Albo Nazionale degli Autotrasportatori
Mensile - Ottobre 2017 - n. 206
#Trasporti #Innovazione #Rete
LA PIATTAFORMA LOGISTICA NAZIONALE A TUTELA DELLE CITTÀ
LA CRESCITA DEL SUD RIPARTE DALLE ZONE ECONOMICHE SPECIALI
L’AVANZATA DEL GAS NATURALE LIQUEFATTO
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Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – 70% Roma C/RM/30/2017
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MASSIMO DE DONATO direttore responsabile
L’Albo cresce con i giovani. Il progetto lanciato solo pochi mesi fa e dedicato all’inserimento lavorativo di giovani autisti raddoppia, con l’annuncio di nuovi fondi e dell’aggiunta di nuovi titoli tra i certificati rilasciati al termine del processo formativo. I primi 500 giovani hanno ricevuto in queste settimane l’invito a contattare il referente di zona per l’avvio dei corsi, mentre per gli altri 2.000 in lista d’attesa arriva da Bari, sede nelle scorse settimane di una delle tappe divulgative del progetto, l’annuncio della presidente Maria Teresa Di Matteo del rifinanziamento dell’iniziativa con altri 3 milioni di euro. Ulteriori fondi e nuove idee. Visti i numeri della prima fase del progetto l’orizzonte ora si amplia: l’ulteriore stanziamento servirà infatti a finanziare anche il conseguimento della patente E per il traino di rimorchi e semirimorchi superiori alle 7,5 Ton. Aumentano così anche le possibilità di entrare in questo settore con tutte le carte in regola: formati e pronti a lavorare. Del resto già molte imprese sembrano aver manifestato interesse verso questi primi 500 giovani (addirittura già prima dell’inizio del percorso formativo!) a testimonianza di come l’intuizione dell’Albo degli Autotrasportatori e delle associazioni di categoria sia stata corretta. Un successo che deve spingere tutti a guardare questo settore con occhi diversi. E a lavorare su una strategia di lungo periodo in grado di assicurare un futuro a questi ragazzi.
EDITORIALE
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Sulla strada La sosta perfetta
Progetto Giovani Il giro d’Italia arriva in Puglia A Bari nuova tappa dell’iniziativa dell’Albo degli Autotrasportatori per promuovere la professione di autista di mezzi pesanti
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Sviluppo La crescita del Sud riparte dalle ZES Decisa la nascita di Zone Economiche Speciali, aree portuali a tassazione agevolata che dovrebbero consentire la crescita delle imprese
Inaugurata una nuova area di sosta privata nel Centro Italia. Agli interventi privati si aggiungono le undici aree specifiche in autostrada
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Sostenibilità L’avanzata del Gnl L’utilizzo del gas naturale liquefatto è in forte crescita. Entro il 2030 i mezzi pesanti alimentati a Gnl in Italia saranno fra i 30 e i 35 mila
p.26
p.16 TIR- Periodico del Comitato Centrale per l’Albo Nazionale degli Autotrasportatori di Cose per Conto di Terzi - ANNO XVI N° 206 - ottobre 2017 Comitato Scientifico: Presidente Maria Teresa Di Matteo; Vicepresidente: Giuseppina Ferrannini; Vicepresidente: Silvio Faggi; Componenti: Antonio Amato, Massimo Costa, Marco Cattabiani, Giuseppina Della Pepa, Claudio Donati, Cinzia Franchini, Amedeo Genedani, Alessandro Massarelli, Paolo Melfa, Pasquale Russo, Enzo Solaro, Luigi Tarquini. Direzione-Redazione: Via C.B. Piazza, 8 - 00161 Roma Tel. 06 44246008 Direttore Responsabile: Massimo De Donato dedonato@rivistatir.it Capo Redattore: Lucia Angeloni angeloni@rivistatir.it Redattore: Antonella Vicini vicini@rivistatir.it Grafica: Marco Banci Segreteria: Adele Maddonni redazione@rivistatir.it
IN QUESTO NUMERO Programmare il futuro Il ministero dei Trasporti ha presentato un nuovo studio sul trasporto merci e la logistica in cui individua gli scenari futuri
La PLN a tutela delle città Via libera al monitoraggio del flusso dei veicoli adibiti al trasporto delle merci da parte della Piattaforma Logistica Nazionale
La logistica parla un’unica lingua Nascerà presso il MIT il SiNaMoLo, un sistema nazionale di monitoraggio, che gestirà e organizzerà tutta la logistica italiana
p.11
p.12
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Sicurezza: a che punto siamo? Presentati i dati delle attività di controllo della Polizia Stradale del biennio 2015-2016 e del primo semestre 2017
Stress, se lo conosci lo eviti Le condizioni di lavoro possono essere fonte di tensione: Nicole Scala, psicologa dell’emergenza, ci spiega i segnali di allarme
A tutto gas Nei primi sei mesi del 2017 le immatricolazioni di mezzi pesanti a Gnl sono cresciute del 154%. Vediamo i modelli già disponibili
p.22
p.24
p.30
Editoriale p.1
Albo p.4
Europa p.8
Fisco p.38
Lavoro
Tecnica p.33
p.40
Scadenze p.46
Normative
Stampa Europea p.36
p.42
Numeri p.47
Collaboratori. Grafici: Giuliana Caniglia (progetto), Franco Galdo. Testi: Giovanna Astori (Istat), Paolo Barilari, Donatella Berna (Istat), Angelo Ciaravolo, Andrea Ferro, Andrea Giuli, Mariangela Pagano, Fabrizio Serafini, Emanuela Stifano, Federico Tantillo - CHIUSO IN REDAZIONE IL 4.10.2017 CONCESSIONARIA ESCLUSIVA PUBBLICITÀ Crea Libri Srl - Via Pietro Capparoni, 21 00151 Roma Agenzia nazionale HP 10 Srl - Tel 02.48.003.799 mirta.barbeschi@hp10.it REALIZZAZIONE e STAMPA Arti Grafiche Picene Srl Stabilimenti Via Vaccareccia, 57 00071 Pomezia (Roma) Editore: Arti Grafiche Picene Srl, via Pietro Capparoni, 21 00151 Roma - CF 09109161001 - Proprietario: Comitato Centrale per l’Albo Nazionale degli Autotrasportatori di Cose per Conto di Terzi, via Giuseppe Caraci, 36 00157 Roma CF 97113700583 Registrazione Tribunale di Roma n° 547 del 18/11/98
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SILVIO FAGGI Vicepresidente Comitato Centrale Albo
CABOTAGGIO ABUSIVO: IL CONTRASTO FUNZIONA Nel primo semestre 2017 accertate già
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748 infrazioni sulla base dell’articolo che obbliga ad avere i documenti a bordo
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ono stati presentati a fine settembre, alla Commissione per la Sicurezza stradale nell’autotrasporto, i dati sull’attività della Polizia Stradale relativi al biennio 2015-2016 e al primo semestre 2017. Tralasciando in questa sede le osservazioni in merito alle statistiche sugli incidenti (vedi pag. 22), ad attrarre l’attenzione degli addetti ai lavori sono le infrazioni rilevate in merito all’abusivismo e i relativi sviluppi in termini di corresponsabilità della filiera e controlli sul cabotaggio. Le infrazioni accertate nei confronti dei soggetti della filiera diversi dal vettore durante il primo semestre del 2017 sono già 87 mentre nel 2016 erano state in totale 164. Significativo anche il raffronto in tema di cabotaggio abusivo. Nel 2016 le infrazioni all’art. 46 ter della Legge 298/74 (prove documentali nel trasporto internazionale) sono state 887, di cui 95 a carico di vettori italiani, 632 di vettori Ue e 160 di vettori extra Ue. Nel primo semestre 2017 si è arrivati già a ben 748 infrazioni accertate: 103 sono a carico di vettori italiani, 539 di vettori Ue e 106 di vettori extra Ue. In pratica è raddoppiato il numero delle infrazioni accertate. La norma, introdotta dalla Legge di stabilità 2016 e fortemente voluta dalle associazioni di categoria, ha introdotto un art. 46 ter alla Legge 298/74, grazie al quale la pratica del cabotaggio abusivo può essere contrastata con maggiore efficacia; e come si evince dai numeri sta funzionando e produce i risultati che ci si attendeva.
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GIUSEPPINA FERRANNINI Vicepresidente Comitato Centrale Albo
NUOVE FUNZIONI PER IL PORTALE DELLA REGOLARITÀ La verifica della posizione delle imprese diventa ora più completa grazie ad altre tre funzionalità del database dell’Albo
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l portale della regolarità dell’Albo si arricchisce di tre nuove funzionalità per verificare la situazione delle imprese. La prima riguarda il Durc e la possibilità che chi interroga il sistema venga informato di un Durc irregolare attraverso una email; precedentemente, in caso di esito Durc negativo, l’interrogazione restava priva di alcun riscontro. Ovviamente l’esito negativo avrà validità solo per la data indicata nella email di risposta. Sempre in tema di Durc è di prossimo rilascio anche la funzione di “interrogazione massiva”: si potrà interrogare il sistema con una sola operazione per più imprese. Nella richiesta sarà possibile indicare, oltre ai rituali dati, anche il codice fiscale o la partita Iva, dati che saranno valorizzati anche nella risposta al fine di una più immediata associazione con l’impresa “interrogata”. Le risposte su questo tipo di interrogazione massiva saranno rese anche in tempi differenti, in base alla pronta disponibilità o meno del Durc di ciascuna impresa nel Portale dell’Albo o in Inps. Ultima novità, non meno importante, è la funzione attraverso la quale il Portale dell’Albo lavorerà in cooperazione con la banca dati UNILAV del ministero del Lavoro: sarà possibile ad esempio conoscere il numero dei dipendenti e la qualifica con la quale sono assunti presso un’impresa di autotrasporto. Questo ulteriore step è stato già collaudato ed è, quindi, di imminente rilascio in esercizio. Si tratta di una funzione indispensabile per il Comitato Centrale dell’Albo per ottemperare in modo sempre più puntuale al compito di verifica dell’adeguatezza e regolarità delle imprese iscritte.
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PROGETTO GIOVANI CONDUCENTI
A I L A T I ’ D IL GIRO A I L G U P N I ARRIVA di Andrea Ferro
ll’Albo e d a v i t a i z i n tappa dell’i A Bari nuova r promuovere e p i r o t a t r o p s i pesanti. degli Autotra z z e m i d a t s i e di aut la profession il progetto o m e r e i z n a n fi i Di Matteo: r a patente E l e h c n a o d n e aggiung 6
2.500 RAGAZZI HANNO ADERITO AL PROGETTO E I PRIMI 50
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una prospettiva di vita e di lavoro sulla quale impalcare il futuro accantonando i pregiudizi e viaggiando appaiati al progresso tecnologico. A sancire l’opportunità, da cogliere salendo al volo su un mezzo pesante, è direttamente il mercato stravolto da dinamiche, appena non molto tempo fa, impensabili. Negli ultimi 10 anni in Italia infatti il numero delle “CQC”, la carta che abilita alla professione, è calato drasticamente: -180 mila. Significa, in sostanza, che alla guida dei tir non si è assistito al naturale ricambio generazionale, o comunque è avvenuto solo in piccola parte anche per effetto dell’invasione dei lavoratori (e dei mezzi) provenienti dall’estero. Contemporaneamente il sistema logistico ha maturato nuove esigenze: oggi occorrono autisti preparati, capaci di utilizzare e aggiornare le dotazioni tecnologiche e digitali e in grado di conoscere norme e regolamenti. Insomma professionisti chiamati a un lavoro profondamente diverso rispetto ai modelli del passato. Su questi presupposti, incardinati tra presente e futuro, il “Progetto Giovani Conducenti”, avviato dall’Albo Nazionale degli Autotrasportatori in collaborazione con le associazioni di categoria, quelle dei costruttori e delle autoscuole, prosegue (anche) attraverso un giro d’Italia tra gli studenti. Dopo una serie
di appuntamenti in tutta Italia, su iniziativa di Unrae il 27 settembre il tour ha fatto tappa all’Istituto Salesiano Cnos-Fap di Bari. All’esterno dei cancelli alcune motrici hanno fatto passerella con i giovani in cabina ad approcciare un’atmosfera e un possibile viaggio da intraprendere. Durante il convegno a 200 studenti è stato proposto un quadro nitido del mondo dell’autotrasporto e di cosa significhi contribuire allo sviluppo del sistema logistico sul quale si fonda la funzionalità di un intero Paese. Il presidente del Comitato Centrale dell’Albo Nazionale degli Autotrasportatori, Maria Teresa Di Matteo, ha ricordato i numeri del “Progetto Giovani Conducenti” al quale hanno aderito 2.500 ragazzi, i primi 500 dei quali sono già stati convocati per l’avvio dei corsi che porteranno al conseguimento della CQC a tariffe abbattute rispetto quelle correnti (-80%). Seguiranno gli stage nelle aziende. “Molte imprese hanno manifestato interesse ad assumere questi giovani – ha detto Di Matteo -. Per questo abbiamo rifinanziato il progetto con altri 3 milioni, questa cifra finanzierà anche il conseguimento della patente E per la guida di veicoli con rimorchi e semirimorchi”. Dopo i saluti introduttivi di Romano Valente, direttore generale di Unrae, il presidente della Sezione Veicoli
Industriali di Unrae, Franco Fenoglio ha ribadito la centralità del veicolo industriale in un modello intermodale. “È un concentrato di tecnologia che va gestita da personale sempre più qualificato, competente e responsabile”. Don Enrico Peretti, direttore generale di Cnos-Fap, ha ricordato la missione di Don Bosco di avvicinare i giovani alla dimensione del lavoro “che – ha sottolineato – li rende autonomi, costruttori della propria vita e capaci di dare risposte alle domande che si portano dietro”. Presente anche Andrea Manfron, segretario generale di Fai, che ha spiegato che “da parte delle imprese c’è una carenza endemica di autisti, tanto più in un momento nel quale, anche in questo settore si colgono segnali di risveglio”. Per Vincenzo Motta, vice presidente nazionale di Anita, “l’Albo si è dimostrato lungimirante nel saper cogliere, da una parte le esigenze delle aziende, dall’altra la possibilità di contribuire all’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro”. Donato Conserva, amministratore unico di “Conserva spa”, ha raccontato la sua storia di successo di imprenditore del Sud e ha spronato i giovani “ad impegnarsi imparando bene un mestiere sul quale costruire l’avvenire”. Infine, nel suo appassionato intervento Mike Robinson, geniale designer dell’automotive, ha incoraggiato i ragazzi a credere sempre nelle proprie possibilità “e in quelle offerte dalla tecnologia che potrà spingerci verso un futuro migliore”.
