TUTTO PRONTO PER IL NUOVO COMITATO CENTRALE DELL’ALBO
INFRASTRUTTURE: LAVORI IN CORSO IN TUTTA ITALIA
IL GOVERNO IMPEGNATO SUL FRONTE DEL BRENNERO
Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – 70% Roma C/RM/30/2017 Albo Nazionale degli Autotrasportatori Mensile - Gennaio 2023 - n. 255
#Trasporti #Innovazione #Rete
Una quantità che non si vedeva da tempo sulle nostre strade.
Un segnale della ripresa produttiva del mercato automotive, ma anche della importanza che rivestono le infrastrutture per la movimentazione delle merci nel nostro Paese. Oggi, dopo anni in cui per una serie di ragioni congiunturali la crescita infrastrutturale si era fermata, grazie alla mole degli investimenti messi insieme da PNRR, Fondo Complementare e Legge di Stabilità, si ritorna a parlare di Gronda, Torino-Lione, Terzo Valico, Passante di Bologna, Ponte sullo Stretto e tutta una serie di altre priorità infrastrutturali ferroviarie e stradali cruciali per il potenziamento del traffico delle merci e per lo sviluppo dell’economia nazionale. Quest’anno si prevede una crescita del Pil superiore a quella di Francia e Germania, per questo è però necessario recuperare assolutamente il gap logistico e di accessibilità infrastrutturale che ci separa da questi Paesi. Un gap che, solo due anni fa, era valutato da uno studio di Confcommercio in 90 miliardi di euro di Pil.
Una rete infrastrutturale adeguata è la base su cui poggiano il nostro export e la nostra produttività: più facile è lo spostamento delle merci, minori sono i costi di distribuzione e maggiore sarà l’attrattività di un territorio. Concetti semplici che a volte è utile riaffermare.
Ben vengano dunque gli investimenti nelle infrastrutture strategiche, senza dimenticare di lavorare anche sul potenziamento di quelle esistenti e sull’accessibilità dei valichi alpini che fanno da cerniera fra noi, il Mediterraneo, e il Nord Europa.
Viaggiando in questi giorni sulle autostrade italiane avrete notato un gran numero di bisarche.
direttore responsabile TIR EDITORIALE
MASSIMO DE DONATO
Politica
Pronti per un nuovo anno
La Legge di Bilancio 2023 ha stanziato 200 milioni di euro per le imprese di autotrasporto in conto terzi. E il Ministro Salvini inaugura una nuova stagione di confronto p.12
Infrastrutture Lavori in corso
Dal Ponte sullo Stretto alla TAV Torino-Lione sono molte le opere strategiche che dovrebbero vedere la luce nei prossimi anni. Vediamo gli investimenti previsti e le previsioni di realizzazione
p.16
Viabilità
Tutto pronto per la neve
Anche quest’anno Viabilità Italia ha predisposto il Piano Neve, con le tratte autostradali dove potrà essere applicato il fermo temporaneo dei mezzi pesanti
p.28
2022
Un anno visto da Tir
Quello appena trascorso è stato un anno difficile: la guerra ha fatto lievitare i costi, in particolare dei carburanti.
Riviviamo, attraverso le pagine della nostra rivista, gli eventi principali per trasporti e logistica p.30
TIR - Periodico del Comitato Centrale per l’Albo Nazionale degli Autotrasportatori di Cose per Conto di Terzi - ANNO XXI N° 255 -Gennaio 2023
Comitato Scientifico: Presidente Enrico Finocchi
Direzione-Redazione: Via C.B. Piazza, 8 - 00161 Roma Tel. 06 69308055 Direttore Responsabile: Massimo De Donato dedonato@rivistatir.it
Capo Redattore: Lucia Angeloni angeloni@rivistatir.it Redattori: Antonella Vicini vicini@rivistatir.it Ertilia Giordano giordano@rivistatir.it
Grafica: Marco Banci Segreteria: Giuditta Lopardo segreteria@rivistatir.it
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IN QUESTO NUMERO
ETS, il mercato delle emissioni
L’Europa ha raggiunto un accordo politico provvisorio sull’Emission Trading Systems. Ma come funziona lo scambio di quote? p.10
Gronda di Genova, al via i lavori
La nuova opera consentirà di alleggerire dal traffico pesante il tratto più interconnesso dell’A10, trasferendolo sulla nuova arteria
p.20
Governo impegnato sul fronte del Brennero Il Ministro Salvini pronto a chiedere la procedura di infrazione nei confronti dell’Austria se non ci saranno segnali positivi
p.14
Austria-Italia: primo corridoio doganale internazionale Grazie al collegamento fra il porto di Trieste e l’interporto austriaco di Fürnitz, i container saranno caricati dalla nave al treno cargo senza controlli doganali p.22
Editoriale p.1 Albo p.4
Il valore del dialogo Durante l’assemblea di Confartigianato Trasporti il Ministro Salvini ha sottolineato come il confronto con le imprese sia fondamentale
p.15
Logistica: un settore in trasformazione Nel 2022 la contract logistics è cresciuta di quasi il 3%. L’aumento dei costi e la carenza di personale mettono però in difficoltà le aziende
p.24
Europa p.8 Tecnica p.36 Fisco p.40
Normative p.42 Divieti p.46 Numeri p.48
CHIUSO IN REDAZIONE IL 2.1.2023 CONCESSIONARIA ESCLUSIVA PUBBLICITÀ HP 10 Srl - Tel 02.48.003.799 mirta.barbeschi@hp10.it Editore e Proprietario: Comitato Centrale per l’Albo Nazionale delle Persone Fisiche e Giuridiche che esercitano l’autotrasporto di cose per conto terziVia Giuseppe Caraci 36 - 00157 Roma (RM) CF 97113700583 - REALIZZAZIONE e STAMPA AGE Srl Stabilimento Via Vaccareccia, 57 00071 Pomezia (Roma) Registrazione Tribunale di Roma n° 547 del 18/11/98
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ROBERTA DE SANTIS
Vicepresidente Comitato Centrale Albo
TUTTO PRONTO PER IL NUOVO COMITATO CENTRALE DELL’ALBO
Nel decreto vengono indicati tutti i componenti che resteranno in carica per i prossimi tre anni
Mentre chiudiamo questo numero di Tir, è pronto, ed è alla firma del Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini, il decreto di ricostituzione del Comitato Centrale dell’Albo degli Autotrasportatori. Nel decreto vengono indicati tutti i componenti, effettivi e supplenti, che resteranno in carica per i prossimi tre anni.
Il nuovo decreto si è reso necessario in seguito all’annullamento da parte del TAR del Lazio del precedente Decreto Ministeriale n. 432 del 3 novembre 2021 con il quale era stato ricostituito il Comitato Centrale. La prima riunione del nuovo Comitato si terrà presumibilmente in questo mese di gennaio.
Del nuovo Comitato Centrale fanno parte:
- Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti;
- Regioni dell’Italia Settentrionale;
- Regioni dell’Italia Centrale;
- Regioni dell’Italia Meridionale;
- Regioni a Statuto Speciale/Province autonome;
- Ministero dell’Interno;
- Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento delle politiche europee;
- Ministero delle Imprese e del Made in Italy;
- Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica;
- Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali;
- Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste;
- Ministero della Giustizia;
- Ministero dell’Economia e delle Finanze;
- AITI;
- Anita;
- Assoespressi;
- Assotir;
- CLAAI;
- CNA-Fita;
- Confartigianato Trasporti;
- Confcooperative;
- Fai;
- Fedit;
- Fiap;
- Legacoop;
- SNA-Casartigiani;
- TrasportoUnito;
- Unitai.
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GENNAIO2023
REGOLARITÀ: ECCO LE DISPOSIZIONI PER GLI UFFICI DELLA MOTORIZZAZIONE
Prosegue l’impegno dell’Albo per la regolarità delle imprese. Il Comitato Centrale ha infatti portato avanti negli ultimi anni un lavoro di verifica sulla posizione delle imprese iscritte, anche con l’aiuto di RAM e Deloitte, incaricate, tra l’altro, di supportare gli uffici territoriali. Ora, con una circolare del 7 dicembre scorso, a firma
congiunta del presidente del Comitato Centrale dell’Albo degli Autotrasportatori, Enrico Finocchi, e del Direttore generale per la sicurezza stradale e l’autotrasporto, , sono state fornite disposizioni operative agli Uffici provinciali della motorizzazione sui provvedimenti da adottare
state
nei confronti delle imprese che, a seguito dell’attività di verifica avviata dal Comitato Centrale, non siano risultate in regola. In particolare, nell’ultimo anno sono state condotte - dall’apposito gruppo di lavoro - verifiche che hanno interessato oltre 21mila imprese di autotrasporto prive di veicoli, nonché buona parte delle 29mila aziende non in regola con il pagamento della quota d’iscrizione (per almeno uno degli anni dal 2018 al 2022). Nella circolare viene chiarito che i vettori sottoposti a controllo potranno dimostrare la loro corretta posizione, utilizzando
GENNAIO2023 TIR ALBO
Le irregolarità che comportano l’avviso di avvio di un provvedimento da parte degli Uffici della Motorizzazione sono state classificate in differenti categorie. Per ognuna sono state previste disposizioni applicative
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Vito
l’applicativo informatico disponibile sul sito www.alboautotrasporto.it, per caricare la documentazione utile a sanare le carenze e/o anomalie riscontrate. Le irregolarità che comportano l’avvio di un provvedimento da parte degli Uffici della motorizzazione sono state invece classificate in differenti categorie. In totale i provvedimenti riguardano 12.514 imprese e per la maggior parte si riferiscono ad aziende del Centro Italia. Analizzando infatti la distribuzione geografica, i provvedimenti riferiti al Centro Italia sono 4.112, quelli per le imprese del Nord-Est 2.102, per il NordOvest 1.948 e per il Sud 2.800. Sono considerate a parte poi le Regioni Autonome: il Friuli Venezia Giulia conta 64 provvedimenti, il Trentino Alto Adige 120 e la Valle d’Aosta 6. Spicca poi la Sicilia, che conta da sola 1.362 provvedimenti.
Vediamo quindi le varie categorie previste e quali sono le disposizioni da applicare. Imprese che non hanno versato il contributo Albo per alcuni o tutti i veicoli.
Per tali imprese, in assenza
di altre
è previsto,
irregolarità, previa diffida, il procedimento di sospensione dell’impresa dal REN e dall’Albo, ai sensi dell’art.
19, comma 1, numero 3), della
L. 298/74.
Imprese che non hanno fornito la documentazione necessaria a confermare il possesso dei requisiti di onorabilità e/o idoneità professionale
A queste aziende è richiesto di dimostrare la sussistenza dei requisiti di onorabilità e idoneità professionale.
Imprese cancellate dalla CCIAA, liquidate e in
Per queste imprese è previsto il procedimento di cancellazione dell’impresa dal REN e dall’Albo, ai sensi dell’art. 20, comma 1, numeri 2) e 4), della L. 298/74, e dell’art. 13 reg. (CE) 1071/2009. Imprese fallite/assoggettate a liquidazione giudiziale. Per queste imprese è previsto il procedimento di cancellazione dell’impresa dal REN e dall’Albo, ai sensi
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TIR
Trentino Alto Adige 120 Valle d’Aosta 6 Centro Friuli Venezia Giulia 64 Nord/Est 2.102 Provvedimenti suddivisi per area geografica e regioni/province autonome Totale 12.514
Nord/Ovest 1.948
dell’art. 20 della Legge 298. Imprese in fallimento/in liquidazione giudiziale. È previsto il procedimento di sospensione ed eventuale successivo avvio del procedimento di cancellazione dell’impresa dal REN e dall’Albo, ai sensi dell’art. 19, della stessa Legge 298, previa verifica della conclusione della procedura fallimentare da parte dell’Ufficio della motorizzazione civile competente.
Sud 2.800
Sicilia 1.362
Imprese che non hanno dato riscontro all’avviso di avvio del procedimento di verifica nei termini concessi. Per queste aziende, che in realtà hanno natura residuale rispetto alle categorie sopra indicate, è previsto l’avvio del procedimento di sospensione ed eventuale successiva adozione del provvedimento di cancellazione dell’impresa dal REN e dall’Albo, ai sensi degli articoli 19 e 20 della Legge 298, ove non avessero già provveduto a consegnare idonea documentazione presso gli Uffici o richiesto la sospensione dall’Albo direttamente all’Ufficio della Motorizzazione Civile. Imprese che non hanno sanato tutte le irregolarità riscontrate. Anche per queste imprese, aventi natura residuale rispetto alle categorie indicate sopra, è previsto l’avvio del procedimento di sospensione ed eventuale successiva adozione del provvedimento di cancellazione dal REN e dall’Albo, ai sensi degli artt. 19 e 20 della Legge 298 e dell’articolo 13 del Regolamento 1071, ove non avessero già provveduto a consegnare idonea documentazione presso gli Uffici o richiesto la sospensione dall’Albo direttamente all’Ufficio della Motorizzazione Civile.
La circolare precisa che prima di avviare gli opportuni procedimenti, sarà cura degli Uffici della Motorizzazione Civile
verificare che l’impresa non abbia provveduto a presentare, nel frattempo, una richiesta formale di cancellazione dall’Albo, in tal caso potrà procedere ad emanare il provvedimento di cancellazione su istanza volontaria, ai sensi dell’art. 20 comma 1, numero 1), della L. 298/74, e dell’art. 13 del Reg. (UE) n. 1071/2009.
In tema di comunicazione di avvio del procedimento la circolare invece sottolinea che “qualora per il numero dei destinatari la comunicazione personale non sia possibile o risulti particolarmente gravosa, l’amministrazione provvede a rendere noti gli elementi mediante forme di pubblicità idonee, di volta in volta stabilite dall’amministrazione”.
In tali casi l’Ufficio della Motorizzazione Civile competente potrà valutare quindi di utilizzare una comunicazione massiva, tramite pubblicazione sul sito dell’Albo degli Autotrasportatori e sul Portale dell’Automobilista. In tal caso, la stessa modalità sarà utilizzata per la comunicazione dei provvedimenti di sospensione e cancellazione dall’Albo e dal REN.
Infine, con riferimento a tutte le imprese che hanno correttamente sanato la loro posizione caricando sull’applicativo informatico la documentazione a superamento delle irregolarità e per le quali è stata chiusa positivamente la procedura di verifica, verranno fornite ulteriori indicazioni agli Uffici di motorizzazione.
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Centro 4.112
TEN-T: PRONTI PER LA RIFORMA
La strada per la revisione del regolamento sulla rete di trasporto transeuropea (TEN-T) è ormai tracciata. Lo scorso 5 dicembre, infatti, il Consiglio dei trasporti ha trovato l’accordo sul mandato negoziale; accordo che consente di iniziare le discussioni tra Commissione, Consiglio e Parlamento Ue nell’ambito dei triloghi.
Un esito che era stato già anticipato nelle scorse settimane dal capo dell’unità TEN-T Network della DG Move Ue, Eddy Liegeois, che aveva annunciato l’arrivo di un testo di compromesso per il 5 dicembre, appunto.
Ora, il Parlamento dovrebbe definire la sua posizione all’inizio di quest’anno. Il nuovo regolamento TEN-T dovrebbe essere adottato alla fine del 2023 ed essere operativo dal 2024.
