ANTONIO VALENTINO
Il grigio degli occhi (2017)
Una Storia Deconnessa (originali 1977-1980)
Anche in periodi di oscurantismo esiste qualcosa o qualcuno da salvare. Tutto sta nel non crogiolarsene.
In fondo, le puntuali sollecitazioni esistono se il potere è goffo che ti fa piangere Quel medico appende il camice al chiodo chiedendo strumenti per lavorare Ha subito addosso la canea bianca : “Abbrusciàtelo, l’eretico furente” Dipende dal sistema di riferimento, sembrò proporre Cartesio L’anno scorso ad un cancello mi dissero : “S’apre per di qua, e i matti siamo noi. s’aprisse per di là…”
Citazione. Giordano Bruno, film di Giuliano Montaldo, 1973. Nella scena del rogo il popolo aizzato dai prezzolati del Papa urla di bruciarlo, l’eretico furente. Egli è martire di una prevaricazione che, sia pure sotto altre forme, si ripete nei secoli. Si pone in discussione anche il concetto di “normalità”. 17
Ognuno coltiva il proprio “converrebbe fare tabula rasa” Gettando a mare pure i rivoluzionari – o presunti e i gandhisti dell’ultima ora, aggiungerei. La difficoltà maggiore non consisterebbe nel far saltare questo o quel Centro sparare o graziare o chissà cos’altro; la vera battaglia si avrebbe per spezzare la consuetudine delle identificazioni festive la riproduzione sessuale del potere minuto le ambizioni nascoste sotto il mantello delle varie parrocchie le batracomiomachie tra pedagogia economia anatomia religione i tragici lapsus tra io lei tu voi
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L’idea del non-ritorno (originali 1978-1985)
Ciò che è veramente innaturale non si verifica né lo potrebbe. M. Schatzman, La famiglia che uccide, Feltrinelli, 1977
Il mio ciondolo poetico l’ho regalato – da tempo – al primo che me l’abbia chiesto e non credo alla taumaturgia del dissetarsi alle inquinate fonti di piazza perché ho smesso di fare della politicazione come astratto endemico e non provo pietà per i rifugi dei baraccati o un’indignazione sui generis troppo uguale ad uno scoop letterario (1978)
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Discrezioni in atto …a proposito di nuove fantasticherie su Galileo, l’insidia della carne e le idee
ANDREA Dunque non pensate più che sia cominciata una nuova era? GALILEO Al contrario. Abbiti riguardo. Quando attraversi la Germania riponi la verità sotto il mantello. Bertolt Brecht, Vita di Galileo, Einaudi, 1970
“il codice che spiega sé stesso non è logico” richiamo da bordo come alto sfrondare d’immagini poiché mi spinse un calembour disfatto nell’euforia di quest’era barocca e molle : promesse a distanza breve dal sospetto di solarità
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o nascondere il cielo nelle mani “piantato in terra, occhi aperti” come un’attesa che voglia impregnarsi di proficue felicità, scandagliando la base della piramide capovolta secondo il domestico tagliere di un Giuda riabilitato “la carta era utile per navigare” Scelsero però una fantesca pastosa come chewing gum, che venisse a disinnescare la lente puntata contro gli astri
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quale lettera ti scriverò è presto per dirlo, l’artificio della scena come discrezione in atto dal cuore di succulente oscenità sul sagrato dell’osservatorio restava il paravento dell’occasionale e già il rogo paventava l’ustione al centro della scena sofisticata con l’indiscrezione di un satiro ammiccante
Succulente oscenità. Per quanto possa sembrare osceno l’amore per la verità di Galileo. 44
Dell’idea del non-ritorno
"Da ciò deriva l'umore cupo del nostro tempo, l'ira, la fretta, il tormento, la colpa è della morte nel crepuscolo. Dell'impazienza senza gioia. È sterile non vedere la luce che da lungo tempo si attende e scendere nella tomba all'alba". N. Lenau, in E. Morin, L’uomo e la morte, Maltemi Ed., 2002
uscire alla fine, uscire dai giorni : ci si accorge di fiori, tralasciando i pacchi d’eterno inesistente o i proponimenti di situazioni certe, cancellando i passi del tentato dalla stirpe di soli preconcetti ruggire sì, in un’alba metafisica con incredibile tenacia, a strade senza un lucido vellutato ritorno
