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VECCHIO FARO DI VIAREGGIO

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PENSIERI IN CALCE

PENSIERI IN CALCE

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Abbandonate le pendici delle Apuane, rotolo verso Sud alla volta di Viareggio. Il viale del celebre carnevale si interrompe bruscamente impattando sul canale. La città pare divisa in due mondi distinti. Il primo vede le persone camminare liete, sotto l’occhio vigile della torre dell’orologio. L’impressione è quella di una scenografica città da film western: rettilinea e dinamica sul corso principale, flebile e inconsistente dietro gli edifici che ci si affacciano. Si contrappone a questa prima realtà una seconda al di là del corso d’acqua: un’enorme rimessa di macchine e imbarcazioni, priva di vita.

Il Ciclope antico è al varco: guardiano del passaggio sembra aver perso l’interesse di portare avanti il suo ruolo. Oramai è distante dalla costa. Questa città, come tante altre in questi decenni, avanza sempre più verso il mare. Qui, il pronunciarsi sempre più verso l’acqua ha reso necessaria l’edificazione di un nuovo faro. Si erge in fondo a un molo, giovane alto e snello; ha preso il posto del suo maestro, dimenticandosene. Oggi dà foggia di sé come se fosse stato sempre lì, unico. La più attempata casa della luce, ormai privata del suo occhio, mantiene ora un’orbita cava e vuota. Ospita, negli alloggi dei faristi, un club nautico che pare inabitato. Il monolite cerca di curarsi per mantenere il suo aspetto giovanile come chi, ormai troppo anziano, cerca di celare la propria età mostrandosi, con abbondante trucco, nel fiore degli anni e ancora in carriera. Il tentativo di reagire alla sua pensione, mantenendosi in forma, nega il fatto che ormai è arrivato il tempo di rilassarsi e godersi il riposo abbandonando gli abiti da ufficio e le cravatte, riuscendo a trovare gioia in altri panni e in altre attività.

Forse il cielo plumbeo condiziona la mia impressione, ma mi allontano dal decano della luce con la malinconia di aver visto qualcosa che fu illustre e che, non riuscendo a cavalcare il tempo che galoppa inesorabile, è rimasto indietro senza essersene reso conto. “L’orgoglio di un passato di successo ha questo effetto tanto sulle persone quanto sugli edifici” - penso avviandomi verso l’autostrada.

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