La proposta di regolamento era stata presentata il 14 dicembre
2021 dalla Commissione europea (dopo una consultazione pubblica durata circa tre mesi) nell’ambito di un pacchetto di iniziative sulla mobilità sostenibile, in linea con quanto previsto dal Green Deal. Le reti TEN-T mirano in particolare ad agevolare i flussi di trasporto tra gli Stati membri e a sostenere la coesione territoriale, economica e sociale. Con la revisione si vuole colmare alcune lacune come l’insufficienza o l’incompletezza delle regole in materia di infrastrutture TEN-T, la mancanza di integrazione delle norme per le infrastrutture per i combustibili alternativi sulla rete, le strozzature e una connettività insufficiente in tutte le regioni; due aspetti che ostacolano anche la multimodalità. Inoltre, si è ritenuto necessario intervenire sulla mancanza di sicurezza e affidabilità dell’infrastruttura
TEN-T e sugli strumenti di
governance. Per rendere i trasporti più ecologici si intende mettere a disposizione una base infrastrutturale adatta ad alleviare la congestione e ridurre le emissioni nocive e a facilitare un aumento della quota dei trasporti ferroviari, marittimi a corto raggio e per vie navigabili interne. La rete dovrà anche essere resiliente ai cambiamenti climatici.
Multimodalità, interoperabilità, decarbonizzazione, governance sono dunque i capisaldi della revisione.
Come chiarito anche in una nota del Consiglio europeo, la rete contribuirà “al raggiungimento degli obiettivi di mobilità sostenibile dell’Ue, al corretto funzionamento del mercato interno e alla coesione economica, sociale e territoriale dell’Ue. Si prevede di svilupparla gradualmente, con scadenze proposte nel 2030, 2040 e 2050”.
Infatti, il testo approvato prescrive che la rete transeuropea dei trasporti sia sviluppata gradualmente in quelle tre fasi: completamento di una rete centrale entro il 31 dicembre 2030, di una rete centrale estesa entro il 31 dicembre 2040 e della rete
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Il Consiglio dei trasporti dell’Unione europea ha trovato l’accordo che consente di iniziare le discussioni tra Commissione, Consiglio e Parlamento. Il nuovo regolamento dovrebbe essere adottato a fine 2023 ed essere operativo dal 2024
TIR EUROPA
globale entro il 31 dicembre 2050, grazie anche a una governance rafforzata. Per capire meglio, la rete globale è costituita da tutte le infrastrutture di trasporto, esistenti e pianificate, della rete transeuropea dei trasporti. La rete centrale e la rete centrale estesa consistono di quelle parti la cui realizzazione è prioritaria ai fini dello sviluppo della stessa rete transeuropea dei trasporti.
Fra i vari punti previsti dall’accordo c’è poi la richiesta di più terminali di trasbordo, una migliore capacità di movimentazione presso i terminali merci, tempi di attesa ridotti ai valichi di frontiera ferroviari e treni più lunghi per spostare più merci su modalità di trasporto più pulite. Tutte le 424 principali città lungo la rete TEN-T dovranno sviluppare Piani Urbani di
SONO NOVE I CORRIDOI DI TRASPORTO EUROPEI:
l Atlantico;
l Mar Baltico - Mar Nero - Mar Egeo;
l Mar Baltico-Mar Adriatico;
l Mediterraneo;
l Mare del Nord-Reno-Mediterraneo;
l Mare del Nord-Baltico;
l Reno-Danubio;
l Scandinavia-Mediterraneo;
l Balcani occidentali-Mediterraneo orientale
Mobilità Sostenibile per promuovere la mobilità a emissioni zero e per aumentare e migliorare il trasporto pubblico. La proposta rafforzerà anche i collegamenti di trasporto con l’Ucraina e la Repubblica di Moldova.
Sulla base del principio “non arrecare un danno significativo”, i progetti di interesse comune dovrebbero essere valutati al fine di garantire che la politica TEN-T sia coerente con gli obiettivi strategici dell’Unione in materia di trasporti, ambiente e clima. Gli Stati membri e gli altri promotori di progetti sono quindi chiamati a effettuare valutazioni ambientali sulla base degli orientamenti e delle migliori prassi più recenti disponibili.
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TIR EUROPA
ETS, IL MERCATO DELLE EMISSIONI
L’Europa ha raggiunto un accordo politico provvisorio sull’Emissions Trading System che nel 2027 riguarderà anche i combustibili per il trasporto su strada. Vediamo come funziona il sistema per lo scambio di quote
di Saba Cortesi
Il 18 dicembre scorso Consiglio e Parlamento Ue, dopo giornate di intense negoziazioni, hanno raggiunto un accordo politico sull’Emission Trade System (ETS), strumento cardine per contrastare i cambiamenti climatici. La crisi attuale ha reso necessario un aggiornamento del pacchetto
Fit For 55, proposto nel 2021 con l’obiettivo di ridurre le emissioni del 55% entro il 2030, potenziando l’ambizione generale del progetto ed estendendo l’ambito al trasporto navale, stradale e all’edilizia.
“Abbiamo appena trovato un accordo sulla più grande legge relativa al clima mai negoziata in Europa” ha commentato Peter Liese, relatore del provvedimento, ribadendo così che l’intesa è
un passo significativo verso la neutralità climatica nel 2050. Tra le novità, sono previste l’istituzione del Fondo Sociale per il Cambiamento Climatico e di un ETS II dedicato all’edilizia e ai trasporti. L’obiettivo è di estendere questo meccanismo ad un mercato parallelo che comprenda i combustibili fossili utilizzati per alimentare le autovetture e riscaldare gli edifici. Prima di approfondire le tematiche contenute nell’accordo provvisorio, in cosa consiste e come funziona il “Sistema per lo scambio di quote di emissione”?
L’EU ETS, introdotto nel 2005, è la pietra miliare della politica climatica europea che interessa circa il 45% delle emissioni totali di gas serra, nonché primo sistema di scambio
internazionale di quote. Il principio alla base si fonda sul “chi inquina paga”: le imprese devono acquistare una quota di emissioni per ogni tonnellata di CO2 emessa, seguendo l’approccio del cosiddetto capand-trade per il quale si stabilisce un tetto massimo di emissioni sul territorio e le relative quote sul mercato. In questo modo il prezzo delle quote rimane variabile, permettendo a chi emette di meno di vendere i suoi permessi e guadagnarci, mentre chi emette di più è costretto a comprare quote per ripagare l’impatto sull’ambiente. La particolarità del sistema è che il tetto massimo di emissioni dell’ETS diminuisce ogni anno, ad oggi è del 2,2%. Il sistema di scambio
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GENNAIO2023 TIR SOSTENIBILITÀ
copre le emissioni di CO2, N2O e PFC (composti perfluorurati) prodotte da circa 12mila impianti energivori (acciaierie, centrali elettriche, raffinerie etc.) che superano una certa soglia di produzione. Ma come vengono assegnate queste quote? Il volume totale è definito a livello Ue e la vendita si svolge attraverso aste. Entro il 30 aprile di ogni anno devono essere restituite un numero di quote pari alle emissioni
prodotte nell’anno precedente, così da vendere o acquistare le quote mancanti sul mercato.
Inoltre, vengono assegnate delle quote gratuite in base al rischio di delocalizzazione della produzione in Stati in cui vige una regolamentazione ambientale più indulgente, il cosiddetto “carbon leakage”, letteralmente “fughe di carbonio”. I settori energetici, dal 2013, hanno l’obbligo di acquistare tutte le quote, mentre i settori industriali continuano a ricevere quote gratuite in base a dei parametri decisi dalla Commissione europea.
Infine, nel settore del trasporto aereo, circa l’80% delle quote viene assegnato liberamente, il 15% messo all’asta e il 3% dato alle nuove società entranti nel mercato. Ma l’accordo di dicembre come cambia l’attuale sistema ETS?
Le istituzioni europee hanno stabilito che i settori coperti dall’attuale sistema ETS dovranno ridurre il loro inquinamento del 62% entro la fine del decennio. Inoltre, è stato aumentato il tasso di riduzione annuale delle quote al 4,3% annuo dal 2024 al 2027 e al 4,4% dal 2028 al 2030. Come impatterà sul settore dei trasporti? Il nuovo sistema parallelo ETS II si applicherà ai carburanti per auto e ai combustibili per riscaldamento dal 2027, con un anno di rinvio nel caso in cui i prezzi dell’energia siano eccezionalmente elevati. Nel dettaglio, l’acquisto di quote non
interesserà direttamente gli utenti come i trasportatori, ma l’obbligo verrà imposto ai produttori di gasolio e combustibili. Il fattore di riduzione lineare è stato fissato a 5,15% a partire dal 2024 e a 5,43% a partire dal 2028 ma, per renderlo più appetibile, se verrà sforato il tetto massimo di 45 euro per tonnellata entro il 2030, verranno rilasciati crediti aggiuntivi per abbassare i prezzi. Importante sottolineare è la possibilità temporanea per gli Stati di esentare i fornitori dalla restituzione delle quote fino a fine 2030, se questi sono soggetti a una tassa sul carbonio a livello nazionale che è equivalente o superiore al prezzo d’asta delle quote nell’ambito del nuovo sistema di scambio di quote di emissione.
Ad oggi è difficile quantificare l’impatto del nuovo sistema, ma alcuni studi hanno previsto che possa far aumentare i prezzi alla pompa fino a 0,10 euro/ litro e di 0,12 euro/diesel. Per far fronte a una rivoluzione nel settore dei trasporti ed evitare contraccolpi da parte dell’opinione pubblica, dal 2026 sarà attivo il Fondo Sociale per il Clima con una dotazione di 87 miliardi: il 25% del fondo sarà finanziato attraverso cofinanziamenti dei Governi, mentre il restante 75% dai proventi del nuovo ETS II. In attesa del documento ufficiale c’è da chiedersi se il sistema europeo, che sta vivendo una delle più grandi crisi energetiche e politiche del nostro secolo, sia pronto a realizzare uno dei suoi ambiziosi obiettivi.
11 GENNAIO2023 TIR SOSTENIBILITÀ
Anche il settore dell’autotrasoporto sarà interessato dal sistema di scambio delle emissioni che, secondo alcune previsioni, potrebbe far crescere il prezzo dei carburanti
PRONTI PER UN NUOVO ANNO
La Legge di Bilancio 2023 ha stanziato 200 milioni di euro per le imprese di autotrasporto in conto terzi per mitigare gli effetti del caro carburante. E il Ministro Salvini inaugura una nuova stagione di confronto
di Lucia Angeloni
Èpartito all’insegna del dialogo e della cooperazione il rapporto tra il nuovo Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e l’autotrasporto. Come promesso durante una riunione con le associazioni di categoria a metà dicembre, la Legge di Bilancio 2023 ha stanziato infatti 200 milioni di euro, volti a mitigare gli effetti del caro gasolio, destinati alle imprese di autotrasporto merci in conto di terzi con sede o stabile organizzazione in Italia, che esercitano con veicoli di categoria ecologica Euro 5 o superiore di massa complessiva non inferiore a 7,5 Ton. Le modalità e i termini per l’erogazione verranno decisi con un decreto del MIT, di concerto con il MEF, da emanare entro il 31 marzo 2023. Inoltre, il Decreto Milleproroghe ha prorogato fino al 31 dicembre
2023 la sospensione dell’efficacia delle linee guida sui trasporti in condizioni di eccezionalità le quali, altrimenti, sarebbero scattate dal 1° gennaio di quest’anno. Per un altro anno, quindi, ai trasporti in condizione di eccezionalità per massa complessiva fino a 108 Ton proseguiranno ad applicarsi le disposizioni dell’art. 10 del Codice della Strada, in vigore fino al 9 novembre 2021. Due disposizioni che, insieme ad altre misure fiscali (vedi art. a pag. 4041), vanno incontro alle richieste delle associazioni di categoria dell’autotrasporto che a metà dicembre avevano incontrato il Ministro Matteo Salvini per discutere delle problematiche che il settore sta fronteggiando. Un confronto positivo, durante il quale il Ministro ha tenuto a sottolineare l’attenzione sua e dell’intero
Governo alle questioni del settore e si è impegnato a trovare una soluzione per quelle tematiche mai risolte.
Durante la riunione, alla quale erano presenti anche il Viceministro Edoardo Rixi, la vice Capo di Gabinetto Maria Teresa Di Matteo (nominata nei giorni scorsi Capo del Dipartimento per la mobilità sostenibile, vedi box) e il presidente dell’Albo degli Autotrasportatori Enrico Finocchi, il Ministro si è anche impegnato a pubblicare l’aggiornamento dei costi di riferimento per l’autotrasporto; il decreto è già pronto e dovrebbe essere pubblicato entro questo mese di gennaio, consentendo un adeguamento dei prezzi alla moltiplicazione dei costi subiti dalle imprese. Le associazioni di categoria sono state anche rassicurate sulla situazione al Brennero, una battaglia che il Ministro ha già iniziato ad affrontare in Europa (vedi art. a pag. 14). Il Ministero si è impegnato inoltre a sospendere, per il 2023, il versamento previsto per l’Autorità di Regolazione dei Trasporti e ad aprire un tavolo per una riforma del Codice della Strada.
Infine, ma certamente non da ultimo, il Ministero sta lavorando per consentire a circa 1600 imprese di concludere le procedure per l’utilizzo del credito d’imposta sul
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POLITICA
gasolio. Queste imprese sono infatti state bloccate da un ricorso al Tar presentato dalle aziende in conto proprio. L’Amministrazione ha fatto sapere che sta cercando ulteriori risorse da destinare al conto proprio in modo da consentire la conclusione della procedura. Intanto è stato firmato il decreto interministeriale che definisce i criteri di erogazione del contributo straordinario per le imprese di autotrasporto con mezzi alimentati a gas naturale, previsto dal DL n.17 del 1° marzo 2022. Si tratta di 25 milioni di euro che possono essere erogati a imprese con sede legale o stabile organizzazione in Italia, iscritte al REN e all’Albo degli Autotrasportatori, che abbiano mezzi di trasporto ad elevata sostenibilità ad alimentazione alternativa a metano liquefatto. Le risorse saranno assegnate sotto forma di credito d’imposta, nella misura del 20% delle spese sostenute a partire dal 1° febbraio 2022 e per tutto l’anno 2022, al netto dell’imposta sul valore aggiunto, per l’acquisto del gas naturale liquefatto necessario per la trazione veicoli, comprovato dalle relative fatture d’acquisto.
MIT: LE DELEGHE E LE NUOVE NOMINE
Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha attribuito le deleghe ai sottosegretari e viceministri designati che lo affiancano al Dicastero e nominato nuovi Capo Dipartimento.
Sarà il viceministro Edoardo Rixi ad occuparsi di mare e logistica: a lui è infatti andata la delega alle attività di competenza della Direzione generale per le politiche integrate di mobilità sostenibile, la logistica e l’intermodalità.
Rixi si occuperà anche delle attività di competenza della Direzione generale per la vigilanza sulle Autorità di sistema portuale, trasporto marittimo e per vie d’acqua interne, oltre che di tutte le attività correlate alla partecipazione al Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS); del coordinamento funzionale delle attività svolte dalle società del gruppo Ferrovie dello Stato; delle attività correlate alla partecipazione al Comitato interministeriale per le politiche del mare (CIPOM).
