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LA RIVISTA DELL’AUTOTRASPORTO PERIODICO DEL COMITATO CENTRALE DELL’ALBO NAZIONALE DEGLI AUTOTRASPORTATORI DI COSE PER CONTO DI TERZI

Mensile

· n.189 marzo 2016

Online la nuova rivista Tir Contenuti esclusivi per gli iscritti all’Albo Brennero

Non passa lo straniero L’Austria minaccia di chiudere i valichi: quali conseguenze per i trasporti? Veicoli commerciali

A ciascuno il suo Come orientarsi nella scelta del furgone adatto alle proprie necessità ATE LA T T U EL N B TA D O N CET TA: S A F TI IS LA RIV IENE RTAN T O CON NI IMP ZIO MA R O INF

TRENO, MARE E GOMMA NEL FUTURO DEI TRASPORTI Mentre il Governo si concentra sull’intermodalità, con una serie di provvedimenti che riguardano sia il trasporto su ferro sia quello via mare, il mondo dell’autotrasporto chiede l’attivazione delle misure previste dalla Legge di Stabilità e più attenzione per la categoria



ANNO XV N° 189 - Marzo 2016 COMITATO SCIENTIFICO PRESIDENTE Maria Teresa Di Matteo VICEPRESIDENTE Silvio Faggi COMPONENTI Antonio Amato, Giovanni Caruso, Marco Cattabiani, Giuseppina Della Pepa, Claudio Donati, Cinzia Franchini, Amedeo Genedani, Alessandro Massarelli, Paolo Melfa, Pasquale Russo, Enzo Solaro, Luigi Tarquini DIREZIONE-REDAZIONE Via C.B. Piazza, 8 - 00161 ROMA Tel. 06 44246008 DIRETTORE RESPONSABILE Massimo De Donato

Editoriale

La rivista dell’autotrasporto Periodico del Comitato Centrale per l’Albo Nazionale degli Autotrasportatori di Cose per Conto di Terzi

D

alla richiesta di chiarimenti sulle spese non documentabili alla preoccupazione per le difficoltà della categoria di sostenere finanziariamente la sostituzione dei veicoli più obsoleti, le ultime settimane sono state caratterizzate dalla domanda di maggior attenzione nei confronti del mondo del trasporto su strada. Come già sottolineato dalle associazioni di categoria, l’impegno mostrato dal Governo in direzione dell’intermodalità con una serie di provvedimenti che guardano sia il trasporto su ferro sia quello via mare (come il Ferrobonus e il Marebonus) è certamente una notizia che lascia ben sperare per la realizzazione di quel sistema dei trasporti che porterebbe l’Italia sui livelli di altri Paesi europei.

Più attenzione per l’autotrasporto

dedonato@rivistatir.it

CAPO REDATTORE Lucia Angeloni angeloni@rivistatir.it

REDATTORE Antonella Vicini vicini@rivistatir.it

GRAFICA Marco Banci SEGRETERIA Adele Maddonni redazione@rivistatir.it

COLLABORATORI Giovanna Astori (Istat), Paolo Barilari, Donatella Berna (Istat), Angelo Ciaravolo, Andrea Ferro, Andrea Giuli, Francesca Mannai, Mariangela Pagano, Alessandra Parroni, Fabrizio Serafini,

È necessario non tralasciare, però, le urgenze del mondo dell’autotrasporto. Resta di primaria importanza, infatti, la soluzione di questioni non ancora risolte, come in generale quelle legate alla regolarità del settore. Su quest’ultimo punto, è stato firmato dai ministri delle Infrastrutture e Trasporti, del Lavoro e Politiche Sociali e dell’Interno un protocollo d’intesa per la programmazione dell’attività di controllo sia su strada sia presso le imprese di autotrasporto, con particolare riguardo al rapporto di lavoro del conducente. Il documento prevede una fase pilota in alcune regioni italiane durante la quale saranno condotte verifiche cui parteciperà anche il personale ispettivo del ministero del Lavoro. Massimo De Donato dedonato@rivistatir.it

CHIUSO IN REDAZIONE IL 18.03.2016 Tiratura: 109.300 copie interamente distribuite in abbonamento postale CONCESSIONARIA ESCLUSIVA PUBBLICITÀ Crea Libri Srl Via Pietro Capparoni, 21 00151 Roma Agenzia nazionale HP 10 Srl Tel 02.48.003.799 mirta.barbeschi@hp10.it REALIZZAZIONE e STAMPA Arti Grafiche Picene Srl Stabilimenti Via Vaccareccia, 57 00071 Pomezia (Roma) EDITORE Comitato Centrale per l’Albo Nazionale degli Autotrasportatori di Cose per Conto di Terzi Registrazione del Tribunale di Roma n° 547 del 18/11/98

Da aprile rivista Tir online per gli iscritti all’Albo A partire dal numero di aprile, la rivista Tir sarà disponibile per gli iscritti all’Albo in formato completamente digitale all’indirizzo www.RivistaTir.it Nella fascetta con il vostro indirizzo postale usata per la spedizione di questo numero trovate la vostra password per entrare nel sito. La username è invece la partita Iva (se esistente) o il codice fiscale dell’impresa. Si potrà accedere al sito anche utilizzando le credenziali che saranno inviate nelle prossime settimane via PEC.

Vuoi sfogliare Tir dal tuo smartphone o dal tablet? Collegati al nostro archivio utilizzando il Qrcode oppure digita http://issuu.com/albo-autotrasporto

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Sommario n. 189 – marzo 2016

Trasporti internazionali: controlli sui documenti a bordo 13 Una circolare dei ministeri dell’Interno e dei Trasporti fornisce le istruzioni per l’applicazione dell’art. 46 ter che punisce la mancanza del documento di trasporto o la sua compilazione incompleta

Cura del ferro: dosaggio, uso e controindicazioni

15

Uniformazione delle normative e completamento delle opere infrastrutturali sono alcuni dei punti su cui intervenire per il rilancio del trasporto merci ferroviario. Senza però penalizzare il trasporto su gomma di Andrea Ferro

Le Ferrovie puntano ad un polo unico per la logistica

16

L’obiettivo del nuovo ad di Ferrovie dello Stato, Renato Mazzoncini, è raggruppare tutte le società del gruppo che si occupano di merci e logistica in un unico polo, controllato dalla holding e non da Trenitalia

Galileo, l’alternativa europea al Gps

18

Entro fine anno saranno 18 i satelliti della costellazione in orbita e potranno iniziare a fornire i primi servizi per i cittadini. Vantaggi anche per il mondo dei trasporti di Alessandra Parroni

Trasporto merci: Europa in ripresa, Italia in affanno

20

Secondo il “Focus sul trasporto merci su strada” realizzato da Anfia, nel 2014 l’Italia ha perso il 2,6% rispetto all’anno precedente. In forte ridimensionamento anche le flotte

Rivista Tir: contenuti esclusivi per gli iscritti all’Albo

22

Il nuovo sito si arricchisce di un’Area Riservata dedicate alle aziende iscritte, che consentirà di accedere a una serie di funzioni e contenuti esclusivi. Vediamo le istruzioni per l’uso

Veicoli commerciali: a ciascuno il suo

26

Scegliere il veicolo adatto alle proprie necessità non è sempre facile. Ecco quali domande porsi e come muoversi per orientarsi tra i diversi modelli di furgoni offerti dalle case costruttrici di Paolo Barilari

Rubriche Editoriale Albo Numeri Scadenze e divieti Europa

3 6 7 8 10

Stampa europea Fisco Lavoro Normative Costi

12 32 34 36 42

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Albo

mente lo stato di regolarità o non regolarità.

Portale della regolarità: oltre 7.000 richieste nell’ultimo mese Dal 18 febbraio al 17 marzo sono state 7.280 le richieste di visura sulle imprese iscritte all’Albo, con un totale di 22.584 dall’inizio della sua operatività. Intanto il Comitato Centrale mette in campo nuovi strumenti per un mercato sempre più regolare

G

ià dai primi mesi di operatività, il database dell’Albo degli Autotrasportatori sulla regolarità delle imprese, ospitato per il momento sul Portale dell’Automobilista (www.ilportaledellautomobilista.it), dimostra di essere uno strumento utilizzato dalla committenza. Dal dicembre dello scorso anno a metà marzo 2016 sono state infatti 22.584 le richieste totali di

visura (2.223 nel 2015 e 20.361 nel 2016), di cui oltre 7.000 tra il 18 febbraio e il 17 marzo. In media, ogni giorno, arrivano al database 114 richieste di visura: dati che confermano l’esigenza e la volontà di rendere ancora più trasparente, sicuro e regolare il nostro settore, rispondendo alle necessità di chi vi opera ogni giorno, rispettando norme e obblighi previsti dalla legge.

Ricordiamo infatti che il database, incrociando i dati provenienti da Inps, Inail, Motorizzazione e Camere di Commercio, fornisce un’immagine aggiornata in tempo reale su chi opera nel settore seguendo le regole. Il sistema, inoltre, è stato progettato in modo da consentire solo all’impresa di avere accesso ai dati sensibili: all’esterno, per i committenti, compare infatti esclusiva-

Richieste DURC 2015 Totale Richieste DURC inviate ad INPS 3.003 Richieste in attesa di risposta da INPS 52 Risposte ricevute da INPS 2.951 DURC regolari ricevuti 2.478 DURC irregolari ricevuti 317 Richieste scartate per errori o superamento limiti 169

2016 8.680 580 8.100 6.725 952 495

Totale 11.683 632 11.051 9.203 1.269 664

Totale richieste di Visura Totale richieste di Visura 2016 Totale richieste di Visura 2015

20.361 2.223

N.B.: le visure possono essere ripetute per le medesime imprese da committenti diversi e più volte in giorni diversi. La richiesta del DURC all’INPS si attiva solo se il documento non è già presente nel database dell’Albo degli Autotrasportatori. 6 TIR189-2016

Imprese al centro dell’attività dell’Albo Intanto continua l’attività del Comitato Centrale dell’Albo degli Autotrasportatori a favore delle imprese di autotrasporto, sia con misure volte ad aumentare la produttività e contrastare l’illegalità che minaccia il sistema virtuoso, sia con azioni volte a rendere più efficace e puntuale la comunicazione. Nel corso del 2016, quindi, il Comitato Centrale si concentrerà su una serie di attività, a partire dalla promozione di uno specifico studio per accertare lo stato di salute del settore, al fine di attualizzarne la consistenza produttiva sotto il profilo numerico, qualitativo ed economico soprattutto in considerazione della perdurante congiuntura economica negativa. Inoltre, è in fase di sottoscrizione una Convenzione con l’AIPC, l’Associazione internazionale della strada, per la realizzazione di una ricerca sul fenomeno del cabotaggio stradale, volta ad individuarne le caratteristiche quantitative e qualitative, con specifico riferimento alle pratiche discorsive della concorrenza. Ancora, l’Albo punta a promuovere, previo l’avvenuto affidamento all’Università di Genova di un apposita ricerca, una campagna di informazione e sensibilizzazione sul fenomeno delle apnee ostruttive del sonno (Osas) che, di recente, hanno assunto specifico rilievo, tanto da essere contemplate tra le patologie impeditive al rilascio della patente di guida, posto che il loro insorgere può compromettere la sicurezza delle circolazione stradale Proseguiranno inoltre le attività di informazione e comunicazione sulle tematiche di settore, con particolare attenzione alla mobilità sostenibile, attraverso la pubblicazione della rivista Tir, che con il prossimo numero completerà la sua evoluzione digitale, e la produzione di spazi televisivi e radiofonici dedicati.


numeri&cifre i dati dell’economia italiana e del settore dei trasporti

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LEGENDA DEROGHE CALENDARIO DIVIETI DI CIRCOLAZIONE A- Animali vivi B- Merci pericolose C- Piante e fiori D- Prodotti agricoli stagionali E- Alimentari deperibili

marzo2016 scadenzeedivieti MAR MER GIO VEN SAB DOM

1 2 3 4 5 6

LUN 7 MAR 8 MER 9 GIO 10 VEN 11 SAB 12 DOM 13

GIO 17

RAVVEDIMENTO: ultimo giorno utile per regolarizzare i versamenti di imposte e ritenute non effettuati (o effettuati in misura insufficiente) entro il 16 febbraio, con la maggiorazione degli interessi legali e della sanzione ridotta al 3%.

VEN 18 SAB 19 DOM 20

9-22

LUN 21

INVIO DATI: i datori dovranno trasmettere i dati della certificazione unica all’Agenzia delle entrate.

9-22

MAR 22 MER 23 GIO 24 SAB 26

14-22 9-16

DOM 27

9-22

LUN 28

9-22

VEN 25

IRPEF: pagamento delle ritenute d’acconto, dei contributi previdenziali e dell’Iva relativa al mese precedente (contribuenti mensili). BOLLATURA LIBRI - Le società di capitali versano la tassa annuale di concessione governativa per la numerazione e la bollatura dei libri e dei registri contabili.

9-22

LUN 14 MAR 15 MER 16

F- Prodotti in regime di Atp G- Trasporti combinati H- Trattori isolati fino a 7,5 ton I - Traffico internazionale

MODELLI INTRA: presentazione per via telematica dei modelli Intra relativi alle operazioni del mese di febbraio.

MAR 29 MER 30 GIO 31

DIVIETI DI CIRCOLAZIONE PAESI EUROPEI Sabato

AUSTRIA

CROAZIA FRANCIA GERMANIA

Notte

14.00-23.00

-

25 (Good Friday) Dalle ore 15 alle ore 23 27 (Easter Sunday) 28 (Easter Monday)

A-E

22.00-24.00

00.00-22.00

-

27 (Easter Sunday) 28 (Easter Monday)

A-C D-E

-

00.00-22.00

Su alcune strade segnalate con cartellonistica, vigono alcuni divieti notturni

25 (Good Friday) 28 (Easter Monday)

E-G

00.00-21.45

-

28 (Easter Monday)

A-C E-G

27 (Easter Sunday) 28 (Easter Monday) Sabato 26/03 18.00-22.00 25 (Good Friday) 27 (Easter Sunday) 25 April Bridge (TAGUS BRIDGE) tutti i giorni 05.00 - 02.00 TUNNELS su A23 tutto l’anno 18.00 - 21.00 Venerdì e vigilie festività 18.00 - 21.00 * Lunedì 07.00 - 10.00 sulle strade di accesso per Lisbona e Porto*

A-B-G E

28 (Easter Monday)

A-D F-G

Dal 01/01 al 31/12 dal lunedì al giovedì dalle ore 6 alle ore 22; venerdì, sabato e domenica dalle ore 00 alle ore 24: DN1 Otopeni City-Ploiesti e Ploiesti-Brasov.

A-E

-

da Belgio e Germania dir.Francia da Belgio e Francia diretti in Germania

POLONIA

-

08.00-22.00

-

PORTOGALLO*

-

18.00-21.00

-

REP. CECA*

-

13.00-22.00

-

23.30-24.00

-

-

00.00-22.00

-

SLOVACCHIA*

-

SLOVENIA*

-

08.00-21.00

-

SVIZZERA

-

00.00-24.00

22.00-05.00

22.00-24.00 (dal 1/09 al 30/06)

00.00–22.00 (dal 1/09 al 30/06)

-

UNGHERIA

Deroghe generali

28 (Easter Monday) Dal 1/01/16 divieto per veicoli fino a euro2 e inferiori: su tutte le strade delle regioni Lower Austria, Upper Austria, Vienna, Stiria, Burgenland

00.00-22.00

da Belgio e Germania diretti in Francia da Belgio e Francia diretti in Germania

ROMANIA

Festività nazionali e altri giorni di divieto

dalle 22.00 alle 05.00 Tirolo (A12) Divieto notturno permanente per veicoli fino a classe EURO5 ed EEV Dal 1/11 al 30/04 veicoli oltre 7,5t dal lunedì al sabato 20.00 - 05.00 Domeniche e festivi, 23.00 - 05.00

15.00-24.00

21.30-24.00

LUSSEMBURGO

Domenica e festivi

-

25 (Good Friday) 28 (Easter Monday) Divieto permanente per i veicoli e combinazioni di veicoli con peso totale autorizzato superiore a 12t *** 25 (Good Friday) dalle ore 14 alle ore 21 28 (Easter Monday) Divieto permanente per veicoli superiori a 7,5t ai punti: Secovije, Socerga, Vinica, Rigonce e Gibina 25 (Good Friday) 28 (Easter Monday) Dalle ore 22 del 24/03 alle ore 5 del 26/03 Dalle ore 22 del 26/03 alle ore 5 del 29/03 15 (Revolution day) 27 (Easter Sunday) 28 (Easter Monday)

* I divieti indicati sono in vigore solo su alcune autostrade e strade principali. ** Solo sulle strade di 1° classe fuori dai centri abitati. *** Sulle strade di 3ª classe. Per alcuni Paesi, come la Spagna, esistono divieti specifici che riguardano singole strade. Per chi attraversa i Paesi non presenti nella tabella è quindi opportuno informarsi in loco.

8 TIR189-2016

A-E G

-

A-B-E-G

C-D-E-G -

A-C-E G-H-I


LEGENDA DEROGHE CALENDARIO DIVIETI DI CIRCOLAZIONE A- Animali vivi B- Merci pericolose C- Piante e fiori D- Prodotti agricoli stagionali E- Alimentari deperibili

aprile2016 scadenzeedivieti VEN 1 SAB 2 DOM 3 LUN 4 MAR 5 MER 6 GIO 7 VEN 8 SAB 9 DOM 10 LUN MAR MER GIO VEN SAB

DOM 17

9-22

LUN 18 9-22

IRPEF: pagamento delle ritenute d’acconto, dei contributi previdenziali e dell’Iva relativa al mese precedente (contribuenti mensili).

MAR 19 MER 20 GIO 21 VEN 22 SAB 23

9-22

DOM 24

9-22

LUN 25

9-22

MAR 26

11 12 13 14 15 16

MER 27 GIO 29

RAVVEDIMENTO: ultimo giorno utile per regolarizzare i versamenti di imposte e ritenute non effettuati (o effettuati in misura insufficiente) entro il 16 marzo, con la maggiorazione degli interessi legali e della sanzione ridotta al 3%.

Sabato

AUSTRIA

CROAZIA FRANCIA GERMANIA

15.00-24.00

00.00-22.00

-

14.00-23.00

22.00-24.00

21.30-24.00

LUSSEMBURGO POLONIA

Domenica e festivi

VEN 30*

da Belgio e Germania dir.Francia

dalle 22.00 alle 05.00 Tirolo (A12) Divieto notturno permanente per veicoli fino a classe EURO5 ed EEV Dal 1/11 al 30/04 veicoli oltre 7,5t dal lunedì al sabato 20.00 - 05.00 Domeniche e festivi, 23.00 - 05.00

Deroghe generali

-

-

A-E

00.00-22.00

-

-

A-C D-E

00.00-22.00

Su alcune strade segnalate con cartellonistica, vigono alcuni divieti notturni

-

E-G

00.00-21.45

-

Domenica 3 dalle ore 00 alle ore 21.45 (per i veicoli dal Belgio e Germania diretti in Francia)

A-C E-G

-

-

A-B-G E

da Belgio e Francia diretti in Germania

-

08.00-22.00

25 (Liberation Day) 25 April Bridge (TAGUS BRIDGE) tutti i giorni dalle ore 05.00 alle ore 02.00 TUNNELS su A23 durante tutto l’anno dalle ore 18.00 alle ore 21.00 Venerdì e vigilie festività dalle ore 18 alle ore 21 * Lunedì dalle ore 7 alle ore 10 sulle strade di accesso per Lisbona e Porto (eccetto luglio e agosto) *

-

-

Dal 15/04 al 30/09: venerdì 15 - 21; sabato e primo giorno di una serie di festività 7 - 11; domenica e ultimo giorno di una serie di giorni festivi 15 - 21

A-D F-G

-

Dal 01/01 al 31/12 dal lunedì al giovedì dalle ore 6 alle ore 22; venerdì, sabato e domenica dalle ore 00 alle ore 24: DN1 Otopeni City-Ploiesti e Ploiesti-Brasov.

