Tir - La rivista dell'autotrasporto

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Albo Nazionale degli Autotrasportatori

Mensile - Dicembre 2023 - n. 265

#Trasporti #Innovazione #Rete

L’ALBO FORNISCE I NUMERI DEL PARCO CIRCOLANTE

UNA ROAD MAP PER IL RINNOVO DELLE FLOTTE

INTERMODALITÀ: AL VIA LE DOMANDE PER IL SEA MODAL SHIFT

Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – 70% Roma C/RM/30/2017



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MASSIMO DE DONATO direttore responsabile

Premesso che, come moltissimi italiani, anche io vado in bici (pur non potendomi certo definire un “ciclista”), quindi ne apprezzo la sostenibilità, la facilità di movimento e di uso. Sono allo stesso tempo conscio dei rischi nell’utilizzarla in città trafficate e dalle infrastrutture poco compatibili come Roma (basti pensare a sanpietrini e basolati). E del resto le due ruote, anche quelle dotate di motore, non hanno vita facile a Roma vista l’alta percentuale di incidenti in cui vengono coinvolti questi mezzi. Di chi è la colpa? Del Comune? Delle infrastrutture? Del traffico? Di Appio Claudio che ha costruito l’omonima strada senza pensare che dopo 2.000 anni bastava una goccia di pioggia per far cadere incauti scooteristi? Forse un po’ di tutti (a parte il povero Appio Claudio), ma resta il fatto che muoversi in ambito urbano non è facile. E non lo è neanche per i camion che distribuiscono merci facendo lo slalom fra auto in doppia fila e altri disordinati utenti della strada. Certo, potremmo fermare il traffico automobilistico, andare tutti al lavoro in bici o in monopattino, spostare tonnellate di merci usando eserciti di cargo bike e sono sicuro che le nuove generazioni arriveranno a questo. Per il momento, però, dobbiamo riuscire a far convivere, nel modo più civile possibile, esigenze diverse e ugualmente importanti. In un contesto sociale sempre più complesso, è urgente ritrovare un dialogo costruttivo per affrontare le sfide e promuovere il cambiamento. Lo chiedono anche le associazioni di categoria dell’autotrasporto richiamando la necessità di attuare scelte condivise e unitarie a livello nazionale. Questo vale soprattutto per un tema come quello della sicurezza stradale, che coinvolge la comunità cittadina e le imprese che svolgono un ruolo centrale per la comunità stessa.

EDITORIALE


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Albo Alla ricerca di nuovi autisti Presentato agli studenti dei Centri Provinciali d’Istruzione per gli Adulti il bando sviluppato con il Ministero dell’Istruzione, che punta a incentivare il conseguimento della CQC con borse di studio

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Ecomondo L’Albo presenta i numeri del parco circolante Il presidente Enrico Finocchi ha partecipato alla tavola rotonda “La transizione green dell’autotrasporto merci”, fornendo i numeri del parco veicolare diviso per classi Euro e motorizzazioni

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Intervista Una road map per il ricambio delle flotte Sergio Lo Monte, segretario generale di Confartigianato Trasporti, illustra la riforma del fondo per gli investimenti elaborata dalle associazioni che rappresentano la filiera dell’autotrasporto

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Intermodalità Sea Modal Shift, al via le domande Dal 6 dicembre è in vigore il Regolamento sul nuovo incentivo volto a sviluppare l’intermodalità strada-mare; per l’annualità 2023-2024 sono disponibili 42 milioni di euro

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TIR - La Rivista dell’Autotrasporto - Periodico del Comitato Centrale per l’Albo Nazionale degli Autotrasportatori di Cose per Conto di Terzi ANNO XXII N° 265 - Dicembre 2023 - Comitato Scientifico: Presidente Enrico Finocchi. Direzione-Redazione: Via C.B. Piazza, 8 - 00161 Roma Tel. 06 69411063/06 69308055 Direttore Responsabile: Massimo De Donato dedonato@rivistatir.it Capo Redattore: Lucia Angeloni angeloni@rivistatir.it Redattori: Antonella Vicini vicini@rivistatir.it Ertilia Giordano giordano@rivistatir.it Grafica: Marco Banci Segreteria: Giuditta Lopardo segreteria@rivistatir.it


IN QUESTO NUMERO Autotrasporto: cosa c’è sotto l’albero Attivate alcune delle misure richieste dalle associazioni. Il TAR della Lombardia ha annullato la delibera del Comune di Milano sugli angoli ciechi

Una ricetta per la competitività Le criticità di trasporti e logistica e gli investimenti necessari per lo sviluppo al centro dell’8° Forum di Conftrasporto

Investire sulle infrastrutture Durante il Forum di Conftrasporto presentati due studi: se da un lato il trasporto merci cresce, dall’altro le infrastrutture sono ancora molto carenti

p.12

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Traslochi a regola d’arte Le imprese di trasloco devono essere iscritte all’Albo degli Autotrasportatori: chi si affida a un traslocatore abusivo rischia il sequestro della merce

Porti connessi e digitali Il Ministero dei Trasporti ha stanziato 16 milioni di euro per le Autorità di sistema portuale per finanziare lo sviluppo del Port Community System

Un miliardo per guidare il futuro Iveco ha investito la cifra più alta di sempre per trasformare la sua intera gamma, dal Daily all’Eurocargo fino ai più pesanti S-Way, T-Way e X-Way

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p.28

p.32

Editoriale p.1 Europa p.10 Normative p.40

Albo p.4

Tecnica p.34

Fisco p.38

Divieti p.45 Costi p.46 Numeri p.48

Collaboratori: Giovanna Astori, Donatella Berna, Francesca Cesarale, Angelo Ciaravolo, Seba Cortesi, Andrea Giuli, Matilde Romano. CHIUSO IN REDAZIONE il 4.12.2023 CONCESSIONARIA ESCLUSIVA PUBBLICITÀ HP 10 Srl - Tel 02.48.003.799 mirta.barbeschi@hp10.it Editore e Proprietario: Comitato Centrale per l’Albo Nazionale delle Persone Fisiche e Giuridiche che esercitano l’autotrasporto di cose per conto terzi - Via Giuseppe Caraci 36 - 00157 Roma (RM) CF 97113700583 - REALIZZAZIONE e STAMPA AGE Srl Stabilimento Via Vaccareccia, 57 00071 Pomezia (Roma) Registrazione Tribunale di Roma n° 547 del 18/11/98

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ALBO

PATRIZIO RICCI Vicepresidente Comitato Centrale Albo

DALL’EUROPA NON SOLO DOGMI MA RISORSE PER LA TRANSIZIONE 44

Per il rinnovo del parco veicolare servono aiuti concreti e cospicui

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l programma di riduzione delle emissioni di CO2 portato avanti dall’Europa sembra non tenere affatto in considerazione quella che è la situazione reale, quantomeno italiana, del parco veicolare pesante circolante. I veicoli più moderni sono gli Euro 5 e 6 ma gli Euro 5 più anziani hanno già un’età di 14 anni, mentre gli Euro 6 più datati hanno già maturato 9 anni di anzianità. Euro 5 e 6 sono meno del 40% del totale. Le imprese di autotrasporto di merci conto terzi non riescono a sostituire mezzi obsoleti, con alti livelli di consumo, con minore sicurezza e confort durante la circolazione, a causa dei sempre più alti costi dei veicoli nuovi e di un margine sempre più ridotto del conto economico. Quindi per rendere minimamente credibile il raggiungimento degli obiettivi previsti, occorre che la Ue, oltre a forzare le tappe, si impegni con sussidi concreti e cospicui per la sostituzione dei veicoli più datati. Risorse aggiuntive a quelle già messe a disposizione dal MIT e ai 700 milioni recentemente e congiuntamente richiesti ad Ecomondo dall’autotrasporto e dall’automotive per investimenti in veicoli a emissioni zero, infrastrutture e carburanti rinnovabili. Del resto l’Unione europea non può soltanto uniformarsi alla filosofia del politically correct ma dare segnali tangibili per aiutare i Paesi membri a raggiungere gli obiettivi; come sta facendo con gli incentivi per la realizzazione delle aree di sosta. Confidiamo quindi in una Europa saggia, che intervenga con lungimiranza e rigore scientifico ed eviti dogmi ambientalisti e crociate in suo nome che purtroppo contribuiranno ulteriormente a lasciare sul campo molte altre imprese di autotrasporto che non hanno la forza per rimanere al passo con i tempi, specialmente se forzati.

DICEMBRE2023


ALBO

ROBERTO DI MARCO Vicepresidente Comitato Centrale Albo

SI CHIUDE UN ANNO DI PROGETTI E TRAGUARDI Il Comitato Centrale ha svolto un intenso lavoro su regolarità, formazione e comunicazione

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lla fine di ogni anno si tirano le somme, si fanno progetti e si esprimono desideri per l’anno che sta per cominciare. Il Comitato Centrale guarda al 2023 con grande soddisfazione per l’intenso lavoro svolto, ma soprattutto per i traguardi raggiunti, pur nella consapevolezza che tanti nuovi obiettivi ci aspettano. Questo anno segna infatti il raggiungimento delle oltre 40mila verifiche di regolarità sul totale delle circa 100mila imprese. Un lavoro intenso che proseguirà anche nel 2024 con un nuovo campione da analizzare, per assicurare un mercato concorrenziale e leale. Un altro traguardo importante è stato raggiunto nella formazione: l’Albo ha stanziato un milione di euro da destinare a borse di studio per il conseguimento delle patenti C/CE e CQC ma ha anche provveduto alla formazione di circa 1.600 conducenti in materia di guida sicura e sostenibile. Nel 2024 ci si augura di poter assegnare tutte le borse messe a disposizione e vedere così formati nuovi conducenti che sapranno rispondere alle esigenze dell’autotrasporto. La comunicazione è stata però il fiore all’occhiello di quest’anno, grazie all’apertura dei canali social Linkedin e Instagram, ma soprattutto alla campagna di comunicazione lanciata durante l’estate, che ha raccontato il complesso mondo dell’autotrasporto attraverso il sogno di un bambino. Queste sono solo alcune delle importanti iniziative portate avanti; nel 2024 il Comitato Centrale proseguirà a lavorare per poter raccogliere i frutti in tema di sviluppo delle aree di sosta sicure e protette, di formazione di autisti per una guida sicura ed ecosostenibile e di altre iniziative di cui si parlerà nei prossimi mesi. Guardando al nuovo anno con speranza e fiducia, possa raggiungervi l’augurio di un Sereno Natale!

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FORMAZIONE

ALLA RICERCA DI NUOVI AUTISTI L’Albo degli Autotrasportatori ha presentato agli studenti dei Centri Provinciali d’Istruzione per gli Adulti il bando sviluppato con il Ministero dell’Istruzione, che punta a incentivare la formazione e il conseguimento della CQC con borse di studio per un importo totale di un milione di euro 6

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a una parte abbiamo un settore, quello dell’autotrasporto, che lamenta una carenza cronica di autisti; imprese che hanno bisogno di personale qualificato e che hanno difficoltà a reperirlo. Dall’altra, giovani e meno giovani in cerca di un impiego, con voglia di impegnarsi ma spesso senza le risorse necessarie per accedere ad una formazione qualificata. Per questo il Comitato Centrale dell’Albo degli Autotrasportatori ha deciso di dare vita ad un nuovo progetto volto a sviluppare la formazione, attribuendo borse di studio a studenti tra i 18 e i 50 anni iscritti ad un CPIA (Centro Provinciale d’Istruzione per gli Adulti). Il progetto, sviluppato in sinergia con il Ministero dell’Istruzione e del Merito (cfr. Tir 264, pag. 14-15)

è stato presentato ufficialmente il 13 novembre scorso nella sede del CPIA 4 di Roma. Di fronte agli studenti del CPIA di Roma e in collegamento con i Centri di Istruzione per gli Adulti di tutta Italia, il presidente del Comitato Centrale, Enrico Finocchi, i due vicepresidenti Roberto Di Marco e Patrizio Ricci,

il dirigente del MIM Gianluca Lombardo e la preside Gianna Renzini hanno illustrato le motivazioni e le caratteristiche del bando che, con un finanziamento da un milione di euro, incentiva il conseguimento della patente di guida di categoria C/CE e della patente professionale CQC. “L’autotrasporto è uno dei settori che traina l’economia del Paese – ha sottolineato il presidente Finocchi, spiegando le potenzialità di lavoro nel settore –. Il 90% delle merci in Italia si muove via camion, abbiamo circa 4.900.000 mezzi, 600mila trattori e 100mila imprese: insomma in questo settore ci sono grandi possibilità di lavoro e una forte carenza di autisti. È vero che è anche un lavoro faticoso, che si viaggia spesso di notte, ma stiamo

Roberto Di Marco

Gianluca Lombardo

Enrico Finocchi Gianna Renzini Francesca Farina


chi

L’AUTOTRASPORTO IN CIFRE

FORMAZIONE

4.900.000 mezzi circolanti in italia

90%

delle merci in Italia si muove via camion

600.000 realizzando anche nuove aree di sosta per consentire ai conducenti condizioni di riposo adeguato e sicuro”. Lombardo ha poi sottolineato come questo bando costituisca un’opportunità concreta per molti studenti che intendono entrare nel mondo del lavoro; l’opportunità di conseguire una certificazione pubblica per l’inserimento nel mondo del lavoro grazie ad un finanziamento del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Gli studenti ammessi riceveranno infatti borse di studio per un importo massimo di 2mila euro, fino all’esaurimento delle risorse disponibili, necessarie a coprire i costi dei corsi. “Il mondo del lavoro ha bisogno di manodopera specializzata – ha aggiunto Patrizio Ricci -. Solo attraverso la formazione possiamo raggiungere le competenze di cui hanno bisogno le imprese. Questo accordo con il Ministero dell’Istruzione va proprio nella direzione richiesta”. Come già anticipato l’iniziativa è rivolta a studenti tra i 18 e i 50 anni, iscritti ad un corso CPIA di primo livello,

trattori

100.000 imprese

con la residenza anagrafica in Italia e in possesso almeno della patente B. In caso di cittadini extra Ue occorrerà essere in possesso di regolare permesso di soggiorno e di attestazione sulla conoscenza della lingua italiana di livello non inferiore all’A2. Inoltre se il corso prevede il contestuale conseguimento della patente di categoria C/CE, dovranno essere in possesso dei requisiti di idoneità psicofisica alla guida di veicoli richiesti per tale categoria di patente e in possesso dei requisiti morali prescritti dall’art. 120 del Codice della Strada. Altra condizione, non devono essere stati rinviati a giudizio o aver riportato condanne penali anche non passate in giudicato per reati commessi in violazione alle disposizioni del Codice della Strada, né provvedimenti di sospensione DICEMBRE2023

della patente posseduta. La domanda di partecipazione dovrà essere presentata presso i CPIA in cui sono iscritti entro il 15 dicembre 2023, secondo il modello allegato al bando, disponibile anche sul sito dell’Albo degli Autotrasportatori. Entro il 10 gennaio 2024 ciascun CPIA trasmetterà le domande all’indirizzo Pec del Comitato Centrale che redigerà un’apposita graduatoria, su ordine cronologico di inoltro delle richieste, poi pubblicata su https://www. alboautotrasporto.it. Entro 30 giorni dall’ammissione, gli studenti saranno tenuti a iscriversi ad un’autoscuola o ente di formazione autorizzato a erogare i corsi per il conseguimento della patente guida C/CE e i corsi di qualificazione iniziale accelerata per il conseguimento della CQC per il trasporto di merci (l’elenco delle scuole sarà fornito alle CPIA dallo stesso Comitato Centrale). Ai CPIA partecipanti verrà riconosciuto, per ogni gruppo di 4 studenti effettivamente iscritti ai corsi, un importo di 200 euro lordo, a copertura delle spese e costi amministrativi. È importante ricordare che questa borsa di studio non è compatibile con altre misure pubbliche analoghe, ossia finalizzate alla formazione per il conseguimento della patente di guida di categoria C/CE e della CQC. L.A. L’elenco dei CPIA può essere consultato tramite QR Code