Al viceministro Galeazzo Bignami sono state invece conferite, tra le altre, la delega alle attività di competenza della Direzione generale per la motorizzazione e per i servizi ai cittadini e alle imprese in materia di trasporti e navigazione. Infine, il sottosegretario Tullio Ferrante ha ricevuto le deleghe alle attività di competenza della Direzione generale per la digitalizzazione, i sistemi informativi e statistici. Al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini rimangono, tra le altre, le deleghe all’Autotrasporto e alla Sicurezza Stradale. Inoltre, a fine anno, è stato conferito a Maria Teresa Di Matteo - che in passato è stata anche presidente del Comitato Centrale dell’Albo degli Autotrasportatoril’incarico di Capo del Dipartimento per la mobilità sostenibile e a Enrico Maria Pujia - precedentemente Direttore generale per il trasporto e le infrastrutture ferroviarie - quello di Capo del Dipartimento per la programmazione strategica, i sistemi infrastrutturali, di trasporto a rete, informativi e statistici.
LA FIAP RICORDA SILVIO FAGGI
Con una cerimonia e un libro “Silvio Faggi, l’amico degli autotrasportatori”, Fiap ha voluto ricordare il suo storico segretario, nonché vice presidente dell’Albo degli Autotrasportatori, scomparso prematuramente un anno fa. Durante la cerimonia, che si è tenuta il 10 dicembre scorso a Cesena, è stato presentato il volume, edito dalla Fiap e firmato dal giornalista e scrittore Umberto Cutolo, con prefazione del segretario generale dell’associazione Alessandro Peron. Il libro ripercorre la vita di Faggi a partire dalla nascita, nel 1955, ad Àlfero, un paesino dell’Appennino tosco-emiliano, fino al suo ingresso in Fita-CNA, nei primi anni Ottanta del secolo scorso. Diventato subito responsabile dell’associazione locale, Faggi entrò fin da allora nell’Albo provinciale di Forlì e partecipò a tutte le battaglie per l’autotrasporto di quegli anni. Nel 1996 diventò segretario della Fiap e guidò l’associazione per 25 anni. Nel 2014 Faggi fu eletto vice presidente dell’Albo, incarico che - nonostante la malattiamantenne per l’intero quinquennio del mandato, impegnandosi per realizzare il portale della regolarità.
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GOVERNO IMPEGNATO SUL FRONTE DEL BRENNERO
Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti si è detto pronto a chiedere la procedura di infrazione nei confronti dell’Austria se non ci saranno segnali positivi. Intanto l’autotrasporto dice no al sistema slot proposto dalla
Provincia di Bolzano
Si è da poco chiuso un altro anno ma la questione Brennero è più aperta che mai. L’annosa faccenda dei divieti austriaci lungo il valico alpino ha infatti tenuto banco anche durante l’ultimo Consiglio europeo dei Trasporti ed è stata oggetto di molte dichiarazioni del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, il quale ha avuto di recente dialoghi serrati sul tema con il Ministro dei Trasporti tedesco e con la Commissaria Adina Valean “L’accordo è che se non ci saranno segnali concreti già entro gennaio 2023, ci vedremo sul Brennero – ha affermato a riguardo il Ministro –. Ho già chiesto alla Polstrada i dati dei controlli dei camionisti stranieri in ingresso nel nostro Paese e se abbiamo a che fare con qualcuno che non rispetta le regole vedremo
di rendere pan per focaccia. Abbiamo modo di verificare chi entra e come entra nel nostro Paese. Se non ci ascolteranno con le buone in qualche maniera ci ascolteranno, perché non è possibile che in Europa ci siano Paesi di serie A e di serie B”. Salvini ha anche specificato a più riprese che l’Italia potrebbe chiedere per l’Austria una procedura di infrazione: “A livello europeo ci sono Paesi che fanno dumping. Penso all’Austria – ha asserito il titolare del MIT –. Non è possibile limitare l’accesso a mezzi e merci italiane. O ci sarà parità di condizioni, oppure chiederemo all’Europa di mettere l’Austria sotto infrazione”. Nel frattempo, è stato prorogata fino al 31 dicembre 2023 l’esenzione dai divieti settoriali per il traffico locale dei veicoli industriali in direzione est/ovest, attualmente in vigore in
Austria, e in Tirolo si studiano nuove possibili soluzioni per il transito sull’A22. Il presidente della Provincia di Bolzano Arno Kompatscher, infatti, ha presentato uno studio di fattibilità per un sistema di prenotazione a slot che dovrebbe essere adottato dai tre gestori autostradali tra Rosenheim e Trento.
Simile a quello adottato nei porti e nei terminali di trasbordo, il sistema permetterebbe di suddividere la giornata in diverse fasce orarie in cui gli utenti di un’infrastruttura possono prenotarsi attraverso un apposito sistema a seconda della capacità dell’autostrada.
Una proposta criticata però dalle associazioni di categoria dell’autotrasporto secondo le quali questo sistema di prenotazione rischierebbe di limitare ulteriormente la libera circolazione all’interno dell’Unione europea e di comportare maggiori costi e oneri burocratici per le imprese.
14 BRENNERO GENNAIO2023
IL VALORE DEL DIALOGO
Durante l’assemblea di Confartigianato
Trasporti il Ministro Salvini ha sottolineato come il confronto con le imprese sia fondamentale. Caro gasolio, infrastrutture e formazione al centro dei lavori
Caro-gasolio, carenza di personale, formazione degli autisti: sono alcuni dei temi principali toccati dall’assemblea nazionale di Confartigianato Trasporti, che si è tenuta il 17 dicembre scorso. Una riunione che ha rappresentato anche un importante momento di confronto con la politica; ha infatti partecipato in videocollegamento il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini che ha dato il suo pieno appoggio al settore e ribadito la sua disponibilità al dialogo. “Il confronto e il dialogo con le vostre imprese sono fondamentali – ha affermato il Ministro -. Contate sul fatto che Confartigianato avrà nel MIT casa sua”.
I lavori, introdotti dal segretario Sergio Lo Monte, sono stati aperti dal saluto del presidente di Confartigianato Marco Granelli che ha sottolineato come le questioni del caro-gasolio e, in generale
dei costi dell’energia, vadano affrontate in modo strutturato anche a livello europeo. Granelli è poi intervenuto sul tema della carenza di manodopera che interessa anche il settore dell’autotrasporto, sottolineando la necessità di potenziare la formazione delle competenze tecniche e in particolare l’apprendistato professionalizzante. È stata poi la volta del presidente di Confartigianato Trasporti, Amedeo Genedani, che ha sollecitato interventi per risolvere la questione dei transiti al Brennero e per ammodernare le infrastrutture viarie del Paese. In tema di rincari dei carburanti, ha sottolineato l’importanza dello stanziamento di 200 milioni dedicati alle imprese che operano in conto terzi, mentre per quanto riguarda la transizione green ha chiesto nuovi fondi per il rinnovo del parco veicolare.
Infine, il presidente Genedani ha auspicato un confronto intenso con
il Ministero anche per affrontare il tema della carenza di personale e della formazione degli autisti.
Questioni su cui ha poi risposto il Ministro, a partire dal Brennero, anticipando che con il nuovo anno l’Italia potrebbe chiedere la procedura di infrazione (vedi anche art. a pag. 14).
Il vicepremier ha poi ribadito l’impegno all’ammodernamento delle infrastrutture. “La riforma del Codice degli appalti sarà fondamentale, va incontro alle esigenze delle piccole imprese, permetterà di aprire cantieri in tempi più veloci e creerà posti di lavoro”.
Sul fronte della formazione, ha invece sottolineato: “Lavorate bene con l’apprendistato, sono un tifoso della riforma degli Istituti Tecnici Superiori”. Infine, ha annunciato l’impegno ad un appuntamento mensile per affrontare le questioni inerenti i rapporti con la Motorizzazione.
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Circa due miliardi per la Torino - Lione, tre per la Statale Ionica, 300 milioni per la Salaria, 22 milioni per la progettazione del Corridoio Reno - Alpi. E poi ancora, 41 milioni di euro per le opere infrastrutturali nei porti italiani, per il potenziamento dei servizi e dei collegamenti stradali e ferroviari, 23 miliardi di euro per la gestione, la manutenzione, lo sviluppo della rete ferroviaria italiana.
E anche un nuovo Codice degli appalti che dovrebbe servire a semplificare, velocizzare,
sburocratizzare la realizzazione di numerose opere strategiche in Italia.
Sin dai primi mesi del suo insediamento il nuovo Governo e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti hanno dato l’impressione netta di voler spingere sull’acceleratore per quel che riguarda la realizzazione di una serie di opere infrastrutturali strategiche per il nostro Paese. Opere che in alcuni casi hanno una lunga genesi, come la Gronda di Genova (vedi il nostro articolo a pag. 20-21) o una storia controversa, come per il Ponte sullo Stretto o la TAV.
Il tema delle infrastrutture è centrale, in realtà, anche nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che ha dato un forte impulso al settore dopo anni di relativo calo legato alla crisi finanziaria globale, prima, e alla crisi europea del 2011, poi. Situazioni che hanno avuto come conseguenza un taglio degli investimenti. Secondo i dati resi noti da una relazione dei mesi scorsi di Sace, società controllata dal Ministero dell’Economia e delle
di Antonella Vicini
Dal Ponte sullo
Stretto alla TAV
Torino-Lione sono molte le opere strategiche che dovrebbero vedere la luce nei prossimi anni. Vediamo quindi quali sono gli investimenti previsti e le previsioni di realizzazione
INFRASTRUTTURE:
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TIR INFRASTRUTTURE
Finanze, nel 2021 gli investimenti infrastrutturali in Italia ammontavano a 45,3 miliardi di euro; nel 2022 a circa 46 miliardi e si stima che aumenteranno progressivamente fino a raggiungere i 53,7 miliardi di euro nel 2031.
I prossimi anni saranno quindi particolarmente importanti da questo punto di vista.
Delle risorse richieste dall’Italia per realizzare gli interventi previsti nel PNRR, 40 miliardi di euro saranno utilizzati per la realizzazione di opere infrastrutturali e riforme a esse collegate da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. E a integrazione dei fondi europei, si aggiungono anche 20 miliardi di euro di risorse nazionali complementari per i progetti con un maggior grado di complessità.
La scorsa Legge di Bilancio aveva assegnato al Ministero anche ulteriori 36 miliardi per modernizzare e potenziare infrastrutture e sistemi di mobilità in ottica sostenibile.
Ci sono poi i fondi di quest’anno e dell’ultima manovra finanziaria: il MIT può contare quindi su sostanziose risorse europee e nazionali di sua competenza.
Come spiegato da Sace, nel prossimo decennio la spesa per infrastrutture è prevista crescere in media dell’1,7% l’anno, un tasso lievemente superiore alla media dell’Eurozona (+1,5%), ma soprattutto nettamente più alto rispetto alle previsioni formulate
LA DIGITALIZZAZIONE AL CENTRO DEL NUOVO CODICE DEGLI APPALTI
Il nuovo Codice degli appalti entrerà in vigore il 1° aprile per i nuovi provvedimenti, il 1° luglio per quelli già in corso. Si basa su due principi: il “principio del risultato”, che riguarda l’affidamento del contratto e la sua esecuzione con la massima tempestività e il migliore rapporto tra qualità e prezzo nel rispetto dei principi di legalità, trasparenza e concorrenza; il “principio della fiducia” nell’azione legittima, trasparente e corretta della pubblica amministrazione, dei suoi funzionari e degli operatori economici.
Elemento centrale del nuovo Codice degli appalti è anche la digitalizzazione che mira a modernizzare l’intero sistema dei contratti pubblici e il ciclo dell’appalto.
Banca dati nazionale dei contratti pubblici; fascicolo virtuale dell’operatore economico; piattaforme di approvvigionamento digitale; procedure automatizzate nel ciclo di vita dei contratti pubblici sono i capisaldi di quello che si definisce “ecosistema nazionale di approvvigionamento digitale”. Tutti i cittadini potranno avere la possibilità di richiedere la documentazione di gara.
Si dà slancio, inoltre, anche alla programmazione delle infrastrutture prioritarie con la riduzione dei termini per la progettazione.
prima della pandemia (+0,9%). Vediamo quindi cosa ci riservano i prossimi mesi da questo punto di vista, a partire dal nuovo Codice degli appalti, che entrerà in vigore dal mese di aprile (vedi box), e dai fondi inseriti nella Legge di Stabilità per fronteggiare gli aumenti dei costi del materiale per le opere pubbliche.
Ovviamente un capitolo a sé lo merita il Ponte sullo Stretto, che potrebbe essere il vero protagonista di questa legislatura e che il ministro Matteo Salvini ha assicurato verrà messo in opera entro due anni.
È in quest’ottica che nella Manovra
2023 è stata inserita la norma che annulla le pendenze e i ricorsi con la Società finalizzata alla costruzione del collegamento stabile, viario e ferroviario, tra la Sicilia e il continente, messa in liquidazione da nove anni. L’opera, secondo i piani del Governo, sarà cofinanziata dalla Ue. Di questo il ministro Salvini ha parlato con la Commissaria ai Trasporti Adina Valean che ha confermato l’interesse della Ue per una “connessione essenziale”. In un’intervista all’Ansa dello scorso 6 dicembre, a latere del Consiglio Ue dei Trasporti, la Valean aveva sottolineato come fosse importante che “il Governo italiano non abbia
LAVORI IN CORSO
INFRASTRUTTURE GENNAIO2023
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fretta” e che “presenti un progetto molto ben fatto. Perché c’è molta concorrenza per ottenere i soldi della Connecting Europe Facility”.
Già nel giugno 2021 la Commissaria Valean, rispondendo a un’interrogazione parlamentare, aveva dichiarato che “il collegamento tra la Sicilia e l’Italia continentale fa parte della rete transeuropea dei trasporti (TEN-T). Rientra già nel corridoio Scandinavia-Mediterraneo e, in quanto tale, fa parte della rete considerata di importanza unionale”. Stando a quanto anticipato dal ministro Salvini, il ponte, probabilmente a campata unica, sarà un investimento da 10 miliardi di euro, con una forte impronta green che permetterebbe di risparmiare 140mila tonnellate annue di anidride carbonica emesse. I fondi per l’opera potrebbero arrivare dal Meccanismo per Collegare l’Europa e proprio per questo bisognerà lavorare bene al progetto e passare la valutazione Ue.
C’è poi la Torino - Lione, la famosa TAV, inserita anch’essa nella Legge di Stabilità, di cui è stata ribadita l’importanza strategica in una nota congiunta per la Commissione Ue siglata dal Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, e dall’omologo francese Clément Beaune. Nella stessa lettera si è chiesto anche di poter aumentare dal 50 al 55% il tasso dei cofinanziamenti Ue possibili.
La Torino-Lione è un tassello centrale del Corridoio Mediterraneo (TEN-T) e rappresenta l’anello di congiunzione fra Italia e Francia, che scambiano 46 milioni di tonnellate di merci l’anno; solo attraverso il traforo del Frejus ne passano fino a 6 milioni. Considerato che più del 90% dei traffici attualmente avviene via strada, con il tunnel transfrontaliero della Torino – Lione e con una capacità di 180 treni merci/passeggeri al giorno, più di un milione di camion saranno trasferiti ogni anno alla ferrovia. Secondo questi dati, diffusi nella relazione dell’Osservatorio per l’asse ferroviario Torino-Lione lo scorso aprile, sarà possibile risparmiare un milione di tonnellate di CO2 I lavori sul lato italiano sono sempre stati una nota dolente, per via della ben nota opposizione degli attivisti No TAV. Stando al cronoprogramma, quest’anno si attueranno una serie di lavori di scavo. La Legge di Stabilità ha predisposto che entro il 31 marzo di quest’anno sia autorizzato l’avvio del lotto n. 3. L’obiettivo è quello definito dalla Ue: il 2032, come per il Tunnel di Base del Brennero.
Altra connessione essenziale per il resto d’Europa è il Corridoio RenoAlpi.