-

18.00-21.00

-

REP. CECA*

-

13.00-22.00

ROMANIA

-

-

-

Festività nazionali e altri giorni di divieto

A-E G

PORTOGALLO*

SLOVACCHIA*

* (Le scadenze del 30 aprile sono prorogate al 2 maggio)

Dal 1/01/16 divieto per veicoli fino a euro2 e inferiori: su tutte le strade delle regioni Lower Austria, Upper Austria, Vienna, Stiria, Burgenland

da Belgio e Germania diretti in Francia da Belgio e Francia diretti in Germania

23.30-24.00

Notte

MODELLI INTRA: presentazione per via telematica dei modelli Intra relativi alle operazioni del mese di marzo. GASOLIO: scade il termine per la richiesta di rimborso sul gasolio consumato nel primo trimestre 2016. MUD: ultimo giorno utile per l’invio telematico del Mud alla Camera di commercio, da parte delle imprese che producono e/o gestiscono rifiuti pericolosi o speciali.

GIO 28

DIVIETI DI CIRCOLAZIONE PAESI EUROPEI

00.00-22.00

-

SLOVENIA*

-

08.00-21.00

-

SVIZZERA

-

00.00-24.00

22.00-05.00

22.00-24.00 (dal 1/09 al 30/06)

00.00–22.00 (dal 1/09 al 30/06)

-

UNGHERIA

F- Prodotti in regime di Atp G- Trasporti combinati H- Trattori isolati fino a 7,5 ton I - Traffico internazionale

Divieto permanente per i veicoli e combinazioni di veicoli con peso totale autorizzato superiore ai 12t *** 27 (Day of Uprising -1941) dalle ore 14 alle ore 21 28 (Easter Monday) Divieto permanente per veicoli superiori a 7,5t ai punti: Secovije, Socerga, Vinica, Rigonce e Gibina

A-E

A-B-E-G

C-D-E-G -

-

A-C-E G-H-I

-

* I divieti indicati sono in vigore solo su alcune autostrade e strade principali. ** Solo sulle strade di 1° classe fuori dai centri abitati. *** Sulle strade di 3ª classe. Per alcuni Paesi, come la Spagna, esistono divieti specifici che riguardano singole strade. Per chi attraversa i Paesi non presenti nella tabella è quindi opportuno informarsi in loco.

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Europa

Brennero: quanto costa la dis-Unione europea? di Antonella Vicini

L’Austria ha annunciato la chiusura dei propri valichi di frontiera per arginare il flusso dei migranti. La misura si tradurrebbe in costi aggiuntivi e tempi di attesa più lunghi per i trasporti

N

on è chiaro come saranno costituite le barriere, se si adotterà il modello ungherese, con la creazione di percorsi da compiere a piedi per i soli migranti, o se si tratterà di blocchi che andranno a impedire la libera circolazione di tutti. Fatto è che la notizia che l’Austria si stia organizzando per chiudere le frontiere, questa volta anche con l’Italia, allerta tutti, a partire dalle imprese e dalle associazioni di categoria che operano nel settore del trasporto merci. Bisognerà attendere la primavera perché quanto minacciato e annunciato finora da Vienna prenda una forma definita. Per il momento, quel che è certo è che le bobine di filo spinato ci sono già e dovrebbero essere dodici in tutto i valichi presso i quali verranno attivati i presìdi; tre quelli con l’Italia: Brennero, Tarvisio e Resia. I valichi fra Italia e Austria e il traffico merci Più di 400 chilometri e un secolo di storia, attraversata anche 10 TIR189-2016

da una guerra mondiale, separano il sud dell’Austria dal Nord dell’Italia. Attualmente sono numerosi i valichi di frontiera che uniscono i due Paesi. Oltre ai più noti come il Passo del Brennero, raggiungibile mediante l’autostrada A22 (o la statale 12), il Passo del Tarvisio che collega Udine a Villach (in Carinzia) e il Passo Resia, che da Merano conduce al confine tra Austria e Svizzera, ci sono il Passo di San Candido, il Passo di Monte Croce Carnico, il Passo di Pramollo e del Rombo, a nord di Merano. Ogni anno milioni di mezzi pesanti attraversano i tre passi principali, trasportando volumi consistenti di merci. Si calcola che solo per il Brennero viaggino circa 2milioni di tir; circa 900mila per il Tarvisio e quasi 100mila per il Resia (dati Centro Studi Confetra). In generale, la tratta del Brennero è quella più intensamente battuta in tutto l’arco alpino con un volume che da solo rappresenta circa il 30% del traffico merci nord-sud, la maggior parte su gomma e il restante su ferro: le proporzioni parlano di un 70% contro il 30%.

Secondo Eurostat nel 2014 sono arrivate dall’Austria in Italia merci per 393 milioni tonnellate-chilometro, dall’Italia all’Austria risultano invece 313 milioni tonnellate-chilometro; mentre il Centro Studi di Unioncamere del Veneto fa sapere che attraverso il Brennero nel 2014 sono passati 41 milioni di tonnellate (pari al 20% dell’intero traffico transalpino). Il 70% di queste merci (circa 29 milioni di tonnellate) viaggia su gomma. Il restante 30% (12 milioni di tonnellate) su rotaia, che corrisponde a un transito di circa 120 treni merci al giorno. Di fronte a questi dati i timori sono non solo per le ripercussioni immediate, ma anche per gli effetti indiretti sui tempi e sui costi dei trasporti che potrebbero avere le restrizioni. Se è vero infatti che l’accordo di Schengen riguarda le persone, è ovvio che la limitazione della libera circolazione avrà ripercussioni sul lavoro di coloro che ogni giorno attraversano, via terra e via ferro, la linea sottile che separa l’Europa mediterranea dal Nord Europa. Tanto che le Camere di commercio di Tirolo, Bolzano e Trento


Eurotunnel: aumentano i giorni a tariffazione maggiorata Mentre chiede 29 milioni di euro di indennizzi a Francia e Gran Bretagna per i disagi provocati ai servizi di Eurotunnel a causa delle mille difficoltà causate dalla presenza dei migranti in cerca di una via per attraversare la Manica (in particolare si fa riferimento alle circa 6 mila persone accampate da mesi sul lato francese), la stessa società di gestione di Eurotunnel ha reso noto di aver portato da 35 a 39 i giorni ‘caldi’, cioè i giorni a tariffazione maggiorata. Si tratta di giornate caratterizzate da una domanda di trasporto particolarmente elevata che va a influire anche sul costo del trasporto dei mezzi pesanti. La società ha fatto sapere che nel corso del 2016, inoltre, potranno essere aggiunti altri giorni a tariffa di trasporto maggiore, sulla base della domanda che si presenterà.

Pedaggi autostradali europei: arriva il dispositivo unico Un dispositivo unico per i pedaggi autostradali dei veicoli che transitano attraverso Francia, Spagna, Portogallo, Belgio e Italia grazie a un Telepass di nuova generazione lanciato sul mercato. Si tratta di una innovazione tecnologica, ha spiegato Ugo de Carolis amministratore delegato di Telepass, che “permette per la prima volta in Europa di viaggiare e pagare il pedaggio con un unico dispositivo in 5 Paesi tra i quali, in esclusiva, anche l’Italia. Lungo l’asse franco-italiano si concentra una parte importante dei flussi di trasporto europei, in particolare diretti da Est a Ovest dell’Europa e che transitano attraverso l’Italia”. Attualmente ci sono 9 milioni di apparati Telepass in circolazione in Italia e in Europa, di cui oltre 620mila dispositivi italiani installati sui mezzi pesanti e altri 80mila che dispongono del servizio di pagamento del pedaggio all’estero. Il progetto è di ampliare, nel prossimo futuro, le reti autostradali accessibili tramite Telepass EU.

hanno chiesto ai rappresentanti politici di limitare al massimo le temute ripercussioni dei controlli ai confini. Thomas Baumgartner, presidente di Anita, ha spiegato infatti che “l’attività di controllo comporterà inevitabili tempi di attesa” che si tradurranno in altrettanti inevitabili costi economici. “Un camion fermo costa all’azienda circa 60 euro l’ora, quindi, con un ritardo di sole due ore possiamo supporre un aumento dei noli del 10% che ricadrà senza dubbio sui costi e, quindi, sui prezzi dei prodotti e, di conseguenza, sul consumatore finale”. Senza contare che un simile passo indietro metterebbe in discussione la filosofia del ‘just in time’, applicata alla gestione delle scorte di magazzino soprattutto in settori come quello dell’agroalimentare e dell’automotive. “Il mondo produttivo – spiega ancora Thomas Baumgartner – è ormai improntato su tempi di consegna molto rapidi e spesso utilizza i veicoli industriali come ‘magazzini’ per lo stoccaggio delle merci”. Per Amedeo Genedani, presi-

dente di Confartigianato Trasporti, “chiudere i varchi vuole dire realizzare un’unica corsia per il transito dei veicoli pesanti con la conseguenza di accumulare conseguenti ritardi sulle tabelle di marcia dei viaggi nonché un appesantimento burocratico, tutto il contrario dell’efficienza e della velocità, che non serviva”. E se è vero quanto riferito da Walter Pardatscher, amministratore delegato di Autobrennero, e cioè che l’intenzione è quella di creare una corsia riservata per i mezzi pesanti, che verranno controllati a campione su un piazzale allestito ad hoc, è facile che le preoccupazioni di oggi prendano forma concreta. Una situazione, questa, che ci riporterebbe indietro di più di 20 anni, a prima del 1995 data in cui l’Austria firmò il Trattato di Schengen preparandosi così a porre fine alla pratica delle autorizzazioni di transito necessarie all’epoca per varcare i valichi. Un secondo punto da tenere in considerazione riguarda, poi, il pericolo di un nuovo effetto Calais sulle Alpi, col rischio che lo stazionamento dei mezzi ai valichi possa creare le condizioni fa-

vorevoli per salire di nascosto sui camion fermi in coda. I benefici della libera circolazione e i costi della non-Europa Il France Stratégie, think tank del governo francese, ha recentemente elaborato un documento dal titolo The Economic Cost of Rolling Back Schengen in cui si analizza l’impatto economico della limitazione del Trattato di Schengen, a trent’anni dalla sua entrata in vigore. Secondo lo studio, oltre alle conseguenze sul turismo e sulla vita dei lavoratori transfrontalieri nel caso di chiusura temporanea delle frontiere, sono da considerare i costi a medio e lungo termine di una limitazione permanente che causerebbe una perdita dal 10% al 20% degli scambi commerciali tra gli Stati firmatari del trattato; nel complesso il Pil dell’area Schengen si ridurrebbe di 0,8 punti, pari a più di 100 miliardi di euro. Anche il presidente della Commissione europea Jean Paul Juncker, durante il suo discorso di inizio anno, aveva riaffermato la determinazione di mantenere l’area di libera circolazione spiegando che in una Europa senza

Schengen “l’attesa alle frontiere interne costerebbe ad ogni camion 55 euro l’ora”. Più in generale, la fine dell’area Schengen potrebbe costare all’Europa nei prossimi 10 anni circa 1 miliardo e 400 milioni di euro: questo lo scenario peggiore ipotizzato recentemente dal centro studi tedesco Bertelsmann Foundation. La reintroduzione dei controlli, per tutte le ragioni elencate e per tutte le sue implicazioni, farebbe crescere infatti del 3% i costi dell’import. Nella migliore delle ipotesi, con la crescita dell’1% dei costi delle importazioni, invece, la perdita sarebbe di 470 mila milioni di euro. Tutto questo mentre l’Unione europea continua a prefigurarsi un futuro di segno totalmente opposto, in linea con la filosofia che ha dato vita alla Ue: i servizi di ricerca del Parlamento europeo hanno presentato la Mappatura del ‘costo della nonEuropa’ 2014-2019 in cui si afferma, infatti, che il vantaggio economico minimo derivante da un mercato unico dei trasporti più aperto, integrato, sicuro e di maggior qualità, potrebbe ammontare ad almeno 2,5 miliardi di euro all’anno. TIR189-2016 11


Stampa europea

Germania – Emergenza cabotaggio illegale

Cosa succede nell’Europa dell’autotrasporto? In questa pagina troverete una selezione di articoli pubblicati sulle principali riviste europee dedicate all’autotrasporto. Un panorama che vi terrà aggiornati sulle novità e le più recenti tendenze del nostro settore nei principali Paesi dell’Unione europea. Una pagina che apre un filo diretto con le diverse realtà nazionali per sapere “in diretta” quello che accade all’estero relativamente ai temi del lavoro, delle associazioni di categoria, dell’economia.

Gran Bretagna – In crescita l’autotrasporto britannico nel 2015 La fiducia dei consumatori, l’aumento degli ordini e delle consegne nel mercato interno e, non ultimo, il prezzo del gasolio relativamente basso (circa una sterlina al litro) hanno fatto registrare una crescita del 34% di aziende Ltd (le nostre srl) attive nel settore del trasporto stradale britannico, che sono passate da 21.245 a 28.510 tra dicembre 2014 e novembre 2015. Lo dichiara il rapporto annuale stilato dalla Creditsafe, società che valuta l’affidabilità economica delle aziende. Il rapporto della Creditsafe dice anche che la salute delle aziende di autotrasporto nazionali è più che buona, con la percentuale di fallimenti ben al di sotto dell’1%. Le aziende più grandi del Paese sono il gigante logistico Win12 TIR189-2016

canton, il corriere DHL, ed Eddie Stobart, attivo nel settore trasporti, logistica e intermodalità con ferrovia e mare. Tra i primi in classifica c’è anche il distributore Tuffnells Parcels Express, 100 anni di attività, da poco entrato a far parte di Connect Group PLC, che a maggio del 2015 è riuscito a ridistribuire agli azionisti ben 10 milioni di sterline di dividendi (circa 13 milioni di euro). “È incoraggiante vedere una tale crescita nel settore – ha commentato Rachel Mainwaring, direttrice operativa di Creditsafe –. Le aziende possono approfittare di una situazione positiva, con il basso prezzo del gasolio e la crescita continua dello shopping online che genera più business per il trasporto stradale”.

Continua la forte contestazione che in Germania da tempo è portata avanti contro l’invasione del cabotaggio irregolare. Tipico Paese di passaggio tra est e ovest d’Europa, la Germania è tra i territori più sensibili ed esposti alla concorrenza illegale che alcuni trasportatori, soprattutto dell’est Europa, portano alle aziende di autotrasporto tedesche. Sulla rivista TransAktuell di febbraio la prima pagina è dedicata proprio a questo tema e alla denuncia fatta dall’associazione DLSV, Deutsche Speditions und Logistikverband. Una denuncia delle pratiche illegali che comportano sostanziali distorsioni della concorrenza.

“Sempre più spesso il trasporto merci europeo su strada è caratterizzato dalla colpevole mancanza di una regolamentazione unica che impedisca le pratiche sleali – dichiara l’associazione tedesca DLSV – un peccato che riguarda tempi di guida e di riposo e livelli di salario minimo. E tra le pratiche altamente illegali è soprattutto da combattere il nomadismo dei camionisti, la pratica illegale di far vivere costantemente in cabina gli autisti”. La DSLV chiede un nuovo e più chiaro regolamento europeo sui tempi di guida e di riposo settimanali. Nuove norme che pur considerando le esigenze della moderna logistica, tutelino i lavoratori e impongano una concorrenza leale.

Francia – Il futuro è dei carburanti alternativi Camion a gas naturale e a metano potrebbero registrare una consistente crescita in Francia, per tre motivi. Questo il tema dell’editoriale del settimanale francese, firmato dal direttore Benoit Bernadette. Il primo punto a favore di veicoli pesanti a gas e a metano è molto pratico: l’articolo della legge Macron, entrato in vigore all’inizio di quest’anno, che prevede un super-ammortamento, maggiorato del 40%, per tutte le aziende che possono dichiarare l’acquisto di un veicolo a gas naturale o a metano. Il secondo motivo è l’aumento dei punti di distribuzione di questi due carburanti alternativi, con le nuove pompe di gas e metano che si trovano ora nelle zone intorno a Parigi, Lille e Lione e lungo il corridoio nel sud-ovest della Francia.

Il terzo punto a favore è nell’aumentata offerta da parte delle case costruttrici. Oltre all’Iveco, che è stata la prima a puntare su queste alimentazioni alternative al gasolio, adesso arrivano sul mercato alcuni modelli della Scania, e presto potrebbero aggiungersi quelli di Volvo e Renault Trucks. Oggi in Francia sono 3.000 i camion che circolano a gas naturale e a metano. L’aumento di questo parco dipenderà anche da un diverso approccio politico generale. Con un basso valore residuo, questi camion per essere economicamente sostenibili dovranno avere la possibilità di essere utilizzati al massimo, anche di notte e in città. L’arrivo di questi carburanti alternativi dovrà portare con sé un cambio altrettanto grande nel sistema del mondo dei trasporti.


Internazionali

Trasporti internazionali: controlli sui documenti a bordo Una circolare dei ministeri dell’Interno e dei Trasporti fornisce le istruzioni per l’applicazione dell’art. 46 ter che punisce la mancanza del documento di trasporto o la sua compilazione incompleta

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a lotta al trasporto internazionale illegale si intensifica e prende forma. I ministeri dell’Interno e dei Trasporti hanno infatti emanato il 26 febbraio scorso una circolare che offre chiarimenti per l’applicazione dell’articolo 46 ter della Legge 298/74, introdotto dalla Legge di Stabilità per controllare al meglio le operazioni abusive da parte dei vettori esteri. In particolare, l’art. 46 ter introduce per gli autotrasportatori internazionali l’obbligo di esibire la documentazione relativa al trasporto stesso, prevedendo in caso di mancanza una sanzione amministrativa pecuniaria e il fermo del veicolo. La circolare chiarisce innanzitutto che la norma si applica a qualsiasi tipo di trasporto internazionale di merci, sia conto terzi sia conto proprio, con origine o destinazione in Italia, e a quelli in transito nel nostro Paese. Per le irregolarità nei trasporti di cabotaggio rimane invece ferma l’applicazione dell’art. 46 bis della Legge 298/74, per cui non scattano le sanzioni del nuovo art. 46 ter della medesima Legge. In caso di trasporto internazionale, l’autotrasportatore deve avere a bordo il documento di trasporto, che “può essere costituito da qualsiasi documento amministrativo, fiscale o doganale, ovvero da documenti specifici che accompagnano le merci sottoposte a particolari regimi fiscali, sanitari o di sicurezza”.

