TIR
MASSIMO DE DONATO Direttore responsabile
Quando si parla di inquinamento atmosferico e di emissioni nocive non si può fare a meno di pensare ad automobili, bus e mezzi pesanti. Nell’immaginario collettivo, infatti, sono queste le cause principali dell’eccessiva concentrazione di CO2 nell’aria che respiriamo. Eppure i numeri ci raccontano una realtà ben diversa. Non è la prima volta che affrontiamo questo argomento, ma l’ultimo studio del Politecnico di Milano sulle principali fonti di inquinamento urbano ci offre la possibilità di tornare sulla questione e di fare un po’ di chiarezza in merito. Dalla ricerca effettuata su un campione di cinque città italiane piuttosto rappresentative, come Milano, Genova, Firenze, Parma e Perugia, risulta che il principale contributo all’inquinamento atmosferico in termini di emissioni di CO2 provenga, infatti, dal riscaldamento degli edifici: si tratta di circa il 64,2% del totale. Il 25,6% è generato invece dalle attività industriali e “solo” il 10,2% dalla mobilità e dai trasporti motorizzati. Con questo non vogliamo negare l’apporto di questo settore al surriscaldamento globale (allo scorso numero di Tir abbiamo allegato uno speciale sul tema proprio dal titolo “Obiettivo sostenibile”): le iniziative messe in campo confermano infatti la necessità di interventi sulla sostenibilità che investano anche questo campo. Ma il mondo dei trasporti, e in particolare dell’autotrasporto, sembra aver recepito ormai questa urgenza. La sfida è importante e i passi da compiere molti. Anche per questo è importante avere la giusta misura delle cose.
EDITORIALE
Porti
La riforma disegna la portualità italiana
Europa
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Un’alleanza per l’autotrasporto di Antonella Vicini
di Nicola Capuzzo
Nove Paesi europei, tra cui l’Italia, hanno firmato a Parigi un memorandum che mira a promuovere la concorrenza leale e i diritti sociali
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Eccezionali
Chi ha paura dei giganti? di Emanuela Stifano
Oggi il settore deve fare i conti anche con il giro di vite del rilascio delle autorizzazioni. Vicari: presto normativa con procedure omogenee
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Dopo l’entrata in vigore del nuovo ordinamento, sono già stati nominati quasi tutti i presidenti delle 15 Autorità di Sistema Portuale
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Cargo
La ripresa delle ferrovie La cura del ferro fa sentire i primi effetti e il settore del trasporto merci ferroviario è in fermento. Cosa sta cambiando nel settore
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TIR- Periodico del Comitato Centrale per l’Albo Nazionale degli Autotrasportatori di Cose per Conto di Terzi - ANNO XVI N° 199 - febbraio 2017 Comitato Scientifico: Presidente Maria Teresa Di Matteo; Vicepresidente: Giuseppina Ferrannini; Vicepresidente: Silvio Faggi; Componenti: Antonio Amato, Massimo Costa, Marco Cattabiani, Giuseppina Della Pepa, Claudio Donati, Cinzia Franchini, Amedeo Genedani, Alessandro Massarelli, Paolo Melfa, Pasquale Russo, Enzo Solaro, Luigi Tarquini. Direzione-Redazione: Via C.B. Piazza, 8 - 00161 Roma Tel. 06 44246008 Direttore Responsabile: Massimo De Donato dedonato@rivistatir.it Capo Redattore: Lucia Angeloni angeloni@rivistatir.it Redattore: Antonella Vicini vicini@rivistatir.it Grafica: Marco Banci Segreteria: Adele Maddonni redazione@rivistatir.it
IN QUESTO NUMERO Un’intesa fondamentale per il settore
Rincari: l’autotrasporto dice no
Pallet ad alto tasso di illegalità
di Lucia Angeloni
Le associazioni di categoria dell’autotrasporto giudicano positivamente l’intesa sulla Road Alliance firmata a Parigi
Scongiurata la minaccia di un aumento delle accise, resta il problema dell’aumento dei contributi richiesti dall’Autorità per i Trasporti
Il giro d’affari che si nasconde dietro i bancali è enorme, nonostante una legge ne regolamenti la gestione. Quali le soluzioni?
p.8
p.13
p.19
Fare squadra per crescere
Il tir che verrà
Al Transpotec appuntamento con l’Albo
di Paolo Barilari
La logistica per conto terzi è un settore particolarmente rilevante in Italia. Ne parliamo con Andrea Gentile, presidente di Assologistica
Il camion del futuro non è più solo un prototipo da fantascienza: cosa cambierà nei truck allo studio delle case costruttrici
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p.32
Formazione e cabotaggio al centro di due convegni organizzati dal Comitato Centrale che si terranno al salone
p.47
Editoriale p.1 Albo p.4 Stampa Europea p.34 Fisco p.36 Lavoro p.38 Normative p.41 Divieti p.45 Scadenze p.46 Numeri p.48
Collaboratori. Grafici: Giuliana Caniglia (progetto), Franco Galdo. Testi: Paolo Barilari, Nicola Capuzzo, Angelo Ciaravolo, Mariangela Pagano, Emanuela Stifano, Federico Tantillo CHIUSO IN REDAZIONE IL 13.02.2017 CONCESSIONARIA ESCLUSIVA PUBBLICITÀ Crea Libri Srl - Via Pietro Capparoni, 21 00151 Roma Agenzia nazionale HP 10 Srl - Tel 02.48.003.799 mirta.barbeschi@hp10.it REALIZZAZIONE e STAMPA Arti Grafiche Picene Srl Stabilimenti Via Vaccareccia, 57 00071 Pomezia (Roma) Editore: Comitato Centrale per l’Albo Nazionale degli Autotrasportatori di Cose per Conto di Terzi Registrazione del Tribunale di Roma n° 547 del 18/11/98
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ALBO
SILVIO FAGGI Vicepresidente Comitato Centrale Albo
LA SCOMMESSA DELL’ALBO SULLA REGOLARITÀ Dalla nascita del database dell’Albo,
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sono stati oltre 96 mila gli attestati di regolarità rilasciati in totale
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opo poco più di un anno di operatività del Portale della regolarità delle imprese, si può dire che l’Albo degli Autotrasportatori ha vinto la propria sfida per un autotrasporto più sicuro, trasparente e nel segno della legalità. Le richieste di visura sono in continua crescita e sono diventate ormai una prassi consolidata per imprese e committenti, che possono così essere esonerati da responsabilità in caso di eventuali violazioni. Il database sulla regolarità delle imprese ha iniziato ad operare a fine novembre del 2015 ed è stato poi aperto anche alla committenza il 16 dicembre. Da allora fino al 18 gennaio 2017 sono stati 96.454 gli attestati di regolarità rilasciati in totale, di cui 3.002 nel 2015, 89.942 nel 2016 e 3.510 nei primi 18 giorni del 2017. Analizzando i dati più nel dettaglio, nel 2016, le richieste esitate dall’Inps sono state 37.071, per un totale di 30.204 Durc regolari e 5.394 Durc irregolari mentre nei primi giorni di quest’anno le richieste esitate dall’Inps sono state 1.288. Tra queste sono stati rilasciati 1.192 Durc regolari e 9 Durc irregolari. Infine le richieste senza esito dell’Inps sono state 598 nel 2016 e 514 nel 2017, queste ultime tutte ancora in fase di istruttoria. Ma la lotta all’irregolarità delle imprese da parte del Comitato Centrale dell’Albo degli Autotrasportatori non si ferma certo qui, come dimostra anche la cancellazione delle imprese che non hanno i requisiti per rimanere iscritte. Perché legalità deve diventare un imperativo categorico.
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ALBO
GIUSEPPINA FERRANNINI Vicepresidente Comitato Centrale Albo
PAGAMENTO QUOTA 2017: LE SEMPLIFICAZIONI INTRODOTTE DALL’ALBO Assistenza tecnica e agevolazioni per le imprese che ancora devono effettuare i versamenti
P Per saperne di più visita il sito RivistaTir, anche tramite QrCode
er venire incontro agli utenti che hanno riscontrato problemi relativi al pagamento della quota associativa 2017, possibile solo in via telematica attraverso la registrazione al portale dell’Albo, sono state predisposte alcune semplificazioni al sistema di registrazione ed è stato potenziato il livello di assistenza tecnica. Sulla base della casistica delle richieste di assistenza pervenute sono stati evidenziati gli interventi più utili. La maggiore difficoltà riguarda l’utilizzo dell’indirizzo Pec che risulta nel certificato Camera di Commercio. Non sempre, infatti, l’impresa ha attivato la casella Pec, oppure non ne ricorda la password. Per questo motivo è possibile iscriversi al portale indicando, in alternativa, un indirizzo email non certificato. Inoltre un team di assistenza tecnica provvederà a contattare direttamente, per via telefonica, le imprese che risultino ancora non iscritte e/o non adempienti al pagamento della quota associativa e gli utenti che hanno inviato una richiesta di assistenza alla email del Comitato Centrale assistenza.albo@ mit.gov.it. Altra casistica rilevante riguarda l’assistenza relativa alla gestione della password e alla ricezione della ricevuta di pagamento. L’Albo ha predisposto una serie di indicazioni che è possibile approfondire sul sito di RivistaTir.
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TIR
EUROPA
UN’ALLEANZA PER L’AUTOTRASPORTO di Antonella Vicini
Nove Paesi europei, tra cui l’Italia, hanno firmato a Parigi la Road Alliance, un memorandum per promuovere una politica a tutela dei diritti dei lavoratori e della sicurezza stradale
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nsieme contro il dumping sociale nell’autotrasporto. Sotto questo auspicio, i rappresentanti di nove Paesi europei, fra cui l’Italia, si sono riuniti il 31 gennaio a Parigi e hanno firmato la “Road Alliance”, un memorandum d’intesa per promuovere una politica realmente integrata dei trasporti che tuteli i diritti dei lavoratori e la sicurezza del settore, contrastando il fenomeno della concorrenza sleale da parte di alcuni Paesi europei. Oltre all’Italia e alla Francia, che ha ospitato l’evento, anche Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Lussemburgo, Norvegia e Svezia hanno preso parte all’incontro. L’iniziativa, in realtà, si inserisce in una politica più ampia avviata già da tempo da diversi Stati membri dell’Unione in seno agli organismi
comunitari proprio per garantire il rispetto delle regole e un contesto lavorativo più equilibrato per tutti. Il messaggio che si è scelto così di inviare direttamente ai cittadini europei è la volontà di cooperare sulla base delle esperienze reciproche e di definire posizioni comuni. Otto i punti fondamentali dell’accordo, al centro del quale c’è innanzitutto il tema del cabotaggio, a cui sono collegate anche altre questioni. Nel dettaglio, la Road Alliance propone di combattere il dumping sociale promuovendo la concorrenza leale attraverso diverse azioni, tra cui l’implementazione del CMR elettronico (la lettera di vettura internazionale) per facilitare i
OTTO I PUNTI FONDAMENTALI DELL’ACCORDO AL CENTRO DEL
TIR
IN EVIDENZA REGOLARE
il riposo settimanale lungo a bordo veicolo, con sanzioni per le imprese che non permettono agli autisti di conformarsi al divieto
ESTENDERE
le normative vigenti ai veicoli < 3,5 Ton che effettuano ormai regolarmente trasporti internazionali e di cabotaggio
FACILITARE
il ricorso alla CMR non cartacea per alleggerire il lavoro amministrativo
SCAMBIARE
i dati più pertinenti dei controllori dei vari Paesi per mettere a frutto le varie esperienze
controlli sulla corretta esecuzione dei trasporti, ma anche per ridurre gli oneri amministrativi per le imprese, e rafforzare il quadro legislativo relativo ai tempi di guida. Fra i punti dell’intesa c’è anche la valorizzazione del mestiere di conducente di mezzi pesanti. Per fare questo è importante, fra le altre cose, garantire un sano equilibrio tra lavoro e vita privata dell’autotrasportatore, regolando la pratica del riposo settimanale a bordo del camion o sanzionando le imprese che lo consentono. Allo stesso tempo occorre favorire un minore stress lavorativo e una maggiore sicurezza sulle strade. Nell’accordo si parla anche di veicoli commerciali leggeri (fino a 3,5 Ton) che effettuano operazioni di trasporto internazionale, per cui si chiedono norme più rigide di quelle attuali per l’accesso alla professione, come per gli autotrasportatori. L’obiettivo, dunque, è quello di estendere le normative vigenti ai veicoli fino alle 3,5 Ton che effettuano ormai regolarmente anche trasporti internazionali e di cabotaggio. Su questo il sottosegretario ai Trasporti Simona Vicari, che ha firmato il documento, ha evidenziato che “l’Italia ha fatto da apripista, avendo già disciplinato la materia nel 2012.