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L’ALBO PRESENTE ANCHE A JOB&ORIENTA La fiera di Verona dedicata all’orientamento, alla scuola, alla formazione e al lavoro è stata l’occasione per illustrare il progetto di formazione anche al grande pubblico

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a comunicazione è una delle chiavi di successo di un progetto: per farlo decollare infatti è necessario farlo conoscere. Per questo l’Albo degli Autotrasportatori ha scelto Job&Orienta, la più importante fiera italiana dedicata all’orientamento, alla scuola, alla formazione e al lavoro, che si è svolta a Verona dal 22 al 25 novembre, per illustrare il bando sviluppato insieme al Ministero dell’Istruzione e del Merito e finalizzato a formare nuovi autisti professionisti incentivando il conseguimento della patente di guida di categoria C/CE e della patente professionale CQC. Scopo principale di Job&Orienta è infatti quello di accompagnare i giovani nella loro ricerca di lavoro e di fare emergere le opportunità presenti, oltre che far incontrare gli operatori e i giovani, in un contesto fieristico che espone e racconta le migliori esperienze del settore. Un programma molto ampio, con convegni, seminari, dibattiti, che anno dopo anno è sempre più apprezzato dai giovani e che infatti quest’anno, alla sua trentaduesima edizione, ha fatto il tutto esaurito. Il progetto è stato

presentato dai due vicepresidenti del Comitato Centrale dell’Albo degli Autotrasportatori, Roberto Di Marco e Patrizio Ricci, oltre che dal dirigente del MIM Gianluca Lombardo e dal presidente della Rete dei CPIA Emilio Porcaro, durante l’evento “Apprendimento permanente: competenze e professionalità dei conducenti nel settore del trasporto merci”, che si è svolto il 24 novembre. “In un mercato del lavoro in continua evoluzione, conoscere le esigenze delle aziende è fondamentale. In questo momento in Italia c’è una grande carenza di autisti professionisti, circa 20mila DICEMBRE2023

– ha sottolineato il Vicepresidente Di Marco –. Il percorso formativo realizzato dall’Albo degli Autotrasportatori in collaborazione con il MIM offre quindi grandi opportunità di trovare un lavoro stabile, anche perché il settore si sta trasformando, passando da ditte individuali a imprese sempre più strutturate. Infine, non bisogna tralasciare l’aspetto economico, e quindi la possibilità di conseguire le certificazioni con una borsa di studio messa a disposizione dall’Albo. Il progetto ha già riscosso notevole successo”, ha concluso Di Marco, invitando gli interessati a presentare la domanda il prima possibile per avere maggiori possibilità di entrare in graduatoria. “Questo accordo tra il Ministero dei Trasporti e quello dell’Istruzione è un’iniziativa importante che collega domanda e offerta, permette la formazione di nuovi autisti professionisti andando incontro alle esigenze delle imprese, aiuta da un punto di vista economico coloro che vogliono avvicinarsi alla professione di conducente di nuovi mezzi pesanti”, ha aggiunto Patrizio Ricci, ricordando che grazie al milione di euro stanziato il programma permetterà di preparare circa 500 nuovi autisti. “Speriamo - ha concluso - che questo sia solo l’inizio di una collaborazione più ampia con il mondo delle scuole e della formazione”.



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EUROPA

TRASPORTI COMBINATI: ARRIVA LA PROPOSTA DELLA COMMISSIONE L’obiettivo è quello di migliorare la competitività del trasporto intermodale: gli Stati membri dovranno rendere più efficiente il trasporto multimodale e ridurre i costi di almeno il 10% entro 7 anni di Seba Cortesi

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onostante le speranze contrarie, alla fine la Commissione europea il 7 novembre scorso ha presentato la tanto attesa proposta legislativa che modifica la Direttiva 92/106/ EEC sul trasporto combinato,

con l’obiettivo di migliorare la competitività del trasporto intermodale rispetto al trasporto esclusivamente su strada. La proposta è parte integrante del pacchetto Greening freight pubblicato a luglio, in cui figura anche la proposta di direttiva Pesi e Dimensioni (Cfr Tir

262, pag. 12-13). Il pacchetto dovrebbe aiutare e incentivare il settore del trasporto merci al fine di accelerare il cosiddetto swift modale. Il contenuto della proposta è una revisione sostanziale dell’attuale quadro giuridico e di incentivazione per il trasporto combinato. In questo articolo si darà contezza delle principali modifiche che la Commissione porta avanti. La rivoluzione maggiore la troviamo sulla definizione. La vecchia Direttiva permette di definire un trasporto “combinato” quando la lunghezza del tragitto effettuata per ferrovia, per via navigabile o per mare, è superiore ai 100


TIR km e la parte iniziale o terminale del tragitto, effettuata su strada, è compresa in un raggio non superiore a 150 km. Con la nuova proposta viene meno questo principio/vincolo per le operazioni stradali, che potranno percorrere quanti chilometri vorranno. La nuova proposta invece vorrebbe legare un’operazione di trasporto combinato, e conseguentemente gli incentivi per gli operatori, al rispetto delle seguenti condizioni: 1) l’unità di carico intermodale nel trasporto non accompagnato deve avere un riferimento univoco in conformità al regime di identificazione e marcatura stabilito in base alle versioni aggiornate delle norme internazionali ISO6346 o EN13044; 2) l’operazione deve produrre il 40% in meno di esternalità negative (o extracosti) rispetto all’alternativa tutto strada. Il problema principale è che la Commissione non ha chiarito cosa sarà considerato un costo esterno e come sarà calcolato. Gli Stati membri, inoltre, secondo la proposta, dovranno sviluppare piani politici per rendere più efficiente il trasporto combinato e multimodale e ridurre i costi di almeno il 10% entro sette anni. A supporto di tale riduzione si dovrà dare attuazione e obbligatorietà d’utilizzo delle piattaforme digitali istituite a norma del regolamento relativo alle informazioni elettroniche sul trasporto merci – le cosiddette

piattaforme eFTI (Regolamento 2020/1056) – le quali forniranno uno strumento di calcolo che consentirà agli organizzatori dei trasporti di dimostrare se il loro funzionamento è ammissibile al sostegno. A sostegno del trasporto intermodale, la Commissione ha previsto una misura molto desiderata dalle imprese italiane: viene infatti introdotto – in maniera armonizzata in tutta Europa – un’esenzione dai divieti temporanei di circolazione per il trasporto combinato. L’obiettivo è migliorare l’utilizzo della

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capacità dei terminali e di altre infrastrutture consentendo ai veicoli pesanti di raggiungere i terminali sulla base degli orari di partenza di treni o navi. Riuscirà questa proposta a vedere la luce? Negli ultimi 15 anni la Commissione ha provato ben 3 volte ad avviare la revisione della Direttiva 92/106/EEC, trovando sempre l’opposizione di molti Stati membri. A maggior ragione, proporla a ridosso delle elezioni europee non fa ben sperare in un esito positivo.

EURO 7: IL PARLAMENTO VOTA IL RINVIO La plenaria del Parlamento europeo ha approvato, il 9 novembre, la sua posizione negoziale sul provvedimento Euro 7, che ha visto una “cauta” vittoria dei partiti conservatori, i quali hanno cercato di limitare i costi per l’intera filiera dell’automotive. Per la prima volta nella storia, il Regolamento Euro 7 toccherà non solo il particolato e gli ossidi di azoto, ma le microplastiche degli pneumatici e le particelle dei freni, fonti di inquinamento dei veicoli che continueranno ad esserci anche dopo il futuro passaggio ad una mobilità elettrica o ad idrogeno. La principale discussione, però, è avvenuta sulle tempistiche di adozione da parte delle aziende. La Commissione, nel testo originale della proposta, prevedeva l’entrata in vigore delle nuove norme a metà 2025 per i veicoli leggeri, mentre a metà 2027 per i veicoli pesanti. Il Parlamento, così come il Consiglio, hanno preferito che questi nuovi modelli vengano applicati 24 mesi dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale per le auto e i furgoni, mentre per i nuovi veicoli superiori alle 3,5 Ton ci saranno 48 mesi di tempo per l’adeguamento da parte delle imprese. Adesso la parola spetta al Trilogo, previsto per il 14 dicembre.

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AUTOTRASPORTO, COSA C’È SOTTO L’ALBERO... 12

Mentre ci avviciniamo al Natale, sono già state attivate alcune delle misure richieste dalle associazioni di categoria, dall’aggiornamento dei valori di riferimento dei costi di esercizio al tavolo sui trasporti eccezionali. E il TAR della Lombardia ha annullato la delibera del Comune di Milano sugli angoli ciechi di Lucia Angeloni

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i stanno man mano concretizzando gli impegni che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti si era assunto di fronte alle associazioni di categoria dell’autotrasporto durante la riunione che si è svolta al Dicastero a ottobre (cfr. Tir 264, pag. 1819). Molte delle misure promesse sono infatti già arrivate, a partire dalla pubblicazione dei valori di riferimento dei costi di esercizio per l’autotrasporto, che non venivano aggiornati dallo scorso aprile e che


TIR ora invece si riferiscono ai valori di ottobre 2023 (vedi art. a pag. 4647). Affrontata anche la questione dei trasporti eccezionali: la Legge 27 novembre 2023 n.170, di conversione del DL proroghe, ha prorogato di 15 mesi l’entrata in vigore delle linee guida per i trasporti eccezionali, al 30 marzo 2025. Allo stesso tempo la Legge ha istituito un tavolo tecnico per la definizione del Piano nazionale per i trasporti in condizioni di eccezionalità - da adottare entro il 30 ottobre 2024 - che dovrà individuare i corridoi dedicati ai trasporti eccezionali, le modalità di monitoraggio dei manufatti e le azioni necessarie per risolvere le criticità, anche di natura infrastrutturale. Una richiesta avanzata da tutte le associazioni di categoria, per scongiurare il blocco dell’attività per interi settori produttivi e per le imprese che operano nel settore dei trasporti eccezionali. Passi avanti anche sulle nuove risorse previste per i voucher patenti. Un emendamento al DL Fisco, riformulato dal Governo e approvato in Commissione Bilancio del Senato, prevede di alimentare il programma “patenti giovani autisti per l’autotrasporto” con altri 2,4 milioni di euro tagliati dal Fondo per l’avvio di opere indifferibili. Ricordiamo che il programma, che durerà fino al 31 dicembre 2026, incentiva la formazione di nuovi conducenti per il settore dell’autotrasporto mediante l’erogazione di benefici volti a coprire, in parte, i costi necessari

al conseguimento dei titoli e delle abilitazioni professionali per la guida dei mezzi pesanti. C’è poi la questione dei 70 milioni di euro, una somma avanzata da un precedente provvedimento per il conto proprio e per il trasporto persone che devono essere utilizzati inderogabilmente entro il 2023 e che potrebbero essere messi a disposizione dell’autotrasporto per compensare l’elevato costo del carburante. L’auspicio è che possano essere utilizzati come credito d’imposta al 12% per le spese legate al gasolio di luglio 2022. In vista di un provvedimento in questo senso, la Direzione Generale Autotrasporto del MIT ha intanto deciso l’apertura della piattaforma per la presentazione delle istanze, specificando che “saranno ritenute utili sulla base della effettiva disponibilità delle risorse in bilancio”. La piattaforma aprirà il 6 dicembre, alle ore 12:00, e resterà aperta fino alle 23:59 del 13 dicembre 2023. Resta ora da vedere se nella Legge di Bilancio saranno previste ulteriori risorse per compensare le maggiori spese legate ai costi del gasolio anche per il 2023. Infine sono stati resi disponibili i fondi legati all’intermodalità stradamare: dal 6 dicembre è infatti in vigore il Regolamento Sea Modal Shift che si pone in continuità con il precedente regime di aiuti, il Marebonus, con la differenza che ora i contributi saranno concessi direttamente agli autotrasportatori (vedi art. a pag. 30-31). Ma l’autotrasporto ha vinto anche un’altra importante battaglia: il TAR della Lombardia ha infatti annullato DICEMBRE2023

POLITICA

integralmente gli atti del Comune di Milano che prevedevano il divieto di accesso in area B e C per camion, e autobus, sprovvisti di sensori di segnalazioni di angolo cieco. Un obbligo che era entrato in vigore lo scorso 1° ottobre per i mezzi con massa massima tra 3,5 e 12 tonnellate e che è stato giudicato illegittimo. Per il Tar della Lombardia il Comune non ha infatti le competenze in materia di circolazione stradale, per quanto riguarda ordine pubblico e sicurezza, su cui ha competenze esclusive lo Stato. La decisione del TAR della Lombardia ha dato peraltro vita a diverse proteste; alcune associazioni di ciclisti hanno manifestato di fronte alla sede di un’associazione di categoria dell’autotrasporto, considerata colpevole di avere presentato il ricorso al Tar. Una manifestazione che purtroppo è sfociata anche in slogan e striscioni diffamatori, poiché l’associazione è stata accusata di non pensare alla sicurezza degli utenti della strada ma solo al danno economico degli associati. Immediata la replica dell’associazione, che ha sottolineato di avere dato da sempre la piena disponibilità a individuare una soluzione effettiva al problema della sicurezza, che però non può che avere una sede nazionale. Sull’argomento è intervenuto anche lo stesso Ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, affermando che “non si può imporre per norma oggi una cosa che non esiste a livello di mercato”.