Il documento, in sostanza, deve almeno contenere la tipologia e quantità della merce trasportata, il luogo di carico e scarico e il vettore o subvettore che esegue il trasporto. La circolare riporta anche alcuni esempi di documenti che rispondono a queste caratteristiche, quali la lettera di vettura internazionale (CMR) o il documento di trasporto (DDT), i documenti di trasporto per merci pericolose in ADR, la documentazione amministrativa o i formulari per la movimentazione di rifiuti, sostanze radioattive, esplosivi o gas tossici. Mancanza momentanea del documento di trasporto Se la documentazione delle merci è stata compilata ma non si trova a bordo del veicolo al momento del controllo, l’agente accertatore applica le sanzioni amministrative previste dal comma 1 dell’art. 46 ter che prevedono il pagamento di una somma da 400 a 1200 euro e il fermo amministrativo del mezzo, con le procedure dell’art. 214 CdS, fino all’esibizione della documentazione o, in mancanza, al massimo per 60 giorni. La circolare specifica che l’esibizione del documento di trasporto può avvenire con ogni mezzo, sia con trasmissione originale che in formato elettronico. In caso di mancata esibizione del documento non si applicano le sanzioni dell’art. 180 CdS ma, come ve-

dremo più avanti, quelle più gravi dell’art. 46 ter legate alla mancata compilazione del documento. Mancata compilazione del documento di trasporto Nel caso in cui il documento di trasporto non sia stato compilato, le sanzioni da applicare possono essere differenti a seconda che tale mancanza consenta di individuare la relazione di traffico del trasporto internazionale e di verificarne la regolarità. Quindi, se gli agenti sono comunque in grado di verificare la regolarità del trasporto grazie ad altri elementi acquisiti durante il controllo si applica la sanzione prevista dal comma 3, primo periodo dell’art. 46 ter della Legge 298/1974, vale a dire il pagamento di una somma da 2.000 a 6.000 euro. Nel caso in cui gli agenti non fossero in grado di verificare la regolarità del trasporto ricorre la violazione più grave dell’art. 46 della Legge 298/1974, commi 1 e 2, con la sanzione amministrativa del fermo del mezzo per 3 mesi. Compilazione incompleta Se il documento si trova a bordo ma non è stato completato correttamente possono essere applicate sanzioni differenti. Se, nonostante l’assenza di alcuni elementi, il documento permette di verificare la regolarità del trasporto – ad esempio le mancanze TIR189-2016 13


riguardano le generalità del destinatario, del mittente oppure la sottoscrizione – si applica la sanzione stabilita dal comma 3, primo periodo dell’art. 46 ter, ovvero il pagamento di una somma da 2.000 a 6.000 euro. Se invece mancano gli elementi essenziali per verificare la regolarità, si applicano le sanzioni dei commi 1 e 2, con il fermo del mezzo per tre mesi. Conto proprio Per quanto riguarda il trasporto internazionale di merci in conto proprio, in caso di mancanza della documentazione si applica sempre l’art. 46 ter ad eccezione di alcuni casi: trasporti destinati a soddisfare, in regime di esenzione amministrativa, fiscale o doganale, le proprie esigenze personali; trasporti per i quali le normative non prevedono l’emissione di documenti sulla merce trasportata (ad esempio, nel caso del trasporto di cose altrui destinate ad essere riparate). Disposizioni procedurali Infine la circolare specifica che tutte le infrazioni vengono contestate al conducente del veicolo, che è responsabile della messa in circolazione del trasporto senza i documenti richiesti o con documenti incompleti. Per le violazioni al comma 3, primo periodo dell’art. 46 ter e dell’art.46 della Legge 298/1974, se ritenuti corresponsabili per la mancata o incompleta compilazione del documento di trasporto, possono essere chiamati a rispondere in proprio, in concorso con il conducente, anche il vettore o altri soggetti che erano tenuti alla compilazione. La chiamata in causa di questi soggetti (ai quali vengono notificati autonomi verbali di contestazione) avviene ai sensi dell’art. 5 della Legge 689/1981, e l’identificazione può effettuarsi anche in un secondo momento rispetto al conducente. La procedura sanzionatoria è regolata dalla Legge 689/1981, ad eccezione del paga-

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Trasporti eccezionali: ecco i giorni di divieto Come ogni anno Aiscat, l’associazione italiana società concessionarie autostrade e trafori, ha reso noti i giorni di divieto integrativi e specifici per i veicoli adibiti a trasporti eccezionali, che si aggiungono a quelli per tutti i mezzi pesanti pubblicati dal ministero dei Trasporti (cfr. Tir 187, pag. 12) Ecco i giorni di divieto: 25 marzo 8.00-14.00; 23 luglio 16.00-24.00; 26 marzo 16.00-22.00; 24 luglio 6.00-7.00 e 22.00-24.00; 29 marzo 8:00-22:00; 29 luglio 22.00-24.00; 23 aprile 7.00-14.00; 30 luglio 0.00-8.00 e 22.00-24.00; 11 giugno 8.00-24.00; 31 luglio 6.00-8.00 e 22.00-24.00; 12 giugno 6.00-7.00 e 22.00-24.00; 5 agosto 22.00-24.00; 18 giugno 8.00-24.00; 6 agosto 0.00-8.00 e 22.00-24.00; 19 giugno 6.00-7.00 e 22.00-24.00; 7 agosto 6.00-7.00 e 22.00-24.00; 25 giugno 8.00-24.00; 13 agosto 16.00-24.00; 26 giugno 6.00-7.00 e 22.00-24.00; 14 agosto 6.00-7.00 e e 22.00-24.00 1° luglio 16.00-24.00; 15 agosto 0.00-8.00 e 22.00-24.00; 2 luglio 16.00-24.00; 19 agosto 16.00-24.00; 3 luglio 6.00-7.00 e 22.00-24.00; 20 agosto 16.00-24.00; 8 luglio 16.00-24.00; 21 agosto 6.00-7.00 e 22.00-24.00; 9 luglio 16.00-24.00; 26 agosto 16.00-24.00; 10 luglio 6.00-7.00 e 22.00-24.00; 27 agosto 16.00-24.00; 15 luglio 16.00-24.00; 28 agosto 6.00-7.00 e 22.00-24.00; 16 luglio 16.00-24.00; 23 dicembre 16.00-24.00; 17 luglio 6.00-7.00 e 22.00-24.00; 24 dicembre 8.00-22.00; 22 luglio 16.00-24.00; 25 dicembre 0.00-9.00 e 22.00-24.00; 26 dicembre 0.00-9.00 e 22.00-24.00. mento immediato della sanzione previsto dall’art. 207 CdS quando il veicolo è stato immatricolato all’estero, e del fermo del veicolo (art. 214 CdS). Tranne che per il pagamento immediato, la sanzione viene versata utilizzando il modello F23. Copia della ricevuta di pagamento deve essere trasmessa all’organo accertatore affinché non vengano inviati gli atti al Prefetto. Nel caso di fermo amministrativo del mezzo (art. 46 ter, comma 1), si applicano le procedure dell’art. 214 CdS. Il mezzo viene affidato in custodia a un custode acquirente nominato ai sensi dell’art. 214 bis CdS o, in mancanza, a un custode autorizzato dal Prefetto ai sensi del DPR

571/1982, sempre a spese del proprietario del mezzo. Infine, per le violazioni commesse alla guida di un veicolo immatricolato all’estero si applica la procedura prevista dall’art. 207 CdS, che prevede il pagamento immediato nelle mani dell’agente accertatore o, in assenza della cauzione, il fermo amministrativo del mezzo fino a un massimo di 60 giorni. La circolare chiarisce che quest’ultimo fermo permane anche se, nel frattempo, venga esibito il documento mancante, proprio perché conseguenza diretta di un fatto diverso: il mancato pagamento immediato della sanzione nelle mani dell’agente o, in alternativa, della cauzione.


Logistica

di Andrea Ferro

Cura del ferro: dosaggio, uso e controindicazioni Standardizzazione delle normative e completamento delle opere infrastrutturali sono alcuni dei punti su cui intervenire per il rilancio del trasporto merci ferroviario. Senza però penalizzare il trasporto su gomma

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a “cura del ferro” è stata prescritta dal Governo per rimettere in sesto un corpo filiforme lungo il quale le merci hanno corso sempre meno e sempre più lentamente rispetto alle istanze del mercato. Dall’iniezione ad alte dosi di ricostituente, complessivamente 17 miliardi, passa l’ultima chiamata per il rilancio della ferrovia e, quindi, dell’intermodalità, per molto tempo solo uno slogan e non una reale politica di intervento. Anche perché non c’è più un minuto da perdere. I ritardi accumulati rispetto all’Europa (che da tempo ha tracciato i quattro corridoi Ten-T che si intersecano sul nostro territorio) vanno smaltiti in fretta: a giugno apre il Tunnel del Gottardo mentre a sud il raddoppio di Suez rivoluziona le rotte mondiali. In mezzo c’è l’Italia che aspira a diventare una efficiente piattaforma logistica sul Mediterraneo, obiettivo dichiarato dalla riforma dei porti appena varata dal Governo. Di come strutturare questa svolta nel segno dell’intermodalità si è parlato a Milano al convegno “Treni merci a standard europei per un trasporto intermodale a servizio dell’industria e dei porti”, organizzato da Fercargo al Museo della Scienza e della Tecnica. Un’occasione di confronto tra i vari “soggetti” ai quali tocca il compito di raccogliere la sfida nel solco delle linee tracciate dal “discussion paper” presentato a febbraio agli stakeholder da Ennio Cascetta, coordinatore della Struttura Tecnica di Missione del ministero dei Trasporti. La sfida è raddop-

piare in pochi anni la quota di mercato del trasporto merci via ferrovia che oggi sfiora appena l’8%. La ricetta per il rilancio Nella sua relazione il presidente di Fercargo, Giancarlo Laguzzi, ha esplicitato una ricetta di base con la quale impostare il rilancio del trasporto delle merci. “Treni più lunghi, da 750 metri, più pesanti, fino a 2.000 tonnellate, senza limiti di sagome, uniformazione delle normative”, gli ingredienti fondamentali. C’è poi il completamento delle opere infrastrutturali già avviate: “Concludere gli interventi sul Rhine-Alpine Corridor prima delle gallerie di valico, quindi sulla TorinoLione, sul Terzo Valico dei Giovi e della nuova linea Treviglio-Padova”. Sul fronte normativo il presidente di Fercargo ha stigmatizzato l’anomalia italiana che impone un agente polifunzionale accanto al macchinista “mentre in Europa c’è da sempre un solo macchinista e le tecnologie di terra non sono state finanziate dalle imprese ferroviarie ma dagli Stati”. Il punto è stato ripreso da Ennio Cascetta. “È venuto il momento di intervenire su questa e su altre criticità che rendono poco competitivi i nostri trasporti”, ha detto nel suo intervento. Per favorire l’intermodalità la Legge di Stabilità ha introdotto gli incentivi, “Ferrobonus” e “Marebonus” (nel 2016, 45 milioni

per il Marebonus e 20 milioni per il Ferrobonus, per il 2017, 44 e 20 milioni, per il 2018, 48 e 20 milioni). Cascetta ha prospettato che la loro erogazione “avvenga in modo intelligente, cioè tenga conto delle prestazioni della rete ferroviaria, cioè incentivi più alti per compensare extra costi per il passaggio su reti non adeguate”. Non penalizzare il trasporto su gomma A nome del mondo dell’autotrasporto Paolo Uggè, presidente di Conftrasporto, ha ribadito la proposta che di notte “i convogli merci possano viaggiare sulle nuove linee ad Alta Velocità” e ha posto in guardia dal rischio che si determini una penalizzazione del trasporto su gomma. “Si ragioni su una logica di sistema, valga il motto connettersi, mettere insieme le varie modalità per competere”. E ha aggiunto: “È fondamentale che lo Stato faccia rispettare le regole, a partire dal cabotaggio”. Dopo un’analisi storica del rapporto ferro-gomma, Thomas Baumgartner, presidente di Anita e Fercam, ha sottolineato che l’arretramento del trasporto merci via rotaia è stato determinato “dal monopolio secolare e dalla liberalizzazione finora mancata che non ha favorito il trasporto combinato”. Quindi ha concluso che “l’Italia deve puntare sul Corridoio Nord-Sud adeguando le sagome delle gallerie con treni più lunghi e pesanti”. TIR189-2016 15


Logistica

Ferrovie dello Stato intende raggruppare tutte le società del gruppo che si occupano di merci e logistica in un unico polo, controllato dalla holding e non da Trenitalia

Le Ferrovie puntano ad un polo unico per la logistica

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n polo unico per le merci e per la logistica: questo è il prossimo passo di Ferrovie dello Stato nell’era Mazzoncini. L’amministratore delegato di Fs ne ha parlato nei giorni scorsi a Roma, durante la presentazione degli aggiornamenti relativi al Contratto di programmazione 2012-2016 stipulato fra Rete Ferroviaria – la società di Ferrovie dello Stato che gestisce l’infrastruttura ferroviaria na-

zionale italiana – e ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. “Stiamo riorganizzando tutta la parte merci e logistica in un unico polo produttivo per presentarci al Governo come interlocutore credibile e come interlocutore commerciale unico verso i clienti. Cerchiamo di essere veloci e contiamo di essere pronti per la seconda metà dell’anno”, ha

spiegato Mazzoncini, sottolineando come il progetto servirebbe a rendere più organica e funzionale la gestione del trasporto merci e della logistica. “Oggi ci sono dieci società all’interno del gruppo Fs che si occupano di merci e logistica e di queste una sola appartiene a Trenitalia. L’obiettivo è di costituire un polo portando fuori la parte cargo da Trenitalia. Quindi la nuova società sarà direttamente controllata dalla holding, fuori da Trenitalia”. Dieci le società di merci e logistica Attualmente Ferrovie dello Stato detiene il 100% di Fs Logistica e, attraverso Trenitalia, il 100% di Trenitalia Cargo. La prima è la società del gruppo Ferrovie dello Stato che gestisce la mobilità delle merci in Italia e all’estero, la seconda si occupa di sviluppo, progettazione, produzione, gestione e vendita di servizi di trasporto per le merci in Italia e all’estero, con un fatturato di circa 500 milioni di euro, realizzato con il trasporto di circa 40 milioni di tonnellate di merci l’anno. Al loro interno esistono altre società possedute in parte o totalmente dalla holding come Trenitalia Logistics France, Pol-Rail; Alpe Adria o

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TX Logistik; fino a società specializzate nell’intermodale, come Cemat e Italcontainer. Già nei mesi scorsi, sotto la direzione di Michele Mario Elia si era parlato di riorganizzare il settore del trasporto merci e della logistica, presentando una prima ipotesi ai sindacati di categoria; ora Mazzoncini torna a rilanciare l’iniziativa prospettandone sia la realizzazione entro il 2016 sia lo scorporamento della Divisione Cargo da inserire nel nuovo polo che sarà sotto il controllo della holding. Quotazione in Borsa nel 2017 Bisognerà attendere almeno il 2017, invece, per quanto riguarda la quotazione in Borsa del gruppo. Dopo che il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, a inizio anno, aveva frenato sull’avvio della privatizzazione di Ferrovie dello Stato, indicando che non esisteva ancora una tempistica precisa, Mazzoncini ha spiegato infatti che il piano di vendita del 40% di Fs slitta perlomeno al 2017.

Per un piano industriale aggiornato bisognerà attendere, invece, la fine della prossima estate: “Una volta definite con chiarezza le stra-

tegie saremo in grado di sviluppare un piano che sia il presupposto per la possibile quotazione in Borsa”. E nel frattempo l’incontro coi sindacati su questo tema è stato definito “interlocutorio”. Alle cautele Mazzoncini, però, ha aggiunto anche ottimismo e buone notizie; l’andamento dei conti di Fs nel 2015 sarebbe buono: “Dai primi lineamenti – ha spiegato – sta uscendo un bilancio di cui sono soddisfatto”. A far da cornice c’è, infine, anche l’iniezione di nuovi investimenti che rafforzeranno la cosiddetta cura del ferro su cui sta puntando il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio. Nove miliardi sono stati previsti nell’aggiornamento delle strategie di investimenti del 2015; altri 8 saranno presto oggetto dell’aggiornamento 2016. Dei 9 miliardi, l’ad di Fs ha spiegato che oltre 3,5 miliardi saranno utilizzati in ambito regionale e circa 5,4 miliardi in risorse per lo sviluppo dei Corridoi europei Ten-T.

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ITS

di Alessandra Parroni

Galileo: nel 2016 pienamente operativo il Gps europeo Entro fine anno saranno 18 i satelliti della costellazione in orbita e potranno iniziare a fornire i primi servizi per i cittadini. Vantaggi anche per il mondo dei trasporti

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all’Europa arriva la notizia di un’importante novità nell’ambito del programma di navigazione Galileo. La Commissione europea ha annunciato infatti per maggio 2016 un nuovo lancio grazie al quale, attraverso il vettore Soyuz, verranno messi in orbita altri due satelliti, anticipando così il lancio originariamente previsto per il 2017. Le operazioni saranno coordinate da Arianespace dal centro spaziale di Kourou, in Guyana francese, secondo gli accordi intercorsi con l’Agenzia spaziale europea (ESA). Rimane inoltre confermato il lancio programmato per l’ultimo trimestre dell’anno, con cui Arianespace metterà in orbita altri quattro satelliti col vettore Ariane 5. La costellazione di Galileo a regime conterà 30 satelliti; al momento ne ha 12 in orbita che diventeranno 18 con questi due lanci del 2016. Il sistema, in realtà, per raggiungere la piena operatività può basarsi su una costellazione minima di 24 elementi e dunque i risultati di questo e del prossimo anno saranno determinanti per il completamento del programma. I vantaggi nella vita di tutti i giorni Le tecnologie di navigazione satellitare, fruibili attraverso oggetti che appartengono alla nostra quotidianità come uno smartphone o un navigatore, toccano ormai quasi tutti i settori della 18 TIR189-2016

vita di ognuno di noi, dalla finanza, all’energia, alla sicurezza, ai trasporti terrestri, marittimi e navali. Dalle esigenze individuali più banali, a quelle più complesse per il benessere della collettività, determinare la posizione di una persona o un mezzo può essere di supporto, ad esempio, per effettuare un training sportivo, per permettere a una squadra di soccorsi di raggiungere tempestivamente il luogo di un incidente, per consentire agli automobilisti l’orientamento in mezzo al traffico o, ancora, per permettere il tracciamento di merci pericolose. L’uso di queste tecnologie è in continua espansione tanto che la Commissione europea ha stimato che entro il 2020 saranno circa tre miliardi i ricevitori di navigazione satellitare operativi. Non solo Gps Il sistema di localizzazione più conosciuto è sicuramente il Gps (Global Positioning System). Nato negli Stati Uniti come mezzo di difesa e di intelligence durante la Guerra Fredda, consiste di 32 satelliti in orbita Meo (Medium Earth Orbit) su sei differenti piani orbitali, alcuni dei quali in disuso e altri di riserva. Il Gps, per quanto oggi venga utilizzato per scopi diversi, rimane comunque uno strumento di tipo militare mentre, per un uso civile, è necessario avere degli standard di precisione mediamente molto più accurati. Il famoso e diffusissimo Gps, in realtà, non è il solo sistema di posiziona-

mento globale esistente. Glonass per la Russia e Beidou per la Cina sono, infatti, altri due sistemi che sono stati realizzati, ai quali a breve si affiancherà Galileo per l’Europa. Per quest’ultimo, l’Italia ha un ruolo fondamentale: il progetto nasce infatti dalla collaborazione dell’Unione europea con l’Agenzia spaziale europea (ESA) e prevede il coinvolgimento dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e dell’industria nazionale, in particolare di Finmeccanica (attraverso Telespazio, Thales Alenia Space e la Divisione Sistemi Avionici e Spaziali di Finmeccanica che dal 1° gennaio 2016 ha assorbito parte delle attività di Selex ES). Galileo è un sistema di navigazione e localizzazione satellitare per usi civili, capace di una precisione al centimetro. Ideato per migliorare l’autonomia tecnologica dell’Europa, in realtà è molto atteso anche dall’America per lavorare in accordo con il Gps. Molte le similitudini del nuovo sistema con quello americano, in particolare Galileo è interoperabile e presenta delle innovazioni tecnologiche d’eccellenza come gli orologi atomici a bordo dei satelliti, che al momento sono i più stabili al mondo. A partire da quest’anno, con il numero di satelliti attualmente disponibili, la GSA (European Global Satellite Systems Agency) sarà responsabile per la fornitura dei primi servizi – che verranno dunque chiamati “iniziali” – del sistema. Saranno ad esempio disponibili applicazioni di


Dal Fucino all’orologio atomico, un pezzo di Italia nello spazio Due i centri operativi dedicati a Galileo. Il primo è una realtà tutta italiana, realizzato da Telespazio presso il Centro Spaziale del Fucino. Il secondo si trova invece ad Oberpfaffenhofen, in Germania, vicino a Monaco di Baviera. Ai due centri spetta la responsabilità di gestire la costellazione e la missione Galileo controllando i satelliti in orbita, l’applicazione del segnale e, soprattutto, supportando il funzionamento complessivo del sistema. Fondamentale il ruolo della tecnologia che, sviluppata in Italia, è ad oggi installata a bordo dei satelliti. In particolare Thales Alenia Space (67% Thales, 33% Finmeccanica) è responsabile delle attività di supporto industriale relative a progettazione, prestazione, integrazione e validazione del sistema. La Divisione sistemi avionici e spaziali di Finmeccanica, invece, sviluppa e produce il sensore all’infrarosso Ires-N2 per il controllo dell’assetto dei satelliti e l’orologio atomico all’idrogeno PHM, che garantisce una precisione nel rilevamento della posizione mai ottenuta prima. L’accuratezza della misura di posizione, di fatto, si traduce sul satellite nella misura del riferimento temporale. Questo fa sì che l’orologio atomico che, semplificando al massimo il discorso, ha una precisione pari a quella di un secondo ogni tre milioni di anni, garantisca un riferimento assoluto per consentire l’alta accuratezza di misura della posizione che è richiesta dai sistemi come Galileo. La collaborazione italiana, inoltre, sarà importante anche per quanto riguarda la parte finale del progetto che comporterà l’utilizzo di una nuova generazione di satelliti. Così facendo sarà ulteriormente favorita la crescita del ruolo dell’industria nazionale.

eCall: in Europa salverà 2.500 vite l’anno

assistenza in caso di emergenza a persone che sono in pericolo, tipo su natanti. Galileo e il mondo dei trasporti Le applicazioni di Galileo per il mondo dei trasporti saranno molteplici. Il 37% delle strade d’Europa su cui si paga pedaggio, ad esempio, utilizza tecnologie Egnos ed è già pronta per Galileo. Ad oggi, si stima che circa 1200 camion in Europa (ma il dato è in forte crescita), utilizzino Egnos per fare il tracciamento delle merci e dunque ci si aspetta che a breve possano passare a Galileo. Guardando il settore ferroviario, in Sardegna, su circa 300 km di strada ferrata, la navigazione satellitare verrà testata come soluzione per gestire la sicurezza ed il segnalamento nelle linee a bassa densità (quindi con pochi treni che passano ogni ora). Un’altra applicazione pratica di Galileo molto importante per il mondo dell’autotrasporto, ancora, sarà quella legata alla piattaforma logistica nazionale (PLN). In questo momento la PLN lavora utilizzando il sistema UMTS, vengono quindi impiegati sistemi ordinari di trasmissioni dati via aerea. Con la disponibilità di un sistema satellitare europeo ci sarà la possibilità di far evolvere i servizi ad un livello tale per cui la PLN potrà diventare realmente il sistema di gestione complessivo della logistica di questo Paese.