Il Terzo Valico dei Giovi è il tassello terminale a sud del corridoio Reno-Alpi, uno dei nove corridoi
della TEN-T che parte dai Paesi Bassi, attraversa Belgio, Germania, Francia, Svizzera e approda, appunto, in Italia passando per i valichi di Domodossola e Chiasso e giungendo al porto di Genova. Gli Stati membri hanno l’impegno di completare i corridoi entro il 2030 con infrastrutture capaci, sicure, veloci e collegate tra loro (vedi anche art. a pag. 8-9).
I lavori sulla tratta ferroviaria di 90 chilometri del Terzo Valico sono partiti nel 2012 e attualmente è stato realizzato il 77% degli scavi delle gallerie. Il progetto unico Terzo Valico dei Giovi-Nodo di Genova è una linea ad alta capacità veloce che consente di potenziare i collegamenti del sistema portuale ligure con le principali linee ferroviarie del Nord Italia e con il resto d’Europa e soprattutto con i porti di Anversa e Rotterdam. Ma più in generale la nuova linea ottimizzerà i trasporti permettendo di ridurre i tempi di percorrenza sulle tratte Genova-Milano e GenovaTorino di circa un’ora e sulla GenovaVenezia di circa 3 ore.
E soprattutto si tratta di un pezzo importante delle politiche europee sull’intermodalità ferro-strada: la struttura dell’opera e l’ampiezza delle gallerie permetteranno infatti il trasporto di camion e di container high cube sui treni merci, riducendo nettamente i costi esterni dei trasporti e rendendo più efficiente il sistema.
Sempre in un’ottica intermodale, il Consiglio superiore dei lavori pubblici al MIT ha approvato a metà del mese scorso due opere, per una spesa di circa 30 miliardi di euro per l’alta velocità sulle tratte Salerno/
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INFRASTRUTTURE
Reggio Calabria e tra Palermo e Catania. In particolare, per la Salerno-Reggio Calabria è stato approvato il progetto di fattibilità tecnico-economica dei primi 33 chilometri di strada ferrata tra Battipaglia e Romagnano, dal valore di 2,7 miliardi, finanziato con risorse PNRR.
Per la Palermo-Catania è stato approvato il progetto definitivo della “Tratta Fiumetorto – Lercara Diramazione”, ultimo lotto funzionale del valore di 1,8 miliardi di euro.
Progetti mirati a creare collegamenti più celeri e scambi commerciali più agevoli che sono parte integrante del Corridoio della rete TEN-T Scandinavia –Mediterraneo, che collega Palermo a Helsinki e che sono realizzati anche in funzione del Progetto del Ponte sullo Stretto.
Restando in tema di infrastrutture ferroviarie, sempre alla fine dell’anno sono stati firmati gli accordi di programma 2022-2026 fra MIT e RFI che prevedono 23 miliardi di euro gli investimenti per la gestione, la manutenzione, lo sviluppo della rete ferroviaria italiana. 5,1 miliardi di euro saranno destinati alla manutenzione straordinaria e alla sicurezza della circolazione, circa 1 miliardo all’anno andrà per le attività di gestione e manutenzione ordinaria, mentre 13 miliardi di euro saranno per lo sviluppo e il potenziamento tecnologico e infrastrutturale della rete.
Sul finire del 2022, sono stati messi sul tavolo 41 milioni di euro anche per le infrastrutture portuali e per
il potenziamento dei servizi e dei collegamenti stradali e ferroviari. In realtà si tratta di fondi relativi al 2021 destinati alle Autorità di Sistema Portuale derivanti da una quota parte dell’IVA dovuta per l’importazione di merci che transitano nei porti italiani, che alimenta un apposito Fondo per il finanziamento e l’adeguamento dei porti.
Ferrovie, porti, tunnel di base ma le infrastrutture stradali? I lavori in corso - è il caso di dire - sulle strade italiane sono molti. Oltre alla Gronda di Genova, di cui si parla nelle prossime pagine (20-21), è in avvio infatti la fase zero (che durerà un anno) del progetto del Passante di Bologna, con tutte le attività propedeutiche all’inizio dei primi interventi. Già da questo mese inizieranno ad esempio le operazioni di bonifica dell’area interessata. Il potenziamento del nodo di Bologna rientra nel più vasto programma di investimento
del gruppo Aspi in Emilia-Romagna, che prevede anche l’ampliamento della A13 - nel tratto tra Bologna Arcoveggio e Ferrara Sud – e la realizzazione di una quarta corsia della A14.
Intanto, nelle scorse settimane, il ministro Matteo Salvini ha incontrato i Commissari straordinari per fare il punto sullo stato di avanzamento delle opere stradali sottoposte a commissariamento, 34, per un totale di 127 interventi complessivi.
Si tratta della SS20 Tunnel del Tenda, in Piemonte, del Raccordo autostradale tra l’A4 e la Val Trompia, in Lombardia, dell’Aureliabis a La Spezia in Liguria, della Grosseto-Fano in Toscana, della SS4 Salaria fra Lazio e Marche e della SS106 in Calabria. Nel frattempo, sul finire dell’anno sono stati resi disponibili anche più di 4 miliardi di euro, stanziati dalla scorsa Legge di Bilancio per interventi in parte già cantierabili (vedi box).
PRONTI 4 MILIARDI E MEZZO PER ANAS
Il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile ha approvato 4,55 miliardi di euro per investimenti del Contratto di programma Anas, rendendo in questo modo disponibili i fondi stanziati dalla Legge di Bilancio 2022. Oltre 2 miliardi riguarderanno nuove opere, oltre 1,8 miliardi la manutenzione programmata e 174 milioni di euro per il monitoraggio dei ponti e delle gallerie. Fra le nuove opere ci figurano i lavori per la Pedemontana, per la Variante di Longarone, in Veneto, e per il raccordo autostradale per l’accesso all’hub portuale di La Spezia. Negli ultimi giorni del 2022, Anas ha pubblicato anche bandi da circa 1,7 miliardi di euro per lavori di manutenzione e potenziamento della rete.
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GRONDA DI GENOVA, AL VIA I LAVORI
nell’area saranno ridotte fino al 54%; ma sono previsti anche interventi di riforestazione per 31 ettari di nuovi boschi.
Nel quadro del forte impulso alle infrastrutture nazionali che ha stabilito di dare il nuovo Governo, un posto di rilievo è rappresentato dalla Gronda di Genova, un progetto che ha una lunga genesi e che è stato approvato definitivamente nel 2017.
Lo scorso 4 dicembre, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha siglato il Protocollo d’intesa assieme al presidente della Regione Giovanni
Toti, al sindaco della Città
Metropolitana di Genova, Marco
Bucci, al presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar
Ligure Occidentale, Paolo Emilio Signorini, e a Roberto Tomasi, amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, società che realizzerà l’opera.
Una firma che oltre a riconoscere l’alto valore strategico dell’infrastruttura ne conferma l’urgenza.
La rete viaria genovese è caratterizzata infatti da volumi di traffici molto elevati, con una buona dose di veicoli commerciali legati al porto. La Gronda di Genova alleggerirà dal traffico pesante il tratto più interconnesso dell’A10 – cioè quello dal casello di Genova Ovest (Porto di Genova) sino all’abitato di Voltri –, trasferendolo sulla nuova arteria, con ricadute positive anche sull’ambiente.
Si calcola che le polveri sottili
Saranno anche installati impianti fotovoltaici per coprire interamente il fabbisogno energetico dell’infrastruttura, mettendo a disposizione del territorio il restante 50% dell’energia prodotta. Il materiale di scavo delle gallerie, inoltre, sarà trasportato attraverso uno slurrydotto, e cioè un sistema, utilizzato già
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La nuova opera consentirà di alleggerire dal traffico pesante il tratto più interconnesso dell’A10, trasferendolo sulla nuova arteria. Gli investimenti, per 4,2 miliardi di euro, saranno a carico di Autostrade per l’Italia
TIR INFRASTRUTTURE GRONDA DI PONENTE VESIMA Ventimiglia ALESSANDRIA GENOVA VOLTRI A10 A26 MASONE
nell’industria mineraria, costituito da un condotto in cui il materiale, contenente eventuali fibre di amianto, viene miscelato alla bentonite per evitare la dispersione delle polveri. Lo slurrydotto passa adiacente all’argine destro del Torrente Polcevera e si sviluppa per circa 12 metri senza interessare le viabilità urbane.
Si stima che ci vorranno circa 7 anni e 4,2 miliardi di euro, tutti in carico ad Autostrade per l’Italia, per realizzare quella che viene considerata una delle più imponenti opere ingegneristiche europee.
La nuova infrastruttura si allaccia agli svincoli che delimitano l’area cittadina (Genova Est, Genova Ovest, Bolzaneto), si connette con la direttrice dell’A26 a Voltri e si
ricongiunge con l’A10 in località Vesima. Comprende 65 chilometri di nuovi tracciati autostradali e si sviluppa attraverso un sistema di gallerie, 23 in tutto, per un totale di circa 50 chilometri, pari a circa l’81% dell’intero tracciato. Le opere all’aperto, invece, comprendono la realizzazione di 13 nuovi viadotti e l’ampliamento di 11 già esistenti. L’autostrada esistente sarà utilizzata come tratta principale per i mezzi dei cantieri. I principali cantieri di scavo delle gallerie sono infatti in prossimità delle carreggiate esistenti. Un massiccio sforzo cantieristico che impegnerà circa 7mila maestranze l’anno. Al di là dei numeri e dei piani di oggi, la Gronda è un’opera che ha una lunga storia e che ha visto il coinvolgimento anche dei cittadini. Si è cominciato a parlare per la prima volta del potenziamento dei collegamenti Est/Ovest nel nodo di Genova già negli anni
’80, ma solo agli inizi degli anni 2000 è stato realizzato il primo studio di fattibilità, con 4 diverse alternative del tracciato. Da lì in poi si è andato avanti con i vari progetti (con relativo dibattito pubblico) e nel frattempo si è iniziato a lavorare sulla valutazione dell’impatto ambientale e sul sito dove raccogliere il materiale di scavo delle gallerie; elemento chiave nella realizzazione dell’opera. Nel 2008 il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare hanno istituito un Gruppo tecnico di lavoro che ha individuato il luogo di conferimento del materiale di scavo. È però il 2010 l’anno del protocollo d’intesa; mentre fra il 2011 e il 2014 si è lavorato alla procedura di valutazione dell’impatto ambientale e al relativo decreto.
Come già accennato, nel 2017, infine, è arrivato il Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che sancisce l’approvazione del progetto definitivo e dichiara la pubblica utilità dell’opera. L’impatto ambientale resta centrale nel processo di progettazione e realizzazione della Gronda e in questo senso svolge un ruolo importante l’Osservatorio
Ambientale “Nodo stradale ed autostradale di Genova adeguamento sistema A7A10-A12”,
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attivo per tutta la durata dei lavori. TIR INFRASTRUTTURE
A12 POTENZIAMENTO A7 GENOVA BOLZANETO GENOVA GENOVA OVEST GENOVA EST GENOVA PEGLI GENOVA AEROPORTO GENOVA NERVI Liberalizzazione dell’A10 fra Genova Voltri/Prà G. Pegli e G. Aereoporto MILANO BUSALLA A12 A7 LA GRONDA IN NUMERI 65 km di nuovi tracciati autostradali 23 gallerie per 50 km 13 nuovi viadotti per un totale di 24
POTENZIAMENTO
Austria e Italia hanno relazioni non sempre idilliache per quel che riguarda i trasporti. Pensiamo infatti alle limitazioni imposte dal Tirolo al transito dei mezzi pesanti lungo l’asse del Brennero su cui hanno espresso numerose perplessità anche le autorità Ue. Nelle scorse settimane però è giunta una notizia positiva sul fronte della collaborazione fra i due Paesi, e cioè l’inaugurazione del primo corridoio doganale internazionale europeo fra il porto di Trieste e l’interporto austriaco di Fürnitz, in Carinzia, attivo dal mese di gennaio.
Grazie al corridoio i container in arrivo nello scalo portuale italiano saranno caricati direttamente dalla nave al treno cargo e prenderanno la via del Nord e del Centro Europa senza controlli doganali, che verranno effettuati solo una volta arrivati a destinazione in Austria. Al porto di Trieste saranno effettuati i controlli di sicurezza e quelli obbligatori, come quelli sanitari. Si tratta, dunque, di un vantaggio significativo per le merci e più in generale per l’export: si riducono infatti i tempi di viaggio e i costi grazie anche a un alleggerimento delle procedure amministrative. La collaborazione coinvolge ÖBB - le ferrovie austriache (attraverso Rail Cargo Group) -, l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, Adriafer (che svolge i servizi ferroviari
Grazie al nuovo collegamento fra il porto di Trieste e l’interporto austriaco di Fürnitz, i container saranno caricati direttamente dalla nave al treno cargo senza effettuare i controlli doganali
AUSTRIA-ITALIA: PRIMO CORRIDOIO DOGANALE INTERNAZIONALE
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per lo scalo giuliano), l’Agenzia delle Dogane italiana e austriaca e il governo della Carinzia. Il porto di Trieste, con oltre 200 treni a settimana che lo collegano con le aree produttive e industriali del Nord-Est italiano e del Centro Europa, può contare su traffici importanti dal punto di vista ferroviario e intermodale con l’Austria, ma anche con la Germania e il Belgio. Si tratta di rapporti già consolidati che troveranno beneficio dal nuovo corridoio che eliminerà tutta una serie di procedure doganali in porto, velocizzando il trasferimento dalla banchina ai treni delle merci destinate a quei mercati. Uno snellimento che fa il paio con lo status di Porto Franco che ribadisce il ruolo del Porto di Trieste quale hub internazionale per il Far East e quale punto d’incontro fra le rotte marittime e i corridoi europei, Adriatico-Baltico e Mediterraneo (vedi box). E sempre in un’ottica di razionalizzazione vanno inquadrate le iniziative per
la digitalizzazione - come quella partita alla fine dello scorso ottobre che prevede che i veicoli accedano soltanto mediante una procedura informatica di “preavviso di arrivo”o lo sdoganamento in mare. In attesa di poter valutare in termini quantitativi gli effetti del nuovo corridoio internazionale, ricordiamo che l’anno appena passato si è chiuso con una crescita su tutti i fronti per lo scalo. Scendendo nel dettaglio dei dati consolidati disponibili, i primi dieci mesi del 2022 hanno rivelato la solidità della ripresa dei traffici e numeri positivi per tutte le categorie merceologiche: un complessivo +4,33% con 47.479.335 di tonnellate di merce rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Stabili le rinfuse liquide con 30.886.124 tonnellate (+0,56%) e forte slancio per le rinfuse solide, con 567.013 tonnellate movimentate (+22,85%). E anche i container mostrano un incremento a doppia cifra (+16,23) che corrisponde a 735.046 TEU movimentati; un record storico per lo scalo triestino. Tutto questo nonostante dalla fine dello scorso febbraio l’invasione russa dell’Ucraina abbia creato una serie di ipoteche sulla ripresa economica europea.
DAL PORTO FRANCO UNA SPINTA ALLA CRESCITA
Fondato dall’imperatore Carlo VI nel 1719 e sviluppato poi per merito della figlia Maria Teresa d’Austria, il Porto franco di Trieste si è trasformato nello scalo dell’Impero austroungarico. Le peculiarità e i vantaggi doganali e fiscali sono un’eredità di quei tempi. Nel 2017, con un decreto firmato dal MIT e dal MEF è stato definito un impianto normativo che ha confermato all’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale il ruolo di “gestore unico” del regime di Porto franco di Trieste.
