Paolo Bricchi - Manuale di Ginnastica Medica in acqua

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PAOLO BRICCHI

Manuale di Ginnastica Medica in acqua


Pensieri 3

© A.V. Editoria © Paolo Bricchi Via B. Crespi, 1 24021 ALBINO (BG) 1^ edizione aprile 2018 Stampato in Italia A.V. Editoria è un marchio di A.V. Marketing & Comunicazione Codice ISBN 9788894854084

Collana : Pensieri, n° 3 www.aveditoria.it


3. Cos’è la ginnastica medica in acqua La ginnastica medica in acqua propone esercizi che prevedono l’esecuzione di movimenti che abbiano assoluto rispetto della fisiologia articolare e delle capacità della persona, in modo tale che nessun esercizio possa essere controindicato o provocare problemi all’apparato muscolo-scheletrico. Inoltre il ritmo di lavoro personalizzabile renderà questa attività scevra da pericoli di ogni tipo. Le caratteristiche della ginnastica medica in acqua la rendono indicata per la prevenzione ed il trattamento di qualsiasi disfunzione muscolo-scheletrico, cardiocircolatoria, metabolica e neurologica. I possibili impieghi di questo tipo di attività sono molteplici, dal recupero di problematiche articolari e muscolari e neurologici (di origine sia centrale che periferica), alla rieducazione funzionale post-operatoria o alla preparazione per un intervento. E’ possibile lavorare anche con pazienti in fase acuta senza rischio di complicazioni, anzi in questi casi l’azione antalgica sarà immediata ed il processo di recupero accelerato. Ad esempio in caso di intervento chirurgico è possibile entrare in acqua già a pochissime settimane dall’operazione, non appena la cicatrice si sarà rimarginata, lavorando con range di movimento non ottenibili al di fuori della piscina cosi da prevenire le fastidiosissime e inabilitanti limitazioni dovute alle aderenze cicatriziali e riducendo drasticamente i tempi di recupero. Altri casi molto frequenti sono quelli di lombo sciatalgia dove i muscoli paravertebrali, a causa del dolore, si contraggono fungendo da elastici che avvicinano patologicamente le vertebre causando lo schiacciamento del disco intervertebrale. La fuoriuscita del disco porterà ad una “protrusione” se non vi è rottura dell’anulus (membrana di contenzione del nucleo del disco) e di “ernia” se invece vi è rottura di quest’ultimo con fuoriuscita del nucleo. Il nostro lavoro sarà rivolto alla decontrazione di questi muscoli con esercizi miotensivi, che porteranno ad un rilasciamento della muscolatura paravertebrale e ad un conseguente miglioramento della sintomatologia dolorosa. Come già detto, molti ortopedici consigliano ai pazienti con qualsiasi tipo di problematica, sia essa alla colonna, alle spalle o ortopedica in genere, l’attività in acqua; purtroppo spesso considerano solo il nuoto e l’acquafitness senza però specificare quali esercizi enfatizzare e quali evitare. Personalmente consiglio la Ginnastica Medica in Acqua a tutti i miei pazienti perché le sue caratteristiche la rendono adatta non solo a quelle persone che - 11 -


presentano nello specifico delle problematiche, ma anche agli adulti e, soprattutto, agli anziani per il suo ruolo di mantenimento e prevenzione. Questi ultimi, trovando un giovamento percepibile, saranno sempre presenti in maniera esponenziale nei corsi dandovi enormi soddisfazioni con i loro feedback positivi: non ci sarà un paziente che vi dirà, già dal primo mese, che non ha trovato beneficio dal trattamento in acqua. La possibilità di utilizzare questa metodica sia nell’ambito della ginnastica preventiva che in quello rieducativo rende questa attività completa a 360 gradi, senza però renderla aspecifica. L’operatore infatti potrà di volta in volta scegliere, tra i molteplici esercizi qui catalogati, quelli da proporre nella lezione in base alle esigenze delle persone in acqua. Ovviamente l’operatore ha un ruolo importantissimo e deve avere una preparazione adatta per operare in questo settore cosi delicato, in virtù di ciò le figure autorizzate a lavorare in questo settore sono i laureati in scienze motorie e sportive ed i diplomati ISEF.