EUROPA
Quella italiana è stata una visione lungimirante – ha continuato il sottosegretario – che ha posto le condizioni per una sana concorrenza tra le imprese e ha gettato le basi per la definizione di un’azione che rappresenta uno degli aspetti più innovativi della legislazione di settore”. Per quel che riguarda la questione della sicurezza, il sesto punto dell’alleanza sottolinea, poi, l’importanza della cooperazione all’interno delle organizzazioni europee come la rete europea della Polizia stradale (Tispol) o l’Euro Control Route (ECR) – quest’ultimo in via di trasformazione in Gruppo europeo di cooperazione territoriale (GECT) – per consolidarne l’azione e la capacità di cooperazione. Ed è a questo proposito che nel punto 7 si parla anche dello sviluppo degli scambi d’informazioni transfrontaliere per rinforzare l’applicazione delle regole e facilitare i controlli sulle frodi, ormai sempre più articolate, come quelle sui tachigrafi. Queste istanze, chiarisce infine il documento, saranno protagoniste del prossimo Forum Internazionale dei Trasporti che si svolgerà in Germania dal 31 maggio al 2 giugno, da cui ci si aspetta scaturisca una posizione davvero comune sul settore.
QUALE C’È INNANZITUTTO IL TEMA DEL CABOTAGGIO
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EUROPA
UN’INTESA FONDAMENTALE PER IL SETTORE di Lucia Angeloni
Le associazioni di categoria dell’autotrasporto giudicano positivamente l’accordo siglato a Parigi tra i 9 Paesi europei che mira a promuovere la concorrenza leale e i diritti sociali
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DI LAVORO I N O I Z I D N LE CO PESANTI I Z Z MIGLIORARE E M I D ENTI DEI CONDUC TUTELARE LA FORZA LAVORO E LA SICUREZZA DEL SETTORE RRENZA O C N O C A L E CONTRASTAR SPORTO A R T O T U A ’ L SLEALE NEL COOPERARE PER UNA COMPETITIVITÀ LEALE
UN MANIFESTO CONDIVISO PER CONTARE DI PIÙ IN EUROPA PROMUOVERE UN’ INVERSIONE DI TENDENZA A FAVORE DELLA PRODUTTI VITÀ
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PAOLO UGGÈ FAI CONFTRASPORTO Alla sottosegretaria Vicari va il nostro plauso. In tema di dumping sociale siamo sulla stessa lunghezza d’onda. La strada è quella giusta, e tende verso l’armonizzazione delle regole dell’autotrasporto a livello europeo. La lettera sottoscritta è una conferma della bontà delle nostre richieste: una migliore qualità dei controlli e un regime di concorrenza leale basato su regole uguali per tutti, dall’alternanza dei periodi di guida-riposo alla formazione, ai compensi, all’accesso alla professione. Soprattutto in questo settore, che lavora attraversando confini, la cooperazione diventa fondamentale.
THOMAS BAUMGARTNER ANITA Accogliamo positivamente la Road Alliance, documento fondamentale per la risoluzione di problematiche oggettive e per questo rinnoviamo la nostra disponibilità a proseguire il confronto con il Governo poiché solo con la collaborazione e la condivisione si possono ricercare soluzioni adeguate a riposizionare le imprese italiane nel mercato europeo. Siamo soddisfatti anche della volontà di agevolare l’uso della CMR elettronica attraverso l’adesione al protocollo aggiuntivo UNECE. Riteniamo, infatti, che bisogna essere aperti alle innovazioni e soprattutto a quelle che riducono abusi e illegalità nelle attività di autotrasporto.
AMEDEO GENEDANI CONFARTIGIANATO TRASPORTI Finalmente il Governo italiano sembra voler cambiare rotta e sigla un’alleanza con gli Stati europei che difendono gli interessi dei loro autotrasportatori. Da tempo denunciamo il dumping sociale degli autisti e il cabotaggio illegale, che affliggono la competitività delle imprese di autotrasporto italiane. Su queste piaghe bisogna agire in fretta se si vuole salvare un settore fondamentale per l’economia. Auspichiamo che anche in Italia si applichino le regole per l’autotrasporto messe in campo in altri Stati, come ad esempio la Legge Macron francese.
MASSIMO BAGNOLI FIAP L’accordo da un lato è un tentativo di creare un blocco di Paesi che faccia da contrappeso a chi vorrebbe la liberalizzazione tout court del cabotaggio, come i Paesi dell’Est; dall’altro può essere considerato come una traccia su cui indirizzare i prossimi interventi normativi per contrastare la concorrenza sleale. In questa seconda ipotesi il primo scoglio da affrontare rimane quello dei controlli; se non lo si affronta con le dovute misure anche il miglior accordo rischia di lasciare uno strascico di delusioni. L’informatica può venirci in soccorso, a partire dall’adozione di un sistema satellitare obbligatorio che tracci merci e mezzi. A patto che non si replichi il modello Sistri.
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CINZIA FRANCHINI CNA FITA L’accordo è sicuramente condivisibile dal punto di vista delle finalità: rafforzare la collaborazione e l’armonizzazione di norme, regole e procedure. Soprattutto quando si riferiscono a misure che cercano di combattere l’abusivismo e sostenere le imprese che intendono competere in legalità e garantire un’accettabile qualità della vita ai propri autisti. Pur con le dovute attenzioni, non sarebbe male perseguire almeno tra i Paesi che hanno firmato il memorandum un salario minimo uguale per tutti e ricercare una condivisa dimensione economica e sociale. Riteniamo quindi che il Governo abbia fatto bene a sottoscrivere l’accordo anche se restiamo critici per l’intempestivo coinvolgimento delle associazioni su temi così rilevanti, che richiedono sicuramente un maggiore approfondimento.
FABRIZIO BOLZONI ALLEANZE COOPERATIVE ITALIANE SERVIZI
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La Road Alliance è un documento importante per fare avanzare le giuste politiche in Europa nel settore. La sottoscrizione da parte dell’Italia è il segnale di una direzione giusta per cercare di affrontare due temi – contrasto al dumping sociale e sicurezza – che sono sempre stati presenti nelle nostre proposte e che solo una armonizzazione delle regole europee possono contribuire a risolvere. Consideriamo il memorandum la via giusta per costruire un manifesto per l’autotrasporto condiviso con tutti gli attori che intendono portare avanti le politiche adatte a far contare di più l’Italia in Europa.
EMANUELA BERTONI UNITAI
CLAUDIO DONATI ASSOTIR L’accordo è di grande rilievo per il nostro mondo, in quanto viene finalmente posta la questione dell’armonizzazione delle regole, per consentire a tutte le imprese europee di trasporto di competere ad armi pari. La nostra soddisfazione è mitigata dalla preoccupazione che, senza voler sottovalutare il valore politico dell’accordo, occorre adesso che queste posizioni diventino nuove norme europee, in un quadro generale che vede la Commissione Ue poco incline a rivedere gli attuali presunti equilibri raggiunti in materia di dumping sociale, cabotaggio e sicurezza.
Il documento è di particolare importanza per il nostro settore e richiesto a gran voce da tutte le aziende che fanno trasporto internazionale e che si scontrano con le flotte dell’Est a costi nettamente più bassi. L’affermazione che la liberalizzazione del trasporto stradale non può essere perseguita se non dopo che sia stata messa in atto un’armonizzazione della legislazione sociale deve essere la base da cui partire. Un percorso lungo ma almeno un primo passo è stato fatto. Vedremo se i 9 Paesi saranno d’esempio per promuovere un’inversione di tendenza e se anche per l’Italia il trasporto tornerà ad essere competitivo.
ANCHE I PAESI BASSI CONTRO IL DUMPING SOCIALE Introdotte due diverse norme: una mira a combattere la costituzione di società fittizie, l’altra recepisce la Direttiva Enforcement sul distacco dei lavoratori
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nche i Paesi Bassi intraprendono la strada della lotta contro la concorrenza sleale e lo fanno con due differenti norme. Lo scorso giugno, il governo olandese ha varato infatti la cosiddetta WagwEU che recepisce la Direttiva Enforcement sul distacco dei lavoratori; dal 1° gennaio è entrato in vigore anche il cosiddetto WAS che mira a combattere la costituzione di società fittizie. Si tratta di regole applicabili alle aziende straniere e ai loro lavoratori che operano nei Paesi Bassi per un periodo limitato, non quantificato. Come avviene già in altri Stati membri, la WagwEU prescrive che le imprese distaccanti paghino i lavoratori secondo la retribuzione minima olandese prevista per quel settore. Per i trasporti vige un contratto nazionale collettivo.
Le aziende straniere dovranno quindi attenersi a quei minimi salariali che, oltre alle voci salariali obbligatorie, prevedono periodi massimi di lavoro e periodi minimi di riposo, minimo di ferie annuali retribuite, tariffe per lavoro straordinario, norme sociali sulla salute, la sicurezza e l’igiene sul lavoro e disposizioni contro ogni tipo di discriminazione. In sostanza, sulla base del contratto nazionale collettivo i conducenti distaccati in Olanda avranno una retribuzione di 13,9 euro lordi l’ora. Nel caso in cui in alcuni momenti non fosse in vigore il CCNL si applicherà un salario minimo di 8,96 euro lordi orari. Il ministero degli Affari sociali olandese ha chiarito che la direttiva riguarda solo il cabotaggio, mentre non è stato precisato nulla sui trasporti internazionali. I datori di lavoro hanno l'obbligo
di nominare un referente in loco in grado di fornire su richiesta dell'ispettorato del lavoro olandese tutte le informazioni relative a buste paga, contratto di lavoro, tracciati delle ore di lavoro, prova del pagamento dei contributi relativi alla sicurezza sociale; queste informazioni possono essere trasmesse anche via internet. Non c’è alcun obbligo di tenere la documentazione a bordo del mezzo. Dal prossimo 1° gennaio 2018, sarà introdotto anche un registro elettronico in cui notificare le generalità dei conducenti. La legge WAS introduce una catena di responsabilità: anche il mittente può essere chiamato a render conto qualora il datore di lavoro non soddisfacesse gli standard salariali di diritto. La violazione della WagwEU sarà sanzionata con una multa fino a 20.500 euro per ogni violazione.
