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Albo Nazionale degli Autotrasportatori

Mensile - Novembre 2017 - n. 207

#Trasporti #Innovazione #Rete

ALBO: IN NOME DELLA SICUREZZA

CONCORRENZA SLEALE E BUROCRAZIA FRENANO LA RIPRESA

PROIETTATI NEL FUTURO DEL TRASPORTO MERCI

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TIR

MASSIMO DE DONATO direttore responsabile

Non sono ancora i tempi immaginati da Ridley Scott in Blade Runner, ma a breve anche sulle strade italiane ci saranno veicoli che dialogheranno con le infrastrutture su cui viaggiano. Si inizierà dal Sud. Non solo perché proprio nei giorni scorsi è stata siglata un’intesa per la realizzazione della tangenziale di Catania in versione smart, ma anche perché entro il prossimo decennio la A2, l’Autostrada del Mediterraneo, sarà la prima arteria stradale totalmente connessa. Nel frattempo si continuerà a lavorare anche sull’automazione dei veicoli, fino al livello 5, quello che prevede la totale autonomia. La tecnologia sta andando avanti, manca però una sperimentazione efficace che scongiuri episodi come quello accaduto un anno fa negli Stati Uniti quando una Tesla è stata protagonista di un incidente in cui è morto il pilota del veicolo. La National Transport Safety Board - l’agenzia americana che indaga sugli incidenti dei vari mezzi di trasporto in ambito civile - ha stabilito che i sistemi di bordo hanno lavorato correttamente in modalità semi-autonoma ma che è mancato un intervento umano adeguato: in pratica è l’uomo ad essere sempre e comunque responsabile. Sarà questa la linea che si seguirà anche in Europa? Solo l’esperienza sul campo potrà far emergere problemi e incongruenze. Questa la linea del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che sta preparando un decreto dedicato al processo di trasformazione digitale della rete viaria nazionale. Una sperimentazione, condotta insieme ai principali enti di ricerca, nel corso della quale scenderanno in strada, per la prima volta in Italia, veicoli a guida autonoma.

EDITORIALE


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Intermodalità Via libera agli incentivi Ferrobonus

Albo In nome della sicurezza La presidente Maria Teresa Di Matteo fa il punto sulle attività svolte dal Comitato Centrale

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Cernobbio Fuori dai giochi? Il trasporto merci cresce ma le imprese italiane non riescono a cogliere a pieno i vantaggi a causa di concorrenza sleale e inefficienze burocratiche

Alcune regioni vorrebbero incrementare la misura con l’apporto di risorse regionali. Ancora in alto mare il Marebonus

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Veicoli autonomi Progettare il futuro Il car designer Mike Robinson racconta, e mostra, i camion che viaggeranno sulle nostre strade tra vent’anni

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TIR- Periodico del Comitato Centrale per l’Albo Nazionale degli Autotrasportatori di Cose per Conto di Terzi - ANNO XVI N° 207 - novembre 2017 Comitato Scientifico: Presidente Maria Teresa Di Matteo; Vicepresidente: Giuseppina Ferrannini; Vicepresidente: Silvio Faggi; Componenti: Antonio Amato, Massimo Costa, Marco Cattabiani, Giuseppina Della Pepa, Claudio Donati, Cinzia Franchini, Amedeo Genedani, Alessandro Massarelli, Paolo Melfa, Pasquale Russo, Enzo Solaro, Luigi Tarquini. Direzione-Redazione: Via C.B. Piazza, 8 - 00161 Roma Tel. 06 44246008 Direttore Responsabile: Massimo De Donato dedonato@rivistatir.it Capo Redattore: Lucia Angeloni angeloni@rivistatir.it Redattore: Antonella Vicini vicini@rivistatir.it Grafica: Marco Banci Segreteria: Adele Maddonni redazione@rivistatir.it


IN QUESTO NUMERO Aspettando la Stabilità La Legge di Bilancio dovrebbe confermare il super ammortamento per i veicoli industriali, anche se ridotto al 130%, e le risorse per il settore

Trasporti poco eccezionali Il trasporto eccezionale sta vivendo una crisi drammatica e tempi di attesa per il rilascio delle autorizzazioni sempre più lunghi

Missione Smart Road: si inizia dal Sud Nei prossimi mesi si avvieranno anche in Italia i test sulla mobilità connessa. Si partirà dall’Autostrada del Mediterraneo

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Logistica: un tavolo per regole ferree Al Mise si è tenuta una riunione sulla legalità e gli appalti nella movimentazione delle merci nei magazzini

Mercato elettrico Una panoramica dell’offerta commerciale disponibile a motorizzazione elettrica, ormai tra le alternative possibili anche nel trasporto merci

Dai furgoni ai pesanti, la gamma completa MAN A Barcellona la casa di Monaco di Baviera ha presentato alla stampa tutti i modelli del nuovo TGE, con cui debutta nei furgoni

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p.28

p.32

Editoriale p.1

Albo p.4 Lavoro

Europa p.8

p.40

Normative

Scadenze p.46

Stampa Europea p.36

p.42

Divieti

Fisco p.38

p.45

Numeri p.47

Collaboratori. Grafici: Giuliana Caniglia (progetto), Franco Galdo. Testi: Giovanna Astori (Istat), Paolo Barilari, Donatella Berna (Istat), Francesca Cesarale, Angelo Ciaravolo, Andrea Giuli, Mariangela Pagano, Fabrizio Serafini, Emanuela Stifano, Federico Tantillo - CHIUSO IN REDAZIONE IL 2.11.2017 CONCESSIONARIA ESCLUSIVA PUBBLICITÀ Crea Libri Srl - Via Pietro Capparoni, 21 00151 Roma Agenzia nazionale HP 10 Srl - Tel 02.48.003.799 mirta.barbeschi@hp10.it REALIZZAZIONE e STAMPA Arti Grafiche Picene Srl Stabilimenti Via Vaccareccia, 57 00071 Pomezia (Roma) Editore: Arti Grafiche Picene Srl, via Pietro Capparoni, 21 00151 Roma - CF 09109161001 - Proprietario: Comitato Centrale per l’Albo Nazionale degli Autotrasportatori di Cose per Conto di Terzi, via Giuseppe Caraci, 36 00157 Roma CF 97113700583 Registrazione Tribunale di Roma n° 547 del 18/11/98

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Bastano pochi dati per rendersi conto della rilevanza economica, occupazionale e sociale dell’autotrasporto e dei profondi mutamenti in atto nello stesso

UNA FOTOGRAFIA DEL SETTORE La principale modalità con cui vengono trasportate le merci nel nostro Paese è costituita dalla gomma con oltre il 60% del totale del traffico complessivo, percentuale che

MARIA TERESA DI MATTEO Presidente Comitato Centrale Albo

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Molte le attività svolte dall’Albo, dalla formazione alle attività di controllo, alla ricerca. Tutte con un unico denominatore

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l pari di un ordine professionale, il Comitato centrale per l’Albo Nazionale degli Autotrasportatori ha, quale ratio comune sottesa ai compiti previsti dall’articolo 9 del Decreto Legislativo n. 284 del 2005, quello di garantire la qualità delle attività svolte dagli iscritti. Come a un ordine professionale, lo Stato gli affida il compito di tenere aggiornato l’Albo e svolgere le funzioni disciplinari, tutelando la professionalità della categoria. Parole chiave per cogliere la portata di questo ruolo, in sintesi, sono: servizi, sicurezza, formazione, comunicazione, studi, ricerca e consulenza, qualità per la crescita delle imprese. L’obiettivo alla base di tutte le azione dell’Albo è la sicurezza del trasporto.

Anche lo stesso sconto pedaggi che tende a favorire il trasporto in autostrada e con veicoli meno inquinanti e meno datati è di fatto sotteso alla sicurezza stradale. Le Leggi di Stabilità 2014 e 2015 attraverso l’affidamento di nuovi compiti connessi alla verifica della regolarità e dell’adeguatezza delle imprese iscritte all’Albo hanno potenziato il ruolo del Comitato Centrale dell’Albo quale organismo che: • assicura la partecipazione delle varie istituzioni centrali e regionali competenti in materia e delle associazioni di categoria dell’autotrasporto alla risoluzione delle problematiche del settore, anche con potere di proposte normative a ciò finalizzate; • garantisce, in collaborazione con le altre competenti

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sale al 97% per le merci con origine e destinazione interna. Circa 108 mila sono le aziende iscritte all’Albo, con un totale di oltre 300 mila addetti. Tali aziende garantiscono un gettito annuale per lo Stato superiore a 8 miliardi di euro l’anno fra IVA e accise sui carburanti, pur avendo finanziamenti pubblici

strutturali pari a 250 milioni di euro, ulteriormente incrementati nell’anno 2016 di un importo vicino ai 150 milioni di euro. Dal 2010 ad oggi, secondo una recente indagine, risultano uscite dal mercato quasi 17 mila aziende, la maggior parte di esse sono imprese individuali c.d. “padroncini” (-26,6% ) e società di persone (-15,6%).

Risultano, invece, in aumento, nello stesso arco temporale, le società per azioni (+ 30,3%) e le cooperative e i consorzi (+13,4%): due dati indicativi di un trend di cambiamento importante rispetto al passato e ad una delle problematiche storicamente più rilevante del settore, ossia l’eccessiva frammentazione e le ridotte dimensioni delle imprese.

strutture del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il corretto funzionamento del settore dell’autotrasporto di merci, sia sotto il profilo dell’accesso al mercato e alla professione, che dello svolgimento dell’attività imprenditoriale; • costituisce il trait d’union tra il mondo delle imprese di autotrasporto merci e le diverse istituzioni con competenze in materia, fungendo da “camera” di valutazione e compensazione degli interessi della categoria e dei più generali interessi pubblici nel settore. Ma in che cosa si concretizza l’attività di verifica e adeguatezze delle imprese iscritte all’Albo? La Legge 27 dicembre 2013, n. 147, art. 1, comma 92 ha ampliato e reso sostanziali i compiti del Comitato Centrale dell’Albo relativi alla verifica dell’adeguatezza e regolarità delle imprese iscritte all’Albo disponendo che tale verifica fosse condotta tenendo conto anche: • delle modalità concrete di svolgimento dell’attività economica; • della congruità fra il parco veicolare e il numero dei dipendenti autisti; • della copertura assicurativa dei veicoli. Un altro importante tassello nella ridefinizione del ruolo del Comitato Centrale dell’Albo è stato aggiunto dalla Legge di Stabilità 2015 (Legge 23 dicembre 2014, n. 190, art. 1, comma 248), che ha affidato al Comitato il compito di attivare un portale internet a cui possano accedere le imprese committenti dei servizi di autotrasporto per verificare, preliminarmente alla conclusione del contratto di trasporto, che i vettori siano in regola con l’adempimento degli obblighi retributivi, previdenziali e assicurativi. A tal fine, la norma ha previsto che, previa opportuna intesa, il Comitato acquisisca sistematicamente in via elettronica dalle amministrazioni e dagli enti competenti l’informazione

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Anche la media dei veicoli per azienda risulta in aumento: si è passati da 4 a 5,9: si tratta di indici dell’avvio di una maggiore strutturazione delle aziende del comparto. Anche il fatturato della logistica per conto terzi negli ultimi anni è in ripresa: nel 2016 è risultato a pari a 79,8 miliardi (+1,2% rispetto al 2015 e in rialzo del 12% rispetto al 2009).

I NUMERI DELL’ALBO Da estrazione CED del 9.1 0.2017 risulta che sono stati cens iti sul Portale dell’Albo 2.356 ute nti tipo “committente” che hann o prodotto, dall’avvio della funzione “visura regolarità dell’impr esa”, 118.620 visure di regolarit à. Sono state inoltre avviate le attività indirizzate a verificare le imprese la cui posizione, a vario titolo, è risultata incompat ibile con l’iscrizione all’Albo. Tale attività ha con sentito di poter ridurre considerevolmente il numero delle imprese iscritte all’Albo che sono passate da circa 124.000 a fine 201 5 a circa 107.000 ad oggi (delle quali poco più di 96.300 con iscrizione definitiva; poco più di 9.300 con iscrizione provvisoria e poc o più di 2.200 sospesa). Infatti sulla base di interro gazioni massive presso le Banche dati di Enti e Istituzioni a vario titolo coinvolte è stato pos sibile appurare che: 1 circa 19.000 imprese non risultano più iscritte alla Camera di Commercio, condizione imprescindib ile per la vigenza della persona giuridica (da to dell’ottobre 2016); 2. circa 21.000 imprese non risultano aver corrisposto dal 2012 al 20 16 il contributo di iscrizione all’Albo; 3 circa 15.000 imprese non risultano avere la disponibilità di almeno un veicolo.

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ALBO UN OSSERVATORIO PER IL SETTORE

Tra le ultime attività dell’Albo, da segnalare un’Indagine conoscitiva sul fenomeno del cabotaggio, promossa per effettuare una ricerca approfondita e puntuale sul dislocamento geografico e sulle concentrazioni per nodo (es. porto, interporto, etc.) e per corridoio/direttrice del cabotaggio terrestre sul territorio nazionale, per verificare l’eventuale sussistenza di pratiche distorsive della libera espressione della concorrenza, con specifico riferimento alle modalità operative e ai costi del trasporto. L’indagine ha messo in evidenza la necessità di attivare un Osservatorio sull’autotrasporto che consenta di conoscere i fenomeni evolutivi più rilevanti del settore anche a supporto del decisore pubblico.

