Albo Nazionale degli Autotrasportatori
Mensile - Marzo 2018 - n. 211
#Trasporti #Innovazione #Rete
ALBO: PROGETTO GIOVANI ENTRA IN AZIENDA
IL FERROBONUS CRESCE CON LE REGIONI
ANCHE IN ITALIA ARRIVA LA GUIDA AUTOMATICA
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Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – 70% Roma C/RM/30/2017
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MASSIMO DE DONATO direttore responsabile
Concretezza e fatti sono due elementi con i quali si misurano gli operatori di questo settore. Ogni giorno gli autotrasportatori vivono e affrontano i problemi reali della professione... Non solo dumping sociale e concorrenza sleale – certamente di primaria importanza – ma anche questioni strutturali, come la carenza di autisti che rende difficile il ricambio generazionale anche per le aziende. Si tratta di un tema che non riguarda solo il nostro Paese, ma a cui in Italia si è riusciti a dare una risposta con l’iniziativa “Progetto Giovani Conducenti”, fortemente voluta dall’Albo, di cui abbiamo parlato sulle pagine di Tir di questi ultimi mesi. In un momento storico in cui si guarda sempre più al di fuori dei nostri confini per trovare buone pratiche da importare o esempi da seguire, in cui si fa sempre più forte lo scetticismo nei confronti delle istituzioni, l’Albo è stato in grado di realizzare azioni tangibili investendo risorse economiche ed energie in un progetto che guarda al futuro e che ha già raccolto i primi frutti. La notizia dell’assunzione per uno stage di uno di questi giovani, appresa a Roma nel corso di uno degli incontri informativi con gli studenti delle scuole, è, poi, un segnale di fiducia per la stessa categoria. Concretezza e fatti: a urne ormai chiuse, e con ipotesi di governo ancora piuttosto incerte, il settore li attende anche dalle forze politiche che formeranno la coalizione a capo del nuovo Esecutivo.
EDITORIALE
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Intermodalità Il Ferrobonus cresce con le Regioni
Albo Progetto Giovani entra in azienda Tappa romana per l’iniziativa. Il primo dei 500 giovani che hanno preso parte ai corsi è già entrato nel mondo del lavoro
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Amministrazione Tra ambiente e legalità Tutte le questioni chiave per il settore discusse con Antonio Parente, direttore generale per il trasporto stradale e per l’intermodalità del MIT
La misura introdotta dal Governo sarà ampliata grazie a fondi aggiuntivi messi a disposizione da Piemonte, Lombardia e Liguria
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ITS anche in Italia arriva la guida automatica Firmato il decreto del MIT Smart Road, prende il via la sperimentazione dei veicoli automatizzati e connessi
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p.10 TIR- Periodico del Comitato Centrale per l’Albo Nazionale degli Autotrasportatori di Cose per Conto di Terzi - ANNO XVII N° 211 - marzo 2018 Comitato Scientifico: Presidente Maria Teresa Di Matteo; Vicepresidente: Giuseppina Ferrannini; Vicepresidente: Silvio Faggi; Componenti: Antonio Amato, Massimo Costa, Marco Cattabiani, Giuseppina Della Pepa, Claudio Donati, Amedeo Genedani, Alessandro Massarelli, Paolo Melfa, Patrizio Ricci, Pasquale Russo, Luigi Tarquini. Direzione-Redazione: Via C.B. Piazza, 8 - 00161 Roma Tel. 06 44246008 Direttore Responsabile: Massimo De Donato dedonato@rivistatir.it Capo Redattore: Lucia Angeloni angeloni@rivistatir.it Redattore: Antonella Vicini vicini@rivistatir.it Grafica: Marco Banci Segreteria: Adele Maddonni redazione@rivistatir.it
IN QUESTO NUMERO Dalle fragole una ricetta per il Brennero Per risolvere il problema delle limitazioni al traffico l’Italia potrebbe appellarsi a una normativa Ue, il cosiddetto “Regolamento fragole”
In attesa del nuovo Governo Mentre si attende la formazione del nuovo Esecutivo, l’autotrasporto continua a confrontarsi con i problemi del settore
Sicilia, si parte dalla sicurezza Un seminario sulla gestione della sicurezza stradale, organizzato da Assotir a Catania, ha acceso i riflettori su un tema molto sentito
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Si amplia il tavolo della legalità Continuano al ministero dello Sviluppo Economico gli incontri per regolamentare il settore della logistica, spesso scosso da fenomeni di illegalità
È l’ora delle ZES Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto che contiene il regolamento per istituire le Zone economiche speciali
Guida alla Solas A più di un anno dall’entrata in vigore dell’obbligo della pesatura dei contenitori da imbarcare, il punto sulle nuove norme
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Editoriale p.1
Albo p.4
Stampa Europea p.36 Divieti
Europa p.12
Fisco p.38
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Tecnica p.30
Lavoro
Scadenze p.46
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Notizie p.35
Normative
p.42
Numeri p.47
Collaboratori. Grafici: Giuliana Caniglia (progetto), Franco Galdo. Testi: Giovanna Astori (Istat), Paolo Barilari, Donatella Berna (Istat), Nicola Capuzzo, Francesca Cesarale, Angelo Ciaravolo, Andrea Giuli, Fabrizio Serafini, Emanuela Stifano, Federico Tantillo - CHIUSO IN REDAZIONE IL 6.03.2018 CONCESSIONARIA ESCLUSIVA PUBBLICITÀ Crea Libri Srl - Via Pietro Capparoni, 21 00151 Roma Agenzia nazionale HP 10 Srl - Tel 02.48.003.799 mirta.barbeschi@hp10.it REALIZZAZIONE e STAMPA Arti Grafiche Picene Srl Stabilimenti Via Vaccareccia, 57 00071 Pomezia (Roma) Editore: Arti Grafiche Picene Srl, via Pietro Capparoni, 21 00151 Roma - CF 09109161001 - Proprietario: Comitato Centrale per l’Albo Nazionale degli Autotrasportatori di Cose per Conto di Terzi, via Giuseppe Caraci, 36 00157 Roma CF 97113700583 Registrazione Tribunale di Roma n° 547 del 18/11/98
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SILVIO FAGGI Vicepresidente Comitato Centrale Albo
BILANCIO DI FINE MANDATO Molte le iniziative messe in campo
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dal Comitato Centrale nel triennio, dalla Regolarità al Progetto giovani
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iamo arrivati alla fine del terzo anno di mandato del Comitato Centrale dell’Albo degli Autotrasportatori e, tracciando un bilancio, possiamo affermare che il lavoro svolto è stato di fondamentale importanza per il settore. Basti pensare alle molte iniziative messe in campo in questi anni, come il portale telematico che permette la verifica dello status di regolarità delle imprese di trasporto, ora implementato con una attività di verifica interna (vedi pag. accanto NdR). Unire ben sei banche dati è stato davvero impegnativo, ma il risultato è notevole. Il portale può fornire agli enti di controllo su strada informazioni utili e decisive sulla regolarità delle imprese. Penso, ad esempio, al trasporto dell’ultimo miglio, all’interno delle aree urbane, dove l’abusivismo è purtroppo intenso; i controlli effettuati con il contributo di questo strumento potrebbero quindi essere molto più efficaci. Da ricordare anche il Progetto Giovani, volto alla formazione dei giovani che intendono intraprendere la professione di autisti di mezzi pesanti grazie anche a un cospicuo contributo dell’Albo, che sta permettendo l’avvicinamento alla professione di conducente di nuova forza lavoro. Un ringraziamento particolare va a tutti coloro, enti e rappresentanti del settore, che hanno permesso la riuscita di queste iniziative. L’auspicio è che anche il prossimo Comitato Centrale dell’Albo prosegua sulla scia di quanto fatto finora e sia pronto ad affrontare con responsabilità e tenacia le sfide che verranno, per essere utile al settore e alle imprese.
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MARIA TERESA DI MATTEO Presidente Comitato Centrale Albo
SI INTENSIFICA LA LOTTA ALL’IRREGOLARITÀ Il Comitato Centrale avvia una nuova fase di verifica; le imprese sono invitate a controllare l’esattezza dei propri dati
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stato un percorso impegnativo che ha coinvolto numerosi soggetti istituzionali ma ora posso annunciare che l’Albo, grazie ai canali di cooperazione applicativa informatica implementati, ha la possibilità di avviare quel processo di verifica sulla regolarità delle imprese iscritte da più parti invocato quale necessario strumento a garanzia dell’autotrasporto. Non si tratta di avviare azioni ispettive con intenti punitivi ma di instaurare con le imprese un rapporto di stretta collaborazione che le porti a presentarsi sul mercato pronte ad esprimere appieno la potenzialità imprenditoriale di cui sono portatrici. La verifica di regolarità sarà svolta tramite il nostro Portale, dove confluiscono dati provenienti da numerosi enti (Motorizzazione, Inps, Inail, Infocamere, Ania, Unilav-ministero Lavoro) che consentiranno di fotografare la situazione attuale delle imprese con riferimento, ad esempio, ai dati societari, al pagamento delle quote, ai veicoli in possesso, alle assicurazioni stipulate, alla regolarità contributiva, al numero degli addetti. Le risultanze della verifica saranno comunicate in via telematica alle imprese che, per regolarizzare la propria posizione, potranno corrispondere alle eventuali richieste di chiarimenti collegandosi direttamente al Portale. Suggeriamo quindi alle imprese di registrarsi al Portale per verificare la propria posizione. È una nuova fase per l’Albo e per le imprese che sempre più chiedono la verifica di regolarità quale strumento di garanzia della loro professionalità.
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PROGETTO GIOVANI ENTRA IN AZIENDA Dopo Verona, Palermo e Bari, quarta tappa a Roma per l’iniziativa voluta dall’Albo degli Autotrasportatori. E il primo dei 500 giovani che hanno preso parte ai corsi è già entrato nel mondo del lavoro
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ettere in contatto mondo del lavoro e giovani, far incontrare così domande e offerta: è con questo obiettivo che l’Albo degli Autotrasportatori ha lanciato nei mesi scorsi Progetto Giovani Conducenti. Questo incontro è avvenuto di fatto sul palco del Teatro Roma, nella Capitale, lo scorso 15 febbraio, quando uno dei 500 ragazzi che sta prendendo parte all’iniziativa ha ricevuto un’offerta di lavoro; la prima nella storia del progetto. Francesco, 24 anni, ora ha già iniziato lo stage presso l’azienda Curcio Trasporti e Servizi a Salerno. Un primo passo verso l’assunzione nella società. Dopo Verona, Palermo e Bari la tappa romana di Progetto Giovani Conducenti ha segnato così un momento particolarmente significativo e di buon auspicio probabilmente anche per i 300
APPROVATA LA SECONDA GRADUATORIA DEI PARTECIPANTI A PROGETTO
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Di Matteo: risultati oltre le aspettative Al via la formazione anche per altri nuovi giovani conducenti. L’Albo degli Autotrasportatori ha approvato, infatti, la seconda graduatoria di Progetto Giovani che comprende tutti i candidati risultati idonei all’ammissione al percorso formativo che non erano entrati nella prima fase. Si tratta di 1700 persone che vanno così ad aggiungersi alle prime 500. “Non avremmo pensato a una tale adesione”. Così Maria Teresa Di Matteo, presidente dell’Albo degli Autotrasportatori, ha commentato l’iniziativa che da oltre un anno ormai coinvolge Albo, associazioni di categoria, costruttori di veicoli industriali e autoscuole. “Il fatto che non ci fosse un ricambio generazionale rappresentava un problema soprattutto in un momento in cui la tecnologia va avanti ed è necessario disporre di persone sempre più preparate”, ha detto. “Abbiamo condiviso l’idea di questo progetto con le associazioni che sono state entusiaste di raccogliere l’invito e abbiamo poi fatto i passi necessari anche dal punto di vista burocratico per realizzare il progetto. L’Albo – ha continuato la presidente – finanzia l’80% di queste patenti, quindi si tratta di un contributo consistente. Il timore era che questo lavoro avesse perso l’appeal che aveva un tempo, invece è cambiato molto – ha proseguito Di Matteo –. Sono necessarie diverse competenze anche dal punto di vista normativo: guidare uno di questi nuovi veicoli non ha nulla a che fare con la guida dei vecchi camion del passato. Le associazioni ci raccontano che c’è un interesse fortissimo da parte delle aziende e anche loro sono rimaste particolarmente colpite. Questo ci fa piacere perché il fine ultimo di questo progetto è di far incontrare domanda e offerta nell’interesse del sistema generale”.
GIOVANI: 1700 PERSONE CHE SI AGGIUNGONO ALLE PRIME 500
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La mia famiglia ha un’azienda di autotrasporti e fin da piccola mi è stata trasmessa la passione per questo mondo. Dal momento che teniamo sott’occhio il Portale dell’Albo, per essere aggiornati come impresa, sono venuta a sapere di questa possibilità. Io lavoravo già da un po’, ovviamente senza guidare perché non avevo i titoli. Sarei la prima donna della mia famiglia a guidare un tir, ma le donne ormai fanno tutto. Anzi speriamo che iniziative così servano anche a questo.
Lavoravo nel settore dei trasporti sanitari di urgenza e avevo da poco finito un contratto; ero alla ricerca di un’altra occupazione. Avevo già la patente C e quando ho letto di questa iniziativa su un giornale di annunci di lavoro ho tentato. Di questa professione mi piace il fatto di entrare in una realtà complessa ma nello stesso tempo sfidante. Ti permette di vedere anche gran parte dell’Italia e dell’Europa. E poi è una concreta possibilità di impiego per i giovani. Sicuramente l’evoluzione tecnologica ha consentito una diversa visione di questa professione.