Il Porto franco è sostanzialmente un territorio extradoganale, dove le procedure doganali per l’introduzione della merce sono semplificate.
Fra i vari benefici di questo status c’è l’esenzione dal pagamento del dazio, dell’IVA e delle misure di politica commerciale per le merci terze introdotte e per tutta la durata della loro permanenza nei punti franchi.
La merce Ue ed extra Ue può essere stoccata senza limiti di tempo. E ancora, la merce trasformata in un Punto franco acquisisce origine Ue e “made in”, rispettando però una serie di condizioni.
Inoltre, per sviluppare i servizi ferroviari e intermodali si garantisce la libertà di accesso a tutti i vettori ferroviari.
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LOGISTICA: UN SETTORE IN TRASFORMAZIONE
Nel 2022 la contract logistics è cresciuta di quasi il 3%, non solo per l’e-commerce ma anche perché gli operatori offrono nuove attività. L’aumento dei costi e la carenza di personale mettono però in difficoltà le aziende
Cresce il mercato della logistica conto terzi in Italia. L’anno appena concluso ha segnato infatti risultati incoraggianti che confermano un trend già avviato e fanno presagire una buona performance anche per l’anno appena avviato.
Secondo quanto emerso da una ricerca condotta dall’Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet” del Politecnico di Milano, dopo un 2021 di forte ripresa dei volumi, nel 2022 si è toccata infatti la quota di 91,8 miliardi di euro che corrispondono a circa il 3% in più. Quasi 92 miliardi che sono la somma dei fatturati di tutte le imprese di logistica operanti in Italia. Parliamo, quindi, di tutti i
servizi che vanno dal trasportonazionale e internazionale, alla gestione dei magazzini, all’ultimo miglio. Una crescita dovuta a più fattori. Il primo è proprio l’aumento dell’universo e-commerce a cui si lega anche l’incremento del trasporto merci su strada; lo confermano anche i dati dei gestori delle strade e delle autostrade sui transiti. Ma oltre a questo c’è una vera e propria trasformazione del settore che
+13% Carburante 2021
+13,5% Energia elettrica 2021
GENNAIO2023
+3% Locazione immobili 2021
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TIR SUPPLY CHAIN
include attività via via sempre più diverse. In un mercato che cambia, infatti, gli operatori non offrono più la sola gestione del magazzino o la movimentazione delle merci, ma anche la gestione delle scorte, degli ordini e-commerce, dei resi e customer service. Una trasformazione legata anche alla digitalizzazione del settore che, come per il commercio digitale, ha subito una forte accelerazione a partire dalla pandemia.
Industria 4.0, robotica, automazione, in realtà, erano già protagonisti dei magazzini. Ma nel tempo sono stati digitalizzati anche altri step della filiera, grazie a un utilizzo più diffuso della
sensoristica – che permette di monitorare le movimentazioni – e alla dematerializzazione progressiva dei documenti. La logistica vive un momento di evoluzione che porta con sé anche alcune criticità. Nonostante la crescita della domanda, vanno considerati infatti anche l’aumento dei costi operativi e la carenza di personale e di spazi adeguati, assieme ai rallentamenti registrati nella supply chain internazionale e al caro energetico; tutti elementi che hanno messo in difficoltà le aziende.
Come evidenzia lo studio del Politecnico di Milano, nel 2021, il costo del carburante diesel è aumentato del +13%, quello dell’energia elettrica del +13,5%, i canoni di locazione degli immobili del +3%.
Gli adeguamenti di costi del lavoro previsti dal CCNL hanno segnato, invece, circa il +1,5% all’anno.
Ma nel 2022 il vero e proprio problema è stato il prezzo dell’elettrica che ha più che raddoppiato il suo valore (+117%).
Secondo il “Transport Index”, elaborato dall’Osservatorio per monitorare l’andamento mensile del mercato, i costi di trasporto sono aumentati per tutto il 2022.
In particolare si segnala a marzo il +5,1%, a giugno il
+8,7%, a luglio il +9,2%.
In questo contesto il settore dei trasporti è stato chiamato a cambiare anche l’impostazione del lavoro, a causa anche delle carenze già evidenziate. Da questo punto di vista, nel corso del 2022, la maggior parte delle aziende – il 96% – ha lavorato sulla relazione mittentedestinatario-fornitore di servizi logistici in quattro direzioni, declinate in modo diverso a seconda della modalità e della tipologia di servizio di trasporto (strada, nave, aereo): contratti, pianificazione, visibilità e processi. Per quel che riguarda la digitalizzazione, invece, lo scorso anno il 72% delle aziende di logistica ha attivato tecnologie per la raccolta e la gestione delle informazioni utilizzando ad esempio tablet ai varchi di accesso, sistemi RFId o sensori per la raccolta dati in modo automatico e poi sistemi per scambiarli. La blockchain è parte delle tecnologie scelte per la certificazione delle informazioni. Un altro 32% ha preferito progetti di automazione delle attività logistiche come magazzini dotati di sensoristica avanzata o soluzioni basate su flotte di robot per la movimentazione dei materiali. Il 14% delle imprese, infine, ha avviato progetti –soprattutto pilota – per l’analisi di dati, adoperando software big data che permettono di aggregare e organizzare grandi quantità di dati e utilizzarli in maniera predittiva per valutare diversi scenari e poter affrontare meglio eventuali criticità.
25 GENNAIO2023 TIR SUPPLY CHAIN
+117% Energia elettrica 2022
NUOVA VITA PER CASSE E PALLET
Fercam Echo Labs, l’impresa sociale non a scopo di lucro del Gruppo Fercam, ha realizzato presso il centro di Roma un Echo Park, usando solo pallet e materiali non più utilizzati dall’azienda: un esempio pratico di economia circolare applicata ai trasporti e alla logistica
di Ertilia Giordano
Si parla spesso di sostenibilità economica, sociale e ambientale. Frequentemente si accenna all’economia circolare. Meno spesso però, almeno nel parlare comune, si utilizza la sigla che richiama, in tre lettere, questi importanti concetti: ESG, dove la E sta per Environmental (ambientale), la S per Social (sociale) e la G per Governance (governo societario).
La traduzione letterale è presto fatta, più complesso è
comprendere di cosa fattivamente si tratti: in base all’ottica ESG, le società investono dei capitali in imprese e progetti considerati sostenibili che quindi rispettino l’ambiente, promuovano l’inclusione e il benessere dei lavoratori, favoriscano la presenza di soggetti fragili nella loro organizzazione.
Certo, si tratta di un elemento di cosiddetta “finanza sostenibile” che avrebbe bisogno di spiegazioni teoriche più lunghe e complesse, ma noi di Tir
preferiamo passare subito agli esempi pratici che, ovviamente, rappresentino il mondo dell’autotrasporto e della logistica. In questo numero abbiamo infatti deciso di portare l’esempio di Fercam Echo Labs, l’impresa sociale non a scopo di lucro del Gruppo Fercam, l’operatore italiano di trasporti e logistica. Si tratta, di fatto, di un laboratorio permanente che si propone di integrare ricerca, pratica e formazione e che, in una prospettiva di integrazione sociale, ingloba migranti, richiedenti asilo, diversamente abili e altre categorie fragili nelle sue attività. Il risvolto sociale appare dunque chiaro, come anche in verità quello ambientale: l’impresa si propone infatti, in un’ottica di economia circolare, di realizzare arredi e strutture con materie prime altrimenti destinate allo smaltimento, come soprattutto il legno dei pallet presente in larga misura negli
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TIR SOSTENIBILITÀ GENNAIO2023
ambienti della logistica. Non è un caso, quindi, che il primo progetto di Echo Labs sia stato il Fercam Echo Park, l’area break a disposizione dei dipendenti e dei collaboratori di Fercam presso il centro di distribuzione di Roma, inaugurato a maggio 2022. Nel “park” sono stati infatti impiegati i pallet non più utilizzati dall’azienda che, a seguito di processi di disassemblaggio, lavorazione e riassemblaggio, hanno dato vita a sedie, tavoli, supporti per piante e “bugs hotel” a tutela della biodiversità in grado di arredare gli spazi in modo ecologico. Ma scopriamo i dettagli: per edificare l’area break si è partiti da due casse mobili, destinate allo smaltimento per il recupero del ferro, che sono state modificate e riverniciate per ricavare delle aperture e farne ampie finestre. Sono state poi realizzate delle librerie, utilizzando il legno delle casse per il trasporto delle opere
d’arte del reparto Fercam Fineart, al fine di promuovere lo scambio di libri tra dipendenti e collaboratori. L’associazione partner del progetto, Linaria Onlus, ha infine disegnato e guidato la realizzazione degli altri arredi e delle strutture accessorie, sempre partendo da materiali di scarto.
E qui ritorna in campo lo scopo sociale, in collaborazione con la Cooperativa Sociale Medihospes, ente gestore del progetto SAI, il sistema di accoglienza e integrazione per ente locale Roma Capitale: le attività di lavorazione del legno, infatti, sono state seguite, con possibilità di apprendimento e futura collocazione professionale, da un
gruppo di sette rifugiati politici che, anche grazie al contributo del Laboratorio Linfa, hanno partecipato ai lavori e ricevuto un attestato spendibile nel mondo del lavoro europeo.
Il Fercam Echo Park, quindi, può rientrare a pieno titolo nelle forme di investimento in prospettiva ESG e essere uno dei tanti esempi del settore trasporti, alle prese ogni giorno con quintali di pallet.
Il focus sui pianali, imballaggi fondamentali a livello globale, d’altronde, è importante per il comparto vista la loro potenzialità in ottica di supply chain circolare.
Le scelte ESG nel mondo della logistica, com’è evidente, possono essere tante, a partire anche da piccoli progetti di economia circolare, fino ad approdare a strategie ben più ampie, come nel caso di Fercam. “Investiamo in soluzioni logistiche e tecnologie eco-compatibili e perseguiamo obiettivi in linea con l’ottica ESG – ha dichiarato Dino Menichetti, regional manager di Fercam e presidente di Fercam Echo Labs –. Tra i nostri impegni vi sono anche l’impiego di motori a trazione sempre più green, utilizzo di fonti rinnovabili ed efficientamento energetico dei nostri edifici. Nel 2021 è stata poi fondata Fercam Echo Labs, impresa senza scopo di lucro del Gruppo, che ha dato vita a una rete di partner che collaborano alla realizzazione di progetti in grado di condurre ad un futuro più sostenibile per le persone e per l’ambiente”.
TIR SOSTENIBILITÀ GENNAIO2023 27
VIABILITÀ
TUTTO PRONTO PER LA NEVE
Anche quest’anno Viabilità Italia ha predisposto il Piano Neve, con le azioni da mettere in atto in caso di criticità dovute al maltempo. Vediamo le tratte autostradali dove potrà essere applicato il fermo temporaneo dei mezzi pesanti
Anche se quest’anno il caldo sembrava non voler cedere alla stagione invernale, a inizio dicembre la neve si è presentata copiosa, imbiancando molte zone del nostro Paese. Così se da un lato il paesaggio ha acquistato ancora più fascino, dall’altro la circolazione sulle strade si è resa più problematica, per la presenza di ghiaccio sull’asfalto. Anche per l’inverno 2022-23 è stato quindi predisposto un Piano Neve da Viabilità Italia, il Centro di coordinamento nazionale in materia di viabilità istituito presso il Ministero dell’Interno – Direzione del Servizio di Polizia Stradale.
Il Piano individua tutte le azioni da mettere in atto per prevenire e fronteggiare le criticità per la circolazione stradale dovute alle condizioni meteorologiche avverse, quali precipitazioni nevose o pioggia ghiacciata, sia da parte degli organi di Polizia Stradale e degli enti concessionari e proprietari delle strade ed autostrade, sia da parte degli utenti della strada.
Nel piano sono quindi indicate le tratte stradali extraurbane e le autostrade dove vige l’obbligo di circolare con pneumatici invernali montati o della
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presenza a bordo dei veicoli di mezzi antisdrucciolevoli idonei alla marcia su neve e ghiaccio. Gli pneumatici idonei alla marcia sulla neve sono contrassegnati da una marcatura (M+S; MS; M-S; M&S) e devono avere caratteristiche corrispondenti a quelle indicate nella carta di circolazione del veicolo.
Inoltre, sono state individuate le tratte autostradali dove può essere attuato il fermo temporaneo dei mezzi pesanti e l’indicazione delle aree di accumulo degli stessi con il numero di stalli per la sosta disponibili.
Il piano contiene inoltre le procedure da adottare in caso di pioggia ghiacciata e il programma di vigilanza sulla rete ferroviaria. Ovviamente le regole da sole non bastano. Al Piano Neve si deve affiancare, infatti, il comportamento responsabile degli utenti della strada, che prima di partire sono tenuti a controllare lo stato di efficienza del veicolo e degli pneumatici nonché di informarsi preventivamente sugli scenari meteo attesi. Inoltre, durante il viaggio, è possibile mantenersi costantemente informati sulle condizioni di percorribilità di strade ed autostrade chiamando il numero gratuito 1518 del C.C.I.S.S.; ascoltando le trasmissioni di Rai Isoradio (FM 103.3) ed i notiziari di Onda Verde (su Radio 1, 2 e 3); consultando il sito web cciss. it e mobile.cciss.it, nonché i siti internet delle singole società concessionarie autostradali.