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necessaria a definire e aggiornare la regolarità dei vettori iscritti. L’accertamento della regolarità dei vettori esonera i committenti dagli oneri che altrimenti graverebbero sugli stessi: il committente che non esegue questa verifica è infatti obbligato in solido con il vettore, nonché con ciascuno degli eventuali sub-vettori, entro un anno dalla cessazione del contratto di trasporto, a corrispondere ai lavoratori i trattamenti retributivi, nonché i contributi previdenziali e i premi assicurativi dovuti agli enti competente. Le attività dell’Albo servono a garantire la leale concorrenza delle imprese del settore e a combattere i fenomeni di abusivismo e di lavoro nero che danneggiano lavoratori e aziende che operano nella legalità. Il Comitato Centrale, garantendo la possibilità di usufruire del servizio di verifica telematica di tale regolarità, facilita l’assolvimento degli obblighi a carico delle imprese, contribuendo a rafforzare i meccanismi di trasparenza e di sana imprenditorialità nel settore. L’insieme delle ultime novità legislative consolida il ruolo del Comitato a presidio della leale competitività tra le imprese e del corretto funzionamento del mercato dell’autotrasporto, nella lotta a fenomeni di abusivismo con effetti distorsivi della concorrenza che possono giungere fino all’estromissione delle aziende che operano nella legalità. L’Albo sta dando attuazione al disposto normativo attraverso due filoni di attività, uno legato alla interconnessione delle banche dati e l’altro alla verifica in concreto della regolarità. È di questi giorni l’avvio della

cooperazione con la banca dati del ministero del Lavoro UNILAV che permetterà di verificare la corrispondenza tra parco veicolare e conducenti assunti. Prosegue in modo continuo e consolidato l’attività di verifica della regolarità della posizione contributiva delle imprese da parte dei committenti di servizi di trasporto che intendono affidare loro tali servizi. Nel corso del 2016 e del 2017 sono decine di migliaia i committenti che, attraverso lo specifico servizio informatico presente sul Portale dell’Albo, hanno potuto procedere alla verifica di regolarità contributiva. Negli ultimi mesi, sono state implementate talune migliorie al sistema informatico che hanno consentito di semplificare e rendere più funzionale la procedura di richiesta. Il Comitato Centrale partecipa al finanziamento per la realizzazione di interventi di sicurezza della circolazione e di controlli sui mezzi pesanti, provvedendo ad esempio alla fornitura di un servizio di implementazione delle dotazioni informatiche per la lettura dei tachigrafi di cui dotare le Direzioni generali territoriali del Ministero e il Corpo di Polizia stradale, fornendo risorse finanziarie per l’effettuazione dei controlli su strada in collaborazione con la polizia stradale ,

acquistando strumenti informatici per le attività di controllo delle forze di polizia; partecipando attivamente alle attività dell’Osservatorio nazionale sui furti e le rapine in danno degli autotrasportatori. Nell’anno 2016 sono state impegnate per tali attività circa 5,3 milioni di euro. Per quanto riguarda la formazione voglio ricordare la recente iniziativa che sta registrando un notevole successo tra i giovani: il progetto per la formazione di futuri conducenti con il contributo dell’Albo in ordine alle spese connesse all’acquisizione delle patenti e delle carte di qualificazione per l’esercizio della professione di conducente. Sono pervenute all’Albo oltre 2.500 domande e i primi 500 giovani sono stati già avviati a formazione. In forza di questo progetto le patenti professionali saranno acquisite con l’80% di contributo dell’Albo e sarà possibile in collaborazione con le associazioni di categoria avviare i giovani alla professione con specifici stage professionali presso le imprese. Il progetto è assolutamente sfidante, tenuto anche conto della penuria dei conducenti e dell’esigenza del comparto di affidarsi a giovani con una professionalità assolutamente più ampia di quella tradizionale.

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ALBO

SILVIO FAGGI Vicepresidente Comitato Centrale Albo

QUOTE ALBO INVARIATE ANCHE PER IL 2018 Già dal 31 ottobre è possibile effettuare

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il versamento collegandosi al sito dell’Albo degli Autotrasportatori

QUOTE ALBO 2018 Quota fissa d’iscrizione dovuta da ciascuna impresa:

30euro QUOTA VEICOLI fissa) in funzione (che si somma a quella li dell’impresa: del numero dei veico 5,16 euro a) da 2 a 5 veicoli 10,33 euro b) da 6 a 10: 25,82 euro c) da 11 a 50: 103,29 euro d) da 51 a 100: 258,23 euro e) da 101 a 200: 516,46 euro f) oltre 200 OLI QUOTA PORTATA VEIC fissa e veicoli) ella (che si somma a qu di massa zzo me ni dovuta per og 6 tonnellate: a ore eri complessiva sup 5,16 euro a) da 6 a 11,5 ton. 7,75 euro . ton 26 b) da 11,5 a 10,33 euro . ton c) oltre 26

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nche quest’anno il Comitato Centrale ha deciso di mantenere invariate le quote che le imprese devono versare per l’iscrizione all’Albo degli Autotrasportatori 2018. Il versamento del contributo, fondamentale per portare avanti le numerose iniziative dell’Albo, va effettuato esclusivamente in via telematica, attraverso il sito www.alboautotrasporto.it, tra il 31 ottobre e il 31 dicembre 2017. Per pagare la quota l’impresa deve perciò collegarsi al portale e visualizzare l’importo specifico da versare. Per semplificare le procedure sono state prorogate di sei mesi tutte le utenze e le password già in disponibilità delle imprese precedentemente registrate all’Albo degli Autotrasportatori. Una volta visualizzato l’importo, potrà corrisponderlo solo attraverso uno dei seguenti sistemi elettronici di pagamento: carta di credito Visa; carta di credito Mastercard; postepay; bancoPosta. Non sono previsti altri sistemi di pagamento, quali il bonifico bancario o il bollettino postale. Alla fine del pagamento, il sistema rilascerà all’impresa la ricevuta che dovrà essere stampata e conservata per qualsiasi controllo delle autorità competenti. Ricordiamo che in caso di mancato pagamento della quota 2018 entro il 31 dicembre 2017, l’impresa sarà sospesa dall’Albo e che la sospensione potrà anche essere attuata rapidamente dagli Uffici provinciali della motorizzazione, in quanto il sistema telematico consente ora di verificare, quasi in tempo reale, le imprese che hanno versato la quota.

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EUROPA

TIR

GRAN BRETAGNA: ECCO QUANDO IL RIPOSO È VIETATO IN CABINA Dal 1° novembre non si può più effettuare il riposo lungo sul camion se il veicolo fa sosta in un’area non autorizzata. Prevista una sanzione di 300 sterline

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ietato dormire sul proprio camion. Mentre in Italia si sta lavorando sulla norma che introduce il veto di riposo in cabina per gli autotrasportatori, dal 1° novembre nel Regno Unito questa regola è già operativa ma con alcune limitazioni specifiche. Partendo dal presupposto che i conducenti di camion, autobus e pullman devono realizzare una pausa di riposo di 45 ore almeno ogni due settimane, l’Agenzia esecutiva del dipartimento britannico dei trasporti – Driver & Vehicle Standards Agency – ha pubblicato una nota in cui si chiarisce che è vietato il riposo settimanale ordinario a bordo dei mezzi se il veicolo fa sosta in un’area non autorizzata. Pena una multa di 300 sterline.

Sostanzialmente non viene vietato completamente di dormire sul proprio camion purché ci si fermi in aree opportunatamente attrezzate (vedi articolo relativo all’Italia Tir 206, pagg. 20/21). La sanzione non sarà applicata invece a coloro che trascorreranno sul mezzo il riposo settimanale abbreviato e ovviamente il giornaliero. Alla base della legge due fattori: il primo è legato alla qualità del riposo dell’autista che non può essere assicurato in luoghi non adeguati; il secondo ai problemi che possono causare ai residenti parcheggi dei mezzi non appropriati.

COME FUNZIONA NEGLI ALTRI PAESI In attesa di una direttiva comunitaria sul tema del riposo in cabina, prima della Gran Bretagna anche Belgio, Francia e Germania avevano normato questa pratica, attraverso proprie regole interne. Sul caso belga si è espressa anche l’avvocatura generale della Corte di Giustizia europea autorizzando di fatto il divieto. Come funziona in questi Stati? In Belgio è prevista una multa fio a 1.800 euro. Anche in Francia, dal luglio 2014, vige il divieto per il conducente di veicoli con massa superiore a 3,5 Ton di trascorrere il riposo settimanale regolare a bordo con una sanzione per il legale rappresentante dell’impresa fino a 30.000 euro e con la pena della reclusione fino a un anno. In Germania, infine, dal 25 maggio scorso il divieto di trascorrere il riposo settimanale regolare in cabina implica una pena pecuniaria di 1.500 euro per il datore di lavoro e di 500 euro per il conducente.


TIR

DISTACCO: ALLA RICERCA DEL COMPROMESSO Parlamento e Consiglio europeo al lavoro sul tema del distacco dei lavoratori. Due le diverse proposte di direttiva presentate, una delle quali però esclude il settore dei trasporti

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l tema del distacco dei lavoratori è una questione al centro dei lavori delle istituzioni europee. In attesa di definire una nuova norma, il parlamento Ue, prima, e il Consiglio europeo, poi, hanno raggiunto due diversi

accordi in merito. Nel caso della Commissione sociale del Parlamento europeo, il testo di compromesso si basa sul principio per il quale il lavoratore distaccato dovrà avere la stessa remunerazione del lavoratore locale, sia essa prevista per legge che per contrattazione collettiva. Gli Stati membri dovranno garantire la pubblicazione dei contratti sul web per permettere a tutti di verificare l’importo della remunerazione. Spese di alloggio e vitto saranno, inoltre, a carico del datore di lavoro. Dopo 24 mesi di distacco il lavoratore sarà considerato come cittadino dello

EUROPA

Stato ospitante a tutti gli effetti. Le stesse condizioni avranno valore anche in caso di distacco tramite agenzie di collocamento. L’elemento più importante dell’indirizzo adottato dal Consiglio, dopo una lunga contrattazione conclusasi nella notte del 23 ottobre, riguarda invece il settore di trasporti che per il momento pare essere rimasto fuori dall’accordo. È stato stabilito, infatti, di attendere la direttiva sul tema che trae origine dal Pacchetto stradale dello scorso maggio. Nei lavori del Consiglio dei ministri degli affari sociali si stabiliscono, in ogni caso, una serie di principi basilari sul distacco fra cui quello dello “stesso lavoro, nello stesso posto, stessa remunerazione”. La remunerazione del distaccato dovrà essere quindi uguale a quella del lavoratore locale, includendo l’applicazione di accordi sindacali universali. Inoltre, il distacco sarà di 12 mesi al massimo, prorogabili di 6 mesi sulla base di motivazioni specifiche. Le posizioni costituiranno la base per un confronto che il Parlamento europeo avrà con il Consiglio.

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POLITICA

ASPETTANDO LA STABILITÀ Via libera al super ammortamento per i veicoli industriali, anche se ridotto al 130%. Nuovi ingegneri alle Motorizzazioni ma meno delle aspettative

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ovremo aspettare l’approvazione definitiva della Legge di Stabilità 2018, che ha appena iniziato l’iter parlamentare, per avere la conferma definitiva, ma secondo le prime indiscrezioni anche quest’anno dovrebbe essere confermato il super ammortamento per i veicoli industriali, anche se ridotto al

130% rispetto al 140% dell’anno precedente. Se così fosse, significa che il Governo ha accolto le richieste avanzate dalle associazioni di categoria dell’autotrasporto, oltre che dai costruttori esteri e dai concessionari che avevano denunciato che la mancata riconferma avrebbe compromesso il rapido rinnovo

del parco italiano, tra i più vecchi d’Europa, e la conseguente realizzazione di un sistema logistico in grado di garantire sostenibilità ambientale e maggiori standard di sicurezza. “Se i veicoli industriali fossero esclusi dal super ammortamento – si legge in una nota del comparto – lo sviluppo del settore verrebbe frenato contro le stesse prospettive strategiche del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti”. Sembra inoltre che saranno confermate le risorse per il settore e che saranno inserite nella Legge di Bilancio anche ulteriori norme di contrasto alle forme di abusivismo, compiute soprattutto da operatori di altre nazionalità. A breve inoltre dovrebbe essere pubblicata la circolare Inps, relativa ai lavoratori che effettuano operazioni all’estero, così come a breve dovrebbe

Le associazioni di categoria hanno chiesto un incontro al presidente del Consiglio sull’Autorità dei Trasporti che continua a chiedere il contributo anche alle imprese di autotrasporto

