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LA RIVISTA DELL’AUTOTRASPORTO PERIODICO DEL COMITATO CENTRALE DELL’ALBO NAZIONALE DEGLI AUTOTRASPORTATORI DI COSE PER CONTO DI TERZI

Mensile

· n.183 giugno-settembre 2015

Suez

Porta d’Oriente

Con il nuovo canale transiti più veloci e costi ridotti

Sfida d’autunno Riparte il confronto tra associazioni e Governo su risorse, Ecobonus e cabotaggio

DIVENTA OPERATIVO IL NUOVO DATABASE DELL’ALBO DCOOS6423 S/COnv/144/2012

Ancora pochi giorni per le imprese di autotrasporto italiane per verificare la propria posizione all’interno del nuovo strumento che dovrà dare regolarità e legalità al settore



S

La rivista dell’autotrasporto Periodico del Comitato Centrale per l’Albo Nazionale degli Autotrasportatori di Cose per Conto di Terzi ANNO XIV N° 183- Giugno-Settembre 2015 COMITATO SCIENTIFICO PRESIDENTE Maria Teresa Di Matteo VICEPRESIDENTE Silvio Faggi COMPONENTI Antonio Amato, Giovanni Caruso, Marco Cattabiani, Giuseppina Della Pepa, Cinzia Franchini, Amedeo Genedani, Alessandro Massarelli, Paolo Melfa, Pasquale Russo, Enzo Solaro, Luigi Tarquini DIREZIONE-REDAZIONE Via C.B. Piazza, 8 - 00161 ROMA Tel. 06 44246008 DIRETTORE RESPONSABILE Massimo De Donato dedonato@rivistatir.it

CAPO REDATTORE Lucia Angeloni angeloni@rivistatir.it

REDATTORE Antonella Vicini vicini@rivistatir.it

GRAFICA Marco Banci SEGRETERIA Adele Maddonni redazione@rivistatir.it

COLLABORATORI Paolo Barilari, Angelo Ciaravolo, Andrea Ferro, Andrea Giuli, Mariangela Pagano, Fabrizio Serafini, Francesca Sirimarco CHIUSO IN REDAZIONE IL 10.09.2015 Tiratura: 109.300 copie interamente distribuite in abbonamento postale CONCESSIONARIA ESCLUSIVA PUBBLICITÀ Crea Libri Srl Via Pietro Capparoni, 21 00151 Roma Agenzia nazionale HP 10 Srl Tel 02.48.003.799 mirta.barbeschi@hp10.it REALIZZAZIONE e STAMPA Arti Grafiche Picene Srl Stabilimenti Via Vaccareccia, 57 00071 Pomezia (Roma)

i riparte. E non solo perché il numero di settembre rappresenta da sempre un modo per fare il punto della situazione e per affrontare con nuovi slanci le sfide della nuova stagione. Tir torna, infatti, con questo numero dopo quattro mesi durante i quali non avete ricevuto copie della rivista a causa di una procedura di avvicendamento tra editori che si è rivelata più lunga del normale. Non ci sono stati, dunque, problemi con le Poste o mancati recapiti, come ci hanno chiesto alcuni di voi scrivendo alla redazione, ma semplici questioni tecniche di riorganizzazione del lavoro. Questo di settembre è dunque il primo numero di un nuovo corso che sarà caratterizzato da un’importante evoluzione della rivista: il passaggio al digitale. Già oggi è possibile sfogliare la rivista su computer, tablet e smartphone ma stiamo lavorando per far diventare Tir una vera e propria piattaforma in grado di offrire contenuti e servizi ai propri abbonati utilizzando tutte le tecnologie oggi a disposizione.

Nuovo strumento per le imprese Del resto è questo che sta facendo in queste settimane anche l’Albo degli Autotrasportatori, con il nuovo portale che dovrà garantire ai committenti la regolarità delle imprese. Si tratta di uno strumento fortemente voluto dallo stesso Albo e dalle associazioni di categoria in esso presenti, giunto ora alla sua attuazione. Grazie a questo strumento sarà possibile tutelare coloro che operano nel pieno rispetto delle norme, incrociando i dati provenienti da Inps, Inail, Motorizzazione, Ania, Camere di Commercio e attingendo a un database costantemente aggiornato. Un progetto che, seppure in una fase ancora iniziale, ha dimostrato capacità di visione e lungimiranza, visto che ha aperto la strada a iniziative simili da parte della Pubblica Amministrazione. È il caso, ad esempio, di quanto previsto dai decreti attuativi del Jobs Act, nei quali è stato predisposto un sistema che in tutto e per tutto richiama quanto fatto dall’Albo con il nuovo portale. Per razionalizzare e semplificare l’attività ispettiva, il decreto ha infatti previsto l’istituzione della cosiddetta Agenzia unica per le politiche attive del lavoro (ANPAL), composta da strutture e organismi già esistenti come l’Inps, l’Inail, le Agenzie per il lavoro, gli enti di formazione, le università, gli istituti di scuola secondaria, le Camere di Commercio. L’ANPAL realizzerà un Albo dei soggetti accreditati e un Sistema informativo in cui saranno inserite in fascicoli elettronici tutte le informazioni relative ai lavoratori. Vigilanza, sinergia e digitalizzazione, dunque, sembrano essere questioni ormai imprescindibili non solo per il mondo dell’autotrasporto ma per l’intero sistema produttivo italiano, ed è innegabile che l’Albo, con il laboratorio sperimentale rappresentato dal nuovo portale, si sia dimostrato in questo un importante pioniere.

EDITORE Comitato Centrale per l’Albo Nazionale degli Autotrasportatori di Cose per Conto di Terzi Registrazione del Tribunale di Roma n° 547 del 18/11/98

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Sommario n. 183 - giugno-settembre 2015

Pronti a ripartire

14

Incassata la vittoria sulla deducibilità delle spese non documentate, le associazioni di categoria si preparano alle sfide da affrontare con la nuova stagione. Cabotaggio, risorse e regolarità delle imprese i temi al centro del dibattito di Lucia Angeloni

Porti: approvato il piano strategico

20

Le attuali 24 Autorità Portuali, che hanno 366 membri, saranno sostituite da nuove Autorità di Sistemi Portuali, governate complessivamente da 70 membri dei nuovi comitati di gestione. E per la semplificazione amministrativa arriverà lo Sportello Unico dei Controlli di Antonella Vicini

Più vicina la riforma del Pra

22

Grazie al DDL Madia, il Pubblico registro automobilistico verrà unificato all’Archivio nazionale dei veicoli per snellire le procedure, realizzare risparmi per i cittadini e dar vita a un documento unico che accompagni i veicoli di Francesca Sirimarco

Italia–Turchia: riprendono le trattative sui permessi

23

La soluzione proposta dall’Italia è quella di una “cooperativa d’impresa” fra gli operatori di trasporti italiani e le compagnie a capitale turco stabilite in Italia per garantire il traino dei semirimorchi turchi sbarcati nel porto di Trieste

Canale di Suez, porta fra l’Oriente e il Mediterraneo

24

La nuova opera è costata circa 9 miliardi di euro ed è una sezione parallela di 72 chilometri a quella già esistente di 193. Permette tempi di transito ridotti e ottime prospettive per l’Italia, ponte naturale nel bacino mediterraneo

Passi da gigante

26

Effettuare un trasporto eccezionale è una vera e propria sfida che non consente nessun margine di errore: tra difficoltà tecniche e normative stringenti vi raccontiamo il trasporto di un turboalternatore da 540 tonnellate. Per cinque chilometri di Andrea Ferro

Rubriche Editoriale Albo Scadenze e divieti Stampa europea Europa

3 6 8 10 11

Numeri Notizie Fisco Lavoro Normative Costi

28 29 30 32 34 42

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Albo

Regolarità delle imprese: dal 1° ottobre parte la verifica Il Comitato Centrale ha approvato una prima delibera per dare attuazione alla legge di Stabilità 2015, che gli affida il compito di attivare un portale su cui i committenti possono verificare la regolarità delle imprese cui affidano i trasporti

L

a legge di Stabilità 2015 ha attribuito una nuova funzione al Comitato Centrale per l’Albo degli Autotrasportatori. Oltre al compito di curare la tenuta e la pubblicazione dell’Albo delle imprese ad esso iscritte e alla funzione di verificare l’adeguatezza e la regolarità di tali imprese, in relazione alle modalità di svolgimento delle loro attività ed alla congruità fra il parco veicolare ed il numero dei dipendenti, nonché alla copertura assicurativa dei veicoli, al Comitato Centrale è stato infatti attribuito il compito di attivare uno specifico portale internet, su cui i committenti possano effettuare la verifica sulla regolarità dei vettori cui affidano i servizi di trasporto. Fino alla piena attivazione del portale, la verifica viene svolta dal committente in maniera cartacea, mediante l’acquisizione dal vettore del suo documento di regolarità contributiva (Durc), di data non anteriore a tre mesi. Attivazione in due fasi Il portale avrebbe dovuto essere attivato entro il 30 giugno, ma solo previa disponibilità dei dati dalle Amministrazioni competenti (Inail, Inps, Camere di Commercio, Ania, ecc…). Proprio i contatti con tali Amministrazioni hanno ritardato,

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di qualche mese, l’attivazione del portale, la cui operatività avviene attraverso due fasi: - la prima, in cui i dati vengono posti a disposizione soltanto delle singole imprese di autotrasporto iscritte all’Albo (e ciascuna impresa può verificare solo i suoi dati); - la seconda, in cui le risultanze di tali dati, che determinano la regolarità o meno dell’impresa di autotrasporto, vengono rese disponibili a tutti i committenti. La delibera Entrambe le fasi sono state delineate nella delibera approvata dal Comitato Centrale il 23 luglio 2015, che rappresenta solo un primo passo per la piena operatività della funzione ad esso attribuita. Con la delibera è stato difatti stabilito: - che in assenza di un portale dell’Albo degli Autotrasportatori, il sito internet da consultare sia, in via transitoria, il portale dell’automobilista. Su tale sito (www.ilportaledellautomobilista.it) viene quindi attivata un’apposita funzione per la verifica della regolarità delle imprese di autotrasporto; - che, prima di consentire ai committenti la consultazione del portale, vi sia una fase

sperimentale fino al 30 settembre 2015, nella quale l’utilizzo della funzione è possibile, previa autenticazione, solo alle imprese di autotrasporto, al fine di verificare la propria posizione e di segnalare eventuali anomalie agli uffici competenti. - In questa prima fase, ciascuna impresa potrà esaminare i seguenti dati che determinano la regolarità della propria posizione: iscrizione all’Albo degli Autotrasportatori; iscrizione alla Camera di Commercio; iscrizione al REN (Registro elettronico nazionale), ove richiesta (per imprese con veicoli di massa complessiva superiore a 1, 5 Ton); la propria regolarità previdenziale, desumibile sulla base dei dati INPS; la propria regolarità assicurativa, desumibile sulla base dei dati INAIL. Eventuali anomalie possono essere segnalate al numero verde 800 23 23 23 o per posta elettronica al seguente indirizzo: assistenza.albo@mit.gov.it. Casi di non-regolarità Laddove tutti questi dati siano sussistenti e regolari, l’impresa avrà una posizione regolare e comparirà alla successiva verifica dei committenti. L’insussistenza di uno o più requi-

siti determina invece lo stato di “non regolarità” dell’impresa iscritta all’Albo. Al riguardo si rammenta che se il committente non esegue la verifica, risponde in solido con il vettore nonché con ciascuno degli eventuali sub-vettori - dell’adempimento degli obblighi retributivi, previdenziali e assicurativi legati alle prestazioni ricevute durante la vigenza del contratto di trasporto. Questa responsabilità sussiste per un anno dalla cessazione del contratto di trasporto. La funzione telematica dovrebbe anche visualizzare, per ciascuna impresa di autotrasporto, per ora senza alcuna conseguenza sulla sua regolarità (o irregolarità): se ha pagato la quota di iscrizione all’Albo; il parco veicolare posseduto (con targhe e relativa copertura assicurativa); gli autisti di cui dispone. Seconda fase Solo al termine della prima fase ed a partire quindi dal 1° ottobre 2015, l’accesso alla funzione verrà consentito sempre previa autenticazione a tutti i committenti, ai fini della verifica della regolarità del vettore, prevista dall’art. 83bis, comma 4-quater della citata legge 133/2008.


Albo: un database sicuro ed efficiente Il sistema è stato appositamente studiato per far sì che solo l’impresa abbia accesso ad alcune informazioni sensibili mentre ai committenti comparirà solo lo stato di regolarità o non regolarità dell’impresa

L

a verifica sulla regolarità delle imprese iscritte, che le associazioni hanno già segnalato in maniera sistematica a tutti i loro iscritti già dal mese di agosto, ci consente di esprimere già oggi alcune riflessioni in ordine alla funzionalità del sistema. Innanzitutto, l’aver previsto una fase transitoria ha consentito di cogliere due risultati sicuramente apprezzabili: la possibilità per le singole imprese di operare una verifica sullo stato della propria iscrizione; la correzione di alcune imperfezioni del sistema che, proprio dalla sperimentazione stanno emergendo e alle quali si sta ponendo rimedio prima che il dato sulla regolarità o non regolarità dell’impresa venga reso di pubblico dominio. A questo proposito è fondamentale che le imprese e le associazioni segnalino tempestivamente eventuali criticità per evitare errori del sistema.

Autenticazione dell’impresa L’autenticazione da parte dell’impresa in questa fase sperimentale sul portale dell’automobilista può, ad un primo approccio, apparire complessa; in realtà così non è, il sistema è stato appositamente studiato per far sì che solo l’impresa

abbia accesso ad alcune informazioni sensibili (qui l’importanza di avere una casella PEC attiva sulla quale verrà inviato il PIN con il quale loggarsi) mentre all’esterno (ai committenti) comparirà solo lo stato di regolarità o non regolarità dell’impresa. Il sistema, inoltre, è stato progettato anche per dare alle imprese tutta una serie di informazioni utili come, ad esempio, l’elenco delle targhe dei veicoli che al CED Motorizzazione risultano nella disponibilità dell’impresa stessa ponendo così fine alla maggior parte dei problemi che ci siamo trovati di fronte al momento del pagamento della quota dell’Albo. Ora l’impresa è in condizione di sapere su quanti e su quali veicoli la quota verrà calcolata e potrà, in caso di difformità, provvedere in tempo utile a fare le necessarie variazioni presso gli uffici territoriali della Motorizzazione. Senza dimenticare, poi, un altro aspetto non meno importante: il portale darà la possibilità anche alle forze dell’ordine di effettuare i controlli su strada in maniera più facile e immediata, utilizzando semplicemente un palmare. Ovviamente questo è solo l’inizio di un percorso che in

tempi, possibilmente rapidi, dovrà essere completato. Prossime tappe Il prossimo passaggio sarà quello di creare una funzione che consenta di mettere a confronto il numero dei veicoli in disponibilità dell’impresa con il numero dei conducenti dalla stessa regolarmente utilizzati. Un raffronto tutt’altro che semplice da realizzare considerando che il numero dei veicoli effettivamente in disponibilità potrebbe non corrispondere a quello risultante al CED della Motorizzazione (i contratti di locazione, ad esempio, non devono obbligatoriamente essere registrati) e il dato aggiornato sui conducenti non è disponibile in maniera disaggregata per cui non è da escludersi che si rendano necessarie anche alcune modifiche normative ad hoc. Infine sarà da affrontare quanto prima anche il problema del raccordo fra Comitato Centrale e uffici territoriali della Motorizzazione ai quali sono state recentemente ri-attribuite le funzioni di tenuta dell’Albo per far sì che, a fronte di rilevanti e perduranti irregolarità da parte dell’impresa, queste ultime provvedano senza indugio ad avviare le

Il vice presidente del Comitato Centrale dell’Albo in rappresentanza delle associazioni di categoria, Silvio Faggi

procedure per la sospensione e/o cancellazione della stessa. Ancora oggi ci ritroviamo iscritte all’Albo circa trentamila imprese prive di veicoli che da tempo avrebbero dovuto essere cancellate e ciò non è stato fatto da parte delle amministrazioni provinciali che avrebbero dovuto provvedere. Situazioni del genere in futuro non dovranno più ripetersi ma per fare ciò occorre una uniformità di comportamenti e di procedure su tutto il territorio nazionale. L’aver riportato all’interno delle Motorizzazioni civili la gestione degli Albi provinciali e la contestuale attività di supporto che il Comitato Centrale sarà in grado di fornire alle stesse proprio grazie alla verifica sulla regolarità, induce ad essere ottimisti per il futuro prossimo venturo. Una cosa è comunque certa: non sarà certo il lavoro a mancare.

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LEGENDA DEROGHE CALENDARIO DIVIETI DI CIRCOLAZIONE

settembre2015 scadenzeedivieti MAR 1 MER 2 GIO 3 VEN 4 SAB 5 DOM 6 LUN 7 MAR 8 MER 9 GIO 10 VEN 11 SAB 12 DOM 13 LUN 14 MAR 15 MER 16

A- Animali vivi B- Merci pericolose C- Piante e fiori D- Prodotti agricoli stagionali E- Alimentari deperibili

GIO 17 VEN 18 SAB 19 DOM 20

7-22

LUN 21

7-22

MAR 22

F- Prodotti in regime di Atp G- Trasporti combinati H- Trattori isolati fino a 7,5 ton I - Traffico internazionale

RAVVEDIMENTO: ultimo giorno utile per regolarizzare i versamenti di imposte e ritenute non effettuati (o effettuati in misura insufficiente) entro il 20 agosto, con la maggiorazione degli interessi legali e della sanzione ridotta al 3%. MODELLO 770: ultimo giorno utile per inviare il modello 770 ordinario o semplificato.

MER 23 GIO 24

MODELLI INTRA: presentazione per via telematica dei modelli Intra relativi alle operazioni del mese di agosto 2015.

VEN 25 SAB 26

IVA: invio telematico dei dati relativi alle dichiarazioni d’intento ricevute, per le quali le operazioni effettuate senza applicazione di imposta sono confluite nella liquidazione con scadenza 16 settembre. IRPEF: pagamento delle ritenute d’acconto, dei contributi previdenziali e dell’Iva relativa al mese precedente (contribuenti mensili).

7-22

DOM 27

7-22

LUN 28 MAR 29

MODELLO UNICO 2015- Invio telematico del modello Unico 2015 ( comprensivo degli studi di settore), Iva e Irap.

MER 30

DIVIETI DI CIRCOLAZIONE PAESI EUROPEI Sabato

AUSTRIA

15.00-24.00

Domenica e festivi 00.00-22.00

Notte

Festività nazionali e altri giorni di divieto

22.00-05.00 Tirolo (A12) Divieto notturno permanente per veicoli fino a classe EURO5 ed EEV Dal 1/05 al 31/10 veicoli oltre 7,5t dal lunedì al sabato dalle ore 22 alle ore 5 Domeniche e festivi dalle 23 alle 5

-

Deroghe generali

A-E

CROAZIA

04.00 – 14.00 (dal 15/06 al 15/09)

12.00-23.00 (dal 15/06 al 15/09) 14.00-23.00 (dal 16/09)

-

-

A-E

FRANCIA

22.00-24.00

00.00-22.00

-

-

A-C D-E

-

00.00-22.00

Su alcune strade segnalate con cartellonistica, vigono alcuni divieti notturni

-

00.00-21.45

-

-

A-C E-G

GERMANIA LUSSEMBURGO

21.30-24.00 da Belgio e Germania dir.Francia

E-G

da Belgio e Francia diretti in Germania

da Belgio e Germania diretti in Francia da Belgio e Francia diretti in Germania

POLONIA

-

08.00-22.00

-

-

A-B-G

PORTOGALLO*

-

18.00-21.00

-

-

-

07.00-11.00 (dal 15/04 al 30/09)

15.00-21.00 (dal 15/04 al 30/09) 13-22.00*

-

28 (StateHood) Venerdì: dalle ore 15 alle ore 21.00 (dal 15/04 al 30/09)

A-D F-G

06.00-14.00 (A2) 06.00-22.00 (DN39)

06.00-22.00 (DN39) 12.00-24.00 (A2 e DN 22C)

-

Dal 01/01 al 31/12 dal lunedì al giovedì dalle ore 6 alle ore 22; venerdì, sabato e domenica dalle ore 00 alle ore 24: DN1 Otopeni City-Ploiesti e Ploiesti-Brasov

A-E-I

-

00.00-22.00

-

08.00-13.00 (Fino al 06/09)

08.00-21.00

-

-

00.00-24.00

22.00-05.00

-

-

22.00-00.00 (dal 1/09 al 30/06)

00.00–22.00 (dal 1/09 al 30/06)

-

-

A-C-E G-H-I

23.30-24.00

REP. CECA**

ROMANIA

SLOVACCHIA* SLOVENIA* SVIZZERA UNGHERIA

1 (Constitution day) 15 (Our lady of the seven sorrows) Divieto permanente per i veicoli e combinazioni di veicoli con peso totale autorizzato superiore a 12t *** -

* I divieti indicati sono in vigore solo su alcune autostrade e strade principali. ** Solo sulle strade di 1° classe fuori dai centri abitati. *** Sulle strade di 3ª classe. Per alcuni Paesi, come la Spagna, esistono divieti specifici che riguardano singole strade. Per chi attraversa i Paesi non presenti nella tabella è quindi opportuno informarsi in loco.

8 TIR183-2015

A-B-E-G C-D-E-G


LEGENDA DEROGHE CALENDARIO DIVIETI DI CIRCOLAZIONE A- Animali vivi B- Merci pericolose C- Piante e fiori D- Prodotti agricoli stagionali E- Alimentari deperibili

ottobre2015 scadenzeedivieti GIO 1 VEN 2 SAB 3 DOM 4 LUN 5 MAR 6 MER 7 GIO 8 VEN 9 SAB 10 DOM 11 LUN 12 MAR MER GIO VEN

F- Prodotti in regime di Atp G- Trasporti combinati H- Trattori isolati fino a 7,5 ton I - Traffico internazionale

SAB 17 DOM 18

8-22

LUN 19 8-22

MAR 20 MER 21 MODELLI INTRA: presentazione per via telematica dei modelli Intra relativi alle operazioni del mese di settembre 2015 ( mensili ); quelli con obbligo trimestrale, gli elenchi relativi alle operazioni del terzo trimestre 2015. MODELLO 730: Ultimo giorno utile per i contribuenti che si avvalgono dell’assistenza fiscale per la presentazione al Caf o a un professionista abilitato, del modello 730 integrativo.