Possiamo definirla la giornata perfetta: svegliarsi e trovare il lavoro è un po’ difficile al giorno d’oggi e, invece, a me è successo. Io ero disoccupato e sono venuto a sapere del progetto per caso: ero in giro per la città, ascoltavo la radio e ho sentito del bando, proprio il giorno prima della scadenza. Forse era destino. Sono una persona che prova a fare tutto; questa è stata un’ottima opportunità e mi ci sono buttato con molto impegno. Del resto la mia famiglia viene già dal settore del trasporto ma di persone. Ho cambiato questa tradizione passando alle merci, una diversa visione di questa professione.
24 anni Asiago
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TIR studenti delle scuole superiori presenti all’evento. Con loro, oltre alla presidente dell’Albo degli Autotrasportatori, Maria Teresa Di Matteo, ai rappresentanti di Unrae, il direttore generale Romano Valente e il presidente della sezione veicoli industriali Franco Fenoglio, c’erano anche Matteo D’Andrea e Fabrizio Tosti del CNOS-FAP (Centro Nazionale Opere Salesiane per la Formazione e l’Aggiornamento Professionale), l’assessore al Lavoro e alle Pari Opportunità della Regione Lazio Lucia Valente, il vice segretario generale dell’ANCI Antonella Galdi e Giuseppe Curcio, amministratore della Curcio Trasporti e Servizi. È proprio dalla necessità di favorire il naturale ricambio, come ha ricordato Maria Teresa Di Matteo, che è nata l’idea del progetto. “Ci veniva rappresentata da più parti una carenza di autisti soprattutto per guidare i veicoli di nuova generazione”, ha spiegato la presidente dell’Albo. Lo stesso ministro Graziano Delrio, nel suo saluto portato dalla Di Matteo, ha voluto evidenziare la felice scelta dell’iniziativa. “In una stagione in cui l’autotrasporto sta cambiando, diventando più complesso, più tecnologico e moderno, una professione sfidante, è stato giusto pensare di rivolgersi a una nuova generazione. Una generazione on the road con una robusta formazione sulle leggi, sui diritti, sui doveri e sulla sicurezza per la quale è stato giusto investire”.
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FAR INCONTRARE DOMANDA E OFFERTA NELL’INTERESSE DEL SISTEMA GENERALE La formazione è fondamentale per favorire il ricambio generazionale e avviare i giovani ad un mestiere che diventa sempre più specializzato. Nei prossimi dieci anni il settore avrà bisogno di migliaia di nuove leve
Nei prossimi 5/10 anni questo settore potrebbe aver bisogno di migliaia di nuove leve, pronte a utilizzare veicoli tecnologicamente distanti anni luce da quelli del passato. “Degli oltre 775.000 titolari italiani di Carte di Qualificazione del Conducente – ha spiegato Franco Fenoglio – 750.000 circa sono conducenti che non si possono definire giovani. Inoltre, negli ultimi dieci anni l’offerta si è ridotta di oltre 180.000 unità, che dovrebbero essere sostituite da conducenti di ultima generazione, cioè abilitati a condurre veicoli industriali nei quali le soluzioni tecnologiche adottate per il risparmio di carburante (e quindi per minori emissioni), e per la sicurezza sono all’avanguardia tra i mezzi che circolano su strada”. Per questo è molto importante la formazione.
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Dei 2200 partecipanti risultati idonei alla selezione, i primi 500 stanno svolgendo adesso il momento di apprendimento presso le autoscuole che si concluderà con l’esame per le patenti abilitative e poi con il tirocinio in azienda. Tre di loro, Martina, Davide e Francesco, presenti a Roma, hanno raccontato le proprie esperienze. C’è chi si è imbattuto per caso in uno spot radiofonico, chi invece è venuto a sapere di Progetto Giovani sfogliando un giornale, chi lavorava già in questo campo e ha deciso di fare un salto in avanti. “Non resta che sperare – ha concluso Fenoglio al termine della mattinata – che i giovani formati con il contributo dello Stato non prendano poi la via di altri Paesi europei”
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TRA AMBIENTE E LEGALITÀ Con il Pacchetto autotrasporto in corso di approvazione a Bruxelles, e con le iniziative italiane sul fronte della sostenibilità, il settore sta vivendo un importante momento di cambiamento. Il punto con Antonio Parente, direttore generale per il trasporto stradale e per l’intermodalità del MIT
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a sostenibilità ambientale segna ormai da tempo il mondo di trasporti. Anche la recente ripartizione delle risorse sembra avere questo denominatore comune… Pur tra le difficoltà di trovare un’intesa, abbiamo riconfermato una massa finanziaria importante destinata agli investimenti proprio per i veicoli a minor impatto ambientale. E posso anticipare che l’ipotesi di decreto alla firma del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, di concerto con il ministro dell’Economia e delle Finanze, recherà per gli investimenti un importo intorno ai 33 milioni di euro.
Antonio Parente Si tratta di risorse per ammodernare il parco veicolare, ma ci sono anche le risorse per i pedaggi autostradali. Anche queste sono da parametrare sulla base della classe ambientale dei veicoli. Certamente. Si predilige la via della riduzione compensata a favore delle categorie di mezzi meno inquinanti. Anche qui si parla di una massa finanziaria che
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ammonta a 115 milioni di euro, a cui vanno aggiunte le risorse strutturali relative a questa stessa misura, presenti sul capitolo di bilancio gestito dall’Albo dell’Autotrasporto.
Ritroviamo l’ambiente anche nelle scelte fatte dal Governo con i provvedimenti sull’intermodalità. Il Ferrobonus, ad esempio, dovrebbe trasferire dalla strada alla ferrovia una buona parte del traffico merci. Quali sono le aspettative? Abbiamo grandi aspettative anche perché il meccanismo del Ferrobonus entra in funzione a valle di un altro intervento operato per il recupero della competitività della ferrovia, ovvero la riduzione del pedaggio di accesso alla rete. Con questa misura puntiamo a favorire il dialogo fra le diverse modalità di trasporto. Dalle stime che possiamo effettuare sulla base delle istanze pervenute, ipotizziamo un incremento di almeno il 5% del trasportato su ferro, rispetto al triennio di riferimento 2012/2014.
Il Marebonus punta invece a trasferire una quota di traffico sulle navi e quindi sulle vie marittime. Anche in questo caso ci sono aspettative… Riponiamo molta fiducia sulla possibilità di incrementare lo shift modale considerando che le Autostrade del Mare sono uno strumento rispetto al quale l’Italia è senza dubbio all’avanguardia e su cui esiste un indice di gradimento alto da parte degli autotrasportatori che se ne servono. Peraltro è bene ricordare che è una misura che vede come soggetto percettore gli armatori che elaborano progetti di miglioramento delle Autostrade del Mare già esistenti oppure ipotizzano nuove rotte, ma che implica un obbligo di ribaltamento dei benefici ricevuti nei confronti dei soggetti che effettuano una scelta modale.
Con questi due provvedimenti si punta a far diventare anche economicamente compatibili
con il mondo della gomma i due strumenti, mare e ferrovia. Certamente, rispetto alla situazione attuale, incrementano la competitività delle modalità ferro e mare. Sul ferro, ad esempio, si è avuto un recupero di competitività in termini di costi di produzione del servizio, ottenuto con lo sconto pedaggio, e in questo caso attraverso una diminuzione del prezzo praticato all’utenza finale.
In Europa c’è un dibattito molto importante in questo momento sul Pacchetto autotrasporto che potrebbe cambiare il volto dell’autotrasporto europeo da qui ai prossimi anni e contrastare il fenomeno del cabotaggio abusivo… La posizione più volte espressa dal ministro Graziano Delrio è quella di assecondare il progetto di riforma del Pacchetto mobilità nel suo complesso avendo, però, come punto fermo la necessità di contrastare al massimo il dumping sociale. Il fulcro del Pacchetto è proprio sul distacco dei lavoratori. In una prima fase di discussione al tavolo sociale sulla direttiva distacco si era raggiunta un’intesa sul rinvio dell’adozione nell’ambito di una normativa speciale, come il Pacchetto mobilità, per definire tutti gli aspetti legati al cabotaggio e agli obblighi di distacco nel trasporto internazionale.
Altra attività nella quale il MIT è particolarmente attivo negli ultimi anni è quella della formazione, in un settore che ha bisogno di grande professionalità da parte dei suoi operatori. Nella ripartizione delle risorse del fondo, che attualmente è limitato al 2018, quelle per la formazione sono state sostanzialmente confermate ai livelli degli anni scorsi: a fronte dei 10 milioni di euro precedentemente destinati se ne prevedono 9,6 milioni. Una cifra importante e molto utilizzata dalle imprese tanto che nel corso dei precedenti esercizi si è dovuto provvedere a una riparametrazione della contribuzione inizialmente prevista proprio per il gran numero di progetti di formazione presentati.
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L’EUROPA DELLE ACCISE Per tutti i 28 Paesi Ue il tasso minimo sulle accise è definito in 33 euro/hl. Il rimborso varia invece in base alle diverse regole nazionali. Vediamo come
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a questione delle accise sul gasolio è un argomento molto sentito sia dai governi nazionali sia a livello comunitario. Per tre volte la Commissione europea ha fissato il livello minimo delle accise sul gasolio passando dai 24,50 euro/hl nel 1992 ai 33 euro/hl a partire dal 1° gennaio 2010. Fino al 1° gennaio 2012 i Paesi nuovi entrati hanno goduto di un periodo transitorio
considerate le loro condizioni economiche e il tenore di vita. Oggi per tutti e 28 i Paesi il tasso minimo è definito in 33 euro/hl. Non è stato invece trovato ancora un accordo su una tassa sulle emissioni di CO2 collegate al differente potere calorifico di benzina e gasolio che sostituisca questo sistema. La direttiva attuale prevede che i Paesi definiscano autonomamente un tasso differenziato per il gasolio commerciale o professionale per veicoli di peso totale superiore a
7,5 Ton, che però non può essere inferiore alla soglia già in vigore nel Paese alla data del 1° gennaio 2003. Ecco la situazione in alcuni Stati membri. In Belgio il rimborso varia in funzione a vari parametri. Dopo il 23 marzo 2017 il tasso di rimborso è di 17,74 euro/hl sul totale di 53euro/hl (il rimborso è dunque di 35,26). In Spagna esistono differenze tra le diverse comunità del Paese che hanno ampia libertà decisionale in merito. Il tasso ufficiale è di 36,7 euro/hl e viene rimborsata la differenza rispetto ai 33. Le accise in Ungheria variano con il variare del prezzo del petrolio, diminuendo con l’aumentare del prezzo del barile di greggio. Un esempio: per prezzo maggiore di 50 dollari le accise si attestano sui 35,56 euro/hl. Diversamente, per un prezzo inferiore a tale soglia l’accisa sale a 38,78. Esiste, inoltre, una piccola tassa di stoccaggio. Al 31 dicembre 2017 il rimborso era di 2,26 euro/hl. In Slovenia, invece, le accise variano in funzione del prezzo del carburante. Da settembre 2017 le accise sono definite in 42,605
Il tasso minimo delle accise sul gasolio per tutti i Paesi Ue
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euro/hl a cui si aggiunge una tassa ambientale di 4,671 per un totale di 50,23 euro/hl. Il rimborso viene calcolato sulle accise e corrisponde a 9,605 euro/hl. Le accise sul gasolio professionali sono dunque di 40,625euro/hl. A fine 2017 la Romania ha stabilito il totale accise – compresa la tassa regionale – di 39,76euro/hl (le sole accise sono di 33,34). Il rimborso vale solo sulla tassa regionale per un totale massimo di 4 euro. Il livello è in fase di
modifica. In Francia l’accisa si calcola come la differenza tra TIC (Tassa Interna al Consumo) di 54,67 e la TICPE (Tassa sul Gasolio Professionale) 11,42 euro/hl. Il costo di 43,19 euro/hl è una media. In generale, per le accise professionali, il nostro Paese si pone al 17° posto con 40,32 euro/hl a fronte di una media europea di 41,67.
DISTACCO: IN FRANCIA STOP AI 40 EURO Il governo francese ha deciso di abolire l’obbligo dei 40 euro, introdotto il 1° gennaio di quest’anno, a carico delle imprese dei Paesi comunitari per il distacco di ogni lavoratore. A differenza di altri Paesi, la Francia considera distaccati anche quegli autisti delle aziende di autotrasporto dell’Unione europea che effettuano un trasporto internazionale da o per la Francia. Resta comunque l’obbligo di dichiarazione di distacco entrato in vigore nel 2016.
è oggi definito in 33 euro/hl
ACCESSO ALLA PROFESSIONE: CORTE UE CONTRO LA SPAGNA Lo scorso 8 febbraio la Corte di Giustizia europea ha dichiarato illegittima la condizione imposta dal governo spagnolo di possedere almeno tre veicoli quale requisito per avviare l’attività di trasportatore di merci. Oltre al rispetto di altri requisiti, la legge spagnola prevede infatti la disponibilità di almeno tre veicoli con portata di 60 Ton; per i trattori il peso considerato è quello trainato non superiore a 25 Ton. Per i veicoli leggeri, invece, è sufficiente un solo veicolo con un’anzianità non superiore a 5 mesi. La sentenza prende in considerazione il Regolamento Ue sull’accesso al settore (1071/2009) che all’articolo 5 parla di imprese che dispongono “di uno o più veicoli immatricolati o messi altrimenti in circolazione in conformità della normativa dello Stato membro in questione”. La questione ha avuto inizio con un ricorso presentato alla Commissione europea nel febbraio 2014 sull’applicazione non corretta del Regolamento, al quale ha fatto seguito – come da consueta procedura – la richiesta di informazioni al governo spagnolo (il 28 luglio 2014) e poi la messa in mora, nell’aprile 2015. Secondo Madrid il requisito dei 3 veicoli sarebbe previsto dall’articolo 3 dello stesso Regolamento nel punto in cui si dice che “gli Stati membri possono decidere di imporre requisiti proporzionati e non discriminatori supplementari, che le società devono soddisfare per esercitare la professione di trasportatore su strada”. Per la Corte, però, il termine supplementare si riferirebbe a esigenze diverse. Lo Stato spagnolo ha violato così la prescrizione base del Regolamento sull’accesso che stabilisce regole comuni da rispettare per esercitare la professione ed è stato condannato al pagamento delle spese.