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POLITICA
RINCARI: L’AUTOTRASPORTO DICE
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Scongiurata la minaccia che un rincaro delle accise possa gravare anche sull’autotrasporto, resta da affrontare il problema dell’aumento dei contributi richiesti dall’Autorità per i Trasporti
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i è risolta nel giro di pochi giorni, grazie alla pronta risposta del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, la minaccia che un possibile rincaro delle accise sui carburanti potesse avere effetti negativi sull’autotrasporto. Il Governo sta valutando come aggiustare i conti di bilancio,
come promesso all’Europa, e circa 1,5 miliardi di nuove entrate dovrebbero arrivare dall’aumento delle accise sulla benzina. L’annuncio ha portato all’immediata protesta da parte delle associazioni di categoria ma il ministro, in un’audizione in Senato, ha dichiarato che si troverà il modo di non gravare sull’autotrasporto. Resta adesso un altro tema da affrontare che riguarda l’Autorità di regolazione dei Trasporti e i contributi richiesti alle imprese e destinati al suo funzionamento. Con una delibera del 1° febbraio, infatti, l’Autorità ha abbassato la soglia del fatturato oltre la quale le imprese del settore dovranno versare un contributo annuale del 6 per mille per il funzionamento del garante. Il nuovo minimo di fatturato è ora 5 milioni di euro, contro i 30 di un anno fa: anche le aziende più piccole sono quindi costrette a pagare il contributo. Inoltre il termine per il versamento del contributo è stato fissato al 28 aprile di quest’anno. FEBBRAIO2017
47 13 Nell’elenco stilato dall’Authority risulta che debbano pagare anche le aziende di autotrasporto, nonostante la questione sia oggetto di un ricorso pendente davanti alla Corte Costituzionale. Su richiesta del Tar di Torino, infatti, la Corte dovrà valutare se le imprese che sono già soggette a un contributo annuale da versare all’Albo degli Autotrasportatori debbano essere assoggettate anche all’Authority. Anche per il pagamento dei contributi all’Authority è arrivata l’immediata protesta da parte delle associazioni di categoria che hanno ricordato come il ministero dei Trasporti sia intervenuto più volte per ribadire l’estraneità del settore dai compiti di vigilanza dell’Autorità.
L’Italia LAVORO
dei trasporti eccezionali è da qualche mese praticamente ferma. Le Province, soprattutto quelle di alcune regioni del Nord, non stanno più concedendo le autorizzazioni e i permessi sono stati bloccati. Ma ora finalmente, dal ministero dei Trasporti, è arrivata la promessa di una direttiva che garantisca misure omogenee su tutto il territorio nazionale e che eviti il rimpallo delle competenze. Lo scorso 8 febbraio infatti, si è svolto un incontro a Roma tra il sottosegretario alle infrastrutture e ai Trasporti Simona Vicari e i direttori generali del MIT, di Strade e Autostrade, Vigilanza Concessioni Autostradali, Sicurezza stradale, Trasporto stradale e Intermodalità, Anas, Autostrade per l’Italia, Unione Province Italiane e Anci. Ma prima di entrare nel merito, ripercorriamo i fatti.
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CHI HA PAURA DEI GIGANTI? di Emanuela Stifano
Oltre ai problemi di sempre, oggi il settore dei trasporti eccezionali deve fare i conti con un’altra questione: il giro di vite sul rilascio delle autorizzazioni. Vicari: presto normativa con procedure omogenee
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ccadeva il 28 ottobre scorso nei pressi di Annone, Lecco. Il tempo di stabilire quale avrebbe dovuto essere l’Ente preposto a chiudere un tratto stradale ritenuto pericoloso e il cavalcavia numero 17 della strada provinciale 49 – dopo aver dato alcuni segnali di cedimento – crollava sulla SS36. Proprio sotto il peso di un mezzo che stava effettuando un trasporto eccezionale, con conseguenze drammatiche. Così, oltre ai problemi di sempre – gestione della burocrazia, manutenzione delle infrastrutture, divieti di uscita ai caselli, GENNAIO2017
LAVORO
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GENNAIO2017
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carenza dei punti di pesa, ritardi nei pagamenti – oggi il settore dei trasporti eccezionali deve fare i conti anche con il giro di vite sul rilascio delle autorizzazioni, soprattutto da parte di alcune Province. Sebbene la normativa lo richieda, fino a oggi gli itinerari non sono stati delineati e non sono stati predisposti elenchi e catasti stradali. Per mappare la viabilità, è evidente, occorre tempo. Ma, nell’attesa, i trasporti eccezionali non possono fermarsi.
Come dice la norma – e precisamente l’articolo 10 del Codice della Strada – i trasporti eccezionali devono essere autorizzati: quello che manca in Italia rispetto agli altri Paesi europei, oltre al catasto appunto, è uno sportello unico, un solo interlocutore con cui dialogare che, oltretutto, potrebbe gestire tutto il gettito degli oneri, ottimizzando e razionalizzando così gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria delle infrastrutture.
Con un fatturato di 3 miliardi di euro, circa 7mila addetti e un parco circolante di 7mila mezzi, quello dei trasporti eccezionali è un settore in cui la burocrazia ha da sempre un peso importante. Il problema sta (anche) nel numero di soggetti coinvolti, basti pensare che solo le Province sono 110, a cui si sommano, oltre alle Regioni, Anas, le società private, le società autostradali, le autorità portuali.
Le regioni che stanno pagando lo scotto più grave sono senz’altro quelle del Nord, in particolare la Lombardia. Che, oltre a essere la regione in cui è occorso l’incidente, è anche quella in cui si concentra la grossa fetta di fatturato del settore.
I R E M U N N I O I 2 R A N E C S 100 LO 200
mila euro circa il costo di un’autorizzazione (autostradale) annuale
3 miliardi di
euro di fatturato
7 mila addetti 6 mila mezzi
circolanti
aziende operanti nel settore
150 Enti circa
Caselli autostradali vietati, (120 uscita, 80 entrata)
3 punti di pesa
che rilasciano le autorizzazioni
autorizzati in Italia
5 autorizzazioni
91 giorni di fermo
in media per trasporto
da calendario nel 2017 (11 ad aprile, 37 tra giugno e agosto)
TIR A un sistema di per sé già farraginoso e complesso, si è infatti andata a sommare la richiesta dei nulla osta per transitare su ogni singolo ponte e cavalcavia. Considerando il numero di Comuni e il numero di Province della Lombardia, per poter effettuare un trasporto eccezionale, occorre produrre un enorme dossier composto da autorizzazioni e permessi. Vien da sé che all’incertezza dei tempi di rilascio, si va a sommare anche l’incertezza dei costi che di sicuro, rispetto al passato, crescono. Non solo: le aziende di autotrasporto si trovano a dover produrre una relazione che attesti il buono stato di ponti e cavalcavia su cui devono transitare. “Al momento sono allo studio, oltre a quelle immediate, anche soluzioni a lungo termine che vanno da una revisione generale della normativa a una conoscenza approfondita dello stato di salute dei ponti e dei relativi progetti che spesso risalgono agli anni 60 – ha specificato il sottosegretario Vicari –. Vogliamo evitare lo stallo del settore ma soprattutto dobbiamo garantire la sicurezza degli automobilisti. All’esame anche la possibilità di fornire un supporto tecnico agli enti locali per procedere, al momento della richiesta, con una verifica dettagliata delle infrastrutture in questione dopo aver ricevuto una mappatura puntuale delle situazioni di crisi”. A breve dovrebbe essere convocato l’incontro con le associazioni di categoria dell’autotrasporto, che da subito hanno denunciato la situazione
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e chiesto un incontro con le istituzioni. Paolo Uggè, presidente di Conftrasporto, a poche ore dall’incidente, ha espresso la sua perplessità (di sempre) circa il trasporto in regime di eccezionalità anche di pezzi non indivisibili: “Fa risparmiare il committente, ma danneggia le infrastrutture”, ha motivato. Dello stesso avviso Silvio Faggi, vice presidente del Comitato Centrale dell’Albo degli Autotrasportatori e segretario generale di Fiap. “Speriamo che il sottosegretario Vicari riesca a metter fine al caos prodotto - ha commentato il presidente di Confartiginato Trasporti, Amedeo Genedani, dopo la notizia dell’incontro al MIT - e si trovino soluzioni efficaci per garantire certezza agli operatori del settore su cui non possono ricadere responsabilità altrui e oneri o spese aggiuntive”. Ora si attende l’esito dell’incontro con le associazioni; le loro proposte sono concrete: che la documentazione tecnica attestante l’agibilità del percorso sia acquisita dagli enti interessati e non dalle imprese richiedenti l’autorizzazione al transito; che il nulla osta abbia validità ben stabilita e resti valido per ulteriori richieste di transito di mezzi analoghi; che venga predisposto, aggiornato e condiviso, in funzione dello stato delle infrastrutture, un elenco degli itinerari; che sia verificata la legittimità dell’apposizione dei segnali stradali di divieto di transito per veicoli con massa complessiva superiore a 44 tonnellate.
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PALLET AD ALTO TASSO DI ILLEGALITÀ La Legge 127 del 4 agosto 2010 regolamenta anche la gestione dei pallet. Eppure è enorme il giro d’affari illegale che si nasconde dietro i bancali. Perché il settore non riesce a liberarsi di questo gravoso fardello?
È
di 720 milioni di euro all’anno il giro d’affari illegale legato ai pallet secondo il Report Ecomafia di Legambiente, ma molto di più secondo Silvio Faggi, vice presidente del Comitato Centrale dell’Albo degli Autotrasportatori e Massimo Bagnoli, presidente nazionale di Fiap. Entrambi sono intervenuti alla tavola rotonda organizzata dal Gruppo CDS in collaborazione con Fiap. Bagnoli ha inquadrato il problema: nelle “botteghe vendo/compro pallet” di cui sono costellate le zone industriali di tutta Italia, un pallet viene acquistato illegalmente a 5 euro, per poi essere rivenduto a 6,50. La malavita ripulisce così il denaro, ma le ricadute sul settore sono pesantissime: questo meccanismo, oltre a essere illegale, incide notevolmente sul bilancio delle imprese. Eppure la Legge 127 del 4 agosto 2010 parla chiaro: “il vettore, al termine dell’operazione di trasporto, non ha nessun obbligo di gestione e non è tenuto alla restituzione
GALE E O L R L U DI EFFARI I I N A ILIOIRO D’A M 0 NANZ NE 72 DI G I F SIO LLI RDIA DI A O V R E T DI GUA CON O R U 144 DELLA DI E I N ILIO M 2 2
degli imballaggi o delle unità di movimentazione utilizzate” (art. 11 bis). Ma – ha sottolineato Bartolomeo Giachino, ex sottosegretario del ministero dei Trasporti – tale norma è poco conosciuta e non viene applicata. Già dal primo scambio di battute è emerso il paradosso: aziende che falliscono per pagare i pallet, quando questi potrebbero essere considerati un vuoto a perdere (come accade in Inghilterra e non solo). Dunque tutti concordi sul primo passo da compiere: la formazione. Conoscere la normativa e gestirla con i committenti diventa un punto cruciale, così come servono maggiori controlli da parte della Guardia di Finanza: i 144 effettuati a oggi, pari a 22milioni di euro di evasione, non bastano. In parallelo, valutare le alternative: Antonio Malvestio, presidente del Freight Leaders Council, ha suggerito il pallet pooling – l’interscambio dei pallet, che all’estero è la prassi – e l’attenta analisi dei costi relativi alla gestione dei bancali, in modo da documentare le spese sostenute. D’accordo Bagnoli, che però ha evidenziato come il noleggio non possa essere, in Italia, l’unica soluzione: per le micro-aziende non funziona. Clara Ricozzi, presidente presso Osservatorio Interdisciplinare Trasporto Alimenti (OITA), ha sottolineato il problema igienico-sanitario legato all’acquisto di bancali di cui non si conosce la storia.