GIO 22 VEN 23

IVA: invio telematico dei dati relativi alle dichiarazioni d’intento ricevute, per le quali le operazioni effettuate senza applicazione di imposta sono confluite nella liquidazione con scadenza 16 ottobre. IRPEF: pagamento delle ritenute d’acconto, dei contributi previdenziali e dell’Iva relativa al mese precedente (contribuenti mensili). RAVVEDIMENTO: ultimo giorno utile per regolarizzare i versamenti di imposte e ritenute non effettuati (o effettuati in misura insufficiente) entro il 16 settembre, con la maggiorazione degli interessi legali e della sanzione ridotta al 3%.

8-22

13 14 15 16

SAB 24 DOM 25

8-22

LUN 26 MAR 27 MER 28 GIO 29

BENI USUFRUITI DAI SOCI: Ultimo giorno utile per l’invio telematico della relativa comunicazione.

VEN 30 SAB 31

DIVIETI DI CIRCOLAZIONE PAESI EUROPEI Sabato

AUSTRIA

Domenica e festivi

Notte

Festività nazionali e altri giorni di divieto

Deroghe generali

22.00-05.00 26 (National Holiday) Tirolo (A12) Divieto notturno permanente per veicoli fino a classe EURO5 3 ottobre dalle ore 00.00 alle ore 22.00 su A/13 - A/12 per i veicoli diretti in Germania ed EEV Dal 1/05 al 31/10 veicoli oltre o che devono attraversare la 7,5t dal lunedì al sabato Germania per raggiungere dalle ore 22 alle ore 5 la loro destinazione finale Domeniche e festivi, dalle 23 alle 05.00

15.00-24.00

00.00-22.00

CROAZIA

-

14.00-23.00

-

FRANCIA

22.00-24.00

00.00-22.00

-

-

A-C D-E

-

00.00-22.00

Su alcune strade segnalate con cartellonistica, vigono alcuni divieti notturni

3 (German Unification Day) 31 (Reformation Day)

E-G

00.00-21.45

-

3 ottobre divieto per i veicoli diretti in Germania dalle ore 23.30 del sabato alle ore 21.45 della domenica

A-C E-G

08.00-22.00

-

-

A-B-G

18.00-21.00

-

-

-

13.00-22.00

-

28 (National day)

A-D F-G

6.00-14.00 (A2) 6.00-22.00 (DN39)

12.00 - 24.00 (A2 e DN 22C)

-

Dal 01/01 al 31/12 dal lunedì al giovedì dalle ore 6 alle ore 22; venerdì, sabato e domenica dalle ore 00 alle ore 24: DN1 Otopeni CityPloiesti e Ploiesti-Brasov

A-E-I

-

00.00-22.00

SLOVENIA*

-

SVIZZERA

GERMANIA LUSSEMBURGO

21.30-24.00 da Belgio e Germania dir.Francia

23.30-24.00 da Belgio e Francia diretti in Germania

POLONIA PORTOGALLO*

-

REP. CECA*

ROMANIA

SLOVACCHIA*

UNGHERIA

da Belgio e Germania diretti in Francia da Belgio e Francia diretti in Germania

6.00-22.00 (DN39)

A-E

A-E

8 (Indipendence day)

-

Divieto permanente per i veicoli e combinazioni di veicoli con peso totale autorizzato superiore a 12t ***

A-B-E-G

08.00-21.00

-

31 (Reformation Day)

C-D-E-G

-

00.00-24.00

22.00-05.00

22.00 – 24.00 (dal 1/09 al 30/06)

00.00 – 22.00 (dal 1/09 al 30/06)

-

23 (Republic day)

A-C-E G-H-I

* I divieti indicati sono in vigore solo su alcune autostrade e strade principali. ** Solo sulle strade di 1° classe fuori dai centri abitati. *** Sulle strade di 3ª classe. Per alcuni Paesi, come la Spagna, esistono divieti specifici che riguardano singole strade. Per chi attraversa i Paesi non presenti nella tabella è quindi opportuno informarsi in loco.

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Stampa europea

Germania: migranti clandestini a Calais

Cosa succede nell’Europa dell’autotrasporto? In questa pagina troverete una selezione di articoli pubblicati sulle principali riviste europee dedicate all’autotrasporto. Un panorama che vi terrà aggiornati sulle novità e le più recenti tendenze del nostro settore nei principali Paesi dell’Unione europea. Una pagina che apre un filo diretto con le diverse realtà nazionali per sapere “in diretta” quello che accade all’estero relativamente ai temi del lavoro, delle associazioni di categoria, dell’economia..

Svezia E se il ptt salisse fino a 90 tonnellate? Rutger Andersson, direttore di Trailer, sul numero di settembre parla di un possibile aumento del peso massimo consentito per le combinazioni trattore semirimorchio. In Svezia il peso ora consentito è già alto, di 60 Ton, ma ministero dei Trasporti e centri di ricerca hanno valutato i possibili effetti di un ulteriore aumento, fino a 90 tonnellate di ptt. “Molti sono stati gli esperimenti condotti in Svezia realizzati con prove su strada di camion di peso superiore a quello consentito, con combinazioni da 74, 80 e 90 Ton di ptt. Una ricerca condotta dal ministero dei Trasporti svedese – scrive Andresson - ha messo in evidenza come un grade numero di ponti e viadotti dovrebbe essere rinforzato per permettere il passaggio in sicurezza di camion così pesanti, a partire già da pesi superiori alle 70 Ton”. C’è chi pensa che in Svezia si dovrebbe seguire l’esempio della Finlandia, dove è già possibile viaggiare con combinazioni da 74 Ton, a patto che lungo il percorso i ponti siano abbastanza forti da sopportare tali carichi. Il nuovo governo svedese sembra dare meno credito alla soluzione delle 74 Ton, preferendo un aumento più contenuto del ptt, dalle 60 a 64 Ton. 10 TIR183-2015

Ma viaggiare a 64 tonnellate con un veicolo convenzionale – trattore a tre assi e rimorchio a quattro assi - richiede una grande cura nella sistemazione del carico e l’assoluto rispetto di un peso massimo di 26 Ton sugli assali del trattore e di 38 Ton su quelli del rimorchio. “Indipendentemente da quello che si può pensare di questo compromesso – continua Andersson - il dibattito ha fornito alle aziende di autotrasporto un assaggio dei cambiamenti che potranno verificarsi nel prossimo futuro. Molti pensano anche che un aumento fino a 74 Ton possa indebolire ancora di più la concorrenzialità del trasporto merci su rotaia rispetto a quello su gomma. Si dimentica però che la forza di attrazione che le ferrovie hanno sul trasporto merci è calata negli ultimi dieci anni. Ed è diminuita anche la concorrenzialità delle aziende di autotrasporto svedesi. Entrambe soffrono della concorrenza di camion stranieri che svolgono cabotaggio illegale, che possono trasportare soltanto 40 Ton ma hanno alla guida autisti pagati molto meno del minimo sindacale svedese e che quindi possono vendere trasporto su gomma ad un prezzo concorrenziale basato su presupposti illegali”.

L’editoriale del direttore del mensile Fernfahrer tocca il problema del disperato assalto dei migranti clandestini che tentano di attraversare il Canale della Manica tra Francia e Gran Bretagna, nascosti a bordo dei rimorchi e semirimorchi dei trasportatori. “Il passaggio da Calais verso l’Inghilterra - scrive Thomas Rosenberg - è diventato un incubo per gli autotrasportatori a causa dell’esodo di massa dei disperati dalla Francia alla Gran Bretagna. Trasportare inconsapevolmente un “passeggero” all’interno del proprio semirimorchio trasforma automaticamente un camionista in un diretto responsabile del traffico di immigrati clandestini. La multa più leggera per questo tipo di reato è di 2.000 sterline inglesi, circa 2.600 euro. E il fatto di non sapere di avere a bordo un passeggero clandestino non è considerato come

una scusa sufficiente. La Gran Bretagna inverte infatti l’onere della prova ponendolo sulle spalle del camionista che deve anche dimostrare di aver controllato attentamente il suo veicolo. Dimostrarlo però non è così facile. Il camionista deve anche controllare che non siano stati rimossi i sigilli doganali e che non ci siano clandestini nascosti dentro, o sotto il rimorchio. Ma, nel caso trovasse davvero qualcuno nascosto all’interno o sotto il suo mezzo, come dovrebbe comportarsi? Farlo scendere con la forza non è davvero una buona idea. Internet è pieno di video che mostrano episodi di violenza tra camionisti e clandestini. È compito degli Stati – scrive il direttore non dei camionisti, quello di far rispettare le leggi e mantenere l’ordine e la sicurezza. Ed è una vergogna che si colpevolizzino i camionisti e che li si costringa ancora a lavorare in queste condizioni”.

Francia: arriva la Legge Macron Il 10 luglio, l’Assemblea Nazionale francese ha approvato la legge Macron. In tutto sono 308 articoli e uno in particolare riguarda anche l’autotrasporto. La rivista L’Officiel des Transporteurs analizza come questo articolo della Loi Macron cambierà le regole per gli stranieri che effettuano cabotaggio sulle strade francesi. “Nel settore del cabotaggio nel trasporto stradale - ricorda il settimanale - la legge Macron impone che chiunque svolga servizi di trasporto stradale, anche nella forma del cabotaggio effettuato con conducenti distaccati, dovrà sottostare ai regolamenti in vigore in Francia, soprattutto per quanto riguarda il salario minimo garantito che nel nostro Paese è di 9,61 euro l’ora. Una misura che continua la linea dettata il 10 luglio 2014

dalla legge Savary contro la concorrenza sleale e il dumping sociale. Le forze dell’ordine avranno il compito di controllare che chi è alla guida di camion sul territorio francese sia pagato almeno quanto un salariato francese al minimo della retribuzione”. Una vera e propria rivoluzione. L’autista straniero che non riuscirà a produrre un documento che attesti una sua retribuzione pari almeno al salario minimo francese potrebbe essere perseguito per lavoro illegale. A questo scopo il governo francese si impegnerà a moltiplicare i controlli su strada, ma ha allo stesso tempo preso l’iniziativa di promuovere la creazione - a livello comunitario - di un’Agenzia per il coordinamento dei controlli nel trasporto merci su strada, proprio allo scopo di omologarli all’interno di tutti gli Stati membri.


Europa

che stabilisce l’applicazione delle regole del distacco dei lavoratori durante le operazioni di cabotaggio nel trasporto stradale e fluviale e l’applicazione del salario minimo in vigore in Francia agli autisti stranieri impegnati in operazioni di cabotaggio durante un trasporto internazionale.

Legge Macron, arriva il salario minimo anche in Francia Con l’entrata in vigore della norma anche gli autisti di aziende non francesi, quando effettuano trasporto nel Paese, dovranno essere pagati dai propri datori di lavoro almeno 9,61 euro lordi l’ora

opo la Germania, anche la Francia ha previsto l’adozione di un salario minimo garantito anche per i conducenti di veicoli pesanti, appartenenti a imprese straniere, che percorrano con i loro veicoli il territorio francese. Il provvedimento, volto a contrastare il cosiddetto dumping sociale, è operativo da agosto, con l’entrata in vigore della legge Macron. Il 10 luglio scorso, infatti, l’Assemblea Nazionale francese ha approvato dopo un lungo iter la legge che prende il nome del ministro dell’Economia e dell’Industria Emmanuel Macron, che coinvolge più settori economici con il fine ultimo di rilanciare l’economia francese. Tra gli emendamenti approvati durante la lunga discussione parlamentare vi è anche quello

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Una risposta alla concorrenza sleale Una norma che il segretario di Stato ai Trasporti, Alain Vidalies, ha definito una corretta risposta alla concorrenza sleale in atto nel settore dell’autotrasporto e al dumping sociale provocato sia dagli stranieri che dalle imprese straniere che per abbassare i propri costi hanno creato delle consociate estere. Anche gli autisti di aziende non francesi, quindi, quando effettuano trasporti merci in territorio francese dovranno essere pagati dai propri datori di lavoro almeno 9,61 euro lordi l’ora, la cifra appunto prevista dal salario minimo in Francia. La norma è rivolta solo ai conducenti delle imprese di trasporto straniere che caricano e scaricano in Francia e non a chi transita soltanto nel territorio francese. Si differenzia quindi da quella prevista dalla Germania, anche se per il momento anche in Germania l’applicazione della norma per il solo transito è stata sospesa in attesa di verificarne la compatibi-

Dopo la Germania, anche la Francia si avvale di una norma sul salario minimo per contrastare la concorrenza sleale e il dumping sociale

lità con la normativa comunitaria sul libero mercato. Il provvedimento è arrivato a distanza di un anno dall’approvazione di un’altra legge francese che vieta il riposo settimanale degli autisti a bordo del camion (vedi approfondimento a pag. 12) sempre con lo scopo di contrastare i fenomeni di dumping. Soddisfazione per il nuovo provvedimento è stata espressa dal sindacato francese CGT Trasports che lo ha definito una rivoluzione mentre è scettica l’associazione degli autotrasportatori FNTR, secondo la quale si tratta di una misura insufficiente e parziale. Per FNTR un’azione incisiva può avvenire solo a livello europeo, e proprio su questo fronte preme l’associazione che ha presentato insieme all’italiana Conftrasporto una serie di misure da attuare a livello comunitario .

Cellulare vietato anche con auricolari Dal 1 luglio scorso la Francia ha introdotto la “tolleranza zero” sull’uso del telefonino durante la guida di un veicolo, dopo che uno studio belga ha dimostrato che il livello di distrazione provocato è paragonabile a quello causato allo stato di ebbrezza alcolica con un tasso medio di 0,8 g/l. Lo stesso studio ha sancito che il livello di distrazione non diminuisce con l’utilizzo del kit vivavoce, giungendo alla conclusione che una “guida telefonante” si traduce comunque in frenate brusche, frequenti esitazioni e altre inadeguatezze comportamentali alla guida. Pertanto, questa “tolleranza zero” si è tradotta in un provvedimento (il Decreto n. 743 del 24 Giugno 2015) che ha vietato l’utilizzo del cellulare alla guida anche tramite gli auricolari, consentendolo soltanto con il kit viva voce. Nei confronti dei trasgressori sono state previste multe a partire da 135 euro e la sottrazione di 3 punti dalla patente. Sulla scia di questa disposizione, sempre dallo scorso 1 luglio è entrata in vigore la riduzione a 0,2 g/l (dai precedenti 0,5 g/l) del tasso di alcool nel sangue tollerato verso i neopatentati

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Europa

Francia: chiarimenti anche sul riposo in cabina In caso di violazione, la legge prevede sanzioni per il datore di lavoro, punito con una multa di 30mila euro e un anno di reclusione. Proprio perché le sanzioni sono molto gravi per poterle applicare occorre che la violazione sia reiterata più volte già passato un anno da quando la Francia, sfruttando i ristretti margini concessi dalla normativa europea sui tempi di guida e di riposo (in particolare, l’art. 8.8 del Regolamento 561/2006), ha deciso di vietare il riposo settimanale ordinario degli autisti (pari ad almeno 45 ore) nella cabina del camion in sosta, benché dotata

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Croazia: prorogato il divieto di cabotaggio in Italia È stato prorogato al 30 giugno 2017 il divieto, per i vettori croati, di effettuare operazioni di trasporto di cabotaggio in territorio italiano. Lo ha comunicato la Divisione 4 della Direzione Generale per il trasporto stradale e l’intermodalità del ministero dei Trasporti che, sul tema, ha emesso due note informative: la prima lo scorso 5 marzo (prot. 4807) in cui ha reso noto l’esercizio, da parte dell’Italia, di questa facoltà prevista dal Trattato di adesione della Croazia alla Ue; la seconda (prot. 14302) lo scorso 15 luglio, nella quale sono stati elencati gli Stati che, al pari dell’Italia, hanno adottato la stessa decisione, impedendo il cabotaggio ai vettori croati fino al 30 giugno 2017. Si tratta della Slovenia, della Bulgaria, dell’Austria, della Francia, del Belgio, dell’Olanda e della Danimarca.

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di attrezzature idonee. Il divieto è stato introdotto dall’art. 15 della Legge n. 790 del 10 luglio 2014 per combattere il dumping sociale provocato da quelle imprese di autotrasporto (soprattutto estere) che imponevano ai loro conducenti di fermarsi in territorio francese anche per diversi mesi, costringendoli ad effettuare il riposo settimanale ordinario sul camion (il divieto, ricordiamo, non si applica ai riposi giornalieri e quelli settimanali ridotti). Il ministero dei Trasporti transalpino ha ora pubblicato una serie di F.A.Q. (domande/risposte, anche in lingua italiana) per chiarire alcuni dubbi sorti in questo primo anno di applicazione del divieto. Eccone alcune. Sanzione ai datori di lavoro La legge prescrive che il riposo settimanale normale deve essere preso dall’autista

all’esterno del veicolo ma, in caso di inadempimento, non prevede sanzioni verso il conducente. Il datore di lavoro deve vigilare affinché l’attività degli autisti venga organizzata compatibilmente con il divieto di prendere il riposo settimanale ordinario in cabina; se ciò non accade, il datore è sanzionato con una multa di 30.000 euro e con un anno di reclusione. Ambito di applicazione La legge si applica in territorio francese a prescindere dalla nazionalità del conducente, del datore di lavoro o del Paese di immatricolazione del veicolo. Esclusi i veicoli fino a 3,5 Ton Il divieto non si applica ai veicoli commerciali leggeri di massa fino a 3,5 Ton, non essendo soggetti alla normativa europea sui tempi di guida e di riposo (Reg. 561/2006). Non è applicabile neanche ai padroncini (definiti nelle


può avvenire soltanto durante un’operazione di controllo a bordo strada; pertanto, è escluso che gli agenti possano contestare le modalità di svolgimento dei riposi settimanali ordinari effettuati prima del controllo (nei 28 giorni precedenti). Inoltre, la risposta 3.2 precisa quanto segue: “nel momento in cui viene accertato che un conducente si trova in un periodo di riposo normale, la sua presenza a bordo del veicolo costituisce da sola un elemento materiale sufficiente per constatare che non effettua il riposo all’esterno del veicolo, come previsto dall’art. 8.8 del Regolamento 561/2006 del 15 marzo 2006” .

F.A.Q. con l’espressione “conducenti indipendenti” realmente autonomi nell’organizzazione della loro attività lavorativa; infatti, le F.A.Q. precisano che il divieto dovrebbe scattare verso chi organizza il lavoro dei conducenti indipendenti se, nei loro confronti, agisca alla stregua di un datore di lavoro (in questo caso, infatti, l’indipendenza del padroncino è puramente formale). Accertamento del fatto Quanto all’accertamento del fatto, le F.A.Q. chiariscono che

La violazione deve essere reiterata Vista la gravità delle sanzioni previste per l’impresa (come già scritto, si tratta della multa di 30.000 euro e l’arresto per un anno), per applicarle non basta una singola violazione del divieto in esame, la quale, pertanto, costituisce un semplice indizio. Pertanto, la sanzione scatta solo quando, in più di un’occasione, i conducenti della stessa impresa siano stati sorpresi in Francia ad effettuare il riposo settimanale ordinario sul camion: infatti, come spiega il Ministero “è soprattutto il reiterarsi di queste constatazioni sui luoghi di stazionamento che potrà condurre, al termine di eventuali indagini complementari, a stabilire l’intenzione delittuosa relativamente all’organizzazione del lavoro” (risposta 4.3). L’applicazione spetta al giudice Spetta al giudice il compito di applicare la sanzione, dopo lo svolgimento di un contradditorio in cui l’impresa è am-

Germania: pedaggio per i veicoli pesanti Novità in Germania per quanto concerne il pedaggio per i veicoli pesanti. In particolare: dal 1° luglio scorso, questo pedaggio è stato esteso su altri 1100 chilometri di strade di grande comunicazione a quattro corsie, per un totale di strade a pedaggio (comprese quelle sulle quali è in vigore dall’Agosto 2012) di 2235 Km; dal 1° ottobre, dovranno pagare il pedaggio anche i veicoli di massa compresa tra le 7,5 Ton e le 12 Ton che, com’è noto, fino ad ora erano rimasti esclusi.

messa a fornire le eventuali prove a discarico della sua responsabilità. P a r t i c o l a rmente interessante appare la risposta 4.5 dove, in sostanza, si evidenzia che l’impresa non può escludere la sua responsabilità, dimostrando di aver fornito al proprio autista istruzioni compatibili con lo svolgimento del riposo settimanale ordinario fuori dal camion. Il datore, infatti, è chiamato a “vigilare, mediante controlli regolari, sul rispetto delle istruzioni che ha fornito…. e in caso contrario (deve) adottare tutte le iniL’Austria vuole introdurre il divieto di ziative perché siano transito settoriale per i veicoli pesanti in rispettate con, Tirolo per tutelare l’ambiente. Una mieventualmente, sura che ha subito scatenato le proteste l’avvio di azioni didelle principali associazioni di categoria. sciplinari contro i diIl programma prevede infatti che a luglio pendenti che 2016 inizi la prima fase, con il divieto di utilizzano in veicolo transito sull’autostrada A12 (Inntal) per in violazione degli i veicoli che trasportano rifiuti, materiali ordini impartiti”. pietrosi e terrosi, materiale di scavo, tronchi, sughero e automezzi. A ottobre Alloggi decenti 2016 il divieto sarà esteso a minerali ferQuanto alle conrosi e non, acciaio (eccetto armature e dizioni dei luoghi in costruzioni), marmo, travertino, piacui deve essere strelle di ceramica. La reintroduzione del preso il riposo settidivieto settoriale di transito consentirà di manale ordinario, la ridurre di 200mila unità il traffico merci risposta 5.1 stabilidei tir. sce che “i datori di lavoro devono prevedere condizioni di alloggio decenti che garantiscano condizioni di igiene e comfort adeguate ai conducenti …”. Non solo: il datore di lavoro è sanzionabile quando imponga all’autista di parcheggiare il veicolo su strada, senza tener conto della presenza, o meno, di strutture idonee per effettuare il riposo in esame in quanto, così facendo, i conducenti avrebbero a disposizione solo il camion per dormire. In ultimo, le F.A.Q ricordano che, durante il riposo, al conducente non può essere affidato alcun compito o attività da parte del datore di lavoro, compresa la sorveglianza e la custodia del mezzo.