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DALLE FRAGOLE UNA RICETTA PER IL BRENNERO L’Austria ha annunciato l’introduzione di limitazioni al traffico dei tir per il 31 marzo, il 3 e il 26 aprile. Ma per risolvere il problema l’Italia potrebbe appellarsi a una normativa Ue, il cosiddetto “Regolamento fragole”
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embrava proprio che dopo l’incontro a Monaco dei ministri dei Trasporti di Austria, Germania e Italia, il 5 febbraio scorso, si fosse giunti a un chiarimento condiviso sulle problematiche relative al traffico presso il valico del Brennero. Così non è stato. L’Austria ha annunciato infatti l’introduzione di misure di contingentamento al traffico dei tir per il 31 marzo, il 3 e il 26 aprile. Le autorità del Tirolo hanno deciso così unilateralmente di limitare il traffico di attraversamento, cioè transfrontaliero. Da parte italiana, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ha reso noto di aver “dato mandato ai miei uffici di compiere accertamenti in merito”. “Se confermata questa intenzione – ha detto Graziano Delrio – si tratterebbe di un improvviso e inatteso cambiamento, che rischia di mettere in discussione le nostre intese e soprattutto arrecherebbe ancora una volta un danno rilevante alle imprese e all’attività economica, provocando ricadute pericolose di inquinamento e di traffico per la congestione forzata che si viene a creare in territorio italiano”. In casi come questo però è possibile – come scrive Anita in una lettera inviata al ministro Delrio – per qualsiasi Stato membro chiedere alla Commissione europea l’attivazione del cosiddetto “Regolamento fragole”, adottato nel 1998 per risolvere un problema tra Francia e Spagna inerente la vendita di fragole tra i due Stati.
TIR Il Regolamento (CE) n. 2679/98 disciplina il funzionamento del mercato interno relativamente alla libera circolazione delle merci fra gli Stati membri, una delle quattro libertà di circolazione alla base del mercato unico, e prevede una serie di misure da adottare in caso di gravi ostacoli. In questi casi, infatti, qualsiasi Stato membro, anche non direttamente interessato, può trasmettere alla Commissione le informazioni di competenza. La Commissione adotta provvedimenti urgenti che comportano una risposta, da parte dello Stato membro autore per azione o inazione dell’ostacolo,
entro 5 giorni. Importante sottolineare che gli ostacoli possono essere frapposti, non solo da privati ma anche dagli stessi Stati membri. È il caso dell’Austria che con argomentazioni non legate a motivi di ordine pubblico o di sicurezza interverrebbe sul traffico transfrontaliero causando così un indebito ostacolo alla libera circolazione delle merci. Spetta allo Stato membro che invoca una ragione giustificativa di una restrizione della libera circolazione delle merci dimostrare in concreto l’esistenza di un motivo di interesse generale, la necessità della restrizione
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in questione e il carattere proporzionato di quest’ultima rispetto all’obiettivo perseguito. “Stati membri” e “Stato” sono interpretati in senso ampio fino a comprendere tutte le Autorità di un Paese, senza distinguere tra autorità centrali, autorità di uno Stato facente parte di una federazione e altre autorità territoriali. Le norme valgono anche nei confronti di organi legislativi, giurisdizionali o di autorità amministrative di uno Stato membro. Esse coprono quindi i provvedimenti emanati da tutti gli organi definiti dal diritto pubblico come “enti pubblici”.
POLITICA
IN ATTESA DEL NUOVO GOVERNO Mentre si attende la formazione del nuovo Esecutivo, l’autotrasporto continua a confrontarsi con i problemi del settore: a partire dai blocchi per il traffico
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l 4 marzo gli italiani sono stati chiamati a votare e a scegliere la guida del Paese: il centrodestra ha conquistato la posizione di prima coalizione mentre il Movimento 5 Stelle risulta il primo partito. Nel momento in cui andiamo in stampa con questo numero, tuttavia, non è ancora ben chiaro chi governerà il Paese. In questi mesi di campagna elettorale le associazioni di categoria hanno presentato alle varie coalizioni un proprio programma sui punti fondamentali da portare avanti per far sì che la logistica e i trasporti restino prioritari in Italia: l’auspicio è che il nuovo Governo non abbandoni i percorsi virtuosi già intrapresi. Intanto negli ultimi giorni di febbraio l’autotrasporto ha dovuto combattere con l’emergenza maltempo; molte strade sono state chiuse e si stimano mancati incassi di 5 milioni di euro al
giorno. Una situazione che ha portato Anita e Unatras a scrivere due lettere al Governo per denunciare i gravi disagi apportati alle imprese dai provvedimenti di
limitazione della circolazione. Altro tema che penalizza le imprese è quello del dumping e della concorrenza sleale praticato soprattutto dai Paesi dell’Est. Per questo Cna-Fita ha lanciato una campagna mediatica, a livello nazionale, per contribuire a bloccare l’apertura indiscriminata ai vettori esteri e intervenire nei confronti di quelli che praticano forme di concorrenza sleale. La campagna #stopdumping prevede la diffusione di comunicati stampa, confronti-incontri con gli organi di Governo del territorio e con quelli di controllo su strada per condividere informazioni che documentano la dimensione del fenomeno e richiedere di intervenire con maggiore incisività e con ogni altra iniziativa ritenuta utile per raggiungere l’obiettivo.
PALENZONA NUOVO PRESIDENTE DI CONFTRASPORTO È Fabrizio Palenzona il nuovo presidente di Conftrasporto, la confederazione dei trasporti e della logistica che fa capo a Confcommercio. Lo ha eletto all’unanimità il Comitato esecutivo su proposta del presidente della Fai Paolo Uggè,, nonché suo predecessore, che lo ha voluto alla guida dell’organizzazione per i prossimi anni. Il nuovo presidente ha nominato Uggè vicepresidente vicario confermandone la rappresentanza legale nel sistema confederale. Con Uggè rimangono in carica gli attuali tre vicepresidenti e il segretario generale Pasquale Russo.
Fabrizio
Palenzona
TIR
ASSOCIAZIONI
SICILIA, SI PARTE DALLA SICUREZZA Un seminario sulla gestione della sicurezza stradale, organizzato da Assotir a Catania, ha acceso i riflettori su questo tema, particolarmente sentito sull’isola anche per le carenze delle infrastrutture
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n autotrasportatore si confronta molto spesso col tema della sicurezza. Soprattutto in realtà in cui le condizioni delle infrastrutture possono rendere ancora più complicati i trasporti. Questo è, ad esempio, il caso di molte zone della Sicilia. Ed è proprio in Sicilia, a Catania, che lo scorso 17 febbraio si è svolto un seminario organizzato da Assotir sulla “Gestione della sicurezza stradale” per accendere l’attenzione su questo importante tema. “La sicurezza stradale è importante in qualsiasi parte del mondo ma a maggior ragione nella nostra regione dove viviamo una serie di carenze”, ha ricordato Pino Bulla, vice presidente nazionale di Assotir, in relazione ai deficit infrastrutturali dell’isola. L’esempio è quello dei mezzi che muovono merci pericolose in regime ADR o rifiuti speciali che per raggiungere l’imbarco per il continente devono attraversare la costa orientale in
condizioni non sempre ideali. Il Governo di recente ha comunque stanziato 140 milioni di euro proprio per migliorare il sistema viario della regione. In ogni caso, in Italia nei primi sei mesi dello scorso anno si è registrata una riduzione degli incidenti provocati da mezzi pesanti del 4%. Anche se sono salite le vittime. Questi i dati diffusi da Giuseppa Pirrello, dirigente del Comando provinciale della
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Polizia Stradale di Catania, che ha sottolineato come eccesso di velocità, distrazione e uso di alcol e droghe siano fra le principali cause di questi eventi. La gestione della sicurezza stradale però non riguarda solo il rispetto del Codice della Strada. Elemento centrale è anche la formazione per riconoscere eventuali situazioni di pericolo e gestirle al meglio. Altra questione non meno rilevante legata alla sicurezza è il rispetto delle norme del settore. Il segretario generale di Assotir, Claudio Donati, parlando in conclusione dell’evento ha sottolineato il ruolo dell’Albo nazionale degli Autotrasportatori nel vigilare sul rispetto delle regole. “La sicurezza ha anche una dimensione imprenditoriale”, ha spiegato, ricordando che “molto spesso nelle situazioni in cui la sicurezza non è garantita si rilevano condizioni operative di concorrenza sleale che costringe le imprese a lavorare sottocosto, con il superamento di limiti fondamentali come i tempi di guida e di riposo.
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INTERMODALITÀ
TIR
IL FERROBONUS CRESCE CON LE REGIONI PIEMONTE
di Francesca Cesarale
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Piemonte, Lombardia e Liguria hanno già messo a disposizione dei fondi a sostegno del trasporto ferroviario delle merci, integrando le risorse nazionali. Apprezzamento della Ue per l’approccio integrato
I
l Ferrobonus piace anche alle Regioni. La misura introdotta dal Governo per incentivare il trasporto intermodale per le merci ha infatti suscitato l’interesse delle Regioni che hanno deciso di incrementarla con ulteriori risorse. È lo stesso regolamento generale che disciplina il Ferrobonus (DL 125/2017) che prevede la possibilità per le Regioni di agganciarsi alla misura nazionale, incrementandola con l’apporto di risorse proprie. E fin dalla pubblicazione del regolamento l’interesse per questa possibilità è stato molto forte. Inizialmente si è attivata la Regione Piemonte che già ad aprile 2017 aveva approvato, nell’ambito della propria legge
di stabilità, una norma che gettava le basi per il futuro finanziamento del Ferrobonus regionale. Sulla scia del Piemonte si sono aggiunte Lombardia e Liguria, seguite dalle Province Autonome di Trento e Bolzano e da Emilia, Calabria e Campania. Il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, a seguito di tali iniziative, ha comunicato l’avvio dell’operazione di coinvolgimento delle Regioni nella misura Ferrobonus alla Commissione europea ricevendo da quest’ultima “apprezzamento nei confronti di un approccio integrato
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In giallo le Regioni che hanno già messo a disposizione fondi
lo che messo ione
TIR
Entro l’anno le merci viaggeranno sull’Alta Velocità LOMBARDIA
LIGURIA
agli aiuti al trasporto ferroviario intermodale di merci a regia unica ministeriale, rispetto all’istituzione di singoli regimi di aiuto a livello regionale tra loro indipendenti”. La Commissione ha inoltre riconosciuto che tale approccio contribuiva significativamente non solo alla semplificazione amministrativa e quindi a una più rapida attuazione delle misure di aiuto a beneficio dei territori interessati ma anche a una più efficace governance degli aiuti di Stato nel settore del trasporto ferroviario intermodale di merci. Nel mese di gennaio 2018, seguendo l’esempio della Regione Piemonte, che ha messo a disposizione 200.000 euro da utilizzare nel corso dell’anno, anche la Regione Lombardia (600.000 euro l’anno nel triennio 2018-2020) e la Regione Liguria
Entro la fine dell’anno Ferrovie dello Stato inizierà a trasportare le merci sull’Alta Velocità. Ad annunciarlo è stato il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Graziano Delrio, nel corso di un incontro a Firenze. I treni con le merci viaggeranno di notte, nelle ore in cui i treni passeggeri sono fermi, sia per sfruttare l’investimento sull’alta velocità fatto in questi anni sia per fare concorrenza ai porti del Nord Europa.
(200.000 euro l’anno nel triennio 2018-2020) hanno inserito nelle rispettive leggi di stabilità appositi fondi a sostegno del trasporto ferroviario delle merci. Le tre Regioni intendono integrare così le risorse nazionali, con l’obiettivo di incoraggiare i servizi ferroviari che interessano il loro territorio, riducendo le emissioni inquinanti. In tal senso, nelle leggi regionali, in analogia a quanto indicato nel regolamento nazionale, si precisa che sono finanziabili i servizi di trasporto intermodale o trasbordato da o per un nodo logistico o portuale situato in ciascuna regione. I servizi saranno finanziati dai Ferrobonus regionali fino al confine territoriale di ogni regione.
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INTERMODALITÀ
Le disposizioni regionali fanno esplicito riferimento al Decreto 125/2017 per quanto concerne tutta la procedura di riconoscimento dell’incentivo, mentre rinviano a criteri stabiliti dalle singole Giunte Regionali per le sole modalità di erogazione dei contributi. Le relazioni finanziate, e quindi i beneficiari, saranno le stesse di cui al bando nazionale conclusosi il 20 ottobre 2017. La quota di contributo regionale sarà indirizzata agli stessi beneficiari del bando nazionale allo scopo di ridurre la differenza tra il tetto ammissibile pari a 2,50 euro treno/km e quanto lo Stato stima di poter concedere sulle risorse nazionali (mediamente 1 euro a treno/km nel biennio). Riguardo ai flussi di erogazione che il MIT prevede nel biennio 2018-2019, al fine di minimizzare il rischio di superamento della soglia comunitaria autorizzata (2,50 euro per treno/km), le Regioni hanno chiesto al MIT indicazioni in merito alla previsione di erogazione dei contributi. Attraverso apposite intese operative saranno dunque definite le modalità con le quali il Ministero trasmetterà alle Regioni i dati utili alla quantificazione dei contributi regionali. Attualmente il MIT ha predisposto uno schema tipo d’intesa operativa e si è in attesa del completamento dei passaggi istituzionali presso le Giunte regionali rispettivamente della Lombardia, Piemonte e Liguria prima di poter procedere alla firma definitiva.