Presentato nel 1999 dai servizi tecnici della Commissione europea, oggi l’eCall sta diventando una realtà. Si tratta di un servizio di emergenza completamente gratuito. In caso di incidente stradale, tramite eCall, vengono trasmesse al numero unico europeo di emergenza, il 112 (da poco adottato anche in Italia), le informazioni utili per i soccorsi. Con la votazione del Parlamento europeo ad aprile scorso in favore dell’eCall Regulation, a partire da aprile 2018 tutti i nuovi modelli di autovetture e furgoni leggeri che verranno certificati per il mercato europeo dovranno avere a bordo il sistema automatico per le emergenze. Il progetto eCall è stato sostenuto dall’associazione dei costruttori europei di automobili (Acea) e da Ertico – ITS (Intelligent Transport System) Europe, organizzazione che promuove la ricerca e definisce standard di settore. Nello specifico, la rete mondiale dei GNSS, incluso Galileo, è fondamentale nell’eCall per comunicare tempestivamente ai servizi di emergenza la posizione esatta del veicolo, in caso di grave sinistro. Vengono inoltre rilevate altre informazioni fondamentali quali, ad esempio, il momento in cui si è verificato l’incidente e la direzione di marcia. La chiamata può essere automatica oppure attivata manualmente (ad esempio da un testimone dell’accaduto), premendo un pulsante di emergenza. L’utilizzo di tutte le costellazioni di satelliti per la navigazione esistenti consente di usufruire della migliore disponibilità di segnale ovunque. Per ovviare ad eventuali problemi di privacy sollevati da quello che viene temuto come un potenziale sistema di controllo degli individui, interviene una specifica dell’apparato eCall di bordo (“In-Vehicle System”, IVS) che prevede che rimanga inattivo per quanto riguarda la trasmissione a meno che non si verifichi un grave incidente. Inoltre, qualsiasi trattamento di dati personali attraverso il sistema eCall deve rispettare la legislazione in materia di dati personali e tutela dei consumatori. Tra i benefici attesi con le eCall, sicuramente il più importante è quello in termini di salvaguardia delle vite umane. Ogni anno si prevede potranno essere salvate almeno 2.500 persone con una significativa diminuzione anche della gravità delle lesioni non mortali. Si prevede inoltre che si abbasseranno i costi annui dovuti al numero di morti per incidente e al numero di persone gravemente ferite e i contribuenti potranno così risparmiare fino a 20 miliardi di euro ogni anno. Naturalmente, con la riduzione delle code dovute agli incidenti, un ulteriore risultato positivo si avrà in termini di riduzione degli sprechi di carburante e delle emissioni di Co2. Marco Lisi TIR189-2016 19


Mercato

Secondo il “Focus sul trasporto merci su strada” realizzato da Anfia, nel 2014 l’Italia ha perso il 2,6% rispetto all’anno precedente. Nel 2015 in crescita le flotte anche se siamo ancora lontani dai livelli del 2007

Trasporto merci: Europa a due velocità, l’Italia tenta la ripresa C

on oltre 14 miliardi di tonnellate movimentate dai mezzi pesanti (pari a 1.700 miliardi di tonnellate-chilometro), nel 2014 il traffico merci sulle strade dell’Unione europea ha fatto registrare una lieve crescita rispetto al 2013. Restano ancora lontani però i livelli del 2007 e si tratta di un volume inferiore anche a quello del 2010 e del 2011, fermo restando che negli ultimi dieci anni il trasporto merci su strada ha subito una riduzione complessiva del 10,4%. Diverso invece il discorso per quel che riguarda l’Italia che pare non essere ancora riuscita ad agganciare la ripresa: nel 2014 anzi si rileva un -2,6% rispetto al 2013. A scattare la fotografia è Anfia – Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica – con il “Focus sul trasporto merci su strada”, realizzato sulla base degli ultimi dati Eurostat che arrivano fino al 2014 e che prendono in esame i mezzi con portata superiore a 3,5 Ton. In generale dal rapporto emerge che il trasporto su strada continua a essere la modalità nettamente prevalente, scelta 3 volte su 4, a fronte di un settore che però sta invecchiando. Nell’Ue sono presenti circa 600mila imprese professionali di autotrasporto, prevalentemente di piccole dimensioni – quasi centomila solo in Italia –, ma i lavoratori hanno un’età sempre più avanzata: questo fattore, unito alla crisi e alla scarsità di conducenti qualificati rischia di influire sulla possibilità di assunzione delle aziende. Un’istantanea dell’Europa su strada…. Entrando nel dettaglio dei dati di Eurostat emerge che il trasporto nazionale rappresenta la fetta più importante della movimentazione su strada (64,5%). Il trasporto internazionale pesa invece per il 35,5% ed è cresciuto del 5,55% dal 2004 al 2014. 20 TIR189-2016

È la Polonia con 154 miliardi di tonnellatechilometro movimentate nel 2014 il primo Paese per questo tipo di attività, seguita da Spagna (67,6) e Germania (47,1). La Polonia è anche il Paese che ha sperimentato la crescita maggiore totale, oltre il 66%, nel periodo 2007-2014, passando da 151 miliardi di tonnellate-chilometro del 2007 alle 250,9 nel 2014 (somma dei trasporti nazionali e internazionali). Nello stesso periodo, sono anche Bulgaria (+90%), Repubblica Ceca (+12%), Lituania (+38%) e Slovacchia (+15%) a spostare il baricentro del trasporto europeo su strada verso Est. Il primo Paese dell’Unione per volumi di merci trasportate resta comunque la Germania (263 mld t/km che rappresentano il 18% del traffico Ue), seguita dalla Polonia. In generale, restando in tema di trasporto oltreconfine, risulta che nel 2014 il cabotaggio ha movimentato 30,4 miliardi di tonnellatechilometro di merci, pari all’1,8% di tutte le merci trasportate su strada. Dal 2010 al 2014 l’incremento è stato del 48%, con una crescita annuale media dell’8%. La Polonia è anche il primo Paese che pratica il cabotaggio, seguita da Olanda e Spagna; mentre la Germania è il primo destinatario europeo, Francia e Italia sono al secondo e terzo posto. … e dell’Italia su strada Nel 2014 le strade italiane hanno trasportato 102,3 miliardi di tonnellate-chilometro di merci su vettori nazionali, mentre all’estero le nostre imprese di autotrasporto hanno spostato 15,5 miliardi di tonnellate-chilometro. Si tratta di cifre che contraddicono i segnali positivi dell’anno precedente, considerando che rispetto al 2013 si assiste a un calo del 2,6%. Se il trasporto merci su strada resta la modalità primaria in Italia, le flotte dei veicoli fino a 3,5 Ton adibiti al tra-

sporto merci nel 2014 appaiono ridimensionate del 21,7% rispetto al 2011, per un totale di 230mila mezzi. Si tratta del calo di maggiore entità rispetto ad altri attori come la Francia (-0,8%), il Regno Unito (-2,4%) e la Spagna (-13,5%). Un calo a cui corrisponde la flessione delle merci movimentate fra il 2008 e il 2014, passate da 180,5 miliardi di tonnellate-chilometro a 117,8, pari al -35%. Se si prendono in considerazione le brevi percorrenze fino a 50 chilometri (che rappresentano però solo il 7% del traffico merci), la riduzione è ancora più forte ed è spiegata con la forte contrazione dei consumi e della produzione: fra il 2008 e il 2014 questi spostamenti sono scesi infatti del 42%. Sulla base dei dati Aiscat, aggiornati ai primi 9 mesi dello scorso anno, appare cresciuto di un +3,3%, invece, il traffico dei mezzi pesanti sulle autostrade, dopo la flessione del 2,3% registrata nel 2013. In salita anche il mercato dei courier (+8,5%) e l’e-commerce. Il 2015 ha confermato così che gli italiani scelgono sempre più spesso internet come piattaforma per i propri acquisti. Ancora troppo poche però, rispetto agli obiettivi europei, sia le imprese che hanno effettuato vendite online sia la fetta di popolazione che sceglie questa modalità: il 6,5% nel primo caso e il 26% nel secondo. Per quel che riguarda il parco circolante di tutti i veicoli adibiti al trasporto merci – VCL (Veicoli commerciali leggeri), motocarri, rimorchi e semirimorchi – a fine 2014 è di circa 5,5 milioni di mezzi. Sono 732mila gli autocarri medi-pesanti circolanti con peso complessivo superiore a 3,5 Ton; i trattori stradali 150mila e rimorchi/semirimorchi 348mila.


Produzione e immatricolazione dei veicoli per il trasporto merci Rispetto alla produzione dei veicoli commerciali inferiori a 3,5 Ton, invece, Anfia rileva – sulla base dei dati Acea – nel 2015 un mercato in crescita rispetto al 2014 (+17%). Con 317.365 unità prodotte lo scorso anno si è arrivati a sfiorare la produzione del 2007 (320.889 unità), anno pre-crisi, e a raddoppiare la produzione del 2009 (158.089). Sempre nel 2015 il mercato dei VCL ha fatto segnare quasi 133 mila nuove immatricolazioni (+12,7% rispetto al 2014). Il mercato dei veicoli commerciali leggeri risulta quindi in crescita grazie allo sviluppo delle attività terziarie e della rete di distribuzione dei beni di largo consumo nelle aree urbane in cui è interdetto il traffico di mezzi pesanti. Sul fronte della produzione degli autocarri superiori a 3,5 Ton si paga il prezzo di una crisi che ancora non è del tutto passata e che, come abbiamo visto, nel 2014 in Italia ha fatto registrare un calo dei volumi delle merci trasportate. Nel 2015 con 33mila unità si registra un +30% rispetto al 2014, ma si resta al di sotto (-36%) dei livelli del 2007. Rispetto al 2009, anche in questo caso si evidenzia una cre-

scita, del 43%. Per quel che riguarda le vendite, invece, nel comparto si registra un +19,7% (15.160 veicoli). Anche le immatricolazioni di rimorchi e semirimorchi nuovi di produzione italiana restano inferiori del 68% ai volumi dell’anno record preso come riferimento: dalle 12mila unità di allora siamo, adesso, a 4.444. A risollevare il mercato, però, intervengono i produttori stranieri. Nel 2015 le immatricolazioni complessive sono state 10.600, con un aumento per i marchi esteri del 73,2%. Infine, di questi 10.600 rimorchi e semirimorchi immatricolati nel 2015, il 42% circa, riguarda allestimenti generici. Tra gli allestimenti specifici, spicca quello dei rimorchi e semirimorchi isotermici (+18% rispetto al 2014), seguito da quello dei ribaltabili (+37% con circa 920) e dai portacontainers con 835 unità (+43%). Infine, troviamo le cisterne generiche, unico allestimento in diminuzione rispetto al 2014, con circa 680 unità, in calo del 7%, e le cisterne isotermiche che, invece, hanno visto più che quadruplicare il numero di immatricolazioni, fino a quota 400, dalle 91 dell’anno precedente. Non va dimenticato, come considerazione generale, che nel complesso dei suoi comparti il settore automotive nel 2015 è stato uno dei più dinamici.

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Internet

Il nuovo sito si arricchisce di un’Area Riservata dedicata alle aziende iscritte, che consentirà di accedere a una serie di funzioni e contenuti esclusivi. Ecco le istruzioni per l’uso

Rivista Tir: contenuti esclusivi per gli iscritti all’Albo G

randi novità ad aprile per i lettori della rivista Tir che non solo si presenta sul web con una veste grafica completamente rinnovata ma anche con un’informazione più multimediale e completa. Il sito di Rivista Tir, infatti, si arricchirà di un’Area Riservata alle aziende iscritte all’Albo degli Autotrasportatori, che potranno così accedere a una serie di funzioni e contenuti esclusivi. Adatto a smartphone e tablet La nuova versione digitale della rivista sarà più semplice da consultare non solo sui computer ma anche su device mobili. Nei prossimi mesi verrà infatti messa a disposizione anche

un’app per smartphone e tablet, una soluzione che consentirà di leggere i contenuti scaricati anche quando non vi è una connessione internet disponibile. Inoltre se oggi la rivista pubblica un numero ogni mese, la nuova versione digitale prevede contenuti immediatamente disponibili online una volta prodotti. Login Area Privata Tir Oggi viene spedita una copia della rivista Tir presso la sede di ogni impresa. Con la nuova versione digitale invece non sarà più così: il sito di Rivista Tir si arricchisce infatti di un’Area Riservata dedicata alle aziende iscritte all’Albo degli Autotrasportatori.

Nella fascetta con il vostro indirizzo postale usata per la spedizione di questo numero trovate la vostra password per entrare nel sito. La username è invece la partita Iva (se esistente) o il codice fiscale dell’impresa. Si potrà accedere al sito anche utilizzando le credenziali che saranno inviate nelle prossime settimane via PEC. La registrazione consentirà di accedere a una serie di funzioni e contenuti esclusivi, tra cui: - I contenuti completi della Rivista - La rivista in formato sfogliabile - Sondaggi esclusivi - Creazione di sub-account per consentire ad altre persone dell’azienda di accedere ai contenuti

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Accedere all’Area Riservata è semplicissimo, basta inserire le credenziali di accesso che saranno costituite dalla partita Iva o dal Codice Fiscale dell’azienda e da una password che trovate nella fascetta con l’indirizzo allegata alla rivista o che verrà inviata, tramite PEC, nelle prossime settimane

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2 Una volta autenticati, vi raccomandiamo di fare un salto sulla pagina “profilo” e inserire un indirizzo email non-PEC di frequente consultazione, in modo da poter ricevere lì ogni mese la rivista in formato sfogliabile e non perderne neanche un numero

3 Qualora non abbiate ricevuto la PEC, è possibile fare richiesta di invio delle credenziali con una procedura simile a quella della password dimenticata, quindi nella maschera di login, oltre al link di recupero password, è possibile cliccare sul link “credenziali non ricevute” e inserire: - Codice fiscale / Partita Iva - Email - PEC - Ragione Sociale

4 Creazione sub account: solo alle imprese iscritte all’Albo e registrate al sito è offerta la possibilità di fornire l’accesso ad altro personale dell’azienda

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Clima

Secondo un recente studio della Fondazione Barilla, il fattore inquinante con maggiori ricadute sull’ambiente non è il trasporto, ma ciò che mangiamo. Il cibo produce infatti il 31% delle emissioni di gas serra di Anna Francesca Mannai

L’inquinamento vien mangiando N

on sono i trasporti e nemmeno il riscaldamento degli edifici e l’utilizzo di energia elettrica la principale fonte di inquinamento e conseguente causa dei cambiamenti climatici. Secondo la fondazione Barilla Center for Food & Nutrition (BCFN) l’impatto maggiore sull’ambiente deriva da quello che mettiamo ogni giorno nel piatto. “Stiamo letteralmente divorando il pianeta in cui viviamo”, è l’allarme lanciato da BCFN in occasione della presentazione della seconda edizione di “Eating Planet. Cibo e sostenibilità: costruire il nostro fu-

turo”. Lo studio è il frutto di un lungo percorso che va dall’Expo 2015 agli ambiziosi obiettivi fissati pochi mesi fa nella Conferenza di Parigi, COP21, e suggerisce che per ridurre l’impatto ambientale della nostra presenza sul pianeta, prima delle domeniche ecologiche, prima dei blocchi al traffico nei centri urbani, prima delle normative antinquinamento, bisognerebbe intervenire sulle nostre scelte alimentari quotidiane. “Molte persone pensano che il nostro impatto ambientale dipenda in primis da fattori come le macchine che guidiamo o da come riscaldiamo le nostre case – commenta

Guido Barilla, presidente della Fondazione BCFN –. In realtà, la cosa più importante, il modo in cui ciascuno di noi ha l’impatto più forte sull’ambiente, è quello che mangiamo. In questo senso l’adozione di una dieta sostenibile può diventare un vero e proprio volano di cambiamento per salvaguardare la nostra salute e il pianeta in cui viviamo”. Dal cibo il 31% delle emissioni di gas serra Con il 31% del totale di emissioni di gas serra, è infatti il cibo a dare il contributo maggiore al cambiamento climatico, superando il riscaldamento (23,6%) e i trasporti (18,5%). Il 12% delle emissioni totali, inoltre, è in carico al solo consumo di carne, mentre i prodotti lattiero-caseari contribuiscono per il 5%. Dal 1990 a oggi, le emissioni di gas serra derivanti dall’agricoltura sono aumentate del 20% e sono raddoppiate dal 1960. “Il problema del riscaldamento globale non dipende soltanto dalle scelte energetiche e dal futuro dell’uso dei combustibili fossili – spiega Riccardo Valentini membro dell’advisory board di BCFN, premio Nobel per la Pace 2007 per le sue attività all’interno dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) –. La sfida riguarda anche le nostre scelte di vita e le nostre abitudini alimentari. L’agricoltura è il terzo settore per importanza per le emissioni di gas serra e quindi è necessario considerare questo settore nelle politiche di contrasto al riscaldamento globale. La sfida è quella di produrre cibo e sfamare i prossimi 2 miliardi di cittadini del pianeta terra entro il 2050 senza alterare l’equilibrio climatico. Una sfida non facile ma possibile”.

Il modello della doppia piramide alimentare Nella nuova edizione di “Eating Planet. Cibo e sostenibilità: costruire il nostro futuro”, BCFN propone l’adozione del modello della doppia piramide alimentare come soluzione al tema dell’alimentazione e dei cambiamenti climatici. Mettendo in relazione gli aspetti nutrizionali e l’impatto ambientale generato dagli alimenti nelle fasi di produ24 TIR189-2016

zione e consumo si potrebbe raggiungere uno stile di vita sostenibile. Nel 2050 la popolazione mondiale raggiungerà circa 9 miliardi e mezzo di persone e questo richiederà un aumento della produzione agricola del 70%. Seguendo la dieta mediterranea, limitando il consumo di proteine animali a sole due volte alla settimana (ri-

spetto a un consumo giornaliero) e facendo spazio a cereali e legumi, si potrebbero risparmiare fino a 2.300 grammi di Co2 al giorno: una riduzione di emissioni di Co2 di 750 kg all’anno per persona. In pratica, la stessa quantità di gas serra prodotti da un’auto di media cilindrata in un viaggio a/r da Milano a Mosca.