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TIR
LAVORO PORTI
LA RIFORMA DISEGNA LA PORTUALITÀ ITALIANA MARE ADRIATICO SETTENTRIONALE Venezia, Chioggia
MARE ADRIATICO ORIENTALE Trieste
Presidente: Pino Musolino*
MAR LIGURE OCCIDENTALE Genova, Savona, Vado Ligure Presidente: Paolo Emilio Signorini
Presidente: Zeno D’Agostino
MAR LIGURE ORIENTALE La Spezia, Marina di Carrara
MARE ADRIATICO CENTRO-SETTENTRIONALE Ravenna
Presidente: Carla Roncallo
Presidente: Daniele Rossi
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MARE ADRIATICO CENTRALE Ancona, Falconara, Pescara, Pesaro, San Benedetto del Tronto, Ortona
MAR TIRRENO SETTENTRIONALE Livorno, Capraia, Piombino, Portoferraio, Rio Marina, Cavo
Presidente: Rodolfo Giampieri
MARE ADRIATICO MERIDIONALE Bari, Brindisi, Manfredonia, Barletta, Monopoli
Presidente: Stefano Corsini*
Presidente: in attesa di nomina
MAR TIRRENO CENTRO-SETTENTRIONALE Civitavecchia, Fiumicino Gaeta Presidente: Francesco Maria Di Majo
MAR TIRRENO CENTRALE Napoli, Salerno, Castellamare di Stabia Presidente: Pietro Spirito
MARE DI SARDEGNA Cagliari, Foxi-Sarroch, Olbia, Porto Torres, Golfo Aranci, Oristano, PortoscusoPortovesme, Santa Teresa di Gallura banchina commerciale Presidente: in attesa di nomina
MARE DI SICILIA OCCIDENTALE Palermo, Termini Imerese, Porto Empedocle, Trapani
MAR JONIO Taranto Presidente: Sergio Prete
MARI TIRRENO MERIDIONALE, JONIO E DELLO STRETTO Gioia Tauro, Crotone (porto vecchio e nuovo), Corigliano Calabro, Taureana di Palmi, Villa San Giovanni, Messina, Milazzo, Tremestieri, Vibo Valentia, Reggio Calabria Presidente: in attesa di nomina
MARE DI SICILIA ORIENTALE Augusta, Catania
Presidente: in attesa di nomina
Presidente: in attesa di nomina La sede è stata spostata temporaneamente a Catania. GENNAIO2017
*Al momento in cui andiamo in stampa hanno ottenuto il parere favorevole della Commissione Trasporti della Camera
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di Nicola Capuzzo
Dopo l’entrata in vigore del nuovo ordinamento, sono già stati nominati quasi tutti i presidenti delle 15 Autorità di Sistema Portuale che sostituiscono le 24 precedenti Autorità portuali
a tanto attesa riforma dell’ordinamento portuale è entrata in vigore in Italia il 15 settembre scorso ma per la sua completa attuazione mancano diversi tasselli da sistemare. Da quando è stato definitivamente approvato il Decreto Legislativo 4/8/2016, n. 169 (Riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione della disciplina concernente le Autorità portuali) sono stati nominati buona parte dei presidenti delle 15 nuove Autorità di Sistema Portuale – che sostituiscono in toto le precedenti 24 Autorità portuali – ma rimangono ancora da approvare diversi decreti attuativi. Questa riforma conferma per l’Autorità di sistema portuale la natura giuridica di Ente pubblico non economico e prevede che ogni presidente venga nominato dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti d’intesa con il presidente o i presidenti delle regioni interessate. Per ricoprire questo incarico, della durata di quattro anni e rinnovabile una sola volta, è necessaria, oltre alla cittadinanza europea, una comprovata esperienza e qualificazione professionale nei settori dell’economia dei trasporti e portuale. Ad oggi i presidenti già formalmente nominati e incaricati sono Paolo Emilio Signorini a Genova, Carla Roncallo a La Spezia, Francesco Maria Di Majo a Civitavecchia, Pietro Spirito a Napoli, Sergio Prete a Taranto,
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PORTI
Rodolfo Giampieri ad Ancona, Daniele Rossi a Ravenna e Zeno D’Agostino a Trieste. Il ministro dei Trasporti Delrio ha invece firmato recentemente il decreto che istituisce a Catania, per un periodo provvisorio di due anni, la sede dell’Autorità di sistema portuale del Mar di Sicilia Orientale, rispetto alla originale previsione di Augusta. L’organo deliberante delle nuove AdSP non è più il Comitato portuale ma il nuovo Comitato di Gestione, composto solo da soggetti rientranti nell’ambito della pubblica amministrazione e nominati dalla Regione (o dalle Regioni interessate), dalle città metropolitane; dai Comuni ex sede di Autorità portuali, dall’Autorità marittima e da ciascun porto incluso nel sistema portuale e ubicato in un Comune capoluogo di provincia che non sia stato sede di un’Autorità portuale. Tra i compiti attribuiti a questo organo la norma prevede la competenza a deliberare il rilascio delle autorizzazioni e le concessioni per movimentare le merci in banchina. Le associazioni di categoria rappresentanti gli interessi di soggetti privati, e che prima
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TIR
ANCONA 8.593,062
MONOPOLI 353,958
BARLETTA 951,444
BARI 5.070,224
BRINDISI 11.774,738
TARANTO 22.565,243
GIOIA TAURO -
la fornitura del lavoro portuale temporaneo. Presso ciascuna AdSP opererà infine lo Sportello Unico Amministrativo (SUA), che svolge funzione unica di front office rispetto ai soggetti operanti in porto relativamente
SALERNO 12.943,969
GAETA 1.815,801
FIUMICINO 3.647,799
CIVITAVECCHIA 11.105,203
PIOMBINO 6.491,785
LIVORNO 32.712,473
LA SPEZIA 15.087,892
GENOVA 50.225,831
SAVONA-VADO 13.389,930
di nominare un esperto nel ruolo di coordinatore. In ogni porto verrà inoltre istituita una Commissione consultiva che avrà competenza solo in ordine al rilascio, alla sospensione o alla revoca delle autorizzazioni alle imprese per
MARINA DI CARRARA 1.399,825
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facevano parte del Comitato Portuale, rientreranno ora nell’Organismo di partenariato della Risorsa mare, che ha però solo funzioni consultive. In questo organismo rientreranno anche i rappresentanti delle imprese di autotrasporto, che saranno designati dall’Albo degli Autotrasportatori. La nuova riforma dei porti, poi, istituisce anche la Conferenza Nazionale di coordinamento delle Autorità di Sistema Portuale presso il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con il compito di armonizzare e coordinare, a livello nazionale, le scelte strategiche su temi come i grandi investimenti infrastrutturali, le scelte di pianificazione urbanistica in ambito portuale, le politiche di marketing e promozione del sistema portuale nazionale e la verifica dei piani di sviluppo portuale. La Conferenza è presieduta dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti che ha la facoltà
NAPOLI 20.996,522
PORTI
2015 MOVIMENTAZIONE MERCI
443.236,320 x1.000 tonnellate
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TOTALI
GENNAIO2017
OLBIA GOLFO ARANCI-P.TORRES 7.341,738
PER SINGOLI PORTI
CAGLIARI-SARROCH 41.082,556
PESATURA DEI CONTAINER: L’AUTOTRASPORTATORE NON RESPONSABILE
PALERMO-TERMINI IMERESE 7.151,449
AUGUSTA 26.342,608
CATANIA 7.557,779
MESSINA-MILAZZO 23.206,784
TRIESTE 57.133,078
MONFALCONE 4.451,422
PORTOGRUARO -
VENEZIA 25.104,218-
CHIOGGIA -
RAVENNA 24.738,989
ai procedimenti amministrativi e autorizzativi concernenti le attività economiche. Allo Sportello unico doganale è invece attribuita la competenza dei controlli su tutti gli adempimenti connessi all’entrata e uscita delle merci nel o dal territorio nazionale.
LAVORO PORTI
Buone notizie per gli autotrasportatori dall’applicazione della Direttiva Solas. A quasi un anno di distanza da quando è entrato in vigore l’obbligo di pesatura dei container imposto dalla normativa, presso il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è stato organizzato un incontro, promosso dalla sottosegretaria ai Trasporti, Simona Vicari, fra lo stesso dicastero, i rappresentanti dell’autotrasporto e il responsabile del Comando Generale delle Capitanerie di Porto, ammiraglio Luigi Giardino. Nell’occasione è stata fatta chiarezza su ruoli e responsabilità dei vari attori della filiera e il Comando Generale delle Capitanerie di Porto ha anche deciso di predisporre un unico modello ufficiale di certificazione Vgm (Verified Gross Mass) chiamato anche “shipping document”. Durante l’incontro sono stati illustrati i dettagli di una nuova circolare sulle procedure da seguire: grazie alla razionalizzazione introdotta risulta evidente che le responsabilità per la pesatura e la trasmissione del certificato Vgm sono in capo allo speditore e non al vettore stradale. Nell’occasione è stata anche segnalata la problematica per cui in diversi casi il terminalista portuale non ha consentito l’ingresso ai varchi di un container il cui certificato Vgm non fosse ancora giunto per via telematica, nonostante la pesatura fosse avvenuta in modo corretto. Per risolvere questo e altri problemi inerenti l’autotrasporto e uniformare le procedure, Confartigianato Trasporti ha proposto al ministero un coordinamento nazionale che coinvolga anche le Autorità di Sistema Portuale.
Dati Assoporti
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LAVORO
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La cura del ferro fa sentire i primi effetti e il settore del trasporto merci ferroviario è in fermento. Dalla nascita di Mercitalia all’aumento del traffico, cosa sta cambiando nel settore
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LA RIPRESA DEL GENNAIO2017
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l settore del trasporto merci ferroviario sembra vivere una fase di significative accelerazioni, sia sul fronte degli operatori privati, sia su quello pubblico. A partire dalla creazione del polo unico della logistica di Ferrovie dello Stato, con la nascita di Mercitalia – società che racchiude quelle già impegnate nel settore della logistica – fino agli ultimi dati sul traffico merci diffusi dall’associazione FerCargo, che raggruppa gli operatori privati, quello che si delinea è infatti un quadro in movimento e in trasformazione. Con una crescita del 6% rispetto al 2015, il 2016 ha segnato una ripresa del traffico merci ferroviario in Italia; da sole le imprese private hanno fatto registrare un aumento del 25% del proprio traffico su rotaia. Si tratta probabilmente dei primi effetti della cosiddetta “cura del ferro”, voluta dal Governo e dal ministro dei Trasporti Graziano Delrio. Restano comunque lontani i livelli europei, sia per volumi di traffico, sia per gli impianti infrastrutturali. Se per favorire i traffici via ferro e l’intermodalità ferro-gomma, l’Italia si è infatti dotata di alcuni meccanismi contributivi come il Ferrobonus – in attesa di diventare operativo – e il decreto del Mit del 29 dicembre scorso rivolto alle
imprese ferroviarie che hanno svolto servizi ferroviari nel 2016 e 2017 (vedi box), sul fronte delle infrastrutture ci sono ancora importanti interventi da attuare. In particolare, per aumentare l’offerta è fondamentale agganciare i collegamenti Nord-Sud e le
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opportunità offerte dal tunnel del Gottardo. Fondamentale, inoltre, intervenire sull’Alta Velocità/Alta Capacità e dotarsi di una rete ferroviaria più vicina agli standard europei e in grado di consentire il transito di treni più grandi e pesanti.