MI 500 SONO GIÀ STATI CONVOCATI PER L’AVVIO DEI CORSI
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UE: ANCORA MOLTO DA FARE PER LE RETI TEN-T
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I nove corridoi di rete dovranno essere completati per il 2030 ma questo richiede investimenti notevoli. Lo stato dell’arte dei lavori
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igliorare le connessioni all’interno dei confini europei, rendendo più omogenei i collegamenti infrastrutturali e costruendo quelli che invece sono mancanti: queste sono tra le priorità delle politiche dei trasporti Ue. “Connecting Europe” è il nome
della conferenza che si è tenuta il 21 e 22 settembre a Tallinn, in Estonia, per fare il punto proprio su questo, individuando sia le azioni politiche, sia le soluzioni finanziarie per raggiungere gli obiettivi prefissati, come quello della realizzazione della rete TEN-T. I nove corridoi di rete
dovranno essere completati per il 2030 ma questo richiede investimenti notevoli. Esiste però, attualmente, una distanza considerevole fra le risorse realmente disponibili e quelle necessarie. Si stima ad esempio che per realizzare tutta la Core Network europea (che comprende anche le reti ferroviarie, le vie d’acqua, gli aeroporti) saranno necessari 750 miliardi di euro, a budget fra il 2016 e il 2030. Ma qual è attualmente lo stato dell’arte dei lavori?
TIR DISTACCO, TUTTE LE NOVITÀ
NEL CORSO DEL 2014 E 2015 LE ISTITUZIONI DELL’UE HANNO INVESTITO NELLE INFRASTRUTTURE DELLA RETE TEN-T CENTRALE E DI QUELLA GLOBALE NEI 28 STATI MEMBRI UN TOTALE DI 30,67 MILIARDI DI EURO
Lo scorso giugno la Commissione europea ha pubblicato un documento riepilogativo della situazione della rete di trasporto europea (TEN-T). Per la rete delle infrastrutture ferroviarie, l’elettrificazione, lo scartamento e la velocità della linea registrano un buon grado di conformità, mentre l’European Rail Traffic Management System, il carico per asse e la lunghezza del treno sono ancora molto lontani dal rispettare i requisiti. Per quanto concerne la rete
Novità in Belgio sulla comunicazione dei distacchi internazionali. Dal 1° ottobre, infatti, sono operativi alcuni cambiamenti sulla procedura da attuare sulla piattaforma online Limosa, attraverso cui si comunica il distacco nel Paese. Adesso andranno infatti inserite anche le informazioni sulla natura dei servizi svolti in Belgio e se l’azienda collabora con un’agenzia di lavoro temporaneo dovrà anche comunicare il numero di registrazione all’Ufficio per l’impiego. La novità più importante riguarda però la figura del referente, che non deve più essere residente in Belgio. Il referente deve però essere in grado di restare in contatto con le autorità ispettive belghe per lo scambio delle informazioni relative al lavoratore distaccato. Anche il Lussemburgo si è adeguato alla normativa europea in materia di distacco transnazionale dei lavoratori fissando degli adempimenti per le aziende estere che fanno cabotaggio e trasporti internazionali da e verso il Lussemburgo con esclusione del solo transito. Le imprese straniere devono registrarsi prima dell’inizio del distacco fornendo una serie di indicazioni tra cui: riferimenti dell’impresa distaccante e generalità dei dipendenti distaccati; data di inizio e durata prevista del distacco; riferimenti del referente dell’impresa sul territorio lussemburghese per la conservazione delle buste paga e dei documenti attestanti il rispetto del salario minimo lussemburghese. Intanto in Italia il ministero del Lavoro ha aggiornato le Faq in materia di distacco transnazionale dei lavoratori. In particolare è stato ribadito l’obbligo della presenza a bordo del mezzo impegnato nel cabotaggio internazionale del modello UNI_CAB_UE che il datore di lavoro ha l’obbligo di compilare prima che inizi l’attività che determina il distacco vero e proprio.
stradale, anche le superstrade/ autostrade presentano un tasso di conformità ai criteri ancora inferiore al 75%. Il 100% dei porti marittimi è collegato alla rete ferroviaria, ma la connessione dei porti alle vie navigabili di classe IV della classificazione CEMT è ancora ben lungi dall’essere conforme. Infine, la connessione degli aeroporti alla rete ferroviaria presenta ancora un tasso di conformità inferiore al 75%. Oltre allo stato
dell’attuazione tecnica della rete TEN-T, la relazione analizza gli sforzi profusi in termini di investimenti finanziari. Per quanto concerne le quote modali, il volume di investimento più elevato in proporzione all’insieme delle sovvenzioni è
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EUROPA
stato registrato per le ferrovie, che hanno assorbito il 51,5% della spesa totale dell’Ue destinata alla rete TEN-T nel 2014 e 2015. La quota di investimento nelle infrastrutture stradali è stata del 30,6% della spesa totale, seguita da porti e autostrade. Il fabbisogno dell’infrastruttura di trasporto si stima sia pari a 1.300 miliardi l’anno a livello mondiale e a circa 130 miliardi di euro l’anno a livello europeo, ma i livelli di investimento medi nell’Ue sono nettamente al di sotto dei 100 miliardi fin dall’inizio della crisi.
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Investiti
30,67%
miliardi 2014/2015
51% ferrovie
VALLE DEL RENO: RIAPERTA LA LINEA FERROVIARIA Il 2 ottobre è tornata in funzione la linea ferroviaria della Valle del Reno - “Rheintalbahn”. La tratta si era interrotta il 12 agosto, durante un lavoro in un tunnel a Rastatt, nella Germania del sud-ovest, che aveva causato il crollo nel tunnel non completato, con conseguenze sulla linea ferroviaria sovrastante. Da allora, i servizi passeggeri e merci sono stati sospesi. Per quel che riguarda le merci la strada è tornata ad essere l’unica soluzione percorribile per attraversare le Alpi. Secondo i dati forniti dall’Ufficio federale delle strade svizzero, nel tunnel del San Gottardo nel mese di agosto sono passati 57.704 camion, contro i 54.317 dello stesso mese dell’anno precedente, crescendo quindi del 6%. L’aumento è stato invece del 7% al San Bernardino (da 14.047 a 15.092). In totale si è rilevata dunque una media di 150 veicoli in più al giorno. Questa situazione si è tradotta in una sensibile crescita dei costi del trasporto e di quelli logistici, che incideranno sui prezzi delle merci trasportate e sulla loro competitività. Dall’altro lato, invece, gli operatori ferroviari e dei centri intermodali hanno visto ridurre la loro attività mediamente del 60%, a fronte di un aumento sensibile del trasporto stradale.
30,6%
infrastrutture stradali
TIR
POLITICA
PROGRAMMARE IL FUTURO Approvata la nota di aggiornamento del Def 2017. Intanto il ministero dei Trasporti presenta un nuovo studio sul trasporto merci e la logistica in cui individua gli scenari futuri
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ia libera del Parlamento alla nota di aggiornamento del Def 2017, il Documento di Economia e Finanza che aggiorna il testo approvato ad aprile. Il nuovo documento fotografa un margine di manovra più ampio del previsto per il 2018, con ulteriori risorse che saranno utilizzate nella prossima Legge di Stabilità per alimentare, tra l’altro, politiche per lo sviluppo. In questo ambito rientrano le ZES, le Zone economiche speciali, che prevedono una serie di misure per semplificare e velocizzare gli investimenti nel Mezzogiorno (vedi pag. 16). Di ZES si è parlato anche durante la presentazione dello studio “Scenari per il trasporto merci e la logistica nel medio e lungo periodo”. In un incontro al MIT il vice ministro delle Infrastrutture, Riccardo Nencini, ha illustrato i molti interventi intrapresi, dalla riforma portuale alle connessioni ferroviarie, ai numerosi stanziamenti di risorse che hanno già portato ottimi risultati in termini di ripresa dei traffici e di riconoscimenti internazionali. Ora, lo studio ha individuato
ulteriori interventi nel settore, evidenziando tra le principali sfide da affrontare la necessità di approfondire le dinamiche demografiche del Paese e gli effetti che la dematerializzazione dei consumi continua ad avere sulla logistica. Inoltre occorrerà sostenere l’export in mercati emergenti e in questo ambito le ZES possono essere fondamentali. Occorrerà anche cogliere le innovazioni tecnologiche, la nuova domanda e offerta, proveniente ad esempio dall’e-commerce e dalla polverizzazione dei volumi, e le opportunità della nuova Via della Seta o del Canale di Suez. Uno scenario nel quale sarà poi inserito il ruolo dell’autotrasporto.
NASCE ANITA-TI PER IL COMPARTO ALIMENTARE Anita ha aderito a Transfrigoroute International, la confederazione internazionale che rappresenta la filiera del trasporto refrigerato, e ha dato vita ad Anita-Ti per dare voce in Italia, e in Europa, al settore dell’autotrasporto e della logistica specializzato nei prodotti alimentari. Un comparto strategico per il Paese, che vale oltre 38 miliardi di euro, di cui più di 25 miliardi riguardano gli interscambi commerciali a livello europeo, effettuati principalmente su strada. La nuova realtà è nata per incidere sulle politiche europee e nazionali del settore.
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LAVORO
LA SOSTA PERFETTA Via libera all’implementazione di un nuovo modulo della Piattaforma Logistica Nazionale che monitora i veicoli merci nei centri storici
PER GARANTIRE LA SICUREZZA DEI CENTRI STORICI
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LA PLN A TUTELA D 12
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lcune amministrazioni hanno optato per le fioriere, altre per più essenziali e massicce barriere di cemento anti sfondamento. In alcune vie di scorrimento del centro storico della Capitale, invece, sono le stesse camionette dell’esercito affiancate da militari armati a fungere da scudo per prevenire eventuali attacchi terroristici che hanno come protagonisti furgoni o mezzi pesanti. Più cresce la minaccia, più i volti delle città italiane ed europee cambiano. Ed è per questo che fra le tante misure messe in atto per garantire la sicurezza c’è anche quella del monitoraggio
del flusso dei veicoli adibiti al trasporto delle merci nei centri storici delle città. In Italia questo è possibile attraverso la Piattaforma Logistica Nazionale. Nata come sistema hardware e software che gestisce i flussi legati alle varie modalità di trasporto delle merci in Italia, la PLN rappresenta uno strumento di prevenzione utile a identificare in tempo reale i veicoli e a mapparne i transiti. I suoi servizi rivolti solitamente agli operatori e agli stakeholder della logistica saranno testati nel campo della security nel 2018 a Palermo, quando la città sarà “Capitale italiana della cultura” e dovrà organizzare per questo motivo
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una serie di eventi accogliendo così un gran numero di turisti. Successivamente sarà la volta di Matera, nel 2019 “Capitale europea della cultura”. Questo è quanto stabilito dalla Legge 3 agosto 2017 n. 123, già Decreto Mezzogiorno, che autorizza la realizzazione di un sistema automatico di controllo in entrata e in uscita delle merci nei centri storici delle città metropolitane, attraverso l’implementazione di un ulteriore modulo della Piattaforma Logistica Nazionale digitale. In questo modo si punta a contenere la compressione sui flussi turistici causata dalla necessità di garantire la sicurezza.