Notizie

Online il Centro Studi Europeo dell’Autotrasporto Una piattaforma web dove trovare tutte le informazioni utili per coloro che lavorano nel settore dell’autotrasporto: dagli operatori alle istituzioni, ai sindacati, agli imprenditori. Per questo Centro Studi Europeo dell’Autotrasporto ha dato vita al www.cseautotrasporto.it che contiene news, questioni normative, un prontuario, un glossario e approfondimenti di vario genere. Il sito, nato alcuni mesi fa, è gestito da un team di imprenditori e professionisti nel campo della consulenza legale. “Abbiamo immaginato uno strumento rapido ed efficace – ha spiegato Natale Callipari, fondatore del CSE e titolare dello Studio legale Callipari – in grado di valorizzare la connessione immediata tra tutti gli attori del mondo dell’autotrasporto, creando valore e condividendo esperienze”.

Camera: prorogata indagine conoscitiva su concessioni autostradali L’indagine conoscitiva sulle concessioni autostradali avviata nel 2015 dalla Commissione Lavori Pubblici e Ambiente della Camera, che avrebbe dovuto concludersi entro il 30 giugno 2016, è stata prorogata di altri sei mesi. Ad annunciarlo a Montecitorio il vice presidente della Commissione, onorevole Tino Iannuzzi. Obiettivo dell’indagine è acquisire il maggior numero di informazioni possibili sul sistema delle autostrade in concessione in merito al quadro degli investimenti programmati, realizzati e in corso di realizzazione, nonché sulle politiche tariffarie e i piani finanziari delle società concessionarie, relativi sia agli investimenti privati sia pubblici e le modalità di affidamento dei lavori e dei servizi da parte delle società concessionarie. A.N.

Nuovo Codice degli appalti e delle concessioni Con l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del Codice degli appalti pubblici e dei contratti di concessione, passano una serie di norme volte alla semplificazione, snellimento e trasparenza delle procedure degli appalti pubblici. Centrale e rafforzato il ruolo dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, ma due sono le vere novità: la fine sia della Legge Obiettivo, che permetteva di compiere progetti infrastrutturali attraverso procedure straordinarie per per progettazione, finanziamenti ed esecuzione, sia delle gare al massimo ribasso, cioè del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. “Il Codice – si legge in una nota di Palazzo Chigi – è articolato per processi, di facile consultazione, articolato in sequenza dal momento in cui si decide una procedura di affidamento a quello finale dell’esecuzione”. È una disciplina autoapplicativa. “Non prevede infatti, come in passato, un regolamento di esecuzione e di attuazione, ma l’emanazione di linee guida di carattere generale, da approvare con decreto del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti su proposta dell’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) e previo parere delle competenti commissioni parlamentari”.

Trasporti in Lombardia: un settore in buona salute Resiste il settore dei trasporti in Lombardia. A renderlo noto è la Camera di Commercio Lombarda con un’indagine condotta sulla base dei dati del registro delle imprese 2015 e 2014. La regione, che conta 28 mila imprese, 230 mila addetti e 39 miliardi di fatturato – pesando il 18% a livello nazionale per imprese e addetti e il 20% per fatturato – nel 2015 ha perso 212 imprese, pari al -0,7%; un dato non negativo se paragonato a quello italiano del -1,3%. Crescono, inoltre, del 3% gli addetti (+7 mila). Una fotografia più dettagliata comparto per comparto evidenzia che sul totale di 28 mila imprese lombarde, 27 mila si occupano di trasporti e oltre 1000 della fabbricazione di mezzi di trasporto. Più numerose le aziende di trasporto terrestri (121 mila) e di magazzinaggio (25mila). In totale, il giro di affari del settore vale quanto quello di Piemonte e Lazio. Per quel che riguarda i lavoratori, 97 mila sono impiegati nei trasporti terrestri, 91 mila nel magazzinaggio, 27 mila nella fabbricazione di auto. Il fatturato maggiore è nei trasporti terrestri (15 miliardi), seguono il magazzinaggio (13 miliardi) e la fabbricazione di auto (7 miliardi). TIR189-2016 25


Tecnica

di Paolo Barilari

Veicoli commerciali: a ciascuno il suo Scegliere il veicolo adatto alle proprie necessità non è sempre facile. Ecco quali domande porsi e come muoversi per orientarsi tra i diversi modelli di furgoni offerti dalle case costruttrici

S

ono dei piccoli camion, flessibili, robusti, capienti. Veloci e capaci di dare il meglio su ogni tipo di terreno: in città, sul misto e in autostrada. Sono i grandi furgoni, i veicoli commerciali tra le 2,8 e le 3,5 tonnellate. Un segmento di mercato di più di 100.000 unità annue conteso da 12 case, due italiane e dieci straniere. In realtà però i modelli diversi non sono dodici. Perché Fiat, Peugeot e Citroen condividono lo stesso modello anche se con tre nomi diversi (Ducato, Boxer e Jumper) e lo stesso fanno Renault, Renault Trucks, Opel e Nissan (Master, Vivaro e NV400). In totale così la scelta si riduce tra sette modelli diversi: oltre ai gemelli di Fiat PSA e del gruppo Renault-Nissan-Opel, ci sono il Ford Transit, lo Hyundai H350, l’Iveco Daily, il Mercedes Sprinter, il Volkswagen Crafter. Tutti hanno ormai raggiunto da tempo un alto livello qualitativo, con prestazioni e comfort che sorprenderebbero un automobilista, dotazioni di sicurezza al top e alte possibilità di personalizzazioni. Questi furgoni possono svolgere centinaia di missioni diverse, da quelle tipiche del conto proprio, grazie ai diversi allestimenti disponibili, a quelle più professionali del trasporto conto terzi. In questo secondo segmento, il conto terzi, ci sono soprattutto i corrieri, i distributori porta a porta, chi consegna e distribuisce alimentari. Flotte e anche piccoli operatori. Scegliere il furgone ideale Scegliere il veicolo giusto è un percorso in più tappe che porta progressivamente ad eliminare tutti i concorrenti tranne il veicolo che fa esattamente al proprio caso. 26 TIR189-2016

Un trasportatore professionista sa bene quali domande porsi e cosa fare prima di decidere per un furgone o per l’altro. Ma ripetere non può far male. Cosa trasportiamo? Questa è la domanda delle domande, e anche il primo elemento da considerare prima di scegliere un veicolo. Trasporteremo colli di dimensioni regolari o diversi tra loro? Dovremo far salire a bordo degli europallet? Degli oggetti molto lunghi? Il veicolo ideale sarà quello con il vano di carico che meglio si adatterà alle nostre esigenze di carico. Sembra superfluo scriverlo, ma vale la pena studiare a fondo tutti i vani disponibili sul mercato per trovare quello che potremo sfruttare al millimetro, con uno spazio interno regolare, la giusta soglia di carico, le aperture delle porte larghe e alte abbastanza per far entrare tutto il necessario. È ora che si prende la decisione tra tetto basso, medio o alto, e quella relativa alla lunghezza del veicolo. Caricheremo più peso o più volume? Questa è, in effetti, una sotto-domanda della prima. Trasporteremo colli voluminosi e leggeri oppure pesanti? Nel primo caso non è necessario esagerare con i cavalli e va bene un modello a trazione anteriore, ma il vano di carico deve essere il più grande possibile. Nel secondo caso è richiesto un motore con maggiori prestazioni e una trazione posteriore a ruote gemellate può offrire quella robustezza in più necessaria a sostenere lo sforzo.

Nel caso di trasporto di merci pesanti ma di dimensioni normali non è così importante la dimensione del vano ma la tara, che deve rimanere più bassa possibile, per caricare il massimo del peso senza oltrepassare i limiti consentiti. Chi guida, chi sale a bordo? Secondaria, ma non troppo, questo domanda. Se sto scegliendo un furgone per una grande flotta, con autisti che si danno il cambio alla guida dello stesso veicolo, l’ampiezza delle regolazioni del sedile di guida e del volante non è da sottovalutare. Se a bordo ci sarà sempre e solo una persona è molto utile che il sedile centrale possa trasformarsi, ribaltandosi, in un piano di lavoro dove poter appoggiare carte o un computer portatile. Se spesso saliranno in cabina tre persone, e per trasferimenti lunghi, diventa importante controllare quanto sia comodo stare seduti al centro. La possibilità di essere sempre in contatto tra veicoli e azienda è anche un punto a favore per i modelli che offrono buone soluzioni per l’integrazione tra navigatore, vivavoce bluetooth, chiamate di emergenza. I percorsi Guideremo il nostro furgone soprattutto in città oppure in autostrada, o piuttosto affronteremo spesso percorsi extraurbani? Da questa analisi si potrà scegliere in primo luogo la motorizzazione. Più cavalli sono utili durante le lunghe percorrenze da affrontare ad alte velocità di crociera. Il mercato mette a disposizione una


Un mercato in ripresa

enorme varietà di potenze, partendo da sotto i 100 cavalli fino a toccare quota 200. Una buona coppia, disponibile fin dai regimi più bassi, facilita il lavoro in città e soprattutto nel misto, evitando di rimanere impantanati nel traffico e di dover cambiare troppo spesso marcia. A questo proposito chi lavora solo in ambito urbano potrebbe valutare anche la scelta, poco apprezzata in Italia, del cambio automatico, e quella del sistema Stop&go, per risparmiare carburante. Da valutare anche il diametro di volta, non solo tra marciapiedi ma anche tra due muri. Missioni nei centri storici possono far preferire veicoli più stretti, per guidare meglio sia nel traffico che nei vicoli. Missioni su strade extraurbane miste, con tante curve, daranno un’indicazione importante nella scelta del passo, dello sbalzo posteriore, dei rapporti al ponte. Se invece il nostro nuovo furgone marcerà soprattutto in autostrada, cercheremo potenza, rapporti lunghi, sedili confortevoli ed ergonomici e la minor rumorosità possibile a bordo, oltre a una completa dotazione di sicurezza, che comprenda magari anche il sistema di compensazione contro le folate di vento laterali e la segnalazione del cambio involontario di corsia. Impiegheremo spesso il veicolo in montagna o comunque su strade spesso innevate, ghiacciate o fangose? Per questi casi il mercato mette a disposizione pochi ma buoni furgoni con trazione 4x4. Più cari di listino, ma l’extra di prezzo si ripaga con la tranquillità alla guida. Prezzo di listino contro TCO Il prezzo di listino non è che un aspetto, uno dei tanti parametri da prendere in consi-

derazione al momento della scelta del furgone ideale. Conta naturalmente il TCO, il Total Cost of Ownership, che è una combinazione di molti elementi. Ad esempio i consumi. E sui dati dei consumi ufficiali forniti dalle case, troppo “di laboratorio”, si può fare affidamento solo in modo parziale. Conta la dotazione di sistemi di sicurezza, perché evitare un incidente significa eliminare preventivamente giorni di fermo macchina anche per piccole riparazioni. Conta il valore residuo che il mezzo potrà farci riavere una volta che decideremo per il rinnovo. Contano la durata e le condizioni di estensione della garanzia, i prezzi dei pezzi di ricambio – elemento fondamentale da non dimenticare – i costi della manutenzione ordinaria e straordinaria. La velocità e l’efficacia del servizio di officina della concessionaria, compresi giorni e orari di lavoro, l’estensione della rete delle altre officine autorizzate. Il dilemma dei gemelli Dopo tutte queste considerazioni, e dopo aver valutato attentamente tutti gli aspetti del lavoro da svolgere, ci si può ritrovare a dover scegliere tra più veicoli gemelli con gli stessi motori e le stesse carrozzerie. Se ci si ritrova in questa situazione, conviene continuare nel lavoro di selezione passando direttamente a visitare le concessionarie. La concorrenza tra le diverse reti di concessionarie che vendono lo stesso veicolo può giocare a favore di chi deve acquistare. Un giro per scoprire chi offre uno sconto maggiore sul prezzo di listino, chi aggiunge qual-

I veicoli commerciali. Quelli con un peso totale sotto le 3,5 tonnellate. Guidabili con la sola patente B, ma altamente professionali per il lavoro che possono svolgere. In Italia ne circolano poco più di 3 milioni e mezzo. Un parco consistente che è invecchiato notevolmente negli ultimi cinque anni a causa della crisi e della progressiva diminuzione delle immatricolazioni annuali, soprattutto nel biennio 2012–2013. Oggi In Italia, il 20% dei commerciali che circolano è ancora Euro 0 o Euro 1, e un altro 40% è Euro 2 ed Euro 3. Meno del 40% ha motori Euro 4, 5 e 6. Questi ultimi sono soltanto lo 0,3%. Il 2014 e il 2015 hanno comunque fatto registrare una crescita delle immatricolazioni, e le stime per il 2016 prevedono 154.000 immatricolazioni. Una quota molto lontana dai tempi d’oro, quando si superava abbondantemente la soglia dei 200.000 pezzi, ma comunque molto più positiva dei 101.000 veicoli immatricolati nel 2013. I dati del mese di gennaio 2016 confermano le stime di crescita: il primo mese dell’anno ha chiuso a 11.785 veicoli consegnati, +28% rispetto al dato di gennaio 2015. Forte elemento di crescita sono state le agevolazioni fiscali introdotte dal 15 ottobre scorso con la Legge di Stabilità, che consentono di portare in ammortamento il 140% del costo di acquisto dei beni strumentali. Già dal mese di novembre 2015 si sono visti gli effetti positivi sulle vendite di veicoli da lavoro, confermati poi dai risultati di dicembre e di gennaio.

che utile optional gratuitamente, per trattare su garanzia, durata e ampiezza della manutenzione programmata, può far pendere la bilancia a favore di un marchio rispetto a un altro. Anche la capillarità della rete di officine autorizzate è un elemento da considerare. Acquisto o noleggio Quale formula scegliere per ottenere il veicolo? Nel mondo dei veicoli commerciali, oltre ai finanziamenti classici, stanno progressivamente conquistando spazio le formule di leasing e anche quelle di noleggio a lungo termine. In particolare per quest’ultima formula sta crescendo di più l’interesse. Il noleggio a lungo termine è offerto da operatori specializzati, aziende che fanno parte di gruppi bancari e finanziari e anche da piccole realtà che sono nate in parallelo alle aziende alle quali forniscono i veicoli. I vantaggi del noleggio a lungo termine sono la certezza di una rata fissa, alla quale aggiungere solo il costo del gasolio, il non dover pensare ai tanti adempimenti burocratici, la possibilità di cambiare la composizione della flotta e degli allestimenti secondo il tipo di lavoro che si presenta. TIR189-2016 27


CITROËN JUMPER 3 passi 4 lunghezze 3 altezze PTT 2.800 - 3.000 - 3.300 - 3.500 kg

Il francese costruito in Italia Volumi di carico da 8 a 17 m3 Motori da 110, 130, 150 e 180 cv Trazione anteriore Prezzi da 22.320 a 34.620 euro iva esclusa

Il grande furgone della Citroën è il risultato del lungo e fortunato accordo tra Fiat e gruppo PSA, attivo da oltre vent’anni. Quest’ultima versione, con 4 lunghezze, tre passi e tre altezze, per un totale di 8 silhouette, offre un’ampia scelta di volumi di vano di carico per ogni tipo di trasporto. Quattro le varianti di potenza per

FIAT DUCATO

Anche alimentazione a metano Trazione anteriore Prezzi da 22.600 a 34.050 euro Da 33.450 a 37.250 euro per il Ducato a metano

Il modello best seller da sempre, il furgone più venduto e popolare sulle strade italiane. Gemello del Jumper e del Boxer, il Ducato è una vera gamma a sé per le tante possibilità di cucire il veicolo a misura delle proprie esigenze. Le portate vanno da un minimo di 830 kg a un massimo di 1.655 kg. I motori sono tutti multijet. Sulle versioni da 130 e 150 cavalli si può richiedere il sistema Start&Stop. Cambio a 5 o a 6 marce manuale o robotizzato Comfortmatic 6 marce. Sono disponibili 7 tipi diversi di so-

spensioni posteriori, per adattare il comportamento alla propria missione e al carico trasportato. Interessante la versione con motore a metano, una motorizzazione alternativa che da sempre è un cavallo di battaglia della Fiat.

2 passi 3 lunghezze 2 altezze PTT 2.900 - 3.100 - 3.300 - 3.500 Volumi di carico da 8,5 a 15,1 m3

Data di nascita: 1981 Produzione: Sevel Val di Sangro, Italia Versione attuale: dal 2014

60 anni di trasporto Motori 100, 125 e 155 cv Trazione anteriore e posteriore e 4x4 Prezzi da 23.250 a 32.000 euro Da 32.000 a 32.750 euro per il Transit 4x4

Ecco un nome che ha fatto la storia del mondo dei veicoli commerciali. Oltre 60 anni di vita, sempre all’avanguardia per soluzioni tecniche e versatilità. Con tre lunghezze e tre altezze, il Transit passa da poco più di 9 a poco più di 15 metri cubi di vano. Portate utili da 908 a 1.532 kg. Il Transit è stato il primo veicolo a rivoluzionare l’offerta sul mercato, propo28 TIR189-2016

due cilindrate: 2,2 e 3 litri HDi. Anche in questo caso l’ampia scelta di motori consente di adattare il veicolo alle proprie esigenze, dall’impiego urbano a quelli più lunghi e pesanti. Le portate vanno da un minimo di 880 kg a un massimo di 1.565 kg. Due versioni, le e-Hdi130 ed e-HDI 150 hanno la funzione Start&Stop per riduzioni di consumi di 0,5 litri ogni 100 km.

Il più amato dagli italiani

3 passi 4 lunghezze 3 altezze PTT 2.600 - 2.800 - 3.000 - 3.300 - 3.500 kg Volumi di carico da 8 a 17 m3 Motori euro 5 ed euro5+ 115, 130, 150 e 180 cv

FORD TRANSIT

Data di nascita: 1994 Produzione: Sevel Val di Sangro, Italia Versione attuale: dal 2014

Data di nascita: 1953 Produzione: Kocaeli, Turchia Versione attuale: nata nel 2014

nendo sullo stesso modello sia la versione a trazione anteriore che quella a trazione posteriore. A queste si aggiunge anche la AWD 4x4 con attuatore elettrodinamico. Buono il livello qualitativo generale, ampie le dotazioni di sicurezza, alle quali si può aggiungere anche il sistema Ford Sync che permette di gestire l’infotainment con la propria voce. Le versioni Econetic combinano le funzionalità del veicolo con le tecnologie presenti a bordo (Start&Stop, ricarica rigenerativa, limitatore di velocità, segnalazione cambio marce), per garantire minori consumi.


HYUNDAI H-350

L’ultimo arrivato ma grandi ambizioni

2 passi 2 lunghezze 1 altezza PTT 3.500 kg Volumi di carico da 10,5 e 12,9 m3 Motori da 150 e 170 cv

Trazione anteriore Prezzi a partire da 28.700 a 29.500 euro Data di nascita: 2015 Produzione: Bursa, Turchia

L’H-350 segna per la casa coreana lo sbarco in grande stile nel settore dei veicoli commerciali. L’obiettivo è quello di ripetere la conquista del gradimento della clientela così come è successo negli anni passati nel settore delle automobili. L’H-350 prodotto in Turchia è il chiaro frutto di un buono studio di tutta la concorrenza, un veicolo al 100% pensato per avere successo sul sofisticato mercato europeo. Linee eleganti, qualità

medio-alta, listino semplice con prezzi ragionati e poche versioni, solo quelle centrali. Portate utili di 1.260 e 1.346 kg. Vano di carico del modello a passo lungo può caricare fino a 5 europallet. I motori da 150 e 170 cavalli sono abbinati a un cambio manuale a 6 marce.

