente così competitivo come quello piemontese. Questo vino può essere abbinato con preparazioni a base di carni rosse, arrosto e alla griglia, con formaggi saporiti, a pasta molle o semidura, anche erborinati, ma non molto stagionati.
Piemonte
Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Albugnano, Castelnuovo Don Bosco, Passerano Marmorito e Pino d’Asti, in provincia di Asti. Resa: max. 9.5 t/ha. Vitigni: nebbiolo; ammessi freisa e/o barbera e/o bonarda max. 15%. Titolo alcolometrico minimo: 11.5%; 11% il Rosato. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-3 anni. Altre tipologie - Rosso e Rosato. Superiore, il Rosso, con resa max. di 8.5 t/ha e affinamento minimo di 14 mesi.
81
MALVASIA DI CASTELNUOVO DON BOSCO Decreto 22/04/2009 - G.U. 14/05/2009. Ha sostituito il D.M. 28/02/1995 e D.P.R. 20/09/1973. Zona di produzione: comprende i comuni di Albugnano, Berzano di San Pietro, Castelnuovo Don Bosco, Moncucco Torinese, Passerano Marmorito e Pino d’Asti, in provincia di Asti. Vitigni: malvasia di Schierano e/o malvasia nera lunga; freisa max. 15%. Resa: 11 t/ha; 9.5 con menzione Vigna. Epoca migliore per il consumo: mediamente entro l’anno. Altra tipologia: più o meno Frizzante, in ogni caso con una sovrappressione dovuta alla CO2 in soluzione non superiore a 1,8 bar. Vini
Altra tipologia
MALVASIA DI CASTELNUOVO DON BOSCO
Alcol 10.5 (svolto 5.5-7%)
MALVASIA DI CASTELNUOVO DON BOSCO Con menzione Vigna MALVASIA DI CASTELNUOVO DON BOSCO SPUMANTE
11.5 (svolto 5.5-7%)
11 (svolto 6-7%)
Piemonte
MALVASIA DI CASORZO o CASORZO
82
Decreto 26/05/1997 - G.U. 04/07/1997. Ha sostituito il D.P.R. 21/08/1968. Zona di produzione: comprende in tutto o in parte il territorio dei comuni di Casorzo, Grana e Grazzano Badoglio, in provincia di Asti; Altavilla Monferrato, Olivola, Ottiglio e Vignale Monferrato, in quella di Alessandria. Resa: max. 11 t/ha. Vitigni: malvasia di Casorzo; ammessi freisa e/o grignolino e/o barbera e altri aromatici max. 10%. Epoca migliore per il consumo: mediamente entro l’anno. Altre tipologie - Rosso e Rosato. Il vino può presentare una sovrapressione in anidride carbonica, alla temperatura di 20 °C, non superiore a 1.7 bar.
Vini
Alcol
ROSSO o ROSATO
10.5 (min. 4.5 svolto)
SPUMANTE (rosato più o meno intenso)
11 (min. 6.5 svolto)
PASSITO (rosso)
(min. 10 svolto)
15
Questa piacevole malvasia nera è coltivata soprattutto qui, sulle colline di Casorzo, nella zona settentrionale dell’astigiano. Tecniche di lavorazione accurate permettono di estrarre da queste uve tutti i loro piacevoli profumi aromatici e fruttati, con sentori di fragola, lampone e delicate note di rosa. Il colore è rosso rubino non molto intenso o rosato, il sapore è dolce, leggero e morbido, gradevolmente fresco e poco tannico. Così come la Malvasia di Castelnuovo Don Bosco, questo vino si abbina molto bene con pasticceria secca, crostate alle fragole e ai frutti di bosco.
RUCHÈ DI CASTAGNOLE MONFERRATO Zona di produzione: comprende i comuni di Castagnole Monferrato, Grana, Montemagno, Portacomaro, Refrancore, Scurzolengo e Viarigi, in provincia di Asti. Resa: max. 9 t/ha. Vitigni: ruchè; ammessi barbera e/o brachetto max. 10%. Titolo alcolometrico minimo: 12%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 2 anni. Le origini del vitigno ruchè, dal nome curioso e poco decifrabile, sono piuttosto oscure e le si ritrova in questo piccolo angolo di Piemonte. Il vino ottenuto da questo vitigno veniva un tempo gustato solo dalle famiglie del luogo, senza nemmeno ricorrere all’imbottigliamento.
Piemonte
DOC riconosciuta con D.P.R. 22/10/1987 - G.U. 30/03/1988.
83
Gli aromi fruttati, con spiccati accenti speziati e dall’inconfondibile profumo di giacinto, la morbidezza e la discreta freschezza, l’adeguata tannicità e la buona struttura, lo rendono adatto ai piatti della cucina regionale a base di carni rosse e bianche e ai formaggi mediamente stagionati.
BARBERA DEL MONFERRATO Decreto 27/06/2008 - G.U. 07/07/2008. Ha sostituito i D.P.R. 17/01/1991 e 09/01/1970. Zona di produzione: comprende il territorio di 214 comuni, dei quali 98 perfettamente suddivisi tra l’Alto e il Basso Monferrato, in provincia di Alessandria e 116 in quella di Asti, praticamente tutti i comuni escluso quelli di Cellarengo e Villanova d’Asti. Resa: max. 10 t/ha; 9 con menzione Vigna. Vitigni: barbera; ammessi freisa e/o grignolino e/o dolcetto max. 15%. Titolo alcolometrico minimo: 11.5%; 12% con menzione Vigna. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-2 anni. Altra tipologia - Frizzante, secco o leggermente abboccato e senza la menzione Vigna.
Piemonte
BARBERA D’ALBA
84
Decreto 25/03/2010 - G.U. 09/04/2010. Ha sostituito il D.P.R. 25/05/1970 e modifiche con D.P.R. 07/09/1977 e 22/06/1987 Zona di produzione: comprende interamente 41 comuni e parte di altri 13, in provincia di Cuneo. Resa: max. 10 t/ha; 9 con menzione Vigna. Vitigni: barbera; ammesso nebbiolo max. 15%. Titolo alcolometrico minimo: 12%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 2-4 anni. Altra tipologia - Superiore, con titolo alcolometrico minimo di 12.5% e affinamento almeno di 12 mesi. Per i vini BARBERA D’ALBA è ammessa la menzione Vigna.
In questi ultimi anni si è parlato di una “rinascita” della barbera, vitigno al quale le cure nel vigneto e in cantina e le ottime selezioni hanno ridato splendore. Le sue origini sono forse da ritrovare nella zona di produzione della Barbera del Monferrato, dove terreno e clima permettono di ottenere vini che, a confronto dei due omonimi, sono più delicati e meno strutturati. I colori si presentano con tonalità rubino non molto intense, gli aromi floreali della rosa e quelli fruttati di ciliegia e prugna sono piuttosto pronunciati, la struttura non è di particolare carattere ma elegante, l’acidità è spiccata e, a volte, la sottile vivacità data dall’anidride carbonica residua la rafforza ulteriormente. Si abbina molto bene con antipasti misti alla piemontese, agnolotti, bolliti, carni allo spiedo e formaggi mediamente stagionati.
La Barbera d’Alba è un vino pregiato, e gli impeccabili colori rosso rubino intenso, nonché i profumi ampi e compositi di rosa canina e di ribes, di more mature e di ciliegie, di vaniglia e di pepe verde, sono le note caratteristiche del prodotto della prima zona. Grazie a doti di freschezza non acidula, leggera tannicità e buona struttura, si abbina perfettamente con cannelloni, lasagne e pollo all’albese. La Barbera d’Alba della seconda zona, con un sapore più asciutto, pieno ed avvolgente, maggior personalità e struttura, è il vino della “piemontesità”, caparbio e silenzioso, discreto e forte, che si abbina molto bene con agnolotti, bollito misto alla piemontese, carne rossa alla griglia e formaggi mediamente stagionati e, se più maturo, con selvaggina e piatti tartufati.
Piemonte
Anche la Barbera d’Alba viene ottenuta da questo vitigno così mutevole in struttura, gusto e profumo a seconda della posizione e della giacitura. Nell’albese si deve fare una distinzione tra le uve raccolte alla sinistra e alla destra del Tanaro. Nella prima zona, identificabile con il Roero, la Barbera acquista finezza e prontezza, mentre nella seconda il vino richiede un maggior affinamento e assume un carattere più austero e importante.
85
ALBA DOC Parere favorevole G.U. 07/04/2010. Zona di produzione: comprende interamente 34 comuni e parte di altri 21, in provincia di Cuneo. Resa: max. 8 t/ha; 7.2 con menzione Vigna. Vitigni: nebbiolo 70-85%; barbera 15-30%; ammessi altri max. 5%. Titolo alcolometrico minimo: 12.50%. Affinamento: minimo 18 mesi. Epoca migliore per il consumo: mediamente 3-5 anni. Altra tipologia - Riserva, con affinamento minimo di 24 mesi. Per i vini ALBA è ammessa la menzione Vigna.
Piemonte
Con la nuova DOC Alba, il comparto vitivinicolo piemontese ha conseguito un risultato di grande importanza. La denominazione si basa sui due vitigni a bacca rossa più coltivati e significativi del Piemonte, nebbiolo e barbera, e utilizza il nome prestigioso di Alba, noto a livello internazionale. Tutto ciò contribuirà certamente allo sviluppo della DOC e gioverà al suo successo, in uno scenario già ricchissimo di eccellenze enogastronomiche.
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Formaggi erborinati
CISTERNA D’ASTI DOC riconosciuta con Decreto 17/07/2002 - G.U. 22/08/2002. Zona di produzione: comprende i comuni di Antignano, Cantarana, Cisterna d’Asti, Ferrere, San Damiano d’Asti e San Martino Alfieri, in provincia di Asti; Canale, Castellinaldo, Govone, Montà, Monteu Roero, Santo Stefano Roero e Vezza d’Alba, in quella di Cuneo. Resa: max. 9 t/ha; 8 con menzione Vigna. Vitigni: croatina min. 80%. Titolo alcolometrico minimo: 11.5%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-2 anni, per il Superiore fino a 3. Altra tipologia – Superiore, con titolo alcolometrico minimo di 12% e affinamento almeno di 10 mesi.
Il vino Cisterna d’Asti si presenta con un colore rosso rubino intenso, note fruttate di confettura di ribes e mora, floreali di viola e rosa secca, leggere note balsamiche e un finale che ricorda la radice di liquirizia. Secco, mediamente caldo e appena morbido, fresco, poco tannico e con una delicata sapidità, è da provare con lingua di vitello lessata in salsa, fritto misto piemontese e salame cotto.
Piemonte
Questa DOC piemontese, prevede la zona di produzione a cavallo delle province di Asti e Cuneo, con epicentro a Cisterna d’Asti, sulla cresta di una collina, unico comune astigiano a far parte del Roero. Il suo nome, già attestato nel 980, deriva dal latino cisterna, in pratica il pozzo per l’acqua, e in uno dei principali saloni del castello si conserva ancora oggi una grande cisterna, che originariamente serviva a raccogliere l’acqua piovana.
87
TERRE ALFIERI DOC riconosciuta con Decreto 04/09/2009 - G.U. 22/09/2009. Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Antignano, Celle Enomondo, Cisterna d’Asti, Revigliasco, San Damiano, San Martino Alfieri e Tigliole, in provincia di Asti e parte di Castellinaldo, Govone, Magliano Alfieri e Priocca, in quella di Cuneo. Epoca migliore per il consumo: Arneis mediamente 1 anno, Nebbiolo 2-3. Vini e vitigni
Altra tipologia
ARNEIS arneis min. 85% Con menzione Vigna NEBBIOLO nebbiolo min. 85%
Piemonte
Con menzione Vigna
88
Resa Alcol
Affinamento
10
11.5
4
9
12.5
4
8.5
12
4
7.5
13
4
La nuova DOC Terre Alfieri riunisce i territori della Comunità Colline Alfieri e dell’Unione dei Comuni Roero tra Tanaro e Castelli, un comprensorio tra Langhe, Roero e Monferrato, al centro del sistema delle colline del vino. È la zona di produzione del Barbera d’Asti DOCG, ma questa denominazione ha l’intento di valorizzare i vitigni arneis e nebbiolo e caratterizzare un’area viticola indubbiamente vocata, grazie alle particolari caratteristiche territoriali. La DOC prevede rese restrittive nella produzione ad ettaro e nella trasformazione dell’uva in vino; l’obiettivo è quindi l’alta qualità, certificata da “Equaliter”, un marchio che garantisce tutta la filiera produttiva. Il Terre Alfieri Arneis è un vino ideale per l’abbinamento con risotti e primi piatti a base di verdure, mentre il Terre Alfieri Nebbiolo si accompagna molto bene con preparazioni gastronomiche a base di carni di manzo e coniglio.
DOCG E DOC DELL’ALBESE
Montà d'Alba
3
Canale d'Alba
2 Barbaresco Pocapaglia
Neive
S. Stefano Belbo
ro Tana
Bra S. Vittoria d'Alba
8
Alba
Verduno
Mango
Treiso
Roddi
Loazzolo
Grinzane Cavour
4 Diano d'Alba
La Morra Castiglione Falletto Barolo
Serralunga d'Alba
6
Novello Monforte d'Alba
lb o
1
Borgomale
Be
7
Cortemilia
1
Barolo DOCG
5
Alba
2
Barbaresco DOCG
6
Barbera d'Alba
3
Roero DOCG
7
Nebbiolo d'Alba
4
Dolcetto di Diano d'Alba o Diano d’Alba DOCG
8
Verduno Pelaverga o Verduno
Piemonte
5
89
NEBBIOLO D’ALBA Decreto 25/03/2010 - G.U. 13/04/2010. Ha sostituito il D.P.R. 27/05/1970 e successive modifiche. Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Canale, Castellinaldo, Corneliano d’Alba, Govone, Monticello d’Alba, Piobesi d’Alba, Priocca, Santa Vittoria d’Alba, Sinio, Vezza d’Alba ed in parte di Alba, Baldissero d’Alba, Bra, Castagnito, Diano d’Alba, Grinzane Cavour, Guarene, La Morra, Magliano Alfieri, Monchiero, Monforte d’Alba, Montà, Montaldo Roero, Montelupo Albese, Monteu Roero, Novello, Pocapaglia, Roddi, Roddino, Santo Stefano Roero, Sommariva Perno e Verduno, in provincia di Cuneo. Vitigno: nebbiolo. Epoca migliore per il consumo: mediamente 3-5 anni. Vini
Altra tipologia
NEBBIOLO D’ALBA Con menzione Vigna
12 12.5
12 12
Con menzione Vigna
9 8.1
12.5 13
18 18
Con menzione Vigna
11 11
11.5 12
6 6
NEBBIOLO D’ALBA SPUMANTE ROSÈ Con menzione Vigna
11 11
11.5 12
6 6
NEBBIOLO D’ALBA SPUMANTE
Piemonte
Affinamento
9 8.1
NEBBIOLO D’ALBA SUPERIORE
90
Resa Alcol
Per l’elaborazione delle tipologie Spumante è consentito sia il metodo Italiano sia il metodo Classico. Con Barolo e Barbaresco, il Nebbiolo d’Alba completa l’importante trilogia del celebre nebbiolo che, come abbiamo visto, si ritrova in molte produzioni piemontesi. Il Nebbiolo d’Alba è meno ricco di personalità del Barolo e del Barbaresco, nonostante negli ultimi tempi abbia assunto caratteristiche che lo rendono in grado di mantenersi a lungo nel tempo. E pensare che il Nebbiolo d’Alba, verso la fine dell’800, alimentava con successo il filone degli spumanti rossi, dolci o amabili. A causa dell’eterogeneità dei terreni, si possono notare differenze tra il Nebbiolo
d’Alba prodotto da vitigni coltivati alla destra del Tanaro e quello del Roero. Il primo è più strutturato e longevo, il secondo più delicato e da bersi più giovane. Questo vino presenta in origine un colore rosso rubino più o meno intenso con rari riflessi granato, che diventano più decisi con l’affinamento. Gli aromi sono fruttati e floreali e ricordano il lampone, i mirtilli e la fragolina selvatica, il geranio e quelli del sottobosco, tra i quali spicca la violetta. Il gusto è secco, caldo e abbastanza morbido, con note di freschezza e tannicità non sempre adeguatamente ammorbidite da un affinamento che non si protrae, in genere, che per pochi anni. Il Nebbiolo d’Alba è quindi più semplice degli illustri “parenti”, ma l’eleganza e la finezza, migliorate negli anni, trovano compagni ideali nei tagliolini al sugo di salsiccia e con il tartufo, negli agnolotti con sugo di arrosto, nei piatti a base di carni rosse, alla griglia o arrosto, negli stracotti, nella selvaggina da piuma e faraona, nelle tome di Murazzano e nei formaggi mediamente stagionati o solo leggermente erborinati.
VERDUNO PELAVERGA o VERDUNO Zona di produzione: comprende il comune di Verduno e in parte di La Morra e Roddi, in provincia di Cuneo. Resa: max. 9 t/ha. 8.1 con menzione Vigna. Vitigni: pelaverga piccolo min. 85%. Titolo alcolometrico minimo: 11%. Affinamento: minimo 4 mesi. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-2 anni. Pochi ettari di vigneto sono coltivati con il pelaverga piccolo, uno dei vitigni più rari di tutto il Piemonte, ed il vino che vi viene prodotto è ricercato dai veri amatori. Da sempre impiegato in uvaggio, solo da pochi decenni il pelaverga piccolo viene vinificato in purezza, con buoni risultati. Il Verduno Pelaverga è un vino di colore rosso rubino non molto intenso, con aromi di ciliegia e di violetta, spiccate note erbacee, fresco, poco tannico e di media struttura. Un tempo si diceva che fosse il vino delle merende, da degustare con un piatto di salumi e di formaggi, ma si adatta anche a carne cruda battuta al coltello, fritto misto alla piemontese, preparazioni di carni bianche, animali da cortile, piccola uccellagione e formaggi mediamente stagionati.
Piemonte
Decreto 19/06/2007 – G.U. 29/06/2007. Ha sostituito il Decreto 20/10/1995.
91
ZONE DI PRODUZIONE DEI VINI DOLCETTO DOCG E DOC
4
Bra
2
6
7
3
Gavi
Alba Loazzolo
Acqui Terme
Diano d'Alba
Ovada
Dogliani
Mondovì
Piemonte
5
92
1
8
1
Dolcetto di Dogliani Superiore o Dogliani DOCG Dolcetto di Dogliani
5
Dolcetto delle Langhe Monregales
2
Dolcetto di Diano d’Alba o Diano d’Alba DOCG
6
Dolcetto d'Asti
3
Dolcetto di Ovada Superiore o Ovada DOCG Dolcetto di Ovada
7
Dolcetto d'Acqui
4
Dolcetto d'Alba
8
Langhe Dolcetto
DOLCETTO D’ALBA Decreto 25/03/2010 - G.U. 14/04/2010. Ha sostituito i D.P.R. 06/07/1974 e 18/11/1987. Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Alba, Albaretto della Torre, Arguello, Barolo, Benevello, Borgomale, Bosia, Camo, Castiglione Falletto, Castiglione Tinella, Castino, Cossano Belbo, Grinzane Cavour, Lequio Berria, Mango, Monforte d’Alba, Montelupo Albese, Neviglie, Rocchetta Belbo, Rodello, Santo Stefano Belbo, Serralunga d’Alba, Sinio, Treiso e Trezzo Tinella e in parte Barbaresco, Cherasco, Cortemilia, La Morra, Narzole, Neive, Novello, Roddi, Roddino, Torre Bormida e Verduno, in provincia di Cuneo e Coazzolo, in quella di Asti. Resa: max. 9 t/ha; 8 con menzione Vigna. Vitigno: dolcetto. Titolo alcolometrico minimo: 11.5%; 12% con menzione Vigna. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-3 anni. Altra tipologia - Superiore (anche con menzione Vigna), con titolo alcolometrico minimo di 12.5% e affinamento almeno di 12 mesi. Per i vini DOLCETTO D’ALBA è ammessa la menzione Vigna.
DOLCETTO DI DOGLIANI Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Bastia Mondovì, Belvedere Langhe, Clavesana, Cigliè, Dogliani, Farigliano, Monchiero, Rocca Cigliè e parte di Roddino e Somano, in provincia di Cuneo. Resa: max. 8 t/ha. Vitigno: dolcetto. Titolo alcolometrico minimo: 11.5%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-3 anni. È ammessa la menzione Vigna, con resa max. di 7.2 t/ha e vigneto con un’età minima d’impianto di 7 anni.
Piemonte
Decreto del 06/07/2005 - G.U. 15/07/2005. Ha sostituito il D.P.R. 26/06/1974.
93
DOLCETTO DELLE LANGHE MONREGALESI Decreto 22/04/2009 - G.U. 13/05/2009. Ha sostituito il D.P.R. 06/07/1974. Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Briaglia, Castellino Tanaro, Igliano, Marsaglia, Niella Tanaro, Piozzo e parte di Carrù, Mondovì, Murazzano, San Michele Mondovì e Vicoforte, in provincia di Cuneo. Resa: max. 7 t/ha; 6.3 con menzione Vigna. Vitigno: dolcetto. Titolo alcolometrico minimo: 11%; 12% con menzione Vigna. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-2 anni. Altra tipologia - Superiore, con titolo alcolometrico minimo di 12% e affinamento almeno di 14 mesi.
DOLCETTO D’ASTI
Piemonte
DOC riconosciuta con D.P.R. 10/06/1974 - G.U. 15/10/1974.
94
Zona di produzione: comprende i comuni di Bubbio, Cassinasco, Castel Boglione, Castelletto Molina, Castel Rocchero, Cessole, Fontanile, Loazzolo, Maranzana, Mombaldone, Mombaruzzo, Monastero Bormida, Montabone, Olmo Gentile, Quaranti, Roccaverano, Rocchetta Palafea, San Giorgio Scarampi, Serole, Sessame, Vesime e la porzione di territorio situata alla destra orografica del torrente Belbo nei comuni di Calamandrana, Canelli e Nizza Monferrato, in provincia di Asti. Resa: max. 8 t/ha. Vitigno: dolcetto. Titolo alcolometrico minimo: 11.5%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-2 anni. Altra tipologia - Superiore, con titolo alcolometrico minimo di 12.5% e affinamento almeno di 14 mesi.
DOLCETTO D’ACQUI DOC riconosciuta con D.P.R. 01/09/1972 - G.U. 27/11/1972. Zona di produzione: comprende i comuni di Acqui Terme, Alice Bel Colle, Bistagno, Cartosio, Cassine, Castelletto d’Erro, Castelnuovo Bormida, Cavatore, Denice, Grognardo, Melazzo, Montechiaro d’Acqui, Morbello, Orsara Bormida, Ponti, Ponzone, Ricaldone, Rivalta Bormida, Sezzadio, Spigno Monferrato, Strevi, Terzo e Visone, in provincia di Alessandria. Resa: max. 8 t/ha. Vitigno: dolcetto. Titolo alcolometrico minimo: 11.5%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-2 anni. Altra tipologia - Superiore, con titolo alcolometrico minimo di 12.5% e affinamento almeno di 14 mesi.
DOLCETTO DI OVADA Zona di produzione: comprende i comuni di Belforte Monferrato, Bosio, Capriata d’Orba, Carpeneto, Casaleggio Boiro, Cassinelle, Castelletto d’Orba, Cremolino, Lerma, Molare, Montaldeo, Montaldo Bormida, Morsasco, Mornese, Ovada, Parodi Ligure, Prasco, Roccagrimalda, San Cristoforo, Silvano d’Orba, Tagliolo Monferrato e Trisobbio, in provincia di Alessandria. Resa: max. 8 t/ha. Vitigno: dolcetto. È ammessa la presenza di altri vitigni, max. 3%. Titolo alcolometrico minimo: 11.5%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 2-3 anni.
Piemonte
Decreto 17/09/2008 - G.U. 30/09/2008. Ha sostituito il D.P.R. 01/09/1972.
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Il dolcetto è forse il più piemontese dei vitigni, delicato ed esigente in fatto di esposizione, precoce ed amante delle forti escursioni termiche, coltivato in più di 100 comuni, compreso quello di Ormea, che fece da tramite tra il Piemonte e la Liguria e che gli regalò il nome di ormeasco. Il nome di questo vitigno lascerebbe presumere note dolci o almeno amabili nel vino, ma è dovuto, invece, al sapore gradevolmente dolce delle uve che, avendo un limitato contenuto in acidi, permettono che venga percepito in modo particolarmente intenso.
Piemonte
I Dolcetti sono vini in genere di pronta beva, facili da capire, e che regalano in gioventù splendidi riflessi violacei e profumi fragranti, con sentori vinosi, fruttati e sfumature erbacee. A seconda della zona, possono però evolvere in vini più maturi e strutturati, con profumi articolati e complessi. Un saggio uso della barrique può portare a note speziate di vaniglia intense e persistenti ma, se eccessivo, tende a mascherare l’originalità del prodotto.
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Quattro sono i Dolcetti prodotti nella zona del cuneese, compreso il Dolcetto di Diano d’Alba o Diano d’Alba DOCG, ciascuno con proprie caratteristiche. Il più diffuso e conosciuto è certamente il Dolcetto di Alba, anche perché in questi appezzamenti si trovano i migliori terreni. Rosso rubino intenso con riflessi violacei, aromi vinosi e fruttati con sentori di ciliegia e di prugna, sapore secco ed equilibrato, discreta acidità e tannini un po’ rustici, attenuati da una buona morbidezza complessiva, sono le sue principali caratteristiche. L’abbinamento ideale di questo vino è con salumi, peperoni alla piemontese, minestrone di ceci e costine di maiale, agnolotti alla piemontese e altre paste ripiene, carne cruda all’albese, carni rosse alla griglia, vitello arrosto e le subrics, le crocchette di Cuneo. Il Dolcetto di Dogliani è un po’ meno strutturato dei precedenti e manifesta doti di giovialità e di fragranza. Le caratteristiche si dispongono su toni un po’ smorzati, mentre vivaci sono le note fresche e fragranti di ciliegia selvatica, mora, marasca e prugna, così come per il Dolcetto delle Langhe Monregalesi. Ormai prodotto in quantità sempre più limitate, leggero e beverino, con delicate e gradevoli note amarognole, questo Dolcetto è adatto a piatti di entrata, carni bianche e rosse non molto saporite e formaggi di media stagionatura.
E poi i Dolcetto d’Asti, d’Acqui e di Ovada. Rispetto ai precedenti, il Dolcetto d’Asti presenta maggior morbidezza ed eleganza, che lo rendono adatto ad abbinamenti con antipasti all’italiana, agnolotti, minestra di ceci e uova alla piemontese. Anche il Dolcetto d’Acqui presenta spesso una piacevole morbidezza, con caratteri che lo avvicinano a vini prodotti con uve gamay, tannicità appena accennata, buona freschezza e struttura limitata. Si abbina bene con salumi, maiale al forno, fricassea di coniglio, carne di pollo alla griglia, formaggi non troppo saporiti.
Piemonte
Il Dolcetto di Ovada è forse il più strutturato di questi ultimi tre, dotato di una maggior componente tannica, che non lo rende però né sgraziato né aggressivo, soprattutto se degustato dopo un adeguato periodo di affinamento. Il colore è rosso rubino intenso, e anche i profumi fruttati con note di mandorla si distinguono per la maggior personalità. Il Dolcetto di Ovada sembra sviluppare i migliori profumi tra i 2 e i 3 anni di maturazione, durante i quali gli aromi fruttati diventano un po’ più intensi, diminuiscono le note amarognole e aumentano quelle speziate, che si fanno via via più morbide, mentre le note della viola virano lentamente verso quelle della rosa, rendendo il vino più elegante. Si abbina perfettamente con tajarin e fagioli, zampetti di maiale alla piemontese (batsuà) e rustida.
97
Lombardia
Lombardia
ZONE DI PRODUZIONE DEI VINI DOCG E DOC ALTO ADIGE Livigno Bormio
SVIZZERA
Tirano
SONDRIO
Adda
2
Morbegno Lago di Como
Lago Maggiore
VARESE
LECCO
COMO
4 5
TRENTINO
10 9
Lago di d'Iseo Lago di Garda
8 6
Monza
o
Ticin
Legnano
Scanzorosciate
BERGAMO
PIEMONTE
BRESCIA Vigevano
LODI
14
Og
lio
Add a
PAVIA
Chiese
MILANO
12 Min
cio
Po
3
S. Colombano Broni al Lambro
CREMONA
VENETO
MANTOVA
Po
Voghera
1
7
13
11
1
Franciacorta DOCG Curtefranca
5
Valcalepio
10
Garda
6
Botticino
11
Lugana San Martino della Battaglia
2
Valtellina Superiore DOCG Sforzato di Valtellina o Sfursat di Valtellina DOCG Valtellina Rosso o Rosso di Valtellina
7
Capriano del Colle
12
Garda Colli Mantovani
3
Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG Oltrepò Pavese
8
Cellatica
13
Lambrusco Mantovano
4
Moscato di Scanzo o Scanzo DOCG
9
Riviera del Garda Bresciano o Garda Bresciano
14
S. Colombano al Lambro o S. Colombano
Lombardia
EMILIA-ROMAGNA
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Vitigni idonei alla coltivazione in regione A bacca bianca, tra i più coltivati: riesling italico, chardonnay, moscato bianco (moscato, moscatello, moscatellone), pinot bianco, trebbiano di Soave (turbiana, trebbiano di Lugana) e cortese (bianca fernanda). Gli altri: garganega (garganego), manzoni bianco (incrocio manzoni 6.0.13), invernenga, kerner, malvasia bianca di Candia (malvasia), moscato giallo (moscato, moscatello, moscatellone), müller thurgau, pinot bianco (pinot), prosecco, riesling, riesling italico (riesling), sauvignon, timorasso, tocai friulano (tocai italico), trebbiano romagnolo, trebbiano toscano, veltliner, verdea e verdese. A bacca grigia/rosa: moscato rosa (moscato delle rose), pinot grigio (pinot) e traminer aromatico. A bacca rossa, tra i più coltivati: barbera, bonarda (uva rara), pinot nero (pinot), croatina (bonarda esclusivamente per VQPRD Oltrepò Pavese), nebbiolo (spanna, chiavennasca), merlot, cabernet sauvignon (cabernet), uva rara, cabernet franc (cabernet), lambrusco viadanese (groppello ruberti), lambrusco maestri (lambrusco, groppello maestri), lambrusco marani (lambrusco), marzemino (berzemino, berzamino), sangiovese e groppello gentile (groppello). Gli altri: ancellotta (lancellotta), carmenere (cabernet, cabernet nostrano, cabernet italiano), corvina (cruina), dolcetto (ormeasco), fortana (uva d’oro), franconia, freisa, groppello di Mocasina, groppello di Santo Stefano, incrocio terzi n. 1, lagrein, lambrusco di Sorbara, lambrusco grasparossa (lambrusco, groppello grasparossa), lambrusco salamino (lambrusco), meunier, molinara, montepulciano (prugnolo), moscato di Scanzo, negrara, pignola, raboso veronese, rebo, rondinella, rossola nera, schiava, schiava gentile (schiava), schiava grigia (schiava), schiava grossa (schiava), schiava, syrah (shiraz), teroldego e vespolina (ughetta).
Lombardia
I vini della Lombardia
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DOCG: Franciacorta, Valtellina Superiore, Sforzato di Valtellina o Sfursat di Valtellina, Oltrepò Pavese Metodo Classico, Moscato di Scanzo o Scanzo. DOC: Botticino, Capriano del Colle, Cellatica, Curtefranca, Garda*, Garda Colli Mantovani, Lambrusco Mantovano, Lugana*, Oltrepò Pavese, Riviera del Garda Bresciano o Garda Bresciano, San Martino della Battaglia*, San Colombano al Lambro o San Colombano, Valcalepio, Valtellina Rosso o Rosso di Valtellina. (* DOC interregionali, unitamente al Veneto) IGT: Alto Mincio, Benaco Bresciano, Bergamasca, Collina del Milanese, Montenetto di Brescia, Provincia di Mantova, Provincia di Pavia, Quistello, Ronchi di Brescia, Ronchi Varesini, Sabbioneta, Sebino, Terrazze Retiche di Sondrio, Terre Lariane, Valcamonica.
I VQPRD
FRANCIACORTA
Zona di produzione: comprende i comuni di Adro, Capriolo, Cellatica, Corte Franca, Erbusco, Gussago, Iseo, Monticelli Brusati, Ome, Paderno Franciacorta, Paratico, Passirano, Provaglio d’Iseo, Rodengo-Saiano e la parte a nord delle strade statali n. 573 e n. 11 dei comuni di Brescia, Cazzago San Martino, Coccaglio, Cologne e Rovato, in provincia di Brescia. Resa: max. 10 t/ha. Vitigni: chardonnay e/o pinot nero; può concorrere, fino ad un max. del 50%, il pinot bianco. Per il Rosé, il pinot nero, vinificato in rosato, è almeno il 25%. Per il Saten non è consentito l’impiego di pinot nero. Titolo alcolometrico minimo: 11.5%. Affinamento: dalla data del tiraggio, il periodo minimo obbligatorio sui lieviti, fino alla sboccatura, è di 18 mesi per il Franciacorta; 24 per il Rosé e il Saten; 30 per il Millesimato e 60 per il Riserva. Le operazioni di tiraggio devono iniziare dal 1° febbraio successivo alla vendemmia dalla quale è stato ricavato il vino base più giovane. L’immissione al consumo è consentita dopo 25 mesi per il Franciacorta, 31 per il Rosé e il Saten, 37 per il Millesimato e 67 per il Riserva, dalla data d’inizio della vendemmia, stabilita con decreto della regione Lombardia, della partita di uve più recente. Epoca migliore per il consumo: mediamente entro 1-2 anni dalla sboccatura. Tipologie FRANCIACORTA FRANCIACORTA ROSÉ (può essere ottenuto con la miscela di vini di colore differente); entrambe nelle versioni Dosaggio zero, Extra brut, Brut, Extra dry, Sec e Demi-sec
Lombardia
DOCG riconosciuta con Decreto 01/09/1995 - G.U. 24/10/1995. Modifica con Decreto 25/06/2008 - G.U. 07/07//2008.
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Lombardia
FRANCIACORTA SATEN (utilizzo massimo di 20 g/l di zucchero all’atto della presa di spuma); solo nella versione Brut FRANCIACORTA MILLESIMATO nelle versioni Dosaggio zero, Extra brut, Brut ed Extra dry FRANCIACORTA RISERVA nelle versioni Dosaggio zero, Extra brut e Brut
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Questo angolo di Lombardia situato tra il Lago d’Iseo e Brescia, è diventato uno dei poli più significativi della spumantistica italiana. La grande cura nel vigneto, la raccolta manuale ai primi di settembre, l’attenta vinificazione in bianco e la maturazione dei vini base in acciaio e in parte, spesso, in piccole botti di rovere, forniscono una materia prima di grande livello per la spumantizzazione. La lunga permanenza in cantina dopo la rifermentazione regala bollicine di pregio, fini e persistenti, profumi eleganti di frutta bianca matura, talvolta esotica, di fiori bianchi, a volte di agrumi, camomilla, gelsomino, vaniglia o nocciola tostata, che si articolano in modo armonico con quelli di lievito e di crosta di pane. I sapori sono intensi e dotati di buona persistenza, gradevole freschezza e buona morbidezza, caratteristiche che rendono questi spumanti davvero raffinati. E poi il Satèn, così chiamato dal 1990 e solo in Franciacorta, per ricordare la morbidezza della seta e il colore “satinato”. È un brut prodotto solo con chardonnay e pinot bianco, sempre elegante nel perlage e gradevole nei profumi, con sentori di fiori bianchi e leggeri ricordi di agrumi, miele e vaniglia. La freschezza gustativa è piacevole, accattivante la morbidezza, così come la persistenza aromatica, arricchita da ricordi di mandorla e agrumi. Quali gli abbinamenti migliori? Questi spumanti sono perfetti al momento dell’aperitivo, ma possono accompagnare tutto il pasto, soprattutto se a base di antipasti di crostacei e di molluschi, risotti ai frutti di mare o con scampi ed asparagi, pesci bolliti e alla griglia. Se poi si degusta il Rosé, dal bel colore rosa brillante, i profumi si arricchiscono degli aromi della frutta rossa e dei piccoli frutti di bosco, che lo rendono adatto anche ad antipasti di salumi raffinati e a piatti di carni bianche e deliRemuage cate.
MOSCATO DI SCANZO o SCANZO DOCG riconosciuta con Decreto 28/04/2009 - G.U. 19/05/2009. Zona di produzione: comprende il comune di Scanzorosciate, in provincia di Bergamo. Resa: max 7 t/ha. Vitigno: moscato di Scanzo. Titolo alcolometrico minimo: 17%, di cui minimo 14% svolto, con contenuto in zuccheri residui 50-100 g/l. L’appassimento delle uve deve protrarsi almeno 21 giorni e fino al raggiungimento di un tenore zuccherino minimo di 280 g/l. Affinamento: minimo 2 anni. Epoca migliore per il consumo: 2-5 anni.
Il colore è rosso rubino, ma con l’affinamento acquista tonalità che virano verso il granato e l’aranciato, ed il profumo è aromatico, con sentori di rosa appassita, marmellata di frutta rossa, salvia, liquirizia e spezie dolci come la cannella e i chiodi di garofano. In bocca è dolce e morbido, ben strutturato e dotato di ottima persistenza aromatica, con una particolare nota amarognola. Si abbina perfettamente con la torta di granoturco, con le fave dei morti e pasticceria secca e, per tradizione locale, con la polenta e osei dolce. Questo particolare Moscato potrebbe essere la gradevole conclusione di un pasto nel quale trota e acquadelle hanno trovato un compagno ideale nel Valcalepio Bianco e un piatto di coniglio con la polenta ed il formai de mut nel Valcalepio Rosso.
Lombardia
Il Moscato di Scanzo è un piccolo gioiello, prezioso anche perché raro, ottenuto con uve moscato di Scanzo accuratamente selezionate e fatte appassire su graticci per qualche settimana.
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OLTREPÒ PAVESE METODO CLASSICO
Lombardia
DOCG riconosciuta con Decreto 27/07/2007 - G.U. 08/08/2007.
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Zona di produzione: comprende la fascia vitivinicola collinare dell’Oltrepò Pavese, in pratica interamente 27 comuni e in parte altri 15, in provincia di Pavia. Resa: max. 10 t/ha. Vitigni: pinot nero min. 70%, chardonnay e/o pinot grigio e/o pinot bianco max. 30% per l’Oltrepò Pavese e l’Oltrepò Pavese Rosé; pinot nero min. 85%, chardonnay e/o pinot grigio e/o pinot bianco max. 15% per l’Oltrepò Pavese Pinot Nero e l’Oltrepò Pavese Pinot Nero Rosé. Titolo alcolometrico minimo: Oltrepò Pavese e Oltrepò Pavese Rosé 11.5%; 12% per Oltrepò Pavese Pinot Nero e Oltrepò Pavese Pinot Nero Rosé. Affinamento e permanenza sulle fecce: minimo 15 mesi; 24 mesi per il Millesimato. Il periodo decorre dalla data dell’imbottigliamento e, in ogni caso, non prima del 1° gennaio successivo alla raccolta delle uve. Altre tipologie - La DOCG, riservata solo al vino Spumante ottenuto con metodo Classico, prevede quattro tipologie: Oltrepò Pavese, Oltrepò Pavese Rosé, Oltrepò Pavese Pinot Nero e Oltrepò Pavese Pinot Nero Rosé. Scelta vendemmiale: le uve provenienti dai vigneti iscritti all’albo della DOCG Oltrepò Pavese Metodo Classico possono essere rivendicate, con la scelta vendemmiale, anche per i vini DOC Oltrepò Pavese tipologia Pinot nero ed è consentito, con la scelta di cantina, passare dal vino base della DOCG Oltrepò Pavese Metodo Classico alla DOC Oltrepò Pavese Pinot nero (vinificato in bianco e rosato), purché siano rispettate tutte le condizioni previste dai rispettivi disciplinari di produzione. Il vino DOCG Oltrepò Pavese Metodo Classico Rosé può essere immesso al consumo anche con la tipologia Crémant. Per il vino DOCG Oltrepò Pavese Metodo Classico vinificato in rosato, anche nella tipologia Crémant, è ammesso esclusivamente la designazione Rosé. L’Oltrepò Pavese Metodo Classico prevede le versioni da Nature fino a Demisec; è vietato l’utilizzo della tipologia Dolce. Per identificare il vino DOCG Oltrepò Pavese Metodo Classico è vietato utilizzare il termine “Vino Spumante”, ma si deve usare solo la sigla VSQPRD. L’indicazione sull’etichetta dell’annata di produzione è facoltativa, obbligatoria per il Millesimato, ottenuto con almeno l’85% delle uve provenienti da un’unica vendemmia.
Lombardia
Con le uve vendemmiate nel 2007, si potrà brindare con le bollicine dell’Oltrepò Pavese DOCG. Qui, la grande tradizione spumantistica caratterizzata dall’utilizzo principalmente del pinot nero - di cui l’intera zona è il più grande produttore nazionale - ha radici antiche, in quanto il primo metodo Classico prodotto in zona è del 1872. I terreni di natura calcarea o calcareo-argillosa e i pendii collinari ben soleggiati, sono molto favorevoli alla coltivazione di questo vitigno, che vanta un’estensione di oltre 2.000 ha di vigneti iscritti all’albo camerale. Nel 1980, il professor Mario Fregoni dell’Università Cattolica di Piacenza, in occasione di un convegno sul pinot nero organizzato a Broni, indicò: “Oggi l’Oltrepò Pavese è una delle più importanti zone vitivinicole europee e mondiali per la produzione di spumanti di qualità ed è il più grande ‘serbatoio’ italiano di Pinot nero”. L’attuale produzione spumantistica rappresenta una quantità relativamente bassa rispetto al vino totale imbottigliato, ma lo spumante metodo Classico costituisce certamente il fiore all’occhiello dell’intera enologia dell’Oltrepò Pavese.
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Lombardia
L’Oltrepò Pavese Metodo Classico, ottenuto da uve pinot nero, con piccole aggiunte di chardonnay, pinot grigio e pinot bianco, in genere si presenta di colore giallo paglierino intenso o leggermente dorato, con un profumo complesso, con sentori fragranti di lieviti, crosta di pane, frutta esotica, gelsomino e tiglio, note vanigliate, burrose e di banana matura. L’impatto gustativo è importante, sapido e discretamente morbido, con buona persistenza aromatica e finale ammandorlato. Ottimo al momento dell’aperitivo oppure in abbinamento ai tagliolini con i calamaretti e basilico o al risotto alle punte di asparagi di Cilavegna. L’Oltrepò Pavese Metodo Classico Rosé, si presenta con un bel colore rosato tenue e riflessi ramati, un profumo intenso e fine, con sfumature odorose fragranti di pane appena sfornato, fragoline di bosco e rosa canina su uno sfondo minerale. Dotato di grande personalità, è secco e discretamente morbido, con un buon equilibrio con freschezza e sapidità, intenso e persistente, quindi adatto a tutto pasto o da abbinare a minestrone di zucca, insalatina di gamberi e arance rosse, riso al salto alla pavese e filetto di branzino alle erbe aromatiche.
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DOCG E DOC DELLA PROVINCIA DI SONDRIO
Passo dello Spluga Passo dello Stelvio
Livigno Bormio
Madesimo
Passo Maloia
Chiavenna
Tirano Ardenno
SONDRIO
Morbegno
1
Valtellina Superiore DOCG Sottozone
1
Valtellina Superiore Maroggia
2
Valtellina Superiore Sassella
3
Valtellina Superiore Grumello
4
Valtellina Superiore Inferno
5
Valtellina Superiore Valgella
2
Aprica
5
6
3
4
6
Sforzato di Valtellina o Sfursat di Valtellina DOCG Valtellina Rosso o Rosso di Valtellina
Lombardia
Adda
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VALTELLINA SUPERIORE DOCG riconosciuta con Decreto 11/11/2002 - G.U. 27/11/2002. Ha sostituito il Decreto 24/06/1998. Modifica con Decreto 25/01/2010 - G.U. 10/02/2010.
Lombardia
Zona di produzione: comprende i comuni di Berbenno di Valtellina, Bianzone, Buglio in Monte, Castione Andevenno, Chiuro, Montagna in Valtellina, Poggiridenti, Ponte in Valtellina, Postalesio, Sondrio, Teglio, Tirano, Tresivio e Villa di Tirano, in provincia di Sondrio. Sottozone SASSELLA, GRUMELLO, INFERNO, VALGELLA e MAROGGIA: comprendono aree specifiche di riferimento. Resa: max. 8 t/ha. Vitigni: nebbiolo (chiavennasca) min. 90%. Titolo alcolometrico minimo: 12%. Affinamento: minimo 25 mesi. Epoca migliore per il consumo: mediamente 3-5 anni. Altra tipologia - Riserva, anche le sottozone, con affinamento minimo di 37 mesi. Stagafassli, menzione della denominazione Valtellina Superiore, limitata al vino imbottigliato nel territorio della Confederazione Elvetica, escluso le sottozone, la qualificazione Riserva e ulteriori riferimenti geografici.
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Terrazze d’argilla e di silicio fino a 600 m slm, una viticoltura difficile e impegnativa, la passione di chi non vuole abbandonare queste tradizioni e vini che sanno regalare grandi soddisfazioni: la Valtellina. Il vitigno nebbiolo, qui coltivato a guyot, è in grado di dare personalità e vigore ai vini che da esso sono prodotti. I vini Valtellina Superiore hanno un colore rubino tendente al granato, e dopo un buon periodo di affinamento i toni sfumano verso l’aranciato. I profumi sono intensi, con sentori di frutta rossa e confetture, spezie e cuoio. Al gusto spiccano sensazioni di tannicità e pseudocalore, ma si rilevano anche morbidezza e un buon supporto in acidità. Quando si parla di questa DOCG si devono sottolineare le differenze tra i vini delle quattro sottozone. Seguendo il percorso delle vigne da ovest a est, lungo una trentina di chilometri, troviamo l’elegante Sassella, il più morbido e longevo Grumello, il più strutturato ed austero Inferno e, infine, il Valgella, il meno complesso. Questi vini si abbinano perfettamente con i piatti tipici della cucina valtellinese come i pizzoccheri, la polenta taragna con il bitto, lo stufato, oltre che con piatti di cacciagione come il fagiano arrosto e formaggi stagionati come il bitto, che in queste zone è prodotto e fatto maturare per alcuni anni.
SFORZATO DI VALTELLINA o SFURSAT DI VALTELLINA DOCG riconosciuta con Decreto 19/03/2003 - G.U. 07/04/2003. Modifica con Decreto 25/01/2010 - G.U. 10/02/2010.
Lo Sforzato è un vino particolare, prodotto dalla raccolta delle uve nel mese di ottobre con selezione dei grappoli più belli, e dall’appassimento su graticci in locali asciutti e ben areati, che dura anche più di tre mesi. La tradizionale vinificazione in rosso si prolunga per alcune settimane, per permettere una grande estrazione dei componenti delle uve chiavennasca, che porterà ad un vino di notevole struttura, importante tenore alcolico e grande morbidezza. I profumi sono intensi, con sentori di frutta cotta e sotto spirito, confetture di marasca e di prugna, spezie come la cannella e i chiodi di garofano, sottili note di cacao e tabacco. Lo Sforzato si abbina perfettamente con la pasticceria secca, ma anche con formaggi stagionati particolarmente saporiti come il bitto e preparazioni a base di selvaggina a pelo. E regala grandi emozioni anche come vino da meditazione.
Lombardia
Zona di produzione: comprende tutti i terreni in pendio, ubicati tra il tracciato della s.s. n. 38 e l’altitudine di 700 m slm, compresi nel territorio che va dal comune di Ardenno a quello di Tirano, sulla sponda orografica destra del fiume Adda; i pendii vitati al di là della s.s. n. 38 fino al fiume Adda dei comuni di Piateda e Ponte in Valtellina; i pendii compresi tra il fiume e l’altitudine di 600 m slm, sulla sponda orografica sinistra del fiume Adda, nel comune di Villa di Tirano, la frazione Stazzona e il comune di Albosaggia, in provincia di Sondrio. Resa: max. 8 t/ha. Vitigno: nebbiolo (chiavennasca) min. 90%. Titolo alcolometrico minimo: 14%. Le uve destinate all’appassimento, che potranno essere sottoposte a pigiatura solo dopo il 10 dicembre dell'anno della vendemmia, devono assicurare un titolo alcolometrico minimo di 11% e, dopo l’appassimento, di 14%. Affinamento: minimo 25 mesi, di cui almeno 12 in botti di legno. Lo Sforzato di Valtellina o Sfursat della Valtellina, anche se imbottigliato nella Val Poschiavo, in territorio elvetico, dovrà riportare in etichetta la denominazione nella sola lingua italiana. Epoca migliore per il consumo: mediamente 5-8 anni.
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VALTELLINA ROSSO o ROSSO DI VALTELLINA Decreto 19/03/2003 - G.U. 07/04/2003. Ha sostituito il Decreto 26/06/1998 e il D.P.R. 11/08/1968. Modifica con Decreto 25/01/2010 - G.U. 10/02/2010.
Lombardia
Zona di produzione: comprende i comuni di Albosaggia, Ardenno, Berbenno di Valtellina, Bianzone, Buglio in Monte, Castione Andevenno, Chiuro, Montagna in Valtellina, Poggiridenti, Ponte in Valtellina, Postalesio, Sondrio, Teglio, Tirano, Tresivio e Villa di Tirano, in provincia di Sondrio. Resa: max. 10 t/ha. Vitigni: nebbiolo (chiavennasca) min. 90%. Titolo alcolometrico minimo: 11%. Affinamento: minimo 7 mesi. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-3 anni. Il Valtellina Rosso o Rosso di Valtellina, anche se imbottigliato nel territorio della Confederazione Elvetica, deve riportare in etichetta la denominazione solo in lingua italiana.
110
Ora, in Valtellina, è previsto un disciplinare per lo Sforzato di Valtellina DOCG, un altro per il Valtellina Superiore DOCG (eventualmente con sottozona), uno per il Rosso di Valtellina o Valtellina Rosso DOC e uno per il Terrazze Retiche di Sondrio IGT. In pratica, la piramide della denominazione d’origine, in Valtellina, rappresenta e coincide perfettamente con i dettami previsti dalla legge 164/92. Il sistema viticolo valtellinese, unico nel suo genere, evidenzia esclusivamente una viticoltura terrazzata di montagna, sostenuta da un sistema di muretti a secco tra i più estesi e architettonicamente validi del mondo, ed è in attesa di diventare un patrimonio mondiale dell’Unesco. In Valtellina non si può parlare di ettari vitati, ma di parcelle coltivate a vite, che si possono stimare in più di 150.000 per una superficie media in proprietà pari a 0.3 ha per viticoltore. Il vitigno nebbiolo, localmente chiamato chiavennasca, è alla base dell’ampelografia valtellinese e anche di questo vino DOC Valtellina Rosso o Rosso di Valtellina, che si presenta con un colore rosso granato, profumi intensi e complessi di confettura di frutti rossi, di prugna secca e spezie dolci, un gusto declinato su una prevalente nota tannica e una buona sapidità, da abbinare agli sciatt, alla gallina lessata e al coniglio alla cacciatora.