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ECOMONDO

TIR

L’ALBO

PRESENTA I NUMERI DEL PARCO CIRCOLANTE 14

Il presidente del comitato Centrale Enrico Finocchi ha partecipato ad Ecomondo alla tavola rotonda “La transizione green dell’autotrasporto merci”, fornendo i numeri del parco veicolare italiano diviso per classi Euro e per motorizzazioni

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a location è sempre la stessa, la Fiera di Rimini; 26 anni fa però si chiamava “Ricicla” e poteva contare sulla presenza di 70 aziende. Oggi è cambiato il nome ma soprattutto i numeri di quella manifestazione dedicata all’ambiente e al riciclo, nella quale in pochi credevano. Ecomondo, che quest’anno si è tenuta alla Fiera di Rimini dal 7 al 10 novembre, è diventata infatti una delle più importanti fiere italiane, punto di riferimento per l’economia circolare e la transizione energetica, e in crescita anno dopo anno. L’edizione 2023 ha riunito oltre 1.500 brand, il 10% in più rispetto al 2022, e ha visto aumentare i propri visitatori del 15% sull’anno precedente. In aumento anche il numero dei Paesi di provenienza dei visitatori, con in testa Spagna, Germania, Grecia, Serbia, Egitto e Tunisia, e poi dall’Africa subsahariana.

L’edizione più grande in 26 anni ha visto inoltre la presenza di rappresentanti delle istituzioni, primo fra tutti il Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, ha ospitato convegni e tavole rotonde, oltre a moltissime aziende, comprese le case costruttrici di mezzi pesanti (vedi art. a pag. 34-37). In questo importante contesto non poteva mancare l’Albo degli Autotrasportori. Il

presidente del Comitato Centrale dell’Albo, Enrico Finocchi, ha infatti preso parte alla tavola rotonda “La transizione green dell’autotrasporto merci”, durante la quale ha fatto il punto sullo stato attuale del trasporto merci, fornendo i numeri del parco veicolare italiano, diviso per classi Euro e per tipo di motorizzazioni. Numeri che mostrano come, purtroppo, il percorso verso la

IL PARCO VEICOLARE <E> 7,5 TON DIVISO PER CLASSI EURO 744.710 744.710

-2,85% -2,85% DICEMBRE2023

-2,00% -2,00%

-1,57% -1,57%

EURO EURO6 6

-2,79% -2,79%

EURO EURO5 5

EURO EURO3 3

-2,27% -2,27%

EURO EURO4 4

EURO EURO2 2

512.726 512.726

EURO EURO1 1

254.402 254.402 EURO EURO0/NC 0/NC

716.049 716.049 640.488 640.488

604.243 604.243

Var. % Rispetto -3,91% ottobre 2022 -3,91%

1.421.761 1.421.761

+16,04% +16,04%

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TIR

ECOMONDO

in diminuzione dell’1,57%. Il parco veicolare è stato suddiviso anche in tre categorie: inferiore/uguale a 3,5 Ton, tra 3,5 e 7,5 Ton e superiore a 7,5 Ton. Il primo e il terzo gruppo mostrano una situazione migliore: tra i veicoli più leggeri i mezzi Euro 6 superano infatti 1.200.000 unità mentre gli Euro 5 sono 521.521. Gli Euro 0, sebbene siano un

numero ancora elevato, sono inferiori, pari a 402.450 unità. Nel gruppo dei pesanti, oltre 7,5 Ton, gli Euro 6 sono invece 201.360, gli Euro 5 sono 105.181 e gli Euro 0 127.428. Diversa la situazione nel gruppo tra 3,5 e 7,5 Ton: gli Euro 0 sono infatti ancora 74.065 a fronte di 19.657 Euro 6. L’Albo ha fornito anche i dati aggiornati sulle motorizzazioni: a farla da padrone sono naturalmente sempre i veicoli

1.2000.744

decarbonizzazione del settore sia ancora lungo. Sebbene in crescita del 16,4% rispetto a un anno fa, i veicoli Euro 6 sono infatti ancora troppo pochi (1.421.761). I mezzi più vecchi, al contrario sono ancora troppi: nel complesso contiamo ancora 604.243 Euro 0 (-3,91% rispetto allo stesso mese del 2022); 254.402 Euro 1 (-2,27%); 512.726 Euro 2 (-2,79%) e 744.710 Euro 3 (-2,85%). Gli Euro 4 sono invece 716.049, in calo del 2% rispetto allo stesso periodo del 2022, e gli Euro 5 sono 640.488,

IL PARCO VEICOLARE _ 3,5 Ton - tra 3,5 e 7,5 Ton - > 7,5 Ton <

_ 3,5 TON <

DICEMBRE2023

> 7,5 TON

201.360 EURO 6

105.181 EURO 5

16.569 EURO 4

102.704 Euro 3

63.815 Euro 2

25.529 EURO 1

Euro 0/NC

19.657

13.786 EURO 5

Tra 3,5 e 7,5 TON

EURO 6

9.613 EURO 4

24.401 Euro 3

19.713 Euro 2

EURO 1

Euro 0/NC

EURO 6

EURO 5

EURO 4

Euro 3

Euro 2

EURO 1

Euro 0/NC

10.471

74.065

127.428

521.521

689.867

218.402

429.198

402.450

617.605

16


TIR

ECOMONDO

+2,10%

IL PARCO VEICOLARE <E> 7,5 TON DIVISO PER MOTORIZZAZIONE

4.480.534 +1,76%

Totale per tutte le alimentazioni 4.913.096 -2,56%

2023

+11,54% +67,43% +50,47%

+30,46% 257

GPL

+60,82%

+39,45%

28.073 23.593

18.717

-0,89%

213.178

71.687

48.217

27.161

1.679

ALTRO/NC

ELETTRICO

IBRIDO IBRIDO BENZINA/ELETTRICO GASOLIO/ELETTRICO

diesel (4.480.534), in aumento del 2,1%. Tutte gli altri tipo mostrano comunque una buona crescita; l’elettrico, ad esempio, segna un incremento del 50,47%, così come l’ibrido elettrico/ benzina (+67,43%) e l’ibrido gasolio/elettrico (+39,45%). Proprio per la difficile situazione in cui versa il parco circolante italiano durante la tavola rotonda le associazioni nazionali dell’autotrasporto e dell’automotive – Anfia, Anita, Federauto, Unatras ed Unrae – hanno chiesto al Governo di stimolare e rilanciare gli investimenti nel settore, per accelerare il processo di transizione tecnologica dei veicoli industriali. Un’iniziativa che si tradurrà in una proposta da presentare al Ministero delle Infrastrutture e

GNL + METANO

B/GPL

Trasporti per adottare una road map che consenta di velocizzare il rinnovo del parco circolante. Il fabbisogno finanziario è stimato in circa 700 milioni di euro, che dovranno supportare gli investimenti fino al 2026 in veicoli a emissioni zero e di quelli alimentati con carburanti rinnovabili e le relative infrastrutture. Le associazioni, inoltre, hanno proposto una modifica sostanziale di funzionamento del “Fondo autotrasporto”, che garantisca procedure rapide di liquidazione alle imprese di autotrasporto. Un appello unitario e forte condiviso da tutti i partecipanti alla tavola rotonda, da Gianmarco Giorda, direttore generale di Anfia, Natale Mariella, vicepresidente di Anita, DICEMBRE2023

B/MET

BENZINA

GASOLIO

Paolo Starace, presidente della sezione Veicoli industriali di Unrae, Massimo Artusi, vice presidente Federauto Trucks, Sergio Lo Monte, segretario nazionale Confartigianato Trasporti (vedi anche intervista a pag. 18-19). Immediata la risposta del Governo: il Viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Edoardo Rixi, intervenendo in collegamento video alla tavola rotonda, ha infatti ribadito che l’autotrasporto è un settore strategico per il Paese e ha annunciato che l’intento del MIT è quello di voler attivare a breve un confronto specifico con le rappresentanze associative per identificare nuovi meccanismi di sostegno agli investimenti per la transizione ecologica e il rinnovo delle flotte.

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UNA ROAD MAP PER IL RICAMBIO DELLE FLOTTE 18

Le associazioni che rappresentano la filiera dell’autotrasporto hanno elaborato una riforma del fondo per gli investimenti che si basa su una dotazione di 700 milioni di euro per quattro anni: ne abbiamo parlato con Sergio Lo Monte, segretario generale di Confartigianato Trasporti

D

ecarbonizzare è ormai un impegno inderogabile per il settore dell’autotrasporto merci. Un tema di cui si è parlato anche nel corso del convegno “La transizione green del trasporto merci” che ha avuto luogo durante l’ultima edizione di Ecomondo (vedi articolo pag. 14-17). L’evento, organizzato dalle associazioni che rappresentano a diverso titolo

tutta la filiera dell’autotrasporto – Anfia, Anita, Federauto, Unatras, Unrae – è stato l’occasione per stimolare una riflessione corale sugli investimenti per il ricambio del parco veicolare e per proporre una riforma del fondo a questo dedicato, finalizzata ad accelerare il processo di decarbonizzazione del comparto. Una vera e propria road map da realizzarsi in diversi

step: così l’ha sintetizzata Sergio Lo Monte, segretario generale di Confartigianato Trasporti, associazione di categoria riunita in Unatras. “Una riforma strutturale del fondo investimenti per il settore - ha spiegato - che vuole essere una riforma su più anni e accompagnare le imprese con una dotazione finanziaria importante affinché queste operino un vero e proprio ricambio del parco circolante”. “La riforma – ha proseguito Lo Monte – si pone l’obiettivo di avere una dotazione di 700 milioni di euro sul quadriennio 2023-2026 e sarà sicuramente oggetto anche di una presentazione ufficiale alle istituzioni, al Ministero dei Trasporti e al Governo affinché possa entrare nel primo provvedimento legislativo utile, in coerenza con le politiche pubbliche e in tema di sostenibilità ambientale e sicurezza.


Quanto è importante questo approccio unitario in un momento così delicato per il settore dell’autotrasporto? “Per noi è strategico. Se abbiamo fatto lo sforzo di sederci tutti a un tavolo e ragionare su quelle che sono le caratteristiche di fondo del mercato dell’autotrasporto e dell’offerta anche da parte dei costruttori e della distribuzione, è proprio perché ci siamo resi conto che tutti gli sforzi compiuti fino ad ora sono stati insufficienti per traguardare la transizione ecologica. L’unitarietà, che ha portato alla definizione di questa proposta, vuole essere la presa di coscienza di qualcosa che è necessario fare realmente per consentire all’autotrasporto di essere non solo strategico per l’economia generale del Paese, ma anche per quegli obiettivi di sostenibilità che l’intero Paese si propone di raggiungere.

Quali sono i punti principali della proposta che presenterete al Ministero? Siamo partiti da alcuni principi base su cui vorremmo che si impiantasse il nuovo fondo investimenti per l’autotrasporto; uno di questi è la neutralità tecnologica. Noi vorremmo che si smettesse di avviare ragionamenti sulla base di impostazioni ideologiche dettate da simpatie per l’una o l’altra energia o tecnologia. Un secondo è tenere in considerazione gli aspetti sociali ed economici che la sostenibilità ambientale richiama, quindi gli effetti sugli operatori che poi devono compiere questi investimenti e quindi la tenuta del comparto. E, in ultimo, il focus della proposta: un serio piano di incentivi strutturale ed efficace, perché oggi assistiamo a un’erogazione degli incentivi che arriva a distanza di due anni da quando l’impresa ha fatto l’investimento, per cui si interrompe quella dinamica virtuosa.

Che cosa vedremo quindi sulle strade da qui ai prossimi 10-15 anni? Il tavolo si è sforzato di immaginare quello che potrebbe essere anche un orizzonte temporale oltre questi quattro anni che sono oggetto della proposta e in tale direzione, come ci dicono i costruttori ma come segnalano anche tutte le regolamentazioni dal fronte comunitario, pare che elettrico e idrogeno possano essere delle tecnologie del futuro anche per il pesante. Ad oggi, però, proprio perché ci basiamo sul principio di neutralità tecnologica e perché bisogna fare i conti con quelle che sono le attuali tecnologie, non possiamo non vedere come prioritario ancora il diesel alimentato da fonti non fossili, quindi con i famosi biocarburanti e i carburanti sintetici.

In tutto questo le imprese italiane di autotrasporto sono pronte? Su questo abbiamo fortemente ragionato ed è indubbio che l’impegno costante delle imprese di trasporto di qualsiasi dimensione, piccole, medie e grandi, sia stato importante in questi anni. Nonostante l’esiguità delle risorse messe a disposizione, le imprese hanno cambiato i veicoli. C’è stato un ricambio, perché sennò non avremmo visto i contatori del fondo investimento andare esauriti nel giro di poco. Ciononostante, il tema della competitività è fondamentale perché non può esistere una programmazione degli investimenti per le imprese di autotrasporto che non tenga conto di alcuni elementi quali: un mercato in cui le imprese di trasporto sono stritolate dalla concorrenza dei vettori esteri; sono ancora l’anello debole della filiera della catena logistica; non c’è il pieno rispetto delle regolamentazioni.