MIT: 100 MILIONI PER I TRASPORTI VIA FERRO Per saperne di più visita il sito RivistaTir, anche tramite QrCode
Alla fine dello scorso anno la Commissione Ue ha dato il via libera ai contributi per le imprese di trasporto ferroviario per i servizi effettuati nel 2016 e per quelli che saranno effettuati nel 2017. Il decreto n. 61 del MIT chiarisce le modalità di erogazione di questa forma di sostegno economico che ammonta a 100 milioni di euro. Per riceverlo le imprese ferroviarie dovranno presentare al MIT richiesta di riconoscimento dei contributi; il gestore dell’infrastruttura (RFI spa) dovrà inviare al Ministero informazioni dettagliate di sua competenza. In entrambi i casi il materiale dovrà arrivare entro il 1° marzo per i transiti del 2016, mentre per i servizi svolti nel corso di questo 2017 le domande dovranno pervenire entro il 1° marzo 2018. Le contribuzioni saranno erogate nei limiti delle risorse disponibili e avranno un limite percentuale non superabile.
LE FERROVIE FEBBRAIO2017
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LE MERCI TRATTATE COME PASSEGGERI La nuova filosofia di Mercitalia è semplice: se tratti male le merci il trasporto non funziona. L’AD Marco Gosso racconta progetti e missione della neonata organizzazione
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er Ferrovie dello Stato Italiane il rilancio del trasporto merci passa attraverso la creazione del Polo Mercitalia, che riunisce tutte le società del Gruppo impegnate nel settore della logistica, con l’obiettivo di renderlo un business fruttuoso e competitivo. Obiettivo affidato a Marco Gosso, 54 anni, amministratore delegato di Mercitalia Logistics, che spiega progetti e missione della neonata organizzazione. “Il business merci era particolarmente in crisi. Fra il 2011 e il 2015 in Ferrovie dello Stato, ad esempio, sono state registrate perdite per 800 milioni di euro. Questi dati sono stati il punto di partenza per affrontare la sfida di risanare e rilanciare questa attività, perché da un lato c’erano state le perdite, dall’altro un’attività che dava lavoro a 5 mila persone, con un fatturato di circa 1 miliardo di euro. Quindi, nonostante le perdite, pensare di chiuderla non era certo una strada percorribile. Il progetto è nato all’incirca all’inizio del 2015 e ha avuto per tutto il 2016 un’accelerazione che ha portato a rivedere mission e strategia e a creare un raggruppamento di società che potesse risolvere le criticità fondamentali che affliggevano il settore merci di Ferrovie dello Stato”.
Marco Gosso
TIR Il motto di Mercitalia è trattare le merci come i passeggeri; che significa? Siamo un’azienda sul mercato e in quanto tale dobbiamo soddisfare i nostri clienti per poter continuare a lavorare e a svilupparci. E, sebbene le merci non parlino, devono essere trattate come clienti dei treni passeggeri che si lamentano se il trasporto non funziona.
Cosa cambierà per i vostri clienti? La sfida è quella di migliorare in maniera significativa il servizio, in termini di puntualità e di capacità per soddisfare le aspettative dei clienti; contemporaneamente dovremo riuscire a diventare più efficienti. La complessità del progetto è nel fare le due cose insieme.
Cosa cambierà per la velocità commerciale delle merci, per la quale registriamo dati molto negativi? La velocità commerciale delle merci su ferrovia è ancora parecchio bassa e ovviamente fra velocità dei treni e il risultato economico esiste una correlazione diretta. Nell’ambito di questo progetto vogliamo rivedere il rapporto che abbiamo con i gestori delle reti nazionali ed estere – perché una parte dell’attività la svolgiamo a livello internazionale – per cercare di velocizzare i nostri treni e sfruttare così al meglio i nostri asset.
In passato si è parlato di alta capacità ferroviaria, sfruttare le linee ad alta velocità per i treni merci in orari con meno traffico, come quelli notturni. È un progetto ancora attuale? È un’idea interessante a cui stiamo lavorando. Abbiamo ricevuto in questo senso anche una sollecitazione dal ministro Delrio. Per questo è necessario riuscire a conciliare la circolazione diurna di treni veloci e leggeri come quelli passeggeri con quelli più lenti e pesanti delle merci oppure di notte la circolazione dei treni merci con gli interventi di
FERRO
manutenzione delle linee AV/AC. Stiamo studiando una soluzione; dobbiamo vedere se è davvero percorribile.
Si parla di investimenti per 1,5 miliardi di euro. In cosa si concretizzeranno? Si tratta delle risorse allocate per il settore merci nel Piano industriale 2017-2026 di Fs. Abbiamo deciso di investire un miliardo di euro in materiale rotabile, per carri e locomotive nuovi, per fare revisioni e manutenzione ciclica della flotta esistente e ricondizionamento del materiale più vecchio. Abbiamo previsto di investire, poi, circa 100 milioni di euro nella realizzazione di terminal intermodali a Milano, a Brescia e a Piacenza; tre terminali che devono fare da cerniera fra la rete ferroviaria nazionale e i grandi corridoi alpini, in particolare l’attraversamento svizzero. Qui creeremo tre tra i più moderni terminal intermodali d’Europa. E poi abbiamo previsto di investire in nuovi sistemi informatici e in sicurezza. Infine 300 milioni di euro saranno destinati ad acquisizioni.
Qual è il peso dell’intermodalità nel vostro piano? Nel nostro Dna c’è la volontà di collaborare con altri soggetti per trovare soluzioni intelligenti che ci portino risultati sostenibili anche dal punto di vista economico e finanziario. Noi crediamo che non si possa fare a meno della collaborazione fra le diverse modalità di trasporto. Nostra intenzione quindi è dialogare con gli operatori del trasporto stradale e marittimo e con gli altri operatori del trasporto ferroviario. La maggior parte dei nostri clienti sono gli operatori stradali e della logistica; con loro continueremo a lavorare e cercare forme di sviluppo congiunto; ne discuteremo con le associazioni per cercare di capire se c’è un terreno comune.
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LA NUOVA ETÀ DEL FERRO Grazie agli incentivi e agli investimenti strutturali messi in atto dal Governo le ferrovie stanno diventando sempre più competitive. La parola a Giancarlo Laguzzi, presidente di Fercargo
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li operatori privati hanno dato un apporto particolarmente significativo allo sviluppo del trasporto merci ferroviario in Italia nel 2016. Secondo Giancarlo Laguzzi, presidente di Fercargo, associazione di imprese ferroviarie private italiane, il merito va attribuito al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti “che ha individuato due azioni. La prima è strutturale: finanziando interventi che consentano di fare treni lunghi 750 metri, invece che 500-550 come ora, e da 2mila tonnellate invece che da 1600, si offre la possibilità di caricare fino al 25% in più delle merci. Il traguardo di realizzazione è nel 2019-2021. Ma nel frattempo, nel 2015 ha reso disponibili degli incentivi per il Sud e nel 2016 e 2017 degli incentivi per l’intera rete nazionale, intesi come Ferrobonus e come sconto pedaggio. Grazie a contributi che consentono di fare prezzi più bassi, le imprese hanno potuto
Giancarlo Laguzzi
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puntare a una maggiore competitività e nel frattempo, grazie agli incentivi che sono stati anticipati, è stato possibile fare subito qualche accordo commercialmente interessante con i trasportatori, perché i trasporti vengono realizzati in parte con camion e in parte coi treni”.
Al Sud c’è stata una crescita a due cifre rispetto al trasporto merci su ferro. Noi abbiamo registrato un incremento del 25%. Anche nel 2015 avevamo rilevato una crescita, ma a una sola cifra. Nel 2016 l’aumento è stato consistente sia a Sud sia sull’intera rete. È stato reso possibile dalla fiducia in un intervento così importante, non una tantum, che non dipende dal Governo di turno, ma che rappresenta un vero e proprio investimento strutturale in grado di consentire alle imprese di investire serenamente.
In questo settore interverrà fra poco anche il Ferrobonus, un incentivo per le imprese che trasferiranno le merci dalla gomma alla ferrovia. Questo dovrebbe facilitare un avvicinamento agli obiettivi e dovrebbe comportare nel 2017 un’ulteriore accelerazione. Per quest’anno contiamo di riconfermare questo trend di crescita.
Il trasporto merci su ferrovia in Italia ha una delle velocità commerciali più basse d’Europa. Cosa si può fare su questo fronte? Il trasporto delle merci è stato una Cenerentola.
FERRO
Serviva una scelta chiara in questa direzione, che è stata fatta, e da qui nasceranno tutta una serie di novità positive. Uno degli interventi è l’allargamento delle sagome delle gallerie per permettere il passaggio di treni e container di ultima generazione che si chiamano HighCube. In sostanza si allargano gli imbocchi delle ferrovie per consentire il passaggio di carri caricati con veri e propri camion. Sulla lunga galleria dell’Appennino, che collega Firenze con Bologna, non sarà possibile farlo prima del 2020-21 per evidenti motivi di tempi tecnici. Ma il Ministero – e lo ha confermato RFI – ci dà la possibilità di usare di notte la linea ad Alta Velocità, non per andare veloci, ma per poter portare container più grandi, dal momento che la sagoma della linea ad Alta Velocità è già adatta a specifiche internazionali. Anche questo è un segnale molto importate: solo due-tre anni fa non sarebbe stato nemmeno possibile proporlo. Quando si decide di andare in una certa direzione poi la parte tecnica va dietro di conseguenza: anche la velocità commerciale sarà uno dei parametri che tenderà a migliorare. Crediamo che si sia imboccato un cammino virtuoso. Si è fatto tanto e in tempi molto brevi. Siamo fiduciosi che questa spinta continui.
Una grande spinta si attende dal tunnel del Gottardo. Con l’apertura di dicembre scorso, i treni che per motivi di pendenza prima erano spinti da due locomotive in coda oltre che dalla locomotiva titolare, ora transitano col solo locomotore titolare. Si hanno così minori costi e più velocità. Il vantaggio per le merci sarà importante nel 2019 quando la Svizzera completerà anche la Galleria del Ceneri che rimane l’ultimo blocco sull’itinerario.
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FARE SQUADRA PER CRESCERE La logistica per conto terzi è un settore particolarmente rilevante in Italia. Ne parliamo con Andrea Gentile, presidente di Assologistica 30
CIÒ CHE USIAMO OGNI GIORNO È IL FRUTTO DI UN LUNGO PROCESSO DI TRASPORTI E LOGISTICA
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MILIARDI DI EURO DI FATTURATO NEL 2016
12%
DEL PIL NAZIONALE
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a alcuni anni a questa parte la logistica per conto terzi – cioè l’affidamento dei servizi di stoccaggio e distribuzione di prodotti e materiali all’esterno delle aziende – sta vivendo in Italia una fase di importante rinascita, grazie anche alla ripresa dell’economia e del traffico merci. Solo nel 2016 questo settore ha sfiorato gli 80 miliardi di euro di fatturato, pari al 12% del Pil nazionale; si tratta quindi di un segmento particolarmente rilevante, ma anche particolarmente complesso. “L’Italia è il secondo Paese manifatturiero in Europa e allo stesso tempo è povero di materie prime. Per realizzare prodotti le industrie italiane hanno bisogno di importare materie prime. Si capisce così l’importanza di questo settore, sia per quel che riguarda l’approvvigionamento, sia per il collocamento dei prodotti finiti nei mercati di consumo”. Andrea Gentile, dallo scorso dicembre presidente di Assologistica, associazione che raccoglie più di 250 imprese, delinea il quadro di un settore in piena trasformazione: “In questo momento pare che sia istituzioni sia mondo industriale abbiano capito la sua importanza. Anche se c’è ancora molto da fare, si va nella giusta direzione”.