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essere convocato un nuovo incontro per cercare di risolvere la problematica dei trasporti eccezionali (vedi pagg. 16-17). La Legge di Stabilità autorizza anche l’assunzione a tempo indeterminato di cento persone al fine di svolgere attività “in materia di sicurezza stradale di valutazione dei requisiti tecnici dei conducenti, di controlli sui veicoli e sulle attività di trasporto, e di fornire adeguati livelli di sicurezza ai cittadini e alle imprese”. Le assunzioni saranno 40 nel 2018, 30 nel 2019 e 30 nel 2020. Una decisione che non soddisfa le associazioni di categoria dell’autotrasporto, che già non ritenevano risolutiva la proposta di 280 assunzioni avanzata dal ministro Graziano Delrio. Anita e Unatras hanno anche inviato una richiesta al presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, per un incontro sull’Autorità dei

POLITICA

COS’È IL SUPER AMMORTAMENTO

Trasporti che continua a chiedere il contributo anche alle imprese che È un’agevolazione di autotrasporto, in beni e st ve premia chi in nonostante il ministero amite tr i strumentali nuov dei Trasporti sia costo un incremento del mentali intervenuto più volte fiscale di beni stru deduzione per ribadire l’estraneità nuovi ai fini della rtamento del settore ai compiti delle quote di ammo cazione di vigilanza dell’ART. e dei canoni di lo Anche la Corte finanziaria. Costituzionale, con una sentenza di aprile dello scorso anno, ha stabilito livelli eccessivi e non giustificati che l’Autorità non può di regolazione nel campo delle obbligare a pagare il infrastrutture e dei trasporti. Un contributo annuale ai comparto che presenta oltretutto settori su cui non esercita margini significativi di riduzione funzione istituzionale. “Le nostre della spesa pubblica. Le saremmo associazioni – si legge quindi quindi grati di voler fissare un nella nota di Unatras - in un incontro anche con la presenza momento in cui è essenziale del ministro Graziano Delrio una spinta alla crescita e alla per un esame congiunto della competitività del Paese, sono situazione che pare grave”. molto preoccupate di alcuni

Anita e Unatras sono disponibili a riprendere il dialogo per il rinnovo del contratto collettivo nazionale Logistica, Trasporto Merci e Spedizioni. Lo hanno sottolineato le due sigle in una nota dopo lo sciopero di due giorni – 30 e 31 ottobre - dei dipendenti dell’autotrasporto per chiedere la riapertura del tavolo, focalizzando le richieste su due punti: legalità degli appalti e tutela occupazionale e adeguato incremento economico.

Contratto logistica: pronti a riprendere il dialogo Anita e Unatras hanno specificato che “la riduzione del salario e i diritti acquisiti dai lavoratori non sono mai stati in discussione, tanto più l’eliminazione della 14° mensilità”. Per questo le due sigle hanno confermato l’immediata disponibilità alla continuazione delle trattative per il rinnovo del CCNL - con un calendario predeterminato di incontri che consenta la tempestiva chiusura dei negoziati - subordinando tale disponibilità alla revoca di qualsiasi ulteriore iniziativa di sciopero”. Intanto i sindacati confederali hanno annunciato altri due giorni di protesta l’11 e il 12 dicembre.

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FUORI DAI GIOCHI?

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Antonella Vicini Al forum di Cernobbio si è discusso di prospettive Il trasporto merci cresce e sfide ma le imprese future italiane non riescono a cogliere a pieno i vantaggi a causa di concorrenza sleale e inefficienze burocratiche

DELRIO GRAZIANO

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l tunnel pare ormai essere alle spalle anche se la strada da percorrere rimane in alcuni tratti piuttosto insidiosa: torna a crescere infatti in Italia il trasporto merci e le previsioni di aumento dell’1,2% di Pil per il 2018 (non ancora quel +2% che renderebbe le prospettive più durature) tratteggiano ulteriori segnali positivi anche per i trasporti. Dove sono allora

EDEEN MICHAEL L

TORNA A CRESCERE IN ITALIA IL TRASPORTO MERCI: NEL 2018 PREVISTI 448 MILIARDI DI TON GENNAIO2017


TRAFFICO MERCI SU GOMMA IN ITALIA

>3,5 Ton

2005

2015

var. %

ITALIA

36,9

11,4

-69,2

PAESI TRADIZIONALI

42,7

21,5

-49,7

PAESI MARGINALI

6,0

4,9

-17,9

PAESI NUOVI ENTRANTI

15,8

47,0

198,5

TOTALE

101,4

84,8

-16,3

le zone d’ombra? Il nemico è fuori ma anche dentro casa. Secondo il rapporto dell’Ufficio Studi di Confcommercio – realizzato con Isfort – sono due gli elementi che continuano a minare lo sviluppo del settore: concorrenza sleale e inefficienze burocratiche. Questo è quanto è emerso lo scorso ottobre, sul Lago di Como, a Cernobbio, nel corso del Forum Internazionale di Conftrasporto che per il terzo anno ha fatto il punto sullo stato di salute del settore dei trasporti e della logistica,

ENRICO MO RANDO

indicando prospettive e azioni necessarie. Due giorni, il 9 e il 10 ottobre, durante i quali la politica ha incontrato le imprese e i principali stakeholder in un particolare momento che vede prossime le elezioni e che evidenzia il timore che un cambio ai vertici del Paese possa compromettere le misure avviate in questi ultimi anni o possa incidere sulle sfide ancora aperte. Su questo però il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio, che ha aperto i lavori, ha voluto

O ANGIULIAN GENNARO S

essere ottimista sottolineando come la stretta pianificazione tracciata in alcuni settori dovrebbe garantire di proseguire sulla strada intrapresa. “Molte misure sono già decise – ha detto – ma molti di questi provvedimenti devono ancora produrre i propri effetti”. Dopo la cura del ferro, la cura dell’acqua, la riforma dei porti, il prossimo punto in cima alle priorità del Governo è la discussione del cosiddetto Pacchetto stradale in sede europea, questione che fa il paio col tema più ampio delle regole. “Abbiamo cominciato a scriverle sul distacco e ora dobbiamo lavorare sul riposo”. L’Europa, ha spiegato ancora il ministro “deve decidere che tipo di sviluppo e di

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GIULIO TR EMONTI

DI TON/KM CONCORRENZA SLEALE E INEFFICIENZE BUROCRATICHE LE CRITICITÀ DA AFFRONTARE GENNAIO2017


TIR

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regole vuole, per evitare il disallineamento dei lavoratori”. Disallineamento e paradossi sono sintetizzati anche nel rapporto “Analisi e previsioni del trasporto merci in Italia” che descrive un sistema dei trasporti in tutte le sue modalità “complessivamente sano” e annuncia per il 2018 “un consolidarsi della ripresa della mobilità delle merci in accordo con la ripresa dell’attività economica”. Il traffico merci continuerà a crescere: dai 437 miliardi di tonnellate–km del 2015 si passerà, secondo le previsioni, ai 448 previsti per il 2018. In particolare, per il prossimo anno si prevedono 168 miliardi di tonnellate-km solo su strada. Ma, contemporaneamente, rimangono elementi ancora piuttosto critici per il trasporto in questa modalità considerando una presenza

PORTI AL BANCO DI PROVA Il forum di Conftrasporto ha fatto il punto sulle prospettive per la portualità italiana. Mare e gomma da sole rappresentano il 95% delle tonnellate – km trasportate in Italia (58,2 % via mare e 36,9% su strada). Questo e il prossimo anno saranno il banco di prova per le riforme già attuate come il Piano della Portualità e della logistica, il Ferrobonus e il Marebonus. Come ha ricordato però il segretario generale di Conftrasporto Pasquale Russo, parlando ai giornalisti, restano ancora alcune questioni da sciogliere. Un esempio, il codice degli appalti: “Per i porti la legge prevede una procedura speciale per velocizzare i tempi di realizzazione delle opere, ma le autorità non colgono appieno le possibilità offerte dalla riforma”. A chiusura dei lavori, Paolo Uggè ha sottolineato che “un approccio unitario all’intero sistema marittimo nel settore logistico nazionale è l’unico strumento in grado di valorizzare non solo le singole componenti ma l’intero comparto”. I PORTI SONO SEMPRE PIÙ UN HUB E UN PUNTO DI INCONTRO DELLE DIVERSE MODALITÀ DI TRASPORTO

Paolo Uggè, presidente di Conftrasporto e Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio

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RTO

TRAFFICO MERCI IN ITALIA (MILIARDI DI TON-KM) E QUOTE DI MERCATO

GOMMA Ton/km I % 2005 243 I 43,8 2015 161 I 36,9 2018 168 I 37,4

FERRO Ton/km I % 23 I 4,1 21 I 4,8 22 I 4,9

Pasquale Russo

degli operatori stranieri particolarmente gravosa per gli operatori italiani. Questi i dati sintetizzati nel report: “Nel 2005 36,9 miliardi di tonnellate–km in entrata e in uscita dall’Italia erano lavorate da autoveicoli immatricolati in Italia, 42,7 miliardi di tonnellate erano appannaggio di altri Paesi tradizionalmente forti nell’autotrasporto - tra gli altri Germania e Spagna - e i veicoli immatricolati nell’Est europeo coprivano il 15,5%”. In dieci anni, dal 2005 al 2015 i veicoli italiani hanno perso il 23% di quota di mercato (passando dal 36,4% del 2005 al 13,4% del 2015) mentre i nuovi operatori in

MARE Ton/km I % 289 I 52,1 254 I 58,2 259 I 57,7

questi dieci anni sono passati dal 15,5% a più del 55%. Tradotto in termini di tonnellate/ chilometro significa che mentre l’Italia ha perso il 69,2% del traffico, i Paesi emergenti l’hanno aumentato del 198,5%. Certo questa non è una novità e non riguarda solo il nostro Paese: la differenza è che l’Italia ha perso circa un 20% in più dei suoi competitor tradizionali sia per quel che riguarda il traffico in entrata e in uscita dall’Italia (vedi grafico) sia per quel che riguarda le merci trasportate anche al di fuori dei nostri confini, dove si nota sostanzialmente la perdita della stessa quota di mercato pari a quasi il 70%. Eppure la crisi economica ha investito tutti, così come il dumping da parte degli attori dell’Est Europa. Qual è quindi la discriminante? Secondo quanto emerso a Cernobbio, un freno particolarmente forte sarebbe rappresentato dalle nostre inefficienze

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AEREO Ton/km I % 0,3 I 0,0 0,3 I 0,1 0,3 I 0,1

TOTALE Ton/km I % 555 I 100 437 I 100 448 I 100

amministrative e burocratiche che pesano sull’autotrasporto 790 milioni di euro in termini di mancato fatturato e 290 milioni di mancato guadagno. Il presidente di Conftrasporto, Paolo Uggè, ha citato ad esempio la difficoltà di ricevere autorizzazioni per i trasporti eccezionali, anche quando si è in possesso di regolare documentazione (vedi pag. 16/17), e le tempistiche poco sostenibili per le revisioni dei mezzi pesanti a causa della mancanza di organico nelle Motorizzazioni, nonostante il Governo abbia già stanziato le risorse per effettuare circa 280 nuove assunzioni. Questo significa che oltre alle regole comunitarie sul dumping sociale e sulla concorrenza sleale, resta necessario correggere questioni strutturali interne, per non rischiare di perdere buone occasioni di crescita e per bloccare la delocalizzazione delle imprese, anche di autotrasporto.

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TRASPORTI

O C O P

ECCEZIONALI 16

5 CHILI O T R O P S A X UN TR

Il trasporto eccezionale sta vivendo una crisi drammatica. I tempi di attesa per il rilascio delle autorizzazioni sono sempre più lunghi e gli oneri per le imprese crescono

azioni per di carte di autorizz Cinque chilogrammi otto province rto eccezionale in effettuare un traspo della Lombardia. o Uggé, e a Cernobbio, Paol Lo scorso 10 ottobr ai giornalisti asporto, ha mostrato presidente di Conftr del peso totale m il pacco di fogli, intervenuti al Foru ore deve portare e un autotrasportat ch o, nt pu ap kg 5 di tratta delle so di controlli: si ca in e ir ib es ed con sé osta a questo ssarie per il nulla autorizzazioni nece delle diverse rilasciate da ognuna tipo di trasporto, il caso di chi e. “Abbiamo portato on gi Re a ll de ce in prov olineando ha detto Uggè, sott i” nt ge vi e rm no le rispetta sta diventando asporti eccezionali che “la crisi dei tr imprese di ca, non solo per le sempre più drammati che per le autotrasporto ma an ic imprese produttr i o di che non sono in grad na garantire la conseg i delle merci in temp , certi e che, quindi ate nt ia pp so o on veng or it et mp co i da altr stranieri”. GENNAIO2017

È

passato un anno dal crollo del cavalcavia a Lecco. Nel frattempo si sono tenute moltissime riunioni, diversi convegni, è anche stata emanata una direttiva del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Ma nulla sembra essere cambiato. L’Italia dei trasporti eccezionali è praticamente ferma da un anno. E stiamo parlando di un settore che vale 3 miliardi di euro di fatturato, impiega circa 7mila addetti e ha un parco circolante di quasi 7mila mezzi. Gli addetti ai lavori continuano a lamentare tempi di attesa troppo lunghi per il rilascio delle autorizzazioni. In base al Codice della Strada, infatti, i trasporti eccezionali devono essere autorizzati, ma in Italia manca un unico interlocutore con cui dialogare. Gli enti che rilasciano le autorizzazioni sono


infatti 150 e hanno poche risorse a disposizione. Tanto che spesso viene demandato alle aziende di trasporto il compito di avvalersi di un professionista abilitato per produrre una relazione che attesti il buono stato di ponti e cavalcavia su cui devono transitare. La stessa Direttiva, infatti, impone agli enti di istituire e pubblicare il catasto stradale della rete viaria di loro competenza, aggiornando i dati relativi allo stato tecnico e giuridico, comprese le caratteristiche di percorribilità da parte dei mezzi d’opera. Nelle more dell’istituzione del catasto deve però essere espletata un’attività istruttoria che “non può essere

legittimamente surrogata da dichiarazioni demandate al richiedente l’autorizzazione, in particolare quelle riferite alla idoneità dei manufatti e delle opere d’arte esistenti lungo le strade che sono interessate dal transito. Potrà essere eventualmente presa in esame documentazione tecnica presentata dal richiedente inerente l’idoneità di manufatti o opere d’arte sottoscritta da professionista abilitato”. Può capitare, quindi, che alcune amministrazioni provinciali demandino alle imprese le verifiche costringendole a predisporre una documentazione enorme e dai costi elevatissimi.