In Tirolo il divieto settoriale per i camion

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Politica

Incassata la vittoria sulla deducibilità delle spese non documentate, le associazioni di categoria si preparano alle sfide da affrontare con la nuova stagione. Cabotaggio, risorse e regolarità delle imprese i temi al centro del dibattito

Pronti a ripartire di Lucia Angeloni

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opo la pausa estiva, l’autotrasporto si prepara ad affrontare le sfide della nuova stagione. Nel pieno della calura estiva, alcune questioni di fondamentale importanza per gli autotrasportatori, prima fra tutte la deducibilità delle spese non documentate, che rischiavano di essere tagliate del 70%, hanno contribuito a scaldare gli animi e ad inasprire i rapporti con le Istituzioni. Fortunatamente, il braccio di ferro ha portato ad una vittoria delle associazioni di categoria e ad una ripresa del dialogo con il Governo, che si è anche impegnato a risolvere le questioni ancora aperte, quali la concorrenza sleale, il fenomeno del cabotaggio abusivo, l’abuso del distacco transnazionale e della somministrazione illegale. Le buone notizie arrivano anche dall’Albo degli Autotrasportatori che ha dato avvio alla fase sperimentale del portale per la verifica della regolarità delle imprese, un compito che gli è stato affidato dalla Legge di Stabilità. Si tratta veramente di una grande novità, che avrà un impatto notevole sul mercato dell’autotrasporto, a vantaggio delle imprese virtuose. Da ottobre, a seguito della verifica della funzionalità del sistema, il Comi14 TIR183-2015

tato Centrale dell’Albo adotterà una successiva delibera per attivare la stessa funzione per i committenti dei servizi di trasporto per verificare, previa autenticazione, la regolarità delle imprese iscritte all’Albo (vedi art. a pag. 6). Ma non è l’unico cambiamento importante. In questi mesi c’è stato anche il passaggio di competenze dalle Province alle Motorizzazioni, per cui d’ora in avanti per iscriversi all’Albo degli Autotrasportatori occorre rivolgersi esclusivamente agli Uffici della Motorizzazione, che si devono anche occupare dell’iscrizione al Registro Elettronico Nazionale delle imprese di trasporto su strada. Il Governo ha lavorato anche su altri fronti, dando il via libera definitivo alla riforma della Portualità e della Logistica, un passo importante verso la riforma delle Autorità Portuali italiane avviata a settembre dello scorso anno con il pacchetto di norme Sblocca Italia (vedi approfondimento a pag. 20). Entro fine anno dovrebbe poi essere adottato il decreto ministeriale che consentirà di trasformare il piano in una riforma legislativa vera e propria. Infine il 7 agosto, il ministro delle Infrastrutture e dei

Trasporti, Graziano Delrio, ha emanato un atto di indirizzo, mettendo nero su bianco quali saranno le priorità del Ministero per il 2016 (vedi box). Insomma, è stata un’estate calda sotto molti punti di vista. Ma vediamo alcuni argomenti nel dettaglio. Spese non documentate La battaglia estiva, come dicevamo, si è giocata sulla deducibilità delle spese non documentate che erano state tagliate perché da una valutazione del ministero dell’Economia non vi erano fondi sufficienti alla copertura. Gli importi per la deduzione delle spese non documentate venivano quindi ridotti di circa il

70% rispetto all’anno precedente mettendo a rischio la sopravvivenza dei piccoli autotrasportatori. La reazione delle associazioni di categoria è stata immediata ed ha portato ad un incontro con i rappresentanti del Governo - il capo di gabinetto del ministro Mauro Bonaretti e il sottosegretario ai Trasporti Umberto Del Basso De Caro - che si sono impegnati a trovare una risposta alla problematica. Così il 6 agosto, poco prima della pausa estiva, una nota del capo di gabinetto informava che “è stato controfirmato dal ministro dell’Economia e delle Finanze il decreto afferente il nuovo riparto delle risor-

Commissione Trasporti Garofalo vice presidente È ancora Michele Meta, del Partito Democratico, alla guida della Commissione Trasporti, poste e telecomunicazioni della Camera. Confermata anche Deborah Bergamini, vicepresidente dal 2013 in quota Forza Italia; mentre Vincenzo Garofalo, area popolare (NCD-UCD), ha preso il posto di vicepresidente che fino a luglio è stato ricoperto da Ivan Catalano di Scelta Civica per l’Italia. È questo il frutto della ridefinizione delle presidenze delle 14 Commissioni di Montecitorio avvenuto lo scorso 21 luglio.


Delrio: le priorità dei trasporti per il 2016 Gli obiettivi da raggiungere nel 2016 nel settore dei trasporti. Questo lo scopo dell’atto di indirizzo rilasciato dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, poco prima della pausa estiva. Un elenco di punti che tengono in particolare considerazione la sicurezza e che abbracciano le diverse modalità di trasporto, da quello ferroviario a quello marittimo, a quello stradale. Presente nel documento anche l’autotrasporto, sotto il capitolo intitolato Incremento di efficienza nel sistema dei trasporti. Tra le priorità indicate da Delrio vi è la “Regolazione del trasporto stradale e dell’intermodalità, favorendo: processi di aggregazione delle imprese di autotrasporto e revisione dei programmi di spesa, al fine di evitare contributi indifferenziati; applicazione piena delle procedure per l’accesso alla professione e al mercato e delle relative sanzioni; azioni tese al miglioramento del sistema logistico e al rinnovo del parco circolante”. Ma per incrementare l’efficienza nel settore dei trasporti, il Ministro cita anche “ il rilancio dell’intero cluster marittimo; l’impulso alla realizzazione ed estensione della piattaforma logistica nazionale (Uirnet) finalizzata alla governance complessiva della logistica nazionale; l’intensificazione di interventi ed iniziative per l’efficientamento delle capacità competitive dei principali nodi portuali, nonchè per la sburocratizzazione delle operazioni commerciali, con contestuale e prioritaria realizzazione e potenziamento delle connessioni di ultimo miglio e di ogni altra indispensabile interconnessione con le principali reti di trasporto; se per l’anno 2015, così come concordato con le associazioni nella riunione del 23 luglio. Tale nuovo riparto consentirà all’Agenzia delle Entrate di comunicare gli importi aggiornati da portare in detrazione, sostanzialmente in linea con quanto progettato nel corso del predetto incontro”. La trattativa con il ministero dei Trasporti ha prodotto un significativo recupero, riducendo il taglio al 20% e consentendo di recuperare l’80% delle somme riferibili allo scorso anno. L’incontro al Ministero Oltre alla questione delle spese non documentate sono stati molti i temi trattati nell’incontro del 23 luglio. L’Esecutivo si è impegnato a risolvere le questioni che stanno più a cuore agli autotrasportatori ed in particolare ad individuare nuove regole per contrastare la concorrenza sleale, il fenomeno del cabotaggio abusivo, l’abuso del distacco transnazionale e della somministrazione illegale. All’ordine del giorno anche le problematiche degli autotrasportatori siciliani e il Governo si è impegnato a ripristinare l’Ecobonus dal 2016. Le associazioni hanno anche chiesto la soppressione della quota contributiva per l’Autorità di Regolazione dei Trasporti e per il Sistri la sospensione delle sanzioni per mancati pagamenti. Infine, nel documento con-

clusivo della riunione si parla di trovare una soluzione ai problemi delle Motorizzazioni (a seguito del trasferimento di competenze degli Albi Provinciali e problematiche inerenti alle revisioni dei veicoli pesanti). Le associazioni dell’Autotrasporto hanno inoltre sollecitato l’introduzione di una norma per il rispetto dei “tempi certi di pagamento”. Tutte questioni su cui le associazioni di categoria attendono ora un altro incontro con il Governo. Ma vediamo le principali sfide da affrontare con la ripresa dell’attività. Rafforzare i controlli sul cabotaggio “Dopo l’ultima battaglia sulle spese non documentate deducibili, su cui abbiamo portato a casa una riduzione del 20%, che ci ha, non dico accontentati, ma almeno resi soddisfatti considerato il grosso taglio proposto dal Governo, oggi è importante affrontare la partita dei pedaggi autostradali, visto che manca la delibera relativa ai rimborsi, così come quella sugli investimenti – ha anticipato a Tir Amedeo Genedani, presidente di Confartigianato Trasporti -. Un altro tema in cantiere è quello del rafforzamento dei controlli sul cabotaggio. A seguito di un accordo con il Go-

la messa a punto di una regia centralizzata per le scelte strategiche relative allo sviluppo della portualità nazionale, ottimizzando e razionalizzando la rete dei porti, e la loro governance, in un’ottica sinergica che privilegi i distretti logistici integrati ed i sistemi portuali, anche attraverso necessari interventi infrastrutturali e procedurali; il rilancio delle Autostrade del Mare e dell’intermodalità; la tutela della continuità territoriale marittima in un’ottica di ottimizzazione delle risorse e dei servizi ed in linea con le indicazioni comunitarie; lo sviluppo dell’integrazione dei sistemi di trasporto attraverso il rafforzamento della governance unitaria e l’estensione dell’utilizzo dei sistemi di trasporto intelligenti (ITS) quale volano di gestione ottimale della mobilità e del traffico sulla rete dei trasporti”. Il tutto sempre tenendo in considerazione la priorità politica numero uno, ovvero la sicurezza. “La priorità – scrive il Ministro al primo punto – è il miglioramento della sicurezza nelle varie modalità di trasporto ed in particolare nella modalità stradale, potenziando le iniziative volte alla manutenzione e al miglioramento della rete, e realizzando una riforma organica del Codice della Strada inspirata ad un’ampia delegificazione”. verno è stata redatta una bozza di documento, su cui si dovrà lavorare per rafforzare il principio che i veicoli devono avere i documenti a bordo, al fine di dimostrare la tracciabilità delle merci trasportate, soprattutto per i vettori esteri, pena la sanzione. Una sorta di scheda di trasporto come quella che si usava una volta, che indichi quali merci sono sul camion. Dovremo comunque chiedere delle modifiche rispetto a quanto previsto nel documento: ad esempio le modalità nel caso di ipotesi di confisca o di sequestro del veicolo. E ancora dovremo affrontare la questione delle accise. Leggo sui giornali che si parla di tagli al mondo dell’autotrasporto. Vedremo quali tagli il Governo intende effettuare e quali strade sta percorrendo, soprattutto sulle accise. È un tema molto importante, che potrebbe mettere in difficoltà non solo gli artigiani ma anche le grandi imprese. Un’altra questione importante ha continuato Genedani - riguarda l’Albo e il portale per la regolarità delle imprese. Gli autotrasportatori dovrebbero verificare la Genedani loro posizione entro la fine di settembre. È una partita iniziata intorno alla metà di

luglio ma io credo che verrà presa una decisione in merito alla data di effettiva e completa funzionalità a seguito dell’incontro programmato verso la fine del mese di settembre del Comitato Centrale dell’Albo degli Autotrasportatori”. Far rispettare le regole Cabotaggio e rispetto delle regole sono i temi centrali anche per Massimo Bagnoli, presidente Fiap. “Riprendiamo le attività con la certezza che i problemi dell’autotrasporto non sono stati risolti con la corresponsione di una parte delle spese non documentate, che comunque riteniamo necessaria Bagnoli per la sopravvivenza di una parte della categoria – ha detto a Tir -. Abbiamo la convinzione che si debba fare qualcosa di diverso e non richiedere una semplice questua allo Stato. La prima priorità è una speranza: che le imprese regolari iscritte all’Albo siano visibili così come diventino fuori legge quelle che non sono iscritte o non sono in ordine con i versamenti contributivi. Bisognerebbe poi inasprire le sanzioni per i furbetti. Le regole ci sono, bisogna “solo” farle rispettare. Per questo abbiamo lanciato un appello alle imprese perché vadano sul portale a veTIR183-2015 15


rificare la loro regolarità. Vorremmo costruire anche delle regole per i virtuosi, non solamente penalizzanti ma premianti per coloro che sono in regola”. Per Bagnoli, un altro argomento da affrontare subito è poi quello del cabotaggio. “Il Governo si è impegnato a lavorare su questo tema. Io credo che il nodo principale siano i maggiori controlli che a mio avviso possono essere effettuati solo con l’aiuto della tecnologia, ma il nostro Paese è piuttosto arretrato da questo punto di vista. Senza l’aiuto della tecnologia il cabotaggio rimarrà una malattia difficile da sconfiggere, nonostante la buona volontà del Governo. Ci vuole una cura da cavallo ed è necessario il coinvolgimento di tutti gli Stati Ue”. Intervenire sui tempi di pagamento “Risolta in maniera accettabile la questione delle spese non documentate, ora bisogna mettere mano ad altri punti oggetto dell’incontro con il Capo di gabinetto avvenuto a luglio scorso – ha affermato invece Claudio Donati, segretario generale T.I. Assotir -. Per noi le priorità sono il dumping sociale, la concorrenza sleale da parte sia delle imprese italiane che estere e i tempi di pagamento che nonostante l’esistenza della norma non vengono rispettati dalla committenza. Tra l’altro i tempi di pagamento fanno parte del Protocollo d’intesa sottoscritto con il Governo nel 2013 e sono uno dei punti che sono rimasti inattuati. Credo che sia arrivato il momento di arrivare ad una soluzione chiara e che ci sia più tempo per dilazionare. La legge esistente, infatti, ha un limite: prevede che sia l’autotrasportatore ad attivarsi verso il committente in caso di ritardo nei pagamenti. Ma data la situazione esistente nel nostro Paese, a causa della debolezza contrattuale del trasportatore, con la crisi economica che non è ancora stata superata, questo potrebbe portare a ritorsioni, fino anche alla perdita del lavoro. È necessario quindi introdurre dei meccanismi che incentivino i committenti ad essere virtuosi. Tra le proposte fatte vi è quella di rendere indeducibile la fattu16 TIR183-2015

ra che non viene pagata entro i termini. Un’altra questione sta particolarmente a cuore - ha continuato - è quella di fare in modo che vengano premiate e non penalizzate le imprese sane. Quindi dovremo cercare di tutelare le imprese virtuose e colpire le imprese irregolari. E questa è la strada verso cui si è avviata l’attività dell’Albo degli Autotrasportatori. Con attivazione del portale sulla regolarità delle imprese faremo emergere quelle che rispettano le regole”.

la regolarità ci siano delle conseguenze negative su questa importantissima forma di impresa, una delle più importanti in alcune zone d’Italia. Molte di queste imprese potrebbero essere penalizzate da questo meccanismo della regolarità”.

Estendere la regolarità alla verifica fiscale Anche per Anita la priorità è al momento data dalla Legge di Stabilità. “Abbiamo una serie di proposte da presentare, alcune delle quali riguardano un tema Risorse per fondamentale per far riprendere l’autotrasporto competitività alle nostre azienLa Legge di Stabilità è invece de: il costo del lavoro – ha sotla sfida principale per Legacoop tolineato Giuseppina Della Servizi. “Con la ripresa dell’attiPepa, segretario generale di vità, occorre innanzitutto afAnita -. Nella nostra assemblea frontare la questione delle di giugno abbiamo lanciato la risorse da dedicare all’autotraproposta del doppio registro per sporto – ha evidenziato Alessangli autisti che fanno dro Massarelli, responsabile l’internazionale ma autotrasporto Legacoop Servizi -. pensiamo che si Uno dei punti caldi è la questione debbano aiutare le delle accise visto che nei mesi aziende intervenenscorsi si è parlato do su tanti di un taglio. Io piccoli aspetcredo che sia ti che, messi fondamentale insieme, possano avere mantenere per le un impatto positivo sulla imprese lo stesso gestione e sui bilanci Massarelli ristorno degli anaziendali, semplificando o ni precedenti così come dovreeliminando una serie di adempimo cercare di fare uno menti burocratici. Tanto per fare sforzo per abbattere il un esempio, chiediamo che vencosto del lavoro dell’auga consentito alle aziende di eftotrasporto. Quest’anfettuare il pagamento no c’è stata la questione cumulativo del bollo per i veicodelle spese non doculi posseduti, cosa che al moDonati mentabili: i soldi sono mento non è possibile. Anche stati trovati prendendosul Codice della Strada avremli da alcune voci a cui le associamo alcuni punti da modificare, zioni del movimento ad esempio il famoso articolo cooperativo sono affezionate, 174, sulla responsabilità oggetquello delle aggregazioni. Octiva dell’azienda. Un altro argocorre invece che il Governo mento di cui si dovrà discutere a stanzi misure per la ristrutturabreve è il nuovo calendario dei zione e le aggregazioni delle imdivieti. Lo scorso anno c’è stata prese di autotrasporto, per una piccola riduzione delle giorcercare di metterle in rete”. Per nate e speriamo che qualche Massarelli un altro punto molto novità significativa ci sia anche importante è la questione della quest’anno. Sarebbe un ulterioregolarità delle imprese, strada re passo avanti verso un’uniforverso cui si sta muovendo l’Albo mità con il resto dei Paesi degli Autotrasportatori. “Un areuropei”. gomento molto importante, anUn’altra priorità, per Anita, è il che se credo sia necessario che il tema della regolarità delle immeccanismo che viene messo in prese. “Adesso quando parliapiedi sia rigoroso ma non rigido, mo di regolarità delle imprese – perché altrimenti rischia di pecontinua Della Pepa – ci riferianalizzare le imprese invece che mo alla regolarità contributiva e aiutarle. Ad esempio è imporprevidenziale. Vorremmo però tante fare attenzione alle queestendere la regolarità anche alstioni dei consorzi e delle la verifica fiscale, che va ad intecooperative a proprietà divisa, grare il Durc, che attesta la che hanno una propria regolaregolarità di versamento dei mentazione e non vorremmo contributi solo per i dipendenti che con questa discussione sulin regola. Secondo noi, infatti, è

assolutamente doveroso un collegamento informatico con la banca dati dell’Agenzia delle Entrate. Credo che nessuno possa essere contrario perché il principio su cui poggia la riforma fatta nel 2015 è la regolarità, richiesta con forza dalle stesse aziende di autotrasporto e dalle associazioni di categoria”. Ripristino dell’Ecobonus “Purtroppo le criticità per le imprese sono quelle di sempre – ha ribadito Cinzia Franchini, presidente nazionale Cna-Fita-. Il punto è la volontà di affrontarle per risolverle. Dumping sociale, CCNL, costi, abusivismo, infiltrazioni. Problemi che continuano ad aumentare il loro peso sulle imprese. Tutti questi fattori insieme hanno fatto perdere qualità e opportunità al sistema trasportistico italiano”. Adesso è importante vedere coDella Pepa me il Governo vorrà affrontare i problemi di sempre. “Sono state anche avanzate diverse proposte per il contrasto alla concorrenza sleale. Per le valutazioni dobbiamo necessariamente attendere le risposte. Riteniamo importante il ripristino dell’Ecobonus e le nostre proposte si incentrano su due punti qualificanti: la richiesta di maggiori e approfonditi controlli-verifiche dei richiedenti associati ai consorzi o gruppi di acquisto e una percentuale degradante dell’incentivo stesso che dovrà da subito vedere la vecchia quota di rimborso del 30% diminuita al 20% con ulteriori riduzioni successive mantenendo però in essere l’incentivo per un arco temporale più lungo (5 anni) e garantendo l’effettiva e tempestiva erogazione del contributo entro e non oltre termini prestabiliti rispetto alla fruizione del servizio”. Sui passaggi normativi prossimi la Franchini è categorica e ribadisce che “Il limite dell’attuale politica è quello di gestire un settore come il nostro, strategico per l’economia del Paese, saltando da una Legge di Stabilità all’altra e mancando, così facendo, ogni possibile e concreta riforma del settore utile a garantire un futuro competitivo ed “europeo” a questo comparto –ha detto a Tir -. La presidente di Cna-Fita è poi cri-

Franchini


tica nei confronti dell’Albo degli Autotrasportatori. L’Albo rimane purtroppo una “questione”. Da tempo in CnaFita ne evidenziamo le criticità. E continuano a sommarsi le motivazioni più diverse che ne confermano la scarsa funzionalità. Qualcuno ha scambiato la “riforma” di un ingranaggio burocratico per una riforma del settore. Una miopia politica molto grave di cui avvertiremo tutto il peso nei prossimi passaggi vitali e nel confronto con il mercato europeo”.. Pedaggi e formazione “Innanzitutto dovremo verificare che nella Finanziaria il Governo mantenga l’impegno assunto con le associazioni, ovvero mantenere per il triennio 2015-2017 le risorse economiche a favore del settore – ha puntualizzato Pasquale Russo, segretario nazionale di Fai-Conftrasporto -. Tuttavia bisogna ancora chiudere, sul fronte delle risorse economiche destinate al settore, le partite delRusso l’anno corre n t e , perché manca ancora la disponibilità di cassa per i pedaggi autostradali e per tutta una serie di incentivi, tra cui quelli relativi alla formazione e agli investimenti”. Ma ottobre sarà importante anche per la rivoluzione attuata dall’Albo per tutto il sistema dell’autotrasporto.