Sergio Lo Monte

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ASSOCIAZIONI

UNA RICETTA PER LA COMPETITIVITÀ Durante l’8° Forum Internazionale di Conftrasporto/Confcommercio, che si è svolto a Roma il 22 e 23 novembre, si è parlato delle criticità di trasporti e logistica e delle riforme e investimenti necessari per lo sviluppo del settore

Q 20

uadro del traffico merci in Italia, situazione dei valichi alpini, intermodalità, riforma della portualità, transizione ecologica, digitalizzazione: sono tutti elementi decisivi per comprendere il livello di salute del sistema trasportistico nazionale e le sue prospettive di competitività. Di questo si è discusso, infatti, nel corso dell’8° Forum Internazionale di Conftrasporto/Confcommercio, organizzato a Roma il 22 e 23 novembre. L’appuntamento annuale ha

Pasquale Russo

riunito, come di consueto, i principali attori del mondo del trasporto merci in tutte le sue modalità, rappresentanti del Governo e delle istituzioni per due giorni di dibattiti e riflessioni sullo stato del settore e sulle sue possibilità di sviluppo a partire dai numeri sulla movimentazione delle merci (e dei passeggeri) e dalle criticità sul piano delle infrastrutture. La prima giornata, infatti, si è

Matteo Salvini

aperta con la presentazione dello studio realizzato dall’Osservatorio sui Trasporti dell’Ufficio Studi Confcommercio – che ha evidenziato un recupero in atto nei traffici – e dell’analisi di Svimez, l’Associazione per lo sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno, sulle carenze e i ritardi a livello infrastrutturale (vedi art. a pag. 22 e 23) in Italia. Il presidente di Conftrasporto, Pasquale Russo, alla luce dei dati emersi ha ricordato “come sia urgente investire in infrastrutture” e colmare “il divario tra Sud, con un difetto strutturale di connessioni, e il Nord Italia, con un alto indice di saturazione, soprattutto in relazione ai valichi”. La due giorni ha visto anche la partecipazione del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti


TIR Matteo Salvini, che ha fatto il punto su tutti i dossier su cui sta lavorando il suo dicastero per migliorare la competitività di questo settore, dal Ponte sullo Stretto, che aprirà i cantieri il prossimo anno, alla questione del Brennero, della quale è stata investita la Corte di giustizia Ue. Il sistema dei trasporti di un Paese è un organismo articolato che per essere compreso va inserito nel complesso, partendo dal quadro economico. Prima di dare via al confronto, reso possibile da 9 diversi panel, Carlo Sangalli, presidente di Confommercio, ha sottolineato che il quadro congiunturale nazionale “è ancora incerto e contraddittorio” ma che ci sono segnali positivi “dall’andamento dell’occupazione alla tenuta della produzione industriale e, soprattutto, alla diminuzione dell’inflazione”. Le previsioni di crescita di Confcommercio indicano per quest’anno un +0,7%; un valore in linea con le stime per il 2024. Il trasporto è un fattore abilitatore e proprio per questo resta centrale il tema degli investimenti e delle riforme. Le infrastrutture sono da questo punto di vista il primo step. Infrastrutture ferroviarie – grazie a cospicui investimenti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – ma

anche infrastrutture di ricarica e di rifornimento per i veicoli a zero emissioni, infrastrutture digitali e opere viarie o grandi opere. Come ha evidenziato Luca Bianchi, direttore di Svimez, oltre al PNRR, c’è anche il Piano per le Infrastrutture Strategiche e una Legge di Bilancio che metterà sul tavolo investimenti importanti per il Ponte sullo Stretto, un importante “volano di crescita che però non risolve il problema del Sud”. Ma le infrastrutture sono fattore fondamentale anche per risolvere il problema dell’inquinamento e raggiungere obiettivi ambientali Ue. Lo ha ricordato il professore di Diritto del Lavoro ed ex Ministro, Tiziano Treu, portando l’attenzione anche su come le modifiche che si stanno verificando nella supply chain, con la tendenza al nearshoring, stiano rimettendo al centro il Mediterraneo. Da qui ne deriva l’attenzione verso le connessioni del Sud, le ZES, i porti e la digitalizzazione di tutto il sistema. “O riusciamo a creare un sistema di trasporti che renda competitiva l’economia del Paese o perdiamo definitivamente il treno dello sviluppo”, ha evidenziato il presidente di Fai-Conftrasporto Paolo Uggè, nel panel sulla digitalizzazione del trasporti, aggiungendo che sono quasi 90mila le imprese che oggi utilizzano dispositivi tecnologici. La digitalizzazione, peraltro, oltre a essere “una grande risposta per la sicurezza della circolazione, è un passo avanti che consente alle nostre imprese di fare investimenti DICEMBRE2023

ASSOCIAZIONI

Paolo Uggè

che poi ritornano all’economia in generale”. Digitalizzando un porto, ad esempio, si efficienta del 70% il porto stesso, ha ricordato Francesco Benevolo, direttore di RAM - Logistica Infrastrutture e Trasporti, citando i dati della Banca Mondiale e ricordando che il futuro è “digitalizzazione e interoperabilità” (vedi articolo a pag. 28 e 29). Fra riforma di porti (il Ministro Salvini nel suo intervento ha assicurato che sarà pronta per il prossimo anno) Piano del mare, attenzione al ruolo del settore marino nella decarbonizzazione e sviluppo della logistica energetica, concessioni, la portualità è stato un altro elemento centrale del Forum, su cui si è concentrato anche il Ministro della Protezione Civile e le Politiche del Mare, Nello Musumeci, al termine della prima giornata. Mentre, il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, intervenendo in conclusione dei lavori, ha voluto puntare l’attenzione sulla competitività, che dipende dai costi e dalle infrastrutture; “una vera e propria strategia della crescita che deve essere un obiettivo primario del Governo a 5 e 10 anni”. A.V.

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ASSOCIAZIONI

I

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l trasporto merci in Italia si è ripreso, superando i livelli del 2019, tuttavia questa ripresa rischia di infrangersi contro carenze e ritardi ormai insostenibili sul piano delle infrastrutture. È quanto emerge dall’8° Forum ConftrasportoConfcommercio, che si è svolto il 22 e 23 novembre a Roma. Il Forum si è aperto con i dati dell’Osservatorio sui Trasporti dell’Ufficio Studi Confcommercio, presentati da Mariano Bella, direttore dell’Ufficio studi di Confcommercio: già nel 2022 i volumi avevano superato i livelli pre-pandemia ma nel 2023 ci sono segnali di una possibile regressione che tuttavia non riguarderà la strada che dovrebbe crescere dello 0,5%. Per il trasporto marittimo si stima invece una riduzione dello 0,9%, per

quello aereo dell’1,9% e per quello ferroviario addirittura dell’11,3%. Nel 2024 invece tutti i settori dovrebbero tornare a crescere, ad eccezione del mare che risente ancora del rallentamento dei traffici mondiali (-0,2%). Invece per il trasporto merci su strada la crescita stimata è del 2,1%, per il ferro dell’1,3% e per l’aereo dell’8%. Per quanto riguarda le quote modali, il peso del trasporto su strada continuerà ad aumentare e nel 2024 si attesterà al 51,1% contro il 49,5% del 2019, essenzialmente per un

ripiegamento del trasporto marittimo, la cui quota si prevede scendere al 45,3%, a fronte del 47,1% del 2019. Sostanzialmente stabile la quota del trasporto ferroviario: 3,5% nel 2024, contro 3,3% nel 2019. Allo stesso tempo cambia anche la struttura delle imprese di autotrasporto: le imprese di capitali

Durante il Forum di Conftrasporto sono stati presentati due studi, uno sui dati del traffico passeggeri e merci e uno sulle infrastrutture: se da un lato il trasporto merci cresce, dall’altro le infrastrutture sono ancora molto carenti, soprattutto al Sud

INVESTIRE SULLE DICEMBRE2023

I


ASSOCIAZIONI

aumentano e i padroncini diventano più efficienti e meno piccoli di una volta. Durante il Forum è stato però presentato anche un altro studio, questa volta sulle infrastrutture, realizzato da Svimez proprio per Conftrasporto che mostra come il nostro Paese sia ancora indietro per quanto riguarda le infrastrutture e soprattutto come vi siano profonde disparità territoriali: solamente Lombardia, Piemonte, Lazio, Liguria e Campania superano la media europea, tutte le altre regioni si collocano invece al di sotto. Il direttore di Svimez, Luca Bianchi, ha sottolineato come lo studio metta in luce soprattutto il grande ritardo della rete ferroviaria del Sud, dove sono presenti solo 181 km di rete ferroviaria ad alta velocità (12,3% del totale) esclusivamente in Campania. Vi è inoltre un gap enorme per l’elettrificazione della rete (58,2% al Sud contro 80% al Centro-Nord) e una bassa quota del doppio binario (31,7% contro il 53,4% al Centro-

Nord). La dotazione di infrastrutture stradali del Sud è molto inferiore per estensione della rete autostradale (1,87 km per 100 km contro 3,29 al Nord e 2,23 al Centro): in Sardegna nessun km di autostrada, marginali in Basilicata. Dalla ricerca emerge anche la tendenza a un’ulteriore saturazione dei valichi alpini, che rende urgente l’apertura di nuove direttici, come il Terzo valico e le seconde canne al Monte Bianco e al Frejus, e gli shift modali (ferrovia, cabotaggio, cargo aereo). L’impatto macro-economico della realizzazione del Ponte di Messina, infine, viene valutato intorno ai 14,6 miliardi di valore aggiunto e 256mila addetti in sette anni. “I dati presentati oggi evidenziano come sia urgente investire in infrastrutture, e mettono in luce il divario tra Sud, con un difetto strutturale di connessioni, e il Nord Italia, con un alto indice di saturazione, soprattutto in relazione ai valichi - ha sottolineato il presidente di Conftrasporto Pasquale Russo -. La situazione che emerge, ancora una volta, dimostra come sia stato sbagliato, nelle scelte compiute in passato, non aver finanziato le infrastrutture fisiche stradali.

Più volte Conftrasporto ha espresso la necessità di intervenire sui valichi alpini, di prevedere una seconda canna sul Monte Bianco, di intervenire sul fronte dell’Austria sia per quanto riguarda le infrastrutture sia per i divieti. Purtroppo però negli ultimi 20-25 anni non sono stati fatti grandi interventi, mentre quello infrastrutturale è un tema cruciale per le nostre imprese e per lo sviluppo del Paese. Per quanto riguarda il PNRR, è positivo, necessario, aver previsto fondi significativi per la ferrovia, ma la mobilità delle merci e del Paese deve utilizzare il sistema infrastrutturale in maniera integrata: è controproducente aver lasciato autostrade e aeroporti fuori dalla programmazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”. Il 48% del PNRR va infatti alla rete ferrovia, il 23,6% all’alta velocità, il 5,6% al progetto integrato dei porti, e solo lo 0,5% alla digitalizzazione della logistica. “Auspico quindi – ha concluso Russo - che si torni a investire per colmare il gap infrastrutturale al Sud, anche ad esempio attraverso la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, un’opera la cui strategicità dipende però dalla sua integrazione all’interno del collegamento di Sicilia e Calabria alla rete dell’alta velocità. Allo stesso tempo occorre accelerare sulla digitalizzazione del Paese, leva fondamentale per la sburocratizzazione e la velocizzazione degli scambi”.

INFRASTRUTTURE DICEMBRE2023

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TIR

TRASLOCHI

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utti noi, almeno una volta nella vita, abbiamo dovuto affrontare un trasloco, un’attività piuttosto impegnativa e non soltanto per chi la svolge materialmente, cioè i traslocatori. Sono molte, infatti, le cose da organizzare, dalla fase di impacchettamento e imballaggio a quella finale di trasporto e consegna a destinazione. Se si

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abita in città, in una zona centrale, ad esempio, è necessario poter fare anche affidamento su veicoli che abbiano il permesso di ingresso nelle zone a traffico limitato e su un’autorizzazione di occupazione temporanea del suolo pubblico; tutte questioni che possono presentarsi come un vero rebus per i non addetti ai lavori. Una delle soluzioni, quindi,

è rivolgersi a una ditta seria in grado di prendersi in carico di tutte le varie incombenze del caso. Incombenze che sono davvero numerose. Di questo e anche di altri temi si è discusso a Roma dall’1 al 2 dicembre nel corso del Convegno Nazionale di Aiti, l’Associazione imprese traslocatori italiani, e della Giornata del traslocatore (vedi

TRASLOCHI A REGOLA D’ARTE di Antonella Vicini

Le imprese che svolgono attività di trasloco devono essere iscritte all’Albo Nazionale degli Autotrasportatori con tutti gli obblighi che ne conseguono. Chi si affida ad un traslocatore abusivo rischia il sequestro della merce

DICEMBRE2023


TIR articolo a pag. 27). Non tutti lo sanno, ma le imprese che svolgono traslochi, ad esempio, devono essere iscritte all’Albo Nazionale degli Autotrasportatori con tutti gli obblighi che ne conseguono (come l’iscrizione al REN o l’attestazione dell’idoneità finanziaria e professionale o il requisito di onorabilità). Quando si spostano beni e mobili da un edificio a un altro si effettua in

effetti un vero e proprio trasporto di cose per conto terzi. La Legge n. 298 del 6 giugno 1974 che istituisce l’Albo Nazionale degli Autotrasportatori prescrive, all’articolo 1, che “per l’effettuazione dei trasporti di cose per conto di terzi è necessario che l’imprenditore sia iscritto nell’Albo Nazionale degli Autotrasportatori di cose per conto di terzi ed abbia ottenuto apposita autorizzazione”. Nel settore, invece, si registra un alto tasso di abusivismo, anche se non è sempre semplice censire un fenomeno che si muove ai margini della legalità. Alessandro Russo, presidente di AITI, l’associazione che riunisce alcune delle imprese che operano in Italia, spiega che “le aziende che si occupano di traslochi, quelle ufficiali, stando agli ultimi dati di ottobre, sono 3.227”. Ma ci sono anche imprese non regolari. “Oggi siamo intorno al 30%. Prima la percentuale era molto più alta, si registrava un 47%. Ma ora i tempi sono cambiati e anche i controlli sono cambiati”. L’abusivismo si verifica principalmente nel trasloco residenziale dove è meno facile verificare. Ricordiamo, però, che in caso di controlli un traslocatore DICEMBRE2023

TRASLOCHI

abusivo rischia il sequestro della merce con conseguenze che ricadono indirettamente su chi ha commissionato il trasloco abusivo. Ma cosa possono fare gli utenti per difendersi? “Un consumatore ha difficoltà nel capire, perché si tratta di requisiti molto tecnici che qualcuno potrebbe non conoscere”, racconta ancora Russo. “Per questo – prosegue – consiglio di fare riferimento ad associazioni di categoria che possono indirizzare. Noi riceviamo molte chiamate di persone che cercano aziende specializzate. L’associazione ha anche il ruolo di supportare in queste scelte”. Se il buongiorno si vede dal mattino, ogni trasloco ben fatto inizia con un sopralluogo tecnico adeguato durante il quale si effettuano la valutazione della quantità del materiale da traslocare e la ricognizione dei luoghi da praticare e si valutano le esigenze del cliente. Già durante il Covid molte aziende, però, si erano attivate attuando un sistema per fare preventivi da remoto attraverso video e foto e con app apposite. La logistica nell’ambito del trasloco è un’attività altamente specialistica che impiega diverse figure professionali: all’interno di una squadra si trovano più componenti che vanno dal falegname all’imballatore all’autista; per questo si applicano anche contratti di lavori differenti. Se, ad esempio, si movimentano beni di un certo valore, come quadri, opere d’arte, pianoforti o porcellane preziose, gli operatori sono chiamati a particolare cura

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LE TAPPE DI UN TRASLOCO SICURO Consegna al nuovo domicilio di destinazione

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Trasferimento dal luogo di origine a quello di destinazione per via terrestre, marittima o aerea

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Preparazione degli arredi ed effetti personali da traslocare

Quotazione delle spese

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sin dagli imballaggi che vanno scelti sulla base delle specifiche esigenze. Ma i traslochi non sono solo quelli fatti da abitazione ad abitazione. Si spostano uffici, studi professionali, interi organismi produttivi e amministrativi e con essi attrezzatura di vario tipo. Diffidare quindi dei factotum o di prezzi troppo bassi, anche perché oltre ai requisiti professionali e all’iscrizione all’Albo Nazionale degli Autotrasportatori le imprese devono sottoscrivere anche specifiche assicurazioni. Quando si tratta di trasloco internazionale marittimo o aereo, inoltre, il traslocatore deve essere iscritto in qualità di spedizioniere presso la Camera di Commercio di riferimento; il certificato camerale deve indicare la data di inizio dell’attività di spedizioniere. Si tratta di un settore che per

Eventuali operazioni doganali di esportazione e di importazione

Sopralluogo tecnico (anche per rilevare l’accessibilità delle strade, le caratteristiche e l’agibilità dei parcheggi) ovvie ragioni è strettamente legato al mercato immobiliare e vale “circa 3 miliardi e mezzo di volumi, sia nel trasloco residenziale, sia in quello internazionale, sia quello legato alla Pubblica Amministrazione o quello industriale. È un settore in salute, quindi”, sottolinea Alessandro Russo. Il 2023 chiuderà, infatti, con un +3% rispetto al 2022. Le previsioni per il prossimo anno, però, vedono un lieve calo dell’1,8% come riflesso di quello che sta accadendo fra contrazione delle compravendite e aumento continuo dei tassi di interesse. Le ditte specializzate, inoltre, devono poter contare su mezzi moderni e in grado di muoversi anche nei centri urbani e, se necessario, disporre anche di elevatori, gru e carrelli. A proposito dei veicoli entrano DICEMBRE2023

in ballo le normative, solitamente differenti da Comune a Comune o da Regione a Regione, per il transito nelle zone a traffico limitato. “In AITI le aziende stanno tutte rispettando le normative europee anche perché in alcuni centri urbani, come Milano o Torino, senza Euro 6 non si può più accedere”, spiega Russo. Ma i traslocatori non operano soltanto da piano stradale a piano stradale, agiscono in ambiti di diritto pubblico e privato come marciapiedi, aree condominiali, sedi aziendali, abitazioni private con la conseguente attivazione di sp ecifici obblighi, rischi e responsabilità. Un capitolo a sé lo meritano i permessi per l’occupazione di suolo pubblico, una voce importante di questa attività di cui si è discusso durante il Convegno del 1° dicembre.


TRASLOCATORI IN CONVEGNO A ROMA Sicurezza sul lavoro, formazione, regolamenti: questi alcuni degli argomenti affrontati durante il Convegno Nazionale di AITI che si è svolto a inizio dicembre. Tra gli interventi anche quello del Ministro Matteo Salvini

I

l mondo dei traslochi si è riunito l’1 e il 2 dicembre a Roma. Due giorni di confronto fra i protagonisti del settore e i rappresentanti delle istituzioni per fare il punto sulle principali questioni di interesse di questo comparto. Il convegno nazionale di AITI - l’Associazione imprese traslocatori italiani – aperto il 1° dicembre dall’intervento del presidente Alessandro Russo ha dato il via ai lavori, per proseguire poi il 2 dicembre con la “Giornata del Traslocatore”, indetta da FIM - Federation of Italian Movers - nata la scorsa estate dall’unione delle associazioni AITI e ATP - Associazione traslocatori professionisti, a cui è intervenuto anche il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini. Sicurezza sul lavoro, utilizzo delle attrezzature, formazione e certificazioni, regole e documenti sull’occupazione del suolo pubblico, gestione delle aziende sono i temi che sono stati al centro della prima giornata con quattro diversi tavoli guidati da

quattro esperti di questo settore che hanno raccolto analisi, punti di vista, esperienze e osservazioni dei partecipanti. Quattro gruppi di lavoro per approfondire tematiche con cui gli operatori si confrontano ogni giorno. Forse non tutti ci pensano, infatti, ma le aziende di trasloco utilizzano professionalità differenti, nelle varie fasi del lavoro, e per questo sono chiamate a rispettare di volta in volta normative differenti: dalle regole sugli imballaggi a quelle sul trasporto nazionale a quelle sull’ingresso nelle zone a traffico limitato. Per questo è utile restare sempre aggiornati sulla complessa normativa di riferimento e Michele Vitale

confrontarsi per comprendere in che direzione sta andando questo settore. I traslochi internazionali sono, per certi versi, un capitolo a sé perché fanno riferimento a un complesso normativo diverso (vedi articolo pagine precedenti): di questo si è discusso, infatti, il 2 dicembre, una giornata con stand, sponsor, operatori per condividere quello che offre il mercato e dare voce al settore. A dare voce al settore è stato certamente il ministro Salvini, che ha esordito sottolineando che “il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è casa vostra”. L’intervento è stato anche l’occasione per un impegno, “conto di incontrarvi presto perché stiamo mettendo mano al Piano nazionale della logistica”, ha detto.

Alessandro Russo Davide Buglione

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Sandro Gobbi Massimo Basili


PORTI

TIR

PORTI CONNESSI E DIGITALI

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Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha stanziato 16 milioni di euro per le Autorità di sistema portuale con l’obiettivo di finanziare il Port Community System, un sistema informatico che consente informazioni sicure tra operatori economici ed enti pubblici

I

l 2024 dovrebbe essere l’anno della riforma della portualità italiana. Lo ha ribadito qualche settimana fa il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, annunciando che la riorganizzazione dovrebbe essere legge entro la fine del prossimo anno. Nel mentre, il Viceministro Edoardo Rixi - che a giugno aveva dato il via ufficialmente all’iter con la creazione di una commissione ad hoc per analizzare i temi della riforma – prosegue con le audizioni presso le Commissioni. Da tempo i porti sono molto più che semplici posti di attracco per le navi, ma complessi

punti di snodo dei commerci internazionali. Considerata la sua conformazione geografica, l’Italia è caratterizzata dai cosiddetti porti-città. La gestione di questi luoghi implica l’attenzione a una serie di fattori e di esigenze. Come ha già affermato il Viceministro Rixi, si lavorerà anche per fare in modo che “un porto non diventi un elemento estraneo rispetto a un territorio anche per la pianificazione dei piani regolatori”. La riforma non si occuperà quindi solo di governance, ma anche di razionalizzare il sistema, di favorire l’integrazione fra porti, retroporti e aree logistiche, di rivisitare la rete logistica nazionale e, ultimo DICEMBRE2023

ma non certo per importanza, di digitalizzare. Unctad, la Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo, aveva già stimato che la digitalizzazione e l’automazione dei porti potrebbero consentire, per ogni consegna, un risparmio di 300 dollari per i costi di sdoganamento e, potenzialmente, un risparmio di 5,4 milioni di euro su un intero carico di una nave container da 18mila TEU. La digitalizzazione quindi non è più una scelta, ma un’esigenza sentita a livello globale. Nel 2024, l’International Maritime Organization introdurrà, infatti, l’implementazione obbligatoria


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di Maritime Electronic Single Windows, uno sportello unico doganale elettronico che richiede una maggiore interoperabilità e un coordinamento continuo tra le agenzie portuali. Uno strumento di interconnessione che snellisce i processi e riduce i costi del commercio, con conseguenti ricadute anche sulla sostenibilità della filiera. Anche per questo il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha previsto fondi per la digitalizzazione degli scali portuali italiani. Ed è in questa prospettiva che il 31 ottobre è stato pubblicato un bando da 16 milioni di euro rivolto

alle Autorità di sistema portuali (un milione per ciascuna AdSP) per finanziare il Port Community System, considerato la chiave di volta della digitalizzazione delle procedure portuali. “Un sistema informatico aperto e neutrale – come lo ha definito in una nota lo stesso Rixi – che abilita lo scambio di informazioni in modo mirato e sicuro tra operatori economici ed enti pubblici con l’obiettivo di incrementarne la competitività”. L’investimento è parte dei 250 milioni previsti dal PNRR per la digitalizzazione della catena logistica e destinati a un nuovo ecosistema digitale da realizzare DICEMBRE2023

PORTI

entro il 2026 secondo gli standard di interoperabilità, cybersecurity e tutela dei dati fissati dalla normativa Ue. In questo caso, almeno il 40% delle risorse è rivolto prioritariamente alle regioni del Mezzogiorno. Gli interventi ammessi riguardano la prima realizzazione, la progettazione, la reingegnerizzazione di PCS, inclusi i servizi necessari per il loro utilizzo e per la loro interoperabilità con la Piattaforma Logistica Nazionale; lo sviluppo o l’aggiornamento del Port Community System o altre misure di miglioramento del sistema. Tutto da completarsi entro il 30 giugno 2024. Come mette in evidenza anche la stessa Agenzia delle Dogane, la digitalizzazione delle procedure doganali nei porti italiani pone l’obiettivo di automatizzare tutte le operazioni di entrata e uscita, di imbarco e sbarco connesse all’import e all’export, il pagamento delle tasse portuali e del tracciamento dello stato doganale della merce attraverso la razionalizzazione e l’interoperabilità tra i sistemi informativi. L’idea finale è la creazione di una catena logistica senza soluzione di continuità in cui merci sdoganate in mare transitino velocemente attraverso il porto di arrivo per proseguire il viaggio mediante fast corridor stradali o ferroviari.

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INTERMODALITÀ

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SEA MODAL SHIFT, AL VIA LE DOMANDE Dal 6 dicembre è in vigore il Regolamento sul nuovo incentivo volto a sviluppare l’intermodalità stradamare, approvato in continuità con il Marebonus. Per l’annualità 2023-2024 sono disponibili 42 milioni di euro di Francesca Cesarale

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È

in vigore dal 6 dicembre il Sea Modal Shift, ovvero il nuovo Marebonus. Il 21 novembre è stato infatti pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto 11 ottobre 2023, n.166 “Regolamento recante l’individuazione dei beneficiari, la commisurazione degli aiuti, le modalità e le procedure per l’attuazione degli interventi di cui all’articolo 1, comma 647, della Legge 28 dicembre 2015, n.

208 -Sea Modal Shift”. Il Regolamento si pone in continuità, sotto il profilo di identità dei fini, con il precedente regime di aiuti, il Marebonus appunto, applicato a determinate rotte marittime che garantiscono collegamenti regolari tra due porti comunitari, che mirava a ridurre parte considerevole del traffico su strada a vantaggio dell’integrazione del trasporto marittimo a corto-medio raggio

nella catena intermodale. Il Marebonus erogava i fondi agli armatori che poi ne “ribaltavano” una quota variabile fra il 70% e il 100% agli autotrasportatori imbarcati per ogni rotta per la quale erano stati individuati i km stradali evitati grazie alla scelta modale; al termine dei tre anni del programma di incentivazione sono stati erogati alle imprese più di 190 milioni di euro. Il nuovo Sea Modal Shift è finalizzato a utilizzare le risorse rese disponibili dalla Legge di Bilancio 2021, circa 83 milioni di euro complessivi per gli anni dal 2023 al 2026, di cui circa 42 milioni saranno utilizzati per la prima annualità 2023-2024, a favore degli autotrasportatori che effettuano la scelta della modalità di trasporto merci marittima avvalendosi anche dei miglioramenti ottenuti con il


TIR programma Marebonus. L’incentivo Marebonus era infatti focalizzato sul miglioramento della qualità dei servizi marittimi, obiettivo da ritenersi raggiunto; grazie a tale risultato il nuovo programma di incentivazione può riferirsi ad una condizione delle flotte migliorata soprattutto sul piano dell’efficienza e della sostenibilità ambientale che potrà essere messa a servizio degli autotrasportatori che scelgono di caricare le merci via mare. Occorre segnalare che rispetto alle risorse statali stanziate sulla misura, la Commissione europea con decisione del 30 maggio 2023 ha autorizzato il nuovo programma fino al 31 dicembre 2027 per un budget complessivo di 150 milioni di euro. La prima novità è dunque che il Sea Modal Shift è rivolto direttamente agli autotrasportatori. Altro aspetto importante del nuovo regolamento è che le rotte inizialmente indicate nell’allegato tecnico al regolamento (Cfr Tir 261, pag. 22-25) potranno essere incrementate attraverso le esigenze di traffico che emergeranno nel corso di attuazione della misura. In tal

modo il nuovo regolamento mira a favorire l’utilizzo anche di nuove rotte marittime essendo possibile oggetto di contributo tutte le rotte che il mondo della logistica potrà individuare come utili e innovative ai fini della sostenibilità del sistema dei trasporti. In quest’ottica si intende dare fiducia al mondo dell’autotrasporto in una strategia di diretto empowerment del settore verso scelte innovative autonome e ottimizzanti. Non bisogna poi dimenticare l’aspetto green e di sostenibilità sociale della misura Sea Modal Shift. Come noto, il Green Deal europeo pone obiettivi sfidanti in tema di sostenibilità e, soprattutto, di decarbonizzazione, tanto da candidare l’Europa a diventare il primo continente “carbon neutral”, entro il 2050; in tale sfida, un ruolo rilevante lo ricoprono i trasporti in genere, responsabili in Italia di quasi un quarto delle emissioni di gas climalteranti e, in particolare, il trasporto su strada. Si ricorda che potranno beneficiare dei contributi le imprese costituite anche in forma di raggruppamenti, temporanei o permanenti, o società tra operatori del trasporto, aventi sede legale in uno degli Stati membri dell’Unione europea o dello Spazio economico europeo che imbarchino su navi RO-RO e RO-PAX veicoli e/o cassemobili, accompagnati o meno dai relativi autisti, al fine di percorrere le tratte marittime individuate con decreto dal MIT. DICEMBRE2023

INTERMODALITÀ

Sono considerate rotte già ammissibili gli itinerari marittimi indicati nell’allegato A del Decreto 166/2023 con il corrispondente tratto chilometrico stradale quantificato come evitato. Per ulteriori rotte che vengano ad essere evidenziate all’atto della domanda delle imprese verrà quantificato il tratto chilometrico stradale considerato evitato a mezzo di decreti della Direzione generale per le politiche integrate di mobilità sostenibile, la logistica e l’intermodalità. Ai singoli beneficiari sarà riconosciuto un contributo massimo erogabile pari a un valore quantificabile annualmente in base alle valutazioni aggiornate sul valore delle esternalità negative. Il sostegno massimo concesso ammonterà a 30 centesimi di Euro v/km (veicolo chilometro). Per garantire l’utilizzo delle risorse anno 2023 entro il corrente anno, l’amministrazione ha allo studio forme di semplificazione e di accelerazione dei procedimenti di accesso al contributo. In particolare si prevede l’adozione di una piattaforma telematica che sarà operativa dal 6 dicembre 2023; le modalità di presentazione della domanda e di accesso alla piattaforma saranno rese note nei prossimi giorni sia attraverso adeguati strumenti di pubblicità sia attraverso la pubblicazione di apposite informative sui siti ufficiali del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e del soggetto gestore RAM SpA.