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UN CONVEGNO A PIACENZA Il 6 ottobre, nell’ambito delle Giornate Italiane del Sollevamento e dei Trasporti Eccezionali, l’A.I.T.E ha organizzato un incontro sul tema. Al centro dei lavori le questioni ancora aperte dopo il crollo del ponte di Annone e le richieste dell’intera filiera. Il vice ministro dei Trasporti Riccardo Nencini ha assicurato che saranno Anas e Autostrade per l’Italia a prendere in mano la situazione. Con il nuovo piano quinquennale, infatti, Anas avrà a disposizione quasi 30 miliardi di euro di cui 16 proprio per la manutenzione delle strade; un miliardo e mezzo sarà per la manutenzione dei ponti.


INTERMODALITÀ

TIR

AL VIA GLI INCENTIVI FERROBONUS Alla scadenza del termine sono state presentate 73 domande. Intanto alcune regioni vorrebbero incrementare la misura con l’apporto di risorse regionali

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S

e il Ferrobonus marcia lungo binari solidi, il Marebonus naviga ancora in alto mare. Le due misure volte a rilanciare l’intermodalità e la connettività del sistema dei trasporti stanno infatti seguendo strade e tempi diversi. La prima è ormai stata avviata anche se da ultimo è intervenuto un provvedimento di riapertura dei termini (il Decreto Direttoriale n.106 del 10 ottobre 2016, con il quale

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TIR sono stati riaperti i termini per la presentazione delle domande ed è stata fissata la nuova scadenza al 20 ottobre 2017). Una scelta che si è resa necessaria in quanto, come ben segnalato da alcune associazioni di categoria, la sovrapposizione del termine di pubblicazione sul sito del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del Decreto attuativo con il termine di vacatio legis decorrente dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del regolamento generale sul Ferrobonus aveva generato incertezze interpretative con riferimento al termine di presentazione delle domande: da ciò la necessità di un provvedimento chiarificatore. Alla scadenza del termine ultimo per la presentazione delle domande del Ferrobonus risultano pervenute 73 istanze; sulla base delle autocertificazioni relative al triennio 2012-2014 è stato possibile stimare, indicativamente, un ammontare di treni/km pari a 24.500.000, pertanto in considerazione delle risorse attualmente stanziate per la misura è possibile preventivare un contributo unitario per treno/km di 0,78 centesimi per l’annualità 2017 e di circa 1,63 euro per treno/ km per l’anno 2018. La misura sta inoltre riscuotendo attenzione a livello regionale: alcune regioni (Liguria, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Province autonome di Trento e Bolzano, Calabria, Campania) hanno manifestato l’intenzione di incrementare il Ferrobonus nazionale con

l’apporto di risorse regionali a favore del trasporto ferroviario intermodale delle merci. Il Ministero, avvalendosi dell’ausilio di RAM, ha allo studio varie ipotesi di intese operative al fine di dare concretezza alle intenzioni manifestate dalle Regioni. Diverso il discorso per il Marebonus che, ricordiamo, mira a premiare l'utilizzo della via marittima rispetto a quella di terra, attraverso un incentivo parametrato alla strada evitata in territorio nazionale. Il Marebonus è rivolto all’attuazione di progetti per migliorare la catena intermodale che prevedano la realizzazione di nuovi servizi marittimi per il trasporto combinato delle merci e il miglioramento dei servizi su rotte esistenti, in arrivo e in partenza da porti situati in Italia. Una quota del contributo ricevuto, che finanzia alcuni dei costi supplementari della transizione a modi di trasporto più rispettosi dell'ambiente, viene ribaltata in favore delle imprese di autotrasporto che abbiano usufruito dei servizi marittimi. Attualmente il regolamento Marebonus, nonostante sia stato da tempo firmato dai due ministri competenti (Trasporti e Finanze) e siano state superate anche le perplessità in merito al riconoscimento dei costi aggiuntivi sollevate dagli armatori, ancora non risulta pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

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INTERMODALITÀ

Il regolamento prevede poi che a seguito della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dovrà essere emanato un decreto attuativo, a firma del Direttore Generale per il trasporto stradale e per l’intermodalità, nel quale saranno dettati i termini e le modalità di presentazione delle domande. Tuttavia il ritardo nella pubblicazione, collegato alle scadenze procedurali per la presentazione delle domande, rischia di porre in serio pericolo il finanziamento della misura stanziato per l’annualità 2017.

SCONTI PEDAGGI FINO AL 2019 Sempre in tema di contributi al trasporto merci su ferro, la Commissione Ue ha autorizzato fino al 31 dicembre 2019 i cosiddetti “sconti pedaggi”, cioè i contributi pubblici concessi al trasporto intermodale per l’utilizzo dell’infrastruttura da parte delle imprese ferroviarie. La Commissione ha chiarito che resta invariato il bilancio originale di 200 milioni di euro e che lo schema del contributo è compatibile con le norme comunitarie poiché favorisce il trasferimento di traffico merci dalla strada alla rotaia.

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Nei prossimi mesi partiranno anche in Italia i test sulla mobilità connessa, sia tra i veicoli sia con le infrastrutture. Si partirà dall’Autostrada del Mediterraneo

MISSIONE SMART ROAD: SI INIZIA DAL SUD U 20

na delle tappe fondamentali è stata segnata lo scorso settembre, con l’avvio di L3 Pilot, il progetto finanziato in parte dall’Unione europea per sperimentare in contesti reali le auto a guida autonoma. La prossima data da ricordare dovrebbe essere invece il 2019, con i veicoli connessi alle infrastrutture europee di nuova generazione. Nel 2030, addirittura alcuni di noi si siederanno sul proprio mezzo e verranno comodamente trasportatati a destinazione, potendo dedicare il proprio tempo a fare altro. Per delineare il quadro più completo possibile su questo tema, lo scorso 13 ottobre Anas e World Road Association hanno organizzato a Roma la “Conferenza internazionale sulla Guida connessa ed automatica”, con la partecipazione di esperti, studiosi, produttori e rappresentanti delle istituzioni a dimostrazione che in questo campo sono numerosi i soggetti convolti.

Quando si parla di guida autonoma e connessa non si parla, infatti, solo di caratteristiche tecniche ma della necessità di ripensare un intero paradigma che include questioni di natura etica, impianti giuridici, aspetti urbanistici. Come ha evidenziato il commissario ai Trasporti Violeta Bulc, in un messaggio di apertura dei lavori, “nel Pacchetto mobilità questo argomento sarà centrale”. Nel frattempo, ha ricordato un altro passo importante nella tabella di marcia, la “piattaforma C-Roads di cui fa parte anche l’Italia”. La C-Roads Platform lanciata nel dicembre 2016 è una piattaforma per testare l’interoperabilità dei sistemi e collegare le attività dei Sistemi di Trasporto Intelligenti, in modo da poter realizzare una mobilità cooperativa, connessa e automatizzata e immettere sul mercato veicoli in grado di dialogare sia tra di

GIANNI VITTORIO ARMANI, EMANUELA POLI, DOMENICO CROCCO, CLAUDE VAN ROOTEN NOVEMBRE2017

loro sia con le infrastrutture di trasporto sulle strade europee a partire proprio dal 2019. Smart road e smart car sono i due elementi cardine. Ovviamente anche l’Italia sta proseguendo su questa strada: nei prossimi mesi il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti licenzierà un decreto su questo. Si intende preparare così una cornice normativa adatta ad accogliere la mobilità connessa, intervenendo su alcuni punti fondamentali. Uno di questi, ha spiegato al convegno Mario Nobile, direttore generale per i Sistemi Informativi e Statistici del Mit, riguarderà l’articolo 46 del Codice della Strada che “prevede che i veicoli siano guidati dall’uomo”.


Postazioni polifunzionale

Segnalano in tempo reale chiusure, varchi o pericoli sul percorso

TEMPI

Apertura dei primi tratti a inizio 2018

FONDI L’automobile che si immette nella strada viene “avvertita” dell’arrivo di altre vetture

160 milioni di euro

Isola verde

produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili

Collegamento a banda larga (fino a 130 km/h

Fibra ottica

DOVE

• Grande raccordo anulare di Roma • Autostrada A91 Roma-Fiumicino • E45 ed E55 Orte-Mestre • Autostrada A19 Palermo-Catania • Autostrada A2 “Autostrada del mediterraneo”

“La tecnologia disponibile al momento non mette in discussione l’articolo 46, quindi si può sperimentare. Perché solo la sperimentazione sul terreno consente di studiare regole nuove”. Sempre restando nel nostro Paese, il prossimo passo per l’attuazione delle Smart road dal punto tecnologico si giocherà sulla A2, “Autostrada del Mediterraneo”, ex Salerno–Reggio, inaugurata lo scorso dicembre. Il progetto sarà poi esteso ad altre arterie strategiche come il Grande Raccordo Anulare, la Roma–

Fiumicino e la Palermo Catania. “Non appena il quadro regolatorio lo consentirà – ha spiegato Gianni Vittorio Armani, presidente di Anas – l’azienda darà la sua disponibilità per sperimentazioni di guida autonoma su alcune tratte della sua rete con l’obiettivo di mettere la tecnologia al servizio dell’innalzamento dei livelli di sicurezza”. Uno dei cardini del piano industriale 2016-2020 è infatti proprio la trasformazione della rete principale di Anas in strada connessa.

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ANCHE LO SMART FREIGHT PROTAGONISTA Smart freight è un’altra definizione chiave per il futuro dei trasporti. Uno dei passi in questa direzione è stato segnato da Scania a margine della conferenza, siglando con Anas l’avvio di una collaborazione per lo sviluppo delle tecnologie per le “Smart road”, attraverso lo scambio di informazioni generate dai veicoli della casa svedese (tra cui le modalità di utilizzo dei mezzi, la segnalazione di eventuali anomalie, i livelli calcolati di emissioni) e delle infrastrutture Smart road Anas, a partire dall’A2. Sulla connessione veicolo–veicolo stanno lavorando comunque tutte le case attraverso il truck platooning. I convogli di due o più camion rispondono all’esigenza di abbattimento dei tempi e dei costi, della riduzione di emissioni CO2 e degli incidenti. Secondo quanto sintetizzato nel corso del convegno, con questa modalità la capacità della strada può crescere infatti fra il 50 e il 100%. Numerosi i benefici anche in termine di risparmio di carburante calcolato in 6 miliardi di euro in tutta Europa, considerando un –5% di combustibile nel camion capofila e un 10-15% nei successivi. Cresce infine anche la produttività dell’autista con la possibilità di maggior percorrenza in condizioni di lavoro meno stressanti.

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LOGISTICA: UN TAVOLO PER REGOLE CERTE

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TIR

Al ministero dello Sviluppo Economico si è tenuta la prima riunione del tavolo della legalità. Entro metà novembre saranno presentate le prime proposte

R

egole, legalità e rivisitazione dell’attuale modello produttivo. Questi gli argomenti al centro del tavolo di coordinamento che si è tenuto il 19 ottobre presso il ministero dello Sviluppo Economico, alla presenza del viceministro Teresa Bellanova e di rappresentanti dei ministeri dei Trasporti, del Lavoro e dell’Interno, oltre a Fedit, l’associazione che riunisce i corrieri espresso, Confetra, la confederazione delle imprese, e le sigle sindacali confederali Cgil, Cisl, Filt e Uil. Al tavolo è stato affrontato il tema della legalità nella movimentazione delle merci nei magazzini, che spesso viene

minacciata da forme di sciopero particolarmente forti che bloccano e danneggiano completamente le attività provocando, tra l’altro, il deterioramento dei prodotti. Altro argomento all’ordine del giorno anche la questione della rappresentanza nelle aziende, che è andata fuori controllo e che utilizza il diritto di sciopero per scopi strumentali. E si è discusso anche della necessità di rivedere l’attuale modello produttivo, basato su forme di appalto e subappalto, dove i lavoratori rischiano di diventare vittime di forme di caporalato. Il viceministro ha quindi invitato le parti a presentare entro una ventina di giorni un quadro dettagliato delle criticità esposte e ad avanzare una serie di proposte condivise su cui poter avviare una discussione. Proposte volte ad assicurare dignità al lavoro ma anche che si agisca all’interno della legalità e secondo regole stringenti e precise che poi le autorità dovranno far rispettare. L’apertura del tavolo è stata particolarmente importante anche alla luce della vicenda SDA.