“Dal 1° ottobre partirà ufficialmente il nuovo sistema del Comitato Centrale, che metterà definitivamente in soffitta l’esibizione del Durc ai fini dell’accertamento della regolarità delle imprese di autotrasporto, sostituito dalla possibilità da parte dei committenti di verificare direttamente sul sito dell’Albo se l’impresa è regolare o meno. Sempre a ottobre ci sarà poi il forum di Cernobbio: un appuntamento molto importante in cui per la prima volta si farà un’analisi approfondita a livello economico delle prospettive e delle tendenze che potranno impattare direttamente sull’autotrasporto ma anche su tutta la filiera del trasporto in Italia (vedi box). Anche la questione del cabotaggio possiamo ascriverla nell’agenda di ottobre. Il Governo ha già definito delle proposte in un documento, ora dovrebbe trovare il modo per farle diventare norme, come ci era stato assicurato dal capo di Gabinetto. Queste proposte tecniche prevedono, nello specifico, la possibilità di rendere operativo nei controlli l’inversione dell’onere della prova, quella norma – già in vigore – attraverso la quale il trasportatore ha il dovere di dimostrare di essere rispettoso della normativa sul cabotaggio e non deve essere invece la polizia a dover recuperare tutta la documentazione, cosa spesso impossibile, per dimostrare che si tratta di un cabotaggio abusivo”.

E a ottobre arriva la Cernobbio dei trasporti È ai blocchi di partenza, a Cernobbio, il primo forum internazionale di Conftrasporto. La manifestazione si terrà il 12 e 13 ottobre a Villa d’Este e sarà un'importante occasione di riflessione sul trasporto e sulla logistica, durante la quale per la prima volta si farà il quadro delle prospettive economiche e delle tendenze che riguardano il mondo dell’autotrasporto e, in generale, tutta la filiera del trasporto nazionale, partendo da una lettura dei nostri ritardi per giungere alle buone pratiche che è possibile apprendere nel confronto internazionale. Nel corso della prima parte, protagonista sarà lo scenario economico, mentre nel resto della manifestazione si parlerà di Europa, eccellenze internazionali, ruolo delle istituzioni e anche di cabotaggio. Sono previsti, inoltre, tavole rotonde, incontri con esponenti del Parlamento italiano e della Commissione europea e interviste one to one.

Thomas Baumgartner

Anita: scelte coraggiose per rilanciare l’autotrasporto Una “specifica riforma organica del trasporto e della logistica”. È quanto ha chiesto il presidente di Anita, Thomas Baumgartner, durante i lavori dell’Assemblea annuale di Anita, che si è svolta a giugno, di fronte ad una platea composta da imprenditori e rappresentanti del Governo e delle Istituzioni. “Occorre un piano organico fatto di politiche, regole e soluzioni innovative, con interventi rapidi ed incisivi in linea con i cambiamenti in atto, per far sì che il settore possa essere uno dei principali attori di una stabile e duratura ripresa”, ha continuato Baumgartner, sottolineando però che al momento il settore “non è ancora in condizioni di esprimere pienamente tutte le proprie potenzialità di crescita, perché frenate da questioni tuttora irrisolte”. Questioni tra cui il presidente di Anita inserisce la revisione dei veicoli, la semplificazione del quadro normativo e il testo unico, l’armonizzazione in ambito europeo, le politiche del trasporto internazionale, l’erogazione delle risorse, i furti e le rapine ai tir, Uirnet e Sistri. Uno dei punti più importanti per Baumgartner è costituito dalla semplificazione del quadro normativo e dall’emanazione di un testo unico dell’autotrasporto, che “non può prescindere da un’attenta verifica su come le norme europee siano state negli anni percepite, per eliminare quegli inutili appesantimenti che gravano soltanto sulle impre-

se italiane. Nel nostro Paese esistono infatti prescrizioni che non hanno eguali altrove, come l’obbligo annuale del test alcol droga per i soli autisti dipendenti e per di più solo per quelli assunti in Italia o il controllo periodico degli estintori mobili con tempistiche più ravvicinate di quelle esistenti in ambito internazionale”. Baumgartner ha poi parlato della necessità di armonizzare le norme sociali in Europa e le condizioni di lavoro tra i diversi Stati, per superare così il dumping sociale e la perdita di mercato per l’Italia. Secondo le statistiche, infatti, negli ultimi dieci anni le tonnellate trasportate dai vettori italiani in Europa sono diminuite di oltre il 35% mentre i vettori dell’Est Europa hanno più che raddoppiato i volumi di traffico. Per tutelare il mercato nazionale, Anita ha quindi proposto il doppio registro per gli autisti nei trasporti internazionali e lo stop alla liberalizzazione del cabotaggio, e l’uscita dell’Italia dalla CEMT con contestuale riduzione dei contingenti bilaterali. Le proposte di Anita puntano anche a favorire il rientro delle imprese e spingerle ad assumere nuovamente in Italia. “Per noi imprenditori la concretezza è una caratteristica dell’agire quotidiano – ha concluso Baumgartner – ed è per questo che aspettiamo che il Governo prenda decisioni adeguate e tempestive, inserite in un disegno organico e coerente per il rilancio del nostro settore”. TIR183-2015 17


Associazioni

tefania Pezzetti è stata riconfermata alla guida della Fedit, la Federazione Italiana Trasportatori, che riunisce duemila corrieri italiani, per altri tre anni. Il direttore operativo della TNT, 47 anni, è stata eletta per la seconda volta presidente nazionale dall’assemblea generale dell’associazione, che si è svolta lo scorso luglio. Oltre al presidente, l’assemblea ha nominato anche i quattro vicepresidenti: Giuseppe Gibin, Daniela Lanticina, Dalmazio Manti e Gabriele Sigismondi,

S

primi tre anni di presidenza, durante i quali è riuscita a raggiungere quasi completamente gli obiettivi che si era prefissata, vale a dire la regolamentazione del mercato del lavoro, la distribuzione urbana delle merci, il delicato nodo della responsabilità solidale e una migliore comunicazione dell’immagine Fedit. “Il primo obiettivo è stato largamente centrato – ha sottolineato la Pezzetti - con l’accordo sulla Ribalta; un accordo che ha fatto da battistrada ad un nuovo modello di relazioni

della Strada. Nella relazione che accompagna la presentazione degli emendamenti c’è scritto esplicitamente che è stata la Fedit a fare da punto di riferimento della Carta di Catania. Una grande soddisfazione che condivido con tutta l’Associazione”. Buoni risultati anche per quanto riguarda la comunicazione dell’immagine Fedit: “La newsletter, la nuova versione del sito Internet, la pubblicazione di due libri e il convegno sulla mobilità urbana sono stati

industriali. Rimane aperta la questione dei “drivers”, ma il percorso è segnato e porta il timbro della legalità“.

eventi di rilievo che sono serviti a comunicare all’esterno l’immagine di un’associazione in sintonia dei tempi, che tutela i propri associati e si collega con il mondo, le Università e i centri di pensiero per immaginare e programmare il futuro”, ha detto soddisfatta Stefania Pezzetti.

Fedit: Pezzetti confermata presidente Obiettivo del prossimo triennio sarà proseguire la battaglia per la legalità, promuovendo anche l’accordo sui magazzinieri raggiunto lo scorso anno con i sindacati mentre il segretario generale resta Enzo Solaro. “Per il prossimo triennio – ha annunciato la presidente - la Fedit proseguirà la battaglia per la legalità promuovendo anche l’accordo sui magazzinieri raggiunto con i sindacati lo scorso anno. L’accordo ha consentito la progressiva regolarizzazione dei rapporti di lavoro con assunzioni a tempo indeterminato limitando al massimo le sacche di illegalità nel settore del facchinaggio e nella triste piaga delle cooperative spurie, in cambio di una maggiore flessibilità”. Regolamentazione del mercato del lavoro Durante l’assemblea, Stefania Pezzetti ha ripercorso i suoi

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Distribuzione urbana Un successo anche per la mobilità urbana sostenibile. “L’accordo fra la Fedit e il Comune di Torino basato sulla premialità e la concertazione fra le istituzioni, le imprese e i cittadini, sta dando i suoi frutti. Ma c’è di più. L’assemblea dell’Anci (associazione dei comuni italiani) svoltasi ai primi di luglio a Catania ha indicato nell’accordo di Torino il modello da adottare in tutti i comuni italiani denominandolo la Carta di Catania. Questa dichiarazione di intenti è stata già tradotta in emendamenti da inserire nella proposta di legge sulla revisione del Codice

Responsabilità solidale L’unico obiettivo che non è stato centrato, ma solo per il momento perché la presidente non ha affatto intenzione di cedere, riguarda la responsabilità solidale del committente, un punto su cui la Pezzetti si è battuta molto in questi anni. “Nonostante l’impegno messo in atto dalla federazione i risultati non sono stati quelli sperati, ma la questione resta aperta”.


ono più di 84 milioni di tonnellate le merci transitate nel 2014 nei porti italiani all’interno di camion o semirimorchi; 30 milioni di questi provenienti o diretti a porti di altri Paesi del Mediterraneo. È quanto emerso a Roma, lo scorso luglio, durante il seminario di Confcommercio “Le vie del mare per la crescita”, nel corso del quale è stato presentato il rapporto sullo Sviluppo dell’intermodalità in Italia “Autostrade del mare 2.0 e Combinato Marittimo”, realizzato da Isfort (Isti-

Mare

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Autostrade del Mare: le vie per la crescita Secondo Confcommercio occorre fare sistema per cogliere le possibilità di crescita offerte dai porti, che nel 2014 hanno visto transitare in Italia più di 84 milioni di tonnellate di merci tuto superiore di formazione e ricerca per i trasporti). Una tavola rotonda a cui hanno partecipato anche il vicepresidente dell’associazione Paolo Uggè e Ivano Russo, dirigente del Gabinetto del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Italia al terzo posto in Europa “Un Piano Nazionale sui trasporti e la logistica che definisca le linee generali di intervento, da cui far derivare gli approfondimenti settoriali”: così Uggè ha evidenziato la necessità di porre mano alla situazione di un Paese come l’Italia che, con oltre 7.500 km di costa, riesce solo in parte a cogliere le opportunità offerte dalla geografia per lo sviluppo

della logistica e la crescita della cosiddetta Economia Blu. Lo studio Isfort ha evidenziato infatti come, in base ai volumi di merci trasportate, i porti italiani si collocano in Europa al terzo posto, dopo quelli olandesi e britannici, con una quota di traffico che si aggira intorno al 13% del volume complessivo di merci in transito nei porti continentali. Nel 2014 il traffico merci nei porti nazionali, pari complessivamente a circa 430 milioni di tonnellate, ha registrato una diminuzione rispetto all’anno precedente (-6%) dovuto al protrarsi della crisi economica, che ha riportato i volumi di traffico ai livelli del 2009, nonostante la lieve ripresa congiunturale registrata nel biennio 2010-11. Il ruolo del Sud Italia, in questo contesto, è significativo: i porti del Mezzogiorno assorbono circa il 60% dell’import/export meridionale. La ricetta per la crescita Per cogliere pienamente le opportunità offerte dalle Autostrade del Mare, la ricetta di Confcommercio prevede la promozione di accordi di rete tra aziende di trasporto e di logistica complementari; il coordinamento e l’ottimizzazione delle diverse politiche di incentivo all’intermodalità esistenti; l’ampliamento della positiva esperienza dell’Ecobonus nazionale; la rapida rimozione dei limiti esistenti in termini di sagoma e moduli sulla rete ferroviaria nazionale (direttrice tirrenica) per consentire di caricare su ferro i camion e i rimorchi dai porti di

sbarco diretti nei Paesi d’Oltralpe. Per conto del MIT, Russo ha assicurato che i provvedimenti contenuti nel Piano dei Porti (vedi art. a pag.20) saranno operativi nel giro di pochi mesi. “Il Piano è un’opera complessa, che riguarda numeri impressionanti di un settore in grado di rilanciare il Paese, il Cluster Logistico Italia ha affermato -. Nelle oltre 200 pagine che compongono il documento sono stati messi in chiaro dieci obiettivi strategici e conseguenti azioni mirate al grande tema di fondo: l’efficientamento dei porti”. Diventando parte di una struttura mista pubblico/privato, i porti saranno regolati dal Codice europeo di condotta sul partenariato, varato lo scorso marzo (vedi box sotto). “Il tavolo che lavora sulla catena logistica digitale elaborerà un unico progetto entro settembre”, ha puntualizzato ancora Russo, sottolineando che sarà Uirnet ad avere un ruolo fondamentale nella sua attuazione. “Si tratta di una delle tematiche che più mi sta a cuore insieme a quella dello sportello unico doganale – ha aggiunto -. Quello sul Piano, è un lavoro quotidiano costante che ci porterà, entro dicembre, a tradurre in norme e regolamenti l’80% del lavoro in programma”.

Cos’è il Codice europeo di condotta sul partenariato Il Codice europeo di condotta sul partenariato (CCEP) è un regolamento che traccia le norme comuni per i fondi strutturali e d’investimento europeo, fra i quali il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FE-AMP). Il codice si inserisce nella strategia europea per la crescita e l’occupazione che considera il “partenariato” quale strumento primario in quanto comporta la stretta collaborazione tra le autorità pubbliche a livello nazionale, regionale e locale, e quelle private, assieme alle parti sociali e ai vari organismi economici. Entrato in vigore nel marzo scorso, il CCEP mira dunque a sostenere e agevolare gli Stati membri dando omogeneità a tutte le fasi di attuazione dei partenariati e dei progetti, garantendo l’efficienza, la trasparenza, la diffusione delle buone prassi e la governance dei partner coinvolti.

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Portualità

Le attuali 24 Autorità Portuali, che hanno 366 membri, saranno sostituite da nuove Autorità di Sistemi Portuali, governate complessivamente da 70 membri dei nuovi comitati di gestione. E per la semplificazione amministrativa arriverà lo Sportello Unico dei Controlli di Antonella Vicini

Porti: approvato il piano strategico o scorso 6 agosto, il Consiglio dei ministri ha dato l’ok definitivo al Piano strategico nazionale della Portualità e della Logistica, il PSNPL; il prossimo passaggio è ora il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che dovrà ufficializzarlo per porre la prima pietra di quella riforma delle autorità portuali italiane annunciata un anno fa nel pacchetto di norme “Sblocca Italia”. L’articolo 29 del D.L. 12/09/2014 prevedeva infatti la pianificazione strategica della portualità e della logistica “al fine di migliorare la competitività del sistema portuale e logistico, di agevolare la crescita dei traffici delle merci e delle persone e la promozione dell’intermodalità nel traffico merci, anche in relazione alla razionalizzazione, al riassetto e all’accorpamento delle Autorità portuali esistenti”. Il PSNPL approvato andrà, poi, a confluire nel Documento di Programmazione Pluriennale che il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti intende redigere ed approvare entro la fine dell’anno.

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Razionalizzazione, riassetto e accorpamento L’obiettivo, dichiarato nello “Sblocca Italia”, è quello della creazione di un ‘Sistema Mare’ efficace quale strumento di ripresa economica in chiave euro-mediterranea e di sviluppo e coesione col Mezzogiorno, basato sui principi di razionalizzazione, riassetto e accorpamento. Sono queste le tre parole chiave che individuano le principali direttrici del piano che si trova a dover rinnovare una gover20 TIR183-2015

nance ferma al 1994, anno in cui la Legge n. 84 del 28 gennaio ha stabilito il riordino della legislazione in materia portuale, rivelatasi nel tempo inadeguata o limitante. È a questa norma che si deve la creazione dell’Autorità portuale. Lo stesso ministro Delrio, all’indomani dell’approvazione preliminare al Consiglio dei Ministri (lo scorso luglio), aveva sottolineato come “la governance dei porti sconta uno scarso coordinamento nazionale: 24 Autorità portuali, 336 membri nei Comitati, 113 provvedimenti amministrativi all’import-export gestiti da 23 soggetti pubblici responsabili dei controlli”. Punto nodale del piano è proprio la razionalizzazione/riduzione delle varie Autorità Portuali, da trasformare in Autorità di Sistemi Portuali con ipotesi di autonomia finanziaria, e l’istituzione di una sorta di centro amministrativo unico - identificato nella nuova Autorità di Sistema Portuale con la funzione di raccordo di tutte le amministrazioni pubbliche che hanno competenza sulle questioni portuali. Attualmente ognuna delle 24 Autorità portuali decide in autonomia le priorità di investimento infrastrutturale nei porti, al di fuori di un piano nazionale e strategico; l’accentramento punta così a limitare il cosiddetto “individualismo portuale” che provoca la dispersione di risorse e l’efficacia degli investimenti. La nuova governance elaborata dal Piano mira, invece, alla verticalizzazione delle competenze in modo che le scelte operate siano parte di un quadro d’insieme

coerente e funzionale che sfrutti al meglio anche le potenzialità dei porti minori. Nel concreto questo si traduce nel ruolo di coordinamento affidato alla Direzione Centrale del Ministero, che diverrà la Direzione Generale della Portualità e della Logistica – con maggiori funzioni, fra le quali quella di pianificare gli investimenti - e nella riduzione dei 336 membri nei Comitati portuali ai circa 70 membri nei nuovi Comitati di gestione. Inoltre, i 113 procedimenti amministrativi e i 23 soggetti pubblici responsabili dei controlli nei porti verranno sostituiti da uno Sportello Unico dei Controlli in capo all’Agenzia delle Dogane, competente per tutti gli adempimenti connessi all’entrata/uscita delle merci nel/dal territorio nazionale. La portualità italiana, tra criticità e prospettive Secondo il Global Competitiveness Report 2014-2015, il rapporto del World Economic Forum sulla competitività dei singoli Paesi (144 quelli presi in considerazione), l’Italia risulta al 56° posto per la qualità delle infrastrutture (con un punteggio di 4,6 su un totale di 7) e, in particolare, per quel che riguarda i porti è al 55° posto con un rating di 4,5, superata e di molto da Olanda (al 1° posto in classifica), Finlandia, Belgio, Gran Bretagna e, nell’area Mediterranea dalla Spagna (nona), Malta (ventesima), Portogallo (23°), Francia (32°), dalla Slovenia (39°) e da Cipro (45°). Fra i fattori che, secondo lo stesso documento, rendono difficile fare affari in Italia


compare infatti l’inadeguatezza infrastrutturale (all’ottavo posto su sedici). C’è poi una questione strettamente geografico-morfologica e urbanistica che influenza la stessa struttura portuale italiana e cioè il fatto che molti scali siano distribuiti su una costa molto estesa e frastagliata (7.800 Km) con la conseguente difficoltà di concentrare l’attività in poche zone strategiche che beneficerebbero, invece, di un’economia di scala; a questo si aggiunge, come spiega il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nella relazione sul Piano Strategico Nazionale della Portualità e della Logistica, che la maggior parte dei porti è collocata “nei pressi del centro delle città storiche che condizionano e da cui sono condizionati, con ampi spazi di waterfront sottratti alle funzioni urbane e limitate possibilità di espansione lungo le coste”. Lo stesso documento sottolinea che “i traffici totali in tonnellate/anno espressi dalla portualità italiana sono sostanzialmente stagnanti da più di un decennio, con un bilancio complessivo nullo nei seppur diversi andamenti per segmento”. Ancora, a questo proposito, una recente analisi che tiene conto anche delle previsioni del DEF 2015, mostra come “i traffici marittimi totali saranno tendenzialmente nel 2020 di poco superiori ai valori del 2003”. Il Piano disegna quindi una necessaria

strategia integrata per il rilancio del settore portuale e logistico attraverso gli obiettivi strategici del “Sistema Mare”, da attuare sia nei porti sia sulla loro accessibilità, da mare e da terra (su strada e su ferro), per sfruttare a pieno la posizione dell’Italia al centro del Mar Mediterraneo e il suo ruolo negli scambi internazionali. Gli obiettivi strategici Sono 10 gli obiettivi strategici individuati dal Piano: semplificazione e snellimento; concorrenza, trasparenza e upgrading dei servizi; miglioramento dell’accessibilità e dei collegamenti marittimi; integrazione del Sistema Logistico; miglioramento delle prestazioni infrastrutturali; innovazione; soste-

nibilità; certezza e programmabilità delle risorse finanziarie; coordinamento nazionale, condivisione e confronto partenariale; attualizzazione della governance del Sistema Mare. Si tratta di fatto di un’agenda che segna le principali azioni da compiere per velocizzare le procedure, per favorire i collegamenti e l’integrazione logistica anche con le molte attività manifatturiere sparse sul territorio e, in generale, con i sistemi economici, produttivi, industriali e dei servizi territoriali, per sfruttare le possibilità offerte dalle nuove tecnologie e, allo stesso tempo, per promuovere ricerca e formazione e tutte quelle misure per l’efficienza energetica e il rispetto dell’ambiente; misure che necessitano però di capacità economiche adeguate. A tal riguardo il Piano propone una pianificazione centralizzata e pluriennale delle risorse finanziarie per le infrastrutture (attraverso il Documento di Programmazione Pluriennale), attingendo nel frattempo ai fondi disponibili come i circa 700 milioni di euro destinati dall’Ue alle Regioni del Mezzogiorno per infrastrutture portuali (PON e POR, fondo FESR) e agli altri 85 milioni stanziati dal Governo per investimenti nei porti italiani nel 2015. Ci sono poi altri 600 milioni l’anno stanziati sempre dal Governo per il trasporto via nave e i finanziamenti della Banca Europea degli investimenti legati al Piano Juncker. TIR183-2015 21


Amministrazione

Grazie alla riforma Madia il Pubblico registro automobilistico verrà unificato all’Archivio nazionale dei veicoli per snellire le procedure, realizzare risparmi per i cittadini e dar vita ad un documento unico che accompagni i veicoli di Francesca di Paolo Barilari Sirimarco

Più vicina la riforma del Pra e ne parla da tempo. Si auspica da anni. Finalmente siamo alla svolta grazie alla riforma Madia, la legge delega di riforma e riorganizzazione della pubblica amministrazione che prevede, fra gli altri interventi, anche il trasferimento delle funzioni svolte dagli uffici del Pubblico registro automobilistico (Pra) al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, previa valutazione della sostenibilità organizzativa ed economica. La riforma della pubblica amministrazione, sostenuta dal ministro Marianna Madia, contiene infatti anche un paragrafo dedicato esplicitamente al trasferimento del Pra sotto l’egida del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Tra le argomentazioni principali della riforma, prima fra tutte vi è la riduzione dei costi connessi alla gestione dei dati relativi alla proprietà e alla circolazione dei veicoli per realizzare dei risparmi significativi per l’utenza.