VALCALEPIO Decreto 17/04/2002 - G.U. 15/05/2002. Ha sostituito il D.M. 02/08/1993 e il D.P.R. 03/08/1976. Zona di produzione: comprende l’intero territorio dei comuni di Carobbio degli Angeli, Cenate Sotto, Credaro, Entratico, Gandosso, Ranica, San Paolo d’Argon, Torre de’ Roveri, Villa di Serio, Villongo e parte di altri 41 comuni, situati ad ovest del lago d’Iseo, in provincia di Bergamo. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Rossi 4-6. Menzioni geografiche aggiuntive, ammesse per il Moscato Passito: Gandosso, Grumello del Monte, Cenate Sotto, Torre de’ Roveri, Albano Sant’Alessandro e Carobbio degli Angeli. Altra tipologia
Resa Alcol
Affinamento
BIANCO pinot bianco e chardonnay 55-80%; pinot grigio 20-45%
9
11.5
ROSSO merlot 40-75%; cabernet sauvignon 25-60%
10
11.5
12
12.5
36
15+2
18
MOSCATO PASSITO moscato di Scanzo o moscato
RISERVA 6.5
In questa piccola zona in provincia di Bergamo i vitigni coltivati non sono quelli di più antica tradizione lombarda, ma il merlot e il cabernet sauvignon tra quelli a bacca rossa, lo chardonnay e i pinot bianco e grigio tra quelli a bacca bianca. Il Valcalepio Rosso ha un colore rosso rubino tendente al granato con l’affinamento, profumo intenso con sentori di amarena e confettura, accompagnati, nella tipologia Riserva, da profumi speziati ed evoluti. Il sapore è secco e piacevolmente equilibrato, dotato di buona persistenza gusto-olfattiva, che si abbina con arrosti di carne rossa e cacciagione con polenta. Il Valcalepio Bianco ha un colore giallo paglierino tenue, con profumi fruttati e sapore secco e fresco, da abbinare a piatti semplici a base di pesce o carni bianche.
Lombardia
Vini e vitigni
111
DOCG E DOC DELLA PROVINCIA DI BRESCIA
Edolo
Breno
7 Lago d'Idro Lago d'Iseo
5
Gardone Val Trompia
1
Gardone Riviera Lago di Garda
Chiari
3
BRESCIA
Sirmione
6 Montichiari
Lombardia
Manerbio
112
4
2
1
Franciacorta DOCG Curtefranca
4
Cellatica
2
Botticino
5
Riviera del Garda Bresciano o Garda Bresciano
3
Capriano del Colle
6
San Martino della Battaglia Lugana
7
Garda
BOTTICINO Decreto 02/06/1998 - G.U. 30/06/1998. Ha sostituito il D.P.R. 19/04/1968. Zona di produzione: comprende parte dei comuni di Botticino, Brescia e Rezzato, in provincia di Brescia. Resa: max. 12 t/ha; 10 il Riserva. Vitigni: barbera min. 30%; schiava gentile (media e/o grigia) min. 10%; marzemino (berzamino) min. 20%; sangiovese min. 10%; ammessi altri max. 10%. Titolo alcolometrico minimo: 11.5%. Affinamento: minimo 7 mesi. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-3 anni. Altra tipologia - Riserva, con titolo alcolometrico minimo di 12.5% e affinamento almeno di 24 mesi.
CAPRIANO DEL COLLE Decreto 03/06/1998 - G.U. 26/06/1998. Ha sostituito il D.P.R. 08/07/1980. Zona di produzione: comprende l’area collinare dei comuni di Capriano del Colle e Poncarale, in provincia di Brescia. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Rossi 2-3. Altre tipologie – Frizzante, il Bianco, Novello, il Rosso, entrambi con titolo alcolometrico minimo di 11%. Riserva, il Rosso (resa max. 10 t/ha), titolo alcolometrico minimo di 12% e affinamento almeno di 24 mesi.
Lombardia
È un vino prodotto in una zona molto ristretta, conosciuto e consumato soprattutto a livello locale. Il colore è rosso rubino con decisi riflessi granato, con profumi non particolarmente intensi ma gradevoli. L’esame gustativo mette in evidenza una discreta freschezza e una media struttura, senza accenti di rilievo né per quanto riguarda la morbidezza né la tannicità. Gli abbinamenti migliori sono quelli con il risotto con i borlotti, spiedo bresciano, piatti di carne della cucina regionale accompagnati dalla polenta, servita anche con capretto e agnello, formaggi a pasta cotta mediamente stagionati.
113
Vini e vitigni
Resa
Alcol
BIANCO o TREBBIANO trebbiano di Soave (trebbiano veronese o trebbiano di Lugana) e/o trebbiano toscano min. 85%
12.5
11
ROSSO sangiovese min. 40%; marzemino (berzamino) min. 35%; barbera min. 3%; ammessi merlot e/o incrocio terzi n.1 max. 15%
12.5
11
Il Capriano del Colle Bianco ha decise note di freschezza gustativa, anticipate dal colore giallo paglierino tenue con riflessi verdolini e delicati profumi fruttati; si abbina piacevolmente con frittate a base di verdure delicate come asparagi e zucchine, e piatti semplici di pesce di lago. Il Capriano del Colle Rosso ha maggiore struttura, discreta morbidezza e buona freschezza, che lo rendono adatto all’abbinamento con salumi crudi e cotti, risotto con le allodole e polenta e osei.
CELLATICA
Lombardia
Decreto 14/09/1995 - G.U. 05/10/1995. Ha sostituito il D.P.R. 19/04/1968.
114
Zona di produzione: comprende in tutto o in parte i comuni di Brescia, Cellatica, Collebeato, Gussago e Rodengo-Saiano, in provincia di Brescia. Resa: max. 11.5 t/ha; 11 il Superiore. Vitigni: marzemino (berzamino) min. 30%; barbera min. 30%; schiava gentile (media o grigia) min. 10%; incrocio terzi n.1 (barbera x cabernet franc) min. 10%; ammessi altri max. 10%. Titolo alcolometrico minimo: 11.5%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 2-3 anni. Altra tipologia - Superiore, con titolo alcolometrico minimo di 12% e affinamento almeno di 11 mesi.
I diversi vitigni impiegati danno un vino di colore rosso rubino non particolarmente intenso, profumi fruttati, discreta morbidezza e buona freschezza, unitamente a tannini poco pronunciati e ad un finale di bocca leggermente amarognolo. Si abbina con piatti di carne, polenta con verdura o con umidi non particolarmente saporiti, a meno che non venga servito dopo opportuno affinamento, che gli dona importanza e lo rende adatto a piatti piĂš strutturati e ad arrosti di carni nobili e di selvaggina.
RIVIERA DEL GARDA BRESCIANO o GARDA BRESCIANO D.P.R. 17/04/1990 - G.U. 22/10/1990. Ha sostituito il D.P.R. 22/06/1977. Modifica con Decreto 26/06/2009 - G.U. 09/07/2009.
Vini e vitigni
Alcol
BIANCO riesling e/o riesling italico min. 80%
11
ROSSO groppello (gentile, di S. Stefano e di Mocasina) 30-60%; sangiovese 10-25%; barbera 10-20%; marzemino (berzemino) 5-15%; ammessi altri max. 10%
11
CHIARETTO stessi del Rosso
11.5
Lombardia
Zona di produzione: comprende 29 comuni in provincia di Brescia, esclusi i territori delle DOC San Martino della Battaglia e Lugana. Resa: max. 11 t/ha. Epoca migliore per il consumo: Bianco e Chiaretto mediamente 1-2 anni, Rossi 1-3. Altre tipologie – Novello, il Rosso, ottenuto con almeno il 40% di macerazione carbonica. Superiore, tutti i vini, tranne lo Spumante, con titolo alcolometrico minimo di 12% e affinamento almeno di 14 mesi.
115
Lombardia
Vini e vitigni
116
Alcol
GROPPELLO groppello (gentile e di Mocasina) e groppellone min. 85%
12
SPUMANTE ROSATO o ROSÉ stessi del Rosso
11.5
La denominazione Riviera del Garda Bresciano si estende lungo tutta la costa occidentale del Lago di Garda, ed è quindi piuttosto ampia. Il vitigno più rappresentativo, originario di questi territori, è il groppello, il cui nome deriva dal francese “groupe”, o “grouper” raggruppato, poiché gli acini si presentano incastrati l’uno nell’altro. Anche la forma del grappolo è insolita: attaccato si trova spesso un picciolo che sembra un orecchio e che i viticoltori tradizionali fanno appassire in solaio, così da aumentare la concentrazione zuccherina prima dell’ammostamento. È un’uva molto apprezzata anche da tavola, per la dolcezza e per i sapori che ricordano la fragola e il lampone. Dal groppello gentile, più coltivato nei terreni vicino al lago, si ottiene un vino da bere in gioventù, mentre da quello di Mocasina si ricavano vini un po’ più strutturati e adatti all’affinamento. I vini di queste zone sono in genere da apprezzare per la loro piacevole fragranza e la vivace freschezza gustativa. Il Bianco si abbina molto bene con i pesci di lago, il Chiaretto, dalle splendide tonalità rosate e dai profumi dolci e gentili, con salumi e primi piatti delicati, il Groppello con preparazioni a base di carne della cucina locale, con gli spiedi e con la Groppello polenta pasticciata.
CURTEFRANCA Decreto 03/07/2008 - G.U. 15/07/2008. Ha revocato la DOC Terre di Franciacorta e sostituito il D.P.R. 21/07/1967 e Decreto 31/08/1995. Zona di produzione: comprende i comuni di Adro, Capriolo, Cellatica, Corte Franca, Erbusco, Gussago, Iseo, Monticelli Brusati, Ome, Paderno Franciacorta, Paratico, Passirano, Provaglio d’Iseo, Rodengo-Saiano, parte di Brescia e il territorio, situato a nord delle strade statali n. 573 e n. 11 di Cazzago San Martino, Coccaglio, Cologne e Rovato, in provincia di Brescia. Resa: max. 11.5 t/ha. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1-2 anni, Rossi 2-4. Per i vini CURTEFRANCA è ammessa la menzione Vigna, seguita dal relativo toponimo, senza far riferimento al colore (Bianco e Rosso). Altre tipologie
Resa Alcol
Affinamento
CURTEFRANCA BIANCO chardonnay min. 85%; ammessi pinot bianco e/o pinot nero max. 50% Con menzione Vigna
11
11
3
9
12
10
CURTEFRANCA ROSSO cabernet franc e/o carmenere min. 20%; merlot min. 25%; cabernet sauvignon 10+35% ammessi altri max. del 15% Con menzione Vigna
10
11
8
8
12
20
Il riferimento Bianco e Rosso è facoltativo. I vitigni del Bianco sono chardonnay, pinot bianco e pinot nero, e anche per il Rosso si ritrovano uve internazionali, come i cabernet sauvignon e franc e il merlot, che donano a questo vino alcune note erbacee, oltre ad un po’ di barbera e nebbiolo. Il colore del Rosso è rubino vivace con riflessi violacei in gioventù, con tonalità granato dopo un più lungo affinamento, in grado di renderlo più morbido, seppur sempre di media struttura. Si abbina ottimamente con arrosti, stufati, polenta pasticciata e manzo di Rovato all’olio. Il Curtefranca Bianco è un vino di colore giallo paglierino con riflessi verdolini, che ha nella fragranza dei profumi di frutta e nella freschezza gustativa le sue migliori caratteristiche, che lo rendono estremamente piacevole come aperitivo, servito con la zuppa pavese e con pesci di lago come la trota al cartoccio e la tinca al forno.
Lombardia
Vini e vitigni
117
GARDA DOC riconosciuta con Decreto 08/10/1996 - G.U. 08/11/1996. Rettifica con Decreto 21/10/1997 - G.U. 09/12/1997. Modifica con Decreto 26/06/2009 - G.U. 10/07/2009.
Lombardia
Zona di produzione: comprende interamente 25 comuni, in provincia di Brescia; 44, per intero o in parte, in quella di Verona e 6 in quella di Mantova. CLASSICO: comprende interamente i comuni Bedizzole, Calvagese della Riviera, Desenzano del Garda, Gardone Riviera, Gargnano, Gavardo, Limone sul Garda, Lonato, Manerba del Garda, Moniga del Garda, Muscoline, Padenghe sul Garda, Polpenazze del Garda, Pozzolengo, Puegnago sul Garda, Roè Volciano, Salò, San Felice del Benaco, Sirmione, Soiano del Lago, Tignale, Toscolano Maderno, Tremosine, Villanuova sul Clisi e Vobarno, in provincia di Brescia. Indicazioni geografiche consentite: Moniga, Raffa, Picedo e Mocasina. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1-2 anni, Rossi 2-3. Altre tipologie - Novello, il Rosso. Spumante, lo Chardonnay, Pinot Bianco, Riesling e Riesling Italico, con titolo alcolometrico minimo di 11%. Secco o Abboccato, tutti i vini bianchi. Secco o Amabile, il Frizzante e Spumanti. Nell’elaborazione dello Spumante è consentita la tradizionale pratica correttiva, in quantità non superiore al 15%, con vini ottenuti dalla vinificazione in bianco di pinot nero.
118
Vini e vitigni
Altre tipologie
CLASSICO BIANCO riesling e/o riesling italico min. 70%
Resa Alcol 11
11
CLASSICO CHIARETTO 11 groppello (gentile, di S. Stefano e di Mocasina) min. 30%; marzemino min. 5%; sangiovese min. 5%; barbera min. 5%; ammessi altri max. 10%
11.5
CLASSICO ROSSO stessi del Chiaretto
11 10
11 12
11
11
10
12
CLASSICO GROPPELLO groppello (gentile, di Mocasina e groppellone) min. 85%
SUPERIORE
RISERVA
Affinamento
14
27
Altre tipologie
Resa
Alcol
CHARDONNAY chardonnay min. 85%
13
10.5
CORTESE cortese min. 85%
14
10.5
16-13
10
GARGANEGA garganega min. 85%
16
10.5
PINOT BIANCO pinot bianco min. 85%
13
10.5
PINOT GRIGIO pinot grigio min. 85%
12
10.5
RIESLING riesling min. 85%
12
10.5
RIESLING ITALICO riesling italico min. 85%
12
10.5
SAUVIGNON sauvignon min. 85%
12
10.5
TOCAI tocai friulano min. 85%
14
10.5
BARBERA barbera min. 85%
13
10.5
CABERNET cabernet franc e/o cabernet sauvignon e/o carmenere
12
11
CABERNET FRANC cabernet franc min. 85%
12
11
CABERNET SAUVIGNON cabernet sauvignon min. 85%
12
11
FRIZZANTE garganega e/o chardonnay
Affinamento
Lombardia
Vini e vitigni
119
Lombardia
Vini e vitigni
120
Altre tipologie
Resa
Alcol
CORVINA corvina min. 85%
13
10.5
MARZEMINO marzemino min. 85%
13
10.5
MERLOT merlot min. 85%
13
11
PINOT NERO pinot nero min. 85%
11
11
SPUMANTE ROSÉ stessi del Chiaretto
12.5
11.5
Affinamento
Alcuni vini di questa denominazione hanno caratteri simili a quelli della DOC Riviera del Garda Bresciano, ma vale la pena di sottolineare come il Classico Chiaretto rappresenti abbastanza bene le caratteristiche dei vini rosati delle regioni settentrionali. Il colore è rosa cerasuolo piuttosto tenue, anche se si potranno incontrare colori più o meno accentuati. Anche i profumi, fruttati e floreali, con ricordi di lampone, fragola e rosa, a volte sono molto delicati, altre un po’ più intensi. Delicatamente sapido, fresco ma ben equilibrato, è un vino “gentile”, gradevole d’estate con antipasti di salumi, torte al formaggio, casoncelli e risotti leggeri, pesci di lago come trote, coregoni e lavarelli.
LUGANA Decreto 28/09/1998 - G.U. 03/10/1998. Ha sostituito i D.P.R. 09/02/1990, 21/07/1967 e successive modifiche. Zona di produzione: comprende in tutto o in parte i comuni di Desenzano del Garda, Lonato, Pozzolengo e Sirmione, in provincia di Brescia; Peschiera del Garda, in quella di Verona. Resa: max. 12.5 t/ha. Vitigni: trebbiano di Soave (trebbiano di Lugana) min. 90%. Titolo alcolometrico minimo: 11%.
Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-2 anni. Altre tipologie - Spumante, con titolo alcolometrico minimo di 11.5%. Superiore, con titolo alcolometrico minimo di 12% e resa max. di 11 t/ha. Il terreno argilloso-calcareo e il clima mitigato dalla vicinanza del lago di Garda, permettono a questo trebbiano di produrre un vino molto piacevole. Il colore giallo paglierino con riflessi verdolini e i profumi in genere eleganti nelle note di fiori bianchi, agrumi, mele, pesche e albicocche, introducono ad un esame gustativo che evidenzia caratteri di discreta morbidezza, media struttura e, in genere, ottima freschezza. Gli abbinamenti piĂš riusciti sono quelli con preparazioni a base di verdure, risotto alla tinca, trota al cartoccio e alle mandorle, anguilla alla griglia e formaggi a pasta molle.
SAN MARTINO DELLA BATTAGLIA
Zona di produzione: comprende in tutto o in parte i comuni di Desenzano del Garda, Lonato, Pozzolengo e Sirmione, in provincia di Brescia; Peschiera del Garda, in quella di Verona. Resa: max. 11.5 t/ha. Vitigni: tocai friulano min. 80%. Titolo alcolometrico minimo: 11.5%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1 anno. Altra tipologia - Liquoroso, con titolo alcolometrico minimo di 15% e resa max. di 8 t/ha. Anche se il tocai dĂ il meglio di sĂŠ nella sua terra di elezione, il Friuli-Venezia Giulia, questo vino ha piacevoli note delicate nei profumi di frutta e agrumi, nel colore giallo paglierino con riflessi che tendono al dorato, nella freschezza e nella buona struttura gustativa che termina con un piacevole finale di mandorla amara. Questo vino dĂ ottimi risultati in abbinamento con crema di asparagi, riso e verze, vitello tonnato, minestra di riso e fegatini, pesci di lago alla griglia o al forno.
Lombardia
Decreto 22/06/1998 - G.U. 11/07/1998. Ha sostituito i D.P.R. 26/03/1970 e 17/04/1990.
121
Il Liquoroso, molto raro, ha buone doti di morbidezza, struttura e persistenza aromatica, che lo rendono adatto ad accompagnare formaggi erborinati e pasticceria secca.
GARDA COLLI MANTOVANI Decreto 22/09/1997 - G.U. 02/10/1997. Ha sostituito e revocato la DOC Colli Morenici Mantovani del Garda istituita con D.P.R. 30/04/1976. Zona di produzione: comprende in tutto o in parte i comuni di Castiglione delle Stiviere, Cavriana, Monzambano, Ponti sul Mincio, Solferino e Volta Mantovana, tutti in provincia di Mantova, con l’esclusione delle zone non idonee, pedologicamente caratterizzate da scoscesità, esposizione sfavorevole, falda prossima alla superficie e drenaggio lento. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1 anno, Rossi 1-2. Altre tipologie – Riserva, il Merlot e il Cabernet, con titolo alcolometrico minimo di 12% e affinamento almeno di 24 mesi.
Lombardia
Vini e vitigni
122
Resa
Alcol
BIANCO garganega max. 35%; trebbiano toscano (di Soave o nostrano e/o giallo e/o toscano) max. 35%; chardonnay max. 35%; ammessi sauvignon e/o riesling e/o riesling italico max. 15%
13
10.5
CHARDONNAY chardonnay min. 85%
12
11
PINOT BIANCO pinot bianco min. 85%
12
11
PINOT GRIGIO pinot grigio min. 85%
12
11
SAUVIGNON sauvignon min. 85%
12
11
Resa
Alcol
TOCAI ITALICO tocai italico min. 85%
12
11
ROSSO o RUBINO merlot max. 45%; rondinella max. 40%; cabernet max. 20%; ammessi sangiovese e/o molinara (rossanella) e/o negrara max. 15%
13
10.5
ROSATO o CHIARETTO stessi del Rosso
13
10.5
CABERNET cabernet sauvignon e/o cabernet franc min. 85%Ë™
12
11.5
MERLOT merlot min. 85%
12
11.5
Il microclima e il territorio, ricco di paesaggi incantevoli nei quali si respirano storia e poesia, sono particolarmente favorevoli alla coltivazione di uve in grado di dare vini piacevoli, vivaci, anche briosi e da bersi giovani, che si abbinano in modo perfetto alle preparazioni della cucina padana. Si deve comunque sottolineare che se nel Bianco si ritrovano i profumi e i sapori di questa terra, nello Chardonnay, nel Sauvignon e nel Pinot bianco, si percepiscono sentori piĂš intensi ed internazionali, differenze che si possono riscontrare anche nel confronto tra il Rosso e il Cabernet e il Merlot.
Tortelli di zucca, tipici del mantovano
Lombardia
Vini e vitigni
123
LAMBRUSCO MANTOVANO Decreto 16/09/1999 - G.U. 23/09/1999. Ha sostituito il D.P.R. 06/05/1987.
Lombardia
Zona di produzione: comprende due aree disgiunte, in provincia di Mantova, una è il Viadanese-Sabbionetano, in pratica il territorio tra i fiumi Oglio, Po e l’altra l’Oltrepò Mantovano. È ammessa la specifica come sottozone VIADANESE-SABBIONETANO e OLTREPÒ MANTOVANO per entrambe le aree. Resa: max. 17 t/ha; 14 per le sottozone. Vitigni: lambrusco viadanese (grappello ruberti) e/o lambrusco maestri (grappello maestri) e/o lambrusco marani e/o lambrusco salamino min. 85%; ammessi lambrusco di Sorbara e/o lambrusco grasparossa (grappello grasparossa) e/o ancellotta e/o fortana max. 15%. Titolo alcolometrico minimo: 10,5%; 11% per le sottozone. Epoca migliore per il consumo: mediamente un anno. Tipologie - Rosso e Rosato e Secco o Amabile
124
Il Lambrusco è un vino simpatico, leggermente frizzante, con un colore rosso rubino con riflessi porpora, spuma rosea e vivace, profumo vinoso di cantina e mosto che sta fermentando, arricchito a volte da sentori di viola mammola, lamponi e ribes. All’esame gustativo offre sensazioni di freschezza e semplicità, con tannicità e tono alcolico appena accennati, che lo rendono un vino gradevole e senza complicazioni. È possibile apprezzare tutta la sua piacevolezza con antipasti di salumi, risotto alla pilota, lasagne al forno e cappelletti al sugo, zamponi, cotechini e fritture di pesci di acqua dolce.
ZONE DIDIPRODUZIONE VINI D.O.C. ZONE PRODUZIONE DEI VINI OLTREPÒ PAVESE DOCG E DOC
Po
Po
Bressana
2
Santa Giuletta Voghera
Casteggio
Stradella
Broni
Bosnasco
Canneto Pavese Montescano Montù Beccaria
3
Pietra de' Giorgi
1 Salice Terme
Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG Oltrepò Pavese
1
Vini con specifiche zone
2
Buttafuoco
3
Sangue di Giuda
Lombardia
Varzi
125
OLTREPÒ PAVESE Decreto 08/09/2008 - G.U. 26/09/2008. Ha sostituito i Decreti 27/07/2007, 01/06/1995 e D.P.R. 22/10/1987. Zona di produzione: comprende interamente 27 comuni e in parte altri 15, in provincia di Pavia. OLTREPÒ PAVESE BUTTAFUOCO: comprende i comuni di Broni, Canneto Pavese, Castana, Cigognola, Montescano, Pietra de’ Giorgi e Stradella. OLTREPÒ PAVESE SANGUE DI GIUDA: comprende in tutto o in parte i comuni di Bosnasco, Cigognola, Montù Beccaria e Pietra de’ Giorgi. Affinamento: minimo 24 mesi il Rosso Riserva; 6 il Buttafuoco; 7 il Moscato Passito. I vini spumanti Riesling, Cortese, Chardonnay, Moscato, Malvasia, Sauvignon, Pinot nero (vinificato in bianco) e Pinot nero (vinificato in rosato) sono ottenuti con la tradizionale tecnica di rifermentazione in autoclave (metodo Italiano o Martinotti). Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1-2 anni, Rossi 1-3.
Lombardia
Vini e vitigni
126
Altre tipologie
Resa
Alcol
BIANCO riesling e/o riesling italico min. 60%; pinot nero (vinificato in bianco) o altri a bacca bianca idonei max. 40%
12
12
CHARDONNAY chardonnay min. 85%; pinot bianco e/o pinot grigio e/o pinot nero max. 15% FRIZZANTE
10
11 10.5 (10 svolto)
SPUMANTE CORTESE cortese min. 85%
11.5 11
FRIZZANTE
10.5 10.5 (10 svolto)
SPUMANTE
10.5
Vini e vitigni
Altre tipologie
MALVASIA malvasia di Candia aromatica min. 85% FRIZZANTE
Resa
Alcol
11.5
11 11 (7 svolto)
SPUMANTE SECCO/AMABILE/DOLCE
11 (6 svolto)
MOSCATO DOLCE moscato bianco min. 85%; malvasia di Candia aromatica max. 15% FRIZZANTE DOLCE
12.5
11 (4.5 svolto)
11 (4.5 svolto)
SPUMANTE DOLCE
11 (6 svolto)
PASSITO
15 (12 svolto)
LIQUOROSO DOLCE LIQUOROSO SECCO o DRY PINOT GRIGIO (vinificato in bianco) pinot grigio min. 85%; pinot nero e/o pinot bianco max. 15% FRIZZANTE
18 18 12
11 11 (10.5 svolto)
12
11 10.5 (10 svolto)
SPUMANTE RIESLING riesling e/o riesling italico min. 85%, pinot nero e/o pinot grigio e/o pinot bianco max. 15% FRIZZANTE
11 12.5
11
12.5
10.5 (10 svolto)
SPUMANTE SAUVIGNON sauvignon min. 85%
11 10
SPUMANTE
11 11
Lombardia
PINOT NERO (vinificato in bianco) pinot nero min. 85%; pinot grigio e/o pinot bianco e/o chardonnay max. 15% FRIZZANTE
127
Vini e vitigni ROSATO stessi del Rosso
Altre tipologie
Resa
Alcol
11
10.5 10.5
FRIZZANTE
(10 svolto)
PINOT GRIGIO (vinificato in rosato) pinot grigio min. 85%; pinot nero e/o pinot bianco max. 15% FRIZZANTE
12
11 11 (10.5 svolto)
PINOT NERO (vinificato in rosato) pinot nero min. 85%; pinot grigio e/o pinot bianco e/o chardonnay max. 15% FRIZZANTE
12 12
11 10.5 (10 svolto)
SPUMANTE ROSSO barbera 25-65%; croatina 25-65%; uva rara e/o ughetta (vespolina) e/o pinot nero max. 45% RISERVA BARBERA barbera min. 85%; croatina e/o uva rara e/o ughetta e/o pinot nero max. 15%, FRIZZANTE
11 11
11.5
11
12.5
12
11 11
Lombardia
(10.5 svolto)
128
BONARDA croatina (tradizionalmente denominata bonarda) min. 85%; barbera e/o ughetta e/o uva rara max. 15% FRIZZANTE SECCO/ ABBOCCATO/AMABILE
12.5
BUTTAFUOCO stessi del Rosso
10.5
12 11 (9 svolto)
FRIZZANTE
12 12 (9 svolto)
CABERNET SAUVIGNON cabernet sauvignon min. 85%
10.5
11.5
Vini e vitigni
Altre tipologie
PINOT NERO pinot nero 100% SANGUE DI GIUDA stessi del Rosso
FRIZZANTE DOLCE
Resa
Alcol
12
12.5
10.5
12 (7 svolto)
SPUMANTE DOLCE
10.5
9
Tanti vini rossi, dunque. Bonarda e Barbera, tranquilli, vivaci o frizzanti, ci offrono bellissimi colori rubino con riflessi violacei e anche la spuma, briosa e compatta, assume tonalità purpuree. Il loro profumo è intenso e fruttato, con sentori di more, lamponi e fragole, a volte con uno sfondo floreale di rosa o viola, e in piena gioventù ricorda la vinosità del mosto in fermentazione. L’impatto gustativo è fresco e vivace, ben strutturato, con discreta persistenza aromatica. Questi vini sono adatti ad essere apprezzati con piatti di salumi assortiti, salame di Varzi, primi piatti della tradizione come il risotto con la salsiccia, la trippa, la cassöla, e semplici preparazioni di carni rosse, piatti con i quali anche il Buttafuoco dà ottimi risultati. Vino che non è così aggressivo come il nome potrebbe far supporre. Può esser proposto giovane, ma la struttura e la buona componente alcolica gli regalano una certa predisposizione all’affinamento.
Lombardia
Difficile sintetizzare in poche righe l’attuale realtà dell’Oltrepò Pavese, zona molto estesa nella quale convivono vitigni, tecniche di produzione e vini così diversi. Un tempo si poteva riassumere questo contesto enologico mettendo in evidenza la vivacità e la briosità dei vini rossi, la loro semplicità e la facilità ad essere apprezzati senza impegno, favoriti anche da quella vena amabile che li rendeva gradevoli anche per chi non aveva grandi pretese, e voleva solo gustare un buon bicchiere di vino in compagnia. Ma le cose sono cambiate, non perché nei vini della zona non sia più possibile riconoscere questi tratti tradizionali, ma perché il panorama si è allargato ed ha migliorato i propri livelli qualitativi. Situato a cavallo del 45° parallelo, l’Oltrepò Pavese gode di un clima particolarmente favorevole, che permette una perfetta maturazione delle uve anche ad autunno inoltrato. Nei terreni argilloso-calcarei crescono meglio i vitigni a bacca rossa, in quelli gessosi quelli a bacca bianca, ed è soprattutto sulle colline più elevate che troviamo i vigneti per le basi spumanti.
129
Lombardia
Ma il panorama dei vini rossi esprime punte di particolare importanza con alcuni Pinot nero affinati in piccole botti di rovere e successivamente, a lungo, in bottiglia. Il pinot nero offre in Oltrepò caratteri diversi, per esempio, rispetto a quelli che si possono ritrovare in Alto Adige, dove i vini ottenuti da questo vitigno sono più strutturati, più articolati nei profumi e dotati di maggior persistenza aromatica. Cristallino e rosso granato, il Pinot nero maturo presenta profumi di frutta macerata in alcol, confettura di ciliegia, spezie come il pepe nero e sentori animali. È un vino morbido, caldo e dotato di ottima persistenza aromatica ricca di personalità e leggermente amarognola, sensazioni che si sposano perfettamente con importanti piatti a base di carne rossa. A fine pasto, i vini rossi dolci come il Sangue di Giuda, si abbinano perfettamente con la torta sbrisolona, con il pane dei morti e con le crostate di frutta rossa.
130
I vini bianchi sono spesso da bersi giovani, per apprezzarne al meglio i profumi fragranti di frutta e di fiori, oltre che qualche sentore minerale ed erbaceo in quelli ottenuti da riesling, sauvignon e chardonnay. A volte, però, un breve passaggio in barrique li arricchisce nei colori, che assumono riflessi che virano verso tonalità dorate, e nei profumi di frutta esotica matura su un gradevole fondo boisé. Grazie alla loro eleganza semplice e discreta, risultano ottimi con piatti a base di pesce, crostacei e molluschi o di carni bianche. Le Malvasie e i Moscati, profumati, aromatici e dolci, sono invece perfetti vini da dessert, per accompagnare il panettone, la colomba, la torta paradiso e le chiacchiere di Carnevale.
SAN COLOMBANO AL LAMBRO o SAN COLOMBANO Decreto 13/11/2002 - G.U. 20/11/2002. Ha sostituito il D.P.R. 18/07/1984. Zona di produzione: comprende in parte i comuni di San Colombano al Lambro, in provincia di Milano; Graffignana e Sant’Angelo Lodigiano, in quella di Lodi; Miradolo Terme, Inverno e Monteleone, in quella di Pavia. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1-2 anni, Rossi 1-3. Altra tipologia: Frizzante, il Bianco e Rosso. Altre tipologie
Resa
Alcol
11
11
Con menzione Vigna
11
11.5
ROSSO croatina 30-50%; barbera 25-50%; uva rara max. 15%; ammessi altri max. 15% Con menzione Vigna RISERVA
11
12
11 10
12 12.5
BIANCO chardonnay min. 50%; pinot nero min. 10%; ammessi altri max. 15%
Affinamento
3
10 24
Nel bel mezzo della pianura padana, il colle di San Colombano, grazie ad un terreno che alterna zone sabbiose ad altre calcaree e molto permeabili, produce vini a volte simili a quelli del vicino Oltrepò Pavese. Ultimamente questa DOC prevede anche l’elaborazione del Bianco, a partire soprattutto da chardonnay e pinot nero. Se degustato in gioventù il Rosso ha un colore rubino vivace, un profumo vinoso, fruttato con sentori di marasca e di mora, floreale con ricordi di violetta e rosa canina, briosità e freschezza gustativa. Il San Colombano Rosso si abbina bene con antipasti di salumi, risotto con le rane e alla milanese, ceci con la tempia di maiale, cassöla, ossobuco alla milanese e cotechino con le lenticchie.
Lombardia
Vini e vitigni
131
Trentino
Trentino
Trentino
ZONE DI PRODUZIONE DEI VINI TRENTINO DOC
133
Vitigni idonei alla coltivazione in regione A bacca bianca, tra i più coltivati: chardonnay, muller thurgau (müller thurgau), pinot bianco (weisserburgunder) e nosiola. Gli altri: bronner, goldtraminer, kerner, manzoni bianco (incrocio manzoni 6.0.13), maor, moscato giallo (goldmuskateller), paolina, riesling, riesling italico (welschriesling), sauvignon, sylvaner verde (silvaner), trebbiano toscano e veltliner. A bacca grigia/rosa: pinot grigio (rülander), traminer aromatico (gewürztraminer) e moscato rosa (rosenmuskateller). A bacca rossa, tra i più coltivati: merlot, schiava grossa (vernatsch, schiava), teroldego, cabernet sauvignon (cabernet), marzemino (berzemino, berzamino), schiava gentile (mittervernatsch, schiava), lambrusco a foglia frastagliata (enantio), pinot nero (blauburgunder) e lagrein. Gli altri: cabernet franc (cabernet), casetta, franconia, gosen, groppello di Revò, meunier, negrara, pavana, petit verdot, rebo, regent, rossara, schiava grigia (grauvernatsch, schiava), sennen e syrah.
Trentino
I vini del Trentino
134
DOC: Casteller, Lago di Caldaro o Caldaro*, Teroldego Rotaliano, Trentino, Trento, Valdadige**, Valdadige Terradeiforti o Terradeiforti***. (*DOC, unitamente all’Alto Adige) (**DOC interregionale, unitamente all’Alto Adige e Veneto) (***DOC interregionale, unitamente al Veneto, provincia di Verona) IGT: delle Venezie*, Vallagarina**, Vigneti delle Dolomiti o Weinberg Dolomiten***. (*IGT interregionale, unitamente al Veneto e Friuli-Venezia Giulia). (**IGT interregionale, unitamente al Veneto, provincia di Verona). (***IGT interregionale, unitamente al Veneto, provincia di Belluno e Alto Adige).
I VQPRD
TRENTINO
Zona di produzione: comprende 72 comuni, in provincia di Trento. Sottozone TRENTINO SORNI: comprende parte dei comuni di Giovo, Lavis (di cui la frazione Sorni) e San Michele all’Adige. L’indicazione della sottozona Sorni può essere sostituita dalle diciture Bianco dei Sorni e Rosso dei Sorni. TRENTINO SUPERIORE MARZEMINO ISERA o d’ISERA: comprende parte dei comuni di Nogaredo e Villa Lagarina. TRENTINO SUPERIORE MARZEMINO ZIRESI o dei ZIRESI: comprende parte del comune di Volano. TRENTINO SUPERIORE CASTEL BESENO o BESENO: comprende parte dei comuni di Besenello e Calliano. Specifiche zone di produzione TRENTINO SUPERIORE: comprende zone con caratteristiche peculiari per ogni vitigno. TRENTINO SUPERIORE VINO SANTO: comprende i comuni di Calavino, Cavedine, Lasino, Padergnone e Vezzano. TRENTINO VINO SANTO: comprende i comuni di Arco, Calavino, Cavedine, Drena, Dro, Lasino, Nago-Torbole, Padergnone, Riva del Garda, Tenno e Vezzano. TRENTINO MARZEMINO: comprende i comuni di Ala, Aldeno, Avio, Besenello, Calliano, Isera, Mori, Nogaredo, Nomi, Pomarolo, Rovereto, Villa Lagarina e Volano. Vitigni: se non indicato diversamente è il medesimo min. 85%; ammessi altri a bacca di colore analogo, esclusi traminer aromatico, moscato giallo e moscato rosa max. 15%. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Rossi 2-4, Aromatici Dolci 2-4, Vino Santo 5-6.
Trentino
Decreto 06/09/2002 - G.U. 20/09/2002. Ha sostituito il Decreto 08/08/1996, il D.P.R. 04/08/1971 e successive modifiche. Modifica con Decreto 05/10/2005 12/10/2005. Modifica Parere favorevole G.U. 30/03/2010.
135
Altre tipologie - Liquoroso, il Moscato giallo e Moscato Rosa. Riserva, il Bianco, Chardonnay, Pinot bianco, Pinot grigio, Riesling e Sauvignon, con affinamento minimo di 12 mesi e Rosso, Cabernet, Cabernet franc, Cabernet sauvignon, Lagrein, Marzemino, Merlot e Pinot nero, con affinamento minimo di 24 mesi e, tutti, con titolo alcolometrico superiore almeno di 0,5% di quello previsto nel vino base. Vendemmia Tardiva, lo Chardonnay, Moscato giallo, Moscato rosa, Müller thurgau, Nosiola, Pinot bianco, Pinot grigio, Riesling, Sauvignon e Traminer aromatico, della denominazione Trentino Superiore, con titolo alcolometrico minimo di 15% (11% svolto), affinamento almeno di 12 mesi e fermo restando le rese di uva ad ettaro, non possono superare la produzione di 50 hl/ha di vino e devono assicurare un contenuto zuccherino minimo di 250 g/l. La DOC Trentino prevede vini ottenuti integralmente da due dei seguenti vitigni: - chardonnay, pinot bianco, pinot grigio e sauvignon; cabernet, cabernet franc, cabernet sauvignon, merlot e lagrein. La varietà che concorre in misura minore deve rappresentare almeno il 25% e, nella designazione, segue il nome della varietà prevalente. La specificazione Cabernet è riservata ai vitigni cabernet franc e/o cabernet sauvignon e/o carmenere. Per il Moscato Giallo e Moscato Rosa, anche della tipologia Liquoroso e Vendemmia Tardiva, si possono utilizzare le caratteristiche e tradizionali bottiglie ad anforetta (Bocksbeutel). Per i vini TRENTINO SUPERIORE è ammessa la menzione Vigna.
Trentino
Vini e vitigni
136
Altre tipologie
BIANCO chardonnay e/o pinot bianco min. 80%; sauvignon e/o müller thurgau e/o manzoni bianco max. 20%
Resa Alcol 15
BIANCO da due varietà di vitigni
11
11
CHARDONNAY
15
11
12
11
MÜLLER THURGAU
14
11
NOSIOLA
14
10.5
MOSCATO GIALLO
SECCO/DOLCE
Affinamento
Altre tipologie
Resa
Alcol
PINOT BIANCO
15
11
PINOT GRIGIO
14
11
RIESLING
14
11
RIESLING ITALICO
15
10.5
SAUVIGNON
14
11
TRAMINER AROMATICO
14
11.5
VINO SANTO nosiola min. 85%
14
10+6
36
14
11.5
4
ROSSO cabernet franc e/o cabernet e/o sauvignon e/o carmenere e/o merlot ROSSO da due varietà di vitigni
Affinamento
11
KRETZER o ROSATO enantio e/o schiava e/o teroldego e/o lagrein, presenti almeno in coppia,ciascuno max. 70%
15
11
MOSCATO ROSA o DELLE ROSE
8
15
CABERNET cabernet franc e /o cabernet sauvignon e/o carmenere
13
11
4
CABERNET FRANC
13
11
4
CABERNET SAUVIGNON
13
11
4
LAGREIN RUBINO o DUNKEL
14
11
4
LAGREIN ROSATO o KRETZER
14
11
DOLCE
Trentino
Vini e vitigni
137
Vini e vitigni
Altre tipologie
Resa
Alcol
Affinamento
MARZEMINO
13
11
MERLOT
15
11
4
PINOT NERO
12
11.5
4
REBO
14
11
Sottozona SORNI BIANCO nosiola e/o müller thurgau e/o sylvaner verde e/o pinot bianco e/o pinot grigio e/o chardonnay
14
11
Sottozona SORNI ROSSO schiava (gentile, grigia, grossa) e/o teroldego e/o lagrein
14
11
BIANCO chardonnay e/o pinot bianco e/o pinot grigio; ammessi sauvignon e/o riesling e/o traminer aromatico e/o manzoni bianco
10
12.5
12
CHARDONNAY
10
12.5
10
10
12
4
MÜLLER THURGAU
12
12
4
NOSIOLA
12
12
4
PINOT BIANCO
10
12.5
10
PINOT GRIGIO
10
12.5
10
RIESLING
10
12
10
TRENTINO SUPERIORE
Trentino
MOSCATO GIALLO
138
SECCO/DOLCE
Vini e vitigni
Altre tipologie
Resa
Alcol
Affinamento
SAUVIGNON
10
12.5
10
TRAMINER AROMATICO
10
12.5
10
VINO SANTO nosiola min. 85%; ammesse altre varietà, escluso traminer aromatico e moscato giallo
12
18 (11 svolto)
54
12.5
22
ROSSO 9 cabernet franc e/o cabernet sauvignon e/o carmenere e/o merlot min. 85%; ammessi lagrein e/o rebo CABERNET cabernet franc e /o cabernet sauvignon e/o carmenere
9
12.5
22
CABERNET FRANC
9
12.5
22
CABERNET SAUVIGNON
9
12.5
22
LAGREIN
9
12.5
22
MARZEMINO
10
12.5
10
MERLOT
9
12.5
22
MOSCATO ROSA o DELLE ROSE
6
15 (11 svolto)
10
PINOT NERO
8
12.5
12
REBO
9
12.5
22
9
12.5
10
Sottozone MANZAERMINO ISERA o D’ISERA manzermino gentile min. 85%
Trentino
DOLCE
139
Trentino
Vini e vitigni
140
Altre tipologie
Resa
Alcol
Affinamento
MANZAERMINO ZIRESI o DEI ZIRESI manzermino gentile min. 85%
9
12.5
10
CASTEL BESENO o BESENO moscato giallo min. 85%
9
12
4
CASTEL BESENO o BESENO PASSITO moscato giallo min. 85%
9
11+4
12
CASTEL BESENO o BESENO VENDEMMIA TARDIVA moscato giallo min. 85%
9
11+4
12
La DOC Trentino è... tutta una regione. Vitigni autoctoni e d’importazione, ma sempre ricchi di aromi. I vini rossi hanno un colore rubino vivace in gioventù, con profumi fruttati e floreali, a volte erbacei di fieno e di peperone verde. Il marzemino è un vitigno coltivato in terreni di origine vulcanica, e in Vallagarina, nei vini giovani, regala profumi fruttati di ciliegia, mandorla e leggermente minerali. Il gusto è gradevole, senza grande struttura e con note appena percettibili di tannicità, caratteri che non garantiscono una buona tenuta nel tempo, salvo casi molto rari, per i quali l’affinamento può prolungarsi per 4-5 anni. Il terreno vulcanico può trasferire nel vino delle “puzzette” caratteristiche di feccino e amarognolo, ma i suoi “veri” profumi, oltre a quelli di frutta, devono ricordare la viola e alcuni sentori minerali. Un’anticipazione: anche in Veneto si ritroverà questo vitigno, che però darà un vino frizzante. La schiava, qui in Trentino, dà vini piuttosto semplici e beverini, mentre in Alto Adige, soprattutto in alcune zone, assume importanza e personalità, raggiungendo ottimi risultati. Il Rebo, ottenuto dall’omonimo vitigno (merlot x marzemino) ha buona struttura, profumi abbastanza intensi, con sentori di ciliegie e fragole mature, more e mirtilli, su un gradevole fondo di mandorle. Altri vitigni rossi coltivati in regione sono gli “immancabili” pinot nero, cabernet e merlot, che in questi climi freschi danno buona complessità olfattiva, importante struttura, ottima morbidezza e lunga persistenza aromatica. L’abbinamento dei vini rossi più leggeri sarà fatto con piatti di salumi, zuppe
Trentino
d’orzo, primi piatti con salsa di pomodoro, semplici secondi a base di carne e formaggi poco o mediamente stagionati, mentre per quelli più maturi e complessi si potranno scegliere preparazioni a base di selvaggina, arrosto o in umido, accompagnate da un bel piatto di polenta. I vini rosati hanno spesso profumi delicati di fiori di campo e frutta fresca, sono fragranti e semplici, con ottima freschezza gustativa e media struttura; sono quindi adatti a salumi e formaggi poco stagionati, primi piatti semplici e secondi a base di carni bianche. I vini bianchi, tranne qualche eccezione, sono rappresentati dal grande parco dei vitigni di importazione: chardonnay, sauvignon, riesling, müller thurgau, pinot bianco e grigio. E altrettanto numerose sono le uve che vengono raccolte ed elaborate in Vendemmia Tardiva. La nosiola, piccolo gioiello della regione, cresce molto bene in Valle Sarca, grazie al microclima favorevole dovuto alla termoregolazione generata da alcuni piccoli laghi, ed è la base per l’elaborazione di un grande vino, non adeguatamente valorizzato, il Vino Santo. Nosiola, da nocciola. Per il colore della buccia, ma anche per i sapori leggermente amarognoli e un po’ tostati. Nella zona a nord di Trento questo vitigno dà un vino bianco dal profumo vivace con sentori di nocciola, mela e frutta fresca tropicale, da bersi giovane e da tutto pasto. Nella zona della valle dei laghi è vendemmiata verso il mese di ottobre e si mette ad appassire su graticci fino a primavera, in un unico strato, affinché evapori buona parte dell’acqua e si concentrino tutte le sostanze presenti, permettendo anche l’attacco da parte della Botrytis cinerea. Giunta la settimana santa, si procede con la vinificazione di queste uve secche e ricche di zucchero, per ottenere il Vino Santo. Dopo essere stato in botti scolme per due anni, evidenzia dolci sensazioni gustative, un colore dorato brillante e intensi sentori di frutta secca e passita, uva sultanina e agrumi canditi, caramello, carruba, spezie e miele. Questo elegante vino dolce è perfetto se abbinato a pasticceria secca, ma può essere ancora più apprezzato come vino da meditazione. E poi i vini aromatici da dessert, il Moscato giallo e il Moscato rosa. Il Moscato giallo Secco evidenzia le nette sensazioni gustative degli acini maturi, quello Dolce, deliziosi profumi di mela matura, ananas, melissa e ricordi muschiati. Il Moscato rosa ha un bellissimo colore rosa brillante, con profumi di rosa, geranio, glicine, lamponi e fragole, dolcezza gustativa e gradevole freschezza. È perfetto con una crostata di fragole e di lamponi, o con altri dessert nei quali i profumi dei frutti di bosco regalano deliziose note olfattive.
141
ZONE DI PRODUZIONE DEI VINI DOC
Canazei No
ce Cles
ALTO ADIGE
Val di Sole
3
o isi Av Val di Cembra
Mezzolombardo Lago di Molveno
San Michele all'Adige
Stenico Sarca
Ch
Bre nta
TRENTO
Valsugana Lago di Caldonazzo
ies
e
VENETO
Arco Riva del Garda
Storo
Rovereto
Ala Lago d'Idro
LOMBARDIA
Trentino
Lago di Garda
142
Adig e
2
4 6
1
1
Trento
4
Valdadige
2
Casteller
5
Valdadige Terradeiforti o Terradeiforti
3
Teroldego Rotaliano
6
Lago di Caldaro o Caldaro
TRENTO DOC riconosciuta con Decreto 30/10/2002 - G.U. 07/11/2002. Ha sostituito il D.M. 09/07/1993. Zona di produzione: comprende 72 comuni, in provincia di Trento. Resa: max. 15 t/ha. Vitigni: chardonnay e/o pinot bianco e/o pinot nero e/o meunier. Titolo alcolometrico minimo: 11.5%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-3 anni dopo la sboccatura. Altre tipologie - Bianco e Rosato o Rosé, ottenuto con il metodo Classico, deve permanere almeno 15 mesi sui lieviti di fermentazione, a decorrere dalla data d’imbottigliamento e, in ogni caso, non prima del 1° gennaio successivo alla raccolta delle uve. Il Trento che trascorre almeno 24 mesi di permanenza sui lieviti di fermentazione, può riportare l’annata di produzione delle uve. Riserva, il Trento Bianco, con titolo alcolometrico minimo di 12% e almeno 36 mesi sui lieviti di fermentazione, con l’obbligo di riportare l’annata di produzione delle uve.
Trentino
Gli spumanti di quest’angolo d’Italia sono veramente grandi. Chardonnay soprattutto, pinot bianco e pinot nero, sono i vitigni in grado di dare struttura, personalità ed eleganza a questi spumanti di qualità. Lo chardonnay di queste zone evidenzia, infatti, note di aromaticità più spiccate rispetto ad altre comunque vocate alla spumantizzazione. Lo Spumante Trento Bianco ha un colore paglierino,
143 143
con bollicine fini, numerose e persistenti. Il profumo è composito e sulle note caratteristiche di lievito e crosta di pane, tipiche della produzione di spumante con il metodo tradizionale, si incrociano sentori di frutta matura, a volte esotica, e di frutta secca, in un bouquet evoluto ed elegante. La buona freschezza gustativa, ravvivata dalla delicata pungenza delle bollicine di anidride carbonica, trova il suo perfetto equilibrio grazie alla piacevole morbidezza, alla buona struttura e alla raffinata persistenza aromatica. Fine ed elegante, è uno spumante ottimo come aperitivo, con piatti a base di pesce, crostacei e molluschi, carni bianche e formaggi freschi o parzialmente stagionati, seppur non piccanti. La DOC Trento viene elaborata anche come Spumante Rosé, di colore rosa brillante, con spuma sottile e persistente, profumi fruttati e vinosi, una grande freschezza gustativa ed una buona struttura, caratteristiche che si abbinano perfettamente con salumi, primi piatti arricchiti con panna o formaggi e carni bianche delicatamente salsate.
TEROLDEGO ROTALIANO
Trentino
DOC riconosciuta con D.P.R. 18/02/1971 - G.U. 03/06/1971. Modifica con D.P.R. 22/06/1987 - G.U. 22/12/1987.
144
Zona di produzione: comprende la porzione del Campo Rotaliano, ricadente nei comuni di Mezzocorona, Mezzolombardo e nella frazione di Grumo del comune di San Michele all’Adige, in provincia di Trento. Resa: max. 17 t/ha. Vitigni: teroldego. Titolo alcolometrico minimo: 11.5%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-3 anni. Altre tipologie - Il Teroldego Rotaliano Rosso può riportare in etichetta la menzione Rubino, mentre il Rosato, obbligatoriamente, Rosato o Kretzer. Riserva, con affinamento minimo di 24 mesi. Quando si pensa al Trentino, si ricordano immagini di montagne, vigneti a terrazze e percorsi che si inerpicano in luoghi difficili e quasi impraticabili, ma la Piana Rotaliana, culla di questa denominazione, è proprio l’eccezione che conferma la regola. Il terreno è piuttosto piatto, e suoli ghiaiosi e ciottolosi favoriscono l’elaborazione di un vino generoso e ben strutturato. Il colore è rosso rubino e vira verso toni granato quando viene affinato. Il bou-
quet è fine, abbastanza intenso, con sentori di frutta rossa matura, confettura, viola e liquirizia. Al gusto presenta una buona freschezza, ben articolata con la morbidezza, che diventa di velluto dopo affinamento, anche perché i tannini sono discreti e non aggressivi. Caldo e di corpo, ha una buona persistenza aromatica, che lascia in bocca sentori di mandorle amare. Si abbina molto bene con carni rosse alla griglia, filetto di bue in crosta o al pepe, lepre in salmì, sella di capriolo, cosciotto di cinghiale al vino rosso e formaggi stagionati.
CASTELLER Decreto 31/05/2002 - G.U. 19/06/2002. Ha sostituito i D.P.R. 03/11/1989 e 03/05/1974.