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Iveco S-Way

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TECNICA

Iveco Eurocargo Iveco Daily Furgone

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Iveco ha investito la cifra più alta di sempre per trasformare la sua intera gamma, dal Daily all’Eurocargo fino ai più pesanti S-Way, T-Way e X-Way. Vediamo quindi le principali novità presentate durante un evento a Barcellona

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er un cambiamento senza precedenti nella storia, ci vuole un investimento senza precedenti nella storia. Ed è per questo che Iveco ha impiegato nella transizione in senso tecnologico della sua gamma la cifra più alta di sempre: un miliardo di euro. C’è da dire che già negli ultimi quattro anni il brand fiore all’occhiello di Iveco Group aveva dimostrato di andare in questa precisa direzione, mettendo in campo un’offerta di prodotti basata su implementazioni tecniche e su più fonti energetiche, con un occhio all’efficienza e al taglio delle emissioni. Ma lo scorso novembre ha fatto ancora di più, presentando a Barcellona, durante l’evento “Be the change”, un’intera gamma riveduta e corretta. La nuova line-up, come comunicato dal marchio, è

stata costruita su quattro pilastri – produttività, esperienza di guida, sostenibilità e connettività – e si è mostrata al mondo con le sue nuove peculiarità, a partire dal logo. Iveco, infatti, ha deciso di cristallizzare questa sua trasformazione attraverso una rinnovata brandidentity e, a 48 anni dall’inizio della sua storia, ha presentato un logo più moderno, in nero, adornato da un tratto in un simbolico colore “blue energy”. Anche in questo ultimo schieramento, il modello di accesso alla gamma è chiaramente l’Iveco Daily. Il piccolo di casa conferma la sua vocazione di veicolo incentrato sul conducente e presenta un’ergonomia degli interni della cabina e una tecnologia di bordo notevolmente migliorate (nuovo cruscotto, quadro strumenti digitale, nuovo sistema di infotainment) nonché nuovi servizi basati sulla connettività, a partire dalla funzione Keyless Entry & Go che blocca e sblocca le porte lasciando le mani libere. Tutti accorgimenti che rendono le missioni urbane, magari porta a porta, meno stressanti ma anche più sicure rispetto al passato: la nuova versione di Daily sfoggia infatti un corposo pacchetto di Adas per una guida autonoma di livello 2. Si passa poi all’Eurocargo, storica gamma che trova in questo

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Iveco S-eWay TECNICA

Iveco eDaily Furgone

GUIDARE IL FUTURO lancio la nuova motorizzazione CNG da 6,7 litri disponibile in tre versioni, da 220 CV, 250 CV e 280 CV. Unico veicolo della fascia tra le 12 e le 18 tonnellate ad offrire questa alimentazione su tutta la gamma, Eurocargo vanta adesso anche nuovi strumenti avanzati, come il cambio automatico a 8 rapporti ZF8-HP di serie pensato per aumentare l’efficienza del mezzo, ma anche il nuovo cluster completamente digitale, con un display da 10 pollici ad arricchire la cabina, affiancato al sistema Infotainment touchscreen da 7 pollici con radio DAB integrata. Novità anche per i model year 2024 della gamma Way, tra l’S-Way e gli offroad e construction T-Way e X-Way. I pesanti di Iveco montano adesso un nuovo motore xCursor 13 sviluppato da FPT Industrial (consociata di Iveco all’interno di Iveco Group) che, nella sua configurazione più potente, è in grado di erogare fino a 580 CV e 2.800 Nm di coppia. Ma “basta” anche la variante da 500 CV e 2.600 Nm di coppia a massimizzare l’efficienza nelle missioni a lungo raggio, anche per via dell’aerodinamica migliorata e della guida predittiva con GPS. Con un risparmio di carburante stimato intorno al’11%, la nuova gamma Way abbina al nuovo motore (più leggero), l’assale 17xHE Meritor a riduzione singola per una trazione

più fluida, insieme alla trasmissione TRAXON Gen2 a 12 velocità di ZF. Il nuovo cambio offre poi numerosi aggiornamenti, come la funzione Shift Assistant, l’assistente al cambio marcia che sincronizza cambi e freno motore, e il Reversing Assistant che attiva la retromarcia a veicolo fermo. Non male anche la cabina, più confortevole e organizzata. L’offerta elettrica, nel percorso di Iveco, si estende a tutta la nuova gamma, dal segmento leggero al pesante. Oltre all’ormai già noto eDaily, il costruttore punta sul S-eWay, il primo veicolo pesante elettrico costruito interamente da Iveco (il riferimento è all’esperienza del Nikola). Con un’autonomia massima di 500 km, il veicolo è alimentato da un sistema composto da nove batterie da 82 kWh, per un totale di 738 kWh che si ricaricano, con alimentazione ultrafast, fino all’80% in 90 minuti. La versione 4x2 dell’S-eWay è alimentata dall’assale posteriore elettrico di FPT Industrial ed è in grado di erogare 480 kW di potenza continua e 1.800 Nm di coppia. Ultima chicca: durante il lancio della nuova gamma, Iveco ha annunciato una partnership con i Metallica, storica band rock-metal: il marchio li supporterà infatti durante la tappa europea dell’M72 World Tour 2024. Insomma, Iveco è proprio pronta ad andare… a tutto rock. E.G.

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ECOMONDO

IL GREEN BOOK

DI ECOMONDO 34

Quasi tutte le case costruttrici hanno partecipato alla Fiera di Rimini dedicata alla sostenibilità mostrando le loro novità, in alcuni casi anche in anteprima, in tema di transizione energetica: vediamo quindi la loro offerta di Ertilia Giordano

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e case costruttrici rispondono sempre all’appello della sostenibilità e, ancora una volta, in sei hanno scelto Ecomondo per proporre la loro gamma di veicoli green. Tra gli stand della fiera dedicata alla transizione ecologica e ai nuovi modelli di economia circolare e rigenerativa, si sono infatti alternati veicoli leggeri e pesanti con caratteristiche diverse ma con una stessa mission: ridurre drasticamente le emissioni del trasporto merci. Ecco, dunque, i veicoli su cui si sono accesi i riflettori dell’evento.

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DAF

Per la 26esima edizione di Ecomondo, Daf ripropone il suo ormai noto claim “Start The Future” e porta in scena la sua idea di transizione energetica. Dopo il lancio nel 2018 dei suoi primi veicoli a batteria, la casa di Eindhoven, a partire dall’inaugurazione della new generation nel 2021, propone una gamma elettrificata piuttosto articolata, un novero di prodotti in grande evoluzione rispetto agli LF e CF che avevano contraddistinto la generazione passata. Protagonista assoluto dello stand è stato l’XD 350e 100% elettrico, un trattore stradale 3 assi che può contare, come suggerisce il nome, su 350 kW (pari a circa 480 cavalli) e su un’autonomia di circa 500 km raggiungibile grazie alla presenza di ben cinque pacchi batteria (la scelta da parte del cliente può comunque essere modulabile e può variare da un minimo di due pacchi batteria fino al massimo di cinque) che si caricano, con colonnina ultrafast, dallo 0 all’80% in

Daf XD 350e circa 45 minuti. Daf, però, non ha dimenticato l’endotermico di ultima generazione, proponendo in esposizione un XD 340 FAN Autotelaio per compattatore in versione diesel, un veicolo particolarmente apprezzato tanto da essere eletto Truck Of The Year 2023. Come di consueto Rimini Fiera ha anche predisposto un’area test drive e Daf non ha perso l’occasione per proporre al pubblico un XF 480 FAN con gancio scarrabile BOB cassa 7200 mm. 35

Anche quest’anno Iveco ha fatto ritorno a Rimini. La partecipazione a questa edizione da parte del brand è stata orientata, stavolta, alle sue ultime soluzioni elettrificate, senza comunque tralasciare le altre proposte green, con il gas naturale in pole position, un po’ il vessillo sostenibile dell’offerta Iveco degli ultimi anni.

IVECO

Iveco Heavy Duty BEV

A saltare subito all’occhio, tra le luci dello stand del marchio, i due eDaily, le versioni a batteria del “piccolo grande” best seller restylizzato nel 2022. I due leggeri proposti in fiera erano, nel dettaglio, un furgone nel modello 35S14E V/P e un cabinato nel modello 38S14E, parti rappresentative di un’ampia line-up di versioni da 3,5 a 7,2 tonnellate con volumi di carico fino a 19,6 metri cubi, disponibili in tutte le varianti (furgone, cabinato e telaio scudato). Per la sezione pesanti, invece, lo stand ha ospitato un trattore Heavy Duty BEV (100% elettrico), in grado di assicurare un’autonomia di 500 km (grazie a una capacità totale della batteria di 738 kWh e una potenza di ricarica fino a 350 kW) e di assicurare così non solo il completamento delle consegne hub-to-hub ma anche missioni di più lungo raggio, predisponendo la ricarica durante le soste obbligate. Un po’ pioniere del gas naturale, Iveco ha anche riproposto, come anticipato, l’offerta CNG sia per la gamma leggera con un Daily CNG nel modello 35C14N, sia per la gamma pesante con un S-Way CNG nel modello AD260S34Y/PS.

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TIR

TECNICA

Mercedes-Benz, il nome commerciale della “nuova” società Daimler Trucks, ha sfruttato il palcoscenico fornito da Ecomondo per un’anteprima italiana (anticipata dall’AD Maurizio Pompei su Tir 264, pag. 3637), quella dell’eActros 300 City Tractor. Prodotto in serie nella versione trattore con massa totale a terra fino a 40 tonnellate per il trasporto a corto e a medio raggio, il truck elettrico, basato sulla stessa tecnologia della sua versione carro, si avvale di tre pacchi batteria, ciascuno con una capacità di 112 kWh, che consentono un’autonomia fino a 220 km. Tra i veicoli esposti nello stand, figurava poi anche l’intramontabile eActros Charged&Ready (nel dettaglio era presente un eActros 3 assi, passo 4000 mm, con tre pacchi batterie), il primo truck elettrico della Stella e quindi l’inizio della sua nuova era; un veicolo la cui essenza è rappresentata dal suo cuore tecnologico, l’eAxle, un assale posteriore con due motori elettrici

MERCEDESBENZ TRUCK

integrati Mercedes-Benz ed un eActros-300-City-Tractor cambio a due velocità. Spazio infine anche per l’eEconic, concepito per gli impieghi municipali e molto apprezzato come mezzo per la raccolta rifiuti, e per il Fuso (affiliata asiatica del Gruppo Daimler) eCanter Next Generation 4S15e.

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RENAULT TRUCKS

C’era molto Renault Trucks interesse per D-Wide elettrico l’esposizione fieristica di Renualt Trucks. Questo perché la casa della Losanga è riuscita a portare a Ecomondo, in anteprima assoluta, il nuovo Trafic E-Tech elettrico, il van per gli impieghi urbani che promette circa 300 km di autonomia. Disponibile in due lunghezze (5,08 m e 5,48 m) e due altezze (1,967 m e 2,498

m), il furgone ha un volume di carico da 5,8 m3 a 8,9 m3, una lunghezza di carico fino a 4,15 m (nella versione L2 allungata), una capacità di traino di 920 kg e carico utile di 1,1 tonnellate, oltre che la stessa modularità e possibilità di personalizzazione della versione endotermica. Dotato di un motore da 90 kW (122 cv) e di una coppia di 245 Nm, il Trafic a batteria sarà ordinabile a partire dai primi mesi del 2024. I visitatori interessati a tonnellaggi più importanti non sono comunque rimasti a bocca asciutta: lo stand ha infatti ospitato anche un D-Wide, un due assi da 18 tonnellate, con un inedito upgrade delle batterie (da 66 kW a 94 kW). Infine, sebbene non materialmente disponibili, ampio risalto è stato dato all’E-Tech T e al E-Tech C 100% elettrici con il nuovo logo del marchio sulla calandra, veicoli molto attesi che sono stati proposti – stavolta “in presenza” – al Solutrans di Lione.

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V T


TIR Scania ad Ecomondo è stata chiara: la transizione ecologica passa attraverso SCANIA molteplici tecnologie e il biodiesel è una di queste. La tecnologia elettrica c’è ed è in evoluzione ma il Grifone vuole di più: il percorso di elettrificazione della gamma era iniziato nel 2016, con l’introduzione di una soluzione ibrida, e si era poi affermato nel 2020, con la proposta 100% elettrica per operazioni urbane, ma nel 2021 Scania aveva anche introdotto Scania P280 XT CNG la piattaforma Super, dedicata ai cari vecchi 100% elettrico, endotermici e finalizzata a ridurre i consumi di un autocarro carburante e di conseguenza abbattere le emissioni 100% elettrico allestito di CO2. È sulla base di questo che la casa svedese con compattatore e un autotelaio BioCNG per ha dedicato la sua presenza a Ecomondo a diverse spazzatrice. tematiche, tra cui l’uso di carburanti da fonti Spazio anche alle tecnologie da interni, come rinnovabili come l’HVO (olio vegetale idrotrattato), il cruscotto digitale Smart Dash, e ai servizi di utilizzabile in tutti i veicoli Scania Euro 6 e gran parte efficientemento delle flotte elettrificate come lo degli Euro 5 in circolazione, e il biometano, nella Scania Charging Access che permette ai conducenti forma compressa o liquefatta. di veicoli elettrificati di identificare in maniera Nello spazio espositivo del brand è stato possibile intuitiva i punti di ricarica pubblici europei. toccare con mano, tra gli altri, un trattore stradale

37 Anche Volvo Trucks ha dedicato a Ecomondo una tappa del suo viaggio verso la neutralità climatica e ha presentato a Rimini Fiera tre tecnologie per la riduzione delle emissioni: elettrico, biogas ed HVO. Nello stand, la gamma elettrica è stata rappresentata da due veicoli BEV, il Volvo FHE 4X2 alimentato da una colonnina Fast Eni, e il Volvo FHE protagonista dell’Electric Tour con

VOLVO TRUCKS

Volvo FH Electric

semirimorchio Lamberet; e la gamma dei veicoli a gas da un FH 500 4X2 alimentato a biogas, in grado abbattere le emissioni di CO2 fino al 100%. Presentando le sue partnership con Lannutti ed Enilive, nuovo brand di Eni Sustainable Mobility, Volvo ha anche esibito, sul fronte biodiesel, un Volvo FH 500 4x2 con motore I-Save, alimentato da HVOlution, il diesel di Enilive ricavato da materie prime rinnovabili. Oltre a questi modelli, la casa di Göteborg ha esposto anche l’FH carro pesante 6X2 Electric con allestimento scarrabile MEC SLK 267, un FE Electric (Low Entry Cab) dotato di sistema di raccolta e compattazione OMB Technology Legend e un FMX 8x4 Electric con betoniera elettrica. Va poi segnalata la novità presentata da Volvo Penta, azienda del gruppo svedese che si occupa della costruzione di motori e di sistemi di propulsione: un’unità BESS (Battery Energy Storage Systems), ossia un sistema di accumulo dell’energia in grado di migliorare la capacità e la resilienza della rete elettrica.