TIR Si tratta di un mondo complesso, fatto di tanti sistemi e di varie modalità di trasporto. Assologistica è la prima associazione in Italia per quel che riguarda gli operatori logistici, che possono essere portuali, aeroportuali, ferroviari, doganali. Al nostro interno c’è dialogo con tutte le componenti della filiera. Per quel che riguarda i porti, ad esempio, le autorità sono ora Autorità di sistema portuali proprio perché anche il miglior porto organizzato ha bisogno di dialogare con il retroporto, quindi con gli operatori trasportistici, su gomma e su ferro.
Qual è la situazione per quel che riguarda il settore ferroviario? Penso che il trasporto merci ferroviario in Italia sia in ritardo, ma questa può diventare un’arma se si svilupperà bene il sistema, così come pare dalla politica del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Ci sono ancora molti problemi sul campo: dal primo miglio all’ultimo miglio; dalle norme – farraginose rispetto a quelle europee – alle infrastrutture, alla mancanza di locomotive e carri. Se questo settore verrà sviluppato, però, possiamo avere un’arma vincente per la logistica italiana.
LOGISTICA
Primo miglio e ultimo miglio: sono due parti del trasporto di solito gestite dalla gomma e quindi dall’autotrasporto. Come migliorare il dialogo con questa modalità? E come fare perché sia perfettamente integrata nei processi logistici? Quello che in Italia è mancato nel passato è fare squadra: un operatore da solo non va da nessuna parte. Bisogna pensare che la logistica è al servizio dello sviluppo dell’Italia e dell’industria e chiedersi come poter dare il miglior servizio al miglior prezzo possibile. E questo dipende dai vari operatori della filiera logistica.
Assologistica è pronta a confrontarsi con le associazioni di rappresentanza dell’autotrasporto? Certamente. Noi siamo qui per fare un servizio e vogliamo lavorare insieme per portare avanti un obiettivo che credo ci accomuni tutti e cioè offrire migliori prestazioni alla clientela per lo sviluppo del Paese.
31 A proposito di sviluppo. In Italia c’è un problema di inefficienza logistica che causa perdite economiche all’intero sistema Paese. Quali le criticità più urgenti? Certamente è necessaria una semplificazione delle regole e mettere mano alle infrastrutture. Oggi ci sono diversi nodi che limitano le funzionalità e i servizi. Lo sportello unico doganale è certamente una risposta.
Andrea Gentile
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FRANCIA
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AUTOSTRADE, AUMENTI SCANDALOSI
IN FRANCIA ATTACCO A CAMION SPAGNOLI
a anni ci viene ripetuto che le tariffe delle autostrade francesi sono sorvegliate da un’alta autorità che ha il compito di controllare che gli aumenti non superino la crescita dell’inflazione, ma i recenti aumenti dei pedaggi dimostrano che non c’è stato nessun controllo e che gli unici a soffrire sono i portafogli degli utenti, autotrasportatori in prima fila. Il mensile Les Routiers fotografa così il malcontento dei francesi che utilizzano le autostrade nazionali. Fino a dieci anni fa gestite direttamente dallo Stato, le autostrade sono state vendute a società private (Vinci, Eiffage e Abertis) a condizioni molto vantaggiose, sollevando una forte protesta da parte dell’opinione pubblica. Gli aumenti dei pedaggi non potrebbero per legge superare il 70% del tasso di inflazione, ma anche quest’anno, con un aumento dello 0,76% entrato in vigore il 1° febbraio, la regola non è stata rispettata. Negli ultimi dieci anni i pedaggi sono aumentati del 20%, e la tendenza non si fermerà, visto che lo Stato chiude gli occhi in cambio della garanzia dei lavori di ammodernamento e manutenzione di cui le autostrade hanno bisogno. Se gli automobilisti hanno protestato contro gli aumenti, sottolinea Les Routiers, i trasportatori sono rimasti quasi tutti in silenzio. Solo l’associazione OTRE – che rappresenta piccole e medie imprese di trasporto – ha alzato la voce contro gli aumenti, “dichiarandoli ingiustificati e frutto del rapporto opaco tra Stato e società concessionarie” mentre per la Fédération Nationale des Transports Routiers, FNTR, l’aumento dei pedaggi passa purtroppo in secondo piano in rapporto ai tanti punti di conflitto più rilevanti che ci sono tra il mondo dell’autotrasporto e il governo francese.
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rasportare in Francia prodotti agricoli spagnoli è diventato pericoloso. Il mensile spagnolo Transporte Profesional riferisce che tre camion cisterna spagnoli che trasportavano vino sono stati attaccati da alcuni agricoltori francesi nella regione Narbonne-Vinassan e Gallargues Les Montueux. I camion sono stati fatti fermare, gli autisti costretti a scendere dalle cabine e forzati a gettare il vino nei campi. Un’azione violenta con la quale si crede di contrastare l’importazione di prodotti più economici. Fegatramer, la Federazione dei Trasportatori della Galizia, ha chiesto all’Ue urgenti azioni di contrasto a questo pericoloso fenomeno.
SVEZIA È SVEDESE IL GASOLIO PIÙ CARO
A
seguito dell’aumento delle imposte “deciso dal governo svedese, il gasolio venduto in Svezia è passato ad essere il più caro d’Europa insieme con quello britannico”. Inizia così un articolo del mensile Trailer. A gennaio 2017 il prezzo del gasolio alla pompa in Svezia è l’equivalente di circa 1,41 euro, molto più alto di quello in vigore in alcuni dei Paesi confinanti quali Danimarca, Polonia e Lituania. Le dimensioni della Svezia costringono i trasportatori svedesi a lunghi viaggi da un capo all’altro del Paese, con chilometraggi molto alti. Anche piccoli aumenti del costo del carburante hanno ripercussioni notevoli sui conti delle aziende.
NEWS GRAN BRETAGNA
IRLANDA
LA STERLINA DEBOLE PESA SULL’AUTOTRASPORTO
CONTROLLO DI QUALITÀ
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a caduta del valore della sterlina nel “dopo Brexit” ha avuto un’immediata ripercussione negativa sulle aziende di autotrasporto. L’annuale dichiarazione di capacità finanziaria che gli autotrasportatori devono consegnare alle autorità britanniche è stata stabilita di concerto con le autorità europee ed è calcolata in euro. La sterlina più debole nei confronti dell’euro ha automaticamente alzato il valore obbligatorio della dichiarazione. La FTA, Freight Transport Association, stima che il valore di questa garanzia per il primo veicolo di un’azienda nel 2017 salirà da 6.650 a 7.800 sterline e per i camion successivi da 3.700 a 4.300 sterline. Una situazione opposta a quanto era accaduto nel 2016, quando la crescita del valore della sterlina contro l’euro aveva avvantaggiato le aziende rendendo più leggero l’obbligo della prova di capacità finanziaria, che può essere dimostrata sia con la presenza di contanti nel conto in banca, sia con altri metodi, quali l’accesso al credito, accordi finanziari e garanzie accessorie. Un onere che serve a dimostrare di avere un margine economico che permetta di mantenere il necessario livello di manutenzione dei veicoli e alti standard di sicurezza. Considerando che per ogni camion posseduto l’azienda deve dimostrare capacità finanziaria e che le aziende britanniche spesso hanno nel parco veicoli dei camion utilizzati solo in caso di sostituzioni di emergenza, la FTA prevede che molti operatori decideranno di ridurre la consistenza della flotta tenendo in linea solo lo stretto necessario.
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a Freight Transport Association Ireland ha lanciato un nuovo schema di valutazione delle aziende che svolgono servizi di trasporto con veicoli commerciali leggeri. Battezzato Van Safe, lo schema, che ha l’obiettivo di alzare il livello e la sicurezza dei servizi, richiederà alle aziende di mettere sotto esame i veicoli, l’amministrazione dell’azienda, la formazione e il comportamento del personale di guida e la sostenibilità ambientale dell’attività. Il trasporto leggero in Irlanda è infatti cresciuto notevolmente rendendo necessario un sistema di valutazione che permetta agli operatori di dimostrare la qualità dei loro servizi e di far crescere il loro business.
SVIZZERA DIVIETI NOTTURNI A RISCHIO
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n Svizzera i camion non possono circolare fra le 22 e le 5 del mattino. Le eccezioni, per esempio per il trasporto di merci deperibili, sono tuttavia frequenti. Ticino online scrive che “la lobby dell’autotrasporto vorrebbe far cadere questo divieto” e cerca di ammorbidirlo con un intervento politico per accorciare di un’ora la pausa notturna. “Sarebbe il primo passo verso l’abolizione del divieto – afferma Jon Pult, presidente dell’Iniziativa delle Alpi – e siamo perciò contenti che la Commissione del Consiglio degli Stati, la Camera alta del parlamento svizzero, non sembri disposta a cedere perché un ammorbidimento metterebbe in pericolo il trasferimento dei trasporti di merce dalla strada alle rotaie, voluto dal popolo”.