LOGISTICA

SDA: UN CASO EMBLEMATICO 70mila pacchi fermi nei magazzini, quasi tre settimane di sciopero, 50% del fatturato perso per SDA. La protesta degli operatori logistici di Carpiano è stata particolarmente dura; è scoppiata dopo che la SDA, il corriere di proprietà di Poste Italiane, aveva deciso di avvalersi di una nuova cooperativa per svolgere i propri servizi. La nuova cooperativa avrebbe garantito la continuità contrattuale, con l’introduzione però del Jobs Act, che prima non esisteva. Immediatamente è scattata la protesta dei dipendenti, che sono quasi completamente raccolti in due principali sigle sindacali, Sicobas e Solcobas, contrari al cambio di cooperativa e all’introduzione del Jobs Act. La risposta di SDA è stata ferma ed è iniziato il lungo braccio di ferro che si è concluso solo tre settimane dopo, il 19 ottobre, quando le parti hanno sottoscritto in Prefettura l’accordo per riprendere l’attività produttiva, grazie anche all’intervento del Gabinetto del ministero dei Trasporti, che ha chiesto al ministero dell’Interno, e quindi alle Prefetture, una particolare attenzione sul tema. L’accordo sottoscritto prevede che i lavoratori ricevano subito un anticipo sul TFR da parte dell’impresa uscente; per il resto SDA non ha accolto nessuna delle richieste dei Cobas. “Il problema di Carpiano è stato il comportamento fuori dalle regole sindacali dei manifestanti, che pretendevano di intervenire su questioni di pertinenza della società – ha sottolineato Enzo Solaro, segretario generale Fedit, l’associazione che riunisce i corrieri espresso -. Per questo si rendono necessarie quanto prima delle regole certe ed è in questa direzione che dovrà lavorare il tavolo di coordinamento”.

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Lo Z Truck concept di Iveco, realizzato da ED in soli 5 mesi. La comoda scala estraibile che immette nella cabina è brevettata


PROGETTARE IL FUTURO Tra una ventina di anni viaggeremo su tir elettrici, autonomi e con un’estetica completamente rinnovata: il car designer Mike Robinson ci mostra rendering, bozzetti e primi progetti

E

lettrico, autonomo, aerodinamico e con una cabina completamente nuova, dove il volante scompare per lasciare posto a poltrone girevoli, comode scrivanie e un grande schermo touch per dialogare con l’ufficio o con la famiglia. È questo l’identikit del camion del futuro; non più solo un mezzo per trasportare la merce ma un vero e proprio ufficio nel quale il conducente avrà un ruolo proattivo anche nella gestione dei carichi e nel controllo della merce. E dove potrà trascorrere anche il proprio tempo libero facendo ginnastica, riposando o magari connettendosi con la famiglia.

A raccontarlo a Tir è Mike Robinson, noto car designer futurologo italoamericano, con quasi 40 anni d’esperienza.

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TIR

FUTURO

In questi schizzi di UX Design viene mostrato come sarà la cabina del futuro, in cui il conducente sarà circondato da schermi immersivi

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Cabina immersiva del futuro, con il “wonderwall” virtuale che visualizza le tue invenzioni in tempo reale (Ironman)

Già direttore di design della Lancia, Fiat e Bertone, ora Robinson guida la sua azienda ED, la più grande azienda di design ed engineering d’Italia, e ha anche collaborato con Iveco nello Z Truck Concept 2016.

Come sta cambiando il settore dei trasporti? Si sta evolvendo verso camion e furgoni più sostenibili, per non inquinare, e autonomi, ovvero più sicuri. Il futuro più immediato sarà caratterizzato da mezzi ibridi, poiché al momento manca una rete infrastrutturale capillare che permette l’utilizzo del mezzo elettrico per lunghi spostamenti. Credo

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TIR

Scenari futuri con un sistema di realtà virtuale in cui immagini 3D vengono proiettate sulle pareti della stanza

FUTURO

però che già nel 2025 comincerà a diffondersi l’elettrico, anche perché i tempi per la ricarica si ridurranno molto. Nel 2030 inizieranno poi a circolare i primi camion a guida autonoma. I conducenti non saranno più i Michael Jordan del volante, non dovranno più avere una precisione millimetrica nel parcheggiare o nel fare manovra. Il camion, infatti, farà tutto da sé.

Quindi il ruolo del conducente è destinato a scomparire? Non direi, semmai è destinato ad evolversi, dovrà fare altre cose. Avrà un ruolo più attivo nella gestione dei carichi, dovrà fare operazioni di controllo della merce. Il camion diventerà il suo back office. E durante le pause potrà guardare un film, farsi una doccia, correre sul tapis roulant o magari connettersi tramite videocamera con la famiglia e aiutare i figli a fare i compiti.

Quale sarà invece l’aspetto dei nuovi tir, dal punto di vista estetico? I tir del futuro avranno un look completamente diverso. Con la motorizzazione elettrica la parte frontale viene completamente trasformata perché non c’è più bisogno di grande spazio per il motore. La cabina non avrà più i vetri, non servono più. Il sistema di telecamere multiple a 360 gradi guarderà all’esterno e regolerà l’andamento costantemente. Pavimenti e soffitto saranno come un grande schermo touch, utilizzabile a piacimento per guardare il panorama esterno o per giocare a un videogioco.

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LAVORO TECNICA

TIR

MERCATO ELETTRICO 28 28

Le trazioni elettriche sono entrate a pieno titolo tra le alternative possibili anche nel trasporto merci ultraleggero ma si tratta ancora di una nicchia. Una panoramica dell’offerta commerciale disponibile

T

ra il 2010 e il 2017, secondo i dati del Centro Studi Unrae, il parco di veicoli a trazione elettrica nel segmento sotto le 3,5 tonnellate è più che raddoppiato. Dalle 220 immatricolazioni del 2010 si passa infatti alle 464 del 2016. Per il 2017, i dati provvisori dei primi 9 mesi indicano un immatricolato di 407 unità. Nel segmento sopra le 3,5 Ton, invece, per ora c’è molto poco: dalla sola unità del 2010, si è passati alle 5 del 2016. Ma, nel 2017, si registra un timidissimo segnale positivo: nei primi 9 mesi i dati provvisori Unrae registrano già 7 unità. In pratica, per ora, si può parlare di mobilità elettrica nel trasporto merci solo per l’ultimo miglio.

RENAULT KANGOO Z.E.

L TRASPORTO E N A C I R T T E L E À T I L MO MIGLIO. PER ORA LA MOBI I T L U ’ L R E P O L O S E T MERCI È PRESEN


LAVORO

-NV200 VAN NISSAN E TTRICO 100% ELE

Le potenzialità della diffusione di questi veicoli però ci sono tutte, poiché i costruttori stanno lavorando affinché siano superati i limiti tecnologici, autonomia e tempi di ricarica in primis. Tendenzialmente i costruttori, per aumentare l’autonomia, non stanno aggiungendo moduli supplementari pregiudicherebbero il volume di carico - ma stanno agendo sul miglioramento della chimica delle celle, che ora sono più efficienti. Anche se l’economia effettiva dipende poi da una serie

Finalmente si stanno accorciando i tempi di ricarica dei veicoli: con l’introduzione della ricarica rapida i tempi sono ridotti a poche ore

IMMATRICOLAZIONI IN ITALIA DI VEICOLI COMMERCIALI E INDUSTRIALI ELETTRICI Tipologia

2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016

2017 9 mesi

Veicoli commerciali (fino a 3,5 di PTT)

220

403

Veicoli industriali (oltre 3,5 di PTT)

1

226

312

158

303

0

1

1

3

447

0

464

5

7

Elaborazione Centro Studi e Statistiche UNRAE

di fattori, come velocità, tipologia di strada e di percorso, uso del climatizzatore e stile di guida. Altro nodo da sciogliere sono i tempi di ricarica, che finalmente si stanno accorciando: dalle 8-12 ore dei primi modelli si passa alle poche ore di oggi, anche perché è stata introdotta la cosiddetta ricarica rapida. Detto questo, vediamo l’attuale offerta commerciale, partendo da Nissan, che al momento risulta fare la parte del leone e che ha appena presentato il nuovo Nissan e-NV200 Van 100% elettrico con batteria da 40kWh, ordinabile

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a partire dalla fine del 2017 e commercializzato in Italia entro la prima metà del 2018. Rispetto al modello precedente, restano uguali capacità di carico ed estetica, la novità sta nell’autonomia maggiorata: 100 chilometri in più, ovvero fino a 280 km con una sola carica, senza alcuna modifica all’ingombro degli accumulatori. Restando in famiglia, l’offerta di Renault nella mobilità zero emissioni è Renault Kangoo Z.E. Nei mesi scorsi è stata presentata la nuova serie che, rispetto

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TECNICA

TIR

PARTNER FULL ELECTRIC

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al modello precedente, non cambia nell’aspetto - 3 versioni, 2 lunghezze (4,28 m e 4,66 m), 2 o 5 posti, volume di carico da 3 a 4,6 metri cubi, portata 650 kg - ma nella sostanza: il motore (R60 da 60 CV) è più performante e l’autonomia, aumentata del 50% e grazie alla nuova batteria da 33 kWh, raggiunge quota 270 km. Kangoo Z.E. si ricarica completamente in sei ore; ma in emergenza, con una ricarica parziale di circa un’ora, si possono recuperare circa 35 km. Anche il Gruppo PSA è attivo nella mobilità elettrica: per il marchio Citroën con Berlingo Van Full Electric, per il marchio Peugeot con Partner Full Electric. Per Berlingo il costruttore dichiara una velocità massima di 110 km/h e un’autonomia di 170 km; collegando il veicolo a una presa domestica da 230 V si possono ricaricare al 100% le batterie in 8,5 ore, mentre utilizzando le apposite stazioni si può fare il pieno di energia in soli

30 minuti. Inoltre, quando il veicolo è fermo, le batterie non si scaricano. Berlingo in versione elettrica è disponibile in due lunghezze: L1 con volume utile fino a 3,7 m3 e L2 fino a 4,1 m3; già la versione L1 può caricare 2 Europallet. Anche l’autonomia di Partner è di 170 km: il veicolo utilizza due packs di batterie ad alta densità di energia con una capacità di 22,5 kW/h alloggiati nel sottoscocca posteriore il che, anche in questo caso, non pregiudica la capacità di carico utile. Ed è anch’esso disponibile in due lunghezze, L1 e L2, con un carico utile massimo di 695 kg. Per quanto riguarda il Gruppo Daimler, il futuro è evidentemente elettrico, prova ne sono i concept Vision Van ed e-Truck presentati allo scorso IAA. Nel frattempo però che i prototipi diventino realtà, c’è eCanter: presentato in America

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CITROËN CON BERLINGO VAN FULL ELECTRIC


LAVORO

PORTER ELECTRIC POWER

qualche settimana fa, inizierà ad essere commercializzato in Italia a partire dal 2018 e dal 2019 sarà regolarmente a listino come le altre versioni ad alimentazione convenzionale. L’autonomia di eCanter è pari a circa 100 km con una singola ricarica, la capacità di carico è di tre tonnellate e mezzo.

Fuso eCanter è dotato di sei pacchetti di batterie agli ioni di litio da 13,8 kWh per singola unità. Iv eco ha invece lanciato nel 2009 il primo Daily elettrico e negli ultimi anni ha continuato a lavorarci, tanto che oggi il Daily Electric ha una MTT fino a 5,6 tonnellate e un’autonomia fino a 200 km; la modalità di guida Eco-Power e le strategie di frenata rigenerativa, inoltre, possono migliorarne le performance. La

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batteria è stata ottimizzata per tutte le condizioni climatiche e, in modalità rapida, si ricarica in 2 ore. Il monitoraggio via web consente inoltre ai gestori di flotte di monitorare i veicoli in tempo reale e di visualizzare ubicazione, carica della batteria, ore di funzionamento del motore, chilometri percorsi e cronologia dati del veicolo. Restando tra gli italiani, Piaggio propone Porter Electric Power: si tratta di un veicolo pensato specificatamente per le consegne nei centri urbani, tanto che il gruppo propulsore elettrico, erogando una potenza di 11 kW, garantisce una velocità massima di 57 km/h. L’autonomia è stimata in 110 Km e le batterie, realizzate in piombo gel, si ricaricano in 8 o 2 ore, a seconda che si scelga la modalità ricarica tradizionale oppure quella rapida. Infine, per concludere la carrellata, la proposta di Isuzu (MIDI Europe), che dal 2014 sta lavorando all’autocarro leggero elettrico. Circa un anno fa, grazie alla collaborazione con S.M.R.E., è stato immatricolato e targato il primo camion ISUZU L35 B+ Full Electric, in grado di percorrere a pieno carico fino a 130Km con una massa complessiva di 35 quintali.

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DAI FURGONI LA GAMMA AI PESANTI COMPLETA MAN di Andrea Coen Tirelli

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A Barcellona la casa di Monaco di Baviera ha presentato alla stampa tutti i modelli del nuovo TGE, con cui debutta nei furgoni, e le novità nel settore degli autocarri

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AN ha presentato in Catalogna la gamma completa del nuovo TGE con cui si è avvicinato per la prima volta al mondo dei furgoni. Il messaggio trasmesso a Montserrat è chiaro: puntare sui trasporti con massa totale della combinazione da 3 a 44 tonnellate, estendendo alla categoria dei furgoni l’orientamento di approccio e competenza proprio del settore camion. MAN infatti offre la stessa assistenza anche per la nuova serie, con tutti i vantaggi che ne derivano. Per esempio il servizio senza appuntamento in officina, l’aiuto rapido in caso di emergenza anche nel fine settimana e gli orari di apertura molto lunghi. Oltre al furgone chiuso e al Combi vetrato, l’ampia selezione di carrozzerie conta anche allestimenti

GENNAIO2017

con cabina singola e doppia. Una massa totale della combinazione da 3 a 5,5 tonnellate e una solida trazione dai consumi ridotti con potenze comprese tra 102 e 177 CV ne fanno una soluzione di trasporto leggero ideale per settori quali l’edilizia, la logistica e la distribuzione. I telai possono essere ordinati con la predisposizione “in fabbrica” di diversi allestimenti, due interassi, tre altezze del tetto e tre lunghezze del veicolo. Le lunghezze della versione furgonata vanno da 5.983 mm a


I

TIR

LAVORO

MAN TGE L unghezza : 5,983-6 Altezza: ,83-7,38 2,34–2,5 7 – 2 ,8 metri Larghezz a: 2,04 m e t r i Motore: q uattro ci l indri da Potenze d 1.968 cm3 a 102,122 ,140 e 17 MTT: tra 7 Cv 3,5 e 5,5 tonnella te

6.833 mm fino al MAN TGE da 7.388 mm con grande sbalzo. Il motore diesel da 1.968 cm3 è disponibile con 75 kW/102 CV, 90 kW/122 CV, 103 kW/140 CV e 130 kW/177 CV con consumi compresi tra 6,7 e 7,0 litri di diesel ogni 100 chilometri. A seconda della massa totale a terra sono disponibili trazione anteriore, posteriore e integrale, combinate a scelta con un cambio manuale a 6 marce o automatico a 8 marce. Con un volume di circa 18 metri cubi la versione a trazione anteriore ha il piano di carico più basso di circa 100 millimetri rispetto al modello a trazione posteriore; peso totale consentito compreso tra le 3 e le 4 tonnellate. Lo stesso vale per la trazione integrale. La trazione posteriore consente invece carichi maggiori. Infatti il modello con motore e cambio longitudinale può far fronte a masse totali tra le 3,5 e le 5,5 tonnellate. Passando al segmento intermedio

degli autocarri, i veicoli TGL e TGM montano l’innovativo motore con nuovi stadi di potenza. L’ultima generazione di motori D08 SCR infatti si caratterizza per la sua struttura semplice e il posttrattamento dei gas di scarico basato sulla tecnologia SCR (Selective Catalytic Reduction). Ciò contribuisce ad ampliarne il campo d’impiego, a semplificare gli interventi di manutenzione e a migliorarne l’affidabilità. Con il nuovo motore sono stati ridotti i consumi di un ulteriore 5,5%. I motori MAN D08 sono dotati di regolazione avviamento e taratura del cambio completamente rinnovati e di nuove funzioni del cambio TipMatic per i modelli TGL e TGM. Come nelle versioni del cambio per le gamme TGX e TGS, la funzione Idle Speed Driving è disponibile anche per il cambio TipMatic a 6 e a 12 marce, che consente un avanzamento lento al regime del minimo con frizione chiusa, senza azionare il pedale dell’acceleratore.

NOVEMBRE2017

In questo modo, la velocità si mantiene costante. Una vera sorpresa aver provato questa funzione sul grande TGX 18.500 BLS, versione con cabina XXL. “Viaggiare ‘a singhiozzo’ – sottolinea MAN - è una situazione che esaspera i conducenti favorendo il rischio di tamponamenti dovuti a una scarsa attenzione. La nuova funzione stop-and-go integrata nell’ACC è pensata per aumentare considerevolmente la sicurezza in situazioni di questo genere. Il TGX pone l’accento soprattutto sulla zona notte. Il frigorifero, ad esempio, scompare completamente sotto la cuccetta; un pacchetto acustico in grado di ridurre sensibilmente il livello di rumore all’interno favorisce sonni tranquilli grazie soprattutto a speciali pannelli insonorizzanti. In definitiva la guida di questo gigante sintetizza una buona combinazione tra efficienza nei consumi, comfort di guida con un motore da 368kW/500 Cv.

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TO R PO SE S RA PAE T TO SEX U L’A PAE

TIR

PAESI BASSI

I TRASPORTI COLONNA PORTANTE DEL PAESE

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on quasi 17 milioni di abitanti su un fazzoletto di terra strappato al mare, i Paesi Bassi possono vantare su un settore dei trasporti molto sviluppato. Il porto di Rotterdam è di gran lunga il maggiore porto europeo e il 9° a livello mondiale dopo sette porti cinesi e Singapore, con un valore aggiunto di oltre 13 miliardi di euro con circa 92.000 addetti, ed è perfettamente collegato all’hinterland grazie alla rete ferroviaria. Molto fitta anche la rete di vie navigabili che assicura il 39% del trasporto (il 40% in internazionale e il 20% in nazionale); la rete stradale, che raggiunge i 130.000 km (3,16 km/km2 tra le più elevate al mondo con alti fenomeni di congestione che limitano la velocità media), rappresenta invece il 56% e la ferrovia il 5%. Secondo uno studio condotto dal CNR (Comité National Routier) francese, le imprese di trasporto stradale sono 12.467 e di queste il 40% ha un solo veicolo. Il parco autoveicoli delle imprese conto terzi al 2016 è composto da

12.467

L’Olanda può contare su una rete stradale tra le più elevate al mondo e su un porto, Rotterdam, che è il maggiore a livello europeo. Quasi quindicimila le imprese di trasporto stradale oltre 100.000 unità delle quali oltre 72.000 sono trattori; 1.500 sono invece i veicoli EMS (Ecocombi da 25,25 metri per 60 tonnellate). Oltre il 50% del parco ha meno di 5 anni di anzianità. I conducenti sono circa 112.000. Il trasporto internazionale pesa il 53,3% del totale trasportato che vale 68.900 milioni di Ton/km (dati 2015). La media chilometrica del percorso internazionale è di soli 275 km; possiede quindi le caratteristiche di un’attività regionale se paragonata a quella europea. Il tasso di penetrazione del cabotaggio è pari al 2,2%, ma va considerato che tale trasporto è libero nel Benelux. Passando ai salari, un conducente in internazionale con 12 anni di anzianità percepisce uno stipendio di 2.420 euro al mese, per 40 ore di

IMPRESE DI AUTOTRASPORTO

lavoro. A ciò si aggiungono molte ore di straordinario che portano a circa 53 ore di lavoro. Le 13 ore di supplemento comportano circa 1.000 euro di extra salario. Il costo chilometrico dell’autista si colloca a 0,52 euro/ km. Da sottolineare, infine, che il trasporto conto proprio è molto sviluppato e pesa il 23% delle tonnellate e il 14,3% del volume di tonnellate chilometro.

100.000 UNITÀ IL PARCO VEICOLARE

68.900 MILIONI DI TON/KM TRASPORTATE


TIR

EUROPA

BULGARIA

PER IL TRASPORTO MERCI CRESCITA DA RECORD L’attività internazionale è aumentata del 300% tra il 2008 e il 2015, crescendo a un tasso annuo del 17,3%. Il Paese conta 20mila imprese e circa 100mila addetti

E

ntrata con gli ultimi Paesi in Unione europea, la Bulgaria ha riscontrato negli ultimi anni una forte migrazione verso i Paesi dell’Ovest, tanto che la popolazione è passata dagli 8,7 milioni del 1990, fine del regime comunista, ai 7,2 milioni attuali. Dall’altro lato, però, il Paese ha registrato uno sviluppo prorompente del trasporto di merci che nell’internazionale ha

registrato un aumento del 300% nel periodo 2008/2015, con un aumento del 17,3% annuo dal 2008. Il volume del trasportato misurato in Ton/Km è il doppio di quello realizzato dalle imprese del nostro Paese. Il trasporto interno è invece rimasto inalterato e ha recuperato le posizioni registrate nel 2008. In tutto il Paese si contano 20.000 imprese per un totale di 100.000 addetti. Nel complesso, nel 2015, sono state trasportate 32.297 milioni di Ton/Km di merce, di cui 7.132 milioni nel nazionale e 25.125 nell’internazionale La strada garantisce il 76,5% del totale traffico terrestre, con la ferrovia al 9,5%, in caduta costante a partire dalla fine degli anni ‘90. Vera valvola di sfogo del trasporto è costituita dalle vie

navigabili che pesano il 14% del totale traffico terrestre. I conducenti fanno solitamente viaggi lunghi (la media è di 974 km) che li tengono lontani dal Paese fino a tre mesi. Un’altra caratteristica è l’utilizzo estremo dei mezzi, la cui percorrenza supera i 150 km/anno su 262 giorni di lavoro. La durata in servizio dei veicoli è di circa 1.200 milioni di km. Il costo totale del conducente è di circa 16.000 euro l’anno, il che rappresenta il vero e proprio vantaggio competitivo (0,11 ¤/km come costo di esercizio) rispetto alle imprese dei Paesi della vecchia Europa. Il salario mensile di un conducente è di circa 220 euro che raggiunge i 1.050 per i conducenti impegnati in internazionale. Gli oneri sociali vengono pagati esclusivamente sui 220 euro mensili, cioè su un quarto di quanto percepito dall’autista. Non esiste la contrattazione collettiva. Da rilevare infine che la richiesta di una licenza comunitaria ha un costo di 260 euro mentre la copia certificata conforme costa poco più di 5 euro. In entrambi i casi il tempo necessario per l’ottenimento è di circa un mese.

20.000 IMPRESE DI AUTOTRASPORTI 100.000 ADDETTI 32.297 MILIONI DI TON/KM TRASPORTATE

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EURO FRANCIA

GERMANIA

IL SÌ DELL’EUROPA AL DISTACCO UNA VITTORIA PER MACRON

CONTRO IL DUMPING UNA LEGISLAZIONE ARMONIZZATA

È

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una vittoria innegabile per Emmanuel Macron. La sua prima a livello dell’Unione europea. Inizia così un articolo del quotidiano francese Le Monde, a commento di una decisione europea presa a fine ottobre scorso (vedi anche pag. 7). I ministri europei del Lavoro e degli Affari Sociali, riuniti a Lussemburgo il 23 ottobre, hanno approvato una revisione della direttiva sul lavoro pubblicata nel 1996 per combattere il dumping sociale. Era una priorità della presidenza francese, posta al centro della sua strategia di riforma. Solo la Polonia, l’Ungheria, la Lituania e la Lettonia hanno votato contro un testo di compromesso, che è stato discusso per più di 12 ore. La Francia ha sostenuto fino alla fine una proposta che prevedeva un periodo di distacco per lavoro all’estero permesso fino a un massimo di dodici mesi. Contrari a questa durata, considerata troppo corta, tutti i Paesi dell’Est Europa, che chiedevano almeno un raddoppio del periodo. Ma, continua il quotidiano francese, c’è un’eccezione all’interno di questo accordo, che riguarda proprio l’autotrasporto. I Paesi dell’Est, sostenuti anche dalla Spagna, hanno chiesto che la futura normativa sul distacco faccia un’eccezione proprio per i lavoratori del settore autotrasporto che, per sua natura, prevede molte occasioni di distacco per tempi lunghi. La Francia e altri Paesi occidentali, che avevano rifiutato per mesi questa eccezione, hanno dovuto cedere su questo punto che avrebbe cambiato le regole del gioco all’interno di un settore fondamentale per le economie dei molti Paesi dell’Est. La normativa sul distacco in tutti gli altri settori, che dovrà comunque essere approvata, dovrà aspettare almeno fino al 2022 per entrare in vigore.

C

he il dumping sociale e la concorrenza sleale siano alcuni dei temi caldi della discussione politica in Europa, e soprattutto nell’Europa dell’autotrasporto, è una realtà. Anche in Germania, Paese di passaggio e con confini diretti con alcuni Paesi dell’Est, l’argomento solleva appassionate reazioni. È tornata sull’argomento la rivista Transaktuell, riferendo in un articolo la posizione della BGL, l’associazione tedesca della logistica e dei trasporti stradali. Secondo Dirk Engelhardt, presidente della BGL, l’entrata in vigore - nella sua interezza - del Pacchetto mobilità proposto dalla commissaria europea per i trasporti, Violeta Bulc, aprirebbe la porta ad altre liberalizzazioni, aggravando ulteriormente la situazione in un settore che invece ha bisogno di regole certe. “Secondo noi - spiega Engelhardt - un’ulteriore liberalizzazione è concepibile solo se con una legislazione sociale pienamente armonizzata all’interno di tutti gli Stati dell’Ue”. La BGL mette in guardia contro la concorrenza sleale che nasce dall’enorme differenza di salario tra gli autisti dell’Europa dell’Est e dell’Ovest. “Le aziende tedesche e occidentali perdono sempre di più le quote di mercato perché sono esposte alla concorrenza sleale di aziende dell’Est Europa che tra l’altro spesso costringono gli autisti a lavorare a condizioni non accettabili solo per risparmiare ulteriormente sui costi”, ha denunciato Engelhardt. Con l’obiettivo di regolamentare meglio il settore e di aumentare la qualità del trasporto e la sicurezza stradale, la BGL chiede anche che normative di controllo siano estese anche alle categorie più leggere di veicoli da trasporto, anche sotto le 3,5 tonnellate, e di attivare meccanismi di controlli e sanzioni efficaci in tutta Europa.