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FISCO

DISCO VERDE AL NUOVO CONCORDATO PREVENTIVO BIENNALE L’Agenzia delle Entrate, sulla base dei dati in suo possesso proporrà al contribuente la definizione biennale del reddito sia ai fini Irpef sia ai fini Irap. Chi aderisce si assicura, per lo stesso biennio, di non subire nessun tipo di accertamento da parte del Fisco 38 di Angelo Ciaravolo

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l nuovo concordato preventivo biennale, per autonomi e piccole imprese, è già realtà. Entro aprile del prossimo anno, l’Agenzia delle Entrate metterà in moto la prima operazione per il biennio 2024-2025, mettendo a disposizione dei contribuenti appositi programmi per acquisire i dati necessari e utili per formulare la cosiddetta proposta di concordato. Questo patto di fiducia, tra Fisco e contribuenti, porterà direttamente alla definizione anticipata delle tasse da pagare. Va ricordato che questo sistema è riservato esclusivamente ai contribuenti di minori dimensioni, titolari di reddito di impresa e di

lavoro autonomo, sottoposti agli Isa (Indici di affidabilità fiscale) che, con riferimento al periodo d’imposta precedente, abbiano conseguito un punteggio di affidabilità non inferiore ad otto sulla base dei dati dichiarati, oltre a non aver debiti tributari pari o superiori a 5mila euro. A questo nuovo sistema, potranno tuttavia aderire anche coloro che hanno conseguito un punteggio Isa inferiore ad otto (in tal caso, prima di aderire, occorrerà adeguare la propria dichiarazione dei redditi col contestuale pagamento delle maggiori imposte dovute). Relativamente al funzionamento previsto dal recente schema

di Decreto legislativo sull’accertamento, l’Agenzia delle Entrate, sulla base dei dati in suo possesso (modelli Isa, fatture elettroniche, ecc.), proporrà al contribuente la definizione biennale del reddito sia ai fini Irpef sia ai fini Irap, entro il prossimo 26 luglio (negli anni successivi il termine sarà del 30 giugno). Il contribuente dovrà accettare o meno la proposta in un lasso di tempo abbastanza ristretto (fino a un massimo di cinque giorni). Dopo il primo biennio, se dovessero permanere i requisiti per il concordato, l’Agenzia formulerà, con un mese di anticipo (entro marzo) una nuova proposta biennale che il contribuente dovrà accettare, al massimo, entro il mese di giugno. Aderendo, il contribuente si impegna, nel corso dei periodi d’imposta oggetto di concordato, al rispetto degli ordinari obblighi contabili e dichiarativi, oltre a dichiarare il reddito concordato e la relativa imposta sulle attività produttive (Irap). Così facendo si assicura, per lo stesso biennio, di non subire nessun tipo di accertamento da parte del Fisco. Eventuali controlli saranno


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invece riservati su coloro che non aderiranno al concordato biennale o che decadranno dallo stesso come, ad esempio, nel caso in cui l’ufficio successivamente accerti redditi nascosti superiori al 30% di quelli dichiarati. Ulteriore causa di decadenza è avere omesso di presentare una delle dichiarazioni dei redditi comprese nelle tre annualità dei precedenti periodi d’imposta all’ammissione del concordato. In tal caso, si potrà sanare la propria posizione fiscale, tramite il ravvedimento operoso (purchè sia fatto prima che inizino attività istruttorie). Va ricordato che l’adesione al concordato non produce effetti ai fini Iva e che si estende anche ai soci delle società di persone e a quelli di srl, con redditi trasparenti. Cambiano anche le procedure di notifica degli atti, avvisi e comunicazioni da parte del Fisco (viaggeranno tutti con

posta elettronica certificata). La relativa notifica si intenderà perfezionata non appena il gestore darà comunicazione dell’avvenuta consegna della Pec. Inoltre, se la casella postale dovesse risultare piena, verrà fatto un secondo tentativo di consegna ad almeno una settimana di distanza. Se anche questo tentativo dovesse fallire, il Fisco procederà con le normali notifiche al domicilio del contribuente. E tra le tante novità contenute nel recente Decreto legislativo approvato dal Governo lo scorso mese di novembre (ora all’esame del Parlamento per i relativi pareri), va ricordato che in tema di contenzioso tributario si riduce il termine per la costituzione in giudizio dopo la definitiva uscita di scena del reclamo e della mediazione (presto il posto verrà lasciato alla conciliazione tributaria). In pratica, con l’entrata in

FISCO

vigore del decreto attuativo della delega fiscale in materia di contenzioso tributario, succederà che chi decide di ricorrere, ad esempio, contro cartelle esattoriali o avvisi di accertamento, ritenuti errati o illegittimi, dovrà costituirsi davanti alla Corte di giustizia tributaria di primo grado, entro il termine massimo di trenta giorni dalla notifica del ricorso e non più di 120 giorni, qualsiasi sia il valore della lite (ora bisogna attendere 90 giorni dalla notifica del ricorso per esperire l’eventuale reclamo o mediazione e ulteriori 30 giorni per la costituzione alla Corte di giustizia). Infine, si darà più spazio alla conciliazione, per definire eventuali ricorsi pendenti anche in Cassazione con l’obiettivo principale di ridurre il carico dei processi tributari pendenti (in pratica si concederà la possibilità di beneficiare di una riduzione progressiva delle sanzioni, dal 40 al 60%, in base al grado di giudizio).

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NORMATIVE

OBBLIGO DI REGISTRAZIONE PER I VEICOLI A NOLEGGIO

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Il CED del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha messo a punto l’applicativo RENNoleggi, in base a quanto previsto dalla Direttiva Ue sul noleggio di autoveicoli adibiti al trasporto merci di Andrea Giuli

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al 20 novembre scorso è obbligatorio, nel caso di noleggio di autoveicoli adibiti al trasporto di merci (furgoni, autocarri, motrici e trattori), registrare la targa al CED della Motorizzazione. Lo ha stabilito la circolare ministeriale prot. 25355 del 17 novembre 2023, in forza della nuova Direttiva comunitaria 2022/738 sul noleggio e dell’articolo 24 del Decreto Legge 13 giugno 2023, n. 69 (poi convertito in Legge 103/23) che ne ha dato attuazione in Italia. Tale registrazione,

che in una prima fase riguarderà solo i veicoli a motore - mentre rimorchi e semirimorchi saranno implementati successivamente - va effettuata su un nuovo applicativo telematico denominato “REN – Noleggi”, su cui le imprese che esercitano il trasporto di merci su strada in conto

terzi e che sono inscritte al REN indicheranno le targhe degli automezzi che hanno preso in locazione da altre imprese di autotrasporto conto terzi (sia italiane che comunitarie) oppure da società di noleggio. Tale registrazione va effettuata tramite l’Ufficio provinciale della motorizzazione dove l’impresa è iscritta al REN (UMC


TIR competente) oppure tramite un “Operatore professionale”, vale a dire un’agenzia pratiche auto abilitata ad operare come STA (Sportello Telematico dell’Automobilista). Ad uno di tali uffici, pertanto, le imprese dovranno rivolgersi prima di poter utilizzare un automezzo preso a noleggio, compilando il modello di registrazione di questo veicolo, nel quale, oltre alla targa dell’automezzo e allo Stato di immatricolazione, indicheranno anche le date d’inizio e fine del noleggio in questione (e ciò anche per noleggi di breve durata, fatti ad esempio per sostituire un automezzo fermo o incidentato, o per sopperire a

periodi d’intenso lavoro). In caso di automezzo con targa comunitaria, va indicata anche la denominazione dell’impresa locatrice, il suo codice fiscale o partita IVA e lo Stato comunitario a cui appartiene. Per i contratti di noleggio riguardanti più automezzi, sarà sufficiente compilare un unico modulo di domanda, con tanti allegati quanti sono gli automezzi noleggiati. A seguito di tale registrazione, dalla quale sono escluse le imprese che svolgono trasporti in conto proprio (le quali è bene ricordare possono noleggiare veicoli di massa complessiva non superiore a 6 tonnellate e solo da società di noleggio), l’UMC o lo STA rilasceranno all’impresa locataria una ricevuta di avvenuta registrazione della targa dell’automezzo noleggiato al REN che dimostrerà, a qualsiasi fine (si pensi ai profili della responsabilità civile da circolazione stradale o alle sanzioni per violazioni al Codice della Strada), la locazione del veicolo senza conducente posta in essere. La circolare chiarisce anche che questa ricevuta non rientra tra la documentazione obbligatoria da portare a bordo dell’automezzo per dimostrare il noleggio (cioè, quella indicata dall’articolo 84 del Codice della Strada: contratto scritto di noleggio e contratto di lavoro dell’autista dell’impresa locataria), precisando che “conseguentemente, non è necessario esibirla all’atto del controllo” su strada. In merito ai requisiti per l’accesso alla professione, la

NORMATIVE

nota ministeriale chiarisce che l’impresa locataria deve, qualora non capiente, provvedere a integrare la propria idoneità finanziaria per gli automezzi presi a noleggio inviando la relativa documentazione all’UMC compente; mentre per lo stabilimento, precisa che se l’automezzo a noleggio costituisce l’unico veicolo con cui l’impresa soddisfa il requisito, allora la durata della locazione, il cui contratto va registrato all’Agenzia delle Entrate, non deve essere inferiore a sei mesi. Da ultimo la nota ministeriale regola il periodo transitorio intercorso tra l’entrata in vigore del Decreto Legge 13 giugno 2023 n. 69 e la sua stessa emanazione, durante il quale le imprese di autotrasporto hanno potuto concludere molti contratti di noleggio, con le nuove disposizioni dell’articolo 84 del Codice della Strada e senza alcuna registrazione al CED della Motorizzazione. Al riguardo, la circolare ha specificato che allo scopo di consentire in fase di avvio dell’applicativo REN-Noleggio, di avere un sufficiente margine temporale per adempiere al nuovo obbligo: “le imprese che dispongono di veicoli locati in forza di contratti stipulati prima del 15 gennaio 2024 dovranno procedere alla registrazione sull’applicativo REN-Noleggi entro il 15 gennaio 2024”. Tutto ciò, fermo restando l’onere dell’impresa locataria di provvedere alla registrazione prima dell’utilizzo dei veicoli noleggiati (come nel caso dei noleggi che decorrono da dicembre 2023).

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NORMATIVE

TIR

REVISIONI: PIÙ TEMPO AI CENTRI PRIVATI PER ADEGUARSI Il MIT, con il Decreto Ministeriale n. 237 del 21 settembre, ha previsto una normativa di carattere transitorio per i “centri 870”, oltre che un alleggerimento dei requisiti di idoneità richiesti ai centri di controllo 42

N

ovità importanti sul fronte delle revisioni dei mezzi pesanti. Sulla Gazzetta Ufficiale n. 258 dello scorso 4 novembre è stato pubblicato il Decreto Ministeriale n. 237 del 21 settembre che interviene sul D.M. n. 446 del 15 novembre 2021 introducendo due aspetti: la previsione di una normativa di carattere transitorio per i “centri 870”, ovvero i centri di revisione privati autorizzati in base alla Legge n. 870 del 1986; l’alleggerimento dei requisiti di idoneità richiesti ai centri di controllo. Per i centri 870, l’art. 19

bis introduce una nuova disciplina transitoria, stabilendo che gli stessi potranno continuare ad operare come avvenuto fino ad oggi (quindi, secondo le specifiche tecniche stabilite dall’art. 19 della legge 870/1986), “fino al diciottesimo mese successivo alla data di entrata in vigore del decreto di cui all’art. 19”. Al di la dei tecnicismi della norma, il significato sta nel concedere un periodo di attività che, partendo da oggi, sarà certamente

superiore ai 18 mesi; infatti, il conteggio avviene da quando il MIT emetterà il decreto sulle nuove tariffe da applicare alla revisione dei mezzi pesanti, cosa che, al momento, non è ancora avvenuta. Fino ad allora, le revisioni nei centri 870 saranno effettuate dagli Ispettori autorizzati, abilitati o ausiliari che, tra l’altro, potranno impiegarsi anche per le verifiche tecniche sui veicoli di massa superiore alle 3,5 Ton adibiti al trasporti di merci pericolose in regime ADR o di prodotti deperibili in regime di temperatura controllata (ATP), e dei relativi rimorchi e semirimorchi. Ovviamente, durante il periodo transitorio i centri 870 dovranno adeguarsi ai requisiti richiesti ai centri di revisione privati, se vorranno continuare ad operare anche dopo questa scadenza. Se non si adegueranno, il comma 3 dell’art. 19 bis, prevede: la decadenza di tutte le autorizzazioni già concesse per la revisione dei veicoli di massa superiore alle 3,5 Ton; la possibilità di continuare ad operare limitatamente alle revisioni dei veicoli adibiti al


TIR trasporto passeggeri e, per quanto concerne il settore merci, di quelli destinati al trasporti di merci pericolose o di deperibili in regime ATP (tenuto conto che, com’è noto, trattasi delle due categorie che l’art. 80, comma 8 del CdS ha sottratto alle revisioni presso i nuovi centri privati). Veniamo all’altra importante novità introdotta dal D.M. n. 237, relativamente alle caratteristiche dei centri di controllo. Su questa materia, il MIT ha accolto le richieste degli operatori del settore che, da sempre, avevano giudicato

di difficile attuazione i requisiti previsti in origine dal D.M. n. 446/2021. L’intervento è avvenuto sui tre aspetti seguenti: Superficie totale minima del centro: si passa dai precedenti 600 m2 ai 250 m2, comprensiva del corpo di fabbrica principale e delle superfici dei locali ad uso ufficio, servizi ed altre pertinenze, che possono essere collocati anche in corpi di fabbrica distinti purché nello stesso comprensorio; linea di revisione: si prevede una superficie non inferiore a 200

NORMATIVE

m2 - rispetto ai precedenti 250 m2 per ciascuna linea. Rimangono immutate le altre misure minime richieste per la larghezza lato ingresso (6 metri), altezza (6,20 metri se la linea è munita di ponte sollevatore, oppure 5 metri se dotata di fossa d’ispezione), e varchi di ingresso e uscita veicoli (4,5 metri); area di manovra esterna al corpo di fabbrica principale: la superficie richiesta scende a 600 m2, dai precedenti 1.000 m2.

LA CQC PER I TITOLARI DI PATENTE EXTRA UE Il MIT ha rilasciato alcuni chiarimenti in merito alla possibilità, per il soggetto che ha ottenuto una patente di guida superiore in un Paese extra Ue, di ottenere o rinnovare in Italia la CQC. In base all’art. 9 della Direttiva Ue 2002/2561, i cittadini di un Paese terzo dipendenti di un’impresa stabilita in uno Stato membro o impiegati presso la stessa, che effettuano all’interno dell’Unione trasporti su strada, acquisiscono la qualificazione iniziale “nello Stato membro in cui è stabilita l’impresa o nello Stato membro che ha rilasciato loro un permesso di lavoro” e seguono i corsi di formazione periodica nello Stato membro nel quale lavorano. A sua volta, le norme del Capo II del D.L. 286/2005 stabiliscono che i titolari di patente di guida rilasciata da uno Stato non appartenente all’Ue o allo Spazio economico europeo, dipendenti, in qualità di

autista, da un’impresa stabilita in uno Stato membro, comprovano la qualificazione iniziale e la formazione periodica per l’esercizio dell’attività professionale di guida per il trasporto di merci mediante: l’attestato di conducente previsto dal Regolamento (CE) 1072/2009, recante il codice unionale armonizzato “95”; la CQC in formato card, rilasciata dalla Stato membro ove è stabilita l’impresa, recante il codice unionale armonizzato “95”. Per quanto riguarda l’esibizione del permesso di soggiorno, la circolare MIT del 15 ottobre 2021 prevede che i conducenti possano seguire i corsi di qualificazione iniziale e di formazione periodica in Italia, previa esibizione del documento di soggiorno o della ricevuta di richiesta del permesso di soggiorno. Queste disposizioni di carattere generale “sono ovviamente applicabili anche al caso di cittadini

extra-Ue giunti in Italia in base al cd. “decreto flussi”. Pertanto “se da un canto non è consentito a un conducente titolare di patente extra-Ue, alle dipendenze di un’impresa stabilita in Italia, di esercitare un’attività di guida per la quale è richiesto il possesso della qualificazione CQC, senza il possesso della stessa -, è tuttavia assolutamente consentito che tale conducente, esibendo la ricevuta attestante la presentazione della richiesta di primo rilascio acquisisca tale qualificazione in Italia, senza necessità alcuna di convertire la patente extra Ue posseduta: l’abilitazione conseguita sarà infatti espressa dal codice dell’Unione “95“ apposto sulla CQC card”. Trascorso un anno dall’acquisizione della residenza in Italia, per continuare ad esercitare l’attività di guida sarà necessario convertire la patente e, in quella sede, potrà essere emessa una patente-CQC.

43


NORMATIVE

TIR

TRASPORTO RIFIUTI: ATTIVATO IL PORTALE DEL RENTRI Sulla piattaforma, gestita dal Ministero dell’Ambiente e con il supporto tecnico operativo dell’Albo gestori ambientali, dovranno essere registrati tutti i documenti sulla tracciabilità dei rifiuti, che da cartacei diventeranno informatici

44

L

’8 novembre 2023 è stato attivato il portale del Registro elettronico nazionale per la tracciabilità dei rifiuti, il cosiddetto Rentri (www.rentri.gov.it). Tale portale, gestito dal Ministero dell’Ambiente, con la società Ecocerved, con Unioncamere e con il supporto tecnico-operativo dell’Albo gestori ambientali, costituisce la piattaforma informatica sulla quale saranno registrati tutti i documenti sulla tracciabilità dei rifiuti, che da cartacei diventeranno informatici, in base alle disposizioni e alle tempistiche del Decreto del Ministero dell’Ambiente 4 aprile 2023, n. 59 (Cfr Tir 261, pag. 4445). In particolare, il registro di carico e scarico dei rifiuti (Registro c/s) diverrà interamente informatico da febbraio 2025, mentre il formulario

d’identificazione dei rifiuti durante il trasporto (FIR) verrà compilato dai diversi operatori della filiera del rifiuto (produttore, trasportatore, destinatario finale ed eventuali commercianti e intermediari) in modalità telematica dal mese di febbraio 2026. La piattaforma telematica sarà infine in grado di restituire al produttore l’esemplare del FIR, datato e vidimato all’arrivo dei rifiuti dall’impianto di destinazione, che gli consentirà di chiudere il ciclo di vita dei rifiuti e dimostrare agli organi accertatori e alle forze

dell’ordine la corretta gestione dei rifiuti, sino alla fase finale di recupero, riciclo o smaltimento. Al momento questa nuova piattaforma telematica non è ancora attiva, ma il portale presenta già agli utenti la normativa sulla gestione dei rifiuti, con il menzionato D.M. n. 59/2023 e i decreti direttoriali di recente emanazione, le notizie legate al Rentri e una sezione dedicata all’assistenza e al supporto per consultare contenuti utili a orientarsi tra i nuovi obblighi, acquisendo informazioni su: soggetti obbligati all’iscrizione, termini per l’iscrizione e le novità relative ai registri di carico e scarico e formulari di identificazioni dei rifiuti in modalità digitale. I contenuti informativi saranno sempre aggiornati e fruibili in diversi formati: schede informative, presentazioni di approfondimenti e/o video tutorial. A partire da dicembre 2024, data iniziale di iscrizione al Rentri dei soggetti obbligati, si potrà accedere alle aree riservate rivolte a: operatori obbligati, produttori di rifiuti non iscritti, soggetti delegati di cui all’art. 18 del D.M. 59/2023 nonché enti di controllo.


9/ 22

9/ 22 9/ 22 9/ 22 9/ 22

9/ 22

GIO

MER

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VEN

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MAR

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DOM

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VEN

9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 GIO

8

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7

MAR

6

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4 5

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3

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MAR

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MODELLI INTRA: presentazione per via telematica dei modelli Intra relativi alle operazioni del mese di gennaio 2024.

RAVVEDIMENTO: ultimo giorno utile per regolarizzare i versamenti di imposte e ritenute non effettuati (o effettuati in misura insufficiente) entro il 16 gennaio, con la maggiorazione degli interessi legali e della sanzione ridotta all’1,5%.

LUN

DOM

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9/ 22 MAR

SAB

LUN

VEN

9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 GIO

8

MER

7

IRPEF: pagamento delle ritenute d’acconto, dei contributi previdenziali e dell’Iva relativa al mese precedente (contribuenti mensili) o al quarto trimestre 2023 (contribuenti trimestrali speciali, tra cui gli autotrasportatori, eseguono il versamento senza maggiorazione).

FEBBRAIO2024

SAB

VEN

GIO

MER

MAR

LUN

DOM

SAB

SAB

VEN

VEN

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GIO

6

DOM

MER

GIO

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9/ 2 9/ 2 22

LUN

MODELLI INTRA: presentazione per via telematica dei modelli Intra relativi alle operazioni del mese di dicembre 2022 (mensili) o del quarto trimestre 2022 (trimestrali).

SAB

4 5

MER

MAR

3

VEN

2

MAR

LUN

RAVVEDIMENTO ACCONTO IVA: ultimo giorno utile per regolarizzare il versamento dell’acconto Iva non effettuato entro il 27 dicembre, con la maggiorazione degli interessi legali e della sanzione ridotta all’1,5%.

RAVVEDIMENTO: ultimo giorno utile per regolarizzare i versamenti di imposte e ritenute non effettuati (o effettuati in misura insufficiente) entro il 18 dicembre, con la maggiorazione degli interessi legali e della sanzione ridotta all’1,5%. IRPEF: pagamento delle ritenute d’acconto, dei contributi previdenziali e dell’Iva relativa al mese precedente (contribuenti mensili).

1

LUN

DOM

DOM

9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 SAB

8

VEN

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MER

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MAR

3

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2

DOM

1

SAB

9/ 22

9/ 22

MODELLI INTRA: presentazione per via telematica dei modelli Intra relativi alle operazioni del mese di novembre 2023 (mensili). IVA: ultimo giorno per effettuare il versamento dell’acconto Iva.

VEN

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9/ 22

IRPEF: pagamento delle ritenute d’acconto, dei contributi previdenziali e dell’Iva relativa al mese precedente (contribuenti mensili). RAVVEDIMENTO: ultimo giorno utile per regolarizzare i versamenti di imposte e ritenute non effettuati (o effettuati in misura insufficiente) entro il 16 novembre, con la maggiorazione degli interessi legali e della sanzione ridotta all’1,5%. IMU: versamento della seconda o dell’unica rata dell’Imu 2023.

9/ 22

GENNAIO2024

DICEMBRE2023

SCADENZE E DIVIETI DICEMBRE 2023/GENNAIO/FEBBRAIO 2024


COSTI

TIR

AGGIORNATI I COSTI DI RIFERIMENTO DELL’AUTOTRASPORTO Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha pubblicato sul proprio sito i valori indicativi di riferimento dei costi di esercizio dell’impresa italiana di autotrasporto di merci per conto di terzi aggiornati ad ottobre 2023

46

I

l Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha aggiornato a ottobre 2023 i valori indicativi di riferimento dell’attività di trasporto merci e li ha pubblicati sul proprio sito internet. I valori sono stati ottenuti a partire da quelli relativi al mese di gennaio 2023,

applicando l’incremento derivante dall’inflazione indicata mensilmente dall’Istat e tenendo conto della variazione del costo del carburante nel periodo. L’ultima pubblicazione risaliva a maggio, con i valori aggiornati ad aprile 2023. Ricordiamo che la tabella riporta un valore minimo e massimo di costo per singola voce (per es. veicolo, manutenzione,

DICEMBRE2023

revisioni, pneumatici, stipendio, ecc.) e distingue quattro classi di veicoli con riferimento alla massa complessiva massima di ciascuno: A. fino a 3,5 tonnellate; B. oltre 3,5 e fino a 12 tonnellate; C. oltre 12 e fino a 26 tonnellate; D. oltre 26 tonnellate. Inoltre, individua le voci di costo da associare alle forcelle di valori minimo-massimo, distribuite su 3 sezioni: Sezione 1 - Veicolo (includendo veicoli a motore, rimorchi e semirimorchi): relativamente alle voci di acquisto, manutenzione, revisione, pneumatici, bollo, assicurazione e ammortamento; Sezione 2 - Altri costi distinti in: a. Lavoro: relativamente alle voci di stipendio, trasferte e straordinario; b. Energia: relativamente alle fonti di alimentazione disponibili (gasolio, LNG, CNG, elettrico e ibrido); Sezione 3 - Pedaggiamento: relativamente ai costi sostenuti al netto dei rimborsi previsti da normativa. Nella pagina a fianco la tabella aggiornata, che riporta i costi unitari per chilometro, alla data di ottobre 2023.


TIR

COSTI

OTTOBRE 2023 - COSTO KM UNITARIO SULLA BASE DI UNA PERCORRENZA MEDIA ANNUALE DI 100.000 KM CATEGORIA A

B

FINO A 3,5 TON

OLTRE 3,5 E FINO A 12 TON

C

OLTRE 12 E FINO A 26 TON

D

OLTRE 26 TON

COSTO KM UNITARIO

MIN

MAX

MIN

MAX

MIN

MAX

MIN

MAX

ACQUISTO Veicolo Rimorchio Semirimorchio

0,0294 0,0035 0,0070

0,1915 0,0270 0,0094

0,0540 0,0082 0,0141

0,2666 0,0681 0,0446

0,1057 0,0129 0,0164

0,5815 0,1198 0,1034

0,2197 0,0399 0,0200

0,7024 0,1198 0,1034

MANUTENZIONE Veicolo Rimorchio Semirimorchio

0,0176 0,0012 0,0035

0,0998 0,0035 0,0035

0,0305 0,0047 0,0047

0,0998 0,0059 0,0059

0,0411 0,0070 0,0070

0,0998 0,0117 0,0117

0,0493 0,0117 0,0117

0,1233 0,0235 0,0235

Revisoni

0,0000

0,0000

0,0000

0,0010

0,0000

0,0010

0,0000

0,0000

PNEUMATICI Veicolo Rimorchio Semirimorchio

0,0059 0,0047 0,0200

0,0317 0,0070 0,0611

0,0164 0,0305 0,0305

0,0811 0,0928 0,1128

0,0846 0,0571 0,0399

0,1551 0,1515 0,1586

0,0940 0,0611 0,0611

0,1551 0,1069 0,1645

BOLLO Veicolo 0,0000 Massa rimorchiabile 0,0000

0,0151 0,0116

0,0000 0,0000

0,0070 0,0105

0,0012 0,0012

0,0081 0,0116

0,0000 0,0000

0,0116 0,0116

Assicurazioni

0,0006

0,0291

0,0058

0,0314

0,0116

0,0407

0,0163

0,0466

AMMORTAMENTO Veicolo Rimorchio Semirimorchio

0,0117 0,0012 0,0000

0,0799 0,0094 0,0035

0,0223 0,0023 0,0047

0,1104 0,0235 0,0153

0,0435 0,0047 0,0059

0,2408 0,0411 0,0352

0,0904 0,0141 0,0070

0,2901 0,0411 0,0352

Stipendio

0,4111

0,4534

0,4252

0,4663

0,4370

0,4816

0,4370

0,4816

Trasferte

0,0009

0,0000

0,0094

0,0822

0,0094

0,0822

0,0094

0,0822

Straordinari

0,0000

0,0000

0,0000

0,0341

0,0000

0,0352

0,0000

0,0352

Energia

0,1541

0,2257

0,2505

0,3110

0,4050

0,4408

0,4587

0,5647

1,490

3,010

1,800

3,321

Pedaggiamento TOTALE

0,1985 0,871

1,461

1,113

2,069

47


infografica TIR dicembre 265.qxp_Layout 1 02/12/23 15:36 Pagina 1

TIR

IL TRASPORTO MERCI CONTO TERZI NEI VARI PAESI UE DIVISO TRA NAZIONALE E INTERNAZIONALE (composizione % - Anno 2022)

QUOTA % DI TRASPORTO SUL TOTALE UE27

48 48

% DI TRASPORTO NAZIONALE

% DI TRASPORTO INTERNAZIONALE

Italia

8,8%

96,7%

3,3%

Lituania

0,9%

28,4%

71,6%

Slovenia

0,7%

49,8%

50,2%

Romania

1,4%

64,5%

35,5%

Polonia

11,2%

71,5%

28,5%

Belgio

1,9%

77,5%

22,5%

Repub. Ceca

3,2%

85,5%

14,5%

Austria

2,0%

91,1%

8,9%

Spagna

13,2%

93,1%

6,9%

Germania

23,5%

96,0%

4,0%

Francia

11,8%

96,7%

3,3%

Svezia

4,2%

98,9%

1,1%

Altri Paesi UE

17,2%

Nell’infogra ca viene visualizzata la percentuale di trasporto internazionale (ossia il trasporto realizzato da operatori nazionali sull'estero) per alcuni Paesi della Ue. La media Ue è pari all’88,8% per quanto riguarda il trasporto nazionale e dell’11,2% per il trasporto internazionale. I Paesi sopra la media Ue sono concentrati nell'Europa dell'Est o sono Paesi con dimensioni ridotte. La percentuale di trasporto che viene effettuato sull'estero è, infatti, maggiore per i Paesi dell'Europa orientale. I Paesi con dimensioni ridotte, d'altronde, hanno, per ragioni geogra che, una maggiore esposizione al trasporto internazionale. I Paesi grandi e dell'Europa occidentale presentano invece tutti una percentuale di trasporto internazionale inferiore alla media Ue essendo caratterizzati dal trasporto interno (Francia e Italia con il 96,7% e Germania con il 96%). Elaborazione Tir Giovanna Astori e Donatella Berna Gra ca Matilde Romano DICEMBRE2023




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