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ANCHE IN ITALIA ARRIVA LA GUIDA AUTOMATICA Firmato il Decreto del ministero dei Trasporti che dà il via libera alla sperimentazione dei mezzi a guida automatizzata e alla realizzazione della rete smart road su tutte le autostrade
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eicoli autonomi e connessi e smart road: lo scenario del futuro è ormai a un passo dal divenire realtà. Il ministro delle Infrastrutture dei Trasporti Graziano Delrio ha infatti firmato il cosiddetto Decreto Smart Road che dà il via libera alla sperimentazione dei mezzi a guida automatizzata e alla trasformazione in chiave digitale delle infrastrutture stradali in Italia. Questi i due punti chiave del provvedimento, previsto già nell’ultima Legge di Bilancio,
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TIR che autorizza l’attuazione di soluzioni tecnologiche utili ad adeguare la rete infrastrutturale italiana ai nuovi servizi smart. In sostanza le strade saranno attrezzate di meccanismi intelligenti per dialogare con i veicoli, altrettanto intelligenti, che vi transiteranno. In questo modo si punta, fra le altre cose, a un sistema più sostenibile, allo sviluppo della rete nazionale, al miglioramento delle condizioni del traffico e alla riduzione dell’incidentalità. Ricordiamo che l’automazione dei veicoli è suddivisa in 5 diversi livelli. Il primo prevede una guida assistita, il secondo un’automazione parziale (ad esempio i sistemi di frenata di emergenza o il rilievo dei limiti della carreggiata), il terzo è un livello di automazione più evoluto. In questo caso, il sistema si sostituisce al pilota per alcune operazioni, ma resta indispensabile l’intervento dell’uomo. Il quarto è considerato ad alta automazione: il mezzo è in grado di guidare da solo, di monitorare l’ambiente in cui si muove e di decidere di svolgere anche operazioni complesse. L’ultimo, il quinto, prevede la totale autonomia: l’uomo è trasportato dal mezzo. Questo implicherebbe però anche la messa in discussione dell’articolo 46 del Codice della Strada secondo il quale “si intendono per veicoli tutte le macchine di qualsiasi specie, che circolano sulle strade guidate dall’uomo”. La tecnologia attuale però non è ancora arrivata a
questo punto. Secondo il Decreto la sperimentazione verrà autorizzata dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. I soggetti che possono chiedere l’autorizzazione sono i costruttori del veicolo equipaggiato con le tecnologie di guida automatica, istituti universitari ed enti di ricerca pubblici e privati. La norma indica anche l’istruttoria da compiere, le modalità con cui l’autorizzazione viene rilasciata e i controlli cui è soggetta l’attività di sperimentazione, in modo da garantire che sia realizzata in condizioni di assoluta sicurezza. Sul fronte della rete su cui si
Gli interventi – a carico del concessionario o del gestore dell’infrastruttura – saranno realizzati in 3 tappe. Entro il 2025 toccherà alle infrastrutture appartenenti alla rete TEN-T e a tutta la rete autostradale. Per il 2030, saranno attivati ulteriori servizi come l’intervento sulle velocità medie, per evitare o risolvere congestioni o i suggerimenti di traiettorie e corsie o la gestione dei parcheggi e del rifornimento (ad esempio alla ricarica elettrica). Successivamente, i servizi saranno estesi anche a tutta la rete del sistema nazionale integrato dei trasporti.
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muoveranno questi mezzi, è prevista una serie di interventi necessari per la comunicazione dei dati a elevato bit-rate (ad esempio attraverso la fibra) e la copertura di tutta l’infrastruttura stradale con servizi di connessione verso la rete di comunicazione dati. Da realizzare anche un sistema di hot-spot wi-fi per la connettività dei device degli utenti, collocati almeno in tutte le aree di servizio e di parcheggio. Le infrastrutture saranno attrezzate inoltre con un sistema per rilevare il traffico e le condizioni meteo e fornire previsioni a medio-breve termine. Sulla base dei dati raccolti, poi, il sistema offrirà contenuti per servizi avanzati di informazione sul viaggio agli utenti. Il Decreto del Ministero si inserisce in un contesto di adeguamento normativo che riguarda anche gli altri Paesi europei e altre nazioni nel mondo. Di questo tema si è discusso ad esempio anche nel corso del G7 dei Trasporti dello scorso giugno a Cagliari. Precedentemente i ministri Ue avevano firmato la Dichiarazione di Amsterdam nella quale è stata definita un’agenda comune per l’introduzione delle auto connesse e automatizzate entro il 2019. Uno degli impegni riguarda proprio la creazione di un quadro legislativo armonizzato, sia dell’Unione europea sia a livello internazionale, per consentire l’uso transfrontaliero delle auto connesse.
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LAVORO
ContinuanoTIR al ministero dello Sviluppo Economico gli incontri per regolamentare il settore della logistica, spesso scosso da fenomeni di illegalità. Coinvolti ministeri, associazioni di categoria e sindacati
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ndividuare strumenti in grado di contrastare i fenomeni di illegalità e promuovere interventi per la trasparenza degli appalti nel settore. Con questo scopo si era aperto a ottobre dello scorso anno, presso il ministero dello Sviluppo Economico, il Tavolo della logistica, un’occasione di incontro per confrontarsi sui numerosi problemi che affliggono il settore e per realizzare un protocollo di linee guida utile alla sua regolamentazione. La partecipazione si è ampliata nel corso degli incontri, fino a coinvolgere tutte le principali associazioni di categoria dell’autotrasporto, a testimonianza della necessità di trovare una linea condivisa per risolvere un problema sentito da tutti. Se al primo incontro del 19 ottobre 2017,
SI AMPLIA IL TAVOLO DEL L GENNAIO2017
TIR infatti, si erano riuniti intorno al tavolo – oltre ai ministeri dello Sviluppo Economico, del Lavoro, dell’Interno e dei Trasporti – Fedit, l’associazione che riunisce i corrieri espresso, Confetra e le sigle sindacali confederali Cgil, Cisl, Filt e Uil, agli appuntamenti successivi hanno partecipato anche Anita, Conftrasporto e le cooperative. Dopo alcuni incontri interlocutori, avvenuti nel mese di febbraio, adesso il gruppo di lavoro sta predisponendo un documento che contenga delle linee guida condivise e strategiche per affrontare le problematiche più urgenti del settore a partire dal mancato rispetto della normativa in materia di sciopero. Troppo spesso, infatti, vengono utilizzate forme di sciopero al limite della legalità che contravvengono a tutte le norme che regolamentano questa forma di protesta sindacale; spesso vengono bloccate le attività provocando ingenti danni sia per le aziende coinvolte, che vedono anche i loro prodotti deteriorarsi, sia per le organizzazioni sindacali estranee a questa forma di lotta. Il mancato rispetto della normativa riguarda anche i processi di esternalizzazione tipici del settore o la normativa fiscale, o ancora l’organizzazione del lavoro e l’applicazione del contratto collettivo. Per questo si sta
cercando di rivedere l’attuale modello produttivo, basato su forme di appalto e subappalto, dove i lavoratori spesso rischiano di diventare vittime di forme di caporalato. Per cercare di ovviare a questa situazione le parti hanno quindi predisposto una serie di documenti che contengono diverse proposte che hanno già cominciato ad essere discusse. Ad esempio, sono state avanzate modifiche normative per regolamentare le azioni di protesta e anche per preparare un codice di autoregolamentazione per le imprese del settore, con l’introduzione di forme di premialità per quelle più virtuose. Tra le ipotesi presentate alcune hanno già trovato il consenso dei soggetti coinvolti al tavolo. Una di queste è la reverse charge, ovvero un sistema di applicazione dell’Iva che permette un’inversione contabile dell’imposta: in sostanza attraverso questo procedimento l’assolvimento dell’imposta non grava più in capo al fornitore di beni o al prestatore di servizi ma al loro destinatario, se soggetto passivo nel territorio dello Stato. Il prestatore dell’opera o il fornitore non devono quindi più addebitare l’Iva in fattura che ricade invece al cessionario o acquirente. In questo caso si potrebbero evitare
LOGISTICA
o ridurre frodi all’Erario. Il meccanismo dello split payment – ovvero la scissione dei pagamenti – va in questa stessa direzione. E anche in questo caso la misura sembra andare incontro alle richieste di tutti. Cosa accade con lo split payment? Le pubbliche amministrazioni che acquistano beni e servizi, se non
sono soggetti passivi dell’Iva, hanno la possibilità di versare direttamente all’Erario l’imposta sul valore aggiunto addebitata in fattura dai loro fornitori. Queste e altre questioni saranno approfondite nel corso di altri incontri che si dovrebbero svolgere da qui alle prossime settimane. Il ministero dello Sviluppo Economico, nel frattempo, ha invitato tutti i partecipanti al tavolo a concentrarsi su alcune delle proposte ritenute più importanti in modo da facilitare e velocizzare l’adozione di un documento condiviso.
L LA LEGALITÀ MARZO2018
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L’ RA DELLE
ZES
to in Pubblica Ufficiale a t t e z z a G o che il Decret il contiene nto per regolame e Zone l e r i u t i ist peciali. s e h c i m o econ gioni e R e l a r O entare s e r p o n posso piano o i r p o r p il co strategi
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O
ra la palla passa alle Regioni. Sulla Gazzetta Ufficiale del 26 febbraio è stato infatti pubblicato il Decreto del presidente del Consiglio dei ministri (del 25 gennaio 2018) che contiene il regolamento per istituire le Zone Economiche Speciali (ZES), ovvero delle aree in cui si viene a creare un contesto più favorevole agli investimenti, attraverso una combinazione di incentivi sia fiscali sia normativi. Le otto regioni interessate – Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia – possono adesso presentare il proprio piano strategico e una volta approvato, attraverso un Decreto del presidente del Consiglio, saranno istituite
le ZES. Ma in cosa consiste il piano strategico e che cosa deve contenere? Innanzitutto deve identificare, nel dettaglio, le aree individuate per costituire una ZES, che potrà avere un’ampiezza diverse da regione a regione (vedi box). Inoltre, deve indicare l’elenco delle infrastrutture già esistenti, un’analisi dell’impatto sociale ed economico atteso dall’istituzione della ZES, le tipologie di attività che si intendono promuovere all’interno della ZES e, inoltre, le attività di specializzazione territoriale che si intendono rafforzare e che dimostrano l’esistenza di un nesso economico funzionale con l’area portuale o con i porti, nel caso la ZES comprenda più aree non adiacenti. E ancora: le semplificazioni amministrative, di propria competenza, per la realizzazione degli investimenti che la regione si impegna ad adottare per le iniziative imprenditoriali localizzate nella ZES; l’indicazione delle agevolazioni e incentivazioni,
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senza oneri a carico della finanza statale, che possono essere concesse dalla regione, nei limiti dell’intensità massima di aiuti e con le modalità previste dalla legge; il nominativo del rappresentante della Regione o delle Regioni, in caso di ZES interregionale, nel Comitato di indirizzo. Il decreto indica anche la durata di queste aree che non può essere inferiore a sette anni e superiore a quattordici, prorogabile fino a un massimo di altri sette anni, su richiesta delle regioni
COSA È UNA ZES La Zona Economica Speciale è un’area ben identificata e può ricomprendere anche aree della medesima regione non territorialmente adiacenti, purché presentino un nesso economico funzionale e che comprendano almeno un’area portuale. La ZES è di norma
GLI ETTARI DA DESTINARE ALLE ZES PER OGNI REGIONE Molise 516
Puglia 4.408
Abruzzo 1.702 Campania 5.467 Basilicata 1.061
Sardegna 2.770
Sicilia 5.580
interessate. Il periodo sarà deciso dal DPCM di istituzione della ZES in base agli investimenti e alle attività di sviluppo di impresa. L’organo che gestisce operativamente le ZES è il Comitato di indirizzo composta da territori quali porti, aree retroportuali, anche di carattere produttivo e aeroportuale, come definiti dalle norme vigenti, piattaforme logistiche e interporti, non può comprendere zone residenziali.
Calabria 2.476
che deve essere composto dal presidente dell’Autorità portuale, che lo presiede, da un rappresentante della Regione, o delle Regioni nel caso di ZES interregionale, da un rappresentante della presidenza del Consiglio dei ministri e da un rappresentante del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Il numero massimo dei componenti del Comitato di indirizzo non può essere superiore a cinque. Al Comitato di indirizzo fanno capo una serie di funzioni; svolge le attività amministrative necessarie a garantire l’insediamento di
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nuove imprese e la piena operatività delle imprese nella Zone Economiche Speciali; verifica che le imprese beneficiarie mantengano la loro attività nell’area in questione per almeno sette anni dopo il completamento dell’investimento oggetto delle agevolazioni; assicura il rispetto del Piano di sviluppo strategico anche promuovendo iniziative di coordinamento degli obiettivi di sviluppo del Piano di sviluppo strategico; svolge le iniziative necessarie ad attrarre investitori nazionali e internazionali nell’area ZES. Su queste zone verrà inoltre svolta un’attività di monitoraggio in modo da controllare il numero di nuove imprese insediate, di nuovi occupati, sul valore del fatturato delle imprese e dei nuovi investimenti. L’Agenzia per la coesione territoriale, al termine dei sei anni dall’istituzione delle singole ZES, valuta il conseguimento dei risultati attesi sulla base del Piano di sviluppo strategico e trasmette la valutazione al presidente del Consiglio dei ministri. In caso di esito negativo del monitoraggio, il presidente del Consiglio dei ministri, sentite le Regioni interessate, può adottare modifiche o integrazioni al decreto istitutivo.