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Benefici e vantaggi Con l’unificazione del Pra con l’Archivio nazionale dei veicoli, il servizio svolto fino ad oggi dall’Aci sarà di competenza diretta del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Ciò significa che si avrà una sola modalità di archiviazione, cioè verrà creata un’unica banca dati per il rilascio di un documento unico attestante sia la proprietà sia le caratteristiche tecniche e amministrative di autoveicoli, motoveicoli e rimorchi. Dunque il certificato di proprietà e la carta di circolazione diventeranno un solo documento. In questo modo, l’Italia si uniformerà a quanto avviene negli altri Paesi europei, visto che finora siamo stati gli unici ad 22 TIR183-2015

avere due documenti distinti, emessi e aggiornati da enti differenti: il Pra, gestito dall’Aci, e la Motorizzazione civile, che dipende dal ministero delle Infrastrutture e Trasporti. In tal modo, si arriverà ad eliminare gli inutili doppioni di archiviazione dati, di produzione di documenti e di costi a carico dei cittadini. La proposta prevede anche l’eventuale istituzione di un’agenzia o di altra struttura sottoposta alla vigilanza del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, senza che questo comporti nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

tivo, sulla base dei principi in essa contenuti. Secondo il testo, infatti, spetta al Governo adottare, entro 12 mesi dall’entrata in vigore (cioè entro agosto 2016), uno o più decreti legislativi recanti disposizioni integrative e correttive che abbiano per oggetto le modalità di erogazione dei servizi ai cittadini, rispettando i principi e i criteri direttivi e della procedura enunciati. Non resta che attendere le azioni del Governo, dunque. Fino ad allora, le procedure restano invariate.

Cosa dice la Legge delega

Semplificazione = risparmio Per quantificare in linea di massima il risparmio che deriverà da tale operazione di semplificazione per la pubblica amministrazione, basti considerare che la gestione del Pubblico registro automobilistico, con riferimento al bilancio dell’anno 2014, è costata agli italiani circa 230 milioni di euro e il costo di produzione dell’attività è stato di circa 200 milioni di euro, di cui 120 milioni destinati ai costi del personale. Dunque una stima di riduzione dei costi non indifferente. In attesa del Decreto attuativo Trattandosi di una legge delega (L. 124 del 7 agosto 2015), il Parlamento ha delegato il Governo a scrivere il decreto attua-

La Legge 124 del 7 agosto 2015, all’articolo 8, comma 1, lettera d, recita: “Con riferimento alle amministrazioni competenti in materia di autoveicoli: “la riorganizzazione ai fini della riduzione dei costi connessi alla gestione dei dati relativi alla proprietà e alla circolazione dei veicoli e della realizzazione di significativi risparmi per l’utenza, anche mediante trasferimento, previa valutazione della sostenibilità organizzativa ed economica, delle funzioni svolte dal Pubblico registro automobilistico al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con conseguente introduzione di una unica modalità di archiviazione finalizzata al rilascio di un documento unico contenente i dati di proprietà e di circolazione di autoveicoli, motoveicoli e rimorchi, da perseguire anche attraverso l’eventuale istituzione di un’agenzia o altra struttura sottoposta al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, svolgimento delle relative funzioni con le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente”.


La soluzione proposta dall’Italia è quella di una “cooperativa d’impresa” fra gli operatori di trasporti italiani e le compagnie a capitale turco stabilite in Italia per garantire il traino dei semirimorchi turchi sbarcati nel porto di Trieste

Italia - Turchia: riprendono le trattative sui permessi rosegue la disputa fra Italia e Turchia sulla questione dei permessi di transito su territorio italiano. Lo scorso 27 luglio l’Associazione turca dei trasportatori internazionali (UND) e alcune associazioni italiane dell’autotrasporto (Anita, Conftrasporto, Cna-Fita, Confartigianato Trasporti, Fedit, T.I. Assotir, Trasportounito Fiap) hanno siglato un Protocollo proprio per trovare un’intesa su questa e altre questioni, come quella della gestione dei semirimorchi turchi che sbarcano sull’Adriatico. Il documento arriva dopo l’incontro che si era già svolto a febbraio, conclusosi con un nulla di fatto (cfr. TIR 180, pag. 14), ed è il primo di ulteriori passi che saranno necessari per finalizzare gli accordi.

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Calo di traffici e aumento dei permessi La questione sul tavolo resta la richiesta turca di un maggiore numero di permessi di transito sul territorio italiano ad integrazione dei 37mila già accordati, nonostante ci si trovi in presenza di una contrazione degli scambi commerciali. Il valore dell’interscambio commerciale Italia - Turchia, aggiornato a maggio scorso, è pari al -13,3% rispetto al 2014. L’Italia si conferma il quinto partner con 7 miliardi di interscambio totale. Questi i dati diffusi dall’ambasciata italiana ad Ankara. Secondo l’Istat, inoltre, negli ultimi tre anni il

volume dell’interscambio in termini di tonnellate di merci sarebbe calato del 15%, mentre sarebbe salito il valore dei beni trasportati; questioni che si inseriscono nella disputa in atto fra le associazioni di categoria dell’autotrasporto turche e quelle italiane. Stando alla parte turca, infatti, il calo del flusso potrebbe attribuirsi anche al numero insufficiente di transiti concessi dal Governo italiano. La parte italiana, a febbraio, si era detta disponibile a fornire altre 7mila unità, tra transiti e destinazione (con l’uso dell’intermodalità dai porti, per evitare il congestionamento delle tratte che attraversano la Pianura Padana, già fortemente inquinata), pur nella necessità di rendere più equilibrati i rapporti e una reciprocità fra i due Paesi. La delegazione di Ankara però ne aveva chiesti il doppio e si era ritirata dalle trattative. In un secondo tempo, Anita e Unatras avevano scritto al ministro dei Trasporti e al Capo del Governo per chiedere di “non concedere aumenti di contingente alla Turchia”. Il protocollo siglato ora ha demandato la questione delle quote alla Commissione Mista Italia-Turchia in materia di autotrasporto, poiché la delegazione italiana si è dichiarata incompetente a riguardo, mentre ha affrontato nel dettaglio la richiesta turca di terminalizzare i propri semirimorchi sbarcati sull’Adriatico.

Cooperazione Italia-Turchia La UND ha riferito che gli autotrasportatori turchi lamentano la mancanza di permessi soprattutto in alcuni periodi in cui diventa difficile soddisfare la domanda di operazioni di trazione per i semirimorchi: i turchi chiedono quindi un maggiore bilanciamento nella distribuzione dei permessi per trazionisti e semirimorchi. La soluzione proposta dall’Italia è quella di una “cooperativa d’impresa” fra gli operatori di trasporti italiani e le compagnie a capitale turco stabilite in Italia per garantire il traino dei semirimorchi turchi sbarcati nel porto di Trieste (la principale rotta turca), e eventualmente in altri scali dell’alto Adriatico. In sostanza i trazionisti italiani sarebbero incaricati di terminalizzare i semirimorchi turchi; una cooperazione che sarebbe da attuare non solo nei momenti di emergenza ma in maniera duratura. In questa maniera si arginerebbe la massiccia presenza di operatori turchi dall’Italia verso il Nord Europa, fornendo garanzie alla parte turca della continuità dei traffici e garantendo, al tempo stesso, anche gli operatori del nostro Paese. Da parte turca, infine, è stata espressa la disponibilità a collaborare con le imprese italiane nei traffici verso i Paesi mediorientali, compreso l’Iran, per facilitare l’export italiano nelle zone che sono al di fuori dell’ambito delle autorizzazioni CEMT.

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Internazionale

La nuova opera è costata circa 9 miliardi di euro ed è una sezione parallela di 72 chilometri a quella già esistente di 193. Permette tempi di transito ridotti e ottime prospettive per l’Italia, ponte naturale nel bacino mediterraneo

Canale di Suez, porta fra l’Oriente e il Mediterraneo empi di transito ridotti e raddoppio del traffico di navi, con una porta aperta finalmente alle megaship e nuove prospettive di competitività a livello internazionale: l’allargamento del Canale di Suez è l’opera faraonica - così almeno è stata presentata al mondo lo scorso 6 agosto - con cui l’Egitto del generale Abdel Fatah al Sisi si pone come Paese strategico nella logistica mondiale. La sua inaugurazione, cui hanno partecipato le principali cancellerie straniere, Italia, Francia, Grecia, Russia, Emirati Arabi, Stati Uniti, lascia pochi spazi ai dubbi sugli intenti: il presidente al Sisi ha percorso in divisa militare le acque del Canale e una pattuglia aerea ha immortalato l’evento. In effetti di colossale c’è innanzitutto un fattore e cioè la durata della costruzione dell’allargamento, annunciato ad agosto 2014 e concluso solo un anno dopo. Una velocità ancora più significativa in un Paese con evidenti problemi economici e di sicurezza, sia per le questioni interne, mai sopite, sia per le continue infiltrazioni jihadiste.

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Un po’ di dati Realizzato nel 1869, anche se di un “canale dei Faraoni” aveva già raccontato Erodoto, il Canale di Suez negli ultimi 140 anni ha aperto una strada tra Asia, Medio Oriente e Mediterraneo, bypassando il Capo di Buona Speranza e ponendo il mare nostrum al centro delle rotte marittime. La nuova opera è costata circa 9 miliardi di euro (di investimenti privati) ed è praticamente una sezione parallela di 72 chilometri a quella già esistente di 193: l’obiettivo dichiarato dal governo del Cairo è di ridurre il periodo di attesa delle navi dalle 18 ore attuali a 11, attirando così nuovi traffi-

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ci. Si calcola che per il 2023 le imbarcazioni che ogni giorno percorrono il corso d’acqua potranno essere 97, quasi il doppio delle odierne 49. Il Canale è attraversato dall’8% del traffico mondiale; prima di tutto container, poi prodotti petroliferi (petrolio greggio, benzine, gasolio, nafta, GPL, altri prodotti petroliferi) e LNG; flussi che negli ultimi anni hanno visto una crescita esponenziale del 200-215%. Sempre per il 2023 si prevedono ingressi da 13,3 miliardi di euro contro i 4,8 previsti per quest’anno, con maggiori benefici per le navi portacontainer. In generale il Canale ha offerto finora per le autorità egiziane ricavi di circa 5 miliardi di dollari l’anno; per farci un’idea nel 2014, cioè prima dell’allargamento, il Canale ha dato profitti pari a circa il 2% del PIL nazionale. Ora grazie al raddoppio, la nuova zona potrà competere con le principali regioni logistiche mondiali e con quelle nord europee di Rotterdam e Amburgo; in questa prospettiva il governo egiziano ha lanciato anche il “Suez Canal Corridor Area Project” (SCZone), un piano di investimenti che riguarda tutta la regione del Canale e che punta alla realizzazione di centri di ricerca, poli industriali e aree logistiche. Fondamentale sarà il ruolo di Port Said dove, assieme a quello di Damietta, sono già avvenuti nel tempo i maggiori investimenti. Port Said è il principale punto di transhipment egiziano, diviso in Port Said e Port Said Est, con capacità di 800 mila TEU nel primo caso e di 2,7 milioni di TEU nel secondo - anche se nei progetti di sviluppo infrastrutturale si prevede un’espansione fino a 5,4 milioni di TEU - e con un una profondità di pescaggio che va dai -14 ai - 16,5

metri. Sulla base degli ordini ricevuti per il 2018 si calcola un aumento della flotta delle navi container di circa il 7%. Suez e le prospettive per l’Italia Secondo l’analisi (di cui citiamo i dati) realizzata da Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, il centro studi di Intesa San Paolo, dal titolo “Gli effetti economici del raddoppio del Canale di Suez sui traffici del Mediterraneo”, considerando che “con l’apertura del nuovo Canale di Suez il tempo di transito calerà da 18 a 11 ore e potranno passare anche le navi di più grossa dimensione, si comprende l’impatto potenziale sulle scelte delle rotte da parte delle compagnie di navigazione”. “In particolare – si sottolinea - si stima che possa generarsi un risparmio medio di circa il 4% dei costi operativi totali per ciascun vettore (a seconda delle rotte e delle distanze) utilizzando la rotta via Suez”. Più in generale, spiega ancora lo studio, “la riduzione dei costi di trasporto, unita all’incremento della capacità del Canale potrebbe avere importanti ripercussioni sia sulla gerarchia dei porti mediterranei sia sul volume di traffico in transito verso il Mediterraneo che nel 2015 si attesta al 19% della quota mondo (in crescita rispetto al 15% del 2005)”. Una prospettiva che interessa, dunque, anche l’Italia – ponte naturale nel bacino mediterraneo - considerando che la nuova porta verso l’Oriente sarà un’importante occasione per le mega navi di velocizzare i rapporti con tutta l’Europa. A parlarne è stato nelle scorse settimane anche Paolo Uggè, vicepresidente di Confcommercio e presidente di Fai Conftra-


sporto, all’indomani dell’inaugurazione e delle affermazioni del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, sui 15 miliardi di euro sbloccati per investimenti nel Sud e in particolare sui 5 miliardi per la cosiddetta “cura dell’acqua”; investimenti destinati ai porti, ora che il Consiglio dei ministri ha approvato in via definitiva il Piano strategico nazionale della Portualità e della Logistica che delinea, fra l’altro, una strategia per il rilancio del settore portuale e logistico (vedi articolo a pag. 20 e 21). “Quindici miliardi di euro sono una cifra importante che può veramente segnare una svolta per il Paese. Perché producano effetti è tuttavia necessario che gli investimenti siano concentrati. Per esempio, per quanto riguarda le Autostrade del Mare, puntando su quattro o cinque porti di accoglienza del Paese considerati strategici per il traffico delle merci via mare”, ha detto Uggè, sottolineando l’importanza “di rafforzare i collegamenti tra porti, strade e ferrovie ora che è più facile agganciare la ripresa” e di “sfruttare la propria posizione di piattaforma logistica del Mediterraneo attraverso interventi mirati, ridisegnando le infrastrutture della retroportualità e potenziando i collegamenti con le ferrovie”. Come spiega infatti SRM nella ricerca, con i lavori effettuati in Egitto gli scali italiani di trasbordo potrebbero avere un incremento di circa 171 mila TEU. Per quel che riguarda i tempi di transito risparmiati per ogni singola tratta ci si attesta sui 10.500 euro per ogni nave e sui 24.000 per ogni portacontainer, per una stima totale di circa 180 milioni di euro messi da parte ogni anno. Dall’altro lato, però, in un Paese come l’Italia che detiene il 18% della fetta di traffici nel Mediterraneo e che movimenta nei

propri porti 460 tonnellate di merci per un totale di oltre 10 milioni di TEU, le maggiori opportunità offerte dal canale rappresentano anche nuove sfide dal punto di vista infrastrutturale: “maggiori navi in transito, di maggiore dimensione richiedono di adeguare urgentemente la dotazione infrastrutturale con la necessità di dragare i fondali ed investire in logistica ed innovazione”, si legge nel documento. Sfide che riguardano soprattutto il Sud. “Il rafforzamento della direttrice di traffico marittimo Europa-Mediterraneo-SuezGolfo- Asia rappresenta un’opportunità

strategica per l’Italia e il suo Mezzogiorno che potrebbe sviluppare la vocazione naturale di essere piattaforma logistica nel cuore del Mediterraneo a supporto del sistema produttivo italiano”, ma per far questo, evidenzia infine lo studio di Intesa San Paolo, è necessario “il riordino del sistema portuale che va messo al centro della agenda dello sviluppo del Paese; a questo va aggiunta un’attenzione verso i nuovi traffici che il canale potrà attivare, nel breve, medio e lungo termine e vanno messe in essere relazioni commerciali ed economiche sempre più forti con l’Egitto”.

IMMIGRAZIONE CLANDESTINA In GB controllo preventivo sui veicoli L'emergenza immigrazione colpisce anche il mondo dell'autotrasporto. Dopo gli episodi che hanno visto protagonisti alcuni autisti italiani per aver trasportato sui propri mezzi alcuni migranti, il ministero degli Interni britannico ha ritenuto opportuno ricordare le norme in vigore nel Regno Unito sulla base dell'Immigration and Asylum Act del 1999. Per prevenire il reato di immigrazione clandestina nell'isola sono previste sanzioni pecuniarie considerevoli nei confronti di conducente e impresa di trasporto. Ci sono però delle eccezioni. In base a quanto chiarito nel testo, infatti, non si è passibili di multa se si è in grado di dimostrare che non si era al corrente e non si aveva motivo di sospettare della presenza di immigrati clandestini nascosti nel mezzo di trasporto; che il trasportatore aveva adottato un efficace sistema di prevenzione di questo tipo di trasporto e che i responsabili “avevano correttamente seguito le procedure applicabili”. Le misure da prendere per proteggere il mezzo di trasporto dall’accesso di persone non autorizzate vanno dal riparare e sigillare, prima del carico finale, ogni eventuale taglio o strappo all'accertamento che nessuno abbia avuto accesso al veicolo, ai controlli che siano stati espletati da una persona fidata che rilascerà una dichiarazione scritta a riguardo, etc... Il documento contiene anche le misure da prendere prima dell’imbarco del veicolo su una nave, un aereo o un treno per il Regno Unito. In generale i mezzi di trasporto devono essere sottoposti a controlli regolari in modo da assicurarsi che non si siano verificati ingressi abusivi, soprattutto dopo una fermata in cui il veicolo viene lasciato incustodito.

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Sulla strada

Effettuare un trasporto eccezionale è una vera e propria sfida che non consente nessun margine di errore: tra difficoltà tecniche e normative stringenti vi raccontiamo il trasporto di un turboalternatore da 540 tonnellate. Per cinque chilometri di Andrea Ferro

Passi da gigante uovere e trasportare “giganti” è una specialità che spesso sconfina nell’impresa. Trasporti eccezionali, appunto. Una sfida inseguita, talvolta, al limite. È un po’ come spostare una montagna con la necessità di renderla leggera, preservarla, curarla e accudirla di fronte alle svariate incertezze del viaggio che le sue dimensioni, ben al di là di ogni convenzione, rendono un percorso ad ostacoli. L’impresa sta tutta nel calcolo certosino e rigoroso di ogni minimo particolare. Fondamentale diventa quindi lo studio preliminare elaborato sui centimetri: da una parte quelli misurati per definire la stazza del gigante in ogni suo spigolo e in ogni sua forma, dall’altra quelli computati seguendo la mappa del tragitto definito, breve o lungo che sia. Conoscenza, esperienza, valutazione di ogni vincolo tecnico e operativo ma anche creatività ed ingegno, sul quale impalcare le soluzioni più fantasiose ma tecnicamente e operativamente compatibili, diventano gli ingredienti irrinunciabili del successo di un’impresa che non consente alcun, minimo, margine di errore e che può essere tentata una volta sola.