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5. Il Protocollo di esercizi

5.1 Il metodo Questo protocollo si differenzia dagli altri che potreste trovare nell’ambito riabilitativo per la sua visione olistica del corpo. Come molti sicuramente già sapranno, quando una struttura (muscolare, ossea, legamentosa o un organo) subisce un trauma il corpo adotta delle strategie di compenso che andranno ad influenzare negativamente altre strutture, ne sono dimostrazione evidente i problemi posturali. L’integrazione dei movimenti globali e specifici proposti, nonché la ripetizione di alcuni esercizi in posizioni diverse favoriscono il recupero della perduta fisiologia delle strutture per un lavoro che è allo stesso tempo mirato e d’insieme. I molti esercizi riportati sono frutto di anni di ricerca e di conferme sul campo, consiglio perciò al lettore di approcciare le mie proposte non come una mera lista di movimenti ma cercando di cogliere l’essenza e lo scopo di ogni gesto cosi da poterlo inserire nelle sue lezioni secondo un criterio logico, anche in attività con fini non riabilitativi come ad esempio l’acqua-fitness o il nuoto. Un altro suggerimento che do è quello di provare gli esercizi, solo testandoli sulla propria pelle si potrà cogliere la valenza dei gesti e le grandi differenze in quei movimenti che possono sembrare simili alla lettura. Gli esercizi sono descritti usando come criteri di catalogazione la posizione del corpo (prona, supina, in piedi), l’utilizzo o meno degli ausili e la profondità dell’acqua (alta o bassa).

5.2 Lavoro a corpo libero in acqua bassa Gli esercizi migliori per iniziare una lezione sono quelli che sollecitano più gruppi muscolari preparando cosi l’intero corpo ai lavori specifici che seguiranno. Movimenti globali e vari tipi di andature sono ottimi per la fase di riscaldamento in una lezione di ginnastica medica in acqua. Gli esercizi in deambulazione sono particolarmente importanti perché coinvolgono tutti i muscoli del cingolo pelvico (quadricipiti, ischio crurali, ileo - 17 -


psoas), tutte le articolazioni dell’arto inferiore (caviglie, ginocchia, coxofemorale) e colonna (in particolare il tratto lombare). 1) Camminare alternando la flessione delle gambe fino al petto aiutandosi prendendo le ginocchia con le mani (Figura 1). Questo esercizio mette in movimento i muscoli della loggia anteriore della gamba e, nel movimento di blocco del ginocchio con le mani, vengono allungati i muscoli dei glutei, della colonna lombare e si rinforzano i cingoli scapolo-omerali.

Figura 1 - 18 -


5.8 Esercizi specifici per le patologie ortopediche dell’arto inferiore in acqua bassa Come già spiegato l’immersione in acqua riduce drasticamente il peso gravitario e di conseguenza il carico sulle articolazioni. Nei casi di patologie ortopediche dell’arto inferiore è quindi possibile proporre dei lavori che il paziente non riuscirebbe mai ad eseguire fuori dall’acqua. Ovviamente si partirà da una posizione di quasi totale immersione diminuendo poi il livello dell’acqua per aumentare il carico. Questi esercizi specifici per la parte inferiore del corpo assumono grande rilevanza nel recupero funzionale di tutti quei problemi all’arto inferiore che vanno a limitare la corretta deambulazione. Tali movimenti trovano grandissima applicazione per tutte le patologie artrosiche dell’arto inferiore, come la sempre più diffusa coxartrosi. Le patologie che prevedono una compromissione nella qualità della deambulazione sono altamente invalidante e limitano moltissimo il paziente nella vita quotidiana con conseguente perdita di autonomia, ciò porterà il paziente a optare per rimedi anche invasivi come il ricorso a protesi pur di riacquistare anche solo parte della mobilità articolare e nella speranza di liberarsi dai fastidiosi dolori artrosici. Gli stessi esercizi sono validi in eguale misura anche nel processo rieducativo da traumi (fratture, distorsioni, lussazioni) ed operazioni chirurgiche (ricostruzione legamentose, interventi al menisco). La posizione di partenza è in stazione eretta, l’altezza dell’acqua può essere regolata secondo la quantità di carico che si vuole proporre GLI ESERCIZI 59) Posizione di partenza con gambe divaricate, eseguire dei saltelli a piedi pari in avanti ed indietro piegando le gambe nella fase di preparazione al salto. Richiedere una esecuzione molto lenta portando l’attenzione sulla qualità della spinta da terra. E’ possibile modulare l’intensità dell’esercizio aumentando la frequenza o l’ampiezza dei saltelli.