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SI PARTE CON PALERMO NEL 2018, NEL 2019 SARÀ LA VOLTA DI MATERA
LAVORO
ANCHE IL MONITORAGGIO DEL FLUSSO DEI VEICOLI
A DELLE CITTÀ 13 La norma autorizza fondi per un totale di 4 milioni di euro, suddivisi fra il 2017, il 2018 e il 2019. Rodolfo De Dominicis, presidente di Uirnet, il soggetto attuatore che ha ideato la piattaforma logistica, spiega che il nuovo modulo consente di mettere “sotto controllo tutto il centro storico delle città in relazione all’ingresso di camion, furgoni e vettori che portano merci, visto che in questi ultimi tempi sono stati utilizzati come arma impropria contro i cittadini inermi”. “Se si vuole fermare fisicamente un camion – sottolinea – è necessario erigere una barriera fisica, ma non si possono erigere
barriere sul perimetro di tutti i centri storici di tutte le città; ne risentirebbe il turismo ad esempio. Attraverso il modulo della PLN dedicato alla sicurezza però viene costruito un perimetro virtuale, all’interno del quale il camion passa tramite dei gate prestabiliti. Grazie a un sistema di telecamere molto semplice e poco costoso si identificano mezzo e autista. In questo modo diminuisce la possibilità che il camion possa essere utilizzato per fini terroristici”. Il rischio non si può azzerare completamente. “Il rischio si mitiga o si trasferisce – continua De Dominicis –. Noi
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stiamo cercando di mitigarlo pesantemente”. Si tratta in realtà di un sistema versatile che può essere utilizzato in versione anticrimine o per prevenire incidenti o problemi legati alle normali pratiche di trasporto. “Con questo modulo il camion ha un percorso definito e opportunamente calibrato, e deve seguire quel percorso”, conclude De Dominicis. In questo modo potrebbero essere ridotti anche i rischi collegati ai trasporti pericolosi, come quelli di sostanze infiammabili, che transitano davanti a zone particolarmente sensibili come le scuole.
LA LOGISTICA PARLA UN’UNICA LINGUA La Legge sulla concorrenza istituisce presso il MIT il SiNaMoLo, ovvero il Sistema Nazionale di Monitoraggio della Logistica. Integrazione e digitalizzazione le parole chiave
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SIMPT MIT 14
SISTEMA INFORMATIVO DELL’AGENZIA DELLE DOGANE SISTEMA PMIS CAPITANERIE DI PORTO
SISTRI
PCS AUTORITÀ PORTUALI SISTEMI PIL E PIC FERROVIE DELLO STATO ITALIANE
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o scorso agosto il Decreto Legge sulla concorrenza è diventato Legge. Al suo interno il testo contiene anche l’articolo 188 che istituisce presso il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti il nuovo Sistema Nazionale di Monitoraggio della Logistica. Il cosiddetto SiNaMoLo ha l’obiettivo di gestire e organizzare i vari comparti della logistica del Paese, raccogliendone tutti i dati attraverso un unico sistema di monitoraggio. Dall’entrata in vigore della Legge c’è un anno per attuarne le disposizioni e per dare vita a questo strumento per il quale sono stati stanziati 500mila euro annui a partire dal 2018. Si cerca così di superare le inefficienze che hanno caratterizzato finora il settore dovute anche a “colli di bottiglia” burocratici e operativi, alla carenza di infrastrutture anche tecnologiche di sistema e a un’offerta frammentata e poco integrata. Il testo del decreto parla di “interoperabilità” e di “cooperazione applicativa”. Per fare questo la Piattaforma Logistica Nazionale parteciperà all’intero sistema raccogliendo e trasmettendo i dati delle diverse piattaforme pubbliche coinvolte. La PNL dialogherà con il Sistema Pmis (Port Management Information System) delle Capitanerie di Porto, con i Sistemi Pil (Piattaforma Integrata della Logistica) e Pic (Piattaforma Integrata Circolazione) delle Ferrovie dello Stato italiane, con i Pcs (Port Community System) realizzati
o in corso di realizzazione delle Autorità Portuali, con il Simpt (Sistema Informativo per il Monitoraggio e la Pianificazione dei Trasporti) e con il Sistri (Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti), con il sistema informativo dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli e con diverse piattaforme logistiche territoriali. Diversi strumenti, dunque, per differenti settori nell’ottica di far comunicare più agevolmente anche le differenti modalità dei trasporti e, soprattutto, per fornire un quadro unitario della logistica del Paese, permettendo programmazioni di medio e lungo periodo.
Oltre a “integrazione” l’altra parola chiave è “digitalizzazione”. In generale, il programma di digitalizzazione della logistica e di promozione di applicazioni Ict si inserisce nell’ambito delle azioni già intraprese negli ultimi anni di cui fanno parte il preclearing dei porti, i 19 fast corridor operativi (stradali, ferroviari e intermodali), lo Sportello Unico Doganale e dei Controlli e, naturalmente, la Piattaforma Logistica Nazionale. Si punta così alla definizione di un sistema più snello e veloce tale da essere anche più competitivo, considerando come il gap logistico che
già sconta il nostro Paese pesi sull’economia nazionale: oltre 50 miliardi di euro ogni anno. Un sistema logistico efficiente è invece una leva chiave per l’economia e lo sviluppo del Paese, inteso come sistema unitario. Secondo i dati diffusi dalla Banca Mondiale, i Paesi che vantano migliori performance nella logistica mostrano una crescita aggiuntiva calcolabile in un +2% di interscambio commerciale e in un +1% di Pil. Tracciare i trasporti, però, significa anche metterli in sicurezza e allo stesso tempo ottimizzare l’impatto di tutta la filiera sull’ambiente, agendo anche sulla gestione delle merci e dei rifiuti pericolosi.
cita di s a n a l Decisa
LA CRESCITA DEL S U
ZONE HE C I M O N O C E SPECIALI i a
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IONI G E R E L OTTO AMMESSE di Lucia Angeloni
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ra la metà del 1500 quando Cosimo I de Medici emanò una serie di provvedimenti amministrativi e tributari, e istituì dei privilegi per i naviganti, attirando traffici dai porti stranieri e dando l’avvio, di fatto, al porto franco di Livorno. Uno dei primi in Europa. E proprio una sorta di evoluzione del porto franco possono essere considerate le Zone economiche speciali (ZES), una delle novità per lo sviluppo del Sud introdotte dal Governo e contenute nel cosiddetto Decreto Mezzogiorno (convertito con
modificazioni dalla Legge 3 agosto 2017, n. 123). Le ZES hanno l’obiettivo di promuovere la nascita, lo sviluppo e l’insediamento di nuove attività economiche e di attrarre investimenti, anche stranieri, attraverso l’applicazione di benefici fiscali e di semplificazioni amministrative alle imprese localizzate all’interno di tali zone.
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Le regioni in cui possono essere ammesse sono quelle meno sviluppate (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia) e quelle cosiddette in “transizione” (Abruzzo, Molise e Sardegna). Il Decreto Mezzogiorno definisce ZES “una zona geograficamente delimitata e chiaramente identificata, situata entro i confini dello Stato, costituita anche da
S UD RIPARTE DALLE La ZES è una zona geograficamente delimitata dove tramite una combinazione di incentivi (fiscali e normativi) viene creato un contesto più favorevole agli investimenti.
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aree non territorialmente adiacenti purché presentino un nesso economico funzionale”. Specifica inoltre che ogni ZES dovrà includere al suo interno almeno un’Autorità di Sistema Portuale, collegata alla rete transeuropea dei trasporti
La ZES può essere costituita da aree anche non adiacenti che abbiano un nesso economico funzionale e che includano almeno un’Autorità Portuale collegata alla rete TEN-T. Le regioni prive di tali requisiti possono associarsi direttamente con un porto di un’altra regione.
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Le regioni che possono presentare domanda per le ZES sono quelle meno sviluppate
Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e quelle cosiddette in “transizione” Abruzzo, Molise e Sardegna.
LAVORO
Nel mondo si contano circa 2.700 ZES. L’esempio più
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conosciuto è quello della Cina dove le Zone economiche speciali sono sorte intorno alla fine degli anni Settanta, diventando il principale motore della locomotiva cinese. Le prime tre sono state create nelle municipalità di Shenzhen, Zhuhai e Shantou, nella provincia meridionale del Guangdong, nel 1979. Da allora si sono moltiplicate comprendendo le città della costa, i delta dei fiumi Yangtze e Pearl, le penisole di Shandong e di Liaodong, fino a comprendere l’intera fascia costiera. Altri Paesi in cui le ZES hanno assunto una grande importanza sono l’India, dove sono state introdotte dal 2000, ricalcando l’esempio cinese, e Dubai, negli Emirati Arabi. Le ZES sono presenti anche in diversi Stati europei, a partire dalla Polonia, che conta ben 14 Zone economiche speciali, in cui la misura più importante è la corporate income tax exemption che può oscillare tra il 25 e il 55%, a seconda di una serie di variabili (ammontare degli investimenti programmati, numero di posti di lavoro che si verranno a creare, dimensioni dell’impresa, luogo dell’investimento).
(TEN-T). In ogni caso, le regioni prive di un’area portuale nodo della rete TEN-T, potranno richiedere la costituzione di una ZES o associandosi nella richiesta con un’altra Regione
vicina e dotata del previsto scalo oppure associandosi direttamente con un porto esterno ad esse. Le imprese dovranno mantenere l’attività nell’area per almeno sette anni (termine allungato durante l’iter al Senato rispetto
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ai 5 anni iniziali). Le risorse stanziate sono di oltre 200 milioni in un triennio: 25 milioni per il 2018, 31,25 milioni per il 2019 e 150,2 milioni per il 2020. Nei mesi scorsi le Zone economiche speciali sono state oggetto di una lunga trattativa con Bruxelles per stabilire quali potessero essere i benefici sia fiscali sia normativi ammessi per queste aree. In particolare il nostro Paese cercherà di rifarsi all’esempio polacco: la Polonia infatti vanta già 14 ZES, per le quali durante i negoziati di ingresso nell’Unione furono fissati periodi transitori e soglie in materia di aiuto pubblico. Al momento sono ancora in preparazione i decreti attuativi che devono essere adottati con decreto del
TIR presidente del Consiglio, su proposta del ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, di concerto con il ministro dell’Economia, delle Infrastrutture e Trasporti e dello Sviluppo Economico. I decreti conterranno tutte le
modalità per l’istituzione di una ZES, i relativi criteri che ne disciplinano l’accesso e le condizioni speciali. Saranno le singole regioni a proporre le proprie ZES, unitamente a un piano di sviluppo strategico, sulla base del Dpcm che verrà
Il 13 settembre il ministro per la coesione Territoriale, Claudio De Vincenti, ha incontrato il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, e quello di Catania, Enzo Bianco, proprio per discutere dell’attivazione delle ZES.
“
È un incontro importante – ha dichiarato De Vincenti - per avviare il percorso che metterà in pratica le norme che abbiamo varato come Decreto legge Mezzogiorno a giugno scorso. L’obiettivo principale è fare in modo che i porti del Mezzogiorno e i porti siciliani abbiano un ruolo chiave nella crescita dei traffici commerciali nel Mediterraneo che, dopo il raddoppio del canale di Suez, sta diventando la nuova Via della Seta. I porti del Mezzogiorno sono la nostra avanguardia nell’intercettare questi flussi - ha aggiunto -.
SVILUPPO
emanato, che verranno poi istituite con un altro Decreto del presidente del Consiglio. Sono già molte intanto le aree interessate a diventare ZES, a partire da Gioia Tauro, alla zona Napoli–Salerno, fino alla Regione Sicilia.
Le ZES, attraendo investimenti importanti nella logistica e nella struttura industriale che si sviluppa intorno a un porto, sono il modo in cui sosteniamo i porti del Mezzogiorno in questa operazione fondamentale”. L’incontro, come ha spiegato Orlando, porterà “alla realizzazione di una bozza di proposta che verrà prima sottoposta all’esame da parte della Regione. L’idea dalla quale ci stiamo muovendo farà leva sul porto di Palermo e su quello di Termini Imerese, sia pure con qualche attenzione a Trapani e Porto Empedocle, e partirà dalle tre zone industriali di Carini, Brancaccio e Termini Imerese, e dai poli turistici di Palermo, Madonie, Bagheria e Monreale”. Enzo Bianco ha invece spiegato che il porto di Catania, quello di Augusta e quello di Siracusa stanno facendo squadra “per dar vita a una ZES che consenta lo sviluppo attraverso gli incentivi per l’insediamento di nuove imprese che operano nel campo portuale. Per esempio a Catania stiamo pensando di utilizzare il vecchio . cementificio vicino al porto
”.