TRATTE
AUTOSTRADALI IN CUI VIGE IL DIVIETO DI CIRCOLAZIONE DEI MEZZI PESANTI IN CASO DI EMERGENZA NEVE
NORD
Autostrada A1
1) Tratta Piacenza-Parma
2) Modena - Sasso Marconi (Bologna)
3) Tratta Sasso Marconi-Bivio Direttissima (VdV)
Direttissima (VdV)
Calenzano-Bivio Direttissima (VdV)
Autostrada A4
4) Tratta Ospitaletto-Desenzano (Brescia)
5) Trieste Lisert-Fernetti
Autostrada A5
6) Tratta Aosta-Traforo Monte Bianco
Autostrada A6
7) Ceva-Altare (Savona)
Autostrada A7
8) Tratta Serravalle Scrivia-All. A12
9) Serravalle Scrivia-Milano
Autostrada A10
9) Tratta Savona-Finale Ligure
Autostrada A12
10) Tratta Deiva-Brugnato (La Spezia)
Autostrada A13
11) Tratta allacciamento A13/A14-Ferrara sud
Autostrada A14
Tratta Bologna-Imola
12) Tratta allacciamento A14/A1-Imola
Autostrada A15
Tratto Parma - La Spezia
13) Allacciamento A1/A15
14) Allacciamento A15/A12
Autostrada A21
15) Tratta Villanova-Alessandria ovest
Autostrada A23
16) Tratta Amaro-Tarvisio (Udine)
Autostrada A26
17) Predosa-Genova Voltri
Autostrada A27
18) Tratta Vittorio Veneto-Belluno
Autostrada A32
19) Tratta Susa-Traforo del Fréjus
20) Aosta-Traforo Gran San Bernardo
CENTRO
Autostrada A1
21) Tratta Chiusi-Orvieto
22) Tratta allacciamento A24-Ceprano (Fr)
Autostrada A14
23) Tratta Cattolica-Fano
24) Tratta Ancona nord-Ancona sud
25) Tratta Giulianova-Pescara nord
26) Tratta Pescara ovest-Val di Sangro
27) Tratta Pescara ovest-Poggio Imperiale
Autostrada A24
28) Tratta Tivoli-svincolo Teramo città
Autostrada A25
29) Svincolo direzionale Torano-Chieti
SUD
Autostrada A1
30) Tratta San Vittore-Caianello (Caserta)
Autostrada A2
31) Tratta Buonabitacolo-Frascineto (Cosenza)
32) Tratta Cosenza-Altilia Grimaldi
Autostrada A14
33) Tratta allacciamento A14/A16-Andria
34) Tratta Foggia-San Severo
35) Tratta Bari sud-Mottola/Castellaneta
Autostrada A16
36) Tratta Baiano (Avellino)-Cerignola ovest Foggia)
Autostrada A19
37) Tratta Caltanissetta-Enna
38) Tratta Scillato-Tremonzelli
CONFINI DI STATO
1) con la Francia (A10)
2) con la Francia (A32)
3) con la Svizzera (A9)
4) con l’Austria (A22)
5) Slovenia (raccordo autostradale 13 e 14)
6) Austria Galleria del Lago-Confine di Stato
Austria (A23)
T2 Traforo Gran San Bernardo Tratto Aosta –Traforo Gran San Bernardo
TIR
29 VIABILITÀ
Quello appena trascorso è stato un anno difficile, caratterizzato dallo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina che ha fatto lievitare i costi. Riviviamo, attraverso le pagine della nostra rivista, gli eventi principali per i trasporti e la logistica
C’è chi cantava l’anno che verrà. A noi di Tir piace anche pensare all’anno che è stato, soprattutto se si tratta di un anno particolare, caratterizzato da grandi cambiamenti e da molte, nuove criticità. C’è da considerare, infatti, che a livello internazionale il 2022 è stato purtroppo l’anno dello scoppio della guerra in Ucraina, dramma umanitario ed economico che ha colpito i Paesi europei (e non solo) già duramente provati dalla lunga crisi pandemica. Il peggio ci sembrava alle spalle quando, a gennaio scorso, tiravamo le somme dell’anno che era stato. Eppure, nuove sfide decisamente impegnative si sono stagliate all’orizzonte fin dai primi mesi del 2022
UN ANNO visto da 2022
30 GENNAIO2023
TIR NOTIZIE
piagati, in modo particolare, dall’emergenza relativa al rincaro dei carburanti. I prezzi del gasolio, e non solo, saliti alle stelle hanno infatti messo in ginocchio l’autotrasporto, un settore che cercava di risalire finalmente la china degli anni precedenti.
Tramite un colloquio serratissimo con il governo Draghi, che ha visto per il comparto il ruolo attivo dell’ex Ministro Enrico Giovannini e dell’ex Viceministra con delega all’autotrasporto Teresa Bellanova, le aziende di autotrasporto hanno potuto contare su misure compensative che hanno aiutato il comparto a riprendere la sua strada, sebbene ancora con molti carichi materiali, e non, da trainare.
In un anno molto è cambiato, sia nell’Albo, sia nella struttura e nella guida del Ministero, sia nelle politiche europee.
Il Dicastero di Porta Pia, con le elezioni di settembre e con la formazione del Governo Meloni, è stato affidato a Matteo Salvini che ha trovato sulla scrivania un dossier corposissimo.
Con i prezzi dei carburanti e delle materie prime ancora decisamente alti e con la sfida della sostenibilità, come imprescindibile diktat europeo, sempre incalzante il mondo dei trasporti ha chiuso l’anno tra un sospiro di sollievo e una nuova difficoltà.
Nella speranza di un 2023 più in discesa che in salita, ecco in breve il 2022, mese per mese, attraverso gli eventi che lo hanno caratterizzato e soprattutto attraverso le nostre pagine.
GENNAIO, NUMERO 244
Il 2022 si è aperto con l’entrata in vigore della Legge di Bilancio approvata a dicembre 2021 che, tra le altre cose, ha istituito il Fondo per la strategia di mobilità sostenibile.
Il fondo in questione ha destinato 2 miliardi a una serie di interventi, tra cui
lo sviluppo del trasporto merci intermodale e il rinnovo dei mezzi adibiti all’autotrasporto. È stato poi pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto del Presidente della Repubblica che ha introdotto le nuove regole per lo Sportello Unico Doganale e si è dunque avviata la semplificazione delle procedure di import/export per il nostro Paese. Sempre a livello normativo, un nuovo regolamento Ue ha introdotto nuove regole sul distacco degli autisti (la nuova Direttiva è in fase di recepimento in Italia) e sulla gestione delle dichiarazioni. Gennaio, o meglio il numero di gennaio, ha dedicato, infine, ampio spazio al fenomeno del cargo crime, con i dati sulle perdite crescenti causate dai reati connessi al trasporto merci forniti da Europol, e a Galileo, il sistema di navigazione satellitare europeo, che ha messo in orbita due nuovi satelliti.
FEBBRAIO, NUMERO 245
Febbraio è stato un po’ il mese delle “commissioni”. Viene, infatti, istituita la Commissione incaricata a redigere il Piano dei Trasporti e della Logistica. Dal canto suo, l’Albo Nazionale degli Autotrasportatori ha dato il via alla prima riunione
31 GENNAIO2023 TIR NOTIZIE
della Commissione Conducenti, volta a trovare soluzioni alla carenza di autisti che colpisce anche il nostro Paese, e ha fornito una fotografia del settore per il 2021 che ne ha evidenziato la crescita e, soprattutto, il rafforzamento. Nel frattempo, il Mims continua il suo processo di riorganizzazione con l’articolazione in tre Dipartimenti, tra cui uno interamente dedicato alla Sostenibilità. Da febbraio entrano poi ufficialmente in vigore, a livello europeo, molte nuove regole del cosiddetto Primo Pacchetto Mobilità.
Sul fronte lavoro, importante da segnalare la modifica delle norme del Codice Civile che disciplinano il Contratto di spedizione e di trasporto. Il numero del mese si è inoltre caratterizzato per un focus sull’idrogeno e sulla 44esima edizione della Dakar.
MARZO, NUMERO 246
Dopo un momento di tensione a inizio anno e ben tre incontri a distanza molto ravvicinata che permettono anche l’aggiornamento dei costi di riferimento, le imprese di autotrasporto trovano un’intesa con il Governo: vengono, infatti, messi a disposizione 80 milioni di euro per aiutare le aziende a far fronte al caro carburante che sta scuotendo il settore e il Paese. Il numero di marzo, a riguardo, fa anche il punto sui rincari, con focus sul diesel, sul
gas, sull’energia sulle possibili
elettrica e occasioni fornite dai sul fronte trasporto marittimo, si
biocarburanti. Nel frattempo, riportano i dati di crescita forniti da SRM e Assoporti e gli esiti della seconda riunione del Tavolo del Mare, istituito da Mims nel dicembre precedente. Focus, spostamento dei depositi chimici al porto di Genova, che fa molto
inoltre, sullo
TIR NOTIZIE
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discutere, e sul fenomeno del cybercrime, ossia sugli attacchi informatici alla logistica.
APRILE, NUMERO 247
Dopo mesi particolarmente duri per l’autotrasporto, a causa del caro carburanti e dei costi delle materie prime, sembra aprirsi una nuova stagione per il settore: viene firmato un protocollo d’intesa con le associazioni di categoria dell’autotrasporto e con due decreti vara una serie di misure straordinarie per il settore, attuando molti dei punti stabiliti dal protocollo stesso. Intanto vengono tracciati una nuova strategia per la sicurezza stradale e un piano per la manutenzione e il rinnovamento delle infrastrutture. Il conflitto russo-ucraino
è, purtroppo, nel vivo e la guerra arriva a minacciare anche la supply chain: sia le rotte marine che stradali subiscono, infatti, cancellazioni o rallentamenti. Le aziende italiane di autotrasporto, allo stesso tempo, dimostrano particolare solidarietà mettendo in atto una serie di aiuti per la popolazione ucraina. A proposito di imprese, dall’Albo arriva un contributo per la certificazione di qualità rivolta a chi trasporta merci pericolose, derrate reperibili, rifiuti industriali e di prodotti farmaceutici.
MAGGIO, NUMERO 248
Il momento è ancora impegnativo e fin troppo sfidante per le imprese di autotrasporto: arriva
così il via libera all’utilizzo dei 500 milioni di euro per le aziende con veicoli Euro 5 ed Euro 6 sopra le 7,5 tonnellate da utilizzare come credito d’imposta per compensare i maggiori costi del carburante. Anche l’Albo continua a impegnarsi in diversi progetti per promuovere la formazione e la sicurezza degli autotrasportatori, anche attraverso la campagna congiunta con l’Inail. Per parlare del settore e per far comprendere la sua importanza e le sue sfide a un pubblico sempre più vasto, Rivista Tir realizza, in collaborazione con Radio24, la serie “Ottoruote”, un podcast in sei puntate per raccontare la storia dell’autotrasporto attraverso le sue tappe fondamentali. Nel frattempo, il Mims continua a lavorare su uno sviluppo sempre più sostenibile delle infrastrutture e dei trasporti ed elabora il rapporto STEMI, per la transizione ecologica della mobilità.
GIUGNO, NUMERO 249
Dopo la partecipazione dell’Albo degli Autotrasportatori al Transpotec, con il convegno “Sostenibilità e sicurezza per l’autotrasporto italiano” e il focus sui numeri del settore, giugno si apre con l’avvio
33 GENNAIO2023 TIR NOTIZIE
della fase pratica di “Guidiamo Sicuro”, l’iniziativa promossa dall’Albo con l’obiettivo di fornire ai conducenti le competenze per una guida più sicura e sostenibile. Parallelamente, il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, con l’allegato al Documento di Economia e Finanza, stanzia 280 miliardi per la mobilità sostenibile. A proposito di sostenibilità, il Gruppo FS rende noto il suo piano industriale che mette in campo 190 milioni per un trasporto più green e che prevede un raddoppio in dieci anni del trasporto merci su ferro. In ambito logistica, si regolarizza finalmente l’interscambio di pallet attraverso una norma contenuta nel D.L. Taglia Prezzi: il nuovo sistema prevede l’obbligo per chi riceve un determinato numero di bancali di restituirne al proprietario o al committente altrettanti.
LUGLIO/AGOSTO, NUMERO 250
Rivista Tir arriva al simbolico traguardo del 250esimo numero e dedica ampio spazio all’Europa, in particolare al Piano di emergenza per i trasporti elaborato dalla Commissione europea e all’estensione dell’ETS, il sistema di scambio di quote di emissioni, anche al trasporto stradale.
Il focus nazionale è invece sull’indagine sui trasporti della Banca d’Italia che mostra una crescita della quota dei vettori italiani, ma anche un aumento dei costi medi. A crescere sono anche i porti che mobilitano, nei primi mesi del 2022, ben 118 milioni di tonnellate di merci, portandosi avanti rispetto all’anno precedente. Per quanto riguarda invece l’autotrasporto, aumenta la dotazione finanziaria per le spese non documentate. Nel numero di luglio/agosto, spazio
dedicato anche alla space economy, con l’italiana D-Orbit, impresa attiva nelle infrastrutture logistiche e di trasporto spaziali, e all’economia circolare come strumento per ridurre l’impronta carbonica anche di trasporti e logistica.
SETTEMBRE, NUMERO 251
In un clima ancora caldo, e non solo dal punto di vista meteorologico, il Comitato Centrale dell’Albo degli Autotrasportatori firma le convenzioni con RAM e Sogesid per realizzare uno studio strategico per lo sviluppo per le aree di sosta per i veicoli pesanti in Italia, una delle grandi necessità del settore. L’autotrasporto, nel frattempo, come riportato dall’Osservatorio sulle tendenze di Mobilità del Mims, cresce nei primi mesi del 2022, superando i livelli del 2019. A proposito di Mims, il Ministero di Porta Pia pubblica la 50esima edizione del Conto Nazionale con dati e statistiche relativi al 2020 e al 2021. Sul fronte Albo, si dà il via alla presentazione delle domande per il buono patente, un’iniziativa finalizzata a stemperare l’emergenza dovuta alla carenza di autisti. Il focus, questo mese, è sull’e-commerce e sul ruolo fondamentale che la logistica ricopre nel settore, oltre che sulle nuove professioni della supply chain.
OTTOBRE, NUMERO 252
Ottobre è il mese in cui si tirano le somme sulle elezioni politiche del 25 settembre 2022 e dell’attesa del nuovo Governo. Mentre si cerca di capire a chi sarà affidato il dicastero di Porta Pia,
GENNAIO2023 34 TIR NOTIZIE
i trasporti trovano giovamento nel Decreto Aiuti Ter che stanzia ulteriori risorse per l’autotrasporto. Di supporto al settore anche il nuovo modello OT23 messo a disposizione dall’Inail, che prevede sconti assicurativi per le imprese che promuovono corsi di formazione per gli autisti, sull’esempio di quelli organizzati dall’Albo degli Autotrasportatori. A proposito di autotrasporto, si punta a cambiare il meccanismo volto a incentivare l’intermodalità strada-mare
(Marebonus): il nuovo Sea Modal Shift, al vaglio della Commissione europea, prevede che il contributo sia attribuito direttamente alle imprese di autotrasporto. Nel numero, due approfondimenti su export italiano, in crescita, e su un fiore all’occhiello della nostra economia: l’agroalimentare.
NOVEMBRE, NUMERO 253
Il nuovo Governo è ormai formato e alla guida del Ministero di Porta Pia arriva Matteo Salvini che riporta il Dicastero al suo nome originario: Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Sul tavolo del neoministro diversi dossier, tra cui, in primis, la questione caro carburanti e la sfida della transizione ecologica. Nel frattempo, l’Albo Nazionale degli Autotrasportatori, che conferma una
quota di iscrizione invariata anche per il 2023, si rende protagonista a Ecomondo, la fiera di Rimini dedicata all’ecologia e all’economia circolare, con un convegno sulle nuove sfide della sostenibilità e con i numeri sul comparto che restituiscono un quadro delle aziende più strutturato che in passato. A proposito di sostenibilità, il Parlamento europeo trova l’accordo per il nuovo regolamento sulle infrastrutture per i combustibili alternativi. Il focus tecnico di questo numero è sul GNL, alternativa al gasolio già pronta per la transizione green, e sui veicoli adibiti al trasporto e al trattamento dei rifiuti urbani.
DICEMBRE, NUMERO 254
Nell’ultimo mese del 2022 si è già a lavoro per la ricostituzione del Comitato Centrale dell’Albo degli Autotrasportatori, sciolto a novembre. Il Ministero guidato da Matteo Salvini, con il supporto dei Viceministri Edoardo Rixi e Galeazzo Bignami e del sottosegretario Tullio Ferrante, lavora sull’autotrasporto a cui la Legge di Bilancio 2023 destina 200 milioni di euro per mitigare gli effetti del caro gasolio.
Ma il numero di fine anno della rivista non si concentra solo sul trasporto su strada: ampio spazio è infatti riservato al cargo ferroviario, cargo aereo e al trasporto merci marittimo con un approfondimento sulla Northen Sea Route, un nuovo possibile corridoio per le merci.
A fine anno arriva anche la nuova versione dell’ADR, ossia le nuove procedure operative per il trasporto merci pericolose. Durante il Consiglio europeo dei Ministri di inizio dicembre, infine, le attenzioni sono tutte puntate sul ponte sullo Stretto di Messina e sull’annosa questione del Brennero.
GENNAIO2023 35 TIR NOTIZIE
ATTENZIONE ALLE GOMME!