Il Casteller è un vino piacevole, senza troppe pretese, dal colore rosso rubino poco intenso e profumi fruttati piuttosto delicati. Secco, abbastanza morbido e fresco, ha componente tannica ed alcolica moderata, così come la struttura, caratteri che lo rendono adatto ad accompagnare piatti di salumi o preparazioni semplici a base di carne della cucina regionale.
Mortandela, tipico salume trentino
Trentino
Zona di produzione: comprende la fascia collinare che dal confine con la provincia di Verona, prosegue a nord lungo la valle dell’Adige, in provincia di Trento, ad un’altezza massima di 600 m slm. Resa: max. 16 t/ha. Vitigni: schiava grossa e gentile min. 30%; enantio (lambrusco a foglia frastagliata) max. 60%; merlot e/o lagrein e/o teroldego max 20%. Titolo alcolometrico minimo: 10.5%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-2 anni.
145
VALDADIGE - ETSCHTALER Decreto 31/05/2002 - G.U.18/06/2002. Ha sostituito il Decreto 07/08/2000, il D.M. 18/06/1992, il D.P.R. 24/03/1975 e successiva modifica. Zona di produzione: comprende 37 comuni a vocazione viticola, in provincia di Trento, 34, in quella di Bolzano e Brentino Belluno, Dolcè e Rivoli Veronese, in quella di Verona. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1 anno, Rossi 1-2. Altre tipologie - Frizzante, lo Chardonnay e Pinot bianco, con titolo alcolometrico minimo di 11%.
Trentino
Vini e vitigni
146
Resa
Alcol
BIANCO pinot bianco e/o pinot grigio e/o riesling italico e/o müller thurgau e/o chardonnay min. 20%; trebbiano toscano e/o nosiola e/o sauvignon e/o garganega per la differenza
15
10.5
CHARDONNAY chardonnay min. 85%
15
10.5
PINOT BIANCO pinot bianco min. 85%
15
10.5
PINOT GRIGIO pinot grigio min. 85%
14
10.5
ROSSO enantio (lambrusco a foglia frastagliata) e/o schiava (sottovarietà e sinonimi) min. 50%; merlot e/o pinot nero e/o lagrein e/o teroldego e/o cabernet franc e/o cabernet sauvignon per la differenza
15
11
ROSATO stessi del Rosso
15
10.5
SCHIAVA schiava grossa e/o schiava gentile e/o schiava grigia min. 85%
15
10.5
La Valdadige-Etschtaler è una denominazione molto diffusa in Trentino, ma i vini non sono dotati di grande personalità. I vini bianchi hanno un colore giallo paglierino e un profumo poco accentuato di fiori e di frutta. In bocca è gradevole la freschezza, ma le sensazioni pseudocaloriche, la struttura e la persistenza aromatica non sono di grande spessore. Questi vini si possono abbinare con minestre di verdure, preparazioni semplici a base di pesce e di carni bianche. I vini rossi, il cui vitigno base è l’enantio o la schiava, hanno colori rubino tenui, delicati profumi fruttati, struttura media e tannini poco accentuati, mentre è buona la freschezza. Salumi, zuppe di cereali e legumi, spezzatini di carne non troppo speziati e saporiti, torte salate di carne e verdure, formaggi freschi e poco stagionati, sono i loro migliori compagni a tavola.
VALDADIGE TERRADEIFORTI o TERRADEIFORTI DOC interregionale, insieme con il Veneto, descritta in Veneto.
LAGO DI CALDARO o CALDARO
Trentino
DOC, unitamente all’Alto-Adige, descritta in Alto-Adige.
147
Alto Adige
Alto Adige
ZONE DI PRODUZIONE DEI VINI DOC
Brennero
AUSTRIA
SVIZZERA
rco Isa
1
Ad ig
Rienza
ra lsu Va
LOMBARDIA
Brunico
Bressanone
Merano
e
Aurino
Vipiteno Lago di Resia
BOLZANO
VENETO
Caldaro
3
2 Ora
TRENTINO
Isa rco
5
9
Bressanone Merano
e Adig
4 s Val
6
10
ura
8 BOLZANO
7 Ora
Sottozone dei vini DOC Alto-Adige o dell’Alto Adige
1
Alto Adige o dell’Alto Adige
4
Valle Venosta
7
Colli di Bolzano
2
Valdadige
5
Meranese
8
Santa Maddalena
3
Lago di Caldaro o Caldaro
6
Terlano
9
Valle Isarco
10
Sottozona Valle Isarco Klausner Leitacher
Alto Adige
Caldaro
149
Vitigni idonei alla coltivazione in regione
Alto Adige
A bacca bianca: chardonnay, kerner, moscato giallo, mĂźller thurgau, pinot bianco, riesling, riesling italico, sauvignon, sylvaner verde e veltliner. Vitigni in osservazione: petit manseng, viognier e bronner. A bacca grigia/rosa: moscato rosa, pinot grigio e traminer aromatico. A bacca rossa: cabernet franc, cabernet sauvignon, lagrein, malvasia (roter malvasier), merlot, pinot nero, portoghese, schiava gentile, schiava grigia, schiava grossa. Vitigni in osservazione: carmenere, petit verdot, syrah, teroldego, tempranillo, zweigelt, diolinoir, e tannat.
150
I vini dell’Alto Adige DOC: Alto Adige o dell’Alto Adige, Lago di Caldaro o Caldaro*, Valdadige**. (* DOC unitamente al Trentino) (** DOC interregionale, unitamente al Trentino e al Veneto) IGT: Mitterberg tra Cauria e Tel o Mitterberg (in lingua tedesca: Mitterberg zwischen Gfrill und Toll o Mitterberg), Vigneti delle Dolomiti o Weinberg Dolomiten (IGT interregionale, unitamente al Veneto, provincia di Belluno e Trentino).
I VQPRD
ALLE ALTO D’AOSTA ADIGE o DELL’ALTO O VALLÉ D’AOSTE ADIGE - SÜDTIROL o SÜDTIROLER
Zona di produzione: comprende interamente il territorio, idoneo ad ottenere vini di qualità, di 35 comuni e in parte di altri 15, in provincia di Bolzano. Sottozone COLLI DI BOLZANO: comprende il comune di Laives e parte di Bolzano, Cornedo all’Isarco, Fiè allo Sciliar, Renon, San Genesio Atesino e Terlano. MERANESE DI COLLINA: comprende i comuni di Caines, Cermes, Gargazzone, Lagundo, Lana, Marlengo, Merano, Postal, Rifiano, San Pancrazio, Scena, Tesimo e Tirolo. SANTA MADDALENA: comprende in tutto o in parte alcune frazioni e sottofrazioni dei comuni di Bolzano, Cornedo all’Isarco, Renon e San Genesio Atesino. TERLANO: comprende i comuni di Andriano, Appiano sulla strada del vino, Caldaro sulla strada del vino, Meltina, San Genesio Atesino, Nalles, Terlano e Tesimo. VALLE ISARCO: comprende i comuni di Barbiano, Bressanone, Castelrotto, Chiusa, Fiè allo Sciliar, Funes, Laion, Naz-Sciaves, Renon, Varna, Velturno e Villandro. VALLE VENOSTA: comprende i comuni di Castelbello-Ciardes, Laces, Naturno, Parcines e Silandro. KLAUSNER LEITACHER: comprende i comuni di Barbiano, Chiusa, Velturno e Villandro. CLASSICO o KLASSICH o KLASSICHES URSPRUNGEBIET: per il Santa Maddalena, ai vini ottenuti dalla zona d’origine più antica, già indicata dal D.M. del 23/10/1931. CLASSICO o KLASSICH o KLASSICHES URSPRUNGEBIET: per tutti i vini Terlano, comprende i comuni di Terlano, Andriano e Nalles.
Alto Adige
Decreto 11/11/2002 - G.U. 20/11/2002. Ha sostituito i Decreti 07/09/1999, 08/09/1995 e D.M. 02/08/1993. Modifica con Decreto 19/09/2007 - G.U. 02/10/2007.
151
Alto Adige
La denominazione ALTO ADIGE, o SÜDTIROL, può essere utilizzata anche per la DOC CALDARO CLASSICO o CLASSICO SUPERIORE. Menzioni geografiche consentite: Küchelberg, Gneid, Rosengarter, Lebenberg e Labers, per il Meranese di Collina; Santa Giustina o St. Justina, Laitago o Laitach, San Pietro o St. Peter, Guncina o Guntschna, San Giorgio o St. Georgen, Rencio o Rentsch e Rena o Sand, per il Santa Maddalena; Lagrein di Gries o Grieser Lagrein o Lagrein aus Gries, per il Lagrein e Lagrein Rosato (o Rosé) se ottenuti da vigneti del comune di Bolzano; del Burgraviato o Burggräfler, territorio dell’ex contea (castello) di Tirolo, per il Meranese di Collina e Bressanone o Brixner, per il vino Valle Isarco, dei comuni di Bressanone, Naz-Sciaves e Varna.
152
Vitigni: per i vini Alto Adige, Alto Adige Terlano, Alto Adige Valle Isarco e Alto Adige Valle Venosta, salvo diversamente specificato, la presenza dell’omonimo vitigno è almeno dell’85%. La DOC Alto Adige, prevede l’elaborazione di vini con l’indicazione di due vitigni, che concorrono insieme alla produzione dei mosti o dei vini con più del 15%. Il vitigno preponderante precede l’altro in etichetta. Il termine cabernet vale per il cabernet franc e cabernet sauvignon. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1-3 anni, Rosati 1, Rossi 1-4, Aromatici Dolci 3-8. Altre tipologie - Spumante, lo Chardonnay, Pinot Bianco, Pinot grigio, Pinot Nero, con resa max. di 10 t/ha e titolo alcolometrico minimo di 11.5%. Alto Adige Spumante, senza sottozona e senza menzione del vitigno, elaborato esclusivamente con il metodo classico, affinato almeno 15 mesi in bottiglia, è immesso al consumo dopo 20 mesi. Riserva, l’Alto Adige Spumante, affinato almeno 36 mesi in bottiglia e immesso al consumo dopo 42 mesi, entrambi dal 1° ottobre dell’anno della vendemmia della partita più recente. Passito, l’Alto Adige Bianco e quelli, con o senza sottozona, ottenuti dallo chardonnay, kerner, moscato giallo, moscato rosa, müller thurgau, pinot bianco, pinot grigio, riesling, sauvignon, sylvaner, traminer aromatico, veltliner e con la specificazione di due vitigni, sono elaborati nel rispetto delle norme vigenti, con parziale appassimento delle uve sulla pianta oppure dopo la raccolta fino al raggiungimento del titolo alcolometrico minimo di 16% e con una resa dell’uva in vino pronto per il consumo max. di 40 hl/ha. È vietato ogni aggiunta di mosti concentrati o MCR (mosti concentrati rettificati) ed è immesso al consumo dal 1° giugno dell’anno successivo la vendemmia. Vendemmia Tardiva, l’Alto Adige Bianco e quelli monovarietali con indicazione del vitigno, con o senza sottozona, ottenuti da
Castel Ringberg
Alto Adige
uve raccolte dopo parziale appassimento sulla pianta, con titolo alcolometrico naturale (esclusa qualsiasi correzione) minimo di 13.5% e resa max. di 50 hl/ha. Riserva, l’Alto Adige Cabernet, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Lagrein, Merlot, Pinot nero, Cabernet-Lagrein, Cabernet-Merlot, Merlot-Lagrein e i vini bianchi Alto Adige, con o senza sottozone, e con o senza menzione del vitigno, con titolo alcolometrico minimo di 11.5% e affinamento almeno di 2 anni dal 1° ottobre dell’anno della vendemmia. Il nome del vitigno può precedere o accompagnare, in etichetta, la denominazione. Per i vini delle sottozone è ammessa la menzione Vigna o Gewächs o Wachstum.
153
Alto Adige
Vini e vitigni
154
Altre tipologie
Resa
Alcol
ALTO ADIGE SPUMANTE (metodo Classico) chardonnay, pinot bianco e pinot nero
10
11.5
ALTO ADIGE SPUMANTE ROSÈ pinot nero min. 20%
10
11.5
ALTO ADIGE BIANCO o WEISS chardonnay e/o pinot bianco e/o pinot grigio, min. 75%; di cui presenti almeno due varietà ma nessuna deve superare il 70% del totale; i vitigni ammessi per l’eventuale 25% sono: müller thurgau e/o sauvignon e/o riesling e/o sylvaner e/o traminer aromatico e/o kerner
10
11.5
ALTO ADIGE PASSITO BIANCO 10 e con la menzione di uno o due vitigni (con la specificazione di due vitigni, almeno due varietà ed entrambe presenti per oltre il 15%: chardonnay e/o pinot bianco e/o pinot grigio e/o müller thurgau e/o sauvignon e/o riesling e/o sylvaner e/o traminer aromatico e/o kerner e/o moscato giallo
10+6
ALTO ADIGE VENDEMMIA TARDIVA (con menzione del vitigno)
10
10+3.5
CHARDONNAY
13
11
KERNER
11
11
10
11
MÜLLER THURGAU
13
11
PINOT BIANCO o WEISSBURGUNDER
13
11
PINOT GRIGIO o RULÄNDER o GRAUER BURGUNDER
13
11.5
RIESLING
13
11
MOSCATO GIALLO o GOLDMUSKATELLER
SECCO/DOLCE
Resa
Alcol
RIESLING ITALICO o WELSCHRIESLING
13
11
SAUVIGNON
13
11.5
SYLVANER o SILVANER
13
11
TRAMINER AROMATICO o GEWÜRZTRAMINER
12
11.5
CABERNET cabernet franc e cabernet sauvignon min. 95%
11
11.5
CABERNET FRANC
11
11.5
CABERNET SAUVIGNON
11
11.5
LAGREIN
14
11.5
LAGREIN ROSATO o ROSÉ o LAGREIN KRETZER
14
11
MALVASIA o MALVASIER
11
11.5
MERLOT
13
11
MERLOT ROSATO o MERLOT ROSÉ o MERLOT KRETZER
13
11
MOSCATO ROSA o ROSENMUSKATELLER (DOLCE)
6
12.5
PINOT NERO o BLAUBURGUNDER o SPÄTBURGUNDER
12
11.5
Alto Adige
Vini e vitigni
155
Vini e vitigni
Resa
Alcol
PINOT NERO ROSATO o ROSÉ o BLAUBURGUNDER KRETZER o ROSÉ
12
11.5
SCHIAVA o VERNATSCH schiava (e sottovarietà) min. 85%
14
10.5
SCHIAVA GENTILE o MITTERVERNATSCH o KLEINVERNATSCH
14
10.5
SCHIAVA GRIGIA o GRAUVERNATSCH
14
11.5
SCHIAVA GROSSA o GROSSVERNATSCH o EDELVERNATSCH
14
10.5
CABERNET-LAGREIN uvaggi o assemblaggi di mosti o vini nuovi
11
11.5
CABERNET-MERLOT uvaggi o assemblaggi di mosti o vini nuovi
11
11.5
MERLOT-LAGREIN uvaggi o assemblaggi di mosti o vini nuovi
11
11.5
13
11
12.5
11
12.5
11.5
Alto Adige
Sottozona COLLI DI BOLZANO
156
COLLI DI BOLZANO o BOZNER LEITEN schiava (e sottovarietà) min. 85% Sottozona MERANESE DI COLLINA MERANESE DI COLLINA o MERANESE MERANER HÜGEL oder MERANER schiava (e sottovarietà) min. 85% Sottozona SANTA MADDALENA SANTA MADDALENA o ST. MAGDALENER schiava (e sottovarietà) min. 85%
Vini e vitigni
Resa
Alcol
BIANCO pinot bianco e/o chardonnay, min. 50%; riesling e/o riesling italico e/o sauvignon e/o sylvaner e/o müller thurgau e/o pinot grigio, per la differenza; ammessi altri, max. 15%
12.5
11.5
CHARDONNAY
12.5
11
MÜLLER THURGAU
12.5
11.5
PINOT BIANCO o WEISSBURGUNDER
12.5
11
PINOT GRIGIO o RULÄNDER
12.5
11.5
RIESLING
12.5
11.5
RIESLING ITALICO o WELSCHRIESLING
12.5
10.5
SAUVIGNON
12.5
12
SYLVANER o SILVANER
12.5
11.5
KERNER
10
11
MÜLLER THURGAU
13
10.5
PINOT GRIGIO o RULÄNDER o GRAUER BURGUNDER
10
11.5
RIESLING
10
11
12.5
10.5
Sottozona VALLE ISARCO o EISACKTALER o EISAKTALER
SILVANER o SYLVANER
Alto Adige
Sottozona TERLANO o TERLANER
157
Vini e vitigni
Resa
Alcol
TRAMINER AROMATICO o GEWÜRZTRAMINER
10
11.5
VELTLINER
12
10.5
12.5
11
CHARDONNAY
11
11
KERNER
10
11
MÜLLER THURGAU
12
10.5
PINOT BIANCO o WEISSBURGUNDER
11
10.5
PINOT GRIGIO o RULÄNDER
10
11
RIESLING
10
11
SAUVIGNON
10
11
TRAMINER AROMATICO o GEWÜRZTRAMINER
9
11
PINOT NERO o BLAUBURGUNDER o SPÄTBURGUNDER
10
11
SCHIAVA o VERNATSCH
12
10.5
Sottozona KLAUSNER LEITACHER schiava e/o portoghese e/o lagrein e/o pinot nero
Alto Adige
Sottozona VALLE VENOSTA o VINSCHGAU
158
ALTO ADIGE DOC - TERLANO E SANTA MADDALENA
3
Meltina Tesimo Nalles
2
Renon
Terlano
San Genesio Atesino Cornedo all'Isarco
Andriano
BOLZANO Appiano*
Isarco
1
Lago di Caldaro
* sulla strada del vino
1
Alto Adige Terlano Südtirol Terlaner
2
Alto Adige Santa Maddalena Alto Adige Santa Maddalena Classico Südtirol St. Magdalener Südtirol St. Magdalener Klassisch o Südtirol St. Magdalener Klassisches ursprungsgebiet
3
Alto Adige Terlano Classico Südtirol Terlaner Klassisch o Südtirol Terlaner Klassisches ursprungsgebiet
Alto Adige
Caldaro*
Adig e
Lago di Monticolo
159
Alto Adige
Alto Adige: non un vigneto, ma un giardino fiorito nel quale la vite è l’elemento più significativo, e i filari delle viti sono gli ornamenti naturali di antichi castelli, campanili a cipolla e balconi fioriti di gerani a cascata. Al contrario di quanto si possa pensare e dell’opinione comune, l’Alto Adige produce soprattutto vini rossi e la schiava, con le varietà grossa, grigia e gentile, è il vitigno più rappresentativo, con quasi il 60% di tutta la produzione vinicola, seguita dal lagrein con solo il 6% e via via da tutti gli altri. La schiava, a seconda della zona, del terreno e del clima, determina caratteristiche e struttura molto diverse: è soprattutto nel Santa Maddalena Classico che si raggiungono i risultati più convincenti ed eleganti. E gli altri rossi, seppur prodotti in quantità minori, raggiungono spesso alti vertici qualitativi, con clamorose affermazioni in campo nazionale e internazionale.
160
Soprattutto vini rossi, dunque, in Alto Adige. Dopo la fermentazione, si cerca di conservare nei vini altoatesini la freschezza, data la limitata componente tannica dei rossi, e un’acidità di partenza non troppo accentuata soprattutto per i bianchi. Ma vini rossi più strutturati come il Pinot nero, il Merlot, il Lagrein scuro e il Cabernet possono subire un lungo affinamento ed esprimere il meglio delle loro sensazioni vellutate ed armoniche solo dopo anni, liberando bouquet evoluti, ampi ed eleganti. La schiava regala un colore rosso rubino, con tonalità delicate che a volte sfumano verso quelle del rosato, profumi gradevoli e fruttati di ciliegia, ribes ed altri frutti di bosco, seppur poco accentuati, caratteristici sapori con tannini appena accennati ed una leggera scia di mandorle amare, che si abbinano perfettamente con antipasti misti, speck, carni bianche alla griglia o arrosto e formaggi delicati. Il Santa Maddalena è tra i vini altoatesini ottenuti da schiava quello più ricco di personalità e struttura, dal profumo di frutti di bosco e ciliegia, dal gusto pieno e persistente di mandorla. Il colore è più intenso, un bel rosso rubino arricchito dalle note avvolgenti dei profumi delle viole, che si sposa perfettamente con coniglio, carni rosse e formaggi saporiti anche se non molto stagionati. Il pinot nero è un vitigno che in Alto Adige dà grandi risultati, tra i migliori in Italia, dando vita ad un vino strutturato ed equilibrato, con una interessante componente acida che permette un lungo affinamento, bouquet ricchi di profumi eleganti di lamponi, more e viole, fruttati e speziati, ed un’ottima persistenza aromatica. Il Pinot nero assume presto le calde tonalità caratteristiche di questo vitigno, ben più intense, profonde e vivaci nei Cabernet e nei Merlot, ma il tempo e l’affinamento le rendono più riflessive, con l’acquisizione di riflessi color gra-
Altri vini rosati della regione sono il Pinot nero Rosato e il Merlot Rosato, oltre al grande Moscato rosa o Rosenmuskateller. Ma qui si entra nel giardino dei profumi dei grandi vini aromatici altoatesini, che raggiungeranno vette altissime anche tra i vini bianchi. I vini rosati si abbinano molto bene con piatti a base di salumi, strangolapreti, canederli tirolesi e primi piatti con salse a base di pomodoro. E ritorniamo al Moscato rosa. Il colore è rosa intenso e brillante, il profumo è
Alto Adige
nato. Ai profumi dei Pinot nero ancora giovani, con profumi fruttati e di liquirizia, si sostituiscono bouquet più maturi e variegati, ricchi di sentori animali, balsamici e tostati, di confetture e di spezie, mentre il sapore evolve in eleganti note vellutate e grande morbidezza. I vini rossi giovani e fruttati si abbinano perfettamente con minestra d’orzo, zuppe, spezzatini di carne non troppo saporiti, torte salate, formaggi freschi e semistagionati. I vini rossi più importanti possono essere presentati accanto a preparazioni salsate di carni rosse, lepre in salmì, camoscio alla tirolese, capriolo con salsa di mirtilli rossi e formaggi stagionati. Il lagrein è un vitigno autoctono molto importante in Alto Adige, anche se coltivato in quantità limitate, che offre profumi di frutta rossa, prugne e Pinot nero lampone su uno sfondo delicatamente vegetale, e dà risultati interessanti sia come “dunkel” che come “kretzer”. Il primo è un vino rosso dotato di ottima morbidezza e struttura, elegante e raffinato, che dopo affinamento può liberare bouquet intensi e complessi, ricchi di sentori di confettura di frutta rossa, viole secche, cioccolato e leggermente balsamici. Il secondo è un rosato fresco e gentile, di facile approccio e mediamente strutturato.
161
Alto Adige
variegato, con spiccati sentori di rosa e di geranio, di piccoli frutti rossi e, dopo affinamento, di spezie dolci. Vellutato, dolce, caldo, morbido, e con note di freschezza ben percettibili, è un vino che, grazie alla grande persistenza aromatica, difficilmente svanisce sia in bocca sia nei nostri ricordi. È ottimo se abbinato a crostate di frutta mista e di fragole, a mousse o bavaresi di lamponi ed altri frutti di bosco. Altro vino aromatico dolce e gradevole è il Moscato giallo o Goldmuskateller, di colore giallo oro e con un bouquet intenso di fiori e di frutta matura, che al gusto risulta fresco e morbido, caldo e strutturato. Questi vini dolci, anche passiti e quindi ancora più ricchi di intense note olfattive di miele e di frutta secca, di spezie e di frutta essiccata, si abbinano in modo elegante con le frittelle di San Candido e di mele, con l’immancabile strudel, e poi ancora con crespelle alla ricotta, krapfen al forno e chifelini, deliziosi dolcetti con la marmellata.
162
In Alto Adige troviamo anche splendidi vini bianchi, profumati e ricchi di sentori aromatici, sempre intensi, raffinati ed eleganti, con note olfattive che spaziano dai sentori vegetali, muschiati e minerali dei Sauvignon, Müller thurgau e Riesling, a quelli più fruttati con accenti di banana, ananas, pera e mela degli Chardonnay e del Pinot bianco. E poi il Gewürztraminer, dal bouquet molto intenso e complesso, variegato tra ricordi di litchi, albicocca, agrumi, vaniglia e muschio, a volte dominati da una cascata di petali di rose. Da questo vitigno si ottiene un vino un po’ più sottile e discreto rispetto alla realtà di altre zone europee, ma altrettanto caldo, morbido, pieno ed indimenticabile. Il gewürztraminer ha la sua culla d’origine nella zona di Termeno, piccola città attorniata dalle vigne, dove sono nate tradizioni secolari. Si racconta che i vignaioli del luogo preparassero ad ogni vendemmia un vino speciale, il migliore, prodotto con le uve più belle
Infine, gli spumanti. I produttori di spumanti dell’Italia settentrionale sono tradizionali acquirenti di pinot bianco, nero e chardonnay per le proprie produzioni spumantistiche, ma da alcuni anni lo stesso Alto Adige produce spumanti metodo Classico o Martinotti di qualità elevata, gradevoli al momento dell’aperitivo o per accompagnare piatti di molluschi e frutti di mare, ma anche speck e altri salumi.
Alto Adige
del traminer, solo per la padrona di casa. Vitigno che predilige i climi collinari, grazie alla sua notevole precocità si mette al riparo dai rischi di autunni a volte un po’ bizzarri, per regalare un vino profumato ed aromatico, vellutato e a volte decisamente caldo, che si abbina perfettamente con importanti preparazioni a base di pesce e carni bianche, anche salsate, foie gras e formaggi come il munster e altri a crosta lavata, ma anche a primi piatti come il risotto alle mele; potrebbe essere anche un ottimo compagno per piatti profumati ed esotici della cucina orientale. Tutti i vini bianchi altoatesini, così gradevoli e profumati, si abbinano in modo perfetto, secondo le loro peculiarità, con antipasti e primi piatti a base di pesce, ravioli della zona, funghi fritti o preparati nei modi più svariati, secondi di pesce al forno e alla griglia e rane embragade.
163
ZONE DI PRODUZIONE DEI VINI LAGO DI CALDARO DOC
Nalles Andriano
BOLZANO
Appiano*
Isarco
ALTO-ADIGE Lago di Monticolo
Vadena Caldaro*
Bronzolo
Lago di Caldaro
TRENTINO
2
Ora
Termeno*
Montagna Egna
Cortaccia*
164
Rovere della Luna
Avisio
Mezzocorona Faedo San Michele all'Adige
TRENTINO
Cembra
e
1 Ad ig
Alto Adige
Magrè*
Giovo
* sulla strada del vino
Lisignago
Lavis
1
Lago di Caldaro o Caldaro Kalterersee o Kalterer
2
Lago di Caldaro Classico o Caldaro Classico Kalterersee Klassisches Ursprungsgebiet o Klassisch Kalterer Klassisches Ursprungsgebiet o Klassisch
LAGO DI CALDARO O CALDARO - KALTERERSEE O KALTERER
Zona di produzione: comprende i territori già delimitati con D.M. 23/10/1931, nonché altri ad essi vicini, e precisamente parte dei comuni di Andriano, Appiano sulla strada del vino, Bronzolo, Caldaro sulla strada del vino, Cortaccia sulla strada del vino, Egna, Magrè sulla strada del vino, Montagna, Nalles, Ora, Termeno sulla strada del vino e Vadena, in provincia di Bolzano; parte dei comuni di Cembra, Faedo, Giovo, Lavis, Lisignago, Mezzocorona, Roverè della Luna e San Michele all’Adige, in quella di Trento. CLASSICO o KLASSISCH o KLASSISCHES URSPRUNGSGEBIET: comprende i comuni di Caldaro, Appiano sulla strada del vino, Termeno sulla strada del vino, Cortaccia sulla strada del vino, Vadena, Egna, Montagna, Ora e Bronzolo, in provincia di Bolzano. Resa: max. 14 t/ha. Vitigni: schiava grossa e/o schiava gentile e schiava grigia; ammessi pinot nero e/o lagrein max. 15%. Titolo alcolometrico minimo: 10.5%. Altre tipologie: Classico Superiore, con adeguato affinamento e un titolo alcolometrico minimo di 11%. Scelto o Auslese, ottenuto con uve selezionate e con un titolo alcolometrico minimo di 11.5%. I vini con la menzione Classico o Classico Superiore, possono essere designati Alto Adige DOC. Epoca migliore per il consumo: mediamente 2-3 anni. Anche in questa denominazione la schiava dà origine ad un vino di colore rosso rubino trasparente e poco intenso, spesso con vivaci tonalità ciliegia, profumi gradevoli e fruttati non molto accentuati, sapori delicati con tannini appena accennati e un fondo leggero di mandorle amare, che si abbina perfettamente con antipasti misti, speck, carni bianche alla griglia o arrosto e formaggi delicati.
Alto Adige
Decreto 30/05/2002 - G.U. 17/06/2002. Ha sostituito il D.M. 03/08/1993, D.P.R. 23/03/1970 e successiva modifica.
165
Veneto
Veneto
ZONE DI PRODUZIONE DEI VINI DOCG E DOC AUSTRIA
21
22
4 10
11 19
Cortina d'Ampezzo
e av Pi
Conegliano Pramaggiore Portogruaro Caorle
VICENZA
Grezzana
Bardolino
Gambellara
20
VERONA Custoza
13
Colli
Soave Berici Arcole Colli
VENEZIA
PADOVA
LOMBARDIA
Ad
17 12 14 15
Euganei
Merlara Bagnoli di Sopra Adria ige
6 23
to
TREVISO
men Taglia
Breganze
Lago di Garda
16 5
Vittorio Veneto
Valdobbiadene Asolo
Monti Lessini
1
FRIULIVENEZIA GIULIA
BELLUNO
TRENTINO
8
24
Chioggia
18
ROVIGO Po
2 3
3 9
Bardolino Superiore DOCG Bardolino Amarone della Valpolicella DOCG Recioto della Valpolicella DOCG Valpolicella Ripasso Valpolicella Recioto di Soave DOCG Soave Superiore DOCG Soave
EMILIA-ROMAGNA
9
Arcole
17
Piave o Vini del Piave
10
Vicenza
18
Corti Benedettine del Padovano
11
Breganze
19
Riviera del Brenta
4
Recioto di Gambellara DOCG Gambellara
12
Colli Berici
20
San Martino della Battaglia Lugana
5
Conegliano Valdobbiadene - Prosecco DOCG
13
Merlara
21
Garda (zona del veronese)
6
Colli Asolani - Prosecco o Asolo - Prosecco DOCG Montello e Colli Asolani
14
Colli Euganei
22
Valdadige Valdadige Terradeiforti o Terradeiforti
7
Bianco di Custoza o Custoza
15
Bagnoli di Sopra o Bagnoli
23
Lison-Pramaggiore
8
Monti Lessini o Lessini
16
Colli di Conegliano
24
Prosecco (tutte le province escluso RO e VR)
Veneto
1
2
DOC INTERREGIONALI
7
167
Vitigni idonei alla coltivazione in regione A bacca bianca tra i pi첫 coltivati: garganega, prosecco, tocai friulano, chardonnay, pinot bianco, verduzzo trevigiano. Gli altri: bianchetta trevigiana, cortese, durella, flavis, goldtraminer (incrocio rigotti), incrocio bianco fedit 51 CSG, italica, malvasia bianca di Candia, malvasia bianca lunga, malvasia istriana, manzoni bianco, manzoni moscato (incrocio manzoni 13.0.25), marzemina bianca, moscato bianco, moscato giallo, m체ller thurgau, nosiola, pedevenda, perera, pinella, riesling, riesling italico, sauvignon, sylvaner verde, trebbiano di Soave, trebbiano giallo, trebbiano romagnolo, trebbiano toscano, veltliner, verduzzo friulano e vespaiola. A bacca grigia/rosa: manzoni rosa (incrocio manzoni 1.50), pinot grigio e traminer aromatico. A bacca rossa, tra i pi첫 coltivati: merlot, corvina, cabernet franc, cabernet sauvignon, rondinella, raboso piave, molinara. Gli altri: ancellotta, barbera, carmenere, casetta, ciliegiolo, corvinone, croatina, enantio, fertilia, franconia, freisa, gosen (incrocio rigotti), groppello gentile, incrocio manzoni 2.15, lagrein, lambrusco di Sorbara, lambrusco maestri, malbech, marzemino, negrara, nigra, oseleta, pavana, petit verdot, pinot nero, prodest, raboso veronese, rebo, refosco dal peduncolo rosso, rossignola, sangiovese, schiava gentile, schiava grigia, schiava grossa, sennen (incrocio rigotti), syrah, teroldego, tocai rosso, trevisana nera, turca e wildbacher.
Veneto
I vini del Veneto
168
DOCG: Amarone della Valpolicella, Bardolino Superiore, Colli Asolani - Prosecco o Asolo - Prosecco, Conegliano Valdobbiadene - Prosecco, Recioto della Valpolicella, Recioto di Gambellara, Recioto di Soave, Soave Superiore. DOC: Arcole, Bagnoli di Sopra o Bagnoli, Bardolino, Bianco di Custoza o Custoza, Breganze, Colli Berici, Colli di Conegliano, Colli Euganei, Corti Benedettine del Padovano, Lison-Pramaggiore*, Gambellara, Garda**, Lugana**, Merlara, Monti Lessini o Lessini, Montello e Colli Asolani, Prosecco*, Riviera del Brenta, San Martino della Battaglia**, Soave, Valdadige***, Valdadige Terradeiforti o Terradeiforti****, Valpolicella, Valpolicella Ripasso, Vicenza, Vini del Piave o Piave. (*DOC interregionale, unitamente al Friuli-Venezia Giulia) (**DOC interregionale, unitamente alla Lombardia) (***DOC interregionale, unitamente al Trentino-Alto Adige) (****DOC interregionale, unitamente al Trentino) IGT: Alto Livenza****, Colli Trevigiani, Conselvano, delle Venezie*, Marca Trevigiana, Provincia di Verona o Veronese, Vallagarina**, Veneto, Veneto Orientale, Vigneti delle Dolomiti***. (*IGT interregionale unitamente al Trentino e Friuli-Venezia Giulia) (**IGT interregionale unitamente al Trentino) (***IGT interregionale unitamente al Trentino-Alto Adige) (****IGT interregionale unitamente al Friuli-Venezia Giulia)
I VQPRD
AMARONE DELLA VALPOLICELLA Zona di produzione: comprende interamente o in parte i comuni di Cazzano di Tramigna, Cerro Veronese, Colognola ai Colli, Dolcè, Fumane, Grezzana, Illasi, Lavagno, Marano di Valpolicella, Mezzane di Sotto, Montecchia di Crosara, Negrar, Pescantina, San Martino Buon Albergo, San Mauro di Saline, San Pietro in Cariano, Sant’Ambrogio di Valpolicella, Tregnago e Verona, in provincia di Verona. CLASSICO: comprende i comuni di Fumane, Marano di Valpolicella, Negrar, San Pietro in Cariano e Sant’Ambrogio di Valpolicella. Sottozona VALPOLICELLA VALPANTENA: comprende un’area più ristretta attraversata dal torrente Progno di Valpantena. Resa: max. 12 t/ha. Vitigni: corvina (cruina o corvina) 45-95%, ammesso corvinone max. 50%; rondinella 5-30%; ammessi altri max. 25%, con un limite del 10% per ogni singolo vitigno. Titolo alcolometrico minimo: 14%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 5-15 anni e anche più. Altra tipologia - Riserva, con affinamento minimo di 48 mesi. Per i vini AMARONE DELLA VALPOLICELLA è ammessa la menzione Vigna. Vini
Affinamento
AMARONE DELLA VALPOLICELLA
26
AMARONE DELLA VALPOLICELLA VALPANTENA
26
AMARONE DELLA VALPOLICELLA CLASSICO
26
Veneto
DOCG riconosciuta con Decreto 24/03/2010 - G.U. 12/04/2010.
169
Veneto 170
Amarone della Valpolicella, un grandissimo vino forse nato per caso, da un Recioto nel quale si concluse la fermentazione, dando un vino secco di grandissima struttura e potenza. L’uvaggio è dei più tradizionali in questa zona. La corvina arricchisce il colore, il carattere e la morbidezza, la rondinella vivacizza la sapidità e dà struttura, ed entrambe si avvalgono dell’aiuto di piccole quantità di altri vitigni locali. La raccolta selezionata, l’appassimento sulle “arele”, o stuoie, in fruttai posti in collina per avere le condizioni ottimali per l’evaporazione dell’acqua, la bassa temperatura, la buona ventilazione e la scarsa umidità, sono fattori fondamentali per l’elaborazione di questo grande prodotto. Le uve appassiscono, perdono fino al 30-35% del loro peso originario e concentrano profumi, colori, elementi gustativi che poi, nel bicchiere, ci daranno sensazioni incomparabili. Il tutto arricchito dall’intervento, sotto rigoroso controllo, della forma larvale della Botrytis cinerea, che darà morbidezza, complessità ed intensità aromatica. Poi l’uva si pigia e si fa fermentare, in genere in febbraio e, da settembre, inizia il lungo processo di maturazione ed affinamento in botti di rovere, per molti anni, e poi in bottiglia anche per decenni. Il colore di questo vino è intenso, da rosso rubino con riflessi granato a decisamente granato, secondo il periodo d’affinamento. La consistenza è sempre notevole e grandi sono le doti di struttura. Il bouquet è intenso, ampio e articolato, con sentori floreali e fruttati, di viola e altri fiori rossi appassiti, di confetture di frutta rossa, di ciliegia sotto spirito e di frutta secca come la nocciola, la noce e la mandorla. Nel tempo si liberano profumi speziati con note di cannella e noce moscata, e quelli del cuoio s’intrecciano con quelli di tabacco, tartufo, liquirizia ed altri, eterei, se l’affinamento è stato davvero lungo, permettendo una perfetta fusione di un quadro aromatico così complesso e sfaccettato. Al gusto si è colpiti subito dall’avvolgenza delle percezioni pseudocaloriche e dalla morbidezza, dalla sapidità e dalla nota tannica elegante e strutturata, che contribuiscono nel determinare un grande equilibrio. Importante è la persistenza aromatica, che ripropone sensazioni già percepite all’olfatto, con note di mandorla e, qualche volta, di marasca. Un grande, grandissimo vino, per il quale non si contano i riconoscimenti ricevuti in tutto il mondo, che in annate come l’83, l’88, il ‘90, il ‘95, il ’97, ’98 e 2000, questo almeno dicono i suoi più grandi estimatori, ha saputo regalare prodotti pregevoli. Questo vino si sposa meravigliosamente con piatti di carni come il brasato all’Amarone, la “pastissada de caval” di selvaggina, anche accompagnati da salse agrodolci a base di cacao o da confetture di frutti di bosco, formaggi stagionati a pasta dura. Abbinamenti importanti, anche originali e particolari, che solo un grande vino come l’Amarone della Valpolicella può permettersi. Vino che, forse, offre il meglio di sé in solitudine, come vino da meditazione.
BARDOLINO SUPERIORE DOCG riconosciuta con Decreto 01/08/2001- G.U. 17/08/2001.
Il Bardolino Superiore è un vino DOCG, separato dalla DOC Bardolino, anche se la zona di produzione è la stessa, dove le viti si specchiano nel lago di Garda e traggono beneficio delle migliori condizioni ambientali. Il clima mite, l’esposizione al sole, l’equilibrio delle piogge e delle temperature, la varietà dei terreni sabbiosi, ghiaiosi e argillosi, oltre alla passione e all’abilità dei produttori, sono i responsabili della piacevolezza di questi vini, apprezzati anche in ambito internazionale. Anche i vitigni impiegati sono gli stessi della DOC Bardolino e tra questi si trovano soprattutto la corvina, che dà corpo e colore, la rondinella, che regala un caratteristico e piacevole sapore erbaceo e la molinara che offre la sua fragranza. Il Bardolino è un vino rosso dal colore rubino, ha un profumo abbastanza intenso con gradevoli aromi fruttati, che ricordano il ribes e il lampone. In bocca è equilibrato e gentile, abbastanza caldo e morbido, con note tanniche appena percettibili e leggero finale amarognolo. Può essere abbinato a primi piatti al ragù o con funghi e piselli, risi e bisi con “l’oca in onto” (l’oca conservata nel proprio grasso), pollo alla diavola, scaloppine al burro, sella di coniglio al Bardolino, o preparazioni ancor più saporite come le anguille alla gardesana, le sarde in saor o le aringhe sott’olio con la polenta.
Veneto
Zona di produzione: comprende in tutto o in parte il territorio dei comuni di Affi, Bardolino, Bussolengo, Caprino Veronese, Castelnuovo del Garda, Cavaion Veronese, Costermano, Garda, Lazise, Pastrengo, Peschiera del Garda, Rivoli Veronese, Sommacampagna, Sona, Torri del Benaco e Valeggio sul Mincio, tutti in provincia di Verona. BARDOLINO SUPERIORE CLASSICO: comprende i comuni di Affi, Bardolino, Cavaion Veronese, Costermano, Garda e Lazise. Resa: max. 9 t/ha. Vitigni: corvina veronese (localmente chiamata cruina o corvina) 35-65% (entro questa percentuale è ammesso corvinone max. 10%, purché coltivato in terreni ricchi di scheletro); rondinella 10-40%; molinara e/o rossignola (rossetta) e/o barbera e/o sangiovese e/o marzemino e/o merlot e/o cabernet sauvignon max. 20% (se singolo vitigno max. 10%). Titolo alcolometrico minimo: 12%. Affinamento: minimo 12 mesi. Epoca migliore per il consumo: mediamente 2-3 anni.
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COLLI ASOLANI - PROSECCO o ASOLO - PROSECCO DOCG riconosciuta con Decreto 17/07/2009 - G.U. 28/07/2009.
Veneto
Zona di produzione: A) comprende l’intero territorio dei comuni di Castelcucco, Cornuda e Monfumo e parte di Asolo, Caerano di San Marco, Cavaso del Tomba, Crocetta del Montello, Fonte, Giavera del Montello, Maser, Montebelluna, Nervesa della Battaglia, Paderno del Grappa, Pederobba, Possagno, San Zenone degli Ezzelini e Volpago del Montello. B) La zona di produzione delle uve delle varietà pinot bianco, pinot nero, pinot grigio e chardonnay da destinare alla tradizionale pratica di arricchimento, comprende il territorio dei comuni Cappella Maggiore; Cison di Valmarino; Colle Umberto; Conegliano; Cordignano; Farra di Soligo: Follina; Fregona; Miane; Pieve di Soligo; Refrontolo; Revine Lago; San Fior; San Pietro di Feletto; San Vendemiano; Sarmede; Segusino; Sernaglia della Battaglia; Susegana; Tarzo; Valdobbiadene; Vidor; Vittorio Veneto; Asolo; Caerano di San Marco; Castelcucco; Cavaso del Tomba; Cornuda; Crocetta del Montello; Fonte; Giavera del Montello; Maser; Monfumo; Montebelluna; Nervesa della Battaglia; Paderno del Grappa; Pederobba; Possagno; San Zenone degli Ezzelini; Volpago del Montello; Borso del Grappa e Crespano del Grappa, tutti in provincia di Treviso. Resa: max 12 t/ha. Vitigni: glera; ammessi verdiso e/o bianchetta trevigiana e/o perera e/o glera lunga max. 15%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1 anno. Altre tipologie - Frizzante prevede le versioni da Secco a Amabile comprese. Spumante, prevede le versioni da Brut a Demi-sec comprese. Nell’elaborazione dello Spumante è consentita la pratica tradizionale dell’aggiunta di vini ottenuti con pinot bianco e/o pinot nero e/o pinot grigio e/o chardonnay max. 15%.
172
Vini
Alcol
COLLI ASOLANI - PROSECCO o ASOLO - PROSECCO
10.5
COLLI ASOLANI - PROSECCO o ASOLO - PROSECCO SUPERIORE
11
COLLI ASOLANI - PROSECCO o ASOLO - PROSECCO FRIZZANTE
10.5
La nuova DOCG Colli Asolani - Prosecco o Asolo - Prosecco, ottenuta dalla tenacia dei produttori locali, è un traguardo importante che premia l’impegno dei viticoltori e rappresenta una grandissima opportunità per il territorio. Il nome della DOCG semplifica la precedente dicitura e lancia un messaggio di grande prestigio, associando il nome dell’antica cittadina di Asolo con uno dei prodotti chiave della zona. In quella che giustamente è definita la “rivoluzione del Prosecco”, uno spazio molto importante è riservato al vitigno omonimo - o glera - che occupa una superficie di 520 ettari e per il quale sono state sempre fatte scelte di qualità, oggi confermate e riconosciute nel nuovo disciplinare. Tra queste, la più importante è la bassa resa di uva per ettaro, mantenuta a 12 tonnellate, una scelta che in passato aveva suscitato qualche polemica fra i produttori, ma che ha portato a grandi successi. Meno bottiglie, ma più qualità! Il risultato è un Prosecco che favorisce la struttura e la ricchezza degli aromi rispetto all’immediatezza dei profumi che svaniscono rapidamente. Il territorio è esposto a sud ed è protetto dai venti freddi che scendono dalla valle del Piave e che permettono alle uve di maturare pienamente, creando ampiezza olfattiva e mantenendo un’elevata acidità, importante per la produzione dello spumante. Il ruolo di primissimo piano che il “fenomeno Prosecco” ha raggiunto nel panorama vitivinicolo nazionale e internazionale, è comunque soprattutto legato all’impegno e alla serietà dei produttori asolani.
CONEGLIANO VALDOBBIADENE - PROSECCO Zona di produzione: comprende il territorio collinare dei comuni di Cison di Valmarino, Colle Umberto, Conegliano, Farra di Soligo, Follina, Miane, Pieve di Soligo, Refrontolo, San Pietro di Feletto, San Vendemiano, Susegana, Tarzo, Valdobbiadene, Vidor e Vittorio Veneto, in provincia di Treviso. Sottozona SUPERIORE DI CARTIZZE: comprende il territorio della frazione di San Pietro di Barbozza, denominato Cartizze, del comune di Valdobbiadene. È consentita la menzione “Rive”, seguita dal nome del comune (12 ammessi) o frazione (31 ammesse). La zona di produzione delle uve delle varietà pinot bianco, pinot nero, pinot grigio e chardonnay: comprende i comuni di Cappella Maggiore, Cison di Valmarino, Colle Umberto, Conegliano, Cordignano, Farra di Soligo, Follina, Fregona,
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DOCG riconosciuta con Decreto 17/07/2009 - G.U. 28/07/2009.
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Miane, Pieve di Soligo, Refrontolo, Revine Lago, San Fior, San Pietro di Feletto, San Vendemiano, Sarmede, Segusino, Susegana, Tarzo, Valdobbiadene, Vidor, Vittorio Veneto, Asolo, Caerano San Marco, Castelcucco, Cavaso del Tomba, Cornuda, Crocetta del Montello, Fonte, Giavera del Montello, Maser, Monfumo, Montebelluna, Nervesa della Battaglia, Paderno del Grappa, Pederobba, Possagno, San Zenone degli Ezzelini, Volpago del Montello, Borso del Grappa e Crespano del Grappa, in provincia di Treviso. Resa: max. 13.5 t/ha. 13 per i vini Conegliano Valdobbiadene - Prosecco Spumante Superiore designati con la menzione “Rive” e 12 per il Superiore di Cartizze. Vitigni: glera; sono ammessi verdiso, bianchetta trevigiana, perera, glera lunga, chardonnay, pinot bianco, pinot grigio e pinot nero (vinificato in bianco), da soli o congiuntamente, max. 15%. Nella elaborazione dello Spumante, è consentita la tradizionale pratica correttiva con vini ottenuti dalla vinificazione di uve pinot bianco e/o pinot grigio e/o pinot nero e/o chardonnay, max. 15%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-2 anni. Altre tipologie - Frizzante (Secco e Amabile), tradizionalmente ottenuta (possibile la presenza di velatura), è da riportare obbligatoriamente in etichetta la dicitura “rifermentazione in bottiglia”. Spumante prevede tutte le tipologie ammesse dalla normativa vigente, con esclusione dei tipi Extra-Brut e Dolce.
Veneto
La DOCG Conegliano Valdobbiadene - Prosecco, o Conegliano - Prosecco, o Valdobbiadene - Prosecco, prevede i vini: Alcol
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CONEGLIANO VALDOBBIADENE - PROSECCO
10.5
CONEGLIANO VALDOBBIADENE - PROSECCO FRIZZANTE
10.5
CONEGLIANO VALDOBBIADENE - PROSECCO SPUMANTE SUPERIORE
11
SUPERIORE DI CARTIZZE (Spumante ottenuto nella tradizionale sottozona) 11.5
La zona di Conegliano Valdobbiadene entra nell’olimpo dei vini DOCG, un grande risultato e un’importante opportunità per uno dei simboli dell’enologia della nostra penisola. Il passaggio a DOCG per l’area storica di produzione del Prosec-
Veneto
co è stato complesso ma, grazie alla collaborazione di tutti, soprattutto delle istituzioni, proprio in occasione dei quaranta anni della denominazione si è festeggiato il nuovo traguardo raggiunto. Oggi, il principale obiettivo è quello di valorizzare gli elementi di identità della zona, lasciando ai singoli produttori la possibilità di esprimere le differenze che rendono così interessante questa denominazione. Lungo la Strada del Prosecco, inaugurata nel 1996, che si snoda per una cinquantina di chilometri tra vigneti impiantati ad altitudini comprese tra 50 e 500 m slm, s’incontrano dolci declivi e piccoli sottosistemi pedoclimatici che permettono al prosecco (glera), vitigno autoctono, di dare risultati impensabili in altre zone, dove perde tutta la sua aromatica freschezza. Alla fine del tragitto si raggiunge San Pietro di Barbozza, dove il perfetto equilibrio climatico permette di raggiungere livelli altamente qualitativi nella ristretta area del Cartizze. Le uve sono raccolte tardi, a maturazione completa, quando sono più ricche di aromi e sapori. Prosecco (glera) come vitigno principe dunque, che a volte sfrutta la buona acidità e sapidità del verdiso per raggiungere un migliore equilibrio, soprattutto nelle annate calde e con le esposizioni più favorevoli. Verde e nervoso nei climi più freddi, armonico e suadente nelle esposizioni più assolate, esprime profumi floreali e di grande eleganza alla destra del fiume Soligo, maggior struttura e persistenza aromatica alla sinistra dello stesso. Tranquillo, Frizzante e Spumante. Tipologie diverse, ma con una caratteristica comune: la bella e discreta aromaticità di questo vitigno. Lo Spumante è il prodotto più rappresentativo, ed i suoi profumi di pera, di mela e di agrumi con leggere sfumature floreali e vegetali, più ricchi nei migliori Cartizze, invitano ad apprezzarne la moderata struttura, la grande freschezza e le bollicine vivaci che solleticano il palato in modo malizioso. Il perlage fine e gentilmente persistente contribuisce a dare vivacità al colore, un giallo paglierino tenue con riflessi verdolini che ne dichiarano la giovane età. Ideale come aperitivo, un bicchiere di Prosecco, più “classico” e morbido l’Extra dry, più secco e “moderno” il Brut, è adatto per accompagnare antipasti a base di pesci e di verdure, ma anche primi piatti e semplici secondi con i prodotti del mare o di lago, o addirittura, come in uso nella zona di produzione, da tutto pasto. La tipologia Amabile, più morbida, si può abbinare perfettamente con pasticceria delicata a base di pan di Spagna, pasticcini alla crema e crostate di frutta.