NEWS SPAGNA

FRANCIA

PARTE LA VIGNETTA NEL PAESE BASCO

VENDITE IN NETTA CRESCITA

L

a Commissione europea ha espresso parere favorevole sul progetto del Paese basco di introdurre una vignetta per far pagare il pedaggio ai camion che passeranno su due direttrici internazionali molto trafficate tra le città di Irún e di Echegarate, la N1 e la A15. Un pedaggio che invece in Spagna ha trovato l’opposizione di quasi tutte le categorie interessate e dello stesso Comitato Nazionale per il Trasporto Stradale. Secondo il governo autonomo del Paese Basco invece la vignetta ha il compito di recuperare le spese della manutenzione delle strade, sottoposte a un intenso lavoro dai camion che attraversano la regione soltanto di passaggio tra la Francia e altre regioni spagnole.

S

egno positivo dopo segno positivo, il mercato dei veicoli industriali sopra le 5 tonnellate in Francia non smette di crescere. Dopo il +13% del 2016 rispetto al 2015 per il 2017 si attendeva un rallentamento – commenta un articolo del mensile Les Routiers – ma invece i dati dei primi nove mesi di quest’anno dicono che le vendite di veicoli da lavoro hanno senato un’ulteriore crescita del 5%, soprattutto grazie agli autocarri (+12,6), mentre i trattori hanno avuto una leggera perdita (-1,3%). Tra i motivi del buon risultato la necessità di rinnovare un parco che anche in Francia era invecchiato e le prospettive di un aumento del lavoro, soprattutto grazie a molte commesse pubbliche per opere infrastrutturali.

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SVEZIA

ROMANIA

SVEZIA-GERMANIA SVILUPPANO LE AUTOSTRADE ELETTRICHE

PRODUZIONE IN CRESCITA NEL SETTORE AUTOMOTIVE

È

stato recentemente firmato un accordo formale tra la Svezia e la Germania per lo sviluppo di corti tratti autostradali dedicati al trasporto con camion elettrici, collegati con un pantografo a una rete aerea. Il primo di questi esperimenti è partito già da oltre un anno in Svezia, lungo due chilometri di autostrada a nord di Stoccolma. La Germania si è dimostrata molto interessata a introdurre la sperimentazione su tratti di autostrada più lunghi. L’Electric Road System passerà a una seconda fase di sperimentazione, con più km attivi e un maggiore numero di camion e aziende di autotrasporto coinvolte, entro la fine del 2018.

I

l mensile Tranzit fa il punto della situazione della produzione automobilistica nel Paese. Un settore da anni in forte crescita che ha messo la Romania sulla mappa dei maggiori produttori di automotive nel continente europeo, grazie a bassi costi di produzione e mano d’opera qualificata. Un vero pilastro dell’economia nazionale con oltre 150.000 addetti e un tasso di crescita previsto del 7% annuo da qui al 2020. Il fatturato totale del settore automobilistico nel 2016 ha superato 20 miliardi, guidato dalle esportazioni, mentre il mercato domestico è relativamente piccolo e si concentra su veicoli usati. Le principali case automobilistiche che operano in Romania sono la Dacia, con un fatturato di 4,2 miliardi di euro nel 2015, e la Ford con 0,8 miliardi.


TIR

FISCO

INDICI DI AFFIDABILITÀ: PREMI PER I PIÙ BRAVI di Angelo Ciaravolo

Vanno in pensione i vecchi studi di settore e il trasporto merci su strada sarà tra le prime 70 categorie economiche a utilizzare il nuovo strumento dell’Agenzia delle Entrate 38

I

l trasporto merci su strada e i servizi di trasloco (codice Ateco AG68U), sono tra le prime categorie economiche ad essere coinvolte nell’operazione “indici di affidabilità fiscale”, un nuovo strumento che manda in pensione gli odiati studi di settore. È ormai tutto pronto. Manca solo l’approvazione definitiva al decreto ministeriale che di fatto, già a partire dal periodo d’imposta 2017, metterà in condizione il Fisco di stilare una vera e propria pagella ai trasportatori, con voti da 1 a 10, sulla scorta del loro corretto comportamento fiscale. In pratica, chi riuscirà ad ottenere un punteggio più alto, avrà diritto a numerose agevolazioni. Chi, al contrario, otterrà un basso punteggio, sarà considerato un soggetto a

rischio. In tal caso, tuttavia, non scatterà automaticamente nessun accertamento, ma occorrerà fornire gli opportuni chiarimenti, con documenti alla mano, per giustificare le anomalie riscontrate (in alternativa, è possibile chiudere la pratica, migliorando la propria posizione fiscale oppure utilizzando il ravvedimento operoso, per beneficiare di una significativa riduzione delle sanzioni). Con l’approvazione definitiva del decreto ministeriale cesserà l’applicazione degli studi di settore e dei parametri per tutte le categorie economiche con indici predisposti (per il 2017 ne sono state individuate già 70). I nuovi indici sono stati costruiti sulla base delle risultanze contabili delle precedenti dichiarazioni dei redditi e di tutte le altre informazioni disponibili presso

gli istituti previdenziali e assicurativi. Per gli autotrasportatori scatta quindi l’obbligo di trasmettere all’Agenzia delle Entrate uno specifico modello in cui vanno riportati i dati contabili ed economici rilevanti per l’applicazione degli indici (si potrà utilizzare il supporto informatico che il Fisco metterà a disposizione gratuitamente sul proprio sito all’indirizzo www.agenziaentrate.it). Ricordiamo che non tutti però saranno obbligati alla comunicazione. Ne saranno infatti esclusi gli autotrasportatori che nel 2017 hanno iniziato o


INDICI DI AFFIDABILITÀ UNA SCALA LUTA A V 0 1 A 1 DA DI IL GRADO ITÀ L I B A D I F F A EI FISCALE D NTI CONTRIBUE

cessato l’attività, chi si trova in una situazione di non normale svolgimento dell’attività oppure chi ha conseguito ricavi superiori al limite fissato dal decreto di approvazione o revisione degli indici di affidabilità. Chi rispetterà le risultanze degli indici otterrà un punteggio più alto che gli consentirà l’accesso a un regime premiale (esclusione dagli accertamenti basati su presunzioni semplici, esonero dall’apposizione del visto di conformità per compensare crediti non superiori a 50 mila euro annui per l’Iva o 20 mila euro per le imposte dirette e

FISCO

COSA SONO Un nuovo strumento che l’Agenzia delle Entrate utilizzerà al posto degli studi di settore

COME FUNZIONANO Utilizzando

verranno sanzionati. Chi invece potrà dimostrare, con documenti e informazioni, l’infondatezza delle pretese del Fisco, sulla scorta delle risultanze VANTAGGI Se il punteggio è degli indici, non dovrà alto il contribuente accede temere nulla in quanto al regime premiale che potrà richiedere un vero e proprio confronto col presenta diversi vantaggi Fisco. quali esclusione da alcuni I soggetti che non adempimenti fiscali o rimborsi collaboreranno col Fisco, fiscali più veloci verranno sanzionati pesantemente. Ricordiamo infatti che si rischia una sanzione amministrativa pecuniaria da 250 a 2 mila euro in caso di omissione della Irap, ecc.) mentre, al contrario, chi comunicazione dei dati rilevanti ai otterrà un basso punteggio sarà fini dell’applicazione degli indicatori considerato a rischio e potrà subire di affidabilità fiscale. un’attività di controllo da parte In tal caso, però, l’Agenzia delle dell’amministrazione finanziaria che Entrate è tenuta preventivamente potrà essere evitata migliorando il a comunicare al contribuente giudizio di affidabilità. A tal fine, il le informazioni in suo possesso, contribuente potrà indicare nella invitandolo a correggere propria dichiarazione dei redditi spontaneamente gli errori omessi o ulteriori componenti positivi, non commessi. risultanti dalle scritture contabili, Chi, malgrado l’invito a sanare la facendo aumentare in tal modo la propria posizione fiscale, continuerà base imponibile sulla quale verrà a non collaborare, metterà il Fisco calcolata una maggiore imposta nelle condizioni di procedere a un (Irpef/Ires e Irap). accertamento del tipo induttivo in Nello stesso tempo, subirà un materia di imposte sui redditi, Irap aumento il volume di affari, il che e Iva, sempre previa instaurazione comporterà una maggiore Iva da di un contraddittorio con il versare. Va ricordato che i maggiori contribuente. ricavi, non contabilizzati, non

dati e informazioni relativi a più periodi d’imposta esprimono, su una scala da 1 a 10, il grado di affidabilità fiscale dei contribuenti

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LAVORO

TIR

PART TIME: COS’È E COME FUNZIONA di Mariangela Pagano

Tutte le caratteristiche del contratto a tempo parziale, dagli orari alla retribuzione, dal ricorso al lavoro supplementare fino alle clausole flessibili ed elastiche 40

I

l part time, o tempo parziale, consiste in un rapporto di lavoro subordinato con un orario settimanale ridotto rispetto al normale orario a tempo pieno. Per il nostro settore la disciplina è contenuta nell’art. 56 del CCNL Logistica, Trasporto Merci e Spedizione. L’assunzione con contratto di lavoro a tempo parziale può essere: - orizzontale, con orario giornaliero ridotto; - verticale, con prestazione lavorativa a tempo pieno, limitatamente a periodi predeterminati nel corso della settimana, del mese o dell’anno; misto, con la combinazione delle due modalità di svolgimento. Il personale a tempo parziale è compensato in base alla retribuzione stabilita per il personale

a tempo pieno, riproporzionata in funzione della ridotta durata della prestazione lavorativa. Il contratto deve indicare la durata della prestazione lavorativa, che non potrà essere inferiore a 20 ore settimanali, e la collocazione temporale dell’orario con riferimento al giorno, alla settimana, al mese e all’anno. La prestazione giornaliera continuativa che il personale part time può essere chiamato a svolgere è fissata in 4 ore; fino a 6 ore la prestazione avverrà senza interruzioni. È possibile concordare la variabilità della collocazione temporale con uno specifico patto scritto (clausole elastiche). L’eventuale rifiuto del lavoratore di stipulare il patto non integra gli estremi del giustificato motivo di licenziamento né l’adozione di provvedimenti

disciplinari. Il CCNL di settore prevede che il rapporto di lavoro a tempo parziale possa essere svolto secondo modalità flessibili, che consentano la variabilità della collocazione temporale della prestazione lavorativa, quando sia stipulato a tempo indeterminato e nel caso di assunzione a termine per sostituzione di personale con diritto alla conservazione del posto. Nei rapporti di lavoro a tempo parziale di tipo verticale o misto possono essere adottate, oltre alle modalità flessibili, anche


TIR modalità elastiche, che stabiliscano specifiche variazioni in aumento della durata della prestazione lavorativa inizialmente pattuita. Nel rapporto di lavoro a tempo parziale di tipo verticale o misto le prestazioni lavorative rese secondo modalità elastiche non possono superare, in ogni anno, il limite massimo complessivo di ore pro-capite pari al 20% della prestazione già concordata. La variazione in aumento della durata della prestazione lavorativa nonché la modifica della collocazione deve essere comunicata dall’azienda al lavoratore con un preavviso di almeno 7 giorni. Per le ore prestate a seguito dell’esercizio della variazione o modifica dell’orario di lavoro inizialmente pattuito, compete al lavoratore la corresponsione della quota oraria della retribuzione globale maggiorata del 15%. Decorsi cinque mesi dalla stipula del patto che prevede clausole elastiche e/o flessibili, il lavoratore ne può dare disdetta con un preavviso di un mese. È facoltà dell’azienda richiedere prestazioni di lavoro supplementare intese quelle eccedenti la prestazione già concordata e fino al limite dell’orario ordinario di lavoro previsto per il tempo pieno. Il lavoro supplementare è ammesso in caso di: - necessità derivanti da incrementi temporanei di attività produttiva; sostituzione di lavoratori assenti con diritto alla conservazione del posto; - esigenze di organico a carattere temporaneo, per periodi non superiori a 90 giorni.