RISORSE STANZIATE 25 milioni per il 2018 31,25 milioni per il 2019 150,2 milioni per il 2020 OTTOBRE2017
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LA SOSTA PERFETTA Inaugurata una nuova area privata per la sosta dei tir in Centro Italia. Gli interventi privati si aggiungono alle undici aree dedicate sulla rete autostradale
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F
arsi una doccia con acqua calda, mangiare qualcosa, riposare comodamente: esigenze che possono sembrare banali ma che spesso, per chi passa tanto tempo sulla strada, non sono così semplici da soddisfare. Le aree di sosta, con spazi dedicati agli
autotrasportatori, diventano quindi fondamentali per rendere le pause di lavoro meno stressanti, più confortevoli e nello stesso tempo più sicure. Sia quelle private che quelle autostradali. L’ultima oasi attrezzata privata dedicata ai conducenti di mezzi pesanti è stata inaugurata meno di un mese fa, a 700 metri
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dal casello autostradale di Colleferro, 50 chilometri sud est da Roma. Si chiama Truck Village e si estende su un’area di 95mila metri quadrati. Al suo interno un ampio parcheggio custodito 24 ore su 24, in grado di ospitare 55 mezzi pesanti, di cui dodici per veicoli Adr e dodici per Atp, e altri 120 in via di realizzazione. Oltre alla stazione di rifornimento, sono inoltre presenti un albergo, un supermercato, un bar, un ristorante, una lavanderia, un internet point e un’area servizi dove è possibile usufruire di bagni e doccia. Ma non è certo l’unica punta di eccellenza privata che consente all’autotrasportatore di utilizzare le pause dal proprio lavoro in modo degno
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Piacenza Brescia Ghedi (BS) Dir Sud 230+400
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Brescia Padova Monte Alto (BS) Dir Ovest 244+900
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Milano Napoli Tevere (TR) Dir Nord 464+700 Dir Sud 464+700 Milano Napoli S. Zenone (MI) Dir Sud 15+100 >
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Milano Napoli Mascherone (RM) Dir Nord 536+500
Roma Civitaveccchia Tirreno (RM) Dir Nord 39+200 >
Milano Napoli Prenna (RM) Dir Nord 566+100 Dir Sud 566+100 >
Milano Napoli La Macchia (FR) Dir Nord 610+900 Dir Sud 610+900
docce messi a disposizione, una sala relax per riposare o navigare su internet e un minimarket che vende prodotti da asporto. L’unica pecca è che sono quasi tutte allocate nel Nord e nel Centro Italia. Chi viaggia al Sud può comunque contare su una serie di aree di sosta che, anche se non offrono servizi dedicati, hanno comunque un’ampia zona parcheggio e una serie di comodità. Ad esempio, l’area di servizio Teano, in provincia di Caserta,
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e sicuro, con la possibilità di curare al meglio sé stesso e il proprio carico. Tra le aree più attrezzate in Italia possiamo sicuramente nominare l’Autoparco Brescia Est, che offre ben 400 stalli per i mezzi pesanti, 92 dei quali dotati di prese per alimentazione elettrica per i veicoli frigo, con sistemi di videosorveglianza 24 ore su 24. Completano l’area, tra l’altro, un albergo, un bar, docce e bagni, una lavanderia a gettoni e un ristorante pizzeria. Oltre 200 posti per mezzi pesanti sono invece offerti dal Centro servizi Good Truck La Sosta, in Centro Italia, a San Benedetto del Tronto, oltre a un hotel, un ristorante e un autolavaggio. Non c’è bisogno però di uscire dalla rete autostradale per trovare dei luoghi accoglienti per gli autotrasportatori. Secondo i dati forniti da Aiscat, le 207 aree di servizio presenti sulle autostrade italiane offrono infatti nel complesso quasi undicimila stalli per i mezzi pesanti e una serie di servizi che possono variare da area ad area ma che, in genere, comprendono oltre ai distributori di benzina e gasolio anche bar, ristoranti, docce e wi-fi. Tra queste, vi sono poi undici aree (vedi cartina) che offrono spazi appositi dedicati ai conducenti di mezzi pesanti, con servizio di videosorveglianza, bagni e
LE AREE DI SERVIZIO IN AUTOSTRADA CON SPAZI DEDICATI AI CONDUCENTI DI MEZZI PESANTI
con 151 stalli per mezzi pesanti, ristorante e docce, o l’area Bevano, in provincia di Foggia, con 69 stalli e docce. Sulla Bologna-Bari-Taranto l’area Esino (Ancona) offre 96 stalli e docce mentre a Torre Fantine, direzione Sud, in provincia di Foggia, gli stalli sono 86 e sono sempre presenti le docce. Da ricordare inoltre sull’A22 per il Brennero, l’area di servizio Rovereto Sud, con 94 stalli, servizi igienici e docce, e distributori di cibo e bevande, inaugurata da meno di un anno.
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CONTROLLI
TIR
SICUREZZA: A CHE PUNTO SIAMO? Presentati i dati delle attività di controllo della Polizia Stradale del biennio 2015-2016 e del primo semestre 2017. Quest’anno di nuovo in aumento gli episodi che vedono coinvolti i mezzi pesanti
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uando si parla di sicurezza stradale, i giganti della strada vengono spesso collocati fra le minacce principali. Ma, numeri alla mano, qual è la reale responsabilità dei mezzi pesanti nell’incidentalità stradale? Lo scorso 26 settembre alla Commissione per la Sicurezza stradale nell’autotrasporto, presso il ministero dell’Interno, sono stati presentati i dati sull’attività della Polizia Stradale nel biennio 2015-2016 e nel primo semestre 2017. Secondo quanto rilevato nel 2016 il coinvolgimento dei veicoli commerciali in questi episodi si può riscontrare nel 26,42% dei casi, una volta su 4 quindi. La percentuale scende al 12,06% però se si considerano solo i mezzi sopra le 7,5 Ton: in questo
caso un incidente ogni 8 vede il coinvolgimento dei tir. Vediamo i numeri al di là delle percentuali: nel 2016 su un totale di 62.507 casi, 7.537 hanno rilevato la presenza di veicoli superiori alle 7,5 tonnellate. Continuando a prendere in esame la categoria che ci riguarda più da vicino, cioè quella dei mezzi pesanti, emerge che nel 17,20% dei casi si tratta di incidenti mortali, nel 6,61% di incidenti con lesioni e nel 16,08% si tratta solo di danni a cose. Se si confrontano il 2015 e il 2016 si nota una diminuzione dell’incidentalità totale sulle strade (-1,22%) a cui corrisponde il medesimo calo nel coinvolgimento dei mezzi sopra le 7,5 Ton (-1,22%). Nei primi sei mesi di quest’anno invece emerge un’inversione di tendenza:
OTTOBRE2017
a un’ulteriore calo dell’incidentalità totale (30.641 nel primo semestre del 2016 contro 29.422 nel primo semestre 2017) corrisponde infatti un aumento degli episodi che vedono coinvolti i mezzi pesanti pari al 5,68% (3.625 contro 3.831). In totale i veicoli superiori alle 7,5 tonnellate sono coinvolti il 13,02% delle volte. Ma rispetto all’anno precedente si nota una flessione del numero dei morti: ciò vuol dire che fortunatamente gli episodi registrati sono stati meno gravi. Ciò si deve probabilmente anche alla crescita progressiva delle attività ispettive su strada da parte delle Forze dell’ordine, prevenendo così fenomeni che possono incidere poi anche sulla sicurezza stradale. A titolo esemplificativo citiamo i dati relativi ai controlli sui veicoli dotati di cronotachigrafo: dal 2011 al 2016 le giornate di lavoro controllate sono cresciute ogni biennio, passando dalle 9.170.586 del 2011/2012 alle 9.771.584 del 2015/2016.
2015/2016 DATI A CONFRONTO Incidenti con veicoli trasporto cose
-1,69%
2015
Incidenti con veicoli oltre 7,5 Ton
- 1,22%
2015
2016
16.798
2016
7.630
16.514
7.537
2016/2017 DA GENNAIO A GIUGNO Incidenti con veicoli trasporto cose
3,92%
2016
7.989
Incidenti con veicoli olre 7,5 Ton
2017 8.302
Anno
16.514 Totale incidenti 2016
62.507
2016
3.625
2016 7.537
5,68%
2017
3.831
2017Gen/Giu Con veicoli oltre 7,5 Ton Con veicoli commerciali
3.831
8.302 Totale incidenti
29.422
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SICUREZZA
TIR
STRESS, SE LO CONOSCI LO EVITI Le condizioni di lavoro di un autotrasportatore possono essere fonte di tensione. Nicole Scala, psicologa dell’emergenza, ci spiega come riconoscere i segnali di allarme
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A
ttenzione costante alla strada, lunghi tempi di attesa, ritmi irregolari di sonno-veglia, paura di subire furti o rapine. Le condizioni di lavoro di un autotrasportatore possono essere fonte di continuo stress, sia fisico sia mentale, spesso sottovalutato. Ma riconoscere i sintomi si può, così come mettere in atto possibili soluzioni: lo spiega la dott.ssa Nicole Scala, psicoterapeuta e psicologa dell’emergenza, che si occupa di affrontare le situazioni critiche prima che queste si verifichino,
preparando le persone a fronteggiare gli eventi.
Con chi lavora uno psicologo dell’emergenza? Con quelle persone che lavorano in settori particolari, come operatori del soccorso, forze di polizia, ma anche autotrasportatori. Partendo però dalla prevenzione.
Per gli utenti della strada quali sono le cause principali di stress fisico ed emotivo? Un’attenzione sostenuta e un lungo impegno alla guida, soprattutto per chi opera nel traffico o magari si sposta per lunghi tragitti per andare al lavoro. A questo si deve aggiungere il problema della tecnologia al
volante, l’essere sempre in contatto con il resto del mondo, ad esempio tramite l’uso del cellulare.
E quali sono gli eventi che possiamo considerare critici? Tutti quelli legati alle condizioni della strada, agli altri autotrasportatori o automobilisti che magari guidano in maniera non corretta non rispettando il codice della strada, o ancora il pensiero di poter incorrere in furti e rapine del proprio mezzo.
Come è possibile prevenire questo stress sul lavoro? La prevenzione parte sempre dal conoscere: sapere cosa è lo stress e riconoscere i campanelli d’allarme è fondamentale per mettere in atto comportamenti correttivi. Campanelli d’allarme, ad esempio, possono essere uno stato di agitazione, problemi nell’alimentazione o avere difficoltà ad addormentarsi. Per gli autotrasportatori un pericolo può essere la noia, la stanchezza che porta al sonno.
Una volta riconosciuto il pericolo, cosa è necessario fare? Fare esercizi di rilassamento, fermarsi cinque minuti in autogrill e poi riprendere la strada, ma anche condividere il problema con amici e colleghi è un’ottima strategia per sentirci meno stressati.
STRESS : E T N A L O V AL ATTENZIONE COSTANTE ALLA STRADA E LE CAUS PAURA DI SUBIRE FURTI O RAPINE I L A PRINCIP LUNGHI TEMPI DI ATTESA
TIR Via libera del Consiglio dei ministri allo schema di decreto legislativo che integra la precedente riforma del sistema portuale. I porti italiani riclassificati in tre categorie
P
rosegue la riorganizzazione del sistema portuale italiano. Lo scorso agosto il Consiglio dei ministri ha approvato lo schema di decreto legislativo per integrare e modificare alcuni punti dell’attuale modello di riorganizzazione e la razionalizzazione e semplificazione delle Autorità Portuali scaturito dal Decreto legislativo n. 169 dell’agosto 2016. Ricordiamo che il Decreto del 4 agosto istituiva 15 Autorità di Sistema Portuale - in sostituzione delle 24 Autorità Portuali precedenti - che accorpano i 54 porti italiani, ridefinendo compiti e funzioni delle Autorità.
PORTI
PORTI
NUOVA FASE NELLA RIORGANIZZAZIONE Pur rispettandone i principi e i criteri, il testo dell’ultimo decreto legislativo contiene alcune novità relative alla classificazione dei porti, alle funzioni del Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale e al Comitato di gestione dell’Autorità di sistema. Per quel che riguarda il primo punto, si introduce un sistema più snello e semplificato per la riqualificazione degli scali, prevedendo solo 3 categorie: - porti finalizzati alla difesa militare e alla sicurezza dello Stato; - porti commerciali di rilevanza internazionale o nazionali, nodi delle grandi reti dei trasporti e della navigazione; - porti di rilevanza interregionale e regionale, nei quali le Regioni esercitano funzioni di gestori. In merito alla governance, al Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale sono trasferite le funzioni svolte precedentemente dall’ente gestore. Il presidente può
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CATEGORIE DI PORTI
1
finalizzati alla difesa militare
2 commerciali di rilevanza internazionale o nazionale
3
di rilevanza interregionale
adottare, ad esempio, politiche del lavoro attraverso piani di formazione per la riqualificazione o la riconversione del personale o può autorizzare misure di sostegno al reddito o di ricollocazione del personale. Lo schema di decreto stabilisce inoltre di applicare ai membri del Comitato di gestione le stesse regole valide per le pubbliche amministrazioni e gli enti privati con controllo pubblico in materia di inconferibilità e incompatibilità degli incarichi.