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RECIOTO DELLA VALPOLICELLA DOCG riconosciuta con Decreto 24/03/2010 - G.U. 13/04/2010. Zona di produzione: comprende interamente o in parte i comuni di Cazzano di Tramigna, Cerro Veronese, Colognola ai Colli, Dolcè, Fumane, Grezzana, Illasi, Lavagno, Marano di Valpolicella, Mezzane di Sotto, Montecchia di Crosara, Negrar, Pescantina, San Martino Buon Albergo, San Mauro di Saline, San Pietro in Cariano, Sant’Ambrogio di Valpolicella, Tregnago e Verona, in provincia di Verona. CLASSICO: comprende i comuni di Fumane, Marano di Valpolicella, Negrar, San Pietro in Cariano e Sant’Ambrogio di Valpolicella. Sottozona VALPOLICELLA VALPANTENA: comprende un’area più ristretta attraversata dal torrente Progno di Valpantena. Resa: max. 12 t/ha. Vitigni: corvina (cruina o corvina) 45-95%, ammesso corvinone max. 50%; rondinella 5-30%; ammessi altri max. 25%, con un limite del 10% per ogni singolo vitigno. Titolo alcolometrico minimo: 12%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 3-6 anni. Per i vini RECIOTO DELLA VALPOLICELLA è ammessa la menzione Vigna. Vini RECIOTO DELLA VALPOLICELLA RECIOTO DELLA VALPOLICELLA CLASSICO
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RECIOTO DELLA VALPOLICELLA SPUMANTE
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RECIOTO DELLA VALPOLICELLA VALPANTENA RECIOTO DELLA VALPOLICELLA VALPANTENA SPUMANTE
Il Recioto della Valpolicella, ottenuto da uve appassite, è un vino di tutto rispetto, dal colore rosso granato piuttosto intenso, con un profumo complesso e ricco di sentori di frutti molto maturi e di spezie, dal sapore pieno, caldo, dolce e vellutato, che nel finale ricorda la liquirizia e la cioccolata amara. Si abbina perfettamente con pasticceria secca, dolcetti alle spezie, torta di “paparele” alla veronese (torta di fettuccine) e zaleti.
RECIOTO DI GAMBELLARA DOCG riconosciuta con Decreto 01/08/2008 - G.U. 22/08/2008.
Vini
Alcol
Affinamento
RECIOTO DI GAMBELLARA CLASSICO
11.30+2.70
10
RECIOTO DI GAMBELLARA SPUMANTE
11+3
3
Oltre all’ottimo vino, la strada del Recioto di Gambellara regala dolci panorami collinari e straordinari spunti culturali, ricchi di testimonianze artistiche e architettoniche. Il Recioto di Gambellara, prodotto nella tipologia normale, affinato in barrique, leggermente frizzante e nella versione spumante, è il fiore all’occhiello della zona. L’unicità di questo vino è data dalla tecnica di vinificazione, meglio dire dall’arte che si tramanda di padre in figlio da secoli. Innanzitutto si procede con un’accurata selezione delle uve nel vigneto, con la scelta dei grappoli migliori, addirittura le loro parti più nobili, le “ali”, in dialetto chiamate “recie”; si prosegue cun l’appassimento dei grappoli “picai”, ovvero “appesi”, in modo da favorire la circolazione dell’aria e quindi la concentrazione di tutte le sostanze negli acini. Negli ultimi anni si è lavorato sulle tecniche di appassimento, per favorire il controllo della muffa nobile, con un utilizzo mirato di deumidificatori, alternando periodi umidi ad altri asciutti. Dopo l’appassimento, le uve sono di nuovo selezionate e pigiate in modo soffice, per ottenere un mosto fiore che fermenta pian piano nei mesi freddi e fino alla primavera successiva. L’essenza della garganega, la cura dell’uva, l’attesa paziente del suo lungo appassimento, la delicata pigiatura, la scelta rigorosa dei legni per l’evoluzione, la tradizione più genuina di un popolo di viticoltori e la maestria dell’uomo, si mescolano e creano l’identità e l’unicità dello straordinario Recioto di Gambellara, ricco, strutturato e da apprezzare al momento del dessert.
Veneto
Zona di produzione: comprende parte dei comuni di Gambellara, Montebello Vicentino, Montorso Vicentino e Zermeghedo, in provincia di Vicenza. Resa: max. 12,5 t/ha. Vitigno: garganega. Epoca migliore per il consumo: mediamente 2-4 anni. Per i vini RECIOTO DI GAMBELLARA è ammessa la menzione Vigna.
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RECIOTO DI SOAVE DOCG riconosciuta con Decreto 07/05/1998 - G.U. 14/05/1998. Modifica con Decreto 19/09/2001 - G.U. 01/10/2001. Modifica Parere favorevole G.U. 16/04/2010.
Veneto
Zona di produzione: comprende parte del territorio collinare dei comuni di Caldiero, Cazzano di Tramigna, Colognola ai Colli, Illasi, Lavagno, Mezzane di Sotto, Montecchia di Crosara, Monteforte d’Alpone, Roncà, San Giovanni Ilarione, San Martino Buon Albergo e Soave, in provincia di Verona. CLASSICO: la zona di origine più antica, già delimitata con Decreto 23/10/1931, comprende parte dei comuni di Monteforte d’Alpone e Soave. Sottozona COLLI SCALIGERI: comprende parte dei comuni di Caldiero, Cazzano di Tramigna, Colognola ai Colli, Illasi, Lavagno, Mezzane di Sotto, Montecchia di Crosara, Monteforte d'Alpone, Roncà, San Giovanni Ilarione, San Martino Buon Albergo e Soave. Resa: max. 9 t/ha. Vitigni: garganega min. 70%; trebbiano di Soave (nostrano) max. 30%; ammessi altri, max. del 5%. Titolo alcolometrico minimo: 12%. Affinamento: minimo 10 mesi. Epoca migliore per il consumo: mediamente 2-4 anni. Altra tipologia - Spumante (escluso il Recioto di Soave Classico), con titolo alcolometrico minimo di 11,5%. Per i vini RECIOTO DI SOAVE è ammessa la menzione Vigna.
178
Vino di antica tradizione, ha nello stesso nome il richiamo al dialetto locale. Recioto, termine che deriva da “recia”, la parte più alta del grappolo, meglio esposta ai raggi solari e più ricca di zuccheri e componenti estrattive. La garganega, l’uva maggiormente impiegata in questa produzione, non ha una componente aromatica di particolare spicco, ma un patrimonio di profumi eleganti, e quelli della mandorla, dei fiori del ciliegio e del sambuco sono i più nitidi e significativi. Anche la freschezza non è molto accentuata, ma queste uve presentano una buona tendenza all’equilibrio tra componenti estrattive, zuccheri e acidi. Le uve per la produzione del Recioto vengono selezionate durante la raccolta e poi messe sui graticci ad appassire per un periodo variabile tra i quattro ed i sei mesi, durante i quali vengono curate e pulite, preparando il miglior terreno per lo sviluppo lar-
vale della Botrytis cinerea, che ne arricchirà aromi e struttura. La fermentazione e la maturazione avvengono in botti di rovere, e arricchiscono il profilo organolettico finale. Il colore di questo vino è giallo brillante, bellissimo nelle sue calde tonalità dorate, e il bouquet è ricco di sentori di frutta matura, miele di acacia e fiori di sambuco. Il sapore è dolce, soave ed elegante, ricco di vellutate morbidezze che si adagiano su un fondo dal sapore di mandorla. A tavola il Recioto si abbina in modo delizioso con il classico pandoro di Verona, la torta sabbiosa, la fregolotta (torta di bricioloni alle mandorle), i baicoli veneziani, tutta la pasticceria secca e il mandorlato di Cologna Veneta. Le grandi doti di morbidezza e di persistenza aromatica lo rendono perfetto anche su formaggi come il monte veronese. Ma anche degustato da solo, dopo cena, il Recioto è un vino che accarezza il palato e lo vizia con le sue note soavi e, al tempo stesso, ricche di personalità.
SOAVE SUPERIORE
Zona di produzione: comprende il territorio collinare di parte dei comuni di Caldiero, Cazzano di Tramigna, Colognola ai Colli, Illasi, Lavagno, Mezzane di Sotto, Montecchia di Crosara, Monteforte d’Alpone, Roncà, San Giovanni Ilarione, San Martino Buon Albergo e Soave, in provincia di Verona. CLASSICO: la zona di origine più antica, già delimitata con Decreto 23/10/1931, comprende parte dei comuni di Monteforte d’Alpone e Soave. Sottozona COLLI SCALIGERI: comprende parte dei comuni di Caldiero, Cazzano di Tramigna, Colognola ai Colli, Illasi, Lavagno, Mezzane di Sotto, Montecchia di Crosara, Monteforte d'Alpone, Roncà, San Giovanni Ilarione, San Martino Buon Albergo e Soave. Resa: max. 10 t/ha. Vitigni: garganega min. 70%; trebbiano di Soave (nostrano) max. 30%; ammessi altri, max. del 5%. Titolo alcolometrico minimo: 12%. Affinamento: minimo 5 mesi. Epoca migliore per il consumo: mediamente 2 anni; il Riserva 3-4. Altra tipologia - Riserva, con titolo alcolometrico minimo di 12,5% e affinamento almeno di 12 mesi.
Veneto
DOCG riconosciuta con Decreto 29/10/2001 - G.U. 14/11/2001. Modifica con Decreto 11/07/2005 - G.U. 26/07/2005. Modifica Parere favorevole G.U. 16/04/2010.
179
Veneto
Il Soave Superiore riconosciuto DOCG è separato dalla DOC Soave. I vitigni utilizzati per la produzione del Soave Superiore sono soprattutto la garganega, che apporta discreta acidità e struttura, e il trebbiano di Soave, che regala finezza, aromaticità ed un leggero finale amarognolo. Il colore di questo vino è giallo paglierino intenso, ed il profumo è di buon impatto e fruttato, con sentori che ricordano la mela acerba, l’ananas ed altri frutti tropicali, la mandorla amara e, vagamente, la limoncella. Al gusto è secco, abbastanza caldo e dotato di buona morbidezza, freschezza e sapidità, con adeguata struttura. Questo vino si abbina in modo ideale con antipasti di mare, risotti ai frutti di mare e preparazioni a base di pesce di lago, come il pesce persico alle erbe aromatiche, ma si adatta molto bene a frittate, primi piatti con sughi bianchi di pesce, pesci bolliti e conditi delicatamente e, in primavera, è proprio da assaggiare con piatti che prevedono l’impiego degli ottimi asparagi bianchi di Cavaion Veronese.
180
Garganega a grappolo spargolo
Garganega a grappolo poco spargolo
DOCG E DOC DELLA PROVINCIA DI VERONA ZONE DI PRODUZIONE VINI D.O.C. e D.O.C.G.
10 TRENTINO LAGO DI GARDA
6 PROVINCIA DI VICENZA
1
7
Bardolino S. Ambrogio di Valpolicella
2 4 5
Grezzana Peschiera del Garda
PROVINCIA DI BRESCIA
3 Soave
VERONA
Custoza
Arcole
8 PROVINCIA DI PADOVA
e
ig Ad
9 Terrazzo
1 2
Bardolino Superiore DOCG Bardolino
PROVINCIA DI ROVIGO
Amarone della Valpolicella DOCG Valpolicella B Recioto d li della S i DOCG DOCG Valpolicella Ripasso Valpolicella
3
Recioto di Soave DOCG Soave Superiore DOCG Soave
6
Valdadige Valdadige Terradeiforti o Terradeiforti
4
Bianco di Custoza o Custoza
7
Monti Lessini o Lessini
5
S. Martino della Battaglia Lugana
8
Arcole
9 10
Merlara Garda (zone veronesi)
Veneto
PROVINCIA DI MANTOVA
181
BARDOLINO Decreto 26/06/2001 - G.U. 11/07/2001. Ha sostituito il D.P.R. 28/05/1968 e precedenti D.P.R. 11/09/1976 e 01/10/1987. Modifica con Decreto 18/02/2010 - G.U. 11/03/2010.
Veneto
Zona di produzione: comprende in tutto o in parte il territorio dei comuni di Affi, Bardolino, Bussolengo, Caprino Veronese, Castelnuovo del Garda, Cavaion Veronese, Costermano, Garda, Lazise, Pastrengo, Peschiera del Garda, Rivoli Veronese, Sommacampagna, Sona, Torri del Benaco e Valeggio sul Mincio, tutti in provincia di Verona. CLASSICO: comprende i comuni di Affi, Bardolino, Cavaion Veronese, Costermano, Garda e Lazise. Resa: max. 13 t/ha. Vitigni: corvina veronese (localmente chiamata cruina o corvina) 35-65% (in questa percentuale è ammesso corvinone max. 10%, purchÊ coltivato in terreni ricchi di scheletro); rondinella 10-40%; molinara e/o rossignola (rossetta) e/o barbera e/o sangiovese e/o marzemino e/o merlot e/o cabernet sauvignon max. 20% (se singolo vitigno max. 10%). Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-2 anni.
182
Vini
Alcol
BARDOLINO
10.5
BARDOLINO CLASSICO
10.5
BARDOLINO CHIARETTO
10.5
BARDOLINO CHIARETTO CLASSICO
10.5
BARDOLINO CHIARETTO SPUMANTE
11.5
BARDOLINO NOVELLO (macerazione carbonica almeno 85%)
11
BARDOLINO NOVELLO CLASSICO
11
Piacevoli, freschi, leggeri e delicatamente profumati, i vini di questa denominazione non sono da tenere in cantina ma, al contrario, si devono degustare giovani per poter cogliere la loro innata fragranza, prima che perdano quelle deliziose note fruttate che sono la loro peculiare caratteristica. Il simbolo di questa DOC è il Chiaretto, con il suo elegante colore rosa con bellissimi riflessi corallo. I profumi sono fini, di fiori ma soprattutto di frutti, Tinca con piselli con sfumature di ciliegia, lampone e fragola e, seppur leggermente, di agrumi come il pompelmo rosa. Le caratteristiche gustative fresche e piacevoli, con struttura delicata ma ben equilibrata, si sposano perfettamente ad antipasti di verdure, risotto con la tinca, fritture, zuppe e preparazioni varie a base di pesci di lago come lavarello, luccio, trota, carpa e tinca.
Decreto 20/10/2005 - G.U. 29/10/2005. Ha sostituito il Decreto 30/07/2001, il D.P.R. 08/02/1971 e successiva modifica. Modifica con Decreto 25/07/2007 - G.U. 09/08/2007. Zona di produzione: comprende in tutto o in parte il territorio dei comuni di Bussolengo, Castelnuovo del Garda, Lazise, Pastrengo, Peschiera del Garda, Sommacampagna, Sona, Valeggio sul Mincio e Villafranca di Verona, in provincia di Verona.
Veneto
BIANCO DI CUSTOZA o CUSTOZA
183
Vitigni: trebbiano toscano 20-45%; garganega 20-40%; tocai friulano 5-30%; bianca fernanda (sinonimo del cortese) e/o malvasia e/o riesling italico e/o pinot bianco e/o chardonnay e/o manzoni bianco 20-30%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-2 anni. Altra tipologia - Spumante (versioni Brut, Extra brut ed Extra dry).
Veneto
Vini
184
Resa Alcol
BIANCO DI CUSTOZA o CUSTOZA
15
11
BIANCO DI CUSTOZA o CUSTOZA SUPERIORE
12
12
BIANCO DI CUSTOZA o CUSTOZA SPUMANTE
15
11.5
BIANCO DI CUSTOZA o CUSTOZA PASSITO
5
12+3
Affinamento
5
10
La zona di produzione del Bianco di Custoza o Custoza, coincide all’incirca con la parte meridionale del Lago di Garda, in provincia di Verona. Il terreno è prevalentemente morenico, con tipici depositi sassosi ben levigati, il clima è mite e la piovosità è definita media. Il Bianco di Custoza è un vino di colore giallo paglierino con riflessi verdolini, di media consistenza, con profumi di fiori di mandorlo, acacia e mimosa, mandorla amara, pesca bianca e salvia. In bocca esprime una delicata nota alcolica, discreta morbidezza e bella freschezza e sapidità, con un finale di media persistenza e lievemente ammandorlato. Gradevole e fragrante, è un vino da degustare giovane, soprattutto con antipasti di crostacei e molluschi, granseola alla veneziana, primi piatti ai frutti di mare e risotti di pesce, pesci di mare e di lago fritti e al forno.
SOAVE Decreto 06/09/2002 - G.U. 21/08/2002. Ha sostituito il Decreto 22/07/1998, il D.M. 02/06/1993, il D.P.R. 21/08/1968 e successive modifiche. Modifiche con Decreti 14/07/2005 - G.U. 25/07/2005 e 27/03/2009 - G.U. 17/04/2009. Modifica Parere favorevole G.U. 16/04/2010. Zona di produzione: comprende interamente o in parte i comuni di Caldiero, Cazzano di Tramigna, Colognola ai Colli, Illasi, Lavagno, Mezzane di Sotto, Montecchia di Crosara, Monteforte d’Alpone, Roncà, San Bonifacio, San Giovanni Ilarione, San Martino Buon Albergo e Soave, in provincia di Verona. CLASSICO: la zona di origine più antica, già delimitata con Decreto 23/10/1931, comprende parte dei comuni di Monteforte d’Alpone e Soave. Sottozona COLLI SCALIGERI: comprende parte dei comuni di Caldiero, Cazzano di Tramigna, Colognola ai Colli, Illasi, Lavagno, Mezzane di Sotto, Montecchia di Crosara, Monteforte d'Alpone, Roncà, San Giovanni Ilarione, San Martino Buon Albergo e Soave. Vitigni: garganega min. 70%; chardonnay e trebbiano di Soave (nostrano) max. 30%; ammessi altri, max. 5%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-2 anni. Altra tipologia - Spumante (versioni Extra brut, Brut, Extra dry e Dry), con titolo alcolometrico minimo di 11%.
Resa Alcol
Affinamento
SOAVE
15
10.5
1
SOAVE CLASSICO
14
11
3
SOAVE COLLI SCALIGERI
14
11
3
Veneto
Vini
185
Veneto
Nella stessa zona dove si produce il Soave Superiore, la garganega e il trebbiano di Soave sono la base per la produzione di questi vini bianchi da apprezzare in gioventù. Il colore è giallo paglierino con riflessi talvolta verdolini, il profumo è delicato, con sentori vegetali e di fiori bianchi di sambuco e biancospino. In bocca si apprezza una buona freschezza, ben equilibrata da una struttura mai accentuata, che ricorda leggermente il sapore della mandorla amara. Nel Soave Classico i profumi si fanno più intensi e la struttura più complessa, così come le note morbide e pseudocaloriche sono più percettibili. Questi vini si abbinano molto bene con l’insalata
186
Garganega ad acino grosso e grappolo compatto e pesante
di riso ai frutti di mare, il risotto al nero di seppia e al Soave, la frittata con le moleche, il petto d’oca alla santoreggia e, in genere, con preparazioni a base di carni bianche o pesci di lago. Il Soave è stato uno dei vini bianchi più apprezzati da Gabriele D’Annunzio che, in età matura, gustandolo affermò “Il Soave è il vino della giovinezza e dell’amore… lo bevo in omaggio al passato: se non mi ridà i miei vent’anni, me ne ravviva il ricordo!”
VALDADIGE TERRADEIFORTI o TERRADEIFORTI DOC riconosciuta con Decreto 07/11/2006 - G.U. 17/11/2006. Modifica Parere favorevole G.U. 17/03/2010. Zona di produzione: comprende i comuni Brentino-Belluno, Dolcè e Rivoli Veronese, in provincia di Verona; Avio, in quella di Trento. Epoca migliore per il consumo: Bianco mediamente 2-3 anni, Rossi 3-5. Per i vini VALDADIGE TERRADEIFORTI o TERRADEIFORTI è ammessa la menzione Vigna. Altre tipologie
PINOT GRIGIO pinot grigio min. 85% SUPERIORE CASETTA casetta min 85% RISERVA ENANTIO enantio min 85% RISERVA
Resa Alcol
Affinamento
14
11
4
12
12
10
9
12
10
9
12.5
36
9
12
10
9
12.5
36
La DOC Valdadige Terradeiforti o Terradeiforti, è caratterizzata da due vitigni autoctoni a bacca rossa, enantio (lambrusco a foglia frastagliata) e casetta, e da un bianco di richiamo internazionale, che ben rappresenta la vocazione di questo territorio. Il vitigno casetta è noto come “maranela”, dal nome della famiglia Marani che inizialmente lo coltivò, oppure come “lambrusco foja tonda”, e nel recente passato ha rischiato l’estinzione; per alcuni autori deriverebbe dalla domesticazione di viti selvatiche, mentre per altri sarebbe un lontano parente del petit verdot. I vini di questa denominazione, già sottozona della Valdadige, si sono sempre espressi su un alto livello qualitativo, soprattutto per la tipologia Riserva, con vini strutturati e complessi, arricchiti da alcuni anni d’affinamento. Oggi, avvalendosi del progetto già avviato di zonazione, si punta ad esaltare la qualità specifica dei terreni e l’interazione ambiente-vitigno.
Veneto
Viti e vitigni
187
VALPOLICELLA Decreto 24/03/2010 - G.U. 13/04/2010. Ha sostituito il Decreto 12/03/2003 e precedenti D.P.R. 27/12/1990, 21/08/1968 e successive modifiche. Zona di produzione: comprende interamente o in parte i comuni di Cazzano di Tramigna, Cerro Veronese, Colognola ai Colli, Dolcè, Fumane, Grezzana, Illasi, Lavagno, Marano di Valpolicella, Mezzane di Sotto, Montecchia di Crosara, Negrar, Pescantina, San Martino Buon Albergo, San Mauro di Saline, San Pietro in Cariano, Sant’Ambrogio di Valpolicella, Tregnago e Verona, in provincia di Verona. CLASSICO: comprende i comuni di Fumane, Marano di Valpolicella, Negrar, San Pietro in Cariano e Sant’Ambrogio di Valpolicella. Sottozona VALPOLICELLA VALPANTENA: comprende un’area più ristretta attraversata dal torrente Progno di Valpantena. Resa: max. 12 t/ha. Vitigni: corvina (cruina o corvina) 45-95%, ammesso corvinone max. 50%; rondinella 5-30%; ammessi altri max. 25%, con un limite del 10% per ogni singolo vitigno. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-3. Altra tipologia - Superiore, con titolo alcolometrico minimo di 12% e affinamento almeno di 14 mesi. Per i vini VALPOLICELLA SUPERIORE è ammessa la menzione Vigna.
Veneto
Vini
188
Alcol
VALPOLICELLA
11
VALPOLICELLA CLASSICO
11
VALPOLICELLA VALPENTENA
11
I vini della Valpolicella sono di colore rosso rubino vivace, con profumi vinosi e fragranti di fiori rossi e amarene, di media struttura, decisamente freschi e di modesta tannicità, in genere da bersi giovani. Il Valpolicella Superiore è un vino più strutturato e morbido, meno fresco ma con percezioni pseudocaloriche decisamente più percettibili.
VALPOLICELLA RIPASSO DOC riconosciuta con Decreto 24/03/2010 - G.U. 13/04/2010.
Vini
Alcol
Affinamento
VALPOLICELLA RIPASSO
12.5
26
VALPOLICELLA RIPASSO VALPANTENA
12.5
26
VALPOLICELLA RIPASSO CLASSICO
12.5
26
Per questo vino è in uso la pratica tradizionale del “ripasso”, che prevede la macerazione delle vinacce fermentate da cui è stato ottenuto il Recioto con un’aliquota di Valpolicella, oppure il rigoverno del vino Valpolicella con uve appassite. Il vino si presenta rosso rubino cupo, con sentori eleganti di frutta matura, spezie e leggere note di vaniglia, con un gusto caldo, persistente e avvolgente, che a tavola predilige l’abbinamento con carni rosse alla griglia, arrosti e stracotti.
Veneto
Zona di produzione: comprende interamente o in parte i comuni di Cazzano di Tramigna, Cerro Veronese, Colognola ai Colli, Dolcè, Fumane, Grezzana, Illasi, Lavagno, Marano di Valpolicella, Mezzane di Sotto, Montecchia di Crosara, Negrar, Pescantina, San Martino Buon Albergo, San Mauro di Saline, San Pietro in Cariano, Sant’Ambrogio di Valpolicella, Tregnago e Verona, in provincia di Verona. CLASSICO: comprende i comuni di Fumane, Marano di Valpolicella, Negrar, San Pietro in Cariano e Sant’Ambrogio di Valpolicella. Sottozona VALPOLICELLA VALPANTENA: comprende un’area più ristretta attraversata dal torrente Progno di Valpantena. Resa: max. 12 t/ha. Vitigni: corvina (cruina o corvina) 45-95%, ammesso corvinone max. 50%; rondinella 5-30%; ammessi altri max. 25%, con un limite del 10% per ogni singolo vitigno. Epoca migliore per il consumo: mediamente 2-5 anni. Altra tipologia - Superiore, con titolo alcolometrico minimo di 13%. Per i vini VALPOLICELLA RIPASSO SUPERIORE è ammessa la menzione Vigna.
189
DOC DELLA PROVINCIA DI PADOVA
PADOVA
6 3 Abano Terme
Torreglia
Montegrotto Terme
Vo
1 ArquĂ Petrarca Monselice Bagnoli di Sopra
Merlara
2 5
Veneto
4
190
Bagnoli di Sopra o Bagnoli
1 2
Bagnoli di Sopra Classico o Bagnoli Classico
3
Colli Euganei
5
Corti Benedettine del Padovano
4
Merlara
6
Riviera del Brenta
COLLI EUGANEI D.M. 10/10/1994 - G.U. 28/10/1994. Ha sostituito il D.P.R. 13/08/1969 e successive modifiche. Modifica con Decreto 01/10/2004 - G.U. 09/10/2004. Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Arquà Petrarca, Galzignano e Torreglia, ed in parte quelli di Abano Terme, Baone, Battaglia Terme, Carrara San Giorgio, Cervarese Santa Croce, Cinto Euganeo, Este, Lozzo Atestino, Monselice, Montegrotto Terme, Rovolon, Selvazzano Dentro, Teolo e Vo, tutti in provincia di Padova. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno. Rossi 2-4. Altre tipologie – Abboccato o Amabile, tutti i vini, escluso il Novello, con residuo zuccherino superiore a 4 g/l (dizioni e/o titolo zuccherino da riportare obbligatoriamente in etichetta). Frizzante, il Pinello e Serprino. Riserva, il Rosso, Cabernet, Cabernet franc, Cabernet sauvignon e Merlot, con titolo alcolometrico minimo di 12.5% e affinamento almeno di 24 mesi. Novello, il Rosso, con titolo alcolometrico minimo di 11%. Passito, il Fior d’Arancio, con titolo alcolometrico minimo di 15.5% (11 svolto) e affinamento almeno di 12 mesi. Altre tipologie
Resa
Alcol
BIANCO 12 garganega 30-50%; prosecco 10-30%; tocai friulano e/o sauvignon 20-40%; pinella, pinot bianco, riesling italico e chardonnay max. 20% SPUMANTE SECCO/AMABILE
10.5
CHARDONNAY - chardonnay min. 90% SPUMANTE
12
10.5 11
FIOR D’ARANCIO moscato giallo min. 95%
9
10.5
11
(5.5 svolto)
SPUMANTE
10.5 (5.5 svolto)
MOSCATO (DOLCE) moscato bianco min. 95%
12
10.5 (5.5 svolto)
SPUMANTE
10.5
Veneto
Vini e vitigni
(5.5 svolto)
191
Veneto
Vini e vitigni
192
Altre tipologie
Resa
Alcol
PINELLO (o PINELLA) - pinello min. 90%
9
10.5
PINOT BIANCO - pinot bianco min. 90% SPUMANTE
12
11.5 11
SERPRINO (serprino, sinonimo di prosecco) prosecco min. 90%
10
10.5
TOCAI ITALICO - tocai friulano min. 90%
12
11
ROSSO merlot 60-80%; cabernet sauvignon e/o cabernet franc e/o barbera e/o raboso veronese 20-40%
14
11
CABERNET cabernet franc e/o cabernet sauvignon
11
11
CABERNET FRANC cabernet franc min. 90%
11
11
CABERNET SAUVIGNON cabernet sauvignon min. 90%
11
11
MERLOT - merlot min. 90%
14
11
Sui colli che dolcemente si elevano al centro della vasta pianura della provincia di Padova, con terreni di origine vulcanica e ricchi di minerali che ben si addicono alla coltivazione della vite, sono coltivati tanti vitigni. E sono numerosi, e anche piuttosto diversi tra loro, i vini di questa denominazione. Si spazia da vitigni con origini lontane ad altri autoctoni e che si ritrovano solo su questi colli, come il pinello ed il serprino, in pratica un prosecco. Il moscato giallo è il vitigno dal quale si ottiene un delizioso Moscato Fior d’Arancio, prodotto anche come Passito e Spumante: è proprio in quest’ultima tipologia che esprime tutta la sua allegria e vivacità. Il colore è giallo paglierino e il perlage discretamente elegante, ma sono i profumi dell’uva moscato, che ri-
cordano la pesca, l’albicocca, il geranio ed altri delicatamente citrini, che colpiscono in modo particolare. All’esame gustativo si presenta fresco e piacevole, dolce e con buone doti di morbidezza, caratteristiche che lo rendono adatto a ciambelle, torte a base di pan di Spagna e crema, pasticcini assortiti, frittelle di mele, crema fritta alla veneziana e tortini di riso con salsa alle fragole. Un altro moscato viene prodotto in piccole quantità da un’azienda della zona, il moscato rosso di Parenzo, il più antico progenitore del vitigno moscato rosa. Non dà un vino a denominazione di origine, è elaborato in un numero limitatissimo di bottiglie, ma è molto gradevole e sorprendente, soprattutto per gli splendidi profumi aromatici e, su tutti, quelli inconfondibili della foglia di geranio; raramente questo profumo dà sensazioni così nette e precise, tali da sovrastare le note più classiche e fragranti di vini ottenuti da un vitigno così ben caratterizzato a livello olfattivo come il moscato. Il pinello è un vitigno che solo da poco è elaborato in purezza con buoni risultati, dando vini di colore giallo paglierino con evidenti riflessi verdolini, ed un sapore secco e decisamente fresco che, nella tipologa Frizzante, libera tutta la propria vivacità.
I vini bianchi di questa zona sono dunque semplici, non si distinguono per grande originalità né struttura, rispecchiando alcune caratteristiche peculiari dei vitigni di provenienza, e possono quindi accompagnare preparazioni non elaborate a base di verdure, pesci e carni bianche. I vini rossi sono più strutturati, morbidi, con acidità appena accennata, con profumi ricchi di sentori di confetture e di spezie, come la cannella e i chiodi di garofano, a volte di peperone verde ed erba se prodotti con cabernet o merlot. Si abbinano molto bene con piatti della cucina locale, come la faraona arrosto in salsa di peverada, il “musso”, carne d’asino con la polenta, i “torresani” allo spiedo, piccioni che trovavano riparo nelle numerose torri di Torreglia, da cui deriva il loro nome, o anche con il cappone ripieno di castagne.
Veneto
Il serprino è un vitigno dalle origini incerte, anche se viene considerato sinonimo di prosecco, che dà un vino frizzante, fresco e delicato, poco impegnativo, particolarmente gradevole come aperitivo, con antipasti e preparazioni leggere a base di pesce.
193
BAGNOLI DI SOPRA o BAGNOLI DOC riconosciuta con Decreto 16/08/1995 - G.U. 06/10/1995. Zona di produzione: comprende i comuni di Agna, Arre, Bagnoli di Sopra, Battaglia Terme, Bovolenta, Candiana, Carrara San Giorgio, Carrara Santo Stefano, Cartura, Conselve, Monselice, Pernumia, San Pietro Viminario, Terrassa Padovana e Tribano, tutti in provincia di Padova. CLASSICO: comprende interamente il comune di Bagnoli di Sopra. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1 anno, Rossi 23, ma in alcuni casi anche 10, Spumanti 1 dopo la sboccatura, Passiti 3-6. Altre tipologie – Riserva, il Rosso, Cabernet, Merlot e Friularo, con affinamento minimo di 24 mesi e, per il Friularo Passito, di 26. Il Friularo Vendemmia Tardiva è ottenuto con almeno il 60% delle uve raccolte e vinificate, come da tradizione, dopo l’estate di San Martino (11 novembre). Vini e vitigni
Altre tipologie
BIANCO chardonnay min. 30%; tocai friulano e/o sauvignon min. 20%; raboso piave e/o raboso veronese (vinificati in bianco) min. 10%; ammessi altri max. 10%
Veneto
CLASSICO ROSSO merlot 15-60%; cabernet franc e/o carmenere e/o cabernet sauvignon min. 15%; raboso piave e/o raboso veronese min. 15%; ammessi altri max. 10%
Alcol
14
10.5
13 14
CLASSICO ROSATO raboso piave e/o raboso veronese min. 50%; merlot max. 40%; ammessi altri max. 10%
11
13 14
CLASSICO
194
Resa
13
10.5
Altre tipologie
FRIULARO raboso piave min. 90% CLASSICO VENDEMMIA TARDIVA
Resa
Alcol
12
11
11
PASSITO raboso piave e/o raboso veronese min. 70%
14
14.5
CABERNET cabernet franc e/o cabernet sauvignon e/o carmenere min. 85%
13
11
CLASSICO MERLOT merlot min. 85%
12 14
CLASSICO
11
13
SPUMANTE chardonnay min. 20%; raboso piave e/o raboso veronese (vinificati in bianco) min. 40%; ammessi altri max. 10%
14
11.5
SPUMANTE ROSATO chardonnay min. 20%; raboso piave e/o raboso veronese min. 40%; ammessi altri max. 10%
14
11.5
In questa zona è interessante il Friularo, vino strutturato e di grande personalità, ottenuto dall’omonimo vitigno autoctono, biotipo particolare del tradizionale raboso piave. Si ottengono ottimi risultati anche nelle tipologie Vendemmia Tardiva e Riserva, che presenta un colore rubino con accentuati riflessi granato, e profumi di spezie e di confetture di frutta. Il gusto è secco, austero, caldo, tannico e ben equilibrato, e permette di abbinare questo vino a piatti complessi come i piedini di maiale con verdure, brasati, spezzatini, grandi arrosti e formaggi a pasta dura.
Veneto
Vini e vitigni
195
CORTI BENEDETTINE DEL PADOVANO DOC riconosciuta con Decreto 21/06/2004 - G.U. 01/07/2004. Zona di produzione: comprende interamente 23 comuni e parte di altri 6, in provincia di Padova; parte di Cavarzere e Cona, in quella di Venezia. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Rossi 2-4. Altre tipologie – Frizzante e Spumante, lo Chardonnay, rispettivamente con titolo alcolometrico minimo di 10.5% e 11.5%. Novello, il Rosso, con titolo alcolometrico minimo di 11%. Passito, il Raboso, con titolo alcolometrico minimo di 14%. Riserva, il Cabernet, Cabernet Sauvignon, Raboso e Refosco dal Peduncolo rosso, con titolo alcolometrico minimo di 12.5% e affinamento almeno di 24 mesi, di cui 6 in botte di legno.
Veneto
Vini e vitigni
196
Resa
Alcol
BIANCO tocai friulano min. 85%
15
10.5
CHARDONNAY chardonnay min. 85%
13
11.5
MOSCATO SPUMANTE o SPUMANTE moscato giallo min. 95%
13
6+5
PASSITO moscato giallo min. 70%
13
11+2
PINOT BIANCO pinot bianco min. 85%
13
11.5
PINOT GRIGIO pinot grigio min. 85%
12
11
SAUVIGNON sauvignon min. 85%
13
11.5
TOCAI ITALICO tocai friulano min. 85%
15
11
Resa
Alcol
ROSSO merlot 60-70%; raboso Piave e/o veronese min. 10%
11
ROSATO stessi del Rosso
11
CABERNET cabernet franc e/o cabernet sauvignon e/o carmenere min. 85%
12
11.5
CABERNET SAUVIGNON cabernet sauvignon min. 85%
12
11.5
MERLOT merlot min. 85%
15
11.5
RABOSO raboso Piave e/o raboso veronese min. 85%
14
11
REFOSCO DAL PEDUNCOLO ROSSO refosco dal peduncolo rosso min. 85%
12
11.5
Con l’ufficializzazione delle ultime due DOC venete, Corti Benedettine del Padovano e Riviera del Brenta, il Veneto ha ultimato l’obiettivo di tutelare tutto il territorio a vocazione vitivinicola con almeno una denominazione per ciascun bacino specifico. Si tratta di DOC che hanno alla loro base una storia consolidata e interessano territori delle province di Padova e Venezia. In questa DOC, sono proposti 15 vini e 8 tipologie diverse, con in prima fila, ai fini dell’espressione migliore del territorio, il Moscato Spumante o Moscato e il Passito, ottenuti prevalentemente da moscato giallo, con un futuro qualitativo assicurato.
Veneto
Vini e vitigni
197
MERLARA Decreto 21/04/2009 - G.U. 05/05/2009. Ha sostituito il Decreto 13/07/2000. Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Casale di Scodosia, Castelbaldo, Masi, Merlara, Urbana e parte di Montagnana, in provincia di Padova e Bevilacqua, Boschi Sant’Anna e Terrazzo, in quella di Verona. Vitigni: i vini con nome del vitigno, prevedono l’utilizzo almeno dell’85% del medesimo. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Rossi 1-2. Altre tipologie - Frizzante, il Bianco e Chardonnay, con titolo alcolometrico minimo di 10.5%. Novello, il Rosso, con titolo alcolometrico minimo di 11%.
Veneto
Vini e vitigni
198
Resa
Alcol
BIANCO tocai friulano 50-70%; ammessi altri max. 50%
14
11
CHARDONNAY
14
11
MALVASIA - malvasia istriana min. 85%
13
11
PINOT BIANCO
13
11
PINOT GRIGIO
13
11
RIESLING - riesling italico e/o riesling min. 85%
13
11.5
TAI
14
11
ROSSO merlot 50-70%; ammessi altri max. 50%
14
11
CABERNET cabernet franc e/o cabernet sauvignon e/o carmenere min. 85%
13
11
CABERNET SAUVIGNON
13
11.5
MARZEMINO FRIZZANTE
14
11
MERLOT
14
11.5
Vini e vitigni
Resa
Alcol
RABOSO raboso piave e/o raboso veronese min. 85%
14
11.5
REFOSCO DAL PEDUNCOLO ROSSO o REFOSCO
14
11.5
La menzione Vigna, seguita dal relativo toponimo, è consentita per le tipologie Tai, Malvasia, Chardonnay, Pinot grigio, Pinot bianco, Riesling, Merlot, Cabernet sauvignon, Cabernet, Refosco dal peduncolo rosso e Raboso.
La DOC Merlara tende a valorizzare una produzione di pianura di tradizione antica, solo su terreni idonei a ottenere uva di qualità. Elementi fondamentali di questa zona sono i terreni poveri e sabbiosi, bassa piovosità e un clima particolare durante l’ultimo periodo della maturazione delle uve. Il Rosso e il Bianco sono ottenuti da più varietà di uve; il Bianco, in particolare, comprende la malvasia istriana, vitigno che in questa zona è presente in modo più significativo che in tutto il resto della regione.
RIVIERA DEL BRENTA Zona di produzione: comprende le aree viticole del bacino del fiume Brenta e più precisamente interamente 12 comuni e parte di altri 6, in provincia di Venezia e per intero 9 e in parte altri 13, in quella di Padova. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Rossi 2-4. Altre tipologie – Frizzante, il Bianco, Chardonnay e Pinot Bianco, con titolo alcolometrico minimo di 10.5%. Spumante, lo Chardonnay e Pinot Bianco, con titolo alcolometrico minimo di 11.5%. Novello, il Rosso, con titolo alcolometrico minimo di 11%. Riserva, il Cabernet, Raboso e Refosco, con titolo alcolometrico minimo di 12.5% e affinamento minimo di 24 mesi, di cui almeno 6 in botte di legno. Vini e vitigni
Resa
BIANCO tocai friulano min. 50% CHARDONNAY chardonnay min. 85%
Alcol 10.5
13
11.5
Veneto
DOC riconosciuta con Decreto 21/06/2004 - G.U. 03/07/2004.
199
Veneto
Vini e vitigni
200
Resa
Alcol
PINOT BIANCO pinot bianco min. 85%
13
11
PINOT GRIGIO pinot grigio min. 85%
12
11
TOCAI tocai friulano min. 85%
15
11
ROSSO merlot min. 50%
11
ROSATO merlot min. 50%
11
CABERNET cabernet franc e/o cabernet sauvignon e/o carmenere min. 85%
12
11.5
MERLOT merlot min. 85%
15
11.5
RABOSO raboso Piave e/o raboso veronese min. 85%
12
11
REFOSCO DAL PEDUNCOLO ROSSO o REFOSCO refosco dal peduncolo rosso min. 85%
12
11.5
SPUMANTE chardonnay min. 60%
11.5
Riviera del Brenta è l’appellativo che, nel Settecento, si meritò quella parte del fiume Naviglio di Brenta, luogo di soggiorno estivo della nobiltà e della ricca borghesia veneziana, che vi costruì numerose e splendide ville, che si possono ammirare navigando il Brenta con i battelli a motore chiamati burchielli. La base ampelografica è piuttosto ampia e basata essenzialmente sui vitigni cosiddetti internazionali, anche se i produttori, per esprimere i più alti livelli qualitativi, hanno scelto il raboso.
DOCG E DOC DELLA PROVINCIA DI VICENZA
PROVINCIA DI BELLUNO
TRENTINO
en Br
PROVINCIA DI TREVISO
ta
7 Bassano del Grappa Marostica
4
Breganze
Schio Thiene
Recoaro Terme Valdagno po
iam
Ch
PROVINCIA DI PADOVA
6
VICENZA Arzignano
PROVINCIA DI VERONA
Gambellara
3 Lonigo
5 Barbarano Vicentino
1
Recioto di Gambellara DOCG Gambellara Classico
3
Arcole
2
Gambellara
4
Breganze
6
Monti Lessini o Lessini
5
Colli Berici
7
Vicenza
Veneto
2 1
201
ARCOLE Decreto 02/11/2006 - G.U. 16/11/2006. Ha sostituito il Decreto 04/09/2000. Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Albaredo d’Adige, Arcole, Belfiore, Cologna Veneta, Veronella, Zevio, Zimella ed in parte Caldiero, Colognola ai Colli, Lavagno, Monteforte d’Alpone, Pressana, Roveredo di Guà, San Bonifacio, San Martino Buon Albergo, Soave e Vago, in provincia di Verona; e interamente i comuni di Alonte, Lonigo, Orgiano, Sarego e Sossano, in provincia di Vicenza. Tipologie Spumante: Extra brut, Brut, Extra dry, Dry, Abboccato e Dolce.
Vini e vitigni
Altre tipologie
Resa
BIANCO garganega min. 50%; ammessi altri max. 50%
CHARDONNAY chardonnay min. 85%
11 14.5 10.5 14
11
14
10.5
16
10.5
12
12.5
PINOT BIANCO pinot bianco min. 85%
13
11
PINOT GRIGIO pinot grigio min. 85%
13
11
SAUVIGNON sauvignon min. 85%
14
11
FRIZZANTE GARGANEGA garganega min. 85% VENDEMMIA TARDIVA
Veneto
Affinamento
10.5 SPUMANTE PASSITO FRIZZANTE
202
Alcol
12
12
Altre tipologie
Resa
ROSATO merlot min. 50%; ammessi altri max. 50% NOVELLO FRIZZANTE ROSSO merlot min. 50%; ammessi altri max. 50% NOVELLO FRIZZANTE RISERVA
Alcol
Affinamento
11 11 10.5 11
12
11 11 12
24
NERO merlot min. 50%; ammessi altri max. 50%
12
13.5
12
CABERNET cabernet franc e/o cabernet sauvignon e/o carmenere min. 85% RISERVA
14
11.5
12
12
CABERNET SAUVIGNON cabernet sauvignon min. 85%
14
11.5
12
12
CARMENERE carmenere min. 85%
14
11.5
MERLOT merlot min. 85%
15
11.5
12
12
RISERVA
RISERVA
24
24
24
La DOC Arcole si estende su una superficie denunciata di 244,85 ha di vigneti, nella quale è stato ultimato un interessante progetto di zonazione. A parte la garganega, la parte del leone è svolta dai vitigni internazionali e la produzione è caratterizzata dai cosiddetti “vini di sabbia”, definizione che richiama le peculiarità dei suoli, che donano a questi vini profumi tenui e delicati e un moderato titolo alcolometrico. Freschi e dotati di buona sapidità, sono vini adatti al consumo quotidiano. Un discorso a parte merita il Nero d’Arcole, ottenuto con un taglio bordolese sposato al metodo veneto dell’appassimento.
Veneto
Vini e vitigni
203
BREGANZE Decreto 01/08/2008 - G.U. 22/08/2008. Ha sostituito il Decreto 06/09/1995, il D.P.R. 18/07/1969 e successive modifiche. Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Breganze, Fara Vicentino e Molvena e in parte Bassano del Grappa, Lugo di Vicenza, Marostica, Mason Vicentino, Montecchio Precalcino, Pianezze, Salcedo, Sandrigo, Sarcedo e Zugliano, in provincia di Vicenza. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 2-3 anni, Rossi 3-5, Torcolato 5-10. Altre tipologie - Superiore, tutti i vini Breganze (tranne Torcolato e Vespaiolo Spumante), con titolo alcolometrico minimo di 12%. Riserva, il Torcolato, Rosso, Cabernet, Cabernet sauvignon, Marzemino, Merlot e Pinot nero, con affinamento minimo di 24 mesi. Spumante, il Vespaiolo. Il Breganze Torcolato, prevede un affinamento almeno di 14 mesi.
Veneto
Vini e vitigni
204
Resa
Alcol
BIANCO tocai friulano min. 50%
13
11
CHARDONNAY chardonnay min. 85%
12
11
PINOT BIANCO pinot bianco min. 85%
12
11
PINOT GRIGIO pinot grigio min. 85%
12
11
SAUVIGNON sauvignon min. 85%
12
11
TAI tocai friulano min. 85%
13
11
7.8
14
TORCOLATO vespaiola
Altre tipologie
ABBOCCATO/DOLCE
Resa
Alcol
VESPAIOLO - vespaiola min. 85%
12
11
ROSSO - merlot min. 85%
13
11
CABERNET cabernet franc e/o cabernet sauvignon e/o carmenere min. 85%
12
11
CABERNET SAUVIGNON cabernet sauvignon min. 85%
12
11
MARZEMINO marzemino min. 85%
12
11
MERLOT merlot min. 50%
13
11
PINOT NERO pinot nero min. 85%
12
11
Molti vini di questa denominazione sono ottenuti da vitigni d’importazione, ma si devono ricordare, in particolare, il Vespaiolo e il Torcolato. Ottenuti dallo stesso vitigno, la vespaiola, sono elaborati in modo molto diverso, per dare un classico vino bianco nel primo caso e un delizioso passito nel secondo. La produzione del Torcolato prevede di raccogliere le uve ben mature e di farle appassire per qualche mese, in genere fino a gennaio, in grappoli appesi e annodati, i “torcolati”, da cui questo vino prende il nome. Giallo dorato con forti accenti ambrati, il Torcolato ha un profumo ricco di sentori di fiori d’arancio, ananas e altra frutta esotica molto matura, albicocca e uva sultanina, a volte frutta cotta, con note di mandorla, miele e spezie. Morbido e vellutato, caldo, gradevolmente dolce o solo abboccato, ben strutturato ed equilibrato, con piacevoli sensazioni di freschezza, sapidità e persistenza aromatica di grande importanza, si abbina perfettamente con crostate di frutta sciroppata, frittelle di mele, focaccia di Pasqua, fregolotta e bussolà vicentino, ma anche con il fois gras servito con una riduzione di salsa al Torcolato e con formaggi stagionati come quello di fossa. I vini bianchi di Breganze, ben strutturati e dotati di buona morbidezza, si abbinano perfettamente ad antipasti e primi piatti a base di pesci e verdure, uova ed asparagi alla bassanese, pesci alla mugnaia e scampi alla griglia.
Veneto
Vini e vitigni
205
Nell’ultimo decennio, la presenza diffusa di vitigni come i cabernet ha indotto i viticoltori locali ad affiancare alle tecniche di vinificazione tradizionali della zona, sperimentazioni di affinamento in piccole botti di rovere, con esiti sorprendenti, contribuendo in maniera determinante al crescente apprezzamento di questi vini anche sui mercati internazionali. I vini rossi di questa zona ben si abbinano a piatti di carne, capretto di Gambellara, torresani allo spiedo, manzo brasato e filetto di bue alla griglia.
COLLI BERICI Decreto 06/08/2009 - G.U. 26/08/2009. Ha sostituito il D.M. 31/07/1993 e D.P.R. 20/09/1973. Zona di produzione: comprende interamente 15 comuni e parte di altri 13, in provincia di Vicenza. Sottozona BARBARANO: comprende in parte i comuni di Longare, Castegnero, Villaga, Barbarano Vicentino, Mossano e Nanto. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Rossi 2-4. Vini e vitigni
Altre tipologie
Resa
BIANCO - garganega min. 50% PASSITO SPUMANTE FRIZZANTE
10.5 11.5+3 11.5 10.5
RISERVA NOVELLO
11 12.5 11
Veneto
ROSSO - merlot min. 50%
206
Alcol Affinamento
CHARDONNAY - chardonnay min. 85%
13
11
GARGANEGO/A - garganega min. 85%
14
11
MANZONI BIANCO - manzoni bianco min. 85%
12
11
PINOT BIANCO - pinot bianco min. 85%
12
11
PINOT GRIGIO - pinot grigio min. 85%
12
11
SAUVIGNON - sauvignon min. 85%
12
11
10
24
Vini e vitigni
Altre tipologie
Resa
Alcol
TAI - tocai friulano min. 85%
12
11
CABERNET - cabernet franc e/o cabernet sauvignon e/o carmenere RISERVA
12
11
CABERNET FRANC - cabernet franc min. 85% RISERVA
12
CABERNET SAUVIGNON - cabernet sauvignon min. 85% 12 RISERVA CARMENERE - carmenere min. 85% RISERVA
12
MERLOT - merlot min. 85%
13 RISERVA
12
24
11 12
24
11 12.5
24
11 12
24
11 12.5
24
PINOT NERO - pinot neo min. 85%
12
11
TAI ROSSO - tocai rosso min. 85% RISERVA SPUMANTE
12
11 12 11
SPUMANTE (metodo Classico) - chardonnay min. 50%; pinot bianco e/o pinot nero max. 50%.
Affinamento
24
11
Sottozona BARBARANO BARBARANO ROSSO o BARBARANO - tai rosso (tocai rosso) RISERVA SPUMANTE
12
11 13 11.5
24
Per la resa delle uve destinate alla produzione dei vini Bianco, Rosso e Spumante (nelle diverse versioni), si fa riferimento ai limiti stabiliti per ciascuna varietà.
Veneto
SPUMANTE ROSATO O ROSÉ (metodo Classico) 11 chardonnay min. 50%; pinot bianco e/o pinot nero max. 50%.
207
Il vino più particolare della zona è certamente il Barbarano, ottenuto dal tocai rosso, che determina un colore rosso rubino non particolarmente intenso, profumi di lamponi, ciliegia e marmellate di frutti rossi, discreta struttura e tannicità, mentre l’acidità è ben percettibile. Questo vino si abbina molto bene con il baccalà alla vicentina con polenta, smentendo la convinzione che con un piatto a base di pesce si debba sempre servire un vino bianco. Il vitigno più diffuso in questa zona è però la garganega, seguita dal merlot, che negli ultimi anni ha visto espandere la propria produzione, superando proprio il tocai rosso. I vini bianchi presentano in genere un colore giallo paglierino piuttosto tenue con riflessi verdolini, profumi fragranti abbastanza intensi, più floreali o fruttati a seconda del vitigno. Secchi, freschi e in genere dotati di adeguata morbidezza, si abbinano molto bene con piatti a base di pesce come la trota alle mandorle, ma anche di crostacei, molluschi e carni bianche. I vini rossi sono invece mediamente più strutturati, con una discreta predisposizione a qualche anno di affinamento, che contribuisce a far virare il colore dal rubino intenso ai toni più pacati del granato e ad arricchire il bouquet con profumi di confetture e spezie. Si abbinano molto bene con zuppe di trippa, risotto con le quaglie, carni alla brace e formaggi mediamente stagionati.