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CONTAINER
TIR VERCELLI 3
A più di un anno dall’entrata in vigore dell’obbligo della pesatura dei contenitori da imbarcare, il punto sulle nuove norme
CUNEO 6
PIACENZA 1
LA SPEZIA 4
GENOVA 9
MASSA CARRARA 2
GUIDA ALLA SOLAS
RAVENNA 7
BOLOGNA 2
LIVORNO 1
SAVONA 13
PADOVA 2
PARMA 1
ALESSANDRIA 10
VENEZIA 5
VERONA 1
MILANO 4
TORINO 9
UDINE 1
BRESCIA 1
NOVARA 13
ASTI 6
di Nicola Capuzzo
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GORIZIA 8
BERGAMO 1
PRATO 1 ANCONA 3
SASSARI 1 CIVITAVECCHIA 2
NAPOLI 4
ECCO DOVE EFFETTUARE LA PESA TRAPANI 1
PALERMO 1
RAGUSA 1
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TIR TRIESTE 12
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n Italia, come nel resto del mondo, dal 1° luglio 2016 ogni contenitore destinato all’esportazione attraverso un porto italiano dev’essere pesato con precisione prima dell’imbarco e la massa lorda totale del carico (VGM - “verified gross mass”) deve essere comunicata alla compagnia di navigazione
PESCARA 1
BARI 1 BRINDISI 4 SALERNO 2
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TARANTO 1
CONTAINER
attraverso un apposito documento chiamato “shipping document”. Lo impone un emendamento alla convenzione internazionale Solas sulla salvaguardia della vita umana in mare promossa dall’International Maritime Organization, che ha fortemente voluto questa norma per evitare danni e incidenti marittimi causati da errori o deliberata malafede nella dichiarazione del peso delle merci caricate a bordo. I criteri e le norme tecniche di applicazione delle nuove regole relative alla sicurezza della navigazione in mare sono stati indicati in un Decreto dirigenziale emanato dal Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di porto, al quale sono seguite due circolari: una nel 2016 (la 125/2016) e una l’anno seguente (133/2017), che ha sostituito la precedente chiarendo alcuni dettagli applicativi della procedura. Due i metodi, alternativi, per
ottenere il dato VGM. Secondo il primo metodo lo shipper, a caricazione conclusa, pesa il contenitore imballato/ chiuso e sigillato con strumenti di pesa regolamentari. In alternativa, la massa del contenitore può essere desunta dalla documentazione di pesatura, fornita da una terza parte che l’abbia parimenti determinata con strumenti regolamentari. Il secondo metodo, invece, si compone sostanzialmente di tre fasi: 1) la pesatura dei colli o in alternativa utilizzo dei pesi indicati nella documentazione di pesatura, ovvero dei pesi apposti indelebilmente sugli imballaggi; 2) pesatura dei materiali di rizzaggio e di imballaggio; 3) determinazione della tara del container. La sommatoria dei pesi costituisce la VGM. La norma stabilisce che solo il caricatore, o meglio chi viene indicato quale caricatore
GIOIA TAURO 1
DUE I METODI, ALTERNATIVI, PER OTTENERE IL DATO VGM CATANIA 1
PESO CAMION CARBURANTE ECC
PESO TOTALE
PESO MERCE
IMBALLAGGIO ECC
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TARA CONTAINER
PESO DEL CARICO
PESO DEL CARICO
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CONTAINER
nella polizza di carico (lo shipper appunto) non essendo effettivamente lo speditore della merce, è legalmente responsabile della dichiarazione circa il peso dei container. Nel contratto di trasporto marittimo, infatti, le parti contrattuali sono due: da un lato il caricatore e dell’altro il vettore marittimo. “Come auspicato a suo tempo in sede di riunioni tecniche, la grande maggioranza delle pesature dei container avviene di fatto fuori dai porti, in stazioni di pesa abilitate, dove cioè gli strumenti di pesatura sono regolamentari e corrispondenti alla normativa indicata nella circolare del Corpo delle Capitanerie – spiega Assiterminal, l’associazione italiana dei terminalisti portuali –.
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TIR L’effettuazione di un’operazione di pesatura di un container attraverso una pesa a raso, si può stimare richieda un tempo intorno ai 10-15 minuti”. La circolare stabilisce anche che “il valore di tolleranza da utilizzare in sede di eventuali controlli e verifiche effettuate dopo la pesatura è per ciascun contenitore pari a ±±% del VGM dichiarato nello shipping document. L’autorità marittima in ogni momento e a sua discrezione può effettuare verifiche e gli oneri relativi ai controlli casuali sul peso saranno assunti dal soggetto accertatore se condotti senza contestazioni; in caso contrario saranno addebitati allo shipper”. La misura si è resa necessaria perché spesso le dichiarazioni di peso erano molto contrastanti. Per dare l’idea del fenomeno, un’indagine condotta nel porto di Venezia, prima che entrasse in vigore la normativa, dall’associazione
LA PESATURA SI APPLICA “ai contenitori trasportati su unità impiegate in viaggi internazionali, a eccezione dei container imbarcati su navi di tipo Ro-Ro, impiegate in brevi viaggi internazionali (non oltre 200 miglia da un porto o che non superi 600 miglia fra arrivo e partenza), e nel solo caso in cui gli stessi siano trasportati su rotabili”.
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degli agenti marittimi locale aveva preso a campione 341 container imbarcati a bordo di diverse navi e in nessun caso corrispondevano fra loro le dichiarazioni di peso ricevute dai caricatori o dagli spedizionieri relativamente al peso dichiarato al momento della prenotazione del trasporto marittimo, quello rilevato dalle istruzioni per l’emissione della polizza di carico, quello registrato al momento dell’entrata del contenitore al terminal per l’imbarco e quello dichiarato sulla bolla d’esportazione. In taluni casi le difformità fra i pesi dei contenitori riportati in diverse documentazioni arrivano a oltre 20 tonnellate. Nel complesso la reazione del Paese è stata secondo Roberto Alberti, presidente di Fedespedi (Federazione nazionale spedizionieri) “responsabile” e si è cercato di risolvere un problema (anche di carenza infrastrutturale) in maniera pratica. “Lo scenario apocalittico previsto da molti non si è verificato fortunatamente – ha sottolineato Alberti, aggiungendo però che vi sono ancora margini di miglioramento –. Ad esempio per quanto riguarda la percentuale di tolleranza, non ancora allineata rispetto a Paesi concorrenti, oppure nella severità del sistema sanzionatorio previsto, anche se non mettiamo assolutamente in discussione il concetto di sicurezza che è alla base degli emendamenti apportati alla convenzione Solas”.
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TECNICA
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COMFORT IN CABINA di Emanuela Stifano
Gli autotrasportatori passano tante ore al volante: per questo le case costruttrici cercano di renderle sempre più accoglienti e confortevoli. Vediamo che cosa offre il mercato 30
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egli ultimi tempi i costruttori si sono adoperati affinché il luogo in cui lavorano gli autotrasportatori – la cabina – sia sempre più ospitale: nei truck di ultima generazione non mancano spazio e comfort. Il denominatore comune è la personalizzazione dell’abitacolo anche se, generalizzando, si può dire che le cabine per il lungo raggio sono sempre più spaziose, più attrezzate (anche in termini hi-tech) più accoglienti e, perché no, anche più eleganti, mentre quelle per la distribuzione sono più pratiche, in modo da agevolare il “saliscendi”. Anche nel construction, le cabine spartane di un tempo lasciano spazio a comfort e comodità. Vediamo quindi cosa propongono i singoli costruttori.
Una cabina divisa in zone, con illuminazione e funzionalità differenti: è modularità infatti la parola d’odine della new generation di Scania. Per aumentare la visibilità frontale e laterale, la nuova postazione di guida è più vicina al parabrezza e leggermente spostata verso sinistra ed è stato leggermente abbassato l’intero cruscotto. Le opzioni letto sono numerose: nella cabina S (con pavimento completamente piatto) è possibile montare due letti da 80 cm (quello inferiore fino a 100 cm) e si possono aggiungere cassetti, portaoggetti, ripiani, ganci e reti. Inoltre è possibile dotare il veicolo di una comoda poltrona girevole e di un televisore. I nuovi sistemi di climatizzazione hanno numerosi sensori per elementi quali luce solare, umidità e qualità corrente dell'aria. Due i sistemi di Infotainment, uno con schermo da 5”, l’altro da 7". I comandi integrati al volante sono di serie, così come l'attivazione vocale basata su un microfono nascosto nel tetto.
Flessibilità e personalizzazione, che si traducono in 650 varianti di colore, nei rivestimenti e nel sedile conducente, che può essere standard comfort o deluxe. Sono queste le caratteristiche principali delle cabine Volvo Trucks. L’FH monta la classica cabina lunga con zona notte per due persone e un’altezza interna di 171 centimetri, oppure la più spaziosa (205 centimetri) cabina Globetrotter, disponibile anche in versione XL (altezza interna di 220 centimetri), o la cabina lunga bassa che, grazie al tetto ribassato e alle sospensioni, fornisce uno spazio di carico aggiuntivo sopra la cabina stessa. Per i letti – disponibili anche in versione reclinabile con schienale regolabile – si possono scegliere materassi morbidi, semirigidi e rigidi mentre per il controllo della temperatura la ventilazione con riscaldatore-refrigerante tradizionale o l’aria condizionata (manuale o automatica); il dispositivo I-ParkCool permette di avere l'aria condizionata in cabina a motore spento.
Più funzionali, ergonomici e vivibili: si presentano così, dopo aver subito importanti modifiche, gli interni dei modelli TGX, TGS, TGL e TGM di MAN. La strumentazione dietro il volante presenta ora un display a colori da 4" ad alta risoluzione: indicatori di diverso colore e la retroilluminazione bianca semplificano la leggibilità. Sotto il volante, è presente il pannello centralizzato degli interruttori, organizzati in gruppi, mentre le funzioni utilizzate più di frequente sono nel campo visivo dell’autista. La nuova organizzazione del cruscotto prevede uno scomparto utilizzabile per gli oggetti personali e un grande e lungo scomparto aperto, dotato di collegamenti elettrici e di portabicchieri. Nei modelli TGX e TGS o TGL e TGM con cabina L e LX dietro al sedile trova spazio la zona notte. La cuccetta inferiore e superiore (opzionale) dispone di elementi di comando che possono essere raggiunti facilmente. Non mancano la sveglia con display LCD a basso consumo, quattro prese e le lampade orientabili a piacere.
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SPECIALIZZATI
La cabina lunga AS (Active Space) è stata progettata intorno all’autista: la plancia, ergonomica e funzionale, permette di raggiungere tutti i comandi senza sollevarsi dallo schienale del sedile. Si presenta così il nuovo Stralis XP di Iveco, con un volante regolabile, con comandi integrati, e posto di guida riscaldato e ventilato. Il letto HI-Comfort (80 cm di larghezza e oltre 2 m di lunghezza) presenta assi in legno e schienale reclinabile; un lettino ripiegabile è posto nella parte superiore e si apre con sistema pneumatico. Integrato nel pannello del tetto, trova sede il climatizzatore a basso consumo notturno; tra cassetti e portaoggetti, sono oltre 30 i vani disponibili. In opzione, il maxifrigo da 50 litri. Anche per Stralis X-WAY (construction) sono disponibili diversi tipi di cabine: la cabina corta AD (Active Day) con tetto ribassato, la cabina lunga AT (Active Time) con tetto medio o ribassato e, per il massimo comfort, la cabina lunga AS.
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Undici varianti di cabina, declinate in due misure di larghezza (2,30 e 2,50 metri), cinque linee del tetto e tre versioni di tunnel motore (320 mm, 170 mm, pianale piatto). Sono le caratteristiche dell’Actros, di Mercedes. Per la 2,30 sono due i modelli: la StreamSpace e la ClassicSpace, entrambe disponibili a pianale piatto (dunque maggiore libertà di movimento) o con tunnel motore. In questo secondo caso, due le altezze disponibili: 1,70 e 3,20 m. Per la versione da 2,50 metri di larghezza, le versioni sono invece 3, tutte con pianale piatto: la GigaSpace – ossia la combinazione ideale per riposare a bordo – la BigSpace (5700 l di volume dell’abitacolo e 890 l di spazio di stivaggio) – ideale per il trasporto di linea internazionale – e la StreamSpace, particolarmente aerodinamica e dunque parca nei consumi. Tra gli elementi distintivi, la poltrona sulla parete posteriore, il tavolino ribaltabile con cassetto portaposate, il materasso Comfort a 7 zone, il volante multifunzione e la strumentazione con display a colori, i comandi ergonomici, i razionali vani di stivaggio sul cruscotto.
Parecchie le opzioni che consentono di personalizzare l’abitacolo, che oggi è più TIR spazioso, dei veicoli CF e XF di DAF. Tra le novità, l’unità di controllo della
SPECIALIZZATI
climatizzazione, dotata di funzioni di sbrinamento, ventilazione e riscaldamento con timer quando il veicolo è parcheggiato, riscaldamento per il riposo e ricircolo automatico dell'aria gestibile anche tramite l’unità di controllo situata sulla parete posteriore. Nuovi caratteri e nuovo stile per il quadro strumenti che, per incrementare ulteriormente le prestazioni del conducente, è stato impostato in modo più logico; il sistema di supporto prestazioni dà suggerimenti per la guida economica. L’illuminazione è stata completamente ridisegnata: si può scegliere fra diverse modalità delle luci per le varie condizioni di guida e di riposo, ed è inoltre disponibile una funzione di regolazione dell’intensità. Inoltre, è possibile adattare la posizione dei singoli interruttori in base alle preferenze personali.
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Numerosi portaoggetti e un ampio spazio dedicato al riposo, con un tavolino a scomparsa e un mensolone che rendono la vita a bordo più comoda. E ancora un’illuminazione modulabile a seconda che si sia in attività, che si stia guidando di notte o che si sia a riposo. La gamma T di Renault Trucks – lunga distanza – presenta quattro versioni della cabina: corta (senza cuccetta), profonda con tetto rialzato e pianale piatto (2 cuccette, alla seconda si accede con una scala), profonda tetto standard (1 cuccetta) e la cabina profonda, tetto rialzato con cuccetta inferiore e, in opzione, anche la cuccetta superiore.
NOTIZIE
TIR
MAN TESTA IL PLATOONIG SUL CAMPO Sperimentazione del platooning anche nelle applicazioni logistiche per MAN. La casa di Monaco di Baviera ha lanciato una fase di test, assieme alla compagnia di logistica DB Schenker e alla Facoltà di scienze applicate Hochschule Fresenius, per verificare l’impiego di veicoli connessi in convoglio anche nelle operazioni quotidiane di logistica. La collaborazione prevede scenari di traffico reale sull’autostrada A9 tra Monaco e Norimberga, a partire dal prossimo mese e per tutto il 2018. I convogli saranno impiegati fino a tre volte al giorno tra i centri logistici DB Schenker a Monaco e Norimberga. Le esperienze e le valutazioni degli autisti saranno alla base del lavoro di analisi della Hochschule Fresenius. “Lo studio – ha sottolineato il responsabile dell’Institute for Complex Health Rese di Hochschule Fresenius, Christian T. Haas – si concentra sui livelli neurofisiologici e psicosociali. Vogliamo scoprire quale impatto ha la nuova tecnologia sugli autisti”. I risultati offriranno anche l’opportunità di scoprire nuove soluzioni in termini di digitalizzazione delle condizioni di lavoro.
IVECO SPERIMENTA IL GNL SUL LUNGO RAGGIO BMW e Iveco insieme per testare mezzi alimentati a Gas Naturale Liquefatto nelle operazioni logistiche. La collaborazione è parte del progetto “Innovazione e Industria 4.0” e ha visto l’utilizzo di un Iveco Stralis NP progettato per i trasporti a lungo raggio. Nel corso della sperimentazione l’Iveco Stralis NP 400 alimentato a Gnl ha completato il viaggio di andata e ritorno di 530 km tra Steyr e Ratisbona, utilizzando il metano liquefatto di un solo serbatoio. Con la trazione elettrica, invece, la stessa distanza avrebbe richiesto diverse ricariche. Secondo Pierre Lahutte,, brand president Iveco, “il numero di costruttori internazionali e operatori logistici che scelgono il Gnl per i propri requisiti di trasporto è in rapido aumento. Molti stanno scegliendo Iveco grazie all’esperienza da noi sviluppata nel corso degli ultimi 20 anni”. In generale, i camion a Gnl riducono le emissioni di CO2 e ossidi di azoto, arrivando praticamente a eliminare il particolato, e possono consentire un risparmio sul carburante dal 20% al 40% e una riduzione del consumo del 15% rispetto al diesel.
SPRINTER ATTO TERZO: SUL MERCATO LA NUOVA GENERAZIONE Dopo 23 anni dalla sua prima uscita sul mercato, Mercedes-Benz Sprinter vive ora una nuova stagione con la terza generazione. Un design più evoluto, dotazioni, comfort e sicurezza caratterizzano le nuove flotte. Altra caratteristica dello Sprinter è la riduzione dei costi d’esercizio complessivi. Grazie ai motori ottimizzati e all’innovativa tecnologia BlueEfficiency lo Sprinter nelle due versioni Executive o Pro indica valori di emissioni e consumi soddisfacenti, in relazione ai veicoli della sua categoria. Il pacchetto BlueEfficiency plus (su richiesta) consente inoltre di ridurre i consumi di carburante fino a 6,3 litri per 100 km. I due modelli hanno inoltre un’ampia capacità di carico fino a 17 metri cubi. Nel vano di carico è possibile alloggiare anche sette europallet. Sul fronte della sicurezza, lo Sprinter è equipaggiato di serie con un sistema di assistenza in presenza di vento laterale; l’Electronic Stability Program Adaptive ESP invece tiene conto, nelle situazioni critiche, anche del carico.
MARZO2018
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EURO D
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GRAN BRETAGNA
BELGIO
TRUFFE SUL CONTROLLO DELLE EMISSIONI
CON LA TASSA CHILOMETRICA GLI EURO 6 CONQUISTANO TERRENO
urante una serie di controlli su strada cento aziende di autotrasporto britanniche sono state colte sul fatto, avendo montato a bordo di quasi trecento camion i sistemi illegali che modificano i dati delle emissioni. Sono circa l’8% del totale di 3.753 camion controllati durante un periodo di quattro mesi. Agli autisti e ai responsabili delle aziende le autorità hanno comminato 300 sterline di multa e dieci giorni di tempo per smontare l’apparecchio che falsa i dati, per non incorrere in un ben più pesante fermo temporaneo del veicolo. Barare sulla quantità di emissioni nocive può far ottenere un piccolo risparmio al trasportatore ma danneggia l’ambiente. Nella rete dei controlli sono rimasti anche alcuni camion con targa straniera. La DVSA, Drive and Vehicle Standard Agency, agenzia esecutiva autorizzata dal ministero dei Trasporti, ha comunicato i dati di questi camion stranieri alle autorità dei Paesi di provenienza, perché scattino anche per loro le sanzioni vigenti nei diversi Paesi europei. Un’altra serie di controlli partirà a primavera di quest’anno. “Siamo impegnati a togliere dalle strade britanniche i camion che non sono sicuri, quelli pericolosi – ha dichiarato Gareth Llewellyn, responsabile operativo della DVSA – e sono pericolosi anche i camion che non rispettano i limiti di emissione. Chiunque inquini deteriora la qualità dell’aria e mette a rischio la salute della popolazione”. La Road Haulage Association è d’accordo con la scelta della severità contro chi falsifica i dati delle emissioni. “È un comportamento inaccettabile, così non si danneggia solo la qualità dell’aria ma anche la reputazione di un’intera categoria”, ha stigmatizzato il segretario generale della RHA, Richard Burnett.
I
l numero di chilometri percorsi in Belgio dai camion con motori Euro 6 è quasi raddoppiato dopo l’entrata in vigore, nell’aprile del 2016, della tassa chilometrica, e ha raggiunto quasi il 50% del totale alla fine dello scorso anno. Sulle strade belghe a pedaggio il costo per chilometro è infatti meno elevato se si viaggia su un camion Euro 6. I parametri che determinano il costo del pedaggio sono il peso del veicolo, la classe di emissioni e il tipo di strada. Tornando alle percentuali, precisamente il 50,9% del totale dei chilometri a dicembre del 2017 è stato percorso da camion Euro 6. E la percentuale di chilometri percorsi da camion a basse emissioni, riporta Transporama, sale all’86% se si considerano anche gli Euro 5. “Facendo dipendere il pedaggio dalla classe ecologica del veicolo il legislatore ha cercato di far diminuire il numero di camion inquinanti sulle strade – ha commentato Johan Schoups, amministratore generale di Viapass, l’organismo pubblico che coordina e controlla i pedaggi delle strade belghe –. Nonostante la riduzione del pedaggio non costituisca in sé una ragione assoluta per acquistare un nuovo camion pensiamo che comunque sia uno stimolo ad accelerare il processo di rinnovamento del parco circolante”. D’accordo sulla misura anche la Febetra (Fédération Royale Belge des transporteurs et des prestataires de services logistiques). Secondo il direttore della federazione infatti “…trasportare con un Euro 6 costa meno e permette di applicare tariffe più basse che aumentano la competitività dell’azienda”. Da non dimenticare anche che un mezzo nuovo consuma di meno e costa di meno in termini di manutenzione.
NEWS SPAGNA
FRANCIA
UN EX MINISTRO NELLA CAUSA CONTRO LE CASE COSTRUTTRICI
RINNOVO INFRASTRUTTURE, A PAGARE SARANNO I CAMIONISTI?
T
ransporte Profesional aggiorna sulla causa tra trasportatori e cartello delle case costruttrici che per anni si sono accordate aggirando le regole della concorrenza. Gli avvocati che difendono la parte danneggiata sono guidati dall’ex ministro della Giustizia Francisco Caamaño. “Si è provato con certezza il danno ingente che il cartello ha provocato a tutti i trasportatori europei – ha detto Caamaño –. L’inganno nei confronti dei consumatori, nettamente contro la libertà d’impresa e di prezzi, deve essere risarcito”. Si calcola che il costo aggiuntivo pagato dai trasportatori a causa del cartello sia mediamente il 12,5% della somma sborsata per acquistare un camion.
L
e spese necessarie per la manutenzione e la ristrutturazione delle infrastrutture viarie francesi saranno a carico dei trasportatori? Questo suggerisce una relazione presentata al ministero dei Trasporti francese dal Consiglio per la politica delle infrastrutture. Pronta la reazione delle associazioni dell’autotrasporto, tra queste la FNTR, OTRE e TLF, che hanno giustamente respinto queste proposte. Le associazioni hanno invece chiesto che a farsi carico delle spese per le infrastrutture siano i committenti, i veri utenti finali della rete stradale quando si tratta di trasporto merci. E di esentare da questa contribuzione i trasportatori.
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GERMANIA
SVIZZERA
SEMPRE DI PIÙ I CAMION STRANIERI
NUOVE REGOLE SULLA STRADA
camion tedeschi continuano a perdere quote di traffico. Secondo l’Ufficio federale delle merci (UFSP), che ha pubblicato le statistiche sui pedaggi 2017, il chilometraggio sulla rete autostradale tedesca è aumentato del 3,3% rispetto all’anno precedente. I camion tedeschi, con un chilometraggio di 19,3 miliardi di chilometri, continuano a dominare. Ma rispetto al 2016, l’incremento è stato solo dello 0,4% in più, mentre i camion con targa straniera hanno aumentato il loro chilometraggio del 7,7%, toccando quota 14,3 miliardi di chilometri. In base ai dati riportati da Trans aktuell, i tir polacchi rappresentano la quota maggiore di veicoli provenienti dagli altri Paesi, con il 16,1%, seguiti da veicoli immatricolati nella Repubblica Ceca (4,1%).
L
’ufficio federale delle strade prevede di introdurre presto delle novità al codice della strada. I veicoli con rimorchio con peso inferiore a 3,5 tonnellate, ad esempio auto con roulotte al seguito, potranno viaggiare a 100 km/h. L’aumento della velocità massima consentita, riporta Trailer, ha l’obiettivo di ostacolare di meno non solo la circolazione dei mezzi più veloci sulla corsia centrale ma anche quella dei camion che viaggiano sulla corsia di destra. Nelle proposte c’è anche quella di permettere il passaggio a destra di un veicolo più lento, così come succede sulle autostrade americane, a patto che il veicolo che superi a destra continui poi a circolare, per un tratto sufficientemente lungo, sulla stessa corsia.
TIR
FISCO
TUTTO PRONTO PER LE DICHIARAZIONI FISCALI di Angelo Ciaravolo
L’Agenzia delle Entrate ha rilasciato i primi nuovi modelli delle dichiarazioni 2018 tra cui 730, 770 e Iva, con le relative istruzioni. Le principali novità e le nuove scadenze 38
S
i è aperta ufficialmente la lunga stagione delle dichiarazioni fiscali che quest’anno porta diverse novità, a partire dalla modifica dei termini di presentazione delle dichiarazioni dei redditi e dell’Irap, nonché del modello 770 al 31 ottobre. E sul sito internet, all’indirizzo www.agenziaentrate. it, sono disponibili gratuitamente le versioni definitive dei modelli e delle istruzioni relative alla Certificazione Unica, al 730, al 770, all’Iva, ai redditi delle persone fisiche e giuridiche, all’imposta regionale sulle attività produttive e alla tassazione di gruppo delle imprese, relativi all’anno d’imposta 2017. Ad aprire quest’anno la lunga lista degli adempimenti è la
presentazione telematica da parte dei sostituti d’imposta della nuova certificazione unica 2018: il termina era il 7 marzo ma per le CU contenenti esclusivamente redditi esenti o non rilevanti ai fini della predisposizione della dichiarazione dei redditi precompilata, ovvero la Certificazione Unica dei lavoratori autonomi, il termine dell’invio è spostato al 31 ottobre. Poi, entro il 3 aprile (poiché il 31 marzo cade di sabato), tocca al modello Cupe, per certificare gli utili corrisposti e le ritenute applicate a chi ha percepito utili da partecipazione a soggetti Ires, residenti e non residenti, in qualunque forma corrisposti.
E sempre entro il 3 aprile, i sostituti d’imposta dovranno consegnare ai propri dipendenti il modello CU 2018 (ex Cud) per attestare i redditi e le ritenute del 2017. Ma il grande appuntamento fiscale di aprile, per tutti i titolari di partita Iva, è con il modello Iva 2018, che deve essere inviato per via telematica, direttamente dal dichiarante o tramite gli intermediari autorizzati, al massimo entro la fine del mese (chi ne omette la presentazione è soggetto alla salata sanzione del 30% dell’importo non versato). Ricordiamo che nel modulo vanno riportate tutte le operazioni attive e passive effettuate nell’anno precedente, con il calcolo dell’imposta a debito o a credito (gli autotrasportatori che si sono avvalsi della rateazione, entro il 16 aprile, verseranno la seconda rata maggiorata degli interessi). In alternativa, tuttavia, il saldo può essere agganciato alle scadenze previste per il pagamento delle imposte
TIR dirette (il 2 luglio o il 20 agosto, con l’ulteriore maggiorazione dello 0,40%). Relativamente all’utilizzo in compensazione di eventuali crediti è opportuno rammentare che quello Iva annuale, per importi superiori a 5 mila euro, può essere utilizzato in compensazione, tramite il modello F24, utilizzando i servizi Entratel o Fisconline, solo a partire dal decimo giorno del mese successivo a quello di presentazione della dichiarazione Iva per il 2017. Come sempre, il modello riserva ai contribuenti diverse novità rispetto a quello dello scorso anno. Intanto, va ricordato che si può scegliere di compilare o il
modello ordinario oppure quello base, versione semplificata per le piccole imprese, nel caso in cui ricorrano determinate condizioni (tra queste, non aver effettuato alcuna operazione con l’estero, in particolare, cessioni e/o acquisti intracomunitari, ecc.). Da quest’anno, inoltre, sono state apportate modifiche al quadro VH che dovrà essere compilato per inviare, integrare o correggere dati omessi, incompleti o errati nelle comunicazioni delle liquidazioni periodiche Iva. Altro imminente appuntamento è con
FISCO
il consueto modello 730 che da quest’anno è stato interessato dalla revisione del calendario fiscale. Il nuovo termine di presentazione, sia per la dichiarazione precompilata sia per quella ordinaria, è il 23 luglio. È utile ricordare che il nuovo modello, utile per la dichiarazione dei redditi dei lavoratori dipendenti e pensionati, richiede minori informazioni relativamente ai redditi di fabbricati, con la novità dell’indicazione dei redditi delle locazioni brevi (di durata
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e r a d r o ic r a d Date 018 nica 2
one u i z a c fi certi : e l d) (ex Cu 3 Apri e Iva l a u n n ione a z a r a i dich : e l i 730 30 Apr o l l e d : mo o i l g u 23 L o 770 l l e d o bre: m o t t O Unico 31 o l l e d mo Irap i n o i z ra dichia
non superiore a 30 giorni) stipulati da persone fisiche al di fuori dell’attività d’impresa. Inoltre, il modello 730 è più semplice del modello Redditi e offre ai contribuenti numerosi vantaggi: non si devono eseguire noiosi e complessi calcoli; l’eventuale rimborso delle imposte spettanti si riscuotono in tempi rapidi (direttamente nella busta paga di luglio o nella rata di pensione di agosto o settembre); in caso di imposte a debito non occorre effettuare versamenti poiché provvede direttamente il sostituto a trattenere le relative somme dalla retribuzione o dalla pensione.
LAVORO
TIR
LAVORATORI SVANTAGGIATI: NUOVE CATEGORIE LAVORO
Dis
di Mariangela Pagano
Chi rientra in queste categorie, stabilite da un Decreto del ministero del Lavoro in base alle disposizioni europee, ha diritto a una serie di agevolazioni in caso di assunzione
LAVORATORI SVANTAGGIATI
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ambiano e si ampliano le categorie dei lavoratori svantaggiati e molto svantaggiati, lavoratori che hanno diritto ad una serie di agevolazioni in caso di assunzione, a seconda delle categorie di appartenenza. Sulla Gazzetta Ufficiale dell’8 febbraio scorso è stato infatti pubblicato il Decreto del ministero del Lavoro del 17 ottobre 2017, attraverso il quale vengono individuati i lavoratori svantaggiati e molto svantaggiati in conformità al Regolamento Ue 651/2014 che dichiara alcune categorie di aiuti compatibili con il mercato interno. Di conseguenza il precedente Decreto del 20 marzo 2013 che individuava tre sole categorie di lavoratori svantaggiati viene abrogato. Da evidenziare che i lavoratori svantaggiati o molto
svantaggiati sono esclusi dai limiti quantitativi di utilizzo della somministrazione di lavoro. Il nuovo Decreto dà una definizione più precisa circa le condizioni che i soggetti devono avere per essere definiti “lavoratori svantaggiati” e “lavoratori molto svantaggiati”. Per essere compresi nella categoria dei lavoratori svantaggiati, i
Lav e di Minoranze etniche e linguisitiche Privi da almeno 24 mesi di impiego regolarmente retribuito
LAVORATORI MOLTO SVANTAGGIATI
Privi da almeno 12 mesi di impiego regolarmente retribuito e appartenenti a categorie svantaggiate
TIR
Disoccupati da 6 mesi
Giovani tra 15 e 24 anni
Non diplomati
- aver superato i 50 anni di età ovvero aver compiuto 50 anni d’età; - essere un adulto che vive solo con una o più persone a carico; - essere occupato in professioni o settori caratterizzati da un tasso di disparità uomo-donna che supera almeno del 25% la disparità media uomo-donna in tutti i settori economici se il lavoratore interessato appartiene al genere sottorappresentato; - appartenere a una minoranza etnica di uno Stato membro Ue e avere la necessità di migliorare la propria formazione
LAVORO
linguistica e professionale o la propria esperienza lavorativa per aumentare le prospettive di accesso ad un’occupazione stabile. Appartengono alla categoria dei lavoratori molto svantaggiati i soggetti che, oltre a rientrare in una delle categorie di lavoratori svantaggiati, sono privi da almeno 24 mesi di un impiego regolarmente retribuito. Sono altresì “lavoratori molto svantaggiati” i soggetti che, privi da almeno 12 mesi di un impiego regolarmente retribuito, appartengono a una delle categorie sopra elencate, ad eccezione del punto 1.
Over 50
Adulti con persone a carico
Lavoro svantaggiato e disparità di genere soggetti devono soddisfare una delle seguenti condizioni: - non avere un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi; - avere un’età compresa tra i 15 e i 24 anni; - non possedere un diploma di scuola media superiore o professionale (livello ISCED 3) o aver completato la formazione a tempo pieno da non più di due anni e non avere ancora ottenuto il primo impiego regolarmente retribuito;
TICKET DI LICENZIAMENTO RADDOPPIATO NEL 2018 La Legge di Bilancio ha raddoppiato, dal 1° gennaio 2018, la misura del ticket di licenziamento dovuto dalle sole imprese tenute al versamento dei contributi per la Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria che licenziano dipendenti a conclusione di una procedura di licenziamento collettivo. L’Inps, con messaggio dell’8 febbraio, n. 594, detta le istruzioni operative in merito alle modalità di versamento di tale contributo che passa all’82% (in precedenza 41%) del massimale mensile NASPI per ogni dodici mesi di anzianità aziendale negli ultimi tre anni. Considerato che per l’anno 2018 il massimale mensile NASpI è pari a 1.208,15 euro, per ogni dodici mesi di anzianità aziendale, la contribuzione da versare sarà pari a 990,68 euro (1208,15 x 82%). Per i lavoratori con anzianità pari o superiore a 36 mesi il contributo è pari a 2.972,04 euro (990,68 x 3). Per i lavoratori con anzianità aziendale diversa da 12, 24 o 36 mesi, il contributo dovrà essere rideterminato in proporzione al numero dei mesi di durata del rapporto di lavoro. Nei casi di licenziamenti collettivi senza accordo sindacale, la misura del contributo dovrà essere moltiplicata per tre volte sfiorando quasi il tetto dei 9 mila euro. Sono fatti salvi i licenziamenti effettuati nell’ambito di procedure di licenziamento collettivo avviate entro il 20 ottobre 2017 pur se la stessa termini nel corso del 2018, per i quali, come per la generalità delle interruzioni dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato, i datori di lavoro dovranno versare il contributo calcolando la somma dovuta sulla aliquota del 41%.
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NORMATIVE
TIR
CESSIONE CARBURANTI: LE NOVITÀ FISCALI LAVORO
di Mariangela Pagano
La Legge di Bilancio 2018 ha introdotto delle norme antifrode per i carburanti, dall’obbligo della fattura elettronica a chi fa rifornimento con partita Iva all’uso di mezzi di pagamento tracciabili 42
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ombattere le frodi in materia di Iva legate agli acquisti di carburante, oggi molto diffuse, e nello stesso tempo scoraggiare l’uso del denaro contante. Con questi obiettivi la materia della cessione dei carburanti è stata interessata da una serie di novità di carattere fiscale, introdotte con la Legge di Bilancio 2018. Analizziamole quindi una per una. L’entrata in vigore dell’obbligo di fatturazione elettronica è stata anticipata al 1° luglio prossimo (art. 1, comma 917 della Legge 205/2017) per le cessioni di benzina o di gasolio destinati ad essere impiegati come carburanti per motori; come detto, si tratta di un’anticipazione visto che lo
stesso obbligo scatterà dal 1° gennaio 2019 per tutte le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate tra soggetti residenti, stabiliti o identificati in Italia. Sempre la Legge di Bilancio (art. 1, commi 920 e 921) ha previsto che, a partire dal 1° luglio 2018, gli acquisti di carburante per autotrazione effettuati presso degli impianti stradali da parte di soggetti passivi Iva, devono essere documentati tramite fatturazione elettronica con il conseguente obbligo, da parte del gestore dell’impianto, di emettere questo documento in sostituzione della scheda carburante (la cui normativa è stata abrogata). Non solo: contestualmente alla previsione di questo obbligo,
sempre la Legge di Bilancio (commi 922 e 923) ha stabilito – anche in questo caso, con decorrenza dal 1° luglio – che ai fini della deducibilità del costo del carburante dalle imposte dirette sui redditi e della detraibilità dell’Iva a credito, il pagamento va eseguito con strumenti di moneta elettronica: carte di credito, carte di debito o prepagate oppure (limitatamente alla detraibilità dall’Iva), con altro mezzo che dovrà essere individuato con provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate. Premettendo che ci troviamo davanti a un quadro normativo alquanto confuso e sul quale, prevedibilmente, l’Agenzia delle Entrate interverrà a breve con una circolare esplicativa, per dovere di cronaca citiamo quanto emerso nel corso del convegno “Telefisco 2018”: l’obbligo di pagamento con moneta elettronica degli acquisti di carburante effettuati dai soggetti Iva non si applicherebbe al combustibile utilizzato sugli autocarri e sugli altri veicoli
L’ENTRATA IN VIGORE DELL’OBBLIGO DI FATTURAZIONE ELETTRONICA
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TIR
speciali, dal momento che gli articoli in cui è stato inserito (rispettivamente, l’art. 164 del TUIR e l’art. 19.bis.1, comma 1 del Testo Unico Iva) farebbero esclusivo riferimento agli autoveicoli ordinari. Tuttavia in merito alla detraibilità dell’Iva la norma coinvolta (l’art. 19 bis 1, comma 1 del DPR 633/1972) utilizza l’espressione “veicoli stradali a motore” che, senza ombra di dubbio, include anche gli autoveicoli speciali (vedi art. 54 del Codice della Strada). In ogni
caso, spetterà all’Agenzia delle Entrate il compito di far chiarezza su questa delicata questione. Inoltre, sempre ai fini della detrazione Iva, appare certo che gli obblighi di tracciabilità sopra descritti investano anche una serie di altri costi relativi al veicolo, quali la custodia, la manutenzione, la riparazione e impiego, compreso il transito stradale. Dopo l’emanazione del Decreto del ministero dell’Economia del 10 gennaio scorso (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 18
DAL 1° LUGLIO 2018 OBBLIGO DI FATTURAZIONE ELETTRONICA in sostituzione della scheda carburante a chi fa rifornimento con partita Iva OBBLIGO DI UTILIZZO DI MEZZI DI PAGAMENTO TRACCIABILI come bancomat o carte di credito
CRE DIT CAR D
È STATA ANTICIPATA AL 1° LUGLIO PROSSIMO
NORMATIVE
del 23 gennaio), è diventata operativa la norma introdotta dalla manovra estiva dello scorso anno che, sempre con l’obiettivo di combattere le frodi in tema di Iva, ha esteso al settore delle cessioni dei combustibili per autotrazione il meccanismo della responsabilità in solido tra cedente e cessionario; in particolare, la solidarietà opera quando il cedente non abbia versato l’Iva e, allo stesso tempo, la vendita del carburante sia avvenuta a prezzi inferiori al valore normale. Questo meccanismo è stato introdotto qualche anno fa per altre tipologie di beni (tra cui gli autoveicoli – compresi i rimorchi – e gli pneumatici nuovi e rigenerati), e ora è stato esteso anche alle cessioni di benzina e gasolio per autotrazione effettuate a prezzi anomali. Cosa significa? Che qualsiasi cessione di carburante effettuata a prezzi inferiori a quelli di mercato determina automaticamente la solidarietà cedente/cessionario per il pagamento dell’Iva? Secondo una circolare dell’Agenzia delle Entrate (n. 41/E del 26 settembre 2005), emessa subito dopo l’entrata in vigore della normativa in esame, chi vende può evitare la responsabilità in solido se dimostra che il prezzo vantaggioso della cessione non è connesso al mancato pagamento dell’imposta ma è stato determinato da eventi o situazioni di fatto oggettivamente rilevabili o specifiche disposizioni di legge.
