Il Vino Italiano Panorama vitivinicolo attraverso le denominazioni di origine
Emilia-Romagna
Emilia-Romagna
ZONE DI PRODUZIONE DEI VINI DOCG E DOC 8
3
7
11
13
9
LOMBARDIA
PIACENZA
PARMA REGGIO EMILIA
FERRARA
ter
no
Idice
RAVENNA
S an
hia
e
n Imola to on Faenza M
Reno
Cervia
FORLĂŹ o
nc Ro
TOSCANA
CESENA RIMINI Savi o
Secc
Pan a
LIGURIA
ro
En za
Pa rm
a
Comacchio
MODENA BOLOGNA
Riccione
RSM MARCHE
1
2
4
6
5 10
12
1
Colli Piacentini
2
Colli di Parma
8
Modena o di Modena
3
Colli di Scandiano e di Canossa
9
Reno
4
Reggiano
10
Colli Bolognesi Colli Bolognesi Classico Pignoletto
5
Lambrusco di Sorbara
11
Bosco Eliceo
6
Lambrusco Gasparossa di Castelvetro
12
Albana di Romagna DOCG Romagna Albana Spumante
7
Lambrusco Salamino di Santa Croce
13
Sangiovese di Romagna
Emilia-Romagna
Tar o
a
Nu re
bbi Tre
VENETO
353
Vitigni idonei alla coltivazione in regione
Emilia-Romagna
A bacca bianca, tra i più coltivati: trebbiano romagnolo, albana, pignoletto, malvasia di Candia aromatica, montù, sauvignon, ortrugo, chardonnay e trebbiano modenese. Gli altri: alionza, bervedino, biancame, bombino bianco, durella, garganega, malvasia bianca di Candia, marsanne, melara, moscato bianco, mostosa, müller thurgau, pinot bianco, riesling, riesling italico, santa maria, semillon, spergola, tocai friulano, trebbiano toscano, verdea e verdicchio bianco. A bacca grigia/rosa: malvasia rosa, pinot grigio e traminer aromatico. A bacca rossa, tra i più coltivati: sangiovese, ancellotta, lambrusco salamino, barbera, lambrusco marani, lambrusco grasparossa, croatina, lambrusco di Sorbara, fortana, lambrusco maestri, cabernet sauvignon e merlot. Gli altri: alicante, bonarda, cabernet franc, canina nera, carmenere, centesimino, ciliegiolo, dolcetto, ervi, gamay, groppello gentile, lambrusco montericco, lambrusco oliva, lambrusco viadanese, malbo gentile, marzemino, merlese, montepulciano, negretto, petit verdot, pinot nero, raboso veronese, sgavetta, syrah, terrano, uva longanesi e uva tosca.
354
I vini dell’Emilia-Romagna DOCG: Albana di Romagna. DOC: Bosco Eliceo, Cagnina di Romagna, Colli Bolognesi, Colli Bolognesi Classico Pignoletto, Colli di Faenza, Colli d'Imola, Colli di Parma, Colli di Rimini, Colli di Scandiano e di Canossa, Colli Piacentini, Colli Romagna Centrale, Lambrusco di Sorbara, Lambrusco Grasparossa di Castelvetro, Lambrusco Salamino di Santa Croce, Modena o di Modena, Pagadebit di Romagna, Reggiano, Reno, Romagna Albana Spumante, Sangiovese di Romagna, Trebbiano di Romagna. IGT: Bianco di Castelfranco Emilia, Emilia o dell'Emilia, Forlì, Fortana del Taro, Ravenna, Rubicone, Sillaro o Bianco del Sillaro, Terre di Veleja, Val Tidone.
I VQPRD
ALBANA DI ROMAGNA Zona di produzione: comprende i comuni di Bertinoro, Castrocaro Terme e Terra del Sole, Cesena, Forlì, Forlimpopoli, Longiano, Meldola, Montiano, Roncofreddo e Savignano sul Rubicone, in provincia di Forlì-Cesena; Brisighella, Casola Valsenio, Castel Bolognese, Faenza, Riolo Terme, in quella di Ravenna; Borgo Tossignano, Casalfiumanese, Castel San Pietro Terme, Dozza, Fontanelice, Imola e Ozzano dell’Emilia, in quella di Bologna. Resa: max. 10 t/ha. Vitigno: albana. Epoca migliore per il consumo: Secco, Amabile e Dolce mediamente 1-2 anni, Passito 4-8. Vini SECCO
Alcol 12
AMABILE
12.5
DOLCE
8.5+4
PASSITO PASSITO RISERVA
Affinamento
12.5+4.5
10
4-11+20-13
13
Emilia-Romagna
DOCG Decreto 02/07/2004 - G.U. 22/07/2004. Ha sostituito il D.P.R. 13/04/1987.
355
Emilia-Romagna
Il vitigno albana dà vini di colore giallo paglierino appena dorato, con profumi fruttati e floreali di buona intensità, bella freschezza e buona struttura. La tipologia Secco si abbina con salumi, lasagne al forno, garganelli al ragù, pesce alla griglia e al forno; l’Amabile e il Dolce con dolci di pasticceria secca e ciambelle casalinghe. Molto adatto all’appassimento, l’albana dà in questo caso vini di colore dorato con sfumature ambrate, e il profumo libera sentori di frutta gialla, albicocca e pesca mature, vaniglia e miele. Il sapore è dolce, vellutato e persistente, con un lungo ed elegante fondo di spezie e confetture. Si abbina molto bene con pasticceria secca ma anche con foie gras e formaggi erborinati e, soprattutto, con il formaggio di fossa di Sogliano al Rubicone e Talamello.
356
Grappolo di albana passito
Emilia-Romagna
DOC DELLA PROVINCIA DI PIACENZA
357
COLLI PIACENTINI
Emilia-Romagna
Decreto 30/06/1998 - G.U. 17/07/1998. Ha sostituito il Decreto 27/08/1996, il D.M. 31/07/1993 e precedenti D.P.R. 18/07/1984 e 09/07/1967.
358
Zona di produzione: comprende il territorio a vocazione viticola delle colline piacentine, in pratica, interamente 5 comuni e in parte altri 20. Specifiche zone GUTTURNIO: è suddivisa in più comprensori e comprende interamente il territorio collinare del comune di Ziano Piacentino e in parte di Agazzano, Alseno, Borgonovo Val Tidone, Carpaneto Piacentino, Castell’Arquato, Castel San Giovanni, Gazzola, Gropparello, Lugagnano Val d’Arda, Nibbiano, Pianello Val Tidone, Piozzano, Ponte dell’Olio, Rivergaro, Vernasca e Vigolzone. GUTTURNIO CLASSICO: definita con D.P.R. del 09/07/1967, è suddivisa in tre comprensori e comprende interamente il territorio collinare del comune di Ziano Piacentino ed in parte quello di Borgonovo Val Tidone, Carpaneto Piacentino, Castell’Arquato, Castel San Giovanni, Gropparello, Lugagnano Val d’Arda, Nibbiano e Vigolzone. MONTEROSSO VAL D’ARDA: comprende parte del territorio collinare dei comuni di Alseno, Carpaneto Piacentino, Castell’Arquato, Gropparello, Lugagnano e Vernasca. TREBBIANINO VAL TREBBIA: comprende parte del territorio collinare della Val Trebbia e Val Luretta e precisamente i comuni di Agazzano, Bobbio, Coli, Gazzola, Rivergaro e Travo. VALNURE: comprende parte del territorio collinare della Val Nure e precisamente i comuni di Ponte dell’Olio, San Giorgio Piacentino e Vigolzone. VIN SANTO DI VIGOLENO: comprende in parte il territorio collinare della Valle dell’Ongina e la Valle dello Stirone ricadente nel comune di Vernasca. Altre tipologie - Secco o Abboccato, il Gutturnio, Gutturnio Classico, Trebbianino Val Trebbia, Barbera, Ortrugo, Pinot grigio, Pinot nero, Sauvignon, Cabernet sauvignon, Chardonnay e Novello; Secco, Abboccato o Amabile, il Monterosso Val d’Arda e Valnure; Secco o Dolce, il Vin Santo; Amabile o Dolce, il Vin Santo di Vigoleno, Bonarda e Malvasia, con l’obbligo della specificazione in etichetta; Tranquillo o Vivace, tutti i vini, tranne Cabernet sauvignon, Gutturnio Superiore, Gutturnio Riserva, Vin Santo e Vin Santo di Vigoleno (soltanto Tranquilli); Frizzante, tutti i vini, tranne Cabernet sauvignon, Gutturnio Superiore,
Gutturnio Riserva, Vin Santo, Vin Santo di Vigoleno, Novello e Pinot nero (soltanto Tranquilli); Secco, Abboccato, Amabile o Dolce tutti i vini, tranne Gutturnio Superiore, Gutturnio Riserva, Pinot Spumante Bianco e Pinot Spumante Rosato (solo Secchi); Spumante, il Monterosso Val d’Arda, Trebbianino Val Trebbia, Valnure, Chardonnay, Malvasia, Ortrugo, Pinot grigio e Pinot nero; Frizzante Dolce e Spumante Dolce, il Bonarda. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Rossi 1-2, Vin Santo 3-6. Altre tipologie
Resa Alcol
CHARDONNAY chardonnay min. 85%
10
11
MALVASIA malvasia di Candia aromatica min. 85%
13
10.5
PASSITO
14
ORTRUGO ortrugo min. 90%
12
11
PINOT GRIGIO pinot grigio min. 85%
10
11
SAUVIGNON sauvignon min. 85%
10
11
TREBBIANINO VAL TREBBIA 10 ortrugo 35-65%; trebbiano romagnolo e sauvignon 15-30%; malvasia di Candia aromatica e moscato bianco 10-20%; ammessi altri a bacca bianca max. 15%
11
VALNURE malvasia di Candia aromatica 20-50%; trebbiano romagnolo e ortrugo 20-65%; ammessi altri a bacca bianca max. 15%
10
11
BARBERA barbera min. 85%
13
11.5
Affinamento
22
Emilia-Romagna
Vini e vitigni
359
Vini e vitigni
Altre tipologie
Resa
Alcol
BONARDA croatina (bonarda) min. 85%
13
11.5
CABERNET SAUVIGNON cabernet sauvignon min. 85%
10
12
GUTTURNIO barbera 55-70%; croatina (bonarda) 30-45%
12
12
GUTTURNIO CLASSICO barbera 55-70%; croatina (bonarda) 30-45%
10
12
5
10 10
12 12.5
10 23
MONTEROSSO VAL D’ARDA malvasia di Candia aromatica e moscato bianco 20-50%; trebbiano romagnolo e ortrugo 20-50%; bervedino e/o sauvignon ed altri a bacca bianca max. 30%
10
11
NOVELLO pinot nero e/o barbera e/o croatina (bonarda) min. 60%; ammessi altri a bacca rossa max. 40%
13
11
PINOT NERO pinot nero min. 85%
10
11.5
PINOT SPUMANTE BIANCO pinot nero min. 85%; chardonnay max. 15%
10
11
PINOT SPUMANTE ROSATO pinot nero min. 85%; chardonnay max. 15%
10
11
Emilia-Romagna
SUPERIORE RISERVA
360
Affinamento
Altre tipologie
Resa
Alcol
Affinamento
VIN SANTO malvasia di Candia aromatica e/o ortrugo e/o sauvignon e/o marsanne e/o trebbiano romagnolo min. 80%; ammessi altri a bacca bianca max. 20%
10
16
48
VIN SANTO DI VIGOLENO marsanne e/o bervedino e/o sauvignon e/o ortrugo e/o trebbiano romagnolo min. 60%; ammessi altri a bacca bianca max. 40%
5
18
60
Il patrimonio varietale di questa zona consente la produzione di vini molto diversi tra loro, anche perché lo “spazio” lasciato ai produttori è molto ampio. Una delle peculiarità di molti vini dei Colli Piacentini è la loro piacevole vivacità, particolarmente evidente nei Frizzanti e negli Spumanti. E questo non solo in molti vini bianchi, ma anche in alcuni rossi, a volte ben più strutturati. Il Gutturnio, per esempio, conosciuto dai più come vino giovane, fruttato e di pronta beva, è prodotto sempre più spesso con doti di maggior struttura, più ricco di profumi complessi e con caratteri che si possono mantenere a lungo nel tempo. Il Colli Piacentini Gutturnio e il Gutturnio Classico Riserva sono due fiori all’occhiello di questa zona, con il loro colore rosso rubino molto profondo e ricco di componenti antocianiche, con lievi tonalità granato che si formano nel tempo, mentre i profumi si fanno via via più complessi, passando da sentori decisamente fruttati ad altri più speziati. Secco e caldo, di corpo e piuttosto tannico, si abbina molto bene con brasato al vino rosso e formaggi di media stagionatura. I vini rossi vivaci e frizzanti di questa zona si abbinano perfettamente con antipasti misti di salumi, pisarei e fasöi, pollo allo spiedo, arrosti di maiale e piatti della cucina locale a base di carni rosse. L’Ortrugo è un vino ottenuto dall’omonimo vitigno a bacca bianca, che si presenta in genere di colore giallo paglierino tendente al verdolino, con profumi delicati di fiori e di frutta, sapore secco, debole, fresco e con un leggero finale di bocca amarognolo. È l’ideale con ravioli al burro e salvia, preparazioni a base di carni bianche, formaggi come lo squacquerone e le casatelle romagnole o, come tutti gli altri vini bianchi della zona, semplici piatti di pesce.
Emilia-Romagna
Vini e vitigni
361
Emilia Emilia-Romagna
DOC DELLA PROVINCIA DI PARMA
362
COLLI DI PARMA Decreto 07/10/2002 - G.U. 18/10/2002. Ha sostituito il Decreto 04/09/1995 e il D.P.R. 28/10/1982. Modifica con Decreto 17/06/2004 - G.U. 29/06/2004.
Vini e vitigni
Resa
Alcol
CHARDONNAY chardonnay min. 95%
9
11.5
MALVASIA malvasia di Candia aromatica min. 85%; moscato bianco max. 15%
11
10.5
PINOT BIANCO pinot bianco min. 95%
9
11.5
9
11.5
7.5
11.5
9
12
PINOT GRIGIO pinot grigio min. 95% SAUVIGNON sauvignon min. 95% SPUMANTE pinot nero e/o pinot bianco e/o chardonnay
Emilia-Romagna
Zona di produzione: comprende il territorio collinare della provincia di Parma e precisamente i comuni di Calestano, Collecchio, Felino, Fidenza, Fornovo di Taro, Langhirano, Lesignano de’ Bagni, Medesano, Noceto, Sala Baganza, Salsomaggiore Terme, Terenzo, Traversetolo e Varano de’ Melegari. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Rossi 1-2. Altre tipologie – Riserva, tutti i vini bianchi, tranne lo Spumante e il Pinot Grigio, con affinamento minimo di 12 mesi, e per tutti i vini rossi, tranne il Lambrusco, con affinamento minimo di 24 mesi; Frizzante, lo Chardonnay, Malvasia, Pinot Bianco, Sauvignon, Rosso, Barbera, Bonarda e Lambrusco; Spumante, lo Chardonnay, Pinot Bianco e Sauvignon, con titolo alcolometrico minimo di 11.5 e Malvasia 10.5%; il Colli di Parma Spumante è ottenuto solo con il metodo Classico, con un procedimento di elaborazione almeno di 18 mesi, di cui 12 di permanenza sui lieviti; da Secco a Dolce, il Malvasia, Malvasia Spumante, Bonarda e Lambrusco.
363
Vini e vitigni
Resa
Alcol
10
11
10
12
BONARDA bonarda min. 85%
10
12
CABERNET FRANC cabernet franc min. 85%
10
12
CABERNET SAUVIGNON cabernet sauvignon min. 85%
10
12
LAMBRUSCO lambrusco maestri min. 85%
11
11
MERLOT merlot min. 85%
10
12
PINOT NERO pinot nero min. 85%
9
12
ROSSO barbera 60-75%; bonarda e/o croatina 25-40%; ammessi altri max. 15%
Emilia-Romagna
BARBERA barbera min. 85%
364
Questa denominazione annovera un’ampia gamma di vini e tipologie. Particolarmente apprezzabile è la Malvasia, ottenuta soprattutto da malvasia di Candia aromatica, vitigno che dà vini secchi o amabili; ricca di una fragrante aromaticità, fresca e piacevole, è piuttosto debole di corpo. Il Colli di Parma Rosso è elaborato con base barbera che qui, come nei Colli Piacentini, ci regala vini freschi ed esuberanti, profumati e un po’ aggressivi in gioventù, anche per l’innata componente acidula.
Emilia-Romagna
DOC DELLA PROVINCIA DI REGGIO EMILIA
365
COLLI DI SCANDIANO E DI CANOSSA
Emilia-Romagna
Decreto 26/07/2005 - G.U. 05/08/2005. Ha sostituito il Decreto 20/09/1996 (revoca Bianco di Scandiano) e successiva modifica con Decreto 31/07/2000. Modifica Parere favorevole G.U. 28/04/2010.
366
Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Albinea, Bibbiano, Canossa, Casalgrande, Castellarano, Montecchio Emilia, Quattro Castella, San Polo d’Enza, Scandiano, Vezzano sul Crostolo, Viano e parte di Casina, Cavriago, Reggio Emilia e Sant’Ilario d’Enza, in provincia di Reggio Emilia. BIANCO CLASSICO: comprende interamente i comuni di Albinea e parte di Casalgrande, Castellarano, Reggio Emilia, Scandiano e Viano. Resa: max. 16 t/ha; 15 il Bianco Classico, Chardonnay, Pinot, Sauvignon, Rosso e Cabernet sauvignon. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1-2 anni. Rosati 1. Rossi 1-3. Altre tipologie - Frizzante, tutti i vini, escluso il Cabernet sauvignon, con titolo alcolometrico minimo di 10.5%; Chardonnay, Pinot, Malbo gentile e Marzemino 11% e Rosso 11.5%. Spumante, il Bianco, Chardonnay, Malvasia, Pinot e Spergola, con titolo alcolometrico minimo di 11%. Novello, il Rosso, Malbo gentile e Marzemino, con titolo alcolometrico minimo di 11% e ottenuti con almeno il 50% di macerazione carbonica. Passito, il Malbo gentile, Malvasia, Marzemino, Sauvignon, Spergola, con resa max. 10 t/ha, titolo alcolometrico minimo di 10+6% e affinamento di due anni a partire dal 10 novembre, di cui almeno uno in botte di legno. Riserva, il Sauvignon, con affinamento minimo di 18 mesi e Cabernet sauvignon, con affinamento minimo di 24 mesi. Secco, Abboccato, Amabile e Dolce, il Bianco, Bianco Classico, Malvasia, Malvasia Spumante, Spergola, Spergola Spumante, Lambrusco Grasparossa, Malbo gentile e Marzemino (comprese le tipologie Frizzante). Secco o Abboccato, il Lambrusco Montericco Rosso e Lambrusco Monterosso Rosato.
Altre tipologie
BIANCO - spergola; ammessi malvasia di Candia e/o pinot bianco e/o pinot grigio e/o trebbiano romagnolo (e/o malvasia di Candia aromatica max. 5%) max. 15% CLASSICO CHARDONNAY chardonnay; ammessi pinot bianco e/o pinot grigio e/o pinot nero max. 15% MALVASIA - malvasia di Candia aromatica; ammessi malvasia di Candia e/o pinot bianco e/o pinot grigio e/o trebbiano romagnolo e/o chardonnay max. 15% PINOT pinot bianco e/o pinot grigio e/o pinot nero
Alcol 10.5 10.5 11
10.5
11
SAUVIGNON - sauvignon; ammessi malvasia di Candia e/o pinot bianco e/o pinot grigio e/o trebbiano romagnolo e/o chardonnay max. 10% RISERVA
10.5
SPERGOLA spergola
10.5
ROSSO marzemino min. 50%; cabernet sauvignon e/o malbo gentile max. 35%; ammessi altri max. 15%
11.5
CABERNET SAUVIGNON cabernet sauvignon; ammessi sangiovese e/o merlot e/o ancellotta max. 15% RISERVA
12
LAMBRUSCO lambrusco maestri, lambrusco marani, lambrusco salamino e lambrusco barghi; ammessi malbo gentile e/o marzemino e/o croatina e/o sgavetta e/o termarina e/o perla dei vivi
11
12 10.5
Emilia-Romagna
Vini e vitigni
367
Emilia-Romagna
Vini e vitigni
368
Altre tipologie
Alcol
LAMBRUSCO GRASPAROSSA lambrusco grasparossa; ammessi lambrusco marani e/o lambrusco montericco e/o ancellotta e/o malbo gentile e/o croatina max. 15%
10.5
LAMBRUSCO MONTERICCO ROSSO lambrusco montericco; ammessi lambrusco marani e/o lambrusco grasparossa e/o lambrusco salamino e/o malbo gentile e/o ancellotta e/o croatina max. 15%
10.5
LAMBRUSCO MONTERICCO ROSATO stessi del Montericco Rosso
10.5
MALBO GENTILE malbo gentile; ammessi croatina e/o sgavetta max. 15%
11
MARZEMINO marzemino; ammessi croatina e/o sgavetta e/o malbo gentile max. 15%
11
In questa DOC si comincia ad incontrare un vino simpatico e piacevole come il Lambrusco, anche se il vino più rappresentativo è il Bianco Classico dei Colli di Scandiano e di Canossa. Elaborato in diverse tipologie, è più leggero e di pronta beva se frizzante, più strutturato e armonico se tranquillo, da abbinare a piatti di salumi, ravioli con burro e salvia, rotolo alle erbe, tagliatelle con i funghi e preparazioni a base di carni bianche. Chardonnay, pinot bianco e malvasia danno in questa zona vini fini ma con caratteri poco accentuati, di colore giallo paglierino, con profumi fragranti e fruttati, struttura e sensazioni pseudocaloriche poco impegnative, da consumarsi giovani e freschi al momento dell’aperitivo o con piatti leggeri della cucina regionale. Il Sauvignon è un po’ più strutturato e ha profumi più intensi, tra i quali prevalgono quelli erbacei del bosso e della foglia di pomodoro, ma anche del litchi e della pesca, con buona persistenza aromatica e personalità, che gli permettono di sopportare un discreto affinamento.
REGGIANO
Zona di produzione: comprende i comuni di Albinea, Bagnolo in Piano, Baiso, Bibbiano, Boretto, Brescello, Cadelbosco di Sopra, Campagnola Emilia, Campegine, Canossa, Carpineti, Casalgrande, Castellarano, Castelnovo di Sotto, Cavriago, Correggio, Fabbrico, Gattatico, Gualtieri, Guastalla, Montecchio Emilia, Novellara, Poviglio, Reggio Emilia, Reggiolo, Quattro Castella, Rio Saliceto, Rolo, Rubiera, San Martino in Rio, San Polo d’Enza, Sant’Ilario d’Enza, Scandiano, Vezzano sul Crostolo e Viano. REGGIANO LAMBRUSCO SALAMINO: comprende i comuni di Bagnolo in Piano, Campagnola Emilia, Correggio, Fabbrico, Guastalla, Novellara, Reggio Emilia, Rio Saliceto, Rolo, Rubiera e San Martino in Rio. REGGIANO ROSSO: comprende i comuni di Albinea, Bagnolo in Piano, Bibbiano, Cadelbosco di Sopra, Campagnola Emilia, Campegine, Casalgrande, Cavriago, Correggio, Fabbrico, Gualtieri, Guastalla, Montecchio Emilia, Novellara, Quattro Castella, Reggio Emilia, Reggiolo, Rio Saliceto, Rolo, Rubiera, San Martino in Rio, Sant’Ilario d’Enza e Scandiano. REGGIANO BIANCO SPUMANTE: comprende i comuni di Bagnolo in Piano, Campagnola Emilia, Campegine, Correggio, Fabbrico, Gualtieri, Guastalla, Montecchio Emilia, Novellara, Reggio Emilia, Rio Saliceto, Rolo, Rubiera, San Martino in Rio e Sant’Ilario d’Enza, tutti in provincia di Reggio Emilia. Resa: max. 18 t/ha. Titolo alcolometrico minimo: 10.5%; 11% il Novello e Spumante. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1 anno. Altre tipologie - Rosso e Rosato, tutti i vini, escluso il Rosso e sue versioni e Spumante Bianco. Spumante, il Lambrusco. Frizzante, tutti i vini, escluso il Rosso Novello e lo Spumante. Novello, il Lambrusco e il Rosso, ottenuto con macerazione carbonica di almeno il 50%. Secco, Abboccato, Amabile e Dolce, tutti i vini, escluso il Novello.
Emilia-Romagna
Decreto 25/05/2009 - G.U. 15/06/2009. Ha sostituito i Decreti 13/06/2005, 23/09/2002, 29/07/2000, 26/11/1996 e successive modifiche. Già revocato la DOC Lambrusco Reggiano e i D.P.R. 22/07/1971, 14/09/1978 e successiva modifica. Modifica Parere favorevole G.U. 30/03/2010.
369
Vini e vitigni LAMBRUSCO - lambrusco: marani e/o salamino e/o montericco e/o maestri e/o di Sorbara e/o grasparossa e/o viadanese e/o oliva e/o barghi, min. 85%; ammessi ancellotta, malbo gentile e lambrusco a foglia frastagliata max. 15% LAMBRUSCO SALAMINO - lambrusco salamino min. 85%; ammessi ancellotta e/o lambrusco marani e/o lambrusco di Sorbara e/o malbo gentile max. 15% ROSSO - ancellotta 30-60%; lambrusco: salamino e/o marani e/o di Sorbara e/o maestri, grasparossa e/o oliva e/o viadanese e/o a foglia frastagliata e/o malbo gentile e/o sangiovese e/o merlot e/o cabernet sauvignon e/o marzemino e/o fogarina, per la differenza
Emilia-Romagna
SPUMANTE (BIANCO) - lambrusco: marani e/o salamino e/o montericco e/o maestri e/o di Sorbara e/o malbo gentile (vinificati in bianco)
370
Il Lambrusco è un vino prodotto prevalentemente in due province, quelle di Modena e di Reggio Emilia, su una superficie di oltre 8.500 ha di vigneto. La maggior parte dei produttori è riunita in un solido sistema di cantine sociali, che rendono il Lambrusco un esempio di “filiera corta” particolarmente integrata, che nel tempo ha dato la scossa a un ampio processo di rinnovamento e di successo, testimoniato anche dalla crescente richiesta di reimpianti. C’è quindi un rinnovato interesse verso questo prodotto che, negli ultimi 20 anni, ha fatto enormi passi in avanti anche sotto il profilo della qualità, che ha consentito un ulteriore consolidamento sui mercati. Mosto in fermentazione
DOC DELLA PROVINCIA DI MODENA
3 Mirandola Finale Emilia San Prospero Carpi Bomporto
1 MODENA Castelfranco Emilia
2
Sassuolo Vignola Savignano sul Panaro Serramazzoni
Sestola
1
Lambrusco di Sorbara
2
Lambrusco Grasparossa di Castelvetro
3
Lambrusco Salamino di Santa Croce
4
Modena o di Modena
4
Emilia-Romagna
Castelfranco di Modena
371
LAMBRUSCO DI SORBARA
Emilia-Romagna
Decreto 27/07/2009 - G.U. 13/08/2009. Ha sostituito il Decreto 01/08/1997, il D.P.R. 01/05/1970 e successive modifiche.
372
Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Bastiglia, Bomporto, Nonantola, Ravarino, San Prospero e parte di Campogalliano, Camposanto, Carpi, Castelfranco Emilia, Modena, San Cesario sul Panaro e Soliera, in provincia di Modena. Resa: max. 18 t/ha. Vitigni: lambrusco di Sorbara min. 60%; lambrusco salamino max. 40%; ammessi altri lambruschi, da soli o congiuntamente, max. 15%. Titolo alcolometrico minimo: 10.5% il Frizzante; 11% lo Spumante. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1 anno. Tipologie - Secco o Asciutto, Abboccato o Semisecco, Amabile e Dolce, tutti i vini. I vini sono ottenuti ricorrendo alla pratica della fermentazione/rifermentazione naturale in bottiglia (fermentazione in bottiglia secondo il metodo tradizionale o metodo tradizionale o metodo classico o metodo tradizionale classico) e della fermentazione/rifermentazione naturale in autoclave, come previsto dalle norme comunitarie e nazionali. Vini LAMBRUSCO DI SORBARA ROSSO SPUMANTE LAMBRUSCO DI SORBARA ROSATO SPUMANTE LAMBRUSCO DI SORBARA ROSSO FRIZZANTE LAMBRUSCO DI SORBARA ROSATO FRIZZANTE
LAMBRUSCO GRASPAROSSA DI CASTELVETRO
Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Castelfranco Emilia, Castelnuovo Rangone, Castelvetro di Modena, Fiorano Modenese, Formigine, Maranello, Marano sul Panaro, Prignano sulla Secchia, San Cesario sul Panaro, Savignano sul Panaro, Spilamberto, Sassuolo, Vignola e parte di Modena, in provincia di Modena. Resa: max. 18 t/ha. Vitigni: lambrusco grasparossa min. 85%; ammessi altri lambruschi e malbo gentile, da soli o congiuntamente, max. 15%. Titolo alcolometrico minimo: 10.5% il Frizzante; 11% lo Spumante. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1 anno. Tipologie - Secco o Asciutto, Abboccato o Semisecco, Amabile e Dolce, tutti i vini. I vini sono ottenuti ricorrendo alla pratica della fermentazione/rifermentazione naturale in bottiglia (fermentazione in bottiglia secondo il metodo tradizionale o metodo tradizionale o metodo classico o metodo tradizionale classico) e della fermentazione/rifermentazione naturale in autoclave, come previsto dalle norme comunitarie e nazionali. Vini LAMBRUSCO GRASPAROSSA DI CASTELVETRO ROSSO SPUMANTE LAMBRUSCO GRASPAROSSA DI CASTELVETRO ROSATO SPUMANTE LAMBRUSCO GRASPAROSSA DI CASTELVETRO ROSSO FRIZZANTE LAMBRUSCO GRASPAROSSA DI CASTELVETRO ROSATO FRIZZANTE
Emilia-Romagna
Decreto 27/07/2009 - G.U. 14/08/2009. Ha sostituito il Decreto 30/07/1997, il D.P.R. 01/05/1970 e successive modifiche.
373
LAMBRUSCO SALAMINO DI SANTA CROCE
Emilia-Romagna
Decreto 27/07/2009 - G.U. 14/08/2009. Ha sostituito il Decreto 31/07/1997, il D.P.R. 01/05/1970 e successive modifiche.
374
Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Cavezzo, Concordia sulla Secchia, Medolla, Novi di Modena, San Felice sul Panaro, San Possidonio e parte di Campogalliano, Camposanto, Carpi, Finale Emilia, Mirandola, Modena e Soliera, in provincia di Modena. Resa: max. 19 t/ha. Vitigni: lambrusco salamino min. 85%; ammessi altri lambruschi, ancellotta e fortana (uva d’oro), da soli o congiuntamente, max. 15%. Titolo alcolometrico minimo: 10.5% il Frizzante; 11% lo Spumante. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1 anno. Tipologie - Secco o Asciutto, Abboccato o Semisecco, Amabile e Dolce, tutti i vini. I vini sono ottenuti ricorrendo alla pratica della fermentazione/rifermentazione naturale in bottiglia (fermentazione in bottiglia secondo il metodo tradizionale o metodo tradizionale o metodo classico o metodo tradizionale classico) e della fermentazione/rifermentazione naturale in autoclave, come previsto dalle norme comunitarie e nazionali. Vini LAMBRUSCO SALAMINO DI SANTA CROCE ROSSO SPUMANTE LAMBRUSCO SALAMINO DI SANTA CROCE ROSATO SPUMANTE LAMBRUSCO SALAMINO DI SANTA CROCE ROSSO FRIZZANTE LAMBRUSCO SALAMINO DI SANTA CROCE ROSATO FRIZZANTE
Il Lambrusco: una specie di compendio del carattere di questa terra, così aperta e cordiale, generosa e schietta come un bicchiere di questo vino, così simpatico e poco presuntuoso, ma altrettanto piacevole e famoso. La caratteristica principale del lambrusco, o meglio, di tutte le varietà di questo vitigno, è quella di regalare vini frizzanti, spiccatamente freschi e fragranti, con caratteri che li avvicinano più ai vini bianchi che a quelli rossi. I profumi vi-
Gratin di maccheroni
Emilia-Romagna
nosi, fruttati e floreali con ricordi di violetta, esprimono tutta la vivacità della loro gioventù e devono essere apprezzati proprio per questo. Anche in bocca le sensazioni prevalenti sono quelle legate alla freschezza e alla vivacità, con tannini appena accennati e corpo piuttosto debole. Il lambrusco marani è un vitigno che dà vini da consumarsi solo in piena gioventù, vinosi e in genere amabili e frizzanti, mentre il lambrusco maestri, vigoroso e produttivo, dà un vino molto colorato, fruttato, di media struttura e buona acidità. Il Lambrusco prodotto nella DOC Reggiano è ottenuto da uvaggi, contrariamente agli altri, prodotti da monovitigno o con un vitigno decisamente prevalente. Il Lambrusco di Sorbara è dotato di un colore rosso rubino chiaro con spuma leggermente rosea, e di profumi freschi in cui si riconosce il sentore della violetta, il carattere più tipico e inconfondibile di questo vino. Il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro è il più colorato, con un bellissimo ed esuberante colore porpora o rosso rubino intenso con decisi riflessi violacei, spuma cremosa ed orli della stessa tonalità, profumi di frutti di bosco e uva matura, con note di viola mammola; il sapore è pieno e deciso. In alcuni casi, però, questo
375
è un vino un po’ più strutturato, sempre moderatamente tannico e con profumi un po’ più evoluti se, per esempio, si degusta il prodotto ottenuto da uve coltivate nelle zone collinari e sottoposte a macerazioni più lunghe. Il Lambrusco Salamino di Santa Croce ha caratteristiche intermedie, che lo avvicinano un po’ al Reggiano. È ottenuto da un vitigno che dà molto colore, intensi profumi vinosi e fruttati, medio corpo, un po’ di tannini, media alcolicità e buona acidità. I migliori abbinamenti di questi vini sono con piatti di salumi, gratin di maccheroni, lasagne al forno e tagliatelle al ragù, fagioli con le cotiche, ciccioli, bolliti misti, arrosti di maiale, zampone e cotechino con le lenticchie.
MODENA o DI MODENA
Emilia-Romagna
DOC riconosciuta con Decreto 27/072009 - G.U. 10/08/2009.
376
Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Bastiglia, Bomporto, Campogalliano, Camposanto, Carpi, Castelfranco Emilia, Castelnuovo Rangone, Castelvetro di Modena, Cavezzo, Concordia sulla Secchia, Finale Emilia, Fiorano Modenese, Formigine, Guiglia, Maranello, Marano sul Panaro, Medolla, Mirandola, Modena, Nonantola, Novi di Modena, Prignano sulla Secchia, Ravarino, San Cesario sul Panaro, San Felice sul Panaro, San Possidonio, San Prospero sulla Secchia, Sassuolo, Savignano sul Panaro, Serramazzoni, Soliera, Spilamberto e Vignola, in provincia di Modena. Resa: max. 23 t/ha; 18 il Pignoletto. Titolo alcolometrico minimo: la tipologia Frizzante dei vini Bianco, Pignoletto, Rosato, Rosso, Lambrusco Rosso e Lambrusco Rosato 10.5%; tutti gli altri 11%. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1-2 anni, Rosati 1, Rossi 1-3. La specificazione del nome di vitigno e della tipologia, possono precedere la denominazione di origine controllata “di Modena”. Le tipologie Spumante e Frizzante, sono ottenuti con i metodi della fermentazione/rifermentazione naturale in bottiglia “fermentazione in bottiglia secondo il metodo tradizionale” o “metodo tradizionale” o “metodo classico” o “metodo tradizionale classico” o della fermentazione/rifermentazione naturale in autoclave. La tipologia Spumante del Lambrusco Rosso, Lambrusco Rosato, Rosso, Rosato e Pignoletto, prevede le versioni: Secco, Semisecco, Amabile e Dolce. Per le tipologie Frizzante e Spumante è obbligatorio il riferimento del residuo zuccherino come stabilito dalla normativa comunitaria.
Vini e vitigni
Altre tipologie
BIANCO SPUMANTE - montuni e/o pignoletto e/o trebbiano (tutte le varietĂ e cloni idonei in Emilia-Romagna), min. 85% FRIZZANTE LAMBRUSCO SPUMANTE - lambrusco grasparossa, lambrusco salamino, lambrusco di Sorbara, lambrusco marani, lambrusco maestri, lambrusco montericco, lambrusco oliva, lambrusco a foglia frastagliata, da soli o congiuntamente, min. 85%; sono ammessi ancellotta e/o malbo gentile e/o fortana max. 15% ROSATO SPUMANTE FRIZZANTE ROSATO FRIZZANTE NOVELLO FRIZZANTE
ROSSO FRIZZANTE - lambrusco grasparossa, lambrusco salamino, lambrusco di Sorbara, lambrusco marani, lambrusco maestri, lambrusco montericco, lambrusco oliva, lambrusco a foglia frastagliata min. 85%; sono ammessi ancellotta e/o fortana e/o altri vitigni a bacca nera idonei in Emilia-Romagna, max. 15%. SPUMANTE NOVELLO FRIZZANTE ROSATO SPUMANTE - stessi del Rosso FRIZZANTE
La nuova DOC Modena o di Modena, in sostituzione della IGT, prevede la valorizzazione di numerose versioni di Lambrusco, principe assoluto nel modenese. Questa denominazione comprende anche il Bianco e il Pignoletto, vini che ampliano la proposta enologica e si abbinano bene con preparazioni gastronomiche delicate.
Emilia-Romagna
PIGNOLETTO SPUMANTE - pignoletto, min. 85% FRIZZANTE
377
RENO Decreto 20/05/2009 - G.U. 15/06/2009. Ha sostituito il Decreto 14/02/1997 che aveva sostituito e revocato la DOC Montuni del Reno e il D.P.R. 22/06/1987. Zona di produzione: comprende 28 comuni, in provincia di Bologna e 5 in quella di Modena. Resa: max. 18 t/ha. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-2 anni. Tipologie: Secco, Abboccato, Amabile e Dolce, tutti i vini.
Emilia-Romagna
Vini e vitigni
378
Altre tipologie
Alcol
BIANCO albana e/o trebbiano romagnolo min. 40% FRIZZANTE SPUMANTE
10.5
MONTUNI montù min. 85%
10.5 FRIZZANTE SPUMANTE
PIGNOLETTO pignoletto min. 85%
10.5 11
10.5 11 10.5
FRIZZANTE SPUMANTE
11 11
Il montù è un ceppo a bacca bianca di antica tradizione della piana bolognese, dal quale si ottiene il Reno Montuni, di colore giallo paglierino tenue, con discreti profumi fruttati, poco caldo, fresco e dotato di buona sapidità. Bevuto giovane, soprattutto il Frizzante, è particolarmente piacevole con minestre in brodo, pollame e altre carni bianche.
ZONE DI PRODUZIONE DEI VINI COLLI BOLOGNESI DOC
Crespellano
3 8
Bazzano
BOLOGNA
Zola Predosa Casalecchio di Reno
Savignano sul Panaro
San Lazzaro di Savena
Monteveglio
Ozzano dell'Emilia Ren o
Castello di Serravalle
2
Sasso Marconi
Savigno
Pianoro
o Ren
7
6
1
9
1
Colli Bolognesi Classico Pignoletto
2
Colli Bolognesi
5
Sottozone
3
Colline di Oliveto
6
Monte San Pietro
8
Terre di Montebudello
4
Colline di Riosto
7
Serravalle
9
Zola Predosa
5
Colline Marconiane
Emilia-Romagna
Marzabotto
Savena
Setta
4
379
COLLI BOLOGNESI
Emilia-Romagna
Decreto 12/08/1995 - G.U. 14/09/1995. Ha sostituito il D.M. 31/07/1993.
380
Zona di produzione: comprende interamente il territorio collinare dei comuni di Castello di Serravalle, Marzabotto, Monte San Pietro, Monteveglio, Pianoro, Sasso Marconi, Savigno, ed in parte quelli di Bazzano, Bologna, Casalecchio di Reno, Crespellano, Monterenzio, San Lazzaro di Savena e Zola Predosa, tutti in provincia di Bologna, e parte di Savignano sul Panaro, in quella di Modena. Sottozone COLLINE DI RIOSTO: comprende parte del comune di Pianoro. COLLINE MARCONIANE: comprende parte dei comuni di Casalecchio di Reno e Sasso Marconi. ZOLA PREDOSA: comprende la parte collinare del comune di Zola Predosa. MONTE SAN PIETRO: comprende l’intero territorio del comune di Monte San Pietro. COLLINE DI OLIVETO: comprende parte dell’area collinare dei comuni di Crespellano e Monteveglio. TERRE DI MONTEBUDELLO: comprende parte dei comuni di Bazzano e Monteveglio, in provincia di Bologna, e Savignano sul Panaro in provincia di Modena. SERRAVALLE: comprende parte del comune di Castello di Serravalle. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Rossi 2-3, Riserva 5-8. Altre tipologie - Tranquillo, Vivace e Frizzante, il Barbera, Sauvignon, Riesling italico, Pignoletto, Pinot bianco, Chardonnay e Bianco. Secco o Abboccato, il Bianco, Chardonnay, Pignoletto, Pinot Bianco, Riesling Italico, Sauvignon e Barbera. Spumante Secco e Amabile, lo Chardonnay, Pignoletto e Pinot Bianco, con titolo alcolometrico minimo di 11%. Sono permesse le dizioni Secco o Asciutto, solo se il contenuto in zuccheri riduttori non supera 4 g/l. È obbligatoria la menzione Amabile, qualora il residuo zuccherino sia compreso tra 12-30 g/l.
Altre tipologie
Resa Alcol
BIANCO albana 60-80% e trebbiano romagnolo 20-40%
13
10.5
CHARDONNAY chardonnay min. 85%
12
11
PIGNOLETTO pignoletto min. 85%
12
11
SUPERIORE
12
PINOT BIANCO pinot bianco min. 85%
11
11
RIESLING ITALICO riesling italico min. 85%
12
11
SAUVIGNON sauvignon min. 85%
12
11
SUPERIORE BARBERA barbera min. 85%
SECCO/AMABILE
12 12
RISERVA CABERNET SAUVIGNON cabernet sauvignon min. 85%
11.5 12
10 RISERVA
MERLOT merlot min. 85%
PIGNOLETTO FRIZZANTE SAUVIGNON sauvignon
SECCO/AMABILE
36
11.5 12
12
11
9
12
9
11.5
9
12
Sottozona COLLINE DI RIOSTO PIGNOLETTO pignoletto min. 90%
Affinamento
36
Emilia-Romagna
Vini e vitigni
381
Vini e vitigni
Altre tipologie
BARBERA barbera
Resa
Alcol
9
11.5
RISERVA CABERNET SAUVIGNON cabernet sauvignon
12.5 8
RISERVA
Affinamento
36
12 12.5
36
Sottozona COLLINE MARCONIANE PIGNOLETTO pignoletto min. 85%
10
11.5
10
11
10
15
SAUVIGNON sauvignon min. 85%
7
12
BARBERA barbera min. 85%
9 RISERVA
12.5 12.5
36
CABERNET SAUVIGNON cabernet sauvignon min. 85%
RISERVA
12 12.5
36
SECCO/ABBOCCATO
PIGNOLETTO SPUMANTE
Emilia-Romagna
PIGNOLETTO PASSITO
382
AMABILE/DOLCE
8
Sottozona ZOLA PREDOSA CHARDONNAY chardonnay
SECCO/ABBOCCATO
9
11.5
PIGNOLETTO pignoletto
SECCO/ABBOCCATO
9
11.5
SAUVIGNON sauvignon
9
11.5
CABERNET SAUVIGNON cabernet sauvignon min. 85%
8
12
30
Vini e vitigni
Altre tipologie
Resa
Alcol
Affinamento
8.5
12
24
PIGNOLETTO pignoletto
9
12
PINOT BIANCO pinot bianco
8
12
SAUVIGNON sauvignon
8
12
BARBERA barbera
9
12
CABERNET SAUVIGNON cabernet sauvignon
8
12
CHARDONNAY chardonnay min. 85%
10
11
CHARDONNAY SPUMANTE chardonnay min. 85%; pinot nero max. 15% SECCO/AMABILE
10
11
PIGNOLETTO pignoletto min. 85%
10
11.5
MERLOT merlot min. 85% Sottozona MONTE SAN PIETRO
Emilia-Romagna
24
Sottozona COLLINE DI OLIVETO
PIGNOLETTO FRIZZANTE
SECCO/AMABILE
10
11
PIGNOLETTO PASSITO
AMABILE/DOLCE
10
15
9
12
8
12 12.5
SAUVIGNON sauvignon min. 85% CABERNET SAUVIGNON cabernet sauvignon min. 85%
RISERVA
36
383
Vini e vitigni
Altre tipologie
Resa
Alcol
Affinamento
Sottozona TERRE DI MONTEBUDELLO
Emilia-Romagna
PIGNOLETTO pignoletto min. 85%
384
9 SUPERIORE (residuo zuccherino max. 4 g/l)
12
PIGNOLETTO SPUMANTE pignoletto min. 85%; pinot nero max. 15% SECCO/AMABILE
9
11
SAUVIGNON sauvignon min. 85%
9
12
SUPERIORE (residuo zuccherino max. 4 g/l)
BARBERA RISERVA barbera min. 85%
9
12
36
CABERNET SAUVIGNON RISERVA cabernet sauvignon min. 85%
8
12
36
PIGNOLETTO pignoletto min. 85%; chardonnay max. 15%
9
12
5
SAUVIGNON sauvignon
8
12
5
BARBERA barbera min. 85%; cabernet sauvignon max. 15%
9
12
12
12
36
12.5
12
12.5
36
Sottozona SERRAVALLE
RISERVA CABERNET SAUVIGNON cabernet sauvignon min. 85%; merlot max. 15%
8 RISERVA
Emilia-Romagna
Non c’è che l’imbarazzo della scelta in questa denominazione, che ha come marchio l’inconfondibile asso di coppe! Si può dire che tutte le tipologie di vini siano prodotte in questa zona, nella quale i vigneti sono spesso incorniciati, o non lontani, dal verde dei boschi. Ed è l’essenza del bosco che mantiene fresche le zolle e compatti i terreni in pendio. Il “re dei Colli Bolognesi” è sicuramente il pignoletto, vitigno autoctono che ha ricevuto un riconoscimento autonomo nell’omonima DOC. In questa ampia zona di produzione dà un vino ottimo da aperitivo, fruttato, delicato e poco strutturato, perfetto anche con antipasti delicati di mare, tigelle, preparazioni a base di uova e di verdure. Sauvignon, Riesling, Chardonnay e Pinot bianco, nelle diverse tipologie, non hanno grande struttura, ma si fanno apprezzare soprattutto per la fragranza dei loro profumi, non molto intensi ma fini, tipicamente fruttati o con leggeri sentori erbacei. Serviti freschi sono perfetti con prosciutto e melone, antipasti di pesce, tagliatelle e tortelloni al burro e salvia, fritture e grigliate di pesce, preparazioni a base di carni bianche. Non è una zona di grandi vini rossi ma, per esempio, la tipologia Riserva del Cabernet sauvignon e del Barbera ha buone doti di struttura e complessità, che rendono questi vini adatti ad abbinamenti con carni rosse arrosto e alla griglia, ma anche con brasati, cacciagione e formaggi stagionati. Gli altri vini rossi sono l’ideale complemento per salumi misti, lasagne al forno, tagliatelle al ragù, fegatelli di maiale, involtini alla cacciatora e spiedini di carne.
385
COLLI BOLOGNESI CLASSICO PIGNOLETTO DOC riconosciuta con Decreto 04/08/1997 - G.U. 02/09/1997.
Emilia-Romagna
Zona di produzione: comprende interamente il territorio dei comuni di Monte San Pietro e Monteveglio e parte di Bazzano, Casalecchio di Reno, Castello di Serravalle, Crespellano, Sasso Marconi e Zola Predosa, in provincia di Bologna, parte di Savignano sul Panaro, in quella di Modena. Resa: max. 9 t/ha. Vitigni: pignoletto; pinot bianco e/o riesling italico e/o trebbiano romagnolo max. 15%. Titolo alcolometrico minimo: 12%. Affinamento: minimo 5 mesi. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-2 anni.
386
Il pignoletto è una varietà di vitigno molto duttile, piuttosto rustica, che dà vini di colore giallo paglierino tenue con riflessi verdolini, profumi decisamente fruttati con sentori di mela, pesca, ananas e mandorla, ma anche floreali e leggermente erbacei. Al gusto si rivela caldo e morbido, abbastanza fresco e ben strutturato, con buona persistenza aromatica che si chiude con un gradevole finale ammandorlato. È ideale per accompagnare tortellini in brodo, pesci alla griglia o bolliti e serviti con salse semplici, lumache e formaggi freschi. Questo stesso vitigno, con il nome di rébola, è coltivato da tempo nel riminese, dove viene tenuto in grande considerazione perché dà vini di buona qualità, anche passiti.
Emilia-Romagna
DOC DELLA PROVINCIA DI FERRARA
387
BOSCO ELICEO Decreto 10/07/2002 - G.U. 05/08/2002. Ha sostituito il D.P.R. 03/01/1989, modifica con Decreto 18/01/1996.
Emilia-Romagna
Zona di produzione: comprende i comuni di Goro, Lagosanto, Mesola e parte di Argenta, Codigoro e Comacchio, in provincia di Ferrara; Ravenna e Cervia, in quella di Ravenna. Resa: max. 15 t/ha. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Rossi 1-2. Altre tipologie - Secco, Abboccato, Amabile e Dolce, il Bianco e Fortana. Secco, Abboccato e Amabile, il Sauvignon. Secco e Abboccato, il Merlot. Frizzante, il Bianco, Sauvignon e Fortana.
388
Vitigni
Alcol
BIANCO trebbiano romagnolo min. 70%; sauvignon e malvasia bianca di Candia max. 30%; ammessi altri max. 5%
10.5
SAUVIGNON sauvignon min. 85%; trebbiano romagnolo max. 15%
11
FORTANA fortana min. 85%
10.5
MERLOT merlot min. 85%
10.5
Un paesaggio con canali, valli e lagune, fa da sfondo ad un territorio dove si stanno riscoprendo i cosiddetti “vini della sabbia”, ottenuti da vitigni coltivati in terreni sabbiosi e salmastri. Dal fortana o uva d’oro si ottengono vini da bersi entro l’anno, di colore rosso rubino poco intenso. Il profumo è fruttato, con sentori delicati di mora, lampone e ciliegia. Il gusto è leggermente acidulo, con note salmastre, piuttosto debole e poco tannico, e può accompagnare anguilla arrostita o marinata e fritture di pesce di valle, arrosti leggeri e la tipica salama da sugo.
ZONE DI PRODUZIONE DEI VINI DOCG E DOC
Comacchio
BOLOGNA
1
Imola
Lugo
RAVENNA Faenza
Cervia
FORLÍ
2
Cesenatico
Predappio
CESENA
RIMINI
TOSCANA
Riccione RSM
Bagno di Romagna
Comacchio
BOLOGNA Lugo
3
Imola Faenza
RAVENNA Cervia
FORLÍ
TOSCANA
Predappio
Cesenatico
CESENA
RIMINI
4
Riccione RSM
Bagno di Romagna
MARCHE
1
Albana di Romagna DOCG Romagna Albana Spumante
3
Trebbiano di Romagna
2
Cagnina di Romagna
4
Pagadebit di Romagna
Emilia-Romagna
MARCHE
389
ROMAGNA ALBANA SPUMANTE Decreto 13/04/2010 - G.U. 23/04/2010. Ha sostituito il Decreto 05/06/1995.
Emilia-Romagna
Zona di produzione: comprende la stessa dell’Albana di Romagna DOCG, in pratica 7, 5 e 10 comuni, rispettivamente delle province di Bologna, Ravenna e Forlì-Cesena. Resa: max. 9 t/ha. Vitigno: albana. Titolo alcolometrico minimo: 16%. Le uve devono assicurare un titolo alcolometrico minimo del 13% e dopo essere state sottoposte ad un leggero appassimento del 16% complessivo (zuccheri riduttori da svolgere oltre 60 g/l). Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-2 anni. Per i vini ROMAGNA ALBANA SPUMANTE è ammessa la menzione Vigna.
390
L’albana è un vitigno molto generoso, sia dal punto di vista quantitativo sia della sintesi degli zuccheri. Vitigno autoctono romagnolo per eccellenza, perché coltivato esclusivamente in questa terra, dà a questo vino una marcia in più quanto a tipicità, territorialità e originalità. Il Romagna Albana Spumante, si ottiene in purezza dopo leggero appassimento di queste uve, a volte con la fermentazione svolta in parte nelle tradizionali botti di rovere. Giallo paglierino tendente al dorato, questo spumante ha un profumo intenso, fruttato e floreale, con sentori di mela e pera, erbe aromatiche e cedro. Il gusto è gradevole, tra amabile e dolce, con buone morbidezza e freschezza, media sapidità, si abbina molto bene con zuccherini e bracciatelli, scroccadenti, dolci di carnevale, latte brulé e zuppa inglese.
ZONE DI PRODUZIONE DI ALCUNI VINI DOC
1
Comacchio
BOLOGNA Lugo
Imola
3
RAVENNA Faenza
Cervia
FORLÍ
Cesenatico
Predappio
CESENA
RIMINI
TOSCANA
4
Riccione RSM
Bagno di Romagna
Comacchio
BOLOGNA Lugo
2
Imola Faenza
RAVENNA Cervia
FORLÍ
5 TOSCANA
Cesenatico
CESENA
Predappio
RIMINI Riccione RSM
Bagno di Romagna
MARCHE
1
Bosco Eliceo
2
Colli d'Imola
Sangiovese di Romagna
3 4
Sangiovese di Romagna Superiore
5
Colli di Faenza
6
Colli Romagna Centrale
7
Colli di Rimini
6 7
Emilia-Romagna
MARCHE
391
SANGIOVESE DI ROMAGNA Decreto 01/08/2008 - G.U. 21/08/2008. Ha sostituito il Decreto 07/10/2003, D.M. 05/11/1992, D.P.R. 09/07/1967 e successive modifiche. Modifica con Decreto 02/02/2010 - G.U. 20/02/2010. Zona di produzione: comprende interamente o in parte 7, 5, 23 e 19 comuni, rispettivamente delle province di Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. SUPERIORE: comprende un’area più ristretta e solo collinare. Resa: max. 11 t/ha. Vitigni: sangiovese min. 85%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-3 anni, Superiore 2-4, Riserva 3-5 anni.
Emilia-Romagna
Vini
392
Alcol
Affinamento
SANGIOVESE DI ROMAGNA
12
1
SANGIOVESE DI ROMAGNA NOVELLO (ottenuto almeno con il 50% di macerazione carbonica)
11.5
SANGIOVESE DI ROMAGNA SUPERIORE
12.5
5
13
25
SANGIOVESE DI ROMAGNA RISERVA
Il Sangiovese è il vino rosso che identifica la Romagna, ottenuto dall’omonimo vitigno molto diffuso nell’Italia centrale, che si distingue in numerosi biotipi e cloni. Molto versatile dal punto di vista enologico, il sangiovese può dare vini fruttati, gradevoli e da bersi giovani, anche novelli, come pure, nelle condizioni più idonee, grandi rossi da affinamento. Se coltivato in zone collinari, presenta una forte carica polifenolica che dà un colore rosso rubino intenso, profumi di frutta come la marasca e floreali come la viola mammola, con ricordi di spezie dolci che nel tempo diventano eterei. Il gusto è secco, di buona struttura ed elevata tannicità, non aggressiva, con piacevole finale delicatamente amarognolo. Si abbina perfettamente con antipasti di salumi, tagliatelle al ragù, lasagne al forno, paste ripiene e pasticciate, pollo alla cacciatora, faraona alle prugne e una scaglia di grana. La Riserva sta compiendo passi importanti per raggiungere grandi traguardi, non legati solo alla piacevolezza di questi vini, ma ad una struttura più complessa e una maggior longevità, per esprimere al massimo un potenziale ancora tutto da scoprire e realizzare.
TREBBIANO DI ROMAGNA Decreto 16/09/2003 - G.U. 25/09/2003. Ha sostituito il D.M. 26/06/1992 e D.P.R. 31/08/1973 e successive modifiche. Modifica con Decreto 02/02/2010 - G.U. 17/02/2010. Zona di produzione: comprende interamente o in parte 10, 14, 18 e 19 comuni, rispettivamente delle province di Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. Resa: max. 14 t/ha. Vitigni: trebbiano romagnolo min. 85%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1 anno. Alcol
TREBBIANO DI ROMAGNA
11.5
TREBBIANO DI ROMAGNA FRIZZANTE
10.5
TREBBIANO DI ROMAGNA SPUMANTE (Secco, Amabile e Dolce)
10.5
Il trebbiano romagnolo, che rappresenta tuttora circa il 90% della produzione viticola del ravennate, è una varietà molto generosa ed idonea per ottenere un vino piacevole. Il colore è giallo paglierino più o meno intenso, a volte con sfumature dorate; i profumi sono piuttosto neutri, e ricordano un po’ quelli dell’uva, della mela poco matura e dei fiori di campo. Secco e debole di corpo, evidenzia in modo appena percettibile le sensazioni di morbidezza e sapidità, mentre si distinguono molto bene quelle di freschezza. Se il vino viene prodotto da uve coltivate in terreni posti in collina, le sue doti di struttura e carattere risultano migliori. Si abbina con insalate composte e di gamberetti, spaghetti alle vongole, tagliatelle al burro e salvia, frittate e altre preparazioni a base di uova, cozze marinate e pesci alla griglia.
Emilia-Romagna
Vini
393
PAGADEBIT DI ROMAGNA Decreto 31/03/2010 - G.U. 21/04/2010. Ha sostituito il D.P.R. 17/03/1988 e Decreto 01/08/2008.
Emilia-Romagna
Zona di produzione: comprende 5, 14 e 10 comuni, rispettivamente delle province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. Sottozona BERTINORO: comprende il comune omonimo. Resa: max. 14 t/ha. Titolo alcolometrico minimo: 11.5%; 12% la sottozona Bertinoro. Vitigni: bombino bianco min. 85%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1 anno. Tipologie: Secco, Secco Frizzante, Amabile e Amabile Frizzante. Per i vini PAGADEBIT DI ROMAGNA è ammessa la menzione Vigna.
394
Il Pagadebit di Romagna ha proprio un nome curioso, che deriverebbe dalla resistenza, dalla robustezza e dalla proverbiale produttività del vitigno bombino bianco da cui si ottiene, che permetteva ai contadini di produrre vino anche nelle annate più difficili e, quindi, di “pagare i debiti”. Il bombino bianco dà vini di colore giallo paglierino tenue con leggeri riflessi verdolini, con profumi delicati di biancospino, fiori di campo, susine bianche e leggermente erbacei. Al gusto sono secchi e freschi, mentre le sensazioni di morbidezza e quelle pseudocaloriche sono appena accennate. Piacevoli da consumarsi in gioventù, questi vini sono da abbinare ad antipasti di mare, crostacei, passatelli in brodo e piadina con prosciutto.
CAGNINA DI ROMAGNA DOC riconosciuta con D.P.R. 17/03/1988 - G.U. 15/02/1989. Modifica con Decreto 01/08/2008 - G.U. 19/08/2008.
Il vino Cagnina di Romagna si ottiene dal terrano o refosco terrano, un vitigno a bacca rossa che viene coltivato soprattutto in Friuli-Venezia Giulia. Il colore del Cagnina di Romagna è rosso porpora, vivace, con spuma evanescente. Il profumo è vinoso ma anche ricco di sentori di frutta rossa, fragole, marasca e lamponi. Il gusto è dolce, leggero e morbido, con tannini appena accennati e dotato di buona intensità. È piacevolissimo in abbinamento con biscotti e ciambelle casalinghe, crostate di frutta rossa e caldarroste. Grappoli di terrano
Emilia-Romagna
Zona di produzione: comprende i comuni di Bertinoro, Castrocaro Terme e Terra del Sole, Cesena, Dovadola, Forlì, Forlimpopoli, Gatteo, Longiano, Meldola, Mercato Saraceno, Modigliana, Montiano, Predappio, Roncofreddo, San Mauro Pascoli e Savignano sul Rubicone, in provincia di Forlì-Cesena; Brisighella, Casola Valsenio, Castel Bolognese, Faenza e Riolo Terme, in quella di Ravenna. Resa: max. 13 t/ha. Vitigni: refosco terrano min. 85%. Titolo alcolometrico minimo: 11.5% (8.5% svolto). In etichetta è ammessa la menzione Dolce. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1 anno.