GAMBELLARA
Veneto
Decreto 01/08/2008 - G.U. 23/08/2008. Ha sostituito il D.M. 02/08/1993, il D.P.R. 26/06/1974 e successiva modifica. Modifica con Decreto 02/02/2010 - G.U. 20/02/2010.
208
Zona di produzione: comprende in tutto o in parte il territorio dei comuni di Gambellara, Montebello Vicentino, Montorso Vicentino e Zermeghedo, in provincia di Vicenza. CLASSICO: comprende una zona più ristretta. Vitigni: garganega min. 80%; ammessi per la differenza pinot bianco, chardonnay e trebbiano di Soave (nostrano), max. 20%. Il quantitativo massimo di uva da mettere a riposo per la produzione del Gambellara Vin Santo Classico, dopo aver operato la tradizionale cernita, non deve superare 6.5 t per ettaro di vigneto in coltura specializzata. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-2 anni, Vin Santo 4-5.
Vini
Resa
Alcol
14
10.5
GAMBELLARA CLASSICO
12.5
11.5
GAMBELLARA VIN SANTO CLASSICO
12.5
16
GAMBELLARA
Affinamento
26
E poi lo splendido Vin Santo, vinificato solo nelle annate migliori, il cui unico difetto è quello di essere prodotto in quantità veramente limitata. Il colore di questo vino è ambrato, ed i profumi sono intensi e persistenti, con sentori di frutta matura o secca come la mandorla, il fico e l’albicocca, di miele, fiori d’acacia e vaniglia. Il gusto dolce, caldo e morbido, pieno e strutturato, con un leggero fondo di acidità e un adeguato equilibrio, si abbina perfettamente con la pasticceria secca e lo zabaione caldo al Vin Santo di Gambellara. Vino rarissimo, può raggiungere i 50 anni d’affinamento, ed è l’unico Vin Santo di questa regione.
Veneto
Epicentro di una zona di antichissima produzione, il comune di Gambellara dà il nome a questa denominazione, in cui dominano incontrastati i vitigni a bacca bianca, soprattutto la garganega, chiamata anche gambellara, vigorosa ed eclettica perché, lavorata in modo diverso, dà tre vini con caratteri davvero eterogenei. Il Gambellara è un vino secco, di colore giallo paglierino tenue, con delicati profumi fruttati di mela e banana, piacevoli percezioni gustative, acidità e morbidezza ben equilibrate ed un delicato finale di bocca amarognolo. Si abbina con piatti della cucina locale, come la frittatina di lumache con salsa di Gambellara.
209
MONTI LESSINI o LESSINI Decreto 17/07/2001 - G.U. 13/08/2001. Modifica la DOC Lessini Durello riconosciuta con D.P.R. 25/06/1987 - G.U. 09/01/1988. Zona di produzione: comprende alle pendici dei Monti Lessini, interamente i comuni di Arzignano, Brogliano, Castelgomberto, Chiampo, Gambugliano, Trissino e parte di altri 14, in provincia di Vicenza; e interamente San Giovanni Ilarione e Vestenanova e parte di Badia Calavena, Cazzano di Tramigna, Montecchia di Crosara, Roncà e Tregnago, in quella di Verona. Resa: max. 16 t/ha il Durello; 12 tutte le altre tipologie. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Rossi 2-3. Altre tipologie – Spumante, il Durello e Bianco. Riserva, il Rosso, con titolo alcolometrico minimo di 12.5% e affinamento almeno di 24 mesi.
Vini e vitigni
Altre tipologie
BIANCO chardonnay min. 50%; pinot bianco e/o pinot nero e/o pinot grigio e/o sauvignon max. 50% SUPERIORE
Veneto
DURELLO durella min. 85%; garganega, pinot bianco, pinot nero e chardonnay max. 15% SUPERIORE PASSITO
210
Alcol 11.5 12.5 10.5 11.5 11.5+2.5
ROSSO merlot min. 50%; pinot nero e/o corvina e/o cabernet franc e/o cabernet sauvignon e/o carmenere
12.5
SPUMANTE (metodo Classico) chardonnay min. 50%; pinot bianco e/o pinot nero max. 50%
11.5
SPUMANTE ROSATO o ROSÉ (metodo Classico) chardonnay min. 50%; pinot bianco e/o pinot nero max. 50%
11.5
Il vino più caratteristico di questa DOC è il Durello, ottenuto soprattutto dal vitigno autoctono a bacca bianca durello o durella, caratterizzato da una maturazione piuttosto tardiva che costringe i viticoltori a lunghe attese, a volte fino alla fine di ottobre, per poterlo vendemmiare. È dotato di grande acidità, soprattutto per l’elevata concentrazione in acido malico, e quasi sempre viene utilizzato in uvaggio, perché da solo non dà vini di particolare eleganza. Il nome un po’ strano potrebbe derivare dalla buccia piuttosto coriacea, ricca di componenti fenoliche. Oltre all’elaborazione come vino bianco tranquillo, mostra una buona predisposizione per la spumantizzazione, e nei decenni passati veniva esportato in Germania per la produzione dei Sekt. Il vino ha un colore paglierino delicato e profumi poco intensi che ricordano i fiori di acacia, la rosa, il pompelmo e la pera. Oltre ad evidenziare una grande freschezza gustativa, ai limiti dell’acidulo, si presenta secco e piuttosto debole. Si adatta molto bene ad accompagnare minestre di erbe spontanee, piatti a base di asparagi, pesci e carni bianche e, in particolare, il baccalà mantecato e le lumache in umido.
VICENZA Zona di produzione: comprende interamente 57 comuni e parte di altri 27, tutti in provincia di Vicenza. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1-2 anni, Rossi 2-4. Altre tipologie – Frizzante, il Bianco e Rosato, con titolo alcolometrico minimo di 10.5%. Spumante (versioni Extra brut, Extra dry, Dry o Demi-sec), il Bianco, Chardonnay, Garganego e Pinot bianco, con titolo alcolometrico minimo di 11%. Novello, il Rosso, con titolo alcolometrico minimo di 11%. Riserva, il Rosso, Cabernet, Cabernet sauvignon, Merlot, Pinot nero e Raboso, con affinamento minimo di 24 mesi. Tipologie del Moscato: Amabile, Dolce e Spumante, da Secco a Dolce.
Veneto
DOC riconosciuta con Decreto 18/09/2000 - G.U. 26/09/2000.
211
Vini e vitigni
Altre tipologie
Resa
Alcol
16
10.5
14
13
CHARDONNAY
15
11
GARGANEGO garganega min. 85%
16
10.5
MANZONI BIANCO
13
11
MOSCATO moscato bianco e/o moscato giallo min. 85%
13
11
PINOT BIANCO
14
11
PINOT GRIGIO
13
11
RIESLING riesling italico e/o riesling min. 85%
13.5
11
SAUVIGNON
13.5
11
14
11
12
12
ROSATO stessi del Rosso
14
10.5
CABERNET cabernet franc e/o cabernet sauvignon e/o carmenere min. 85% RISERVA
14
11
12
12
BIANCO garganega min. 50%; ammessi altri max. 50% PASSITO
ROSSO merlot min. 50%; ammessi altri max. 50%
Veneto
RISERVA
212
Vini e vitigni
Altre tipologie
Resa
Alcol
RISERVA
14 12
11 12
RISERVA
14 12
11 12
RISERVA
13 11
11 12
15
10.5
13
11.5
CABERNET SAUVIGNON MERLOT PINOT NERO RABOSO raboso veronese min. 85% RISERVA
Veneto
Questa DOC ha esordito con la vendemmia 2000, con una produzione di base al di sopra della quale si valorizzano le denominazioni storiche di questa provincia, senza sovrapporsi a queste ed escludendo di proposito i vitigni di più antica tradizione, come il durello, il vespaiolo e il tocai rosso. Tra questi, il manzoni bianco (già incrocio manzoni 6.0.13), ottenuto da riesling renano x pinot bianco, potrebbe diventare il prossimo vino ‘di moda’.
213
DOCG E DOC DELLA PROVINCIA DI TREVISO
5 Fregona
Vittorio Veneto
6
7
Sarmede
1
Refrontolo Valdobbiadene
S. Pietro di Barbozza
Cordignano Pieve di Soligo Nervesa della Battaglia
Asolo
Meduna di Livenza
Montebelluna Pia
ve
TREVISO
Veneto
2
214
3
Conegliano Valdobbiadene - Prosecco DOCG
1 2
4
5
Conegliano Valdobbiadene - Prosecco Superiore di Cartizze DOCG
3
Colli Asolani - Prosecco o Asolo - Prosecco DOCG Montello e Colli Asolani
4
Piave o Vini del Piave
8
8
Colli di Conegliano
6
Colli di Conegliano Refrontolo Passito
7
Colli di Conegliano Torchiato di Fregona Lison-Pramaggiore
COLLI DI CONEGLIANO DOC riconosciuta con D.M. 03/08/1993 - G.U. 21/08/1993. Zona di produzione: comprende in tutto o in parte i comuni di Cappella Maggiore, Cison di Valmarino, Colle Umberto, Conegliano, Cordignano, Farra di Soligo, Follina, Fregona, Miane, Pieve di Soligo, Refrontolo, Revine Lago, San Fior, San Pietro di Feletto, Sarmede, San Vendemiano, Susegana, Tarzo, Vidor e Vittorio Veneto, tutti in provincia di Treviso. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Rossi 1-2, Torchiato di Fregona 2-3, Refrontolo Passito 2-4. Resa Alcol
Affinamento
BIANCO manzoni bianco min. 30%; pinot bianco e/o chardonnay min. 30%; sauvignon e/o riesling max. 10%
10
11
5
ROSSO cabernet franc e cabernet sauvignon, marzemino e merlot max. 40%, ciascuno min. 10%; incrocio manzoni 2.15 max. 10%
9
12
24
TORCHIATO DI FREGONA prosecco min. 30%; verdiso min. 30%; boschera min. 25%; ammessi altri max. 15%
10
14+2
13
REFRONTOLO PASSITO marzemino min. 95%
10
12+3
4
Torchiato di Fregona e Refrontolo: sono questi i due passiti da ricordare dopo un breve tour enogastronomico sui colli di Conegliano. Il Torchiato di Fregona, che si ottiene dal vitigno prosecco sottoposto a una particolare spremitura “a torchio”, ha colore giallo oro ed è rarissimo, prodotto in quantità davvero limitate: riuscire a degustarlo è quasi un’impresa.
Veneto
Vini e vitigni
215
Veneto
Il Refrontolo Passito è ottenuto dal marzemino, che Mozart celebrò nel suo Don Giovanni con la frase “Versa il vino! Eccellente Marzemino”. Il colore di questo vino dolce è rosso rubino e il profumo è intenso, con sentori di more e cassis, prugna e fico secco, confettura e spezie. Strutturato ed equilibrato, con evidenti sensazioni pseudocaloriche e di morbidezza, si abbina con pasticceria secca, crostate con confettura di prugne e torta sbrisolona, ma anche con formaggi erborinati.
216
PROSECCO DOC riconosciuta con Decreto 17/07/2009 - G.U. 28/07/2009.
Vini
Alcol
PROSECCO
10.5
PROSECCO FRIZZANTE
10.5
PROSECCO SPUMANTE
11
Oggi il Prosecco è un vino famoso ed apprezzato in Italia e all’estero. Il riconoscimento della DOC e della protezione internazionale del Prosecco, ha coronato un percorso avviato tra produttori e istituzioni locali, con l’obiettivo di difendere questa realtà, legando il nome del vino a quello del territorio, riconoscendone la storia e la qualità. Questo traguardo è stato raggiunto grazie al tavolo di concertazione creato dalla filiera vitivinicola trevigiana con il supporto della Regione Veneto, che ha coinvolto migliaia di produttori e che è stato condiviso successivamente con le altre otto province del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia. Questo lavoro eccezionale è stato possibile grazie alla secolare tradizione produttiva delle colline di Conegliano Valdobbiadene e alla presenza di Prosecco, una località vicina a Trieste, dove si colloca l’origine del vitigno. Tutto questo ha permesso al Ministero di concludere l’iter burocratico e di tutelare il Prosecco in tutto il mondo come prodotto del Nord-Est italiano.
Veneto
Zona di produzione: comprende le province di Belluno, Gorizia, Padova, Pordenone, Treviso, Trieste, Udine, Venezia e Vicenza. È consentita l’indicazione “provincia di Treviso” o più semplicemente “Treviso”, se le uve, l’elaborazione e il confezionamento avvengono nella stessa provincia. Resa: max. 18 t/ha. Vitigni: glera; ammessi verdiso e/o bianchetta trevigiana e/o perera e/o glera lunga e/o chardonnay e/o pinot bianco e/o pinot grigio e/o pinot nero (vinificato in bianco), max. 15%. È obbligatorio riportare in etichetta la dicitura “rifermentazione in bottiglia”, qualora il prodotto sia ottenuto con il metodo tradizionale (può presentare una velatura). Tipologie Spumante: Brut, Extra Dry, Dry e Demi-sec. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1 anno.
217
MONTELLO E COLLI ASOLANI Decreto 21/07/2009 - G.U. 04/08/2009. Ha sostituito il Decreto 06/06/2008, il D.P.R. 24/05/68 e successive modifiche. Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Castelcucco, Cornuda e Monfumo e parte di Asolo, Caerano San Marco, Cavaso del Tomba, Crocetta del Montello, Fonte, Giavera del Montello, Maser, Montebelluna, Nervesa della Battaglia, Paderno del Grappa, Pederobba, Possagno, San Zenone degli Ezzelini e Volpago del Montello, in provincia di Treviso. VENEGAZZÙ: comprende parte del comune di Volpago del Montello e precisamente la frazione di Venegazzù. In etichetta il nome di vitigno può precedere la denominazione Montello e Colli Asolani (esempio: Merlot del Montello e Colli Asolani). Resa: per quella delle uve destinate alla produzione del Bianco e Rosso, nelle diverse versioni, si fa riferimento ai limiti stabiliti per ciascuna varietà. Altra tipologia - Superiore, il Rosso, con affinamento minimo di 18 mesi, di cui almeno 9 in botti di rovere e il Venegazzù, con affinamento minimo di 24 mesi, di cui almeno 12 in botti di rovere. Affinamento: il Rosso e Venegazzù, sono immessi in commercio dal 10 settembre dell’anno successivo alla vendemmia, dopo almeno 6 mesi passati in botti di rovere. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Rossi 3-5. Vini e vitigni
Altre tipologie
Resa
Veneto
BIANCO - chardonnay 40-70%; glera e/o manzoni bianco e/o pinot bianco e/o bianchetta dal 30-60%.
218
Alcol Affinamento 11.5
BIANCHETTA - bianchetta min. 85%
12
11
CHARDONNAY - chardonnay min. 85% SPUMANTE
12 12
11 11.5
MANZONI BIANCO - manzoni bianco min. 85%
11
11.5
PINOT BIANCO - pinot bianco min. 85% SPUMANTE
12 12
11 11.5
PINOT GRIGIO - pinot grigio min. 85%
11
11
Altre tipologie
Resa
ROSSO - cabernet sauvignon 40-70%; merlot e/o cabernet franc e/o carmenere 30-60% SUPERIORE
Alcol
Affinamento
12 12.5
9 18
CABERNET - cabernet franc e/o cabernet sauvignon min. 85%
11
11.5
CABERNET FRANC - cabernet franc min. 85%
11
11.5
CABERNET SAUVIGNON - cabernet sauvignon min. 85%11
11.5
CARMENERE - carmenere min. 85%
11
11.5
MERLOT - merlot min. 85%
12
11
VENEGAZZÙ - cabernet sauvignon 50-70%; cabernet franc e/o carmenere e/o merlot 30-50% SUPERIORE
10
12.5
9
10
13
24
I vigneti sono situati tra collina e pianura dove, a parte il prosecco, si trovano i “soliti internazionali”, dotati di grande “spirito di adattamento e versatilità”, anche se non ci si può attendere da loro sempre grandi risultati. I vini bianchi di questa zona sono secchi, fruttati e discretamente profumati, da abbinare a preparazioni a base di pesce e carni bianche, ma sono forse i rossi, soprattutto nella tipologia Superiore, più strutturati ed affinati, ad avere maggior personalità e pregio. Il colore rosso rubino tende a mantenersi a lungo, e vira verso toni granato solo dopo diversi anni di maturazione. Il profumo evolve e dai sentori fruttati ed erbacei si passa a quelli di confettura di more e prugne, agli speziati e ai tostati. Il gusto è secco, abbastanza morbido, non aggressivo nei tannini ed ha un buon equilibrio. Pasta e fagioli, pollo alla cacciatora, petto d’anatra al Cabernet, preparazioni a base di carni rosse o selvaggina, trovano in questi vini dei compagni ideali, in grado di farne risaltare al massimo le sensazioni gusto-olfattive.
Veneto
Vini e vitigni
219
VINI DEL PIAVE O PIAVE Decreto 08/09/2008 - G.U. 22/09/2008. Ha sostituito il D.M. 18/06/1992, il D.P.R. 11/08/1971 e successiva modifica. Zona di produzione: comprende interamente 28 comuni e parte di altri 22, in provincia di Treviso e interamente 6 e parte di altrettanti 6, in quella di Venezia. Affinamento: minimo 36 mesi, di cui almeno 12 mesi in botte, per il Raboso e Melanotte. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Rossi 2-5, Raboso e Melanotte 6-8. Altra tipologia - Riserva, il Cabernet, Cabernet Sauvignon e Merlot, con titolo alcolometrico minimo di 12,5% e affinamento almeno di 24 mesi.
Veneto
Vini e vitigni
220
Resa
Alcol
CHARDONNAY chardonnay min. 95%
13
11
PINOT BIANCO pinot bianco min. 95%
12
11
PINOT GRIGIO pinot grigio min. 95%
11
11
TAI tocai italico min. 95%
11
11
VERDUZZO verduzzo trevigiano e/o verduzzo friulano
12
11
CABERNET cabernet franc e/o cabernet sauvignon e/o carmenere
11
11
CABERNET SAUVIGNON cabernet sauvignon min. 95%
12
11
CARMENERE carmenere min. 95%
11
11.5
Vini e vitigni
Resa
Alcol
MERLOT merlot min. 95%
13
11
PINOT NERO pinot nero min. 95%
12
11
RABOSO raboso piave e/o raboso veronese
14
11.5
MELANOTTE - raboso piave min. 70%; raboso veronese max. 30%; ammessi altri max. 5% (ottenuto con il 15-30% di uve sottoposte ad appassimento)
12
12.5
Vini del Piave, vini di pianura, che annoverano quasi solo bianchi e rossi da monovitigno, e che esaltano le caratteristiche dei terreni.
Il Raboso è un vino ottenuto da raboso piave e veronese, vitigni robusti, in grado di dare un colore rubino molto profondo. Particolarmente strutturato e caldo, è in genere poco morbido e con note particolari di tannicità che, a volte, lo rendono un po’ rustico. Il raboso piave, in particolare, determina profumi di violette, marasca e mora selvatica, mentre il raboso veronese regala una struttura più gentile, con minor tannicità, da degustare anche più giovane. Se sottoposto a lungo affinamento, il colore del Raboso assume importanti tonalità granato e i profumi sono intensi, con sentori di frutta secca e spezie, fino ad arrivare a quelli tostati e animali se si fanno passare più anni. Carni rosse importanti e piatti di selvaggina trovano nel Raboso un perfetto abbinamento, per non parlare del “formaggio ubriaco” del Piave, montasio messo a maturare nelle vinacce fermentate di questo vino.
Veneto
Verduzzo e tocai italico sono i due vitigni bianchi più significativi della zona, ma ancora di più è da ricordare il raboso, a bacca rossa.
221
Veneto
ZONE DI PRODUZIONE DEI VINI LISON-PRAMAGGIORE DOC
222
LISON-PRAMAGGIORE Decreto 29/05/2000 - G.U. 15/06/2000. Ha sostituito i D.P.R. 04/06/1971 e 02/09/1985. Modifica con Decreto 22/09/2009 - G.U. 30/09/2009.
Vini e vitigni
Altre tipologie
Resa
Alcol
BIANCO tocai friulano 50-70%; ammessi altri max. 50%
13
11
CHARDONNAY
13
11
LISON o TOCAI ITALICO o TOCAI tocai friulano min. 85%
12
11
12
11.5
CLASSICO
Veneto
Zona di produzione: comprende i comuni di Annone Veneto, Cinto Caomaggiore, Gruaro, Fossalta di Portogruaro, Pramaggiore, Teglio Veneto e parte di Caorle, Concordia Sagittaria, Portogruaro, San Michele al Tagliamento e Santo Stino di Livenza, in provincia di Venezia; Meduna di Livenza e parte di Motta di Livenza, in quella di Treviso; Chions, Cordovado, Pravisdomini e parte di Azzano Decimo, Morsano al Tagliamento e Sesto al Reghena, in quella di Pordenone. CLASSICO, il Tocai Italico o Tocai o Lison: comprende le frazioni di Lison, Pradipozzo e Summaga in comune di Portogruaro; Belfiore, Blessaglia e Salvarolo in quello di Pramaggiore; Carline e Loncon in quello di Annone Veneto e parte dei comuni di Cinto Caomaggiore e Santo Stino di Livenza. Vitigni: i vini con nome del vitigno, prevedono l’utilizzo almeno dell’85% del medesimo. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1-2 anni, Rossi 2-4. Altre tipologie – Riserva, il Rosso, Cabernet, Cabernet franc, Cabernet sauvignon e Merlot, con titolo alcolometrico minimo del 12% e affinamento almeno di 24 mesi. Spumante (versioni Extra brut, Brut, Extra dry, Dry o Demi-sec), lo Chardonnay, Pinot bianco, Pinot grigio, Riesling e Riesling italico, con titolo alcolometrico minimo di 11%. Frizzante, lo Chardonnay, Pinot bianco e Verduzzo, con titolo alcolometrico minimo di 11%. Novello, il Rosso, con titolo alcolometrico minimo di 11%.
223
Veneto 224
Vini e vitigni
Resa
Alcol
PINOT BIANCO
13
11
PINOT GRIGIO
13
11
RIESLING
12
11
RIESLING ITALICO
12
11
SAUVIGNON
13
11
VERDUZZO verduzzo friulano e/o verduzzo trevigiano min. 85%
13
11
VERDUZZO DOLCE verduzzo friulano e/o trevigiano min. 85%
13
14
ROSSO merlot 50-70%; ammessi altri max. 50%
13
11.5
CABERNET cabernet franc e/o cabernet sauvignon e/o carmenere
12
11.5
CABERNET FRANC
12
11.5
CABERNET SAUVIGNON
12
11.5
MALBECH
13
11.5
MERLOT
13
11.5
MERLOT ROSATO
13
11.5
REFOSCO DAL PEDUNCOLO ROSSO
12
11.5
In questi terreni, costituiti prevalentemente da sedimentazioni alluvionali, la vite ha attecchito con facilità, garantendo al viticoltore produzioni costanti e rigogliose. Come in altre zone del Veneto, anche qui era diffusa l’abitudine di impiantare la vigna alternando vitigni diversi nell’ambito dello stesso filare, ma in tempi più recenti si è dovuto ricorrere all’espianto dei vecchi vigneti e, al momento del reimpianto, sono stati introdotti in particolare il merlot e i cabernet, con risultati incoraggianti.
Il tocai italico dà vini di colore giallo paglierino con riflessi verdolini e profumi che ricordano la pesca. Al gusto si avverte una gradevole morbidezza, dovuta sia alla presenza della glicerina sia all’acidità piuttosto bassa. Il sapore è fresco, fine e delicato, con un leggero sentore di mandorla amara. Anche il colore del Verduzzo, qui ottenuto dal verduzzo “verde” (non “giallo”, più diffuso in Friuli-Venezia Giulia) presenta vivaci sfumature verdoline. Il profumo si arricchisce di sentori fruttati come quelli della pera e dell’albicocca, ed il gusto decisamente secco fa emergere stimolanti note citrine, mentre non si nota particolare struttura né morbidezza.
Veneto
Questa DOC di pianura è quindi ricca di vini ottenuti da vitigni internazionali a bacca rossa, che danno Riserve di un certo pregio, oltre che da chardonnay, sauvignon, riesling, pinot bianco e grigio. Si fanno tuttavia notare anche il verduzzo, il tocai italico e, tra i rossi, il refosco dal peduncolo rosso, che confermano il legame con il passato e con la tradizione, anche se le tecniche colturali e di vinificazione sono assolutamente moderne, garantendo la produzione di vini corretti e di qualità.
225
Tutti i vini bianchi di questa zona sono da degustare giovani, ancora meglio se serviti molto freschi, con antipasti a base di verdure o crostacei, risi e bisi, risotto con l’anguilla, morbidelle di luccio, asparagi in salsa. Il refosco dal peduncolo rosso dà un vino dal colore rosso rubino abbastanza intenso, con vivaci riflessi violacei se degustato giovane, profumi freschi e fruttati di marasca, more e lamponi su un sottofondo di erba triturata. Al gusto è secco, fresco, ben strutturato e dotato di una componente tannica piuttosto pronunciata. Questo vino, così come gli altri rossi di questa zona, si abbina a pasta e fagioli, pollo alla cacciatora, piatti della cucina locale a base di carni rosse, selvaggina e formaggi mediamente stagionati.
LUGANA, SAN MARTINO DELLA BATTAGLIA E GARDA DOC interregionali tra Veneto e Lombardia, descritte in Lombardia.
VALDADIGE
Veneto
DOC interregionale tra Veneto e Trentino-Alto Adige, descritta in Trentino.
226
227
Veneto
F r i u l i - Ve n e z i a G i u l i a Friuli-Venezia Giulia
ZONE DI PRODUZIONE DEI VINI DOCG E DOC AUSTRIA Tarvisio Pontebba Alpi Carniche
Tolmezzo
Ampezzo o ment
a Tagli
Fella
Carnia
SLOVENIA
12 Gemona del Friuli
1
Tarcento Nimis
8 Sacile
Cividale del Friuli
UDINE
3 Cormons
Codroipo
PORDENONE
Isonzo
Tagliamento
Spilimbergo
GORIZIA
4
Palmanova
Casarsa della Delizia
9
S. Vito al Tagliamento
11 7
Monfalcone Latisana Portogruaro
VENETO
5
TRIESTE
Grado
Lignano Sabbiadoro Caorle
10
Aquileia
6
1
Ramandolo DOCG
5
Friuli-Annia
2
Colli Orientali del Friuli Picolit DOCG Colli Orientali del Friuli
6
Friuli-Aquileia
3
Collio Goriziano o Collio
7
Friuli-Latisana
11
Lison-Pramaggiore
4
Friuli-Isonzo o Isonzo del Friuli
8
Friuli-Grave
12
Prosecco (tutta la regione)
9
Carso
10
Vino con specifica zona Carso Terrano
Friuli-Venezia Giulia
2
S. Daniele del Friuli
229
Friuli-Venezia Giulia
Vitigni idonei alla coltivazione in regione
230
A bacca bianca, tra i più coltivati: tocai friulano, sauvignon, chardonnay, pinot bianco, verduzzo friulano, malvasia istriana, manzoni bianco (incrocio manzoni 6.0.13), pignoletto, ribolla gialla e riesling. Gli altri: cividin, garganega, malvasia bianca lunga, moscato bianco, moscato giallo, müller thurgau, picolit, prosecco, riesling italico, sciaglin, sémillon, sylvaner verde, ucelut, verdiso, verduzzo trevigiano e vitouska. A bacca grigia/rosa: moscato rosa, pinot grigio e traminer aromatico. A bacca rossa, tra i più coltivati: merlot, cabernet franc, cabernet sauvignon, refosco dal peduncolo rosso, refosco nostrano (refosco, refosco grosso, refoscone, malvoise, refosco di Faedis) e pinot nero. Gli altri: ancellotta (lancellotta), carmenere, cjanorie, forgiarin, franconia, gamay, lambrusco maestri, malbech, marzemino, piccola nera, piculit neri, pignolo, raboso piave, raboso veronese, schioppettino, tazzelenghe e terrano.
I vini del Friuli-Venezia Giulia DOCG: Colli Orientali del Friuli Picolit, Ramandolo. DOC: Carso, Collio Goriziano o Collio, Colli Orientali del Friuli, Friuli-Annia, Friuli-Aquileia, Friuli-Grave, Friuli-Isonzo o Isonzo del Friuli, Friuli-Latisana, Lison-Pramaggiore*, Prosecco*. (*DOC interregionale, unitamente al Veneto) IGT: Alto Livenza*, delle Venezie**, Venezia Giulia. (*IGT interregionale unitamente al Veneto) (**IGT interregionale unitamente al Trentino e Veneto)
231
Friuli-Venezia Giulia
ZONE DI PRODUZIONE DEI COLLI ORIENTALI DEL FRIULI
Ramandolo
1
Tarcento Nimis Attimis
Fraelacco Qualso
2
Feadis
232
Campeggio Cividale del Friuli
PROVINCIA DI UDINE
Cialla Ipplis
Prepotto
Buttrio Manzano
Corno di Rosazzo
PROVINCIA DI GORIZIA
1
Ramandolo DOCG
2
Colli Orientali del Friuli Picolit DOCG Colli Orientali del Friuli
3 SLOVENIA
Iudrio
Friuli-Venezia Giulia
e
son Nati
Sottozone
3
Cialla
4
Rosazzo
5
Schioppettino di Prepotto
5 4
I VQPRD
COLLI ORIENTALI DEL FRIULI PICOLIT
Zona di produzione: comprende una fascia di territorio collinare che dai confini con la provincia di Gorizia arriva a Tarcento, in quella di Udine. Sottozona CIALLA: comprende un’area ubicata a nord del comune di Prepotto, in provincia di Udine. Resa: max. 4 t/ha. Vitigni: picolit min. 85%; 100% la sottozona Cialla. Titolo alcolometrico minimo: 15%; 16% la sottozona Cialla. Affinamento: minimo 10 mesi; 22 la sottozona Cialla. Epoca migliore per il consumo: mediamente 4-8 anni, 6-10 la sottozona Cialla. Altra tipologia - Riserva, la sottozona Cialla con affinamento minimo di 4 anni. Raro e celebrato già dai tempi della Repubblica di Venezia, il Picolit è ottenuto dall’omonimo vitigno, che fa di uno… scherzo della natura uno dei suoi punti di forza. Questa varietà dalla buccia pruinosa e consistente soffre infatti di acinellatura e aborto floreale. È così che i pochi frutti, anche molto piccoli, hanno una maturazione con una bassa resa naturale, anche solo con una quindicina di grappoli per ceppo. Un tempo erroneamente chiamato piccoletto o piccolit, il picolit è un vitigno antichissimo, forse già coltivato durante l’Impero romano, anche se la prima citazione ufficiale risale al 1682, nella lista di un sontuoso matrimonio. Dopo una fase di splendore nel ‘700, quando il conte Fabio Asquini di Fagagna lo esportava in tutta Europa, fino in Russia, alla corte di Francia e d’Austria, facendo concorrenza al già blasonato Tokaji ungherese, nell’800 fu momentaneamente dimenticato, a causa della scarsa produttività e dell’arrivo della fil-
Friuli-Venezia Giulia
DOCG riconosciuta con Decreto 30/03/2006 - G.U. 08/04/2006. Modifica Parere favorevole G.U. 17/04/2010.
233
Friuli-Venezia Giulia 234
lossera. Ma dopo il 1935 è tornato in auge, grazie alla famiglia Perusini, che ha creduto in un vitigno difficile ma in grado di dare vini che puntano su eleganza, equilibrio e complessità. Grazie alla notorietà raggiunta, questo vitigno fu impiantato nel trevigiano, nel vicentino e persino nel reggiano e in Toscana, anche se oggi si trova quasi esclusivamente nei Colli Orientali del Friuli, area da cui proviene il 90% del Picolit, e nel Collio Goriziano, sulle colline vulcaniche poste tra le province di Udine e Gorizia. Le uve possono essere sottoposte a pratiche d’appassimento sulla pianta, su graticci o in cassette all’aperto, o ancora in locali termocondizionati o di ventilazione forzata. Giallo paglierino intenso, giallo oro vecchio o quasi ambrato, il vino libera un profumo complesso ed elegante di fiori di campo, mandorlo, pesco, acacia e castagno, seguiti da miele, spezie e albicocche mature. Al gusto è amabile, dolcenon-dolce, aristocratico e con un lunghissimo finale leggermente ammandorlato. Grande vino da conversazione, è sorprendente in abbinamento con alcuni formaggi piccanti ma non disdegna dessert simili a quelli amati dal Ramandolo.
RAMANDOLO DOCG riconosciuta con Decreto 09/10/2001 - G.U. 26/10/2001. Zona di produzione: comprende l’area ristretta e ben delimitata dei comuni di Nimis e di Tarcento (le colline di Sedelis e della riviera di Coia), in provincia di Udine. Resa: max. 8 t/ha. Vitigni: verduzzo friulano (verduzzo giallo). Titolo alcolometrico minimo: 14%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 3-5 anni. Sulle colline nei pressi di Nimis è nata la DOCG Ramandolo, già sottozona della DOC Colli Orientali del Friuli. Dal verduzzo friulano, in particolare dal clone “verduzzo friulano clone autoctono di Ramandolo o giallo”, in seguito a vendemmia tardiva o appassimento, che può avvenire sulla pianta, in locali termocondizionati o con ventilazione forzata, si ottiene questo vino bianco… dolce ma non troppo. Il colore è giallo dorato, soprattutto se il vino ha passato qualche mese in botte ad affinare e perfezionare le proprie doti di eleganza. Il profumo è intenso e de-
licatamente aromatico, fruttato e floreale, con sentori di mela cotogna, pesca matura, miele e fiori appassiti di glicine ed acacia. Al gusto è morbido e vellutato, decisamente caldo, sapido e dotato di una piacevole acidità che regala un buon equilibrio. Il Ramandolo è un ottimo vino da dessert, da accompagnare a dolci secchi alle mandorle, al miele o con castagne, chifeleti e pistun, gubana, focaccia alle nocciole, oltre che alla frutta secca. Poi, con l’affinamento, diventa un raffinato vino da meditazione.
COLLI ORIENTALI DEL FRIULI
Zona di produzione: comprende una fascia di territorio collinare che dai confini con la provincia di Gorizia arriva a Tarcento, in quella di Udine. Sottozona CIALLA: comprende un’area ubicata a nord del comune di Prepotto. Sottozona ROSAZZO: comprende parte dei comuni di San Giovanni al Natisone, Manzano e Corno di Rosazzo. Sottozona SCHIOPPETTINO DI PREPOTTO: comprende parte de comune di Prepotto, con l’esclusione dei territori compresi nella sottozona Cialla e dei terreni eccessivamente umidi o insufficientemente soleggiati. Resa: max. 11 t/ha. Vitigni: tutti i vini, con nome del vitigno, prevedono l’utilizzo per almeno l’85% del medesimo. Titolo alcolometrico minimo: 11%. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1-3 anni, Rosati 1, Rossi 2-4. Altre tipologie – Superiore, tutti i vini con nome del vitigno, escluso le sottozone, con resa max. di 8 t/ha e il titolo alcolometrico minimo 11.5%. Riserva, tutti i vini, senza la menzione Superiore, escluso le sottozone, diversamente definita, con affinamento minimo di 26 mesi. Riserva, tutti i vini della sottozona Cialla, con affinamento minimo di 50 mesi. Riserva, la sottozona Schioppettino di Prepotto, con affinamento minimo di 46 mesi. Dolce, i vini ottenuti da uno o più vitigni a bacca bianca, compreso il Picolit e anche il Refosco nostrano, omonimo vitigno min. 85%, la cui zona di produzione comprende solo i comuni di Attimis, Faedis, Nimis, Povoletto, Tarcento e Torreano, in provincia di Udine.
Friuli-Venezia Giulia
Decreto 30/03/2006 - G.U. 08/04/2006. Ha sostituito il D.P.R. 20 luglio 1970 e successive modifiche. Modificato con Decreto 03/06/2008 - G.U. 13/06/2008 (Riconoscimento della Sottozona Schioppettino di Prepotto).
235
Vini e vitigni
Tipologie
Resa Alcol
BIANCO ottenuto da uve, mosti o vini provenienti da vigneti composti da una o più varietà tra i vitigni coltivati in zona e che concorrono alla produzione di vini DOC, escluso quelli aromatici CHARDONNAY MALVASIA (da malvasia istriana) PINOT BIANCO
Friuli-Venezia Giulia
PINOT GRIGIO RIBOLLA GIALLA RIESLING SAUVIGNON TOCAI FRIULANO TRAMINER AROMATICO VERDUZZO FRIULANO
ROSSO - a bacca rossa, come per il Bianco ROSATO - a bacca rossa, come per il Bianco CABERNET - cabernet franc e/o cabernet sauvignon CABERNET FRANC CABERNET SAUVIGNON MERLOT PIGNOLO PINOT NERO
236
SECCO/AMABILE/DOLCE
Affinamento
Vini e vitigni
Tipologie
Resa
Alcol
Affinamento
BIANCO
8
12
10
RIBOLLA GIALLA
8
12
10
SECCO/AMABILE/DOLCE 8
12
22
ROSSO
6
12
10
REFOSCO DAL PEDUNCOLO ROSSO
6
12
34
SCHIOPPETTINO
6
12
34
BIANCO
8
12
RIBOLLA GIALLA
8
12
ROSSO
8
12
PIGNOLO
8
12
Sottozona SCHIOPPETTINO DI PREPOTTO
7
12.5
REFOSCO DAL PEDUNCOLO ROSSO SCHIOPPETTINO TAZZELENGHE
VERDUZZO FRIULANO
Sottozona ROSAZZO
22
I vini di questa DOC sono numerosissimi, ottenuti da importanti vitigni autoctoni o provenienti da altre zone viticole europee. Grande qualità è quindi la parola d’ordine di chi produce vini in queste zone. Bianchi o rossi che siano, hanno sempre profumi freschi e ricchi di sfumature aromatiche, sapori intensi e persistenti; sono ben strutturati, e a tavola sanno ritagliarsi spazi davvero importanti.
Friuli-Venezia Giulia
Sottozona CIALLA
237
Friuli-Venezia Giulia 238
Iniziamo dai vini bianchi. La ribolla gialla, uva da sempre coltivata in Friuli-Venezia Giulia, offre caratteristiche simili a quelle del tocai friulano nel colore, ma ha profumi ancor più floreali e fragranti, in particolare di limoncella, con sensazioni gustative più delicate e leggere, oltre ad una maggior freschezza. È molto gradevole come aperitivo o per accompagnare antipasti freddi di pesci, risotto con gli asparagi, crostini alle erbe aromatiche, creme vellutate e secondi a base di pesci di mare o di acqua dolce, bolliti e serviti con salse delicate. La cosa strana è che fino agli anni ‘50-’60, la ribolla veniva raccolta in epoca avanzata, anche a metà ottobre, per ottenerne un vino amabile, da bersi con le castagne in occasione della festività dei Santi. Il verduzzo friulano regala un vino di un bellissimo giallo dorato, a volte intenso, con deliziosi profumi di pesca, susina, albicocca e miele di montagna. Secco e strutturato, è anche ricco di sensazioni pseudocaloriche piuttosto accentuate, e si abbina molto bene con prosciutto di San Daniele con melone o fichi, gnocchi di zucca, cjalson di Timau e pane con la zucca. Nelle tipologie Amabile o Dolce è più gentile e morbido, adatto a pasticceria secca, pâté e formaggi piuttosto stagionati. Un altro vitigno a bacca bianca di queste zone è la malvasia istriana, che dà un vino piuttosto leggero, dai colori poco accentuati e da bersi in gioventù, molto fresco come aperitivo, con antipasti magri e, in genere, piatti delicati e poco impegnativi a base di pesci e crostacei, per poter apprezzarne al meglio la piacevole ma discreta aromaticità. Chardonnay e sauvignon sono vitigni che in queste zone sanno dare vini di grande pregio e struttura, con colori intensi e profumi altrettanto ricchi e compositi, che ricordano la mela, gli agrumi, l’artemisia, i fiori di acacia e sentori vegetali, per poi evolvere verso quelli di frutta matura e secca, oltre ad esprimere gradevoli note vanigliate quando siano stati sottoposti ad adeguati passaggi in barrique. Questi vini, così ben strutturati ed eleganti, denotano anche un’acidità sostenuta e in perfetto equilibrio con la morbidezza, che li rende adatti per cjalson della val Gortana, crespelle agli asparagi, risotto con scampi e zucchine, con le rane o di mare di Marano, preparazioni a base di pesci, crostacei o molluschi di un certo impegno, o con formaggi mediamente stagionati. Pinot bianco e Pinot grigio mettono in evidenza sopratutto la loro grande freschezza gustativa, accompagnata da profumi sempre eleganti seppur diversamente intensi, con ricordi di fiori bianchi, mela ed albicocca e, infine, agrumi, erbe aromatiche e fiori di campo.Si abbinano molto bene con antipasti come il frico stagionato o altri a base di prodotti del mare, risotto con le ortiche o con le ra-
I rossi. Anche in questo campo il numero dei vini non è trascurabile ma, quello che è ancora più importante, il livello qualitativo è sempre di tutto rispetto. Il refosco dal peduncolo rosso ci dà un vino rosso rubino, il cui colore si attenua se viene affinato, con profumi che ricordano la marasca, la mora selvatica, il lampone, il ribes nero e, a volte, sentori erbacei. Il sapore è deciso, leggermente tannico, con un fondo gradevolmente amarognolo, e rende questo vino un compagno ideale per i piatti della cucina tradizionale friulana, come lo stinco di maiale al forno, il salame all’aceto, il musetto con la brovada, il cotechino nella cenere, le verze con le costine di maiale, la polenta condita, la lepre in salmì, gli uccelletti allo spiedo alla jota, la minestra di fagioli e crauti. Lo schioppettino, certamente originario della zona attorno a Prepotto, identifica le proprie caratteristiche già nel nome, che sembra derivi dal fatto che in passato, a seguito del completamento della fermentazione in bottiglia, il vino acquistasse una leggera effervescenza. Un’altra spiegazione si rifarebbe alla caratteristica degli acini di quest’uva di “scoppiettare” in bocca quando li si mastica, perché se viene raccolta a piena maturazione, la buccia è molto sottile e tesa. Queste uve fanno parte della famiglia delle ribolle, in quanto corrispondono alla ribolla nera, o pocalza, come viene chiamata in lingua slava, e le sue origini sembrano essere proprio tra Prepotto e la Slovenia. Il colore del vino è rosso rubino con vivaci riflessi violacei, e i profumi fragranti sono quelli dei frutti di bosco appena raccolti, della mora selvatica in particolare. Il sapore è pieno, intenso e quasi asprigno, perfetto con piatti tradizionali friulani di carni rosse, coniglio e faraona al forno, formaggi di media stagionatura. Il Pignolo, ottenuto dal vitigno omonimo, ritenuto il più grande autoctono del Friuli-Venezia Giulia, è un vino molto longevo, di grande struttura, dal colore rosso rubino intenso con riflessi granato, profumi di prugna, marasca e ribes, che si affinano e si arricchiscono con il passaggio in botte. Secco, caldo e sapido, è leg-
Friuli-Venezia Giulia
ne, fettuccine al burro e salvia, trota alla mugnaia, scampi alla griglia e filetto di luccio al vino bianco. E anche il Riesling dei Colli Orientali è davvero grande, ricco di sentori minerali, vegetali e fruttati. Infine, tra i bianchi, ritroviamo la grande aromaticità del Traminer, ricca di profumi di rosa, vaniglia, fiori di tiglio, frutta matura, mandorla e muschio. Caldo e morbido, sapido e complesso, è un vino impegnativo, che richiede in abbinamento piatti adeguatamente strutturati, pesci in salsa e formaggi saporiti, o piatti della tradizione come i cjalson di Arta, gnocchi di zucca, frico di formaggio fresco.
239
Friuli-Venezia Giulia 240
germente tannico e, a seconda dell’affinamento, si può abbinare a salumi speziati, lesso misto all’udinese, carni rosse alla brace, selvaggina, formaggi stagionati e piatti della tradizione locale. Ma la storia di questo importante vitigno non è stata facile, a causa dell’esterofilia che a lungo ha imperato, e che ha fatto correre il rischio di perdere un grande patrimonio enologico come quello del pignolo. Nel 1939 il pignolo era quasi scomparso. Si deve alla costanza di alcuni grandi personaggi dell’enologia italiana, convinti che fosse un “tesoro” da conservare, se questo vitigno nobile e ricco di personalità è stato salvato, per raggiungere, nel 1995, il riconoscimento all’interno della DOC Colli Orientali. Il Tazzelenghe è forse il vino meno conosciuto, ottenuto dall’omonimo vitigno autoctono e, come pignolo e schioppettino, è stato salvato da perdita sicura e riabilitato nel 1978 (Regolamento CEE 486). Nome strano, particolare, che probabilmente deriva dalla durezza gustativa conferita da una componente tannica di grande rilievo, che dà questa forte asprezza. Il colore del Tazzelenghe è rosso rubino intenso, e i profumi erbacei si intrecciano con sentori di frutta rossa. Il vitigno regala importanti componenti tanniche e acide e, proprio per questi motivi, il vino deve subire un lungo affinamento in legno, per sfruttare al meglio questa grande personalità senza diventare aggressivo e sgraziato. Anche le note erbacee iniziali, a volte un po’ troppo evidenti, si stemperano nel tempo e si amalgamano in un bouquet che si fa via via più ricco di profumi di confetture e di cuoio, speziati e tostati. Un vino così strutturato si abbina molto bene con salumi saporiti, piatti di carni anche grasse e selvaggina. Merlot, cabernet sauvignon e franc danno vini con bellissimi ed intensi colori rosso rubino, che mantengono vivacità e personalità per diversi anni, e solo dopo lungo affinamento in legno, soprattutto in barrique, e in bottiglia, evidenziano tonalità che virano verso il granato. I sentori, spiccatamente erbacei in gioventù soprattutto nel Cabernet franc, più smorzati negli altri due, nei quali si percepiscono note fruttate di amarena, lampone e mirtillo, si articolano in profumi di vaniglia, spezie e liquirizia. Secchi, gradevolmente caldi e morbidi, sapidi e ben equilibrati, questi vini si abbinano con preparazioni a base di carni rosse, arrosti, selvaggina da piuma e formaggi stagionati, o piatti della tradizione come zuppa di trippe, cotechino nella cenere, verze con le costine di maiale e, se giovani, con boreto alla graisana. A conclusione di questo lungo viaggio, anche nei Colli Orientali il Pinot nero conferma i toni pacati del proprio colore, i profumi fruttati che evolvono nello speziato dopo affinamento, con buona struttura e calde sensazioni vellutate.
COLLIO GORIZIANO o COLLIO
Zona di produzione: comprende il territorio collinare, ai confini con la Slovenia, in provincia di Gorizia. Vitigni: tutti i vini, con nome del vitigno, prevedono l’utilizzo per almeno l’85% del medesimo. Per il Cabernet sono previsti cabernet franc e/o cabernet sauvignon e/o carmenere. Per il Bianco e Rosso, da uno o più vitigni, utilizzati per la DOC, del corrispondente colore (müller thurgau e traminer aromatico max. 15%). È ammessa la colmatura, massimo 5%, con altri vini dello stesso colore, con diritto alla medesima denominazione. Resa: max. 11 t/ha. 4 per il Picolit. Titolo alcolometrico minimo: 11,5%; 11% il Ribolla o Ribolla gialla e 14% il Picolit. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1-2 anni, Rossi 2-3. Altra tipologia: Riserva, tutti i vini, con un titolo alcolometrico minimo di 12% (Picolit 14%) e affinamento per i Bianchi almeno di 20 mesi e per i Rossi 30. Vini
Altre tipologie
BIANCO (definizione facoltativa) CHARDONNAY FRIULANO (da tocai friulano) MALVASIA (da malvasia istriana) MÜLLER THURGAU PICOLIT PINOT BIANCO PINOT GRIGIO
AMABILE/DOLCE
Friuli-Venezia Giulia
Decreto 16/04/2010 - G.U. 24/04/2010. Ha sostituito i Decreti 31/07/2007, 25/03/1998, D.P.R. 24/05/1968 e successive modifiche.
RIBOLLA o RIBOLLA GIALLA
241
Vini
Altre tipologie
RIESLING RIESLING ITALICO SAUVIGNON TRAMINER AROMATICO ROSSO
Friuli-Venezia Giulia
CABERNET
242
CABERNET FRANC CABERNET SAUVIGNON MERLOT PINOT NERO
Coltivata da generazioni, la zona del Collio comprende 1.331,06 ettari di vigneti collinari adagiati lungo i rilievi settentrionali della provincia di Gorizia e confinanti con la Slovenia. Dal punto di vista geo-pedoclimatico gode di ottime condizioni, rare a trovarsi riunite in un così piccolo territorio: dalle ampie superfici esposte a mezzogiorno a quelle più miti che sono protette dalle Alpi Giulie, barriera contro i venti freddi del Nord, da una parte, e dalla costa adriatica, dall’altra; non a caso durante il periodo asburgico Gorizia era stata definita “la Nizza dell’Adriatico”. Per non parlare dei terreni, costituiti da marne e arenarie stratificate di origine eocenica e portate in superficie in epoca più recente dai movimenti tettonici, per il sollevamento dei fondali dell’attuale mare Adriatico. Il disgregamento di queste formazioni rocciose crea un terriccio che in poco tempo si trasforma in un substrato ideale, denominato qui in Friuli “ponca”: ricco di carbonato di calcio e con un pH elevato, influisce sulle caratteristiche aromatiche dell’uva e sulla sapidità del vino. Questa importante identità territoriale ha permesso di coltivare con grande successo un’ampia varietà di vitigni, autoctoni o provenienti da altre zone viticole europee e ottenere tanti vini.
Tanti e grandi vini anche in questa DOC. E i maggiori produttori della zona hanno aspirazioni importanti, quelle di creare dei bianchi da lungo affinamento, destinati a durare nel tempo, fino a 10 anni. I vitigni bianchi, come la ribolla gialla e il sauvignon, prediligono esposizioni in collina, sui 200 m, mentre il pinot grigio, vitigno precoce e versatile, dà ottimi risultati anche in media collina, sui 100 m, purché, essendo piuttosto esigente, l’esposizione sia adeguata per regalargli le dovute note di finezza. Ed è proprio il Pinot grigio, il vino più venduto del Collio, seguito da Tocai friulano e Ribolla gialla, nonostante anche qui aumenti la richiesta di vini rossi. Il merlot, vitigno poco esigente, trova in questa zona i terreni che gli conferiscono grande finezza.
Decreto 15/09/2009 - G.U. 30/09/2009. Ha sostituito i Decreti 31/05/2005, 09/01/2004, 01/08/1996 e i D.P.R. 25/03/1988 e 30/10/1974. Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Gradisca d’Isonzo, Mariano del Friuli, Medea, Moraro, Romans d’Isonzo, San Pier d’Isonzo, Turriaco, Villesse e parte di Capriva del Friuli, Cormons, Farra d’Isonzo, Fogliano di Redipuglia, Gorizia, Monfalcone, Mossa, Ronchi dei Legionari, Sagrado, San Canzian d’Isonzo, San Lorenzo Isontino, Savogna d’Isonzo e Staranzano, in provincia di Gorizia. Resa: max. 13 t/ha, i vitigni friulano, malvasia istriana, verduzzo friulano e merlot; 12 tutti gli altri. Vitigni: è consentito il taglio dei mosti e dei vini, con quelli dello stesso colore ottenuti dai vigneti iscritti all’Albo, ad esclusione del moscato giallo, traminer aromatico e moscato rosa, max. 15%. Altre tipologie - Frizzante, il Bianco, Rosso e Rosato. Secco o Amabile, il Bianco, Chardonnay Spumante, Pinot Spumante, Rosato, Rosso e Rosso Spumante. Secco, Demi-sec, Amabile o Dolce, il Verduzzo Friulano. Solo Amabile, il Moscato Giallo. Amabile o Dolce, il Moscato Giallo Spumante, il Moscato Rosa e il Moscato Rosa Spumante. Secco, Amabile o Dolce, il Verduzzo Friulano Spumante. Solo Dolce, la Vendemmia Tardiva. L’indicazione del contenuto zuccherino per gli Spumanti è obbligatoria nei limiti della normativa comunitaria; quella dei vini non spumanti è facoltativa per i tipi secchi o abboccati e obbligatoria per i tipi amabili o dolci.
Friuli-Venezia Giulia
FRIULI-ISONZO o ISONZO DEL FRIULI
243
Vini e vitigni
Alcol
BIANCO - uve a bacca bianca e relativi mosti e vini, presenti nella DOC, escluso il moscato giallo
10.5
Friuli-Venezia Giulia
CHARDONNAY - chardonnay
244
11
CHARDONNAY SPUMANTE - chardonnay min. 85%; pinot nero max. 15%
10.5
FRIULANO - friulano
10.5
MALVASIA - malvasia istriana
10.5
MOSCATO GIALLO - moscato giallo
10.5
MOSCATO GIALLO SPUMANTE- moscato giallo
11
PINOT BIANCO - pinot bianco
11
PINOT SPUMANTE - pinot bianco
11
PINOT GRIGIO - pinot grigio
11
RIESLING - riesling
11
RIESLING ITALICO - riesling italico
11
SAUVIGNON - sauvignon
11
TRAMINER AROMATICO - traminer aromatico
11
VERDUZZO FRIULANO - verduzzo friulano
11
VERDUZZO FRIULANO SPUMANTE - verduzzo friulano
11
VENDEMMIA TARDIVA - friulano, sauvignon, verduzzo friulano, pinot 13.5 bianco, malvasia istriana e chardonnay, vinificati in purezza o in uvaggio tra loro dopo aver subito un appassimento naturale e vendemmiate tardivamente ROSSO - vitigni a bacca rossa e relativi mosti e vini, presenti nella DOC, escluso il moscato rosa ROSSO SPUMANTE - stessi del Rosso
10.5 11
Vini e vitigni
Alcol
ROSATO - vitigni a bacca rossa, presenti nella DOC, escluso il moscato rosa, o dalla vinificazione di un coacervo di uve rosse e bianche anche separatamente, escluso le varietĂ aromatiche.
10.5
CABERNET - cabernet franc e/o cabernet sauvignon
11
CABERNET FRANC - cabernet franc
11
CABERNET SAUVIGNON - cabernet sauvignon
11
FRANCONIA - franconia
11 10.5
MOSCATO ROSA - moscato rosa
11
MOSCATO ROSA SPUMANTE - moscato rosa
11
PIGNOLO - pignolo
12
PINOT NERO - pinot nero
11
REFOSCO DAL PEDUNCOLO ROSSO - refosco dal peduncolo rosso
11
SCHIOPPETTINO - schioppettino
11
Friuli-Venezia Giulia
MERLOT - merlot
245
Friuli-Venezia Giulia 246
Come in tutto il Friuli-Venezia Giulia, anche in questa zona i vini sono di buona qualità, con caratteri generali che somigliano a quelli dei Colli Orientali, anche se meno profumati e meno strutturati, dotati di buona sapidità, vivacità e componente alcolica. Il Verduzzo, ottenuto da verduzzo friulano, è un vino bianco particolarmente indicato come aperitivo, e si abbina piacevolmente con minestre e preparazioni a base di pesce. Ma anche in questa zona il vitigno principe è il pinot grigio. Il cabernet sauvignon cresce bene anche in questi terreni ciottolosi, dando risultati di buon livello. Il Franconia è un vino rosso semplice, piacevole, di buona struttura, i cui profumi fruttati virano verso sentori speziati con l’affinamento. Particolarmente adatto a preparazioni a base di carne di maiale, si abbina bene anche a pollame, pernici e quaglie. Lo Schioppettino è l’ideale complemento di antipasti di salumi, primi piatti al ragù e preparazioni a base di carni rosse.
FRIULI-ANNIA Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Bagnaria Arsa, Carlino, Castions di Strada, Marano Lagunare, Muzzana del Turgnano, Porpetto, San Giorgio di Nogaro e Torviscosa, tutti in provincia di Udine. Resa: max. 12 t/ha. Vitigni: tutti i vini, con nome del vitigno, prevedono l’utilizzo per almeno l’85% del medesimo. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1-2 anni, Rossi 2-4, Spumanti entro l’anno dopo la sboccatura. Altre tipologie - Frizzante, il Rosato, Pinot bianco, Verduzzo friulano, Chardonnay e Malvasia. Riserva, il Rosso, Merlot, Cabernet franc, Cabernet sauvignon e Refosco dal peduncolo rosso, con titolo alcolometrico minimo di 13% e affinamento almeno di 24 mesi, di cui 12 in botti di legno, a decorrere dall’11 novembre dell’anno della vendemmia. Vini e vitigni
Alcol
BIANCO (senza specificazione) uno o più a bacca bianca, purché idonei, escluse le varietà aromatiche
10.5
CHARDONNAY
11
MALVASIA
11
PINOT BIANCO
11
PINOT GRIGIO
11
SAUVIGNON
11
TOCAI FRIULANO
11
TRAMINER AROMATICO
11
Friuli-Venezia Giulia
DOC riconosciuta con Decreto 27/10/1995 - G.U. 04/11/1995.
247
Vini e vitigni
Friuli-Venezia Giulia
VERDUZZO FRIULANO
248
Alcol 11
ROSSO come per il Bianco, ma a bacca rossa
10.5
ROSATO come per il Rosso e ottenuto con una spremitura soffice
10.5
CABERNET FRANC
11
CABERNET SAUVIGNON
11
MERLOT
11
REFOSCO DAL PEDUNCOLO ROSSO
11
SPUMANTE BRUT o DEMI-SEC chardonnay e/o pinot bianco min. 90%
11
La DOC Friuli-Annia è piuttosto recente, ma la sua vocazione vitivinicola era già conosciuta durante il periodo dei Romani, in un’area caratterizzata da terreni sabbiosi, argillosi e ricchi di sali minerali, che riceve i benefici influssi della vicina laguna di Marano, con il tipico clima ventilato lagunare. DOC di pianura quindi, la Friuli-Annia, che ha scoperto di recente la sua vocazione vitivinicola, grazie all’intraprendenza di alcuni giovani imprenditori che hanno deciso di puntare su questo territorio, per ricavarne vini freschi, fruttati e di piacevole beva.
FRIULI-AQUILEIA
Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Aiello del Friuli, Aquileia, Bagnaria Arsa, Campolongo al Torre, Cervignano del Friuli, Fiumicello, Ruda, San Vito al Torre, Tapogliano, Visco, Villa Vicentina e parte di Chiopris-Viscone, Gonars, Palmanova, Santa Maria la Longa, Terzo di Aquileia e Trivignano Udinese, in provincia di Udine. Vitigni: tutti i vini, con nome del vitigno, se non indicato diversamente, prevedono l’utilizzo del medesimo in purezza. Tuttavia è consentito, max. 15%, la correzione dei mosti e dei vini con altri della stessa DOC e dello stesso colore. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Rossi 1-2. Altre tipologie - Frizzante, il Rosato, Chardonnay, Malvasia istriana e Müller thurgau. Riserva, i rossi, con titolo alcolometrico minimo di 12% e affinamento almeno di 24 mesi, in contenitori di legno o altro materiale, a decorrere dall’11 novembre dell’annata di vendemmia. Novello, tutti i rossi. Superiore, tutti i vini (escluso la tipologia Spumante) con titolo alcolometrico maggiore di 0,5% (il Friulano + 1%). Vini e vitigni
Resa
Alcol
BIANCO friulano min. 50%
13
10.5
CHARDONNAY
13
11
CHARDONNAY SPUMANTE
13
11.5
FRIULANO
13
10.5
MALVASIA ISTRIANA
13
10.5
MÜLLER THURGAU
13
10.5
PINOT BIANCO
13
11
PINOT GRIGIO
13
10.5
Friuli-Venezia Giulia
Decreto 17/09/2008 - G.U. 14/10/2008. Ha sostituito il D.M. 09/04/1998, il D.P.R. 21/07/1975 e successive modifiche.
249
Friuli-Venezia Giulia
Vini e vitigni
250
Resa
Alcol
RIESLING
13
10.5
SAUVIGNON
13
11
VERDUZZO FRIULANO
13
11
TRAMINER AROMATICO
10
11
ROSSO refosco dal peduncolo rosso min. 50%
12
10.5
ROSATO - a bacca rossa, una o più varietà tra quelli utilizzati alla produzione di vini DOC Friuli-Aquileia
12
10.5
CABERNET cabernet franc e/o cabernet sauvignon
12
10.5
CABERNET FRANC
12
10.5
CABERNET SAUVIGNON
12
10.5
MERLOT
12
10.5
REFOSCO DAL PEDUNCOLO ROSSO refosco dal peduncolo rosso; altri e refosco nostrano max. 10%
12
10.5
La zona è una vasta pianura che degrada verso il mare, con terreni sabbioso-argillosi, misti a ciottoli, quindi fertili, già sfruttati dai Romani. I vini prodotti non sono vini delle sabbie, ma difficilmente raggiungono punte elevate e i produttori locali stanno lavorando per costruirsi un’immagine propria. Oggi si punta soprattutto sui vitigni a bacca rossa, in particolare sul refosco dal peduncolo rosso, che sarebbe l’antico Pucinum dei tempi dei Romani. Ma anche il traminer aromatico, in queste zone, dà belle soddisfazioni, senza dimenticare il pinot grigio, che in FriuliVenezia Giulia trova ovunque modo di esprimersi in vini eleganti e profumati.
Pinot grigio
251
Friuli-Venezia Giulia
FRIULI-LATISANA
Friuli-Venezia Giulia
Decreto 27/05/2008 - G.U. 16/06/2008. Ha sostituito la DOC Latisana del Friuli, riconosciuta con D.P.R. 19/05/1975, successive modifiche e D.M. 03/08/1993.
252
Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Latisana, Lignano Sabbiadoro, Palazzolo dello Stella, Precenicco, Pocenia, Rivignano, Ronchis, Teor, Varmo, ed in parte di Castions di Strada, Morsano al Tagliamento e Muzzana del Turgnano, in provincia di Udine. Vitigni: i vini, con nome del vitigno, se non indicato diversamente, prevedono almeno l’85% del medesimo. Titolo alcolometrico minimo: 10.5%; 11% Novello; 10.5+3.5 Passito. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1 anno, Rossi 1-2. Altre tipologie - Frizzante, il Rosato, Chardonnay, Malvasia istriana, Pinot bianco, Verduzzo friulano e Pinot nero. Spumante, lo Chardonnay, Malvasia, Pinot bianco e Pinot nero. Amabile o Dolce, il Verduzzo friulano. Novello, i Rossi con indicazione del vitigno, escluso il Pinot nero. Superiore e Riserva, tutti i Rossi, Bianco, Tocai friulano o Friulano, Chardonnay e Passito, con titolo alcolometrico maggiore almeno di 1% rispetto alla tipologia di base e una resa max. di 10 t/ha. Riserva, con affinamento minimo di 24 mesi, con decorrenza dall’11 novembre dell’anno della vendemmia. Vini e vitigni
Altre tipologie
Resa
BIANCO tocai friulano min. 60%, chardonnay e/o pinot bianco max. 30%; ammessi altri max. 10%
13
CHARDONNAY
13
MALVASIA ISTRIANA
12
PINOT BIANCO
13
PINOT GRIGIO
13
RIESLING
12
SAUVIGNON
12
Altre tipologie
Resa
TOCAI FRIULANO o FRIULANO
13
TRAMINER AROMATICO
12
VERDUZZO FRIULANO
13
ROSSO merlot min. 60%; cabernet sauvignon e/o cabernet franc, e/o carmenere max. 30%; ammessi altri max. 30%
13
ROSATO - stessi del Rosso
13
CABERNET cabernet franc e/o cabernet sauvignon e/o carmenere
13
CABERNET FRANC
13
CABERNET SAUVIGNON
13
CARMENERE
13
FRANCONIA
12
MERLOT
13
PINOT NERO
12
REFOSCO DAL PEDUNCOLO ROSSO
13
SPUMANTE chardonnay e/o pinot bianco e/o pinot nero; ammessi altri max. 10% EXTRA BRUT/BRUT/DEMI-SEC PASSITO
11
Nella fascia meridionale della provincia di Udine si trova questa DOC, alla quale i terreni ricchi di minerali, dati anche dalla vicinanza con il mare, regalano buona sapidità e profumi, anche se non si raggiungono le grandi intensità dei vini di altre zone. Terra ricca di argilla, terra di vini rossi. I vini qui prodotti non hanno in genere elevata acidità, ma buon tenore alcolico e morbidezza.
Friuli-Venezia Giulia
Vini e vitigni
253
Il refosco dal peduncolo rosso, già citato in queste terre nel ‘700, ma meno considerato di altri a causa di una produttività non competitiva, è un vitigno che dà un vino rosso rubino intenso, con profumi di mora che dominano su un fondo di altri frutti di bosco come il mirtillo e il ribes nero. Dotato di buona struttura, tannicità percettibile ma non troppo aggressiva, ha una buona persistenza aromatica con finale piacevole e ammandorlato, caratteristiche che lo rendono un buon compagno per piatti semplici di carni rosse, non piccanti né troppo salsati.
FRIULI-GRAVE
Friuli-Venezia Giulia
D.M. 16/02/1998 - G.U. 28/02/1998. Ha sostituito il D.P.R. 02/07/1970 e successive modifiche.
254
Zona di produzione: comprende interamente 32 comuni e parte di 26 in provincia di Udine e, rispettivamente 25 e 11 in quella di Pordenone. Vitigni: tutti i vini, con nome del vitigno, se non indicato diversamente, prevedono l’utilizzo del medesimo in purezza. È consentita la correzione dei mosti, nella misura massima del 10%, con altri ottenuti da uve di corrispondente colore. Titolo alcolometrico minimo: 10.5%, Tocai friulano 10% e Spumante 11%. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1 anno, Rossi 2-4. Altre tipologie - Frizzante, il Rosato, Chardonnay, Pinot bianco e Verduzzo friulano. Spumante (versioni Extra brut, Brut, Extra dry, Dry e Demi-sec). Secco, Amabile e Dolce, il Verduzzo friulano. Novello, il Rosso. Superiore, tutti i vini, escluso i Frizzanti, il Novello e il Rosato, con titolo alcolometrico maggiore almeno di 1% di quello della tipologia base e una resa max. di 10 t/ha. Riserva, escluso il Novello e il Rosato, senza la dizione Superiore, con affinamento minimo di 2 anni a decorrere dall’11 novembre dell’anno della vendemmia. Vini e vitigni
Resa
BIANCO a bacca bianca escluse le varietà aromatiche
13
CHARDONNAY chardonnay
13
Resa
CHARDONNAY SPUMANTE chardonnay; pinot nero max. 15%
13
PINOT BIANCO pinot bianco
13
PINOT BIANCO SPUMANTE pinot bianco; pinot nero max. 15%
13
PINOT GRIGIO pinot grigio
13
RIESLING riesling
12
SAUVIGNON sauvignon
12
TOCAI FRIULANO tocai friulano
13
TRAMINER AROMATICO traminer aromatico
12
VERDUZZO FRIULANO verduzzo friulano
13
ROSSO a bacca rossa escluse le varietà aromatiche
13
ROSATO a bacca rossa escluse le varietà aromatiche
13
CABERNET cabernet franc e/o cabernet sauvignon
12
CABERNET FRANC cabernet franc
12
CABERNET SAUVIGNON cabernet sauvignon
12
Friuli-Venezia Giulia
Vini e vitigni
255
Friuli-Venezia Giulia
Vini e vitigni
256
Resa
MERLOT merlot
13
PINOT NERO pinot nero
12
REFOSCO DAL PEDUNCOLO ROSSO refosco dal peduncolo rosso
13
SPUMANTE chardonnay o pinot bianco o pinot nero
13
Friuli-Grave, un nome che deriva dalla natura del suolo di questo territorio, che come DOC occupa una zona molto vasta della regione, con una produzione che corrisponde a più della metà dei vini a denominazione del Friuli-Venezia Giulia. Le caratteristiche dei vini prodotti in questo territorio sono abbastanza simili a quelli dei Colli Orientali del Friuli, anche se un po’ meno strutturati e ricchi di personalità. Hanno anche un potenziale inferiore nei confronti dell’affinamento e si fanno apprezzare per la fragranza dei profumi, la buona finezza e la freschezza gustativa, in particolare i numerosi vini bianchi, tra i quali domina incontrastato il Tocai. E si punta sempre di più sui vini rossi, soprattutto ottenuti da refosco dal peduncolo rosso, con merlot e cabernet che mostrano grandi potenzialità. Il tocai friulano dà un vino giallo paglierino intenso con riflessi verdolini, aromi di mandorla e fiori di campo. È un vino secco, da apprezzare quando è ancora giovane, intenso, pieno e, in genere, con sensazioni di freschezza piuttosto moderate ma con un gradevole ammandorlato finale. Ottimo al momento dell’aperitivo o con salumi eleganti come il prosciutto crudo di San Daniele con i fichi, si abbina molto bene anche con orzo e fagioli, paparot del pordenonese, minestra di riso e patate,
gnocchi di susine, uova ed asparagi, frittate e risotti con erbe ed ortaggi, frico di formaggio fresco, preparazioni di carni bianche e formaggi freschi. Il “tajut” corrisponde al volume di un ottavo di litro, sinonimo in Friuli-Venezia Giulia di bicchiere di vino e, ancora di più, di un bicchiere di Tocai.
Ma come accade spesso, la verità è molto diversa. Calò sostiene che il tocai friulano sia del tutto simile al sauvignonasse, vecchia varietà francese ormai abbandonata da tempo oltralpe, facente parte della collezione ampelografica della famosa università di Davis in California, da lui “incontrata” nel 1986. Questo vitigno, “rinnegato” dai francesi, ha trovato in Friuli-Venezia Giulia l’ambiente nel quale dare un vino di pregio, piacevole e di carattere. Le sue peripezie non sono però finite. Nel 1993 la Comunità Europea ha infatti stabilito che l’utilizzo della denominazione “tocai” fosse permessa, ma solo in via transitoria. E quindi dal 31 marzo del 2007 il vino Tocai friulano non esisterà più, ma esisterà il Friulano.
CARSO Decreto 11/09/1996 - G.U. 21/09/1996. Ha sostituito il D.P.R. 17/07/1985. Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Duino-Aurisina, Monrupino, Muggia, San Dorligo della Valle, Sgonico e Trieste, in provincia di Trieste; Doberdò del Lago e parte di Fogliano Redipuglia, Monfalcone, Ronchi dei Legionari, Sagrado e Savogna d’Isonzo, in quella di Gorizia. CARSO TERRANO: comprende parte dei comuni di Duino-Aurisina, Monrupino, Sgonico e Trieste, in provincia di Trieste.
Friuli-Venezia Giulia
La storia delle origini di questo vitigno è stata davvero tormentata, conteso tra Friuli-Venezia Giulia - e deve essere considerato di diritto vitigno autoctono perché si deve ai friulani il merito di averlo salvato da sicura scomparsa - e la vicina Ungheria, per l’equivoco creato dal famoso Tokaji ungherese, vino completamente diverso, grandissimo e dolce, ottenuto da uve furmint attaccate dalla Botrytis cinerea.
257
Friuli-Venezia Giulia
In etichetta, oltre alla DOC Carso e relative specificazioni in lingua italiana può comparire, con caratteri inferiori, la traduzione letterale in lingua slovena. Resa: max. 10 t/ha. Vitigni: tutti i vini, con nome del vitigno, prevedono l’utilizzo per almeno l’85% del medesimo. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1-2 anni, Rossi 2-3.
258
Vini e vitigni
Alcol
CHARDONNAY
11
MALVASIA (malvasia istriana)
11
PINOT GRIGIO
11.5
SAUVIGNON
11.5
TRAMINER
11.5
VITOVSKA
10.5
ROSSO (senza specificazione) terrano; ammessi altri a bacca rossa max. 30%
10
CABERNET FRANC
10
CABERNET SAUVIGNON
10.5
MERLOT
10.5
REFOSCO DAL PEDUNCOLO ROSSO
10.5
TERRANO
10
La malvasia istriana qui offre il meglio di sé, con i suoi profumi aromatici di frutta e sensazioni gustative fresche e piacevoli. La vitovska è un vitigno bianco autoctono, da poco recuperato, con profumi e freschezza tenui ed eleganti. Ulti-
mamente, nel tentativo di rivalutare gli antichi vitigni della zona, si sta lavorando anche sulla glera, uva a bacca bianca che molti ritengono l’antenato del famosissimo prosecco.
LISON - PRAMAGGIORE DOC interregionale tra Veneto e Friuli-Venezia Giulia, descritta in Veneto. Zona di produzione: per quanto riguarda la regione Friuli-Venezia Giulia, comprende i comuni di Chions, Cordovado, Pravisdomini ed in parte quelli di Azzano Decimo, Morsano al Tagliamento e Sesto al Reghena, tutti in provincia di Pordenone.
PROSECCO DOC interregionale tra Veneto e Friuli-Venezia Giulia, descritta in Veneto. Zona di produzione: tutta la regione Friuli-Venezia Giulia.
Friuli-Venezia Giulia
Il terrano è un vitigno autoctono (refosco istriano o refoscone) a bacca rossa, che appartiene solo a questa denominazione. Il vino è di colore rosso rubino molto intenso e poco trasparente, con aroma di lampone. Al gusto rivela buone doti di struttura, intensità e freschezza gustativa, sensazioni pseudocaloriche non molto accentuate e tannini che si fanno sentire con gentilezza, caratteri che rendono questo vino perfetto con gelatina di maiale con alloro, jota, spezzatini, stufati e gulasch.
259
Liguria
Liguria
ZONE DI PRODUZIONE DEI VINI DOC
LOMBARDIA
Passo dei Giovi
EMILIA-ROMAGNA
va La
7
a gn
PIEMONTE
Rapallo
Portofino
TOSCANA
Chiavari
a gr
Ma
SAVONA
ra Va
GENOVA Col di Cadibona
Finale Ligure
LA SPEZIA FRANCIA
Albenga
Portovenere
ina
Roja
ent
Arg
Pornassio Alassio
IMPERIA
Dolceacqua Sanremo Ventimiglia
6
8
4
3
1
1
Cinque Terre e Cinque Terre Sciacchetrà
5
Ormeasco di Pornassio o Pornassio
2
Colli di Luni
6
Riviera Ligure di Ponente
3
Colline di Levanto
7
Rossese di Dolceacqua o Dolceacqua
4
Golfo del Tigullio
8
Val Polcèvera
2
Liguria
5
261
Vitigni idonei alla coltivazione in regione
Liguria
A bacca bianca, tra i più coltivati: vermentino, albarola, pigato, lumassina, bosco, trebbiano toscano e bianchetta genovese. Gli altri: albana, greco, malvasia bianca lunga, moscato bianco, rollo, rossese bianco, sauvignon e scimiscia. A bacca rossa, tra i più coltivati: sangiovese, dolcetto, rossese e ciliegiolo. Gli altri: albarossa, alicante, barbera, barsaglina, cabernet franc, cabernet sauvignon, canaiolo, merlot, pollera nera e syrah.
262
I vini della Liguria DOC: Cinque Terre e Cinque Terre Sciacchetrà, Colli di Luni*, Colline di Levanto, Golfo del Tigullio, Ormeasco di Pornassio o Pornassio, Riviera Ligure di Ponente, Rossese di Dolceacqua o Dolceacqua, Val Polcèvera. (* DOC interregionale, unitamente alla Toscana) IGT: Colline del Genovesato, Colline Savonesi, Golfo dei Poeti La Spezia o Golfo dei Poeti.
I VQPRD
ROSSESE DI DOLCEACQUA o DOLCEACQUA DOC riconosciuta con D.P.R. 28/01/1972 - G.U. 15/05/1972.
Proprio a ridosso del confine con la Francia si trova la zona di produzione del Rossese di Dolceacqua, che va quasi dalla riva del mare fino ad un’altitudine di 500600 m, dove si ottengono i vini migliori, con buona struttura e tannini decisi, caratteri che, mantenendo sempre grande eleganza, donano un’ottima predisposizione nei confronti dell’affinamento, soprattutto nella tipologia Superiore. Il Rossese di Dolceacqua è un vino rosso importante, da confrontare quindi più con i rossi piemontesi che con le altre realtà enologiche di questa regione. Si ottiene dal vitigno omonimo, che dà un vino di colore rosso rubino, che tende ai toni più pacati del granato dopo qualche anno di affinamento.
Liguria
Zona di produzione: comprende tutto il territorio dei comuni di Apricale, Baiardo, Camporosso, Castelvittorio, Dolceacqua, Isolabona, Perinaldo, Pigna, Rocchetta Nervina, San Biagio della Cima e Soldano, nonché la frazione Vallecrosia Alta, del comune di Vallecrosia e quelle di Mortola Superiore, San Bartolomeo-Carletti, Ville, Calandri, San Lorenzo, San Bernardo, Sant’Antonio, Sealza, Villatella, Calvo-San Pancrazio, Torri, Verrandi e Calandria di Trucco del comune di Ventimiglia; infine la parte del comune di Vallebona situata sulla riva destra del torrente Borghetto, tutti in provincia di Imperia. Resa: max. 9 t/ha. Vitigni: rossese min. 95%. Titolo alcolometrico minimo: 12%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 2-4 anni. Altra tipologia - Superiore, con titolo alcolometrico minimo di 13% e affinamento almeno di 12 mesi.
263
Il profumo è molto intenso, ricco di sentori fruttati e floreali che, nel tempo, si arricchiscono di sensazioni speziate. Caldo e strutturato, si abbina bene con cima ripiena alla genovese, coniglio alla sanremese, lumache alla finalina, bracioline ripiene e la classica capra con i fagioli.
ORMEASCO DI PORNASSIO o PORNASSIO DOC riconosciuta con Decreto 16/09/2003 - G.U. 25/09/2003. Zona di produzione: comprende i comuni di Aquila di Arroscia, Armo, Borghetto d'Arroscia, Montegrosso Pian Latte, Pieve di Teco, Ranzo, Rezzo, Vessalico; per il solo versante tirrenico, Cosio di Arroscia, Mendatica, Pornassio, in Valle Arroscia, Molini di Triora in Valle Argentina, e la parte di Cesio ricadente in valle Arroscia, tutti in provincia di Imperia. Resa: max. 9 t/ha; 8.1 il Rosso Superiore. Vitigni: ormeasco o dolcetto min. 95%. Epoca migliore per il consumo: Rosso e Siac-Trà mediamente 1-2 anni, Superiore, Passito e Passito Liquoroso 3-5. Vini e vitigni
Alcol
Affinamento
11
4
ROSSO SUPERIORE
12.5
12
SCIAC-TRÀ (Rosato)
10.5
4
16.5
14
ROSSO
Liguria
PASSITO
264
(min. 15 svolto)
PASSITO LIQUOROSO
18 (16 svolto)
14
Cima alla genovese
Questa DOC intende dare una forte caratterizzazione territoriale al vino che nasce dal vitigno dolcetto a raspo verde, chiamato ormeasco, portato in zona dai Marchesi di Clavesana circa sette secoli fa. L’Ormeasco Rosso è un tipico vino di “montagna”, rispetto al cugino piemontese (il Dolcetto). Il suo colore è rosso rubino intenso con riflessi granato, il profumo è fruttato, floreale e speziato, con nitidi sentori di ribes, viola mammola, vaniglia e pepe nero.
Al gusto è secco, spesso fresco, solo leggermente tannico, di media struttura e alcolicità, con discrete note morbide, finale di buona persistenza e accarezzato da una vena amarognola, ideale con agnolotti al sugo di carne e polenta, trippa in umido, cima ripiena alla genovese e spezzatino di maiale.
L’ormeasco, che trova il suo habitat naturale nell’alta valle d’Arroscia fino a 800-900 m, è un vitigno versatile, perché è anche adatto a essere vinificato in rosato, per ottenere il fruttato Sciac-trà, che si abbina con il polpettone alla genovese e lo spezzatino con patate e zucchine. E attenzione a non confondere questo Sciac-trà, la cui definizione si rifà a un’etimologia tradizionale, con lo Sciacchetrà delle Cinque Terre, vino con caratteristiche completamente diverse.
Liguria
Il Rosso Superiore si esprime al meglio dopo due o tre anni di evoluzione e si abbina a piatti più ricchi, come il piccione ripieno, il coniglio in umido con vino rosso, gli stecchi (spiedini di carne e funghi) e i colombacci alla pancetta.
265
DOC DELLE PROVINCE DI IMPERIA E SAVONA
GENOVA Arenzano Varazze
SAVONA
Finale Ligure
PIEMONTE
va Ne
FRANCIA
Pornassio
Albenga
Arroscia
Ar ge
nt in
a
a Roj
Taggia Dolceacqua Sanremo Ventimiglia
Liguria
1
266
IMPERIA
3 4
1
Rossese di Dolceacqua
2
Riviera Ligure di Ponente
5
6
3
Vini con specifiche zone Riviera Ligure di Ponente
4
Riviera dei Fiori
5
Albenganese
6
Finalese
2 Ormeasco di Pornassio o Pornassio
RIVIERA LIGURE DI PONENTE Decreto 16/09/2003 - G.U. 25/09/2003. Ha sostituito il D.P.R. 31/03/1988.
Vini e vitigni
Resa
PIGATO pigato min. 95%
11
VERMENTINO vermentino min. 95%
11
ROSSESE rossese min. 95%
9
Liguria
Zona di produzione: comprende interamente tutti i comuni della provincia di Imperia, escluso parte di quelli di Cosio di Arroscia, Mendatica, Pornassio e Triora (con delimitazione a nord del crinale alpino), per intero 44 comuni e parte di Calice Ligure e Castelvecchio di Rocca Barbena (con delimitazione a nord del crinale alpino), in quella di Savona e, interamente, i comuni di Arenzano e Cogoleto in quella di Genova. Specifiche zone di produzione RIVIERA DEI FIORI: ammessa per i vini prodotti in provincia di Imperia. ALBENGA o ALBENGANESE: ammessa per i vini prodotti nei comuni Alassio, Albenga, Andora, Arnasco, Casanova Lerrone, Castelbianco, Ceriale, Cisano sul Neva, Erli, Garlenda, Laigueglia, Nasino, Onzo, Ortovero, Stellanello, Testico, Vendone, Villanova d'Albenga, Zuccarello e parte di Calice Ligure e Castelvecchio di Rocca Barbena (con delimitazione a nord del crinale alpino), in provincia di Savona. FINALE o FINALESE: ammessa per i vini prodotti nei comuni Balestrino, Boissano, Borghetto Santo Spirito, Borgio Verezzi, Finale Ligure, Giustenice, Loano, Magliolo, Noli, Orco Feglino, Pietra Ligure, Rialto, Toirano, Tovo San Giacomo, Vezzi Portio e parte di Calice Ligure (con delimitazione a nord del crinale alpino), in provincia di Savona. La DOC ROSSESE DI DOLCEACQUA o DOLCEACQUA, può inserirsi in questa DOC con la denominazione: RIVIERA LIGURE DI PONENTE ROSSESE. Titolo alcolometrico minimo: 11%. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1-2 anni, Rossese 1-3.
267
In questa zona, che raggiunge i confini con la Francia, alcune vallate presentano ristagni di acque sulfuree che, in alcuni casi, possono trasmettere particolari sensazioni olfattive soprattutto ai vini bianchi. Pigato e vermentino sono i due vitigni a bacca bianca che delineano dal punto di vista enologico la regione ligure, che “richiede” gradevoli e profumati vini bianchi da abbinare ai deliziosi prodotti del mare. La zona di produzione più estesa è occupata dal vermentino, vitigno di origine spagnola arrivato in Liguria attraverso la Corsica già nel 1300, e in questo territorio si esprime con importanti note alcoliche pur mantenendo buona freschezza e sapidità.
Liguria
Ma è il Pigato il vero protagonista tra i vini bianchi di questa parte della riviera ligure, non fosse altro per il fatto che è diffuso, in pratica, solo nelle province di Imperia e Savona, poco presente in quelle di Genova e La Spezia, per non parlare del resto d’Italia. Per questo viene ormai considerato un vitigno autoctono, anche se è ancora aperta la questione sul fatto che vermentino e pigato siano parenti stretti.
268
Pansoti con salsa di noci
Il Pigato è un vino di colore giallo paglierino tenue, con intensi aromi floreali e fruttati, ed una delicata aromaticità. Le sensazioni gustative sono ben equilibrate tra freschezza e morbidezza,
sempre gentili seppur ben strutturate, ed è buona la persistenza aromatica, con un piacevole finale di mandorla. Queste caratteristiche donano al vino buone potenzialità di miglioramento nell’arco di tre o quattro anni, e lo rendono perfetto su tutti i primi piatti, come i pansoti alla salsa di noci o quelli conditi con il classico e profumatissimo pesto alla genovese. Il Vermentino può avere colori un po’ più intensi, ma profumi meno decisi e più discreti, soprattutto di frutta. In bocca è secco, abbastanza morbido e con una componente alcolica limitata. Così come il Pigato, è adatto ad accompagnare fiori di zucca ripieni, frittata di gianchetti, carciofi in tegame, melanzane alla genovese e tutti i piatti a base di pesci, crostacei e molluschi, preparati in modo semplice e senza salse elaborate. E per concludere il discorso dei vini bianchi di questa denominazione, un breve cenno alle tre sottozone geografiche. Il Finalese va da Noli a Borghetto Santo Spirito, l’Albenganese va da Albenga ad Andora, e la Riviera dei fiori da Cervo a Ventimiglia, con le inevitabili sfumature che uno stesso vitigno può assumere in terreni e microclimi anche solo leggermente diversi. Nel Pigato dell’Albenganese si raggiunge la massima espressione qualitativa, mentre il Vermentino si identifica maggiormente nelle altre due sottozone.
Il Riviera Ligure di Ponente Rossese è di colore rosso rubino piuttosto chiaro, quasi cerasuolo intenso, con aromi tenui e sottili, fruttati e floreali; il gusto delicatamente tannico, di medio corpo e con sensazioni pseudocaloriche poco accentuate, ben si abbina con il vitello all’uccelletto, l’agnello in fricassea con carciofi e il coniglio al salto.
Liguria
In questa denominazione è ugualmente importante il Rossese, ottenuto dal vitigno identificato con il rossese di Campochiesa, mentre l’altro, il fratello maggiore, il Rossese di Dolceacqua, è definito rossese di Ventimiglia. Vitigni diversi, quindi da non confondere.
269
Liguria
DOC DELLA PROVINCIA DI GENOVA
270
GOLFO DEL TIGULLIO DOC riconosciuta con Decreto 01/09/1997 - G.U. 10/09/1997. Zona di produzione: comprende interamente 33 comuni e parte di altri 3, in provincia di Genova. Resa: max. 9 t/ha. Affinamento: minimo 12 mesi, il Moscato Passito e Passito. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente entro l’anno, Rossi 1-2 anni. Altre tipologie – Frizzante, il Bianco, Rosato, Rosso, Bianchetta Genovese, Vermentino e Ciliegiolo. Novello, il Rosso e Ciliegiolo. Vini e vitigni
Alcol
BIANCO vermentino 20-70%; bianchetta genovese 20-70%; ammessi altri max. 40%
10.5
BIANCHETTA GENOVESE bianchetta genovese min. 85%
10.5
MOSCATO PASSITO moscato bianco
10 (5.5-7 svolto)
15.5 (11 svolto)
VERMENTINO vermentino min. 85%
10.5
PASSITO uve bianche, da sole o congiuntamente
16.5
SPUMANTE uve bianche, da sole o congiuntamente
(14 svolto)
11
Liguria
MOSCATO moscato bianco
271
Vini e vitigni
Alcol
ROSSO ciliegiolo 20-70%; dolcetto 20-70%; ammessi altri max. 40%
10.5
ROSATO stessi del Rosso
10.5
CILIEGIOLO ciliegiolo min. 85%
11
Liguria
Tutta la fascia costiera ed il primo entroterra, a levante di Genova fino al confine con la provincia di La Spezia, corrisponde alla denominazione Golfo del Tigullio, con terreni ricchi di argilla e calcare, e condizioni climatiche miti. Questo particolare ambiente pedoclimatico permette di ottenere uve in grado di dare vini piÚ strutturati, caldi e morbidi di quelli delle altre denominazioni, pur conservando le caratteristiche principali di ciascun vitigno. In questa zona si assiste ad una certa predilezione per la vinificazione di uve a bacca bianca, anche nella tipologia Passito. E questo è un primo segno che ci si sta avvicinando alle Cinque Terre. Il ciliegiolo è un vitigno molto diffuso anche in Toscana, spesso usato in uvaggio per vini importanti quali il Chianti, nei quali determina un colore rosso rubi-
272
no intenso, buona morbidezza, acidità poco accentuata e tannicità mediamente percettibile. A fine pasto si può degustare il Moscato Dolce, ottenuto dal moscato bianco, vero outsider tra i vitigni liguri, la cui coltivazione è limitata ad una piccola porzione del territorio dell’Alta Valle Petronio, con epicentro nei comuni di Casarza Ligure e Castiglione Chiavarese, dove viene coltivato fin dal 1600. Gradevole, fresco e fragrante, questo vino presenta note aromatiche ben definite nei profumi, e si abbina a dolci a pasta lievitata e pasticcini alla crema. Si può scegliere anche il Moscato Passito, o il Passito ottenuto da uve bianche non definite dal disciplinare, entrambi più caldi e morbidi, strutturati e ricchi di profumi di frutta candita ed essiccata, da abbinare a pasticceria secca, torte di ricotta e con frutta secca.
VAL POLCÈVERA Zona di produzione: comprende interamente o in parte i comuni di Campomorone, Ceranesi, Genova, Mele, Mignanego, Sant’Olcese e Serra Riccò, in provincia di Genova, individuata nel bacino del torrente Polcèvera e dei suoi affluenti Riccò, Sardorella, Secca e Verde. Sottozona CORONATA: comprende la parte del comune di Genova. Resa: max. 9.5 t/ha; 9 la sottozona Coronata. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente entro l’anno, Rossi 1-2 anni. Altre tipologie - Frizzante, il Bianco, Bianchetta Genovese, Vermentino, Rosso e Rosato. Novello, il Rosso. Spumante e Passito, il Bianco, con un titolo alcolometrico minimo, rispettivamente di 11% e 15.5% (14 svolto). Vini e vitigni BIANCO vermentino e/o bianchetta genovese e/o albarola min. 60%; pigato e/o rollo e/o bosco max. 40% BIANCHETTA GENOVESE bianchetta genovese min. 85%
Alcol 10
10.5
Liguria
DOC riconosciuta con Decreto 16/03/1999 - G.U. 27/03/1999.
273
Vini e vitigni
Alcol
VERMENTINO vermentino min. 85%
10.5
ROSSO dolcetto e/o ciliegiolo e/o sangiovese max. 60%; barbera max. 40%
10.5
ROSATO stessi del Rosso
10.5
Sottozona CORONATA
Liguria
CORONATA stessi del Bianco
274
11
Nell’immediato entroterra della provincia di Genova, che in questi ultimi anni sta conoscendo una forte fase di deindustrializzazione e un crescente richiamo verso la sua antica origine agricola, si trova una delle ultime denominazioni liguri, la Val Polcèvera. Il vermentino coltivato in questa zona è caratterizzato da sensazioni olfattive più tenui di quelle della precedente denominazione, maggiore acidità e minor complessità gustativa. Ma il vitigno più singolare, che si incontra per la prima volta, è la bianchetta genovese, che dà origine a vini bianchi fragranti e di pronta beva. In questa denominazione si trova un Rosso, ottenuto anche dal vitigno ciliegiolo, fresco, delicato e non particolarmente strutturato.
DOC DELLA PROVINCIA DI LA SPEZIA
EMILIA-ROMAGNA
TOSCANA PROVINCIA DI GENOVA
6 Dèlva Marina Vara
M
Bonassola Levanto
5
ra ag
Santo Stefano di Magra Monterosso al Mare Vernazza
2
LA SPEZIA
4
Riomaggiore
Ortonovo Lerici
1
Portovenere
1
Cinque Terre e Cinque Terre Sciacchetrà
Sottozone
2
Costa da Posa
3
Costa de Campu
4
Costa de Sera
5
Colline di Levanto
6
Colli di Luni
Liguria
3
275
CINQUE TERRE E CINQUE TERRE SCIACCHETRÀ DOC riconosciuta con D.P.R. 29/05/1973 - G.U. 23/08/1973. Modifica con D.M. del 14/10/1989 - G.U. 31/10/1989 e Decreto 06/09/1999 - G.U. 17/09/1999. Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Monterosso al Mare, Riomaggiore, Vernazza e parte del territorio del comune di La Spezia, denominato “Tramonti di Biassa” e “Tramonti di Campiglia”, in provincia di La Spezia. Sottozone COSTA DE SERA, COSTA DE CAMPU e COSTA DA POSA: sono comprese nel comune di Riomaggiore. Resa: max. 9 t/ha; 8.5 le sottozone Costa de Sera, Costa de Campu, Costa da Posa. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1-2 anni, Sciacchetrà 4-6. Vini e vitigni
Altre tipologie
Alcol
BIANCO bosco min. 40%; albarola e/o vermentino max. 40%; ammessi altri max. 20%
11
SCIACCHETRÀ bosco min. 40%; albarola e/o vermentino max. 40%; ammessi altri max. 20% RISERVA
17
Affinamento
12
(min. 13.5 svolto)
17
36
(min. 13.5 svolto)
Liguria
Sottozone
276
COSTA DE SERA vitigni presenti nell’area delimitata
11.5
COSTA DE CAMPU vitigni presenti nell’area delimitata
11.5
COSTA DA POSA vitigni presenti nell’area delimitata
11.5
Nella provincia di La Spezia si produce più del 50% dei vini liguri, e il più famoso è il Cinque Terre, uno dei pochi vini di questa regione prodotto da uvaggio, rispetto
COLLINE DI LEVANTO DOC riconosciuta con Decreto 11/08/1995 - G.U. 05/10/1995. Zona di produzione: comprende i comuni di Bonassola, Deiva Marina, Framura e Levanto, tutti in provincia di La Spezia. Resa: max. 9 t/ha. Titolo alcolometrico minimo: 11%. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Rossi 1-2. Altra tipologia - Novello, il Rosso.
Liguria
alla tendenza generale di preferire vinificazioni monovitigno. Il bosco è il vitigno predominante, di buona vigoria e in grado di dare soprattutto struttura, il vermentino regala principalmente i profumi, e l’albarola, spesso confuso in passato con la bianchetta genovese, apporta acidità e freschezza. Piccoli paesi su una costa che scende a picco sul mare sono contornati da terrazze di terra mista a sassi, in un territorio dove nasce un prodotto veramente raro, lo Sciacchetrà. Vino prodotto solo nelle annate particolari, quando il calore del sole fa “arrossire” le bucce degli acini di bosco, albarola e vermentino, con colori intensi che ritroviamo, dopo molti anni, nel bicchiere da degustazione. Le uve vengono di solito vendemmiate a mano, con ceste, verso la terza decade di settembre, e dopo l’appassimento al coperto, su graticci al riparo dell’azione diretta del sole, si procede con la fermentazione in caratelli, piccole botti di castagno. Successivamente, il vino viene posto a riposare per almeno tre anni, in modo che possa perfezionare quelle doti meravigliose che la natura aveva già messo a disposizione. Quando il tempo ha concluso il suo lavoro, in botte e in bottiglia, il vino appare di un colore giallo dorato che tende all’ambrato, con intensi profumi speziati e di frutta secca come la mandorla, ed essiccata come l’albicocca. Amabile o dolce, caldo, vellutato, strutturato e decisamente sapido, ha una buona persistenza gusto-olfattiva, che lo rende molto gradevole con il classico pandolce genovese, altri dolci secchi della regione e anche con formaggi stagionati. Gli altri vini delle Cinque Terre sono in genere di colore giallo paglierino con riflessi verdolini e dotati di profumi delicati. Secchi, freschi e abbastanza sapidi, non molto ricchi né in struttura né in alcol, sono perfetti con insalate di funghi, pollo al limone, vitello all’uccelletto e, ovviamente, per un pasto a base di pesce, purché preparato in modo semplice, tale da far risaltare i profumi del mare.
277
Vini e vitigni BIANCO vermentino min. 40%; albarola min. 20%; bosco min. 5%; ammessi altri max 35% ROSSO sangiovese min. 40%; ciliegiolo min. 20%; ammessi altri 20-40%
I vini delle Colline di Levanto, non hanno caratteristiche di particolare struttura e complessità, e sono da degustare soprattutto in gioventù. Il Bianco prevede un uvaggio simile a quello delle Cinque Terre, con una predominanza del vermentino rispetto al bosco, con profumi quindi più decisi ma minor struttura. Nel Rosso, la fragranza e la giovanile esuberanza del ciliegiolo ricordano la matrice ligure, mentre la struttura più austera del sangiovese introduce verso caratteristiche più tipiche della vicina Toscana. In sintesi, si ottiene un ottimo connubio, che crea un vino rosso di buon corpo, adatto ad un moderato affinamento ma già piacevole nei primi mesi di vita. Il Bianco si valorizza accanto a preparazioni come arselle alla marinara, cozze alla spezzina e triglie alla genovese, il Rosso con cima ripiena alla genovese, coniglio alla ligure e fricassea di pollo.
COLLI DI LUNI
Liguria
Decreto 01/12/1995 - G.U. 01/02/1996. Ha sostituito il D.P.R. 14/06/1989.
278
Zona di produzione: comprende i comuni di Ameglia, Arcola, Beverino, Bolano, Calice al Cornoviglio, Castelnuovo Magra, Follo, La Spezia, Lerici, Ortonovo, Riccò del Golfo, Santo Stefano di Magra, Sarzana e Vezzano Ligure, in provincia di La Spezia; i comuni di Aulla, Fosdinovo e Podenzana, in quella di Massa Carrara. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Rossi 2-4. Altra tipologia – Riserva, il Rosso, con titolo alcolometrico minimo di 12.5% e affinamento almeno di 24 mesi.
Resa
Alcol
BIANCO vermentino min. 35%; trebbiano toscano 25-40%; ammessi altri max. 30%
10
11
VERMENTINO vermentino min. 90%
11
11.5
ROSSO sangiovese 60-70%; canaiolo e/o pollera nera e/o ciliegiolo nero min. 15%; ammessi altri max. 25% (cabernet max. 10%)
10
11.5
In questa denominazione a stretto contatto con la Toscana, il vitigno bianco di maggior importanza è il vermentino, anche se è chiara l’influenza del trebbiano toscano nel Bianco e, nei vini rossi, quella di vitigni come il sangiovese, il ciliegiolo e il canaiolo. È forse questa la vera terra di elezione del vermentino che, grazie anche a pratiche di maturazione un po’ più prolungate, è in grado di dare vini di un bel colore giallo paglierino, un profumo intenso e fruttato con chiari riconoscimenti di timo e basilico, un gusto secco e dotato di buona struttura, freschezza e sapidità, che si abbina molto bene con fritture di pesce e verdure, pesci al forno con le erbe aromatiche. Il Colli di Luni Bianco è un vino ancora poco caratterizzato ed esile, ottenuto da vermentino, trebbiano toscano e malvasia, con chiari riferimenti organolettici a quelli della vicinissima Toscana. Il Colli di Luni Rosso, pur con i limiti di una produzione ridotta e quindi di difficile reperibilità, ha buone doti di struttura. Nelle annate migliori e nel tipo Riserva può affinare a lungo, arricchendo i propri profumi fruttati e floreali con sentori leggermente speziati. Si possono inoltre percepire ricordi erbacei dovuti all’inserimento, sulla base del collaudato sangiovese, di cabernet, vitigno che con il merlot è stato introdotto già in epoca precedente l’avvento della fillossera, prima della dilagante “sperimentazione” in tutta la penisola. Buona struttura ed equilibrio sono le doti principali di questo vino, che lo rendono ottimo accanto a primi piatti con ragù di carne, salsiccia al forno con patate, coniglio alla cacciatora e trippa alla carrarina.
Liguria
Vini e vitigni
279
Toscana
Toscana
ZONE DI PRODUZIONE DEI VINI DOC 1
3 5
2
EMILIA-ROMAGNA LIGURIA
Luni
4
CARRARA MASSA
PISTOIA
Viareggio
Empoli
Arno
LIVORNO Gorgona
SIENA Castagneto Carducci
Capraia Piombino Follonica Elba
14
Lago Trasimeno
Montepulciano
Montalcino Massa Marittima e
Bibbona Bolgheri
AREZZO
S. Gimignano Colle di Val d’Elsa
Volterra
Montescudaio
8 6
FIRENZE
br on
22
PISA
GROSSETO
Chianciano Terme
UMBRIA
Om
10 9 11 16 12 18 13
Rufina
Carmignano
LUCCAMontecarlo
7
MARCHE
PRATO
15 19 17 20 21 26 24 23 25
Scansano Pitigliano
Lago di Bolsena
LAZIO
31 27
24
Moscatello di Montalcino Rosso di Montalcino Sant'Antimo
Val d'Arbia
25
Orcia
18
Grance Senesi
26
Rosso di Montepulciano Vin Santo di Montepulciano
Bolgheri
19
Pietraviva
27
Bianco di Pitigliano
13
Val di Cornia
20
Valdichiana
28
Sovana
Barco Reale di Carmignano
14
Elba
21
Cortona
29
Capalbio
7
Bianco dell'Empolese
15
San Gimignano
22
Monteregio di Massa Marittima
30
Parrina
8
Pomino
16
Terre di Casole
23
Montecucco
31
Ansonica Costa dell'Argentario
Isola del Giglio
1
Colli di Luni
2
Candia dei Colli Apuani
10
Terratico di Bibbona
17
3
Colline Lucchesi
11
Montescudaio
4
Montecarlo
12
5
Valdinievole
6
9
Bianco Pisano di S. Torpè
Toscana
28 30 29
281
Vitigni idonei alla coltivazione in regione A bacca bianca, tra i più coltivati: trebbiano toscano, malvasia bianca lunga, vernaccia di S. Gimignano, chardonnay, vermentino, malvasia bianca di Candia, ansonica, manzoni bianco e canaiolo bianco. Gli altri: albana, albarola, biancone, clairette, durella, fiano, grechetto, greco, incrocio bruni 54, livornese bianca, malvasia istriana, marsanne, moscato bianco, müller thurgau, pinot bianco, riesling, riesling italico, roussane, sauvignon, semillon, verdea, verdello, verdicchio bianco e viognier. A bacca grigia/rosa: pinot grigio e traminer aromatico. A bacca rossa, tra i più coltivati: sangiovese, canaiolo nero, merlot, cabernet sauvignon, ciliegiolo, malvasia, colorino e cabernet franc. Gli altri: abrusco, aleatico, alicante, alicante bouschet, ancellotta, barbera, barsaglina, bonamico, bracciola nera, calabrese, caloria, canina nera, cesanese d’Affile, colombana nera, foglia tonda, gamay, groppello di S. Stefano, groppello gentile, malvasia nera di Brindisi, malvasia nera di Lecce, mammolo, mazzese, montepulciano, petit verdot, pinot nero, pollera nera, prugnolo gentile, pugnitello, rebo, refosco dal peduncolo rosso, sagrantino, schiava gentile, syrah, teroldego e vermentino nero.
Toscana
I vini della Toscana
282
DOCG: Brunello di Montalcino, Carmignano, Chianti, Chianti Classico, Morellino di Scansano, Vernaccia di San Gimignano, Vino Nobile di Montepulciano. DOC: Ansonica Costa dell'Argentario, Barco Reale di Carmignano o Rosato di Carmignano o Vin Santo di Carmignano o Vin Santo di Carmignano Occhio di Pernice, Bianco dell'Empolese, Bianco di Pitigliano, Bianco Pisano di San Torpè, Bolgheri, Candia dei Colli Apuani, Capalbio, Colli dell'Etruria Centrale, Colli di Luni*, Colline Lucchesi, Cortona, Elba, Grance Senesi, Montecarlo, Montecucco, Monteregio di Massa Marittima, Montescudaio, Moscadello di Montalcino, Orcia, Parrina, Pietraviva, Pomino, Rosso di Montalcino, Rosso di Montepulciano, San Gimignano, Sant'Antimo, Sovana, Terratico di Bibbona, Terre di Casole, Val d'Arbia, Valdichiana, Val di Cornia, Valdinievole, Vin Santo del Chianti, Vin Santo del Chianti Classico, Vin Santo di Montepulciano. (*DOC interregionale, unitamente alla Liguria) IGT: Alta Valle della Greve, Colli della Toscana Centrale, Maremma Toscana, Montecastelli, Toscana o Toscano, Val di Magra.
Toscana
Pitigliano
283
ZONE DI PRODUZIONE DI ALCUNI VINI DOCG
EMILIA-ROMAGNA LIGURIA
Luni
CARRARA MASSA
PISTOIA
LUCCA
Viareggio
PRATO
Carmignano
MARCHE
Rufina
Montecarlo
PISA
Arno
Empoli
LIVORNO
3
Gorgona
Volterra
S. Gimignano
Montescudaio
AREZZO
SIENA Bolgheri
Montepulciano Castagneto Carducci Montalcino Massa Chianciano Marittima Piombino Terme Follonica
Lago Trasimeno
4 1
UMBRIA
Elba
GROSSETO
Om br on
e
Capraia
2
FIRENZE
5 Scansano Pitigliano
Isola del Giglio
Lago di Bolsena
Toscana
LAZIO
284
1
Brunello di Montalcino
2
Carmignano
3
Vernaccia di San Gimignano
4
Vino Nobile di Montepulciano
5
Morellino di Scansano
I VQPRD
BRUNELLO DI MONTALCINO DOCG - Decreto 19/05/1998 - G.U. 10/06/1998. Ha sostituito il D.M. 04/11/1991, 24/06/1996 e il D.P.R. 01/07/1980.
La sua storia è legata ad una famiglia ormai famosa in tutto il mondo, che da poco più della metà dell’800 si è completamente dedicata alla coltivazione di un clone di sangiovese, definito “brunello” in questa zona collinare nei pressi dell’omonima cittadina medioevale, a circa 40 km a sud di Siena. Questo territorio è simile ad un quadrato ben disegnato, entro il quale i filari sono disposti in modo ordinato ed elegante, in uno scenario che coinvolge uomo e natura in modo assolutamente spontaneo, quasi ad anticipare la raffinatezza del prodotto che saprà offrire. Rosso rubino intenso tendente al granato, o già preziosamente granato dopo lunghi anni di affinamento, dotato di grande consistenza, il Brunello di Montalcino regala un bouquet meraviglioso, con sentori di sottobosco, confetture di frutta rossa, pepe nero e cannella, legno aromatico e liquirizia, in un insieme di ricordi ampi ed eterei. Secco e caldo, morbido ed elegante nella componente tan-
Toscana
Zona di produzione: comprende il comune di Montalcino, in provincia di Siena. Resa: max. 8 t/ha. Vitigni: sangiovese (denominato brunello a Montalcino). Titolo alcolometrico minimo: 12.5%. Affinamento: minimo 50 mesi, con almeno due anni in contenitori di rovere di qualsiasi dimensione. Epoca migliore per il consumo: mediamente 10-20 anni, ma può essere anche più lunga. Altra tipologia - Riserva, con affinamento minimo di 62 mesi.
285
nica, sapido e dotato di ottima struttura, lascia a lungo sensazioni gusto-olfattive complesse ed articolate. È veramente difficile dire quanto possa affinare, per quanto tempo possa migliorare le sue grandi doti. 10, 20, 30 anni… dipende dall’annata. Ma il carattere del sangiovese riesce sempre ad emergere, con la sua nota di “equilibrata freschezza”. È in ogni caso certo che non lo si può bere di fretta, che deve essere degustato con ammirazione, la stessa che in tutto il mondo gli viene riservata da grandi estimatori. Il Brunello di Montalcino è un grande vino apprezzato non solo in Italia, anzi. Non c’è paese al mondo, nel quale si degustino vini di pregio, dove il Brunello non figuri in posizioni di assoluta eccellenza, considerato una delle punte di diamante della nostra produzione più aristocratica. Di fronte a un bicchiere con un vino così grande, ci si deve porre con il desiderio e la speranza di scoprire sempre qualcosa di nuovo, per vedere se, una volta di più, saprà stupire. Il Brunello è un vino per persone che sanno aspettare, e che sanno apprezzare ogni piccola sfumatura. Se si è deciso di non gustarlo da solo, come vino da meditazione, grandi piatti della cucina classica a base di carni rosse con salse importanti, funghi e tartufi, preparazioni di selvaggina a pelo come cinghiale in agrodolce e lepre in salmì, importanti formaggi stagionati, potranno essere valorizzati da questo grandissimo vino.
CARMIGNANO
Toscana
DOCG - Decreto 09/07/1998 - G.U. 25/07/1998. Ha sostituito il D.P.R. 20/10/1990.
286
Zona di produzione: comprende le parti collinari dei comuni di Carmignano e Poggio a Caiano, in provincia di Prato. Resa: max. 8 t/ha. Vitigni: sangiovese min. 50%; canaiolo nero max. 20%; cabernet franc e/o cabernet sauvignon 10-20%; trebbiano toscano e/o canaiolo bianco e/o malvasia bianca lunga max. 10%; ammessi altri a bacca rossa max. 10%. Titolo alcolometrico minimo: 12.5%. Affinamento: minimo 19 mesi. Epoca migliore per il consumo: mediamente 6-10 anni. Altra tipologia - Riserva, con affinamento minimo di 12 mesi in botti di rovere e/o di castagno e immissione al commercio dal 29 settembre, giorno di San Michele e festa di Carmignano, del terzo anno successivo a quello della vendemmia.
Anche questo è un vino carico di storia, legato non solo al sangiovese, vitigno di elezione di questa terra, ma anche all’ “uva francesca” o “francesa”, l’attuale cabernet, già nota nel 1700. Il terreno, il clima e l’impegno di una nobile famiglia, hanno poi permesso a questo vino di assumere una propria precisa fisionomia, meritando ampiamente il riconoscimento della DOCG. Il colore è rosso rubino intenso tendente al granato. Il profumo è fruttato e floreale, con sentori di amarena, mora, ribes nero e viola mammola, ma anche di pepe e liquirizia. Il gusto è secco, caldo, morbido e sapido, con discretea tannicità e freschezza, che danno ottima struttura e permettono di raggiungere, a piena maturazione, un perfetto equilibrio. Arrosti di agnello e capretto, stracotto di montone alla pratese, porchetta allo spiedo, salmì comune alla toscana, pecorino stagionato ed altri formaggi importanti, sono valorizzati dall’abbinamento con questo vino, meno conosciuto di altri, ma come quelli in grado di regalare belle emozioni.
MORELLINO DI SCANSANO
Zona di produzione: comprende la fascia collinare, tra i fiumi Ombrone e Albegna, che include interamente il comune di Scansano e parte di Campagnatico, Grosseto, Magliano in Toscana, Manciano, Roccalbegna e Semproniano, in provincia di Grosseto. Resa: max. 9 t/ha. Vitigni: sangiovese min. 85%. Titolo alcolometrico minimo: 12.5%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 3-5 anni. Altra tipologia: Riserva, con titolo alcolometrico minimo di 13% e affinamento almeno di 26 mesi, di cui 12 in botte di legno.
Il nome “morellino “deriva dalla razza di cavalli che un tempo erano impiegati per trainare le carrozze, ed è rimasto a questa denominazione posta ai piedi delle colline maremmane, attorno al piccolo comune di Scansano. Il vitigno è il sangiovese, e dà un vino ben strutturato e piuttosto ricco in tan-
Toscana
DOCG riconosciuta con Decreto 14/11/2006 - G.U. 29/11/2006. Modifica Parere favorevole G.U. 07/04/2010.
287
nini, di un bel rosso rubino e con profumi intensi di frutti a bacca rossa e nera, che evolvono verso quelli floreali di viola mammola e speziati con l’affinamento. La freschezza è buona, così come la componente tannica e la sapidità. In gioventù è un vino da tutto pasto e piuttosto semplice, mentre il Morellino di Scansano Riserva ha le caratteristiche ottimali per esaltare le gustose sensazioni del maiale ubriaco, oltre che di lepre in salmì, anatra alle ciliegie, oca selvatica arrosto e scottiglia di cinghiale.
VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO DOCG riconosciuta con D.M. 09/07/1993 - G.U. 21/07/1993.
Toscana
Zona di produzione: comprende il territorio collinare del comune di San Gimignano, in provincia di Siena. Resa: max. 9 t/ha. Vitigni: vernaccia di San Gimignano min. 90%. Titolo alcolometrico minimo: 11%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-2 anni. Altra tipologia - Riserva, con titolo alcolometrico minimo di 11.5% e affinamento almeno di 18 mesi, di cui 3 in bottiglia.
288
È impossibile dimenticare il profilo delle torri di San Gimignano, così come si deve ricordare che questo vino è stato il primo in Italia a ricevere il riconoscimento della DOC. Il colore è giallo paglierino, ed i profumi fruttati e floreali di mela, mandorla amara, fiori di montagna e di mandorlo, sono fini e dotati di buona intensità. Al gusto il vino è secco, fresco, senza particolari accenti di sapidità, morbidezza e struttura, ma con un piacevole finale ammandorlato. Si può definire un vino gentile e aggraziato, con una particolare “setosità”, evidente soprattutto nella Riserva, nella quale si percepiscono sfumature di miele di montagna e di confetto. È un vino da apprezzare fresco come aperitivo, con antipasti di crostacei e molluschi, risotto ai frutti di mare, pesce alla mugnaia, ma anche con primi piatti conditi con sughi bianchi e funghi, oltre che con preparazioni a base di verdure o carni bianche.
VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO DOCG - D.P.R. 14/06/1989 - G.U. 04/11/1989. Ha sostituito il D.P.R. 01/07/1980. Modifica con Decreto 01/07/1996 - G.U. 13/07/1996 e 27/07/1999 - G.U. 09/08/1999.
Le colline di argilla alternata a sabbia di questa zona rappresentano il terreno ideale per la coltivazione del prugnolo gentile, clone di sangiovese dal quale si ottiene un vino prodotto in piccole quantità ma di grande pregio. Uno dei vitigni che si possono utilizzare nell’uvaggio, tra gli “altri”, è il mammolo, che dona un gradevole profumo fruttato che evolve lentamente in sentori di viola mammola. Dopo accurata selezione delle uve e attenta vinificazione, il vino è messo a maturare in botti di pregiato rovere francese e di Slavonia, dove affina lentamente le sue caratteristiche gusto-olfattive. Il colore del Vino Nobile di Montepulciano è rosso rubino più o meno intenso, con tonalità rosso granato dopo anni di affinamento. Questo vino evidenzia una buona capacità di mantenere i propri caratteri di maturità, poiché qui, il sangiovese, si esprime con nerbo e spessore, ma sempre con grande finezza. Il profumo è raffinato, con sentori di marasca, viola mammola secca e leggera speziatura. Secco, caldo, morbido e leggermente tannico, è strutturato con eleganza e discrezione. Primi piatti con ragù di cacciagione, carni rosse al sangue, alla griglia e salsate, faraona al cartoccio, brasati, lepre in civet, arista alla fiorentina, pecorino toscano e altri formaggi stagionati, trovano in un bicchiere di Vino Nobile di Montepulciano il compagno ideale per valorizzare al meglio le proprie caratteristiche.
Toscana
Zona di produzione: comprende parte del comune di Montepulciano, in provincia di Siena. Resa: max. 8 t/ha. Vitigni: sangiovese (prugnolo gentile) min. 70%; canaiolo nero max. 20%; ammessi altri max. 20% (max. 10% a bacca bianca, esclusi i vitigni aromatici, ad eccezione della malvasia bianca lunga). Titolo alcolometrico minimo: 12.5%. Affinamento: minimo 26 mesi. Epoca migliore per il consumo: mediamente 8-15 anni. Altra tipologia - Riserva, con titolo alcolometrico minimo di 13% e affinamento almeno di 38 mesi.
289
DOCG E DOC DEL CHIANTIGIANO
EMILIA-ROMAGNA
CARRARA MASSA PISTOIA LUCCA
Viareggio
6 PISA
7
Montecarlo Empoli
PRATO Rufina FIRENZE
MARCHE
8 3
Arno
LIVORNO
5 9
AREZZO
S. Gimignano Gorgona
4
Volterra
Montescudaio
SIENA
Bolgheri Castagneto Carducci Capraia
Montepulciano
Lago Trasimeno
Montalcino e
Chianciano Terme
Om br on
Piombino
Elba
2
GROSSETO
UMBRIA
Scansano Pitigliano Lago di Bolsena
LAZIO
Toscana
Isola del Giglio
290
Chianti DOCG Vin Santo del Chianti DOC Colli dell'Etruria Centrale DOC
1
Sottozone del Chianti DOCG:
9
2
Colli Aretini
4
Colli Senesi
6
Montalbano
3
Colli Fiorentini
5
Colline Pisane
7
Montespertoli
Chianti Classico DOCG Vin Santo del Chianti Classico DOC
8
Rufina
CHIANTI DOCG - Decreto 19/06/2009 - G.U. 03/07/2009. Ha sostituito i Decreti 10/03/2003, 08/09/1997, 05/08/1996, il D.P.R. 02/07/1984 e successiva modifica. Modifica con Decreto 19/01/2010 - G.U. 05/02/2010. Zona di produzione: corrisponde a quella prevista nel disciplinare di produzione del D.M. 5 agosto 1996, così come integrata con la delimitazione della sottozona Montespertoli di cui al D.M. 8 settembre 1997. Quindi la zona di origine più antica (Chianti Classico) è disciplinata autonomamente. Vitigni: sangiovese min. 70%; a bacca bianca max. 10%; cabernet franc e cabernet sauvignon, max. 15%. Chianti Colli Senesi: sangiovese min. 75%; cabernet franc e cabernet sauvignon max. 10%. Fino alla vendemmia 2015 potranno concorrere alla produzione del Chianti Colli Senesi, anche i vitigni trebbiano toscano e malvasia bianca lunga, max. 10%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 2-5 anni. Vini CHIANTI (prodotto in tutta la zona)
Altre tipologie SUPERIORE RISERVA
Resa Alcol
Affinamento
9 7.5
11.5 12 12
4 10 26
8 7.5
11.5 12 12.5
4 10 26
8 7.5
12 12 12.5
10 10 26
8 7.5
12 12 13
4 10 26
8 7.5
11.5 12 12.5
4 10 26
COLLI ARETINI SUPERIORE RISERVA COLLI FIORENTINI SUPERIORE RISERVA COLLI SENESI SUPERIORE RISERVA COLLINE PISANE SUPERIORE RISERVA
Toscana
Sottozone
291
Vini
Altre tipologie
MONTALBANO SUPERIORE RISERVA MONTESPERTOLI SUPERIORE RISERVA RUFINA
Toscana
SUPERIORE RISERVA
292
Resa
Alcol
Affinamento
8 7.5
11.5 12 12.5
4 10 26
8 7.5
12 12 12.5
7 10 26
8 7.5
12 12 12.5
10 10 26
Ancora per molti, nel mondo, il vino italiano è il Chianti, magari quello nel tradizionale fiasco impagliato. Questo è indubbiamente un vino di tradizione secolare, e senza andare troppo indietro negli anni, nell’Ottocento, il conte Bettino Ricasoli stabilì i principi relativi ai vitigni utilizzati, ai metodi di coltura e di vinificazione. La zona di produzione è vastissima, comprende le colline tra Firenze, Siena, Arezzo, Pistoia e Pisa, ed è stata apprezzata l’iniziativa di separare questa DOCG da quella del Chianti Classico, per far emergere meglio le sue caratteristiche. La selezione clonale, la scelta delle uve durante la vendemmia e la cura nelle tecniche di vinificazione, hanno migliorato la predisposizione di questi vini nei confronti dell’affinamento, a conferma della qualità raggiunta in questa denominazione. Nella versione “normale” il Chianti regala le sue migliori qualità nell’arco di un paio d’anni, anche perché il “governo alla toscana” esalta le note fresche e fruttate, particolarmente evidenti e da apprezzare nell’annata. Ma la tipologia Riserva può esprimersi su livelli eccezionali anche dopo alcuni anni. Le caratteristiche organolettiche del Chianti, in genere, sono un colore rosso rubino mediamente intenso, un profumo fruttato con sentori di marasca, sottobosco e viola mammola, un gusto secco e morbido, con buone percezioni pseudocaloriche, freschezza ben definita, tannini non aggressivi ed adeguata struttura. Si abbina perfettamente a piatti di salumi, scottiglia (cacciucco di carne), pollo alla diavola, trippa alla fiorentina, porchetta allo spiedo, pecorino toscano e, immancabilmente, alla più tradizionale e succulenta fiorentina.
CHIANTI CLASSICO DOCG - Decreto 05/08/1996. Modifica con Decreti 16/05/2002 - G.U. 01/06/2002 e 15/09/2005 - G.U. 29/09/2005. Ha sostituito il D.P.R. 02/07/1984. Modifica Parere favorevole G.U. 18/03/2010.
La DOCG Chianti Classico, è contraddistinta dal marchio esclusivo e obbligatorio del Gallo Nero, in abbinamento con la denominazione Chianti Classico; tale marchio è inserito nella fascetta sostitutiva del contrassegno di Stato prevista dalla normativa vigente. I confezionatori hanno inoltre la possibilità di apporre separatamente il marchio Gallo Nero, stampato e distribuito esclusivamente dal Consorzio di tutela vino Chianti Classico, sul collo della bottiglia. Nella designazione del vino Chianti Classico può essere utilizzata la menzione “vigna”, sempre seguita dal corrispondente toponimo, se rispondente alle specifiche indicazioni del disciplinare. In un paesaggio incantevole che ha fatto innamorare di sé - e continua a farlo - persone illustri di tutto il mondo, troviamo la culla in cui è nato il Chianti, quella zona di produzione più antica che dà vita al Chianti Classico. Numerose aziende si sono impegnate per migliorare e rendere più attuale il gusto di questo vino, dando maggior equilibrio e, soprattutto, maggior morbidezza. Rispetto al Chianti e alle sue sottodenominazioni, il Chianti Classico evidenzia maggior struttura
Toscana
Zona di produzione: la stessa delimitata con Decreto Interministeriale 31/07/1932, confermata dai D.P.R. 12/07/1963, 09/08/1967 e 02/07/1984 e della Legge 164 del 10.2.1992. Si estende per circa 70.000 ha ed è compresa tra le due province di Firenze e di Siena, includendo interamente i comuni di Castellina in Chianti, Radda in Chianti, Gaiole in Chianti, Greve in Chianti e parte di San Casciano in Val di Pesa, Barberino Val d’Elsa, Tavarnelle Val di Pesa, Castelnuovo Berardenga e una piccola parte di Poggibonsi. Resa: max. 7.5 t/ha. Vitigni: sangiovese min. 80%; ammessi altri a bacca rossa max. 20%. Titolo alcolometrico minimo: 12%. Affinamento: minimo 11 mesi. Epoca migliore per il consumo: mediamente 5-7 anni; 8-10 e oltre per il Riserva. Altra tipologia - Riserva, con titolo alcolometrico minimo di 12.5% e affinamento almeno di 26 mesi. Per i vini CHIANTI CLASSICO è ammessa la menzione Vigna.
293
Toscana
e finezza, ed una migliore predisposizione nei confronti dell’affinamento, durante il quale viene raggiunto un perfetto equilibrio gustativo e i profumi si fanno articolati e preziosi. Soprattutto la Riserva, rispetto alla media dei prodotti del passato, si distingue per una migliore complessità ed armonia. Il vino ha caratteri per alcuni aspetti simili a quelli del Chianti, ma piÚ eleganti e raffinati. I profumi sono intensi e fini, con sentori di frutta matura, confettura di more e lamponi, note tipicamente speziate con ricordi di vaniglia e cannella, su un fondo delicato di giaggiolo e viola mammola. Al gusto è secco, caldo e morbido, dotato di buona e raffinata componente tannica, sapido e persistente, con particolare chiusura finale ricca di note fruttate e leggermente amarognole, esaltate nella loro franchezza e avvolgenza.
294
Greve in Chianti
VIN SANTO DEL CHIANTI Zona di produzione: comprende parte delle province di Firenze, Siena, Arezzo, Pisa e Pistoia, il cui territorio è stato delimitato con D.P.R. 09/08/1967 e poi con D.M. 05/08/1996, con il quale è stata riconosciuta la DOC Chianti. Le sottozone COLLI ARETINI, COLLI FIORENTINI, COLLI SENESI, COLLINE PISANE, MONTALBANO, MONTESPERTOLI e RUFINA, anch’esse delimitate con il decreto già menzionato, prevedono anche i territori idonei ad esse vicine, le cui condizioni sono riportate nel D.P.R. 12/07/1963; per la sottozona Montespertoli comprende parte dello stesso comune. Resa: max. 11 t/ha; 10 le sottozone. Vini e vitigni VIN SANTO DEL CHIANTI - trebbiano toscano e/o malvasia bianca min. 70%; ammessi altri a bacca bianca max. 30%. VIN SANTO DEL CHIANTI OCCHIO DI PERNICE - sangiovese min. 50%. Titolo alcolometrico minimo: Vin Santo del Chianti 15,5% e per le relative sottozone 16%, di cui, la tipologia Secco, almeno 13% svolto ed un max. del 3% da svolgere e Amabile, almeno13% svolto ed un min. del 3% da svolgere. Vin Santo del Chianti Occhio di pernice 16,5% e per le relative sottozone 17%, di cui almeno 14% svolto. Affinamento: minimo 36 mesi per tutte le tipologie. Epoca migliore per il consumo: mediamente 4-8 anni. Altre tipologie: Secco, Abboccato, Amabile e Dolce, consentite di riportare in etichetta, nel rispetto della normativa comunitaria, per il Vin Santo del Chianti; Amabile e Dolce, per il Vin Santo del Chianti Occhio di pernice. Riserva, tutti i vini, comprese le sottozone, con un affinamento minimo di 48 mesi. Il tradizionale metodo di vinificazione prevede che l’uva, dopo aver subito un’accurata cernita, sia sottoposta ad appassimento naturale e ammostata non prima del 1° dicembre dell’anno della vendemmia e non oltre il 31 marzo dell’anno successivo. L’appassimento delle uve deve avvenire in locali idonei per raggiungere un contenuto zuccherino almeno del 26% per il Vin Santo del Chianti e 27% per la tipologia Occhio di Pernice e relative sottozone. È ammessa una parziale disidratazione delle uve con aria ventilata. La vinificazione e l’affinamento devono avvenire in recipienti di legno (caratelli) di capacità non superiore ai 5 hl; dopo il periodo d’affinamento obbligatorio, il vino può essere conservato in altri recipienti.
Toscana
DOC riconosciuta con Decreto 28/08/1997 - G.U. 27/09/1997.
295
VIN SANTO DEL CHIANTI CLASSICO DOC riconosciuta con Decreto 24/10/1995 - G.U. 20/11/1995. Zona di produzione: comprende la zona del Chianti Classico, delimitato con decreto interministeriale 31/07/1932 e precisamente i comuni di Castellina in Chianti, Castelnuovo Berardenga, Gaiole in Chianti, Poggibonsi, Radda in Chianti, in provincia di Siena; Barberino Val d’Elsa, Greve in Chianti, San Casciano in Val di Pesa e Tavarnelle Val di Pesa, in quella di Firenze. Resa: max. 10 t/ha. Epoca migliore per il consumo: mediamente 4-8 anni. Il tradizionale metodo di vinificazione prevede che l’uva, dopo aver subito un’accurata cernita, sia sottoposta ad appassimento naturale, ed ammostata non prima del 1° dicembre dell’anno della vendemmia e non oltre il 31 marzo dell’anno successivo. L’appassimento delle uve deve avvenire in locali idonei. È ammessa una parziale disidratazione con aria ventilata, e l’uva deve raggiungere un contenuto zuccherino non inferiore al 27%. La conservazione e l’affinamento devono avvenire in recipienti di legno (caratelli) di capacità non superiore ai 5 hl.
Toscana
Vini e vitigni VIN SANTO DEL CHIANTI CLASSICO trebbiano toscano e/o malvasia min. 70%; ammessi altri a bacca bianca e rossa max. 30%
Altre tipologie
Alcol
Affinamento
SECCO
14+2
36
AMABILE RISERVA SECCO RISERVA AMABILE
13+3 14+2 13+3
36 48 48
14+2
36
14+2
48
VIN SANTO DEL CHIANTI CLASSICO OCCHIO DI PERNICE sangiovese min. 50%; ammessi altri a bacca rossa o bianca max. 50% RISERVA
296
Il Vin Santo del Chianti Classico evidenzia un colore tra il dorato e l’ambrato, con profumi di frutta secca tra i quali spiccano quelli della noce, della nocciola e della mandorla. Così come il Vin Santo del Chianti delle migliori annate, può durare a lungo, anche fino a 15 anni, perfezionando l’ampiezza del proprio bouquet, con note fruttate sempre più complesse e speziate. La morbidezza diventa una sensazione vellutata, e la persistenza aromatica davvero importante, caratteri che lo rendono un vino ideale per biscotti di pasta di mandorle, ricciarelli, cantucci, torte con le mandorle e panforte. Ma lo si può apprezzare anche da solo, come vino da meditazione.
COLLI DELL’ETRURIA CENTRALE Decreto 24/05/1997 - G.U. 07/07/1997. Ha sostituito il D.P.R. 05/12/1990. Zona di produzione: comprende gli stessi territori del Chianti (parte delle province di Firenze, Siena, Arezzo, Pisa e Pistoia). Resa: max. 12 t/ha. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1 anno, Rossi 1-3, Vin Santo 4-8. Altre tipologie - Novello, ottenuto con almeno il 30% di macerazione carbonica. Riserva, il Vin Santo e Vin Santo Occhio di pernice, nelle tipologie Secco, Abboccato, Amabile e Dolce. Per la tipologia Colli dell’Etruria Centrale Rosso è consentita la pratica del governo all’uso toscano, purché le operazioni siano svolte entro il 31 dicembre dell’anno della vendemmia.
BIANCO trebbiano toscano min. 50%; malvasia bianca lunga e/o pinot bianco e/o pinot grigio e/o chardonnay e/o sauvignon e/o vernaccia di San Gimignano max. 50%; ammessi altri max. 25%
Altre tipologie
Alcol 10
Affinamento
Toscana
Vini e vitigni
297
Vini e vitigni
Altre tipologie
ROSSO sangiovese min. 50%; cabernet sauvignon e/o cabernet franc e/o merlot e/o pinot nero e/o canaiolo nero max. 50%; ammessi altri max. 25%
Alcol
Affinamento
10.5
3
VERMIGLIO (menzione ammessa) ROSATO stessi del Rosso
10.5
NOVELLO sangiovese min. 50%; canaiolo nero e/o merlot e/o gamay e/o ciliegiolo max. 50%; ammessi altri max. 25%
10.5
Toscana
VIN SANTO trebbiano toscano e/o malvasia bianca lunga min. 70%; ammessi altri max. 30%
298
SECCO
14+2 max.
36
AMABILE RISERVA
13+3 min.
36 48
16
36
VIN SANTO OCCHIO DI PERNICE sangiovese min. 50%; ammessi altri max. 50%
(min. 14 svolto)
RISERVA
48
La zona è quella del Chianti, ma cambia la denominazione e lo “spessore” dei vini, elaborati anche come Vin Santo e Vin Santo Occhio di pernice che, nelle versioni Riserva, subiscono affinamenti anche molto lunghi. Ma è nel Novello che si ritrova un’uva raramente coltivata da noi, quel gamay che in Borgogna è proprio la base del novello per eccellenza, il Beaujolais nouveau. Ed
Toscana
Crostini toscani
infatti nel suo profumo si ritrovano sentori fruttati di mora, lampone e fragola, da apprezzare nel giro di pochi mesi, per non perderne la piacevolezza e la fragranza, accanto a primi piatti con verdure, pollame e salumi non particolarmente speziati. Il Bianco si può abbinare con filetti di tinca alla griglia, acquacotta e zuppa di cipolle, il Rosso con crostini e bruschette, primi piatti con leggeri ragÚ di carne e polpette alla fiorentina, il Rosato con antipasti di salumi e pappa al pomodoro. A fine pasto il Vin Santo Dolce può accompagnare dessert a base di pasta di mandorla, cenci e dolci fritti.
299
CANDIA DEI COLLI APUANI Decreto 17/09/2009 - G.U. 30/09/2009. Ha sostituito il Decreto 14/04/1997, D.P.R. 27/01/1981 e successiva modifica. Zona di produzione: comprende parte dei comuni di Carrara, Massa e Montignoso, in provincia di Massa-Carrara. Resa: max. 9 t/ha. Altre tipologie - Frizzante, il Bianco. Secco, Abboccato e Amabile, il Bianco. Secco e Amabile, il Vin Santo. Vini e vitigni BIANCO - vermentino bianco min. 70%
Toscana
VIN SANTO - vermentino bianco min. 70%
300
Alcol
Affinamento
11.5 14+2.5
VENDEMMIA TARDIVA - vermentino bianco min. 70%
14.5
VERMENTINO - vermentino bianco min. 85%
11.5
ROSSO - sangiovese 60-80%; merlot max. 20% o merlot, min. 50% se da solo e 70% se congiuntamente; ammessi altri 20-30%
11.5
ROSATO - stessi del Rosso
11.5
VERMENTINO NERO - vermentino nero min. 85%
11.5
VERMENTINO NERO ROSATO - vermentino nero min. 85%
11.5
BARSAGLINA o MASSARETTA - barsaglina min. 85%
11.5
36
Influenzata dalla vicinanza con la Liguria, la produzione di questa DOC è soprattutto a base di vermentino, e dà un vino gradevole. Poco strutturato ma con piacevoli note di erbe aromatiche, è reso a volte più vivace da una leggerissima presenza di anidride carbonica, che ne mette in particolare evidenza le doti di freschezza e sapidità, resa più importante dove il terreno è ricco di calcare. È un vino piacevole da gustare con antipasti magri, primi piatti con salse bianche di pesce, baccalà lesso con ceci, “cieche” fritte e altri piatti della cucina locale.
COLLINE LUCCHESI Decreto 08/07/1997 - G.U. 16/07/1997. Ha sostituito e revocato i D.P.R. 01/10/1985 e 28/05/1968 che avevano istituito le DOC Rosso delle Colline Lucchesi o Colline Lucchesi Rosso e Bianco delle Colline Lucchesi o Colline Lucchesi Bianco. Zona di produzione: comprende i comuni di Capannori, Lucca e Porcari, in provincia di Lucca. Resa: max. 10 t/ha. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Rossi 2-4, Vin Santo e Vin Santo Occhio di pernice 4-8. Altre tipologie - Riserva, il Rosso, Merlot e Sangiovese, con affinamento minimo di 26 mesi. Vin Santo e Vin Santo Occhio di pernice, con affinamento minimo di 36 mesi. Per il vino Colline Lucchesi Rosso è consentita la pratica del governo all’uso toscano purché sia rispettata la resa massima uva/vino. Altre tipologie
BIANCO trebbiano toscano 45-70%; greco e/o grechetto e/o vermentino bianco e/o malvasia bianca lunga max. 45%; chardonnay e/o sauvignon max. 30%; ammessi altri max. 15%
Alcol 10.5
SAUVIGNON sauvignon min. 85%
11
VERMENTINO vermentino min. 85%
11
ROSSO sangiovese 45-70%; canaiolo e/o ciliegiolo max. 30%; merlot max. 15%; ammessi altri max. 15% ad eccezione di aleatico e moscato che possono concorrere con un max. del 5% RISERVA
11
MERLOT merlot min. 85%; ammessi altri max. 15% con esclusione di moscato ed aleatico RISERVA
11.5 11.5
Toscana
Vini e vitigni
12
301
Vini e vitigni
Toscana
Alcol
SANGIOVESE sangiovese min. 85%; ammessi altri max. 15% con esclusione di moscato ed aleatico RISERVA
11.5
VIN SANTO a bacca bianca idonei
SECCO/AMABILE
16
DOLCE
16
VIN SANTO OCCHIO DI PERNICE a bacca rossa idonei
302
Altre tipologie
12
Anche in questa zona sangiovese e trebbiano toscano sono i vitigni principali, ma il sauvignon e il merlot si sono ritagliati un loro spazio, offrendo un buon livello qualitativo, predisposizione all’affinamento, e facendosi apprezzare soprattutto per i loro profumi piuttosto intensi, fruttati e con ricordi vegetali ed erbacei. Di un certo interesse è la tipologia Riserva dei tre vini rossi, più strutturate e complesse, che si abbinano molto bene con i sapori delle carni rosse e della selvaggina. Il Rosso è ottimo con tacconi di ragù di coniglio, fegatelli di maiale e cacciucco alla viareggina, il Merlot con bistecche di cinghiale al vino rosso e faraona in crosta di argilla, mentre il Sangiovese è il compagno ideale per penne al ragù di alzavole o con le fòlaghe spellate. I vini bianchi si abbinano con antipasti di mare, garmugia o minestra di erbe alla lucchese, frittate con verdure e pesci arrosto. Il Vin Santo ha un colore tra il dorato e l’ambrato, con sentori di miele millefiori, e sapori intensi e vellutati che possono migliorare nel tempo, fino a dieci anni, raggiungendo un ottimo equilibrio. Si abbina con torte di mandorle, baci di dama e tutta la pasticceria secca, così come il Vin Santo Occhio di pernice, ottimo anche con paste frolle con cioccolato, croccante e zuppa inglese Dolce al cioccolato con zabaione.
MONTECARLO D.M. 17/10/1994 - G.U. 28/10/1994. Ha sostituito il D.P.R. 01/10/1985 e D.P.R. 13/08/1969. Zona di produzione: comprende parte del territorio dei comuni di Altopascio, Capannori, Montecarlo e Porcari, in provincia di Lucca. Resa: max. 9 t/ha le uve a bacca rossa; 10 quelle a bacca bianca. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Rossi 1-3, Vin Santo e Vin Santo Occhio di pernice 3-5. Altre tipologie
Alcol
Affinamento
BIANCO trebbiano toscano 40-60%; semillon, pinot grigio e bianco, vermentino, sauvignon e roussane 40-60%, purché almeno tre dei vitigni indicati raggiungano singolarmente il 10%
11
ROSSO sangiovese 50-75%; canaiolo nero 5-15%; ciliegiolo e/o colorino e/o malvasia nera e/o syrah e/o cabernet franc e/o cabernet sauvignon e/o merlot 10-15%; ammessi altri a bacca bianca e rossa max. 20% RISERVA
11.5
12
26
VIN SANTO stessi del Bianco
14+2 13+3 16
36 36 48
14+2
36
VIN SANTO OCCHIO DI PERNICE stessi del Rosso
SECCO AMABILE RISERVA
Oltre a trebbiano toscano, sangiovese e i “soliti internazionali”, nell’elaborazione di questi vini si notano vitigni “estranei” in queste zone, come semillon e roussane tra i bianchi, e syrah tra i rossi, che raramente si trovano in Italia. Il Bianco esprime profumi fruttati, floreali e con qualche accento minerale, oltre a buona struttura e sapidità che, nelle annate migliori, permettono di rag-
Toscana
Vini e vitigni
303
giungere un ottimo equilibrio e di mantenere la massima qualità anche per 3-4 anni. Si abbina a primi piatti conditi con salse di pesce e risotti di mare, zuppa di rane, frittate con verdura e pancetta, torte salate caserecce. Il Rosso Riserva ha buon carattere e si può ottimamente accompagnare con trippa alla toscana, galletto mugellese alla brace, maiale arrosto e formaggi mediamente stagionati.
Toscana
Al momento del dessert il Vin Santo Occhio di pernice, lungamente affinato e con profumi intensi, eterei, e ancora di miele, noci e fichi secchi, non sfigurerĂ accanto a tortelli tipici della Garfagnana, crostate di frutta rossa, castagnaccio, torta garfagnina e stiacciata alla fiorentina.
304
VALDINIEVOLE Decreto 30/12/2009 - G.U. 30/01/2010. Ha sostituito la DOC Bianco della Valdinievole riconosciuta con D.P.R. 09/01/1976 e successiva modifica con Decreto 14/05/2007. Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Buggiano, Chiesina Uzzanese, Lamporecchio, Larciano, Marliana, Massa e Cozzile, Monsummano Terme, Montecatini Terme, Pescia, Pieve a Nievole, Ponte Buggianese e Uzzano, in provincia di Pistoia. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rossi mediamente 1-3 anni, Vin Santo 4-8 anni. Per il Valdinievole Rosso è consentita la pratica del governo all’uso toscano. Per i vini VALDINIEVOLE è ammessa la menzione Vigna. Vini e vitigni
Resa
BIANCO - trebbiano toscano min. 70%
11.50
11
BIANCO SUPERIORE - stessi del Bianco
10.50
11.5
ROSSO - sangiovese min. 35%; canaiolo nero min. 20%; entrambi min. 70%; ammessi altri max. 30% (10% max. vitigni a bacca bianca)
10
12
ROSSO SUPERIORE - - sangiovese min. 35%; canaiolo nero min. 20%; entrambi min. 70%; ammessi altri max. 30%
8.5
12.5
4
SANGIOVESE - sangiovese; ammessi altri max. 15% (5% max. vitigni a bacca bianca)
10
12.5
4
11.5
17
13
4
La Valdinievole è chiamata anche Valle dei fiori per l’importanza della sua floricoltura. Il Bianco è un vino delicato, piuttosto debole, con un profumo ricco di gradevoli sentori di mela, a volte un po’ frizzante, da abbinare a insalate composte e di riso, antipasti di pesce, primi piatti e frittate con verdure e delicati soufflé.
Toscana
VINSANTO - trebbiano toscano min. 70%
Alcol Affinamento
305
BIANCO DELL’EMPOLESE DOC riconosciuta con D.P.R. 18/04/1989 - G.U. 02/11/1989. Zona di produzione: comprende i comuni di Capraia e Limite, Cerreto Guidi, Empoli, Fucecchio, Montelupo Fiorentino e Vinci, tutti in provincia di Firenze. Resa: max. 12 t/ha. Vitigni: trebbiano toscano min. 80%; ammessi altri max. 20% (di cui malvasia bianca lunga max. 8%). Titolo alcolometrico minimo: 10.5 %. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Vin Santo 4-8. Altre tipologie – Vin Santo Secco, con titolo alcolometrico minimo di 16%; Vin Santo Amabile, con titolo alcolometrico minimo 15%, entrambi con residuo zuccherino max. 1% e affinamento almeno di 38 mesi.
Toscana
Il Bianco dell’Empolese si presenta con un colore giallo paglierino tenue e profumi delicati. Fragrante, beverino e poco impegnativo, è da servire fresco con antipasti di piccoli totani, fave al prosciutto, tortini di carciofi e frittate. Le particolari condizioni climatiche favoriscono l’elaborazione di un Vin Santo dotato di ottimo carattere, finezza nelle note eteree e profumate di frutti secchi e canditi. Al gusto è ben equilibrato e con un finale, a volte, ricco di sfumature di gheriglio di noce, che si abbina perfettamente con biscotti secchi alle mandorle, crema cotta e torta di ricotta con pinoli.
306
BARCO REALE DI CARMIGNANO O ROSATO DI CARMIGNANO o VIN SANTO DI CARMIGNANO o VIN SANTO DI CARMIGNANO OCCHIO DI PERNICE
Decreto 14/07/1998 - G.U. 24/07/1998. Ha sostituito il D.M. 17/10/1994 e il D.P.R. 28/04/1975. Zona di produzione: comprende l’intero territorio collinare dei comuni di Carmignano e Poggio a Caiano, in provincia di Prato. Resa: max. 10 t/ha. Epoca migliore per il consumo: Barco Reale mediamente 2-4 anni, Carmignano Rosato 1-2, Carmignano Vin Santo 3-5, Carmignano Vin Santo Occhio di pernice 5-8.
Altre tipologie
Alcol
BARCO REALE DI CARMIGNANO sangiovese min. 50%; canaiolo nero max. 20%; cabernet franc e/o cabernet sauvignon 10-20%; trebbiano toscano e/o canaiolo bianco e/o malvasia bianca lunga max. 10%; ammessi altri a bacca rossa max. 10%
11
ROSATO DI CARMIGNANO stessi del Barco Reale di Carmignano
11
VIN SANTO DI CARMIGNANO trebbiano toscano e/o malvasia bianca lunga min. 75% VIN SANTO DI CARMIGNANO OCCHIO DI PERNICE sangiovese min. 50%
Affinamento
SECCO
13 + 3 max. da svolgere
36
AMABILE
13 + 3 min. da svolgere
36
14+2
36
14+2
48
RISERVA
Nel Barco Reale di Carmignano ritroviamo un uvaggio piuttosto diversificato ma abbastanza diffuso in Toscana, seppur con proporzioni diverse: il solito sangiovese con canaiolo, cabernet franc e sauvignon, e uve a bacca bianca come trebbiano toscano e/o canaiolo bianco e/o malvasia bianca lunga. Il canaiolo dà un colore rosso rubino intenso tendente a tonalità più mature, buona componente alcolica e morbidezza, ed è particolarmente adatto a rendere più fini sia il gusto sia il profumo dei vini a base sangiovese. I cabernet danno eleganza e arricchiscono i profumi. Il Barco Reale di Carmignano è un vino rosso rubino con riflessi violacei, profumi fruttati e un riconoscibile finale speziato. Secco e caldo, è dotato di buona struttura, acidità e tannicità, e si abbina con pasticcio alla fiorentina, primi piatti con ragù di carne, tacchino ripieno, un tipico piatto pratese come il collo di papero ripieno, agnello al forno, sedani alla pratese, fagiano arrosto e formaggi stagionati. Il Rosato è un vino gradevole, fruttato e floreale, ideale con salumi toscani, mortadella di Prato e bolliti.
Toscana
Vini e vitigni
307
Il Vin Santo e il Vin Santo Occhio di pernice, ottimi vini da meditazione, possono mantenere per dieci anni e più le loro doti di struttura, sapidità ed equilibrio, con bellissimi profumi di confetture, noci e fichi secchi, e ben si abbinano con biscotti di Prato, brutti e buoni e, soprattutto l’Occhio di pernice, con crostate di composte di frutti rossi.
POMINO Decreto 07/02/2005 - G.U. 18/02/2005. Ha sostituito il DPR 25/02/1983. Modifica con Decreto 12/06/2006 - G.U. 27/06/2006. Zona di produzione: comprende parte del comune di Rufina, in provincia di Firenze. Resa: max. 9 t/ha. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1-3 anni, Rossi 2-5, Vin Santo 4-8. Vini e vitigni
Altre tipologie
Toscana
BIANCO pinot bianco e/o pinot grigio e/o chardonnay min. 70% RISERVA VENDEMMIA TARDIVA
308
Alcol
Affinamento
11 12 12.5
5 7
CHARDONNAY chardonnay min. 85%
11
SAUVIGNON sauvignon min. 85%
11
ROSSO sangiovese min. 50%; pinot nero e/o merlot max. 50%; ammessi altri max. 25% RISERVA VENDEMMIA TARDIVA
12
12
12.5 12.5
24 7
PINOT NERO pinot nero min. 85%
12
Altre tipologie
MERLOT merlot min. 85% VIN SANTO pinot bianco e/o pinot grigio e/o chardonnay min. 70% VIN SANTO ROSSO sangiovese min. 50%; pinot nero e/o merlot max. 50%; ammessi altri max. 25%
Alcol
Affinamento
12 15.5
36
(14.5 svolto)
15.5
36
(14.5 svolto)
Il Pomino è prodotto dalle uve coltivate su alcune delle colline più alte della Toscana, tra 400 e 750 m, situate a est di Firenze, in uno scenario incantevole condiviso con la DOCG Chianti Rufina. Ed è qui che si arricchisce di estratti e profumi eleganti. I due vitigni più importanti a bacca bianca sono il pinot bianco e lo chardonnay, situazione piuttosto anomala in questa regione, dove il trebbiano toscano è la base di moltissimi vini bianchi. Il Bianco ha gradevoli caratteri di gioventù, evidenti nel colore giallo paglierino con riflessi verdolini e nei profumi di mela, ananas e pesca bianca. In bocca è fresco e piacevole, dotato di buona struttura, anche se questi vitigni danno risultati superiori in zone a loro più favorevoli. Questo vino si abbina facilmente con antipasti a base di crostacei e molluschi, spaghetti ai frutti di mare e carni bianche anche salsate. Il Rosso, a base del solito sangiovese, al quale spesso è aggiunta una piccola percentuale di vitigni internazionali, è un vino strutturato, con un bel colore rosso rubino, aromi di frutti di bosco, speziati e leggermente erbacei. Caldo e morbido, con tannini ben delineati ed arricchito dall’affinamento in piccole botti di rovere francese, si abbina con primi piatti con ragù di cacciagione, piccioni ripieni, anatra all’arancia, fegatelli di maiale alla toscana e formaggi pecorini di media stagionatura. Il Vin Santo, bianco o rosso, si abbina bene con le frittelle di Tondone e il castagnaccio alla fiorentina.
Toscana
Vini e vitigni
309
DOC DELLE PROVINCE DI PISA E LIVORNO
Vecchiano
PISA
Arn o
San Miniato
Pontedera
8 Collesalvetti
LIVORNO
Peccioli
1 Chianni
Riparbella Montescudaio
Cecina
Isola d'Elba
3
Bolgheri
Portoferraio
4
5
Castagneto Carducci
Suvereto
7
6
Toscana
Piombino
310
1
Bianco Pisano di San Torpè
5
Montescudaio
2
Bolgheri
6
Val di Cornia
3 4
7
Sottozona Bolgheri Sassicaia Elba
8
2
Sottozona Val di Cornia Suvereto Terratico di Bibbona
BIANCO PISANO DI SAN TORPÈ Decreto 14/07/1997 - G.U. 23/07/1997. Ha sostituito il D.P.R. 08/07/1980.
Vini
Alcol
Affinamento
BIANCO
11
3
VIN SANTO
16
36
VIN SANTO RISERVA
16
48
In questa DOC dal nome legato alla storia di San Torpè, uno dei patroni della città di Pisa, spicca il Vin Santo Riserva, che dopo lungo affinamento acquista particolari profumi eterei ed intensi di spezie e frutta candita, ed una grande morbidezza, ancora più carezzevole se si degustano le versioni Dolce e Amabile. Notevole è la persistenza aromatica, con un finale di bocca molto gradevole e ricordi di frutta secca e di uva passa, che lo rende perfetto con buccellato di Lucca, torta c’ bischeri, cantucci e tutta la pasticceria secca. Il Bianco è un vino da bersi giovane, in modo da apprezzare i profumi fragranti della mela e del biancospino, poco strutturato e fresco, da abbinare ad antipasti di mare delicati e zuppe di verdure.
Toscana
Zona di produzione: comprende i comuni di Capannoli, Casciana Terme, Chianni, Crespina, Fauglia, Laiatico, Lari, Palaia, Ponsacco, Terricciola e parte di Cascina, Lorenzana, Montopoli in Val d’Arno, Peccioli, Pontedera, San Miniato e Santa Luce, in provincia di Pisa; Collesalvetti, in quella di Livorno. Resa: max. 12 t/ha. Vitigni: trebbiano toscano min. 75%. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Vin Santo 4-8. Altre tipologie - Secco, Abboccato, Amabile e Dolce, il Vin Santo e Vin Santo Riserva.
311
BOLGHERI D.M. 05/11/1994 - G.U. 12/11/1994. Ha sostituito il D.P.R. 01/08/1983. Zona di produzione: comprende il comune di Castagneto Carducci, in provincia di Livorno, ad esclusione dei territori ubicati ad ovest della S.S. Aurelia, vecchio tracciato. Sottozona SASSICAIA: comprende una superficie più ristretta. Affinamento: minimo 26 mesi, di cui almeno 12 in botti di rovere e 6 in bottiglia, il Bolgheri Rosso Superiore; minimo 26 mesi, di cui almeno 18 in botti di rovere di capacità non superiore a 225 litri e 6 in bottiglia, il Sassicaia; minimo 36 mesi il Vin Santo Occhio di pernice. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1-2 anni, Rossi 2-3, Sassicaia 8-10, ma può essere molto più lunga, Vin Santo Occhio di pernice 3-6.
Toscana
Vini e vitigni
312
Altra tipologia
Resa Alcol
BIANCO trebbiano toscano 10-70%; vermentino 10-70%; sauvignon 10-70%; ammessi altri max. 30%
10
10.5
SAUVIGNON sauvignon min. 85%
10
10.5
VERMENTINO vermentino min. 85%
10
10.5
ROSSO cabernet sauvignon 10-80%; merlot max. 80%; sangiovese max. 70%; ammessi altri max. 30% SUPERIORE
9
11.5
8
12.5
ROSATO stessi del Rosso
9
11.5
SASSICAIA cabernet sauvignon min. 80%
6
12
VIN SANTO OCCHIO DI PERNICE sangiovese 50-70%; malvasia nera 30-50%; ammessi altri max. 30%
Altra tipologia
Resa Alcol 9
16 (14.5 svolto)
Il Sassicaia. Un vino che, come “semplice” vino tavola, è entrato nel Gotha enologico mondiale, a conferma che quello che conta è la qualità e non tanto l’appartenenza ad una denominazione, che gli è stata comunque riconosciuta. Il Sassicaia non ha un profondo retroterra storico o la nobiltà delle origini che possono vantare altri grandissimi vini, e non viene nemmeno da una zona tradizionalmente vocata. Si produce in Maremma, eppure nelle aste più importanti del mondo le sue bottiglie raggiungono cifre da capogiro. È solo nell’immediato dopoguerra che vengono impiantate le prime barbatelle di cabernet sauvignon, in una vallata a 350 m slm circondata da colline che la riparano dal vento che proviene dal mare. Grande cura nel vigneto, severe potature per ridurre al minimo le rese ed ottenere grappoli splendidi. E il vino messo a maturare in barrique da 225 l, allora così poco conosciute da noi. I primi vini così prodotti, assaggiati da una ristretta cerchia di amici, veri intenditori, risultavano un po’ duri e scontrosi, anche a causa, probabilmente, di una tecnica di vinificazione ancora non perfezionata. Ma si continuò a produrre, scegliendo per un secondo vigneto una zona ripida e sassosa, nei pressi di Bolgheri, chiamata, non casualmente, Sassicaia. I tempi, forse, non erano ancora maturi per un vino con quelle caratteristiche, ma chi ha in casa una bottiglia di quegli anni ha un piccolo tesoro. Il millesimo che attirò l’attenzione degli estimatori e che iniziò a far parlare il mondo del Sassicaia fu il 1968, anno in cui si fissò la data di nascita ufficiale di un vino che, in così poco tempo, ha recuperato decenni di storia, diventando un vero oggetto di culto, un simbolo. E se l’annata è proprio sfavorevole, come nel 1969 e nel 1973, questo vino non viene prodotto. Ci si è dilungati a raccontare un po’ la storia di questo vino, perché dimostra che non sempre sono le nobili origini a dare grandi risultati. E da questo vino sono partiti i “Supertuscan”, un fenomeno che si è poi allargato anche ad altre regioni. Ma nel bicchiere cosa offre questo vino? Il colore è rosso granato con dei riflessi splendidi, ravvivato da una bellissima limpidezza e una elegante consi-
Toscana
Vini e vitigni
313
stenza, doti che introducono verso un bouquet ricco, ampio e sofisticato, nel quale si percepiscono sentori di frutta rossa a piccole bacche, peperone, vaniglia ed un ventaglio di profumi speziati. In bocca è morbido e caldo, accarezza il palato con la delicatezza vellutata di una struttura perfetta, che ha avuto il tempo, durante l’affinamento in barrique e poi in bottiglia, per smussare ogni minima spigolosità, per arrotondare ogni sensazione, per arrivare al perfetto equilibrio. L’armonia di questo vino, se si ha la pazienza di aspettare il momento migliore della sua maturazione, è davvero eccezionale. Il rischio è proprio quello di avere fretta, di non permettere che possa esprimere la sua classe e la sua longevità.