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Il servizio di Easy Driver

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540 tonnellate da spostare Un esempio di cosa voglia dire sollevare e muovere un gigante è andato in scena a Genova, durante una notte tiepida di primavera, mentre la città dormiva inconsapevole di quello che si stava muovendo lungo le sue strade, con i lampeggianti delle pattuglie della polizia municipale a scortare il convoglio e segnare la scia del passaggio lento e ritmato dall’incidere quasi solenne. Protagonista assoluto è stato un turboalternatore completo (rotore più statore) prodotto da Ansaldo Energia nello stabilimento di Campi, in Val Polcevera (alla prima periferia del capoluogo ligure), un tempo cuore pulsante incardinato in uno dei poli del Triangolo Industriale del Nord Ovest. Il programma di viaggio è stato il seguente: Genova, Abu Dhabi e quindi la centrale elettrica di Mirfa, dove Ansaldo Energia sta realizzando, in consorzio con Hyundai, un impianto a ciclo combinato della potenza di 1400 MW, fornendo turbine a gas, turbine a vapore e i relativi generatori. In sostanza il “gigante” contribuirà a trasformare l’energia meccanica del suo vorticoso ed incessante movimento in energia elettrica da trasferire alla rete degli Emirati Arabi. Giusto per rendere l’idea: il turboalternatore pesa, “solo”, 370 tonnellate. Solo, perché a queste va aggiunto il peso del mezzo e delle strutture necessarie per poterlo movimentare, più o meno altre 170 tonnellate. In tutto, quindi, almeno 540 tonnellate da spostare. Operazioni notturne La prima tappa del viaggio, in assoluto la più difficile, si è dipanata tra lo stabilimento

di Campi e le banchine del porto commerciale. Poco più di cinque chilometri, impegnativi e pure determinanti addirittura quando si è trattato di concepire il turboalternatore (per costruirlo è stato necessario circa un anno, NdR). Uno dei padri del gigante, l’ingegner Alessandro Oldrati, responsabile Ingegneria Generatori Ansaldo Energia, spiega: “Nella progettazione abbiamo dovuto tener conto di una limitazione nell’altezza necessaria per garantire il passaggio sotto il ponte ferroviario che inevitabilmente affronta ogni convoglio che esce dal nostro stabilimento diretto al porto di Genova”. Il trasporto, quindi, diventa un fattore imprescindibile. E, a suo modo, un saggio di come si possa trovare una via di uscita, un varco, anche laddove tutto pare giocare a rendere impossibile il viaggio. A dirigere le operazioni notturne (solo quando il traffico è scarso se non nullo è possibile avviare trasporti di questo tipo previa autorizzazione delle varie autorità competenti) è stato Alberto Barabino della ditta Fagioli di Sant’Ilario d’Enza (Reggio Emilia), abituata a sostenere e trasferire grandi pesi e dimensioni decisamente over-size. “Il turboalternatore era lungo quasi 76 metri comprese le due motrici, largo 5,60 e alto 4,50 - racconta Barabino -. Ma sull’altezza c’è stata la possibilità di cambiare un po’ le cose…”. E qui sta il trucco e il senso del passaggio decisivo, appunto quello sotto il viadotto ferroviario di Sampierdarena, poco oltre la metà del tragitto, una specie di limite da alterare. Il pianale sul


po’ di luce per non arrivare a trascinare sull’asfalto il materiale”. Ma per un trasporto eccezionale di questo genere il passaggio sotto il viadotto ferroviario non era l’unico ostacolo da abbattere lungo il percorso dallo stabilimento fino al porto e in particolare al Terminal San Giorgio, capolinea di questa prima tappa del lungo viaggio. “Per movimentazioni di questo tipo vanno valutati attentamente altri fattori - spiega ancora Alberto Barabino di Fagioli -. A partire dalle dimensioni della strada per arrivare alla cosiddetta iscrivibilità delle curve, cioè il raggio di curvatura. La caratteristica tipica di questi mezzi, con gli “Schnabel” e le travi interposte, rende i due carrelli, che sostengono la struttura, indipendenti così da poter sterzare il più possibile anche nelle curve più difficoltose quali quelle che si possono trovare lungo un percorso problematico quale quello urbano”. Mezzi che, nel corso degli anni, hanno scarrozzato tutto quanto avesse dimensioni imponenti e, spesso, caratteristiche delicatissime che richiedevano attenzioni e percorsi particolari per arrivare a destinazione in giro per l’Italia e per il mondo. “Abbiamo trasportato anche una parte dello scafo della portaerei Cavour - elenca Alberto Barabino - il sommergibile Toti, da Cremona (dove era giunto lungo il fiume, NdR) a Milano, una tomba etrusca e pure un’infrastruttura per il ponte di Calatrava fino a Venezia”. L’imbarco All’arrivo in porto il turboalternatore prodotto da Ansaldo Energia è stato imbarcato su una nave del tipo “Heavy-lift”, cioè mercantili appositamente progettati per il trasporto di carichi particolarmente ingombranti e dalle forme più diverse da sistemare all’interno della stiva in condizioni di assoluta sicurezza per la navigazione e per la tutela del materiale. Completate le operazioni di carico la nave ha preso il largo e a quel punto è iniziata la seconda tappa del viaggio verso l’altra sponda del Mediterraneo. Ora il “gigante” si trova a Mirfa, città costiera Alcune immagini a 120 chilometri a ovest di del trasporto Abu Dhabi, dove lo del turboalternatore. stanno adattando prima A fianco il momento del quale era stato adagiato che possa entrare in funpassaggio sotto ad un ponte: il gigante si è abbassato zione collegato al resto grazie a strutture idrauliche come d’incanto, quasi degli impianti della cenil pianale si abbassa una scena di un film di trale. di 30 cm James Bond. “Siamo scesi “Il turboalternatore rafdi una trentina di centimefreddato ad aria, della taglia tri, grazie alle caratteristiche TRY-L56, di potenza nominale tipiche di questo mezzo. Si di 340 MVA sarà accoppiato con chiama “Schnabel”. È dotato di strutuna turbina a gas modello AE 94.3 A ture idrauliche tra le quali vengono interspiega ancora nel dettaglio l’ingegner Alesposte travi di trasporto. Questo sandro Oldrati, responsabile Ingegneria Gemeccanismo combinato consente da una neratori Ansaldo Energia -. Il progetto del parte di affondare, diciamo così, il carico algeneratore di questo tipo è stato interal’interno e renderlo dimensionalmente a se mente sviluppato da Ansaldo Energia con stante, cioè è il carico che condiziona l’alil proprio know how e la prima fornitura di tezza del convoglio. Dall’altra ci permette questo modello risale al 2006 per una cendi variare l’altezza complessiva del matetrale in Cile a cui ne sono seguiti altri 23 utiriale trasportato. Fino a quanto possiamo lizzati sia in Italia che all’estero, in scendere? In genere a noi basta avere un particolare in Grecia, Turchia e Algeria”. TIR183-2015 27


numeri&cifre i dati dell’economia italiana e del settore dei trasporti

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Sicurezza stradale, i 50 gol più belli Raccontare i “gol” più importanti messi a segno nella promozione della sicurezza, cinquanta iniziative per ridurre gli incidenti che ogni anno funestano le nostre strade. É questo il senso del volume divulgativo Sicurezza stradale, i 50 gol più belli, scritto e curato dal giornalista Vincenzo Borgomeo. Riconoscendo un ruolo di primaria importanza all’educazione delle varie categorie di utenti della strada, l’autore passa in rassegna i dati relativi all’andamento degli incidenti stradali nel nostro Paese e i principali problemi da fronteggiare per migliorare le condizioni di guida di automobilisti e ciclisti e la sicurezza dei pedoni, aprendo lo sguardo su alcune pratiche virtuose adottate sia in Italia che all’estero. “La sicurezza stradale – spiega nella prefazione Roberto Sgalla, direttore centrale della Polizia Stradale – è una delle maggiori priorità di cui i Paesi europei devono tener conto nella definizione delle proprie agende programmatiche. Il Terzo Programma di Azione europeo per la sicurezza stradale fissava, per il decennio 2001-2010, un obiettivo ambizioso, ossia il dimezzamento del numero delle vittime. La riduzione in Italia si è attestata intorno al 42%. Ma c’è ancora molto da fare perché l’Europa ha rilanciato l’obiettivo per il nuovo decennio 2011-2020, finalizzato ad un’ulteriore riduzione del 50% del numero delle vittime sulle strade”. Gli altri “interventi d’autore” a cura di pro-

tagonisti impegnati nella promozione della sicurezza sulle strade danno il senso dall’approccio interdisciplinare che il volume propone, dando una visione a 360° della sicurezza stradale. Grande importanza rivestono le campagne informative, promosse da soggetti come il ministero dei Trasporti, dalla Polizia Stradale, Ania e Aci, rivolte in particolare ai giovani, per renderli consapevoli dei pericoli legati alla guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di alcool e droghe: gli incidenti sono infatti la maggiore causa di decessi tra i 10 e i 24 anni. La controparte pratica di questi progetti educativi sono i corsi di guida sicura promossi dall’Aci con il network Ready 2 Go. Ci sono poi le innovazioni tecnicoscientifiche per rendere le auto più sicure. Un punto importante è anche il ripristino delle condizioni stradali ottimali dopo che si è verificato un incidente, problema di cui si occupa Sicurezza e Ambiente. In appendice viene fornito l’elenco completo dei Punti Neri stradali (divisi per regioni, con indirizzi precisi e coordinate GPS), dove si verificano più della metà dei sinistri nel nostro Paese. Per approfondimenti www.sicurezzastradalei50golpiubelli.it.

Pubblicato il PON Infrastrutture e Reti 2014-2020 Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha comunicato l’avvio del percorso di selezione dei progetti del Programma Operativo Nazionale Infrastrutture e Reti 2014-2020, approvato a fine luglio in via definitiva dalla Commissione europea. Si tratta di un budget complessivo di 1,8 miliardi di euro, di cui il 75% proveniente dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e il 25% di cofinanziamento nazionale. “Il PON – ha reso noto il ministro Graziano Delrio - stabilisce che la programmazione e la gestione concertata delle progettualità dovrà avvenire secondo Aree Logistiche integrate”. Sono cinque le aree logistiche identificate: Quadrante sud orientale della Sicilia, Polo logistico di Gioia Tauro, Sistema pugliese, Area Logistica campana, Quadrante occidentale della Sicilia. Obiettivo del PON, infatti, è la promo-

zione di sistemi di trasporto sostenibili e l’eliminazione degli ostacoli nelle principali infrastrutture di rete, attraverso il finanziamento di progetti in cinque regioni del Sud Italia - Campania, Calabria, Sicilia, Puglia e Basilicata - e cioè le regioni del cosiddetto Obiettivo Convergenza, individuato dall’Unione europea per stimolare la crescita e l’occupazione nelle aree meno sviluppate. Tra i principali progetti in programma compaiono: il completamento di alcune delle progettualità ferroviarie e portuali avviate con il Programma Reti e Mobilità 2007-2013, la realizzazione di alcune tratte ferroviarie delle linee AV/AC NapoliBari e Palermo-Catania, la realizzazione della filiera della logistica digitale attraverso lo Sportello Unico Doganale, il Single Maritime Window delle Capitanerie di Porto e il completamento della Piattaforma Logistica Nazionale – UIRNet.

Telepass per attraversare lo Stretto di Messina I clienti Telepass, vacanzieri, pendolari e autotrasportatori, possono scegliere un nuovo sistema per attraversare lo Stretto di Messina acquistando il biglietto senza passare dalla biglietteria, con addebito automatico sul conto Telepass. Un servizio utile anche per i disabili che non avranno così bisogno di scendere dal proprio veicolo. Due le condizioni necessarie per l’utilizzo: avere a bordo l’apparato e utilizzare le piste dedicate di Messina Rada San Francesco e di Villa San Giovanni. Il biglietto verrà emesso automaticamente e il suo importo sarà calcolato sulla base della tipologia del mezzo e di eventuali agevolazioni con addebito in via posticipata sul conto Telepass.

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Fisco

CoSA r iCord A

La legg e apporta di Stabilit t ravvedim o alcune mo ento ope roso Adesso s le viola i potranno san zioni gi à processi verbali d conte i cont Ci sarà regolari inoltre più te z m cinque a zare: si va da n presenta ni per i casi d zione de i fino a 1 lla dich 0 anni ia

di Angelo Ciaravolo

Ravvedimento operoso: più tempo per regolarizzare Con la nuova versione corretta dalla legge di stabilità 2015, si potranno sanare anche le violazioni già contestate. E da quest’anno la correzione spontanea di errori o omissioni è più conveniente

er gli autotrasportatori che non hanno potuto (o voluto) pagare le imposte nei termini canonici, è tempo di correre ai ripari per non rischiare di pagare multe salate, o peggio, di subire i temuti accertamenti del Fisco. E, da quest’anno, la correzione spontanea di errori o omissioni è più conveniente. Con il nuovo ravvedimento operoso, nella nuova versione corretta dalla legge di stabilità 2015, si potranno sanare infatti anche le violazioni già contestate nei processi verbali di constatazione (Pvc). Per i tributi gestiti dall’Agenzia delle Entrate non sarà invece più preclusivo all’utilizzo del ravvedimento il fatto che la violazione sia già stata contestata, ovvero che siano iniziati accessi, ispezioni, verifiche o altre attività di accertamento, delle quali i soggetti interessati abbiano avuto formale conoscenza. Inoltre, ci sarà più tempo per regolarizzare (si va dai quattro o cinque anni, in caso di omessa presentazione

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della dichiarazione e, in alcuni casi, anche fino a dieci anni). Gli unici impedimenti saranno rappresentati dalla notifica dell’avviso di accertamento o liquidazione oppure da una comunicazione di irregolarità (avviso bonario). Ma la regolarizzazione impone anche scelte di convenienza sull’opportunità di utilizzare o meno l’istituto del ravvedimento (uno dei punti deboli è rappresentato dall’obbligo di versare in un’unica soluzione le somme dovute). Vediamo dunque in dettaglio i diversi tipi di “sanatorie” che consentono di ridurre la salata sanzione del 30%, per gli omessi o parziali versamenti, e le altre sanzioni piene, in caso di omesse dichiarazioni o comunicazioni. Cosa si può sanare Con questo strumento, gli autotrasportatori potranno sanare, tra l’altro, eventuali utilizzi del credito d’imposta (carbon tax o caro petrolio) non spettante o

spettante in misura inferiore. La regolarizzazione dovrà però avvenire entro determinati limiti di tempo e bisognerà versare le imposte dovute sulle quali vanno calcolate le sanzioni ridotte. Intanto va ricordato che con il ravvedimento operoso è possibile regolarizzare ogni e qualsiasi violazione di natura tributaria compiuta nell’assolvimento, in modo non fraudolento, degli adempimenti fiscali. In linea generale è possibile quindi rimediare all’omesso o insufficiente versamento di imposte e tributi (Irpef, Ires, Iva, ritenute sui redditi da lavoro e sui redditi da capitale, imposte sostitutive, addizionali regionali e comunali, Ici, Imu, Tasi, imposta sulla vidimazione sui libri sociali, ecc.); ad errori sostanziali che incidono sulla determinazione della base imponibile su cui si pagano le relative imposte; alla mancata esposizione in dichiarazione di taluni redditi; all’omessa presentazione della dichiarazione; alle violazioni for-


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nare anc h estate n e testazion ei e

mali, comunicazioni obbligatorie omesse o effettuate in ritardo; agli errori relativi alla compilazione del modello di pagamento F24 e F23.

Come e quando Con il ravvedimento sprint, il pagampo pe r mento delle somme quattro dovute deve essere efi omessa fettuato entro 14 giorni successivi alla arazione scadenza (in tal caso, la sanzione è pari allo 0,2% per ogni giorno di ritardo). Con quello breve, il pagamento deve avvenire dal 15° al 30° giorno, con il pagamento di una sanzione del 3%. Se invece il pagamento avviene entro 90 giorni, la sanzione è del 3,33% (dal 31° giorno fino al 90° giorno successivo alla scadenza). Con il ravvedimento trimestrale, per rate omesse dopo la prima, per concordato, conciliazione, adesione agli inviti, ecc., la sanzione è pari al 3,75%, se il pagamento avviene entro novanta giorni. Con quello lungo, il pagamento deve avvenire dal 91° giorno ma entro un anno dalla scadenza (in tal caso la sanzione è del 3,75%). Con il biennale la sanzione è del 4,29%, se il pagamento avviene dopo un anno, ma entro due anni dalla data dell’omissione o dell’errore. Ed infine, con l’ultrabiennale la sanzione è del 5%, se il pagamento avviene dopo due anni dalla data dell’omissione o dell’errore. Va ricordato che, oltre all’imposta dovuta, vanno versati contestualmente la sanzione ridotta e gli interessi legali, da calcolare allo 0,50% dal primo gennaio di quest’anno (il ravvedimento operoso non è valido se si omette anche uno solo degli importi dovuti per l’imposta, gli interessi e le sanzioni ridotte). Il versamento può essere effettuato utilizzando i tre modelli di pagamento, scelti a seconda della tipologia del tributo dovuto. Con il modello F24 ordinario, per le imposte sui redditi, le imposte sostitutive, l’Iva, ecc.; con l’F23, per l’imposta di registro e gli altri tributi indiretti e con l’F24 elide ( elementi identificativi), per i versamenti dell’imposta di registro, dell’imposta di bollo, ecc.

Le vostre domande

Are

TIR risponde ai vostri dubbi in materia di normativa fiscale ed amministrativa. Scrivete a redazione@rivistatir.it oppure TIR, Via C. B. Piazza, 8 - 00161 Roma

Modello 770 Sono un padroncino, con un dipendente a carico, che ha dimenticato di inviare il modello 770 di quest’anno. Cosa devo fare per sanare questa irregolarità? Devo pagare una multa? Franco Pecci Latina Fortunatamente è stata disposta una proroga al prossimo 21 settembre per inviare telematicamente il modello 770 (sia ordinario sia semplificato). Pertanto, non dovrà versare alcuna multa se approfitterà di questo slittamento dei termini. Errore su modello F24 Lo scorso mese di luglio, nel compilare il modello F24, ho commesso un errore: ho indicato un codice tributo errato. Cosa posso fare per non pagare sanzioni? Marco Sbrana La Spezia Nel caso prospettato, se l’errore commesso non incide sul

pagamento del debito complessivo, rimediare non costa niente in quanto trattasi di errore di tipo formale. È sufficiente presentare un’apposita istanza di correzione presso un qualsiasi ufficio delle entrate, indicando l’esatto codice tributo a cui imputare gli importi versati.

730 precompilato Sono un autista di una ditta di autotrasporto che ha presentato il modello 730 precompilato. Volevo sapere se è vero che non vanno più conservate le ricevute delle spese sostenute. Antonio Vannucci Livorno Chi ha presentato, direttamente o tramite il sostituto d’imposta, il 730 precompilato (senza apportare modifiche) non dovrà temere alcun controllo della documentazione attestante le spese indicate nella dichiarazione, i cui dati sono stati forniti all’Agenzia delle Entrate da banche, assicurazioni ed enti previdenziali.

Debiti del defunto Dopo il decesso di mio padre, che per diversi anni ha svolto l’attività di autotrasportatore, ho ricevuto dal Fisco una comunicazione con la quale si richiede il pagamento di imposte sui redditi, unitamente agli interessi e le sanzioni. Sono obbligato a pagare i debiti fiscali di mio padre? Angelo Panebianco Messina In caso di accettazione dell’eredità (espressa o tacita), vengono trasferiti agli eredi i debiti del defunto, compresi quelli fiscali. In quest’ultimo caso, tuttavia sono dovuti soltanto i tributi e gli interessi il cui presupposto si è verificato anteriormente alla morte del dante causa. Pertanto, non deve versare alcun importo per le sanzioni, in quanto personali. Consigliamo quindi di richiedere lo sgravio degli importi richiesti (per le sole sanzioni) direttamente all’amministrazione finanziaria.

AUMENTANO LE DEDUZIONE FORFETTARIE L’Agenzia delle Entrate, con un comunicato stampa dello scorso 6 agosto, ha innalzato gli importi delle deduzioni forfettarie spettanti agli autotrasportatori per l’anno d’imposta 2014. In pratica, sono state riviste le deduzioni forfetarie ex art. 66, comma 5, TUIR, riferite ai trasporti personalmente effettuati dall’imprenditore (titolare di ditta individuale), nonché dai singoli soci di società di persone ( s.a.s. e s.n.c). Ricordiamo che con un precedente comunicato stampa del 2 luglio di quest’anno, l’Agenzia delle Entrate aveva stabilito che, per i trasporti effettuati personalmente dall’imprenditore oltre il Comune in cui ha sede l’impresa (autotrasporto merci per conto di terzi), spettava una deduzione forfettaria di spese non documentate , per il periodo d’imposta 2014, di 18,00 euro per i trasporti all’interno della Regione e delle Regioni confinanti e di 30,00, euro per i trasporti effettuati oltre tale ambito. Ora invece gli importi delle deduzioni forfettarie spettanti, per il periodo d’imposta 2014, sono stati aumentati a 44 euro per i trasporti all’interno della regione e delle regioni confinanti (oltre al beneficio che compete per i trasporti effettuati personalmente dall’imprenditore all’interno del comune in cui ha sede l’impresa, in misura pari al 35% dell’importo spettante per i medesimi trasporti nell’ambito della regione o delle regioni confinanti) e a 73 euro per i trasporti effettuati oltre tale ambito (importi comunque inferiori rispetto a quelli fissati per l’anno 2013). È utile rammentare infine che l’ incremento delle deduzioni comporta a favore dei trasportatori che hanno già predisposto il modello Unico 2015, un maggior credito o un minor debito d’imposta. Pertanto, chi avesse già versato le imposte, senza tener conto dei nuovi importi, dovrà ora riliquidare le imposte dovute (con i nuovi importi) e recuperare l’eccedenza versata in più anche attraverso la compensazione. Confermata, inoltre, la misura del recupero in compensazione (fino a un massimo di 300 euro per ciascun veicolo) sulle somme versate lo scorso anno come contributo al Servizio Sanitario Nazionale sui premi di assicurazione per la responsabilità civile per i danni derivanti dalla circolazione dei veicoli a motore destinati al trasporto merci, di massa complessiva a pieno carico non inferiore a 11,5 tonnellate. Per usufruire dell’agevolazione, nel modello F24 va utilizzato il codice tributo “6793”.

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Lavoro

di Mariangela Pagano

Jobs Act arrivano i decreti attuativi Mentre si attende la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dei decreti attuativi del Jobs Act approvati a metà settembre, ecco cosa cambia sui congedi parentali e in tema di contratto a progetto e di mansioni completo il quadro della riforma del Lavoro varata lo scorso marzo. Sulla Gazzetta Ufficiale n. 34 del 24 giugno 2015 sono stati pubblicati sia il Decreto Legislativo 15 giugno 2015 n. 80, attuativo del Jobs Act, che reca misure per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro sia il n. 81 recante la disciplina organica dei contratti di lavoro e la revisione della normativa in tema di mansioni. Vediamo in cosa consiste il primo decreto che interviene prevalentemente sul testo unico a tutela della maternità, introduce misure volte a sostenere le cure parentali, a tutelare in particolare le madri lavoratrici e contiene una serie di provvedimenti tesi a recepire le ultime pronunce della Corte Costituzionale. Molte delle novità hanno carattere sperimentale per l’anno 2015, quali quelle riguardanti il congedo di maternità e paternità, il congedo parentale per i genitori adottivi e affidatari, i diritti dei genitori iscritti alla gestione separata Inps e dei lavoratori autonomi ed il congedo riconosciuto per le vittime di

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violenza di genere; per rendere strutturali tali misure dovranno essere emanati dei successivi decreti legislativi che individuino un’adeguata copertura finanziaria. Modifiche al Testo unico della maternità Il Decreto Legislativo n.151/2001, meglio conosciuto come Testo unico della maternità e paternità, ha subito le seguenti modifiche: l’astensione obbligatoria non goduta a causa di parto prematuro potrà essere fruita dalla lavoratrice madre dopo la nascita del bambino, anche nel caso in cui ciò comporti il superamento dei cinque mesi previsti; il congedo parentale (cosiddetta astensione facoltativa) potrà essere richiesto fino al compimento del dodicesimo anno di vita del bambino, in luogo dei precedenti otto anni; il congedo parentale potrà essere fruito anche su base oraria anche in assenza di contrattazione collettiva di qualsiasi livello; sono stati ridotti i tempi di comunicazione per la scelta della modalità di fruizione del con-

gedo parentale, infatti il datore di lavoro dovrà essere informato con un preavviso di almeno cinque giorni, ridotti a due qualora si richieda la fruizione ad ore; il limite entro il quale il congedo parentale dà diritto a una indennità pari al 30% della retribuzione è elevato ai primi 6 anni di vita del bambino (anziché ai primi 3 anni). Dai 6 ai 12 anni il congedo non è retribuito, ad eccezione dei lavoratori con redditi particolarmente bassi, per i quali l’indennità del 30% è prevista fino all’ottavo anno del bambino; sarà ora possibile sospendere il congedo di maternità in caso di ricovero del bambino, a condizione che la lavoratrice presenti un certificato medico che attesti l’idoneità alla ripresa dell’attività; l’indennità di maternità potrà essere corrisposta anche alle lavoratrici licenziate per colpa grave integrante giusta causa di risoluzione del rapporto di lavoro; il padre lavoratore dipendente può fruire del congedo di paternità anche nel caso in cui la madre sia lavoratrice autonoma


normativa in tema di mansioni. Il decreto, di attuazione all’articolo 1, comma 7, della Legge 10 dicembre 2014, n. 183 (cosiddetto Jobs Act), riscrive, seppur non apportando novità sostanziali, le disposizioni riguardanti il part-time, il lavoro intermittente, i contratti a termine, la somministrazione di lavoro, l’apprendistato e il lavoro accessorio. Per ora ci soffermiamo sulle più incisive novità introdotte in materia di contratto a progetto, associazione in partecipazione ed in tema di mansioni.

avente diritto all’indennità di maternità; resta fermo che le dimissioni volontarie del genitore durante il primo anno di vita del bambino non prevedono obbligo di preavviso al datore di lavoro; al fine di evitare disparità di trattamento e favorire l’inserimento del minore nelle famiglie, è prevista l’estensione delle tutele riconosciute ai genitori naturali anche ai genitori adottivi. Lavoratori autonomi Tra le disposizioni a sostegno dei lavoratori autonomi e parasubordinati interessati da un affido o da un’adozione si segnala che l’indennità di maternità sarà fruibile anche dalle libere professioniste, per cinque mesi in caso di adozione e per tre mesi nell’ipotesi di affido. Le lavoratrici iscritte alla Gestione Separata dell’Inps potranno richiedere l’indennità di maternità della durata di cinque mesi dall’ingresso del minore in famiglia, fruibile anche dal padre in caso di morte, grave infermità o abbandono della madre. L’omissione contributiva del committente non avrà più ri-

percussioni sulla fruizione dell’indennità di maternità per i lavoratori iscritti alla Gestione Separata. Per l’anno 2015 le lavoratrici vittime di violenza di genere potranno richiedere, su base giornaliera o oraria e nell’arco di tre anni, un’astensione per un periodo massimo di tre mesi dall’attività lavorativa, per motivi legati al percorso di protezione. Durante il periodo di congedo la lavoratrice percepirà un’indennità parametrata all’ultima retribuzione. Sono stati introdotti dei benefici per i datori di lavoro che utilizzeranno forme di organizzazione tese ad una maggiore conciliazione dei tempi di vita e di lavoro dei propri dipendenti, infatti i lavoratori ammessi al telelavoro potranno essere esclusi dal computo dei limiti numerici previsti da disposizioni di legge o di contratto collettivo per l’applicazione di particolari normative ed istituti. Disciplina dei contratti di lavoro Il Decreto Legislativo 15 giugno 2015 n. 81 riguarda invece la disciplina organica dei contratti di lavoro e la revisione della

Contratti a progetto Non è più possibile, in quanto abrogati, stipulare contratti a progetto e di associazione in partecipazione con apporto di lavoro, restando salvi solo i contratti in vigore sino alla loro scadenza. I contratti di collaborazione coordinata e continuativa, invece, non sono stati toccati dalla riforma e potranno essere stipulati anche a tempo indeterminato, senza il vincolo del raggiungimento di un determinato risultato. A decorrere dal 1° gennaio 2016, viene introdotta una presunzione di subordinazione per quelle collaborazioni che si concretano in prestazioni di lavoro esclusivamente personali, continuative e le cui modalità di esecuzione sono organizzate dal committente anche con riferimento ai tempi e al luogo di lavoro. Tale presunzione non si applica per quelle casistiche che potranno essere previste dalla contrattazione collettiva nazionale, per le collaborazioni prestate nell’esercizio di professioni intellettuali per le quali è necessaria l’iscrizione in appositi albi professionali, per le attività svolte dai componenti degli organi di amministrazione e di controllo delle società e dai partecipanti a collegi e commissioni. Sempre dal 1° gennaio 2016, i datori di lavoro che stabilizzino a tempo indeterminato collaborazioni e partite IVA spurie

potranno beneficiare di una sanatoria che consiste nell’estinzione di tutti gli illeciti amministrativi, contributivi e fiscali derivanti dalla erronea qualificazione del contratto, previa sottoscrizione di un accordo transattivo con il lavoratore il quale non potrà essere licenziato dal datore di lavoro, nei 12 mesi successivi all’assunzione, se non per giusta causa o per giustificato motivo soggettivo. Mansioni Significativa la modifica dell’articolo 2103 c.c. in tema di mansioni. Tale norma prevedeva che il datore di lavoro non potesse adibire il lavoratore a mansioni diverse rispetto a quelle per cui è stato assunto o a quelle corrispondenti alla categoria superiore che abbia successivamente acquisito ovvero a mansioni equivalenti alle ultime effettivamente svolte. Ora sarà possibile per il datore di lavoro modificare le mansioni del lavoratore, purchè restino riconducibili nello stesso livello di inquadramento contrattuale e alla stessa qualifica legale di appartenenza (dirigente, quadro, impiegato ed operaio). Qualora vi sia una modifica degli assetti organizzativi aziendali tale da incidere sulla posizione del lavoratore, nonché nelle casistiche individuate dalla contrattazione collettiva di qualsiasi livello, sarà consentita anche la modifica in pejus potendo il lavoratore essere assegnato a mansioni del livello di inquadramento inferiore, ma sempre nell’ambito della stessa categoria legale di appartenenza. In caso di demansionamento, da comunicarsi per iscritto al lavoratore, questi conserva il livello di inquadramento ed il trattamento retributivo. Tuttavia, se in una delle sedi protette (sindacale o Direzione Territoriale del Lavoro), viene concluso un accordo individuale, concluso nell’interesse del lavoratore alla conservazione del posto di lavoro, il demansionamento potrà essere accompagnato da modifiche in peius anche del trattamento retributivo, del livello di inquadramento e della categoria legale di appartenenza.

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dalla Selex SpA, doveva – secondo la citata legge – terminare il 31 dicembre 2015. Per cui al 1° gennaio 2016 è lecito attendersi un nuovo sistema telematico di tracciabilità dei rifiuti pericolosi gestito – secondo il bando di gara – da un nuovo concessionario. Cosa è accaduto sinora ? La legge 116/2014 è stata attuata solo in parte. Nessuna disposizione ha difatti provveduto a modificare le norme primarie e

Normative

di Andrea Giuli

quali: lo svolgimento di servizi IT per sistemi informativi complessi, la gestione di call center a diffusione nazionale, la conduzione di centri elaborazione dati) le manifestazioni di interesse per partecipare alla gara. Queste manifestazioni sono regolarmente pervenute il 5 agosto scorso, per cui il ministero dell’Ambiente sta ora mettendo a punto il vero e proprio bando di gara per affidare la concessione

Sistri: arriva un nuovo bando di gara Al ministero dell’Ambiente sono pervenute le prime manifestazioni di interesse da parte dei soggetti interessati alla concessione del sistema di tracciabilità dei rifiuti pericolosi

P

er semplificare il sistema di tracciabilità dei rifiuti pericolosi, denominato Sistri, la legge 116 dello scorso anno aveva previsto la completa sostituzione dei token USB (le cosiddette Pennette) e, di conseguenza, l’eliminazione delle black-box installate sugli automezzi (cfr. art. 14 del Decreto Legge 91/2014, convertito in Legge 11 agosto 2014, n. 116). La stessa legge aveva anche stabilito che, entro il 30 giugno 2015, il ministero dell’Ambiente avrebbe avviato le procedure per l’affidamento della concessione del servizio di gestione del sistema telematico di tracciabilità ad un nuovo concessionario, mediante un bando di gara da emanare secondo le norme di trasparenza ed imparzialità del codice degli appalti (D.Lgs. 163/2006), “nonché dei principi di economicità, semplificazione, interoperabilità tra i sistemi informatici e costante aggiornamento tecnologico”. Il vecchio sistema Sistri, gestito

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regolamentari sul Sistri, per cui vige ancora l’obbligo, per le imprese di trasporto, di dotarsi di una black-box e di utilizzare un token USB per ogni autoveicolo con cui svolgono la movimentazione dei rifiuti pericolosi. Nessuna norma è stata mai approvata per semplificare il vecchio Sistri, che è stato da tutti definito (persino dal ministro dell’Ambiente Galletti) come obsoleto, inefficace, non funzionante e costoso. Emanato un pre-bando Per quanto riguarda il bando di gara, invece, va dato atto che il ministero dell’Ambiente ha emanato – per il tramite della Consip (Concessionaria per l’acquisto di beni e servizi della P.A.) – in data 26 giugno 2015, un “prebando” finalizzato a ricevere, da parte di soggetti altamente qualificati ed in possesso dei necessari requisiti (un forte fatturato triennale, certificazioni di qualità per diverse attività economiche,

del nuovo servizio di gestione del sistema telematico di tracciabilità dei rifiuti pericolosi. Il contratto avrà una durata di cinque anni, più altri 24 mesi opzionali, e il valore stimato della concessione è di 260 milioni di euro. Sistema che – non essendo mutati i presupposti normativi e regolamentari per il suo funzionamento – è tuttavia ancora basato sul vecchio tipo e si dimostra quindi costoso per le imprese ed inefficace per le finalità che intende perseguire: controllare tutte le movimentazioni dei rifiuti pericolosi, debellando le ecomafie ed i reati ambientali ad esse connessi.


Riposo compensativo: ecco come usarlo Il ministero del Lavoro ha chiarito con una circolare che non può essere spalmato sulle tre settimane successive ma deve essere goduto per intero a normativa sui tempi di questa interpretazione, sanguida e di riposo (il Regolazionando eventuali compormento 561/2006, in particolare tamenti contrari ai sensi l’art. 8.6) stabilisce che il riposo dell’art.174, comma 7, del settimanale ordinario (che non Codice della Strada: “Il condeve essere inferiore a 45 ore), ducente che non rispetta per può essere ridotto ad almeno 24 oltre il 10% il limite minimo ore con l’obbligo di prendere un dei periodi di riposo settiriposo compensativo entro la fine manale prescritti dal predella terza settimana successiva, detto regolamento e’ unendolo ad un periodo di riposo soggetto alla sanzione amgiornaliero o settimanale ordinaministrativa del pagamento rio. Alcune imprese erano solite di una somma da euro 369 a frazionare questo riposo compeneuro 1.476. Se i limiti di cui sativo nell’arco delle tre settiai periodi precedenti non sono rizione di cui al primo periodo della mane, sfruttando quella che si è spettati per oltre il 20%, si apcitata disposizione (pagamento di rivelata una dimenticanza complica la sanzione amministrativa una somma da 264 euro a 1054 messa nella traduzione in italiano del pagamento di una somma da euro) qualora venga accertata della normativa. Infatti, a diffeeuro 422 a euro 1.686”. Resta anche la violazione dei periodi renza dei testi in inglese e franferma l’applicazione della sanmassimi di guida settimanale. cese (lingue ufficiali dell’Ue), la versione in italiano non specifica che il riposo compensativo debba essere preso senza interruzioni. Il ministero del Lavoro è dovuto quindi intervenire con La Corte Costituzionale, con Sentenza n. 51 depositata il 26 marzo 2015, ha la circolare confermato la piena conformità al dettato costituzionale dell’art. 7 del Decreto 37/0007136 del 29 Legge 248/2007 che, per i soci lavoratori di società cooperative, stabilisce il diaprile scorso, per preritto ad un trattamento economico complessivo (comprensivo di retribuzione di cisare che il riposo base ed altre voci retributive) non inferiore a quello previsto, per prestazioni compensativo non analoghe, dal C.C.N.L. di riferimento; quest’ultimo, secondo la Corte, deve inpuò essere spalmato dividuarsi nel contratto sottoscritto dalle sigle sindacali maggiormente rappresulle tre settimane sentative a livello nazionale. È consentita la sottoscrizione di C.C.N.L. da parte successive ma deve di sindacati non rappresentativi ma, come precisa la Corte nella Sentenza in essere goduto per inesame, essi non possono derogare in peggio il trattamento retributivo stabilito tero, agganciandolo dal C.C.N.L. di riferimento in quanto ciò si porrebbe in contrasto con la noad un periodo di rizione di “retribuzione sufficiente” prevista all’art. 36 della Costituzione (“Il laposo di almeno 9 ore. voratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del Il Ministero ha suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esiquindi invitato gli uffici stenza libera e dignitosa”). ispettivi ad attenersi a

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Corte Costituzionale: per i soci coop il trattamento retributivo è quello previsto dal CCNL

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Normative

Formazione: ripartono i corsi finanziati dal Ministero Le domande vanno presentate in via telematica sul sito del ministero dei Trasporti tra il 28 settembre e il 30 ottobre 2015. L’importo massimo del contributo previsto è di 150mila euro

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l ministero dei Trasporti ha emanato il nuovo decreto per la concessione dei contributi alla formazione per il 2015/2016. Come per l’anno precedente, vengono stanziati 10 milioni di euro in favore delle imprese di autotrasporto di merci che ne facciano espressa richiesta specificando: il programma di formazione che intendono svolgere, il calendario delle lezioni (parte delle quali possibili anche in FAD – Formazione a distanza), il preventivo dei costi che ritengono di sostenere, nonché lo specifico ente attuatore dell’iniziativa formativa ipotizzata. Domande in via telematica A differenza degli anni passati, le nuove domande vanno presentate in via telematica sul sito del Ministero, con la compi36 TIR183-2015

lazione on-line di tutti gli elementi richiesti e la sottoscrizione, con firma digitale, da parte dell’azienda o della cooperativa o consorzio proponente. I termini per la presentazione delle istanze vanno dal 28 settembre al 30 ottobre 2015. Ciascuna impresa può presentare una sola domanda di accesso al contributo; in caso di più domande, quelle presentate dopo vengono escluse (in caso di domande presentate nella stessa data, viene ritenuta valida quella con il minor contributo richiesto). L’importo massimo del contributo previsto per ciascuna azienda è pari a 150mila euro (per i consorzi e le cooperative vengono ammessi importi superiori, purché nel rispetto del citato limite per ogni impresa che partecipa al progetto formativo). Tutte le domande presentate entro la scadenza del 30 ottobre

2015 ed in regola con i requisiti richiesti (quali ad es. iscrizione al REN o all’Albo per le imprese con veicoli fino a 1,5 Ton.; indicazione del programma, calendario e preventivo; rispetto dei massimali previsti dal decreto) verranno giudicate ammissibili, per silenzio-assenso, da una specifica Commissione ministeriale che, in caso contrario, comunicherà espressamente l’inammissibilità della domanda ed i motivi del rigetto all’impresa interessata via PEC, entro il 30 novembre 2015. Periodo formativo Le imprese ammesse a contributo potranno svolgere il loro programma formativo nel semestre che va dal 1° dicembre 2015 al 31 maggio 2016. Durante tale periodo, ogni variazione del calendario delle lezioni (già depositato all’atto


della presentazione della domanda) dovrà essere effettuata direttamente on-line dall’impresa nella piattaforma telematica predisposta dal Ministero, almeno tre giorni prima della data da variare. In caso di forza maggiore - che consente il mancato rispetto dei tre giorni - va inviata una PEC alla RAM, al seguente indirizzo: ram.incentivi@pec.it, specificando “Formazione 6 – modifica calendario” nell’oggetto della PEC, dando spiegazione e prova oggettiva della causa di forza maggiore. Per il mancato rispetto di queste tempistiche o modalità di comunicazione, il Ministero si riserva la facoltà di escludere dal contributo il costo della giornata formativa non regolarmente comunicata. Aumento delle ore formative Rispetto all’anno precedente, il nuovo decreto 31 luglio 2015 prevede l’aumento da 30 a 50 delle ore di formazione che si possono erogare a ciascun partecipante, con una percentuale massima di formazione a distanza (FAD) pari al 20% di tali ore (in precedenza 10%). I costi ammissibili, invece, sono rimasti gli stessi dello scorso anno (compensi dei docenti, tutor e altri costi per l’erogazione della formazione; le spese di trasferta, il

costo dei materiali e forniture attinenti al progetto, nonché le spese per le aule, le attrezzature e gli ammortamenti degli strumenti utilizzati nel progetto formativo; servizi di consulenza per ideazione e attuazione della formazione e costo del personale in formazione, nonché le spese generali indirette), con i medesimi massimali per essi previsti: le ore di docenza al massimo 120 euro/ora; il tutoraggio 30 euro per ora e la consulenza fino al 20% del totale dei costi ammissibili. Rendiconto Al termine delle attività formative, l’impresa dovrà presentare - anche tramite il proprio Ente di formazione - il rendiconto economico e amministrativo delle stesse al ministero dei Trasporti, e ciò entro il termine perentorio del 10 giugno 2016. Al rendiconto, che il Ministero si riserva di consentire anche in via telematica, andranno in particolare allegati: l’elenco dei partecipanti alla formazione, con l’indicazione del contratto di lavoro applicato (il beneficio è ammesso solo se ai dipendenti viene applicato il CCNL logistica, trasporto e spedi-

zioni); il dettaglio dei costi della formazione svolta, per singole voci; la documentazione comprovante la caratteristica di piccola o media impresa e quella dell’eventuale lavoratore disabile partecipante alla formazione; il calendario definitivo dei corsi

L’entità del contributo varia in funzione della tipologia dell’impresa e dei costi ammissibili da questa preventivati e successivamente rendicontati al termine della formazione, in base a quanto previsto dal regolamento comunitario 651 del 2014, nella seguente percentuale: Percentuale costi ammissibili

Tipologia impresa

50 %

Impresa grande (impresa con almeno 250 dipendenti e il cui fatturato supera 50 milioni di euro o il cui totale di bilancio annuale superi 43 milioni di euro)

60 %

Impresa media (impresa con organico inferiore a 250 persone e il cui fatturato non superi 50 milioni € o il cui totale di bilancio non sia superiore a 43 milioni €)

70 %

Impresa piccola (un’impresa il cui organico sia inferiore a 50 persone e il cui fatturato o il totale del bilancio annuale non superi 10 milioni di €)

In caso di partecipazione alla formazione di lavoratore svantaggiato o disabile, si ha un aumento della percentuale del 10% , con un massimo di 70%

svolti, con i registri di presenza, firmati dai partecipanti e dai docenti e vidimati dall’ente attuatore, con i tracciati dell’eventuale FAD svolta; l’atto notorio dell’impresa che conferma la presenza dei propri dipendenti alla formazione ed il relativo costo del personale; l’atto notorio dell’ente di formazione, attestante il possesso delle competenze da parte dei docenti rispetto alle materie oggetto dei programmi formativi. Rispetto alla dimostrazione dei costi sostenuti per la formazione, il nuovo decreto ripropone l’alternativa già stabilita negli anni precedenti, secondo la quale l’impresa può produrre: le fatture in originale o copia conforme, accompagnate da idonea documentazione contabile attestante la prova certa del loro pagamento, oppure le pro-forma di fattura unitamente ad una garanzia fideiussoria “a prima richiesta“, che l’impresa stipula a favore dello Stato, per il periodo di un anno, per l’esatto pagamento delle spese rendicontate (comprensive di IVA) e non ancora pagate. In quest’ultimo caso l’impresa dovrà poi trasmettere, nei 30 giorni precedenti la scadenza annuale della fidejussione, le fatture quietanzate e copia del bonifico di pagamento fatto nei confronti degli enti attuatori della formazione. TIR183-2015 37


Guida in stato di ebbrezza: i termini per avere una nuova patente Nuove precisazioni sulla decorrenza del termine per ottenere una nuova patente in caso di revoca per guida in stato di ebbrezza o sotto l’influsso di stupefacenti. Il ministero dei Trasporti ha fatto infatti ordine sulla decorrenza del termine in caso di revoca della precedente abilitazione avvenuta ai sensi del comma 3 ter, art. 219 del CdS ( “quando la revoca della patente di guida è disposta a seguito delle violazioni di cui agli articoli 186, 186 bis e 187, non è possibile conseguire una nuova patente di guida prima di tre anni dalla data di accertamento del reato”). Ciò è avvenuto con una nota del 18 giugno (prot. 14549), dopo che già lo scorso anno, con una circolare a firma congiunta Trasporti/Interno (n. 15040 del 7 luglio 2014), era stato affermato che il triennio di cui sopra decorreva dal passaggio in giudicato della Sentenza penale di accertamento del reato. Tuttavia, poiché questa conclusione non ha trovato consensi unanimi tra gli operatori, il Ministero ha ulteriormente approfondito la materia fornendo le seguenti precisazioni: l’accertamento del reato non può coincidere con il momento in cui è stata commessa l’infrazione anche in virtù del principio costituzionale della presunzione di innocenza, per effetto del quale non può esserci reato prima del passaggio in giudicato della sentenza penale di con-

danna. Ad avviso del Ministero, questa lettura trova conferma nel testo dell’art. 224, comma 2 del Codice della Strada, per effetto del quale il Prefetto adotta il provvedimento di revoca della patente entro 15 giorni dalla comunicazione della sentenza o del decreto di condanna irrevocabile. In particolare, sarebbe del tutto illogico far decorrere l’interdizione triennale alla guida prima che il Prefetto, al termine del procedimento penale conclusosi con la condanna irrevocabile dell’imputato, sia in grado di applicare la misura accessoria della revoca della patente; infatti, se la sentenza penale di condanna giungesse a distanza di anni dal fatto, si assisterebbe al paradosso che, scaduto il triennio da quando è stato commesso, il soggetto potrebbe ottenere una nuova patente quando, nel frattempo, il Prefetto non può ancora emettere il provvedimento di revoca che, a quel punto, cadrebbe nel nulla. Nel calcolo del triennio non rientra il periodo in cui la patente è rimasta sospesa in via cautelativa, ai sensi dell’art. 186 Codice della Strada. Infatti, questo tipo di sospensione non costituisce una sanzione di tipo accessorio (a differenza della revoca), ma si prefigge l’obiettivo di evitare che, nelle more del procedimento penale, il soggetto possa continuare a guidare mettendo in pericolo l’incolumità altrui.


Operativo il rilascio del Durc on line Dallo scorso 1° luglio, con l’entrata in vigore del Decreto interministeriale (Lavoro ed Economia) del 30 gennaio 2015, è diventato operativo il rilascio del Durc telematico grazie al quale l’impresa può verificare, in tempo reale, la situazione dei pagamenti dovuti ad Inps e Inail per i lavoratori subordinati e per quelli impiegati con contratto di collaborazione coordinata e continuativa. La procedura viene eseguita accedendo, con le proprie credenziali, alle apposite aree dedicate dei siti internet dei due Istituti (www.inps.it; www.inail.it ). Se la verifica si conclude positivamente, il sistema provvede a generare un documento non modificabile in pdf, valido 120 giorni, che sostituisce a tutti gli effetti il Durc cartaceo. Oltre all’impresa interessata, previa delega di quest’ultima, la verifica può essere svolta anche da un consulente del lavoro oppure dai soggetti di cui all’art. 1 della Legge 12/1979 ( si tratta, tra gli altri, degli iscritti agli albi degli avvocati, commercialisti, ecc..), e dagli altri soggetti abilitati da norme speciali. Tra i fatti che non impediscono il rilascio del Durc on line, l’art. 3 del decreto cita le rateizzazioni concesse da Inps e Inail, e gli scostamenti non gravi tra somme dovute e somme versate (sono tali quelle di importo non superiore a 150 euro). Qualora l’interrogazione svolta nel sito Inps o Inail segnali un’irregolarità, l’Istituto inviterà l’interessato a regolarizzare la sua posizione entro 15 giorni, durante i quali sono impedite ulteriori verifiche. Se l’invito viene raccolto, il sistema provvede a generare il Durc, altrimenti l’esito negativo della verifica viene comunicato all’autore dell’interrogazione, con l’indicazione degli importi a debito e delle cause di irregolarità. In via transitoria, la nuova procedura di rilascio del Durc non è applicabile fino al 1° gennaio 2017 ad una serie di ipotesi indicate all’art. 9 del D.M, ovvero quando la verifica on line sia resa impossibile dalla mancanza di informazioni negli archivi informatici di Inps ed Inail.

Accise sul gasolio: precisazioni sul codice tributo 6740 L’Agenzia delle Dogane, con la circolare prot. RU/57015 del 14 maggio scorso, è intervenuta sulle formalità legate all’utilizzo del codice tributo 6740 per l’utilizzo, in compensazione nel modello F24, del credito d’imposta legato al beneficio del rimborso delle accise sul gasolio per autotrazione, consumato su veicoli commerciali (conto terzi e conto proprio) di massa complessiva non inferiore alle 7,5 tonnellate. Queste precisazioni seguono quelle dello scorso 20 aprile (contenute nella risoluzione delle Dogane n. 39/E), e chiariscono i seguenti aspetti: in primo luogo, nel campo intestato alla “rateazione/regione/prov/mese – rif” (contraddistinto con il numero 2), deve riportarsi il numero della rata in formato 4 caratteri “NNRR” , dei quali i primi due “NN” rivelano il trimestre solare (gennaio/marzo – 01; aprile/giugno – 02; luglio/settembre – 03; ottobre/dicembre - 04), e gli altri due “RR” rappresentano l’anno solare di riferimento dei consumi di gasolio (15 per quello in corso). Quindi, l’inserimento del carattere “0315” nel predetto campo, indica il trimestre luglio-settembre dell’anno 2015; nel campo intestato all’anno di riferimento (contrassegnato con il numero 3), va indicato l’anno di presentazione della dichiarazione, riferita al trimestre solare inserito nel campo 2, nel formato AAAA. Per quanto concerne i crediti, non ancora compensati, relativi ai consumi di gasolio del 2014, vista la difficoltà da parte dei sistemi informatici di ricollegarli ad un determinato trimestre solare, l’Agenzia ha stabilito che nel campo “rateazione/regione/prov/mese – rif” (contraddistinto con il numero 2), potrà inserirsi il carattere “0414” per tutti i trimestri solari del 2014; nel campo dedicato all’anno di riferimento (contrassegnato con il numero 3), resta ferma l’indicazione dell’anno di presentazione della dichiarazione (2014 per i primi tre trimestri di quell’anno e 2015 per il quarto trimestre).

Rc auto: regolamento sulla dematerializzazione dell’attestato di rischio La digitalizzazione della documentazione dell’assicurazione r.c.a. segna un ulteriore passo in avanti, dopo che l’IVASS (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni) ha pubblicato il Regolamento n. 9 del 19 maggio 2015, sulla dematerializzazione dell’attestato di rischio delle polizze Rc auto. Le nuove regole sono entrate in vigore con i contratti di assicurazione r.c.a. in scadenza dal 1° luglio scorso e ruotano intorno alla creazione di una Banca dati degli attestati di rischio, alimentata con le informazioni inserite dalle imprese di assicurazioni autorizzate ad operare in Italia. A proposito della consegna dell’attestato, l’art. 7 del provvedimento stabilisce che avvenga almeno 30 giorni prima della scadenza del contratto, e si intende assolta mettendolo

a disposizione in un’area riservata del sito internet dell’impresa assicuratrice, accessibile dal diretto interessato attraverso le sue credenziali (login e password); su richiesta dell’interessato, è possibile attivare modalità di consegna alternative (sempre, tuttavia, in via telematica). Per le flotte di veicoli a motore, il comma 7 dell’art. 7 stabilisce che, su richiesta del contraente, l’attestato di rischio venga consegnato in via telematica, a meno che le parti non concordino diversamente. Per i contratti conclusi mediante intermediari (comma 8), attraverso questi ultimi è sempre possibile richiedere la stampa dell’attestato, senza costi aggiuntivi, ma lo stampato non è utilizzabile per la stipula di un nuovo contratto.

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Normative

Province e le città metropolitane garantiranno “ogni collaborazione reciproca – si legge nella circola del Mit in merito – che si dovesse rendere opportuna”.

Motorizzazioni: operativo il passaggio di competenze Tra i nuovi compiti anche la ricezione e l’istruzione di domande delle imprese per l’iscrizione all’Albo degli Autotrasportatori e la decisione relativa al loro accoglimento er iscriversi all’Albo degli Autotrasportatori, dallo scorso maggio, occorre rivolgersi esclusivamente agli Uffici della Motorizzazione Civile (e alle loro sezioni) che sono chiamati a svolgere adesso anche altre funzioni, oltre a quelle già esercitate, tra le quali anche l’iscrizione al REN, Registro Elettronico Nazionale delle imprese di trasporto su strada. Lo scorso 4 maggio è stato pubblicato infatti sulla Gazzetta Ufficiale il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri per il “Trasferimento di funzioni in materia di tenuta degli Albi provinciali degli autotrasportatori dalle province agli uffici periferici del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti”, in base a quanto stabilito dalla legge di Stabilità 2014. L’articolo

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1, comma 94, legge n. 147/2013, ha previsto, infatti, che “le funzioni relative alla tenuta ed alla gestione degli Albi provinciali degli autotrasportatori di cose per conto terzi siano svolte dagli Uffici periferici del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti”, vale a dire gli Uffici di Motorizzazione Civile e le loro sezioni dislocate sul territorio. Per venire incontro alle ovvie esigenze organizzative legate al passaggio delle competenze, per sei mesi dalla data di pubblicazione in Gazzetta, e cioè fino al 6 novembre di quest’anno, le pratiche avviate prima del 4 maggio saranno evase dagli uffici delle Province e delle città metropolitane competenti. Trascorsi i sei mesi le

Compiti delle Motorizzazioni Fra i compiti attribuiti alle Motorizzazioni compaiono la ricezione e l’istruzione di domande delle imprese per l’iscrizione nell’Albo e la decisione relativa al loro accoglimento; la compilazione dell’elenco degli iscritti delle varie province all’Albo con il controllo dei requisiti per la permanenza dell’iscrizione e, in caso contrario, il compito di deliberare le sospensioni, le cancellazioni e i provvedimenti disciplinari previsti. In questa stessa ottica gli Uffici di Motorizzazione Civile curano l’osservanza da parte degli iscritti delle norme in materia di autotrasporto di cose per conto terzi, fra le quali i requisiti di onorabilità, di idoneità professionale e finanziaria, tranne che per le imprese che intendono operare con veicoli con massa fino a 1,5 tonnellate per le quali è richiesto il solo requisito dell’onorabilità. “L’UMC – sottolinea ancora il documento – conclusa l’istruttoria, adotta il provvedimento motivato e, se l’esito è stato positivo iscrive l’impresa all’Albo degli Autotrasportatori, dandone comunicazione, senza indugio, al soggetto richiedente considerato che lo stesso, ove abbia fatto richiesta di operare esclusivamente con veicoli di massa complessiva fino a 1,5 Ton, potrà operare di conseguenza, viceversa, ove debba esercitare con veicoli di massa superiore, possa presentare domanda per l’autorizzazione all’esercizio della professione con iscrizione al Registro Elettronico Nazionale”. Per l’iscrizione all’Albo è previsto il pagamento della tassa di concessione governativa, attualmente pari a 168 euro. In seguito alla circolare del 13 maggio, il 24 luglio il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha diffuso un secondo documento per chiarire alcuni aspetti relativi alla gestione del Registro Elettronico Nazionale da parte degli Uffici di Motorizzazione Civile. Al documento è allegata un’ampia modulistica,

utile a comunicare eventuali cambiamenti relativi agli status delle imprese o i dati che hanno a che fare con i requisiti di accesso alla professione. Secondo il regolamento CE n.1071/2009, infatti, le imprese che esercitano la professione di trasportatore su strada sono obbligate ad avere un’autorizzazione per l’accesso alla professione che in Italia si concretizza mediante l’iscrizione al Registro Elettronico Nazionale delle imprese di trasporto su strada; iscrizione che è legata al mantenimento nel tempo dei requisiti necessari, quali una sede stabile e la disponibilità di almeno un autoveicolo. Le imprese del trasporto su strada di cose devono essere precedentemente iscritte all’Albo degli autotrasportatori. La modulistica diffusa dal Mit ha l’obiettivo di rendere omogenee le procedure sul territorio nazionale, di rendere più veloci gli esami delle pratiche – grazie alla standardizzazione - e di facilitare di conseguenza i procedimenti amministrativi. In particolare, i moduli predisposti dal ministero dei Trasporti riguardano: cancellazione/sospensione; variazione del gestore dei trasporti e idoneità professionale; variazioni dei dati d’impresa; variazione/rinnovo annuale dell’idoneità finanziaria; variazione dell’onorabilità d’impresa; richiesta di revoca della sospensione; variazione dell’onorabilità d’impresa per veicoli con massa fino a 1,5 tonnellate. Sono introdotti, inoltre, due nuovi moduli per l’attestazione di esistenza polizza di responsabilità civile professionale e attestazione di vigenza di contratto di fidejussione. Nulla cambia rispetto agli aspetti sostanziali dei requisiti necessari per l’iscrizione.


Misuratori di velocità: obbligo di controllo periodico Il ministero dell’Interno ha deciso di adeguarsi alla Sentenza della Corte Costituzionale n. 113 del 18 giugno 2015, che ha dichiarato costituzionalmente illegittimo l’art. 45, comma 6 del CdS, nella parte in cui non prevede che le apparecchiature utilizzate per accertare l’infrazione dei limiti di velocità vengano sottoposte a verifiche periodiche di funzionalità e di taratura. Ciò è avvenuto con una circolare del 26 giugno in cui il Ministero ha evidenziato che l’attuale normativa in materia (in particolare l’art. 4 del D.M. del 29 ottobre 1997) non prevede la taratura di questi strumenti, limitandosi a prescrivere, agli organi di Polizia Stradale, la stretta osservanza delle indicazioni contenute nei manuali di utilizzo; questi ultimi prevedono lo svolgimento di una verifica periodica annuale, la quale, tuttavia, è richiesta obbligatoriamente soltanto per l’utilizzo in modalità completamente automatica (quindi, in assenza dell’agente di Polizia). Pertanto, alla luce di quanto sopra, il Ministero ha stabilito che non esistono ostacoli all’impiego degli strumenti di controllo denominati Tutor, Vergilius e Autovelox (tutti i modelli in uso), in quanto sottoposti a verifica iniziale o periodica presso un centro accreditato dal S.N.T. (Sistema Nazionale di Taratura), oppure da parte dello stesso costruttore appositamente abilitato. Diversamente, proprio la mancata previsione di una verifica periodica fa sì che, al momento, siano inutilizzabili gli apparecchi Telelaser (tutte le versioni), commercializzati dalla Soc. Eltraff di Concorezzo (MI) e Provida; naturalmente, il divieto permane fino a quando, anche per queste apparecchiature, non sarà attivata una procedura di verifica che tenga conto dei rilievi della Sentenza della Corte Costituzionale.

Pesi e dimensioni dei veicoli: tempo fino al 2017 per recepire la direttiva È stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea (n. 115 del 6 maggio) la direttiva Ue 2015/719, che introduce alcune modifiche al testo della direttiva 96/53/CE in materia di pesi e dimensioni dei veicoli pesanti. Gli Stati membri avranno tempo fino al 7 maggio 2017 per recepire il testo, fermo restando che per l’entrata in vigore di alcune disposizioni occorrerà più tempo. La direttiva interviene sia in materia di miglioramento dell’aerodinamica e della profilatura delle cabine di guida (per ridurre i consumi ed aumentare la sicurezza stradale, con la riduzione dei cd angoli morti), sia in materia di veicoli utilizzati nel trasporto combinato di container o di casse mobili di 45 piedi di lunghezza (autorizzando il mezzo utilizzato a superare di 15 cm le lunghezze massime ordinarie). Inoltre, molto importanti appaiono le prescrizioni in materia di: repressione del sovraccarico. Entro il 27 maggio 2021, gli Stati membri dovranno adottare sistemi per combattere il sovraccarico, tramite l’adozione: di apparecchiature di pesatura automatiche, certificate e collocate sulle infrastrutture stradali; di apparecchiature di pesatura installate sugli automezzi, in grado di comunicare il peso dal veicolo in movimento al suo conducente e alle autorità competenti; responsabilità dello spedizioniere e del vettore, nei trasporti di casse mobili e container. Gli Stati membri dovranno introdurre norme che impongano: allo spedizioniere, di consegnare al vettore a cui affida il trasporto di un container o una cassa mobile, una dichiarazione indicante il peso del container o della cassa mobile trasportati; al vettore, di fornire accesso a tutta la documentazione pertinente fornita dallo spedizioniere.

Sabatini bis: chiarimenti del Mise Importante precisazione del ministero dello Sviluppo Economico dopo che, dal 1° gennaio scorso, l’agevolazione per l’acquisto di nuovi beni d’investimento (meglio nota come “Sabatini bis”) è stata estesa all’acquisto di mezzi e attrezzature di trasporto (per approfondimenti, consulta il numero 181 della rivista). Infatti, con la nota n. 40650 del 28 maggio, il Mise ha applicato al settore trasporti lo stesso trattamento già noto per gli altri beni d’investimento, alla luce del Regolamento europeo sul quale poggia l’ammissibilità della misura (si tratta del Regolamento 651/2014). Pertanto sono stati esclusi dall’agevolazione gli “investimenti di mera sostituzione”, con la conseguenza che il veicolo per il quale si richiede l’attivazione della “Sabatini bis”, deve rappresentare un incremento del parco veicolare dell’impresa richiedente. In merito all’avvio dell’investimento (che, ricordiamo, può avvenire dal giorno successivo all’invio alla banca, a mezzo PEC, della domanda di ammissione alla misura ed entro 12 mesi dalla stipula del contratto di finanziamento), la nota del Mise precisa che con esso si intende “la data di inizio dei lavori di costruzione relativi all’investimento, oppure la data del primo impegno giuridicamente vincolante ad ordinare attrezzature o di qualsiasi altro impegno che renda irreversibile l’investimento, a seconda di quale condizione si verifichi prima.

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In base a quanto stabilito dalla Legge di Stabilità 2015, il ministero dei Trasporti ha pubblicato sul proprio sito i valori indicativi di riferimento dei costi di esercizio dell’impresa di trasporto conto terzi. Ecco il costo per litro del gasolio di agosto

La legge 23 dicembre 2014, n°190, ovvero le Legge di Stabilità 2015, all’articolo 1, comma 250, stabisce che il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è tenuto a pubblicare e ad aggiornare nel proprio sito internet “valori indicativi di riferimento dei costi di esercizio dell’impresa di trasporto per conto di terzi”. Il Ministero ha provveduto alla pubblicazione in data 24 febbraio 2015 e successivamente alla pubblicazione, con cadenza mensile, del valore aggiornato del costo del gasolio. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato, con parere n. S 2136, ha però voluto segnalare i potenziali effetti distorsivi sulle dinamiche concorrenziali che potrebbero prodursi per effetto della pubblicazione di cui sopra. Il Ministero, quindi, preso atto di quanto rappresentato dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato, ha inizialmente provveduto a sospendere la pubblicazione dell’aggiornamento dei valori in parola. In seguito però, al fine di dare comunque attuazione alla norma di legge evitando anche solo potenziali effetti negativi sulla concorrenza nel settore, ha deciso di provvedere ad una nuova pubblicazione ai sensi dell’articolo 1, comma 250 della legge 23 dicembre 2014, n. 190 attenta a non creare gli effetti distorsivi della concorrenza segnalati dall’Autorità. La presente pubblicazione, pertanto, annulla e sostituisce la precedente.

Veicoli di massa complessiva a pieno carico superiore a 7,5 ton e veicoli di massa complessiva fino a 7,5 ton Il prezzo mensile al consumo del carburante (1.398,76) è espresso, dal M.I.S.E., in euro per 1.000 litri. Lo stesso valore può essere espresso in euro per litro dividendolo per mille. Tale valore va successivamente scorporato dell’IVA corrente dividendolo ulteriormente per 1,22 essendo l’IVA attualmente applicata pari al 22%. • Nel caso dei veicoli di massa complessiva a pieno carico superiore a 7,5 tonnellate si deve tener conto anche degli sconti degli eventuali maggiori oneri delle accise. Poiché l’accisa nel mese di Gennaio 2015, essendo pari a 617,40 euro per 1000 litri, è tornata (come risulta da nota prot. 147797 – RU del 31.12.2014 dell’Agenzia delle Dogane) al valore precedente di Febbraio 2014, ne consegue che lo sconto delle accise per litro torna ad essere pari a 0,21418609 euro per litro, come stabilito dalla Determinazione dell’Agenzia delle Dogane prot. RU-114075 del 27 settembre 2012. Pertanto, nel caso in questione, il dato mensile che interessa, verrà ricavato come segue: Valore del costo unitario per litro del Gasolio= (1,39876/1,22) – 0,21418609 = 0,93233850 = 0,932 (arrotondato alla 3°cifra) • Nel caso specifico dei veicoli sotto le 7,5 tonnellate, invece, non si tiene conto degli sconti degli eventuali maggiori oneri delle accise. Perciò il dato mensile che interessa, verrà ricavato come segue: Prezzo al consumo per litro= 1.398,76/1000 = 1,39876 Valore del costo unitario per litro del Gasolio= 1,39876/1,22 = 1,1465245 = 1,146 (arrotondato alla 3°cifra )

I costi effettivi dei servizi di trasporto di merci per conto di terzi sono suscettibili di variare notevolmente a seconda della tipologia di impresa (monoveicolare, artigiana o strutturata), della tipologia del veicolo (massa, allestimento, vetustà) e della tipologia di trasporto (generico, ADR, ATP, ecc.). Per rispettare il dettato normativo, e al contempo tenere conto delle segnalazioni dell’AGCM, pertanto, la presente pubblicazione non può che fornire all’impresa di autotrasporto ed al committente elementi utili per la autonoma individuazione dei costi del servizio di trasporto. Per un’esemplificazione indicativa, per i costi relativi al veicolo si prende in considerazione solo il caso di un veicolo generico, composto da trattore e semirimorchio, di massa complessiva a pieno carico superiore a 26 tonnellate. Nella nuova tabella, pubblicata sul sito internet del ministero dei Trasporti, vengono quindi riepilogati, a titolo indicativo, i valori di riferimento dei costi di un’impresa di trasporto di merci su strada per conto di terzi (vedi QR code in basso). Il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti procederà, con cadenza mensile, alla pubblicazione sul proprio sito internet del costo per litro del gasolio per autotrazione al netto di IVA e/o dello sconto del maggior onere delle accise, ricavato partendo dalle rilevazioni del costo del gasolio rese disponibili dal ministero dello Sviluppo Economico.

Costo per litro del gasolio per autotrazione al netto di IVA e/o dello sconto del maggior onere delle Accise: mese di riferimento Agosto 2015 Prezzi Medi Nazionali Mensili del 2015 (Fonte M.I.S.E.) GASOLIO AUTO I valori indicati sono espressi in Euro per 1000 litri. Mese Prezzo Prezzo al Industriale Iva Accisa Consumo Agosto 529,12 252,23 617,40 1.398,76

Il sito del MIT

Costi

Costi di esercizio agosto 2015

QR code 42 TIR183-2015




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