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L’utilizzo del gas naturale liquefatto è in forte crescita in tutto il mondo. Secondo le previsioni, entro il 2030 i mezzi pesanti alimentati a Gnl in Italia saranno fra i 30 e i 35 mila, ovvero il 12-15% del parco circolante
LOMBARDIA Gera Lario CO 2016 Maganetti
PIEMONTE Villa Falletto CU 2016
di Antonella Vicini
Concessionaria ENI
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GENNAIO2017
PIEMONTE Novi Ligure AL 2014 Fratelli Ratti
VENETO Padova (interporto) 2017 Lquimet
Saonara PA 2017
DIA 016
AF Petroli
netti
EMILIA ROMAGNA Piacenza PC 2014 Concessionaria ENI
Castel San Pietro Terme BO 2016 VGE Carburanti
Rimini-Cesena 2017 Vulcangas
AL 2014
Noceto PR 2017 IPER Carburanti
Modena MO 2017 Giberti Petroli
TOSCANA Pontedera PI 2016 Concessionaria ENI
MARCHE Corridona MC 2016 Metano Senigallia Srl
2030 L A I N N 13 A
PREVISIONI PER IL GNL
dal Quadro strategico Nazionale Mezzi pesanti su strada alimentati a Gnl
2030 tra il 12 e il 15% del totale Domanda di Gnl per mezzi pesanti:
2020= 400.000
tonnellate/anno
2025= 1.250.000
tonnellate/anno
2030 = 2.500.000
tonnellate/anno
E
ntro questa data l’Italia dovrà ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 33% rispetto al 2005, in alcuni settori essenziali dell’economia, come quello dei trasporti, ritenuti responsabili di circa un quarto delle emissioni globali. Si tratta di un obiettivo vincolante in termini di sostenibilità che mira a ridurre questo tipo di gas in tutta l’Unione europea del 40% rispetto ai livelli del 1990: ogni Paese è quindi chiamato a fare la propria parte. La transizione verso un’economia a basse emissioni di CO2 è un tassello fondamentale dell’impegno a contenere l’innalzamento della temperatura globale fissato con gli accordi di Parigi e per far questo è OTTOBRE2017
necessario agire anche sulle energie rinnovabili. Fra incidenti nucleari – vedi Fukushima –, calo di scorte di petrolio e necessità di combustibili meno aggressivi verso l’ambiente, il gas naturale sarà un elemento molto importante dei mix energetici del futuro. Secondo le previsioni tracciate da BP, al 2035 circa un terzo del possibile incremento della domanda mondiale potrebbe essere soddisfatto proprio dal gas naturale. E nella sua forma liquida il gas naturale potrà assolvere al meglio i suoi compiti. Il Gnl o Lng, se si preferisce l’acronimo anglofono, è costituito principalmente da metano che, attraverso una serie di processi di raffreddamento e condensazione, viene liquefatto. Può essere così stoccato in appositi contenitori e trasportato ovunque, anche nelle zone che per la loro conformazione geografica non sono raggiunte dalla rete del metano. Durante il processo di liquefazione il suo volume si riduce infatti di ben 600 volte e ciò permette di immagazzinare una grande quantità di energia in poco spazio. Le sue potenzialità di utilizzo sono pertanto molteplici sia in ambito civile (usi industriali e domestici) sia come carburante per i trasporti marittimi e terrestri. Attualmente il Gas naturale liquefatto sta vivendo una fase di
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IL GNL NEL MONDO LAVORO
TIR
valori espressi in %
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PAESI ESPORTATORI Qatar 29.9 Australia 17.2 Malesia 9.7 Nigeria 7.2 Indonesia 6.4 Algeria 4.5 Russia 4.2 Trinidad 4.1 Oman 3.2 Papua Nuova Guinea 2.9 Brunei 2.4 Emirati Arabi Uniti 2.2 Norvegia 1.7 Peru 1.6 Guinea Equatoriale 1.3 Stati Uniti 1.1 Angola 0.3 Egitto 0.2 PAESI IMPORTATORI Giappone 32.3 Corea del Sud 13.1 Cina 10.4 India 7.4 Taiwan 5.8 Spagna 3.8 Egitto 2.8 Regno Unito 2.9 Francia 2.2 Turchia 2.2 Italia 1.8 Messico 1.6 Kuwait 1.3 Argentina 1.4 Cile 1.3 Emirati Arabi Uniti 1.1 Pakistan 1.0
crescita in tutto il mondo. Nel suo ultimo rapporto annuale, l’International Gas Union l’organizzazione internazionale che propone di promuovere il progresso tecnico ed economico dell’industria del gas - evidenzia come nel 2016 si sia registrato un andamento del mercato del Gnl piuttosto dinamico, con la vendita di 258 milioni di tonnellate e con un incremento di 13 milioni di tonnellate rispetto al 2015. Questo grazie anche a una maggiore offerta dal bacino del Pacifico, Australia soprattutto, e all’inizio dell’export dagli Stati Uniti. Stando alla classifica 2016, sono 18 in tutto i Paesi esportatori di Gnl tre dei quali, il Qatar, l’Australia e la Malesia,
GENNAIO2017
rappresentano da soli il 56,8% del gas immesso sul mercato. Sul fronte opposto, l’incremento della domanda è stato maggiore in Asia. Il mercato delle importazioni continua infatti a essere trainato principalmente dai Paesi dell’area del Pacifico come Giappone (32,3%), Corea del Sud (13,1%), Cina (10,4%), India (7,4%) e Taiwan (5,8%). Solo al sesto posto, con il 3,8% della Spagna, troviamo uno Stato europeo. Fra il 2013 e il 2015 il nostro continente è stato a fasi alterne il secondo maggior importatore; lo scorso anno invece si è posizionato terzo acquistando un totale di 38,1 milioni di tonnellate di Gnl. C’è da dire che gli Stati asiatici (48,6 di tonnellate) e quelli della macro regione
TIR Asia-Pacifico (138,2 milioni di tonnellate) includono mercati enormi come Cina e Australia. A trainare il vecchio continente sono stati Francia (2,2%), Spagna (3,8%), Polonia, Lituania e Italia (1,8%). Bisognerà vedere quanto influenzerà questo andamento il recepimento e l’entrata in vigore negli Stati membri Ue della direttiva Dafi che prescrive la realizzazione di nuove reti infrastrutturali per i combustibili alternativi (Gnl, elettricità idrogeno, biocarburanti, combustibili sintetici e paraffinici, Gnc e Gpl). La road map tracciata dall’Unione prevede che entro il 31 dicembre 2025 gli Stati europei predispongano nei porti marittimi un numero adeguato di punti di rifornimento per il Gnl;
per i porti di navigazione interna il termine slitta al 31 dicembre 2030. Riguardo ai trasporti su strada, i Paesi Ue dovranno realizzare un numero adeguato di punti di rifornimento per il Gnl accessibili al pubblico almeno lungo la rete centrale della TEN-T per assicurare la circolazione in tutta l’Unione dei veicoli pesanti alimentati a Gnl. In Italia la direttiva Dafi è entrata in vigore lo scorso gennaio. Secondo l’Istituto di ricerca economica REF-E i settori di impiego di questo tipo di combustibile (trasporto marittimo, trasporto stradale pesante e utenze industriali e civili off-grid) rappresentano circa l’11% dei consumi che potrebbero essere coperti in larga parte dal gas naturale tramite il Gnl. Il Quadro Strategico Nazionale per il Gnl ha tracciato le previsioni al 2020, 2025 e 2030 sulle installazioni di Gnl. Per quel che riguarda il nostro settore si calcola che nel 2030 i mezzi pesanti alimentati a gas naturale liquefatto su strada saranno fra i 30 e i 35 mila, ovvero il 12-15% del parco circolante sia mono fuel sia dual fuel. La domanda di combustibile, inoltre, passerà dalle 400mila tonnellate l’anno del 2020 al milione e 250mila del 2025 fino ai 2milioni e mezzo del 2030. Sempre secondo queste
SOSTENIBILITÀ
previsioni i punti di rifornimento accessibili al pubblico lungo la rete TEN-T per assicurare la circolazione dei mezzi pesanti saranno 3 nel 2020, poi 5 e infine 7 nel 2030. Cifre che richiamano interventi urgenti infrastrutturali per permettere di agganciare questo trend e non deludere i target europei. Attualmente sono 10 in Italia le stazioni di distribuzione di Gnl per autotrazione realizzate negli ultimi 3 anni: Piacenza, Novi Ligure, Castel San Pietro Terme, Corridonia, Gera Lario, Pontedera, Villa Falletto, Padova, Rimini e Noceto. Come si può notare dall’infografica sono tutte nel Centro–Nord, la maggior parte delle quali in Emilia Romagna. Nel frattempo il ministero dell’Economia con un decreto del 22 dicembre scorso ha attivato il cofinanziamento. nazionale pubblico di poco più di 3 milioni di euro per progetti da realizzare nell’ambito delle reti transeuropee dei trasporti (TEN-T); progetti che comprendono, fra l’altro, 7 stazioni di bunkeraggio nei porti di Genova, La Spezia, Livorno, Venezia, Koper, Nantes-St Nazaire e Fos e per la realizzazione nel porto di Venezia di una stazione di rifornimento pilota Gnl per alimentare sia il settore marittimo sia stradale.
La road map tracciata dall’Unione prevede che entro il 31 dicembre 2025 i Paesi Ue dovranno realizzare un numero adeguato di punti di rifornimento per il Gnl accessibili al pubblico, almeno lungo la rete centrale della TEN-T, per assicurare la circolazione in tutta l’Unione dei veicoli pesanti alimentati a Gnl.
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I
n tema di trazioni alternative occorre fare dei distinguo. Se, infatti, nel trasporto pesante la trazione elettrica non è ancora sviluppata, le trazioni a gas naturale sono ormai un fatto concreto. Ma prima di comprenderne a pieno le potenzialità - la prima è la riduzione non solo delle emissioni di anidride carbonica, ma anche degli altri agenti inquinanti quali ossidi di azoto, particolato e monossido di carbonio - è doveroso ricordare la differenza che passa tra i veicoli CNG (gas compresso) e quelli GNL (gas liquido). Nei primi il
T T U T A di Emanuela Stifano
Nei primi sei mesi del 2017 le immatricolazioni di mezzi pesanti a GNL sono cresciute del 154%. Vediamo allora quali sono i vantaggi dei veicoli a gas liquidi e quali i modelli già disponibili
STRALIS NP GNL IVECO È DOTATO DI DOPPIO SERBATOIO GNL PER 1500 KM DI AUTONOMIA metano è immagazzinato allo stato gassoso a 200 bar in serbatoi di acciaio; nei secondi il gas naturale liquefatto è immagazzinato allo stato liquido a -125°C, e pertanto sono necessari particolari serbatoi criogenici. Il gas viene quindi convogliato al motore allo stato gassoso, dopo essere stato scaldato in uno scambiatore di calore. I GNL, partiti in sordina per via dei limiti infrastrutturali, oggi meritano maggiore attenzione per almeno tre motivi: rispetto ai CNG, la densità energetica del gas liquefatto è maggiore, il che permette, a parità di volume del serbatoio, di stoccare più gas, a vantaggio dell’autonomia; i costruttori hanno trovato l’escamotage tecnologico per incrementarne l’autonomia e le
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GENNAIO2017
S A G O T T MOTORE A GAS NATURALE LIQUIDO 9 LITRI A CINQUE CILINDRI PER IL TRATTORE SCANIA LA CUI AUTONOMIA SUPERA I 1.100 KM prestazioni - paragonabili, di fatto, a quelle dei motori Diesel - e lo Stato eroga incentivi che permettono di assorbire il prezzo più alto rispetto ai veicoli tradizionali. Detto questo, ci sono almeno altri due plus di cui occorre era tener conto: la minore tara del i in atmosf n io s is m e veicolo GNL rispetto al CNG e Riduzione i acustiche n io s is m e arico utile c o t il conseguente aumento n e m Riduzione u ,a el ara veicolo t del carico utile e la e n tto al Dies io e z u p is r Rid e r io 31 s infer ridotta rumorosità: e lu sto del ga B o d C A IMMATRICOLAZIONI i d ita -3 decibel. i on necess N ei consum d a VEICOLI GNL Resta ora da iv s s le p uzione com chiarire se il id R 1° semestre 2016 GNL sia una rivoluzione illare veramente ri non cap
RZA O F I D I T PUN
LEZZA O B E D I D PUNTI ibuto
110 VEICOLI 1° semestre 2017
Rete distr Autonomia serbatoi i e d o t s o C del veicolo o iv s s le p m Prezzo co
280 VEICOLI
+154%
ITÀ OPPORTgUonNabili al Diesel
i para ero Prestazion o del num t n e m e r c In ornimento if r i d i n io di staz il 2017) (20 entro
RENAULT TRUCKS HA CREDUTO NEL GAS, MA IN QUELLO COMPRESSO OTTOBRE2017
TECNICA
DAF 510 FX FT DIESEL DUAL FUEL
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TI NON TUT STANNO TORI T U R T S O IC DO LAVORAN E DEL GNL ZION E IR D A L L NE uel. gia Dual F
olo per la tecn ta p R MX13 o io p m e re PACCA l to o m i DAF ad es d Diesel Dua otato tà d li T a F d o X m F in Il DAF 510 lutions. e italiane motive So sulle strad o c la E o c n ir o c c 1 375H 0% borazione trazione 10 ie alla colla la z è ra g o l, iv e tt u F , l’obie iste una Mercedes gamma es in a m Quanto a , a c raccolta elettri r il veicolo e p G N C soluzione ic, mentre to meno rifiuti Econ l gas e tan e n e d re c che Man non : convinto o id u q li o ll in que arecchio terà per p s re l e s nte e ie il D più efficie re to o m il tempo truttore per il cos , e il ib n te nibile sos ilità soste b o m la o tedesc brido e assa dall’i p ro u t fu del ico. dall’elettr
in atto per l’autotrasporto. Sembrerebbe di sì: secondo i dati Anfia MERCEDES, OBIETTIVO (Associazione TRAZIONE 100% ELETTRICA Nazionale Filiera Industria Automobilistica), nel primo semestre del 2017 sono stati motore Iveco Cursor 9 da 400 immatricolati in Italia 366 CV (la precedente versione camion, di peso superiore alle 330), ha un cambio Eurotronic 3,5 tonnellate, alimentati a gas (manuale nella precedente) ed naturale. Di questi, quelli a GNL è dotato di doppio serbatoio di sono 280. Nello stesso periodo GNL, con capacità di 540 litri del 2016 furono immatricolati ciascuno, il che significa 1500 km 177 truck a gas naturale, di di autonomia (nella precedente cui 110 a GNL. Dal confronto versione 750). dei singoli semestri, dunque, Sulla stessa lunghezza d’onda emerge un interessante +154%; il veicolo di Scania, un trattore che diventa +106% se si guarda stradale con motore a gas all’aumento complessivo, naturale liquido 9 litri a cinque comprensivo del CNG. Altri cilindri che può essere combinato dati stimano il parco circolante con il cambio Scania Opticruise; complessivo ad oggi intorno alle una coppia di serbatoi criogenici 450 unità (raddoppiato in pochi garantiscono un’autonomia che mesi) e le flotte che in Italia supera i 1.100 km. hanno scelto questi veicoli sono Anche Renault Trucks ha creduto all’incirca 50 (in Europa 100). nel gas, ma in quello compresso: La crescita è da imputarsi a un con il D Wide CNG (18-26 Ton) cambio di marcia importante: offre un veicolo equipaggiato i costruttori che credono in con un 9 litri Euro 6 da 320 cv, questa tecnologia hanno dotato che può essere alimentato o i veicolidi di cambi automatici a gas naturale o a bio-metano e due serbatoi: oggi il nuovo (biogas) e che è disponibile in Stralis NP GNL monta un due configurazioni: motrice 4x2
18 Ton e motrice 6x2 26 Ton di massa totale a terra. Anche Volvo Trucks ha deciso di puntare sull’LNG. La casa svedese ha appena annunciato che nel 2018 lancerà sul mercato veicoli pesanti conformi a Euro 6 alimentati a gas naturale liquido o biogas. Si tratta dei nuovi FH LNG e FM LNG, disponibili nei modelli da 420 o 460 CV per attività di trasporto pesante regionali e di lungo raggio. Quanto ai costi, i veicoli a gas costano di più di quelli tradizionali, ma la partita si gioca sui costi operativi: il costo del gas è più economico rispetto al Diesel (circa il 2025% in meno) inoltre il consumo di carburante è inferiore del 15% e non occorre l’utilizzo dell’AdBlue. Il che vuol dire un risparmio complessivo di circa il 40%. Inoltre, e non è poco, il metano non è soggetto ai furti.
TIR
PIÙ ASSALI E NUOVI CABINATI PER DAF Le gamme CF, XF e LF sono state arricchite con nuove configurazioni e dettagli. Aumentano inoltre a 3 anni e a 45mila chilometri gli intervalli di sostituzione dell’olio
TECNICA
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af ha presentato a Barcellona le gamme complete CF, XF e LF. CF e XF sono adesso arricchite con undici configurazioni assali per trattori e per cabinati; otto cabinati con 2, 3 e 4 assali e tre trattori con 3 e 4 assali. Come già anticipato nel numero di giugno (pag. 32), riduzione dei consumi, minor peso (fino a 100 kg in meno nelle configurazioni di scarico e nella catena cinematica) e aumento del carico utile sono le caratteristiche principali di questi veicoli. Tra le altre caratteristiche, i moduli integrati che riducono i tempi di allestimento, mentre l'unità EAS ultracompatta può essere montata come pezzo unico tra il primo e il secondo assale anteriore (sui modelli FAD 8x4), liberando sia spazio sia peso. I nuovi assali trainati sterzanti elettroidraulici, per i trattori e per i cabinati, facilitano la massima manovrabilità. Quando si superano i 40 km/h, l'assale si blocca in posizione diritta garantendo stabilità ed efficienza del carburante. Particolarmente interessante per le operazioni di carico e scarico di container pesanti il nuovo assale trainato doppio da 10 tonnellate, con una capacità di carico statico di 34 Ton e con una riduzione di peso di 25 kg che consente un ulteriore carico utile. Il nuovo set è disponibile su trattori e cabinati 6x4 e 8x4 per le applicazioni per impieghi pesanti. Questa gamma include il cabinato FAD 8x4 con due assali anteriori sterzanti usati per il trasporto di sabbia e ghiaia. Per quel che riguarda la serie LF, invece, un nuovo motore PACCAR da 3,8 litri e la possibilità di scegliere rapporti finali di trasmissione più lunghi per la massima efficienza dei consumi. Il design degli esterni e degli interni risulta invece in linea con le nuove serie CF e XF.
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TO R PO SE S RA PAE T TO SEX U L’A PAE
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ROMANIA
TRASPORTI E LOGISTICA IN CONTINUA CRESCITA
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e l’Italia negli ultimi anni ha vissuto un periodo di grave crisi che ha costretto a chiudere anche molte imprese di autotrasporto, in Romania il settore dei trasporti e della logistica si è dimostrato molto dinamico. Solo nel 2015 sono nate 7.639 nuove imprese del settore, 6.162 nel 2004, 6.349 nel 2013, 6.499 nel 2012 e 7.266 nel 2011. In totale nel 2014 le imprese di autotrasporto e logistica erano 27.252, per una cifra d’affari annuale di 5,9 miliardi di euro, in crescita dell’8% rispetto all’anno precedente. I dati sono stati riportati da uno studio del CNR (Comité National Routier) francese, l’osservatorio francese del trasporto merci su strada dipendente dal ministero dei Trasporti, che ha effettuato una rilevazione sul trasporto merci stradale in Romania. Nel Paese si osserva una forte presenza di investitori esteri: sono infatti più di 200mila le imprese a capitale straniero, il 20% delle quali, oltre 40mila società, in mano a investitori italiani. Con una popolazione di 20 milioni
Inizia con questo numero un’analisi del settore dell’autotrasporto nei vari Paesi europei. In Romania, dal momento dell’ingresso in Europa, si registra un aumento vertiginoso del trasporto merci di abitanti, la Romania ha una rete autostradale di 683 km ma lavori imponenti sono in corso con forti finanziamenti europei, mentre le ferrovie si attestano su 10.777 km. Negli ultimi anni il Pil ha registrato un tasso di incremento del 5%, uno dei livelli più alti di crescita di tutta la Ue. Il trasporto merci in particolare, fin dal momento dell’ingresso nell’Unione, ha conosciuto una crescita vertiginosa. Mentre il trasporto nazionale è rimasto pressoché invariato con poco più di 12 miliardi di T/km, l’internazionale è raddoppiato a circa 27 miliardi. Il nostro Paese è il quarto per scarico dopo Germania, Francia e Inghilterra, mentre è il secondo per il carico dopo la Francia, seguito da Spagna e Inghilterra. La maggior parte delle imprese
sono di piccole dimensioni (l’80% ha fino a 5 veicoli). Per quel che riguarda il trasporto internazionale il periodo di guida medio è di due mesi prima di rientrare in patria, con un salario lordo annuo di 5.062 euro ai quali vanno aggiunti 11.550 euro per indennità di trasferta non soggetti ad oneri sociali il che porta il costo dell’autista a 0,13 ¤/km, per un impegno annuo di 1.980 ore.
DI AFFARI ASPORTO 5,9MILIARDI IL GIRO TR TO AU DI E ES PR IM 52 .2 27 27MILIARDI T/KM IL TRASPORTO INTERNAZIONALE
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EUROPA
SVEZIA
PUNTA SUI CARBURANTI ALTERNATIVI ED ECOCOMBI Il Paese attribuisce grande importanza ai trasporti: previsti investimenti per oltre 65 miliardi di euro nel decennio 2018-2029. 15 mila le imprese di autotrasporto presenti
S
ono 15.000 le imprese di autotrasporto presenti in Svezia, per un totale di 75.900 dipendenti, che sviluppano un volume di 42 miliardi di T/ km. È quanto rivela uno studio sul trasporto in Svezia redatto dalla Commissione trasporti del Parlamento europeo (Research for Tran Committee-Transport and Tourism in Sweden) e pubblicato durante l’estate. L’importanza
del sistema trasporti è bene visibile nel National Transport Plan: per il periodo 2018-2029 gli investimenti destinati al settore risultano infatti in aumento del 20% rispetto alla precedente pianificazione 2014-2025, per un totale di 65,8 miliardi di euro. Lo studio analizza soprattutto la rete transeuropea dei trasporti, in particolare il Ponte dell’Orensud che collega, con due fasci di binari e una autostrada a 4 corsie, il Paese con la Danimarca. Un’opera, cofinanziata dalla Ue, che è stata realizzata in 5 anni (1995/2000) con un costo di 2,7 miliardi euro. È in costruzione inoltre l’altra Rete trans europea che collegherà la Scandinavia con le principali città tedesche e italiane e che comprende anche il tunnel del Brennero e va sotto
il nome di corridoio Scandinavo/ Mediterraneo. Le autostrade si sviluppano su 2.057 km e le ferrovie su 10.881 km (di cui il 75% elettrificato). Il budget previsto è di 1 miliardo dal 2016 al 2018 aumentato di altri 600 milioni nei due anni seguenti. Il Paese è, inoltre, all’avanguardia nell’utilizzo di combustibili alternativi anche per le agevolazioni previste, che arrivano fino alla totale esenzione da tassazione per i combustibili bio. Questi combustibili rappresentano il 24% del totale consumato con previsione di riduzione delle emissioni ad effetto serra provenienti dai trasporti del 70% al 2030 con riferimento al 2010. Altra peculiarità del Paese sono i veicoli fuori sagoma e peso. Oltre gli ormai noti ecocombi (o EMS Sistema modulare europeo da 25,25 mt per 60 Ton di massa massima complessiva), sono in sperimentazione i “Timber Truck” combinazioni a tre veicoli rimorchiati per 33 metri e 90 Ton particolarmente utilizzati nel trasporto legname.
15.000IMPRESE DI AUTOTRASPORTI 75.900DIPENDENTI 42MILIARDI DI T/KM DI MERCI
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EURO FRANCIA
SPAGNA
CAMIONISTI IN SCIOPERO CONTRO LA RIFORMA DEL LAVORO
MEGACAMIONES: I PRIMI RISULTATI DELLA SPERIMENTAZIONE
È
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iniziata il 25 settembre 2017 la mobilitazione degli autotrasportatori francesi contro la nuova legge di riforma del codice del lavoro, presentata dal ministro del lavoro, Muriel Pénicaud sulla base del programma elettorale del presidente Emmanuel Macron. La riforma, che ha 36 punti chiave, vuole soprattutto facilitare le contrattazioni tra datori di lavoro e lavoratori delle piccole e medie imprese. A fronte della possibilità di negoziare i contratti all’interno delle aziende e di una maggiore elasticità nelle assunzioni e nei licenziamenti, per seguire l’andamento del mercato, i lavoratori otterrebbero qualche vantaggio economico in caso di perdita del lavoro e maggiori poteri per i rappresentanti sindacali nelle piccole e medie aziende. Contropartite che non sono sufficienti, secondo molti sindacati, tra i quali la CGT (Confédération Générale du Travail) e la FO (Force Ouvrière), che per il settore autotrasporto hanno indetto lo sciopero iniziato il 25 settembre con una classica “operazione lumaca” diminuendo la velocità di marcia dei camion e attuando il blocco di alcuni depositi di prodotti petroliferi, piattaforme logistiche e stazioni di servizio. Gli autisti temono in particolare di avere una posizione sempre più debole nei confronti dei datori di lavoro e che la legge di riforma del lavoro apra le porte a un pericoloso dumping sociale con conseguente diminuzione del salario medio. Il settore dell’autotrasporto in Francia è costituito all’80% da piccole e medie imprese: la riforma cambierebbe le regole del gioco, in meglio secondo il governo e in peggio secondo i sindacati, per una gran parte degli autotrasportatori francesi.
È
ormai più di un anno che i megacamiones, le combinazioni lunghe fino a 25,25 metri e con un peso massimo di 60 tonnellate, hanno permesso di circolazione in Spagna, in via sperimentale e dietro richiesta di una specifica autorizzazione alla DGT, la Dirección General de Tráfico. Era infatti aprile del 2016 quando i primi camion extralunghi, dopo un breve periodo di prove sperimentali, misero ufficialmente le loro ruote in marcia lungo le strade della penisola iberica. E dopo oltre un anno la DGT ha iniziato a studiare i dati relativi all’esperimento per capire se è tempo di far passare i megacamiones da veicoli speciali a veicoli normali, che possano circolare senza autorizzazioni particolari. I risultati dell’inchiesta diranno non solo se i megacamiones potranno circolare senza autorizzazione preventiva sulle strade aperte al passaggio di queste combinazioni extralunghe, ma anche se potranno trasportare merci pericolose. Intanto sono stati resi pubblici i primi dati della sperimentazione. Nel 2016 in Spagna sono state richieste 122 autorizzazioni per veicoli da 25,25 metri. La combinazione più utilizzata è stata quella trattore-dolly-semirimorchio (59%). Lo spazio in più è di solito utilizzato per trasportare più volume, senza grossi incrementi di peso. Per quanto riguarda i dati di consumo, questi sono i risultati comunicati dal corriere nazionale internazionale SEUR registrati con una combinazione tirata da un trattore da 410 cv sulla tratta Alicante-Valencia-Barcellona: più 77% di volume di carico, passato da 95 a 160 mc. Più 25% di consumi, saliti da 30 a 38 litri/100 km. Risparmio di gasolio per metro cubo trasportato del 33%.
NEWS GERMANIA
IRLANDA
TRASPORTO E CABOTAGGIO IN CRESCITA
TRAFFICO MERCI IN RIPRESA
L
a quota di trasporto effettuato in regime di cabotaggio da aziende straniere lungo le strade tedesche continuerà ad aumentare nei prossimi anni. Il periodico Transaktuell sintetizza i risultati di uno studio dell’Ufficio Federale per il Trasporto Merci, FOPH. Il trasporto merci su strada nel 2017 registrerà in Germania un aumento del 2,6% delle tonnellate trasportate rispetto al 2016 per un totale di 484 miliardi di Ton. Un ulteriore aumento dell’1,8% è previsto anche per il 2018 (493 miliardi di Ton). Di questo incremento beneficeranno maggiormente le aziende di autotrasporto straniere che effettuano cabotaggio in Germania, che registreranno una crescita delle tonnellate trasportate quattro volte maggiore di quello delle aziende tedesche.
D
enominata la “tigre celtica” per il suo rapido tasso di sviluppo economico, l’Irlanda dopo qualche anno di crisi sta riprendendo a correre. Come sempre, un indicatore affidabile delle condizioni economiche di un Paese è il volume di merci trasportate. Il mensile irlandese Fleet Transport Magazine, sul numero di settembre scorso, analizza i dati del 2016 in crescita rispetto al 2015 fino a raggiungere il livello di tonnellate trasportate nel 2009. Secondo i dati del Central Statistic Office, nel 2016 il traffico di merci in Irlanda è stato maggiore del 20% rispetto al 2015, toccando quota 141,7 milioni di tonnellate, trasportate da una flotta composta da poco meno di 100.000 camion.
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GRAN BRETAGNA
ROMANIA
LONDON FREIGHT COMMISSIONER
I
l sindaco di Londra, Sadiq Kahn, dovrà trovare presto un candidato per ricoprire il ruolo di Commissario urbano al trasporto e alla distribuzione delle merci in area urbana. L’urgente richiesta è arrivata dalla Camera di Commercio della capitale britannica, la London Chamber of Commerce and Industry, a causa della crescente difficoltà di gestire un enorme volume di merci in entrata e in uscita da Londra, la cui popolazione, secondo le stime, crescerà dai circa 8,6 milioni attuali a più di 10 milioni nel 2030. Una crescita che, senza una pianificazione dei flussi di merci e persone, metterebbe in grave crisi la mobilità e la catena logistica di una delle aree più densamente abitate d’Europa.
NOTTI IN CABINA
U
no dei temi caldi per gli autotrasportatori rumeni è quello sollevato dal divieto stabilito dalla Germania, che impedisce di dormire nella cabina del camion durante il fine settimana. Molti camionisti rumeni che si trovano in zona attraversano il confine e parcheggiano nelle aree di servizio e nei parcheggi lungo le autostrade dei Paesi Bassi, dove il divieto di passare il week-end in cabina ancora non c’è. Il mensile rumeno Tranzit ha intervistato alcuni trasportatori che hanno iniziato a parcheggiare nei Paesi Bassi. Pochi problemi a trovare posto per il camion, almeno finora, ma quando arriveranno le prime multe in Germania il numero di camion che parcheggeranno oltre confine aumenterà e i posti inizieranno a scarseggiare.
TIR
FISCO
MODELLO 730: RIMEDIARE SI PUÒ di Angelo Ciaravolo
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Entro il 25 ottobre possono essere sanati eventuali errori commessi nel 730. Le strade per sanare il proprio modello sono però di tipo diverso a seconda di chi lo ha commesso e del tipo di errore
S
cade il prossimo 25 ottobre il termine per sanare gli errori commessi a proprio danno nel 730 (anche se si tratta di modello precompilato). A seconda dell’errore e di chi lo ha commesso (Caf, professionista abilitato o il contribuente stesso) le strade per correggere il proprio modello sono di tipo diverso. Questo, sia nel caso di inesattezze che hanno comportato a proprio danno una maggiore imposta dovuta o un minor credito spettante, sia nel caso di irregolarità che ha generato invece una minore
imposta o un maggior credito, rispetto a quanto era emerso nella dichiarazione originaria. Nella prima ipotesi è possibile presentare, entro il 25 ottobre, un modello 730 integrativo, al fine di recuperare più rapidamente le somme a credito. Nella seconda ipotesi, invece, occorre regolarizzare la propria posizione fiscale tramite la presentazione del modello Redditi (dichiarazione integrativa). Ecco allora in dettaglio le soluzioni possibili per recuperare, ad esempio, la detrazione di una fattura per spesa medica dimenticata in
un cassetto o la rata del bonus ristrutturazioni per i lavori fatti in casa. Oppure, in generale, di un qualsiasi altro onere o spesa (detraibile o deducibile), la cui circostanza ha determinato il pagamento di una maggiore imposta o il riconoscimento di un minor credito. Chi ha commesso delle inesattezze, la cui correzione comporta una situazione a proprio vantaggio, può presentare il modello 730 integrativo per recuperare le somme a credito già a dicembre di quest’anno. In tal caso occorrerà recarsi a
E R E G G E R R O I C E COM ERROR GLI E:
ENT U B I ONTR C L DE E R O V A FA SCO: I F DEL E R VO A FA F I CA NISTA: A D SSI ESSIO E M M CO L PROF O DA
un Caf o da un professionista, abilitati al controllo della conformità dei dati esposti nella dichiarazione integrativa, al ricalcolo delle imposte dovute e alla comunicazione del risultato della dichiarazione al sostituto d’imposta. Quest’ultimo, dopo essere stato informato dei nuovi risultati, sarà tenuto a rimborsare le somme dovute nella busta paga di dicembre, operando una riduzione delle ritenute dovute dal contribuente. In alternativa, è possibile utilizzare il modello Redditi con il quale si dilatano tuttavia i tempi per ottenere il rimborso del credito spettante, a meno che non si decida di utilizzare gli importi a credito risultanti dalla nuova dichiarazione per compensare, tramite il modello F24, altri debiti fiscali o
dello o m l i ntare tivo e s e ra pr integ 0 3 7 lo odel m l i e porr grativo s i d e te pr iti in d d e R ta posi a p a ’ n t are u rettifica cedente t n e pres razione della pre ia dich tituzione s in so
contributivi. Se invece la correzione degli errori o delle omissioni comporta un danno nei confronti del Fisco, poiché determinano un minor rimborso o una maggiore imposta da pagare, non è possibile utilizzare il modello 730 integrativo. Occorre predisporre il modello Redditi integrativo, da presentare per via telematica entro la scadenza della dichiarazione successiva (30 settembre 2018) oppure entro il quarto anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione (salvo l’applicazione delle sanzioni da parte dell’amministrazione finanziaria). Al suo interno vanno riportati tutti i dati corretti che si sarebbero dovuti inserire nel modello 730 originario. Inoltre, si deve provvedere anche al versamento delle somme a
debito, con l’aggiunta degli interessi legali (al tasso annuale dello 0,1%) e della sanzione ridotta così come prevista dal nuovo ravvedimento operoso. È utile ricordare che, se a seguito delle correzioni del 730 dovesse emergere una maggiore imposta da versare, potrebbero essere superiori anche gli importi degli eventuali acconti dovuti (in tal caso si può ricorrere al ravvedimento operoso per regolarizzare la posizione fiscale). Nel caso in cui ci si accorga che sono stati commessi errori all’interno del modello 730, dal Caf o dal professionista abilitato che ha prestato l’assistenza fiscale, occorre immediatamente riferirli a tali soggetti, affinchè possa essere elaborata un’apposita dichiarazione rettificativa, in sostituzione di quella presentata precedentemente (in tal caso la dichiarazione deve essere inviata entro il prossimo 10 novembre).
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LAVORO
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ASSUNZIONI AGEVOLATE: ECCO LE TIPOLOGIE PREVISTE di Mariangela Pagano
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Il ministero del Lavoro ha reso pubblica una guida nella quale riepiloga tutte le tipologie di assunzioni agevolate. Di seguito un breve vademecum che riepiloga le più diffuse
L
’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive per il Lavoro ha aggiornato la Guida degli incentivi all’assunzione e alla creazione d’impresa, sintetizzando le varie tipologie con lo scopo di fornire una prima informazione agli utenti interessati in modo da individuare la soluzione più fruibile per l’assunzione o per avviare una attività autonoma. Vediamo, in breve, quelle maggiormente diffuse. Incentivo Occupazione Giovani A favore di tutti i datori di lavoro privati che, senza che l’assunzione scaturisca da un obbligo di natura legale o contrattuale, assumono
disoccupati tra 16 e 29 anni, non inseriti in un percorso di studio o formazione, iscritti al Programma Garanzia Giovani. Riguarda le assunzioni con contratto a tempo indeterminato, con apprendistato professionalizzante e con contratto a tempo determinato avente durata inziale pari almeno a sei mesi, effettuate nel 2017; il beneficio dura 12 mesi e va fruito entro il 28 febbraio 2019. Consiste nell’esonero della quota previdenziale a carico del datore di lavoro fino a un massimo di 8.060 euro annui, con esclusione dei premi e contributi Inail; in caso di assunzione con contratto a termine
il limite decontribuibile scende a 4.030 euro. Giovani - Contratto di apprendistato Si rivolge ai giovani da 18 a 29 anni. I datori di lavoro usufruiscono di una contribuzione a loro carico pari all’11,31% della retribuzione imponibile ai fini previdenziali (mentre la quota a carico dell’apprendista è pari al 5,84%). Al termine del periodo di apprendistato l’agevolazione contributiva viene riconosciuta anche per i 12 mesi successivi. Incentivo Occupazione Sud I datori di lavoro di Sicilia, Puglia, Campania, Calabria, Basilicata, Sardegna, Abruzzo e Molise che assumono, nel corso del 2017, con contratto a tempo indeterminato o di apprendistato professionalizzante, giovani disoccupati tra i 15 anni e i 24 anni e lavoratori con almeno 25 anni privi di impiego
TIR regolarmente retribuito da almeno 6 mesi, possono usufruire di uno sgravio contributivo massimo di 8.060 euro annui, riproporzionati in caso di assunzione a tempo parziale. L’incentivo dovrà essere fruito esclusivamente tramite conguaglio nelle denunce contributive mensili entro il 28 febbraio 2019. Per l’applicazione dell’incentivo vale la sede di lavoro presso la quale viene effettuata l’assunzione, indipendentemente dalla residenza della persona con cui si stipula il contratto di lavoro. Esonero contributivo assunzione sistema duale Da quest’anno e per tutto il 2018 sono incentivate le assunzioni a tempo indeterminato, anche in apprendistato, effettuate dai datori di lavoro che hanno ospitato percorsi di alternanza scuola-lavoro, ovvero di apprendistato di primo e terzo livello di giovani che, successivamente, hanno acquisito il titolo di studio. Lo sgravio valido per le nuove assunzioni, pari a un massimo di 3.250 euro annui sulla quota a carico del datore di lavoro, con esclusione dei premi Inail, è subordinato al fatto che il lavoratore studente abbia frequentato almeno il 30% delle ore previste dal programma e che il contratto venga stipulato con lo stesso datore di lavoro entro i sei mesi successivi al raggiungimento del titolo di studio. Presentata la domanda all’Inps, il beneficio, valido per 36
mesi, è fruibile qualora le risorse impegnate complessivamente risultino sufficienti. Lo sgravio non può essere goduto dall’azienda per più di una volta per lo stesso lavoratore. Donne Riguarda l’assunzione a termine o a tempo indeterminato di donne di qualsiasi età, ovunque residenti e “prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi”. Il termine si abbassa a 6 mesi se residenti in aree svantaggiate o impiegate in una professione o in un settore economico caratterizzati da una accentuata disparità occupazionale di genere. Per le assunzioni a tempo determinato vi è una riduzione del 50% dei contributi a carico del datore di lavoro per 12 mesi, per quelle a tempo indeterminato del 50% per 18 mesi. In caso di trasformazione del contratto a termine in contratto a tempo indeterminato, la riduzione dei contributi si prolunga fino al 18° mese dalla data di assunzione. Lavoratori over 50 Riguarda l’assunzione di lavoratori di 50 anni o più, disoccupati da oltre 12 mesi. Le agevolazioni consistono in benefici contributivi a seguito sottoscrizione di: contratto a tempo determinato, anche in somministrazione; indeterminato; trasformazioni a tempo indeterminato di un precedente rapporto agevolato. Per il tempo determinato si applica una riduzione del 50% dei contributi a carico del datore di lavoro per 12 mesi; per il tempo indeterminato una riduzione
LAVORO
del 50% per 18 mesi. In caso di trasformazione del contratto a termine in tempo indeterminato, la riduzione si prolunga fino al 18° mese. Lavoratori in CIGS - Contratto a tempo pieno e indeterminato Incentivi per l’assunzione di lavoratori in CIGS da almeno 3 mesi, anche non continuativi, e di dipendenti di aziende beneficiarie di CIGS da almeno 6 mesi. Vengono concessi a seguito di assunzione a tempo pieno e indeterminato, sotto forma di riduzione contributiva; infatti la contribuzione a carico del datore di lavoro è pari a quella prevista in via ordinaria per gli apprendisti (10% della retribuzione imponibile ai fini previdenziali) per 12 mesi. Dall’agevolazione è esclusa la quota a carico del lavoratore che è dovuta per intero. Inoltre è previsto un contributo mensile pari al 50% dell’indennità di mobilità che sarebbe spettata al lavoratore per un periodo pari a: 9 mesi per lavoratori fino a 50 anni; 21 mesi per i lavoratori con più di 50 anni; 33 mesi per quelli con più di 50 anni e residenti nel Mezzogiorno e nelle aree ad alto tasso di disoccupazione.