IVECO DAILY 3 passi 5 lunghezze 3 altezze PTT 3.300 - 3.500 kg Volumi di carico da 7,3 a 19,6 m3

Un vero robusto citycamion Motori 106, 126, 136 (metano), 145, 170 e 204 cv Alimentazione anche a metano ed elettrica Trazione posteriore Prezzi a partire da 25.350 a 40.950 euro

Daily vuol dire quotidiano. E questo best seller dell’Iveco da quasi quarant’anni viaggia quotidianamente sulle strade italiane ed europee. Un successo dovuto in larga parte al fatto che il Daily è un vero piccolo camion. La struttura, infatti, è quella tradizionale dei mezzi più pesanti, con il telaio a longheroni e le balestre e la trazione posteriore. Un po’ di tara in più,

MERCEDES SPRINTER

Versione attuale: dal 2015

Da 35.350 a 46.100 euro per il Daily a metano Data di nascita: 1978 Produzione: Suzzara, Italia Versione attuale: dal 2014

probabilmente, ma una robustezza che fa del Daily un veicolo multiruolo, perfetto per lavori difficili. Ampia la gamma con cinque motorizzazioni diesel (top di potenza a 205 cavalli), una a metano e anche una versione elettrica. Il tutto abbinato a tre passi, cinque lunghezze, tre altezze, tante volumetrie, una recente versione con cambio robotizzato Himatic. Razionale e ottimamente sfruttabile il vano di carico, che ha una soglia a soli 55 cm, nonostante l’ingombro della trazione posteriore.

Sicurezza ai massimi livelli

3 passi 4 lunghezze 3 altezze PTT 3.025 - 3.300 - 3.500 Volumi di carico da 7,5 a 15,5 m3 Motori 95, 129, 156 (metano), 163 e 190 cv

Alimentazione anche a metano Trazione posteriore e 4x4 Prezzi a partire da 23.291 a 38.400 euro Da 31.785 a 34.391 euro per lo Sprinter a metano

Ha da poco compiuto i suoi 20 anni di vita, lo Sprinter, e si può dire che poco e tanto è cambiato da allora. Poco perché lo Sprinter continua a essere un veicolo premium, dall’ottima qualità e confortevolezza, dalle eccellenti prestazioni e capacità di carico. Tanto è cambiato però, seguendo l’evoluzione tecnica del settore. Oggi lo Sprinter è lo stato dell’arte per quanto riguarda le motorizzazioni a basso impatto e per le dotazioni di sicurezza all’avanguardia. Trazione posteriore o integrale, diesel o metano, lo Sprinter, con un volume di carico massimo di 17 mc, capacità di carico da 850 a 1.350 kg, è

offerto in due versioni: la Executive e la Pro, quest’ultima più confortevole. La versione Blue Efficiency è quella che consuma di meno mettendo a frutto tutte le possibilità meccanicotecniche del veicolo Mercedes. Per chi è stanco di usare la frizione, c’è lo Sprinter con cambio automatico 7 marce 7G Tronic Plus.

Data di nascita: 1995 Produzione: Ludwigsfelde – Dusseldorf, Germania Versione attuale: dal 2014

TIR189-2016 29


NISSAN NV400 3 passi 3 lunghezze 3 altezze PTT 2.800 – 3.300 – 3.500 Volumi di carico da 8 a 17 m3

Il giapponese a misura d’Europa Motori 110, 125, 136, 150 e 163 cv Trazione anteriore e posteriore Prezzi a partire da 22.300 a 31.700 euro

Il più grande dei furgoni Nissan, costruito in Francia dalla Renault, ma con un quid Nissan che lo contraddistingue. Anche l’NV400, così come i suoi gemelli Renault e Opel, offre la scelta tra trazione anteriore e posteriore, che am-

OPEL MOVANO

Motori 110, 125, 135, 145 e 165 cv Trazione anteriore e posteriore Prezzi a partire da 23.350 a 33.100 euro

Eccolo, l’altro gemello del Renault Master. È il Movano della Opel, con ptt da 2880 a 3500 kg, portata utile da 891 a 1609 kg. I volumi di carico sono quelli classici per questa categoria di veicoli, e vanno da un minimo di 8 ad un massimo di 17 mc. L’architettura del veicolo è simile agli altri due gemelli: tre passi, quattro lunghezze e tre altezze. Trazione anteriore o posteriore. Ampia la scelta di potenze offerta dall’unico motore 2.3 CDTI, con cinque potenze tra 110 e 163 cavalli. Il Movano esiste in una versione Eco-

flex che mette insieme tutti i dispositivi per consumare meno gasolio, disponibile con motore 110 cv e cambio a 6 marce. Tanti gli accessori esterni per caricare merci particolari. Come per Master e NV400, ottima la disposizione degli spazi in cabina.

3 passi 4 lunghezze 3 altezze PTT 2.800 - 3.000 - 3.300 - 3.500 Volumi di carico da 8 a 17 m3

Data di nascita: 1998 Produzione: Batilly, Francia Versione attuale: dal 2014

Robusta razionalità Motori 110, 130, 150 e 180 cv Trazione anteriore e 4x4 Prezzi a partire da 22.370 a 34.670 euro

Insieme con il Fiat Ducato e il Citroen Jumper, il Boxer della Peugeot è tra i furgoni di maggior successo commerciale in Europa. Quattro lunghezze di carrozzeria, tre altezze di tetto, da abbinare a due motori diesel, da 2.2 e 3 litri per potenze di 110, 130, 150 e 180 cavalli. Due di questi, il 130 e il 150, sono proposti anche nelle versioni a basso consumo STT, 30 TIR189-2016

plia notevolmente la potenziale clientela. Tre passi, tre lunghezze e tre altezze aumentano la flessibilità di impiego dell’NV400 che ha volumetrie utili tra gli 8 e i 17 metri cubi e portate utili da 966 a 1.648 kg. Uno solo il motore, 2.3 dci francese, robusto e affidabile declinato in tre potenze: 100, 125 e 150 cv. Cambi manuali o robotizzati, entrambi a 6 marce. Eccellente la razionalità degli interni, identici a quelli degli altri veicoli gemelli con spazi a volontà piazzati tutti al punto giusto.

Versione Ecoflex minori consumi

3 passi 4 lunghezze 3 altezze PTT 2.800 – 3.300 – 3.500 Volumi di carico da 8 a 17 m3

PEUGEOT BOXER

Data di nascita: 2010 Produzione: Batilly, Francia Versione attuale: dal 2014

da 34.676 a 40.276 euro per le versioni 4x4 Data di nascita: 1994 Produzione: Sevel Val di Sangro, Italia Versione attuale: dal 2014

che approfittano dell’azione combinata di vari sistemi, a partire dallo Start&Stop e che fanno consumare mezzo litro in meno ogni 100 km percorsi. Pesi, portate e volumi sono identici a quelli dei due suoi gemelli: ptt da 2,8 a 3,5 tonnellate, volumi di carico da un minimo di 8 metri cubi ad un massimo di 17 metri cubi, portate utili tra i 955 e i 1645 kg. Il sistema di infotainment a bordo è quello comunemente adottato dall’accordo Fiat PSA.


RENAULT MASTER

Abitacolo a misura di lavoro

3 passi 4 lunghezze 3 altezze PTT 2.800 - 3.000 - 3.300 - 3.500 kg Volumi di carico da 8 a 17 m3

Motori da 110, 125, 135 e 165 cv Trazione anteriore e posteriore Prezzi a partire da 22.150 a 31.650 euro

Anche il Master può rientrare ormai a buon diritto tra i classici furgoni che hanno fatto la storia del mercato dei veicoli commerciali. Una prima generazione di Master fece la sua apparizione all’inizio degli anni 80. Poi, alla fine degli anni 90, arrivò la seconda generazione con l’accordo produttivo con la Opel, che in seguito si è esteso anche alla Nissan. Quest’ultima generazione, concepita nel 2010 e sostanziosamente rinnovata nel

2014, rappresenta un ben riuscito equilibrio tra razionalità ed ergonomia dello spazio in cabina e corretta scelta di motori, dCi ed Energy dCi Twin turbo, una scelta, quest’ultima, che offre prestazioni ottimali sia a bassi sia ad alti regimi. Classica l’offerta di tre passi, tre lunghezze e tre altezze per una volumetria utile che arriva a 17 m3. Portate utili da 878 a 1.609 kg. Molto utile la possibilità di scegliere lo stesso veicolo in trazione anteriore e posteriore.

RENAULT TRUCKS MASTER

Una rete a vocazione “pesante”

3 passi 3 lunghezze 3 altezze PTT 2.800 - 3.300 - 3.500 Volumi di carico da 8 a 16 m3

Motori 110, 125, 136, 150 e 163 cv Trazione anteriore e posteriore Prezzi a partire da 23.950 a 33.400 euro

La Renault Trucks commercializza esattamente lo stesso veicolo che viene venduto dalla rete Renault Auto. Renault Trucks ha un po’ la predilezione per i veicoli a trazione posteriore di impostazione più camionistica, con allestimenti specifici e utilizzati per lavori impegnativi, nell’edilizia o nel cava cantiere, ma la casa francese vende naturalmente anche la versione a trazione anteriore. Comunque in listino c’è naturalmente anche la versione furgone. La scelta di dimensioni è quella

classica del Master: 3 passi, 3 lunghezze e 3 altezze per una ampia varietà di volumi di carico. Le portate utili partono da 870 kg per arrivare fino a 1.492 kg. Le motorizzazioni offrono la scelta dei motori dCi e di quello dCi twin turbo.

VOLKSWAGEN CRAFTER 3 passi 4 lunghezze 2 altezze PTT 3.000 - 3.500 kg

Data di nascita: 1981. Produzione: Batilly, Francia Versione attuale: dal 2014

Data di nascita: 1981. Produzione: Batilly, Francia Versione attuale: dal 2014

La forza nel nome Volumi di carico da 7,5 a 17 m3 Motori 109, 114, 136 e 163 cv Trazione posteriore Prezzi a partire da 23.950 a 33.400 euro

Crafter: un nome che ha al suo interno la parola Kraft, che in tedesco significa forza. Ed effettivamente il furgone pesante della Volkswagen è un robusto strumento di lavoro, con volumi utili fino a 17 m3 e combinazioni coppia-potenza ben calibrate. Una sola la cilindrata messa a disposizione: due litri, con quattro livelli di potenza, da 109 a 163 cavalli. Due le trazioni, posteriore o 4x4 svilup-

Data di nascita: 2006 Produzione: Ludwigsfelde e Düsseldorf, Germania Versione attuale: dal 2014

pata in collaborazione con la tirolese Achleitner, specializzata in trazioni integrali anche per veicoli militari. Del Crafter è disponibile anche una versione BlueMotion per limitare i consumi di gasolio. Finora prodotto in cooperazione con la Mercedes, il Crafter sarà presto rinnovato. Il nuovo modello però sarà costruito solo dalla Volkswagen, che interromperà di comune accordo una pluriennale alleanza produttiva con l’altra casa tedesca. TIR189-2016 31


Fisco

Cosa ri Cordare

di Angelo Ciaravolo

Entro il prossimo 7 luglio dovrà essere presentato il 730 precompilato o tradizionale. Il modello può essere utilizzato dai lavoratori dipendenti, dai pensionati e dai soci di cooperative

- entro il pr essere pres ossimo 7 luglio dovr à e essere preco ntato il 730 che pu ò mpilato o tr adizionale. - Chi ricev e il potrà accett modello precompilato , a come gli v re la dichiarazione co ien sì oppure potr e proposta dal Fisc à modificar la o integrar o presentando la la tramite intermediari i Caf e g li abilitati. - Chi riceve il obbligato a 730 precompilato non u è di presenta tilizzarlo e può sceglier re la dich e ia redditi con le modalità razione dei ordinarie.

Il 730 apre la stagione della dichiarazione dei redditi D

isco verde per le dichiarazioni dei redditi. Sul sito internet www.agenziaentrate.it sono disponibili gratuitamente le versioni definitive dei modelli e delle istruzioni del 730, dell’Unico, dell’Iva e del 770. Il nuovo modello 730/2016 si presenta nella doppia versione (precompilato e tradizionale) per i lavoratori dipendenti e per i pensionati in possesso di determinati redditi. Il modello 730 è più semplice dell’Unico e offre per i contribuenti numerosi vantaggi: non si devono eseguire noiosi e complessi calcoli; l’eventuale rimborso delle imposte spettanti si riscuote in tempi rapidi (direttamente nella busta paga di luglio o nella rata di pensione di agosto o settembre); in caso di imposte a debito non occorre effettuare versamenti poiché provvede di-

32 TIR189-2016

rettamente il sostituto a trattenere le relative somme dalla retribuzione o dalla pensione. Altra nota positiva è che il modello 730, ordinario o precompilato, può essere presentato, in taluni casi, anche in forma congiunta con il proprio coniuge. Ricordiamo che la presentazione del 730 (direttamente all’Agenzia delle Entrate oppure al sostituto d’imposta, al Caf o a un professionista abilitato), dovrà avvenire entro il prossimo 7 luglio. Chi può compilare il modello 730/2016 Il modello (ordinario o precompilato) può essere utilizzato dai lavoratori dipendenti, dai pensionati e dai soci di cooperative di produzione e lavoro per dichiarare i seguenti redditi: di lavoro dipendente, assimilati a

quelli di lavoro dipendente, dei terreni e dei fabbricati, di capitale, di lavoro autonomo per i quali non è richiesta la partita Iva, altri redditi e alcuni dei redditi assoggettabili a tassazione separata. Ricordiamo che, in particolari casi, è necessario presentare la dichiarazione dei redditi soltanto con il modello Unico (ad esempio quando si possiede, oltre al reddito di lavoro dipendente, anche redditi di impresa e redditi derivanti dall’esercizio di arti o professioni). Il modello 730/2016 precompilato Anche quest’anno, l’Agenzia delle Entrate, a partire dal 15 aprile, metterà a disposizione dei contribuenti il modello 730 precompilato con tutti i dati forniti dal sostituto d’imposta nella cer-


Il modello 730 ordinario (non precompilato) Chi riceve il 730 precompilato non è obbligato a utilizzarlo. In alternativa, può liberamente scegliere di presentare la dichiarazione dei redditi con le modalità ordinarie (utilizzando il 730 tradizionale oppure l’Unico). Per quanto riguarda la presentazione va ricordato che il modello può essere presentato al sostituto d’imposta (già compilato), al Caf o ad un professionista abilitato, sempre entro il termine del 7 luglio. Chi non deve fare nulla Sono esonerati, in generale, dalla presentazione della dichiarazione dei redditi, i contribuenti non obbligati alla tenuta delle scritture contabili, che possiedono redditi per i quali è dovuta un’imposta non superiore a 10,33 euro e tutti coloro che possiedono esclusivamente i redditi derivanti dall’abitazione principale, dal lavoro dipendente o pensione (anche nel caso di possesso dell’abitazione principale), rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, alcuni redditi esenti (ad esempio, rendite erogate dall’Inail, pensioni di guerra, alcune borse di studio, ecc.). È altresì esonerato chi possiede esclusivamente redditi soggetti ad imposta sostitutiva o a ritenuta alla fonte a titolo di imposta (interessi sui conti correnti postali o bancari, ecc.). Va ricordato che l’esenzione scatta sol-

Le vostre domande

tificazione unica, dall’anagrafe tributaria (per i familiari a carico, le rendite immobiliari, i versamenti effettuati con il modello F24, ecc.) e da soggetti terzi (banche e assicurazioni, ecc.) per i dati relativi agli interessi sui mutui, ai premi assicurativi e contributi previdenziali e alle spese sanitarie. Per accedere alle informazioni fornite dall’amministrazione finanziaria occorrerà essere in possesso del codice Pin che può essere richiesto online o anche per telefono (al numero 848.800.444) oppure direttamente presso gli uffici finanziari. Il contribuente, entro il prossimo 7 luglio, potrà accettare la dichiarazione così come gli viene proposta dal Fisco e inviarla direttamente tramite il sito dell’Agenzia delle Entrate oppure potrà modificarla o integrarla presentandola tramite i Caf e gli intermediari abilitati.

TIR risponde ai vostri dubbi in materia di normativa fiscale ed amministrativa. Scrivete a redazione@rivistatir.it oppure TIR, Via C. B. Piazza, 8 - 00161 Roma

Omesso versamento delle imposte Mio padre, autotrasportatore, per aver omesso il versamento delle imposte ha ricevuto una cartella esattoriale comprensiva delle sanzioni in misura piena. Vorrei sapere se l’amministrazione era obbligata o meno ad inviare, prima della cartella, una comunicazione di irregolarità che offre il vantaggio del pagamento ridotto delle sanzioni. Salvatore Tullio Siracusa

di una società di autotrasporto (srl). Dal bilancio ho riscontrato un debito Iva molto rilevante. Vorrei sapere se posso essere coinvolto penalmente o se le responsabilità appartengono invece solo a chi mi ha preceduto. Luigi Perfetti Biella

Purtroppo, in questo caso, il comportamento dell’amministrazione finanziaria è corretto. In presenza di omessi o tardivi versamenti non è tenuta all’invio preventivo di una comunicazione di irregolarità che consente la riduzione a un terzo delle sanzioni se il contribuente versa entro trenta giorni dal ricevimento dell’irregolarità.

Comunicazione dati Iva Lo scorso 29 febbraio, ho inviato regolarmente il modello di comunicazione dei dati Iva annuali. Mi sono accorto però di aver escluso dal volume di affari il fatturato dell’ultimo trimestre che noi autotrasportatori rinviamo all’anno successivo ai fini Iva. Posso correggere l’errore? Raffaele Esposito Napoli

Mancato versamento Iva Cinque mesi fa sono stato nominato amministratore

tanto se i redditi sono stati corrisposti da un unico sostituto d’imposta, obbligato ad effettuare le ritenute di acconto oppure, se corrisposti da più sostituti, purché certificati dall’ultimo che ha effettuato il conguaglio. Altra condizione è che le detrazioni per coniuge e familiari a carico sono spettanti e non sono dovute le addizionali regionale e comunale. Ma l’esenzione, a determinate condizioni, può anche scattare per motivi di minimo reddituale (ad esempio, se il reddito da lavoro dipendente o assimilato, pensione, terreni, al netto dell’abitazione principale e relative pertinenze, è inferiore a 8 mila euro per chi ha meno di 75 anni; 7.750 euro per chi ha più di 75 anni, a condizione che il periodo

Le responsabilità, relativamente all’omesso versamento dell’Iva, potrebbero ricadere sulla sua persona se ha omesso il controllo della condotta del precedente amministratore.

di pensione non sia inferiore a 365 giorni; 7.500 euro per i pensionati a condizione che il periodo di pensione non sia inferiore a 365 giorni; 4.800 euro per attività non esercitate abitualmente o da lavoratori autonomi (redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente e altri redditi per i quali la detrazione prevista non è rapportata al periodo di lavoro); 500 euro per i redditi di terreni e fabbricati a condizione che il periodo di lavoro non sia inferiore a 365 giorni, ecc. Come e quando si può rettificare il 730 Quando il contribuente riscontra eventuali errori commessi da chi ha prestato l’assistenza fiscale, deve innanzitutto comunicarglielo il prima

Purtroppo, eventuali errori o omissioni non possono essere corretti in quanto trattasi di comunicazioni di dati e notizie e non di quelli tipici delle dichiarazioni. La sanzione prevista parte da un minimo di 250 a un massimo di duemila euro. Non congruità a studi di settore Sono un autotrasportatore che, per vari motivi, negli ultimi anni non è risultato congruo agli studi di settore. Non avendo ancora ricevuto alcun tipo di accertamento, vorrei sapere se e come posso rimediare. Carlo Vannucci Genova Per rimediare a eventuali errori e omissioni si può utilizzare lo strumento del ravvedimento operoso, senza alcun limite temporale. Relativamente agli studi di settore, dal suo “cassetto fiscale” potrà controllare i dati degli ultimi cinque anni e regolarsi di conseguenza.

possibile (ciò gli consentirà di elaborare un modello rettificativo). Se invece l’errore è stato commesso perché il contribuente non ha fornito tutti gli elementi da indicare nella dichiarazione, occorrerà integrare o rettificare la dichiarazione originaria. In tal caso si potrà verificare che le variazioni comportino un maggior credito o un minor debito (in queste ipotesi si potrà scegliere di presentare, entro il 25 ottobre, un nuovo modello integrativo di quello già inviato oppure presentare un modello Unico persone fisiche 2016, entro il 30 settembre, “correttiva nei termini”. Oppure, entro il termine previsto per la presentazione del modello Unico relativo all’anno successivo, “dichiarazione integrativa a favore”). TIR189-2016 33


