Carta di Clan 2006

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La nostra Comunità nasce dalla sinergia tra il il Clan/Fuoco “Isola del Sole” della Parrocchia Sacro Cuore di Gesù e il Clan/Fuoco “Rosa del Deserto” della Parrocchia Parrocchia Cattedrale San Michele. Michele. Siamo consapevoli di appartenere a due distinte distinte realtà con storia e tradizione differenti: differenti: vogliamo perciò viverle entrambe entrambe con pari dignità ed interesse, avvalorando e prendendo parte alle alle occasioni che in esse ci vengono offerte. offerte.

“Se un uomo sogna da solo il sogno resta un sogno, ma se molti uomini uomini sognano la stessa cosa, il sogno diventa realtà. realtà.” (Mons. Helder Camara)

Nella Carta di Clan vogliamo riconoscere i valori, gli ideali e le finalità in cui crediamo. Essa non può limi limitarsi tarsi a semplice documento: deve essere per noi un continuo riferimento, riferimento, un’incessante chiamata ad aderire il più coerentemente possibile a quella Vocazione di cui vogliamo farci testimoni. La Carta deve per sua natura “osare”: è una sfida per noi stessi che non possiamo limitarci a obiettivi facili e comodi ed ed una sfida al sterile ile esercizio di alla realtà in cui viviamo: se la Carta di Clan non contiene il desiderio di un mondo migliore è uno ster bella scrittura. scrittura. liberamente te scritta dai suoi componenti. Essa è la “legge” della Comunità, liberamente accettata perché liberamen E’ attraverso la Firma dell’Impegno che dichiariamo davanti al Clan e ai Capi di volerla assumere come punto di riferimento per la nostra crescita: crescita: come tale, non possiamo dimenticarla nel momento in cui ci programmiamo programmiamo o ci verifichiamo in Comunità o singolarmente. Proprio possibile,, Proprio per rendere la Carta più vicina alla nostra realtà quotidiana e per far sì che possa essere usata quanto più possibile abbiamo voluto dividere i suoi paragrafi nei nei capisaldi della nostra vita da rover e scolte: scolte: strada, comunità, fede e servizio.

“Prendi una cartina per tracciare la tua strada. Ogni tanto dovrai fare il punto del viaggio, come fa ogni buon viaggiatore per evitare di perdersi o di girare in tondo. Ma ricordati soprattutto della bussola. I suoi punti cardinali sono la tua Comunità, il il tuo Clan”.

La Strada è rappresentazione del mondo, dimensione senza frontiere, prova di coraggio; ci permette di incontrare e sperare in luoghi e persone nuove: ci mette di fronte a scelte da compiere. Ognuno di noi però non è solo e perso, ma trova nella nella propria comunità, ed in particolar modo nel Clan, un solido sostegno, una fonte d’aiuto ed un luogo di confronto attivo. “L’uomo non può mai tornare allo stesso punto da cui è partito perché nel frattempo lui stesso è cambiato”(Andrei Tarkowski): sulla Strada mettiamo in pratica ciò che conosciamo e che abbiamo appreso; è palestra di vita nell’esperienza e di carità nel servizio agli altri. occasione one La Strada ci avvicina a Dio perché, lungo essa, possiamo sperimentare fatica e dolore, gioia e speranza. E’ occasi privilegiata di riflessione, di momenti d’ascolto e di silenzio, per interiorizzare ciò che è vissuto così intensamente. E’ certamente un momento diverso dal solito vivere, perché si evitano tutte quelle comodità sempre a portata di mano, e perché s’instaura s’instaura uno stile che dura solo per i giorni di cammino: ma se questo avviene con attenzione e sincerità, e se da questa esperienza ciascuno tocca con mano altre proprie capacità, altri gusti, altri modi di godere, certamente qualcosa resta e trasforma la mentalità. mentalità. E’ necessario però che ci si rifletta, e che la riflessione incoraggi a non barare, a non fingere, anzi scopra e riveli le contraddizioni, le falsità, le schiavitù, che opprimono la vita cosiddetta normale e generi la voglia di liberarsene. Il coraggio coraggio di uscire, di abbandonare ripari e difese troppo spesso limitanti, di rinunciare a quanto già si ha per ottenere ciò di cui si avverte il bisogno. (Don Giorgio Basadonna, Spiritualità della Strada)


Vivere la Strada ci fa così crescere sia spiritualmente spiritualmente che materialmente. Per questa duplice valenza, entro i nostri limiti, ci impegniamo a fare della strada un nostro inequivocabile appuntamento, vivendola ogni qualvolta ci è possibile, per crescere considerandola non solo come fatica, ma anche come momento momento comunitario di condivisione e aiuto reciproco. Questo nostro cammino in Clan, ha una sola ed unica meta: diventare uomini e donne della Partenza. Ciò, si concretizza nel nell’esperienza fare una scelta, sì singola, ma maturata nella vita di comunità e nell’esperienz a di servizio; è il fare propri i valori e i punti di riferimento su cui abbiamo camminato e siamo cresciuti per poterli poi testimoniare nel mondo.

“Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere. Un senso di timore era in tutti e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune; chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.” (Atti 2, 4242-48) 48)

Non si può e non si deve camminare da soli e per se stessi. Il Clan si caratterizza dal forte senso di comunità che diventa un valore importante nel momento in cui, superato il semplice semplice e talvolta superficiale rapporto di amicizia, si arriva alla vera condivisione fraterna. altri,, Essere comunità significa crescere insieme, è conoscersi e lasciarsi conoscere, cambiare e lasciarsi cambiare dagli altri sentirsi gli artefici della vita del gruppo, sentire la propria vita crescere grazie a chi nella comunità vive e si rapporta. Uno dei risvolti più rilevanti è l’autoeducazione, l’autoeducazione, ossia portare i singoli a essere indispensabili per la crescita comunitaria. I mezzi a nostra disposizione per raggiunge infatti,, ci si mette raggiungerla ungerla sono soprattutto le verifiche e i confronti. Autoverificandosi infatti in discussione, si comprendono i propri errori e ci si paragona con gli altri: ciò costituisce un importante punto da cui partire per migliorarsi. Il confronto è un elemento centrale in quanto parte dal presupposto che tutti i punti di vista, anche i più diversi, diversi, hanno hanno uguale importanza e valore. Rispettandoci reciprocamente reciprocamente è buona cosa avere una frequenza regolare alle riunioni ed attività, attività, e sempre per un buon cammino cammino di comunità, avvertire in in caso di assenza tenendosi aggiornati di cosa e su cosa il Clan è andato avanti. Alla radice della nostra comunità i valori del dello scoutismo. Apparteniamo Apparteniamo ad un Movimento più vasto, vasto, che abbraccia ogni angolo della Terra; sua caratteristica caratteristica è un ben specifico stile che ci dovrebbe sempre contraddistinguere: contraddistinguere: è la conseguenza diretta della scelta di vivere lo spirito e i valori della Legge e della Promessa scout nella vita di tutti i giorni. Questo si concretizza in una serie di comportamenti comportamenti e atteggiamenti, atteggiamenti, che in noi si dovrebbero riscontrare: riscontrare: - aver cura di sé, sé, della propria persona e della propria uniforme (come segno di rispetto per gli altri, per il movimento scout, per se stessi); - avere costante attenzione degli altri e disponibilità disponibilità ad ascoltarli e ad aiutarli; - la capacità di scegliere, tra due soluzioni, quella più rispettosa degli altri o dell'ambiente, anche se ad un costo maggiore; maggiore; - il saper pagare di persona le proprie scelte, anche e soprattutto nelle piccole cose cose.. In questo ambito, per rafforzare il senso di appartenenza ad ad un’unica comunità che cammina e cresce insieme, ci identifichiamo identifichiamo con il fazzolettone unito. Esso è da indossare in tutte le attività e tutte le volte che si rappresenta la comunità. Quando invece si partecipa ad ad un evento evento personale, personale, si indosserà il fazzolettone di gruppo, segno e testimonianza della propria crescita in una specifica realtà educativa. l’autoalimentazione tazione portano Il rischio della Comunità è quello della “morte della Comunità”: l’autoreferenzialità, l’autoalimen all’appiattimento del clima generale, all’apatia del gruppo. Dobbiamo aprire la comunità: essa cresce nell’apporto di ogni specifica individualità e nel dare la giusta importanza al valore arricchente delle singole esperienze esperienze;; ognuno deve avere avere quindi l’opportunità di vivere esperienze entusiasmanti entusiasmanti da riportare e condividere e il clan tutto deve impegnarsi per mantenere uno sguardo attento sul mondo.

cammino, "Alzatevi, andiamo!". Andiamo fidandoci di Cristo. Sarà Lui ad accompagnarci nel cammin o, fino alla meta che Lui solo conosce." (Giovanni Paolo II)

Vogliamo accogliere con umiltà e cuore aperto la Fede, ede, dono del Dio che si è fatto Uomo Uomo e che si è sacrificato sulla Croce per la nostra Salvezza. Salvezza. E’ avendo Lui come riferimento che intendiamo camminare per arrivare a quella santità a cui siamo chiamati: “come è santo chi vi ha chiamati siate santi anche voi in ogni vostra azione”; poiché sta scritto voi sarete santi perché io sono santo” (1 Pt 1, 1515-16) 16).


La strada però, però, è lunga e richiede impegno impegno e costanza: prendendo atto che la condizione in cui ci ritroviamo è di perenne educazione alla santità, santità, teniamo presenti e non nascondiamo i limiti e le debolezze che appartengono al nostro essere uomini e donne. Ci incamminiamo quindi, quindi, prefissandoci obiettivi obiettivi concreti su cui lavorare confidando nella Misericordia del Padre nei momenti di mancanza ed insufficienza: - vogliamo rafforzare il nostro incontro con Cristo, partecipando attivamente alla celebrazione eucaristica settimanale e a tutte le festività dell’anno liturgico; liturgico; inoltre, in questa ottica di partecipazione in prima persona, persona, desideriamo vivere anche gli altri momenti che le nostre parrocchie parrocchie e la Diocesi ci offriranno. offriranno. - ci impegniamo poi a dare il dovuto spazio alla alla preghiera individuale: individuale: è la più più preziosa occasione per fare silenzio fuori e dentro di sé, sé, della quale ognuno di noi può fare tesoro verificandosi nella fede, fede, santificando santificando le proprie azioni, azioni, ringraziando il Signore dei doni e dei talenti donatigli. donatigli. Ciò, Ciò, non non tralasciando tralasciando la preghiera collettiva, collettiva, in particolare la Liturgia delle ore, che ci identifica e ci rafforza come comunità cristiana. Per questo ci impegniamo a darle darle la giusta importanza in tutte le nostre attività, attività, dalla riunione settimanale, ai bivacchi e alle route. route. Particolare attenzione attenzione rivolgiamo al valore del Santo Rosario: Rosario: esso ci rimanda necessariamente alla figura della Vergine Maria, colei che ha saputo dire un “sì” pieno e fedele fino in fondo, e dalla quale supplichiamo ausilio in questo scomodo e non facile cammino. Tali buoni propositi però rimangono flatus vocis se non si concretizzano, o quantomeno, non vengono fatti rientrare nelle intenzioni del del proprio agire quotidiano: quotidiano: il buon cristiano è colui che, che, oltre alle belle parole, parole, è capace di testimonianza, porta Cristo nel nel mondo e vuole cominciare il Paradis Paradiso in Terra. Terra.

“Amerai il prossimo tuo come te stesso” stesso” (Mt. 22,39)

Le strade conducono necessariamente da qualche parte, parte, non sono senza mete: queste ultime sono le città e gli uomini che le abitano: così, la strada su cui ci siamo incamminati e stiamo crescendo, ci porta a città in costruzione, a uomini la cui testimonianza ci appaga della fatica fatta e a uomini invece che la nostra testimonianza la richiedono, ne abbisognano. Proficua occasione di testimonianza è per noi il servizio: intendiamo viverlo come occasione privilegiata per metterci in gioco e per

vivere pienamente l’esempio di Gesù Cristo, venuto in mezzo a noi per servire e non per essere servito. E’ nella scoperta della gioia del dare piuttosto che del ricevere e dell’adesione intima al più grande di tutti i comandamenti, l’amore, che vogliamo trovare il senso più alto della nostra esistenza, la nostra felicità. In quanto scout è nelle nostre intenzioni essere testimoni non solo di fede e di amore, ma anche anche di un caratteristico stile: il servizio non è tale se effettuato una tantum ma acquista valore e significato nella costanza, nella competenza, nel sacrificio e nella continuità. Esso deve diventare un nostro metodo di confronto con il mondo: è così che che si delinea il nostro impegno politico. Vediamo la politica infatti come un servizio, uno strumento ed un’azione per migliorare l' uomo conducendolo alla sua piena realizzazione. Questa nostra attività non vuole ovviamente essere direttamente partitica, ma ma orientata ad un profondo impegno civile e sociale, partendo dal nostro territorio, per poi portare il nostro sguardo agli eventi mondiali: vogliamo essere persone significative e determinanti che si interessano agli eventi e ai problemi della società. Non Non abbiamo il diritto di essere tiepidi. La politica deve esistere solo in funzione del bene comune, affinché diventi veramente "la forma più alta della carità” come esortava Paolo VI.

Chiamati alla felicità dell'amare, nella fedeltà al progetto di Dio, alla nostra chiamata e alla storia in cui viviamo con la nostra fatica, in piena libertà, meglio. ci impegniamo ad essere pronti a servire facendo del nostro meglio.

BUONA STRADA 7 marzo 2006 Albenga, venerdì 117


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