Per saperne di più vedi la guida completa tramite Qrcode
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NORMATIVE
CORTE DI CASSAZIONE: PER IL TACHIGRAFO MANOMESSO SCATTA IL CODICE PENALE Importante conferma dalla Corte di Cassazione sulla rilevanza penale della manomissione del cronotachigrafo. Dopo la prima pronuncia emessa nel novembre 2016 (cfr. Tir 197), la prima Sezione penale è ritornata sull’argomento con la Sentenza n. 34107 del 12 luglio scorso, confermando le precedenti conclusioni.
L 42
’alterazione dolosa del funzionamento del cronotachigrafo determina, nei confronti del responsabile (l’autista in primis, al quale si aggiunge colui – es. l’amministratore delegato dell’impresa datoriale – che ha materialmente ordinato al dipendente di manomettere l’apparecchio), una responsabilità di tipo penale da inquadrare nell’art. 437 del Codice penale, che punisce la rimozione o l’omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, con la reclusione da 6 mesi a 5 anni (da 3 a 10 anni se dal fatto deriva un disastro o un infortunio). Questa responsabilità si affianca a quella di natura amministrativa che scaturisce dall’art. 179 del CdS, nei confronti dell’autista e dell’impresa di autotrasporto titolare del veicolo sul quale è montato il tachigrafo oggetto di manomissione. La Sentenza accantona definitivamente la ricostruzione volta a sostenere l’irrilevanza penale della condotta incriminata, basata sul carattere speciale dell’art. 179 del CdS (che sanziona in via amministrativa chiunque circoli con un camion con cronotachigrafo alterato) a differenza della fattispecie incriminata dall’art. 437 del c.p. che, invece, presenta carattere generale. A giudizio della Cassazione, l’argomento fondato sulla prevalenza della norma di carattere speciale su
quella generale è infondato per una serie di motivi: - la diversità dei beni giuridici tutelati dalle due norme, visto che la norma del CdS considera i soli rischi derivanti dalla circolazione stradale (e, quindi, tutela la sicurezza di questa circolazione), mentre l’art. 437 del c.p. tutela in via principale la sicurezza dei lavoratori contro le manomissioni di dispositivi diretti a prevenire gli infortuni e, soltanto indirettamente, l’incolumità pubblica; - l’elemento soggettivo delle due fattispecie, per cui quella prevista dall’art. 437 del c.p. è punibile solo a titolo di dolo mentre quella dell’art. 179 del c.p., essendo sanzionata solo in via amministrativa, scatta anche in presenza di una semplice “colpa”; - la diversità dei destinatari delle due condotte. L’art. 437 c.p. punisce chi “omette di collocare impianti, apparecchi o segnali destinati a prevenire disastri o infortuni sul lavoro, ovvero li rimuove o danneggia”, mentre l’art. 179 punisce solo chi “circola” o “il titolare della licenza o dell’autorizzazione al trasporto... che mette in circolazione” un veicolo privo del tachigrafo o con l’apparecchio di controllo manomesso o non funzionante, anche se costui non ha materialmente commesso l’illecito (a differenza di quanto accade nel penale) o non ne era a conoscenza.
TIR
Trasporto rifiuti: pubblicati i quiz per gli esami da responsabile tecnico
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ono stati pubblicati sul sito dell’Albo gestori tutti i quiz relativi all’esame da Responsabile tecnico (RT) d’impresa specializzata del settore. Si tratta di un corpo di oltre quattromila quesiti, ciascuno con una sola risposta esatta e tre sbagliate. In base al nuovo regolamento (DM Ambiente 120/2014) e alle recenti delibere 6 e 7 del Comitato nazionale, i nuovi quiz si applicheranno a coloro che dal 16 ottobre 2017 in poi vogliono ricoprire la funzione di RT in azienda. Il nuovo sistema, basato su oggettive verifiche iniziali e non sulla semplice frequenza a corsi di formazione, non si applicherà invece a coloro che al 16 ottobre 2017 risultano inseriti come responsabili tecnici d’imprese iscritte all’Albo gestori. Possono quindi continuare a svolgere la loro attività per altri cinque anni e ciò sia nelle aziende dove già operano sia in altre imprese iscritte o che si iscrivono all’Albo nella stessa categoria e classe dell’azienda in cui figurano o di classe inferiore a quella. Decorso il quinquennio, anche gli attuali RT dovranno sottoporsi a un esame di aggiornamento per continuare a operare. Queste verifiche si svolgeranno solo da gennaio 2021. Sono invece completamente esentati dagli esami i legali rappresentanti delle imprese del settore che da oltre venti anni ricoprono contemporaneamente anche la carica di RT. I quiz si articolano in un modulo generale (con 40 quiz, tratti da un set di 1.018) e in quattro moduli specialistici, ciascuno di 40 quiz, tra i quali il candidato sceglierà quello che vorrà sostenere come sua specializzazione: trasporto rifiuti; intermediazione e commercio, bonifica dei siti e bonifica dei beni contenenti amianto. Per saperne di più visita il sito www.rivistatir.it, anche tramite QrCode
NORMATIVE
Operativo il registro nazionale degli aiuti di Stato
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al mese scorso è diventato operativo il Registro nazionale degli aiuti di Stato, che permette di monitorare i regimi di aiuto introdotti dalle amministrazioni centrali dello Stato e dagli enti locali e, per ciascuna azienda beneficiaria, di conoscere i benefici di cui sta usufruendo o ha usufruito negli ultimi esercizi, soprattutto ai fini delle verifiche richieste dalla normativa sugli aiuti “de minims”. Tutti i soggetti pubblici o privati che concedono o gestiscono aiuti di Stato devono quindi trasmettere le relative informazioni a un’apposita banca dati presso il Mise, denominata appunto “Registro nazionale degli aiuti di Stato”. La banca dati è alimentata da tutti gli enti che eroghino misure di aiuto, i quali sono tenuti a inserirle nel data base del Mise e, prima di ammettere la singola impresa, a verificare se esistono cause ostative alla concessione (ad esempio, il superamento del massimale previsto dalle disposizioni sul “de minimis”), eseguendo una specifica visura. L’esito positivo della visura assume un ruolo centrale nella concessione della misura che ricade in questo regime, per il quale, per il settore dell’autotrasporto, è stato fissato un massimale di 100.000 euro in tre esercizi finanziari, superato il quale l’aiuto non può essere erogato. Su richiesta del soggetto concedente che ha effettuato la visura, il Registro rilascia il “Codice Concessione RNA – COR” solo se l’importo dell’aiuto individuale non determini il superamento del massimale. Diversamente, il Registro non rilascia il codice e non consente la registrazione dell’aiuto individuale, a meno che non sia espressamente consentita dalla normativa sullo specifico regime di aiuti, nei limiti del massimale de minimis di cui l’impresa può ancora disporre. Per saperne di più visita il sito www.rivistatir.it, anche tramite QrCode
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NORMATIVE
TIR
Investimenti e formazione: pubblicate le guide per compilare le domande
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ono state pubblicate, sul sito del ministero dei Trasporti e sul portale dell’automobilista, le guide alla compilazione telematica delle domande per i contributi a favore delle imprese di autotrasporto merci riguardanti gli investimenti 2017 e la formazione professionale 2017/2018. Per la prima tipologia di incentivi, per i quali il DM 20 giugno 2017 stanzia 36 milioni di euro, le richieste vanno presentate esclusivamente in via informatica, collegandosi al sito www.ilportaledellautomobilista.it, e utilizzando l’applicativo “Incentivi investimenti autotrasporto – edizione 2017”, della voce “Accesso ai servizi impresa”, nel periodo compreso tra il 18 settembre 2017 e il 15 aprile 2018. Tutte le fasi di compilazione della domanda vengono dettagliatamente descritte nella “Guida Incentivi Investimenti nel settore dell’autotrasporto anno 2017”, che con più di ottanta pagine costituisce un vero e proprio manuale, che spiega le tre sezioni in cui è articolata la richiesta con la descrizione degli investimenti fatti dalle imprese iscritte al REN. Per il beneficio legato alla formazione nell’autotrasporto, invece, la domanda va presentata utilizzando l’applicativo “Incentivi Formazione Autotrasporto - edizione 2017”, nel periodo compreso tra il 25 settembre e il 27 ottobre 2017, anche da parte di imprese iscritte solo all’Albo degli Autotrasportatori (in quanto esercenti con veicoli di massa non superiore a 1,5 Ton). Per questo secondo tipo di contributo, per il quale il DM 7 luglio 2017 prevede 10 milioni di euro, la guida è più voluminosa, poiché oltre alla fase della domanda, composta da sei sezioni, vengono illustrate anche le fasi della variazione del calendario delle lezioni, della rendicontazione finale e quella, eventuale, della ulteriore richiesta di integrazione documentale del piano formativo svolto.
Divieti di circolazione: pubblicato il decreto integrativo
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stato pubblicato sul sito del MIT il decreto ministeriale che integra il calendario dei divieti di circolazione dei mezzi pesanti per il 2017, nella parte dedicata al rilascio delle autorizzazioni prefettizie per la circolazione in deroga. Il provvedimento introduce un nuovo comma 2 bis, all’interno dell’art. 6 del D M 439 del 13 dicembre 2016, in cui fissa i criteri guida ai quali dovranno attenersi le prefetture nella concessione delle deroghe. La nuova disposizione stabilisce anche che le prefetture dovranno verificare se l’esigenza di circolazione “risponda ad effettive esigenze di vita delle comunità sia nazionali che locali in quanto: - è funzionale a soddisfare nell’immediato i fabbisogni di primaria importanza delle comunità alle quali sono destinate le merci trasportate ovvero è finalizzata allo svolgimento di attività pubbliche o di pubblico interesse o di utilità sociale; - è indifferibile per gli usi di cui sopra, poiché è collegata a termini essenziali ovvero ad un’impossibilità di svolgimento del trasporto nei giorni non protetti dai divieti; non sussistano particolari situazioni di rischio connesse alle specifiche modalità del trasporto, alle caratteristiche dell’itinerario da percorrere nonché alla tipologia di traffico con cui va ad interferire”. Queste modifiche si sono rese necessarie dopo che il TAR del Lazio ha prima accolto la richiesta di sospensiva di alcuni articoli del calendario divieti presentata dal Codacons, in seguito ha deciso di limitare l’intervento correttivo richiesto al MIT, alla “sola necessità di fornire agli organi periferici, nel caso specifico ai prefetti, criteri puntuali in tema di rilascio di deroghe ai divieti di circolazione dei mezzi pesanti valevoli su tutto il territorio nazionale”.
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DIVIETI DA RICORDARE 2017
SCADENZE E DIVIETI OTTOBRE/NOVEMBRE/DICEMBRE 2017 www.rivistatir.it
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IRPEF: pagamento delle ritenute d’acconto, dei contributi previdenziali e dell’Iva relativa al mese precedente (contribuenti mensili).
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RAVVEDIMENTO: ultimo giorno utile per regolarizzare i versamenti di imposte e ritenute non effettuati (o effettuati in misura insufficiente) entro il 18 settembre, con la maggiorazione degli interessi legali e della sanzione ridotta all’1,5%.
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RIMBORSO GASOLIO: gli autotrasportatori dovranno predisporre e inviare la domanda di rimborso sui quantitativi di gasolio consumati nel corso del terzo trimestre 2017. DICHIARAZIONI DEI REDDITI: ultimo giorno utile per inviare telematicamente i modelli Redditi 2017, Irap e 770.
MODELLI INTRA: presentazione per via telematica dei modelli Intra relativi alle operazioni del mese di settembre 2017 (mensili ); quelli con obbligo trimestrale, gli elenchi relativi alle operazioni del terzo trimestre 2017. MODELLO 730: ultimo giorno utile per i contribuenti che si avvalgono dell’assistenza fiscale per la presentazione al Caf o a un professionista abilitato, del modello 730 integrativo.
www.rivistatir.it ACCONTI: le persone fisiche e le società devono effettuare il versamento della seconda o unica rata di acconto Irpef, Ires e Irap relativo all’anno 2017.
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MODELLI INTRA: presentazione per via telematica dei modelli Intra relativi alle operazioni del mese di ottobre 2017 (mensili).
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RAVVEDIMENTO: ultimo giorno utile per regolarizzare i versamenti di imposte e ritenute non effettuati (o effettuati in misura insufficiente) entro il 16 ottobre, con la maggiorazione degli interessi legali e della sanzione ridotta all’ 1,5%.
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NOVEMBRE
IRPEF: pagamento delle ritenute d’acconto, dei contributi previdenziali e dell’Iva relativa al mese precedente (contribuenti mensili) e al terzo trimestre (gli autotrasportatori trimestrali versano senza la maggiorazione dell’1%).
MODELLI INTRA: presentazione per via telematica dei modelli Intra relativi alle operazioni del mese di novembre 2017 (mensili). IVA: versamento dell’acconto Iva (gli autotrasportatori verseranno l’88% della liquidazione relativa al quarto trimestre 2016).
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Ritaglia la pagina, piega lungo le linee tratteggiate, unisci e incolla i lembi bianchi
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IRPEF: pagamento delle ritenute d’acconto, dei contributi previdenziali e dell’Iva relativa al mese precedente (contribuenti mensili). RAVVEDIMENTO: ultimo giorno utile per regolarizzare i versamenti di imposte e ritenute non effettuati (o effettuati in misura insufficiente) entro il 16 novembre, con la maggiorazione degli interessi legali e della sanzione ridotta all’1,5%.
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