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5.11 La rieducazione propriocettiva La propriocezione è la capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio soprattutto attraverso l’auto percezione dello stato di contrazione muscolare e della posizione delle articolazioni. Ciò è possibile grazie all’azione di specifici recettori che informano continuamente le aree specializzate del cervello sulla postura e sui movimenti di ogni porzione del corpo. La propriocezione è fondamentale nel complesso meccanismo di controllo del movimento e di conseguenza sul processo di rieducazione motorio, il trauma o la patologia possono alterare gli schemi motori e la capacità propriocettiva. In genere questo è, erroneamente, un aspetto poco curato dai terapisti nel processo rieducativo. Il mio parere è che lavori specifici per la propriocezione siano indispensabili al fine di ripristinare schemi motori corretti eliminando quelli compensatori. In questo capitolo vedremo alcune proposte di lavoro specifiche per la rieducazione propriocettiva degli arti. I supporti utilizzabili negli esercizi possono essere intercambiabili tra quelli già elencati nel paragrafo “ausili”, il terapista potrà scegliere il sussidio che ritiene più adatto alla situazione ed al lavoro da svolgere di volta in volta. Tutti gli esercizi mirano a movimenti controllati degli arti molto lenti avendo cosi la possibilità di cogliere le afferenze propriocettive e correggere l’esecuzione. A quelli ivi proposti è possibile integrare movimenti su ogni piano, sempre nel rispetto della fisiologia articolare e tenendo conto della situazione del paziente.

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6. Conclusioni Gli esercizi proposti in questo libro sono stati catalogati mettendo insieme gli insegnamenti acquisiti in molteplici campi, non solo da quello dell’idrochinesiterapia. Dietro ad ogni esercizio vi è un oculato ed attento studio della cinematica articolare e di tutte le strutture coinvolte nel movimento, premure queste indispensabili se si vuole lavorare bene con il pubblico che frequenta la ginnastica medica in acqua, cosi da portare ai propri pazienti solo grandi benefici. E’ importante sottolineare che gli esercizi proposti sono sufficienti per il trattamento di tutte le possibili problematiche muscolo-scheletriche che si possono presentare, basta saper selezionare quelli giusti. Il ritmo lento e la richiesta di concentrazione costante possono rischiare di rendere l’attività noiosa, sarà quindi compito dell’operatore variare le lezioni il più possibile e spiegare il fine di ogni esercizio senza perdere mai di vista l’obiettivo dell’attività. A tale proposito è da evitare l’inserimento di altri esercizi non testati che potrebbero risultare meno efficaci o addirittura dannosi, soprattutto se introdotti con l’unico scopo di rendere l’esecuzione dei movimenti più “coreografica”. Ciò non significa che piccole variazioni o integrazioni non possano esserci, io stesso abitualmente provo e ricerco nuovi esercizi da inserire nelle mie lezioni, l’importante è capire esattamente cosa comporta eseguire quel dato movimento e perché eseguirlo (o no) non solo nella condizione ottimale di salute ma laddove è presenta una disfunzione della struttura interessata.

Bibliografia: Andrea Altomare. “Acquantalgica”. Edizioni Alea Joanne M. Koury. “Acquatic Therapy Programming. Guidelines for Orthopedic Rehabilitation”. Human Kinetics R.G. Ruoti; D.M. Morris; A.J. Cole. “Acquatic Rehabilitation”. Lippincott Williams & Wilikins Elio Ciammaroni. “La ginnastica articolare”. Società stampa sportiva-Roma Elio Ciammaroni. “La kinesiterapia delle algie vertebrali”. Società stampa sportiva-Roma P. Raimondi; O. Vincenzini. “Teoria, metodologia e didattica del movimento. Compensativo rieducativo preventivo.” Margiacchi-Galeno Editrice Jurgen Weineck. “Anatomia sportiva”. Calzetti-Mariucci editori Sergio Pivetta. “Atlante di ginnastica correttiva”. Sperling & Kupfer editori - 97 -


Cenni sull’Autore • Laurea con lode in Fisioterapia • Diploma con lode presso l’Istituto Superiore di Educazione Fisica • Terapista Manuale Osteopatico •

Master in Chiropratica “Metodo Ackermann” presso l’“Ackermann Institute” di Stoccolma

• Tutor per la “Ginnastica Medica in Acqua” presso lo IUSM di Roma “Foro Italico” • Tutor presso l’Università Tor Vergata per i corsi di Laurea in Fisioterapia (2000/2002) • Lo studio privato è sede di tirocinio universitario per gli studenti di Fisioterapia Università de L’Aquila • Posturologo • Ginnastica Posturale Mezieres (2003) • Fisioterapista della Nazionale Italiana di Pesistica e Cultura Fisica (2006/2012) - 101 -


• Fisioterapista della Nazionale Italiana Calcio Attori e dei Derby del Cuore (Roma, Milano, Napoli 2002/2012) • Fisioterapista di “Ballando con le Stelle” dal 2006 al 2011 • Fisioterapista delle trasmissioni RAI “Sogno e son desto 1a e 2a Edizione” condotto da Massimo Ranieri (2014) • Fisioterapista del corpo di ballo della trasmissione Mediaset “La Corrida” Condotta da Flavio Insinna (2010) • Fisioterapista della trasmissione Rai “La Pista” condotta da Flavio Insinna (2014)

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