Il rifiuto da parte del lavoratore non può integrare in nessun caso gli estremi del giustificato motivo di licenziamento né l’adozione di provvedimenti disciplinari. Le prestazioni di lavoro supplementare sono retribuite con la maggiorazione del 18% della quota oraria della retribuzione globale e non possono superare, annualmente, il 30% della prestazione già concordata (superato questo tetto la maggiorazione diventa del 40%). Nel rapporto di lavoro a tempo parziale è consentito lo svolgimento di prestazioni lavorative straordinarie. La trasformazione da tempo pieno a parziale e viceversa deve avvenire con il consenso delle parti. In caso di assunzione a tempo pieno e indeterminato, le aziende procederanno prioritariamente al passaggio a tempo pieno dei lavoratori a tempo parziale e indeterminato. Rispetto al personale a tempo pieno e indeterminato in forza al 31 dicembre dell’anno precedente, il personale a tempo parziale e indeterminato non può eccedere il 25%; percentuale che può essere derogata con accordi sindacali aziendali. È consentita, comunque, l’attivazione di contratti part-time sino a 10 unità purché non risulti superato il totale dei contratti a tempo pieno e indeterminato in atto nell’unità produttiva. Per le imprese che occupino da 0 a 3 dipendenti è consentita l’assunzione con contratto part time di 3 lavoratori.

LAVORO

CONTRATTO PART TIME: ORIZZONTALE: con orario giornaliero ridotto VERTICALE: con orario a tempo pieno, limitatamente a periodi predeterminati nel corso della settimana, del mese o dell’anno MISTO: con la combinazione delle due modalità di svolgimento ORARIO: non inferiore a 20 ore settimanali CLAUSOLE FLESSIBILI: consentono al datore di lavoro di variare la collocazione delle prestazioni lavorative CLAUSOLE ELASTICHE: consentono al datore di lavoro di aumentare la quantità delle prestazioni

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TIR

NORMATIVE

CODICE DELLA STRADA: ISTRUZIONI PER LO SCAMBIO DELLE INFORMAZIONI TRA PAESI Primi passi concreti anche in Italia verso la possibilità di identificare (e sanzionare), in maniera rapida, gli autori di violazioni del Codice della Strada alla guida di veicoli immatricolati in altro Paese della Ue, per le quali non si sia proceduto alla contestazione immediata.

A 42

settembre scorso, la Direzione Centrale per la Polizia Stradale ha emanato la circolare con le istruzioni per gli agenti accertatori, al fine di reperire le generalità degli intestatari dei veicoli, velocizzando in questo modo la notifica dei verbali di accertamento. La nuova procedura si inquadra nell’ambito della normativa europea (direttiva Ue 2011/82, recepita in Italia dal D.Lgs. 37 del 4 marzo 2014) che introduce un sistema di interscambio di informazioni tra le competenti autorità degli Stati membri (denominato cross border), per determinate infrazioni del Codice della Strada, quali ad esempio l’eccesso di velocità, il mancato uso delle cinture di sicurezza o la guida in stato di ebbrezza. L’intervento della Direzione centrale per la Polizia stradale ha avuto molteplici risvolti, dal momento che ha: - precisato, per alcune delle fattispecie sopraindicate, in quali casi si può invocare la procedura cross border; - descritto l’iter amministrativo per individuare il soggetto alla guida del veicolo con targa estera, destinatario della notifica del verbale. In particolare, la procedura prevede che l’organo accertatore inoltri una richiesta al Punto di

contatto nazionale (ovvero l’autorità designata da ciascun Stato membro per lo scambio dei dati di immatricolazione dei veicoli - per l’Italia, si tratta della Direzione Generale per la Motorizzazione del MIT) affinché reperisca le informazioni mediante consultazione dell’Archivio nazionale dei veicoli del Punto di contatto del Paese di immatricolazione del mezzo straniero. Una volta trovate, le informazioni saranno trasmesse all’organo accertatore richiedente che, a sua volta, notificherà all’indirizzo del presunto trasgressore un plico completo del verbale di accertamento e della lettera d’informazione sulla violazione contestata; l’invio di questo plico potrà avvenire – e questa è una novità importante – anche mediante raccomandata internazionale con avviso di ricevimento, proprio per velocizzare le procedure. Resta purtroppo irrisolto quello che, a tutt’oggi, rimane il punto debole di questa procedura: la possibilità per lo Stato di attivare strumenti per la riscossione coattiva degli importi delle sanzioni, in un Paese estero. Per saperne di più visita il sito www.rivistatir.it, anche tramite QrCode


TIR

CQC scadute da oltre due anni: obbligo dell’esame per il rinnovo

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uando la carta di qualificazione del conducente (CQC) è scaduta da oltre due anni, va rinnovata non solo con la frequenza obbligatoria del corso di aggiornamento di 35 ore, ma anche superando la prova d’esame prevista per il suo conseguimento. Lo ha ribadito la Direzione generale della Motorizzazione, con una nota del 9 ottobre 2017 - confermando quanto disposto dal Decreto Ministeriale 20 settembre 2013 - il cui articolo 13, nel prevedere il programma e lo svolgimento dei corsi periodici quinquennali di rinnovo, stabilisce al comma 11, che: - se il corso viene svolto prima della scadenza della validità della CQC viene rinnovata a partire da quella data senza soluzione di continuità; - se il corso viene frequentato entro due anni dalla scadenza, allora il rinnovo scatta dalla data dell’attestato di frequenza (e fino al rinnovo il conducente non può regolarmente condurre automezzi adibiti al trasporto professionale di merci o passeggeri); - se il corso viene frequentato oltre il periodo di due anni dalla scadenza di validità, “ai fini del rinnovo … è necessario sostenere, con esito positivo l’esame” previsto per il suo conseguimento. La nota ministeriale specifica anche che l’esame necessario per rinnovare una qualificazione CQC scaduta da oltre due anni ricomprende sia la prova relativa alla parte comune (60 quiz), sia la prova relativa alla parte specialistica (altri 60 quiz) del trasporto persone o del trasporto cose. La ministeriale risolve in tal modo un quesito presentato da un titolare di CQC trasporto persone, scaduta alla data del 9 settembre 2015, che ne chiedeva appunto il rinnovo soltanto a fine settembre 2017, dopo oltre due anni dal termine della sua validità.

NORMATIVE

Fondo di Garanzia: torna operativa la sezione autotrasporto

B

uone nuove per il mondo dell’autotrasporto. Con una comunicazione del 10 ottobre scorso il MedioCredito Centrale SpA ha infatti comunicato che è tornata operativa la sezione speciale per l’autotrasporto del Fondo di Garanzia per le piccole e medie imprese, dopo la sospensione decisa nel novembre 2016 a causa dell’esaurimento delle risorse. La novità è senza dubbio positiva per il settore, tenuto conto che tornano ad essere applicabili le disposizioni di maggior favore previste per questa sezione, relativamente ai seguenti aspetti: - copertura della garanzia all’80%, a prescindere dall’ubicazione del beneficiario finale e dalla durata dell’operazione; - modelli specifici, e più favorevoli, di valutazione dell’ammissibilità delle istanze, indicati al par.I, parte VI delle disposizioni operative. Ricordiamo che l’intervento del Fondo di Garanzia può assumere i connotati: della garanzia diretta (concessa direttamente alle banche o agli intermediari finanziari di cui all’art. 107 del D.Lgs. 385/1993 o alle società finanziarie per l’innovazione e lo sviluppo iscritte nello specifico albo di cui alla Legge 317/1991); della controgaranzia, sulle garanzie accordate dai Confidi e da altri fondi di garanzia, e può arrivare fino al 90% dell’importo garantito da questi soggetti; della cogaranzia, che si somma alla garanzia rilasciata dal Confidi o da altro Fondo di garanzia che abbia stipulato apposita convenzione con MCC. L’intervento del Fondo viene richiesto dall’impresa, direttamente alla banca (per la garanzia diretta) o ai Confidi (per la controgaranzia). Maggiori informazioni sulla misura, sono disponibili all’indirizzo internet www. fondidigaranzia.it.

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NORMATIVE

TIR

Aiuti “de minimis”: le conseguenze legate al superamento della soglia

Q 44

uali conseguenze produce il superamento della soglia massima per gli aiuti de minimis? Deve essere revocata l’intera agevolazione o solo la parte che supera questa soglia? Il dubbio è stato sciolto dalla Cassazione che, con l’ordinanza n. 22995 del 2 ottobre, ha affermato che l’aiuto fruito in misura superiore alla soglia deve essere restituito per intero. Infatti “il superamento della soglia muta la natura dello sgravio, che non può più essere considerato aiuto di importanza minore, ai fini dell’applicazione della disciplina concernente gli aiuti de minimis”. Tale soglia, infatti, come evidenzia il provvedimento, non è “una franchigia di cui si possa comunque beneficiare, ma una soglia al di sotto della quale si presume che l’aiuto di Stato non possa comportare alcuna alterazione della concorrenza, per modo che, quando questa soglia viene superata, riacquista pieno vigore la disciplina del divieto, che investe di necessità l’intera somma e non soltanto la parte che eccede la soglia di tolleranza”. Ricordiamo che gli aiuti di Stato “de minimis” sono quelli che, considerata la loro entità nell’arco del triennio, non vengono giudicati idonei a falsare la concorrenza sul mercato, per cui possono essere concessi dai singoli Stati senza dover attendere l’approvazione della Commissione Ue. Per l’autotrasporto, il Regolamento sugli aiuti (n. 1407 del 18/12/2013) prevede un limite di 100.000 euro nei tre esercizi finanziari, mentre per tutti gli altri settori per i quali la concessione di questi aiuti non è stata espressamente vietata il limite è pari a 200.000 euro. Inoltre, gli aiuti de minimis non includono quelli per l’acquisto di veicoli destinati al trasporto merci su strada, per i quali esiste una normativa ad hoc (il Regolamento Ue 651/2014).

Cassazione: anche il socio responsabile delle violazione fiscale

I

l socio di una società di persone è al riparo dalle conseguenze derivanti da un accertamento a carico dell’impresa, divenuto definitivo? La Cassazione ha risposto di no: il socio in questione, anche se non ricopre ruoli di rappresentanza o è estraneo all’amministrazione societaria (ad esempio l’accomandante della società in accomandita semplice), non per questo risulta immune dalla sanzione per infedele dichiarazione prevista dal D.Lgs. 471/1997 (dal 90% al 180% della maggior imposta dovuta); sanzione, questa, che si aggiunge al fatto che il maggior reddito accertato nei confronti della società di persone va imputato al socio ai fini Irpef (visto che questo tipo di società non è soggetto passivo dell’imposta sul reddito). Interessanti anche le spiegazioni alla base di questa conclusione: la Corte evidenzia che “il socio non può farsi scudo della società, attribuendo esclusivamente ad essa la violazione fiscale, atteso che la sua posizione nell’ambito della compagine sociale, tanto nel caso in cui non rivesta la carica di amministratore, quanto, a maggior ragione, qualora la rivesta, gli consente il controllo dell’attività della società e della sua contabilità e quindi di verificare l’effettivo ammontare del suo reddito”. Anche la circostanza di non avere le competenze adatte per valutare la gravità del fatto non esime da responsabilità: la Cassazione spiega che “il fatto che il contribuente avesse una formazione professionale estranea alla materia societaria non rileva, in quanto avrebbe potuto esercitare i suoi diritti amministrativi con l’ausilio di soggetti reputati competenti”; diversamente, accettando la qualifica di socio, “ne ha inevitabilmente assunto i diritti, gli obblighi e le responsabilità connesse alla posizione societaria ricoperta”.


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SCADENZE E DIVIETI NOVEMBRE/DICEMBRE 2017/GENNAIO 2018 www.rivistatir.it ACCONTI: le persone fisiche e le società devono effettuare il versamento della seconda o unica rata di acconto Irpef, Ires e Irap relativo all’anno 2017.

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MODELLI INTRA: presentazione per via telematica dei modelli Intra relativi alle operazioni del mese di ottobre 2017 (mensili).

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IRPEF: pagamento delle ritenute d’acconto, dei contributi previdenziali e dell’Iva relativa al mese precedente (contribuenti mensili) e al terzo trimestre (gli autotrasportatori trimestrali versano senza la maggiorazione dell’1%).

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MODELLI INTRA: presentazione per via telematica dei modelli Intra relativi alle operazioni del mese di novembre 2017 (mensili). IVA: versamento dell’acconto Iva (gli autotrasportatori verseranno l’88% della liquidazione relativa al quarto trimestre 2016).

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IRPEF: pagamento delle ritenute d’acconto, dei contributi previdenziali e dell’Iva relativa al mese precedente (contribuenti mensili). RAVVEDIMENTO: ultimo giorno utile per regolarizzare i versamenti di imposte e ritenute non effettuati (o effettuati in misura insufficiente) entro il 16 novembre, con la maggiorazione degli interessi legali e della sanzione ridotta all’1,5%.

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MODELLI INTRA: presentazione per via telematica dei modelli Intra relativi alle operazioni del mese di dicembre 2017 (mensili).

IRPEF: pagamento delle ritenute d’acconto, dei contributi previdenziali e dell’Iva relativa al mese precedente (contribuenti mensili).

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RAVVEDIMENTO IVA: ultimo giorno utile per regolarizzare il versamento dell’acconto Iva non effettuato entro il 27 dicembre, con la maggiorazione degli interessi legali e della sanzione ridotta all’1,5%.

RAVVEDIMENTO: ultimo giorno utile per regolarizzare i versamenti di imposte e ritenute non effettuati (o effettuati in misura insufficiente) entro il 16 dicembre, con la maggiorazione degli interessi legali e della sanzione ridotta all’1,5%.

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