ELBA
Toscana
D.M. 15/09/1999 - G.U. 23/09/1999. Ha sostituito il D.M. 17/10/1994 e D.P.R. 09/07/1967.
314
Zona di produzione: comprende interamente l’isola d’Elba, in provincia di Livorno. In etichetta le indicazioni Aleatico, Ansonica, Ansonica Passito, Moscato, Vin Santo e Vin Santo Occhio di pernice, possono precedere la denominazione Elba (esempio: Ansonica dell’Elba). Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1 anno, Ansonica 1-2, Aleatico 2-3, Rossi 1-3, Ansonica Passito 2-4, Vin Santo e Vin Santo Occhio di pernice 3-5
Altre tipologie
Resa Alcol
BIANCO trebbiano toscano (procanico) min. 50%, ansonica e vermentino max. 50%; ammessi altri a bacca bianca max. 20% SPUMANTE
8
11
8
11.5
ANSONICA - ansonica bianca min. 85%
8
11.5
ANSONICA PASSITO - ansonica bianca min. 85%
7
13+2
MOSCATO - moscato bianco
6
13+3
ROSSO sangiovese min 60%; ammessi altri max. 40%, con un max. del 10% di quelli a bacca bianca RISERVA
7
11.5
ROSATO - stessi del Rosso
7
11
ALEATICO - aletico
6
13+3
VIN SANTO stessi del Bianco
VIN SANTO OCCHIO DI PERNICE stessi del Rosso
12.5
SECCO
14+2
AMABILE RISERVA
13+3
Affinamento
24
36 48
7
14+2
36
In questo paesaggio spettacolare non potevano mancare le vigne con i loro frutti, in grado di dare, in questa bellissima isola, vini dotati di buona struttura. L’Ansonica ha un colore giallo paglierino molto delicato, con profumi di fiori e frutta fresca. È un vino secco e discretamente strutturato, con grande freschezza gustativa e buona sapidità, da abbinare con antipasti di pesce, triglie al cartoccio e zuppa di pesce, così come il Bianco, ottenuto da uve trebbiano, nel quale si evidenziano sentori di biancospino e di macchia mediterranea. Di un certo interesse è anche il Rosso Riserva, a volte vinificato in purezza da sangiovese, che evidenzia in modo particolare le caratteristiche di questo vitigno,
Toscana
Vini e vitigni
315
Toscana
come struttura e tannicità; si può abbinare con primi piatti con ragù di carne, fesa di tacchino arrosto e pollo al formaggio. In quest’isola si coltiva anche l’aleatico, le cui uve vengono fatte appassire in parte in pianta e in parte su graticci, ma che alcuni produttori lasciano ad asciugare al sole, per ottenere un vino con intensi profumi fruttati ed eterei. Come l’Ansonica Passito e i Vin Santi, l’Aleatico si abbina molto bene con torte alla crema, biscottini di Prato e bolli, biscottini all’anice di Livorno.
316
TERRATICO DI BIBBONA DOC riconosciuta con Decreto 28/06/2006 - G.U. 15/07/2006. Zona di produzione: comprende i comuni di Bibbona, Cecina, Collesalvetti e Rosignano Marittimo, in provincia di Livorno. Affinamento: minimo 18 mesi, di cui almeno 12 in botti di legno, il Rosso Superiore. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1-2 anni, Rossi 2-4. Resa Alcol
BIANCO vermentino min. 50%; ammessi altri max. 50%
10
11
TREBBIANO trebbiano toscano min. 85%
10
11
VERMENTINO vermentino min. 85%
10
11.5
ROSSO sangiovese min. 35%; merlot min. 35%; ammessi altri max. 30%
9
12.5
ROSSO SUPERIORE stessi del Rosso
8
13
ROSATO stessi del Rosso
9
11.5
CABERNET SAUVIGNON cabernet sauvignon min. 85%
9
12.5
MERLOT merlot min. 85%
9
12.5
SANGIOVESE sangiovese min. 85%
9
12.5
SYRAH syrah min. 85%
9
12.5
Toscana
Vini e vitigni
317
La provincia di Livorno si è arricchita di una nuova DOC: dopo Bolgheri, Elba e Val di Cornia, con la sottozona Suvereto, è arrivata la denominazione Terratico di Bibbona. La Toscana non si ferma, continua a sfornare nuove DOC, DOCG, IGT, e a cercare soluzioni per valorizzare al massimo le proprie produzioni. Le novità più rilevanti riguardano proprio la Maremma, che negli ultimi anni è diventata una “terra da vino”, una vera e propria area di studio e di sperimentazione, un banco di prova per realizzare vini varietali di “nuova generazione”, verso i quali è indirizzato il mondo dell’enologia. I punti di forza sono la costante ricerca della valorizzazione del sangiovese e del territorio, senza disdegnare l’utilizzo di vitigni internazionali. Ma le attenzioni sono rivolte anche a un altro vitigno autoctono, il trebbiano toscano, che se lavorato bene può dare ottimi risultati. La fascia costiera livornese è capace di produzioni degne di attenzione, con vini dal profumo complesso, ricco di note di frutta matura e spezie, dal gusto pieno ed equilibrato, tannini ben impostati e adeguata sapidità.
VAL DI CORNIA
Toscana
Decreto 21/02/2000 - G.U. 03/03/2000. Ha sostituito il D.P.R. 25/11/1989. Zona di produzione: comprende interamente i comuni Sassetta e Suvereto e in parte Campiglia Marittima, Piombino e San Vincenzo, in provincia di Livorno e Monteverdi Marittimo, in quella di Pisa. Sottozona VAL DI CORNIA-SUVERETO : comprende interamente il comune di Suvereto. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati 1 anno, Rossi 2-4. Vini e vitigni
Altre tipologie
Resa Alcol
BIANCO 12 trebbiano toscano min. 50%; vermentino bianco max. 50%; ammessi altri max. 20% ANSONICA ansonica min. 85%
PASSITO
10 7
11
11.5 17 (13 svolto)
318
Affinamento
Resa
Alcol
VERMENTINO vermentino min. 85%
10
11.5
ROSSO sangiovese min. 50%; cabernet sauvignon e/o merlot max. 50%; ammessi altri max. 20% SUPERIORE RISERVA
10
12
9 9
12.5 12.5
ROSATO stessi del Rosso
10
11
ALEATICO PASSITO aleatico 100%
6
16
CABERNET SAUVIGNON cabernet sauvignon min. 85%
10 9 9
12 12.5 12
CILIEGIOLO ciliegiolo min. 85%
10
12
MERLOT merlot min. 85%
10
12
18
SUPERIORE RISERVA
9 9
12.5 12
18 24
SUPERIORE RISERVA
10 9 9
12 12.5 12
18 18 24
ROSSO cabernet sauvignon min. 50%; merlot max. 50%; ammessi altri max. 10%
9
12.5
26
CABERNET SAUVIGNON cabernet sauvignon min. 85%
9
12.5
26
SANGIOVESE sangiovese min. 85%
Altre tipologie
Affinamento
18 24
(13 svolto)
SUPERIORE RISERVA
18 18 24
Sottozona VAL DI CORNIA-SUVERETO
Toscana
Vini e vitigni
319
Toscana
Vini e vitigni
320
Altre tipologie
Resa
Alcol
Affinamento
MERLOT merlot min. 85%
9
12.5
26
SANGIOVESE sangiovese min. 85%
9
12.5
26
A differenza di altre denominazioni, in questa non manca la varietà dei vitigni, tradizionali e locali, di origine ligure e internazionali. La qualità dei prodotti di questa zona è mediamente buona, e la si deve considerare una delle DOC toscane emergenti destinate al successo. I vini bianchi hanno colore giallo paglierino vivace, profumi intensi e fruttati, sapore secco, fresco e non particolarmente strutturato, e ben si abbinano con primi piatti della cucina di mare, pesci al cartoccio, crostacei alla griglia e panzanella. I vini rossi sono ben strutturati e con buona predisposizione all’affinamento e a lunghi periodi di maturazione, che li portano ad esprimere le proprie qualità fino ai 6-8 anni, specialmente il Cabernet sauvignon e il Sangiovese. Corpo, tannini eleganti, buona sapidità e morbidezza, li rendono perfetti con primi piatti con ragù di carne, preparazioni salsate a base di selvaggina e formaggi stagionati. In questa denominazione ha assunto una “propria identità” il ciliegiolo, vitigno usato in moltissimi uvaggi delle zone del centro Italia, che in questa DOC dà un vino di colore rosso rubino intenso e vivace, con profumo vinoso e fruttato, un sapore ben strutturato ed equilibrato, abbastanza tannico e sapido, che ben si abbina a carni arrosto e alla griglia. Il Rosato, ottenuto con le stesse uve del Rosso, può abbinarsi con semplici preparazioni di carni rosse o bianche, salumi e il cacciucco alla livornese. L’Ansonica Passito e l’Aleatico Passito sono ottimi vini da dessert, che si abbinano benissimo con pasticceria tradizionale con frutta secca e Cacciucco alla livornese candita e cassata con salsa di mirtilli.
MONTESCUDAIO Decreto 25/10/1999 - G.U. 06/11/1999. Ha sostituito il D.P.R. 02/11/1976 e successiva modifica. Zona di produzione: comprende i comuni di Casale Marittimo, Castellina Marittima, Guardistallo, Montecatini Val di Cecina, Montescudaio, Riparbella e Santa Luce, tutti in provincia di Pisa. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1-3 anni, Rossi 2-4, Vin Santo 4-6. Altra tipologia - Riserva, il Rosso, Cabernet, Merlot e Sangiovese, con titolo alcolometrico minimo di 12.5% e affinamento almeno di 24 mesi. Altra tipologia
BIANCO trebbiano toscano min. 50%
Resa Alcol 11
VIN SANTO
Affinamento
11 16
CHARDONNAY chardonnay min. 85%
10
11
SAUVIGNON sauvignon min. 85%
10
11
VERMENTINO vermentino min. 85%
10
11
ROSSO sangiovese min. 50%
10
11.5
CABERNET cabernet min. 85%
9
12
MERLOT merlot min. 85%
9
12
SANGIOVESE sangiovese min. 85%
9
11.5
36
Toscana
Vini e vitigni
321
Ecco una DOC piuttosto “affollata”, che comprende vini ottenuti da vitigni di casa così come d’importazione. Il Rosso, a base sangiovese spesso affiancato dal cabernet, a volte sottoposto a fermentazione in barrique, è fatto affinare in queste piccole botti di rovere che, se ben “dosate”, lo arricchiscono di carattere e gradevoli note vanigliate. I vini della tipologia Riserva sono più convincenti ed equilibrati, con un bouquet più articolato e interessante, ottimi in abbinamento con primi piatti con ragù di selvaggina, roast-beef e carni rosse allo spiedo. Anche il Bianco, ottenuto da trebbiano toscano e anche chardonnay, sauvignon e malvasia, è spesso ottenuto con la fermentazione in barrique. Sono vini dotati di buona struttura e gradevole equilibrio, con profumi fini e articolati, soprattutto lo Chardonnay e il Sauvignon. Gli abbinamenti migliori sono quelli con pesci in salsa, triglie alla livornese, carni bianche alle erbe aromatiche o con funghi e tartufi e formaggi molli.
Toscana
Questa DOC, inoltre, fa parte del Consorzio La strada del vino Costa degli Etruschi, progetto al quale aderiscono anche i produttori delle DOC Bolgheri, Val di Cornia ed Elba, presentato per la massima valorizzazione del vino ma anche di tutta la realtà culturale, paesaggistica e gastronomica di queste zone, nelle quali si trovano delle vere e proprie gemme dell’enologia mondiale.
322
DOCG E DOC DELLA PROVINCIA DI SIENA
PROVINCIA DI FIRENZE
4 Radda in Chianti San Gimignano
5
Poggibonsi Colle di Val d'Elsa Om
PROVINCIA DI AREZZO
e on br
PROVINCIA DI PISA
SIENA
6
Radicondoli
Asciano Sinalunga
Monticiano
9
San Giovanni d'Asso Montalcino
PROVINCIA DI GROSSETO
Pienza San Quirico d'Orcia
3 Montepulciano
Chiusi
7
Castiglione d'Orcia
UMBRIA
Radicofani
San Casciano dei Bagni
2
1
8
1
Brunello di Montalcino DOCG Rosso di Montalcino Moscadello di Montalcino
7
Orcia
2
Vernaccia di San Gimignano DOCG San Gimignano
8
Sant'Antimo
3
Vino Nobile di Montepulciano DOCG Rosso di Montepulciano Vin Santo di Montepulciano
9
Valdichiana
4
Terre di Casole
5 6
Val d'Arbia
Grance Senesi
Altre DOCG della provincia CHIANTI CHIANTI CLASSICO Altre DOC della provincia COLLI DELL'ETRURIA CENTRALE VIN SANTO DEL CHIANTI VIN SANTO DEL CHIANTI CLASSICO
Toscana
LAZIO
323
ORCIA DOC riconosciuta con Decreto 14/02/2000 - G.U. 02/03/2000. Zona di produzione: comprende le zone vocate alla viticoltura dei comuni di Buonconvento, Castiglione d’Orcia, Pienza, Radicofani, San Giovanni d’Asso, San Quirico d’Orcia, Trequanda ed in parte di Abbadia San Salvatore, Chianciano Terme, Montalcino, San Casciano dei Bagni, Sarteano e Torrita di Siena, tutti in provincia di Siena. Sono da ritenersi esclusi i terreni di fondovalle eccessivamente umidi, quelli molto argillosi, insufficientemente soleggiati e situati ad un’altitudine superiore a 700 m. Resa: max. 8 t/ha. Affinamento: minimo 4 mesi (escluso il Novello); almeno 36 mesi, il Vin Santo. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1-2 anni, Rossi 1-3, Vin Santo 3-5. La vinificazione del Vin Santo prevede che, dopo accurata cernita, l’uva sia sottoposta ad appassimento naturale e ammostata non prima del 1° dicembre dell’anno della raccolta e non oltre il 31 marzo dell’anno successivo. L’appassimento delle uve deve avvenire in locali idonei, per raggiungere un contenuto zuccherino non inferiore al 26%. È ammessa una parziale disidratazione delle uve con aria ventilata. La vinificazione e l’affinamento devono avvenire in botti di legno (caratelli) di capacità non superiore a 3 hl; dopo il periodo d’affinamento obbligatorio, il vino può essere contenuto in altri recipienti.
Toscana
Vini e vitigni
324
Altra tipologia
Alcol
BIANCO trebbiano toscano min. 50%
11
ROSSO sangiovese min. 60%; ammessi altri max. 40% (vitigni a bacca bianca max. 10%) NOVELLO
12
VIN SANTO trebbiano toscano min. 50%
16
11 (min. 13 svolto)
Un’altra nuova denominazione in questa regione così generosa con la vite. I vitigni sono quelli consueti, così come le caratteristiche del Bianco, poco strutturato ma fresco e fruttato, ottimo al momento dell’aperitivo o in abbinamento con un buon fritto misto di pesce e verdure. Il Rosso, di buon corpo e sapidità, con i profumi vinosi e fruttati del vitigno sangiovese, si abbina piacevolmente con antipasti di salumi, pinci con sugo finto e malfatti.
Monticchiello
MOSCADELLO DI MONTALCINO
Zona di produzione: comprende interamente il comune di Montalcino, in provincia di Siena. Resa: max. 10 t/ha. Vitigni: moscato bianco min. 85%. Titolo alcolometrico minimo: 8+2.5%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1 anno, Vendemmia Tardiva 4-6. Tipologie: Tranquillo, Frizzante e Vendemmia Tardiva, con resa max. di 5 t/ha, titolo alcolometrico minimo di 11.5+3.5% e affinamento almeno di 14 mesi. Nello stesso famosissimo comune di Montalcino, si produce anche questo delizioso vino da dessert ottenuto dal vitigno moscato bianco, poco diffuso in questa regione e che solo qui dà risultati interessanti.
Toscana
Decreto 28/09/1995 - G.U. 03/01/1996. Ha sostituito il D.P.R. 13/10/1985 e D.M. 02/08/1993. Modifica Parere favorevole G.U. 06/04/2010.
325
Il colore è giallo paglierino tenue nel Frizzante, un po’ più intenso nel Tranquillo, fino ad assumere tonalità dorate nel Vendemmia Tardiva. I profumi sono sempre molto intensi, fruttati ed aromatici, più fragranti o complessi secondo la tipologia, che ci ricordano la salvia, la rosa e la frutta a polpa bianca appena colta, oppure le confetture di pesca, l’albicocca secca e il miele. Il Vendemmia Tardiva è dolce e vellutato, con una buona freschezza che contribuisce a regalargli un piacevole equilibrio e gradevoli sensazioni finali, adatte per accompagnare pasticceria secca. Le altre tipologie, più vivaci e meno complesse, possono essere abbinate con composte di frutta bianca e creme cotte alla vaniglia e al limone.
ROSSO DI MONTALCINO Decreto 07/06/1996 - G.U. 26/06/1996. Ha sostituito il D.M. 04/11/1991 e il D.P.R. 25/11/1983.
Toscana
Zona di produzione: comprende interamente il comune di Montalcino, in provincia di Siena. Resa: max. 9 t/ha. Vitigni: sangiovese (denominato brunello a Montalcino). Titolo alcolometrico minimo: 12%. Affinamento: minimo 10 mesi. Epoca migliore per il consumo: mediamente 2-4 anni.
326
Vino fruttato e di corpo, con tannini morbidi e buona freschezza gustativa, ha sensazioni finali piacevoli, ma non la struttura e la complessità, né la raffinata e assoluta eleganza del Brunello. È comunque un ottimo vino di colore rosso rubino con riflessi violacei, profumi intensi di piccoli frutti rossi, non molto impegnativo, ma dotato di buona sapidità e componente tannica sempre ben equilibrata. Si abbina molto bene con primi piatti con sughi di selvaggina, carni rosse alla griglia e formaggi mediamente stagionati.
ROSSO DI MONTEPULCIANO DOC riconosciuta con D.P.R. 21/12/1988 - G.U. 23/06/1989. Modifica con Decreto 26/07/1999 - G.U. 09/08/1999. Zona di produzione: comprende parte del comune di Montepulciano, in provincia di Siena. Resa: max. 10 t/ha. Vitigni: sangiovese (prugnolo gentile) min. 70%; canaiolo nero max. 20%; ammessi altri max. 20% (max. 10% a bacca bianca, esclusi i vitigni aromatici, ad eccezione della malvasia bianca lunga). Titolo alcolometrico minimo: 11.5%. Affinamento: minimo 4 mesi. Epoca migliore per il consumo: mediamente 2-4 anni.
Toscana
Nello stesso comune del Vino Nobile di Montepulciano viene prodotto il Rosso, di buona qualità e da apprezzare più giovane, quando il colore è rosso rubino intenso, i profumi sono fruttati e ricchi di sentori di violetta e, al gusto, mostra buona struttura, tannini mai aggressivi e una discreta freschezza. Queste sue caratteristiche lo rendono particolarmente indicato per pici con l’ocio, cioè strisce di pasta arrotolate a mo’ di spaghettoni, carni rosse alla griglia, pollo alla diavola, scottiglia e formaggi mediamente stagionati.
327
VIN SANTO DI MONTEPULCIANO DOC riconosciuta con Decreto 21/10/1996 - G.U. 16/11/1996. Zona di produzione: comprende il territorio del comune di Montepulciano, con esclusione della fascia pianeggiante (Valdichiana), in provincia di Siena. Resa: max. 8 t/ha. Epoca migliore per il consumo: mediamente 5-10 anni, per l’Occhio di pernice anche di più. Il tradizionale metodo di vinificazione prevede che l’uva, dopo accurata cernita, sia sottoposta ad appassimento e ammostata non prima del 1° dicembre dell’anno della vendemmia per il Vin Santo di Montepulciano, del 15 gennaio dell’anno successivo per la tipologia Riserva e del 28 febbraio, sempre dell’anno successivo, per il Vin Santo di Montepulciano Occhio di pernice. L’appassimento delle uve deve avvenire in locali idonei. È ammessa una parziale disidratazione con aria ventilata, e le uve devono raggiungere un contenuto zuccherino non inferiore al 28% per il Vin Santo di Montepulciano, compresa la tipologia Riserva, e del 29% per il Vin Santo di Montepulciano Occhio di pernice. La conservazione e l’affinamento devono avvenire in recipienti di legno di capacità non superiore a 3 hl per il Vin Santo di Montepulciano, in caratelli della capacità non superiore a 125 litri per la tipologia Riserva e in caratelli di capacità non superiore a 75 litri per il Vin Santo di Montepulciano Occhio di pernice.
Toscana
Vini e vitigni
328
Altra tipologia
VIN SANTO DI MONTEPULCIANO trebbiano toscano e/o malvasia bianca e/o grechetto bianco (pulcinculo) min. 70%; ammessi altri a bacca bianca max. 30% RISERVA VIN SANTO DI MONTEPULCIANO OCCHIO DI PERNICE sangiovese (prugnolo gentile) min. 50%; ammessi altri max. 50%
Alcol
Affinamento
15+2
36
14.5+2.5
60
15+3
96
Il colore tra il dorato e l’ambrato, i profumi di frutta secca come la mandorla, la nocciola e la noce, il gusto morbido ed equilibrato, fanno di questo Vin Santo un ottimo prodotto, che nelle annate migliori può mantenersi per molto tempo, fino a 15 anni, raggiungendo intensità e persistenza gusto-olfattiva importanti. Ottimo con biscottini secchi di pasta di mandorla, lo si può apprezzare in ogni sua sfumatura anche come vino da meditazione, così come il Vin Santo Occhio di pernice, che esprime tutto il suo carattere con pasticceria secca con frutta candita e cioccolato fondente.
Palazzo comunale di Montepulciano
SAN GIMIGNANO
Zona di produzione: comprende il comune di San Gimignano, in provincia di Siena. Resa: max. 8 t/ha; 10 il Vin Santo e Vin Santo Occhio di Pernice. Epoca migliore per il consumo: Rosati mediamente 1 anno, Rossi 1-2, Vin Santo 4-8. Vini e vitigni
Altre tipologie
ROSSO sangiovese min. 70%; cabernet sauvignon e/o merlot e/o syrah e/o pinot nero max. 20% ammessi altri a bacca rossa max. 15% NOVELLO RISERVA
Alcol
Affinamento
12.5
17
11 12
26
Toscana
DOC riconosciuta con Decreto 07/08/2003 - G.U. 22/08/2003. Ha sostituito il Decreto 08/08/1996. Modifica con Decreto 21/03/2006 - G.U. 30/03/2006.
329
Vini e vitigni
Alcol
Affinamento
CABERNET SAUVIGNON cabernet sauvignon min. 85%;
12.5
17
MERLOT merlot min. 85%;
12.5
17
PINOT NERO pinot nero min. 85%;
12.5
17
SANGIOVESE sangiovese min. 85%
12.5
17
SYRAH syrah min. 85%
12.5
17
16.5
41
VIN SANTO malvasia bianca lunga max. 50%; trebbiano toscano min. 30%; vernaccia di San Gimignano max. 20%; ammessi altri max. 10%
Toscana
VIN SANTO OCCHIO DI PERNICE sangiovese min. 50%; ammessi altri a bacca rossa max. 50%
330
Altre tipologie
SECCO/AMABILE
(14.5 svolto)
DOLCE
16.5
41
(14.5 svolto)
La denominazione prevede anche i vini Cabernet Sauvignon, Merlot, Pinot nero e Syrah, recentemente introdotti e con un notevole potenziale ancora da esprimere. Ma è sempre il sangiovese il vitigno più coltivato, dal quale si ottiene un vino di buon livello qualitativo, con profumi che ricordano l’uva impiegata, rinfrescati da sentori di vinosità, che ben si abbina ad antipasti toscani, zuppe di pesce e di farro e agnolotti toscani in brodo. Il Rosso si abbina bene con i primi piatti con ragù di carne, fagioli all’uccelletto e boglione d’agnello. Particolarmente interessanti i Vin Santo, in genere da fine pasto, ma l’Occhio di pernice esprime al meglio le sue caratteristiche in abbinamento con il panforte di Siena.
SANT’ANTIMO DOC riconosciuta con Decreto18/01/1996 - G.U. 01/02/1996. Modifica con Decreto 02/07/1996 - G.U. 13/07/1996.
Vini e vitigni
Altre tipologie
Resa
Alcol
BIANCO a bacca bianca tra quelli idonei
9
11.5
CHARDONNAY chardonnay min. 85%
9
11.5
PINOT GRIGIO pinot grigio min. 85%
9
11.5
SAUVIGNON sauvignon min. 85%
9
11.5
Toscana
Zona di produzione: comprende parte del comune di Montalcino, in provincia di Siena. Affinamento: minimo 36 mesi, il Vin Santo e Vin Santo Occhio di pernice, 48 il Riserva. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1-2 anni, Rossi 2-4, Vin Santo e Vin Santo Occhio di pernice 4-8.
331
Vini e vitigni
Altre tipologie
ROSSO a bacca rossa tra quelli idonei
Resa
Alcol
9
12
NOVELLO
11
CABERNET SAUVIGNON cabernet sauvignon min. 85%
8
12
MERLOT merlot min. 85%
8
12
PINOT NERO pinot nero min. 85%
8
12
9
16
VIN SANTO trebbiano toscano e/o malvasia bianca min. 70%
SECCO
(14 svolto)
AMABILE
16 (13 svolto)
RISERVA VIN SANTO OCCHIO DI PERNICE sangiovese 50-70%; malvasia nera 30-50%; ammessi altri max. 30%
9
Toscana
16 (14 svolto)
RISERVA
332
16
16
È ancora il comune di Montalcino a regalare questa denominazione nella quale trovano spazio vitigni e vini dalle caratteristiche anche molto diverse tra loro. Si passa da quelli ottenuti da uvaggi di uve idonee in questa provincia, come il Bianco e il Rosso, a quelli ottenuti da monovitigno con i più famosi internazionali, che esprimono le principali caratteristiche varietali nei loro profumi. I vini bianchi, non particolarmente strutturati, sono da apprezzare al massimo entro un paio d’anni, quando manifestano la loro fragranza e freschezza gustativa, abbinati soprattutto ad antipasti di pesce, spiedini e fritture di pesce e verdure, frittate con asparagi selvatici, frittura di fiori di zucca ripieni di formaggio. I vini rossi sono più strutturati, con tannini eleganti e non particolarmente accentuati, sapidi, ben equilibrati, ottimi con primi piatti con ragù di carne e funghi, grigliate di carni rosse e capretto al forno con patate.
TERRE DI CASOLE DOC riconosciuta con Decreto 28/05/2007 - G.U. 06/06/2007. Zona di produzione: comprende il comune di Casole d’Elsa, in provincia di Siena. Epoca migliore per il consumo: Bianco mediamente 1-2 anni, Rossi 2-5, Passito 3-8. Vini e vitigni
Altre tipologie
BIANCO chardonnay minimo 50% RISERVA ROSSO sangiovese dal 60 all’80% SUPERIORE SANGIOVESE sangiovese min. 85% RISERVA PASSITO chardonnay minimo 50%
Resa Alcol
Affinamento
9
11
8
11
11
8
12
11
7
12.5
26
7
12
11
7
12.5
26
9
15
47
(12.5 svolto)
Casole Val d’Elsa, intrisa d’arte e di cultura rurale ancora vitale, sorge improvvisa come un sussulto della terra, su un colle che domina la parte sud-ovest della Valle. I vigneti sono tutti in collina, impiantati principalmente a sangiovese di antica storia e chardonnay di recente introduzione. Da menzionare il Rosso Superiore, ottenuto solo da vigneti impiantati da almeno 7 anni e il Sangiovese Riserva, da almeno 8 anni.
Toscana
Terre di Casole, DOC in vigore con il raccolto 2007, è la diciottesima denominazione della provincia senese, primato nazionale in questa singolare classifica.
333
GRANCE SENESI DOC Parere favorevole G.U. 17/03/2010. Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Asciano, Monteroni d’Arbia, Murlo e Rapolano Terme e in parte Sovicille, in provincia di Siena. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1-3 anni, Rossi 3-5. Per i vini GRANCE SENESI è ammessa la menzione Vigna. Vini e vitigni
Altra tipologia
Toscana
Affinamento
BIANCO trebbiano e/o malvasia bianca lunga min. 60%
9
11
MALVASIA BIANCA LUNGA malvasia bianca lunga min. 85%
9
11
4
ROSSO - sangiovese min. 60%
8 8
12 13.5
4 26
CABERNET SAUVIGNON - cabernet sauvignon min. 85% 8
12.5
14
CANAIOLO - canaiolo min. 85%
8
12.5
14
MERLOT - merlot min. 85%
8
12.5
14
SANGIOVESE - sangiovese min. 85%
8
12.5
14
PASSITO - stessi del Bianco
9
11+6
26
VENDEMMIA TARDIVA - stessi del Bianco
9
11+4
5
RISERVA
334
Resa Alcol
Nel Medio Evo, con il termine grància si indicava una coltivazione agricola dipendente da un’Abbazia o da un Priorato. Nel territorio senese, le grance rappresentano una rete capillare di fattorie fortificate, disposte prevalentemente lungo la via Francigena, dove in età medievale sorgevano gli ospizi per i pellegrini, con un’importante funzione di centri di raccolta del grano necessario al sostentamento dell’attività ospedaliera.
VAL D’ARBIA D.M. 04/11/1991 - G.U. 08/04/1992. Ha sostituito il D.P.R. 30/05/1985.
Nella Val d’Arbia, la produzione è mirata oltre al Chianti Classico e Chianti, ad un interessante vino bianco, in special modo nella versione Vin Santo, ottenuto dal tipico uvaggio toscano, trebbiano e malvasia bianca lunga, ma con una significativa presenza di chardonnay. Il Val d’Arbia bianco è un vino piacevole e fragrante, con profumi di mela selvatica, fiori freschi e un leggero sentore vegetale di sottobosco, perfetto al momento dell’aperitivo, o in abbinamento con insalate composte e di mare, pesci bolliti o al forno. Il Vin Santo, questo tradizionale vino da dessert o da meditazione, probabilmente deve il suo nome perché utilizzato durante la Messa, ma sull’origine ci sono diverse leggende. Una di queste racconta che il vino fu offerto al cardinale Bessarione, teologo e bibliofilo bizantino che, entusiasta, lo definì Santo. Un’altra versione, per molti la più classica, afferma che deriva dal greco “xantos”, in pratica biondo, mentre più comunemente si fa derivare dall’usanza di appassire le uve, dopo la vendemmia, per poi pigiarle il 1° Novembre, giorno d’Ognissanti.
Toscana
Zona di produzione: comprende i comuni di Asciano, Buonconvento, Castellina in Chianti, Castelnuovo Berardenga, Gaiole in Chianti, Monteriggioni, Monteroni d’Arbia, Murlo, Radda in Chianti e Sovicille, in provincia di Siena. Resa: max. 11 t/ha. Vitigni: trebbiano toscano e/o malvasia bianca lunga 70-90%; chardonnay 1030%; ammessi altri max. 15%. Titolo alcolometrico minimo: 10.5%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1 anno, Vin Santo 4-8. Altre tipologie – Bianco e Vin Santo. Vin Santo Secco, con titolo alcolometrico minimo di 14+3%, Vin Santo Semisecco 13+4% e Vin Santo Dolce 12+5%, tutti con affinamento almeno di 37 mesi.
335
VALDICHIANA Decreto 09/03/1999 - G.U. 18/03/1999. Ha sostituito la DOC Bianco Vergine Valdichiana e il Decreto 29/09/1995, il D.M. 02/08/1993, i D.P.R. 30/12/1989 e 01/09/1972. Zona di produzione: comprende in parte il territorio dei comuni di Arezzo, Castiglion Fiorentino, Civitella in Val di Chiana, Cortona, Foiano della Chiana, Lucignano, Marciano della Chiana, Monte San Savino, in provincia di Arezzo; Chiusi, Montepulciano, Sinalunga e Torrita di Siena, in quella di Siena. Resa: max. 11 t/ha per le uve a bacca rossa; 12 per quelle a bacca bianca. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Rossi 1-3.
Vini e vitigni
Altre tipologie
BIANCO o BIANCO VERGINE trebbiano toscano min. 20%; chardonnay e/o pinot bianco e/o grechetto e/o pinot grigio max. 80%; ammessi altri max. 15%
Toscana
SPUMANTE FRIZZANTE
336
Alcol
Affinamento
10
3
11 10
CHARDONNAY chardonnay min. 85%
10.5
3
GRECHETTO grechetto min. 85%
10.5
3
11
3
10.5
3
ROSSO sangiovese min 50%; cabernet e/o merlot e/o syrah max. 50%; ammessi altri max. 15% ROSATO stessi del Rosso
Vini e vitigni
Altre tipologie
SANGIOVESE sangiovese min. 85% VIN SANTO trebbiano toscano e/o malvasia bianca min. 50%
SECCO
Alcol
Affinamento
10.5
3
15
36
(max. 3 da svolgere)
AMABILE
15 (min. 3 da svolgere)
48
A sud di Arezzo, lungo la direttrice Firenze-Roma, si trova questo lembo di Toscana, che al tempo degli Etruschi era definito il “granaio dell’Etruria”, ma le cui colline erano già punteggiate di vigneti. I vini bianchi di questa denominazione sono poco strutturati, da bersi giovani per apprezzarne i profumi fragranti di frutta e la piacevole freschezza gustativa, che li rende particolarmente adatti all’abbinamento con antipasti di mare, pesci bolliti o al forno, delicati soufflé, zuppa di funghi porcini e formaggi freschi non molto sapidi. I vini rossi hanno maggiori doti di struttura, colore rosso rubino e, in gioventù, i profumi evidenziano chiare note di vinosità e sentori fruttati, con accenti di ciliegia e pampino di vite nel Sangiovese. Il sapore, con buone doti di freschezza e sapidità, li rende perfetti con primi piatti al ragù di carne, fegatelli al tegame, carni alla griglia e formaggi poco stagioSoufflé di verdure nati.
Toscana
RISERVA
337
CORTONA Decreto 01/12/2009 - G.U. 31/12/2009. Ha sostituito il Decreto 01/09/1999 - G.U. 07/09/1999. Zona di produzione: comprende parte del comune di Cortona, in provincia di Arezzo. Resa: max. 9 t/ha; 8 il Vin Santo; 10 il Rosso. L’affinamento del Vin Santo e Vin Santo Riserva è previsto dal 16 dicembre. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Rossi 1-5, Vin Santo 3-5. Vini e vitigni
Altre tipologie
Alcol
Affinamento
CHARDONNAY - chardonnay min. 85%
11.5
2
GRECHETTO - grechetto min. 85%
11.5
2
SAUVIGNON - sauvignon min. 85%
11.5
2
ROSSO - syrah dal 50-60%; merlot 10-20%; ammessi altri max. 30%
12.5
5
CABERNET SAUVIGNON - cabernet sauvignon min. 85% RISERVA
12 12.5
5 24
MERLOT - merlot min. 85% RISERVA
12 12.5
5 24
RISERVA
12 12.5
5 24
RISERVA
12 12.5
5 24
15+2
37
14.5+2.5
61
15+3
88
Toscana
SANGIOVESE - sangiovese min. 85%
338
SYRAH - syrah min. 85% VIN SANTO - trebbiano toscano e/o grechetto e/o malvasia bianca lunga min. 70%; ammesso il sangiovese, vinificato in bianco, max. 30% RISERVA VIN SANTO OCCHIO DI PERNICE sangiovese e/o malvasia nera
La denominazione Cortona ha ottenuto il riconoscimento nel 1999 ed è il risultato dell’impegno e dello spirito di iniziativa di produttori seri e preparati, che si sono proposti di individuare caratteri omogenei nelle tecniche di produzione, nel terreno e nel microclima, per privilegiare le caratteristiche che danno a questa zona grandi potenzialità. Il panorama enologico è molto ampio, ma il carattere che accomuna tutti questi vini è la loro finezza. Il Gamay ha in genere un bel colore rosso rubino con riflessi violacei, profumi di frutti rossi e lievemente vegetali, buona struttura, morbidezza e sapidità. Nel giro di due o tre anni esprime le proprie migliori qualità, fino ad evidenziare, per le annate favorevoli, sentori di humus e foglie di sottobosco. Syrah, Merlot e Cabernet sono vini più strutturati, morbidi e sapidi, con una maggior predisposizione all’affinamento, che può arrivare tranquillamente a 4-5 anni e, in alcuni casi, i migliori cru danno prodotti che possono mantenersi molto bene fino a 10 anni. Cosciotto di carne alla menta, cacciagione con salse aromatiche, coniglio ripieno con semi di finocchio e formaggi stagionati, trovano in questi vini le caratteristiche che esaltano al massimo le loro doti gusto-olfattive.
E infine il Vin Santo Occhio di pernice. Ottenuto da sangiovese in uvaggio, a volte prevalente, con malvasia nera, vitigno che gli regala grande aromaticità, viene arricchito dal lunghissimo periodo di affinamento, durante il quale lo spettro dei profumi diventa complesso ed avvolgente. È da apprezzare come vino da meditazione e con dolci al cioccolato.
Toscana
I vini bianchi sono spesso dotati di profumi piuttosto intensi e fruttati, con sentori di frutta esotica nello Chardonnay, di pesca bianca nel Pinot bianco, e di pera e melone bianco nel Sauvignon. Sono ottimi abbinati con pesci al forno e al cartoccio, crostacei, molluschi gratinati, formaggi cremosi, e il Grechetto anche con l’acquacotta del casentino.
339
PIETRAVIVA DOC riconosciuta con Decreto 14/06/2005 - G.U. 25/06/2005. Zona di produzione: comprende i comuni di Bucine, Cavriglia, Civitella in Val di Chiana, Montevarchi e Pergine Valdarno, situati nel Valdarno, in provincia di Arezzo. Resa: max. 9 t/ha; 7 il Superiore. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 2-3 anni, Rossi 3-5.
Toscana
Vini e vitigni
340
Alcol
Affinamento
BIANCO chardonnay 40-80%; malvasia bianca lunga max. 30%; trebbiano toscano max. 20%; ammessi altri max. 30%
11.5
3
BIANCO SUPERIORE stessi del bianco
12.5
8
Vini e vitigni
Alcol
Affinamento
CHARDONNAY chardonnay min. 85%
11.5
3
MALVASIA BIANCA LUNGA malvasia bianca lunga min. 85%
11.5
3
ROSSO sangiovese 40-80%; cabernet sauvignon max. 30%; merlot max. 30%; ammessi altri max. 20%
12
5
ROSSO SUPERIORE stessi del Rosso
12.5
8
ROSATO stessi del Rosso
11.5
3
Vini e vitigni
Alcol
Affinamento
CABERNET SAUVIGNON cabernet sauvignon min. 85%
12
5
CANAIOLO canaiolo min. 85%
11.5
5
CILIEGIOLO ciliegiolo min. 85%
12
5
MERLOT merlot min. 85%
12
5
SANGIOVESE sangiovese min. 85%
12
5
Toscana
Le aziende vitivinicole locali che si avvalgono della nuova DOC Pietraviva vantano già una buona capacità produttiva, soprattutto di vini Chianti e Chianti Colli Aretini, apprezzati ed esportati anche sui mercati internazionali. In pratica, un gruppo d’imprenditori e di storici vignaioli, sostenuti da validi tecnici e dagli organismi istituzionali, ha dato impulso alle diverse produzioni aretine, portando i loro vini a livelli qualitativi elevati e costruendo un buon sistema territoriale.
341
DOCG E DOC DELLA PROVINCIA DI GROSSETO
PROVINCIA DI SIENA
6 Massa Marittima
5
Follonica Monte Cucco Punta Ala
GROSSETO b Om
1
3
ne ro
Scansano Montiano
8 Pitigliano
4 LAZIO Parrina
7
Capalbio
2
Monte Argentario
Toscana
Isola del Giglio
342
1
Morellino di Scansano DOCG
5
Montecucco
2
Ansonica Costa dell'Argentario
6
Monteregio di Massa Marittima
3
Bianco di Pitigliano
7
Parrina
4
Capalbio
8
Sovana
ANSONICA COSTA DELL’ARGENTARIO DOC riconosciuta con Decreto 28/04/1995 - G.U. 31/05/1995. Zona di produzione: comprende la parte collinare, pedecollinare ed insulare dell’area sud della provincia di Grosseto, e precisamente parte dei comuni di Capalbio, Manciano, Orbetello e interamente l’Isola del Giglio e il Monte Argentario. Resa: max. 11 t/ha. Vitigni: ansonica bianco min. 85%. Titolo alcolometrico minimo: 11.5%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1 anno. L’Ansonica è un vino da bersi in gioventù per poterne apprezzare le doti di freschezza gustativa e di delicatezza dei profumi, che ricordano i fiori di campo e la frutta appena colta. Il sapore discretamente intenso, secco e fresco, rende questo vino ideale con insalate composte e di mare, oltre che con arselle alla maremmana.
BIANCO DI PITIGLIANO Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Pitigliano e Sorano e parte di Scansano e Manciano, in provincia di Grosseto. Resa: max. 12.5 t/ha. Vitigni: trebbiano toscano (procanico) 50-80%; greco (grechetto), malvasia toscana e verdello min. 20%; chardonnay, sauvignon, pinot bianco e riesling italico da soli max. 15%, insieme max. 30%. Titolo alcolometrico minimo: 11%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1 anno. Altre tipologie - Spumante, con titolo alcolometrico minimo 11.5%. Superiore, con titolo alcolometrico minimo 12%. Il Bianco di Pitigliano è un vino floreale e fruttato, con riconoscibili sentori di pera. Le uve tradizionali sono arricchite da vitigni “nobili” in un uvaggio che dà
Toscana
D.P.R. 17/04/1990 - G.U. 18/10/1990. Ha sostituito il D.P.R. 28/03/1966.
343
un vino fresco e vivace, senza particolare struttura, ma piacevole e fragrante. Si può abbinare con antipasti di pesce, rane e lumache non salsate, spiedini di totani, frittata di cozze e formaggi a pasta molle.
CAPALBIO DOC riconosciuta con Decreto 21/05/1999 - G.U. 02/06/1999. Zona di produzione: comprende parte dei comuni di Capalbio, Magliano in Toscana, Manciano e Orbetello, in provincia di Grosseto. Resa: max. 11.5 t/ha per le uve a bacca bianca; 11 quelle a bacca rossa. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1-2 anni, Rossi 2-4 anni.
Vini e vitigni
Altre tipologie
Alcol
Affinamento
10.5
2
VERMENTINO vermentino min. 85%
11
2
ROSSO sangiovese min. 50%
11 12
4 31
10.5
2
CABERNET SAUVIGNON cabernet sauvignon min. 85%
12
4
SANGIOVESE sangiovese min. 85%
12
4
16
36
BIANCO trebbiano toscano min. 50%
RISERVA
Toscana
ROSATO sangiovese min. 50%
344
VIN SANTO trebbiano toscano min. 50%
SECCO
(14 svolto)
AMABILE
16 (10-13 svolto)
36
Bianco e Vermentino sono vini fragranti, fruttati, freschi e poco strutturati, da gustare entro l’anno per apprezzarne le doti migliori, soprattutto come aperitivi o con antipasti e fritturine di pesce e verdure, frittate di erbe alla maremmana e formaggi caprini non salati. I profumi vinosi e fruttati del Rosso, sono arricchiti da moderati sentori erbacei e speziati nel Cabernet sauvignon, complessivamente più evoluti nel Rosso Riserva. La struttura è sempre ben equiAnatra arrosto alle spezie librata nella morbidezza e nella componente tannica, percettibile ma mai aggressiva, e rende questi vini adatti ad essere abbinati con tagliatelle al ragù di cinghiale, bistecchine di cinghiale al sangiovese, tordi arrosto alla maremmana, anatra arrosto alle spezie, capriolo e capretto arrosto e, per la Riserva, anche a formaggi pecorini stagionati.
DOC riconosciuta con Decreto 30/07/1998 - G.U. 10/08/1998. Zona di produzione: comprende le zone vocate alla viticoltura dei comuni di Arcidosso, Campagnatico, Castel del Piano, Cinigiano, Civitella Paganico, Roccalbegna e Seggiano, in provincia di Grosseto. Resa: max. 11 t/ha le uve a bacca bianca; 9 quelle a bacca rossa. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1-2 anni, Rossi 2-4. Altra tipologia – Riserva, il Rosso e Sangiovese, con titolo alcolometrico minimo di 12.5% e affinamento almeno di 24 mesi.
Toscana
MONTECUCCO
345
Vini e vitigni
Alcol
Affinamento
BIANCO trebbiano toscano min. 60%
11.5
3
VERMENTINO vermentino min. 85%
11.5
3
ROSSO sangiovese min. 60%
12
5
SANGIOVESE sangiovese min. 85%
12
5
Toscana
Le caratteristiche di freschezza e gioventÚ dei vini bianchi, i loro profumi fruttati e con ricordi di mandorla bianca dolce nel Vermentino, si abbinano perfettamente con antipasti di mare e pesci arrosto con erbe aromatiche. I vini rossi, in particolare le Riserve, esprimono doti di maggior struttura e complessità olfattiva, regalando note fruttate che con l’affinamento si arricchiscono di sentori speziati. Si abbinano in modo particolare con carni rosse arrosto o in umido e formaggi pecorini anche stagionati.
346
MONTEREGIO DI MASSA MARITTIMA DOC riconosciuta con D.M. 03/10/1994 - G.U. 15/10/1994. Zona di produzione: comprende la parte nord della provincia di Grosseto e precisamente tutto il territorio, esclusi i fondivalle, dei comuni di Massa Marittima e Monterotondo Marittimo ed in parte di Castiglione della Pescaia, Follonica, Gavorrano, Roccastrada e Scarlino. Resa: max. 11 t/ha per le uve a bacca bianca; 10 quelle a bacca rossa. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1 anno, Rossi 12, Vin Santo 3-5. Altre tipologie - Novello, ottenuto con almeno il 40% di macerazione carbonica. Altre tipologie
BIANCO trebbiano toscano min. 50%; vermentino e/o malvasia bianca e/o malvasia bianca di Candia e/o ansonica max. 30%; ammessi altri, da soli max. 15%, insieme max. 30%
Alcol 11
VERMENTINO vermentino min. 90%
11.5
ROSSO sangiovese min. 80%; ammessi altri, da soli max. 10%, insieme max. 20%
11.5
RISERVA NOVELLO ROSATO stessi del Rosso
Affinamento
12 11 11
26
Toscana
Vini e vitigni
347
Vini e vitigni VIN SANTO DI MONTEREGIO DI MASSA MARITTIMA trebbiano toscano e/o malvasia min. 70%; ammessi altri max. 30%
Toscana
VIN SANTO DI MONTEREGIO DI MASSA MARITTIMA OCCHIO DI PERNICE ROSATO sangiovese 50-70%; malvasia nera 10-50%; ammessi altri max. 30%
348
Altre tipologie
Alcol
Affinamento
SECCO
16 (14+2)
36
AMABILE RISERVA
13+3 16
36 48
DOLCE
16 (14+2)
36
I vini bianchi sono caratterizzati da un colore giallo paglierino tenue con riflessi verdolini e da profumi delicati, che nel Vermentino rivelano note di mandorla ed erbe aromatiche. La freschezza gustativa e la piacevolezza, supportate da una discreta sapidità, rendono questi vini adatti all’abbinamento con antipasti di mare, risotto con gamberetti, pesci non salsati, sogliola alla boscaiola, fritture di pesce e verdure. Il Rosso, a base sangiovese, si accompagna molto bene con antipasti di salumi, primi piatti con ragù di carne, uccelletti allo spiedo e oca selvatica arrosto. Salumi toscani
PARRINA Decreto 28/09/2009 - G.U. 15/10/2009. Ha sostituito il D.M. 02/08/1993, il D.P.R. 11/03/1971, successiva modifica e Decreto 08/09/1997. Zona di produzione: comprende parte del comune di Orbetello, in provincia di Grosseto. Resa: max. 10 t/ha i vitigni a bacca bianca; 9 quelli a bacca rossa. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1 anno, Rossi 3-5.
Altra tipologia
Alcol
Affinamento
BIANCO - trebbiano toscano 10-30%; ansonica 30-50%; 11.5 vermentino 20-40%; chardonnay e/o sauvignon max. 20%; ammessi altri max. 20%
2
CHARDONNAY - chardonnay min. 85%
12
2
SAUVIGNON - sauvignon min. 85%
12
2
VERMENTINO - vermentino min. 85%
12
2
11.5 12.5
4 24
ROSATO - sangiovese min. 70%
11
4
VIN SANTO - stessi del Bianco
16
36
CABERNET SAUVIGNON - cabernet sauvignon min. 85%
12.5
4
MERLOT - merlot min. 85%
12.5
4
12 12.5
4 24
ROSSO - sangiovese min. 70% RISERVA
SANGIOVESE - sangiovese min. 85% RISERVA
Toscana
Vini e vitigni
349
Vicino alla zona lagunare di Orbetello si trova questa piccola denominazione, il cui nome sembra derivare da “parra”, che in spagnolo significa vigna o filare. I vini, pur gradevoli, non hanno grande personalità, e soprattutto i bianchi e i rosati sono da degustare molto giovani, per apprezzarne freschezza e fragranza, le loro doti migliori. Il Rosso presenta buone doti di struttura ed intensità nei profumi, e si abbina molto bene con piatti di carni e pasta e fagioli, mentre la Riserva può accompagnare cinghiale arrosto, quaglie in teglia alla salvia e formaggi stagionati.
SOVANA DOC riconosciuta con Decreto 20/05/1999 - G.U. 01/06/1999. Modifica con Decreto 12/11/1999 - G.U. 24/11/1999. Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Pitigliano e Sorano e parte di Manciano, in provincia di Grosseto. Epoca migliore per il consumo: mediamente 2-6 anni. Vini e vitigni
Altre tipologie
ROSSO sangiovese min. 50%
Toscana
Affinamento
11
11
4
9 9
12 12
7 30
ROSATO sangiovese min. 50%
11
11
2
ALEATICO aleatico min. 85%
9
12
4
SUPERIORE RISERVA
(9.5 svolto)
RISERVA CABERNET SAUVIGNON cabernet sauvignon min. 85% RISERVA
350
Resa Alcol
9
12
30
9
12
4
9
12
30
Altre tipologie
MERLOT merlot min. 85% RISERVA SANGIOVESE sangiovese min. 85% RISERVA
Anatra alle ciliegie
Resa
Alcol
Affinamento
9
12
4
9
12
30
9
12
4
9
12
30
In questa denominazione spiccano vini rossi ben strutturati e con buona predisposizione all’affinamento. Le Riserve, in particolare, presentano ottime caratteristiche evolutive, con colore rubino intenso con riflessi granato più o meno accentuati, profumi di ciliegia e viola nel Sangiovese, erbacei e fruttati nel Merlot e nel Cabernet, arricchiti da sentori di confetture e spezie. Secchi e caldi, con buona morbidezza, elegante componente tannica e struttura ben equilibrata, sono ottimi con fagioli all’uccelletto, anatra alle ciliegie, salsiccia di cinghiale, bistecche di maiale al vino, cinghiale in “dolce e forte” e pecorini stagionati.
COLLI DI LUNI DOC interregionale tra Liguria e Toscana, descritta in Liguria.
Toscana
Vini e vitigni
351
Emilia-Romagna
Emilia-Romagna