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NORMATIVE
ACCESSO ALLA PROFESSIONE: NOVITÀ SUI QUIZ PER L’ESAME Si riduce il corpo dei quiz da cui estrarre quelli da sottoporre ai candidati all’esame di gestore dei trasporti merci su strada. Lo ha disposto la Direzione generale del trasporto stradale del MIT, con la nota n. 1424 del 24 gennaio 2018, con cui ha sospeso otto quesiti tra quelli da somministrare nelle prove d’esame.
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uesiti ritenuti non più conformi alla vigente disciplina nelle materie oggetto di verifica. Si tratta di 8 quiz che non verranno più utilizzati: - cinque, in diritto sociale merci nazionale (MCN), incentrati su alcune disposizioni del vecchio contratto collettivo nazionale dell’autotrasporto che risultano superate; - tre, nella materia del diritto tributario merci nazionale (MDN), relativi agli studi di settore e altri argomenti non più conformi al diritto vigente. Questa riduzione, riguardante esclusivamente il settore merci, rappresenta il secondo intervento di diminuzione dei quesiti, dopo quello effettuato a marzo 2014, con cui ne venivano tolti cinque: due relativi al settore viaggiatori e tre per la parte comune (di cui due nell’accesso alla professione e uno nel diritto tributario). A seguito di questi due interventi, il corpo dei quiz relativi all’esame di gestore dei trasporti di merci su strada si è ridotto da 1.650 a 1.639. Da questi quiz si ricavano i sessanta che, sempre in base al Decreto Dirigenziale 8 luglio 2013, vengono sottoposti ai candidati nelle prove, ancora gestite dalle Province, di cui
venti complessivi per le materie di diritto e dieci per ciascuna delle altre quattro materie, in modo che la verifica si articoli su tutti gli argomenti previsti dal Reg. Ue 1071/2009. Oltre che della prova a quiz, l’esame da gestore dei trasporti si compone anche della risoluzione di un caso concreto, che viene estratto da un corpo di 44 casi approvati dal Ministero con il decreto di luglio 2013. La differenza tra i quiz e i casi concreti è che i primi sono riportati sul sito del ministero dei Trasporti con la risposta corretta, tra le quattro alternative proposte, mentre i casi sono pubblicati senza alcun tipo di risposta, che deve invece fornire il candidato in base alla propria preparazione. Nella prova a quiz si può ottenere un massimo di 60 punti (rispondendo esattamente a tutti i quesiti d’esame), nel caso concreto si può invece ottenere un massimo di 40 punti (risolvendo correttamente le quattro richieste di cui si compone ciascuna esercitazione). L’esame si supera se, dalla somma delle due prove, si ottiene almeno un punteggio pari a 60, con il rispetto dei minimi da ottenere in ciascuna prova (30 ai quiz e almeno 20 al caso).
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MAR
MER
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SAB
DOM
LUN
MAR
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GIO
VEN
SAB
DOM
LUN
MAR
MER
GIO
VEN
SAB
DOM
LUN
MAR
MER
DOM LUN MAR
15 16 17
6
7
8
9
10
11
12
VEN
MAR
27 28 29 30 31
VEN SAB DOM LUN
23 24 25 26 27 28 29 30
LUN
MER
SAB MAR
DOM MER
LUN 9/ 22
MAR
31
25 26 27 28 29 30 31
MAR
LUN
DOM
30
27 28 29 30
VEN
29
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28
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27
VEN
26
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25
GIO
24
MER
GIO
22
23
MAR
MER
21
VEN
20
22
MAR
19
GIO LUN
18
7/ 22
DOM
MER
24
19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30
16
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19
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23
24
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28
29 30 31
GIO
DOM GIO
26
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23
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SAB
25
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22
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8/ 16
16 /2 2 8/ 22 7/ 22
24
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21
VEN
20
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18
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9/ 22
VEN
26
21
VEN
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17
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31
VEN
30
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22
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17
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21
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19
19
19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31
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SAB
28
GIO 27
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LUN
26
20
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DOM
18
VEN
17
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15
18
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DOM MER GIO
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16
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15
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DOM
15
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9/ 22
SAB 25
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GIO MAR
VEN SAB
28
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27
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24
LUN VEN
23
19
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14
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MER LUN
26
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DOM
25
GIO 24
12
18
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23
11
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14
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7/ 22
22
DOM GIO
LUN
SAB
22
MER
21
SAB
20
18
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19
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VEN
DOM
VEN
21
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18
VEN
17
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MAR
16
15
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DOM
GIO
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20
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19
10
9/ 22
15
14
14
SAB
VEN
13
MER
17
SAB
MER
13
MER
14
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13
8/ 16 7/ 22
LUN
VEN
MER
18
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12
LUN
11 13
DOM
16
VEN
MAR
17
9/ 22
16
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15
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14
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13
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10
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DOM
GIO
30
MAR
29
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28
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27
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26
9
MAR
25
12
MER
7/ 22
13
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12
VEN 8/ 22
11
MAR
15
GIO
14
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9/ 22
24
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23
DOM
22
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MAR SAB
14
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GIO
13
DOM LUN
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5
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21
GIO
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20
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DOM
19
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18
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7
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6
12
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16
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11
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15
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DOM
MER
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12
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10
DOM
GIO
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9/ 22 13
9
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GIO
10
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VEN
13
4
11
MAR 12
DOM
11
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MAR
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VEN
LUN 9/ 22
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8
MER
LUN 8/ 22 7/ 22
8
VEN
7
MAR
10
7
MER
7/ 22
9
DOM
DOM
8
VEN
7
MAR
9
GIO
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8
DOM
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SAB
9
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8
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7
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6
6
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7
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6
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LUN
8
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7
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5
MER
8
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7
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DOM
4
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3
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6
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5
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9/ 22
MAR
SAB
MER
5
5
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LUN
4
9/ 22
DOM
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3
GIO
LUN 8/ 16 7/ 22
4
VEN
3
MER
LUN
7
VEN 6
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DOM
5
GIO 4
MAR
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3
MER
2
LUN
VEN
1
MAR
9/ 22
2 4
MAR
9/ 22
9/ 22
2
GIO
7/ 22
GIO
LUN
9/ 22
9/ 22 9/ 22
9/ 14 9/ 22
9/ 22
9/ 22 9/ 22
9/ 22
NOVEMBRE DICEMBRE 1
9/ 22
GIO
12
LUN
11
9/ 22
10
SAB
9
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8
VEN
7
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6
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5
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4
DOM
4
MAR
3
9/ 22
2
LUN
3
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1
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2
VEN
1
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4
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3
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2
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6
SAB
14 /2 2 8/ 22 7/ 22
5
VEN 4
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3
GIO 2
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1
MER
SETTEMBRE OTTOBRE
2
LUN 5
MER
LUN
7/ 22
AGOSTO 1
VEN
DOM
4
GIO
8/ 22 7/ 22
DOM
LUGLIO
3
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3
1
VEN
2
MER
9/ 22
1
MAR
GIUGNO
2
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9/ 22 9/ 22 9/ 14
MAGGIO 1
DOM
LUN 9/ 22
DOM
APRILE 1
9/ 22 9/ 22
DOM
6
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SAB
5
VEN
VEN
4
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3
1
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2
MAR
9/ 22
FEBBRAIO MARZO
1
LUN
9/ 22
GENNAIO
DIVIETI DA RICORDARE 2018
SCADENZE E DIVIETI MARZO/APRILE/MAGGIO 2018
IRPEF: pagamento delle ritenute d’acconto, dei contributi previdenziali e dell’Iva relativa al mese precedente (contribuenti mensili).
MODELLI INTRA: presentazione per via telematica dei modelli Intra relativi alle operazioni del mese di febbraio.
9/ 22
9/ 22
SAB
VEN
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MAR
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DOM
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9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 SAB
8
VEN
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7
GIO
VEN
6
MER
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4 5
MAR
3
LUN
2
DOM
1
14 /2 2 9/ 16
CU: ultimo giorno utile per consegnare ai dipendenti il modello di certificazione unica delle retribuzioni corrisposte nel 2017 (prorogato al 3 aprile).
9/ 22
RAVVEDIMENTO: ultimo giorno utile per regolarizzare i versamenti di imposte e ritenute non effettuati (o effettuati in misura insufficiente) entro il 16 febbraio, con la maggiorazione degli interessi legali e della sanzione ridotta all’ 1,5%.
9/ 22
MARZO 2018
www.rivistatir.it
www.rivistatir.it GASOLIO: scade il termine per la richiesta di rimborso sul gasolio consumato nel primo trimestre 2018. MUD: ultimo giorno utile per l’invio telematico del Mud alla Camera di commercio, da parte delle imprese che producono e/o gestiscono rifiuti pericolosi o speciali. IVA: ultimo giorno utile per la presentazione della dichiarazione annuale Iva relativa al 2017. RAVVEDIMENTO: ultimo giorno utile per regolarizzare i versamenti di imposte e ritenute non effettuati (o effettuati in misura insufficiente) entro il 16 marzo, con la maggiorazione degli interessi legali e della sanzione ridotta all’ 1,5%. IRPEF: pagamento delle ritenute d’acconto, dei contributi previdenziali e dell’Iva relativa al mese precedente (contribuenti mensili).
9/ 22
9/ 22
9/ 22
9/ 22
LUN
DOM
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VEN
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VEN
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DOM
MODELLI INTRA: presentazione per via telematica dei modelli Intra relativi alle operazioni del mese di marzo (contribuenti mensili) e del I trimestre (contribuenti trimestrali).
9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 MAR
8
LUN
7 SAB
9/ 22 6 VEN
4 5 GIO
LUN
3
MER
2
MAR
1 DOM
9/ 22 9/ 22 9/ 14
APRILE 2018
SPESOMETRO: ultimo giorno utile per l’invio dello spesometro relativo al secondo semestre 2017 e per sanare eventuali errori contenuti nell’invio del primo semestre dello stesso anno.
www.rivistatir.it
MODELLI INTRA: presentazione per via telematica dei modelli Intra relativi alle operazioni del mese di aprile.
9/ 22
9/ 22
Ritaglia la pagina, piega lungo le linee tratteggiate, unisci e incolla i lembi bianchi
GIO
MER
MAR
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DOM
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VEN
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MER
MAR
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GIO
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9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 GIO
8
MER
7
MAR
GIO
6
LUN
MER
4 5
DOM
MAR
9/ 22 3
SAB
2
VEN
1
LIQUIDAZIONI IVA: invio della comunicazione dei dati delle liquidazioni periodiche Iva relative al primo trimestre 2018 per i contribuenti che hanno optato per l’invio semestrale dello spesometro 2018.
9/ 22
ROTTAMAZIONE CARTELLE: ultimo giorno utile per l’invio della domanda di adesione.
9/ 22
MAGGIO 2018
IRPEF: pagamento delle ritenute d’acconto, dei contributi previdenziali e dell’Iva relativa al mese precedente o al 1° trimestre. Gli autotrasportatori trimestrali versano l’Iva senza la maggiorazione dell’interesse dell’1%. INPS: pagamento della prima rata 2018 dei contributi dovuti sul reddito da parte degli artigiani (contributo minimo obbligatorio). RAVVEDIMENTO: ultimo giorno utile per regolarizzare i versamenti di imposte e ritenute non effettuati (o effettuati in misura insufficiente) entro il 16 aprile, con la maggiorazione degli interessi legali e della sanzione ridotta all’ 1,5%.
TIR
IMMATRICOLAZIONI VEICOLI COMMERCIALI 2017 CONFRONTO % 2016 3,5/16 Ton 0
1.000
2.000
3.000
4.000
5.00
6.000
7.000
ITALIA
4.739 -9,1%
FRANCIA
6.856 +4,5%
GERMANIA SPAGNA
4.016 +2,4%
POLONIA
2.344 +0,6%
1O.000
27.000
27.028 -5,7%
47
oltre 16 Ton 0
confronto %2016
20.000
30.000
40.000
50.00
60.000
70.000
confronto %2016
ITALIA
19.634 +8,4%
FRANCIA
44.452 +6,9%
GERMANIA
64.747 +6,4%
SPAGNA
20.659 -0,6% 25.314 +3,6%
POLONIA
Nel 2017 le immatricolazioni di veicoli sopra le 16 tonnellate, in Italia, hanno registrato una crescita dell’8,4%, superiore rispetto a quella di qualsiasi altro Paese europeo. Francia e Germania, ad esempio, hanno riportato un incremento rispettivamente del 6,9 e del 6,4%. In calo invece del 9,1%, in Italia, le immatricolazioni di veicoli tra 3,5 Ton e 16 Ton. Elaborazione Tir su dati Acea/Anfia
MARZO2018
TIR
TRASPORTO CONTO TERZI IN EUROPA DISTANZE MEDIE SU STRADA 2012/2016 valori espressi in km
ROMANIA 403
2012
2016 BULGARIA 390
km400
BULGARIA 322
ROMANIA 338 km300
POLONIA 276 POLONIA 241
48
CROAZIA 261
CROAZIA 215
km200
UE 152
UE 157
ITALIA 145
ITALIA 136 GERMANIA 124
GERMANIA 115
km100
VARIAZIONE PERCENTUALE
%
%
%
%
%
%
%
CROAZIA +21,9
BULGARIA +21,3
ROMANIA +19,2
POLONIA +14,5
ITALIA +6,6
GERMANIA -7,1
UE +2,9
>
>
>
>
>
>
>
Analizzando la variazione fra le percorrenze medie del 2012 e quelle del 2016 si evidenzia per alcuni Paesi europei una crescita ampiamente superiore alla media Ue28 (pari a +2,9%). Fra questi, la Bulgaria (+21,3%), la Croazia (+21,9%), la Polonia (+14,5%) e la Romania (+19,2%). L’Italia ha invece registrato un aumento del 6,6%.
MARZO2018