Gli pneumatici sono un elemento imprescindibile per la sicurezza e l’efficienza dei veicoli commerciali. Ecco, quindi, come prendersene cura e quali caratteristiche valutare, anche attraverso le scelte dei principali produttori
Di recente è entrato in fase di test un progetto interessante dell’Università di Pisa: verificare lo stato nelle nostre infrastrutture viarie, e in particolare del manto stradale, attraverso sensori installati sugli pneumatici dei veicoli industriali. D’altronde, cosa ha un contatto più costante e immediato con l’asfalto delle gomme dei mezzi che trasportano merci ogni giorno? Visti la posizione e il ruolo strategici, vien da sé che montare buoni pneumatici sia fondamentale per l’efficienza e la sicurezza dei veicoli ad uso professionale che, più di altri, macinano chilometri e chilometri in condizioni metereologiche e di terreno eterogenee. La qualità delle gomme è infatti cruciale per portare a termine qualunque missione e per salvaguardare la tenuta e la durata di furgoni, autocarri e autoarticolati, sia che si usino pneumatici nuovi sia che si ricorra a pneumatici ricostruiti o rigenerati.
A questo proposito, è bene fare subito una precisazione: i ricostruiti non sono altro che pneumatici già usati i quali, una volta dismessi,
36 GENNAIO2023
TIR TECNICA
sono recuperati e rigenerati in modo da essere riutilizzati. La struttura della gomma originaria, che non deve comunque aver subito alcun danno significativo in grado di compromettere la resistenza al rotolamento o la pressione, viene quindi tenuta mentre il battistrada usurato viene rimosso e sostituto con uno nuovo attraverso processi di vulcanizzazione che fondono la carcassa al nuovo componente. Altra cosa, invece, sono gli pneumatici riscolpiti che, secondo il Codice della Strada, possono essere montati su qualsiasi asse dei veicoli con massa totale a terra superiore alle 3,5 tonnellate, a condizione però che siano soddisfatti precisi criteri di dimensione della gomma e di metodo di riscolpitura.
Ma di cosa si tratta? La riscolpitura, o regrooving, è un’operazione che consiste nel togliere della gomma dal sottostrato con lo scopo di ripristinare la profondità del battistrada e quindi di aumentare l’aderenza e prolungare la vita dello pneumatico.
Il fatto che esistano tali tecniche di regrooving del battistrada fa capire ancora di più quanto questo elemento dello pneumatico sia da attenzionare, soprattutto per viaggiare in
sicurezza ma anche per non incorrere in sanzioni.
Il già citato Codice della Strada, circa l’usura delle gomme dei camion, specifica infatti che il battistrada debba avere un disegno ben visibile e non debba riportare strappi profondi sui lati, precisando inoltre che la profondità degli intagli principali debba essere di almeno 1.6 millimetri (comunque un valore limite, di certo non eccellente). Se tutti questi criteri non sono soddisfatti, oltre a compromettere la sua incolumità, il conducente può andare incontro a sanzioni dall’importo elevato ma anche a provvedimenti molto seri, come il ritiro della carta di circolazione e l’obbligo di revisione del veicolo. Parlando di pneumatici dismessi, rigenerati e riscopiti, una domanda viene spontanea: ma quanto durano le gomme? Chiaramente non c’è una risposta valida per tutti: tutto dipende dalla condizione di mantenimento, da elementi come la temperatura e l‘umidità ma anche, nello specifico caso dei veicoli di nostro interesse, da quali carichi debba sorreggere e da quanti chilometri debba percorrere.
Ad ogni modo, la normativa sugli pneumatici di mezzi per il trasporto merci impone controlli frequenti, a partire dalle verifiche di regolarità di battistrada e pressione da parte dell’autotrasportatore fino ad arrivare alla manutenzione, in caso di anomalie, operata da gommisti cargo professionisti, da effettuare almeno una volta all’anno a partire dal quinto anno dall’entrata in servizio di un pneumatico.
Quando si rileva un danno, provocato fisiologicamente dalle tensioni e dalle sollecitazioni cui una gomma è sottoposta durante la sua vita, è necessario intervenire tempestivamente, tenendo conto che non tutti i danni possono essere riparati e valutando anche di cambiare due o più pneumatici. Ci sono diversi marchi che producono pneumatici per i veicoli commerciali, qualunque sia la loro massa totale a terra e il loro numero di assi, a partire da chi se ne occupa in modo esclusivo, come Prometeon Tyre, ex spin-off di Pirelli che produce e commercializza gomme con un focus sul settore industriale, fino alle divisioni “professional” o “truck and bus” di noti brand come Continental, Michelin, Goodyear e Bridgestone. Parliamo, dunque, di alcuni dei prodotti attualmente sul mercato.
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Bridgestone
Partiamo da Bridgestone e dal recente annuncio di un nuovo lancio, quello del Duravis Van. Si tratta di uno pneumatico pensato per i veicoli commerciali leggeri particolarmente adatto, dunque, soprattutto per la sua bassa resistenza al rotolamento, a flotte di medie e grandi dimensioni composte da furgoni anche elettrici. Rispetto al suo predecessore Duravis R660, il nuovo del produttore giapponese promette una resistenza al rotolamento ridotta del 21%, per un maggiore risparmio di carburante o una maggiore autonomia della batteria, che ha fatto ottenere allo pneumatico un’etichettatura Ue di classe B. La marchiatura è A, invece, in fatto di rumore, inferiore di 2 decibel rispetto alla precedente generazione. Queste nuove Bridgestone, disponibili a partire da questo mese, vantano diverse innovazioni, tra cui il disegno del battistrada e, soprattutto, la tecnologia molecolare di adesione all’asfalto esclusiva del marchio.
Continental
Negli scorsi mesi Continental ha lanciato la quinta generazione di Conti Hybrid dedicata specificamente alle missioni regionali, giornaliere e a corto raggio. La nuova gamma, che ha debuttato con Conti Hybrid HS5 per l’asse sterzante e Conti Hybrid HD5 per l’asse
motore, nel formato da 22,5 pollici per l’uso combinato su strade regionali e autostrade, si caratterizza per i nuovi battistrada, le mescole di gomma rinnovate e le strutture della carcassa di nuova generazione e promette una durata e una resistenza al rotolamento ottimizzate, oltre che un’accresciuta resa chilometrica. Questa linea si distingue, infatti, per un chilometraggio fino al 20% superiore rispetto a quello della generazione precedente e per caratteristiche studiate ad hoc per le frequenti frenate e ripartenze, manovre e condizioni variabili del fondo stradale tipiche del trasporto regionale.
Goodyear
Passiamo a pesi e dimensioni più consistenti e scopriamo le caratteristiche tecniche della linea Fuelmax Endurance di Goodyear. La gamma, lanciata nel 2021 e pensata specificamente per i mezzi pesanti, promette un sensibile risparmio di carburante (classificazione B per l’efficienza), e di conseguenza un minor impatto a livello di emissioni, e si caratterizza per una bassa resistenza al rotolamento e per una spiccata capacità di adattamento a diversi tipi di strade. Come comunicato dal marchio statunitense, la mescola del battistrada è concepita per garantire una capacità di funzionamento a freddo e per ridurre l’accumulo di calore e la perdita di energia ed è per questo che si dimostra particolarmente
“fuel saver”. Le Fuelmax Endurance sono poi più
durature rispetto alle generazioni precedenti: la maggiore profondità del battistrada in misure selezionate
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per asse sterzante offre un volume di gomma usurabile più elevato, assicurando quindi un maggior grip nel fine vita.
Michelin
È all season e si dichiara adatto praticamente a qualsiasi fondo stradale e a qualsiasi condizione meteo l’Agilis CrossClimate di Michelin. La linea di gomme della casa francese dichiara una frenata sull’asciutto e un’aderenza sul bagnato
contro i danneggiamenti accidentali e la mescola contrasta, con la sua resistenza, le abrasioni.
Prometeon
È arrivata a metà 2022 la nuova generazione di pneumatici Prometeon a marchio Pirelli, la Serie 02. Le prime cinque linee di prodotto immesse sul mercato rispondono alle esigenze più disparate: l’H02 profuel è concepita per fornire il massimo dell’efficienza in termini di consumo carburante nelle lunghe percorrenze autostradali; la R02
di classe A, un’ottima trazione su fondi impegnativi come quelli caratterizzati da fago, erba, ghiaia o neve e una resa chilometrica particolarmente ottimizzata. Questo Agilis, infatti, promette una resa chilometrica maggiore del 25% rispetto ad altri pneumatici all season, estate e inverno e esibisce inoltre un’accresciuta robustezza: i grandi scudi sui fianchi, infatti, proteggono
Profuel, particolarmente versatile, riesce a operare sia su percorsi autostradali sia su tratte regionali e urbane; la R02 Pro Trailer, una linea dedicata all’equipaggiamento di rimorchi e semirimorchi, è concepita per offrire il massimo in durabilità, versatilità e capacità di carico; la U02 Urban-e e Pro Multiaxle, pensata per soddisfare le esigenze della nuova generazione di veicoli a mobilità elettrica, ha una capacità di carico fino a 8 tonnellate per asse. Infine, la G02 Pro Multiaxle, dedicata all’equipaggiamento di assi sterzanti e semirimorchi di veicoli e mezzi d’opera, è pensata per essere usata in cantieri e in percorsi misti on e on/off road.
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FINANZIARIA 2023: LE AGEVOLAZIONI PER LE IMPRESE
Sono molte le opportunità offerte, dagli aiuti per contrastare la crisi energetica alla proroga, per chi ha investito in beni strumentali, per vedersi riconosciuto il credito d’imposta del 40% 40
Grosse novità per le imprese. Nella Finanziaria 2023, un ricchissimo pacchetto fiscale offre molte opportunità alle aziende con una serie di nuove misure operative che hanno l’obiettivo principale di ridurre il peso degli oneri degli adempimenti a carico dei contribuenti e, soprattutto, di facilitare la chiusura definitiva di eventuali contenziosi con l’amministrazione finanziaria, attraverso una nuova tregua fiscale (diverse misure consentono di farlo in maniera agevolata per estinguere debiti ancora pendenti col fisco, come ad esempio, per aver commesso eventuali irregolarità formali sulle dichiarazioni dei redditi, sanabili con 200 euro, o anche attraverso la regolarizzazione dei versamenti omessi o carenti, senza sanzioni e interessi, e l’annullamento automatico delle minicartelle sotto i mille
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di Angelo Ciaravolo
euro relative al periodo 20002015).
Al momento, dalle definizioni agevolate, restano fuori le sanzioni amministrative come le multe, poichè saranno i comuni interessati a dover decidere se cancellare o meno le imposte e le sanzioni. Altra misura di grande impatto per le imprese è relativa alla possibilità di correggere gli errori contabili (tale agevolazione è riservata però solo ai soggetti che sottopongono il proprio bilancio a revisione legale dei conti).
Riconfermata, anche per quest’anno, la rivalutazione di partecipazioni e terreni con un’aliquota agevolata che passa dal 14 al 16% (ricordiamo che il termine per versare la prima o unica rata della sostitutiva e per asseverare la perizia giurata di stima è stato spostato al prossimo 15 novembre). Inoltre, il Fisco diventa più leggero con l’arrivo di una tassa piatta, valida per il solo 2023, relativamente alla parte “incrementale” di reddito. Potranno accedere a tale agevolazione le ditte individuali che non sono già nel regime forfettario. L’imposta sarà del 15% e si applicherà su una base imponibile, comunque non superiore a 40mila euro, pari alla differenza tra il reddito d’impresa determinato nel 2023 e il reddito d’impresa, dell’importo più alto, dichiarato negli anni dal 2020 al 2022, riducendo del 5% quest’ultimo ammontare (tuttavia gli acconti dovuti per l’anno 2024 dovranno essere calcolati considerando, come imposta del periodo precedente, quella che
sarebbe emersa non applicando il suddetto regime agevolato). Sul fronte investimenti va ricordato che è stata prorogata, dal prossimo 30 giugno al 30 settembre di quest’anno, la possibilità di completare gli investimenti in macchinari “4.0” interconnessi, senza dover subire una decurtazione del credito d’imposta spettante (40% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro, 20% per investimenti da 2,5 milioni di euro a 10 milioni di euro e 10% per investimenti da 10 a 20 milioni di euro), a condizione che entro la data del 31 dicembre dello scorso anno il relativo ordine risulti accettato dal venditore e che il beneficiario abbia pagato acconti pari al 20% del costo di acquisto. Altra importante proroga, fino al 31 dicembre 2023, riguarda il credito di imposta per investimenti (acquisto di beni strumentali nuovi, quali macchinari, impianti e attrezzature varie) destinati a strutture produttive ubicate nelle regioni del Mezzogiorno. Fino alla fine di quest’anno, sono estesi invece il credito d’imposta per investimenti nelle zone economiche speciali (Zes) ed il credito di imposta per investimenti in ricerca e sviluppo in favore delle imprese operanti nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Una nuova opportunità viene offerta a tutte le società, di persone ( s.n.c. e sas) e di capitali (srl, sapa e SpA), di assegnare o cedere ai soci beni immobili non strumentali per destinazione e beni mobili registrati, dietro il pagamento
di un’imposta sostitutiva sulle plusvalenze dell’8%, che sale al 10,5% se relative a società di comodo (il termine ultimo per chiudere le operazioni è fissato al 30 settembre di quest’anno, ricordando che anche la prima parte dell’imposta sostitutiva, pari al 60%, va versata entro il 30 settembre 2023 mentre la quota residua va versata entro il prossimo 30 novembre).
Segnaliamo che possono essere assegnati o ceduti ai soci gli immobili non utilizzati direttamente alla data della assegnazione, come ad esempio gli immobili strumentali per natura concessi in locazione, comodato o inutilizzati oppure gli immobili merce e gli immobili patrimonio (abitazioni locate o date in comodato).
Nell’assegnazione agevolata rientrano anche i beni mobili registrati (autovetture o imbarcazioni) diversi da quelli utilizzati come beni strumentali nell’attività propria dell’impresa. Infine, trovano ampio spazio gli aiuti per contrastare la crisi energetica (concessi altri tre mesi per usufruire dei crediti d’imposta delle bollette delle imprese di elettricità e gas).
Per i consumi relativi al primo trimestre di quest’anno saranno riconosciuti bonus al 45% alle imprese energivore, gasivore e non gasivore, mentre per quelle non energivore il bonus sarà pari al 35%. Va rammentato che il credito d’imposta potrà essere utilizzato, anche in caso di cessione, in compensazione nel modello F24, entro il 31 dicembre di quest’anno).
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LICENZA COMUNITARIA: SANZIONE PER ASSENZA DELLA COPIA A BORDO
Il Ministero dell’Interno, recependo un’ordinanza della Corte di Cassazione, ha chiarito che la sanzione si applica anche nel caso in cui la mancanza della copia a bordo sia dovuta a una semplice dimenticanza
L’assenza della copia conforme della licenza comunitaria a bordo dell’automezzo che effettua un trasporto merci conto terzi in ambito comunitario va sanzionata applicando l’articolo 46 della Legge 298, che punisce il trasporto abusivo.
Lo ha chiarito il Dipartimento di Pubblica sicurezza del Ministero dell’Interno, con circolare del 22 novembre 2022, precisando che la sanzione si applica non solo nell’ipotesi che il conducente non esibisca copia certificata della licenza perché mai ottenuta dall’impresa di autotrasporto, ma anche in quella di semplice dimenticanza.
In particolare, la nota ministeriale recepisce il punto di vista che la Corte di Cassazione ha espresso nell’ordinanza del 4 agosto 2022, nella quale – diversamente
dalle sue precedenti pronunceritiene pienamente equiparabile il “trasporto eseguito in totale difetto di licenza” da quello effettuato per non averla a bordo del mezzo, da parte di un vettore che tuttavia abbia regolarmente conseguito il permesso comunitario.
Siccome l’articolo 46 punisce “chiunque disponga l’esecuzione di trasporto di cose con autoveicoli o motoveicoli, senza licenza o senza autorizzazione oppure violando le condizioni o i limiti stabiliti nella licenza o nell’autorizzazione…, la Corte di Cassazione ritiene che la dimenticanza della copia conforme integri perfettamente l’ipotesi sanzionata e sia oltretutto pienamente aderente alle disposizioni comunitarie sull’utilizzo della licenza comunitaria.
In particolare l’articolo 4 del Regolamento Ue 1072/2009, secondo cui: il modello di licenza deve essere conforme all’allegato 2 al citato Regolamento 1072/2009 che ne stabilisce anche le condizioni d’impiego, che vanno riportate sul retro del permesso, prescrivendo espressamente che: “una copia certificata conforme della licenza deve trovarsi a bordo del veicolo” (settimo periodo delle disposizioni generali).
Di conseguenza, il Ministero ha affermato che è certamente legittima l’applicazione all’impresa di autotrasporto dell’articolo 46, comma 1, della Legge 298/1974, che impone la sanzione pecuniaria da 2.065 a 12.394 euro (in caso di recidiva nei cinque anni, da 2.582 a 15.493) ed il fermo del veicolo per tre mesi. Peraltro – riconosce la nota ministeriale – è
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necessario che la contestazione venga adeguatamente motivata nel verbale, riferendosi alla violazione delle condizioni di utilizzo della licenza comunitaria richiamate dall’art. 4.4 del Regolamento (CE) 1072/2009. Per analoghe motivazioni, la stessa sanzione si applica anche quando a bordo del mezzo si trovi l’originale della licenza che, secondo l’allegato II del Regolamento, va custodito
presso la sede dell’impresa,
mentre a bordo dell’automezzo deve trovarsi la copia certificata
conforme (quella cioè rilasciata dall’Ufficio provinciale della Motorizzazione ove ha sede
l’impresa di autotrasporto).
Da ultimo si ricorda che sebbene la sanzione sia normalmente applicabile nel caso di un controllo ad un trasporto di merci tra Stati svolto da imprese
internazionale comunitari,
comunitarie (come nel caso risolto dalla Corte di Cassazione, sulla violazione contestata ad un vettore rumeno), lo stesso obbligo sussiste anche durante l’esecuzione in Italia di tratte stradali di un trasporto intermodale intracomunitario effettuato da un vettore nazionale. In tal caso, difatti, la
tratta nazionale (laddove non limitata al raggio previsto dalla Direttiva 106/92 sul combinato) fa parte di un trasporto internazionale e la mancanza a bordo dell’autoveicolo della copia certificata conforme viene sanzionata come carenza del titolo autorizzativo.
DISTACCO: APPROVATO IN ESAME PRELIMINARE IL DECRETO DI RECEPIMENTO DELLA DIRETTIVA
Il Consiglio dei Ministri ha approvato, in esame preliminare, il Decreto di attuazione della Direttiva Ue n. 1057 del 2020, che fa parte integrante del Pacchetto mobilità e che stabilisce norme specifiche sul distacco dei conducenti nel settore del trasporto su strada.
La Direttiva, che modifica la precedente Direttiva 2006/22/CE, è volta a rendere più stringenti le norme sull’esercizio del trasporto stradale di merci ed evitare il cosiddetto “dumping sociale” e quindi una concorrenza non corretta tra imprese che possono avvalersi di sistemi fiscali e sociali più agevoli (Paesi dell’Est Europa) e Paesi con sistemi molto rigidi e costosi come quelli vigenti nei Paesi della vecchia Europa. “Il Decreto – si legge nel comunicato del Governo – costituisce una lex specialis caratterizzata da norme settoriali e specifiche applicabili alle prestazioni transnazionali di servizi di trasporto su strada e alle operazioni di cabotaggio. Inoltre, armonizza gli obblighi amministrativi e le misure di controllo in materia. La disciplina speciale riguarda le prestazioni transnazionali di servizi di trasporto effettuate da trasportatori stabiliti in uno Stato membro o in un Paese terzo che distaccano conducenti in Italia, nonché le operazioni di cabotaggio effettuate in Italia da trasportatori stabiliti in uno Stato membro. Si prevede, inoltre, che le imprese di trasporto stabilite in Stati che non sono membri della Ue non beneficiano di un trattamento più favorevole di quello riservato alle imprese dell’Unione, anche quando effettuano operazioni di trasporto in virtù di accordi bilaterali o multilaterali che consentono l’accesso al mercato Ue o a parti di esso. La disciplina speciale non si applica alle prestazioni di servizi di somministrazione di conducenti”.
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REVISIONI: DA FEBBRAIO POSSIBILI IN OFFICINA
Proseguono le attività del MIT per rendere il sistema pienamente operativo. Dal prossimo mese saranno possibili le ispezioni effettuate da ispettori
autorizzati iscritti nel Registro Unico
Con una circolare del 25 novembre scorso, la Direzione generale per la Motorizzazione del Ministero dei Trasporti è intervenuta sulle revisioni dei mezzi pesanti presso i centri privati, con particolare riferimento alle officine esterne autorizzate che, a seguito del D.M. 446 del 15 novembre 2021, hanno ricevuto un’autorizzazione provvisoria ad operare da parte delle province competenti.
Questo D.M., ricordiamo, prevede le regole per l’affidamento delle revisioni dei camion alle officine private a norma dell’articolo 80, comma 1 del Codice della Strada, e per lo svolgimento di queste revisioni da parte di Ispettori Autorizzati iscritti nel Registro Unico degli Ispettori (RUI).
Si stabilisce che “In fase di prima applicazione, le province possono rilasciare autorizzazioni
temporanee con validità fino al 31 dicembre 2022, alle imprese che utilizzano locali autorizzati all’esercizio dell’attività di revisione secondo i criteri di cui alla Legge 1° dicembre 1986, n. 870”. La data del 31 dicembre ha suscitato alcuni dubbi negli operatori, sia in ordine alla possibilità di richiedere nuove autorizzazioni alle competenti Amministrazioni provinciali, sia circa la possibilità di proseguire l’esercizio dell’attività di revisione secondo i criteri definiti dalla Legge 870/86.
Attraverso la circolare in esame il Ministero ha dissipato questi interrogativi, affermando che questa scadenza sussiste solamente per le autorizzazioni temporanee rilasciate dalle province agli operatori che, a pena di decadenza dall’autorizzazione stessa, entro quella data erano
chiamati ad attestare il possesso dei requisiti previsti dagli art. dal 6 al 9 del D.M 446.
Ma cosa accade qualora il centro di revisione ex legge 870 non si fosse mosso per tempo? Per trovare una risposta dobbiamo fare un passo indietro, e precisamente al 29 marzo di quest’anno quando il Ministero ha emanato una circolare specifica con le disposizioni di coordinamento della disciplina dei centri di revisione ex Legge 870 con quella del dm 446/2021. In buona sostanza:
l Le sedi esterne decadute dall’autorizzazione provvisoria della provincia competente per non aver confermato i requisiti previsti dal D.M. 446/2021 entro il 31 dicembre scorso, proseguiranno a operare come centri “870”. Pertanto, essi potranno svolgere l’attività di revisione solo per i veicoli
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pesanti adibiti al trasporto persone (autobus) o di merci pericolose (ADR) o deperibili (ATP), applicando le prescrizioni contenute nella circolare ministeriale del 13 settembre 2021. Si tratta infatti di quelle tipologie di veicoli per le quali è stato escluso lo svolgimento delle revisioni presso centri privati autorizzati.
l Viceversa, le sedi esterne non ancora conformi ai requisiti richiesti dal D.M. 446, hanno tempo per adeguarsi fino al 22 novembre 2023. Una volta adeguatisi, dovranno chiedere un’autorizzazione provvisoria alla provincia che andrà confermata entro il 31 dicembre 2024, anche in questo caso a pena di decadenza.
Nel frattempo, proseguono le attività del MIT per rendere pienamente operativo l’affidamento
REGISTRO TELEMATICO DEI VEICOLI FUORI USO, PRONTO IL REGOLAMENTO
Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del 21 novembre scorso del DPR 177 del 23 settembre 2022, viene posto il primo mattone per la costituzione del Registro unico telematico dei veicoli fuori uso. Il Registro è istituito presso il CED ed è articolato in due sezioni comprendenti i veicoli iscritti al PRA e quelli non iscritti al Registro. Queste due sezioni includono le informazioni stabilite, per ciascuna di esse, dall’art. 2, comma 2 del Regolamento, che vengono trasmesse in via telematica dal centro di raccolta o dal concessionario oppure dal gestore della succursale della casa costruttrice o dell’automercato.
Le informazioni in questione, per i veicoli iscritti al PRA, comprendono tra l’altro: numero di targa e di telaio del veicolo, la marca e il modello; generalità dell’intestatario del mezzo o di colui che conferisce il veicolo, se si tratta di un soggetto diverso dal proprietario; data e ora di presa in carico del veicolo e dei documenti di circolazione da parte del centro di raccolta o del concessionario; data di avvenuta cancellazione del mezzo fuori uso dall’ANV e dal PRA.
Una volta conferito il veicolo per la rottamazione, il Registro permette di generare il Certificato di rottamazione digitale (CRD) e di stamparlo su supporto cartaceo per la consegna all’intestatario del veicolo, ovvero all’avente titolo o al detentore o ad altro soggetto eventualmente delegato. Come dicevamo, questo decreto rappresenta il punto iniziale per l’avvio a regime del Registro telematico. Infatti, l’art. 5 del provvedimento rimanda all’adozione di uno o più decreti dirigenziali per la definizione di alcuni aspetti del nuovo Registro, affinché quest’ultimo diventi pienamente operativo dal giugno 2024.
delle revisioni ai privati dei mezzi pesanti. In particolare, oltre a proseguire gli esami presso le DGT per l’abilitazione degli ispettori autorizzati (ad oggi, risultano abilitati 108 Ispettori per il modulo C, che è quello riferito ai veicoli di massa complessiva superiore alle 3,5 tonnellate), dobbiamo segnalare che poco prima della pausa natalizia – precisamente il 20 dicembre scorso – è stata emanata una nuova circolare della DGMOT che darà una spinta ulteriore all’operatività di questa figura. Infatti, viene stabilito che a partire dal 1° febbraio le DGT potranno autorizzare le sedute di revisione esterne presso centri autorizzati ex Legge 870/1986, designando
un ispettore autorizzato (modulo C) regolarmente iscritto al RUI. Le sedute verranno autorizzate per un numero di veicoli (esclusi ATP e ADR) non inferiore a 16 e non superiore a 24. Così facendo, lo svolgimento delle revisioni (sia interne sia fuori sede) da parte del personale della motorizzazione diventerà del tutto residuale; infatti, esso verrà utilizzato principalmente per abbreviare i tempi di attesa (non più di 30 giorni) per l’erogazione di alcuni servizi, quali gli esami di guida per la patente e la verifica e prova di veicoli/allestimenti/dispositivi. Solo se si verificassero delle disponibilità residue, il personale sarà dirottato sull’attività di revisione.
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RAVVEDIMENTO: ultimo giorno utile per regolarizzare i versamenti di imposte e ritenute non effettuati (o effettuati in misura insufficiente) entro il 16 dicembre, con la maggiorazione degli interessi legali e della sanzione ridotta all’1,5%.
IRPEF: pagamento delle ritenute d’acconto, dei contributi previdenziali e dell’Iva relativa al mese precedente (contribuenti mensili).
RAVVEDIMENTO ACCONTO IVA: ultimo giorno utile per regolarizzare il versamento dell’acconto Iva non effettuato entro il 27 dicembre, con la maggiorazione degli interessi legali e della sanzione ridotta all’1,5%.
MODELLI INTRA: presentazione per via telematica dei modelli Intra relativi alle operazioni del mese di dicembre 2022 (mensili) o del quarto trimestre 2022 (trimestrali).
IRPEF: pagamento delle ritenute d’acconto, dei contributi previdenziali e dell’Iva relativa al mese precedente (contribuenti mensili) o al quarto trimestre 2022 (i contribuenti trimestrali speciali, tra cui gli autotrasportatori, eseguono il versamento senza nessuna maggiorazione).
RAVVEDIMENTO: ultimo giorno utile per regolarizzare i versamenti di imposte e ritenute non effettuati (o effettuati in misura insufficiente) entro il 16 gennaio, con la maggiorazione degli interessi legali e della sanzione ridotta all’1,5%.
MODELLI INTRA: presentazione per via telematica dei modelli Intra relativi alle operazioni del mese di gennaio 2023.
RAVVEDIMENTO: ultimo giorno utile per regolarizzare i versamenti di imposte e ritenute non effettuati (o effettuati in misura insufficiente) entro il 16 febbraio, con la maggiorazione degli interessi legali e della sanzione ridotta all’1,5%.
IRPEF: pagamento delle ritenute d’acconto, dei contributi previdenziali e dell’Iva relativa al mese precedente (contribuenti mensili).
MODELLI INTRA: presentazione per via telematica dei modelli Intra relativi alle operazioni del mese di febbraio 2023.
SCADENZE E DIVIETI GENNAIO/FEBBRAIO/MARZO 2023 MARZO2023 MER GIO VEN SAB DOM LUN MAR MER GIO VEN SAB DOM LUN MAR MER GIO VEN SAB DOM LUN MAR MER GIO VEN SAB DOM LUN MAR MER GIO VEN 9/22 9/22 9/22 9/22 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31
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VEICOLI-KM (QUOTE PERCENTUALI) PER CLASSI DI ETÀ
(Anno 2021)
*Per l'Italia non è rilevato l'indicatore vkm di questa classe di età
Analizzando la distribuzione dei veicoli-km per classe di età degli automezzi pesanti (con peso maggiore o uguale a 3,5 Ton) per alcuni Stati dell'Unione europea, si può notare che nei Paesi dell'Europa occidentale la maggior parte dei veicolikm viene realizzata da automezzi con un’età piuttosto bassa (entro i 5 anni). In particolare, in Germania, Francia e Italia i veicoli-km realizzati da automezzi con 5 anni d'età o meno rappresentano rispettivamente l'81, il 75 ed il 70% del totale. Nei Paesi dell'Europa orientale i veicoli-km vengono invece effettuati per la maggior parte da veicoli appartenenti alle classi di età maggiori. In sintesi, nei Paesi dell'Europa orientale vengono utilizzati veicoli più vecchi con le problematiche che questo comporta in termini di consumo di carburante, inquinamento, sicurezza.
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Elaborazione Tir Giovanna Astori e Donatella Berna
DEL VEICOLO NEI PRINCIPALI PAESI EUROPEI
classi di età del veicolo Meno di 2 anni Paese 2-5 anni 6-9 anni Da 10 a 14 anni 15 anni ed oltre 11,4 53,8 25,6 7,4 1,7 Paesi Bassi 6,3 38,8 25,8 19,0 10,2 Polonia 8,4 35,8 26,9 21,4 7,4 Romania 33,5 47,9 13,7 4,0 1,0 Germania 14,3 43,3 20,9 12,2 9,2 Spagna 3,7 28,4 26,9 24,9 16,1 Bulgaria 18,9 56,2 18,1 6,3 0,4 Francia 10,4 60,3 20,9 8,4 Italia (*)