395
COLLI D’IMOLA DOC riconosciuta con Decreto 01/07/1997 - G.U. 07/07/1997. Zona di produzione: comprende i territori a vocazione viticola dei comuni di Borgo Tossignano, Casalfiumanese, Castel San Pietro Terme, Dozza, Fontanelice, Imola e Ozzano dell’Emilia, in provincia di Bologna. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Rossi 1-2. Altre tipologie - Riserva, il Rosso, Cabernet sauvignon e Sangiovese, con titolo alcolometrico minimo di 11.5% e affinamento almeno di 18 mesi. Frizzante, il Bianco, Chardonnay, Pignoletto e Trebbiano, con titolo alcolometrico minimo di 10.5% e il Barbera con 11%. Novello, il Rosso, con titolo alcolometrico minimo di 11%.
Emilia-Romagna
Vini e vitigni
396
Resa
Alcol
12
11
11
11.5
CHARDONNAY chardonnay min. 85%
10
11.5
PIGNOLETTO pignoletto min. 85%
11
11.5
TREBBIANO trebbiano romagnolo min. 85%
12
11
ROSSO a bacca rossa tra quelli idonei
10
11.5
BARBERA barbera min. 85%
10
11.5
CABERNET SAUVIGNON cabernet sauvignon min. 85%
9
11.5
SANGIOVESE sangiovese min. 85%
10
11.5
BIANCO a bacca bianca tra quelli idonei
Altra tipologia
SUPERIORE
COLLI DI FAENZA DOC riconosciuta con Decreto 04/08/1997 - G.U. 02/09/1997. Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Brisighella, Casola Valsenio, Riolo Terme e parte di Castel Bolognese e Faenza, in provincia di Ravenna; interamente il comune di Modigliana e parte di Tredozio, in quella di Forlì-Cesena. Affinamento: minimo 6 mesi, il Rosso e Sangiovese. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Rossi 1-2. Altra tipologia – Riserva, il Rosso e Sangiovese, con titolo alcolometrico minimo di 12% e affinamento almeno di 24 mesi. Vini e vitigni BIANCO chardonnay 40-60%; pignoletto e/o pinot bianco e/o sauvignon bianco e/o trebbiano romagnolo 60-40%
Resa
Alcol
9.5
11
Emilia-Romagna
Il panorama enologico di questa denominazione è piuttosto ampio ed eterogeneo, con vitigni caratteristici della zona ed altri di importazione. I vini bianchi sono piacevoli, spesso frizzanti e vivaci, con profumi fruttati e leggermente floreali, da degustare giovani in abbinamento con ravioli di magro, primi piatti conditi con sughi di verdure, pesci arrosto o alla griglia e preparazioni a base di carni bianche. Anche il Barbera è un vino gioviale e spesso frizzante, di colore rosso rubino con vivaci riflessi violacei, profumi che ricordano il mosto in fermentazione e la frutta; la grande freschezza gustativa lo rende ottimo con gli antipasti misti a base di salumi. Il Cabernet sauvignon e il Sangiovese sono un po’ più strutturati e possono essere prodotti anche nella tipologia Riserva. Il Cabernet sauvignon ha un colore rosso rubino intenso, con profumi caratteristici di peperone verde che si incrociano con quelli della viola e delle spezie. Caldo e morbido, ben strutturato e con una decisa componente tannica che migliora con l’affinamento in legno, dà ottimi abbinamenti con carni rosse alla griglia e arrosto.
397
Vini e vitigni
Resa
Alcol
PINOT BIANCO pinot bianco
8.5
11
TREBBIANO trebbiano romagnolo
11.5
11.5
9
12
9.5
12
ROSSO cabernet sauvignon 40-60%; ancellotta e/o ciliegiolo e/o merlot e/o sangiovese 60-40%
Emilia-Romagna
SANGIOVESE sangiovese
398
La DOC prevede una zona di produzione collinare, particolarmente vocata alla coltura della vite, con vigneti ubicati ad altitudini variabili da 50 a 350 m slm, con terreni di natura alluvionale e argillosi, con elevato contenuto di magnesio e ricchi di tufo arenaceo-calcareo, molto adatto per ottenere vini di qualità. Attenti viticoltori hanno riconvertito i vigneti con tecniche adeguate e impiantando vitigni sia tradizionali sia internazionali, che hanno contribuito a elevare la qualità senza stravolgere la tradizione. I colli faentini, e precisamente la valle solcata dal Marzeno, sono ideali per la produzione di ottimi Sangiovese. In ogni caso, nella zona di Castelbolognese, è prodotto un vino tipico, raro ed interessante, il Colli di Faenza Bianco, Chiaro della Serra, che trae il nome dal vino bianco servito nelle osterie faentine ai primi del ‘900. Il colore è paglierino tenue con riflessi verdolini, il profumo è delicato e fine, con sentori di mandorla e fiori d’acacia, biancospino e mela renetta, salvia e menta. Il gusto secco e fresco, di discreta morbidezza e con ritorni fruttati, si abbina perfettamente ad antipasti di pesce e crostacei, torta salata di ricotta, primi piatti con salse alle erbe, risotti alle verdure o ai frutti di mare.
COLLI ROMAGNA CENTRALE DOC riconosciuta con Decreto 29/09/2001 - G.U. 19/10/2001. Zona di produzione: comprende i comuni di Borghi, Castrocaro Terme e Terra del Sole, Civitella di Romagna, Dovadola, Galeata, Meldola, Mercato Saraceno, Modigliana, Montiano, Predappio, Rocca San Casciano, Roncofreddo, Santa Sofia, Sarsina, Sogliano al Rubicone, Tredozio, e nella parte a sud della strada statale n. 9 via Emilia, Bertinoro, Cesena, ForlĂŹ, Forlimpopoli, Longiano e Savignano sul Rubicone, in provincia di ForlĂŹ-Cesena. Epoca migliore per il consumo: Bianchi 1-2 anni, Rossi 2-3, Riserva 3-6. Altre tipologie - Riserva, lo Chardonnay, con titolo alcolometrico minimo di 12% e affinamento almeno di 15 mesi, il Rosso, Cabernet sauvignon e Sangiovese, con titolo alcolometrico minimo di 12.5% e affinamento almeno di 24 mesi.
BIANCO chardonnay 50-60%; bombino e/o sauvignon e/o trebbiano e/o pinot bianco 40-50%
Resa Alcol
Affinamento
9.5
11
9
11.5
11.5
11.5
ROSSO cabernet sauvignon 50-60%; sangiovese e/o merlot e/o barbera e/o montepulciano 40-50%
9
12
6
CABERNET SAUVIGNON cabernet sauvignon min. 85%
9
12
6
9.5
12
6
CHARDONNAY chardonnay 100% TREBBIANO trebbiano min. 85%
SANGIOVESE sangiovese 100%
Emilia-Romagna
Vini e vitigni
399
Colli Romagna Centrale è l’ultima DOC riconosciuta nel comprensorio romagnolo, ma questa zona deve essere ritenuta la più storica, perché qui, da sempre, il sangiovese è impiegato per la produzione di vini ricchi di corpo, austeri e con notevole predisposizione all’affinamento.
Emilia-Romagna
Proprio le colline del forlivese - precisamente i dintorni di Predappio - dove il terreno è argilloso, molto asciutto, e quelle del cesenate - verso Mercato Saraceno - dove il suolo è di medio impasto, tendente all’argilloso, hanno una naturale vocazione alla coltivazione della vite, soprattutto per ottenere un ottimo Sangiovese. Il colore è in genere granato intenso e pieno, il profumo è complesso, con sentori di viola mammola, ciliegia sotto spirito, sottobosco, ribes nero, poi spezie, pepe, chiodi di garofano e un finale caratterizzato da note balsamiche. Il gusto equilibrato tra morbidezza e freschezza, media sapidità e pronunciata tannicità, si abbina molto bene con primi piatti con sughi di carne, bistecche di scottona di razza romagnola alla brace e faraona al sale dolce di Cervia.
400
COLLI DI RIMINI Decreto 24/07/2009 - G.U. 19/08/2009. Ha sostituito il Decreto 19/11/1996. Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Coriano, Gemmano, Mondaino, Monte Colombo, Montefiore Conca, Montegrifolfo, Montescudo, Morciano di Romagna, Poggio Berni, Saludecio, San Clemente, Torriana, Verucchio e in parte Cattolica, Misano Adriatico, Riccione, Rimini, San Giovanni in Marignano e Santarcangelo di Romagna, in provincia di Rimini. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Rossi 1-3. Vini e vitigni
Altre tipologie
BIANCO trebbiano romagnolo 50-70%; biancame e/o mostosa 30-50%; ammessi altri max. 20% (di cui max. 5% a bacca bianca aromatici)
Resa
Alcol
12
11
Altre tipologie
Resa
Alcol
Affinamento
BIANCAME - biancame min. 85%; pignoletto e/o chardonnay e/o riesling italico e/o sauvignon e/o pinot bianco e/o müller thurgau max. 15%
12
10.5
RÉBOLA - pignoletto min. 85%; biancam e/o mostosa e/o trebbiano romagnolo max. 15% AMABILE/DOLCE PASSITO
11
11.5
ROSSO - sangiovese 60-75%; cabernet sauvignon 15-25%;merlot e/o barbera e/o montepulciano e/o ciliegiolo e/o terrano e/o ancellotta max. 25%
11
11.5
CABERNET SAUVIGNON - cabernet sauvignon min. 85% 11 RISERVA 11
11.5 12.5
23
SANGIOVESE - sangiovese min. 85% SUPERIORE RISERVA
11.5 12.5 13
23
11.5 11.5+4.5
11 11 11
In etichetta, il riferimento Bianco e Rosso, è facoltativo.
In questa denominazione si ritrova il biancame, uva a bacca bianca che nel recente passato ha rappresentato il principale vitigno coltivato nell’entroterra riminese. Il vino che si ottiene ha un colore giallo paglierino tenue con riflessi verdolini, è fruttato e floreale, piuttosto vivace nel gusto ma debole di corpo. Il Rébola è un vino ottenuto soprattutto dal pignoletto, vitigno che si incontra piuttosto spesso in questa regione, con colore giallo paglierino tenue, profumi abbastanza intensi di frutta e di fiori, tra i quali si riconoscono bene la banana e la ginestra, secco e abbastanza caldo, dotato di discreta morbidezza, sapidità e buona struttura. Da consumarsi entro l’anno, si abbina piacevolmente con primi piatti di pesce, risotto con capesante profumato allo zafferano, pesci bolliti e serviti con salse bianche. E nemmeno in questa denominazione può mancare il sangiovese, che in questa zona dà un vino, il Rosso, piacevole e di pronta beva.
Emilia-Romagna
Vini e vitigni
401
San Marino
San Marino
San Marino
ZONE DI PRODUZIONE DEI VINI I. D’O.
403
Uve autorizzate Bianche
biancale, moscato, ribolla, canino, cargarello, chardonnay e pinot bianco
Rosse o Nere
sangiovese, ancellotta, pinot nero e cabernet sauvignon
In questi ultimi anni a scopo di ricerca sono stati introdotti sauvignon, vermentino, syrah e merlot.
San Marino
Con la legge 31/10/1986 n° 96 è stato istituito il marchio di Identificazione d’Origine per i vini prodotti secondo le norme stabilite nei disciplinari di produzione. Attualmente i vini commercializzati con il marchio sono sette.
404
Vini ad Identificazione d’Origine
SAN MARINO BIANCALE I. d’O. riconosciuta con D.R. n° 112 del 28/09/1987. Vitigni: biancale min. 85%. Resa: limite quantitativo massimo imposto dall’ambiente; resa dell’uva in mosto 70%. Titolo alcolometrico minimo: 12%.
SAN MARINO BRUGNETO Vitigni: sangiovese min. 85%. Resa: max. 70 hl di vino per ettaro. Titolo alcolometrico minimo: 12.5%.
ASAN A MARINO MOSCATO I. d’O. riconosciuta con D.R. n° 110 del 28/09/1987. Vitigni: moscato min. 85%; ammessi cargarello, canino e ribolla max. 15%. Resa: limite quantitativo massimo imposto dall’ambiente; resa dell’uva in mosto 75%. Titolo alcolometrico minimo svolto: 6%.
San Marino
I. d’O. riconosciuta con D.R. n° 137 del 12 /11/1991.
405
SAN MARINO MOSCATO SPUMANTE I. d’O. riconosciuta con D.R. n° 111 del 28/09/1987. Vitigni: moscato min. 85%. Resa: limite quantitativo massimo imposto dall’ambiente; resa dell’uva in mosto 70%. Titolo alcolometrico minimo svolto: 7%.
A A SAN MARINO RONCALE I. d’O. riconosciuta con D.R. n° 106 del 21/10/1999. Vitigni: ribolla di S. Marino min. 50%. Resa: limite quantitativo massimo imposto dall’ambiente; resa dell’uva in mosto 70%. Titolo alcolometrico minimo svolto: 12%.
SAN MARINO TESSANO
San Marino
I. d’O. riconosciuta con D.R. n° 105 del 21/10/1999.
406
Vitigni: sangiovese min. 50%. Resa: limite quantitativo massimo imposto dall’ambiente; resa dell’uva in mosto 70%. Titolo alcolometrico minimo svolto: 12.5%.
SAN MARINO SANGIOVESE I.d'O. riconosciuta con D.R. n. 138 del 20/10/2004. Vitigni: sangiovese 100%. Resa: max. 11 t per ettaro; resa dell'uva in mosto 70%. Titolo alcolometrico minimo svolto: 12%.
San Marino
Oltre a questi, sono prodotti altri vini da tavola, quali il Bianco e il Rosso dei Castelli Sammarinesi, il Caldese, un bianco affinato in piccole botti di rovere, il GrilÊt, un bianco frizzante a fermentazione naturale, il Riserva del Titano, uno Spumante Brut e l’Oro dei Goti, un bianco passito.
407
Marche
Marche
ZONE DI PRODUZIONE DEI VINI DOCG E DOC EMILIA-ROMAGNA
RSM
PESARO
Carpegna
l Fog
3
Fano
ia
URBINO Senigallia
5
auro Met
TOSCANA
Urbania ano Ces
Jesi
Pergola no Esi
6
2
ANCONA
8
Loreto nza
Fabriano
e Pot
Civitanova Marche
MACERATA
Matelica
1
i
ent Chi
Fermo San Ginesio
7
Pedaso Aso
Tesino
S. Benedetto del Tronto
ASCOLI PICENO o
nt Tro
UMBRIA
ABRUZZO LAZIO
1
Vernaccia di Serrapetrona DOCG Serrapetrona
6
I Terreni di Sanseverino
2
Conero DOCG Rosso Conero
7
San Ginesio
3
Colli Pesaresi
8
Rosso Piceno
4
Pergola
5
Lacrima di Morro o Lacrima di Morro d'Alba
9
Rosso Piceno Superiore
Marche
9
409
Vitigni idonei alla coltivazione in regione
Marche
A bacca bianca, tra i piĂš coltivati: verdicchio bianco, trebbiano toscano, biancame (bianchello), malvasia bianca di candia (malvasia), montonico bianco (montonico, mantonico), passerina, malvasia bianca lunga (malvasia), grechetto e manzoni bianco. Gli altri: albana, bombino bianco (bombino, bonvino, ottenese), chardonnay, fiano, incrocio bruni 54, maceratino (ribona), moscato bianco (moscato, moscatello, moscatellone), mostosa, pecorino (vissanello), pinot bianco, riesling, riesling italico (riesling), sauvignon (sauvignon blanc), tocai friulano (tocai italico) e vermentino. A bacca grigia/rosa: pinot grigio. A bacca rossa, tra i piĂš coltivati: sangiovese (sangioveto), montepulciano e lacrima. Gli altri: aleatico, alicante (cannonao, garnacha tinta, granaccia, grenache, guarnaccia, tocai rosso), ancellotta (lancellotta), barbera, cabernet franc (cabernet), cabernet sauvignon (cabernet), canaiolo nero, carignano, ciliegiolo (morettone), colorino, foglia tonda, gaglioppo (maglioppo, magliocco), maiolica, malbo gentile, merlot, petit verdot, pinot nero, rebo, refosco dal peduncolo rosso (refosco), sagrantino, syrah (shiraz), teroldego, terrano (teran) e vernaccia nera (vernaccia).
410
I vini delle Marche DOCG: Castelli di Jesi Verdicchio Riserva, Conero, Verdicchio di Matelica Riserva, Vernaccia di Serrapetrona. DOC: Bianchello del Metauro, Colli Maceratesi, Colli Pesaresi, Esino, Falerio dei Colli Ascolani o Falerio, I Terreni di Sanseverino, Lacrima di Morro o Lacrima di Morro d’Alba, Offida, Pergola, Rosso Conero, Rosso Piceno, San Ginesio, Serrapetrona, Verdicchio dei Castelli di Jesi, Verdicchio di Matelica. IGT: Marche.
I VQPRD
CASTELLI DI JESI VERDICCHIO RISERVA DOCG riconosciuta con Decreto 01/09/2004 - G.U. 09/09/2004.
Menzioni geografiche ammesse: Acquarelle, Cardinali, Casalini, Cerretine, Favete, Fornaci, Montalvello, Moricozzi e San Francesco, del comune di Apiro; Casa Bucci e Coste, del comune di Barbara; Novali/Carrozze Novali e Piagge, del comune di Castelplanio; Tralivio, dei comuni di Poggio San Marcello e Castelplanio; Colognola, del comune di Cingoli; Badia Colli, Brecciole, Carpaneto, Cese, Contrada Spescia, Eremiti, Fonte della Carta, Località Torre, Paganello, Palazzi, Malcupa, Manciano, Pian del Colle, Piana, Pietrone, Posserra, Ripa, Romita, Salerna, San Bartolomeo, San Giovanni, San Marco di sopra, San Marco di sotto e San Michele, del comune di Cupramontana; Colmorino dei comuni di Cupramontana e Maiolati Spontini; Coste del Molino, Le Moie, Massaccio, San Sebastiano, San Sisto, Scisciano e Taiano, del comune di Maiolati Spontini; Ravalle del comune di Mergo; Busche/Contrada Busche, Fonte Cisterna e Villa Bucci, del comune di Montecarotto; Madonna della Neve, del comune di Monte Roberto; Balciana, del comune di Poggio San Marcello; Palazzo Poggio, del comune di San Vicino; Fondiglie e Pratelli, del comune di Rosora; Contrada Cerrete, Contrada Follonica, Contrada Monteschiavo, Contrada Torre e Santa Maria d’Arco, del comune di San Paolo di Jesi; Colle Leva, Farneto, Località San Lorenzo, Monte Fiore, San Sebastiano e San Fortunato, del comune di Serra de’ Conti; Ammorto, Castellaro, Certine, Esinante, Palombare e Sasso, del comune di Serra San Quirico; Acqualta, Bachero, Cavalline, Ce-
Marche
Zona di produzione: comprende interamente o in parte i comuni di Arcevia, Barbara, Belvedere Ostrense, Castelbellino, Castelplanio, Cupramontana, Maiolati Spontini, Mergo, Montecarotto, Monte Roberto, Morro d’Alba, Ostra, Poggio San Marcello, Rosora, San Marcello, San Paolo di Jesi, Senigallia, Serra de’ Conti, Serra San Quirico, Staffolo, in provincia di Ancona e Apiro, Cingoli e Poggio San Vicino, in quella di Macerata. CLASSICO: comprende la zona originaria più antica, la cui delimitazione esclude i territori posti alla sinistra del fiume Misa e i comuni di Ostra e Senigallia.
411
solano, Contrada Coroncino, Contrada Salmagina, Contrada Follonica, Contrada Castellaretta, Contrada Santa Caterina, Contrada San Francesco, Maestro di Staffolo e Vigna Vescovi, del comune di Staffolo.
Resa: max. 10 t/ha. Vitigni: verdicchio min. 85%. Titolo alcolometrico minimo: 12.5%. Affinamento: minimo 19 mesi, di cui almeno 6 in bottiglia. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-3 anni. Vini CASTELLI DI JESI VERDICCHIO RISERVA CASTELLI DI JESI VERDICCHIO RISERVA CLASSICO
Marche
La coltivazione del verdicchio, uva autoctona delle Marche centrali, era già conosciuta dai Piceni, che probabilmente impararono l’arte della viticoltura dagli Etruschi. Oggi, questa coltivazione interessa la maggior parte del territorio collinare della provincia di Ancona, con fulcro nei Castelli di Jesi, si estende fino alle valli del Misa e del Nevola, e include parte dei comuni di Ostra e Senigallia.
412
La nuova DOCG Castelli di Jesi Verdicchio Riserva è ottenuta dalle migliori selezioni dell’omonimo vitigno, coltivato sulle assolate colline dell’alta valle dell’Esino e vinificato con particolare cura; il vino è successivamente affinato in piccole botti. Il colore è giallo paglierino, a volte con sottili sfumature verdi che virano al dorato con la maturazione. Il profumo è delicato, fragrante e complesso, con sentori di mandorle amare e pesche gialle, fiori di tiglio e acacia, salvia e dolci note speziate. Il gusto è morbido, di media freschezza e sapidità, buon equilibrio e lunga persistenza gusto-olfattiva. I vini di questa denominazione si abbinano molto bene con i piatti della cucina mediterranea, dagli antipasti di mare alle carni bianche più o meno elaborate, dai fritti di verdure e crostacei alle grigliate di pesce, dal branzino al forno bagnato con lo stesso vino allo stoccafisso all’anconetana nella versione meno speziata.
CONERO DOCG riconosciuta con Decreto 01/09/2004 - G.U. 09/09/2004. Modifica con Decreto 28/05/2009 - G.U. 13/06/2009. Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Ancona, Camerano, Numana, Offagna, Sirolo e parte di Castelfidardo ed Osimo, in provincia di Ancona. Resa: max. 9 t/ha. Vitigni: montepulciano. sangiovese max. 15%. Titolo alcolometrico minimo: 12.5%. Affinamento: minimo 2 anni. Epoca migliore per il consumo: mediamente 2-5 anni. Sul monte Conero che sovrasta Ancona, la vite è coltivata in mezzo alla macchia mediterranea, fatti di pini, lecci, ginestre e corbezzoli. Ed è dal corbezzolo (dal greco komaros), che prendono il nome sia il monte sia questa DOCG.
Il Conero è certamente un vino interessante, probabilmente il migliore Rosso della regione, grazie anche alla maturazione in botti di legno, per ammorbidire i tannini tipicamente amarognoli e aggressivi del montepulciano. E le migliori espressioni, le più mature e complesse, si abbinano con piatti importanti a base di selvaggina da piuma, cinghiale, carni rosse brasate e formaggi stagionati.
Marche
La tipologia Riserva del Rosso Conero DOC, dal 2004 revocata poiché DOCG, nel giro di pochi anni è migliorata in modo incredibile, sfruttando al meglio quanto il terreno e il clima di questa zona suggestiva hanno messo a disposizione di operatori vitivinicoli attenti e preparati. Nella presentazione e designazione del vino Conero, il termine Riserva deve obbligatoriamente figurare in etichetta sotto la dicitura DOCG e in caratteri inferiori alla denominazione Conero.
413
VERDICCHIO DI MATELICA RISERVA DOCG Riconosciuta con Decreto 18/02/2010 - G.U. 01/03/2010. Zona di produzione: comprende in parte i comuni di Camerino, Castelraimondo, Esanatoglia, Gagliole, Matelica e Pioraco, in provincia di Macerata e Cerreto d’Esi e Fabriano, in quella di Ancona. Menzioni geografiche ammesse: Cambrugiano, Colferraio, La Monacesca, La Valle, Mistriano, Sainale, Santa Teresola, Valbona e Vinano, del comune di Matelica; Collamato del comune di Fabriano e Del Cerro, Fogliano e San Leopardo del comune di Cerreto d’Esi.
Resa: max. 9.5 t/ha. Vitigni: verdicchio min. 85%. Titolo alcolometrico minimo: 12.5%. Affinamento: minimo 20 mesi. Epoca migliore per il consumo: mediamente 2-4 anni.
Marche
Grazie al Verdicchio di Matelica Riserva DOCG, le Marche possono fregiarsi di una altro importante riconoscimento a livello regionale, nazionale ed internazionale. Questo traguardo non rappresenta solo il compimento di un processo di qualificazione che ha riguardato tutta la vitivinicoltura marchigiana, ma simboleggia anche la fortissima volontà del territorio di percorrere piste alternative di sviluppo, mantenendo viva l’attenzione e la considerazione della storia locale, della tradizione, della bellezza del paesaggio e della salvaguardia del gusto della tipicità.
414
Il salto di qualità è avvenuto per il particolare pregio del vino, dettato dal vitigno e dal territorio, che occupa la parte sud della sinclinale Camerte, posta tra il preappennino e l’appennino Umbro-Marchigiano, con al centro Matelica. I vigneti, proprio per la collocazione “chiusa” dalla Valle, beneficiano di un microclima che esalta l’acidità e favorisce la propensione per l’affinamento. Il Verdicchio di Matelica Riserva si presenta di colore giallo intenso con riflessi oro-verde e regala profumi complessi, che spaziano dalla ginestra alle mele gialle, dal biancospino alla pesca bianca, dalla pietra focaia alla melissa. Al gusto offre buona freschezza e notevole sapidità, con un finale di mandorla amara. È un vino di facile abbinamento, ma dà il meglio di sé con pesci saporiti e salsati, risotti alla marinara, carni bianche e il salame di Fabriano.
VERNACCIA DI SERRAPETRONA DOGG riconosciuta con Decreto 18/08/2004 - G.U. 01/09/2004.
La vernaccia di Serrapetrona è un vitigno, clone della vernaccia nera, dal quale si ottiene uno spumante secco o più o meno dolce, ma che in ogni caso evidenzia la particolare aromaticità di queste uve, che si ritrova solo in provincia di Macerata, in questo fazzoletto di terra situato un po’ più a sud rispetto a Matelica. La caratteristica più evidente di questa nuova DOCG è data dalle tre fermentazioni/rifermentazioni. Tra la fine di settembre e i primi di ottobre, si vendemmiano le uve per il vino-base, mentre la vernaccia nera è l’ultima ad essere raccolta e poi fatta appassire. Verso la metà di gennaio, la vernaccia nera è sottoposta a pigiatura e fermentazione, alla fine della quale si assembla al vino-base che fa ripartire la terza fermentazione. Se si utilizza solo uva passita, si ottiene un prodotto più ricco e pregiato. Il vino Vernaccia di Serrapetrona Secco si abbina con il ciauscolo, il Dolce con dolci tradizionali come le beccùte, il frustingolo marchigiano, gli scroccafusi, ma anche con crostate di frutti di bosco e marmellate. Il colore è rosso rubino tendente al granato, il profumo è aromatico, leggermente vinoso, con note di frutta rossa matura, confetture e spezie. Il gusto è fresco e piacevolmente morbido, con tannini appena accennati e un leggero finale amarognolo.
Marche
Zona di produzione: comprende interamente il comune di Serrapetrona e parte di Belforte del Chienti e di San Severino Marche, in provincia di Macerata. Resa: max. 10 t/ha. Vitigni: vernaccia nera min. 85%. Titolo alcolometrico minimo: 11.5%. Affinamento: minimo 8 mesi. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-2 anni. Tipologie - Secco, Abboccato, Amabile e Dolce. Non più del 60% dell'uva raccolta deve essere vinificata all’atto della vendemmia, mentre il resto, solo vernaccia nera, deve essere sottoposto ad appassimento, fino ad assicurare un mosto con un titolo alcolometrico volumico naturale minimo del 13%. Il mosto ottenuto dalle uve sottoposte a leggero appassimento può essere unito a quello derivante dalle uve fresche o fatto fermentare prima dell’assemblaggio. Il vino così ottenuto sarà sottoposto a spumantizzazione con fermentazione naturale.
415
ZONE DI PRODUZIONE DI ALCUNI VINI DOCG E DOC
EMILIA-ROMAGNA RSM
PESARO lia Fog
Carpegna
Fano
5 4
URBINO TOSCANA
Senigallia
1
auro Met
ANCONA
Urbania ano Ces
Jesi
6
2
no Esi
Loreto a enz
7
Pot
Fabriano
Civitanova Marche
MACERATA
Matelica
3
i
Fermo
ent
Chi
8 Pedaso
Aso
Tesino
Offida
ASCOLI PICENO
Castelli di Jesi Verdicchio Riserva DOCG Verdicchio dei Castelli di Jesi
Marche 416
2
S. Benedetto del Tronto
nto
UMBRIA
1
9
Tro
ABRUZZO
LAZIO
Castelli di Jesi Verdicchio Riserva Classico DOCG Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico
3
Verdicchio di Matelica Riserva DOCG Verdicchio di Matelica
7
Colli Maceratesi
4
Colli Pesaresi
8
Falerio dei Colli Ascolani o Falerio
5
Bianchello del Metauro
9
Offida
6
Esino
BIANCHELLO DEL METAURO DOC riconosciuta con D.P.R. 02/04/1969 - G.U. 10/06/1969. Zona di produzione: comprende i comuni di Barchi, Cartoceto, Fano, Fossombrone, Fratte Rosa, Isola del Piano, Montefelcino, Montemaggiore al Metauro, Orciano di Pesaro, Piagge, San Giorgio di Pesaro, Saltara, San Costanzo, Sant’Ippolito, Serrungarina e parte di Fermignano, Mondavio e Urbino, tutti in provincia di Pesaro-Urbino. Resa: max. 14 t/ha. Vitigni: bianchello (biancame) min. 95%; malvasia toscana max. 5%. Titolo alcolometrico minimo: 11.5%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1 anno.
Vino bianco fragrante da bersi giovane e fresco, si abbina con antipasti magri, insalate composte e di mare, piatti semplici della cucina marinara e a base di carni bianche. Solo annate o selezioni particolari possono reggere un moderato affinamento.
Marche
Ottenuto soprattutto dall’omonimo vitigno, il Bianchello del Metauro può essere definito un “vino della nuova generazione”, fresco e vivace. Tutti i suoi caratteri sono piuttosto tenui e delicati, a partire dal colore giallo paglierino con riflessi verdolini, per passare ai profumi poco intensi, tra i quali riconoscere il sentore della pesca, ed alle sensazioni gustative con note piuttosto marcate di acidità.
417
DOC DELLA PROVINCIA DI PESARO-URBINO
Gabicce Mare
4
RSM
3
Ma re
cch
ia
Talamello
5
PESARO
Gradara
San Leo Fog
Sant'Agata Fèltria Pennabilli
lia
et M
Carpegna
6
Fano ro au
Cartoceto
1
URBINO Fossombrone Urbania
2
Acqualagna San Lorenzo in Campo
Piobbico Apecchio
Cagli
1
Bianchello del Metauro
2
Pergola
3
Colli Pesaresi: Bianco, Rosso, Rosato e Sangiovese
Marche
Sottozone Colli Pesaresi
418
Pergola
4
Focara e Focara Pinot Nero
5
Roncaglia
Vini con specifiche zone Colli Pesaresi
6
Trebbiano
7
Biancame
7
COLLI PESARESI Decreto 27/03/2000 - G.U. 14/04/2000. Ha sostituito il D.M. 03/10/1994 e D.P.R. 02/06/1972.
Vini e vitigni
Resa
Alcol
BIANCO trebbiano toscano (localmente chiamato albanella) e/o verdicchio e/o biancame e/o pinot grigio e/o pinot nero (vinificato in bianco) e/o riesling italico e/o chardonnay e/o sauvignon e/o pinot bianco min. 75%
11
11
BIANCAME biancame min. 85%
11
11.5
TREBBIANO trebbiano toscano (albanella) min. 85%
11
11.5
ROSSO sangiovese min. 70%
11
11
Marche
Specifiche zone di produzione: COLLI PESARESI BIANCO, ROSSO, ROSATO e SANGIOVESE: comprende interamente 31 comuni e parte di altri 6, in provincia di Pesaro-Urbino. COLLI PESARESI TREBBIANO: comprende interamente i comuni di Gabicce Mare, Gradara, Mombaroccio, Monteciccardo, Petriano, Tavullia e parte di Colbordolo, Montelabbate, Pesaro, Sant’Angelo in Lizzola e Urbino, in provincia di Pesaro-Urbino. Sottozona RONCAGLIA: comprende le colline di Roncaglia. Sottozona FOCARA: parte della località di Fiorenzuola di Focara, entrambe situate nel Parco Naturale del Monte San Bartolo, del comune di Pesaro. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Rossi 1-3 e per la sottozona Focara anche più lunga. Altre tipologie – Novello, il Sangiovese. Riserva, il Sangiovese, Focara e Focara Pinot nero, con titolo alcolometrico minimo di 12% e affinamento almeno di 24 mesi.
419
Vini e vitigni
Resa
Alcol
ROSATO (o ROSÉ) sangiovese min. 70%
11
11
SANGIOVESE sangiovese min. 85%
11
11.5
FOCARA pinot nero e/o cabernet franc e/o cabernet sauvignon e/o merlot min. 50%; ammessi altri max. 25%, ad eccezione del sangiovese che potrà essere aggiunto fino ad un max. del 50%
9
12
FOCARA PINOT NERO pinot nero min. 90%
9
12
9
12
Sottozona FOCARA
Sottozona RONCAGLIA
Marche
RONCAGLIA pinot nero (vinificato in bianco) min. 25%; pinot grigio e/o trebbiano toscano (albanella) e/o chardonnay e/o sauvignon e/o pinot bianco max. 75%
420
Il Colli Pesaresi Rosso è un vino di pronta beva, e solo piccole zone decisamente vocate consentono di ottenere prodotti più strutturati e in grado di reggere periodi di affinamento di 2-3 anni. In gioventù il colore è rosso rubino, i profumi sono fragranti e ricordano i piccoli frutti rossi; il sapore è secco, leggermente tannico, piacevolmente morbido e di buona struttura, con fin di bocca leggermente amarognolo. Si abbina piacevolmente con carni rosse alla griglia, arrosto di maiale al rosmarino e formaggi mediamente stagionati. L’utilizzo del pinot nero nell’uvaggio delle due sottozone Focara e Roncaglia permette di ottenere prodotti più complessi e di corpo, ed i terreni più ricchi di minerali, grazie alla vicinanza del mare, determinano sensazioni di sapidità più accentuate e piacevoli.
PERGOLA DOC riconosciuta con Decreto 11/07/2005 - G.U. 23/07/2005.
Pergola è un borgo medievale fondato nel XIII secolo, ricco di edifici monumentali, noto per i “Bronzi di Pergola” e per il suo vino, conosciuto come la Vernaccia rossa di Pergola. I produttori sono solo cinque e anche la produzione è limitata, ma il futuro di questo vino è assicurato, poiché dal vitigno, un clone dell’aleatico dell’Elba, che gli eugubini portarono nell’area del Cesano, si ottiene un vino con una gradevole vena aromatica e fruttata. Il suo colore è spesso viola intenso, il profumo marcato e con sentori di piccoli frutti del sottobosco, il gusto è piacevolmente fresco, di media struttura e PAI, da provare con salumi stagionati, coratella di agnello e pollo con i peperoni, ma soprattutto con le lumache in porchetta del Monte Prodotti tipici marchigiani Nerone.
Marche
Zona di produzione: comprende i comuni di Pergola, Fratte Rosa, Frontone, Serra Sant’Abbondio, San Lorenzo in Campo, in provincia di Pesaro-Urbino. Resa: max. 10 t/ha. Vitigni: aleatico min. 70%. Titolo alcolometrico minimo: 11.5% compreso il Novello; 12% il Passito. Affinamento: minimo 12 mesi per il Passito. Epoca migliore per il consumo: mediamente 2-4 anni. Altre tipologie - Novello e Passito.
421
LACRIMA DI MORRO o LACRIMA DI MORRO D’ALBA Decreto 18/07/2005 - G.U. 28/07/2005. Ha sostituito il Decreto 06/04/1999 e 09/01/1985. Modifica con Decreto 28/05/2009 - G.U. 13/06/2009. Zona di produzione: comprende i comuni di Belvedere Ostrense, Monte San Vito, Morro d’Alba, Ostra, San Marcello e Senigallia, con esclusione dei fondivalle e dei versanti delle colline di Senigallia prospicienti il mare, in provincia di Ancona. Vitigno: lacrima min. 85%. Affinamento: l’immissione al consumo è consentita dal 15 dicembre dell’anno della raccolta; dal 1° settembre dell’anno successivo a quello della vendemmia il Superiore e dal 1° dicembre, sempre dell’anno successivo, il Passito. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-3 anni, Superiore e Passito 2-5.
Vini
Resa
Alcol
LACRIMA DI MORRO o LACRIMA DI MORRO D’ALBA
13
11
LACRIMA DI MORRO o LACRIMA DI MORRO D’ALBA SUPERIORE
10
12
LACRIMA DI MORRO o LACRIMA DI MORRO D’ALBA PASSITO
13
15
Marche
(13 svolto)
422
Il lacrima è un vitigno coltivato quasi esclusivamente in questa piccola zona a nord-ovest di Ancona, che dà un vino di colore rosso rubino molto intenso e profondo, profumi ben definiti che ricordano i fiori rossi, i piccoli frutti di bosco e la confettura di lampone, sapore secco e caldo, fresco e con tannini ben pronunciati, complessivamente dotato di buona struttura. Normalmente lo si consuma giovane, con salumi come la soppressa senz’aglio, la tacchinella ai marroni, il coniglio alle prugne e carni alla griglia. In alcuni casi può reggere bene un affinamento di due o tre anni, durante i quali i profumi si articolano in sentori più maturi e, cosa piuttosto particolare, si fanno particolarmente pronunciati quelli di mirtillo, erica e corbezzolo, un frutto che cresce spontaneamente nelle zone vicine al litorale marchigiano.
ROSSO CONERO Decreto 01/09/2004 - G.U. 10/09/2004. Ha sostituito il D.P.R. 20/10/1990 e 21/07/1967 e successiva modifica. Modifica con Decreto 28/05/2009 - G.U. 13/06/2009. Zona di produzione: comprende i comuni di Ancona, Camerano, Numana, Offagna, Sirolo e parte di Castelfidardo e Osimo, in provincia di Ancona. Resa: max. 13 t/ha. Vitigni: montepulciano min. 85%. Titolo alcolometrico minimo: 11.5%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 2-4 anni. Scendendo lungo la penisola s’incontra sempre più frequentemente il montepulciano, un vitigno che trova il suo habitat naturale soprattutto in alcune zone dell’Abruzzo. Vitigno di razza, ideale taglio migliorativo per il sangiovese, dona al vino doti ben definite e una caratteristica persistenza aromatica, in cui ritornano aromi di liquirizia e di frutta.
Nel caso di alcune selezioni particolarmente strutturate, è consigliabile un periodo d’affinamento in legno, per armonizzare al meglio i tannini un po’ duri che caratterizzano il montepulciano. Predilige l’abbinamento a primi piatti e risotti saporiti, ai tradizionali vincisgrassi, carni arrostite e alla griglia, ma anche a pesci in umido e stoccafisso all’anconetana.
Marche
Il Rosso Conero è un vino che da giovane presenta un colore rosso rubino intenso con vivaci riflessi violacei, per volgere verso tonalità granato con la maturazione. I profumi sono prima vinosi, poi fruttati di prugna e marasca e floreali. Il sapore è secco, piuttosto tannico e dotato di buona sapidità, tutti fattori che contribuiscono a determinare un buon corpo.
423
ESINO DOC riconosciuta con Decreto 11/09/1995 - G.U. 04/10/1995. Modifica con Decreto 28/05/2009 - G.U. 13/06/2009. Zona di produzione: comprende interamente la provincia di Ancona e i comuni di Apiro, Camerino, Castelraimondo, Cingoli, Esanatoglia, Gagliole, Matelica e Pioraco, in quella di Macerata. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Rossi 1-2. Altre tipologie - Frizzante, il Bianco, con titolo alcolometrico minimo di 9.5%. Novello, il Rosso, ottenuto almeno con il 30% di macerazione carbonica e titolo alcolometrico minimo di 11%. Vini e vitigni
Resa
Alcol
BIANCO verdicchio min. 50%
15
10.5
ROSSO sangiovese e/o montepulciano min. 60%
14
10.5
Marche
L’area di produzione di questa denominazione, creata per valorizzare alcuni vini già definiti “da tavola”, è molto ampia. Nonostante ci sia ancora molto da lavorare, i risultati sono confortanti e i vini prodotti, pur non evidenziando caratteristiche di particolare personalità, sono gradevoli e di buon livello qualitativo.
424
Vini da bersi giovani, presentano doti di freschezza, fragranza e delicata morbidezza. Nel caso del Rosso, la componente tannica poco accentuata è accompagnata da una buona struttura, piuttosto debole invece nel Bianco. Il Bianco si abbina molto bene ad antipasti di frutti di mare, spaghetti alle vongole, nasello alla marchigiana, mentre il Rosso valorizza le caratteristiche di una buona porchetta all’ascolana e del pecorino fresco.
VERDICCHIO DEI CASTELLI DI JESI Decreto 18/02/2010 - G.U. 02/03/2010. Ha sostituito il Decreto 18/07/2003, 12/09/1995, il D.P.R. 11/08/1968, successive modifiche e il D.P.R. 09/02/1990.
Menzioni geografiche ammesse: Acquarelle, Cardinali, Casalini, Cerretine, Colle, Favete, Montalvello, Moricozzi e San Francesco, del comune di Apiro; Loretello, Magnadorsa e Piticchio, del comune di Arcevia; Casa Bucci, del comune di Barbara; Carrozze, Novali, Piagge e Stacciano, del comune di Castelplanio; Colognola del comune di Cingoli; Corinaldese e Valcinage, del comune di Corinaldo; Badia Colli, Brecciole, Carpaneto, Cese, Eremiti, Fonte della Carta, Frati Bianchi / Eremo dei Frati Bianchi, Manciano, Monte Follonica, Paganello Malcupa, Palazzi, Pian del Colle, Piana, Pietrone, Poggio – Cupro, Posserra, Ripa, Romita, Salerna, San Bartolomeo, San Giovanni, San Marco di sopra, San Marco di sotto, San Michele e Spescia, del comune di Cupramontana; Colmubino, dei comuni di Cupramontana e Maiolati Spontini; Chiesa del Puzzo, Fosso del Lupo, Le Moie, Massaccio, Monte Schiavo, San Sisto, Scisciano e Taiano, del comune di Maiolati Spontini; Ravalle del comune di Mergo; Bacucco, Busche, Fonte Cisterna, Piandole, S. Lorenzo e Villa Bucci, del comune di Montecarotto; Fornace Apiro Madonna della Neve e Torre , del comune di Monte Roberto; Balciana, Coste del Molino e Tralivio, del comune di Poggio San Marcello; Fondiglie e Pratelli di Rosora, del comune di Rosora; Cerrete, San Nicolò, S. Maria d’Arco, Scappia, Torre e Torrente Cesola, del comune di San Paolo di Jesi; Colle Leva, Farneto, Monte Fiore, San Fortunato, San Paterniano e San Sebastiano, del comune di Serra de’ Conti; Ammorto, Castellaro, Certine, Fontegeloni, Palombare, Sasso e Torrente Esinante, del comune di Serra San Quirico; Acqualta, Bachero, Castellaretta, Cavalline, Cesolano, Coroncino, Maestro di Staffolo, Salmagina, San Francesco, Santa Caterina e Vigna Vescovi, del comune di Staffolo.
Vitigni: verdicchio min. 85%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-3 anni.
Marche
Zona di produzione: comprende interamente o in parte i comuni di Arcevia, Barbara, Belvedere Ostrense, Castelplanio, Corinaldo, Castelbellino, Cupramontana, Maiolati Spontini, Mergo, Montecarotto, Monte Roberto, Morro d’Alba, Ostra, Poggio San Marcello, Rosora, San Marcello, San Paolo di Jesi, Senigallia, Serra de’ Conti, Serra San Quirico, Staffolo, in provincia di Ancona e Apiro, Cingoli e Poggio San Vicino, in quella di Macerata. CLASSICO: comprende la zona originaria più antica, la cui delimitazione esclude i territori posti alla sinistra del fiume Misa e i comuni di Ostra e Senigallia.
425
Marche
Vini
426
Resa Alcol Affinamento
VERDICCHIO DEI CASTELLI DI JESI
14
11.5
VERDICCHIO DEI CASTELLI DI JESI SPUMANTE
14
11.5
VERDICCHIO DEI CASTELLI DI JESI PASSITO
14
12+3
VERDICCHIO DEI CASTELLI DI JESI CLASSICO
14
11.5
VERDICCHIO DEI CASTELLI DI JESI CLASSICO SUPERIORE 11
12
13
Il verdicchio è “il vitigno” delle Marche, quasi un suo sinonimo, quando si parla di vino; copre circa il 60% della produzione a denominazione di questa regione, anche se non dà gli stessi risultati, che possono essere davvero notevoli, in tutte le zone. Al di fuori della sua terra d’elezione, la media e alta valle dell’Esino, perde carattere e si appiattisce. Il Verdicchio dei Castelli di Jesi ha un colore giallo paglierino con decisi riflessi verdi che ne hanno originato il nome, profumi di fiori bianchi come l’acacia e il biancospino, di frutti come la pesca, la mela, a volte gli agrumi, con ricordi vegetali. Secco e ben strutturato, presenta spiccate note di freschezza ma anche discreta morbidezza, buona sapidità e un retrogusto gradevole di mandorla amara. Il Verdicchio dei Castelli di Jesi si distingue per essere uno dei migliori vini da pesce, ottimo con tutte le preparazioni grigliate, gratinate e al cartoccio, triglie in guazzetto, calamari ripieni, ma anche con lumachine in umido, roastbeef e insalate di pollo. Questo vitigno è elaborato in molte tipologie, dando risultati apprezzabili in particolare nella zona ristretta del Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico. Lo Spumante raggiunge un buon livello soprattutto con la spumantizzazione in autoclave, esprimendo delicati profumi floreali, sapore secco, decisamente fresco e con una discreta persistenza aromatica. Il Passito è molto raro, più abboccato che amabile, ed è dotato di buona alcolicità, struttura e persistenza aromatica, caratteristiche che lo rendono adatto all’abbinamento con pasticcini con frutta candita e secca. Il Verdicchio ha avuto una storia un po’ altalenante. Molto famoso e conosciuto all’estero durante gli anni ‘60-’70, grazie anche alla bottiglia a forma di anfora disegnata dall’architetto milanese Antonio Maiocchi che permetteva facilmente l’identificazione, ha poi vissuto un periodo di appannamento.
Verdicchio
Marche
Negli ultimi anni, una ricerca sperimentale svolta in collaborazione con l’Istituto di viticoltura dell’Università di Agraria di Milano, ha esaminato ben 160 cloni diversi e ha portato alla scelta di cinque “famiglie”, per un totale di 20 cloni, ritenuti i migliori per le varie tipologie e zone di produzione. È quindi evidente il desiderio e l’impegno per migliorare il livello qualitativo del Verdicchio, cercando di valorizzarne le peculiarità e di arricchirne il profilo gusto-olfattivo.
427
VERDICCHIO DI MATELICA Decreto 18/02/2010 - G.U. 04/03/2010. Ha sostituito il Decreto 13/09/1995, il D.P.R. 21/07/1967 e successive modifiche. Zona di produzione: comprende parte dei comuni di Camerino, Castelraimondo, Esanatoglia, Gagliole, Matelica e Pioraco, in provincia di Macerata e parte dei comuni di Cerreto d’Esi e Fabriano, in quella di Ancona. Menzioni geografiche ammesse: Cambrugiano, Colferraio, La Monacesca, La Valle, Mistriano, Sainale, Santa Teresola, Valbona e Vinano, del comune di Matelica, Collamato, di Fabriano e Del Cerro, Fogliano e San Leopardo, di Cerreto d’Esi.
Vitigni: verdicchio min. 85%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-3 anni.
Marche
Vini
428
Resa Alcol Affinamento
VERDICCHIO DI MATELICA
13
11.5
VERDICCHIO DI MATELICA SPUMANTE
13
11.5
VERDICCHIO DI MATELICA PASSITO
13
12+3
13
La zona di Matelica coincide con l’alta valle dell’Esino ed è caratterizzata da un microclima con forti escursioni termiche, stagionali e giornaliere, che garantiscono buoni profumi e qualità. Inoltre, la componente in acido malico di queste uve è consistente, e ha portato all’abitudine piuttosto diffusa di favorire la fermentazione malolattica, proprio per ottenere una maggior morbidezza. Negli ultimi tempi, anche questo vino è sottoposto ad affinamento in legno, passaggio che lo arricchisce di profumi, sapori e persistenza aromatica, con una discreta longevità. Meno famoso del Verdicchio dei Castelli di Jesi, in gioventù questo vino si presenta con un colore giallo paglierino con riflessi verdolini, che anticipano le doti di fragranza dei profumi di fiori e di frutta, con sentori di mandorla amara e ginestra. Secco e ben strutturato, presenta buona sapidità, in genere maggiore di quella del Verdicchio più conosciuto, e un finale gradevolmente ammandorlato. Il Verdicchio di Matelica si degusta piacevolmente con tutte le preparazioni a base di pesci, crostacei e molluschi, torte salate e pollame.
COLLI MACERATESI Decreto 22/12/2000 - G.U. 08/01/2001. Ha sostituito il D.M. 03/10/1994 e D.P.R. 08/03/1975. Zona di produzione: comprende l’intero territorio della provincia di Macerata e il comune di Loreto, in quella di Ancona. Resa: max. 13 t/ha, 10 il Rosso Riserva. Affinamento: minimo 25 mesi il Bianco Passito e Rosso Riserva. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1-2 anni, Rossi 2-3, Passiti 2-5. Altra tipologia - Novello, il Rosso, con almeno il 50% di macerazione carbonica e titolo alcolometrico minimo di 11%. Vini e vitigni
Altre tipologie
BIANCO maceratino (ribona o montecchiese) min. 70%; incrocio bruni 54 e/o pecorino e/o trebbiano toscano e/o verdicchio e/o chardonnay e/o sauvignon e/o malvasia bianca lunga (localmente malvasia toscana) e/o grechetto (per la sola provincia di Macerata) max. 30%; ammessi altri max. 15% SPUMANTE PASSITO
Alcol 11
11 15.5 (14 svolto)
ROSSO sangiovese min. 50%; cabernet franc e/o cabernet sauvignon e/o ciliegiolo e/o lacrima e/o merlot e/o montepulciano e/o vernaccia nera max. 50%; ammessi altri max. 15% RISERVA
11
11.5
12.5
Marche
RIBONA maceratino (ribona o montecchiese) min. 85%; ammessi altri max. 15%
429
Ottenuto in gran parte dal maceratino, vitigno a bacca bianca generato da un clone del verdicchio, di buona eleganza e da seguire con attenzione perché può dare risultati ancora migliori, il Colli Maceratesi Bianco è un vino di colore giallo paglierino tenue con riflessi verdolini, profumi delicati di frutta fresca, un sapore secco e decisamente fresco, con una lieve vena citrina. È da bersi giovane, per apprezzarne le semplici doti di fragranza e piacevolezza, soprattutto accanto a olive ripiene, antipasti di salumi, stracciatella, cozze all’olio, prezzemolo e limone, vongole alla marinara, crocette (molluschi) in porchetta e carni bianche cotte in potacchio.
I TERRENI DI SANSEVERINO DOC riconosciuta con Decreto 30/08/2004 - G.U. 06/09/2004. Zona di produzione: comprende l’intero territorio del comune di San Severino Marche, in provincia di Macerata. Epoca migliore per il consumo: mediamente 2-4 anni.
Viti e vitigni
Altre tipologie
ROSSO vernaccia nera min. 50% SUPERIORE PASSITO
Resa Alcol
Affinamento
9
12
19
8 8
12.5 15.5
25 25
Marche
(12 svolto)
430
MORO montepulciano min. 60%
8
12.5
19
Probabilmente San Severino Marche è la cittadina più ricca di monumenti dell’intera provincia di Macerata, che vive un’intensa attività di ricerca della qualità e di promozione dei prodotti tipici: anche questa DOC è nata per valorizzare ulteriormente i vitigni vernaccia nera e montepulciano.
SERRAPETRONA DOC riconosciuta con Decreto 18/08/2004 - G.U. 01/09/2004. Modifica Parere favorevole G.U. 17/04/2010. Zona di produzione: comprende interamente il comune di Serrapetrona e parte di Belforte del Chienti e di San Severino Marche, in provincia di Macerata. Resa: max. 10 t/ha. Vitigni: vernaccia nera min. 85%. Titolo alcolometrico minimo: 12%. Affinamento: minimo 11 mesi. Epoca migliore per il consumo: mediamente 2-4 anni.
Marche
La zona di Serrapetrona, centro di alta collina insieme a parte di Belforte del Chienti, paesino arroccato su un’altura dominante l’omonima valle e San Severino Marche, è caratterizzata da rigogliose vigne coltivate a vernaccia nera, che coprono poco più di 40 ettari su terreni sciolti e permeabili, calcarei, con molasse, argille, sabbie, marne grigie e scure. Oltre alla famosa DOCG Vernaccia di Serrapetrona, la nascita di questa DOC permetterà alla vernaccia nera di esprimere il suo potenziale come vino fermo.
431
SAN GINESIO DOC riconosciuta con Decreto 25/07/2007 - G.U. 04/08/2007. Zona di produzione: comprende interamente il comune di San Ginesio e parte di Caldarola, Camporotondo di Fiastrone, Cessapalombo, Colmurano, Gualdo di Macerata, Loro Piceno, Ripe San Ginesio e Sant’Angelo in Pontano, in provincia di Macerata. Resa: max. 11 t/ha. Epoca migliore per il consumo: Spumante 1-2 anni, Rosso 1-3. Viti e vitigni
Altre tipologie
ROSSO sangiovese min. 50%; vernaccia nera e/o cabernet sauvignon e/o cabernet franc e/o merlot e/o ciliegiolo min. 35%; ammessi altri max. 15%
Marche
SPUMANTE vernaccia nera min. 85%
432
SECCO/DOLCE
Alcol 11.5
11
San Ginesio, definito il “balcone dei Sibillini” per lo splendido panorama sulle cime del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, riveste un notevole interesse grazie alla pregevole struttura urbanistica, che trova risalto nell’ampia cerchia muraria ancora intatta e nella grandiosa architettura monumentale. A cavallo tra Marche e Umbria, il Parco è un crocevia di antichissime tradizioni gastronomiche: la civiltà pastorale si unisce alla norcineria e l’agricoltura resiste, con alcune produzioni simbolo. I salumi sono straordinari - coppe di testa, lonze, capocolli, salami lardellati, prosciutti - ma la storia di questo territorio è prima di tutto quella della transumanza e il formaggio più importante è il pecorino. Il parco offre anche altre prelibatezze, come antiche varietà di mele, tartufi, funghi (russole, boleti, amanite, finferli), castagne, ceci, cicerchie e, per finire, i due tradizionali fine pasto della zona: il mistrà e il vin cotto. E ora questa zona si affaccia nel mondo del vino, per valorizzare soprattutto la vernaccia nera, che poco lontano, a Serrapetrona, ha già trovato la sua migliore espressione.
FALERIO DEI COLLI ASCOLANI o FALERIO Decreto 05/09/1997 - G.U. 24/09/1997. Ha sostituito il D.P.R. 28/04/1975 e successiva modifica. Zona di produzione: comprende tutto il territorio della provincia di Ascoli Piceno, idoneo alla coltura della vite, con esclusione dei terreni di fondovalle ed eccessivamente umidi e di quelli ubicati ad altitudini superiori ai 700 m slm. Resa: max. 13 t/ha. Vitigni: trebbiano toscano 20-50%; passerina 10-30%; pecorino 10-30%; ammessi altri max. 20%. Titolo alcolometrico minimo: 11.5%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1 anno.
Marche
Il Falerio, definito da qualcuno una via di mezzo tra il Bianchello del Metauro e il Verdicchio dei Castelli di Jesi, ha un colore giallo paglierino tenue e profumi freschi che ricordano la mela e i fiori bianchi. Il sapore evidenzia una leggera vena acidula, caratteristica accentuata dalla presenza del pecorino, mentre la passerina conferisce al vino i profumi della sua singolare aromaticità. È un vino da bersi giovane, per apprezzarne al meglio le doti di fragranza e vivacità gustativa, come aperitivo, con olive all’ascolana.
433
OFFIDA DOC riconosciuta con Decreto 23/05/2001 - G.U. 14/06/2001. Modifica con Decreto 20/02/2009 - G.U. 10/03/2009. Specifiche zone di produzione: OFFIDA PECORINO e OFFIDA PASSERINA Passito e Spumante: comprende interamente 9 comuni e parte di altri 16, in provincia di Ascoli Piceno. OFFIDA ROSSO: comprende interamente 7 comuni e parte di altri 12. OFFIDA PASSERINA VINO SANTO: comprende i comuni di Offida e Ripatransone. La spumantizzazione con il metodo Classico deve avvenire all’interno della zona di produzione, mentre quella con il metodo Martinotti può essere effettuata su tutto il territorio nazionale. Vini e vitigni
Altre tipologie
PASSERINA passerina min. 85%
Resa Alcol 12
Marche
PASSITO VINO SANTO SPUMANTE
434
Affinamento
11.5
4
13+2.5 13+2.5 11.5
19 37
PECORINO pecorino min. 85%
10
12
4
ROSSO montepulciano min. 50%; cabernet sauvignon min. 30%; ammessi altri max. 20%
10
13
25
Offida è un centro dove storia, cultura e beni artistici, vanno a braccetto con la vitivinicoltura e i prodotti tipici agro-alimentari. Un evento importante è stata l’apertura nel 1999 dell’Enoteca Regionale presso le suggestive sale dell’ex Monastero di San Francesco. La DOC Offida è caratterizzata dalla presenza di due vitigni tipici locali: la passerina e il pecorino. Il primo si propone in quattro tipologie e tra queste lo Spu-
mante, che si presenta di colore giallo paglierino tenue, con bollicine fini e persistenti. Il profumo è delicato e fruttato, con sentori di mela, pera, pesca, ananas e note minerali. Il sapore è particolarmente fresco, sapido, di medio corpo, con buona persistenza gusto-olfattiva, e si abbina bene a molluschi, crostacei, passatelli, parmigiana di gobbi, crespelle e preparazioni a base di pesce e verdure.
Marche
Il pecorino ama i luoghi freschi, possibilmente in quota, e nel tempo ha imparato a completare il ciclo di maturazione in un tempo relativamente breve, a fiorire tardi e a maturare presto. Si è cosÏ acclimatato in modo perfetto nelle zone
435
appenniniche delle Marche, Umbria e Abruzzo. Un tempo utilizzato come miglioratore di uvaggi, soprattutto in virtù della concentrazione di profumi e della componente di acidità, oggi comincia a essere apprezzato per le sue peculiarità e si trova sempre più spesso proposto in purezza. Il vino ottenuto da questo vitigno sprizza vivacità, con un colore giallo paglierino intenso e riflessi verdolini. L’impatto olfattivo è intenso ed elegante, con sentori di fiori e frutti maturi, come l’acacia e la ginestra, la mela renetta e l’ananas, seguiti lentamente da liquirizia bianca e anice stellato. Al gusto risaltano freschezza e struttura, note fruttate e mineralità, perfette con menu di pesce o piatti tipici marchigiani come le olive all’ascolana, le zuppe marinare, i brodetti di pesce e il fritto misto.
ROSSO PICENO
Marche
Decreto 22/09/1997 - G.U. 01/10/1997. Ha sostituito il D.P.R. 11/08/1968. Modifica con Decreto 14/09/2001 - G.U. 03/10/2001 e Decreto 26/07/2005 - G.U. 04/08/2005.
436
Zona di produzione: comprende una vasta area che va dal mare Adriatico, al confine provinciale Pesaro-Urbino e Ancona, fino al confine nord del comune di Grottammare, al confine provinciale Teramo e Ascoli Piceno e al confine comunale di Ascoli Piceno. Restano esclusi all’interno di questa zona i territori appartenenti all’area di produzione del Rosso Conero. ROSSO PICENO SUPERIORE: comprende un’area più ristretta, esclusa dal perimetro del Rosso Piceno, dei comuni Acquaviva Picena, Appignano, Castorano, Offida e in parte Ascoli Piceno, Castel di Lama, Colli del Tronto, Grottammare, Monsampolo del Tronto, Monteprandone, Ripatransone, San Benedetto del Tronto e Spinetoli, in provincia di Ascoli Piceno. Epoca migliore per il consumo: mediamente 2-5 anni. Altra tipologia - Novello, con titolo alcolometrico minimo di 11%. Vini e vitigni
Altre tipologie
ROSSO PICENO sangiovese 30-50%; montepulciano 35-70%; ammessi altri a bacca rossa max. 15% SUPERIORE
Resa Alcol 13
11.5
12
12
Affinamento
12
Vini e vitigni
Altre tipologie
ROSSO PICENO SANGIOVESE sangiovese min. 85% SUPERIORE
Resa
Alcol
13
11.5
12
12
Affinamento
12
Salumi e formaggi marchigiani
Marche
Il Rosso Piceno Superiore è un vero e proprio “cru”, prodotto in un’area ristretta ad alta vocazione viticola nella quale sangiovese e montepulciano si integrano alla perfezione. I mesi passati in botti di legno di rovere non fanno che migliorare le ottime doti di struttura di questo vino, che si presenta con un colore rosso rubino con sfumature granato, profumi di frutta secca, confetture e spezie, sapore intenso nel quale spiccano buone doti di tannicità, e una persistenza aromatica che ricorda la prugna e la radice fresca della liquirizia. Il periodo minimo che questo vino deve passare in botte può essere seguito da una fase più lunga di affinamento, sia in botte che in bottiglia, con un ulteriore miglioramento della morbidezza, dell’equilibrio e del profilo olfattivo. Si abbina molto bene con salumi locali, anatra in porchetta, all’aglio, al finocchio, al prosciutto e al bacon, e a formaggi abbastanza piccanti come la casciotta d’Urbino.
437
Umbria
Umbria
ZONE DI PRODUZIONE DEI VINI DOCG E DOC
CittĂ di Castello
3
Gubbio
Umbertide
TOSCANA
io
i Ch
Lago Trasimeno
c as
PERUGIA
4 Topino
Assisi
5
Torgiano
6
Chiani
10
Ficulle
8
Montefalco
1
ra
Ne Lago di Corbara
Alviano Narni
12
Norcia o
Todi
Clit u nn
Orvieto
MARCHE
Foligno
Bevagna
Paglia
11
Spello
2
7
Spoleto
9
TERNI
LAZIO no
li Ve
Montefalco Sagrantino DOCG Montefalco
7
Colli Martani
2
Torgiano Rosso Riserva DOCG Torgiano
8
Todi
3
Colli Altotiberini
9
Lago di Corbara
4
Assisi
10
Orvieto
5
Colli del Trasimeno o Trasimeno
11
Rosso Orvietano o Orvietano Rosso
6
Colli Perugini
12
Colli Amerini
Umbria
Tevere
1
439
Vitigni idonei alla coltivazione in regione A bacca bianca, tra i più coltivati: trebbiano toscano, grechetto, verdello, malvasia bianca lunga, malvasia bianca di Candia, trebbiano spoletino, chardonnay, canaiolo bianco, manzoni bianco e trebbiano giallo. Gli altri: albana, bellone, biancame, bombino bianco, falanghina, fiano, garganega, greco, greco bianco, incrocio bruni 54, maceratino, malvasia del Lazio, montonico bianco, moscato bianco, mostosa, müller thurgau, passerina, pecorino, pinot bianco, riesling italico, riesling, sauvignon, semillon, sylvaner verde, tocai friulano, verdicchio, vernaccia di San Gimignano, vermentino e viognier. A bacca grigia/rosa: pinot grigio e traminer aromatico. A bacca rossa, tra i più coltivati: sangiovese, merlot, ciliegiolo, sagrantino, cabernet sauvignon e montepulciano. Gli altri: aglianico, aleatico, alicante, barbera, cabernet franc, canaiolo nero, carignano nero, cesanese comune, cesanese di Affile, colorino, dolcetto, foglia tonda, gaglioppo, gamay, grechetto rosso, lacrima, maiolica, malbech, malvasia, mammolo, nero d’Avola, pinot nero, primitivo, prugnolo gentile, rebo, refosco dal peduncolo rosso, syrah e vernaccia nera.
Umbria
I vini dell’Umbria
440
DOCG: Montefalco Sagrantino, Torgiano Rosso Riserva. DOC: Assisi, Colli Altotiberini, Colli Amerini, Colli del Trasimeno o Trasimeno, Colli Martani, Colli Perugini, Lago di Corbara, Montefalco, Orvieto*, Rosso Orvietano o Orvietano Rosso, Todi, Torgiano. (*DOC interregionale, unitamente al Lazio) IGT: Allerona, Bettona, Cannara, Narni, Spello, Umbria.
I VQPRD
MONTEFALCO SAGRANTINO DOCG Decreto 01/09/2009 - G.U. 10/09/2009. Ha sostituito il D.M. 05/11/1992.
Il sagrantino è un vitigno autoctono, tipico in particolare della zona di Montefalco, con un patrimonio organolettico particolare, che vanta un rilevante contenuto in tannini, ma anche in zuccheri e altre sostanze estrattive. Questo vitigno è molto adatto all’appassimento, perché la buccia particolarmente coriacea dà resistenza all’acino che, nel tempo, può concentrare tutte le sostanze senza marcire. Il vino ha un colore rosso rubino intenso con riflessi tendenti al granato e all’aranciato con l’affinamento. Il profumo è intenso e persistente, con sentori di more di rovo, prugna, vaniglia, spezie e cuoio. Vino molto longevo ed apprezzabile anche dopo 10-15 anni, elegante, strutturato e di grande personalità, può essere degustato in solitudine, come vino da meditazione, ma salumi umbri, paste con sughi di carne, arrosti di carni rosse, palombacci in salmì, porchetta al finocchio, polpette all’umbra, piatti al tartufo nero, beccacce alla norcina e formaggi stagionati, vengono valorizzati al massi-
Umbria
Zona di produzione: comprende il comune di Montefalco e parte di Bevagna, Gualdo Cattaneo, Castel Ritaldi e Giano dell’Umbria, in provincia di Perugia. Resa: max. 8 t/ha. Vitigno: sagrantino. Titolo alcolometrico minimo: 13%; 13.5% con la menzione Vigna; 18% Passito e con residuo zuccherino min. 80 g/l. Affinamento: minimo 37 mesi, di cui (la tipologia Secco) almeno 12 in botti di rovere. Tipologie: Secco e Passito. Epoca migliore per il consumo: mediamente 5-10 anni.
441
mo dalla struttura e dalla ricchezza delle sue caratteristiche gusto-olfattive. Nel Montefalco Sagrantino Passito sono esaltati ancor di più i profumi, con sensazioni aromatiche di frutta matura, frutti di bosco, frutta secca e spezie e, in bocca, un piacevole finale di mandorla.
Cake al cioccolato e frutta secca
Si abbina con pasticceria secca con frutta candita, nocciole e mandorle, dolci al cioccolato e con la torta di formaggio pasquale.
TORGIANO ROSSO RISERVA
Umbria
DOCG Decreto 18/07/2003 - G.U. 09/08/2003. Ha sostituito il D.P.R. 20/10/1990.
442
Zona di produzione: comprende parte del comune di Torgiano, in provincia di Perugia. Resa: max. 9 t/ha. Vitigni: sangiovese min. 70%. Titolo alcolometrico minimo: 12.5%. Affinamento: minimo 36 mesi. Epoca migliore per il consumo: mediamente 8-15 anni. Il piccolo borgo umbro di Torgiano è famoso nel mondo proprio per il suo vino, e nel palazzo Graziani-Baglioni, di età barocca, ha sede l’interessante Museo del vino. Il paesaggio è classicamente umbro: olivi argentati vecchi di secoli, scuri cipressi e filari ordinati su declivi particolarmente assolati, che contribuiscono alla maturazione perfetta delle uve.
Sangiovese e canaiolo sono i due vitigni fondamentali per l’elaborazione di questo vino. L’impiego di cloni di sangiovese selezionati a Rauscedo garantiscono ottimi risultati per l’intensità dei colori, la componente polifenolica complessiva e la sintesi dei profumi; per il canaiolo si continua ad utilizzare il materiale originario, lungamente acclimatato a Torgiano, per non rinunciare alla ricchezza e all’esperienza del passato. La particolare cura nella vinificazione e la scelta di ricorrere, come da tradizione, ad un affinamento di pochi mesi in grandi botti di rovere di Slavonia e, successivamente e per molti anni, in bottiglia, contribuiscono a rendere questo vino uno degli emblemi della produzione enologica italiana, anche se di recente si sta affacciando sul mercato un Torgiano Rosso Riserva con affinamento in carati di piccola capacità. Il colore rosso rubino profondo, i profumi avvolgenti di confetture e spezie, il sapore secco, caldo e ben strutturato, sono le caratteristiche che fanno del Torgiano Rosso Riserva un vino raffinato che si abbina perfettamente con arrosti tartufati, cacciagione e selvaggina, agnello al forno, piccionella in Tartufi neri salmì e formaggi stagionati.
Decreto 26/07/2005 - G.U. 04/08/2005. Ha sostituito il Decreto 05/05/1997. Modifica Parere favorevole G.U. 06/04/2010. Zona di produzione: comprende parte dei comuni, a vocazione vitivinicola, di Assisi, Perugia e Spello, in provincia di Perugia. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1 anno, Rossi 1-2. Altre tipologie - Riserva, il Cabernet sauvignon, Merlot e Pinot nero, con titolo alcolometrico minimo di 13% e affinamento almeno di 24 mesi. Novello, il Rosso, con titolo alcolometrico minimo di 11%.
Umbria
ASSISI
443
Umbria
Vini e vitigni
444
Resa
Alcol
BIANCO trebbiano 50-70%; grechetto 10-30%; ammessi altri max. 40%
12
11
GRECHETTO grechetto min. 85%
8.5
11.5
ROSSO sangiovese 50-70%; merlot 10-30%; ammessi altri max. 40%
10
11
ROSATO stessi del Rosso
10
11
CABERNET SAUVIGNON cabernet sauvignon min. 85%
10
12.5
MERLOT merlot min. 85%
10
12.5
PINOT NERO pinot nero min. 85%
10
12.5
In questa denominazione si trovano vini da consumarsi entro l’anno, giovani e freschi, anche se il grechetto mostra un potenziale piuttosto interessante. Il grechetto fa parte di un gruppo di varietà provenienti dalla Grecia, con caratteristiche ampelografiche diverse. Recenti ricerche basate sull’analisi del DNA, hanno accertato l'identità tra greco di Todi, pignoletto e ribolla riminese, mentre sembrano essere profondamente diversi il grechetto di Orvieto e il greco di Tufo. Il vino Assisi Grechetto si presenta giallo paglierino intenso con riflessi dorati, con profumi delicati e piuttosto complessi di pesca bianca, mela golden, gelsomino, sambuco e fieno, con sfumature minerali. Al gusto è secco, caldo, di buona morbidezza, moderatamente fresco e sapido, con una discreta persistenza gusto-olfattiva. L’abbinamento ideale è con le fritture di pesce, seppie e piselli e pesce persico impanato.
COLLI ALTOTIBERINI Decreto 07/02/2005 - G.U. 17/02/2005. Ha sostituito il D.P.R. 22/01/1980. Zona di produzione: comprende i comuni di Citerna, CittĂ di Castello, Gubbio, Monte Santa Maria Tiberina, Montone, Perugia, San Giustino ed Umbertide, in provincia di Perugia. Resa: max. 11 t/ha; 9 il Riserva. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1 anno, Rossi 2-4. Altra tipologia - Riserva, il Rosso, con titolo alcolometrico minimo di 12.5%, e Cabernet sauvignon, Merlot e Sangiovese, con titolo alcolometrico minimo di 13%; tutti con affinamento almeno di 24 mesi. Altre tipologie
BIANCO trebbiano toscano min. 50%
Resa Alcol 12
10.5
9
11.5
GRECHETTO grechetto min. 60%
11
11.5
TREBBIANO trebbiano min. 85%
12
11
ROSSO sangiovese min. 50%
12
11.5
12
11.5
ROSATO sangiovese min. 50%
12
11
CABERNET SAUVIGNON cabernet sauvignon min. 85%
11
12
MERLOT merlot min. 85%
11
12
SUPERIORE
NOVELLO
Affinamento
5
Umbria
Viti e vitigni
445
Vini e vitigni
Altre tipologie
Resa
Alcol
SANGIOVESE sangiovese min. 85%
11
12
SPUMANTE grechetto e/o chardonnay e/o pinot bianco e/o pinot nero e/o pinot grigio min. 50%
11
11
Affinamento
In questa denominazione si trovano in genere vini poco strutturati, piacevoli da bersi in gioventù, quando risaltano i profumi fruttati fragranti e la freschezza gustativa. Il Bianco si abbina con spaghetti con punte di asparagi, pesci d’acqua dolce alla griglia e preparazioni a base di uova, il Rosato con crocchette di riso, salumi, penne all’arrabbiata, minestra alla perugina con porri e sedano, zuppe di pesce e tinche al forno. Il Rosso, più caldo, strutturato e con una buona componente tannica, è il complemento ideale per abbacchio brodettato, porchetta al finocchio, salsicce all’uva, pollo in porchetta e formaggi mediamente stagionati.
COLLI DEL TRASIMENO o TRASIMENO
Umbria
Decreto 07/01/1998 - G.U. 30/01/1998. Ha sostituito il D.P.R. 13/01/1972 e successive modifiche.
446
Zona di produzione: comprende parte dei comuni di Castiglione del Lago, Città della Pieve, Corciano, Magione, Paciano, Panicale, Passignano sul Trasimeno, Perugia, Piegaro e Tuoro sul Trasimeno, in provincia di Perugia. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Rossi 2-3. Altre tipologie - Vino Santo o Vin Santo, la cui fermentazione e maturazione devono avvenire in recipienti di legno della capacità massima di 550 l, per almeno 18 mesi a decorrere dalla data di vinificazione. Frizzante, il Bianco e Rosso. Riserva, il Cabernet sauvignon, Gamay e Merlot, con titolo alcolometrico minimo di 13% e affinamento almeno di 24 mesi. Novello, il Rosso, con titolo alcolometrico minimo di 11%.
Resa
Alcol
Affinamento
BIANCO trebbiano toscano min. 40%; grechetto e/o chardonnay e/o pinot bianco e/o pinot grigio min. 30%; ammessi altri max. 30%
12.5
10.5
4
BIANCO SCELTO vermentino e/o grechetto e/o chardonnay e/o pinot grigio e/o pinot bianco e/o sauvignon e/o riesling italico min. 85%
10
11.5
4
GRECHETTO grechetto min. 85%
10
11.5
4
12.5
11.5
4
ROSSO SCELTO gamay e/o cabernet sauvignon e/o merlot e/o pinot nero min. 70%; sangiovese min. 15%; ammessi altri max. 15%
9
12.5
11
ROSSO RISERVA stessi del Rosso Scelto
9
12.5
24
12.5
11
4
CABERNET SAUVIGNON cabernet sauvignon min. 85%
9
12.5
4
GAMAY gamay min. 85%
9
12.5
4
MERLOT merlot min. 85%
9
12.5
4
ROSSO sangiovese min. 40%; ciliegiolo e/o gamay e/o merlot e/o cabernet sauvignon min. 30%; ammessi altri max. 30%
ROSATO stessi del Rosso
Umbria
Vini e vitigni
447
Vini e vitigni SPUMANTE CLASSICO chardonnay e/o pinot bianco e/o pinot grigio e/o pinot nero e/o grechetto min. 70%; ammessi altri max. 30% VINO SANTO o VIN SANTO stessi del Bianco
Resa
Alcol
10
12
12.5
14+2
Affinamento
18
Varie le tipologie di vino in questa denominazione, e molto diversi tra loro anche i vitigni coltivati in questa zona, che rappresenta un’isola climatica ad alta vocazione viticola nella quale si fa sentire l’influenza toscana. Il Rosso ha il sangiovese come vitigno base, migliorato da cabernet sauvignon e merlot, oltre che dal ciliegiolo. Quest’ultimo vitigno, diffuso nella fascia centrale della penisola, arricchisce il vino nel colore, nei sentori netti di marasca, nella discreta componente tannica e persistenza aromatica con fondo leggermente amarognolo. Il Colli del Trasimeno Rosso Riserva è un vino strutturato ed austero, di buona longevità. Importanti piatti a base di carne rossa, selvaggina e formaggi stagionati trovano in questo vino il compagno ideale.
COLLI MARTANI
Umbria
Decreto 06/07/2009 - G.U. 28/07/2009. Ha sostituito il Decreto 04/09/2003 e D.P.R. 21/12/1988.
448
Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Giano dell’Umbria e Gualdo Cattaneo ed in parte di Bettona, Bevagna, Cannara, Castel Ritaldi, Collazzone, Deruta, Massa Martana, Monte Castello di Vibio, Montefalco, Spoleto e Todi, in provincia di Perugia. Sottozona GRECHETTO DI TODI: comprende parte del comune di Todi. Sottozona VERNACCIA DI CANNARA: comprende parte del comune di Cannara. Altra tipologia - Riserva, il Cabernet Sauvignon, Merlot e Sangiovese, con titolo alcolometrico minimo di 12% e affinamento almeno di 24 mesi. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1-3 anni, Rossi 3-5.
Resa Alcol
Affinamento
BIANCO - trebbiano toscano min. 50%
12
11
CHARDONNAY - chardonnay min. 85%
10
11.5
GRECHETTO - grechetto min. 85%
10
11.5
RIESLING - riesling min. 85%
10
11
SAUVIGNON - sauvignon min. 85%
10
11.5
TREBBIANO - trebbiano toscano min. 85%
12
11
ROSSO - sangiovese min. 50%
11
11.5
CABERNET SAUVIGNON - cabernet sauvignon min. 85% 10
12
12
MERLOT - merlot min. 85%
11
12
12
SANGIOVESE - sangiovese min. 85%
10
11.5
12
SPUMANTE - grechetto e/o chardonnay e/o pinot nero min. 50%
12
11
VERNACCIA NERA o VERNACCIA vernaccia nera min. 85%
6
11.5+5.5
GRECHETTO DI TODI - grechetto min. 85%
10
12
VERNACCIA DI CANNARA vernaccia nera min. 85%
6
11.5+5.5
Nei vini ottenuti dai vitigni a bacca bianca, la malvasia bianca di Candia e/o malvasia bianca lunga, non devono superare il 10% di quelle complementari.
In questa zona, a sinistra del Tevere e a destra della valle Umbra, la viticoltura ha sempre regalato soddisfazioni, soprattutto grazie a un vitigno autoctono, già indicato da Plinio il Vecchio, il “tuderte” o greco di Todi (oggi grechetto). Tra i vini di questa denominazione, il Sangiovese Riserva è quello più strutturato e complesso.
Umbria
Vini e vitigni
449
COLLI PERUGINI DOC riconosciuta con D.P.R. 21/10/1981 - G.U. 13/04/1982. Modifica con Decreto 10/09/1999 - G.U. 01/10/1999. Zona di produzione: comprende i comuni di Deruta, Fratta Todina, Marsciano, Monte Castello di Vibio, Perugia e Piegaro, in provincia di Perugia; San Venanzo, in quella di Terni. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1 anno, Rossi 2-5. Altre tipologie – Vin Santo o Vino Santo, elaborato in recipienti di legno della capacità massima di 350 litri. Novello, il Rosso, con titolo alcolometrico minimo di 11.5%.
Umbria
Vini e vitigni
450
Resa
Alcol
BIANCO - trebbiano toscano min. 50%; ammessi altri max. 50% (max. 10% per le malvasie)
12
11
CHARDONNAY - chardonnay min. 85%
11
11
GRECHETTO - grechetto min. 85%
12
11.5
PINOT GRIGIO - pinot grigio min. 85%
12
11
TREBBIANO - trebbiano toscano min. 85%
12
11
ROSSO - sangiovese min. 50%;
12
11.5
ROSATO - stessi del rosso
12
11.5
CABERNET SAUVIGNON - cabernet sauvignon min. 85%
12
12
MERLOT - merlot min. 85%
12
12
SANGIOVESE - sangiovese min. 85%
12
12
SPUMANTE - chardonnay e/o grechetto e/o pinot bianco e/o pinot grigio e/o pinot nero min. 80%
11
11
VIN SANTO o VINO SANTO - stessi del bianco
12
13+3
Il nuovo disciplinare di produzione e l’allargamento della base ampelografica fanno ben sperare per i vini di questa zona, senz’altro favorevole alla viticoltura. Il grechetto è un vitigno autoctono che dà vini di colore giallo paglierino piuttosto intenso, fruttati e fragranti, dotati di buona struttura e ricchi in acidità, che possono mantenere le proprie doti di finezza anche per un paio d’anni. Questi vini si abbinano molto bene con antipasti semplici, zuppe di verdure, frittate al prosciutto e alle erbe, sformati di verdure e trote al burro.
MONTEFALCO D.M. 31/07/1993 - G.U. 13/08/1993. Ha sostituito il D.P.R. 30/10/1979 e successive modifiche. Zona di produzione: comprende interamente il comune di Montefalco e parte di Bevagna, Gualdo Cattaneo, Castel Ritaldi e Giano dell’Umbria, tutti in provincia di Perugia. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1-2 anni, Rossi 3-5. Altre tipologie – Riserva, il Rosso, con titolo alcolometrico minimo di 12.5% e affinamento almeno di 30 mesi. Resa Alcol
BIANCO grechetto min. 50%; trebbiano toscano 20-35%; ammessi altri max. 30%
13
11
ROSSO sangiovese 60-70%; sagrantino 10-15%; ammessi altri max. 30%
11
12
Affinamento
18
In questa zona prevalgono i vitigni a bacca rossa - il vino Bianco è rarissimo! - e oltre al sagrantino è coltivato il sangiovese, utilizzato soprattutto, insieme a pochi altri, per il Montefalco Rosso, a volte anche Riserva. Proprio il Riserva, si presenta con un colore rosso granato con decise tonalità aranciate, profumi intensi con riconoscimenti di confetture, frutta secca e spezie. Al gusto è caldo, di corpo e dotato di buona persistenza gusto-olfattiva, caratteri che lo rendono adatto all’abbinamento con cacciagione, selvaggina e formaggi stagionati.
Umbria
Vini e vitigni
451
TODI DOC Parere favorevole G.U. 12/03/2010. Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Collazzone, Massa Martana, Monte Castello di Vibio e Todi, in provincia di Perugia. In etichetta il nome del vitigno (Grechetto, Merlot e Sangiovese), unitamente alla preposizione “di”, può precedere l’indicazione geografica “Todi”. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1-3 anni, Rossi 3-5. Per tutti i vini TODI è ammessa la menzione Vigna. Viti e vitigni
Altre tipologie
12
11.5
GRECHETTO - grechetto min. 85% SUPERIORE PASSITO
10 9 10
12 12.5 12+4
5 10
SUPERIORE
12 10.8
12 12.5
12
SUPERIORE
10 9
12 12.5
12 18
SANGIOVESE - sangiovese min. 85% SUPERIORE
10 9
12 12.5
12 18
MERLOT - merlot min. 85%
Umbria
Affinamento
BIANCO - grechetto min. 50%
ROSSO - sangiovese min. 50%
452
Resa Alcol
Il riconoscimento di questa nuova denominazione consente di qualificare ulteriormente i vini della zona, già sotto la tutela della DOC Colli Martani, e di valorizzarne il legame con il territorio, prerogativa che ha reso l’Umbria famosa nel mondo. I vini del Tuderte, con in testa il Grechetto, sono un ottimo esempio delle tante eccellenze che caratterizzano l’agroalimentare, in grado di esportare la vera cultura enogastronomica umbra. Il fiore all’occhiello di questa DOC è il Grechetto di Todi, ottenuto dall’omonimo vitigno, originario della Magna Grecia e introdotto nell’Italia centrale dagli Etruschi. Questo vitigno autoctono, una particolare varietà di grechetto che si dif-
ferenzia sia per il biotipo sia per le zone di coltivazione, ha trovato il proprio habitat proprio sulle colline della valle del Tevere. Il colore di questo vino è giallo paglierino intenso con riflessi dorati, il profumo è delicato con sentori caratteristici di mela, melone, salvia, melissa e note agrumate, il sapore è fresco, piuttosto caldo, con buona struttura e finale leggermente ammandorlato. Questo vino si abbina bene con il risotto ai gamberi di fiume e con la frittatina con le erbe di campagna.
TORGIANO Decreto 15/06/2009 - G.U. 29/06/2009. Ha sostituito il Decreto 18/07/2003, il D.M. 06/11/1991, i D.P.R. 20/03/1968 e 27/10/1978. Modifica Decreto 03/08/2009 - G.U. 19/08/2009. Zona di produzione: comprende parte del comune di Torgiano, in provincia di Perugia. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1-3 anni, Rosati 1-2, Rossi 3-5. Resa Alcol
Affinamento
BIANCO di TORGIANO - trebbiano toscano 50-70% 12.5
11
CHARDONNAY di TORGIANO - chardonnay min. 85% 12.5
11
PINOT GRIGIO di TORGIANO - pinot grigio min. 85% 11.5
11
RIESLING ITALICO di TORGIANO riesling italico min. 85%
11.5
11
ROSSO di TORGIANO - sangiovese min. 50%
12
12
ROSATO di TORGIANO - sangiovese min. 50%
12
11.5
CABERNET SAUVIGNON di TORGIANO cabernet sauvignon min. 85%
9
12
13
11.5
11.5
13
MERLOT di TORGIANO - merlot min. 85%
13
Umbria
Vini e vitigni
453
Vini e vitigni
Resa
Alcol
Affinamento
PINOT NERO di TORGIANO - pinot nero min. 85%
9
12
13
TORGIANO SPUMANTE - chardonnay max. 50%; pinot nero max. 50%; ammessi altri max. 15% (ottenuto con rifermentazione in bottiglia e con permanenza sulle fecce min. 2 anni)
10
11
24
TORGIANO VENDEMMIA TARDIVA chardonnay min. 50%
10 11.5+2.5
TORGIANO VIN SANTO - trebbiano toscano 50-70%
10
14+2
36
Nella zona del famoso Torgiano Rosso Riserva si producono altri vini di buona levatura, sia bianchi sia rossi.
Umbria
I vini bianchi sono da consumarsi in gioventù e tutte le loro caratteristiche, dal colore giallo paglierino tenue con riflessi verdolini ai profumi fruttati e floreali ma sempre delicati, alle sensazioni gustative in cui spicca la freschezza, li rendono ottimi con salumi delicati, tagliolini ai funghi, verdure ripiene, trote alla mugnaia e preparazioni di carni bianche.
454
I vini rossi sono più strutturati e più caldi, e nel caso del Cabernet sauvignon e del Pinot nero l’affinamento ne migliora morbidezza e complessità olfattiva. Possono essere abbinati con primi piatti con ragù di carne, salsiccia al forno con patate, porchetta alla perugina, bistecchine in teglia, castratello con patate e formaggi pecorini piuttosto stagionati. Salsiccia al forno con patate
Umbria
DOC DELLA PROVINCIA DI TERNI
455
COLLI AMERINI Decreto 10/08/2000 - G.U. 30/08/2000. Ha sostituito il D.P.R. 25/11/1989. Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Attigliano, Giove, Penna in Teverina e parte di Alviano, Amelia, Calvi dell’Umbria, Guardea, Lugnano in Teverina, Montecastrilli, Narni, Otricoli, San Gemini e Terni, tutti in provincia di Terni. Resa: max. 12 t/ha. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1 anno, Rossi 2-4. Altre tipologie – Novello, il Rosso. Superiore, il Rosso, con titolo alcolometrico minimo di 12%. Riserva, il Merlot, con titolo alcolometrico minimo di 12.5 e affinamento almeno di 24 mesi. Vini e vitigni
Umbria
BIANCO trebbiano toscano 70-85%; grechetto e/o verdeca e/o garganega e/o malvasia toscana max. 30% (malvasia toscana max. 10%); ammessi altri max. 15%
456
Alcol 11
MALVASIA malvasia toscana min. 85%; ammessi trebbiano toscano e altri per la differenza
11.5
ROSSO sangiovese 65-80%; montepulciano e/o ciliegiolo e/o canaiolo e/o merlot e/o barbera max. 35% (merlot max. 10%); ammessi altri max. 15%
11
ROSATO stessi del Rosso
11
MERLOT merlot min. 85%
12
Negli ultimi tempi questi vini hanno notevolmente migliorato il proprio livello qualitativo; alcuni risultano veramente gradevoli e, in alcuni casi, mostrano una promettente complessitĂ .
La malvasia toscana, spesso usata in questa regione in diversi uvaggi, qui viene elaborata come vitigno principale, dal quale si ottiene un vino che riassume le sue peculiarità: colore giallo paglierino con riflessi verdolini, profumi fruttati e discretamente aromatici, buona vivacità gustativa e sapidità. È da degustare giovane, con antipasti di pesce, rotolo alle erbe e altri primi piatti con sughi a base di verdure e pesci.
LAGO DI CORBARA DOC riconosciuta con Decreto 01/07/1998 - G.U. 20/07/1998. Zona di produzione: comprende il comune di Baschi e la parte di Orvieto relativa alle frazioni di Colonnetta di Prodo, Corbara, Fossatello, Prodo e Titignano, in provincia di Terni. Titolo alcolometrico minimo: 12.5%. Affinamento: minimo 10 mesi. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-3 anni. Resa
ROSSO cabernet sauvignon e/o merlot e/o pinot nero e/o sangiovese min. 70%; aleatico e/o barbera e/o cabernet franc e/o canaiolo e/o cesanese e/o ciliegiolo e/o colorino e/o dolcetto e/o montepulciano max. 30%
9
CABERNET SAUVIGNON cabernet sauvignon min. 85%
8
MERLOT merlot min. 85%
8
PINOT NERO pinot nero min. 85%
8
Il Lago di Corbara Rosso si presenta di un bel colore rosso rubino con riflessi violacei e libera profumi di ciliegie, mirtilli, viole e liquirizia; al gusto offre notevole freschezza e una discreta tannicità, non proprio equilibrata dalla morbidezza, con
Umbria
Vini e vitigni
457
un finale di bocca leggermente amarognolo. L’abbinamento migliore è senz’altro quello con il piatto tipico locale, il palombaccio alla leccarda.
ROSSO ORVIETANO o ORVIETANO ROSSO DOC riconosciuta con Decreto 31/08/1998 - G.U. 07/09/1998. Zona di produzione: comprende i comuni di Allerona, Alviano, Baschi, Castel Giorgio, Castel Viscardo, Fabro, Ficulle, Guardea, Montecchio, Montegabbione, Monteleone d’Orvieto, Orvieto, Porano e San Venanzo, in provincia di Terni. Resa: max. 10 t/ha. Vitigni: aleatico e/o cabernet sauvignon e/o cabernet franc e/o canaiolo nero e/o ciliegiolo e/o merlot e/o montepulciano e/o pinot nero e/o sangiovese min. 70%; barbera e/o cesanese comune e/o colorino e/o dolcetto max. 30% per il Rosso (senza specificazione); cabernet sauvignon e/o cabernet franc per il Cabernet; minimo 85% delle uve omonime per Aleatico, Cabernet franc, Cabernet sauvignon, Canaiolo, Ciliegiolo, Merlot, Pinot nero, Sangiovese. Titolo alcolometrico minimo: 11.5%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-3 anni. Altre tipologie – Secco, Amabile e Dolce, il Rosso Orvietano Aleatico, con titolo alcolometrico minimo di 11.5% (9.5% svolto).
Umbria
La DOC Rosso Orvietano presenta un’ampia varietà ampelografica e la produzione, così come per l’altra DOC Lago di Corbara, ha larghi margini di miglioramento; si basa molto sui vitigni “internazionali”, in grado di dare carattere di eleganza e buona longevità a vini rossi ben strutturati e di grande spessore.
458
ORVIETO Decreto 08/08/2003 - G.U. 22/08/2003. Ha sostituito il Decreto 01/09/1997, il D.P.R. 07/08/1971 e successive modifiche. Zona di produzione: comprende i comuni di Allerona, Alviano, Baschi, Castel Giorgio, Castel Viscardo, Fabro, Ficulle, Guardea, Montecchio, Montegabbione, Monteleone d’Orvieto, Orvieto e Porano, in provincia di Terni; Bagnoregio, Ca-
La tradizione vitivinicola di questa zona è antica come poche altre, e le incredibili cantine sotterranee, scavate nella roccia vulcanica, sono uno spettacolo unico. Questo vino copre da solo più dell’80% dell’intera produzione VQPRD di tutta l’Umbria, ed è ottenuto da alcuni tra i più diffusi vitigni a bacca bianca dell’Italia centrale. Il trebbiano toscano, o procanico, è un vitigno meno produttivo e con caratteristiche un po’ diverse da quelle del trebbiano tradizionale, e dà al vino un maggior contenuto in estratti, più eleganza e longevità. Il verdello ha una notevole componente di acidità, e il canaiolo bianco, detto anche drupeggio, è un vitigno “migliorativo” usato in particolare in queste zone. L’Orvieto è un vino secco, ottimo da tutto pasto a base di pesce, ma anche con stringozzi (ceriole), pomodori ripieni all’umbra, trota alle mandorle, lumache e formaggi freschi. Alcuni produttori della zona classica elaborano delle superbe versioni da uve stramature attaccate dalla muffa nobile, che gli regala caratteri unici di concentrazione ed eleganza. Il colore diventa giallo dorato e dotato di grande luminosità, e il bouquet è intenso, elegante e avvolgente. Il sapore è dolce e vellutato, sapido e caratterizzato da una lunga persistenza aromatica, che si abbina perfettamente ad antipasti di fegato grasso, formaggi di capra, erborinati e piccanti e pasticceria secca. È anche un ottimo vino da meditazione.
Umbria
stiglione in Teverina, Civitella d’Agliano, Graffignano e Lubriano, in quella di Viterbo. CLASSICO: è quella originaria, la più antica e già delimitata con R.D. 23/10/1931 - G.U. 15/12/1931. Resa: max. 11 t/ha. Vitigni: grechetto min. 40%, trebbiano toscano (procanico) 20-40%; ammessi altri max. 40%. Titolo alcolometrico minimo: 11.5%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1 anno, Superiore 2-3, Vendemmia Tardiva 3-4. Altre tipologie – Secco, Abboccato, Amabile e Dolce. Superiore, l’Orvieto e Orvieto Classico, con resa max. di 8 t/ha, titolo alcolometrico minimo di 12% e affinamento almeno di 4 mesi. Vendemmia Tardiva (solo Dolce), l’Orvieto e Orvieto Classico Superiore, con resa massima di 7 t/ha (uve parzialmente secche) e titolo alcolometrico minimo di 13% (10% svolto).
459
Lazio
Lazio
ZONE DI PRODUZIONE DEI VINI DOCG E DOC TOSCANA
MARCHE
UMBRIA
3
Gradoli
2
Lago di Bolsena
5
Montefiascone
6
VITERBO Vignanello M
8
ta ar
RIETI
ABRUZZO
Lago di Vico
9 Capena
10
Lago di Bracciano
Civitavecchia Cerveteri
7
ROMA
16 15 12
Ani
Affile
ene
Olevano Romano Piglio
Frascati Marino
L. Albano L. Nemi
Aprilia
1 2
Orvieto
Anzio
1
Anagni
Velletri Cori
Cesanese del Piglio o Piglio DOCG
18 17 21
Tivoli
Sa c
co
22
Atina
FROSINONE
27 Cassino
Li ri
LATINA
23 Terracina
13 24 14 11 19 20
25
26
CAMPANIA
3
Aleatico di Gradoli
4
Colli Etruschi Viterbesi
11
Aprilia
18
Zagarolo
5
Est! Est!! Est!!! di Montefiascone
12
Castelli Romani
19
Genazzano
6
Vignanello
13
Colli Albani
20
Cesanese di Olevano Romano o Olevano Romano
7
Cerveteri
14
Colli Lanuvini
21
Cesanese di Affile o Affile
8
Tarquinia
15
Marino
22
Velletri
25
Circeo
9
Colli della Sabina
16
Frascati
23
Cori
26
Moscato di Terracina o Terracina
Bianco Capena
17
Montecompatri-Colonna o Montecompatri o Colonna
24
Nettuno
27
Atina
10
Lazio
4
461
Vitigni idonei alla coltivazione in regione A bacca bianca, tra i pi첫 coltivati: trebbiano toscano (biancame, procanico), malvasia bianca di Candia, malvasia del Lazio (malvasia puntinata), trebbiano giallo (rossetto), bellone (cacchione), grechetto, malvasia bianca lunga, manzoni bianco (incrocio manzoni 6.0.13) e bombino bianco (ottenese). Gli altri: canaiolo bianco (drupeggio), chardonnay, falanghina, fiano, greco, greco bianco, montonico bianco (mantonico), moscato bianco (muscat blanc a petit grain, muscat de Chambave), moscato di Terracina, mostosa, passerina, pecorino (vissanello), pinot bianco, riesling, riesling italico, sauvignon, tocai friulano (tocai italico), trebbiano di Soave (verdicchio bianco, turbiana, trebbiano di Lugana), verdello, verdicchio bianco, vermentino (pigato, favorita) e vernaccia di San Gimignano. A bacca rosa/grigia: pinot grigio. A bacca rossa, tra i pi첫 coltivati: sangiovese (sangioveto), merlot, montepulciano, cesanese di Affile, ciliegiolo (morettone) e cesanese comune. Gli altri: abbuoto, aglianico (glianica, glianico, ellanico, ellenico), aleatico, alicante (cannonau, tocai rosso, cannonao, garnacha tinta, granaccia, grenache, guarnaccia), barbera, bombino nero, cabernet franc, cabernet sauvignon, canaiolo nero, carignano, grechetto rosso, greco nero (maglioccone, gregu nieddu), nero buono, olivella nera, petit verdot, pinot nero, primitivo (zinfandel), sciascinoso e syrah (shiraz).
Lazio
I vini del Lazio
462
DOCG: Cesanese del Piglio o Piglio. DOC: Aleatico di Gradoli, Aprilia, Atina, Bianco Capena, Castelli Romani, Cerveteri, Cesanese di Affile o Affile, Cesanese di Olevano Romano o Olevano Romano, Circeo, Colli Albani, Colli della Sabina, Colli Etruschi Viterbesi, Colli Lanuvini, Cori, Est! Est!! Est!!! di Montefiascone, Frascati, Genazzano, Marino, Montecompatri-Colonna o Montecompatri o Colonna, Moscato di Terracina o Terracina, Nettuno, Orvieto*, Tarquinia, Velletri, Vignanello, Zagarolo. (*DOC interregionale, unitamente all'Umbria) IGT: Civitella d'Agliano, Colli Cimini, Frusinate o del Frusinate, Lazio.
I VQPRD
CESANESE DEL PIGLIO o PIGLIO DOCG riconosciuta con Decreto 01/08/2008 - G.U. 18/08/2008. Zona di produzione: comprende interamente il comune di Piglio e Serrone e parte di Acuto, Anagni e Paliano, in provincia di Frosinone. Vitigni: cesanese di Affile e/o cesanese comune, min. 90%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 3-5 anni. Altra tipologia - Riserva, il Superiore, con titolo alcolometrico minimo di 14% e affinamento almeno di 20 mesi. Vini
Resa Alcol
Affinamento
CESANESE DEL PIGLIO o PIGLIO
11
12
3
CESANESE DEL PIGLIO o PIGLIO SUPERIORE
9
13
20
Il cesanese è il più importante vitigno autoctono a bacca rossa del Lazio, intorno al quale oggi ruotano ben tre denominazioni, anche se con qualche distinguo, tanto che l’obiettivo della Regione è di dare loro un’unica identità. Il Cesanese del Piglio o Piglio è caratterizzato da un colore rosso rubino molto intenso, da un profumo complesso, fruttato, speziato, con sentori che ricor-
Lazio
Alle linee tradizionali e al buon rapporto qualità/prezzo che da sempre hanno contraddistinto la produzione locale, si sono affiancati i nuovi vini prodotti da viticoltori che hanno intrapreso un nuovo corso enologico, che ha permesso l’ottenimento della prima DOCG laziale.
463
dano le more, il sottobosco, le spezie (pepe, vaniglia, liquirizia, chiodi di garofano), note di tabacco e minerali. Al gusto prevale la potenza dell’alcol, una discreta tannicità e grande struttura, doti che si abbinano bene con il timballo alla Bonifacio VIII, maccheroni conditi con rigaglie di pollo, sugo di carne, polpettine, funghi e tartufi.
ALEATICO DI GRADOLI Decreto 05/06/1996 - G.U. 10/07/1996. Ha sostituito il D.P.R. 21/06/1972.
Lazio
Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Gradoli, Grotte di Castro, San Lorenzo Nuovo e parte di Latera, tutti in provincia di Viterbo. Resa: max. 9 t/ha. Vitigni: aleatico. Titolo alcolometrico minimo: 12% (9.5% svolto). Epoca migliore per il consumo: mediamente 2-3 anni. Altre tipologie - Liquoroso, con titolo alcolometrico minimo di 17.5% (15% svolto). Liquoroso Riserva, con lo stesso titolo alcolometrico, ma con un affinamento almeno di 36 mesi (minimo due anni dalla data dell’alcolizzazione, in botti di rovere di capacità non superiore a 250 l) e un affinamento in bottiglia di almeno un anno.
464
Questa “chicca”, sconosciuta ai più, è ottenuta da uve aleatico, ed esprime aromaticità e grande personalità, particolarmente evidente nella tipologia Liquoroso, che alcuni paragonano al Porto. Si presenta con un bel colore rosso rubino molto scuro, ed il profumo è intenso, con riconoscimenti di marasca, confettura di more e sfumature di viola. Al gusto è dolce, morbido, con buona freschezza e tannicità poco accentuata, di ottima struttura, con una notevole persistenza gustoolfattiva che sfuma, nel finale, in note amarascate. È perfetto se viene abbinato a dolci secchi, pasta di mandorle, pizza dolce di Pasqua.
Lazio
DOC DELLA PROVINCIA DI VITERBO
465
COLLI ETRUSCHI VITERBESI DOC riconosciuta con Decreto 11/09/1996 - G.U. 21/09/1996. Zona di produzione: comprende interamente 37 comuni, in provincia di Viterbo. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1 anno, Rossi 2-3. Altre tipologie – Frizzante, il Bianco, Grechetto, Moscatello, Procanico, Rosso, Rosato e Sangiovese Rosato, tutti elaborati nelle versioni Secco e Amabile. Amabile, il Bianco, Moscatello, Rossetto, Rosso, Rosato e Sangiovese Rosato. Novello, il Grechetto, Moscatello e Rosso. Il vino ottenuto da canaiolo nero deve riportare in etichetta il sinonimo, localmente usato, Canaiolo. Solo per le uve provenienti dai vigneti situati nei comuni di Marta, Capodimonte e dalla limitrofa località San Savino, nel comune di Tuscania, è obbligatorio ed esclusivo il sinonimo, localmente usato, CANNAIOLA.
Lazio
Vini e vitigni
466
Altra tipologia
Resa
Alcol
BIANCO trebbiano toscano (procanico) 40-80%; malvasia toscana o del Lazio max. 30%; ammessi altri max. 30%
15
10
GRECHETTO greco bianco (grechetto) min. 85%; ammessi altri max. 15% ad esclusione della malvasia di Candia
12
11
MOSCATELLO moscato bianco (moscatello) min. 85%; ammessi altri max. 15% ad esclusione della malvasia di Candia PASSITO
10
11
15.5 (11 svolto)
PROCANICO trebbiano toscano (procanico) min. 85%; ammessi altri max. 15% ad esclusione della malvasia di Candia
15
11
Resa
Alcol
ROSSETTO trebbiano giallo (rossetto) min. 85%; ammessi altri max. 15% ad esclusione della malvasia di Candia
12
11
ROSSO sangiovese 50-65%; montepulciano 20-45%; ammessi altri max. 30%
14
10
ROSATO stessi del Rosso
14
10
CANAIOLO AMABILE canaiolo nero (canaiolo) min. 85%; ammessi altri max. 15% ad esclusione del ciliegiolo
10
11
GRECHETTO grechetto rosso (grechetto) min. 85%; ammessi altri max. 15% ad esclusione del ciliegiolo
14
11
MERLOT merlot min. 85%; ammessi altri max. 15% ad esclusione del ciliegiolo
11
11
SANGIOVESE ROSATO sangiovese min. 85%; ammessi altri max. 15% ad esclusione del ciliegiolo
14
11
VIOLONE montepulciano (violone) min. 85%; ammessi altri max. 15% ad esclusione del ciliegiolo
13
11
Colli Etruschi Viterbesi, una delle zone più famose dell’antico popolo etrusco, dove la viticoltura ha radici profonde, è tuttora una delle maggiori aree vitate del Lazio. Sono prodotti 12 vini, con due dozzine di tipologie, la maggior parte dei quali sono freschi e beverini, elaborati anche nelle tipologie Amabile e Frizzante. I vini bianchi sono prodotti utilizzando soprattutto vitigni locali o comunque italiani, tra i quali il moscatello, utilizzato per un interessante Passito. Tra i ros-
Lazio
Vini e vitigni
467
si è presente un singolare grechetto rosso, il montepulciano - qui chiamato violone – e il merlot, un vitigno che in alcune zone della regione promette bene, regalando vini di colore rosso rubino vivace con riflessi violacei, di particolare consistenza e con profumo complesso e leggermente erbaceo, con sentori di mora, fragoline di bosco, lamponi e di spezie dolci. Equilibrato tra morbidezza e tannicità, lascia un fin di bocca amarascato e ricco di mineralità, da abbinare al filetto di chianina ai funghi porcini.
EST! EST!! EST!!! DI MONTEFIASCONE Decreto 15/06/2009 - G.U. 29/06/2009. Ha sostituito i D.P.R. 03/05/1989 e 03/03/1966 e successive modifiche. Zona di produzione: comprende i comuni di Bolsena, Capodimonte, Gradoli, Grotte di Castro, Marta, Montefiascone e San Lorenzo Nuovo, in provincia di Viterbo. Vitigni: trebbiano toscano (procanico) 50-65%; trebbiano giallo (rossetto) 25-40%; malvasia bianca lunga e/o malvasia del Lazio 10-20%; ammessi altri max. 15%.
Lazio
Vini
468
Resa
Alcol
EST! EST!! EST!!! DI MONTEFIASCONE (SECCO, ABBOCCATO e AMABILE)
13
10.5
EST! EST!! EST!!! DI MONTEFIASCONE CLASSICO (SECCO)
11
11.5
EST! EST!! EST!!! DI MONTEFIASCONE SPUMANTE (SECCO, ABBOCCATO e AMABILE)
11
11
Non si può parlare di questo vino senza ricordare la sua storia, ormai notissima. Intorno all’anno 1100, Martino, il coppiere del vescovo tedesco Defuk, precedendo il suo padrone, aveva il compito di selezionare i vini migliori scrivendo la parola “est” sul muro del luogo del ritrovamento, e arrivato a Montefiascone scrisse “est, est, est” per indicare la particolare qualità di questo vino. Per molto tempo ciò non corrispose alla realtà, poiché il vino bianco secco di questa zona era abbastanza modesto, ma oggi, grazie ad alcuni produttori, si sta assistendo ad una notevole rivalutazione.
L’Est! Est!! Est!!! di Montefiascone si presenta con un colore giallo paglierino vivace, accompagnato da un profumo di discreta intensità, con riconoscimenti di frutta secca, in particolare di mandorla amara. Al gusto è sapido, abbastanza fresco, discretamente caldo e di media struttura, e risulta particolarmente piacevole se abbinato ad antipasti magri, minestroni di verdure e diverse preparazioni di pesci di lago. Un vino dal nome così curioso, non poteva essere commercializzato in una bottiglia “normale”, ed infatti un tempo veniva venduto nella pulcianella, caratteristica di questi luoghi, dalla forma di un tozzo fiasco.
VIGNANELLO DOC riconosciuta con D.M. 14/11/1992 - G.U. 25/11/1992. Modifica con D.M. 09/02/1994 - G.U. 21/02/1994.
Vini e vitigni
Resa
Alcol
BIANCO - trebbiano giallo e/o trebbiano toscano 60-70%; malvasia bianca di Candia e malvasia bianca lunga 20-40%; ammessi altri max. 10%
14
10.5
GRECO - greco min. 85%
11
11.5
ROSSO - sangiovese 40-60%; ciliegiolo 40-50%; ammessi altri max. 20%
13
11
ROSATO - stessi del Rosso
13
11
Lazio
Zona di produzione: comprende i comuni di Bassano in Teverina, Corchiano, Vasanello, Vignanello e parte di Fabrica di Roma, Gallese e Soriano nel Cimino, in provincia di Viterbo. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1 anno, Rossi 1-3. Altre tipologie – Secco e Abboccato, il Bianco e il Greco. Superiore, il Bianco, con titolo alcolometrico minimo di 11.5%. Spumante, il Greco. Novello, il Rosso, entrambi con titolo alcolometrico minimo di 11%. Riserva, il Rosso, con titolo alcolometrico minimo di 12% e affinamento almeno di 24 mesi. In etichetta la denominazione Vignanello può essere preceduta dal nome del vitigno Greco (esempio: Greco di Vignanello).
469
Vignanello è una DOC che propone 4 vini con un discreto potenziale, ottenuti solo da uve locali. Il Bianco è di colore paglierino più o meno intenso con riflessi verdolini, profumo delicato e fruttato, gusto abbastanza caldo e poco morbido, di piacevole freschezza e minima sapidità. Decisamente più strutturato la tipologia Superiore. Il Greco, proposto anche nella tipologia Spumante, si presenta di colore giallo paglierino intenso con riflessi dorati, con sentori fruttati, floreali ed erbacei, mentre al gusto è la sapidità la nota prevalente, con un leggero finale ammandorlato. Il Rosso, ha un colore rubino che tende al granato; all’olfatto è intenso, con note vinose e fruttate, tra le quali emerge quella della marasca; al gusto è caldo e fresco, con tannini delicati. Il Riserva è più strutturato e persistente, perfetto con le bricioline d’abbacchio in tegame, il garofolato di manzo e il brasato cotto nello stesso vino.
CERVETERI Decreto 04/06/1996 - G.U. 10/07/1996. Ha sostituito i D.P.R. 30/10/1974 e 16/11/1988. Modifica Parere favorevole G.U. 13/03/2010.
Lazio
Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Cerveteri, Civitavecchia, Ladispoli e Santa Marinella e parte di Allumiere, Roma e Tolfa, in provincia di Roma e parte di Tarquinia, in quella di Viterbo. Titolo alcolometrico minimo: 11%. 11.5% il Rosso Secco e Trebbiano o Procanico. Altre tipologie - Frizzante, il Bianco e Rosato. Secco e Amabile, il Bianco e Rosso. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1 anno, Rossi 1-2. Per i vini CERVETERI è ammessa la menzione Vigna.
470
Vini e vitigni BIANCO trebbiano toscano (procanico) min. 50%; malvasia bianca di Candia max. 35%; ammessi altri max. 15%
Resa 14
Vini e vitigni
Resa
TREBBIANO o PROCANICO trebbiano toscano (procanico) min. 85%
14
ROSSO sangiovese e montepulciano min. 60% (almeno uno min. 25%); merlot max. 35%; ammessi altri max. 15%
13
ROSATO - stessi del Rosso
13
Cerveteri
Lazio
Cerveteri, l’antica Cere, la cui origine risale all’VIII secolo a.C., fu una delle più grandi città dell’Etruria Marittima. In pratica, un’altra DOC, di etrusca memoria, inglobata nell’altra, Tarquinia. E anche i vini sono gli stessi. Dopo alcuni decenni caratterizzati da crisi e abbandono dei vigneti, la viticoltura del Lazio sta riprendendo forza, proponendosi come realtà emergente. La qualità intrinseca dei vini e il legame con il territorio, il recupero della base ampelografica locale e i moderni sistemi di vinificazione, hanno aperto una fase di rinnovata vitalità.
471
Lazio
DOC DELLA PROVINCIA DI ROMA
472
TARQUINIA DOC riconosciuta con Decreto 09/08/1996 - G.U. 28/08/1996. Modifica con Decreto 05/11/1996 - G.U. 16/11/1996. Zona di produzione: comprende interamente 11 comuni e parte di altri 4, in provincia di Roma; interamente 9 e in parte 6, in quella di Viterbo. Titolo alcolometrico minimo: 10.5%. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1 anno, Rossi 1-2. Altre tipologie - Secco e Amabile, il Bianco e Rosso. Novello, il Rosso, con titolo alcolometrico minimo di 11%. Frizzante, il Bianco. Resa
BIANCO trebbiano toscano (procanico) e/o trebbiano giallo min. 50%; malvasia bianca di Candia e/o malvasia del Lazio max. 35%; ammessi altri a bacca bianca, ad eccezione del pinot grigio, max. 30%
15
ROSSO sangiovese e montepulciano min. 60%, con presenza minima del 25% dell’uno o dell’altro vitigno; cesanese comune max. 25%; ammessi altri a bacca rossa max. 30%
14
ROSATO stessi del Rosso
14
Tarquinia è una DOC che si sovrappone a quella di Cerveteri, una vasta zona sulla costa tirrenica con un grande potenziale, ma la superficie iscritta all’albo è appena di 105 ha. L’introduzione razionale della coltura della vite in questa zona è merito degli Etruschi, continuata poi ai tempi dei Romani con Aureliano.
Lazio
Vini e vitigni
I vini prodotti sono tre, ottenuti da uvaggi molto frequenti in tutta la regione.
473
BIANCO CAPENA DOC riconosciuta con D.P.R. 19/05/1975 - G.U. 05/11/1975. Modifica con D.P.R. 22/06/1987 - G.U. 28/12/1987. Zona di produzione: comprende il comune di Capena e parte di Castelnuovo di Porto, Fiano Romano e Morlupo, in provincia di Roma. Resa: max. 16 t/ha. Vitigni: malvasia bianca di Candia, malvasia bianca lunga, trebbiano toscano, giallo e romagnolo 70-90%; bellone e bonvino max. 20%; ammessi altri max. 10%. Titolo alcolometrico minimo: 11%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1- 2 anni. Altre tipologie - Secco, con zuccheri riduttori max. 4 g/l. Abboccato, con zuccheri riduttori compresi tra 4 e 20 g/l. Superiore, con titolo alcolometrico minimo di 12%. La zona ha un’antica tradizione vitivinicola, ma con la vendemmia 2008 nessun produttore ha rivendicato la produzione. In pratica è una DOC solo sulla carta.
COLLI DELLA SABINA
Lazio
DOC riconosciuta con Decreto 10/09/1996 - G.U. 21/09/1996.
474
Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Cantalupo in Sabina, Castelnuovo di Farfa, Fara in Sabina, Selci, Tarano e parte di Collevecchio, Forano, Magliano Sabina, Montebuono, Montopoli di Sabina, Poggio Catino, Poggio Mirteto, Stimigliano e Torri in Sabina, in provincia di Rieti; interamente quelli di Marcellina, Mentana, Sant’Angelo Romano e parte di Giudonia Montecelio, Montelibretti, Monterotondo, Montorio Romano, Moricone, Nerola, Palombara Sabina e San Polo dei Cavalieri, in quella di Roma. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1 anno, Rossi 1-2. Altre tipologie - Secco e Amabile, tutti i vini.
Altre tipologie ALTRE TIPOLOGIE
BIANCO trebbiano toscano e/o trebbiano giallo min. 40%; malvasia del Lazio e/o malvasia di Candia min. 40%; ammessi altri max. 20%
Resa RESA
Alcol ALL
13
10.5
SPUMANTE SECCO/AMABILE/DOLCE FRIZZANTE SECCO/AMABILE/DOLCE ROSSO sangiovese 40-70%; montepulciano 15-40%; ammessi altri max. 30%
11 10 12
SPUMANTE SECCO/AMABILE/DOLCE FRIZZANTE SECCO/AMABILE/DOLCE NOVELLO ROSATO stessi del Rosso
11 10.5 11 12
FRIZZANTE SECCO/AMABILE
11
11 10.5
La zona di produzione, di là del Tevere, si trova nel territorio della Sabina antica, piuttosto vicina a Roma, dalla quale è separata dai monti Sabini. È un’ampia zona, ricca di vigneti, oliveti e antiche tradizioni romane. Il Bianco si presenta con un bel colore giallo paglierino. Il profumo è piuttosto intenso e leggermente aromatico, il gusto è delicato, fresco e piacevole, da abbinare alla ricotta viterbese. Il Rosso è color rubino con riflessi violacei, con il caratteristico profumo della viola mammola, di lampone e della mora di rovo; al gusto è discretamente fresco, con buona tannicità e media struttura, da abbinare alla faraona ripiena di castagne. Il Rosato è rosa intenso, con un profumo delicatamente fruttato e vinoso, con sentori di melograno; al gusto è fresco e di media struttura, da bere in gioventù abbinato alla scammanta e al capocollo di maiale aromatizzato all’aglio e stagionato nella carta gialla dal macellaio.
Lazio
Vini e vitigni INI E VITIGNI
475
APRILIA DOC riconosciuta con D.P.R. 13/05/1966 - G.U. 16/07/1966. Modifica con D.P.R. 22/11/1979 - G.U. 18/04/1980. Zona di produzione: comprende i comuni di Aprilia, Cisterna di Latina e Latina, in provincia di Latina; Nettuno, in quella di Roma. Epoca migliore per il consumo: Trebbiano e Sangiovese mediamente 1 anno, Merlot 2-3.
Lazio
Vini e vitigni
476
Resa
Alcol
TREBBIANO trebbiano min. 95%
15
11
MERLOT merlot min. 95%
14
12
SANGIOVESE sangiovese min. 95%
14
11.5
Molti anni fa, di ritorno dalla Tunisia, alcuni agricoltori impiantarono delle viti in questa zona, senza apparente vocazione. Ma come spesso accade, il lavoro attento e le continue sperimentazioni sui vari cloni hanno fatto sì che i risultati arrivassero. Oggi troviamo in commercio, soprattutto grazie al lavoro di una azienda, vini di grande qualità, strutturati, profumati e dotati di discreta longevità. Il Trebbiano rispecchia lo stereotipo del vino bianco di media personalità: colore giallo paglierino, profumo fruttato con sentori decisi di mela golden. Il gusto fresco e sapido, abbastanza caldo e dotato di buon equilibrio, rende questo vino adatto all’abbinamento con piatti della cucina di mare. Il Merlot si presenta con un colore rosso rubino di buona concentrazione. Il profumo è intenso con riconoscimenti di piccoli frutti rossi maturi, ed il gusto è equilibrato, disposto su note strutturate e di discreta morbidezza. Se ben prodotto, dimostra di avere la potenzialità di un grande vino, perfetto in abbinamento con piatti di pasta con sughi di carne, secondi di carne rossa e formaggi semistagionati.
CASTELLI ROMANI DOC riconosciuta con Decreto 04/11/1996 - G.U. 13/11/1996.
Vini e vitigni
Resa
Alcol
BIANCO malvasia bianca di Candia e puntinata e/o trebbiano giallo, toscano, romagnolo, di Soave e verde; ammessi altri max. 30%
16.5
10.5
ROSSO sangiovese e/o montepulciano e/o cesanese e/o merlot e/o nero buono; ammessi altri a bacca nera max. 15%
16
11
ROSATO stessi del Rosso, vinificati in rosato, oppure uve a bacca bianca e nera presenti nella produzione dei vini Bianco e Rosso
16
10.5
È questa la vera “cantina di Roma”, una terra di vini bianchi notissimi, prodotti sulle colline che circondano i laghi di Albano e di Nemi. I Castelli Romani: come non parlare di questi vini? Non perché si distinguano
Lazio
Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Albano Laziale, Ariccia, Castel Gandolfo, Ciampino, Colonna, Frascati, Genzano di Roma, Grottaferrata, Lanuvio, Lariano, Marino, Monte Porzio Catone, Nemi, Rocca di Papa, Rocca Priora, San Cesareo, Velletri, Zagarolo e parte di Ardea, Artena, Montecompatri, Pomezia e Roma, in provincia di Roma e interamente Cori e parte di Cisterna di Latina e Aprilia, in quella di Latina. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1 anno, Rossi 12 anni. Altre tipologie - Frizzante e Amabile, il Bianco, Rosso e Rosato. Novello, il Rosso.
477
per particolare struttura, ricchezza e complessità, ma perché incarnano la “tipica” produzione di queste zone, con vini freschi e piacevoli, anche se alcune aziende propongono sul mercato prodotti un po’ più importanti.
Vigneti in provincia di Latina
Questi vini sono spesso elaborati nelle tipologie Amabile e Frizzante, per esaltare i profumi delicatamente fruttati e le loro doti di semplicità e serbevolezza, da abbinare, senza grande impegno, a preparazioni della cucina locale, magari durante una divertente e spensierata gita fuori porta.
COLLI ALBANI
Lazio
D.M. 26/06/1992 - G.U. 09/07/1992. Ha sostituito il D.P.R. 19/07/1986. Modifica con D.M. 10/10/1994 - G.U. 27/10/1994.
478
Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Albano Laziale e Ariccia e parte di Ardea, Castel Gandolfo, Lanuvio e Pomezia, in provincia di Roma. Resa: max. 16.5 t/ha. Vitigni: malvasia bianca di Candia max. 60%; trebbiano toscano, romagnolo, giallo e di Soave 25-50%; malvasia del Lazio 5-45%; ammessi altri max. 10%. Titolo alcolometrico minimo: 10.5%, 11.5% il Superiore. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1 anno. Tipologie - Secco, Abboccato, Amabile, Dolce, Novello, Spumante e Superiore.
Nell’area dei Castelli Romani i progressi sono iniziati con l’arrivo del terzo millennio, grazie ad alcune cantine e cooperative che hanno realizzato importanti investimenti strutturali, tecnologici e professionali, per avviare le uve di maggior pregio a vinificazione selezionata, in un programma di qualificazione dei vini locali. La produzione dei Colli Albani è su vasta scala e segue nell’ordine quella dei Castelli Romani, di Frascati e di Marino. Il vino è di colore giallo paglierino, con profumo poco intenso e fruttato, gusto abbastanza fresco, poco caldo e debole, che si abbina con antipasti di mare, fritto misto di pesci di lago e lumache di S. Giovanni, mentre l’Amabile e il Dolce trovano l’accostamento ideale con ciambelle e frittelle.
COLLI LANUVINI Decreto 09/08/1996 - G.U. 28/08/1996. Ha sostituito il D.P.R. 08/02/1971. Modifica con Decreto 27/01/2006 - G.U. 07/02/2006. Modifica Parere favorevole G.U. 15/03/2010. Zona di produzione: comprende il comune di Genzano di Roma e parte di Lanuvio, in provincia di Roma. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Rossi 1-3. Altre tipologie - Secco e Amabile, il Bianco, Bianco Superiore e Rosso. Secco o Abboccato o Amabile o Dolce, il Bianco Spumante. Per i vini COLLI LANUVINI è ammessa la menzione Vigna. Altre tipologie
Resa Alcol
BIANCO - malvasia bianca di Candia e 14.5 puntinata max. 70%; trebbiano (toscano, verde e giallo) min. 30%; ammessi altri max. 15%. SUPERIORE 13 SPUMANTE 14.5 ROSSO - merlot min. 50%; montepulciano e sangiovese min. 35%; ammessi altri max. 15%. SUPERIORE RISERVA
Affinamento
11 12 12
13.5
11.5
12 12
12.5 13
24
Lazio
Vini
479
In questa zona i produttori sono stati convinti a diminuire le tipologie esaltando i vitigni autoctoni o presenti da lungo tempo sul territorio, cosa che ha portato a una grande valorizzazione della malvasia del Lazio, con una forte caratterizzazione del vino e una nuova immagine. Il vino Colli Lanuvini è di colore giallo paglierino, con profumo di media intensità e fruttato. Le percezioni gustative sono caratterizzate da discrete note di freschezza ed alcolicità, buona struttura e finale ammandorlato, che lo rendono adatto ad un abbinamento con primi piatti della cucina di mare, verdure e pesci di lago, e a ravvivare la colorata festa de “L’Infiorata”.
FRASCATI
Lazio
D.P.R. 05/12/1990 - G.U. 11/03/1991. Ha sostituito il D.P.R. 03/03/1966 e successive modifiche. Modifica con Decreto 26/04/2005 - G.U. 18/05/2005 e Decreto 04/08/2009 - G.U. 19/08/2009.
480
Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Frascati, Grottaferrata, Monte Porzio Catone ed in parte quelli di Roma e Montecompatri, in provincia di Roma. Resa: max. 14 t/ha il Frascati e Frascati Spumante; 13 il Superiore e Cannellino. Vitigni: malvasia bianca di Candia 50%, trebbiano toscano 10-20%, malvasia del Lazio (puntinata) 10-40%. Possono concorrere alla produzione, da soli o congiuntamente, anche greco, trebbiano giallo, bellone e bombino bianco, fino a un massimo del 30%; in tale ambito le altre varietà di vitigni a bacca bianca idonei nella regione Lazio per la provincia di Roma, presenti nei vigneti, possono concorrere fino ad un massimo del 15%. Sono esclusi altri vitigni aromatici. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-2 anni. Tipologie - Secco, Abboccato e Amabile, con titolo alcolometrico minimo di 11%, Spumante 11.5%, Superiore 11.5%, Cannellino 12.5%. Da moltissimo tempo il Frascati è uno dei vini italiani più famosi nel mondo. Per molti anni la sua immagine è stata quella di un vino leggero, pallido, anonimo, che nulla aveva a che fare con quello più strutturato, macerato con le bucce, abbinato tradizionalmente all’abbacchio, come oggi possiamo trovare in commercio, di ottima qualità ed ampia personalità.
In pratica, negli ultimi dieci anni, la viticoltura del Lazio si è radicalmente trasformata e Frascati, senz’altro la più celebre tra le denominazioni laziali, è l’icona di questo cambiamento. Il passo importante è stato la revisione del disciplinare di produzione: si sono recuperate alcune tradizioni precedenti al 1966, anno in cui è nata la denominazione, abbassate le rese e imposti sistemi d’allevamento meno produttivi. Benché il vitigno di riferimento sia ancora la malvasia di Candia, si è favorita la reintroduzione di vitigni autoctoni poco produttivi, quali la malvasia puntinata (o del Lazio), aumentandone le percentuali consentite all’interno dell’uvaggio. Questo vino si presenta di colore giallo paglierino più o meno intenso, a volte con sfumature dorate. L’esame olfattivo evidenzia un profumo di media intensità, con riconoscimenti fruttati e floreali. Al gusto è equilibrato, con note di freschezza e buone sensazioni pseudocaloriche, discreta struttura ed adeguata persistenza gustoolfattiva. È particolarmente gradevole se abbinato con piatti della cucina locale, come la pasta con i broccoli in brodo di arzilla, carni bianche in umido e vari tipi di frittate. Piacevole è anche il Cannellino, di antichissima origine e perfetto con i maritozzi. Proprio quest’ultimo vino, molto raro, è ottenuto con l’intervento determinante della Botrytis cinerea, che ne caratterizza e nobilita il gusto.
GENAZZANO DOC riconosciuta con D.M. 26/06/1992 - G.U. 09/07/1992. Modifica Parere favorevole G.U. 10/03/2010.
Vini e vitigni
Resa
Alcol
BIANCO malvasia bianca di Candia 50-70%;
14
11
ROSSO ciliegiolo min. 85%%
13
11
Lazio
Zona di produzione: comprende interamente il comune di Genazzano e parte di Cave, Olevano Romano e San Vito Romano, in provincia di Roma e Paliano, in quella di Frosinone. Epoca migliore per il consumo: Bianco mediamente 1 anno, Rosso 1-2.
481
La zona di produzione di Genazzano, è situata sulle pendici meridionali dei Monti Prenestini, tra rigogliose colline ricche di castagneti, oliveti e vitigni. I vini prodotti, da definire di nuova generazione, sono il Bianco e il Rosso. Il Bianco è di colore giallo paglierino piuttosto intenso, spesso con riflessi verdolini, con profumo delicato, fruttato, floreale e leggermente aromatico. Al gusto è abbastanza fresco e di buona sapidità, ideale in abbinamento con pizza margherita, risotto con verdure e ai frutti di mare, piatti freddi ottenuti con salsicce secche, capocollo o lonza. Il Rosso è di colore rubino vivace, con profumo fruttato e gusto fresco, il classico vino da tutto pasto o da abbinare ai rigatoni al ragù di carne.
MARINO Decreto 17/07/2003 - G.U. 30/07/2003. Ha sostituito il D.P.R. 06/08/1970 e successive modifiche. Modifica con Decreto 22/03/2010 - G.U. 17/04/2010. Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Marino e Ciampino e parte di Castel Gandolfo e Roma, in provincia di Roma. CLASSICO: la zona più antica, parte del comune di Marino. Vitigni: malvasia bianca di Candia (malvasia rossa) min. 50%; possono concorrere per l’eventuale rimanenza altri vitigni a bacca bianca, escluso quelli aromatici. I vini Marino, con la menzione del vitigno, sono ottenuti con il medesimo, min. 85%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1 anno, Passito e Vendemmia Tardiva 2-3. Altre tipologie – Secco, Abboccato, Amabile e Dolce, il Marino, Marino Superiore, Marino Classico e Marino Classico Superiore. Secco, Abboccato e Amabile, il Marino Frizzante. Secco e Amabile, il Marino Spumante. Amabile e Dolce, Vendemmia Tardiva, Marino Passito, Marino Vendemmia Tardiva Classico e Marino Passito Classico.
Lazio
Vini
482
MARINO MARINO FRIZZANTE MARINO SPUMANTE MARINO SUPERIORE MARINO PASSITO MARINO VENDEMMIA TARDIVA MARINO CLASSICO
Resa Alcol 15 15 15 15 15 13 14
10.5 10.5 10.5 12 12+3 15 11
Affinamento
12
Vini MARINO CLASSICO SUPERIORE MARINO CLASSICO PASSITO MARINO CLASSICO VENDEMMIA TARDIVA MARINO BELLONE MARINO BOMBINO MARINO GRECO MARINO MALVASIA DEL LAZIO MARINO TREBBIANO VERDE
Resa
Alcol
14 14 13 15 15 15 15 15
12 12+3 15 10.5 11 10.5 11 10.5
Affinamento 12
Il vino Marino, prodotto vicino al Lago di Albano, è molto noto nella zona dei Castelli Romani ed è famoso anche perché durante la festa dell’uva, la prima domenica di ottobre, esce dalla fontana dei Mori, come fosse acqua. In genere, il vino Marino si presenta di colore giallo paglierino tenue, con un profumo abbastanza intenso, floreale e fruttato. Al gusto è piuttosto fresco, poco caldo e di media struttura, da abbinare con carciofi alla giudìa, filetti di baccalà fritti e crostini con provatura e alici.
MONTECOMPATRI-COLONNA o MONTECOMPATRI o COLONNA Zona di produzione: comprende interamente il comune di Colonna e parte di Montecompatri, Rocca Priora e Zagarolo, tutti in provincia di Roma. Resa: max. 15 t/ha. Vitigni: malvasia bianca di Candia e puntinata max. 70%; trebbiano toscano, verde e giallo min. 30%; bellone e bonvino max. 10%. Titolo alcolometrico minimo: 11%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1 anno. Tipologie - Secco, Amabile, Dolce, Frizzante Amabile e Frizzante Dolce. Superiore, con titolo alcolometrico minimo di 11.5%. Le peculiarità del territorio e della malvasia bianca di Candia e di quella puntinata, trovano in questo vino bianco la compiuta realizzazione, offrendo una gratificante piacevolezza, che si abbina bene al risotto ai frutti di mare, agli spaghetti alle vongole veraci e alle zuppe di pesce.
Lazio
D.P.R. 19/10/1987 - G.U. 05/05/1988 - Ha sostituito il D.P.R. 29/05/1973.
483
NETTUNO DOC riconosciuta con Decreto 08/05/2003 - G.U. 14/05/2003 Zona di produzione: comprende i comuni di Nettuno ed Anzio, in provincia di Roma. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1 anno, Rossi 1-2. Altre tipologie – Frizzante, il Bianco, con titolo alcolometrico minimo di 11%, e Bellone o Cacchione e Rosato 11.5%. Novello, il Rosso, con titolo alcolometrico minimo di 11.5%.
Lazio
Vini e vitigni INI E VITIGNI
484
Resa RESA
Alcol ALL
BIANCO bellone (cacchione) 30-70%; trebbiano toscano 30-50%; ammessi altri max. 20%
14
11
BELLONE o CACCHIONE bellone (cacchione) min. 85%
13
11.5
ROSSO merlot 30-50%; sangiovese 30-50%; ammessi altri max. 20%
13
12
ROSATO sangiovese min. 40%; trebbiano toscano min. 40%; ammessi altri max. 20%
14
11.5
ALTRE TIPOLOGIE
Nettuno è una recente DOC laziale, nata soprattutto per valorizzare un vitigno tipico del luogo, il bellone (cacchione), che regala ai vini ricchezza di profumi e spiccata acidità. In ogni caso, anche la produzione del vino rosso è interessante, soprattutto dove la vite è coltivata nel terreno roccioso, una microzona che si è rivelata un habitat felice per il sangiovese e altri vitigni di recente introduzione, come merlot, petit verdot e syrah.
ZAGAROLO DOC riconosciuta con D.P.R. 29/05/1973 - G.U. 21/08/1973. Zona di produzione: comprende i comuni di Gallicano nel Lazio e Zagarolo, in provincia di Roma. Resa: max. 15 t/ha. Vitigni: malvasia bianca di Candia max. 70%; trebbiano toscano, verde e giallo min. 30%; bellone e bonvino max. 10%. Titolo alcolometrico minimo: 11.5%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1 anno. Tipologie - Secco e Amabile. Superiore, con titolo alcolometrico minimo di 12.5%. Zagarolo è un antico paese situato su un colle tufaceo, a pochi chilometri da Roma. Il suo vino è conosciuto fin dal Cinquecento, per merito dell’opera di Bacci De naturali vinorum istoria, dove è riportato: “passando alle zone limitrofe dei Castelli romani, nomineremo solo di sfuggita i vini di Zagarolo, celebre per vigneti ben coltivati…”. Oggi, anche per una produzione piuttosto simbolica di 376 hl di vino (vendemmia 2008) è noto quasi esclusivamente sul mercato romano. Questo vino si presenta di colore giallo paglierino con riflessi dorati e con un profumo piuttosto intenso, con sentori di salvia, gelsomino, mela golden, pera, banana e mandorla dolce. Al palato si fa apprezzare per freschezza e pronunciata sapidità, figlia della terra vulcanica presente nell’area. A tavola l’accostamento ideale è con i frutti di mare, le insalate di pollo e il vitello tonnato.
VELLETRI
Zona di produzione: comprende i comuni di Lariano e Velletri, in provincia di Roma; parte di Cisterna di Latina, in quella di Latina. Resa: max. 16 t/ha. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Rossi 1-3. Altre tipologie - Riserva, il Rosso (Secco), con titolo alcolometrico minimo del 12.5% e affinamento almeno di 24 mesi.
Lazio
DOC riconosciuta con D.P.R. 31/03/1972 - G.U. 22/07/1972. Modifica con D.P.R. 11/05/1987 - G.U. 21/10/1987 e Decreto 07/09/1999 - G.U. 17/09/1999.
485
Vini e vitigni VINI E VITIGNI
Altre tipologie ALTRE TIPOLOGIE
BIANCO SECCO/AMABILE/DOLCE malvasia bianca di Candia e/o malvasia puntinata max. 70%; trebbiano toscano e (definiti localmente) trebbiano verde e trebbiano giallo min. 30%; bellone e/o bonvino e altri max. 20% SUPERIORE (solo SECCO) SPUMANTE SECCO/AMABILE/DOLCE ROSSO SECCO/AMABILE sangiovese 10-45%; montepulciano 30-50%; cesanese di Affile e/o comune min. 10%; bombino nero e/o merlot e/o ciliegiolo e altri max. 30%
Alcol ALCOL 11
11.5 11 11.5
Lazio
Furono i Flamines, antiche autorità religiose del popolo etrusco, a insegnare ai coloni di Velletri l’arte della vitivinicoltura. La vocazione vitivinicola di quest’area è dunque segnata fin dalla nascita, grazie anche alla natura vulcanica del terreno. Da sempre principale serbatoio enologico di Roma, già nel Cinquecento più della metà del vino consumato nella capitale proveniva dai vigneti di Velletri.
486
In questa denominazione si trova uno dei vini Rossi tra i più importanti della zona dei Castelli Romani, ottenuto soprattutto da sangiovese e montepulciano, molto apprezzato nella versione secco. Il colore è rosso rubino, tendente al granato nel tipo Riserva, con profumo intenso e fruttato, che con l’affinamento può arrivare ad esprimere note speziate ed elegante ampiezza. Al gusto è secco, caldo, abbastanza tannico e di corpo, con una piacevole e lunga persistenza gusto-olfattiva. Il Velletri Rosso si abbina molto bene con salumi vari, abbacchio e capretto, sia al forno sia brodettati e fegatelli di maiale. Ben altre sono le caratteristiche del Velletri Bianco, vino dotato di scarsa personalità, con un profumo poco intenso, floreale e fruttato. Il gusto è abbastanza fresco, poco caldo, di medio corpo, che rende questo vino adatto ad essere abbinato con minestre di verdure, carciofi alla mattucella e zucchine ripiene.
CESANESE DI OLEVANO ROMANO o OLEVANO ROMANO DOC riconosciuta con D.P.R. 29/05/1973 - G.U. 28/08/1973. Zona di produzione: comprende il comune di Olevano Romano e parte di Genazzano, in provincia di Roma. Resa: max. 12.5 t/ha. Vitigni: cesanese min. 90%. Titolo alcolometrico minimo: 12%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-3 anni. Tipologie - Secco, Amabile, Dolce, Frizzante e Spumante. Se è vero che per molti anni, troppi, la viticoltura laziale ha un po’ dormito sugli allori della facile vendita dei suoi vini semplici e beverini, è altrettanto vero che ultimamente si è capito che deve cambiare orientamento. E in questa nuova ottica, nonostante questa regione produca soprattutto vini bianchi, si stanno tentando nuove sperimentazioni riguardo all’impianto di vitigni a bacca rossa, cercando di rivalutare quelli locali proprio come i cesanesi, oltre al nero buono. Il colore del Cesanese di Olevano Romano è rosso rubino compatto, e il profumo è di buona intensità e fruttato, a volte con sentori di marasca. Il gusto è secco, caldo, morbido, poco tannico, di corpo e con finale ammandorlato, caratteri che rendono questo vino adatto all’abbinamento con fettuccine con rigaglie di pollo, agnello e pollame arrosto e in umido, formaggio pecorino.
CESANESE DI AFFILE o AFFILE Zona di produzione: comprende interamente il comune di Affile, in provincia di Roma e parte di Serrone, in quella di Frosinone. Resa: max. 12.5 t/ha. Vitigni: cesanese min. 90%. Titolo alcolometrico minimo: 12%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-3 anni. Tipologie - Secco, Amabile, Dolce, Frizzante e Spumante.
Lazio
DOC riconosciuta con D.P.R. 29/05/1973 - G.U. 20/08/1973.
487
Il Cesanese di Affile ha sempre avuto scarsa considerazione ed era addirittura sulla via dell’estinzione, ma nel 2005 è stata presentata la prima annata della “rinascita”. Le uve di cesanese di Affile danno origine ad un vino rosso rubino tendente al granato e di buona consistenza. All’olfatto, ma poi anche al sapore, si avverte una delicatissima nota di sottobosco, con sentori di mora, mirtillo e visciole, oltre che di viola e ginepro, con un finale delicatamente speziato. Il gusto è caldo, vellutato, alquanto tannico, morbido e reso più equilibrato da un moderato affinamento in botte di rovere. Questo vino si abbina con primi piatti al sugo di carne, castrato cotto alla brace, maialino arrosto e manzo stracotto nello stesso vino.
CIRCEO DOC riconosciuta con Decreto 14/06/1996 - G.U. 10/07/1996. Modifica Parere favorevole G.U. 12/03/2010. Zona di produzione: comprende parte dei comuni di Latina, Sabaudia, San Felice Circeo e Terracina, in provincia di Latina. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1 anno, Rossi 1-3. Altre tipologie - Frizzante, il Bianco, Rosso e Rosato. Novello, il Rosso, con titolo alcolometrico minimo di 11%. Spumante, il Bianco, con titolo alcolometrico minimo di 11.5%. Riserva, il Rosso, con titolo alcolometrico minimo di 12.5% e affinamento almeno di 2 anni. Anche Amabile, il Rosato.
Lazio
Vini e vitigni
488
Resa
Alcol
BIANCO - trebbiano toscano min. 55%; chardonnay max. 30% malvasia del Lazio max. 30%; ammessi altri max. 15%
13
11
TREBBIANO - trebbiano toscano min. 85%
13
11.5
ROSSO - merlot min. 55%; sangiovese max. 30%; cabernet sauvignon max. 30%; ammessi altri max. 15%.
12
12
ROSATO - stessi del Rosso
12
11
MERLOT - merlot min. 85%
12
11.5
SANGIOVESE - sangiovese min. 85%
12
11.5
Il Circeo Bianco Frizzante, una novità, ha un colore giallo paglierino vivace, un profumo floreale e fruttato, di acacia e biancospino, mela renetta e agrumi. Al gusto conferma la sua vivacità, dovuta anche a un buon corredo di acidità e, ancor più, di sapidità, che bilanciano perfettamente la morbidezza, con un finale delicatamente fruttato e tipicamente sapido. In pratica, un altro vino ottenuto da trebbiano e malvasia, che si lascia bere facilmente e a tavola si abbina ad antipasti di pesce, piatti freddi estivi a base di pomodoro e mozzarella, supplì alla trasteverina e prosciutto crudo di Guarcino.
CORI DOC riconosciuta con D.P.R. 11/08/1971 - G.U. 25/09/1971. Modifica con D.P.R. 01/10/1987 - G.U. 07/01/1988. Modifica Parere favorevole G.U. 11/03/2010. Zona di produzione: comprende interamente il comune di Cori e parte di Cisterna di Latina, in provincia di Latina. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1-2 anni, Rossi 1-3. Altra Tipologia - Riserva, il Nero Buono, con titolo alcolometrico minimo di 13% e affinamento almeno di 24 mesi. Vini e vitigni
Resa
Alcol
BIANCO - bellone min. 50%; malvasia del Lazio min. 20%; greco bianco min. 15%; ammessi altri a bacca bianca max. 15%
15
11
BELLONE - bellone min. 85%
12
12
ROSSO - nero buono min. 50%; montepulciano min. 20%; cesanese 15 di Affile e/o comune min. 15%; ammessi altri a bacca rossa max. 15%
11.5
La tradizione vitivinicola della zona risale ai tempi dell’antica Roma e già Ovidio e Marziale, unitamente ad altri poeti dell’antichità, citarono nelle proprie opere il vino di Cori. La posizione favorevole (400 m slm), il clima mite e la fertilità dei terreni vulcanici favoriscono da secoli la coltivazione della vite. E nonostante l’impiego delle più moderne tecniche di vinificazione, la produzione odierna conserva l’origine tradizionale tramandata nel tempo dai viticoltori locali.
Lazio
NERO BUONO - nero buono min. 85%
489
La DOC Cori chiude il cerchio dei Castelli Romani, dove la viticoltura rappresenta un patrimonio millenario. La vite deve oggi ritrovare un ruolo cardine per un nuovo sviluppo agricolo ed ambientale e la viticoltura può e deve erigersi anche a baluardo nella difesa dell’ecosistema agricolo. Una strategia comune, quella del rilancio della viticoltura nella zona, in connubio con l’ambiente e la tutela del territorio, che da tempo dà buoni vini bianchi e un interessante rosso, ottenuto dal vitigno locale nero buono, unitamente a montepulciano e cesanese.
ATINA DOC riconosciuta con Decreto 26/04/1999 - G.U. 05/05/1999. Zona di produzione: comprende interamente o in parte i comuni di Alvito, Atina, Belmonte Castello, Casalattico, Casalvieri, Gallinaro, Picinisco, San Donato Val di Comino, Sant’Elia Fiumerapido, Settefrati, Vicalvi e Villa Latina, in provincia di Frosinone. Titolo alcolometrico minimo: 12%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-3 anni. Altra tipologia - Riserva, il Rosso e Cabernet, con titolo alcolometrico minimo di 12.5% e affinamento almeno di 24 mesi.
Lazio
Vini e vitigni
490
Resa
ROSSO cabernet sauvignon min. 50%; syrah min. 10%; merlot min. 10%; cabernet franc min. 10%; ammessi altri max. 20%
10
CABERNET cabernet sauvignon e cabernet franc min. 85%
8
Atina è una cittadina situata a 400 m slm nella Val Comino, in un ambiente ideale per la coltivazione della vite e per la produzione di vini pregiati, soprattutto a base di vitigni internazionali. Da sottolineare la più che centenaria tradizione del Cabernet di Atina, entrato a far parte della storia e della cultura della città.
L’Atina Rosso ha un colore rubino vivace e buona consistenza. L’impatto olfattivo è intenso e complesso, con note di peperone, ciliegia, piccoli frutti di bosco e tabacco biondo. Al palato ha ottima struttura, sostenuta da freschezza e tannicità in equilibrio con la morbidezza, e chiude con un finale di discreta persistenza fruttata. Il vino ha una buona predisposizione all’affinamento e si abbina bene con carni rosse appena scottate sulla griglia, selvaggina da piuma e agnello al forno.
MOSCATO DI TERRACINA o TERRACINA DOC riconosciuta con Decreto 25/05/2007 - G.U. 05/06/2007.
Con la vendemmia 2007, la provincia di Latina, si è arricchita di una nuova DOC, il Moscato di Terracina o Terracina, la prima da monovitigno autoctono bianco. L’omonimo vitigno ha avuto il periodo di massima coltivazione ai primi del Novecento, con testimonianze che raccontano di quasi 1.500 ettari, mentre oggi ne sono rimasti solo 33.
Lazio
Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Monte San Biagio, Terracina e Sonnino, in provincia di Latina. Resa: max. 11 t/ha. Vitigni: moscato di Terracina min. 85%; 100% lo Spumante. Titolo alcolometrico minimo: 11.5%; Passito 15.5% (svolto 12); Spumante 11% (svolto 9% il Dolce e 10.5% il Secco). Epoca migliore per il consumo: mediamente 1 anno. Passito: 2-3. Tipologie - Secco, Amabile, Passito e Spumante Secco o Dolce.
491
Il moscato di Terracina, un particolare clone di moscato bianco originario della provincia di Latina, cresce solo sulle colline che contornano questa cittadina. Inizialmente destinato alla vinificazione, si è poi affermato come uva da tavola. La DOC prevede diverse tipologie di vini. Il Secco, in particolare, si caratterizza per l’intensa nota Sfogliata di frutta fruttata, la freschezza e il finale ammandorlato; ottimo vino da aperitivo, si abbina bene preparazioni a base di crostacei e i risotti tipici della zona pontina. Lo Spumante Dolce si abbina con sfogliate di frutta, ciambelle e crostate.
ORVIETO
Lazio
DOC interregionale tra Umbria e Lazio, descritta in Umbria.
492
493
Lazio
Abruzzo
Abruzzo
ZONE DI PRODUZIONE DEI VINI DOCG E DOC
Tronto
3
Controguerra
MARCHE
Salinello
Giulianova
TERAMO o din Tor no Voma
1 Fin
Ta vo
o
PESCARA
L'AQUILA
Ate
4
Ortona a ar sc Pe
rno
LAZIO
CHIETI
Tollo
2
Lanciano ro
Sa
ng
Vasto
Avezzano
Tr ig
no
Sulmona
Roccaraso
1
Montepulciano d'Abruzzo Colline Teramane DOCG
2
Montepulciano d'Abruzzo Trebbiano d'Abruzzo
3
Controguerra
4
Terre Tollesi o Tullum
Abruzzo
MOLISE
495
Vitigni idonei alla coltivazione in regione A bacca bianca, tra i più coltivati: trebbiano toscano, trebbiano abruzzese, regina, chardonnay, cococciola, manzoni bianco, malvasia bianca di Candia, regina dei vigneti, grechetto e malvasia bianca lunga. Gli altri: barbera bianca, biancame, bombino bianco, falangina, garganega, greco, malvasia del Lazio, montonico bianco, moscato bianco, mostosa, passerina, pecorino, pinot bianco, riesling, riesling italico, sauvignon, sylvaner verde, tocai friulano, veltliner, verdicchio bianco e vermentino. A bacca grigia/rosa: pinot grigio e traminer aromatico. A bacca rossa, tra i più coltivati: montepulciano, sangiovese e merlot. Gli altri: aglianico, barbera, cabernet franc, cabernet sauvignon, canaiolo nero, ciliegiolo, dolcetto, gaglioppo, maiolica, malbech, marzemino, montepulciano, nebbiolo, pinot nero, primitivo, refosco, sangiovese e syrah.
Abruzzo
I vini dell’Abruzzo
496
DOCG: Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane. DOC: Controguerra, Montepulciano d’Abruzzo, Terre Tollesi o Tullum, Trebbiano d’Abruzzo. IGT: Alto Tirino, Colli Aprutini, Colli del Sangro, Colline Frentane, Colline Pescaresi, Colline Teatine, del Vastese o Histonium, Terre Aquilane, Terre di Chieti, Valle Peligna. Per tutti i vini VQPRD abruzzesi è consentito l’utilizzo di una menzione geografica aggiuntiva riferita ai comuni, frazioni e località ricompresi nell’area di produzione, ai sensi dell’art. 6 della legge 164/92 e del Decreto ministeriale 12 aprile 1992.
I VQPRD
MONTEPULCIANO D’ABRUZZO COLLINE TERAMANE DOCG riconosciuta con Decreto 20/02/2003 - G.U. 06/03/2003. Modifica con Decreto 20/11/2009 - G.U. 02/12/2009. Zona di produzione: comprende 31 comuni, in provincia di Teramo. Resa: max. 9.5 t/ha. Vitigni: montepulciano; ammesso sangiovese max. 10%. Titolo alcolometrico minimo: 12.5%. Affinamento: minimo 2 anni, di cui almeno 1 in botti di rovere o castagno e successivi 6 mesi in bottiglia. Altra tipologia - Riserva, con affinamento minimo di 3 anni. Epoca migliore per il consumo: mediamente 3-8 anni.
Il vino si presenta di un bel colore rosso rubino intenso e cupo, con riflessi granato dopo l’affinamento, con un caratteristico bouquet di frutti di bosco e frutta rossa cotta, in particolare amarena, prugna e ribes ed inoltre spezie, liquirizia, tabacco e note erbacee. Calore e morbidezza in equilibrio con le note di freschezza e di tannicità, completano la notevole struttura e la personalità, da abbinare alle specialità locali, come ‘ndocca ‘ndocca al Montepulciano, papera muta al forno, tacchino alla canzanese e cosciotto d’agnello al forno aromatizzato con erbe aromatiche.
Abruzzo
Il riconoscimento DOCG al Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane è stato la ciliegina sulla torta per la vitivinicoltura abruzzese.
497
MONTEPULCIANO D’ABRUZZO Decreto 29/03/2006 - G.U. 10/04/2006. Ha sostituito il D.M. 23/10/1992, il D.P.R. 24/05/68 e successiva modifica. Modifica con Decreto 02/02/2010 - G.U. 19/02/2010. Zona di produzione: comprende 60, 37, 38 e 38 comuni, rispettivamente nelle province di Chieti, L’Aquila, Pescara e Teramo. Epoca migliore per il consumo: Cerasuolo mediamente 1-2 anni, Rosso 2-5, Riserva 4-6. Altre tipologie: Riserva, con affinamento minimo di 2 anni, di cui almeno 9 mesi in recipienti di legno, all’interno della zona di produzione. Cerasuolo, in considerazione del suo caratteristico colore rosso ciliegia, per il vino ottenuto con uve vinificate in presenza delle bucce per un breve periodo di fermentazione. Vini e vitigni
Altra tipologia
ROSSO (senza specificazione) montepulciano min. 85%
Resa Alcol 14
RISERVA CERASUOLO montepulciano min. 85%
14
Affinamento
12
4
12.5
24
12
2
Abruzzo
Sottozona CASAURIA o TERRE DI CASAURIA
498
Zona di produzione: comprende i comuni di Alanno, Bolognano, Brittoli, Bussi sul Tirino, Castiglione a Casauria, Corvara, Cugnoli, Lettomanoppello, Manoppello, Pescosansonesco, Pietranico, Popoli, Scafa, San Valentino, Serramonacesca, Tocco Casauria, Torre de’ Passeri, Turrivalignani, in provincia di Pescara. Resa: 9.5 t/ha. Vitigno: montepulciano. Titolo alcolometrico minimo: 13%; 13.5% il Riserva. Affinamento: minimo 18 mesi, di cui almeno 9 in recipienti di legno. Epoca migliore per il consumo: mediamente 4-6 anni. Altre tipologie - Riserva, con affinamento minimo di 30 mesi, di cui almeno 9 in recipienti di legno. Per entrambi è previsto inoltre un successivo periodo di riposo in bottiglia di 6 mesi.
Sottozona TERRE DEI VESTINI Zona di produzione: comprende interamente o in parte i comuni di Cappelle sul Tavo, Catignano, Cepagatti, Città Sant’Angelo, Civitaquana, Civitella Casanova, Collecorvino, Elice, Farindola, Loreto Aprutino, Montebello di Bertona, Montesilvano, Moscufo, Nocciano, Penne, Pescara, Pianella, Picciano, Rosciano, Spoltore, Vicoli, in provincia di Pescara. Resa: 10 t/ha. Vitigni: montepulciano min. 90%. Titolo alcolometrico minimo: 12.5%; 13% il Riserva. Affinamento: minimo 18 mesi, di cui almeno 9 in recipienti di legno e affinamento in bottiglia non inferiore a 3 mesi. Epoca migliore per il consumo: mediamente 4-6 anni. Altre tipologie - Riserva, con affinamento minimo di 30 mesi, di cui almeno 9 in recipienti di legno e successivo riposo in bottiglia non inferiore a 6 mesi. Il montepulciano, se accuratamente coltivato e vinificato, è un vitigno in grado di dare straordinari risultati, con vini strutturati e di grandissima eleganza.
Il Cerasuolo può essere un rosato di grande struttura, che di rosato ha “solo il colore”.
Abruzzo
Il Montepulciano d’Abruzzo si presenta con un bel colore rosso rubino molto concentrato e con l’affinamento acquisisce sfumature granato. Il profumo è molto intenso, ampio, fruttato e a volte speziato. Il gusto è pieno, secco e caldo, con sensazioni di tannicità piuttosto spiccate che vengono ben equilibrate dalla morbidezza. Si abbina perfettamente con minestre saporite e ricche di ingredienti, come la zuppa di verdure con aceto e cipolle, carni rosse, maiale e agnello, formaggi anche molto stagionati.
499
TREBBIANO D’ABRUZZO Decreto 20/11/2009 - G.U. 02/12/2009. Ha sostituito il D.M. 23/10/1992, il D.P.R. 24/05/68 e successiva modifica. Modifica con Decreto 02/02/2010 - G.U. 19/02/2010. Zona di produzione: comprende rispettivamente 60, 36, 39 e 38 comuni nelle province di Chieti, L’Aquila, Pescara e Teramo. Vitigni: trebbiano abruzzese e/o bombino bianco e/o trebbiano toscano min. 85%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1 anno, Superiore 2, Riserva anche 5. Per i vini TREBBIANO D’ABRUZZO è ammessa la menzione Vigna. Vini
Resa
Alcol Affinamento
TREBBIANO D’ABRUZZO
14
11.5
2
TREBBIANO D’ABRUZZO SUPERIORE
13
12
4
TREBBIANO D’ABRUZZO RISERVA
12
12.5
18
Abruzzo
Generalmente si ritiene questo vino il “solito bianco”, fresco e poco strutturato, da abbinare ai più semplici menu di pesce. Ma se si considera il Trebbiano prodotto da alcune aziende, sicuramente le più rappresentative della qualità di questa regione, l’opinione su questo vino cambia radicalmente, poiché in alcuni casi la struttura, la complessità e l’eleganza si avvicinano più a quella dei grandi bianchi di Borgogna che non dei classici Trebbiani.
500
In genere, però, il colore è giallo paglierino ed il profumo mediamente intenso, fruttato e floreale. Il gusto è abbastanza fresco, poco caldo e di media struttura, con discreta persistenza gusto-olfattiva, caratteristiche che rendono questo vino adatto ad essere abbinato con antipasti vari, fettuccine all’abruzzese, brodetto di pesce, altre preparazioni con i prodotti del mare e formaggi poco stagionati.
CONTROGUERRA DOC riconosciuta con Decreto 20/08/1996 - G.U. 28/08/1996. Modifica con Decreto 21/03/2006 - G.U. 30/03/2006. Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Ancarano, Colonnella, Controguerra, Corropoli e Torano Nuovo, in provincia di Teramo. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1-2 anni, Rossi 2-3, Passiti 2-5, ma anche pi첫 lunga. Altre tipologie - Frizzante, il Bianco, con titolo alcolometrico minimo di 10.5%. Novello, il Rosso, con titolo alcolometrico minimo di 11%. Riserva, il Rosso, Cabernet, Ciliegiolo, Merlot e Pinot nero, con titolo alcolometrico minimo di 12.5% e affinamento almeno di 25 mesi. Annoso, il Passito Bianco e Passito Rosso, con affinamento minimo di 35 mesi. Resa
Alcol Affinamento
BIANCO trebbiano toscano min. 60%; passerina min. 15%; ammessi altri a bacca bianca max. 25%
14
11
CHARDONNAY - chardonnay min. 85%
14
11
MALVASIA - malvasia min. 85%
14
11
MOSCATO AMABILE moscato min. 85%
14
PASSERINA - passerina min. 85%
14
11
RIESLING - riesling min. 85%
14
11
ROSSO montepulciano min. 60%; merlot e/o cabernet sauvignon min. 15%; ammessi altri a bacca rossa max. 25%
12
12
CABERNET - cabernet min. 85%
12
12
CILIEGIOLO ciliegiolo min. 85%
12
11.5
3
10.5 (9 svolto)
5
Abruzzo
Vini e vitigni
501
Vini e vitigni
Resa
Alcol
Affinamento
MERLOT - merlot min. 85%
12
12
PINOT NERO - pinot nero min. 85%
12
11.5
PASSITO BIANCO trebbiano toscano e/o malvasia e/o passerina min. 60%; ammessi altri max. 40%
14
14
13
PASSITO ROSSO - montepulciano min. 60%
12
14
13
SPUMANTE trebbiano toscano min. 60%; chardonnay e/o verdicchio e/o pecorino min. 30%; ammessi altri max. 10%
14
11.5
La zona di produzione piuttosto piccola, compresa nell’intero territorio di cinque comuni, fa da cornice ad uno stupefacente spettacolo di vigne, curate come giardini. I vini di questa denominazione hanno saputo subito imporsi, grazie anche all’importante contributo dei vitigni internazionali, che hanno saputo completare le tipologie ottenute da quelli autoctoni come la passerina, il pecorino, il moscato e il celebre montepulciano.
TERRE TOLLESI o TULLUM
Abruzzo
DOC riconosciuta con Decreto 23/07/2008 - G.U. 01/08/2008.
502
Zona di produzione: comprende interamente il comune di Tollo, in provincia di Chieti. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1-2 anni, Rossi 2-3, Passiti 2-5. Altra tipologia - Novello, il Rosso, con titolo alcolometrico minimo di 12% e almeno il 60% di macerazione carbonica.
Resa
Alcol Affinamento
BIANCO - trebbiano toscano e/o trebbiano abruzzese min. 75%
13
12.5
3
BIANCO SUPERIORE - trebbiano toscano e/o trebbiano abruzzese min. 75%
10
13
5
FALANGHINA - falanghina min. 90%
9
12
3
PASSERINA - passerina min. 90%
9
12.5
3
PECORINO - pecorino min. 90%
9
13
3
ROSSO - montepulciano min. 90%
12
13
14
ROSSO RISERVA - montepulciano min. 90%
9
13.5
26
CABERNET SAUVIGNON - cabernet sauvignon min. 90% 10
13
14
MERLOT - merlot min. 90%
10
13
14
SANGIOVESE - sangiovese min. 90%
12
12.5
14
SPUMANTE - chardonnay min. 60%
12
12
PASSITO BIANCO - moscato e/o malvasia min. 90%
10
13+3
PASSITO ROSSO - montepulciano min. 90%
10
13+3
Già in una pergamena del 1067, Tollo appare in mezzo alle vigne, a conferma di una storia vitivinicola millenaria. Questa nuova DOC territoriale abruzzese è una delle più piccole d’Italia, e gli abitanti della cittadina sono quasi tutti viticoltori. Il clima influenzato dalle brezze del mare, le escursioni termiche fra il giorno e la notte, dovute al vicino massiccio della Maiella, e le caratteristiche del terreno, creano le migliori condizioni per la viticoltura e per lo sviluppo di numerosi vitigni.
Abruzzo
Vini e vitigni
503
Molise
Molise
Molise
ZONE DI PRODUZIONE DEI VINI DOC
505
Vitigni idonei alla coltivazione in regione
Molise
A bacca bianca, tra i pi첫 coltivati: trebbiano abruzzese, trebbiano toscano, manzoni bianco, malvasia bianca di Candia, pinot bianco, chardonnay, malvasia bianca, bombino bianco e moscato bianco. Gli altri: falanghina, garganega, greco, malvasia bianca lunga, riesling, riesling italico, sauvignon, sylvaner verde e veltliner. A bacca grigia/rosa: pinot grigio e traminer aromatico. A bacca rossa, tra i pi첫 coltivati: montepulciano, sangiovese, tintilia, ciliegiolo, merlot, barbera, cabernet sauvignon e aglianico. Gli altri: aglianico, cabernet franc e pinot nero.
506
I vini del Molise DOC: Biferno, Molise o del Molise, Pentro di Isernia o Pentro. IGT: Osco o Terre degli Osci, Rotae.
I VQPRD
MOLISE o DEL MOLISE DOC riconosciuta con Decreto 18/05/1998 - G.U. 02/06/1998. Modifica con Decreto 04/10/2001 - G.U. 15/10/2001.
Vini e vitigni
Altre tipologie
Resa
Alcol
CHARDONNAY chardonnay min. 85%
10
10.5
FALANGHINA falanghina min. 85%
13
10.5
GRECO BIANCO greco bianco min. 85%
10
11
MOSCATO BIANCO moscato min. 85%
12
10.5
PINOT BIANCO pinot bianco min. 85%
12
11
Molise
Zona di produzione: comprende interamente 53 comuni, in provincia di Campobasso; 16 in quella di Isernia. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Rossi 1-3. Altre tipologie - Frizzante, tutti i vini. Spumante, lo Chardonnay e Moscato bianco, con titolo alcolometrico minimo di 10.5% e Pinot bianco 11%. Riserva, il Rosso, Aglianico e Tintilia, con titolo alcolometrico minimo di 12.5% e affinamento almeno di 24 mesi. Passito Dolce, il Moscato bianco, con titolo alcolometrico minimo di 13+1%.
507
Vini e vitigni
Resa
Alcol
SAUVIGNON sauvignon min. 85%
12
11
TREBBIANO trebbiano min. 85%
12
10.5
ROSSO montepulciano min. 85%
14
11
AGLIANICO aglianico min. 85%
10
11.5
CABERNET SAUVIGNON cabernet sauvignon min. 85%
10
11
NOVELLO montepulciano
14
11
SANGIOVESE sangiovese min. 85%
13
11
TINTILIA bovale grande min. 85%
8
11
Molise
SPUMANTE chardonnay e/o pinot bianco e/o moscato min. 50%
508
Altre tipologie
SECCO e DOLCE
10.5
Alcuni produttori hanno colto la grande opportunità data dal riconoscimento di questa DOC, che prevede 12 vini e 10 tipologie diverse. I vini che oltre al Tintilia fanno intravedere un futuro più roseo per questa piccola regione, sono quelli a base di moscato, montepulciano, aglianico, greco e falanghina. La tintilia, sinonimo di bovale grande e di sicura origine spagnola, ha saputo adattarsi nella zona centrale e trovare un habitat ideale che si estende fino a 800 m, cosa non usuale per un vitigno a bacca rossa. Questo vitigno è molto amato dai molisani, non solo per le sue capacità ad adattarsi alle situazioni più difficili, ma soprattutto per il gusto del suo vino, perfetto con i piatti della cucina tra-
dizionale, a base di castrato, capretto e mazzarelle d’agnello. Il Tintilia resta un vino raro, rosso rubino cupo e consistente, con profumi complessi e ricordi di frutta rossa cotta e spezie, pepe nero e liquirizia, caldo e piuttosto morbido, con una tannicità vellutata e accarezzata da una vena di sapidità.
BIFERNO Decreto 07/08/2006 - G.U. 12/08/2006. Ha sostituito il D.P.R. 26/04/1983. Zona di produzione: comprende 42 comuni, in provincia di Campobasso. Resa: max. 12 t/ha. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente entro l’anno, Rosati 1-2, Rossi 2-5. Altre tipologie – Superiore, il Rosso, con resa max. di 11 t/ha e titolo alcolometrico minimo di 12.5%. Riserva, il Rosso, con titolo alcolometrico minimo di 13% e affinamento almeno di 36 mesi. Alcol ALTRE TIPOLOGIE
RESA
BIANCO trebbiano toscano 60-70%; ammessi altri max. 40%, con la presenza di malvasia bianca non superiore al 10%
10.5
ROSSO montepulciano 70-80%; aglianico 15-20%; ammessi altri max. 15%
11.5
ROSATO stessi del Rosso
11.5
Il Biferno Bianco ha colore giallo paglierino con sfumature verdoline, profumo leggero con riconoscimenti di frutta e fiori bianchi, gusto fresco, poco caldo e poco morbido, caratteri che lo rendono adatto ad essere abbinato con antipasti, risotto con verdure, semplici piatti a base di pesce.
Molise
Vini e vitigni VINI E VITIGNI
509
Il Biferno Rosso si presenta con un colore rosso rubino mediamente concentrato, profumo intenso e fruttato; il gusto è abbastanza fresco, poco tannico e morbido. Questo vino si abbina piacevolmente con arrosti di carne rossa e formaggi stagionati, soprattutto la tipologia Riserva. Il Rosato può avere un colore più o meno concentrato, in funzione del tempo di contatto con le bucce, ed il profumo è poco intenso e fruttato. Il gusto è equilibrato, abbastanza fresco e abbastanza caldo, con media struttura, adatto all’abbinamento con salumi, primi piatti semplici e formaggi poco stagionati.
PENTRO DI ISERNIA o PENTRO DOC riconosciuta con D.P.R. 17/05/1983 - G.U. 26/01/1984. Zona di produzione: comprende il territorio collinare dei comuni di Agnone, Castelverrino, Fornelli, Monteroduni, Pesche, Pozzilli, Venafro ed altri, in provincia di Isernia. Resa: max. 11 t/ha. Vini e vitigni NI E VITIGNI
Molise
BIANCO trebbiano toscano 60-70%; bombino bianco 30-40%; ammessi altri max. 10%
510
Alcol ALCOL 10.5
ROSSO montepulciano 45-55%; sangiovese 45-55%; ammessi altri max. 10%
11
ROSATO stessi del Rosso
11
Dopo anni di traversie, il Pentro di Isernia o Pentro DOC, della vendemmia 2007, è stato presentato alla fiera enogastronomica “Piacere Molise”. La produzione è stata di sole 13.000 bottiglie, ma interessanti per la valorizzazione della Pentria (provincia di Isernia), il territorio così chiamato per onorare i Pentri, un’antica tribù sannita. La produzione della vendemmia 2008 è stata di 64 hl.
511
Molise
Campania
Campania
ZONE DI PRODUZIONE DEI VINI DOCG E DOC 5
2
8 10
6 MOLISE
11
LAZIO Galluccio
Vo lt
Guardia Sanframondi
ur no
Ta m
Mondragone
7
e lor Ca
4
Solopaca S.Agata de' Goti
CASERTA
m
9 ar o
BENEVENTO
PUGLIA
Uf ita
1
Aversa
NAPOLI
3
AVELLINO ore Cal
Pozzuoli
13 14
20
Procida
SALERNO Sorrento
15
Sele
Amalfi
18
e Calor
Capri
Castel San Lorenzo
17
n Ta
12 16
1
Taurasi DOCG
2
Greco di Tufo DOCG
3
19
ro ag
Cilento
9
Guardia Sanframondi o Guardiolo
Fiano di Avellino DOCG
10
Aglianico del Taburno e Taburno
4
Aversa
11
Sannio
16
Penisola Sorrentina
5
Falerno del Massico
12
Vesuvio
17
Costa d'Amalfi
6
Galluccio
13
Campi Flegrei
18
Castel San Lorenzo
7
Sant'Agata de' Goti o Sant'Agata dei Goti
14
Ischia
19
Cilento
8
Solopaca
15
Capri
20
Irpinia
Campania
Ischia
513
Vitigni idonei alla coltivazione in regione
Campania
A bacca bianca, tra i pi첫 coltivati: alanghina, malvasia bianca di Candia, trebbiano toscano, coda di volpe bianca, fiano, greco, asprinio bianco, biancolella e malvasia bianca. Gli altri: bellone, bombino bianco, chardonnay, fenile, forastera, ginestra, guarnaccia, montonico bianco, moscato bianco, pallagrello bianco, pepella, pinot bianco, riesling, riesling italico, ripolo, san lunardo, sylvaner verde, veltliner e verdeca. A bacca grigia/rosa: pinot grigio e traminer aromatico. A bacca rossa, tra i pi첫 coltivati: aglianico, barbera, sangiovese, piedirosso, montepulciano, merlot, greco nero, primitivo e ciliegiolo. Gli altri: aglianicone, aleatico, cabernet sauvignon, casavecchia, cesanese comune, lambrusco maestri, malvasia nera, pallagrello nero, pinot nero, sciascinoso, tronto e uva di Troia.
514
I vini della Campania DOCG: Fiano di Avellino, Greco di Tufo, Taurasi. DOC: Aglianico del Taburno e Taburno, Aversa, Campi Flegrei, Capri, Castel San Lorenzo, Cilento, Costa d'Amalfi, Falerno del Massico, Galluccio, Guardia Sanframondi o Guardiolo, Irpinia, Ischia, Penisola Sorrentina, Sannio, Sant'Agata de' Goti o Sant'Agata dei Goti, Solopaca, Vesuvio. IGT: Beneventano, Campania, Colli di Salerno, Dugenta, Epomeo, Paestum, Pompeiano, Roccamonfina, Terre del Volturno.
I VQPRD
FIANO DI AVELLINO DOCG riconosciuta con Decreto 18/07/2003 - G.U. 05/08/2003.
Il Fiano di Avellino è uno dei migliori vini campani, ottenuto dall’omonimo vitigno, che nel tempo acquista spessore e morbidezza e, contemporaneamente, smussa alcune note acerbe un po’ aggressive. È un vino di colore giallo paglierino, con profumi intensi e fruttati. Le piacevoli sensazioni di freschezza e sapidità, ben equilibrate da doti di morbidezza, lo rendono ottimo servito con spaghetti con le alici, grigliate di pesce, zuppe marinare, pesci al forno, pizze e calzoni. Alcuni produttori si stanno impegnando per ottenere Vendemmie Tardive e Passiti, in alcuni casi anche con uve attaccate dalla Botrytis cinerea, di grande interesse ma ancora poco conosciuti. Freschi e gradevoli sono anche gli Spumanti, ottenuti dal fiano con il metodo Martinotti, piacevoli al momento dell’aperitivo o con semplici preparazioni a base di pesce.
Campania
Zona di produzione: comprende i comuni di Aiello del Sabato, Atripalda, Avellino, Candida, Capriglia Irpina, Cesinali, Contrada, Forino, Grottolella, Lapio, Manocalzati, Montefredane, Mercogliano, Montefalcione, Monteforte Irpino, Ospedaletto d’Alpinolo, Parolise, Pratola Serra, Salza Irpina, San Michele di Serino, San Potito Ultra, Santa Lucia di Serino, Sant’Angelo a Scala, Santo Stefano del Sole, Sorbo Serpico e Summonte, tutti in provincia di Avellino. Resa: max. 10 t/ha. Vitigni: fiano; ammessi greco bianco e/o coda di volpe e/o trebbiano toscano max. 15%. Titolo alcolometrico minimo: 11.5%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-4 anni. Ammessa la menzione APIANUM (origine classica).
515
GRECO DI TUFO DOCG riconosciuta con Decreto 18/07/2003 - G.U. 05/08/2003.
Campania
Zona di produzione: comprende i comuni di Altavilla Irpina, Chianche, Prata di Principato Ultra, Montefusco, Petruro Irpino, Santa Paolina, Tufo e Torrioni, tutti in provincia di Avellino. Resa: max. 10 t/ha. Vitigni: greco (o greco di Tufo); ammesso coda di volpe max. 15%. Titolo alcolometrico minimo: 11.5%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-3 anni. Altra tipologia - Spumante.
516
L’area di produzione del Greco di Tufo, è il cuore dell’Irpinia, territorio nel quale si trovano miniere di zolfo, cave di tufo e vigne alternate a boschi. Il Greco di Tufo è un vino che sta proseguendo sulla strada del miglioramento, sia per quanto riguarda la cura nella vigna, sia le tecniche di cantina; un opportuno passaggio in barrique, in particolare, lo rende un vino da grandi aspettative. Se degustato giovane, si può valorizzare in abbinamento con frutti di mare crudi, pesci al forno, pastasciutte condite con sughi di verdure, spaghetti al nero di seppia e allo scoglio, preparazioni a base di verdure saporite come melanzane e cime di rapa. Quando il vino è più maturo, con percezioni gusto-olfattive più spiccate e ricche di personalità, può essere abbinato con pesci in guazzetto, sgombri alla griglia e, più in generale, con preparazioni più elaborate, sempre a base dei profumati prodotti del mare. Anche lo Spumante, ottenuto da questo vitigno con il metodo Martinotti, è interessante, gradevole e profumato, ottimo al momento dell’aperitivo. Vigneto di greco
TAURASI DOCG riconosciuta con D.M. 11/03/1993 - G.U. 27/03/1993. Zona di produzione: comprende il territorio, solo collinare, con esposizione adatta, con assoluta esclusione dei fondivalle umidi e non sufficientemente soleggiati dei comuni di Bonito, Castelfranci, Castelvetere sul Calore, Fontanarosa, Lapio, Luogosano, Mirabella Eclano, Montefalcione, Montemarano, Montemiletto, Paternopoli, Pietradefusi, Sant’Angelo all’Esca, San Mango sul Calore, Taurasi, Torre le Nocelle e Venticano, tutti in provincia di Avellino. Resa: max. 10 t/ha. Vitigni: aglianico min. 85%. Titolo alcolometrico minimo: 12%. Affinamento: minimo 37 mesi. Epoca migliore per il consumo: mediamente 8-10 anni. Altra tipologia - Riserva, con titolo alcolometrico minimo di 12.5% e affinamento almeno di 49 mesi.
Il colore di questo vino, dopo evoluzione, assume intense tonalità granato e il profumo è ampio, ricco di note di confettura di frutti rossi, pepe nero e liquirizia, minerali e di tabacco. Strutturato e dotato di buona persistenza gusto-olfattiva, è un vino secco e caldo, dotato di buona morbidezza in equilibrio con la tannicità piuttosto spiccata. È un vino da abbinare alle grigliate di carne e arrosti, selvaggina e cacciagione, soprattutto cinghiale e formaggi stagionati.
Campania
L’eccellente produzione viticola è merito del perfetto equilibrio tra clima, vitigno e terreno vulcanico. Rese basse e alta densità degli impianti, vigne curate con particolare attenzione e utilizzo del legno durante la maturazione, garantiscono produzioni di grande livello, soprattutto da parte di alcuni produttori emergenti, che hanno nella professionalità e nelle potenzialità dell’aglianico due importanti carte da giocare.
517
IRPINIA DOC riconosciuta con Decreto 13/09/2005 - G.U. 29/09/2005. Zona di produzione: comprende le aree vocate alla coltivazione della vite, in provincia di Avellino. Sottozona CAMPI TAURASINI: comprende il territorio dei comuni di Taurasi, Bonito, Castelfranci, Castelvetere sul Calore, Fontanarosa, Lapio, Luogosano, Mirabella Eclano, Montefalcione, Montemarano, Montemiletto, Paternopoli, Pietradefusi, Sant’Angelo all’Esca, San Mango sul Calore, Torre le Nocelle, Venticano, Gesualdo, Villamaina, Torella dei Lombardi, Grottaminarda, Melito Irpino, Nusco e Chiusano di San Domenico. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1-2 anni, Rosato, Spumante e Novello 1, Rossi, Passiti e Liquorosi 2-5. Altra tipologia – Spumante, il Falanghina, Fiano e Greco, con titolo alcolometrico minimo di 11.5%. Lo Spumante elaborato con il metodo Classico, è immesso al consumo solo dopo 20 mesi dal 1° ottobre dell’anno di raccolta della partita più recente.
Campania
Vini e vitigni
Altre tipologie
Resa Alcol
BIANCO greco dal 40 al 50%; fiano dal 40 al 50%; ammessi altri max. 20%
13
10.5
CODA DI VOLPE coda di volpe min. 85%
12
11
FALANGHINA falanghina min. 85%
12
11
FIANO fiano min. 85%
12 12
11 15.5
PASSITO
Affinamento
(12 min. svolto)
GRECO greco min. 85% PASSITO
12
11
12
15.5
(12 min. svolto)
518
7
7
Vini e vitigni
Altre tipologie
Resa
Alcol
ROSSO aglianico min. 70%; ammessi altri max. 30%
13
11
ROSATO stessi del Rosso
13
11
NOVELLO stessi del Rosso
13
11
AGLIANICO aglianico min. 85%
12
11.5
PASSITO
12
15
LIQUOROSO
12
Affinamento
7
(12 min. svolto)
16
11
(15 min. svolto)
12
11.5
SCIASCINOSO sciascinoso min. 85%
12
11.5
11
12
CAMPI TAURASINI (sottozona) aglianico min. 85%
10
La Campania si è arricchita di una nuova DOC, la diciassettesima regionale e l’unica della provincia di Avellino. L’Irpinia è da sempre terra ricca di vigneti e il suo territorio, diviso dalla dorsale appenninica nei versanti tirrenico e adriatico, presenta caratteristiche uniche, per quanto riguarda l’origine vulcanica del suolo, ricco di minerali, e per le caratteristiche climatiche che, pur variabili da zona a zona, fanno da culla a grandi vini, decantati da storici e poeti. La DOC Irpinia, oltre al compito di valorizzare la viticoltura e tutta la produzione provinciale, avrà anche il compito di fare da paracadute, o DOC di ricaduta, alle tre DOCG già riconosciute: Taurasi, Greco di Tufo e Fiano di Avellino.
Campania
PIEDIROSSO piedirosso min. 85%
519
AVERSA DOC riconosciuta con D.M. 31/07/1993 - G.U. 12/08/1993. Modifica con D.M. 09/02/1994 - G.U. 21/02/1994.
Campania
Zona di produzione: comprende i comuni di Aversa, Carinaro, Casal di Principe, Casaluce, Casapesenna, Cesa, Frignano, Gricignano di Aversa, Lusciano, Orta di Atella, Parete, San Cipriano d’Aversa, San Marcellino, Sant’Arpino, Succivo, Teverola, Trentola-Ducenta, Villa di Briano e Villa Literno, in provincia di Caserta; Giuliano in Campania, Qualiano e Sant’Antimo, in quella di Napoli. Resa: max. 12 t/ha. Vitigni: asprinio min. 85%. Titolo alcolometrico minimo: 10.5%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1 anno. Altre tipologie - Spumante, ottenuto con asprinio al 100% e con titolo alcolometrico minimo di 11%. Nel caso di impianti allevati ad “alberata aversana”, bene ambientale e culturale della zona, la resa non può superare i 4 kg d’uva/mq di parete e 240 kg d’uva/ceppo, con un numero massimo di 50 ceppi/ha. Per il vino DOC Aversa ottenuto dalle uve provenienti dai vigneti ad “alberata” è prevista la menzione aggiuntiva Alberata o Vigneti ad alberata. In etichetta la denominazione Aversa può essere preceduta dal nome del vitigno (esempio: Asprinio di Aversa).
520
La zona di produzione, che comprende 22 comuni situati nell’area dell’antica Liburia, è caratterizzata dalle viti maritate ai pioppi, che fanno da tutori, formando delle grandi barriere verdi, che raggiungono anche i 15 m d’altezza. Qui si coltiva l’asprinio, un vitigno a bacca bianca che già nel nome presenta la sua peculiarità: un’acidità molto accentuata, che rischia di essere veramente aggressiva se non si opera in modo perfetto sia in vigna sia in cantina. Il problema maggiore per i produttori di questi vini è dato dal fatto di non essere proprietari dei vigneti e di non poter quindi intervenire a monte per migliorare la qualità del prodotto. Il sistema di allevamento impiegato è ancora l’alberata di origine etrusca che, di là dell’aspetto scenografico, rende difficili gli interventi di potatura nella parte alta delle viti. Un solo produttore di una certa importanza alleva queste viti a sylvoz, con un
maggior numero di ceppi/ha e con rese più basse, ottenendo un prodotto che forse non rispecchia più la “tipicità” data dalla spiccatissima acidità (tipicità o minor qualità: si rischia di parlarne per anni…), ma che è senza dubbio più gradevole proprio perché più morbido. Ed è in questa ottica che si stanno facendo delle prove d’affinamento, passando il vino in botti di rovere di 15, 10, 7 hl per 12 mesi. Per quanto riguarda lo Spumante, risultati discreti si ottengono con il metodo Martinotti, ed è ottimo come fresco aperitivo, mentre l’Asprinio tranquillo si può abbinare ad insalate di mare, piatti a base di pesce, pizze, calzoni e la famosa mozzarella in carrozza. Il vitigno asprinio è impiegato anche per la produzione di un vino passito, denominato IGT Terre al Volturno.
Campania
Mozzarella in carrozza
521
FALERNO DEL MASSICO DOC riconosciuta con D.P.R. 03/01/1989 - G.U. 31/08/1989. Modifica con D.M. 13/10/1993 - G.U. 29/10/1993. Zona di produzione: comprende i comuni di Carinola, Cellole, Falciano del Massico, Mondragone e Sessa Aurunca, tutti in provincia di Caserta. Resa: max. 10 t/ha. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1-2 anni, Rossi 5-6. Vini e vitigni
Altre tipologie
BIANCO falanghina
RISERVA
Campania
Affinamento
11
ROSSO aglianico 60-80%; piedirosso 20-40%; ammessi primitivo e/o barbera max. 20%
522
Alcol
PRIMITIVO primitivo min. 85%; ammessi aglianico e/o piedirosso e/o barbera max. 15% VECCHIO o RISERVA
12.5
14
12.5
26
13
14
13
26
In questa zona, a ridosso del vulcano spento di Roccamonfina e del massiccio calcareo del Monte Massico, la situazione sta evolvendo verso prodotti con una maggior morbidezza, e questo vale sia per il Bianco sia per il Rosso, a base rispettivamente di falanghina e primitivo. Se opportunamente elaborato, il Falerno del Massico Rosso può avere doti di struttura e morbidezza, oltre a complessità e intensità olfattive, tutte doti che lo rendono adatto a preparazioni importanti a base di carni rosse e formaggi saporiti.
Il Falerno del Massico Primitivo è un vino rosso molto strutturato e ricco di estratto, con percezioni pseudocaloriche molto accentuate, che ben si abbina ad arrosti e preparazioni a base di carne anche salsate.
Fusilli al pomodoro e basilico
Campania
I vini bianchi, piĂš leggeri e freschi, si abbinano a fusilli al pomodoro e basilico ed altri primi piatti semplici e profumati.
523
GALLUCCIO DOC riconosciuta con Decreto 04/08/1997 - G.U. 02/09/1997. Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Conca della Campania, Galluccio, Mignano Monte Lungo, Rocca d’Evandro e Tora e Piccilli, in provincia di Caserta. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1 anno, Rossi 1-2. Altra tipologia - Riserva, con titolo alcolometrico minimo di 12% e affinamento almeno di 24 mesi.
Campania
Vini e vitigni
524
Resa Alcol
BIANCO falanghina min. 70%
12
11
ROSSO aglianico min. 70%
11
11.5
ROSATO stessi del Rosso
11
11
Affinamento
7
Galluccio, la denominazione più giovane del casertano, nasce tra le colline del gruppo vulcanico di Roccamonfina e per ora non presenta elementi di spicco ma, alla luce delle attuali potenzialità, potrebbe dare buoni risultati. Del resto, negli ultimi anni, grazie al lavoro svolto da alcune aziende pilota, nella provincia di Caserta si sta strutturando un sistema integrato con la vigna, con l’obiettivo di risanare alcune aree in precedenza oggetto di degrado agricolo e forestale e di recuperare antichi vitigni, tra i quali il pallagrello e il casavecchia, coltivati in aree omogenee con una produzione limitata e in procinto del riconoscimento DOC.
Campania
DOC DELLA PROVINCIA DI BENEVENTO
525
AGLIANICO DEL TABURNO E TABURNO D.M. 02/08/1993 - G.U. 27/08/1993. Ha sostituito il D.P.R. 29/10/1986 . Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Apollosa, Bonea, Campoli del Monte Taburno, Castelpoto, Foglianise, Montesarchio, Paupisi, Ponte e Torrecuso e parte di Benevento, Cautano, Tocco Caudio e Vitulano, tutti in provincia di Benevento. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1-3 anni, Rossi 5-7. Altra tipologia - Novello, con macerazione carbonica almeno del 70%.
Vini e vitigni
Altra tipologia
Resa Alcol
Affinamento
AGLIANICO DEL TABURNO ROSSO aglianico min. 85%
10
11.5
24
12
36
10
11.5
4
BIANCO trebbiano toscano 40-50%; falanghina 30-40%; ammessi altri max. 30%
12
11
CODA DI VOLPE coda di volpe min. 85%
12
11
FALANGHINA falanghina min. 85%
12
11
GRECO greco bianco min. 85%
10
11
RISERVA ROSATO aglianico min. 85%
Campania
TABURNO
526
Altra tipologia
Resa
Alcol
ROSSO sangiovese 40-50%; aglianico 30-40%; ammessi altri max. 30%
10
11
NOVELLO aglianico min. 85%
10
11.5
PIEDIROSSO piedirosso min. 85%
10
11
SPUMANTE coda di volpe e/o falanghina 60-70%; ammessi altri max. 40%
12
11
Affinamento
L’aglianico è sempre stato un vitigno difficile, aspro e duro, che richiede lunghi periodi di maturazione per smussare le proprie spigolosità, La vera sorpresa si ha nella zona di Torrecuso dove il terreno, con strati gessosi tipo craie dello Champagne, permette all’uva di raggiungere alti livelli di componenti estrattive, oltre ad un buon contenuto zuccherino. Il vino è strutturato, morbido e di qualità elevata. L’Aglianico del Taburno Rosso Riserva è da abbinare con l’agnello arrosto, selvaggina e formaggi stagionati. Questa denominazione, inoltre, ha avuto il merito di far conoscere la falanghina, un vitigno a bacca bianca di buone caratteristiche e potenzialità. I vini bianchi di questa denominazione sono in genere freschi e serbevoli, e si abbinano con antipasti di mare, primi piatti con sughi di crostacei, molluschi e verdure, pesci al forno e alla griglia.
GUARDIA SANFRAMONDI o GUARDIOLO DOC riconosciuta con D.M. 02/08/1993 - G.U. 18/08/1993. Zona di produzione: comprende i comuni di Castelvenere, Guardia Sanframondi, San Lorenzo Maggiore e San Lupo, in provincia di Benevento. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1-2 anni, Rossi 2-4. Altre tipologie - Riserva, il Rosso e l’Aglianico, con titolo alcolometrico minimo di 12.5% e affinamento almeno di 24 mesi. Novello, il Rosso.
Campania
Vini e vitigni
527
Vini e vitigni
Resa
Alcol
BIANCO malvasia di Candia 50-70%; falanghina 20-30%; ammessi altri max. 10%
12
11
FALANGHINA falanghina min. 90%
12
11.5
ROSSO sangiovese min. 80%
10
11.5
ROSATO sangiovese min. 80%
10
11
AGLIANICO aglianico min. 90%
10
11.5
SPUMANTE falanghina min. 70%
12
11
Campania
Un’altra DOC che, per quanto riguarda i vitigni a bacca bianca, punta sulla falanghina. La linea di demarcazione tra la viticoltura greca e quella latina è l’introduzione dell’utilizzo del palo come tutore per i ceppi di vite. Il palo, detto falanga, secondo Murolo, ha dato il nome alla varietà, datando quindi l’origine di questo vitigno con l’inizio della viticoltura in Campania.
528
Questo vitigno è sempre stato diffuso soprattutto nel napoletano e nel casertano, conoscendo una rapida espansione nella provincia di Benevento dagli inizi degli anni ottanta. Da studi sulla caratterizzazione è però emersa una sostanziale differenza tra la falanghina “dei Campi Flegrei” e quella beneventana. Il vino ottenuto da falanghina si presenta in genere con un bel colore giallo paglierino intenso, un profumo con note di pesca, ginestra e minerali, un gusto sapido e in buon equilibrio tra acidità e morbidezza, che si abbina bene con piatti a base di crostacei.
SANNIO DOC riconosciuta con Decreto 05/08/1997 - G.U. 02/09/1997.
Vini e vitigni
Altre tipologie
Resa
Alcol
BIANCO trebbiano toscano min. 50%
15.5
10.5
CODA DI VOLPE coda di volpe min. 85%
12.5
11
FALANGHINA falanghina min. 85%
12.5
11
FIANO fiano min. 85%
12.5
11.5
GRECO greco bianco min. 85%
12.5
11.5
MOSCATO moscato min. 85%
12.5
10.5
ROSSO sangiovese min. 50%
13.5
11
ROSATO stessi del Rosso
13.5
11
SECCO/AMABILE e/o VIVACE
Campania
Zona di produzione: comprende interamente la provincia di Benevento. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1 anno, Rossi 1-3. Altre tipologie - Spumante Metodo Classico, con affinamento minimo di 14 mesi. Spumante, il Coda di Volpe, Falanghina, Fiano, Greco, Moscato, Aglianico, Barbera, Piedirosso e Sciascinoso, con titolo alcolometrico di 11.5%, nelle tipologie Secco, Semisecco e Dolce. Frizzante, Secco o Amabile, il Bianco, Rosso e Rosato. Passito, il Coda di Volpe, Falanghina, Greco, Moscato, Aglianico, Barbera e Sciascinoso, con titolo alcolometrico minimo di 14.5%, in versioni Secco, Amabile e Dolce. Novello, il Rosso.
529
Campania 530
Vini e vitigni
Resa
Alcol
AGLIANICO aglianico min. 85%
12.5
11.5
BARBERA barbera min. 85%
12.5
11.5
PIEDIROSSO piedirosso min. 85%
12.5
11
SCIASCINOSO sciascinoso min. 85%
12.5
11
SPUMANTE METODO CLASSICO aglianico e/o greco bianco e/o falanghina
12.5
11.5
La DOC Sannio comprende tutto il beneventano e si avvale del nome di una regione storica italiana abitata nell’antichità dai Sanniti. È indiscutibilmente una provincia molto vocata alla vitivinicoltura, annovera cinque DOC ed è il regno della falanghina e dell’aglianico, vitigni che hanno raggiunto un livello di qualitativo molto elevato, ma il potenziale non è completamente espresso. In questa denominazione è presente lo sciascinoso, vitigno molto diffuso solo qui in Campania, dove è più noto con il sinonimo olivella, che deriva dalla forma allungata dell’acino. Si possono riconoscere due gruppi principali di biotipi: uno riferibile allo sciascinoso e l’altro riferibile alla vera olivella. Tra le DOC sannite solo la Sannio presenta un vino prodotto con uve Sciascinoso.
SANT’AGATA DE’ GOTI o SANT’AGATA DEI GOTI DOC riconosciuta con D.M. 03/08/1993 - G.U. 21/08/1993. Zona di produzione: comprende il comune di Sant’Agata de’ Goti, in provincia di Benevento. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1-2 anni, Rossi 2-4.
Altre tipologie
Resa Alcol
BIANCO falanghina 40-60%; greco bianco 40-60%; ammessi altri max. 20%
10
11
FALANGHINA falanghina min. 90%
11
11
PASSITO
Affinamento
15
GRECO greco bianco min. 90%
11
11
ROSSO aglianico 40-60%; piedirosso 40-60%; ammessi altri max. 20%
10
11.5
NOVELLO
11.5
ROSATO stessi del Rosso
10
11
AGLIANICO aglianico min. 90%
10
11.5
24
12.5
36
RISERVA PIEDIROSSO piedirosso min. 90%
10 RISERVA
11.5 12
24
Il nome Sant’Agata de’ Goti risale al VI secolo d.C., quando i Goti, sconfitti nel 553 d.C. nella battaglia del Vesuvio, ottennero di rimanere nelle loro fortezze come sudditi dell’Impero. La principale attrattiva di questo borgo medievale sono le cantine scavate nel tufo. La base ampelografica di questa DOC è imperniata sui vitigni tipici campani e non può mancare la falanghina, qui proposta anche come Passito. Vino di grande eleganza, si presenta di un tenue color ambra e ricco di consistenza, con profumi di frutta candita, albicocca secca, cannella, vaniglia e miele. Al gusto è dolce, caldo e morbido, equilibrato da una buona freschezza e di lunga persistenza gusto olfattiva, perfetto con la pastiera napoletana o pasticceria secca.
Campania
Vini e vitigni
531
SOLOPACA Decreto 30/10/2002 - G.U. 19/11/2002. Ha sostituito il D.M. 12/10/1992 e il D.P.R. 20/09/1973. Zona di produzione: comprende i comuni di Castelvenere, Guardia Sanframondi, San Lorenzo Maggiore, Solopaca e parte di Cerreto Sannita, Faicchio, Frasso Telesino, Melizzano, San Lorenzello, San Salvatore Telesino, Telese Terme e Vitulano, tutti in provincia di Benevento. CLASSICO Bianco e Rosso: comprende parte del comune di Solopaca. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-2 anni. Altra tipologia - Superiore, il Rosso, con titolo alcolometrico minimo di 12.5% e affinamento almeno di 13 mesi. Vini e vitigni
Altre tipologie
Campania
BIANCO trebbiano toscano 40-60%; falanghina, coda di volpe, malvasia toscana e malvasia di Candia (vitigni aromatici max 20%) per la differenza; ammessi altri max. 20% CLASSICO
532
Resa Alcol 15
11
12
12
FALANGHINA falanghina min. 85%
15
11
ROSSO sangiovese 50-60%; aglianico 20-40%; piedirosso, sciascinoso ed altri ammessi max. 30% CLASSICO CLASSICO RISERVA
13
11.5
10 10
12.5 12.5
13
11.5
13
11.5
ROSATO stessi del Rosso AGLIANICO aglianico min. 85%
Affinamento
13 25
11
Vini e vitigni SPUMANTE falanghina min. 60%; ammessi altri max. 40%
Altre tipologie
Resa
Alcol
15
11.5
Affinamento
Solopaca è la DOC più antica tra quelle della provincia di Benevento. La zona, situata tra i monti del Matese ed il Taburno, comprende una dozzina di paesini adagiati sulla valle del Calore, che si fanno ammirare per le loro bellezze paesaggistiche e per le interessanti testimonianze storiche.
Alcune produzioni però, come quella del Solopaca Rosso, in particolare nella zona di Guardia Sanframondi, mettono in evidenza grande struttura e apprezzabile sapidità, caratteristiche che ben si abbinano con salumi, primi piatti conditi con ragù di carne, paste ripiene e carni alla griglia. I vini bianchi sono piuttosto semplici, poco strutturati, freschi e delicati. Si abbinano con antipasti leggeri, verdure fritte e pesci al cartoccio. Lo Spumante è piacevole al momento dell’aperitivo.
Solopaca (BN) - Festa dell’uva
Campania
I vini di questa denominazione hanno risentito spesso della tendenza da parte delle cantine sociali a preferire la quantità rispetto alla qualità.
533
CAMPI FLEGREI DOC riconosciuta con D.M. 03/10/1994 - G.U. 11/10/1994. Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Bacoli, Monte di Procida, Pozzuoli, Procida, Quarto e parte di Marano di Napoli, in provincia di Napoli. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1-2 anni, Rossi 2-3. Altre tipologie - Novello, il Rosso. Riserva, il Piedirosso, con titolo alcolometrico minimo di 12% e affinamento almeno di 24 mesi. Vini e vitigni
Altre tipologie
Resa
Alcol
BIANCO falanghina 50-70%; biancolella e/o coda di volpe 10-30%; ammessi altri max. 30%
12
10.5
FALANGHINA falanghina min. 90%
12
11
Campania
SPUMANTE
534
11.5
ROSSO piedirosso o per’ e palummo 50-70%; aglianico e/o sciascinoso (olivella) 10-30%; ammessi altri max. 30%
10
11.5
PIEDIROSSO o PER‘ E PALUMMO piedirosso o per‘ e palummo min. 90%
10
11.5
PASSITO DOLCE PASSITO SECCO
12+5 14+3
Golosità dal mare
Campania
Nella “terra del fuoco”, caratterizzata ancora dai fenomeni vulcanici del bradisismo e della solfatara, la vite, spesso ultracentenaria e in larga parte franca di piede, è capace di produzioni enologiche di grande tradizione ed originalità. La DOC Campi Flegrei si sta sempre più identificando con il vitigno falanghina, che in genere dà un vino di colore giallo dorato non molto intenso e profumi gradevoli. Secco e caldo, con spiccata morbidezza e limitata freschezza, si abbina con preparazioni a base di pesce e verdure, zuppe, grigliate e alici salate di Procida. In questa zona si tende in genere a produrre vini piacevoli, con buona sapidità e morbidezza, che ben si abbinano a piatti della cucina locale, minestre asciutte e in brodo, preparazioni a base di pesce per il Bianco, arrosti di carne e formaggi mediamente stagionati per i Rossi.
535
CAPRI DOC riconosciuta con D.P.R. 07/09/1977 - G.U. 14/12/1977. Zona di produzione: comprende interamente l’isola di Capri, in provincia di Napoli. Resa: max. 12 t/ha. Epoca migliore per il consumo: Bianco mediamente 1 anno, Rosso 1-2. Vini e vitigni BIANCO greco bianco max. 50%; falanghina 40-50%; biancolella max. 20% ROSSO piedirosso min. 80%
Alcol 11
11.5
Campania
I vini di questa denominazione sono sempre stati vini piuttosto difficili da trovare e forse li si riusciva a degustare - esperienza che peraltro non lasciava un grande ricordo - solo durante una vacanza in questa meravigliosa isola. C’è chi parlava addirittura di vini inesistenti; in ogni caso la produzione del 2008 è stata di 78 hl.
536
I vini della DOC Capri sono in genere dotati di un colore poco intenso e profumi fruttati piuttosto sfumati; sono poco strutturati ma con buona vivacità gustativa. Il Bianco si abbina con antipasti di frutti di mare, sauté di vongole, pomodori gratinati alla napoletana e con i più tradizionali spaghetti al pomodoro e basilico. Il Rosso può essere invece apprezzato con maccheroni cacio e uova, cervella alla napoletana e carni bianche in genere.
ISCHIA D.M. 31/07/1993 - G.U. 12/08/1993. Ha sostituito il D.P.R. 03/03/1966. Zona di produzione: comprende l’isola di Ischia, in provincia di Napoli. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Rossi 2-3. Altre tipologie
BIANCO forastera 45-70%; biancolella 30-55%; ammessi altri max. 15%
Resa
Alcol
10
10.5
SUPERIORE SPUMANTE
11.5 11.5
BIANCOLELLA biancolella min. 85%
10
10.5
FORASTERA forastera min. 85%
10
10.5
ROSSO guarnaccia 40-50%; piedirosso 40-50%; ammessi altri max. 15%
9
11
PIEDIROSSO o PER‘ E PALUMMO piedirosso min. 85%
9
11
PASSITO
13.5+1
Ischia è l’antica Enaria, la terra del vino dei Romani: qui, la natura del terreno vulcanico e le condizioni climatiche, rendono esclusive le produzioni enologiche. I vini di questa denominazione rappresentano forse la vera novità del panorama enologico della provincia di Napoli, anche se vivono fasi alterne, come quella con buone Biancolella nella prima metà degli anni Novanta, quella più scadente nel periodo successivo, e di nuovo di qualità delle ultime vendemmie, soprattutto per Biancolella e Forastera. Raccolta e tecniche di vinificazione più curate, han-
Campania
Vini e vitigni
537
Campania
no portato a vini complessivamente più strutturati, più morbidi e più sapidi, che mostrano anche una buona predisposizione al passaggio in legno. Il forastera è un vitigno a bacca bianca che dà un vino di colore giallo paglierino, profumi floreali, gusto secco, di medio corpo, con sensazioni pseudocaloriche, freschezza e persistenza aromatica poco accentuate. Questo vitigno è adatto alla vinificazione in uvaggio per affinare il gusto e i profumi del prodotto finale. Il biancolella è un vitigno particolarmente adatto a terreni di origine vulcanica. I vini che si ottengono hanno un colore giallo paglierino intenso e profumi particolarmente spiccati e compositi. Secco e dotato di buona morbidezza, il vino ottenuto da queste uve presenta anche buone doti di alcolicità e di persistenza aromatica. I vini bianchi di questa denominazione possono essere abbinati con pesci alla griglia e zuppe di pesce, frittate e altre preparazioni a base di uova, mozzarella in carrozza. Il Rosso, ottenuto da vitigni autoctoni come guarnaccia e per’e palummo, ha acquisito struttura, sapidità e una componente tannica meno aggressiva, oltre a profumi più intensi. Finalmente un vino rosso degno dell’abbinamento con il coniglio di fossa all’ischitana.
Vigneto di Ischia
538
Campania
DOC DELLA PENISOLA SORRENTINA
539
PENISOLA SORRENTINA DOC riconosciuta con D.M. 03/10/1994 - G.U. 12/10/1994. Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Agerola, Casola di Napoli, Gragnano, Lettere, Massa Lubrense, Meta, Piano di Sorrento, Pimonte, Sant’Agnello, Sorrento e Vico Equense e parte di Castellammare di Stabia e Sant’Antonio Abate, tutti in provincia di Napoli. Sottozone GRAGNANO: comprende i comuni di Gragnano, Pimonte e parte di Castellammare di Stabia. LETTERE: comprende i comuni di Casola di Napoli, Lettere e parte di Sant’Antonio Abate. SORRENTO: comprende i comuni di Massa Lubrense, Meta, Piano di Sorrento, Sant’Agnello, Sorrento e Vico Equense. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1-2 anni, Rossi 2-3.
Campania
Vini e vitigni
540
Resa
Alcol
BIANCO falanghina (min. 40%) e/o biancolella e/o greco bianco min. 60%; ammessi altri max. 40%
12
10
ROSSO piedirosso (per’ e palummo) min. 40% e/o sciascinoso (olivella) e/o aglianico min. 60%; ammessi altri max. 40%
11
10.5
ROSSO FRIZZANTE stessi del Rosso
11
10
9
11
Sottozona GRAGNANO ROSSO FRIZZANTE
Vini e vitigni
Resa
Alcol
9
11
BIANCO
10
11
ROSSO
9
11.5
Sottozona LETTERE ROSSO FRIZZANTE Sottozona SORRENTO
Meta di Sorrento
Campania
I vini di questa denominazione hanno raggiunto accettabili standard qualitativi nel campo dei vini di pronta beva, da degustare giovani, accattivanti per le loro doti di freschezza, in particolare il Gragnano e il Lettere. Simpatici e briosi, dotati di vivaci colori rubino e aromi fruttati, si abbinano perfettamente con piatti della cucina tradizionale dei monti sopra la costiera, che vede nella carne di maiale la maggiore interprete, in particolare con salsicce e friarelli e zuppa di soffritto. I vini bianchi si caratterizzano per aromi delicati, pi첫 floreali che fruttati, e si abbinano a piatti di pesce, verdure alla griglia e insalate composte.
541
VESUVIO DOC riconosciuta con D.P.R. 13/01/1983 - G.U. 20/06/1983. Modifica con D.M. 30/11/1991 - G.U. 13/12/1991. Zona di produzione: comprende i comuni di Boscotrecase, Ercolano, San Sebastiano al Vesuvio, Trecase e parte di Boscoreale, Cercola, Ottaviano, Pollena Trocchia, Portici, San Giuseppe Vesuviano, Sant’Anastasia, Somma Vesuviana, Terzigno, Torre Annunziata e Torre del Greco, tutti in provincia di Napoli. Resa: max. 10 t/ha. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati entro l’anno, Rossi 1-2. Altra tipologia - Lacryma Christi del Vesuvio, sottodenominazione ammessa per tutte le tipologie, con una resa di uva in vino del 65% e titolo alcolometrico minimo di 12%, che per il Liquoroso corrisponde al titolo alcolometrico volumico minimo naturale svolto. Vini e vitigni
Campania
BIANCO coda di volpe (min. 35%) e verdeca min. 80%; falanghina e/o greco bianco max. 20%
542
Alcol 11
ROSSO piedirosso (min. 50%) da solo o con sciascinoso min. 80%; aglianico max. 20%
10.5
ROSATO stessi del Rosso
10.5
Sottodenominazione LACRYMA CHRISTI DEL VESUVIO BIANCO ROSSO ROSATO SPUMANTE BIANCO/ROSSO/ROSATO LIQUOROSO BIANCO
Orata al cartoccio
Campania
I vini Lacryma Christi del Vesuvio, sono i più conosciuti di questa DOC, fama basata in passato sull’equivoco che fossero solo dolci. Solo qualche anno fa, e per una sola vendemmia, fu prodotto da coda di volpe e falanghina secche, lasciando ciascun grappolo appeso ad un filo all’interno di un capannone. Si è così ottenuto un vino interessante, con suadente dolcezza e profumi di ginestre e monacelle, le albicocche del Vesuvio. Ma il livello qualitativo, successivamente, non è più stato all’altezza, situazione che vale anche per gli altri vini della zona, aggravata dal fatto che la maggior parte dei produttori non vinificano in loco. Attualmente vi è un tentativo di lavorare altri vitigni della zona, come la catalanesca, da molti ritenuta uva da tavola e vinificata solo in modo artigianale, ma i risultati non si sono ancora visti. I vini di questa zona sono quindi secchi e in genere poco strutturati, senza particolare personalità, e i bianchi sono piuttosto ricchi di acidità. Il Lacryma Christi Bianco può essere abbinato con primi piatti conditi con sughi di pomodoro e ragù, linguine ai frutti di mare, spaghetti alla chitarra, orata al cartoccio e carni arrosto.
543
CASTEL SAN LORENZO DOC riconosciuta con D.M. 06/11/1991 - G.U. 23/09/1992. Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Bellosguardo, Castel San Lorenzo e Felitto ed in parte di Aquara, Castelcivita, Magliano Vetere, Ottati e Roccadaspide, in provincia di Salerno. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1 anno, Rossi 12, Barbera 3-5. Altra tipologia – Riserva, il Barbera, con titolo alcolometrico minimo di 12.5% e affinamento almeno di 24 mesi.
Campania
Vini e vitigni
544
Resa
Alcol
BIANCO trebbiano toscano 50-60%; malvasia bianca 30-40%; ammessi altri max. 20%
12
11
MOSCATO moscato bianco min. 85%
10
8.5+3.5
MOSCATO LAMBICCATO moscato bianco min. 85%
10
8.5+5
MOSCATO SPUMANTE moscato bianco min. 85%
10
9+3
ROSSO barbera 60-80%; sangiovese 20-30%; ammessi altri max. 20%
10
11.5
ROSATO stessi del Rosso
10
11.5
BARBERA barbera min. 85%
10
11.5
Carpaccio di petto d’anatra ai funghi porcini
Campania
Negli ultimi anni i vini di questa denominazione hanno fatto passi da gigante, raggiungendo un buon livello qualitativo e, soprattutto, un ottimo rapporto qualità/prezzo. Merita un cenno particolare la produzione del Moscato Lambiccato, leggermente pétillant e con una buona componente aromatica, tipica del vitigno moscato bianco. Inoltre, si sottolinea come anche in questa regione ci si avvii verso la coltivazione biologica, applicata in questa zona per la produzione di una Barbera, per ora di qualità non eccelsa, ma che può avere un futuro. Il colore molto intenso, i profumi discreti di frutti rossi e la buona componente alcolica, si abbinano molto bene con piatti a base di carni rosse, soprattutto arrosto o in casseruola, ma anche con preparazioni meno tradizionali, come il carpaccio di petto d’anatra ai funghi porcini.
545
CILENTO Decreto 01/08/2008 - G.U. 25/08/2008. Ha sostituito il D.P.R. 03/05/1989. Zona di produzione: comprende i comuni di Agropoli, Alfano, Ascea, Camerota, Campora, Capaccio, Cannalonga, Casaletto Spartano, Casal Velino, Castellabate, Castelnuovo Cilento, Celle di Bulgheria, Centola, Ceraso, Cicerale, Cuccaro Vetere, Futani, Gioi, Giungano, Ispani, Lauretana Cilento, Laurito, Lustra, Magliano Vetere, Moio della Civitella, Montano Antilia, Montecorice, Monteforte Cilento, Morigerati, Novi Velia, Ogliastro Cilento, Omignano, Orria, Perdifumo, Perito, Pisciotta, Pollica, Prignano Cilento, Roccagloriosa, Rofrano, Rutino, Salento, San Giovanni a Piro, San Mauro Cilento, San Mauro la Bruca, Santa Marina, Sapri, Serramezzana, Sessa Cilento, Stella Cilento, Stio, Torchiara, Torraca, Torre Orsaia, Tortorella, Trentinara, Vallo della Lucania e Vibonati, tutti in provincia di Salerno. Resa: max. 10 t/ha. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1-2 anni, Rossi 3-5. Altra tipologia - Riserva, l’Aglianico, con affinamento minimo di 36 mesi.
Campania
Vini e vitigni
546
Alcol
BIANCO fiano 60-65%; trebbiano toscano 20-30%; greco bianco e/o malvasia bianca 10-15%; ammessi altri max. 10%
11
FIANO fiano min. 85%
12
ROSSO aglianico 60-75%; piedirosso e/o primitivo 15%-20%; ammessi altri max. 25%
11.5
ROSATO - sangiovese 70-80%; aglianico 10-15%; primitivo e/o piedirosso 10-15%; ammessi altri max. 10%
11
AGLIANICO - aglianico min. 85%
12
Affinamento
12
PiĂš che i vini a denominazione di origine, che non hanno molto da dire, questa zona esprime interessanti vini da tavola, grazie alle scelte coraggiose di produttori che si sono orientati verso rese basse e tecniche di vinificazione particolarmente adatte a questi vitigni. Dal fiano, per esempio, chiamato localmente “santa sofiaâ€?, si stanno ottenendo grandi vini bianchi solari, ricchi di profumi di frutta esotica, strutturati, morbidi e sapidi, che migliorano con l’affinamento e che ben si abbinano ai piatti elaborati con i prodotti del mare.
Canolicchi
Campania
Anche i vini rossi a base aglianico, in uvaggio con primitivo e piedirosso, sono ben strutturati e privi di qualunque nota aggressiva, con colori intensi che mantengono a lungo tonalitĂ piuttosto vivaci, profumi eleganti e definiti di ciliegia, mora e qualche spezie che, come tutti gli altri caratteri, migliorano nel tempo.
547
Campania
ZONE DI PRODUZIONE DEI VINI COSTA D’AMALFI DOC
548
COSTA D’AMALFI DOC riconosciuta con Decreto 10/08/1995 - G.U. 06/09/1995.
Vini e vitigni
Resa
Alcol
BIANCO falanghina (bianca zita) min. 40%; biancolella (bianca tenera) min. 20%; ammessi altri max. 40%
12
10
ROSSO e ROSATO piedirosso (per‘ e palummo) min. 40%; sciascinoso (olivella) e/o aglianico max. 60%; ammessi altri max. 40%
11
10.5
BIANCO stessi del Bianco
10
11
ROSSO stessi del Rosso
9
11.5
Sottozona FURORE
Campania
Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Amalfi, Atrani, Cetara, Conca dei Marini, Furore, Maiori, Minori, Positano, Praiano, Ravello, Scala, Tramonti e Vietri sul Mare, tutti in provincia di Salerno. Sottozone FURORE: comprende i comuni di Amalfi, Conca dei Marini, Furore e Praiano. RAVELLO: comprende comuni di Atrani, Minori, Ravello e Scala. TRAMONTI: comprende i comuni di Maiori e Tramonti. Epoca migliore per il consumo: Bianchi, Rosati e Rossi mediamente 1 anno, Riserva 2-3. Altra tipologia - Riserva, il Rosso delle sottozone Furore, Ravello e Tramonti, con affinamento minimo di 24 mesi.
549
Vini e vitigni
Resa
Alcol
9
11.5
BIANCO stessi del Bianco
10
11
ROSSO stessi del Rosso
9
11.5
ROSATO stessi del Rosso
9
11.5
BIANCO stessi del Bianco
10
11
ROSSO stessi del Rosso
9
11.5
ROSATO stessi del Rosso
9
11.5
ROSATO stessi del Rosso Sottozona RAVELLO
Campania
Sottozona TRAMONTI
550
In questi luoghi di grande suggestione paesaggistica, la vite, spesso franca di piede, è allevata a pergola, su arditi terrazzamenti a picco sul mare, sostenuta da lunghe pertiche. Solo negli ultimi anni, sotto la spinta di un mercato sempre più orientato verso prodotti di qualità, alcuni produttori si sono impegnati in modo particolare per ottenere vini che potessero ben figurare non solo sulle tavole turistiche della costiera. Si sono così ottenuti buoni risultati con il Ravello, Bianco e Rosso, ma soprattutto con il Rosso della sottozona Furore. Strutturato, elegante e convincente, evidenzia piacevoli sentori fruttati e note di speziatura nella quale si sente l’utilizzo della barrique, ma in modo discreto ed equilibrato.
551
Campania
Puglia
Puglia
ZONE DI PRODUZIONE DEI VINI DOC
MOLISE
Lago di Lesina Lago di Varano S. Severo
ore
Fort
Vieste
2 1
3
Lucera
FOGGIA Orta Nova Cerignola
CAMPANIA Cervaro
6 9
Of
a
Trani
Canosa Castel del Monte
8
4 5 7
o nt Barletta
BARI 12 13 14
15 20
BASILICATA
10
Gioia del Colle
Gravina
11
Locorotondo
Aleatico di Puglia
2
San Severo
3
Cacc'e mmitte di Lucera
17
TARANTO
18 23
Ostuni
BRINDISI Lizzano
Manduria
Salice Salentino Leverano Nardò
25
19 LECCE 21 Copertino 24
Squinzano
Galatina
Alezio
26
Matino
4
Orta Nova
11
Gioia del Colle
5
Rosso di Cerignola
12
Martina Franca o Martina
6
Rosso Canosa
13
Locorotondo
18
Primitivo di Manduria
7
Rosso Barletta
14
Ostuni
19
Salice Salentino
23
Nardò
8
Castel del Monte
15
Brindisi
20
Squinzano
24
Galatina
9
Moscato di Trani
16
Colline Joniche Tarantine
21
Copertino
25
Alezio
10
Gravina
17
Lizzano
22
Leverano
26
Matino
22
Puglia
1
16
Martina Franca
553
Vitigni idonei alla coltivazione in regione
Puglia
A bacca bianca, tra i più coltivati: trebbiano toscano, verdeca, bombino bianco, malvasia bianca, bianco d’Alessano, manzoni bianco, malvasia bianca lunga, malvasia bianca di Candia e moscato bianco. Gli altri: asprinio bianco, biancolella, chardonnay, cococciola, coda di volpe, falanghina, fiano, francavilla (francavidda), garganega, greco, greco bianco, grillo, impigno, montonico bianco, moscatello selvatico, mostosa, pampanuto, pinot bianco, riesling, riesling italico, sauvignon, semillon, sylvaner verde, trebbiano giallo, verdicchio e vermentino. A bacca grigia/rosa: pinot grigio e traminer aromatico. A bacca rossa, tra i più coltivati: negro amaro, sangiovese, primitivo, montepulciano, malvasia nera di Brindisi, uva di Troia, bombino nero e malvasia nera di Lecce. Gli altri: aglianico, aglianicone, aleatico, barbera, cabernet franc, cabernet sauvignon, calabrese (nero d’Avola), greco nero, lacrima, lambrusco maestri, malbech, malvasia nera di Basilicata, merlot, negroamaro precoce cannellino, notardomenico, ottavianello, petit verdot, piedirosso, pinot nero, refosco dal peduncolo rosso, susumaniello e syrah.
554
I vini della Puglia DOC: Aleatico di Puglia, Alezio, Brindisi, Cacc’e Mmitte di Lucera, Castel del Monte, Colline Joniche Tarantine, Galatina, Copertino, Gioia del Colle, Gravina, Leverano, Lizzano, Locorotondo, Martina Franca o Martina, Matino, Moscato di Trani, Nardò, Orta Nova, Ostuni, Primitivo di Manduria, Salice Salentino, Rosso Barletta, Rosso Canosa, Rosso di Cerignola, San Severo, Squinzano. IGT: Daunia, Murgia, Puglia, Salento, Tarantino, Valle d’Itria.
I VQPRD
ALEATICO DI PUGLIA DOC riconosciuta con D.P.R. 29/05/1973 - G.U. 20/08/1973. Zona di produzione: comprende tutta la Puglia. Resa: max. 8 t/ha. Vitigni: aleatico; negro amaro, primitivo e malvasia nera max. 15%. Titolo alcolometrico minimo: 13+2%. Affinamento: minimo 4 mesi. Epoca migliore per il consumo: mediamente 3-6 anni. Altre tipologie - Riserva, con affinamento minimo di 38 mesi. Liquoroso, con titolo alcolometrico minimo di 16 + 2.5%. Nel 2008, la produzione di questo vino da dessert, molto apprezzato in passato, è stata di soli 56 hl.
CACC’E MMITTE DI LUCERA Zona di produzione: comprende i comuni di Biccari, Lucera e Troia, in provincia di Foggia. Resa: max. 14 t/ha. Vitigni: uva di Troia (sumariello) 35-60%; montepulciano, sangiovese, malvasia nera di Brindisi 25-35%; trebbiano toscano, bombino bianco e malvasia bianca lunga 15-30%. Titolo alcolometrico minimo: 11.5%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-2 anni.
Puglia
DOC riconosciuta con D.P.R. 13/12/1975 - G.U. 29/03/1976.
555
Il Cacc’e Mmitte di Lucera è un vino rosso dal colore delicato, quasi un rosato cerasuolo, il cui nome dialettale deriva dalla tecnica di vinificazione, molto antica, che prevede una breve permanenza del mosto sulle bucce, con un continuo ricambio e addizione di uve al mosto in fermentazione. Le caratteristiche delicate ed il gradevole profumo fruttato, con sentori di melograno e ciliegie che lasciano piacevoli ricordi anche in bocca, rendono questo vino adatto all’abbinamento con lagane al sugo, involtini di peperoni e lampascioni dorati.
ORTA NOVA DOC riconosciuta con D.P.R. 26/04/1984 - G.U. 04/10/1984. Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Ordona, Orta Nova e parte di Ascoli Satriano, Carapelle, Foggia e Manfredonia, in provincia di Foggia. Resa: max. 15 t/ha. Vitigni: sangiovese min. 60%; uva di Troia e montepulciano 30-40%; lambrusco maestri e trebbiano toscano max. 10%. Titolo alcolometrico minimo: 12% il Rosso; 11.5% il Rosato. Epoca migliore per il consumo: Rosati mediamente 1 anno, Rossi 1-3. Tipologie - Rosso e Rosato.
Puglia
L’Orta Nova Rosso è di colore rubino non molto intenso, con un profumo delicatamente aromatico, con sentori di marasca e a volte di viola. Il gusto è mediamente strutturato e poco tannico, caratteri che lo rendono adatto ad essere abbinato a piatti della cucina locale come l’agnello con i piselli.
556
Il Rosato si adatta particolarmente a lasagne al sugo di anguille, pasta con i peperoni, lampascioni dorati e capitone alla griglia.
ROSSO DI CERIGNOLA DOC riconosciuta con D.P.R. 26/06/1974 - G.U. 31/10/1974. Zona di produzione: comprende i comuni di Cerignola, Stornara, Stornarella e parte di Ascoli Satriano, in provincia di Foggia. Resa: max. 14 t/ha. Vitigni: uva di Troia min. 55%; negro amaro 15-30%; sangiovese, barbera, montepulciano, malbech e trebbiano toscano max. 15%. Titolo alcolometrico minimo: 12%. Altra tipologia - Riserva, con titolo alcolometrico minimo di 13% e affinamento almeno di 24 mesi. Per diversi anni il vino non è stato prodotto; in ogni caso la denominazione è sempre stata poco utilizzata. Con il raccolto 2008, per merito di tre aziende che coltivano poco più di 3 ha di vigneto, sul mercato sono stati proposti 242 hl di Rosso di Cerignola, un discreto quantitativo che ridà vita alla produzione.
SAN SEVERO DOC riconosciuta con D.P.R. 19/04/1968 - G.U. 01/06/1968. Modifica Parere favorevole G.U. 26/03/2010. Zona di produzione: comprende interamente i comuni di San Paolo di Civitate, San Severo, Torremaggiore e parte di Apricena, Lucera, Poggio Imperiale e Lesina, in provincia di Foggia. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1 anno, Rossi 2-3. Altre tipologie
Resa Alcol
BIANCO - bombino bianco 40-60%; 16.5 trebbiano bianco 40-60%; ammessi altri max. 15% FRIZZANTE 16.5 SPUMANTE 16.5 BOMBINO BIANCO - bombino bianco min. 85% FRIZZANTE SPUMANTE
14.5 16.5 16.5
11 11 11 10.5 11 11
Affinamento
Puglia
Vini e vitigni
557
Vini e vitigni
Altre tipologie
Resa
Alcol
MALVASIA BIANCA DI CANDIA malvasia bianca di Candia min. 85%
14.5
11
FALANGHINA - falanghina min. 85%
14.5
11
TREBBIANO BIANCO - trebbiano bianco min. 85%
14.5
11
ROSSO - montepulciano min. 70%; sangiovese max. 30%; ammessi altri max. 15% NOVELLO RISERVA
16
11.5
16 12
11 12.5
ROSATO - stessi del Rosso
16 16
11 11
MERLOT - merlot min. 85%
14
11.5
MERLOT ROSATO - merlot min. 85%
14
11.5
SANGIOVESE - sangiovese min. 85%
14
11.5
SANGIOVESE ROSATO - sangiovese min. 85%
14
11.5
UVA DI TROIA o NERO DI TROIA uva di Troia (nero di Troia) min. 85%
14
11.5
12
12.5
14
11.5
FRIZZANTE
RISERVA
Puglia
UVA DI TROIA o NERO DI TROIA ROSATO uva di Troia (nero di Troia) min. 85%
558
Affinamento
19
19
Le pianure e le colline del foggiano, temperate dalle brezze marine e influenzate dalle escursioni termiche delle aree montane dei rilievi del Gargano e dei monti della Daunia, sono zone ricche di vigneti, nelle quali si producono soprattutto vini bianchi leggeri e rossi non eccessivamente strutturati. In ogni caso, c’è qualche eccezione, grazie all’utilizzo di vitigni internazionali. Il San Severo Bianco è prodotto soprattutto da bombino bianco, coltivato in particolare in provincia di Foggia. Questo vitigno, come gli altri trebbiani, forse originario del bacino orientale del mar Mediterraneo o, secondo alcuni, della Spagna, è spesso usato in uvaggio. I vini ottenuti da bombino bianco, hanno colore
giallo paglierino con riflessi dorati, sono leggermente aromatici, di media struttura e sapidità, particolarmente gradevoli con frutti di mare crudi, preparazioni della cucina locale a base di pesce, spaghetti alle seppie e orata al forno. Il San Severo Rosso, è ottenuto soprattutto da montepulciano, ed ha caratteri di maggior struttura rispetto ad altri vini rossi del foggiano, che lo rendono adatto all’abbinamento con minestre al sugo di carne, castrato alla brace, arrosti misti e provolone. Il San Severo Rosato ha un colore piuttosto tenue, con profumi delicati di frutta come la ciliegia ed il lampone, e leggermente floreali. Al gusto si presenta con caratteri piuttosto delicati, che lo rendono adatto ad essere abbinato a formaggi a pasta filata, primi piatti con sughi leggeri e piatti a base di verdure.
ROSSO BARLETTA DOC riconosciuta con D.P.R. 01/06/1977 - G.U. 12/10/1977.
La Strada degli antichi vini rossi percorre le denominazioni di Orta Nova, Rosso di Cerignola, Rosso Canosa, Moscato di Trani e anche quella del Rosso Barletta. Come molti vini della provincia di Bari, il Rosso Barletta è a base di uva di Troia, vitigno che dà vini di colore rosso rubino con riflessi violacei, e profumi decisamente fruttati in gioventù, con riconoscimenti di prugna matura. L’acidità è piuttosto contenuta, ed i tannini sono a volte un po’ accentuati, con leggere note amarognole. L’ottima struttura di questo vino determina una buona predisposizione nei confronti dell’affinamento. Negli uvaggi nei quali viene impiegata, l’uva di Troia è in grado di offrire colore, struttura e profumi, ma può essere utilizzata anche nella produzione di vini rosati, delicati, fruttati e sapidi. Il Rosso Barletta, prodotto in quantità molto limitate, si abbina molto bene con piatti della cucina locale come l’agnello in agrodolce, la faraona ripiena e arrosto.
Puglia
Zona di produzione: comprende i comuni di San Ferdinando di Puglia e Trinitapoli, in provincia di Foggia; Andria, Barletta e Trani, in quella di Bari. Resa: max. 15 t/ha. Vitigni: uva di Troia; montepulciano, sangiovese e malbech max. 30% (malbech max. 10%). Titolo alcolometrico minimo: 12%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 2-3 anni. Altra tipologia - Invecchiato, con affinamento minimo di 24 mesi.
559
CASTEL DEL MONTE Decreto 14/03/1997 - G.U. 27/03/1997. Ha sostituito i D.P.R. 27/12/1990, 19/05/1971 e successive modifiche.
Puglia
Zona di produzione: comprende il comune di Minervino Murge e parte di Andria, Bitonto, Corato, Palo del Colle, Ruvo di Puglia, Terlizzi, Toritto, Trani e l’isola amministrativa D’Alemi, del comune di Binetto, tutti in provincia di Bari. Resa: max. 13 t/ha i Rossi; 14 i Bianchi e Rosati. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1-2 anni, Rossi 2-3. Altre tipologie - Frizzante, il Bianco, Bombino bianco, Chardonnay, Pinot bianco, Sauvignon, Rosato e Aglianico Rosato. Riserva, il Rosso, Aglianico, Cabernet e Uva di Troia, con titolo alcolometrico minimo di 12.5% e affinamento almeno di 26 mesi. Novello, il Rosso, con titolo alcolometrico minimo di 11%.
560
Vini e vitigni
Alcol
BIANCO pampanuto (o pampanino) e/o chardonnay e/o bombino bianco; ammessi altri max. 35%
10.5
BOMBINO BIANCO bombino bianco min. 90%
10.5
CHARDONNAY chardonnay min. 90%
10.5
PINOT BIANCO pinot bianco min. 90%
10.5
SAUVIGNON sauvignon min. 90%
10.5
ROSSO uva di Troia e/o aglianico e/o montepulciano; ammessi altri max. 35%
12
Alcol
ROSATO bombino nero e/o aglianico e/o uva di Troia; ammessi altri max. 35%
11
AGLIANICO aglianico min. 90%
12
AGLIANICO ROSATO aglianico min. 90%
11
BOMBINO NERO bombino nero min. 90%
11
CABERNET cabernet franc e/o cabernet sauvignon
12.5
PINOT NERO pinot nero min. 90%
11.5
UVA DI TROIA uva di Troia min. 90%
12
In questi luoghi, attraverso i quali si snoda la Strada del vino di Castel del Monte, la viticoltura si è sviluppata intorno al 1300, e attualmente, in questa denominazione, si possono trovare diverse tipologie di vino. I vitigni coltivati sono quelli tradizionali, ma anche alcuni di recente introduzione, che trovano in queste particolari e favorevoli condizioni pedoclimatiche l’ambiente ideale per dare rese non eccessive, ma risultati interessanti sul piano qualitativo.
Il Castello
Puglia
Vini e vitigni
561
Molti vini, ottenuti da diversi vitigni, riescono a raggiungere un livello qualitativo di tutto rispetto, sfruttando al meglio le caratteristiche di uve del luogo come il pampanuto o il bombino bianco, che devono però essere supportati da altre che regalino buona freschezza gustativa. Altri vitigni impiegati sono il bombino nero e l’uva di Troia, che in uvaggio riescono a dare vini rossi con colori piuttosto intensi, buona tannicità e predisposizione all’affinamento, ora usati anche da soli grazie alla loro maggior personalità. Altri vitigni ancora vengono utilizzati per dare vini freschi e frizzanti, piacevolmente profumati, ma senza grande struttura e complessità. E poi un grande vino da aglianico, elaborato anche nella tipologia Riserva. Il vino più significativo di questa zona è il Castel del Monte Rosso, di cui il famoso Il Falcone è l’esempio più riuscito; porta questo nome in onore dell’Imperatore Federico II di Svevia che, intorno all’anno 1240, fece costruire il castello che denominò la località. Si presenta di colore rosso rubino intenso, che assume sfumature granato con la maturità. I profumi sono essenzialmente speziati, eterei e complessi, e al gusto presenta grande struttura, morbidezza e discreta propensione nei confronti dell’affinamento. Questo vino si abbina molto bene con primi piatti con sughi di carne, carni rosse alla griglia e arrosti anche speziati, preparazioni a base di selvaggina ed intingoli saporiti, oppure con formaggi stagionati.
GIOIA DEL COLLE
Puglia
DOC riconosciuta con D.P.R. 11/05/1987 - G.U. 23/10/1987.
562
Zona di produzione: comprende i comuni di Acquaviva delle Fonti, Adelfia, Altamura, Casamassima, Cassano delle Murge, Castellana Grotte, Conversano, Gioia del Colle, Grumo Appula, Noci, Putignano, Rutigliano, Sammichele di Bari, Sannicandro di Bari, Santeramo in Colle e Turi, tutti in provincia di Bari. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1 anno, Rossi 23, Primitivo 3-5, Aleatico 4-6. Vini e vitigni BIANCO trebbiano toscano 50-70%; ammessi altri 30-50%
Altre tipologie
Resa Alcol 13
10.5
Affinamento
Altre tipologie
Resa
Alcol
ROSSO primitivo 50-60%; malvasia nera (max. 10%), montepulciano, sangiovese e negro amaro 40-50%
12
11.5
ROSATO stessi del Rosso
12
11
ALEATICO DOLCE aleatico; negro amaro, malvasia nera e primitivo max. 15%.
8
13+2
4
13+2 16+2.5
26 4
RISERVA LIQUOROSO PRIMITIVO primitivo
SECCO/AMABILE RISERVA
8
Affinamento
13 14
24
A sud di Bari, in un paesaggio attraversato dalla Strada dei vini di Gioia del Colle e Gravina, e che inizia a presentare il caratteristico profilo dei trulli, la vite viene coltivata con risultati anche molto diversi, a seconda delle uve utilizzate. Il Rosso, in particolare, con note tanniche riconoscibili ma non dominanti ed una buona struttura, si abbina bene con pasta al forno, capretto alla pugliese e formaggi di media stagionatura, mentre il Primitivo può reggere il confronto con piatti piÚ strutturati e formaggi stagionati e saporiti. A fine pasto, l’Aleatico Dolce delizia i palati se abbinato con le zeppole di Furnieddu, antica abitazione in pietra San Giuseppe, i marzapani di Gioia del dei contadini Colle e la pasticceria secca in genere.
Puglia
Vini e vitigni
563
GRAVINA DOC riconosciuta con D.P.R. 04/06/1983 - G.U. 24/01/1984. Zona di produzione: comprende i comuni di Gravina in Puglia, Poggiorsini e parte di Altamura e Spinazzola, in provincia di Bari. Resa: max. 15 t/ha. Vitigni: malvasia bianca lunga 40-65%; greco di Tufo e/o bianco d’Alessano 3560%; bombino bianco e/o trebbiano toscano e/o verdeca max. 10%. Titolo alcolometrico minimo: 11%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1 anno. Tipologie - Secco, Amabile e Spumante.
Puglia
Non lontano da Castel del Monte si trova questo caratteristico e suggestivo borgo, attorno al quale i vigneti forniscono le uve per la produzione di un vino bianco ottenuto soprattutto da greco di Tufo e malvasia bianca. Questi vigneti di 1520 anni sono coltivati a tendone e a spalliera, su un terreno calcareo e tufaceo, ed offrono al vino un profumo ricco di note floreali e fruttate, ed un gusto ben equilibrato tra acidità e componente alcolica, dotato di buona struttura, ma che non deve essere fatto maturare a lungo. È un vino adatto all’abbinamento con antipasti di mare, primi piatti conditi con sughi di verdure, torte salate e preparazioni a base di ortaggi, anche saporite, lasagne di mare, pesci alla griglia, al forno o accompagnati da salse, lampascioni dorati.
564
MOSCATO DI TRANI DOC riconosciuta con D.P.R. 11/09/1974 - G.U. 06/03/1975. Modifica con D.P.R. 11/05/1987 - G.U. 22/10/1987.
Il Moscato di Trani è uno tra i più interessanti e fini vini dolci del Sud, ottenuto da uve moscato bianco coltivate tradizionalmente intorno a Trani, su un terreno argilloso con forte presenza di tufo. Un bel colore giallo dorato, caldo e luminoso, prelude ad un profumo aromatico di grande intensità, con riconoscimenti fruttati di confettura di albicocche e cedro, e floreali di mimosa. Il gusto è dolce, vellutato e caldo, con una piacevole freschezza ed un’ottima persistenza gusto-olfattiva. Questo Moscato è ottimo degustato a fine pasto, con crostate di frutta e dolci locali come carteddate e purciduzzi. Il Liquoroso può accompagnare formaggi di pecora e di Crostata di albicocche capra, oltre a pasticceria secca.
Puglia
Zona di produzione: comprende i comuni di Bisceglie, Corato, Andria, Canosa, Minervino Murge, Ruvo di Puglia, Trani e parte di Barletta, Bitonto, Cerignola, Terlizzi e Trinitapoli, tutti in provincia di Bari. Resa: max. 12 t/ha. Vitigni: moscato bianco min. 85%. Titolo alcolometrico minimo: 12.5+2%. Affinamento: minimo 4 mesi. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-3 anni. Altra tipologia – Liquoroso, con titolo alcolometrico minimo di 16+2% e affinamento almeno di 12 mesi.
565
ROSSO CANOSA DOC riconosciuta con D.P.R. 24/02/1979 - G.U. 20/07/1979. Zona di produzione: comprende il comune di Canosa, in provincia di Bari. Resa: max. 14 t/ha. Vitigni: uva di Troia min. 65%; montepulciano e sangiovese (max. 15%) max. 35%; ammessi altri max. 5%. Titolo alcolometrico minimo: 12%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 2-4 anni. Altre tipologie - Riserva, con titolo alcolometrico minimo di 13% e affinamento almeno di 24 mesi. Ammessa la menzione CANUSIUM. A ovest di Barletta si trova questa città il cui nome latino Canusium può essere riportato in etichetta.
Puglia
Il Rosso Canosa, la cui produzione nel 2008 è stata di 956 hl, è di colore rosso rubino con riflessi che tendono rapidamente al granato, ha un profumo di frutta matura e spezie, e un gusto in cui si percepiscono i tannini un po’ rustici dell’uva di Troia.
566
Questo vino è dotato di buona struttura, che lo rende adatto all’abbinamento con troccoli e cime di rapa, fegatini allo spiedo, tacchinella ripiena, castrato alla brace, involtini alla barese e altri piatti di carne della cucina regionale. Tacchinella ripiena
DOC DELLA PENISOLA SALENTINA
1 Ostuni
Locorotondo
BRINDISI
Martina Franca
4 Mesagne
TARANTO
8 Squinzano
Lizzano
7
Manduria
LECCE
Salice Salentino
9
Copertino Leverano
Alimini
Nardò
Otranto Galatina
12
Alezio
14
Matino
6
3
11
5
Leuca
10 13
1
Locorotondo
6
Lizzano
11
Nardò
2
Martina Franca o Martina
7
Salice Salentino
12
Galatina
3
Ostuni
8
Squinzano
13
Alezio
4
Brindisi
9
Copertino
14
Matino
5
Primitivo di Manduria
10
Leverano
Puglia
2
567
LOCOROTONDO DOC riconosciuta con D.P.R. 10/06/1969 - G.U. 19/08/1969. Modifica con D.M. 08/08/1988 - G.U. 20/08/1988.
Puglia
Zona di produzione: comprende il comune di Locorotondo in provincia di Bari; Cisternino e parte di Fasano, in quella di Brindisi. Resa: max. 13 t/ha. Vitigni: verdeca 50-65%; bianco d’Alessano 35-50%; fiano, bombino bianco e malvasia toscana max. 5%. Titolo alcolometrico minimo: 11%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1 anno. Altra tipologia - Spumante.
568
Cisternino
Il più celebre vino bianco di Puglia nasce in questa zona, il cui paesaggio è caratterizzato dalla presenza dei trulli, case a pianta circolare con il caratteristico tetto conico, sulla Strada dei vini Locorotondo e Martina. Non è un vino che dimostra spiccata personalità ma, se ben prodotto, può essere il vino ideale per la cucina locale di mare. Il vino presenta un colore giallo paglierino con riflessi verdolini e anticipa un profumo delicato e fine, con aromi fruttati e fragranti. Questi caratteri sono donati dalla verdeca, il vitigno più importante di questa denominazione, che si presta favorevolmente all’uvaggio con il bianco d’Alessano, regalando freschezza e miglior tenore alcolico. Dotato di media struttura, il Locorotondo dimostra un piacevole equilibrio tra
acidità e componente alcolica, con un finale di bocca ammandorlato. Il Locorotondo è un vino che si dimostra perfetto con ricci di mare e ostriche fresche, cotte con olio e prezzemolo o alla tarantina, orata e dentice alla griglia, cozze gratinate, costatine di agnello alla brace e lampascioni dorati.
MARTINA FRANCA o MARTINA D.P.R. 09/02/1990 - G.U. 17/07/1990. Ha sostituito il D.P.R. 10/06/1969.
Il Martina Franca è un vino con caratteristiche simili al Locorotondo, con colore verdolino e ottima limpidezza, profumi sottili, fruttati con ricordi di mela, pesca, melone e leggermente agrumati, floreali di fiori d’arancio e delicatamente erbacei. A livello gustativo è poco strutturato e piuttosto nervoso, adatto ad essere abbinato con antipasti magri, preparazioni a base di verdure, insalate di mare, risotti delicati e pesci poco elaborati.
Bianco d’Alessano
Puglia
Zona di produzione: comprende i comuni di Alberobello in provincia di Bari; parte di Ceglie Messapico e Ostuni, in quella di Brindisi; Crispiano e Martina Franca, in quella di Taranto. Resa: max. 13 t/ha. Vitigni: verdeca 50-65%; bianco d’Alessano 35-50%; fiano, bombino bianco e malvasia toscana max. 5%. Titolo alcolometrico minimo: 11%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1 anno. Altra tipologia - Spumante.
569
BRINDISI DOC riconosciuta con D.P.R. 22/11/1979 - G.U. 23/04/1980.
Puglia
Zona di produzione: comprende i comuni di Brindisi e Mesagne, in provincia di Brindisi. Resa: max. 15 t/ha. Vitigni: negro amaro; malvasia nera di Brindisi e/o susumaniello e/o montepulciano e/o sangiovese (max. 10%) max. 30%. Titolo alcolometrico minimo: 12%. Epoca migliore per il consumo: Rosati mediamente 1 anno, Rossi 3-5. Tipologie – Rosso e Rosato. Riserva, con titolo alcolometrico minimo di 12.5% e affinamento almeno di 24 mesi. Le DOC Brindisi e Ostuni sono sulla Strada dei vini della Messapia, nome dell’antica regione della Magna Grecia, che si snoda attraverso la porta d’Oriente, prima lungo le basse coste e le dune adriatiche, poi salendo verso Ostuni, per arrivare all’alta Colonna romana del porto di Brindisi, che segna la fine della via Appia, con il ricordo del passaggio di Virgilio. I tipici vitigni di queste zone danno vita ad un Rosso di colore rubino non molto intenso, con profumi leggermente aromatici e sentori di liquirizia, strutturato, generoso, con buona presenza di tannini ed una leggera sensazione amarognola in fin di bocca, caratteri che si adattano bene ad orecchiette e cime di rapa, agnello alla brace, braciolette di cavallo arrosto o in umido, formaggi mediamente stagionati. Orecchiette e cime di rapa
570
OSTUNI DOC riconosciuta con D.P.R. 13/01/1972 - G.U. 28/03/1972. Zona di produzione: comprende i comuni di Brindisi, Carovigno, Ostuni, San Michele Salentino, San Vito dei Normanni ed in parte di Ceglie Messapico e Latiano, in provincia di Brindisi. Resa: max. 11 t/ha. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Ottavianello 1-2.
BIANCO impigno 50-85%; francavilla 15-50%; verdeca e bianco d’Alessano max. 10% OTTAVIANELLO ottavianello; negro amaro, malvasia nera, susumaniello e notar domenico max. 15%
Alcol 11
11.5
La DOC Ostuni prende il nome dall’omonima cittadina, detta la “città bianca” per il colore delle case, situata in una zona con oliveti e vigneti che disegnano un profilo interrotto dai caratteristici trulli. I vitigni più coltivati sono impigno e ottavianello, ma le quantità di vino DOC sono sempre state piuttosto limitate. L’Ostuni Bianco di abbina a preparazioni semplici come gli antipasti di pesce poco salsati, ricci di mare, crostacei bolliti e latticini freschi, mentre l’Ostuni Ottavianello accompagna antipasti a base di salumi e primi Ricci di mare piatti al sugo di carne.
Puglia
Vini e vitigni
571
PRIMITIVO DI MANDURIA DOC riconosciuta con D.P.R. 30/10/1974 - G.U. 04/03/1975. Zona di produzione: comprende i comuni di Avetrana, Carosino, Faggiano, Fragagnano, Leporano, Lizzano, Manduria, Maruggio, Monteparano, Pulsano, Roccaforzata, San Giorgio Jonico, San Marzano di San Giuseppe, Sava, Torricella e la frazione di Talsano e delle isole amministrative del comune di Taranto, intercluse nei territori dei comuni di Fragagnano e Lizzano, tutti in provincia di Taranto; Erchie, Oria e Torre Santa Susanna, in quella di Brindisi. Resa: max. 9 t/ha. Vitigni: primitivo. Epoca migliore per il consumo: mediamente 2-3 anni. Vini
Alcol
Affinamento
14
7
DOLCE NATURALE
13+3
7
LIQUOROSO SECCO
16.5+1.5
24
15+2.5
24
SECCO
Puglia
LIQUOROSO DOLCE NATURALE
572
Finalmente anche in questa regione si cominciano a vedere gli effetti di una buona vitivinicoltura, e questo vino, ottenuto da un vitigno che da alcuni viene ritenuto parente strettissimo dello zinfandel americano, ne è sicuramente un adeguato rappresentante. Non più, quindi, solo un vitigno per vini da taglio, anche se continua ad essere usato in molti uvaggi, per la produzione di vini ai quali regala colore e struttura. Il Primitivo di Manduria è un vino che si presenta con un colore rosso rubino con riflessi violacei molto scuri ed un profumo intenso, con note fruttate di piccoli frutti rossi e more. Al gusto denota una buona struttura, ricca di alcol e di estratto, con acidità contenuta e discreta tannicità, così come adeguata è la persistenza gusto-olfattiva. Queste caratteristiche rendono il vino ben predisposto nei confronti dell’affinamento, ed apprezzabile con carne di agnello o, ancora meglio, con preparazioni a base di interiora dello stesso, come gli gniummerieddi, oltre che con formaggi stagionati.
Il Dolce Naturale può invece essere abbinato sia a dessert particolarmente strutturati, anche a base di cioccolato, che a formaggi erborinati.
COLLINE JONICHE TARANTINE DOC riconosciuta con Decreto 01/08/2008 - G.U. 21/08/2008. Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Laterza, Mottola, Crispiano e Martina Franca e parte di Castellaneta, Ginosa, Palagianello, Massafra, Statte e Grottaglie, in provincia di Taranto. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1-2 anni, Rossi 3-5, Liquorosi 4-6. Resa Alcol
BIANCO - chardonnay min. 50%
12
12
BIANCO SPUMANTE - chardonnay min. 50%
12
11
VERDECA - verdeca min. 85%
11
11
ROSSO - cabernet sauvignon min. 50%
12
12.5
ROSSO NOVELLO - stessi del Rosso
12
12.5
ROSSO SUPERIORE - stessi del Rosso
11
13
ROSSO SUPERIORE RISERVA - stessi del Rosso
10
13
ROSATO - stessi del Rosso
12
12.5
PRIMITIVO - primitivo min. 85%
11
13
PRIMITIVO SUPERIORE - primitivo min. 85%
10
13.5
PRIMITIVO SUPERIORE RISERVA - primitivo min. 85% 9
13.5
PRIMITIVO LIQUOROSO SECCO - primitivo min. 85% 10
16+1.5
PRIMITIVO LIQUOROSO - VINO DOLCE NATURALE primitivo min. 85%
15+2.5
10
Affinamento
32
32
Puglia
Vini e vitigni
573
Numerose testimonianze attestano la produzione di vino nei comuni interessati già in età greca e romana. In particolare, nel territorio di Massafra, nel fondo Pettiano, tra le masserie di Ziculiddu e Priviticchio, si sono ritrovati attrezzi per l’enologia risalenti al II secolo. La DOC Colline Joniche Tarantine, con le sue diverse tipologie, valorizza soprattutto il primitivo e il verdeca, tipici vitigni locali, oltre agli internazionali cabernet sauvignon e chardonnay.
LIZZANO DOC riconosciuta con D.P.R. 21/12/1988 - G.U. 22/06/1989. Modifica con Decreto 04/10/2001 - G.U. 15/10/2001.
Puglia
Zona di produzione: comprende i comuni di Faggiano, Lizzano e alcune isole amministrative di Taranto, in provincia di Taranto. Resa: max. 16 t/ha i Bianchi; 14 i Rossi e Rosati. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Rosati 1-2, Rossi 3-5. Altre tipologie - Superiore, il Lizzano Negroamaro Rosso e Malvasia nera, con titolo alcolometrico minimo di 13% e affinamento almeno di 13 mesi. Frizzante, il Bianco, Rosso e Rosato. Novello, il Rosso e Rosato, con titolo alcolometrico minimo di 11.5%. Spumante, il Bianco e Rosato, rispettivamente con titolo alcolometrico minimo di 11.5 e 12%.
574
Vini e vitigni
Alcol
BIANCO trebbiano toscano 40-60%; chardonnay e/o pinot bianco min. 30%; malvasia bianca max. 10%; sauvignon e/o bianco d’Alessano max. 25%
10.5
ROSSO negro amaro 60-80%; montepulciano e/o sangiovese e/o bombino nero e/o pinot nero max. 40%; malvasia nera di Brindisi e/o di Lecce max. 10%
11.5
ROSATO stessi del Rosso
11.5
Vini e vitigni
Alcol
MALVASIA NERA malvasia nera di Brindisi e/o di Lecce min. 85%
12
NEGRO AMARO ROSSO negro amaro min. 85%
12
NEGRO AMARO ROSATO negro amaro min. 85%
12
La Strada dei vini Primitivo di Manduria e Lizzano unisce il percorso enologico con quello storico della Magna Grecia, lungo il quale è possibile ammirare le “gravine”, burroni e gole carsiche di notevole suggestione. I vini di questa denominazione sono piuttosto numerosi, e regnano incontrastati i vitigni tradizionali. Soprattutto il negro amaro regala vini rossi con aromi fruttati, di buona struttura e con delicate sensazioni tanniche, che li rendono adatti ad essere abbinati con pollo in umido, braciole di maiale e parmigiana di melanzane.
SALICE SALENTINO
Zona di produzione: comprende i comuni di Guagnano, Salice Salentino e Veglie e parte di Campi Salentina, in provincia di Lecce; San Donaci, San Pancrazio Salentino ed in parte Cellino San Marco, in quella di Brindisi. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1-2 anni, Rossi 3-5, Aleatico Dolce 2-4, Aleatico Liquoroso Dolce 4-6. Altre tipologie - Spumante, il Rosato e Pinot Bianco. Novello, il Rosso, con titolo alcolometrico minimo di 12%. Vini e vitigni INI E VITIGNI
Altre tipologie ALTRE TIPOLOGIE
BIANCO chardonnay min. 70%; per l’eventuale differenza sono esclusi i moscati
Resa Alcol RESA ALCOL 12
11
Affinamento AFF.
Puglia
DOC riconosciuta con D.P.R. 06/12/1990 - G.U. 15/05/1991. Ha sostituito il D.P.R. 08/04/1976.
575
Puglia
Vini e vitigni
576
Altre tipologie
Resa
Alcol
PINOT BIANCO pinot bianco; ammessi chardonnay e sauvignon max. 15%
12
10.5
ROSSO negro amaro; malvasia nera di Brindisi e/o malvasia nera di Lecce max. 20% RISERVA
12
12
ROSATO - stessi del Rosso
12
11.5
ALEATICO DOLCE aleatico; negro amaro e/o malvasia nera e/o primitivo max. 15% RISERVA
10
13+2
4
13+2
26
ALEATICO LIQUOROSO DOLCE aleatico; negro amaro e/o malvasia nera e/o primitivo max. 15% RISERVA
10
16+2.5
4
16+2.5
26
12.5
Affinamento
26
Il negro amaro è un vitigno che dà vini con profumi intensi e fruttati, di buona struttura, tutti caratteri sfruttati in numerosi uvaggi con le malvasie nere, che sanno dare maggior morbidezza. Le malvasie nere di Lecce e di Brindisi, diffuse soprattutto nelle due province di cui portano il nome, sono in grado di dare vini rossi di colore rubino intenso con riflessi violacei, con profumi spiccati ed aromatici, talvolta fruttati con sentori di melograno e lampone, ben strutturati, dotati di buona componente alcolica e sapidità ma scarsa acidità. Sono proprio i Rosati i grandi vini del Salento, che negli ultimi anni hanno saputo ritagliarsi uno spazio importante nel nuovo panorama regionale di qualità, con colori brillanti e vivaci riflessi corallo, profumi fruttati e floreali, una struttura piena e convincente grazie al negro amaro, che vinificato con una breve macerazione sulle bucce lascia la sua impronta inconfondibile. Questi vini sono ottimi con preparazioni delicate di carni rosse, pesci in brodetto non molto speziati o strutturati, e la ‘ncapriata, specialità a base di fave secche bollite, con peperoni piccanti, cipolle e pomodori, conditi con olio extra vergine di oliva.
SQUINZANO DOC riconosciuta con D.P.R. 06/07/1976 - G.U. 31/08/1976.
Squinzano, Salice Salentino, Leverano e Copertino sono le DOC della Strada dei vini del Salento Leccese, che percorre graziosi paesi attorno a Lecce, perla del Barocco e ricca di splendidi ricordi scultorei e architettonici. Dopo aver parlato delle DOC precedenti, non c’è più molto da dire, se non per sottolineare il fatto che in queste zone il negro amaro riesce ad esprimere le sue grandi potenzialità anche nei Rosati, regalando loro una qualità indiscussa, a dispetto dell’opinione diffusa che questa tipologia di vino non rappresenti un prodotto degno di nota, da abbinare con zuppe di pesce e crostacei gratinati. Questa DOC, inoltre, offre un Rosso Riserva di ottima struttura, forse un po’ rustico, con colore rubino molto intenso percorso da riflessi granato e con decisi profumi fruttati, da abbinare con selvaggina a Zuppa di pesce pelo e carni rosse in umido.
Puglia
Zona di produzione: comprende i comuni di Lecce, Novoli, Squinzano e parte di Campi Salentina, Surbo e Trepuzzi, in provincia di Lecce; Cellino San Marco, San Pietro Vernotico e Torchiarolo, in quella di Brindisi. Resa: max. 14 t/ha. Vitigni: negro amaro; malvasia nera di Brindisi e Lecce e sangiovese (max. 15%) max. 30%. Titolo alcolometrico minimo: 12.5%. Epoca migliore per il consumo: Rosati mediamente 1-2 anni, Rossi 2-4. Tipologie - Rosso e Rosato. Riserva, con titolo alcolometrico minimo di 13% e affinamento almeno di 24 mesi.
577
ALEZIO DOC riconosciuta con D.P.R. 09/02/1983 - G.U. 26/09/1983. Zona di produzione: comprende i comuni di Alezio, Sannicola e parte di Gallipoli e Tuglie, in provincia di Lecce. Resa: max. 14 t/ha. Vitigni: negro amaro; malvasia nera di Lecce, sangiovese e montepulciano max. 20%. Titolo alcolometrico minimo: 12%. Epoca migliore per il consumo: Rosati mediamente 1-2 anni, Rossi 2-4. Tipologie - Rosso e Rosato. Riserva, il Rosso, con titolo alcolometrico minimo di 12.5% e affinamento almeno di 24 mesi. Si scende lungo il tacco dello stivale, e la Strada dei vini del Capo di Leuca è il secondo itinerario enologico del Salento, con i “piccoli grandi vini” di Matino, Nardò, Alezio e Galatina. Lasciato alle spalle lo splendido Barocco leccese, ci si dirige verso il blu cobalto del mare e i mosaici della cattedrale di Otranto. È sempre il Rosato la perla della produzione di questa zona, dotato di uno splendido colore corallo e profumi fruttati ben equilibrati, una buona struttura data dal negro amaro e la morbidezza e gli aromi dalla malvasia nera di Lecce, con un leggero amarognolo in fin di bocca. È un vino da abbinare a ricci ed altri frutti di mare crudi, cozze gratinate, vermicelli al sugo di granchio e zuppe di pesce.
COPERTINO
Puglia
DOC riconosciuta con D.P.R. 02/11/1976 - G.U. 29/11/1977.
578
Zona di produzione: comprende i comuni di Arnesano, Carmiano, Copertino, Monteroni di Lecce e parte di Galatina e Lequile, in provincia di Lecce. Resa: max. 14 t/ha. Vitigni: negro amaro; malvasia nera di Brindisi e di Lecce, montepulciano e sangiovese (max. 15%) max. 30%. Titolo alcolometrico minimo: 12%. Epoca migliore per il consumo: Rosati mediamente 1-2 anni, Rossi 3-5. Tipologie - Rosso e Rosato. Riserva, il Rosso, con titolo alcolometrico minimo di 12.5% e affinamento almeno di 24 mesi.
Il Rosso Riserva, al di là della qualità del “solito” Rosato, con buona struttura e profumi ben definiti, viene considerato uno dei migliori vini della regione, da abbinare a carni rosse alla griglia e arrosto, pasticci di carne, agnello alla carbonara e alla cacciatora, castrato alla brace e formaggi saporiti e di buona stagionatura. Pasticcio di carne
GALATINA DOC riconosciuta con Decreto 24/04/1997 - G.U. 07/05/1997. Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Aradeo, Collepasso, Cutrofiano, Galatina, Neviano, Seclì, Sogliano Cavour, in provincia di Lecce. Resa: max. 15 t/ha. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Rosati 1-2, Rossi 3-5. Altre tipologie - Frizzante, il Bianco e Rosato. Riserva, il Negroamaro, con titolo alcolometrico minimo di 12.5% e affinamento almeno di 25 mesi. Novello, il Rosso, con titolo alcolometrico minimo di 12%. Alcol
BIANCO chardonnay min. 55%
11
CHARDONNAY chardonnay min. 85%
11
ROSSO negro amaro min. 65%
12
Puglia
Vini e vitigni
579
Vini e vitigni
Alcol
ROSATO negro amaro min. 65%
11.5
NEGROAMARO negro amaro min. 85%
12
Oltre al solito negro amaro, in questa zona viene coltivato lo chardonnay, vitigno internazionale che ormai trova la propria dimora quasi ovunque, e che anche qui dà discreti risultati, nonostante profumi e struttura siano piuttosto delicati.
LEVERANO Decreto 17/03/1997 - G.U. 28/03/1997. Ha sostituito il D.P.R. 15/09/1979. Zona di produzione: comprende il comune di Leverano, compresa la frazione interclusa tra i comuni di Arnesano e Copertino, in provincia di Lecce. Resa: max. 15 t/ha. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Rosati 1-2, Rossi 3-5. Altre tipologie – Riserva, il Rosso, con titolo alcolometrico minimo di 12.5% e affinamento almeno di 24 mesi. Novello, il Rosso, con titolo alcolometrico minimo di 11%. La data d’inizio della vendemmia delle uve destinate alla produzione della tipologia Vendemmia Tardiva decorre dal 1° ottobre.
Puglia
Vini e vitigni VINI E VITIGNI
580
Altre tipologie ALTRE TIPOLOGIE
BIANCO malvasia bianca min. 50%; bombino bianco max. 40%; ammessi altri max. 30% PASSITO VENDEMMIA TARDIVA MALVASIA BIANCA malvasia bianca min. 85%
Alcol ALCOL 10.5 12+3 12+3 10.5
Altre tipologie
ROSSO negro amaro min. 50%; malvasia nera di Lecce e/o montepulciano e/o sangiovese max. 40%; ammessi altri max. 30%
Alcol 11.5
ROSATO stessi del Rosso
11
NEGRO AMARO o NEGRAMARO ROSSO negro amaro min. 85%
12
NEGRO AMARO o NEGRAMARO ROSATO negro amaro min. 85%
11
Malvasia bianca e negro amaro sono i due principali vitigni di questa denominazione. I vini bianchi sono piuttosto delicati e fruttati, con caratteri gustativi che li rendono adatti ad essere abbinati a spaghetti all’aragosta, vermicelli al granchio, alici al forno e ripiene in tortiera. Il Rosso ha un bel colore rubino, che nel Riserva assume tonalità granato, con profumi più evoluti e maggior struttura gustativa, da accompagnare a carni rosse di un certo pregio e formaggi mediamente stagionati.
Alici ripiene
Puglia
Vini e vitigni
581
MATINO DOC riconosciuta con D.P.R. 19/05/1971 - G.U. 24/07/1971. Zona di produzione: comprende il comune di Matino e parte di Alezio, Casarano, Gallipoli, Melissano, Parabita, Taviano e Tuglie, in provincia di Lecce. Resa: max. 12 t/ha. Vitigni: negro amaro; malvasia nera e sangiovese max. 30%. Titolo alcolometrico minimo: 11.5%. Epoca migliore per il consumo: Rosati mediamente 1-2 anni, Rossi 1-3. Tipologie - Rosso e Rosato.
Puglia
Il Rosato si presenta con un colore piuttosto intenso che dopo il primo anno assume tonalità ramate, con profumi fruttati di lampone e melograno, ed un sapore secco, discretamente morbido e sapido, che lo rendono adatto all’abbinamento con orecchiette al sugo, zuppe ai frutti di mare, seppie ripiene, acciughe in tortiera. Il Rosso è di colore rubino intenso, con tenui aromi fruttati e sapore abbastanza deciso, tannini pronunciati e sensazione finale leggermente amarognola, da abbinare a piatti della cucina tradizionale.
582
NARDÒ DOC riconosciuta con D.P.R. 06/04/1987 - G.U. 28/09/1987. Zona di produzione: comprende i comuni di Nardò e Porto Cesareo, in provincia di Lecce. Resa: max. 18 t/ha. Vitigni: negro amaro; malvasia nera di Lecce e di Brindisi e montepulciano max. 20%. Titolo alcolometrico minimo: 11.5%. Epoca migliore per il consumo: Rosati mediamente 1-2 anni, Rossi 3-5. Tipologie - Rosso e Rosato. Riserva, il Rosso, con titolo alcolometrico minimo di 12.5% e affinamento almeno di 24 mesi. Sempre degno di nota il Rosato, il Rosso presenta un colore rubino intenso e buona struttura, con sensazioni tanniche di un certo rilievo, che lo rendono adatto a preparazioni di carni rosse, braciole di maiale al pâté rustico, sanguinaccio alla leccese e selvaggina.
Puglia
Braciole di maiale al pâté rustico
583
Basilicata
Basilicata
ZONE DI PRODUZIONE DEI VINI DOCG E DOC
Lavello Melfi Ofa
nto
1
Barile Rionero in Vulture
PUGLIA
POTENZA MATERA Ba sen
to
Viggiano
Cavone Agr
i
4
CAMPANIA Grumento Nova
3
Roccanova
Sin
ni
2
Moliterno Sapri
1
Aglianico del Vulture Superiore DOCG Aglianico del Vulture
2
Terre dell'Alta Val d'Agri
3
Matera
4
Grottino di Roccanova
CALABRIA
Basilicata
Golfo Maratea di Policastro
585
Vitigni idonei alla coltivazione in regione
Basilicata
A bacca bianca, tra i più coltivati: manzoni bianco (incrocio manzoni 6.0.13), malvasia bianca di Basilicata, moscato bianco e trebbiano toscano. Gli altri: ansonica, asprinio bianco, bombino bianco, chardonnay, cortese, falanghina, fiano, garganega, greco, müller thurgau, pinot bianco, sauvignon e verdeca. A bacca grigia/rosa: pinot grigio e traminer aromatico. A bacca rossa, tra i più coltivati: aglianico del Vulture, sangiovese, malvasia nera di Basilicata, aglianico, barbera, ciliegiolo, primitivo, montepulciano e malvasia. Gli altri: aglianico, aglianicone, aleatico, bombino nero, cabernet franc, cabernet sauvignon, freisa, greco nero, merlot, nebbiolo, negro amaro, negro amaro precoce, nero d'Avola, pinot nero, refosco dal peduncolo rosso, syrah e teroldego.
586
I vini della Basilicata DOCG: Aglianico del Vulture Superiore. DOC: Aglianico del Vulture, Grottino di Roccanova, Matera, Terre dell’Ala Val d’Agri. IGT: Basilicata.
I VQPRD
AGLIANICO DEL VULTURE SUPERIORE DOCG Parere favorevole G.U. 06/04/2010.
Vini
Alcol
Affinamento
AGLIANICO DEL VULTURE SUPERIORE
13.5
36
AGLIANICO DEL VULTURE SUPERIORE RISERVA
13.5
60
AGLIANICO DEL VULTURE DOC riconosciuta con D.P.R. 18/02/1971 - G.U. 22/05/1971. Modifica Parere favorevole G.U. 06/04/2010. Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Acerenza, Atella (escluso le tre isole amministrative di Macchia, Riparossa e Sant’Ilario), Banzi, Barile, Forenza, Genzano di Lucania, Ginestra, Lavello, Maschito, Melfi, Palazzo San Gervasio, Rapolla, Rionero in Vulture, Ripacandida e Venosa, in provincia di Potenza. Resa: max. 10 t/ha.
Basilicata
Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Acerenza, Atella (escluso le tre isole amministrative di Macchia, Riparossa e Sant’Ilario), Banzi, Barile, Forenza, Genzano di Lucania, Ginestra, Lavello, Maschito, Melfi, Palazzo San Gervasio, Rapolla, Rionero in Vulture, Ripacandida e Venosa, in provincia di Potenza. Resa: max. 8 t/ha. Vitigni: aglianico del Vulture e/o aglianico. Epoca migliore per il consumo: mediamente 3-5 anni, Riserva anche 10.
587
Basilicata
Vitigni: aglianico del Vulture e/o aglianico. Epoca migliore per il consumo: mediamente 2-3 anni, Spumante 1-2.
588
Vini
Alcol
Affinamento
AGLIANICO DEL VULTURE
12.5
10
AGLIANICO DEL VULTURE SPUMANTE
11.5
L’Aglianico del Vulture è un’importante espressione dell’omonimo vitigno, coltivato sul Vulture, vulcano spento coperto dalle vigne e dai castagni. La zona si presenta divisa in due parti, una sul lato ripido orientale, l’altra sugli altopiani vicino a Venosa. Il terreno è a base tufacea, con silicio e potassio, ed il clima è freddo, visto che si arriva fino a 600 m slm sul Vulture e a 500 m vicino a Venosa. Il vitigno aglianico fu importato dai Greci all’epoca della fondazione di Cuma o poco più tardi, di pari passo con il sistema d’allevamento ad alberello, che solo oggi è sostituito dal filare basso. L’Aglianico del Vulture è ottenuto da un vitigno dotato di grande personalità, vigoroso e profumato, che dà al vino un’ottima predisposizione nei confronti dell’affinamento. Il vino si presenta generalmente di colore rosso granato, e dopo lungo affinamento presenta decisi riflessi aranciati. Il profumo è intenso, molto caratteristico, con sentori di piccoli frutti come more, marasche e lamponi, che nella maturità assumono le sfumature delle confetture, accompagnate da note eteree, speziate ed animali, con ricordi di viola secca. Il gusto si dispone su note tanniche un po’ rustiche e su un fondo di grande struttura ed alcolicità, con lunga persistenza gusto-olfattiva. L’Aglianico del Vulture è un vino adatto ad essere abbinato con primi piatti saporiti e anche piccanti, conditi con sughi di carne e di cacciagione, costate di razza Podolica alla griglia, il tipico cazmarr, la pignata di pecora, il pollo alla potentina, selvaggina e formaggi stagionati.
TERRE DELL'ALTA VAL D'AGRI DOC riconosciuta con Decreto 04/09/2003 - G.U. 15/09/2003. Zona di produzione: comprende i vigneti coltivati fino ad una quota massima di 800 m slm dei comuni di Viggiano, Grumento Nova e Moliterno, in provincia di Potenza.
Resa: max. 12 t/ha. Epoca migliore per il consumo: Rosato mediamente 1 anno, Rosso 2-4. Altra tipologia
ROSSO merlot min. 50%; cabernet sauvignon min. 30%; ammessi altri a bacca rossa max. 20% RISERVA
Alcol Affinamento 12
16
12.5
29
ROSATO 11.5 merlot min. 50%; cabernet sauvignon min. 20%; malvasia di Basilicata min. 10%; ammessi altri a bacca rossa e bianca, non aromatici, idonei alla coltivazione, fino ad un max. del 20%
4
Il vero potenziale delle Terre dell’Alta Val d’Agri è il terreno alluvionale, ricco di sabbia ed argilla, adatto per ottenere vini strutturati e pieni di colore, oltre al clima, classificabile come alpino, con estati brevi, inverni rigidi e lunghi e con frequenti gelate. Le viti allignano a circa 600 metri di quota che compensano il calore meridionale con un ambiente fresco ma assolato, che porta a maturazione le uve in condizioni ideali. Le scarse piogge estive e il caldo montano proteggono le uve dai parassiti, permettendo pochi ed essenziali interventi, tutti distanti dalla vendemmia. Inoltre, garantiscono quel minimo stress idrico essenziale per l’inizio della maturazione in piena estate. Completano le caratteristiche del terroir le escursioni termiche elevatissime, che accompagnano le uve da agosto fino alla maturazione di fine di ottobre e fisseranno gli aromi che rendono unico il vino. I sistemi di potatura sono riconducibili alla spalliera semplice e la regione può consentire altre forme d’allevamento (fatta esclusione per i tendoni e pergole), qualora siano tali da migliorare la gestione dei vigneti, senza determinare effetti negativi sulle caratteristiche delle uve. Nelle Terre dell’Alta Val d’Agri si coltivano per i vini rossi, con buoni risultati, i cosiddetti vitigni internazionali merlot e cabernet sauvignon, i quali, in uvaggio con piccole percentuali di aglianico o montepulciano che, con la loro moderata acidità, ben si prestano ad attenuare e ammorbidire l’impeto e la rusticità dei due vitigni principali.
Basilicata
Vini e vitigni
589
MATERA DOC riconosciuta con Decreto 06/07/2005 - G.U. 15/07/2005. Zona di produzione: comprende interamente il territorio ritenuto idoneo, per ottenere vini di qualità, della provincia di Matera. Resa: max. 10 t/ha. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Spumante mediamente 1 anno, Rossi 2-3. Lo Spumante è ottenuto con rifermentazione in bottiglia, o metodo Classico, ai sensi del regolamento CE 1493/99.
Basilicata
Vini e vitigni
590
Alcol Affinamento
BIANCO - malvasia bianca di Basilicata min. 70%; greco bianco min. 10%; ammessi altri max. 20%
11
GRECO - greco bianco min. 85%
11
ROSSO - sangiovese min. 60%; aglianico min. 10%; primitivo min. 10%, ammessi altri, a bacca nera, max. 20%
12
12
MORO - cabernet sauvignon min. 60%; primitivo min. 20%; cabernet sauvignon min. 60%; primitivo min. 20%; merlot min. 10%; ammessi altri, a bacca nera, max. 10%
12
12
PRIMITIVO - primitivo min. 90%
13
12
SPUMANTE - malvasia bianca di Basilicata min. 70%; greco min. 10%, ammessi altri max. 20%
12.5
In provincia di Matera, la coltivazione dell’uva conserva ancora forme d’allevamento ad alberello; è distribuita per circa l’85% in collina, il restante in pianura e la produzione con la vendemmmia 2008 è stata di 155 hl. La superficie complessiva è coltivata prevalentemente con vitigni a bacca nera (73%). I vigneti si trovano a Matera, Bernalda, Montescaglioso, Tricarico, Tursi, Irsina, Nova Siri, tutte località dai nomi suggestivi e in buona parte originari dei tempi della Magna Grecia. I vitigni più diffusi sono il sangiovese, il primitivo, l’aglianico e il cabernet sauvignon, mentre quelli a bacca bianca sono la malvasia bianca di Basilicata, il trebbiano toscano e il greco. Molto diffusa è la pratica di trasformare le uve direttamente dai contadini ed il vino prodotto è consumato in famiglia, o venduto sul posto.
Essenziale nel concorso della tipicità è la scelta di vitigni autoctoni, ambientati da secoli al clima e alle tecniche di coltivazione locali e selezionati in anni e anni di esperienze dai vecchi viticoltori. Il bianco è ottenuto prevalentemente da uve malvasia di Basilicata, un antico vitigno che qui ha trovato modo di esprimersi in maniera ottimale; impiegato in moderato uvaggio con il greco da secoli ambientato in queste contrade.
GROTTINO DI ROCCANOVA DOC riconosciuta con Decreto 24/07/2009 - G.U. 10/08/2009. Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Roccanova, Sant’Arcangelo e Castronuovo di Sant’Andrea, in provincia di Potenza. Indicazioni geografiche consentite: Marchese, Calvello, Calderaro, Cersinto, Capolevigne, Muragna, Alzagamba, Sant’Iorio, Cerasa, Montagnola, Nice, Norce, Rosano, Sanpaolo, Viridario, Spadarea, Terzo e Orsoleo. Resa: max. 8 t/ha. Epoca migliore per il consumo: Bianco e Rosato mediamente 1 anno, Rossi 2-3. Altra tipologia
Alcol Affinamento
BIANCO - malvasia bianca di Basilicata min. 80%
11
5
ROSSO - sangiovese 60-85%; cabernet sauvignon 5-30%; malvasia nera di Basilicata 5-30%; montepulciano 5-30%; ammessi altri a bacca nera max. 10% RISERVA
12
9
13
36
ROSATO - stessi del Rosso
11.5
5
Il nuovo disciplinare del Grottino di Roccanova, già IGT, caratterizzato da parametri più restrittivi e rigorosi, proietta quest’area tra i territori della Basilicata vocati alla produzione di vino. All’ingresso del piccolo centro, il cartello “Benvenuti a Roccanova città del vino” ricorda quanto sia importante l’attività vitivinicola in questa località del medio corso della Val d’Agri, al confine fra le due province lucane. Oltre ai terreni collinari, molto fertili e soleggiati, che permettono alle uve di acquisire aromi e caratteristiche uniche, il fiore all’occhiello della zona è rappresentato dalle singolari grotte-cantine scavate nell’arenaria - circa 200 a Roccanova - che garantiscono al vino una temperatura costante durante tutto l’anno.
Basilicata
Vini e vitigni
591
Calabria
Calabria
ZONE DI PRODUZIONE DEI VINI DOC
BASILICATA Monte Pollino
1
Scalea
2
Castrovillari Coscile
Verbicaro ne llo Fo
3
Cr
i
at
Corigliano Calabro
Luzzi
5
Lago di Cecita
4
La Sila
COSENZA Amantea
o Net
Co
Savuto
e rac
CROTONE
Nocera Terinese Lamezia Terme
ma
si Me
CATANZARO
cin
VIBO VALENTIA
Isola di Capo Rizzuto
ale
Lamato
7
An
10
6
Melissa Lago Ampollino
8 9
Cirò Marina
Bivongi
11
Aspromonte
1
Verbicaro
5
Cirò
9
Scavigna
2
Pollino
6
Melissa
10
Lamezia
3
San Vito di Luzzi
7
Sant'Anna di Isola Capo Rizzuto
11
Bivongi
4
Donnici
8
Savuto
12
Greco di Bianco
Calabria
12
Bianco
REGGIO CALABRIA
593
Vitigni idonei alla coltivazione in regione
Calabria
A bacca bianca, tra i più coltivati: manzoni bianco, pignoletto, greco bianco, malvasia bianca, malvasia bianca di Candia, greco, guardavalle e chardonnay. Gli altri: ansonica, guarnaccia, montonico bianco, moscato bianco, pinot bianco, riesling italico, sauvignon, semillon e trebbiano toscano. A bacca grigia/rosa: traminer aromatico. A bacca rossa, tra i più coltivati: gaglioppo, greco nero, magliocco canino, lacrima, malvasia, alicante, nerello cappuccio, sangiovese, aglianico, negretto, barbera, girò e nerello mascalese. Gli altri: cabernet franc, cabernet sauvignon, calabrese, castiglione, malvasia nera di Brindisi, merlot, marsigliana nera, nocera, pecorello e prunesta.
594
Pecorello
I vini della Calabria DOC: Bivongi, Cirò, Donnici, Greco di Bianco, Lamezia, Melissa, Pollino, Sant'Anna di Isola Capo Rizzuto, San Vito di Luzzi, Savuto, Scavigna, Verbicaro. IGT: Arghillà, Calabria, Condoleo, Costa Viola, Esaro, Lipuda, Locride, Palizzi, Pellaro, Scilla, Valdamato, Val di Neto, Valle del Crati.
I VQPRD
DONNICI Decreto 08/05/1997 - G.U. 20/05/1997. Ha sostituito il D.P.R. 28/04/1975.
Vini e vitigni
Resa
Alcol
BIANCO montonico bianco (mantonico) min. 50%; greco bianco e/o malvasia bianca e/o pecorello bianco max. 30%; ammessi altri max. 20%
12
11
ROSSO gaglioppo (magliocco o mantonico nero) min. 50%; greco nero min. 10%; malvasia bianca e/o montonico bianco e/o pecorello bianco e/o greco bianco max. 10%; ammessi altri a bacca bianca max. 10%, a bacca nera max. 20%
10
12
ROSATO stessi del Rosso
10
11
Calabria
Zona di produzione: comprende i comuni di Aprigliano, Cellara, Cosenza, Dipignano, Figline Vegliaturo, Mangone, Paterno Calabro, Pedace, Piane Crati e Pietrafitta, in provincia di Cosenza. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1 anno, Rossi 1-2. Altre tipologie - Riserva, il Rosso, con titolo alcolometrico minimo di 12% e affinamento almeno di 24 mesi. Novello, il Rosso, con titolo alcolometrico minimo di 11%.
595
Calabria 596
La superficie vitata è di circa 31 ha e si estende in alcuni comuni della provincia di Cosenza, su un territorio che va dal corso del Savuto a quello del Crati, circondato dalle rocce silane e dai monti della catena costiera che la chiudono, lasciando aperta solo la valle del Crati e creando un ottimo microclima. La base ampelografica comprende vitigni a bacca rossa come il gaglioppo e il greco nero, e a bacca bianca come il greco bianco, la malvasia, il montonico e il pecorello. Il vitigno più importante nella produzione del Rosso, come di molti altri vini di questa regione, è il gaglioppo e, pur essendo prevista la tipologia Riserva, il clima fresco e gli inverni miti, uniti alle caratteristiche del suolo, favoriscono la produzione di vini da bersi nel giro di pochi anni. Il colore rosso rubino può sfumare nel chiaretto e nel cerasuolo, a causa della breve macerazione sulle bucce, ma anche per l’inserimento di vitigni a bacca bianca negli uvaggi a base di gaglioppo e greco nero. Questi vini sono di medio corpo e profumati, in genere da consumare freschi e sul posto, anche perché la produzione è molto limitata e con la vendemmia 2008, sono stati prodotti 1.112 hl DOC. Il montonico è il vitigno base per la produzione del Bianco, ma può essere sottoposto ad appassimento parziale per produrre un vino che, dopo affinamento in botte, sviluppa caratteri simili a quelli dello Sherry. Secco o amabile, conserva un gusto finale di mandorla amara e un gradevole profumo di agrumi, ed è adatto all’abbinamento con formaggi stagionati e pâté. Guarnaccia
POLLINO DOC riconosciuta con D.P.R. 04/06/1975 - G.U. 03/11/1975.
La zona di produzione di questo vino si trova su una distesa digradante sul lato meridionale della catena montuosa del monte Pollino, fino ad un’altitudine di 800 m slm, compresa tra le valli del Garga e del Raganello, con terreno argilloso unito a marne. Le uve a bacca rossa trovano in questa zona un microclima ideale, soprattutto il greco nero e il gaglioppo, probabilmente originario delle province di Catanzaro e Cosenza ma ormai diffuso anche nel resto della regione. I vini ottenuti dai vigneti di questa zona sono poco conosciuti e, soprattutto, prodotti in quantità molto limitate: 318 hl nel 2008. Il colore è poco concentrato e va dal rosso rubino al rosa cerasuolo, il profumo è di medio impatto, fruttato e fragrante con sentori di prugne, e il gusto esprime una certa struttura e morbidezza. Questi vini potrebbero avere doti per adattarsi all’affinamento, ma il problema di fondo è la loro spiccata propensione all’ossidazione. Il Pollino può essere abbinato al murseddu, torta di carne mista e interiora, al capretto ripieno al forno e ai carciofi ripieni. Magliocco
Calabria
Zona di produzione: comprende i comuni di Cassano allo Ionio, Castrovillari, Civita, Frascineto, San Basile e Saracena, in provincia di Cosenza. Resa: max. 11 t/ha. Vitigni: gaglioppo min. 60%; greco nero, malvasia bianca, montonico bianco e guarnaccia bianca min. 20% (uve a bacca bianca max. 20%). Titolo alcolometrico minimo: 12%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-3 anni. Altra tipologia - Superiore, con titolo alcolometrico minimo di 12.5% e affinamento almeno di 24 mesi.
597
SAN VITO DI LUZZI DOC riconosciuta con D.M. 17/10/1994 - G.U. 26/10/1994. Modifca con Decreto 12/05/1995 - G.U. 30/05/1995. Zona di produzione: comprende la frazione San Vito del comune di Luzzi, in provincia di Cosenza. Affinamento: minimo 3 mesi. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1 anno, Rossi 1-3.
Calabria
Vini e vitigni
598
Resa
Alcol
BIANCO malvasia bianca 40-60%; greco bianco 20-30%; ammessi altri max. 40%
12
10.5
ROSSO gaglioppo max. 60%; nerello cappuccio max. 40%; ammessi altri max. 40%
11
11.5
ROSATO stessi del Rosso
11
11
La zona di produzione di questi vini si adagia in una ristretta area della provincia di Cosenza, sulle pendici collinari della valle del Crati, alla confluenza con il Basento. I vitigni coltivati sono quelli tradizionali, e garantiscono una produzione che si sta affacciando sul mercato in modo piuttosto autorevole, soprattutto con il Bianco.
VERBICARO DOC riconosciuta con Decreto 21/10/1995 - G.U. 21/11/1995. Zona di produzione: comprende i comuni di Grisolia, Orsomarso, Santa Domenica Talao, Santa Maria del Cedro e Verbicaro, in provincia di Cosenza. Resa: max. 12 t/ha. Affinamento: minimo 2 mesi. Altra tipologia - Riserva, il Rosso, con titolo alcolometrico minimo di 12.5% e affinamento almeno di 26 mesi. Vini e vitigni
Alcol
BIANCO greco bianco min. 30%; malvasia bianca max. 40%; guarnaccia bianca max. 30%; ammessi altri max. 30%
10.5
ROSATO stessi del Rosso
12
10.5
In questo territorio particolarmente vocato alla coltura della vite, la produzione della vendemmia 2008 è stata di 245 hl di vino.
Calabria
ROSSO gaglioppo (localmente chiamato guarnaccia nera) e/o greco nero 60-80%; malvasia bianca e/o guarnaccia bianca e/o greco bianco min. 20%; ammessi altri max. 20%
599
Calabria
DOC DELLA PROVINCIA DI CROTONE
600
CIRÒ D.P.R. 25/09/1989 - G.U. 11/04/1990. Ha sostituito il D.P.R. 02/04/1969.
Vini e vitigni
Resa
Alcol
BIANCO greco bianco; ammesso trebbiano toscano max. 10%
13.5
11
ROSSO gaglioppo; trebbiano toscano e greco bianco max. 5%
11.5
12.5
ROSSO CLASSICO stessi del Rosso
11.5
12.5
ROSATO stessi del Rosso
11.5
12.5
La DOC Cirò è senza dubbio la più famosa di questa regione e raggruppa più dell’80% dei vini a denominazione di origine. Il Cirò Rosso è il vino rosso calabrese più conosciuto e con una storia antichissima alle spalle. Era già molto noto al tempo dei Greci, che avevano una colonia a Cirò Marina, chiamata Cremissa, dove esiste tuttora un tempio dedicato a Bacco. Il vino che conosciamo oggi è un discendente diretto del famoso vi-
Calabria
Zona di produzione: comprende il territorio dei comuni di Cirò e Cirò Marina e parte di Crucoli e Melissa, in provincia di Crotone. CLASSICO: comprende l’area, definita “storica”, dei comuni di Cirò e Cirò Marina. Affinamento: Rosso e Rosso Classico minimo 7 mesi. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Rosati 1-3, Rossi 2-4, Classico e Riserva 5-8. Altre tipologie - Riserva e Superiore, il Rosso e Rosso Classico, entrambi con titolo alcolometrico minimo di 13.5%; il Riserva con affinamento almeno di 26 mesi.
601
no Krimisa, noto allora per essere offerto in dono agli atleti; anche a Città del Messico, nel 1968, tutti i partecipanti alle Olimpiadi lo hanno trovato come vino ufficiale. Viene prodotto sulle colline intorno a Cirò e ad altri comuni, in terreni argilloso-sabbiosi seccati dal sole, con temperature che toccano i 40 °C. I vigneti di 1015 anni sono coltivati ad alberello, ad altezze di 250 m con esposizione a sud, densità di impianto intorno a 3.000-3.500 ceppi/ha, ed una resa di due kg/pianta. La vendemmia inizia già ai primi di settembre e non oltre il 15 dello stesso mese. Il Rosso si presenta di colore rubino con evidenti sfumature granato o aranciate dopo lungo affinamento, con profumo di buona intensità disposto su note speziate, di confettura, liquirizia e frutti rossi e neri. Al palato esprime sapidità e grande morbidezza, anche perché non è molto ricco di tannini, ma se maturato e affinato in barrique può assumere grande struttura, con una netta presenza di tannicità. È perfetto con capretto al forno, carni rosse e speziate, formaggi stagionati e saporiti.
MELISSA
Calabria
Decreto 05/08/2002 - G.U. 23/08/2003. Ha modifcato il D.P.R. 31/05/1979.
602
Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Belvedere di Spinello, Carfizzi, Melissa, San Nicola dell’Alto, Umbriatico e parte di Casabona, Castelsilano, Crotone, Pallagorio, Rocca di Neto, San Mauro Marchesato, Santa Severina, Scandale e Strongoli, in provincia di Crotone. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Rossi 3-4. Altra tipologia – Superiore, il Rosso, con titolo alcolometrico minimo di 13% e affinamento almeno di 24 mesi. Vini e vitigni
Resa
Alcol
BIANCO greco bianco 80-95%; trebbiano toscano e/o malvasia bianca 5-20%
12
11.5
ROSSO gaglioppo 75-95%; greco nero e bianco, trebbiano toscano e malvasia bianca 5-25%
11
12.5
Nell’entroterra di Crotone, in vigneti collinari posti ad un’altitudine di circa 300 m slm, frutto di una viticoltura tra le più ricche di testimonianze del passato, viene prodotto il Melissa Rosso, uno dei prodotti più interessanti della regione. È un vino gradevole, non particolarmente strutturato, ma in grado di dare buoni risultati con due-tre anni di affinamento. Si abbina molto bene con costolette di agnello alla calabrese, testina di agnello al forno e salsicce alla cenere. Il Melissa Bianco, ottenuto da greco e trebbiano, il più classico uvaggio di queste zone, è un vino con profumi delicati, piuttosto debole ma dotato di buona morbidezza, che si abbina con il pesce arrosto al salmoriglio, il tonno bollito alla calabrese e il pesce stocco. E, fatto non trascurabile, entrambi hanno un buon rapporto qualità/prezzo.
SANT’ANNA DI ISOLA CAPO RIZZUTO Zona di produzione: comprende il territorio del comune di Isola di Capo Rizzuto e parte di Crotone e Cutro, in provincia di Crotone. Resa: max. 12 t/ha. Vitigni: gaglioppo 40-60%; nocera, nerello mascalese, nerello cappuccio, malvasia nera, greco bianco e malvasia bianca 40-60% (malvasia bianca e greco bianco max. 35%). Titolo alcolometrico minimo: 12%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-3 anni. Tipologie - Rosso e Rosato. In questi ultimi anni si è assistito alla diminuzione dal mercato di questi vini, rinomati in passato perché ottenuti in una zona in cui la vite ha veramente un habitat felice. Oggi, però, la produzione è venduta soprattutto allo stato sfuso e per il consumo locale.
Calabria
DOC riconosciuta con D.P.R. 10/01/1979 - G.U. 11/06/1979.
603
SAVUTO DOC riconosciuta con D.P.R. 19/05/1975 - G.U. 03/11/1975.
Calabria
Zona di produzione: comprende i comuni di Aiello Calabro, Altilia, Amantea, Belsito, Malito, Carpanzano, Cleto, Grimaldi, Marzi, Pedivigliano, Rogliano, Santo Stefano di Rogliano, Scigliano e Serra d’Aiello, in provincia di Cosenza; Conflenti, Martirano, Martirano Lombardo, Motta Santa Lucia, Nocera Tirinese e San Mango d’Aquino, in quella di Catanzaro. Resa: max. 11 t/ha. Vitigni: gaglioppo 35-45%; greco nero, nerello cappuccio, magliocco canino e sangiovese 30-40% (con presenza di sangiovese max. 10%); malvasia bianca e/o pecorino max. 25%. Titolo alcolometrico minimo: 12%. Epoca migliore per il consumo: Rosati mediamente 1 anno, Rossi 1-3. Altra tipologia - Superiore, con titolo alcolometrico minimo di 12.5% e affinamento almeno di 24 mesi.
604
Il nome di questa DOC deriva dal fiume Savuto, che costeggia l’autostrada del sole a sud di Cosenza, da Nocera Tirinese a Contrada Campodorato. Il vino prodotto ha caratteri più “continentali” rispetto alla stragrande maggioranza dei vini calabresi, che esprimono toni più “mediterranei”. La produzione è piuttosto limitata, e proviene dalla parte più calda e dagli alti pendii nei dintorni di Rogliano, Marzi e Scigliano, a 600-700 m slm, con pendenze che arrivano al 30%, su un’estensione di poco più di 80 ha. L’allevamento della vite è ad alberello, sistema già praticato dall’antica popolazione dei Bruzi nel III secolo a.C., e a spalliera, con i filari disposti in modo da scendere allineati dai monti verso il fiume Savuto, con densità compresa tra 2.500-3.000 ceppi/ha, ed una resa non superiore a 1-2 kg/pianta. Il Savuto, chiamato Sanutum dai Latini, era molto apprezzato da Plinio e Strabone, che lo decantarono più volte, ma le sorti di questo vino furono alterne, e solo dal XV secolo la sua produzione si è stabilizzata su valori discreti. Questo vino ha un volto particolarmente eclettico, a cominciare dal colore, che può andare dal rosso rubino al cerasuolo e, a seconda del vigneto di provenienza, può avere diverse capacità di evoluzione. In genere, questo vino presenta un profumo di media intensità, con riconoscimenti fruttati di prugne e ciliegie. Il gu-
Greco nero
Calabria
sto è secco, mediamente strutturato ed equilibrato, adatto ad essere abbinato a salumi, maccaroncelli con le sarde, pasta c’a muddica, capretto allo spiedo o farcito e formaggi mediamente stagionati.
605
SCAVIGNA DOC riconosciuta con D.M. 17/10/1994 - G.U. 26/10/1994. Modifca con Decreto 12/05/1995 - G.U. 30/05/1995. Zona di produzione: comprende parte dei comuni a vocazione viticola di Falerna e Nocera Tirinese, in provincia di Catanzaro. Affinamento: minimo 3 mesi. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1 anno, Rossi 2.
Calabria
Vini e vitigni VINI E VITIGNI
606
Resa RESA
Alcol ALCOL
BIANCO trebbiano toscano max. 50%; chardonnay max. 30%; greco bianco max. 20%; malvasia max. 10%; ammessi altri max. 35%
10
10.5
ROSSO gaglioppo max. 60%; nerello cappuccio max. 40%; ammessi altri max. 40%
9
11.5
ROSATO stessi del Rosso
9
11
La zona di produzione di questi vini, è piuttosto ristretta, ma particolarmente suggestiva e situata in colline affacciate sul mar Tirreno. I vitigni più coltivati sono quelli tradizionali, che hanno trovato una “buona intesa” con altri d’importazione. I vini sono prodotti in quantità limitate, ma hanno caratteri ben definiti e personalità spiccata.
LAMEZIA Decreto 02/05/1995 - G.U. 31/05/1995. Ha sostituito il D.P.R. 21/12/1978.
Vini e vitigni E VITIGNI
Resa RESA
Alcol ALCOL
BIANCO greco bianco max. 50%; trebbiano toscano max. 40%; malvasia bianca min. 20%; ammessi altri max. 30%
12
11
GRECO greco bianco min. 85%
10
11
ROSSO nerello mascalese e/o nerello cappuccio 30-50%; gaglioppo e/o magliocco 25-35%; greco nero e/o marsigliana nera 25-35%; ammessi altri max. 20%
11
12
ROSATO stessi del Rosso
11
11.5
ALTRE TIPOLOGIE
In questa zona si scende verso la pianura e le estati sono veramente assolate e calde, condizioni che favoriscono la produzione di vini con grande struttura. Il Lamezia Rosso si presenta con un colore rosso rubino più o meno intenso, fino a sfumare in tonalità chiaretto, con un profumo vinoso e fruttato con riconoscimenti di fragole e ciliegie. Il gusto secco e caldo, ben strutturato e con una discreta componente tannica, lo rende adatto all’abbinamento con rigatoni alla pastora con ricotta, salsiccia e pecorino e pasta c’a muddica.
Calabria
Zona di produzione: comprende i comuni di Curinga, Falerna, Feroleto Antico, Gizzeria, Maida, Pianopoli, Lamezia Terme e San Pietro a Maida, in provincia di Catanzaro, e Francavilla Angitola, in quella di Vibo Valentia. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1 anno, Rossi 2. Altre tipologie - Riserva, il Rosso, con titolo alcolometrico minimo di 12% e affinamento minimo di 37 mesi, di cui almeno 6 in botti di legno e altrettanti in bottiglia. Novello, il Rosso, con titolo alcolometrico minimo di 11.5%.
607
BIVONGI DOC riconosciuta con Decreto 24/05/1996 - G.U. 06/06/1996. Modifica con Decreto 04/07/2005 - G.U. 12/07/2005. Zona di produzione: comprende i comuni di Bivongi, Camini, Caulonia, Monasterace, Pazzano, Placanica, Riace, Stignano e Stilo, in provincia di Reggio Calabria; Guardavalle, in quella di Catanzaro. Affinamento: minimo 2 mesi (escluso il Novello). Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1 anno, Rossi 1-2. Altre tipologie – Riserva, il Rosso, con titolo alcolometrico minimo di 12.5% e affinamento minimo di 24 mesi. Novello, il Rosso, con titolo alcolometrico minimo di 11.5%.
Calabria
Vini e vitigni
608
Resa
Alcol
BIANCO greco bianco e/o guardavalle (uva greca) e/o montonico (mantonico bianco) 30-50%; malvasia bianca e/o ansonica 30-50%; ammessi altri max. 30%
13
10.5
ROSSO gaglioppo (magliocco) e/o greco nero (maglioccone) 30-50%; nocera e/o calabrese (nero d’Avola o mantonico nero) e/o castiglione 30-50%; ammessi altri a bacca nera max. 10% e a bacca bianca max. 15%
12
12
ROSATO stessi del Rosso
12
11.5
La zona di produzione è ubicata proprio dalle parti da dove, guardando il mare, si intravedono i fondali nei quali sono stati ritrovati i famosi Bronzi di Riace. La denominazione Bivongi è stata istituita con la vendemmia 1996, ma non ha ancora espresso tutto il suo potenziale.
I vini, ottenuti da numerosi vitigni locali, sono sempre stati molto apprezzati sul posto, ma ora si aspetta una loro affermazione su vasta scala. Il Rosso è di colore rubino, con profumi fruttati e floreali, gusto secco e dotato di buona morbidezza, da abbinare con pollame o altre carni bianche, capretto e agnello, formaggi semistagionati.
GRECO DI BIANCO DOC riconosciuta con D.P.R. 18/06/1980 - G.U. 12/12/1980.
Il Greco di Bianco può essere considerato uno dei vini dolci italiani più rari e pregiati. È ottenuto dal vitigno greco bianco, avaro di frutti ed originario della Grecia, dalla quale sembra essere arrivato intorno all’VIII secolo a.C. Una volta questo vino era chiamato Greco di Gerace, in quanto Bianco, località balneare dove oggi è esclusivamente prodotto, era una frazione di quest’ultima: da quando Bianco è diventato comune autonomo, è cambiata anche la denominazione del vino. I vigneti sono disposti su gradoni affacciati sul mare, nelle migliori condizioni per catturare tutta la luce e il calore del sole. La produzione inizia con l’appassimento delle uve sui graticci di canne, o addirittura direttamente sui sassi arroventati dal sole. Zuccheri, minerali e sostanze profumate si concentrano, per dare un vino dal colore giallo dorato, con impatto olfattivo disposto su note dolci di confettura di albicocche, zagare, miele ed arancia candita. Al gusto è decisamente avvolgente, morbido, dolce, arricchito da una decisa componente alcolica e molto persistente. Straordinario vino da meditazione, risulta ottimo con dolci ricchi di frutta secca, creme e confetture. Peccato che la produzione sia davvero limitata.
Calabria
Zona di produzione: comprende interamente il comune di Bianco e parte di Casignana, in provincia di Reggio Calabria. Resa: max. 10 t/ha. Vitigni: greco bianco min. 95%. Titolo alcolometrico minimo: 14+3%. Affinamento: minimo 13 mesi. Epoca migliore per il consumo: mediamente 5-8 anni.
609
Sicilia
Sicilia
ZONE DI PRODUZIONE DEI VINI DOCG E DOC 2 3
4
5
11
Salina
Panarea
Alicudi Filicudi Isole Eolie o Lipari
20
Lipari Vulcano
MESSINA Milazzo
21
18
PALERMO
Sambuca di Sicilia
S. Margherita di Belice
Salso
Ditta ino
ENNA CALTANISSETTA
AGRIGENTO
Gornalu ng
Riesi
Porto Empedocle Licata
7 9 6
CATANIA
a
Lentini e
Platani
17 eto Sim
Sciacca
Taormina Etna
Gela
12 SIRACUSA
Ac at
Menfi
10
Contessa Entellina
ce
8
23
Alcantara
Sclafani Bagni
Corleone Be li
Marsala
Ma za r o
22
Cefal첫
Termini Imerese
Alcamo Camporeale
Salso I. M.
Freddo
TRAPANI
Vittoria
Noto
RAGUSA
16 15 13
Pachino
1
Cerasuolo di Vittoria DOCG Vittoria
2
Delia Nivolelli
3
Marsala
10
Sciacca
17
Etna
4
Alcamo
11
Contea di Sclafani
18
Faro
5
Monreale
12
Riesi
19
Moscato di Pantelleria, Passito di Pantelleria e Pantelleria
6
Contessa Entellina
13
Eloro
20
Malvasia delle Lipari
7
Menfi
8
Sambuca di Sicilia
15
9
S. Margherita di Belice
16
Pantelleria
14
19
Sottozona Eloro Pachino
14
21
Erice
Noto
22
Salaparuta
Moscato di Siracusa
23
Mamertino di Milazzo o Mamertino
Sicilia
1
611
Vitigni idonei alla coltivazione in regione A bacca bianca, tra i più coltivati: catarratto bianco comune, ansonica, catarratto bianco lucido, grecanico dorato, grillo, zibibbo, trebbiano toscano, chardonnay e damaschino. Gli altri: albanello, carricante, malvasia bianca, malvasia di Lipari, minnella bianca, montonico bianco, moscato bianco, moscato giallo, müller thurgau, pinot bianco, sauvignon e vernaccia di San Gimignano. A bacca rossa, tra i più coltivati: calabrese, nerello mascalese, sangiovese, nerello cappuccio, merlot, syrah, frappato, cabernet sauvignon e perricone. Gli altri: alicante, barbera, catanese nero, corinto nero, gaglioppo, nocera e pinot nero. Lo zibibbo è idoneo solo per la provincia di Trapani, la malvasia di Lipari e il corinto nero, solo quella di Messina.
Sicilia
I vini della Sicilia
612
DOCG: Cerasuolo di Vittoria. DOC: Alcamo, Contea di Sclafani, Contessa Entellina, Delia Nivolelli, Eloro, Erice, Etna, Faro, Malvasia delle Lipari, Mamertino di Milazzo o Mamertino, Marsala o Vino Marsala o Vino di Marsala, Menfi, Monreale, Moscato di Noto, Moscato di Pantelleria, Passito di Pantelleria e Pantelleria, Moscato di Siracusa, Riesi, Salaparuta, Sambuca di Sicilia, Santa Margherita di Belice, Sciacca, Vittoria. IGT: Camarro, Fontanarossa di Cerda, Salemi, Salina, Sicilia, Valle Belice.
I VQPRD
CERASUOLO DI VITTORIA DOCG riconosciuta con Decreto 13/09/2005 - G.U. 26/09/2005.
In questi ultimi anni la vitivinicoltura siciliana ha compiuto un notevole miglioramento, tanto da diventare una delle regioni emergenti più apprezzate nel panorama viticolo italiano e da essere definita la nuova California; inoltre, sono stati impiantati molti ettari con vitigni internazionali. In Sicilia furono i Fenici a introdurre la coltura della vite, seguiti dai Greci, che in 500 anni di permanenza in quest’isola assecondarono la naturale vocazione
Sicilia
Zona di produzione: comprende i comuni di Acate, Chiaramonte Gulfi, Comiso, Vittoria e parte di Ragusa e Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa; parte di Niscemi, Gela, Riesi, Butera e Mazzarino, in quella di Caltanissetta e di Caltagirone, Licodia Eubea e Mazzarrone, in quella di Catania. CLASSICO: comprende interamente i comuni di Vittoria, Comiso, Acate, Chiaramonte Gulfi, Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa; parte di Niscemi e Gela, in quella di Caltanissetta e Caltagirone, Mazzarrone e Licodia Eubea, in quella di Catania. Resa: max. 8 t/ha. Vitigni: nero d’Avola 50-70% e frappato 30-50%. Titolo alcolometrico minimo: 13%. Affinamento: minimo 3 mesi in bottiglia e, in ogni caso, l’immissione al consumo non deve avvenire prima del 1° giugno dell’anno successivo alla vendemmia. Per il Classico, l’affinamento in bottiglia deve essere minimo di 8 mesi e l’immissione al consumo non potrà avvenire prima del 31 marzo del secondo anno successivo alla vendemmia. Epoca migliore per il consumo: mediamente 2-4 anni.
613
Sicilia 614
dei siciliani alla coltivazione della vite. Gli stessi musulmani, piuttosto che uniformarsi ai dettami del Corano, incrementarono la produzione dell’uva, tra le quali lo zibibbo a Pantelleria. In particolare, negli ultimi tempi, è da rilevare l’impegno di alcuni piccoli produttori della Sicilia orientale e del ragusano, nella zona di produzione del Cerasuolo di Vittoria. Con tutta probabilità, il nome proviene da un arbusto della zona, da cui si otteneva una bacca rossa chiamata kerasos, mentre è certa la data di nascita, il 1607, anno di fondazione di Vittoria. In quella occasione la fondatrice, Vittoria Colonna Henriquez, regalò ai primi settantacinque coloni un ettaro di terreno a condizione che un altro fosse coltivato a vigneto. Vino di antica origine, per molti anni la sua produzione è stata limitata a quantitativi modesti, ma negli ultimi anni la viticoltura si è ripresa alla grande, anche sotto il profilo qualitativo. La mentalità è cambiata fin dalla vigna, con l’introduzione di sistemi d’allevamento più adeguati al clima e alla produzione di qualità e moderne cantine completano l’opera; la costituzione del Consorzio di tutela ha portato a un controllo e una maggiore opera di promozione. Il vitigno più importante della zona è il frappato in grado di dare vini dal delicato profumo fruttato, di buon corpo e morbidezza. È spesso usato in uvaggio, al quale regala struttura, finezza e buone potenzialità nei confronti dell’affinamento. In questo uvaggio, sempre più di frequente assume importanza il nero d’Avola, in grado di dare maggiore struttura, personalità e longevità. Il Cerasuolo di Vittoria presenta un colore che ricorda quello delle ciliegie, da cui il nome della denominazione, con profumi di marasche e amarene, ricordi di cannella, cacao e liquirizia. Al gusto è caldo, morbido e di ottima struttura, doti che lo rendono adatto all’abbinamento con caponata, falsomagro, coniglio con olive, costolette di vitello alla brace e formaggi stagionati come il pecorino siciliano.
ZONE DI PRODUZIONE DEI VINI DOC DELLA SICILIA OCCIDENTALE
PALERMO
10
Monreale Erice
TRAPANI
Freddo
3
Piana degli Albanesi
Alcamo
4
Marsala
Salemi
Corleone Contessa Entellina
Be
lic
e
1
Ma za r o
Camporeale
Mazara del Vallo
Dèlia
5 8
S. Margherita di Belice Sambuca di Sicilia Menfi
ura
Caltabellotta
Sciacca
Ve rd
AGRIGENTO
11
6
7
9
1
Delia Nivolelli
2
Marsala
7
Sambuca di Sicilia
3
Alcamo
8
S. Margherita di Belice
4
Monreale
9
Sciacca
5
Contessa Entellina
10
Erice
6
Menfi
11
Salaparuta
Sicilia
2
615
DELIA NIVOLELLI DOC riconosciuta con Decreto 10/06/1998 - G.U. 02/07/1998. Zona di produzione: comprende i comuni di Marsala, Mazara del Vallo, Petrosino e Salemi, in provincia di Trapani. Resa: max. 12.5 t/ha. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Rossi 2-3. Altre tipologie – Frizzante, il Bianco. Spumante, lo Chardonnay, Damaschino, Grecanico, Grillo ed Inzolia, con titolo alcolometrico minimo di 11.5%. Novello, il Rosso, Cabernet sauvignon, Merlot, Nero d’Avola, Pignatello o Perricone, Sangiovese e Syrah. Riserva, il Rosso, Cabernet sauvignon, Merlot, Nero d’Avola, Pignatello o Perricone, Sangiovese e Syrah, con affinamento minimo di 26 mesi.
Sicilia
Vini e vitigni
616
Alcol
BIANCO inzolia e/o grecanico e/o grillo min. 65%
11
CHARDONNAY chardonnay min. 85%
11
DAMASCHINO damaschino min. 85%
10.5
GRECANICO grecanico min. 85%
11
GRILLO grillo min. 85%
11
INZOLIA inzolia min. 85%
11
MÜLLER THURGAU müller thurgau min. 85%
11
SAUVIGNON sauvignon min. 85%
11
Alcol
SPUMANTE inzolia e/o grecanico e/o grillo e/o chardonnay e/o damaschino
11.5
ROSSO nero d’Avola e/o pignatello o perricone e/o merlot e/o cabernet sauvignon e/o sangiovese e/o syrah min. 65%
11.5
CABERNET SAUVIGNON cabernet sauvignon min. 85%
11.5
MERLOT merlot min. 85%
11.5
NERO D’AVOLA nero d’Avola min. 85%
11.5
PIGNATELLO o PERRICONE pignatello o perricone min. 85%
11.5
SANGIOVESE sangiovese min. 85%
11.5
SYRAH syrah min. 85%
11.5
Nel comprensorio ondulato dell’Agro marsalese e della valle del Belice si trovano terreni caratterizzati da terre rosse, che per la particolare tessitura e composizione, unite al microclina e all’adeguata esposizione, favoriscono l’ottenimento di uve in grado di dare al vino caratteri di buona struttura, nonché sapidità e acidità ben definite. E la varietà non manca. Vitigni di ogni tipo, dai più tradizionali per questa regione, come il nero d’Avola e il pignatello tra i rossi, a quelli di recente introduzione, come merlot, cabernet sauvignon e syrah. Oltre a questi, grecanico e damaschino sono due vitigni a bacca bianca che in questa denominazione vengono elaborati per ottenere i vini omonimi, anche se a volte vengono usati in uvaggio. Il damaschino dà in genere vini bianchi di pronta beva, leggermente profumati, che traggono vantaggio da eventuali uvaggi con il grecanico, in grado di dare vini di colore giallo paglierino tenue, profumi appena pronunciati e senza particolare struttura, da abbinare a semplici preparazioni a base di pesce.
Sicilia
Vini e vitigni
617
ERICE DOC riconosciuta con Decreto 20/10/2004 - G.U. 04/11/2004. Zona di produzione: comprende interamente il comune di Buseto Palizzolo e parte di Erice, Castellammare del Golfo, Custonaci, Trapani e Valderice, in provincia di Trapani. Affinamento: minimo 2 anni, il Rosso Riserva, a decorrere dal 10 novembre dell’anno della raccolta delle uve. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Rossi 2-3.
Sicilia
Vini e vitigni
618
Resa
Alcol
BIANCO catarratti min. 60%
11
12
ANSONICA o INSOLIA ansonica o insolia min. 85%
11
12
CATARRATTO catarratto min. 85%
11
12
CHARDONNAY chardonnay min. 85%
9
12.5
GRECANICO grecanico dorato o grecanico min. 85%
11
12
GRILLO grillo min. 85%
11
12
MOSCATO moscato di Alessandria min. 95%
11
12.5
MÜLLER THURGAU müller thurgau min. 85%
11
12
PASSITO moscato di Alessandria o zibibbo min. 95%
11
16 (12.5+3.5)
Resa
Alcol
SAUVIGNON sauvignon min. 85%
11
12
VENDEMMIA TARDIVA SAUVIGNON sauvignon bianco min. 95%
6
16
VENDEMMIA TARDIVA ZIBIBBO moscato di Alessandria o zibibbo min. 95%
6
ROSSO calabrese o nero d’Avola min. 60%
11
12.5
ROSSO RISERVA calabrese o nero d’Avola min. 60%
11
13.5
CABERNET SAUVIGNON cabernet sauvignon min. 85%
9
13
CALABRESE o NERO D’AVOLA calabrese o nero d’Avola min. 85%
11
12.5
FRAPPATO frappato min. 85%
11
12.5
MERLOT merlot min. 85%
9
13
PERRICONE o PIGNATELLO perricone o pignatello min. 85%
11
12.5
SYRAH syrah min. 85%
11
13
SPUMANTE BRUT chardonnay min. 70%
11
12
SPUMANTE DOLCE moscato di Alessandria o zibibbo min. 95%
11
12
(12.5+3.5)
16 (12.5+3.5)
(6 svolto)
Sicilia
Vini e vitigni
619
Erice è un antico centro del V secolo a.C., passato dal dominio punico a quello romano, rinomato per i resti delle mura di fortificazioni puniche. La DOC prende il nome proprio dalla città sacra degli Elimi, sorta sui resti del celebre santuario dedicato alla dea mediterranea della fecondità, protettrice dei naviganti, Astante per i Fenici, Afrodite per i Greci, Venere Ericina per i Romani. Gli Elimi, antico popolo del Mediterraneo tra i primi a coltivare la vite in Sicilia, abitavano l’estremità occidentale della Sicilia; ritenuti di origine troiana, probabilmente sono di provenienza italica, più precisamente ligure. I terreni della zona, molto adatti alla coltivazione della vite, sono le terre rosse siciliane, brune e argillose, con buona presenza di potassio. La tecnica colturale più diffusa è l’alberello libero senza sostegno o sostenuto da canne. L’alberello e la controspalliera sono le uniche forme d’allevamento consentite e sono escluse quelle espanse.
MARSALA o VINO MARSALA o VINO DI MARSALA
Sicilia
Legge n. 851 del 28/11/1984. Ha sostituito i precedenti Decreti. Modifica con D.M. 21/12/1991 - G.U. 04/01/1992.
620
Zona di produzione: comprende l’intera provincia di Trapani, ad esclusione del comune di Alcamo e delle isole di Pantelleria e Favignana. Resa: max. 10 t/ha i vitigni a bacca bianca; 9 quelli a bacca nera. Vitigni: per i Marsala Oro o Ambra: grillo e/o catarratto (tutte le varietà e tutti i cloni) e/o ansonica (inzolia) e/o damaschino; per i Marsala Rubino: pignatello (perricone) e/o calabrese (nero d’Avola) e/o nerello mascalese. Possono concorrere, fino al 30%, uve a bacca bianca precedentemente summenzionate. Epoca migliore per il consumo: Fine e Superiore mediamente 1-3 anni, Vergine o Soleras 5-20. Altre tipologie - il Cremovo Zabaione Vino Aromatizzato o Cremovo Vino Aromatizzato è ottenuto con almeno l’80% di Marsala, con titolo alcolometrico minimo del 16%, tenore zuccherino non inferiore a 200 g/l e minimo 4 mesi di affinamento. I prodotti preparati con un minimo del 60% di vino Marsala, possono portare l’indicazione “Preparato con l’impiego di vino Marsala.....“, precisando il tipo di vino Marsala impiegato. Altre indicazioni ammesse: Vecchio, per i Marsala che abbiano come minimo le caratteristiche per la qualifica Superiore; I.P. - Italia Particolare per il Marsala Fine; S.O.M. - Superior Old Marsa-
la per il Marsala Superiore; G.D. - Garibaldi Dolce per il Marsala Superiore; L.P. - London Particolar per il Marsala Superiore. Alcol
Affinamento
FINE
17
12
SUPERIORE
18
24
SUPERIORE RISERVA
18
48
VERGINE o SOLERAS
18
60
VERGINE STRAVECCHIO o RISERVA
18
120
Tipologie ORO
Colore dorato più o meno intenso
AMBRA
ambrato più o meno intenso
RUBINO
rubino con riflessi granato o aranciati
Tipologie SECCO SEMISECCO DOLCE
Zuccheri riduttori < 40 g/l 40-100 g/l >100 g/l
Già molto importante ai tempi dell’antica Grecia anche come porto ed emporio vinicolo, Marsala era famosa per questo vino “forte”. Se ne hanno notizie anche all’epoca dei Romani, presso i quali era molto usata la “concia” e l’aggiunta di mosto cotto, dopo la quale il vino veniva lasciato evaporare fino ad un terzo del proprio volume iniziale.
Sicilia
Tipologie
621
Sicilia 622
Naturalmente, quello che conosciamo oggi non è “quel” vino, e si può affermare che il Marsala nasce nel Settecento, grazie ad un commerciante di Liverpool, John Woodhouse. Avendo notato l’affinità del Marsala con il Porto, decise di imbarcarne sulla sua nave Elizabeth cinquanta barili, e per evitare danni al vino a causa del viaggio, aggiunse dell’acquavite di vino. Questo fece la fortuna del vino siciliano e lo consacrò come grande prodotto, tanto che molti altri commercianti seguirono le orme di Woodhuose, come Ingham, Stephens e Witaker, che iniziarono anche a produrre vino di Marsala. Nel 1832 ad essi si affiancò un giovane imprenditore siciliano, Vincenzo Florio, e anche grazie a lui il Marsala divenne famoso in tutto il mondo. Purtroppo a tutto questo fece seguito un lento ma continuo declino, e per moltissimo tempo il prodotto fu identificato con un vino che nulla aveva a che fare con un Marsala di qualità. A partire dagli anni Ottanta si è assistito a una rinascita del Marsala, grazie a quei produttori che hanno sempre creduto in questo vino. Leggi e regolamenti gli hanno poi restituito dignità. I vitigni base, diversi a seconda delle tipologie, sono coltivati ad alberello libero o a spalliera, e le zone più vocate sulla costa, i cru, sono Birgi, Triglia e Spagnola. Il terreno è caratterizzato da suoli calcareo-argillosi e siliceo-calcarei, e il clima è arido e torrido, temperato dall’influsso del mare ma soverchiato da venti caldi provenienti dall’Africa. Numerosi sono i Marsala, e quindi le caratteristiche organolettiche sono molto diverse. Ma sono sempre colori, profumi e sapori assolati e accaldati come il clima di questa terra. Il colore va dal giallo dorato all’ambrato o, nella tipologia Rubino, è dato dalle sfumature di questa pietra preziosa, con riflessi granato o aranciati a seconda dell’affinamento. Anche i profumi spaziano in un ampio ventaglio di sensazioni odorose, tra note eteree e di frutta candita, di fiori di ginestra e di zagara, di frutta secca e su tutti la mandorla, con accenti di cacao e altri sentori tostati. Al palato esprime una struttura complessa, spiccate note alcoliche e grande persistenza, con sensazioni secche o dolci a seconda del residuo zuccherino. Perfetto vino da meditazione, è ottimo con i dolci tipici della regione come cannoli e cassata alla siciliana, o con i “difficili” dolci e fichi al cioccolato, ma può anche essere abbinato ad importanti formaggi staFichi al cioccolato gionati ed erborinati.
SALAPARUTA DOC riconosciuta con Decreto 08/02/2006 - G.U. 20/02/2006.
Vini e vitigni
Resa
Alcol
BIANCO catarratto min. 60%
13
12
CATARRATTO catarratto min. 85%
13
12
CHARDONNAY chardonnay min. 85%
11
13
INZOLIA inzolia min. 85%
12
11.5
GRILLO grillo min. 85%
12
12
ROSSO nero d’Avola min. 65%
13
13
CABERNET SAUVIGNON cabernet sauvignon min. 85%
11
13
MERLOT merlot min. 85%
11
13
Sicilia
Zona di produzione: comprende il comune di Salaparuta, in provincia di Trapani. Vitigni: oltre a quelli indicati, per tutti i vini, l’utilizzo della restante percentuale di vitigni prevede quelli a bacca di colore analogo, idonei alla coltivazione in Sicilia, non aromatici, a esclusione, per i vini bianchi, del trebbiano toscano. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1 anno, Rossi 13, Riserva 4-5. Altra tipologia - Riserva, il Rosso, Cabernet Sauvignon, Merlot, Nero d’Avola e Syrah, con resa max. 11 t/ha, titolo alcolometrico minimo 14% e affinamento almeno di 24 mesi.
623
Vini e vitigni
Resa
Alcol
NERO D’AVOLA nero d’Avola min. 85%
12
13
NOVELLO nero d’Avola min. 50%; merlot min. 20%
13
11.5
SYRAH syrah min. 85%
11
13
Un’altra DOC in un’area ad alto potenziale qualitativo: 225 ha di vigne e 119 produttori iscritti all’Albo comunale vitivinicolo. Le forme di allevamento autorizzate sono i sistemi a controspalliera, ad alberello, o eventuali varianti similari; sono esclusi i tendoni. Per i nuovi vigneti, successivi all’entrata in vigore del presente disciplinare, la densità dei ceppi per ettaro, sarà almeno di 4.000 per i vitigni a bacca nera e 3.500 per quelli a bacca bianca. I vigneti potranno essere adibiti alla produzione del vino DOC Salaparuta, solo dal terzo anno dell’impianto e, qualora riportino la specifica Riserva, soltanto dal quarto anno.
ALCAMO
Sicilia
DOC riconosciuta con D.P.R. 21/07/1972 - G.U. 22/09/1972. Modifica con Decreto 30/09/1999 - G.U. 13/10/1999.
624
Zona di produzione: comprende i comuni di Alcamo, Calatafimi, Castellammare del Golfo e Gibellina, in provincia di Trapani; Balestrate, Camporeale, Monreale, Partinico, San Cipirello e San Giuseppe Jato, in quella di Palermo. CLASSICO: comprende l’area definita più antica e delimitata dall’altitudine non inferiore a 250 m slm. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1 anno, Rossi 2-3. Altre tipologie - Spumante, il Bianco e Rosato, con titolo alcolometrico minimo di 11%. Novello, il Rosso, con titolo alcolometrico minimo di 11%. Riserva, il Rosso, con titolo alcolometrico minimo di 12% e affinamento almeno di 25 mesi.
Altra tipologia
Resa
Alcol
BIANCO catarratti min. 60%; ansonica o inzolia e/o grecanico e/o grillo e/o chardonnay e/o müller thurgau e/o sauvignon max. 40%; ammessi altri max. 20% VENDEMMIA TARDIVA
12
11
8
11+3
BIANCO CLASSICO catarratto bianco comune e/o catarratto bianco lucido min. 80%
12
11.5
ANSONICA o INZOLIA ansonica o inzolia min. 85%
12
11
CATARRATTO catarratto min. 85%
12
11.5
CHARDONNAY chardonnay min. 85%
12
11.5
GRECANICO grecanico min. 85%
12
11.5
GRILLO grillo min. 85%
12
11.5
MÜLLER THURGAU müller thurgau min. 85%
12
11
SAUVIGNON sauvignon min. 85%
12
11.5
ROSSO calabrese o nero d’Avola min. 60%; frappato e/o perricone e/o merlot e/o cabernet sauvignon e/o sangiovese e/o syrah max. 40%; ammessi altri max. 10%
11
11.5
Sicilia
Vini e vitigni
625
Sicilia
Vini e vitigni
626
Altre tipologie
Resa
Alcol
ROSATO nerello mascalese e/o calabrese o nero d’Avola e/o frappato e/o perricone e/o merlot e/o cabernet sauvignon e/o sangiovese e/o syrah
12
11
CALABRESE o NERO D’AVOLA calabrese o nero d’Avola min. 85%
11
11.5
CABERNET SAUVIGNON cabernet sauvignon min. 85%
11
11.5
MERLOT merlot min. 85%
11
11.5
SYRAH syrah min. 85%
11
11.5
Già nell’Ottocento questa città era famosa per i suoi vini, e con il vicino territorio del Marsala costituisce l’area viticola più importante della Sicilia. Lungo la Strada dell’Alcamo, tra gli splendori del tempio di Segesta e le bellezze naturali del parco naturale dello Zingaro, con la sua suggestiva tonnara, si possono ammirare i vigneti che caratterizzano questa zona per la grande ecletticità. Questo giustifica l’allargamento della base ampelografica a vitigni sia autoctoni che alloctoni, con un rinnovamento della viticoltura che ha fatto sì che questi vini diventassero piacevoli e molto apprezzati. Le viti sono allevate quasi tutte ad alberello, con una densità di 4.000 ceppi/ha ed una resa di circa due kg/ceppo. I vini vengono in genere ottenuti con la normale vinificazione in acciaio a temperatura controllata, tranne ove sia previsto il passaggio in barrique. Il Bianco ha un colore giallo paglierino tenue con riflessi verdolini e ha nella freschezza e nella gradevole sapidità le sue doti migliori, che lo rendono adatto a essere consumato giovane, con piatti di pesce non troppo elaborati. Il Rosso, unico a prevedere la tipologia Riserva, viene prodotto a partire da uve nero d’Avola o calabrese, vitigno quest’ultimo in grado di dare vini ricchi di colore e buona struttura, usato spesso in uvaggio per ottenere prodotti con buona predisposizione all’affinamento.
MONREALE DOC riconosciuta con Decreto 02/01/2000 - G.U. 14/11/2000.
Vini e vitigni
Resa
Alcol
BIANCO catarratto e ansonica o inzolia min. 50%; ammessi altri max. 50% (trebbiano toscano max. 30%)
12
11
ANSONICA o INZOLIA ansonica o inzolia min. 85%
12
11
CATARRATTO catarratto min. 85%
12
11
CHARDONNAY chardonnay min. 85%
10
11
GRILLO grillo min. 85%
12
11
PINOT BIANCO pinot bianco min. 85%
10
11
Sicilia
Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Camporeale, Corleone, Roccamena, San Cipirello, Santa Cristina Gela, San Giuseppe Jato e in parte quelli di Monreale e Piana degli Albanesi, in provincia di Palermo. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1-2 anni, Rossi 2-3. Altre tipologie - Superiore, il Bianco, Ansonica o Inzolia, Catarratto, Chardonnay, Grillo e Pinot bianco, con titolo alcolometrico minimo di 12.5% e affinamento almeno di 6 mesi. Vendemmia Tardiva, con affinamento minimo di 12 mesi. Novello, il Rosso, Cabernet sauvignon, Calabrese o Nero dâ&#x20AC;&#x2122;Avola, Merlot, Perricone, Pinot nero, Sangiovese e Syrah, con titolo alcolometrico minimo di 11.5%. Riserva, il Rosso, Cabernet sauvignon, Calabrese o Nero dâ&#x20AC;&#x2122;Avola, Merlot, Perricone, Pinot nero e Sangiovese, con titolo alcolometrico minimo di 12.5% e affinamento almeno di 24 mesi.
627
Sicilia
Vini e vitigni
628
Resa
Alcol
VENDEMMIA TARDIVA uve bianche secche sulla pianta
8
14
ROSSO calabrese o nero d’Avola e perricone min. 50%; ammessi altri max. 50%
12
12
ROSATO nerello mascalese, perricone e/o sangiovese min. 70%; ammessi altri max. 30%
12
11
CABERNET SAUVIGNON cabernet sauvignon min. 85%
10
12
CALABRESE o NERO D’AVOLA nero d’Avola min. 85%
10
12
MERLOT merlot min. 85%
10
12
PERRICONE perricone min. 85%
10
12
PINOT NERO pinot nero min. 85%
10
12
SANGIOVESE sangiovese min. 85%
10
12
SYRAH syrah min. 85%
10
12
In questa DOC non manca l’ormai “classica” convivenza tra vitigni tradizionali ed internazionali, che negli ultimi anni, dopo essersi diffusa in molte parti d’Italia, è arrivata anche su questa grande isola. L’ansonica è un vitigno che qui dà il vino omonimo, ma che insieme al catarratto rappresenta la base anche del Bianco. In genere dà un colore giallo dora-
Pesce spada alla siciliana
to, un profumo che rapidamente vira verso particolari sentori che ricordano il Marsala, vino nella cui produzione viene impiegato. Per le caratteristiche di eleganza e piacevolezza dei profumi viene spesso usato in uvaggio con altri vitigni. Solo la vendemmia anticipata è in grado di mantenere una maggior freschezza, un colore giallo paglierino con riflessi verdolini ed un profumo delicato e fruttato. Al gusto è sempre un vino caldo e gradevole, di buon pregio, da abbinare a primi e secondi piatti a base di prodotti del mare, come il gustoso pesce spada alla siciliana.
CONTESSA ENTELLINA
Zona di produzione: comprende il comune di Contessa Entellina, in provincia di Palermo. Resa: max. 12 t/ha; 8 la Vendemmia Tardiva. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1-2 anni, Rossi 2-3. Altre tipologie - Riserva, i Rossi, con o senza menzione del vitigno, con affinamento minimo di 24 mesi. Secco, Amabile, Abboccato e Dolce, la Vendemmia Tardiva, con affinamento minimo di 18 mesi. Per il Cabernet Sauvignon, Merlot, Nero dâ&#x20AC;&#x2122;Avola, Pinot Nero e Syrah, ottenuti da
Sicilia
Decreto 22/02/2010 - G.U. 13/03/2010. Ha sostituito il Decreto 19/08/1996 e D.M. 02/08/1993 e successiva modifica.
629
vigneti costituiti al 100% dagli stessi, è previsto l’indicazione di due vitigni, che concorrono insieme alla produzione con più del 15%. In etichetta, la varietà più utilizzata, precede l’altra. Vini e vitigni
Sicilia
BIANCO - ansonica (o inzolia) min. 50%
630
Alcol 11
ANSONICA - ansonica min. 85%
11.5
CATARRATTO - catarratto min. 85%
11.5
CHARDONNAY - chardonnay min. 85%
11.5
FIANO - fiano min. 85%
11,5
GRECANICO - grecanico min. 85%
11.5
SAUVIGNON - sauvignon min. 85%
11.5
VIOGNIER - viognier min. 85%
11.5
ROSSO - nero d’Avola (o calabrese) e/o syrah, min. 50%
11.5
ROSATO - stessi del Rosso
11
CABERNET SAUVIGNON - cabernet sauvignon min. 85%
12
MERLOT - merlot min. 85%
12
NERO D’AVOLA - nero d’Avola min. 85%
12
PINOT NERO - pinot nero min. 85%
12
SYRAH - syrah min. 85%
12
VENDEMMIA TARDIVA - ansonica (o inzolia) min. 50%
15
I vini di questa denominazione sono interessanti, e come accade in molte parti della Sicilia, si stanno ottenendo ottimi risultati con vitigni internazionali che, fino a pochi anni fa, non si pensava assolutamente di poter coltivare in questa regione.
L’effetto trainante di un certo tipo di viticoltura di qualità è stato svolto - e lo è tuttora - dai cosiddetti “vini di nicchia”, non inseriti nelle varie DOC ma di alta qualità, che hanno risvegliato un’attività per molti versi silente. E anche questa zona non è estranea a questo fenomeno. Anzi. Gli ottimi risultati raggiunti hanno stimolato la ricerca e la rivalutazione anche di vitigni locali. I vigneti hanno una densità variabile tra 4.000-6.000 ceppi/ha, con rese che a seconda del vitigno variano tra 6-11 t/ha. Ma la vera novità è stato il taglio decisamente “moderno” della produzione, con l’elaborazione di vini bianchi di estrema freschezza, adatti alla gastronomia di mare, unitamente ad altri, più complessi e strutturati, di maggior spessore e longevità. E poi i vini rossi, che vengono particolarmente curati per dare prodotti austeri, ben strutturati ed eleganti.
MENFI Decreto 01/09/1997 - G.U. 12/09/1997. Ha sostituito il Decreto 18/08/1995 e successiva modifica. Zona di produzione: comprende parte dei comuni di Menfi, Sambuca di Sicilia e Sciacca, in provincia di Agrigento; Castelvetrano, in quella di Trapani. Sottozone FEUDO DEI FIORI: comprende il territorio dell’ex Feudo dei Fiori del comune di Menfi. BONERA: comprende il territorio della contrada Bonera del comune di Menfi. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Rossi 1-3. Altra tipologia – Riserva, il Rosso e Bonera, con titolo alcolometrico minimo di 12.5% e affinamento almeno di 24 mesi. Resa Alcol
BIANCO inzolia e/o catarratto bianco lucido e/o grecanico e/o chardonnay min. 75%; ammessi altri max. 25%
12
11
CHARDONNAY chardonnay min. 85%
10
11.5
Affinamento
Sicilia
Vini e vitigni
631
Sicilia
Vini e vitigni
632
Resa
Alcol
GRECANICO grecanico min. 85%
12
11
INZOLIA o ANSONICA inzolia o ansonica min. 85%
12
11
VENDEMMIA TARDIVA inzolia o ansonica e/o catarratto bianco lucido e/o sauvignon e/o chardonnay
5
15
ROSSO nero d’Avola e/o sangiovese e/o merlot e/o cabernet sauvignon e/o syrah min. 70%; ammessi altri max. 30%
12
11.5
CABERNET SAUVIGNON cabernet sauvignon min. 85%
10
12
MERLOT merlot min. 85%
12
12
NERO D’AVOLA nero d’Avola min. 85%
12
11.5
SANGIOVESE sangiovese min. 85%
12
11.5
SYRAH syrah min. 85%
12
11.5
12
11.5
(12.5 svolto)
Sottozona FEUDO DEI FIORI FEUDO DEI FIORI inzolia o ansonica e/o chardonnay min. 80%; ammessi altri max. 20%
Affinamento
Vini e vitigni
Resa
Alcol
Affinamento
12
12
12
Sottozona BONERA BONERA nero d’Avola e/o sangiovese e/o cabernet sauvignon e/o merlot e/o syrah min. 85%
Lasagne ai frutti di mare
Sicilia
A Menfi, nel 1965, su iniziativa di un gruppo di imprenditori locali è nata una cantina sociale che ora è una tra le più grandi d’Europa, riunisce circa 2400 soci e commercializza 400.000 hl di vino. Il primo intervento fu la selezione dei vigneti a più spiccata vocazione, denominati Mandrarossa, poi arrivarono quelli internazionali. In pratica, sulla costa sud-occidentale della Sicilia, in un’area che comprende quattro comuni affacciati sul mare, ora sono prodotti numerosi vini interessanti, ottenuti sia da vitigni tradizionali sia di recente introduzione. Particolarmente apprezzati sono il Rosso Riserva, il Vendemmia Tardiva e, soprattutto, il vino bianco della sottozona Feudo dei Fiori, ottenuto principalmente da inzolia e chardonnay, da abbinare a preparazioni a base di pesci, crostacei e molluschi, come antipasti, lasagne ai frutti di mare e pesci alla griglia e al forno. È molto valido anche il vino rosso della sottozona Bonera, frutto di un intelligente uvaggio di vitigni locali ed internazionali.
633
SAMBUCA DI SICILIA Decreto 11/07/2002 - G.U. 05/08/2002. Ha sostituito il Decreto 14/09/1995. Zona di produzione: comprende interamente il comune di Sambuca di Sicilia in provincia di Agrigento. La vinificazione è ammessa anche nel territorio dei comuni limitrofi e precisamente Bisacquino, Contessa Entellina e Giuliana, in provincia di Palermo; Caltabellotta, Menfi, Santa Margherita di Belice e Sciacca, in quella di Agrigento. Resa: max. 12 t/ha. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1 anno, Rossi 1-2. Altra tipologia - Riserva, il Rosso, Cabernet Sauvignon, Merlot, Nero dâ&#x20AC;&#x2122;Avola, Sangiovese e Syrah, con titolo alcolometrico minimo di 12.5% e affinamento almeno di 24 mesi.
Sicilia
Vini e vitigni
634
Alcol
BIANCO ansonica (inzolia o insolia) min. 50%
11
ANSONICA o INZOLIA o INSOLIA ansonica min. 85%
11
CHARDONNAY chardonnay min 85%
11
GRECANICO grecanico min. 85%
11
PASSITO ansonica (inzolia o insolia) min. 50%; ammessi grillo e sauvignon
16
ROSSO nero d'Avola min. 50%
12
ROSATO stessi del Rosso
11.5
Vini e vitigni
Alcol
CABERNET SAUVIGNON cabernet sauvignon min. 85%
12
MERLOT merlot min. 85%
12
NERO D’AVOLA nero d’Avola min. 85%
12
SANGIOVESE sangiovese min. 85%
12
SYRAH syrah min. 85%
12
Questa zona trae beneficio dal lago Arancio, invaso artificiale che dona la giusta umidità, senza “bagnare” troppo il terreno. Inoltre, sono stati fatti importanti investimenti con impianti a guyot e a cordone speronato, con densità di 5.000 ceppi/ha, con risultati apprezzabili per quanto riguarda la concentrazione nelle bucce dei componenti estrattivi. In questa zona si è deciso di investire sulle varietà autoctone, come il nero d’Avola, che in purezza o in uvaggio dà vini rossi di ottima qualità, e il catarratto lucido, che in collina è in grado di regalare vini bianchi di grande personalità.
Ma non si sono nemmeno trascurati i vitigni internazionali, che con l’ausilio di tecnologie aggiornate permettono la produzione di vini di pregio, in grado di migliorare con un adeguato affinamento in legno.
Sicilia
Quest’ultimo vitigno dà in genere vini di colore giallo paglierino intenso, profumo delicato e sapore sapido ma non particolarmente fresco, e per aumentare finezza e freschezza si ricorre a vendemmie un po’ anticipate.
635
SANTA MARGHERITA DI BELICE DOC riconosciuta con Decreto 09/01/1996 - G.U. 15/01/1996.
Sicilia
Zona di produzione: comprende il comune di Montevago e Santa Margherita di Belice, in provincia di Agrigento. La vinificazione è ammessa anche nel territorio dei comuni di Castelvetrano, Partanna, Poggioreale e Salaparuta, in provincia di Trapani; Contessa Entellina, in quella di Palermo; Menfi e Sambuca di Sicilia, in quella di Agrigento. Resa: max. 12 t/ha. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1 anno, Rossi 1-2.
636
Vini e vitigni
Alcol
BIANCO ansonica 30-50%; grecanico e/o catarratto bianco lucido 50-70%; ammessi altri max. 15%
10.5
ANSONICA ansonica min. 85%
10.5
CATARRATTO catarratto min. 85%
10.5
GRECANICO grecanico min. 85%
10.5
ROSSO nero d’Avola 20-50%; sangiovese e/o cabernet sauvignon 50/80%; ammessi altri max. 15%
11.5
NERO D’AVOLA nero d’Avola min. 85%
11.5
SANGIOVESE sangiovese min. 85%
11.5
Se si attraversa l’area del lago Arancio, un piccolo invaso artificiale, passando tra i profumi e i colori del giglio marino, dell’asfodelo, delle palme nane e degli uliveti, si incontrano i vigneti della valle del Belice, dove la viticoltura è una tradizione antichissima, presente fin dal V-III secolo a.C. Menfi, Santa Margherita del Belice, Sciacca, Sambuca di Sicilia e Contessa Entellina sono le DOC di questa zona, dove si possono trovare vini bianchi e rossi ottenuti da vitigni tipici del posto o di più recente introduzione, prodotti soprattutto da grandi cantine a fianco delle quali, però, alcune piccole realtà stanno operando per una produzione di alta qualità. Le tipologie offerte sono numerose, dai vini giovani e di pronta beva a quelli più strutturati e da affinare in botti di rovere. Il nero d’Avola, il vitigno a bacca nera più diffuso in Sicilia e sempre più spesso utilizzato come monovitigno, può dare vini dal colore rosso rubino intenso e profondo, che vira gradualmente verso sfumature granato, con un profumo ricco di sentori di spezie e sottobosco, oltre a un gusto complesso ed elegante. Questo vino si abbina molto bene con coniglio in agrodolce, testina di vitello al sugo e formaggi mediamente stagionati.
SCIACCA DOC riconosciuta con Decreto 05/06/1998 - G.U. 02/07/1998. Zona di produzione: comprende i comuni di Caltabellotta e Sciacca, in provincia di Agrigento. RISERVA RAYANA: prevede una zona più ristretta. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1 anno, Rossi 1-3. Altra tipologia
Resa Alcol
BIANCO inzolia e/o grecanico e/o catarratto lucido e/o chardonnay min. 70%
12
10.5
CHARDONNAY chardonnay min. 85%
12
11.5
Affinamento
Sicilia
Vini e vitigni
637
Vini e vitigni
Altra tipologia
Resa
Alcol
GRECANICO grecanico min. 85%
12
10
INZOLIA inzolia min. 85%
12
10.5
RISERVA RAYANA catarratto lucido e/o inzolia min. 80%
10
13.5
ROSSO merlot e/o cabernet sauvignon e/o nero d’Avola e/o sangiovese min. 70%
12
11.5
10
12.5
ROSATO stessi del Rosso o con produzione contemporanea di mosto di uve bianche e rosse previste per il Bianco e il Rosso
12
10.5
CABERNET SAUVIGNON cabernet sauvignon min. 85%
12
12
MERLOT merlot min. 85%
12
12
NERO D’AVOLA nero d’Avola min. 85%
12
11.5
SANGIOVESE sangiovese min. 85%
12
11.5
Sicilia
RISERVA
638
Affinamento
24
24
Sciacca, Mazara del Vallo, Agrigento e Menfi, sono le tappe fondamentali della Strada dell’inzolia o ansonica, vitigno a bacca bianca autoctono presente in quasi tutti i vini siciliani di pregio, grazie ai suoi profumi e caratteri gentili, che di recente ha vissuto una notevole rivalutazione anche per l’impiego in produzioni come monovitigno.
CONTEA DI SCLAFANI DOC riconosciuta con Decreto 21/08/1996 - G.U. 29/08/1996.
Vini e vitigni
Resa
Alcol
BIANCO catarratti e/o insolia (ansonica) e/o grecanico min. 50%;
12
10.5
ANSONICA o INSOLIA ansonica min. 85%
12
10.5
CATARRATTO catarratti min. 85%
12
10.5
CHARDONNAY chardonnay min. 85%
10
10.5
GRECANICO grecanico min. 85%
12
10.5
Sicilia
Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Alia, Caltavuturo, Sclafani Bagni, Valledolmo e parte di Aliminusa, Castellana Sicula, Castronuovo di Sicilia, Cerda, Montemaggiore Belsito, Petralia Sottana e Polizzi Generosa, in provincia di Palermo; interamente i comuni di Vallelunga Pratameno e Villalba, in quella di Caltanissetta; parte del comune di Cammarata, in quella di Agrigento. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1-2 anni, Rossi 3-4. Altre tipologie - Il Bianco e con menzione del vitigno a bacca bianca: Dolce, con titolo alcolometrico minimo di 11% (5.5 svolto); Vendemmia Tardiva Dolce, con resa max. di 8 t/ha, titolo alcolometrico minimo di 18% (5.5 svolto) e affinamento almeno di 18 mesi; Spumante, previsto anche per il Rosato, con titolo alcolometrico minimo di 11.5%. Novello, il Rosso, con titolo alcolometrico minimo di 11%, e per tutti i vini con menzione del vitigno a bacca rossa, ma con titolo alcolometrico di 10.5%. Riserva, tutti i Rossi (escluso il Nerello Mascalese), con titolo alcolometrico minimo di 12% e affinamento almeno di 24 mesi.
639
Sicilia
Vini e vitigni
640
Resa
Alcol
GRILLO grillo min. 85%
12
10.5
PINOT BIANCO pinot bianco min. 85%
10
10.5
SAUVIGNON sauvignon min. 85%
10
10.5
ROSSO nero d’Avola e/o perricone min. 50%
10
11
ROSATO nerello mascalese min. 50%
11
10.5
CABERNET SAUVIGNON cabernet sauvignon min. 85%
10
11
MERLOT merlot min. 85%
10
11
NERELLO MASCALESE nerello mascalese min. 85%
11
11
NERO D’AVOLA o CALABRESE nero d’Avola o calabrese min. 85%
10
11
PERRICONE perricone min. 85%
10
11
PINOT NERO pinot nero min. 85%
10
11
SANGIOVESE sangiovese min. 85%
10
11
SYRAH syrah min. 85%
10
11
Pasticci di anatra in crosta
Quanti vini in questa DOC, e che diversificazione di vitigni, dai più tradizionali agli internazionali, elaborati in tante tipologie. Si passa dai Secchi ai Dolci, dagli Spumanti ai Vendemmia Tardiva, dai Novelli ai Riserva. Anche in questa denominazione si trova un Rosso a base nero d’Avola (o calabrese), con aggiunte di cabernet sauvignon, con un bel colore rubino intenso, profumi che ricordano la cannella e la vaniglia - l’affinamento per sei mesi in botte di rovere non può non lasciare traccia - e particolarmente morbido, che si abbina piacevolmente con preparazioni a base di carne della cucina locale, ma anche con piatti più raffinati, come il pasticcio di anatra in crosta.
RIESI Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Butera, Mazzarino e Riesi, in provincia di Caltanissetta. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1-2 anni, Rossi 2-3. Altre tipologie - Novello, il Rosso, ottenuto almeno con il 40% di macerazione carbonica e titolo alcolometrico minimo di 11.5%. Spumante, il Bianco, con titolo alcolometrico minimo di 10.5%.
Sicilia
Decreto 20/05/2009 - G.U. 15/06/2009. Ha sostituito il Decreto 23/07/2001.
641
Sicilia
Vini e vitigni
642
Altre tipologie
Resa Alcol
Affinamento
BIANCO - ansonica (o insolia) 13 e/o chardonnay min. 75%; ammessi altri max. 25% VENDEMMIA TARDIVA 7
11
3
8+10
24
CHARDONNAY - chardonnay min. 85%
10
11,5
3
INSOLIA - insolia min. 85%
11
11
3
ROSATO - calabrese (o nero d’Avola) 50-75%, nerello mascalese e/o cabernet sauvignon 25-50%; ammessi altri max. 25%
12
11
3
ROSSO - calabrese (o nero d’Avola) e/o cabernet sauvignon min. 80%; ammessi altri max. 20%
11
11.5
5
SUPERIORE - calabrese (o nero d’Avola) min. 85% RISERVA
9 9
13 13
24 36
CABERNET SAUVIGNON cabernet sauvignon min. 85%
10
12
5
MERLOT merlot min. 85%
10
12
5
NERO D’AVOLA nero d’Avola min. 85%
10
11.5
5
SYRAH syrah min. 85%
10
12
5
La DOC Riesi, nata nella scia del nuovo risorgimento vitivinicolo siciliano, è un altro tassello di crescita qualitativa e nello stesso tempo uno stimolo sulla strada della selezione e della ricerca del giusto terroir e delle migliori tecniche di vinificazione. Il Riesi Rosso Superiore si presenta con un colore rosso impenetrabile, un profumo complesso con sentori di prugne essiccate, ciliegie sotto spirito, peperone cotto e note balsamiche e minerali. Al gusto è caratterizzato da tannicità, strut-
tura e persistenza, da provare in abbinamento con pernice in salsa di ciliegie, spiedo di quaglie e arrosto di capretto. Il Riesi Bianco si abbina molto bene con piatti di pesce, come gli spiedini di pesce spada e pomodori.
FARO DOC riconosciuta con D.P.R. 03/12/1976 - G.U. 04/03/1977. Zona di produzione: comprende il comune di Messina. Resa: max. 10 t/ha. Vitigni: nerello mascalese 45-60%; nerello cappuccio 15-30%; nocera 5-10%; ammessi calabrese, montonico e sangiovese max. 15%. Titolo alcolometrico minimo: 12%. Affinamento: minimo 12 mesi. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-2 anni. Ancora un vino prodotto in una zona dalle origini antichissime, famosa per gli scambi commerciali già sotto i Fenici, situata sopra lo stretto di Messina e dove la vitivinicoltura risale all’età micenea. Conferme di tutto questo arrivano da alcune monete trovate a Naxos e a Lipari, risalenti al VI-IV secolo a.C.
Il vino si presenta di colore rosso rubino molto concentrato con sfumature vivaci. All’olfatto denota una decisa complessità di profumi che spaziano dal fruttato di frutta matura rossa e nera, fino a note di confettura, per sfumare nello speziato. Il gusto è disposto su una struttura calda ed avvolgente, con tannini morbidi e vellutati, doti che lo rendono ottimo in abbinamento con pollo alla cacciatora con melanzane, montone al forno, capretto alla messinese e formaggi stagionati.
Sicilia
Nel 1848 la coltivazione della vite si estendeva fino a 18.000 ettari, per arrivare alla fine dell’800 a 40.000 ha, poi, anche qui, la fillossera colpì duramente, con un conseguente calo della produzione, e nel 1985 si contavano solo 5.700 ha di vigneti. Purtroppo, la caduta si è ulteriormente accentuata, nel 2008 sono stati prodotti solo 322 hl di vino e soltanto otto aziende hanno denunciato la produzione con una superficie a vigneto di nove ettari.
643
MALVASIA DELLE LIPARI DOC riconosciuta con D.P.R. 20/09/1973 - G.U. 30/01/1974. Zona di produzione: comprende l’arcipelago delle isole Eolie o Lipari (Alicudi, Filicudi, Lipari, Panarea, Salina, Stromboli e Vulcano), ma particolarmente Salina e Stromboli, in provincia di Messina. Resa: max. 9 t/ha. Vitigni: malvasia di Lipari max. 95%; corinto nero 5-8%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 2-5 anni. Altre tipologie - Passito o Dolce Naturale e Liquoroso, con un residuo in zuccheri naturali non inferiore al 6%. Vini
Alcol
DOLCE
8+3.5
PASSITO o DOLCE NATURALE
Sicilia
LIQUOROSO
644
Affinamento
18
7
16+4
6
Questo vino è uno dei più antichi di Sicilia, già noto nel I secolo a.C., anche se la nascita della viticoltura nelle Eolie è molto più remota. Monete del IV secolo a.C. ritrovate a Lipari hanno l’immagine di un tralcio di vite, di un grappolo d’uva o del dio Efesto nell’atto di innalzare il Kantaros sacro a Dioniso. Le uve, da sempre, vengono raccolte a completa maturazione o addirittura sovramature, e poi lasciate appassire al sole per 10-15 giorni su graticci. Dopo questo periodo l’uva viene passata al torchio a trave, da cui si ricava un mosto molto ricco che viene fatto fermentare in piccole botti. Il vino si presenta di straordinario impatto, con un colore che sfuma dal giallo oro all’ambrato. Il profumo esprime eleganza e complessità, ricco di sentori salmastri, di rosmarino, albicocche e fichi secchi, frutta secca, buccia d’arancia candita, confettura di frutta a polpa gialla, cannella e miele di eucalipto e castagno. Il gusto è dolce e morbido, ben equilibrato dalla gradevole sapidità e caratterizzato da persistenti note aromatiche, che lo rendono adatto all’abbinamento con scorzette di arance candite, dolci secchi alle nocciole e alle mandorle, mostaccioli messinesi e cannoli.
MAMERTINO DI MILAZZO o MAMERTINO DOC riconosciuta con Decreto 03/09/2004 - G.U. 11/09/2004. Zona di produzione: comprende 31 comuni, in provincia di Messina. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1-2 anni, Rossi 2-3, Riserva 4-5. Altre tipologie
Resa Alcol
BIANCO grillo e ansonica o inzolia, insieme minimo 35% e con almeno il 10% per ogni vitigno, catarratti minimo 45%; ammessi altri a bacca bianca max. 20% RISERVA
11
11.5
9
13
GRILLO-ANSONICA o GRILLO-INZOLIA o viceversa grillo e ansonica o inzolia 100%, uno almeno il 20%
11
11
ROSSO calabrese o nero d’Avola minimo 60%; nocera minimo 10%; ammessi altri a bacca rossa max. 30% RISERVA
10
12.5
10
13
CALABRESE o NERO D’AVOLA calabrese, minimo 85%
10
12.5
10
13
RISERVA
Affinamento
24
24
24
La nuova DOC siciliana, Mamertino o Mamertino di Milazzo, vuol far rivivere uno dei vini più antichi di tutti i tempi. Il vitigno originario, il mamertinum, fu impiantato nel 289 a.C. dagli antichi Mamertini, mercenari del tiranno Agatocle di Siracusa, che conquistarono allora il messinese. Nel “De Bello Gallico” Giulio Cesare lo citò più volte, e lo offrì al popolo di Roma per festeggiare il suo terzo consolato. Il Mamertino, probabilmente un vino bianco molto dolce, fu classificato quarto, da Plinio, tra 195 altri vini.
Sicilia
Vini e vitigni
645
ETNA DOC riconosciuta con D.P.R. 11/08/1968 - G.U. 25/09/1968. Zona di produzione: comprende i comuni di Acireale, Aci Sant’Antonio, Belpasso, Biancavilla, Castiglione di Sicilia, Giarre, Linguaglossa, Mascali, Milo, Nicolosi, Paternò, Pedara, Piedimonte Etneo, Randazzo, Sant’Alfio, Santa Maria di Licodia, Santa Venerina, Trecastagni, Viagrande e Zafferana Etnea, tutti in provincia di Catania. ETNA BIANCO SUPERIORE: comprende il comune di Milo. Resa: max. 9 t/ha. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1-2 anni, Rossi 3-5.
Sicilia
Vini e vitigni
646
Alcol
BIANCO carricante min. 60%; catarratto bianco comune o lucido max. 40%; ammessi trebbiano toscano, minnella bianca ed altri max. 15%
11.5
BIANCO SUPERIORE carricante min. 80%; ammessi catarratto, minnella ed altri max. 20%
12
ROSSO nerello mascalese min. 80%; nerello mantellato (nerello cappuccio) max. 20% ROSATO nerello mascalese min. 80%; nerello mantellato (nerello cappuccio) 10-20%; ammessi altri max. 10%
12.5
12.5
Sarde a beccafico alla catanese
Sicilia
La zona di produzione di questi vini è dominata dall’imponenza dell’Etna, la cui potenza è ricordata in modo costante dalla colata lavica sulla quale generazioni di viticoltori hanno coltivato la vite su terrazze. Anche il microclima è unico, con grandi sbalzi di temperatura, e il terreno è molto ricco di sali minerali. Percorrere la Strada del vino dell’Etna è sicuramente il modo più originale per conoscere questa zona. I vigneti, fatto davvero straordinario, riescono a spingersi sul fianco del vulcano fino a 1.300 m. I vitigni sono quelli tradizionali, e in questa DOC non si assiste al dilagare di quelli d’importazione. Ma non è detto che sarà sempre così, perché importanti enologi stanno pensando di sfruttare la grande potenzialità del clima e della terra del vulcano più alto d’Europa, per la coltivazione di vitigni internazionali. E si pensa soprattutto al pinot nero. Carricante e catarratto bianco sono i vitigni a bacca bianca più diffusi e dai quali si ottengono, in genere, vini di pronta beva, da consumare con i piatti tradizionali della cucina di mare, come le sarde a beccafico. Il catarratto bianco, in particolare, regala profumi delicati di pesca, zagara e gelsomino, morbidezza sostenuta da una decisa acidità, e proprio per questa sua caratteristica è spesso usato in uvaggio con vitigni che, al contrario, non sono in grado di dare sufficiente freschezza gustativa. Il nerello mascalese è un vitigno che origina vini di colore rosso rubino e dal profumo vinoso, con buona freschezza e discreta struttura, spesso adatti anche ad un moderato affinamento, grazie al quale assumono caratteri più importanti.
647
VITTORIA DOC riconosciuta con un Decreto 13/09/2005 - G.U. 26/09/2005. Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Vittoria, Comiso, Acate, Chiaramonte Gulfi, Santa Croce Camerina e parte di Ragusa, in provincia di Ragusa; parte di Niscemi, Gela, Riesi, Butera e Mazzarino, in quella di Caltanissetta e parte di Caltagirone, Licodia Eubea e Mazzarrone, in quella di Catania. Resa: max. 10 t/ha. Epoca migliore per il consumo: Ansonica e Novello entro l’anno, Rossi 2-3.
Sicilia
Vini e vitigni
648
Alcol
Affinamento
ANSONICA o INZOLIA o INSOLIA inzolia min. 85%
11.5
ROSSO calabrese o nero d’Avola 50-70% e frappato 30-50%
12
5
CALABRESE o NERO D’AVOLA nero d’Avola min. 85%
12
7
FRAPPATO frappato min. 85%
12
NOVELLO calabrese o nero d’Avola e/o frappato, min. 80%
11.5
La zona di produzione della DOC Vittoria è la stessa del Cerasuolo di Vittoria DOCG. Per gli impianti esistenti o realizzati dopo l’approvazione del presente disciplinare, sono ammesse solo le forme d’allevamento a spalliera semplice o ad alberello. Per i vigneti piantati dopo l’approvazione del presente disciplinare, sono previsti almeno 4.000 ceppi per ettaro. In pratica questa è la DOC di ricaduta della DOCG Cerasuolo di Vittoria, chiamata semplicemente Vittoria, che può anche valorizzare il frappato e l’inzolia, direttamente come vitigni, indicandoli espressamente in etichetta, così come è previsto per il Nero d’Avola, oltre al Rosso e alla tipologia Novello.
ELORO DOC riconosciuta con D.M. 03/10/1994 - G.U. 11/10/1994. Zona di produzione: comprende il comune di Ispica, in provincia di Ragusa; Noto, Pachino, Portopalo di Capo Passero e Rosolini, in quella di Siracusa. Sottozona PACHINO: comprende parte di Pachino e Noto. Resa: max. 11 t/ha. Affinamento: minimo 5 mesi per il Pachino. Epoca migliore per il consumo: Rosati mediamente 1 anno, Rossi 1-3. Altra tipologia – Riserva, il Pachino, con titolo alcolometrico minimo di 12.5% e affinamento almeno fino al 15 ottobre del secondo anno dalla vendemmia (quasi 2 anni), di cui almeno 6 mesi in botti di legno. Alcol
ROSSO nero d’Avola e/o frappato e/o pignatello min. 90%
12
ROSATO stessi del Rosso
11.5
FRAPPATO frappato min. 90%
12
NERO D’AVOLA nero d’Avola min. 90%
12
PIGNATELLO pignatello min. 90%
12
Sottozona PACHINO PACHINO nero d’Avola min. 80%; frappato e/o pignatello per la differenza
12.5
Sicilia
Vini e vitigni
649
Eloro (Elorus) era il nome nell’antichità dell’attuale fiume Pellaro, che scorre nella piana di Noto. È una denominazione dominata dai vitigni locali a bacca rossa, dove il nero d’Avola e anche il frappato danno buoni risultati, soprattutto nella versione Riserva della sottozona Pachino. Il vino presenta un bel colore rosso rubino e buona consistenza. Il profumo intenso si apre con sentori di frutta matura, amarena, ciliegia e lampone, accompagnata da note minerali, di fiori ed erba appena tagliata. Al gusto è immediato, grazie alla discreta freschezza, al tannino vellutato e alla decisa nota pseudocalorica. Molto buona la persistenza gusto-olfattiva, con un fin di bocca che lascia piacevoli note di rabarbaro e liquirizia. Ideale l’abbinamento a tavola con tagliolini al ragù d’agnello, polpettone, falsomagro, fagiano alla crema e anatra in casseruola.
NOTO Decreto 02/01/2008 - G.U. 16/01/2008. Ha sostituito il D.P.R. 14/03/1974.
Sicilia
Zona di produzione: comprende i comuni di Avola, Noto, Pachino e Rosolini, in provincia di Siracusa. Affinamento: Liquoroso, minimo 5 mesi dall’alcolizzazione. Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1-2 anni, Rossi 2-3.
650
Vini e vitigni
Resa
Alcol
MOSCATO DI NOTO - moscato bianco
12.5
9.5+2
MOSCATO DI NOTO SPUMANTE - moscato bianco
12.5
8+5
MOSCATO DI NOTO LIQUOROSO - moscato bianco
12.5
15+6
MOSCATO PASSITO DI NOTO o PASSITO DI NOTO moscato bianco
12.5
9.5+8.5
NOTO ROSSO - nero d’Avola min. 65%
12
12.5
NOTO NERO D’AVOLA - nero d’Avola min. 85%
11
13
Poco più di mezzo secolo fa, nella Cantina Sperimentale di Noto, è nato questo Moscato, prodotto in quantità limitata, con l’obiettivo di ottenere un vino da bersi giovane, fine e delicato, senza la complessità dovuta all’invecchiamento del Moscato di Siracusa. E, infatti, la caratteristica particolare di questo Moscato è proprio quella di essere imbottigliato a meno di un anno dalla vendemmia. Il colore è giallo paglierino intenso tendente al dorato, con sentori di miele, agrumi, fichi e vaniglia, con piacevoli e dolci percezioni gustative che lo rendono adatto all’abbinamento con torta di ricotta e pasticceria secca. Ed ora, con la recente proposta di modifica del disciplinare di produzione, si vuole valorizzare anche il vitigno nero d’Avola che tante soddisfazioni ha già dato nel territorio regionale.
MOSCATO DI SIRACUSA DOC riconosciuta con D.P.R. 26/06/1973 - G.U. 06/12/1973.
Secondo alcuni studiosi, e tra questi il più convinto è lo storiografo ed enologo Saverio Landolina Nava, questo vino è il più antico d’Italia. Secondo la sua teoria, il Moscato di Siracusa corrisponde al Pollio siracusano, vino ottenuto dall’uva biblia che fu introdotta a Siracusa da Pollis, tiranno della città per molto tempo. Nell’Ottocento, molto vino con etichetta Moscato di Siracusa veniva venduto in tutto il mondo, anche se di quest’ultimo non ve ne era traccia. Un dato è certo: nel 1900, all’Esposizione di Parigi, due “Moscato di Siracusa” furono premiati. Poi, per un lungo periodo, non venne nemmeno più prodotto, rischiando l’estinzione.
Sicilia
Zona di produzione: comprende il comune di Siracusa. Resa: max. 7.5 t/ha. Vitigni: moscato bianco (moscato giallo o moscatello giallo). Titolo alcolometrico minimo: 14+2.5%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-2 anni.
651
MOSCATO DI PANTELLERIA, PASSITO DI PANTELLERIA E PANTELLERIA
DOC riconosciuta con D.P.R. 11/08/1971 - G.U. 22/09/1971. Modifica con D.M. 11/08/1992 - G.U. 20/08/1992 e Decreto 27/09/2000 - G.U. 06/10/2000. Zona di produzione: comprende l’isola di Pantelleria, in provincia di Trapani. Resa: max. 10 t/ha. Vitigni: zibibbo; il Pantelleria Bianco zibibbo min. 85%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-2 anni. Il Pantelleria Zibibbo Dolce è immesso al consumo con una pressione massima di 1.7 bar. ll Moscato di Pantelleria e Passito di Pantelleria possono riportare in etichetta la frase “vino ottenuto da uve secche al sole”.
Vini
Altra tipologia
MOSCATO DI PANTELLERIA
Alcol
Affinamento
15 (11 svolto)
PASSITO DI PANTELLERIA
20
8
(14 svolto)
PANTELLERIA MOSCATO LIQUOROSO
21 (15 svolto)
PANTELLERIA MOSCATO DORATO
21.5 (15.5 svolto)
PANTELLERIA MOSCATO SPUMANTE
12 (6 svolto)
Sicilia
PANTELLERIA PASSITO LIQUOROSO
652
22 (15 svolto)
PANTELLERIA ZIBIBBO DOLCE
10 (2/3 svolto)
PANTELLERIA BIANCO FRIZZANTE
11.5 11.5
3
Sicilia
Questo vino appartiene alla leggenda della dea Tanit che, invaghitasi di Apollo e volendone attirare l’attenzione, si finse coppiera dell’Olimpo. Qui sostituì l’ambrosia, bevanda degli dei, con il nettare proveniente da quest’isola, riuscendo a conquistare l’amore di Apollo. Ma solo nel 1883 questo vino ha iniziato ad essere conosciuto al di fuori dei confini dell’isola e, presente nel listino di una famosa casa vinicola siciliana, fu premiato nel 1900 a Parigi, e nel 1936 fu inserito tra i vini tipici italiani. Sono state molte le popolazioni che hanno abitato e lasciato testimonianze in questa piccola isola di origine vulcanica ricca di pomice, con la caratteristica forma di una tartaruga. Fra i segni più importanti e costanti si trovano i tipici dammusi, costruzioni a pianta rettangolare e con i tetti a cupola. Eredi di costruzioni funebri risalenti a circa 5.000 anni fa, analoghe ai thòlos di origine greca, sono lì a confermare uno stretto legame e molte analogie con la civiltà e la viticoltura di alcune isole greche, a partire dal clima per arrivare al terreno, alle uve e ai sistemi di coltivazione. È il profumato ed aromatico zibibbo il vitigno dal quale si ottiene questo vino pregiato, ed è una sua peculiarità quella di essere coltivato dentro profonde buche scavate nel terreno vulcanico, in modo da assorbire la rara pioggia e l’umidità della notte, ma anche per difendersi dalla salsedine e dall’aggressione dei venti torridi provenienti dall’Africa. I vigneti panteschi sono allevati ad alberello molto basso “a paniere”, addirittura strisciante su una conca, con una densità di 2.500 ceppi/ha, ed una resa che si aggira sulle 3 t/ha, pari ad una produzione di 1-2 kg/ceppo. L’uva è già matura ad agosto, ma è vendemmiata a settembre, quando ogni acino ha concentrato al meglio il contenuto zuccherino e di tutte le altre sostanze estrattive. Dopo la vendemmia, i grappoli sono lasciati appassire su stuoie per un certo periodo, ed il loro contenuto si impreziosisce sempre più. Il Passito di Pantelleria ha un colore caldo e dorato con intensi toni ambrati, aromi ampi ed eterei, tra i quali emergono sentori di datteri, fichi secchi, arancia candita, miele, zagare e confettura di albicocche. Il sapore è eccezionale, intenso e persistente, con un ottimo equilibrio fra dolcezza, morbidezza e piacevole freschezza, supportate da una gradevole sapidità. Piacevole da solo, come vino da conversazione, è splendido se accompagnato a formaggi erborinati e piccanti o, più tradizionalmente, alla pasticceria siciliana o secca di ogni tipo, biscottini e dolcetti al cioccolato, e a dolci anche speziati.
653
Sardegna
Sardegna
ZONE DI PRODUZIONE DEI VINI DOCG E DOC
La Maddalena Isola Asinara
Gallura
3
1
as
Porto Sorso Sennori Torres
in
gh Co
4
Olbia Tempio Pausania
SASSARI Alghero Ti
rso
2
5
Orosei
NUORO
Bosa
Oliena
7 8
Sorgono Arbatax
ORISTANO
6
Arborea
12
LĂ coni Jerzu
Terralba
9
11 Mannu
Iglesias
10
Fl u me nd osa
CAGLIARI
Capo Ferrato Villasimius
Isola di S. Pietro Carbonia Sulcis
1 2
Teulada
Vermentino di Gallura DOCG Cannonau di Sardegna Monica di Sardegna Moscato di Sardegna Vermentino di Sardegna Sardegna Semidano
3
Alghero
7
Mandrolisai
4
Moscato di Sorso-Sennori
8
Vernaccia di Oristano
5
Malvasia di Bosa
9
Campidano di Terralba
6
Arborea
10
Carignano del Sulcis
11
12
Girò di Cagliari Malvasia di Cagliari Monica di Cagliari Moscato di Cagliari Nasco di Cagliari
Sardegna
Isola di S. Antioco
Nuragus di Cagliari
655
Vitigni idonei alla coltivazione in regione A bacca bianca, tra i più coltivati: nuragus, vermentino, manzoni bianco, vernaccia di Oristano, moscato bianco e malvasia di Sardegna. Gli altri: albaranzeuli bianco, ansonica, arneis, arvesiniadu, biancolella, chardonnay, clairette, cortese, falanghina, fiano, forastera, garganega, greco, malvasia bianca di Candia, malvasia istriana, müller thurgau, nasco, pinot bianco, retagliado bianco, riesling, riesling italico, sauvignon, semidano, sylvaner verde, tocai friulano, torbato, trebbiano romagnolo, trebbiano toscano, verdicchio bianco, verduzzo friulano e vernaccia di San Gimignano. A bacca grigia/rosa: pinot grigio e traminer aromatico. A bacca rossa, tra i più coltivati: cannonau, monica, carignano, pascale, sangiovese, bovale, bovale grande, nieddu mannu, girò, barbera sarda, cagnulari e nebbiolo. Gli altri: aglianico, albaranzeuli nero, aleatico, alicante, alicante bouschet, ancellotta, barbera, bombino nero, cabernet franc, cabernet sauvignon, caddiu, calabrese, canaiolo nero, caricagiola, croatina, dolcetto, gaglioppo, greco nero, malbech, malvasia, marzemino, merlot, montepulciano, nieddera, pinot nero, primitivo, refosco dal peduncolo rosso, syrah, teroldego e tocai rosso.
Sardegna
I vini della Sardegna
656
DOCG: Vermentino di Gallura. DOC: Alghero, Arborea, Campidano di Terralba o Terralba, Cannonau di Sardegna, Carignano del Sulcis, Girò di Cagliari, Malvasia di Bosa, Malvasia di Cagliari, Mandrolisai, Monica di Cagliari, Monica di Sardegna, Moscato di Cagliari, Moscato di Sardegna, Moscato di Sorso-Sennori o Moscato di Sorso o Moscato di Sennori, Nasco di Cagliari, Nuragus di Cagliari, Sardegna Semidano, Vermentino di Sardegna, Vernaccia di Oristano. Tutti i VQPRD menzionati, tranne quelli che prevedono già nella denominazione il nome dell’isola, possono essere preceduti in etichetta dall’indicazione geografica “Sardegna”. IGT: Barbagia, Colli del Limbara, Isola dei Nuraghi, Marmilla, Nurra, Ogliastra, Parteolla, Planargia, Provincia di Nuoro, Romangia, Sibiola, Tharros, Trexenta, Valle del Tirso, Valli di Porto Pino.
I VQPRD
VERMENTINO DI GALLURA DOCG riconosciuta con Decreto 11/09/1996 - G.U. 20/09/1996.
Il Vermentino di Gallura, unico vino in Sardegna a denominazione di origine controllata e garantita, viene prodotto da uve coltivate in una zona molto vasta, in quella parte settentrionale dell’isola famosissima per le sue incantevoli coste, che va dal golfo di Olbia al corso del fiume Coghinas, con capoluogo storico a Tempio Pausania. Il vermentino è stato impiantato in Gallura negli ultimi decenni dell’800, in una terra arida e non adattabile alle più comuni coltivazioni agricole, battuta dal tremendo maestrale. Ma proprio in questo ambiente ha trovato un terroir perfetto per dare vini di buona personalità e struttura, grazie alla particolare conformazione del terreno, che ha un substrato di natura granitica, povero e magro. I vigneti sono coltivati al di sotto dei 500 m, con impianti di circa 3.250 ceppi/ha e
Sardegna
Zona di produzione: comprende i comuni di Aggius, Aglientu, Arzachena, Badesi, Berchidda, Bortigiadas, Calangianus, Golfo Aranci, Loiri Porto San Paolo, Luogosanto, Luras, Monti, Olbia, Oschiri, Palau, Sant’Antonio di Gallura, Santa Teresa Gallura, Telti, Tempio Pausania, Trinità d’Agultu e Vignola e Viddalba, in provincia di Sassari; Budoni e San Teodoro, in quella di Nuoro. Resa: max. 10 t/ha. Vitigni: vermentino min. 95%. Titolo alcolometrico minimo: 12%. Affinamento: minimo fino al 15 gennaio successivo alla vendemmia. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-2 anni. Altra tipologia - Superiore, con resa max. di 9 t/ha e titolo alcolometrico minimo di 13%.
657
Sardegna
una resa di tre kg/ceppo; le viti sono allevate con il tradizionale alberello o con il più moderno sistema a spalliera. Fermentazione ed affinamento si svolgono normalmente in acciaio, ma non mancano produttori che inseriscono un leggero apporto della barrique. Il vino è in genere di colore giallo paglierino luminoso, con sfumature tendenti al verdolino. I profumi sono di media intensità e presentano sentori vegetali che ricordano la macchia mediterranea, con note di frutta matura a polpa bianca. In bocca esprime buona morbidezza, acidità non spiccata, ed una notevole persistenza gusto-olfattiva con finale ammandorlato. Il Vermentino di Gallura si abbina perfettamente con piatti di pesce anche piuttosto elaborati, ostriche, aragosta alla catalana, astice in salsa, zuppa di arselle, suppa quata, spigola allo zafferano con favette fresche, fave stufate, pecorino sardo fresco. Ed è da provare sul maialino, piatto tipico della regione.
658
Astice in salsa
SOTTOZONE DI PRODUZIONE DEI VINI DOC
La Maddalena
5 Isola Asinara
Tempio Pausania
as in
Sorso
Olbia
gh Co
Porto Torres
Gallura
Sennori
SASSARI
Ti rs
o
Alghero
Orosei
NUORO
Bosa
Oliena
1
Sorgono Arbatax
ORISTANO
LĂ coni
Arborea Terralba
2
Jerzu
Mogoro Mannu
Flu me n
Isola di S. Pietro
Isola di S. Antioco
Sottozone Cannonau di Sardegna:
1
Oliena o Nepente di Oliena
2
Jerzu
3
Capo Ferrato
Iglesias
CAGLIARI
Carbonia Sulcis
3 do
sa
Capo Ferrato Villasimius
Teulada
Sottozona Sardegna Semidano:
4
Mogoro
Sottozona Moscato di Sardegna:
5
Tempio Pausania o Tempio o Gallura
Sardegna
4
659
CANNONAU DI SARDEGNA D.M. 05/11/1992 - G.U. 18/11/1992. Ha sostituito il D.P.R. 21/07/1972. Zona di produzione: comprende tutto il territorio della Sardegna. Sottozone OLIENA o NEPENTE DI OLIENA: comprende il comune di Oliena e parte di Orgosolo, in provincia di Nuoro. CAPO FERRATO: comprende i comuni di Castiadas, Muravera, San Vito, Villaputzu e Villasimius, in provincia di Cagliari. JERZU: comprende i comuni di Cardedu e Jerzu, in provincia di Nuoro. Resa: max. 11 t/ha. Vitigni: cannonau min. 90%. Epoca migliore per il consumo: Rosati mediamente 1-2 anni, Rossi 2-4. Vini
Alcol
Affinamento
ROSSO
12.5
4
13
25
LIQUOROSO SECCO
18+1
10
LIQUOROSO DOLCE NATURALE
16+3
10
ROSATO
12.5
4
Sardegna
ROSSO RISERVA
660
Da quasi tre secoli il Cannonau rappresenta il vino rosso più importante della Sardegna, l’unico davvero conosciuto al di fuori dell’isola. L’origine del vitigno da cui si ottiene sembra essere spagnola. I dominatori portarono con sé il loro alicante, maggiormente nella provincia di Nuoro, nell’Ogliastra, a Baronia, nella zona della Barbagia, in provincia di Cagliari, nel Sarrabus e nell’Anglona in provincia di Sassari. In ogni zona il vino ottenuto è diverso, perché differenti sono i microclimi ed i sistemi di allevamento. A Nuoro, per esempio, il sistema più diffuso è l’alberello e le rese sono assai basse, garanzia di vino di qualità. Il Cannonau di Sardegna si presenta con un colore rubino con riflessi violacei in gioventù e profumi intensi e vinosi, particolarmente fruttati con sentori di prugne e more. Questo vitigno determina una media struttura, che lo rende
adatto anche alla produzione di vini rosati, con delicati profumi fruttati. Il Cannonau può anche essere sottoposto ad affinamento, e la tipologia Riserva presenta un colore rosso con riflessi granato. Caratteri di maggior struttura e complessità lo rendono adatto ad essere abbinato con piatti di carni rosse speziate, brasati, coniglio alle noci, stufato d’agnello alle cipolle e al finocchio, porceddu allo spiedo, cinghiale al vino, lepre alla sarda, pecorino sardo stagionato e piatti della cucina tradizionale dell’Ogliastra, da gustare in modo particolare se ci si trova dalle parti di Jerzu, durante la sagra del Cannonau, la prima domenica di agosto.
DOC riconosciuta con D.P.R. 01/09/1972 - G.U. 28/11/1972. Modifica con D.P.R. 22/06/1987 - G.U. 24/12/1987. Zona di produzione: comprende tutto il territorio della Sardegna. Resa: max. 15 t/ha. Vitigni: monica min. 85%. Titolo alcolometrico minimo: 11%. Affinamento: minimo 5 mesi. Epoca migliore per il consumo: mediamente 3-4 anni. Tipologie - Rosso, Rosso Superiore (solo Secco fermo), con titolo alcolometrico minimo di 12.5% e affinamento almeno di 10 mesi. Frizzante Secco e Frizzante Amabile.
Sardegna
MONICA DI SARDEGNA
661
Il monica è il vitigno da cui si ottiene questo vino di colore rosso rubino intenso, profumo spiccato e vinoso, di media struttura e contenuta acidità; è usato anche in uvaggio per determinare morbidezza e discreta predisposizione a un breve affinamento. È un vino rosso che si abbina adeguatamente con piatti della tradizione come favata, stufato di maiale con fagioli o fave, gallina con il mirto e sa corda di trippa, da gustare con il buonissimo pane sardo.
Sardegna
MOSCATO DI SARDEGNA - SPUMANTE
662
DOC riconosciuta con D.P.R. 13/12/1979 - G.U. 02/06/1980. Zona di produzione: comprende tutto il territorio della Sardegna. Sottozona TEMPIO PAUSANIA o TEMPIO o GALLURA: comprende il comprensorio della Gallura e più precisamente i comuni di Aggius, Aglientu, Arzachena, Badesi, Berchidda, Bortigiadas, Calangianus, Luogosanto, Luras, Monti, Olbia, Oschiri, Palau, Santa Teresa Gallura, Telti, Tempio Pausania e Trinità d’Agultu e Vignola, in provincia di Sassari e Budoni, Posada e San Teodoro, in quella di Nuoro. Resa: max. 13 t/ha. Vitigni: moscato bianco min. 90%. Titolo alcolometrico minimo: 11.5% con minimo 8% svolto (max. 14.5%). Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-2 anni.
Moscato gradevole e profumato, di colore giallo paglierino con i tipici riflessi dorati del vitigno, dolce e dotato di spuma fine, leggero e debole di corpo, si abbina piacevolmente con pasticcini e dolci alla crema, ricotta fritta e pirichittus.
VERMENTINO DI SARDEGNA DOC riconosciuta con D.P.R. 23/02/1988 - G.U. 04/01/1989. Zona di produzione: comprende tutto il territorio della Sardegna. Resa: max. 20 t/ha. Vitigni: vermentino min. 85%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1 anno. Vini
Alcol
SECCO (zuccheri riduttori fino a 4 g/l)
10.5
AMABILE (zuccheri riduttori fino a 20 g/l)
9.5+1
SPUMANTE AMABILE
11 10+1
Ă&#x2C6; il vermentino il vitigno che in questa DOC viene elaborato in diverse tipologie, determinando nei vini un colore giallo paglierino tenue con riflessi verdolini, profumi delicati di fiori e grande freschezza gustativa, da apprezzare in gioventĂš, specialmente con antipasti e preparazioni a base dei prodotti del mare e verdure, come gli spaghetti ai crostacei e il risotto agli asparagi.
Sardegna
SPUMANTE SECCO
663
SARDEGNA SEMIDANO DOC riconosciuta con Decreto 28/08/1995 - G.U. 23/10/1995. Zona di produzione: comprende tutto il territorio della Sardegna. Sottozona MOGORO: comprende i comuni di Baressa, Gonnoscodina, Gonnostramatza, Masullas, Mogoro, Pompu, Simala, Siris ed Uras, in provincia di Oristano e Collinas, Sardara e Villanovaforru, in quella di Cagliari. Vitigni: semidano min. 85%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1 anno.
Sardegna
Vini
664
Resa
Alcol
BIANCO (senza specificazione)
13
11
SPUMANTE
13
11.5
SUPERIORE
11
13
PASSITO
11
13+2
Sottozona MOGORO
11
11.5
Il riconoscimento di questa DOC ha reso giustizia ad un vitigno autoctono, il semidano, molto diffuso ed apprezzato in tutta lâ&#x20AC;&#x2122;isola fin dal XVIII secolo. Dopo la comparsa della fillossera e la ricostruzione del patrimonio viticolo su piede americano, è stato conservato nei nuovi impianti quale prezioso e insostituibile vitigno adatto ad ingentilire, in uvaggio, altri vitigni bianchi presenti in Sardegna. Il Semidano è un vino di colore giallo paglierino intenso, con profumo fruttato e sapore secco e sapido, che si abbina a primi piatti ben strutturati, secondi a base di carni bianche, anguilla incasada con il pecorino e zuppe di frutti di mare anche piuttosto elaborate e saporite.
ALGHERO Decreto 07/10/2009 - G.U. 24/10/2009. Ha sostituito il Decreto 29/09/1995. Zona di produzione: comprende interamente i comuni di Alghero, Ittiri, Olmedo, Ossi, Tissi, Uri, Usini e parte di Sassari, in provincia di Sassari. Vitigni: il Bianco, Rosso e Rosato, uno o più vitigni idonei alla coltivazione in Sardegna (esclusi quelli aromatici); se è presente la specificazione di vitigno, almeno l’85% del medesimo.
Altre tipologie
Resa
FRIZZANTE SPUMANTE PASSITO
16 16 16 16
10 10.5 11.5 13.5+2.5
SPUMANTE
13 13
11 11,5
13
11
14 14
11 11.5
VERMENTINO FRIZZANTE
16
10.5
ROSSO NOVELLO RISERVA LIQUOROSO LIQUOROSO RISERVA
15 15 15 15 15
11 11 12 17.5+3.5 17.5+3.5
FRIZZANTE
15 15
10.5 10.5
RISERVA
13 13
11.5 12.5
BIANCO
CHARDONNAY SAUVIGNON TORBATO SPUMANTE
ROSATO CABERNET
Alcol Affinamento
24 36 60
24
Sardegna
Vini e vitigni
665
Vini e vitigni
Altre tipologie
Resa
Alcol
Affinamento
RISERVA
13 13
11 12.5
24
RISERVA
14 14
11 12.5
24
14
11
CAGNULARI o CAGNIULARI MERLOT SANGIOVESE
Per l’Alghero Bianco, Rosso e Rosato, è prevista l’indicazione di due vitigni (esclusi quelli aromatici), che concorrono alla produzione con più del 15%. In etichetta, la varietà più utilizzata è seguita da quella presente in quantità inferiore.
Ancora in provincia di Sassari, ma verso la parte occidentale dell’isola, si trova una DOC molto affollata e ricca di vini ottenuti da vitigni autoctoni e di importazione.
Sardegna
Il Cagnulari è un vino rosso rubino dalle tonalità di media intensità, ottenuto dall’omonimo vitigno, con profumi fruttati e gusto secco, abbastanza fresco e discretamente morbido, poco tannico e di buona struttura, da abbinare, come tutti gli altri vini rossi della zona, con primi piatti con sughi di carne, impanadas, ovvero pasta farcita cotta in forno, capretto arrosto, purceddu allo spiedo e formaggio pecorino.
666
Il Torbato, anche questo ottenuto dall’omonimo vitigno, è di colore giallo paglierino poco intenso, con profumi fruttati, floreali e vegetali, abbastanza fresco e con discreta struttura, da abbinare con primi piatti a base di molluschi e crostacei e piatti di pesce alla griglia. Se capita di essere da queste parti nel periodo tra gennaio e marzo, non si perda la sagra del “bogamarì”, il riccio di mare, per gustare nel modo migliore questo delizioso frutto del mare, accompagnato da un sorso di vino fresco e profumato.
MOSCATO DI SORSO-SENNORI o MOSCATO DI SORSO o MOSCATO DI SENNORI
DOC riconosciuta con D.P.R. 31/03/1972 - G.U. 26/07/1972. Zona di produzione: comprende i comuni di Sennori e Sorso, in provincia di Sassari. Resa: max. 9 t/ha. Vitigni: moscato bianco min. 95%. Titolo alcolometrico minimo: 13+2%. Affinamento: minimo 4 mesi. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1 anno. Altra tipologia – Liquoroso Dolce, con titolo alcolometrico minimo di 16+3%. Fino ad un recente passato, questo vino deliziava i consumatori più esigenti.
Il colore giallo dorato intenso faceva da preludio a profumi aromatici di frutta secca, miele e fiori, ad una struttura morbida e calda, dolce e gradevole, che lo rendevano adatto all’abbinamento con la frutta secca, la torta di mandorle, le sabadas, i biscotti di San Martino, gli anicini, tutti i tipi di pasticceria secca a base di mandorle e confetture, oltre che con formaggi erborinati e piccanti.
Pardulas
Sardegna
Ora, purtroppo, con una produzione di 53 hl (vendemmia 2008) è una vera rarità.
667
MALVASIA DI BOSA DOC riconosciuta con D.P.R. 21/07/1972 - G.U. 28/09/1972. Zona di produzione: comprende i comuni di Bosa, Flussio, Magomadas, Modolo, Suni e Tinnura, in provincia di Nuoro e Tresnuraghes, in quella di Oristano. Resa: max. 8 t/ha. Vitigni: malvasia di Sardegna min. 95%. Affinamento: minimo 25 mesi. Epoca migliore per il consumo: mediamente 3-5 anni. Vini TIPOLOGIE
Sardegna
SECCO
668
Alcol ALCOL 14.5+0.5
DOLCE NATURALE
13+2
LIQUOROSO SECCO o LIQUOROSO DRY
16.5+1
LIQUOROSO DOLCE NATURALE
15+2.5
Questo vino particolarmente raro si presenta dorato con riflessi ambrati, intensamente profumato con sentori di frutta matura e secca come la noce e la mandorla tostata, oltre che di spezie; è vellutato e caldo, pieno e gustoso. Ă&#x2C6; ottimo per accompagnare biscotti secchi e farciti, amaretti, is candelaus con pasta di mandorla ripiena, i pardulas, i papassinus con gherigli di noce, mandorle, uva passa e semi di anice, i turronis di miele e mandorle.
MANDROLISAI DOC riconosciuta con D.P.R. 06/06/1981 - G.U. 15/02/1982. Zona di produzione: comprende i comuni di Atzara, Desulo, Meana Sardo, Ortueri, Sorgono, Tonara, in provincia di Nuoro e Samugheo, in quella di Oristano. Resa: max. 12 t/ha. Vitigni: bovale min. 35%; cannonau 20-35%; monica 20-35%; ammessi altri max. 10%. Titolo alcolometrico minimo: 11.5%. Epoca migliore per il consumo: Rosati mediamente 1 anno, Rossi 2-3. Tipologie - Rosso e Rosato. Superiore, il Rosso, con titolo alcolometrico minimo di 12.5% e affinamento almeno di 24 mesi.
Piccioni allâ&#x20AC;&#x2122;uva
Sardegna
Nel cuore della Sardegna, alle pendici del Gennargentu, si trovano le vigne di uve tradizionali come bovale e cannonau, per elaborare vini rossi e rosati con profumi fruttati e buona struttura. Il Rosso, con discreta predisposizione allâ&#x20AC;&#x2122;affinamento, si abbina con piccioni allâ&#x20AC;&#x2122;uva, malloreddus con il capretto, arrosti e cacciagione, salumi locali e formaggi di media stagionatura.
669
ARBOREA DOC riconosciuta con D.P.R. 11/05/1987 - G.U. 26/11/1987.
Sardegna
Zona di produzione: comprende 51 comuni, in provincia di Oristano. Resa: max. 18 t/ha. Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1 anno, Rossi 2-3. Altre tipologie – Secco, Amabile, Frizzante Naturale Secco e Frizzante Naturale Amabile, il Trebbiano.
670
Vini e vitigni
Alcol
TREBBIANO trebbiano romagnolo e/o trebbiano toscano min. 85%
10.5
SANGIOVESE sangiovese min. 85%
11
SANGIOVESE ROSATO sangiovese min. 85%
11
Impanadas
Il territorio di questa DOC è situato sulla costa occidentale dell’isola, dove hanno trovato spazio vitigni tra i più diffusi del continente, come il sangiovese ed il trebbiano romagnolo e toscano, dai quali vengono ottenuti vini con caratteristiche discrete, da abbinare a piatti della tradizione, come le impanadas, l’agnello in umido alla sarda e pecorino sardo per il Sangiovese, preparazioni a base di pesce per il Trebbiano.
VERNACCIA DI ORISTANO DOC riconosciuta con D.P.R. 11/08/1971 - G.U. 30/09/1971.
Vini
Alcol
Affinamento
15
29
SUPERIORE
15.5
41
SUPERIORE RISERVA
15.5
53
LIQUOROSO (contenuto in zuccheri 50-80 g/l)
16.5
29
18
29
SECCO
LIQUOROSO SECCO o DRY (contenuto in zuccheri max. 40 g/l)
Simile allo Sherry, la Vernaccia di Oristano si presenta con un colore giallo dorato con decisi riflessi ambrati, profumo evoluto e di notevole intensità che ricorda la frutta secca, le spezie e le nocciole tostate. Secco, sapido, austero e con una forte componente alcolica, è un vino ottimo se servito freddo come aperitivo, o in abbinamento con preparazioni di pesce dai toni gusto-olfattivi particolarmente accentuati, come quelle con la bottarga, uova di muggine o di tonno, formaggi affumicati o piccanti. La tipologia con residuo zuccherino si abbina perfettamente con la pasticceria secca.
Sardegna
Zona di produzione: comprende i comuni di Baratili San Pietro, Cabras (frazione Solanas), Milis, Narbolia, Nurachi, Ollastra, Oristano (frazioni: Donigala, Fenugheddu, Massama, Nuraxinieddu, Palmas Arborea, Santa Giusta, Sili), Riola Sardo, San Vero Milis, Siamaggiore, Simaxis (frazione San Vero Congius), Solarussa, Tramatza, Zeddiani, Zerfaliu, in provincia di Oristano. Resa: max. 8 t/ha. Vitigno: vernaccia di Oristano. Epoca migliore per il consumo: mediamente 4-6 anni, anche più lunga per il Liquoroso.
671
CAMPIDANO DI TERRALBA o TERRALBA DOC riconosciuta con D.P.R. 15/11/1975 - G.U. 06/03/1976.
Sardegna
Zona di produzione: comprende i comuni di Baressa, Gonnoscodina, Gonnostramatza, Marrubiu, Masullas, Mogoro, Morgongiori, Palmas Arborea, Pompu, Santa Giusta, San Nicolò d’Arcidano, Simala, Siris, Terralba e Uras, in provincia di Oristano; Arbus, Collinas, Gonnosfanadiga, Guspini, Pabillonis, Sardara, San Gavino Monreale e Villanovaforru, in quella di Cagliari. Resa: max. 15 t/ha. Vitigni: bovale; ammessi pascale, greco nero e monica max. 20%. Titolo alcolometrico minimo: 11.5%. Affinamento: minimo 5 mesi. Epoca migliore per il consumo: mediamente 2-3 anni.
672
Un tempo era solo un vino da taglio, ma negli ultimi tempi la maggior cura nel vigneto e in cantina ne ha migliorato la qualità, raggiungendo una buona struttura, anche se rimane ancora un po’ rustico. Il colore è rosso rubino intenso, i profumi sono fruttati con sentori di prugna matura e frutti di bosco. Le caratteristiche gustative di corpo, buona sapidità e morbidezza, lo rendono adatto ad essere abbinato con agnello al finocchietto selvatico, cosciotto di pecora alla menta e, in genere, piatti a base di carne della cucina locale.
CARIGNANO DEL SULCIS Decreto 18/10/1995 - G.U. 03/11/1995. Ha sostituito il D.M. 30/12/1989 e D.P.R. 01/06/1977.
Vini
Alcol
Affinamento
ROSSO
12
5
ROSSO NOVELLO
11.5
ROSSO RISERVA
12.5
26
13
26
ROSSO PASSITO
14+2
12
ROSATO
11.5
1
ROSSO SUPERIORE (non è ammessa la qualificazione Riserva)
Il Carignano del Sulcis è un vino rosso ottenuto dall’omonimo vitigno, che resiste ai venti marini e cresce bene lungo le coste, prediligendo terreni asciutti, silicei e argillosi, e climi caldi. Il vino ha un colore rosso rubino intenso con riflessi granato acquisiti con l’affinamento, un profumo fruttato, floreale con qualche sentore erbaceo, che tende ad evolvere verso note speziate. Di corpo e con acidità piuttosto contenuta, ha caratteri che lo rendono adatto all’abbinamento con porceddu allo spiedo, piccioni all’uva, in salmì, pilau o capretto arrosto, brasatino di capra, coscia d’agnello ai carciofi e pecorino sardo semistagionato.
Sardegna
Zona di produzione: comprende il territorio del Sulcis, e precisamente i comuni di Calasetta, Carbonia, Carloforte, Giba, Masainas, Narcao, Nuxis, Perdaxius, Piscinas, Portoscuso, San Giovanni Suergiu, Santadi, Sant’Anna Arresi, Sant’Antioco, Teulada, Tratalias e Villaperuccio, in provincia di Cagliari. Resa: max. 11 t/ha. Vitigni: carignano min. 85%. Epoca migliore per il consumo: Rosato mediamente 1-2 anni, Rossi 3-6.
673
GIRÒ DI CAGLIARI D.P.R. 09/04/1979 - G.U. 06/10/1979. Ha sostituito il D.P.R. 21/07/1972.
Sardegna
Zona di produzione: comprende tutta la provincia di Cagliari e 73 comuni di quella di Oristano. Resa: max. 12 t/ha. Vitigni: girò min. 95%. In tutte le DOC nella cui denominazione sia presente “di Cagliari”, dove la presenza dei vitigni sia min. 95%, è consentita, per favorire l’impollinazione, la presenza nei vigneti di non più del 5% di vitigni diversi, purché le uve dagli stessi provenienti non siano utilizzate nella preparazione dei vini. Affinamento: minimo 8 mesi. Epoca migliore per il consumo: mediamente 2-4 anni. Altra tipologia - Riserva, il Liquoroso Dolce e Liquoroso Secco o Dry, con affinamento minimo di 24 mesi, di cui almeno 12 in botti di rovere o castagno.
674
Vini
Alcol
DOLCE
12+2.5
SECCO o DRY
13.5+0.5
LIQUOROSO DOLCE
15+2.5
LIQUOROSO SECCO o DRY
16.5+1
Il girò, vitigno a bacca nera, è impiegato per la produzione di molte tipologie di vino, caratterizzate da diverse percentuali del residuo zuccherino e dall’eventuale addizione di alcol. Il colore è in genere rosso rubino piuttosto chiaro, che può assumere riflessi granato se il vino è sottoposto ad affinamento. Il profumo passa da vinoso a decisamente fruttato, con sentori di more e di marasca, con sapore più o meno dolce e sapido, componente tannica poco accentuata e buona morbidezza, doti che lo rendono adatto ad essere abbinato con formaggi stagionati e saporiti, dolci a base di mandorle e crostate con confetture.
È un vero peccato che la produzione, da parte di un unico produttore, sia così esigua: solo 89 hl di vino, nel 2008.
Suspirus
D.P.R. 06/02/1979 - G.U. 16/06/1979. Ha sostituito il D.P.R. 21/06/1972. Zona di produzione: la stessa del Girò di Cagliari. Resa: max. 11 t/ha. Vitigni: malvasia di Sardegna min. 95%. Affinamento: minimo 8 mesi. Epoca migliore per il consumo: mediamente 2-4 anni. Altra tipologia - Riserva, il Liquoroso Dolce e Liquoroso Secco o Dry, con affinamento minimo di 24 mesi, di cui almeno un anno in botti di rovere o castagno.
Sardegna
MALVASIA DI CAGLIARI
675
Vini
Alcol
AMABILE o DOLCE
12+2
SECCO o DRY
13.5+0.5
LIQUOROSO DOLCE
15+2.5
LIQUOROSO SECCO o DRY
16.5+1
Dorato più o meno intenso, a volte con riflessi ambrati, questo vino si presenta con un profumo ricco di sentori di frutta esotica matura e fiori di mandorlo, con un gusto morbido e sapido, deciso e dotato di grande persistenza gusto-olfattiva, da abbinare con dolcetti con frutta secca, pasta di mandorle ed amaretti sardi.
MONICA DI CAGLIARI
Sardegna
D.P.R. 18/04/1979 - G.U. 06/10//1979. Ha sostituito il D.P.R. 21/06/1972.
676
Zona di produzione: la stessa del Girò di Cagliari. Resa: max. 11 t/ha. Vitigni: monica min. 95%. Affinamento: minimo 8 mesi. Altra tipologia – Riserva, il Liquoroso Dolce e Liquoroso Secco o Dry, con affinamento minimo di 24 mesi, di cui almeno un anno in botti di rovere o castagno. Vini SECCO o DRY
Alcol 13.5+0.5
DOLCE
12+2.5
LIQUOROSO SECCO o DRY
16.5+1
LIQUOROSO DOLCE
15+2.5
La produzione del 2008 è stata di 198 hl.
MOSCATO DI CAGLIARI D.P.R. 10/01/1979 - G.U. 06/06/1979. Ha sostituito il D.P.R. 21/06/1972. Zona di produzione: la stessa del Girò di Cagliari. Resa: max. 11 t/ha. Vitigni: moscato bianco min. 95%. Affinamento: minimo 4 mesi. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-3 anni. Altra tipologia – Riserva, il Liquoroso, con affinamento minimo di 12 mesi.
Vini
Alcol
DOLCE
12+3
L’aromaticità del vitigno regala a questo vino dal colore dorato intenso, profumi decisi di miele, frutta secca, fico ed albicocca essiccati, sapore dolce, sapido e piacevolmente equilibrato, da abbinare con pasticceria secca e formaggi erborinati o stagionati, ma lo si può gustare anche come vino da meditazione.
15+2.5
Sardegna
LIQUOROSO
677
NASCO DI CAGLIARI D.P.R. 18/04/1979 - G.U. 06/10/1979. Ha sostituito il D.P.R. 21/06/1972. Zona di produzione: la stessa del Girò di Cagliari. Resa: max. 10 t/ha. Vitigni: nasco min. 95%. Affinamento: minimo 8 mesi. Epoca migliore per il consumo: mediamente 3-5 anni. Altra tipologia - Riserva, il Liquoroso Secco e Liquoroso Dolce, con affinamento minimo di 24 mesi, di cui almeno un anno in botti di rovere o di castagno.
Vini
Sardegna
SECCO o DRY
678
Alcol 13.5+0.5
DOLCE
12+2.5
LIQUOROSO SECCO o DRY
16.5+1
LIQUOROSO DOLCE
15+2.5
Come in molte altre DOC sarde, anche in questa denominazione sono numerose le tipologie di vino, qui prodotte dal vitigno nasco. Il colore del vino è giallo paglierino con riflessi dorati o ambrati, il profumo è intenso, con sentori di fiori e frutta e, soprattutto, caratterizzato dalle tipiche e sottili note muschiate del nasco, che in sardo significa proprio muschio. Morbido e discretamente fresco, è un vino da abbinare con formaggi semistagionati, piatti della tradizione a base dei prodotti del mare o carni bianche. Le tipologie con deciso residuo zuccherino si abbinano molto bene con dolci a base di mandorle e altra frutta secca.
NURAGUS DI CAGLIARI D.P.R. 11/05/1987 - G.U. 20/10/1987. Ha sostituito il D.P.R. 28/11/1974 e modifica con D.P.R. 06/02/1979. Zona di produzione: comprende tutta la provincia di Cagliari; 9 comuni, in quella di Nuoro e 73, in quella di Oristano. Resa: max. 20 t/ha. Vitigni: nuragus min. 85%. Titolo alcolometrico minimo: 10.5%. Epoca migliore per il consumo: mediamente 1 anno. Tipologie - Secco, Amabile, Frizzante Secco e Frizzante Amabile.
Il vino che si ottiene è di colore giallo paglierino con riflessi verdolini, con profumi fruttati delicati ed eleganti, sentori di mela non del tutto matura, citronella e fiori di acacia. È decisamente fresco e di pronta beva, da abbinare ad antipasti magri, ostriche, frutti di mare e pecorino sardo fresco.
Anfore da vino, di più di 2000 anni fa, ritrovate in una nave romana presso l’isola di Spargi
Sardegna
Il nuragus è il vitigno più diffuso in Sardegna, dove fu introdotto dai Fenici, ed il nome ricorda direttamente i nuraghi, preistoriche costruzioni in pietra a forma di torri coniche.
679
VQPRD e IGT
I VINI A DENOMINAZIONE DI ORIGINE CONTROLLATA E GARANTITA VINO
REGIONE
Aglianico del Vulture Superiore Albana di Romagna Amarone della Valpolicella Asti
Basilicata Emilia-Romagna Veneto Piemonte
587 355 169 27
Barbaresco Barbera d’Asti Barbera del Monferrato Superiore Bardolino Superiore Barolo Brachetto d’Acqui o Acqui Brunello di Montalcino
Piemonte Piemonte Piemonte Veneto Piemonte Piemonte Toscana
28 31 31 171 34 37 285
Carmignano Castelli di Jesi Verdicchio Riserva Cerasuolo di Vittoria Cesanese del Piglio o Piglio Chianti Chianti Classico Colli Asolani - Prosecco o Asolo - Prosecco Colli Orientali del Friuli Picolit Conegliano Valdobbiadene - Prosecco Conero Cortese di Gavi o Gavi
Toscana Marche Sicilia Lazio Toscana Toscana Veneto Friuli-Venezia Giulia Veneto Marche Piemonte
286 411 613 463 291 293 172 233 173 413 38
Dolcetto di Diano d’Alba o Diano d’Alba Dolcetto di Dogliani Superiore o Dogliani Dolcetto di Ovada Superiore o Ovada
Piemonte Piemonte Piemonte
39 40 41
Fiano di Avellino Franciacorta
Campania Lombardia
515 101
Gattinara Ghemme Greco di Tufo
Piemonte Piemonte Campania
41 42 516
Montefalco Sagrantino Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane
Umbria Abruzzo
441 497
DOCG
p.
683
DOCG e DOC 684
VINO
REGIONE
p.
Morellino di Scansano Moscato di Scanzo o Scanzo
Toscana Lombardia
287 103
Oltrepò Pavese Metodo Classico
Lombardia
104
Ramandolo Recioto della Valpolicella Recioto di Gambellara Recioto di Soave Roero
Friuli-Venezia Giulia Veneto Veneto Veneto Piemonte
234 176 177 178 43
Sforzato di Valtellina o Sfursat di Valtellina Soave Superiore
Lombardia Veneto
109 179
Taurasi Torgiano Rosso Riserva
Campania Umbria
517 442
Valtellina Superiore Verdicchio di Matelica Riserva Vermentino di Gallura Vernaccia di San Gimignano Vernaccia di Serrapetrona Vino Nobile di Montepulciano
Lombardia Marche Sardegna Toscana Marche Toscana
108 414 657 288 415 289
I VINI A DENOMINAZIONE DI ORIGINE CONTROLLATA Aglianico del Taburno e Taburno Aglianico del Vulture Alba Albugnano Alcamo Aleatico di Gradoli Aleatico di Puglia Alezio Alghero Alta Langa Alto Adige o dellâ&#x20AC;&#x2122;Alto Adige
Campania Basilicata Piemonte Piemonte Sicilia Lazio Puglia Puglia Sardegna Piemonte Alto Adige
526 587 86 81 624 464 555 578 665 62 151
REGIONE
Ansonica Costa dell’Argentario Aprilia Arborea Arcole Assisi Atina Aversa
Toscana Lazio Sardegna Veneto Umbria Lazio Campania
p. 343 476 670 202 443 490 520
Bagnoli o Bagnoli di Sopra Veneto Barbera d’Alba Piemonte Barbera del Monferrato Piemonte Barco Reale di Carmignano Toscana o Rosato di Carmignano o Vin Santo di Carmignano o Vin Santo di Carmignano Occhio di Pernice Bardolino Veneto Bianchello del Metauro Marche Bianco Capena Lazio Bianco dell’Empolese Toscana Bianco di Custoza o Custoza Veneto Bianco di Pitigliano Toscana Bianco Pisano di San Torpè Toscana Biferno Molise Bivongi Calabria Boca Piemonte Bolgheri Toscana Bosco Eliceo Emilia-Romagna Botticino Lombardia Bramaterra Piemonte Breganze Veneto Brindisi Puglia
182 417 474 306 183 343 311 509 608 46 312 388 113 50 204 570
Cacc’e Mmitte di Lucera Cagnina di Romagna Campidano di Terralba o Terralba Campi Flegrei Canavese Candia dei Colli Apuani
555 395 672 534 55 300
Puglia Emilia-Romagna Sardegna Campania Piemonte Toscana
194 84 84 306
DOC
VINO
685
DOC 686
VINO
REGIONE
Cannonau di Sardegna Capalbio Capri Capriano del Colle Carema Carignano del Sulcis Carso Castel del Monte Casteller Castelli Romani Castel San Lorenzo Cellatica Cerveteri Cesanese di Affile o Affile Cesanese di Olevano Romano o Olevano Romano Cilento Cinque Terre e Cinque Terre Sciacchetrà Circeo Cirò Cisterna d’Asti Colli Albani Colli Altotiberini Colli Amerini Colli Berici Colli Bolognesi Colli Bolognesi Classico Pignoletto Colli della Sabina Colli dell’Etruria Centrale Colli del Trasimeno o Trasimeno Colli di Conegliano Colli di Faenza Colli di Luni Colli d’Imola Colli di Parma Colli di Rimini Colli di Scandiano e di Canossa Colli Etruschi Viterbesi Colli Euganei
Sardegna Toscana Campania Lombardia Piemonte Sardegna Friuli-Venezia Giulia Puglia Trentino Lazio Campania Lombardia Lazio Lazio Lazio Campania Liguria Lazio Calabria Piemonte Lazio Umbria Umbria Veneto Emilia-Romagna Emilia-Romagna Lazio Toscana Umbria Veneto Emilia-Romagna Liguria e Toscana Emilia-Romagna Emilia-Romagna Emilia-Romagna Emilia-Romagna Lazio Veneto
p. 660 344 536 113 65 673 257 560 145 477 544 114 470 487 487 546 276 488 601 87 478 445 456 206 380 386 474 297 446 215 397 278 396 363 400 366 466 191
REGIONE
p.
Colli Lanuvini Colli Maceratesi Colli Martani Collina Torinese Colline di Levanto Colline Joniche Tarantine Colline Lucchesi Colline Novaresi Colline Saluzzesi Collio Goriziano o Collio Colli Orientali del Friuli Colli Perugini Colli Pesaresi Colli Piacentini Colli Romagna Centrale Colli Tortonesi Contea di Sclafani Contessa Entellina Controguerra Copertino Cori Cortese dell’Alto Monferrato Corti Benedettine del Padovano Cortona Costa d’Amalfi Coste della Sesia Curtefranca
Lazio Marche Umbria Piemonte Liguria Puglia Toscana Piemonte Piemonte Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Umbria Marche Emilia-Romagna Emilia-Romagna Piemonte Sicilia Sicilia Abruzzo Puglia Lazio Piemonte Veneto Toscana Campania Piemonte Lombardia
479 429 448 63 277 573 301 47 59 241 235 450 419 358 399 69 639 629 501 578 489 76 196 338 549 51 117
Delia Nivolelli Dolcetto d’Acqui Dolcetto d’Alba Dolcetto d’Asti Dolcetto delle Langhe Monregalesi Dolcetto di Dogliani Dolcetto di Ovada Donnici
Sicilia Piemonte Piemonte Piemonte Piemonte Piemonte Piemonte Calabria
616 95 93 94 94 93 95 595
DOC
VINO
687
DOC 688
VINO
REGIONE
p.
Elba Eloro Erbaluce di Caluso o Caluso Erice Esino Est! Est!! Est!!! di Montefiascone Etna
Toscana Sicilia Piemonte Sicilia Marche Lazio Sicilia
314 649 66 618 424 468 646
Falerio dei Colli Ascolani o Falerio Falerno del Massico Fara Faro Frascati Freisa d’Asti Freisa di Chieri Friuli-Annia Friuli-Aquileia Friuli-Grave Friuli-Isonzo o Isonzo del Friuli Friuli-Latisana
Marche Campania Piemonte Sicilia Lazio Piemonte Piemonte Friuli-Venezia Friuli-Venezia Friuli-Venezia Friuli-Venezia Friuli-Venezia
Giulia Giulia Giulia Giulia Giulia
433 522 48 643 480 68 67 247 249 254 243 252
Gabiano Galatina Galluccio Gambellara Garda Garda Colli Mantovani Genazzano Gioia del Colle Girò di Cagliari Golfo del Tigullio Grance Senesi Gravina Greco di Bianco Grignolino d’Asti Grignolino del Monferrato Casalese Grottino di Roccanova Guardia Sanframondi o Guardiolo
Piemonte Puglia Campania Veneto Lombardia e Veneto Lombardia Lazio Puglia Sardegna Liguria Toscana Puglia Calabria Piemonte Piemonte Basilicata Campania
78 579 524 208 118 122 481 562 674 271 334 564 609 79 79 591 527
REGIONE
p.
Irpinia Ischia I Terreni di Sanseverino
Campania Campania Marche
518 537 430
Lacrima di Morro o Lacrima di Morro dâ&#x20AC;&#x2122;Alba Lago di Caldaro o Caldaro Lago di Corbara Lambrusco di Sorbara Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Lambrusco Mantovano Lambrusco Salamino di Santa Croce Lamezia Langhe Lessona Leverano Lison-Pramaggiore Lizzano Loazzolo Locorotondo Lugana
Marche Trentino-Alto Adige Umbria Emilia-Romagna Emilia-Romagna Lombardia Emilia-Romagna Calabria Piemonte Piemonte Puglia Veneto e Friuli-Venezia Giulia Puglia Piemonte Puglia Lombardia e Veneto
422 165 457 372 373 124 374 607 72 52 580 223 574 77 568 120
Malvasia delle Lipari Malvasia di Bosa Malvasia di Cagliari Malvasia di Casorzo o Casorzo Malvasia di Castelnuovo Don Bosco Mamertino di Milazzo o Mamertino Mandrolisai Marino Marsala o Vino Marsala o Vino di Marsala Martina Franca o Martina Matera Matino Melissa Menfi Merlara Modena o di Modena Molise o del Molise
Sicilia Sardegna Sardegna Piemonte Piemonte Sicilia Sardegna Lazio Sicilia Puglia Basilicata Puglia Calabria Sicilia Veneto Emilia-Romagna Molise
644 668 675 82 82 645 669 482 620 569 590 582 602 631 198 376 507
DOC
VINO
689
DOC 690
VINO
REGIONE
p.
Monferrato Monica di Cagliari Monica di Sardegna Monreale Montecarlo Montecompatri-Colonna o Montecompatri o Colonna Montecucco Montefalco Montello e Colli Asolani Montepulciano d’Abruzzo Monteregio di Massa Marittima Montescudaio Monti Lessini o Lessini Moscadello di Montalcino Moscato di Cagliari Moscato di Pantelleria, Passito di Pantelleria e Pantelleria Moscato di Sardegna - Spumante Moscato di Siracusa Moscato di Sorso-Sennori o Moscato di Sorso o Moscato di Sennori Moscato di Terracina o Terracina Moscato di Trani
Piemonte Sardegna Sardegna Sicilia Toscana Lazio
75 676 661 627 303 483
Toscana Umbria Veneto Abruzzo Toscana Toscana Veneto Toscana Sardegna Sicilia
345 451 218 498 347 321 210 325 677 652
Sardegna Sicilia Sardegna
662 651 667
Lazio Puglia
491 565
Nardò Nasco di Cagliari Nebbiolo d’Alba Nettuno Noto Nuragus di Cagliari
Puglia Sardegna Piemonte Lazio Sicilia Sardegna
583 678 90 484 650 679
Offida Oltrepò Pavese Orcia Ormeasco di Pornassio o Pornassio Orta Nova Orvieto
Marche Lombardia Toscana Liguria Puglia Umbria e Lazio
434 126 324 264 556 458
REGIONE
p.
Ostuni
Puglia
571
Pagadebit di Romagna Parrina Penisola Sorrentina Pentro di Isernia o Pentro Pergola Piemonte Pietraviva Pinerolese Pollino Pomino Primitivo di Manduria Prosecco
Emilia-Romagna Toscana Campania Molise Marche Piemonte Toscana Piemonte Calabria Toscana Puglia Veneto e Friuli-Venezia Giulia
394 349 540 510 421 60 340 57 597 308 572 217
Reggiano Reno Riesi Riviera del Brenta Riviera del Garda Bresciano o Garda Bresciano Riviera Ligure di Ponente Romagna Albana Spumante Rossese di Dolceacqua o Dolceacqua Rosso Barletta Rosso Canosa Rosso Conero Rosso di Cerignola Rosso di Montalcino Rosso di Montepulciano Rosso Orvietano o Orvietano Rosso Rosso Piceno Rubino di Cantavenna Ruchè di Castagnole Monferrato
Emilia-Romagna Emilia-Romagna Sicilia Veneto Lombardia Liguria Emilia-Romagna Liguria Puglia Puglia Marche Puglia Toscana Toscana Umbria Marche Piemonte Piemonte
369 378 641 199 115 267 390 263 559 566 423 557 326 327 458 436 80 83
Salaparuta Salice Salentino Sambuca di Sicilia San Colombano al Lambro o San Colombano
Sicilia Puglia Sicilia Lombardia
623 575 634 131
DOC
VINO
691
DOC 692
VINO
REGIONE
p.
San Gimignano San Ginesio Sangiovese di Romagna San Martino della Battaglia Sannio San Severo Sant’Agata de’ Goti o Sant’Agata dei Goti Santa Margherita di Belice Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto Sant’Antimo San Vito di Luzzi Sardegna Semidano Savuto Scavigna Sciacca Serrapetrona Sizzano Soave Solopaca Sovana Squinzano Strevi
Toscana Marche Emilia-Romagna Lombardia e Veneto Campania Puglia Campania Sicilia Calabria Toscana Calabria Sardegna Calabria Calabria Sicilia Marche Piemonte Veneto Campania Toscana Puglia Piemonte
329 432 392 121 529 557 530 636 603 331 598 664 604 606 637 431 49 185 532 350 577 80
Tarquinia Teroldego Rotaliano Terratico di Bibbona Terre Alfieri Terre dell’Alta Val d’Agri Terre di Casole Terre Tollesi o Tullum Todi Torgiano Trebbiano d’Abruzzo Trebbiano di Romagna Trentino Trento
Lazio Trentino Toscana Piemonte Basilicata Toscana Abruzzo Umbria Umbria Abruzzo Emilia-Romagna Trentino Trentino
473 144 317 88 588 333 502 452 453 500 393 135 143
REGIONE
p.
Valcalepio Valdadige Valdadige Terradeiforti o Terradeiforti Val d’Arbia Valdichiana Val di Cornia Valdinievole Valle d’Aosta o Vallée d’Aoste Valli Ossolane Val Polcèvera Valpolicella Valpolicella Ripasso Valsusa Valtellina Rosso o Rosso di Valtellina Velletri Verbicaro Verdicchio dei Castelli di Jesi Verdicchio di Matelica Verduno Pelaverga o Verduno Vermentino di Sardegna Vernaccia di Oristano Vesuvio Vicenza Vignanello Vini del Piave o Piave Vin Santo del Chianti Vin Santo del Chianti Classico Vin Santo di Montepulciano Vittoria
Lombardia Trentino-Alto Adige Veneto e Trentino Toscana Toscana Toscana Toscana Valle d’Aosta Piemonte Liguria Veneto Veneto Piemonte Lombardia Lazio Calabria Marche Marche Piemonte Sardegna Sardegna Campania Veneto Lazio Veneto Toscana Toscana Toscana Sicilia
111 146 187 335 336 318 305 17 54 273 188 189 56 110 485 599 425 428 91 663 671 542 211 469 220 295 296 328 648
Zagarolo
Lazio
485
DOC
VINO
693
I VINI A INDICAZIONE GEOGRAFICA TIPICA
IGT
VINO
694
REGIONE
Allerona Alta Valle della Greve Alto Livenza Alto Mincio Alto Tirino ArghillĂ
Umbria Toscana Veneto e Friuli-Venezia Giulia Lombardia Abruzzo Calabria
Barbagia Basilicata Benaco Bresciano Beneventano Bergamasca Bettona Bianco di Castelfranco Emilia
Sardegna Basilicata Lombardia Campania Lombardia Umbria Emilia
Calabria Camarro Campania Cannara Civitella dâ&#x20AC;&#x2122;Agliano Colli Aprutini Colli Cimini Colli del Limbara Colli del Sangro Colli della Toscana Centrale Colli di Salerno Colli Trevigiani Colline del Genovesato Collina del Milanese Colline Frentane Colline Pescaresi Colline Savonesi Colline Teatine Condoleo Conselvano Costa Viola
Calabria Sicilia Campania Umbria Lazio Abruzzo Lazio Sardegna Abruzzo Toscana Campania Veneto Liguria Lombardia Abruzzo Abruzzo Liguria Abruzzo Calabria Veneto Calabria
REGIONE
Daunia delle Venezie del Vastese o Histonium Dugenta
Puglia Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino Abruzzo Campania
Emilia e dellâ&#x20AC;&#x2122;Emilia Epomeo Esaro
Emilia Campania Calabria
Fontanarossa di Cerda ForlĂŹ Fortana del Taro Frusinate o del Frusinate
Sicilia Romagna Emilia Lazio
Golfo dei Poeti La Spezia o Golfo dei Poeti
Liguria
Isola dei Nuraghi
Sardegna
Lazio Lipuda Locride
Lazio Calabria Calabria
Marca Trevigiana Marche Maremma Toscana Marmilla Mitterberg tra Cauria e Tel o Mitterberg in lingua tedesca: Mitterberg zwischen Gfrill und Toll o Mitterberg Montecastelli Montenetto di Brescia Murgia
Veneto Marche Toscana Sardegna Alto Adige
Narni Nurra
Umbria Sardegna
Toscana Lombardia Puglia
IGT
VINO
695
IGT 696
VINO
REGIONE
Ogliastra Osco o Terre degli Osci
Sardegna Molise
Paestum Palizzi Parteolla Pellaro Planargia Pompeiano Provincia di Provincia di Provincia di Provincia di Puglia
Campania Calabria Sardegna Calabria Sardegna Campania Lombardia Sardegna Lombardia Veneto Puglia
Mantova Nuoro Pavia Verona o Veronese
Quistello
Lombardia
Ravenna Roccamonfina Romangia Ronchi di Brescia Ronchi Varesini Rotae Rubicone
Romagna Campania Sardegna Lombardia Lombardia Molise Romagna
Sabbioneta Salemi Salento Salina Scilla Sebino Sibiola Sicilia Sillaro o Bianco del Sillaro Spello
Lombardia Sicilia Puglia Sicilia Calabria Lombardia Sardegna Sicilia Emilia-Romagna Umbria
REGIONE
Tarantino Terrazze Retiche di Sondrio Terre Aquilane Terre del Volturno Terre di Chieti Terre di Veleja Terre Lariane Tharros Toscana o Toscano Trexenta
Puglia Lombardia Abruzzo Campania Abruzzo Emilia Lombardia Sardegna Toscana Sardegna
Umbria
Umbria
Valcamonica Valdamato Val di Magra Val di Neto Val Tidone Vallagarina Valle Belice Valle del Crati Valle del Tirso Valle Peligna Valle dâ&#x20AC;&#x2122;Itria Valli di Porto Pino Veneto Veneto Orientale Venezia Giulia Vigneti delle Dolomiti o Weinberg Dolomiten
Lombardia Calabria Toscana Calabria Emilia Trentino e Veneto Sicilia Calabria Sardegna Abruzzo Puglia Sardegna Veneto Veneto Friuli-Venezia Giulia Veneto e Trentino-Alto Adige
IGT
VINO
697
Indice Introduzione Panorama vitivinicolo attraverso le denominazioni di origine Valle d'Aosta Piemonte Lombardia Trentino Alto Adige Veneto Friuli-Venezia Giulia Liguria Toscana Emilia-Romagna San Marino Marche Umbria Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna VQPRD e IGT
p. 5 9 14 24 98 132 148 166 228 260 280 352 402 408 438 460 494 504 512 552 584 592 610 654 681
699
Bibliografia AA.VV., Barolo e Barbaresco 1966-1996, Consorzio tutela Barolo, Barbaresco, Langhe e Roero AA.VV., Conegliano e Valdobbiadene-Il prosecco, Consorzio Tutela del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene AA.VV., Duemilavini 2000, 2001, 2002, Bibenda Editore, Roma AA.VV., Enciclopedia dei vini italiani, Arnoldo Mondadori, Milano 1998 AA.VV., Grande enciclopedia, Istituto Geografico De Agostini, Novara 1989 AA.VV., Guida enologica dell’Alto Adige, Assessorato al Commercio Provincia autonoma di Bolzano, Bolzano 1988 AA.VV., Il vino, Giunti, Firenze 1999 AA.VV, I vini delle Grave del Friuli, CCIA di Pordenone-ERSA Ente Regionale per lo sviluppo dell’Agricoltura, 1975 AA.VV., Il Recioto di Soave-Seminari, Consorzio Tutela Vini Soave e Recioto di Soave, 1998 AA.VV., I vigneti d’Italia, Edizioni Barzanti, 1990 AA.VV., La Vallagarina e il Marzemino, Consorzio di tutela del Marzemino Trentino, 1991 AA.VV., Vini di Toscana D.O.C. e D.O.C.G., Regione Toscana 1999 ANDERSON B., Le città del vino, Civin Editore, Alba 2000 ANDERSON B., Vini italiani, Arte e pensiero, Firenze 1983 ATTORRE A., Le strade del verdicchio, Slow Food Editore, Bra 1998 BRERA G., D.O.C. San Colombano, Consorzio Vino D.O.C. San Colombano al Lambro, 1999 CANTONI S., ODELLO L., Dalle terre del Colleoni i vini Valcalepio, Centro Studi e Formazione Assaggiatori, Brescia 2001 DEL FABBRO U., MORELLI DE ROSSI G., Il buon vino, Carlo Lorenzini Editore, 1996 EDWARDS M., Vino rosso, Idealibri Editore, Rimini 1999 GAROFANO S., Bere Puglia, Centro Studi Vini, Lecce 1997 GREPPI P., L’Oltrepò Pavese collinare e montano, Greppi Editore, Cava Manara (PV) 1996 IMBRIANI L., Guida ai migliori vini d’Italia, De Vecchi Editore, Milano1998
701
Bibliografia
JOHNSON H., Atlante mondiale dei vini, Arnoldo Mondadori, Milano1999 JOHNSON H., Il libro dei vini, Mondadori, Milano 1998,1999, 2000 MESSISBUGO C., Banchetti compositioni di vivande, Buglhat e Hucher, Ferrara 1549 MORGANTI P., Prodotti veneti in cucina, Morganti Editore, Sommacampagna (VR) ORHON J., I vini italiani, Ulrico Hoepli Editore, Milano 1997 PAPO L., PESENTI A., Il Marsala, Fabbri Editori, Milano 1991 PASTENA B., La civiltĂ della vite in Sicilia, Regione Siciliana, Istituto Regionale della Vite e del Vino, Edizioni Leopardi, Palermo 1989 PERETTI A., Vini delle regioni dâ&#x20AC;&#x2122;Italia, Demetra Editore, Colognola ai Colli (VR) 2000 PICCIONI B., Vini D.O.C. e D.O.C.G., Associazione Italiana Sommeliers, 1994 REVEL J.F., 3000 anni a tavola, Rizzoli, Milano 1979 SCUDELOTTI C., Ricettario italiano, Demetra Editore, Colognola ai Colli (VR) 1999 SPENCE G., Vino bianco, Idealibri Editore, Rimini 1999 THOMASES D., Vini di Toscana, Demomedia Editore, Firenze 1999
702
Aggiornamenti
703 703
Finito di stampare presso la Bertani & C. industria grafica - Cavriago (RE) nel mese di gennaio 2014