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FISCO
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L’IVA DIVENTA AUTONOMA
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di Angelo Ciaravolo
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Il nuovo modello Iva, che deve essere presentato entro il 28 febbraio, apre le dichiarazioni fiscali. Ma le novità sono tante: vediamole nel dettaglio
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disco verde per le dichiarazioni fiscali e per i software di compilazione. Sul sito internet dell’Agenzia delle Entrate sono disponibili gratuitamente le versioni definitive dei modelli e delle istruzioni dell’Iva, della Certificazione unica, del 730 e del 770 relativi all’anno d’imposta 2016. Il nuovo modello Iva 2017 apre di fatto la lunga stagione delle dichiarazioni poiché da quest’anno si rende autonomo dalla dichiarazione dei redditi (il termine ultimo per la trasmissione, esclusivamente telematica, è fissato al prossimo 28 febbraio,
mentre, dal 2018, andrà a regime il termine del 30 aprile). Resta immutata, tuttavia, la possibilità di versare il saldo annuale dell’imposta entro il termine di pagamento delle somme risultanti dalla dichiarazione dei redditi (la nuova scadenza cade il prossimo 30 giugno), con la maggiorazione dello 0,40% a titolo d’interesse per ogni mese o frazione di mese successivo al termine ordinario del versamento (al netto dell’acconto eventualmente versato entro lo scorso 27 dicembre) che per gli autotrasportatori (contribuenti Iva trimestrali speciali) è del 16
febbraio e non del 16 marzo. È utile ricordare che le dichiarazioni presentate entro novanta giorni dalla scadenza del termine ordinario sono considerate valide, salvo l’applicazione delle sanzioni previste dalla legge (quelle presentate invece con un ritardo superiore a novanta giorni si considerano del tutto omesse, ma costituiscono comunque titolo per riscuotere l’imposta che ne risulti dovuta). Ed è on line anche la nuova certificazione unica 2017. La principale novità di quest’anno è che i sostituti d’imposta potranno consegnarla ai dipendenti entro il prossimo 31 marzo (resta invariata invece la scadenza del 7 marzo per l’invio all’Agenzia delle Entrate dei dati contenuti nelle certificazioni). Il nuovo modello CU contiene
LE NUOVE DATE 28 FEBBRAIO PRESENTAZIONE MODELLO IVA 7 MARZO
SOSTITUTI D’IMPOSTA DEVONO INVIARE ALL’AGENZIA DELLE ENTRATE LE CERTIFICAZIONI UNICHE RELATIVE AI LAVORATORI DIPENDENTI
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VERSAMENTO SALDO E ACCONTO SCATURENTE DALLE DICHIARAZIONI DEI REDDITI (IRPEF/IRES/IRAP)
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37 nuove sezioni, tra cui quella riservata alle somme erogate per premi di risultato (ricordiamo che per i dipendenti del settore privato è prevista l’applicazione di un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali del 10% per le somme percepite a titolo di premi di risultato). E le novità non mancano nemmeno per il 770/2017 che da quest’anno si presenta in versione unificata (in pratica sono stati soppressi i vecchi modelli “ordinario e semplificato”). Ricordiamo che il modello 770 deve essere utilizzato dai sostituti d’imposta per comunicare all’Agenzia delle Entrate i dati fiscali relativi alle ritenute operate nell’anno 2016, i versamenti e le eventuali compensazioni effettuate, nonché il riepilogo dei crediti e
tutti gli altri dati contributivi e assicurativi (l’invio telematico deve essere effettuato direttamente o tramite gli intermediari abilitati entro il 31 luglio). Sempre nel mese di luglio va presentato il modello 730 (entro il 23, nel caso di presentazione diretta all’Agenzia delle Entrate oppure entro il 7, nel caso di presentazione al sostituto d’imposta oppure al Caf o al professionista). Il nuovo modulo si presenta come sempre molto semplice, non richiede noiosi calcoli da parte del contribuente e principalmente consente il rimborso d’imposta direttamente nella busta paga di luglio. Inoltre, può essere utilizzato anche nella forma precompilata predisposta direttamente dall’Agenzia delle Entrate. Tra le numerose novità, oltre ai
premi di risultato, segnaliamo le agevolazioni previste dalla legge “dopo di noi” che ha innalzato da 530 a 750 euro l’importo dei premi relativi alle assicurazioni aventi per oggetto il rischio di morte, finalizzate alla tutela delle persone con disabilità grave, per i quali è possibile fruire della detrazione del 19%. È deducibile inoltre il 20% delle erogazioni liberali, delle donazioni e degli altri atti a titolo gratuito (complessivamente non superiori a 100 mila euro) a favore di trust o fondi speciali. Relativamente ai software di compilazione dei modelli, ricordiamo infine che quelli messi a disposizione sul sito dell’Agenzia delle Entrate non richiedono alcuna installazione (le applicazioni possono essere attivate direttamente dal web).
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PREMI DI PRODUTTIVITÀ: COSA CAMBIA NEL 2017 di Mariangela Pagano
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La Legge di Bilancio ha alzato la soglia massima dell’importo tassabile fino a 4 mila euro e ha esteso la platea dei beneficiari: il limite di reddito adesso è 80 mila euro annui
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a Legge di Bilancio di quest’anno ha ampliato le maglie dei potenziali beneficiari della detassazione dei premi di produttività. Anche per il 2017 le imprese non potranno usufruire della decontribuzione sui premi di risultato. Non cambiano, rispetto allo scorso anno, le condizioni, regole e disciplina generale per fruire delle agevolazioni. Il beneficio, a favore dei lavoratori, consiste nell’applicazione di un’imposta agevolata del 10%, sostitutiva dell’Irpef e delle
addizionali regionali e comunali, sulle somme riconosciute a titolo di premio di risultato sulla base di accordi sindacali aziendali o territoriali che prevedano il raggiungimento di obiettivi variabili legati a incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza e innovazione produttiva. L’importo del premio di risultato detassabile è stato elevato da 2.000 a 3.000 euro, nonché ulteriormente innalzato da 2.500 a 4.000 euro per le aziende che coinvolgono
pariteticamente i lavoratori nell’organizzazione del lavoro. Inoltre, il limite di reddito di lavoro dipendente percepito dal lavoratore nell’anno precedente, al quale è condizionato l’accesso all’imposta sostitutiva, viene elevato da 50 mila a 80 mila euro. Anche sul versante del welfare aziendale, realizzato sempre nell’ambito della contrattazione di secondo livello, vengono ampliati i possibili benefici; infatti, in aggiunta alle agevolazioni già
TIR
in essere, viene previsto che non concorrono a formare il reddito di lavoro dipendente, né sono soggetti all’imposta sostitutiva: - i contributi alle forme pensionistiche complementari e i contributi di assistenza sanitaria versati per scelta del lavoratore, in sostituzione, in tutto o in parte, dei premi di produttività, anche se eccedenti i limiti di deducibilità fiscale; - il valore delle azioni ricevute per scelta del lavoratore, in sostituzione, in tutto o in parte, dei premi di produttività, anche se eccedenti il limite di deducibilità fiscale e indipendentemente dalle condizioni stabilite a tal fine; - i contributi e i premi versati dal datore di lavoro a favore della generalità dei dipendenti o di categorie di dipendenti per prestazioni, anche in forma assicurativa, aventi per oggetto il rischio di non autosufficienza nel compimento degli atti della vita quotidiana o di gravi patologie. Le somme e i valori di cui all’art. 51, comma 4, del DPR n. 917/1986
(TUIR), relativi ad autoveicoli, motocicli, ciclomotori concessi in uso promiscuo, prestiti, fabbricati concessi in locazione, servizi di trasporto ferroviario, concorrono a formare il reddito di lavoro dipendente secondo le regole previste e non sono soggetti a imposta sostitutiva anche laddove gli stessi siano fruiti, per scelta del lavoratore, in sostituzione, in tutto o in parte, dei premi di produttività in denaro. Per poter erogare i benefit, in sostituzione del premio di risultato, le parti nell’ambito dell’accordo sindacale devono prevedere esplicitamente tale facoltà. Con una norma di interpretazione autentica viene precisato che le disposizioni dell’art. 51, comma 2, lettera f) del TUIR, relative alla nozione, ai fini dell’esenzione da imponibilità, delle opere e dei servizi riconosciuti dal datore di lavoro, volontariamente o in conformità a disposizioni di contratto o di accordo o di regolamento aziendale, offerti alla generalità dei dipendenti o a categorie di dipendenti e ai familiari per specifiche
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finalità di educazione, istruzione, ricreazione, assistenza sanitaria o culto, si interpretano nel senso che le stesse si applicano anche alle opere o servizi riconosciuti dal datore di lavoro, in conformità a disposizioni di contratto collettivo nazionale di lavoro, accordo interconfederale o contratto collettivo territoriale.
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PATENTE E CQC CONGIUNTE: OCCORRE RISPETTARE LA PROPEDEUTICITÀ
Chi intende conseguire congiuntamente la patente di guida della categoria C o D e la Carta di qualificazione del conducente deve rispettare i criteri di propedeuticità. Lo afferma il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, rispondendo a due quesiti che riguardano il conseguimento congiunto di patenti e CQC da parte di allievi prossimi ai 21 anni
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chiarimenti, contenuti nella circolare del 30 gennaio 2017 della Direzione Generale della Motorizzazione, riguardano due aspetti:
- se il candidato, di età inferiore a 21 (o 24) anni, che abbia presentato istanza di conseguimento della categoria C (o D) e della relativa qualificazione CQC (ma compia questa età dopo aver sostenuto l’esame di teoria) possa sostenere l’esame pratico – per il conseguimento della patente – prima di completare le procedure d’esame per il conseguimento della qualificazione CQC; - se il candidato che abbia presentato istanza per il conseguimento delle categorie C (o D) e delle relative qualificazioni professionali quando già aveva compiuto 21 (o 24) anni di età, possa sostenere l’esame pratico – per il conseguimento della patente – prima di completare le procedure d’esame per il conseguimento della qualificazione CQC. In entrambi i casi il Ministero ha dato una risposta negativa, escludendo la possibilità per il candidato di completare le procedure per il conseguimento della patente di guida prima di aver conseguito la qualificazione CQC.
Il Ministero ricorda che il Decreto legislativo 21 novembre 2005, n. 286 prevede, all’art. 18, comma 1 che: “per l’accesso ai corsi di qualificazione iniziale [...] non è richiesto il previo conseguimento della patente di guida corrispondente”. Il Decreto ministeriale 20 settembre 2013, infatti, all’art. 11, comma 8, stabilisce due diverse procedure: una per chi intende conseguire esclusivamente la qualificazione CQC e l’altra per chi vuole conseguire entrambe le qualificazioni. Di conseguenza, conclude il Ministero, chi intende conseguire contestualmente la patente di guida delle categorie C (o D) e la qualificazione CQC deve rispettare i criteri di propedeuticità previsti dall’art. 11, comma 9, del Decreto ministeriale 20 settembre 2013.
Per ulteriori approfondimenti vedi il sito RivistaTir, anche tramite Qr code
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NORMATIVE
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Contributi agli investimenti: anche un procuratore può presentare domanda
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uove precisazioni dal ministero dei Trasporti per quanto riguarda la presentazione della domanda per i contributi agli investimenti 2016, che riguardano veicoli casse mobili e rimorchi. Con una nuova circolare, pubblicata il 31 gennaio, la Direzione Generale del Trasporto Stradale del MIT ha specificato infatti che la domanda può essere presentata anche da un procuratore legittimato ad agire a nome e per conto dell’impresa di autotrasporto richiedente la misura. Una pratica che può favorire soprattutto le piccole imprese, per le quali spesso sono proprio le associazioni di categoria ovvero i rivenditori di veicoli e di rimorchi a farsi carico di compilare la domanda e di assistere l’autotrasportatore nel disbrigo delle pratiche burocratiche necessarie all’ottenimento del finanziamento. Il MIT specifica nella circolare che il procuratore può accedere al sito internet del Portale dell’automobilista con le credenziali dell’impresa, utilizzando invece la propria firma digitale per l’invio della domanda. In questo caso – prosegue la nota – sul Portale dell’automobilista dovranno essere inseriti: i dati anagrafici del procuratore, tra cui il codice fiscale per confrontarlo con quello della firma digitale da lui apposta, e la procura con la quale viene conferita a quel soggetto l’autorizzazione ad agire in nome e per conto dell’impresa, datata e sottoscritta dal legale rappresentante di quest’ultima e corredata dai documenti di identità in corso di validità del rappresentante e del rappresentato. Ricordiamo che la domanda deve essere presentata esclusivamente in formato elettronico ed entro il termine ultimo del 15 aprile 2017.