L’eterno inesistente è riferibile al desiderio di “perpetuarsi” nella memoria di chi sopravvive, magari scrivendo libri. Sono quindi escluse implicazioni religiose. 52
burrasche : emblema di flutti, in dispregio il tronco il coccio sul bilico di ignote leggende dalle quali indenni, ma triturati oscillarono fenomenici spettri in evanescenza sulla fine di pellicole copernicane forse si potrebbe pregare : il filo di rena deserta filtra come asciutta metamorfosi di un dio cui imputare l’ansia del silenzio o leccare un ghiacciolo credendo alla stoltezza degli indifferenti
Silenzio quale condizione di “stato”, passiva, non un atto volontario quale il “tacere”. 53
burrasche : se è ruggine, spappola con garbo i visi a poco incartapecoriti nella memoria allo sgonfiato valore, con amore maligno celebrando il rinvenimento di nuove inquisizioni quali comode utopie archeologiche a confessare la sovversione scintillante che fu, se lo fu, pallido distacco o false astrazioni, per sfuggire al Minotauro travestito da Mazinga
Mazinga è stato uno dei primi robot protagonisti delle saghe giapponesi di cartoni animati, dagli anni 70 in poi, tra i primissimi trasmessi in TV in Italia. 54
Il grigio degli occhi (originali 1986-2016)
..... La scrittura è una morte serena : il mondo diventato luminoso si allarga e brucia per sempre un suo angolo. Valerio Magrelli, Ora Serrata Retinae, Feltrinelli, 1980
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Di crepe e contraddizioni
“dentro il corpo, infinitamente dentro, i lampi dell’Orsa indicano strade notturne”: “tue, le labbra, sfiorate appena”: i fondali svelano : lo zoppichio della sera incombe quale lungimiranza di sole acceso “e l’estate del divenire sopra il tuo seno sfianca le barriere dell’umano, nel percepire”
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da raccontarti il grigio degli occhi che imputavo alla discreta timidezza : distrarre la storia conversando del suo esatto contrario eppure parlavi carezzando le mie carte più gelose : stipando con cura rotondità vaporose circoscritte da piccole mani, tra enigmi e verità larvate dell’incerto messaggio fluente dai miei occhi grigi alla tua pelle
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prima il silenzio nella rete degli occhi : “anche il sorriso avvampa nell’assenza” traccia nascosta del mutarsi improvviso : “rare son le cose degne d’esser dette, indecifrabile la nudità degli oggetti, zone d’ombra nel labirinto smeraldo dell’acqua”: immagini pure oltre il pensiero annichilito dalle tue cosce belle e fragili : “tuo il corpo disegnato dalla notte inconscia” inseguendo il ritmo chiaroscuro dell’anima, acqua viva a scalfire la corazza di solitudine mentre annuso il calore denso del tuo profilo : “orientandomi, percependoti, negli angoli del mondo”
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Gli angoli del mondo
t'ho vista, lÏ ad un passo, che aspettavi le mie grida mentre scivolavo sulla pietra ruvida e sanguinavo a piedi scalzi sulle pareti contando da un lato ricordi e cicatrici e dall'altro sogni futuri e sorrisi t'ho studiata per trent'anni e piÚ mentre ti muovevi tra le pagine e le strade in silenzio, e tutti dormivano, quasi balsamo odoroso, sollievo del corpo e della mente t'ho vista davvero, lÏ ad un passo, che i sorrisi ora sono meno delle cicatrici, eppure questo fiato corto è gravido di rugiada, di segni e di una promessa, ancora
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Meraviglia, mi sorprendi ancora tra le rughe lievemente carezzate, solo un dito a contorno del sorriso tramutato in un nuovo viso gli occhi smeraldo paiono rinati da quel sentore perduto nella memoria, che riaffiora imprevisto tra le efelidi e la piega delle labbra l'angolo dei fianchi lo vedo ancora vibrare come una vecchia bossa nova sepolta nell'archivio dei vent'anni mentre respiro profondo la tua pelle bruna
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