Lavoro

di Mariangela Pagano

Fondo di integrazione salariale: tutte le istruzioni Per le aziende con più di 15 dipendenti è operativo il nuovo Fondo che garantisce due prestazioni: l’assegno di solidarietà e l’assegno ordinario

È

operativo il Fondo di Integrazione Salariale, che ha lo scopo di assicurare ai lavoratori, di imprese con più di 15 dipendenti e non rientranti nel campo di applicazione della normativa sulla cassa integrazione ordinaria e straordinaria, una tutela in costanza di rapporto di lavoro nei casi di riduzione o sospensione dell’attività lavorativa. Lo ha comunicato l’Inps con la circolare n. 22 del 4 febbraio, che ha anche precisato che perché il Fondo sia operativo anche per i datori di lavoro con più di 5 e sino a 15 dipendenti bisognerà aspettare un decreto ministeriale ad hoc. Il Fondo di Integrazione Salariale, che nella sostanza sostituisce il Fondo di Solidarietà Residuale istituito dalla Legge Fornero, si alimenta con i contributi che le imprese sono tenute a ver34 TIR189-2016

sare e che corrispondono allo 0,65% del monte salari del totale dei dipendenti, esclusi i dirigenti, per le imprese con oltre 15 dipendenti e allo 0,45% per i datori di lavoro che occupano da più di 5 a 15 dipendenti. Tale onere contributivo è ripartito per 2/3 a carico del datore di lavoro e 1/3 a carico dei lavoratori. È previsto anche un contributo addizionale, a solo carico del datore di lavoro che ricorra alle prestazioni del fondo, pari al 4% della retribuzione persa dal lavoratore sospeso a zero ore o a orario ridotto e le cui modalità di versamento saranno oggetto di future istruzioni da parte dell’Inps. Prestazioni garantite Il Fondo garantisce due prestazioni, quali: - l’assegno ordinario, riconosciuto nel limite di 26 settimane in un biennio mobile ai lavoratori di aziende con oltre 15 dipendenti e limitatamente alle causali per riorganizzazione e crisi aziendale. L’importo riconosciuto è pari al trattamento di integrazione salariale, che ammonta all’80% della retribuzione globale che sarebbe spettata al lavoratore per le ore di

lavoro non prestate, al netto dell’aliquota contributiva stabilita per gli apprendisti pari al 5,84%. L’azienda che intenda fruire di questa prestazione ne deve fare richiesta non prima di 30 giorni e non oltre il termine di 15 giorni dall’inizio della sospensione o riduzione dell’attività lavorativa. - l’assegno di solidarietà, riconosciuto per un massimo di 12 mesi in un biennio mobile a seguito della sottoscrizione di un accordo sindacale aziendale che stabilisca una riduzione dell’orario di lavoro al fine di evitare o ridurre le eccedenze di personale nel corso di una procedura di mobilità o al fine di evitare licenziamenti plurimi individuali per giustificato motivo oggettivo. Anche in tal caso la prestazione consiste in una indennità, pari al trattamento di integrazione salariale, garantita per eventi di riduzione di attività lavorativa verificatisi dal 1° gennaio 2016, in favore dei lavoratori dipendenti di datori di lavoro che occupano mediamente più di 15 dipendenti e dal 1° luglio 2016 per le aziende da 5 sino a 15 dipendenti. La domanda per richiedere la prestazione, va presentata entro 7 giorni dalla data di sottoscri-


Ebilog finanzia i corsi per la formazione obbligatoria Ebilog, l’ente bilaterale del settore logistica, spedizioni e trasporto merci, nell’ambito del piano delle attività messe in campo, finanzia i corsi per la formazione obbligatoria, intesa non solo quella sulla salute e sicurezza sui luoghi di lavoro di cui al Decreto Legislativo n. 81/2008, ma ogni altra materia obbligatoriamente prevista, nonché i corsi sulla guida sicura ed economica. Possono accedere al bando, reperibile sul sito internet www.ebilog.it, le aziende in regola con i versamenti ad Ebilog e che, al momento della presentazione della domanda, abbiano perfezionato l’adesione inviando le anagrafiche complete e aggiornate dei lavoratori. Le domande per accedere al finanziamento, che complessivamente non può superare 75 mila euro a impresa, devono essere presentate nell’arco temporale compreso tra lo scorso 15 febbraio e il 15 aprile 2016. Ebilog verificherà la rispondenza dei requisiti della domanda e pubblicherà, entro il 15 maggio 2016, sul proprio sito internet l’elenco delle domande ammesse. Una volta ammesso il piano formativo presentato, le attività formative potranno svolgersi entro un periodo massimo di 4 mesi e dovranno concludersi entro il 31 ottobre 2016. Entro 30 giorni dalla data di fine attività, e comunque non oltre il 30 novembre 2016, l’azienda deve rendicontare le spese sostenute. zione dell’accordo sindacale e la riduzione di attività deve avere inizio entro il trentesimo giorno successivo alla data di presentazione della domanda. Per richiedere tale prestazione di sostegno al reddito bisognerà però attendere dei chiarimenti operativi dell’Inps. Come chiedere l’intervento del Fondo Per richiedere l’intervento del Fondo, le aziende dovranno inoltrare telematicamente le domande all’Inps territorialmente competente in relazione all’unità produttiva interessata, indicando e allegando tutta una serie di informazioni, reperibili sul sito internet www.inps.it nei Servizi OnLine accessibili per la tipologia di utente “Aziende, consulenti e professionisti”, alla voce “Servizi per aziende e consulenti”, opzione “CIG e Fondi di solidarietà”, opzione “Fondi di solidarietà”. Salvo che per l’anno in corso, le prestazioni sono garantite nei limiti delle risorse finanziarie acquisite al fondo stesso e secondo dei tetti massimi per ciascun datore di lavoro. Normalmente le integrazioni salariali sono corrisposte dall’im-

presa ai propri dipendenti; l’importo anticipato sarà poi rimborsato o conguagliato dall’Inps. A tal fine l’azienda, a pena di decadenza, deve chiedere il rimborso o il conguaglio della prestazione entro sei mesi dalla fine del periodo di paga in corso alla scadenza del termine di durata della concessione o dalla data del provvedimento di concessione se successivo. Per i trattamenti conclusi prima del 24 settembre 2015 i sei mesi decorrono a partire da quella data. In presenza di serie e documentate difficoltà finanziare dell’impresa che impediscono il pagamento dell’integrazione ai lavoratori da parte del datore di lavoro, la sede Inps territorialmente competente può autorizzare il pagamento diretto. Da ultimo si evidenzia che il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, con una precisazione dello scorso 11 febbraio, ha sottolineato che, per l’anno 2016, le aziende che rientrano nel campo di applicazione della normativa sul Fondo di Integrazione Salariale possono scegliere di accedere agli ammortizzatori sociali in deroga o alle prestazioni previste dal Fondo di Integrazione Salariale.

Distacco: chiarimenti dal ministero del Lavoro Il ministero del Lavoro, con nota del 20 gennaio 2016, n. 1, ha fornito dei chiarimenti in merito alla corretta interpretazione dell’articolo 30, Decreto Legislativo n. 276/2003 (Legge Biagi), circa la disciplina in materia di distacco dei lavoratori, in particolare quando lo stesso si concretizzi nell’ambito di un gruppo di imprese. Il distacco si configura quando un datore di lavoro, per soddisfare un proprio interesse, pone temporaneamente uno o più lavoratori a disposizione di altro soggetto per l’esecuzione di una determinata attività lavorativa. L’interesse deve essere specifico, rilevante, concreto e persistente, accertato caso per caso, in base alla natura dell’attività espletata, potendo ad ogni modo coincidere con qualsiasi tipo di interesse produttivo dell’impresa distaccante, anche di carattere non economico. Il ministero del Lavoro ritiene possibile che in caso di ricorso all’istituto del distacco tra le società appartenenti al medesimo gruppo di imprese, ferma restando l’autonomia giuridica dei soggetti che ne fanno parte, ricorrendo, quanto meno, le condizioni di cui all’art. 2359, comma 1, c.c., l’interesse della società distaccante possa coincidere nel comune interesse perseguito dal gruppo. Inoltre, il Dicastero precisa che, in caso di contratto di rete, ai fini della sussistenza dell’interesse al distacco tra imprese aderenti alla rete, risulta sufficiente verificare l’esistenza di un contratto di rete tra il distaccante e il distaccatario, senza procedere a un riscontro puntuale dell’interesse concretamente perseguito dal distaccante. Ciò in quanto la rete si propone, in attuazione di un programma condiviso tra le imprese aderenti, di realizzare obiettivi comuni. TIR189-2016 35


Normative

di Andrea Giuli

Ancora pochi mesi per rinnovare la CQC Tutti gli autisti in possesso della carta di qualificazione del conducente ottenuta per anzianità sono obbligati a rinnovarla entro il 9 settembre. La durata del corso è di 35 ore

E

ntro il 9 settembre 2016, tutti i conducenti in possesso della CQC per trasporto di cose ottenuta per anzianità devono provvedere al rinnovo quinquennale. Lo prevede l’articolo 20 del Decreto Legislativo 286/2005 che – nel recepire la Direttiva comunitaria 2003/59, sulla qualificazione iniziale e periodica degli autisti professionali – subordina il rinnovo della carta di qualificazione del conducente (CQC) alla frequenza obbligatoria di un corso di formazione della durata di 35 ore. In tal modo, anche i conducenti che hanno avuto la CQC d’ufficio, o meglio per documentazione e senza sostenere alcuna qualificazione iniziale, dovranno ora sottoporsi a uno specifico corso di aggiornamento periodico, finalizzato al perfezio36 TIR189-2016

namento delle loro conoscenze di guida, in particolare quelle sulla sicurezza stradale e la razionalizzazione del consumo di carburante. Secondo i dati ministeriali, il rinnovo riguarderebbe ancora un quinto dei conducenti che hanno ottenuto la CQC d’ufficio, in quanto la maggior parte ha già provveduto a rinnovarla. Alla scadenza del 9 settembre 2016 non sono invece interessati tutti i neo patentati categoria C, che hanno conseguito la CQC per esame dal 10 settembre 2009. Costoro devono rinnovare la carta di qualificazione ogni cinque anni, a partire dal giorno del conseguimento. Corso di rinnovo Come anticipato, il corso di rinnovo deve essere frequentato da tutti coloro che hanno ottenuto la CQC trasporto cose per anzianità, con il rilascio diretto da parte degli uffici della Motorizzazione, quale diritto acquisito, per essere in possesso della patente di categoria C alla data del 9 settembre 2009.

Tutti gli autisti che si trovano in questa situazione, verificabile per essere alternativamente in possesso di: - CQC formato card, con indicata la scadenza del 9 settembre 2014 (poi prorogata automaticamente di due anni al 9.9.2016, con Decreto Dirigenziale 6 agosto 2013) o di - patenteCQC, cioè la patente di guida unificata con la carta di qualificazione, mediante l’inserimento (sul retro) della dicitura codice unionale armonizzato “95”, che testimonia appunto il possesso della CQC, con a fianco indicata la scadenza del 9 settembre 2016 (le patentiCQC sono state rilasciate a partire dalla seconda metà del 2013, in forza dei Decreti Legislativi n. 59/2011 e 2/2013 a coloro che hanno rinnovato la patente dopo quella data o ne hanno richiesto un duplicato); - devono rinnovare la CQC prima della sua scadenza, per poter continuare regolarmente a svolgere l’attività di conducente di veicoli adibiti al trasporto di merci di massa complessiva superiore a 3,5 tonnellate.


l’obbligo di superare l’esame di merito per poterla rinnovare.

La durata del corso è fissata in 35 ore, da svolgersi tutte in aula, secondo un programma che prevede cinque moduli da 7 ore ciascuno: - due sono svolti da un insegnante di scuola guida (dispositivi del veicolo e norme di comportamento del conducente); - un modulo è impartito da un medico (quello sui rischi professionali della guida); - due sono tenuti da un esperto di organizzazione delle imprese di autotrasporto merci (carico e scarico della merce e normativa del trasporto di cose). Durata dei corsi In base alle ultime disposizioni (DM 20/9/2013 e circolari 3 aprile e 29 maggio 2014), i corsi di rinnovo possono avere al massimo 35 partecipanti e, seppur svolti con l’ausilio di materiale didattico multimediale, dovranno registrare sempre la presenza in aula dei docenti competenti per la materia insegnata, che per almeno due ore dovranno verificare lo stato di apprendimento dei corsisti. I corsi vanno poi svolti intera-

mente, per le 35 ore della loro durata, nell’arco di tempo comunicato al competente ufficio della Motorizzazione. Non ha difatti trovato sinora attuazione – per questo primo rinnovo quinquennale – la proposta di diluire le 35 ore del programma nei cinque anni della validità della carta, svolgendo ad esempio 7 ore per ogni anno (da quanto appreso per le vie brevi, questa proposta potrebbe essere approvata per il futuro rinnovo quinquennale). Durante la frequenza il conducente non potrà essere assente per oltre dieci ore, pena la ripetizione dell’intero corso. Nel caso sia assente per un massimo di 3 ore, non dovrà recuperare alcuna lezione, mentre laddove manchi per più di tre ore avrà l’obbligo di recuperare tutte le ore di assenza (ad es. il corsista assente per 5 ore di corso deve recuperarle tutte e 5, per avere l’attestato necessario al rinnovo della CQC). Alla fine del corso, il conducente in regola con le ore di presenza otterrà un attestato di frequenza valido per il rinnovo

della CQC. Al riguardo va precisato che, in base alla circolare ministeriale 3/4/2014, il termine iniziale della CQC così rinnovata decorre dalla data di presentazione dell’istanza di rinnovo all’ufficio della Motorizzazione. Per cui la prossima scadenza quinquennale della CQC non cadrà, per tutti gli interessati, alla stessa data, come accaduto per questa prima tornata, in cui tutte le CQC trasporto cose rilasciate per anzianità avevano la medesima scadenza. Da ultimo va segnalato che il corso di rinnovo può, eccezionalmente, essere frequentato anche nei due anni successivi alla validità della carta: in tal caso, però, la CQC sarà rinnovata solo dalla data dell’attestato di frequenza al corso e nel periodo intercorrente, tra la scadenza della CQC e la data di rilascio dell’attestato, il conducente non potrà guidare regolarmente i veicoli adibiti al trasporto di cose. Nel caso in cui il corso di rinnovo venga frequentato oltre i due anni dalla scadenza della CQC, il conducente avrà anche

Sanzione per circolazione con CQC scaduta L’articolo 126, comma 11, del Codice della Strada sanziona chiunque guida professionalmente veicoli adibiti al trasporto di cose di massa superiore a 3,5 tonnellate con CQC scaduta di validità, con una sanzione pecuniaria di 155 euro e il ritiro della stessa CQC. Al riguardo occorre tuttavia specificare che se la violazione è commessa da un autista titolare di “patenteCQC”, non potendo ritirare allo stesso anche la patente di guida, se questa è in corso di validità, l’agente verbalizzerà che la CQC si intende ritirata per successivo rinnovo (cfr. nota ministero Interno del 25 gennaio 2013). In tal caso, al conducente viene fatto divieto di continuare a guidare automezzi per il trasporto merci fino al regolare rinnovo della CQC. Se nonostante il “virtuale” ritiro della CQC, il conducente continua a guidare con CQC scaduta, si applica la sanzione maggiore prevista dall’articolo 216, comma 6 dello stesso Codice, che prevede una multa di 2.004 euro e il fermo amministrativo del veicolo per 3 mesi, nonché, in caso di reiterate infrazioni, anche la confisca del mezzo. Va infine evidenziato che un’ipotesi analoga alla guida con CQC scaduta è quella della perdita totale del punteggio sulla carta di qualificazione, di cui all’art. 126-bis del Codice Stradale. In tale ipotesi, il conducente deve sottoporsi a nuovo esame per il conseguimento della CQC (esame a quiz: con 60 quesiti per la parte generale e 60 per quella specifica del trasporto di cose), prima di poter riprendere regolarmente l’attività di conducente professionale di veicoli adibiti al trasporto di cose. Prima di arrivare alla perdita totale del punteggio, che peraltro si suggerisce di controllare periodicamente, chiamando il numero verde del Ministero (848-782-782) o collegandosi al sito internet www.ilportaledellautomoblista.it, il conducente che abbia perso la maggior parte dei suoi punti, può riottenerli in parte, seguendo uno specifico corso, della durata di 20 ore, con cui recuperare sino a 9 punti persi. TIR189-2016 37


Normative

Codice della Strada: chiarimenti dagli Interni Precisazioni sulla depenalizzazione del reato di guida senza patente e sulle disposizioni della Legge di Stabilità 2016 che hanno prodotto riflessi sul CdS

T

orniamo sull’argomento della depenalizzazione del reato di guida senza patente, già affrontato nel numero scorso della rivista, per segnalare che il ministero dell’Interno ha fornito importanti chiarimenti su questa novità che, com’è noto, è scaturita dall’entrata in vigore del D.Lgs. 8 del 15 gennaio 2016, in vigore dal 6 febbraio scorso. Questo provvedimento ha infatti previsto la trasformazione in illeciti amministrativi di tutti quei reati che, fino a quella data, comportavano delle conseguenze penali con l’applicazione della multa e dell’ammenda. Per il reato di guida senza aver ottenuto la corrispondente patente, la depenalizzazione ha determinato la sostituzione della 38 TIR189-2016

precedente sanzione di tipo penale (ammenda da 2257 euro a 9032 euro, prevista art. 116, comma 15 del CdS) con la nuova sanzione amministrativa del pagamento di una somma di denaro da 5.000 a 30.000 euro insieme, come vedremo più avanti, alla misura accessoria del fermo del veicolo per tre mesi. I chiarimenti degli Interni Nella circolare il Ministero specifica che nell’ambito della guida senza patente, la depenalizzazione ha interessato la guida: l senza essere munito di patente perché mai conseguita oppure perché revocata con provvedimento definitivo già notificato al diretto interessato; l con patente non rinnovata a causa del mancato superamento della visita medica di conferma di validità o di revisione per accertata mancanza dei requisiti fisici richiesti dalle norme, anche in attesa del formale provvedimento di revoca del titolo di guida; l con patente di categoria diversa da quella prescritta, tranne per i casi riportati all’art. 116, comma 15 bis del CdS che, anche in pre-

cedenza, comportavano delle sanzioni amministrative. Si tratta, ad esempio, del titolare di patente “C1” trovato alla guida di un mezzo per il quale occorre l’abilitazione di tipo “C”. La depenalizzazione ha interessato anche altre norme del CdS collegate alla norma generale dell’art. 116, comma 15 prima citata. Si tratta, in particolare, della guida: l di macchina agricola o operatrice senza patente o con patente diversa (art. 124, comma 4 CdS); l di veicoli da parte del titolare di patente estera, nonostante il provvedimento di inibizione della guida in Italia (art. 135, comma 7 e 136 ter, comma 3 CdS); l con patente estera, diversa da patente UE o SEE, scaduta di validità da parte di persona residente in Italia da oltre un anno (art. 135, comma 11). Procedura Dal punto di vista procedurale, gli illeciti depenalizzati rimangono soggetti alle disposizioni del Codice della Strada. Ciò de-


termina importanti conseguenze, per quanto riguarda l’applicazione: l del pagamento dell’importo in misura ridotta (5.000 euro) entro 60 giorni, fatta eccezione per la guida di macchine agricole o di macchine operatrici senza patente. Rimane ferma l’applicazione della misura accessoria del fermo amministrativo del veicolo per tre mesi, (art. 116, comma 17 del CdS), a meno che questa misura non sia applicabile perché, ad esempio, la circolazione è avvenuta contro la volontà del proprietario; l della decurtazione della sanzione del 30% (per cui, nella fattispecie, la somma da pagare scenderebbe a 3.500 euro), in caso di pagamento entro 5 giorni dalla contestazione o dalla notifica dell’illecito. Se il fermo del veicolo non può essere applicato, l’importo della sanzione in misura ridotta va corrisposto per intero. Recidiva In caso di recidiva nel biennio, il fatto riacquista rilevanza penale e comporta la pena dell’arresto fino a un anno. Su questo aspetto, il

Ministero ha effettuato una precisazione molto importante: a seguito della disposizione di coordinamento contenuta nell’art. 5 del D.Lgs. 8/2016 (secondo la quale per recidiva deve intendersi la “reiterazione dell’illecito depenalizzato”), la recidiva rilevante ai fini dell’arresto non scatta in presenza di condanne per il reato di guida senza patente, pronunciate prima della depenalizzazione. Inoltre, la reiterazione non opera quando, nel momento in cui si commette il secondo illecito della stessa specie, il primo non sia stato ancora giudicato con provvedimento definitivo oppure sia stato oggetto di pagamento in misura ridotta. La ripetizione della guida senza patente dopo l’entrata in vigore della depenalizzazione (quindi, dal 6 febbraio in poi) determina sempre la confisca del veicolo anche quando, alla luce di quanto scritto nel punto precedente, non costituisca una reiterazione utile a determinare l’arresto del responsabile. L’accertamento della guida senza patente comporta, nei confronti del proprietario del veicolo o di chiunque ne abbia la materiale disponibilità, la contestazione dell’incauto affidamento ai sensi dell’art. 116, comma 14 CdS (a meno che la circolazione non sia avvenuta contro la sua volontà). Infine, la depenalizzazione coinvolge anche gli illeciti commessi prima del 6 febbraio.

l’art.1, comma 653 della Legge di Stabilità). - della modifica dell’art. 103 CdS, che ha introdotto una nuova disciplina per la definitiva esportazione del veicolo all’estero. Nuove ipotesi di infrazione accertabili da remoto In merito alle altre previsioni della Stabilità, la circolare degli Interni ha approfondito la modifica del comma 1 bis dell’art. 201 del CdS (contenuta nell’art.1, comma 597 della Stabilità), grazie alla quale sono state previste nuove ipotesi di infrazioni al CdS accertabili da remoto con apposite apparecchiature, senza che sia richiesta la presenza dell’agente di Polizia. Infatti, a quelle già contenute nella lettera g bis della norma, sono state aggiunte la mancata revisione (art. 80 CdS), la mancanza di copertura assicurativa (art. 193 CdS) e, infine, il sovraccarico di veicoli (art. 167 CdS). Il Ministero ha evidenziato che questa norma non è operativa tenuto conto che, al momento, le apparecchiature di rilevazione automatica esistenti non sono state approvate per accertare da remoto anche queste nuove violazioni del CdS. Peraltro, il Ministero ha ricordato che le norme vigenti (in par-

ticolare l’art. 193, commi dal 4 ter al 4 quinquies) permettono agli agenti accertatori di verificare la validità della copertura rca del veicolo, partendo dall’accertamento di una diversa violazione del CdS effettuato da remoto mediante apposite apparecchiature (es. quelle per il controllo della velocità, dell’accesso in ZTL ecc.). Sempre a proposito della verifica della copertura rca, la nota ha ricordato agli agenti che, nei contratti di assicurazione conclusi a distanza, la trasmissione del certificato di assicurazione può avvenire su supporto cartaceo tramite posta oppure, se il contraente ha dato l’assenso, anche tramite posta elettronica; pertanto, in quest’ultima evenienza, in occasione del controllo su strada l’interessato non potrà esibire il certificato in originale, ma soltanto una copia stampata del file inviato dalla compagnia assicurativa. Infine, per il divieto di fumo in auto, la circolare ha ricordato che scatta nei confronti del conducente, in presenza di minori di anni 18 e di donne in stato di gravidanza. Per il trasgressore, si applica una sanzione pecuniaria da 27,50 a 275 euro, raddoppiata quando la violazione avvenga in presenza di una donna in evidente stato di gravidanza o di bambini fino a 12 anni.

Nuove disposizioni in materia di circolazione stradale e divieto di fumo Con una circolare dell’11 febbraio, il ministero dell’Interno ha dettato dei chiarimenti in merito alle disposizioni della Legge di Stabilità del 2016 (Legge 208/2015) che hanno prodotto riflessi sul Codice della Strada, nonché sull’applicazione del nuovo divieto di fumo in auto introdotto dal D.Lgs. 6 del 12 gennaio 2016 in presenza di minori e di donne in stato interessante. Per quanto riguarda la Legge di Stabilità, la nota ha premesso di non occuparsi di due importanti tematiche di interesse dell’autotrasporto, sulle quali ha preannunciato l’emanazione, a breve, di specifici chiarimenti da parte delle istituzioni coinvolte. Si tratta, in particolare: - dell’obbligo, per i conducenti di mezzi pesanti, di esibire la documentazione del trasporto internazionale in corso di svolgimento (si tratta del nuovo art. 46 ter della Legge 298/1974, introdotto dalTIR189-2016 39


Normative

Rimborso delle accise: le novità delle Dogane Per il trasporto merci conto terzi, tra le forme costituite ammesse al beneficio sono state incluse anche l’usufrutto, il comodato e l’acquisto con patto di riservato dominio

L’

Agenzia delle Dogane, in risposta ad alcuni quesiti, con la circolare n. 4/D del 23 febbraio scorso ha fornito importanti precisazioni sulla misura del recupero delle accise, salutata con estremo favore dalla categoria degli autotrasportatori. In prima battuta, per le imprese di autotrasporto merci per conto di terzi, l’Agenzia ha finalmente incluso tra le forme di disponibilità dei veicoli ammesse al beneficio quelle costituite dall’usufrutto, dal comodato e dall’acquisto con patto di riservato dominio. Queste, pertanto, si affiancano a quelle canoniche già previste dall’art. 3, comma 6 del DPR 277/2000 (si tratta della proprietà, della locazione senza conducente e del leasing finanziario). Viceversa, per il trasporto in 40 TIR189-2016

conto proprio, la formulazione dell’art. 31 della Legge 298/1974 esclude dalle forme di disponibilità dei mezzi consentite la locazione e il comodato. Per i veicoli in comodato, l’impresa richiedente deve esibire il contratto scritto debitamente registrato dall’Agenzia delle Entrate e la copia vistata della dichiarazione sostitutiva resa all’ufficio della Motorizzazione civile (allegato 3 della circolare MIT 4/2011). Per i noli a freddo (che, a una prima lettura della nota, sembrano dar vita a una categoria a sé stante dalla locazione senza conducente, a cui si ricorre per far fronte “ad esigenze occasionali”), ferme restando le condizioni di ammissibilità previste per la locazione senza conducente, il reale utilizzatore del mezzo può richiedere il rimborso delle accise purché, nel periodo di utilizzo, abbia avuto il possesso esclusivo del veicolo e il contratto sia stato debitamente registrato; a questo proposito, la nota richiama l’obbligatorietà della compilazione dei campi “Data inizio possesso” e “Data fine possesso” del quadro A-1 del modello di domanda. Non è consentita, invece, la cessione di autoveicoli a titolo di sublocazione o subcomodato,

trattandosi di figure non consentite dalle attuali norme. Per indicare le nuove forme di possesso del veicolo nel modello di domanda, in attesa che venga aggiornato il software di compilazione, l’Agenzia ha fornito le seguenti indicazioni: a) per indicare l’usufrutto, utilizzare la lettera A=proprietà; b) per indicare l’acquisto con patto di riservato dominio, utilizzare la lettera B=Locazione con facoltà di compera (leasing); c) per indicare il comodato senza conducente, utilizzare la lettera C= locazione senza conducente. Altra importante apertura dell’Agenzia è stata data sui veicoli posseduti a titolo di locazione senza conducente e dati in locazione da un soggetto (il locatore) che, a sua volta, ne ha ottenuto la disponibilità in base a un distinto contratto di leasing. Fino ad oggi, si riteneva che quest’operazione presentasse le caratteristiche della sublocazione che, come abbiamo visto, non consente di richiedere la misura. Ora l’Agenzia ha riconsiderato il suo orientamento, affermando che in questa operazione non ri-


Ue-Svizzera: aggiornamento sul trasporto stradale e ferroviario

Virus Zika: le misure per evitare l’introduzione di zanzare A causa della diffusione del virus Zika in America Centrale e in America del Sud, il ministero della Salute italiano ha diramato una nota rivolta anche a chi effettua trasporti internazionali con una serie di misure utili ad evitare l’introduzione di zanzare infette attraverso i trasporti di mezzi e di merci. “Le merci che possono rappresentare un rischio per l’importazione di zanzare infette – si legge nella nota – debbono essere accompagnate da certificazioni che attestino l’avvenuta disinfestazione al momento della loro spedizione dalle aree affette, oppure siano sottoposte, a cura e spese degli importatori, ad appropriati trattamenti di disinsettazione con insetticidi ad azione residua prima della loro nazionalizzazione”.

corrono gli estremi della sublocazione visto che uno dei soggetti coinvolti nell’operazione (la società di leasing) non è un’impresa di autotrasporto conto terzi. Peraltro, per la certezza del titolo di possesso dell’autoveicolo, è necessario che la società di leasing dia il proprio assenso all’operazione di locazione, che può essere fornito anche in via preventiva all’interno del contratto di leasing. Altra situazione analizzata nella nota, è quella che si verifica negli impianti di distribuzione che fanno capo al consorzio, utilizzati per rifornire di gasolio sia i veicoli del consorzio medesimo sia quelli dei singoli consorziati. L’operazione è di per sé legittima, fermo restando che i soggetti coinvolti (quindi il consorzio e consorziati) che intendano chiedere il recupero delle accise, devono presentare all’Agenzia delle Dogane delle domande separate. Inoltre, l’Agenzia ha dettato alcuni accorgimenti tecnici da rispettare in fase di compilazione dei modelli. In particolare: il consorziato, nel quadro A-1, riferisce il totale dei litri consumati al numero delle fatture emesse dal consorzio nei suoi confronti all’atto del

rifornimento di gasolio, con gli estremi del veicolo rifornito. A sua volta il consorzio, nell’esporre all’interno del quadro B il totale dei litri fatturati, deve riferirsi alle fatture emesse dal fornitore del gasolio all’atto dell’acquisto del carburante. Questo dato verrà poi ripartito tra gli automezzi facenti capo al consorzio in termini di litri consumati, al netto dei litri già dichiarati dagli esercenti consorziati nelle rispettive dichiarazioni. Infine, l’Agenzia ha ammesso alla misura le società subentrate ad altra impresa nell’esercizio dell’attività di trasporto merci, in virtù di conferimento d’azienda o di fusione societaria, relativamente ai consumi di gasolio su autoveicoli che costituiscono il complesso aziendale trasferito. In questo caso, alla dichiarazione andranno allegate la copia autentica dell’atto notarile di conferimento o di fusione e una specifica comunicazione con i dati identificativi degli autoveicoli e gli estremi delle fatture d’acquisto del gasolio intestati al precedente esercente. La stessa procedura vige anche nei casi di contratti di affitto di azienda, in ordine agli autoveicoli che costituiscono beni strumentali per l’esercizio dell’attività di trasporto.

Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Divisione 4) ha reso noto l’entrata in vigore della Decisione 1/2016 del Comitato Trasporti Terrestri Comunità–Svizzera del 16 dicembre 2015 (pubblicata sulla Gazzetta dell’Unione europea del 29 gennaio 2016), che ha sostituito alcuni allegati dell’accordo Ue/Svizzera per tener conto, tra l’altro, delle novità intervenute sulla licenza comunitaria per i trasporti internazionali dopo l’entrata in vigore, dal 4 dicembre 2011, del Regolamento europeo 1072/2009. In particolare, per quello che interessa più da vicino l’autotrasporto di merci, la Decisione concede un periodo transitorio fino al 31 dicembre 2017, fino al quale rimangono ancora esentati dalla licenza comunitaria i trasporti di merci effettuati con veicoli immatricolati in Svizzera, con massa complessiva a pieno carico (inclusa quella dei rimorchi) compresa tra le 3,5 Ton e le 6 Ton. Infatti, la precedente normativa in materia (il Regolamento CEE 881/1992) esonerava questi trasporti dal possesso della licenza per cui l’accordo Ue/Svizzera, in vigore dal 1° gennaio 2002, altro non faceva che prendere atto di questa situazione. Situazione cambiata dopo l’entrata in vigore della nuova disciplina contenuta nel Regolamento europeo 1072/2009, giacché l’obbligo della licenza comunitaria è stato esteso anche ai trasporti intracomunitari eseguiti con veicoli di massa superiore alle 3,5 Ton; per questo motivo si è resa necessaria la modifica dell’accordo prevedendo, tuttavia, un congruo periodo transitorio (come detto, fino al 31.12.2017) che permetterà ai vettori elvetici di adeguarsi senza eccessivi traumi. Nulla è cambiato per i veicoli immatricolati nella Ue di massa superiore alle 3,5 Ton, che potranno effettuare trasporti da e per la Svizzera purché abbiano a bordo la copia conforme della licenza comunitaria. Inoltre, nulla è stato innovato a proposito: dell’esonero, per i vettori delle due parti, dall’obbligo di essere muniti dell’attestato di conducente; del divieto di cabotaggio sia per i vettori della Ue in Svizzera sia per i vettori svizzeri nella Ue.

Tachigrafo: obbligo di formazione per gli autisti Dal 2 marzo sono entrate in vigore la seconda parte delle disposizioni stabilite dal Regolamento Ue n. 165/2014 in merito ai cronotachigrafi nel settore dei trasporti su strada. In particolare, scatta per le imprese l’obbligo della formazione degli autisti, previsto nell’art. 33 del Regolamento. Le imprese di trasporto devono quindi garantire ai propri conducenti formazione e istruzioni adeguate per quanto riguarda il buon funzionamento dei tachigrafi, sia digitali che analogici. Inoltre devono essere effettuati controlli periodici per garantire che tali strumenti vengano utilizzati correttamente e che non sia fornito alcun incentivo che possa incoraggiare un uso improprio dei tachigrafi. La normativa prevede che le imprese di trasporto siano responsabili per le infrazioni al Regolamento commesse dai propri conducenti. Tuttavia viene lasciata la possibilità a ciascuno Stato di limitare tale responsabilità a due casi: quando l’azienda non assolve al compito di formare gli autisti e quando viola le disposizioni dell’art. 10, par. 1-2, del Reg. n. 561/2006 in tre modi, ovvero collegando la retribuzione dei propri conducenti in base alle distanze percorse e/o al volume delle merci trasportate, in modo tale da compromettere la sicurezza stradale; organizzando l’attività dei conducenti in maniera tale che non vengano rispettate le norme sui tempi di guida e di riposo e sul tachigrafo; non fornendo agli autisti le opportune istruzioni per il rispetto. TIR189-2016 41


In base a quanto stabilito dalla Legge di Stabilità 2015, il ministero dei Trasporti ha pubblicato sul proprio sito i valori indicativi di riferimento dei costi di esercizio dell’impresa di trasporto conto terzi. Ecco il costo per litro del gasolio di gennaio

La legge 23 dicembre 2014, n. 190, ovvero la Legge di Stabilità 2015, all’articolo 1, comma 250, stabisce che il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è tenuto a pubblicare e ad aggiornare nel proprio sito internet i “valori indicativi di riferimento dei costi di esercizio dell’impresa di trasporto per conto di terzi”. Il Ministero ha provveduto alla pubblicazione in data 24 febbraio 2015 e successivamente alla pubblicazione, con cadenza mensile, del valore aggiornato del costo del gasolio. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato, con parere n. S 2136, ha però voluto segnalare i potenziali effetti distorsivi sulle dinamiche concorrenziali che potrebbero prodursi per effetto della pubblicazione di cui sopra. Il Ministero, quindi, preso atto di quanto rappresentato dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato, ha inizialmente provveduto a sospendere la pubblicazione dell’aggiornamento dei valori in parola. In seguito però, al fine di dare comunque attuazione alla norma di legge evitando anche solo potenziali effetti negativi sulla concorrenza nel settore, ha deciso di provvedere ad una nuova pubblicazione ai sensi dell’articolo 1, comma 250 della legge 23 dicembre 2014, n. 190 attenta a non creare gli effetti distorsivi della concorrenza segnalati dall’Autorità. La presente pubblicazione, pertanto, annulla e sostituisce la precedente.

Veicoli di massa complessiva a pieno carico superiore a 7,5 Ton e veicoli di massa complessiva fino a 7,5 Ton Il prezzo mensile al consumo del carburante (1.232,82) è espresso, dal Mise, in euro per 1.000 litri. Lo stesso valore può essere espresso in euro per litro dividendolo per mille. Tale valore va successivamente scorporato dell’IVA corrente dividendolo ulteriormente per 1,22 essendo l’IVA attualmente applicata pari al 22%. • Nel caso dei veicoli di massa complessiva a pieno carico superiore a 7,5 tonnellate si deve tener conto anche degli sconti degli eventuali maggiori oneri delle accise. Poiché l’accisa nel mese di Gennaio 2015, essendo pari a 617,40 euro per 1000 litri, è tornata (come risulta da nota prot. 147797 – RU del 31.12.2014 dell’Agenzia delle Dogane) al valore precedente di Febbraio 2014, ne consegue che lo sconto delle accise per litro torna ad essere pari a 0,21418609 euro per litro, come stabilito dalla Determinazione dell’Agenzia delle Dogane prot. RU-114075 del 27 settembre 2012. Pertanto, nel caso in questione, il dato mensile che interessa, verrà ricavato come segue: Valore del costo unitario per litro del Gasolio= (1,23282/1,22) – 0,21418609 = 0,796322106 = 0,796 (arrotondato alla 3°cifra) • Nel caso specifico dei veicoli sotto le 7,5 tonnellate, invece, non si tiene conto degli sconti degli eventuali maggiori oneri delle accise. Perciò il dato mensile che interessa, verrà ricavato come segue: Prezzo al consumo per litro= 1.232,82/1000 = 1,23282 Valore del costo unitario per litro del Gasolio= 1,23282/1,22 = 1,010508196 = 1,010 (arrotondato alla 3°cifra)

I costi effettivi dei servizi di trasporto di merci per conto di terzi sono suscettibili di variare notevolmente a seconda della tipologia di impresa (monoveicolare, artigiana o strutturata), della tipologia del veicolo (massa, allestimento, vetustà) e della tipologia di trasporto (generico, ADR, ATP, ecc.). Per rispettare il dettato normativo e al contempo tenere conto delle segnalazioni dell’AGCM, pertanto, la presente pubblicazione non può che fornire all’impresa di autotrasporto ed al committente elementi utili per la autonoma individuazione dei costi del servizio di trasporto. Per un’esemplificazione indicativa, per i costi relativi al veicolo si prende in considerazione solo il caso di un veicolo generico, composto da trattore e semirimorchio, di massa complessiva a pieno carico superiore a 26 tonnellate. Nella nuova tabella, pubblicata sul sito internet del ministero dei Trasporti, vengono quindi riepilogati, a titolo indicativo, i valori di riferimento dei costi di un’impresa di trasporto di merci su strada per conto di terzi (vedi QR code in basso). Il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti procederà, con cadenza mensile, alla pubblicazione sul proprio sito internet del costo per litro del gasolio per autotrazione al netto di IVA e/o dello sconto del maggior onere delle accise, ricavato partendo dalle rilevazioni del costo del gasolio rese disponibili dal ministero dello Sviluppo Economico.

Costo per litro del gasolio per autotrazione al netto di IVA e/o dello sconto del maggior onere delle Accise: mese di riferimento Gennaio 2016 Prezzi Medi Nazionali Mensili del 2016 (Fonte Mise) GASOLIO AUTO I valori indicati sono espressi in Euro per 1000 litri. Mese Prezzo Prezzo al Industriale Iva Accisa Consumo Gennaio 393,11 222,31 617,40 1.232,82

Il sito del MIT

Costi

Costi di esercizio gennaio 2016

QR code 42 TIR189-2016




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