Sabatini Ter: il Mise aggiorna le FAQ
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al 2 gennaio scorso è tornata ad essere operativa la misura conosciuta come Sabatini Ter, che era stata sospesa a settembre 2016 per esaurimento delle risorse. La Legge di Bilancio ha infatti prorogato la misura fino al 31 dicembre 2018 ampliandone anche il campo di operatività. Per questo il ministero dello Sviluppo economico ha aggiornato la pagina dedicata alle FAQ e tra le precisazioni inserite ce n’è anche una che riguarda l’acquisto di mezzi e attrezzature di trasporto. In particolare, come già chiarito dal Mise con una circolare del maggio 2015, l’agevolazione non opera per gli investimenti di mera sostituzione ma occorre che siano riconducibili a una delle tipologie previste dal nuovo Regolamento comunitario di esenzione 651/2014 per cui deve trattarsi: - della realizzazione di un nuovo stabilimento; - dell’ampliamento di uno stabilimento esistente; - della diversificazione della produzione di uno stabilimento mediante prodotti nuovi aggiuntivi; - della trasformazione radicale del processo produttivo complessivo di uno stabilimento esistente; - dell’acquisizione di attivi di uno stabilimento, alle condizioni fissate dal Regolamento comunitario. Nelle nuove FAQ, il Ministero specifica che per un’azienda di trasporti, l’ampliamento di uno stabilimento esistente avviene quando, attraverso l’investimento, viene ampliata la capacità produttiva dell’impresa. In particolare, prosegue il Mise, “nel settore trasporti si configurerà ampliamento qualora attraverso l’investimento sia incrementata la capacità di trasporto dell’impresa, per esempio attraverso l’ampliamento del parco automezzi o l’acquisto di mezzi di trasporto con maggiore capacità di carico, ecc.”.
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Cronotachigrafo: nuova ordinanza della Cassazione
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organo di Polizia stradale che accerta un’infrazione sui tempi di guida e riposo di un autista di mezzi pesanti può emettere sanzioni anche per violazioni commesse in qualsiasi altra parte del territorio nazionale. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, con l’Ordinanza n. 1730 del 23 gennaio scorso, confermando così un proprio orientamento già espresso con Ordinanza n. 27202 del 2011. La Suprema Corte ha esaminato un caso avvenuto a Trieste nel 2009: la Guardia Forestale consegnò alla Polizia municipale i cronotachigrafi di un’azienda di scavi. Dall’analisi dei dati emersero diverse infrazioni ai tempi di guida e di riposo, con conseguenti verbali, avvenute in località imprecisate. L’azienda titolare dei veicoli avviò una serie di ricorsi, sostenendo che la Polizia municipale di Trieste non aveva competenza sulle infrazioni avvenute in località che non risultano precisate. La Corte di Cassazione ha respinto i ricorsi dell’azienda e ha affermato il principio, già più volte sancito, secondo cui, “nell’ipotesi di contestazione di una pluralità di violazioni amministrative commesse in luoghi diversi, come nel caso di specie, in cui vi sia variabilità dei percorsi dei viaggi effettuati dai conducenti dipendenti della ricorrente, la condotta contestata è di natura permanente poiché svoltasi in varie località e nell’impossibilità di applicare il criterio del luogo di commissione degli illeciti (continuati o dell’unico permanente), difficilmente individuabile, non può che applicarsi quello residuale del luogo del relativo accertamento”.
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Rifiuti: prorogato il termine per l’iscrizione provvisoria Albo gestori in categoria 6
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e imprese estere che effettuano solo il trasporto transfrontaliero di rifiuti, già iscritte in via provvisoria, hanno altri tre mesi di tempo per completare la loro iscrizione all’Albo gestori in categoria 6. Il Comitato Nazionale, con la delibera n. 1 del 23 gennaio 2017 – ferma restando la precedente n. 3 del 13 luglio 2016 recante criteri, requisiti e modalità per l’iscrizione all’Albo nella categoria 6, per le imprese che effettuano il solo esercizio dei trasporti transfrontalieri di rifiuti – ha infatti prorogato dal 12 febbraio al 15 maggio 2017 il termine transitorio (previsto dall’art. 5, comma 1) riguardante le imprese estere che già dalla fine del 2010 si erano iscritte all’Albo gestori in via provvisoria (sulla base del D.Lgs. 205/2010 e della Delibera n. 3 del 22 dicembre 2010). Nel frattempo le imprese potranno continuare a operare, fino alla presentazione della domanda, sulla base della vecchia ricevuta d’iscrizione provvisoria; poi dalla presentazione della domanda, sulla base della nuova attestazione di presentazione della stessa domanda, fino alla notifica del provvedimento definitivo. Nel caso non presentino domanda entro il nuovo termine del 15 maggio 2017, la loro ricevuta d’iscrizione provvisoria decade, con conseguente cancellazione dell’Albo. La proroga è stata concessa sia per le problematiche connesse alla presentazione della documentazione richiesta alle imprese estere (spesso diversa e non equivalente a quella esistente nel loro ordinamento), sia per il numero esiguo delle imprese che, dallo scorso mese di ottobre 2016 ad oggi, sono state in condizione di presentare la documentazione richiesta.
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16 /2 2 8/ 22
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GIUGNO
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APRILE 1
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FEBBRAIO MARZO
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GENNAIO
DIVIETI DA RICORDARE 2017
SCADENZE E DIVIETI DA RICORDARE FEBBRAIO/MARZO/APRILE 2017 www.rivistatir.it
IRPEF: pagamento delle ritenute d’acconto, dei contributi previdenziali e dell’Iva relativa al mese precedente (contribuenti mensili) o al quarto trimestre 2016 (contribuenti trimestrali speciali).
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7
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4 5
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GIO
INAIL: presentazione telematica del modello delle retribuzioni relative all’anno 2016. MODELLI INTRA: presentazione per via telematica dei modelli Intra relativi alle operazioni del mese di gennaio 2017.
INAIL: versamento del saldo 2016 e acconto 2017 dei premi assicurativi. Possibile il pagamento rateale.
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2
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1 MER
FEBBRAIO
RAVVEDIMENTO: ultimo giorno utile per regolarizzare i versamenti di imposte e ritenute non effettuati (o effettuati in misura insufficiente) entro il 16 gennaio, con la maggiorazione degli interessi legali e della sanzione ridotta all’ 1,5%.
IVA: presentazione telematica della dichiarazione Iva relativa all’anno 2016.
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Ritaglia la pagina, piega lungo le linee tratteggiate, unisci e incolla i lembi bianchi
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9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 LUN
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4 5 MAR
3
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APRILE
14 /2 9/ 2 16 9/ 22 9/ 22
IRPEF: pagamento delle ritenute d’acconto, dei contributi previdenziali e dell’Iva relativa al mese precedente (contribuenti mensili).
SPESOMETRO: ultimo giorno utile per l’invio dello spesometro relativo al 2016 (contribuenti mensili)
1
SPESOMETRO: ultimo giorno utile per l’invio dello spesometro relativo al 2016 (contribuenti trimestrali)
MUD: ultimo giorno utile per l’invio telematico del Mud alla Camera di commercio, da parte delle imprese che producono e/o gestiscono rifiuti pericolosi o speciali. **( essendo un giorno festivo, la scadenza è prorogata al 2 maggio )
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RAVVEDIMENTO: ultimo giorno utile per regolarizzare i versamenti di imposte e ritenute non effettuati (o effettuati in misura insufficiente) entro il 16 marzo, con la maggiorazione degli interessi legali e della sanzione ridotta all’1,5%.
** GASOLIO: scade il termine per la richiesta di rimborso sul gasolio consumato nel primo trimestre 2017.
MODELLI INTRA: presentazione per via telematica dei modelli Intra relativi alle operazioni del mese di marzo (contribuenti mensili) e del I trimestre (contribuenti trimestrali).
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9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 SAB
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MARZO
IRPEF: pagamento delle ritenute d’acconto, dei contributi previdenziali e dell’Iva relativa al mese precedente (contribuenti mensili).
CU: ultimo giorno utile per consegnare ai dipendenti il modello di certificazione unica delle retribuzioni corrisposte nel 2016.
MODELLI INTRA: presentazione per via telematica dei modelli Intra relativi alle operazioni del mese di febbraio.
9/ 22
RAVVEDIMENTO: ultimo giorno utile per regolarizzare i versamenti di imposte e ritenute non effettuati (o effettuati in misura insufficiente) entro il 16 febbraio, con la maggiorazione degli interessi legali e della sanzione ridotta all’1,5%.
AL TRANSPOTEC APPUNTAMENTO CON L’ALBO Il salone ospiterà due eventi del Comitato Centrale, uno sulla formazione e uno sulla regolarità delle imprese, con la presentazione di uno studio sul cabotaggio
D
al 22 al 25 febbraio a Verona torna l’appuntamento con Transpotec, il salone italiano dedicato al mondo dei trasporti e della logistica. Oltre alle consuete sezioni espositive che presentano le principali novità delle case costruttrici di mezzi pesanti e di veicoli commerciali leggeri, la manifestazione è anche occasione di formazione e di aggiornamento per tutti gli operatori del settore, con conferenze, incontri e workshop organizzati dalle maggiori aziende e realtà del settore. Si inseriscono in questo quadro
gli appuntamenti con l’Albo Nazionale degli Autotrasportatori. Si inizia mercoledì 22, alle ore 14, con “Professione Conducente: alla guida del futuro” (Auditorium, Palaexpo, piano 1), organizzato per presentare il protocollo d’intesa, recentemente sottoscritto, relativo al progetto di formazione di conducenti di veicoli adibiti al trasporto di merci e rivolto ai giovani. Sabato 25, alle ore 10 (Sala Donizetti, Padiglione 7) gli impegni futuri del Comitato Centrale dell’Albo saranno al centro di un convegno cui parteciperanno il sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti,
Simona Vicari, la presidenza e i rappresentanti di tutte associazioni di categoria. Diverse le novità nel corso dell’incontro, prima fra tutti la presentazione di un interessante studio sul cabotaggio, tematica particolarmente rilevante per il mondo dell’autotrasporto. L’evento sarà anche l’occasione per rendere noti i dati relativi alla cancellazione delle imprese non regolari, quale risultato delle verifiche avviate grazie al portale della regolarità delle imprese. L’Albo degli Autotrasportatori sarà presente anche con uno stand, al padiglione 9.
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Il mercato italiano nel 2016 TIR
NUMERI
2016: il mercato italiano degli autocarriImmatricolazioni autocarri
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Il 2016 è stato un anno positivo per il mercato italiano. Sono stati immatricolati 200mila veicoli commerciali con ptt uguale o inferiore a 3.500 kg, con un incremento del 50% sui volumi del 2015. Per l’intero anno risultano inoltre 23.370 libretti di circolazione di autocarri nuovi con ptt superiore a 3.500 kg (+54%): si tratta dei volumi più alti dal 2008, in cui furono registrati oltre 34mila autocarri. Un risultato però ancora inferiore del 32%, per gli autocarri, rispetto ai volumi di quell’anno, che precede la crisi finanziaria ed e economica.
Autocarri ptt <3,5 Ton
Autocarri ptt >3,5 Ton
2015
132.793
15.138
+49,9%
+54,4%
2016
199.155
23.370
Nel dettaglio
2016
2015
Variazione %
3501-5000 Kg
238
196
+21,4
5001-6000 kg
1.203
553
+117,5
6001-8000 kg
1.731
1.215
+42,5
8001-11.500 kg
583
315
+85,1
11.501-12.000 Kg
769
513
+49,9
12.001-15.999 Kg da 16.000 Kg
707
481
+47,0
18.139
11.865
+52,9
Immatricolazioni rimorchi e semirimorchi Rimorchi ptt <3,5 Ton
Rimorchi ptt >3,5 Ton
Semirimorchi ptt >3,5 Ton
15.369 9.667
2015
912 16.895
13.454
2016
1.386
+9,9%
+52%
+39,2%
Elaborazione - Fonte:Eurostat. Anfia Elaborazione Tir - Giovanna Astori/Donatella Berna - Instat Tir - Fonte: