Edizione 25 gennaio 2018

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periodico del mondo agricolo di coldiretti alessandria

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Coldiretti Alessandria - Anno 65° numero 01 - 25/01/2018 www.alessandria.coldiretti.it Poste Italiane Spa - Spedizione in a.p. D.L. 353/03 (conv. L. 46/04) art.1 Comma 1, DCB - Alessandria

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• fauna selvatica: incontro con le istituzioni in coldiretti • dove sta andando la pac: speciale su “regolamento omnibus” • cimice asiatica: come contrastare il dannoso insetto • patronato epaca: computo nella gestione separata


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colophon - ultima ora

|TUTELA

DEL MADE IN ITALY

agricoltura periodico del mondo agricolo di coldiretti alessandria

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QUESTO PERIODICO È ASSOCIATO A UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

PeriodiCo edito dA impresa Verde Alessandria d i r e t t o r e A m m i n i s t r At i V o Leandro Grazioli direttore resPonsAbiLe ilaria Lombardi

Coldiretti dice NO

G r A f i C A , i m PA G i n A z i o n e Christian boero H A n n o C o L L A b o r At o A q u e s t o n u m e r o Luisa bo, daniela Colombini, Alberto Pansecchi, don ivo Piccinini, marino ravera, Valerio scarrone, emanuele sconfienza. fotoGrAfie Archivio Coldiretti, Christian boero

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Chiuso in redazione il 25 Gennaio 2018

Dal Mercosur nuovi rischi per l’agricoltura italiana opo il ceta arriva il mercosur e l’agricoltura italiana torna ad essere merce di scambio per accordi internazionali che rischiano di danneggiare gravemente le imprese agricole e le produzioni made in italy. a denunciarlo è la coldiretti in riferimento al negoziato commerciale che l’unione europea ha intrapreso con i paesi del mercato comune dell'america meridionale di cui fanno parte argentina, brasile, paraguay, uruguay, oltre al Venezuela (che non rientra però nel patto). l’intenzione sarebbe di chiudere l’intesa entro il prossimo mese di marzo ma sono diversi i dubbi sull’impatto del trattato su alcuni settori cardine dell’agroalimentare tricolore. non a caso coldiretti ha chiesto alle ultime riunioni sui tavoli dei ministeri delle politiche agricole e dello svilupo economico di evitare accelerazioni repentine su posizioni non condivise, visti i tanti aspetti che rimangono da chiarire. a preoccupare è, tra i vari punti, l’apertura all’arrivo a dazio zero in europa di grandi quantitativi di carne bovina dai paesi sudamericani. si parla di un contingente di 70 mila tonnellate che potrebbe aumentare a 100/130 mila tonnellate. ciò implica una concorrenza sleale nei confronti degli allevatori italiani e un

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abbassamento della qualità per i consumatori, considerato che l’86% della carne importata dall’ue già proviene dalla paesi mercosur che non rispettano gli standard produttivi e di tracciabilità oggi vigenti in italia e nel Vecchio continente. lo stesso discorso vale per il riso, dove il contingente tariffario sarebbe di 45mila tonnellate, ma anche gli agrumi, specie considerano le problematiche fitosanitarie dei prodotti provenienti da paesi mercosur contaminati da black-spot o macchia nera. ma preoccupa anche il discorso della protezione delle indicazioni geografiche e della lotta al fenomeno dell’italian sounding in paesi come quelli sudamericani, in cui la produzione di cibo che richiama all’italia o ne storpia le principali specialità è particolarmente fiorente. decisamente più ridotti i vantaggi per l’export agroalimentare made in italy. la liberalizzazione riguarderebbe vini, sughi, marmellate, conserve di frutta, olio d’oliva ma non pasta, formaggi, aceti, pomodori preparati. e anche laddove c’è il semaforo verde, come nel caso del vino, il potenziale dell’export resterebbe in ogni caso limitato a causa di un accordo interno dei paesi mercosur che favorisce i prodotti di cile ed argentina.

ANTICIPAZIONI

Corso di primo livello di apicoltura ad Alessandria aspromiele presenta il corso di apicoltura di primo livello 2018. il corso consiste in 7 incontri di natura teorica con cadenza settimanale, che iniziano mercoledì 7 febbraio. orario: dalle 20,00 alle 23,00. gli argomenti proposti consentiranno ai partecipanti di acquisire la terminologia tecnica, nonché le nozioni fondamentali per una gestione apistica ai passi con le nuove problematiche e le sfide del settore. costo di partecipazione, comprensivo alla quota di adesione ad aspromiele, abbonamento annuale alla rivista “l’apis” e assicurazione alveari è di 150,00 € sede corso: corso crimea 69 (4° piano), 15121 alessandria. per maggiori informazioni e per le prenotazioni (obbligatorie) occorre inviare una mail a samuele.colotta@aspromiele.it indicando: nome - cognome - indirizzo - mail - cell.

SUL PROSSIMO NUMERO OSCAR GREEN la creatiVità, l’innoVazione, i gioVani e il laVoro ---------le premiazioni

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EDITORIALE |presidente proVinciale gli accordi di Filiera rappresentano la chiaVe Vincente, l’esempio della Ferrero per conFermare l’importanza di Far restare il tricolore in italia

Sfide e obiettivi Il 2018 ci vede protagonisti per dare nuove e importanti opportunità alle imprese i apprestiamo ad affrontare un nuovo anno, con nuove sfide e nuovi obiettivi. osservando quanto fatto da noi negli ultimi tempi, pensiamo che molte delle nostre politiche che hanno dato straordinarie opportunità al settore, come la legge di orientamento, stiano dando maggiori frutti alle imprese agricole attraverso la diversificazione, la multifunzionalità, le produzioni alternative e soprattutto attraverso il messaggio dell'origine italiana e della filiera. obiettivi e prospettive che richiedono un sistema di assistenza e consulenza più vicino alle aziende e più attento alle loro necessità. per questo nei prossimi mesi saremo impegnati su diversi fronti, al fine di sviluppare un’iniziativa energica sulla cooperazione che dovrà diventare il motore per raggiungere gli obiettivi della qualità nelle produzioni, indispensabile per qualunque progetto di sviluppo che vedrà coinvolto il nostro territorio. il tutto senza dimenticare l’aspetto giuridico e di equità fiscale, senza i quali non è possibile alcun progresso. orientare, competere, organizzare: sfide che dobbiamo assolutamente vincere, alla quale partecipiamo con intelligenza, dignità e professionalità. come molti già hanno avuto modo di sentirmi dire in diverse occasioni, ad esempio, il fatto di assistere a molti marchi del made in italy che lasciano l’italia per diventare di proprietà di multinazionali mi ha sempre fatto molto “arrabbiare”. un sentimento condiviso e comune che ha trovato uno spiraglio di riscatto grazie alla Ferrero di alba, che ha instaurato il processo inverso comprando per 2,8 miliardi di dollari la nestlè. una svolta per l’agroalimentare made in italy che ha visto passare in mani straniere tre marchi storici su quattro. un’inversione di tendenza dopo che negli ultimi decenni

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gli stranieri hanno acquisito quote di proprietà nei principali settori dell’agroalimentare italiano, dalla pasta all’olio, dagli spumanti ai gelati, dai salumi fino ai biscotti. uno shopping senza freno che è stato peraltro accompagnato solo da sporadiche azioni dell’italia all’estero dove spesso sono stati frapposti ostacoli. infatti, solo per fare alcuni esempi, il 2017 si è chiuso con il passaggio alla danese royal unibrew a/s di lemonsoda, oransoda, pelmosoda e mojito soda dopo l’acquisizione da parte di associated british Foods (abf) di acetum spa, principale produttore italiano dell’aceto balsamico di modena igp. ma negli anni, lo ricordiamo, sono volati all’estero, tra gli altri, la birra peroni, i gelati grom, antica gelateria del corso e algida, i marchi dell’olio bertolli, carapelli, sasso, sagra e Filippo berio, la pasta buitoni e la pasta del Verde, i cioccolatini perugina e pernigotti, lo spumante gancia, latte e formaggi di parmalat, galbani, invernizzi, locatelli e delle Fattorie scaldasole, i salumi Fiorucci e rigamonti, l’orzo bimbo, i cracker saiwa, le bibite san pellegrino, i liquori stock e le caramelle la sperlari. con questa operazione dell’azienda di alba, che ha saputo guardare all’economia mondiale senza dimenticare le sue radici piemontesi che risalgono alla fine degli anni Quaranta e con la quale nel tempo come coldiretti abbiamo stipulato accordi virtuosi, assistiamo ad una importante inversione di tendenza che farà conoscere ulteriormente i valori del made in italy oltre i confini. in questo modo la Ferrero conquisterà il terzo posto tra le aziende

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dolciarie del mercato statunitense dove saprà portare la qualità per i consumatori. auspichiamo, quindi, che possano generarsi altri accordi che diano impulso all’economia agroalimentare piemontese e italiana. Quel patrimonio che il mondo ci invidia al punto da immettere sul mercato alimenti “taroccati” che richiamano nel nome e nell’immagine all’italianità senza avere alcun legame con la realtà produttiva nazionale: un danno che sottrae 60 miliardi alla nostra economia. prodotti made in italy, figli di secolari tradizioni del buono italiano e della agricoltura italiana che rischiano l’estinzione, soprattutto perché la maggior parte di loro, arriva dall’estero o viene realizzata con ingredienti esteri, senza che ce ne sia una chiara indicazione in etichetta. imparare a tutelare il made in italy vuol dire aprire la strada ad un futuro migliore per tutti, in particolar modo per i nostri giovani, un futuro fatto di tantissime opportunità sia a livello occupazionale che a livello economico. coltivare l’amore per l’italia significa anche e soprattutto questo, sostenere e difendere il vero made in italy, sempre!

Roberto Paravidino Presidente


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la pac del prossimo Futuro |ATTUALITÀ

Dove sta andando la PAC? La parte agricola del Regolamento Omnibus

approvazione della parte agricola del regolamento omnibus e la pubblicazione della comunicazione della commissione sul futuro della politica agricola comune, rappresentano due passaggi fondamentali nella costruzione della pac del prossimo futuro. le indicazioni che emergono sono molteplici, alcune molto chiare, mentre per altre si tratta ancora di indizi. partiamo dalle certezze. la prima è che l’omnibus, nato come piccola manutenzione, si configura come una vera e propria revisione di medio termine. il campo delle modifiche apportate è infatti molto vasto e le novità introdotte rilevanti. Queste si concentrano soprattutto sugli aspetti della semplificazione delle misure ambientali, della gestione dei rischi e del riequilibrio dei poteri lungo la filiera e sono state accolte (e accompagnate) con favore dalla nostra organizzazione. l’esigenza di intervenire su alcune questioni non poteva essere procrastinata, anche perché, probabilmente, da qui alla prossima legislatura non ci saranno nuove occasioni per modificare i regolamenti di base e la pac post 2020 sarà, inevitabilmente, una questione della prossima commissione e del prossimo parlamento europeo. l’esigenza di modifica di alcuni ele-

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menti critici dell’attuale pac è, peraltro, confermata anche dalla recente relazione della corte dei conti in materia di greening. nella relazione, infatti, l’inverdimento risulta come una complicazione del sistema dei pagamenti diretti, alla quale non è però associato un reale miglioramento delle performance am-

bientali dell’agricoltura. il giudizio della corte conferma le nostre tesi e non potrà, a nostro giudizio, non essere tenuto nell’opportuna considerazione in vista della prossima programmazione. a ridosso dell’approvazione dell’omnibus è arrivata anche la comunicazione della commissione che si innesta in uno quadro reso particolarmente incerto dal tema della brexit e dei suoi impatti sul bilancio ue, nel cui ambito vi sono comunque molti segnali che fanno ritenere probabile una riduzione delle risorse destinate al settore agricolo. in questo scenario il timore più grande è che il combinato disposto della brexit e dell’effetto convergenza (rispetto al quale la comunicazione non sembra uscire dal solco tracciato nel 2013) si traduca in un calo di risorse che sarebbe insostenibile per i nostri agricoltori. nella comunicazione, si richiama anche al ruolo che la pac potrebbe avere su temi di portata internazionale come

la migrazione. di fatto, viene riconosciuto il contributo significativo che l’agricoltura ha e potrebbe accrescere nella gestione dei flussi migratori, favorendo l’integrazione di queste persone, spesso provenienti da contesti rurali, nella nostra società e nelle nostre campagne offrendo loro opportunità che gli consentano di riappropriarsi della dignità che, troppo spesso, gli viene sottratta. su questi aspetti sarà importante lavorare nelle prossime settimane e nei prossimi mesi: da un lato per sostenere il bilancio della pac, dall’altro per garantire un’equa distribuzione delle risorse tra gli stati membri. difendere il bilancio della pac significa garantire il contributo sociale e ambientale che l’agricoltura fornisce alla nostra società e che diffusamente è stato sottolineato nel corso della consultazione pubblica, promossa dalla stessa commissione europea, che come di consueto ha anticipato la comunicazione. in merito alla ripartizione delle risorse, invece, questa non può consumarsi prendendo a riferimento il solo parametro della superficie. sarebbe sbagliato, iniquo, non all’altezza di una europa che ambisce a migliorare i servizi che la campagna offre alla collettività, soprattutto valorizzando il lavoro dei suoi agricoltori. non tener conto di questo aspetto, e più specificatamente del parametro del lavoro e del valore aggiunto, significherebbe rinunciare all’idea di un politica agricola che ingloba non solo le aspettative della società, ma anche l’impegno che in tal senso viene profuso nelle aziende agricole e più in generale delle aree rurali.

Roberto Moncalvo Presidente Coldiretti

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ATTUALITÀ| doVe sta andando la pac

Il futuro dell’alimentazione e dell’agricoltura

I principali indirizzi che guideranno la formulazione di proposta legislativa sulla futura Pac e ultime settimane del 2017 sono state caratterizzate da due fatti estremamente significativi per il futuro della politica agricola comune (pac). il primo è l’approvazione della parte “agricola” del cosiddetto regolamento omnibus; il secondo la recente pubblicazione della comunicazione della commissione europea dal titolo “the future of food and farming” (Il futuro dell’alimentazione e dell’agricoltura) che, come da tradizione, anticipa i principali indirizzi che guideranno la formulazione della proposta legislativa sulla futura pac. la parte agricola dell’omnibus, che sarà operativa a partire dal primo gennaio 2018, contiene diverse importanti novità che si sono materializzate nel corso della procedura negoziale e che risultano coerenti con molte delle aspettative manifestate dalla nostra organizzazione. le originarie proposte della commissione prevedevano solo piccoli aggiustamenti e la volontà di deregolare la figura dell’agricoltore attivo. Quest’ultima ipotesi è stata sventata, salvando il principio, faticosamente affermato con la riforma del 2013, che le risorse della pac sono destinate solo ai veri agricoltori e per quanto concerne gli altri contenuti, il lavoro svolto ha dato luogo a modifiche che sono andate ben al di là delle proposte. il risultato, come si vedrà, è che oggi alcuni impegni del greening risultano semplificati, le misure di gestione dei rischi vengono rese più attrattive, agendo sul loro costo-opportunità e le prerogative contrattuali della parte agricola nella filiera dal campo alla tavola vengono rafforzate, nell’obiettivo di riequilibrare il potere di mercato dei diversi attori che in essa operano. Queste e altre novità vengono descritte in questo quaderno che vuole essere una guida agile per capire e interpretare quella che per numero e consistenza delle modifiche introdotte può essere considerata una vera e propria revisione di medio termine della pac. la valenza delle decisioni prese risulta ancora maggiore se si considera che, probabilmente, questa legislatura europea non partorirà l’attesa riforma per la pac post 2020. i tempi e le occasioni a disposizione delle istituzioni europee non sono sufficienti per promuovere e chiudere la necessaria iniziativa legislativa che prevede una procedura complessa. la stessa comunicazione della commissione è stata presentata solo il 29

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novembre 2017 e a questo punto è plausibile supporre che la proposta legislativa della commissione europea sulla pac 2021-2027 non possa arrivare prima di maggio 2018. di conseguenza, non sembra esserci né il tempo né lo spazio politico per una approvazione della proposta prima dell’inizio della campagna elettorale per il rinnovo del parlamento europeo e dell’insediamento della nuova commissione; è ragionevole immaginare che il compito di varare la nuova pac sarà affidato alla nuova commissione. l’allungamento dei tempi non riguarda solo la pac, ma tutte le politiche e - in primis - la discussione sul quadro finanziario pluriannuale dell’ue. l’evento che più di altri è risultato condizionante è stato sicuramente la brexit, argomento sul quale i negoziati - nonostante qualche risultato recente sul fronte del contributo finanziario del regno unito - vanno avanti con lentezza e non senza difficoltà. tuttavia, anche se una eventuale riforma della pac sarà questione della prossima legislatura, la comunicazione della commissione contiene degli elementi sui quali vale la pena soffermarsi. il documento risulta inevitabilmente meno puntuale e dettagliato dell’omologo che, nel 2010, precedette l’iniziativa legislativa per la pac post 2013, ma ci sono a nostro avviso due grandi questioni che vale la pena di sottolineare che vengono richiamate nell’ultimo capitolo di questo lavoro. la prima è l’idea di costruire un sistema di impegni ambientali più flessibile, con l’obiettivo di contestualizzare le pratiche benefiche per l’ecosistema e semplificare le procedure per agricoltori e stati membri. un sentiero a cui la coldiretti guarda con molto interesse, condivi-

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dendo tanto l’obiettivo della semplificazione quanto quello della maggiore efficacia ambientale degli sforzi richiesti ai nostri agricoltori, nel quadro di una maggiore flessibilità accordata agli stati membri. con la dovuta attenzione a non prestare il fianco a rischi di ri-nazionalizzazione della pac, nel contesto di tale flessibilità potrebbe anche trovare spazio l’idea di un cauto cofinanziamento del i pilastro, anche per compensare la probabile riduzione dei fondi ue. la seconda questione riguarda la redistribuzione delle risorse relative ai pagamenti diretti e su questo punto restiamo critici rispetto all’ipotesi che sia ancora una volta il parametro della superficie a determinare la movimentazione delle risorse. come affermato più volte crediamo, infatti, che questo riferimento sia distorsivo e riteniamo necessario puntare su altri parametri, in primo luogo il lavoro. abbiamo ritenuto giusto utilizzare questo parametro per aggiustare il cosiddetto “capping” e riteniamo sia giusto utilizzarlo anche come riferimento per la redistribuzione dei pagamenti diretti, perché pensiamo che esso - sicuramente più della superficie - sia rappresentativo dei valori espressi dall’agricoltura nei suoi diversi contesti. con questo quaderno, il secondo della serie “dove sta andando la pac”, si aggiunge un altro tassello alla costante attività di monitoraggio della pac su cui coldiretti è tradizionalmente impegnata. la sua finalità, come sempre, è quella di accompagnare il percorso di approfondimento sul futuro della pac, ma soprattutto di supportare operativamente i nostri agricoltori nell’interpretazione delle novità che saranno in campo da qui a pochi giorni.


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doVe sta andando la pac |ATTUALITÀ

IL REGIME

DEI PAGAMENTI

DIRETTI

Con l’ultima riforma della Pac il Regime dei Pagamenti diretti ha subito modifiche sostanziali, tra cui spiccano le seguenti quattro

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innanzitutto, lo “spacchettamento” del precedente regime di pagamento unico in una serie di pagamenti, alcuni obbligatori altri facoltativi, con ampia facoltà concessa agli stati membri di scegliere quali attivare e in che misura;

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in secondo luogo, l’introduzione della figura dell’agricoltore attivo - un passaggio importante almeno sul piano dei principi, se non della sua effettiva incidenza - come prerequisito per essere beneficiario della pac, per evitare che il sostegno della pac vada a beneficiari molto diversi da quelli a cui dovrebbe essere indirizzato, ossia a soggetti che effettivamente vivono di agricoltura e che fanno della stessa la fonte di reddito principale;

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in terzo luogo, la regionalizzazione del pagamento e la convergenza verso un valore unitario nazionale (vun). Questi due meccanismi hanno l’obiettivo di ridurre le forti differenze nel valore dei pagamenti diretti calcolati con criterio storico, per farli gradualmente convergere verso un valore omogeneo a livello nazionale (a questo riguardo, va ricordato che l’Italia ha scelto di applicare la regionalizzazione sulla base della “regione unica” a livello nazionale);

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infine, l’introduzione del greening, un pagamento obbligatorio subordinato a una serie di vincoli ambientali e volto, da un lato, a garantire una maggiore sostenibilità ambientale della produzione agricola e, dall’altro, ad assicurare agli agricoltori la remunerazione per la produzione di beni pubblici.

l’applicazione del nuovo regime del pagamento di base in italia ha portato alla determinazione del Valore unitario nazionale, cioè il valore verso cui devono convergere i titoli con il processo di convergenza. tale valore è stato calcolato da agea a 217,64 euro, risultando più alto rispetto alle previsioni a causa della minore superficie ammissibile. il valore dell’importo individuale per il pagamento greening per la campagna 2016, calcolato come percentuale del valore dei titoli attivati dall’agricoltore, è stato fissato in 0,4993 (ossia il 49,93%) del valore dei titoli attivati dall’agricoltore. in altre parole, per ottenere l’importo del greening, l’agricoltore deve moltiplicare il valore dei titoli per il coefficiente 0,4993. per il 2015,tale coefficiente era pari a 0,5012. nei primi due anni di applicazione gli stati membri, compresa l’italia, hanno riscontrato numerose difficoltà nell’applicazione del nuovo regime, soprattutto con il greening, tanto da indurre la commissione ad avviare un processo di semplificazione che ha visto coinvolti inizialmente gli atti delegati e di esecuzione e successivamente, con una proposta presentata il 14 settembre 2016 denominata “regolamento omnibus”, gli atti di base. le maggiori difficoltà sono state causate, in via prioritaria, dalla distanza tra la pratica agricola normalmente applicata e i tre obblighi del greening; ma anche da alcuni ritardi, che hanno portato a chiarimenti della norma intervenuti “in corsa”, cioè successivamente all’avvio della riforma (il caso emblematico è stato quello della riclassificazione dell’erba medica come coltura, anziché come foraggera).

rispetto alla precedente programmazione, il valore dei titoli conferiti all’agricoltore con la prima assegnazione non è costante nel tempo, ma può subire delle variazioni a causa del processo di convergenza. infatti, i pagamenti al 2019 dovranno “convergere” verso un valore uniforme per tutti gli agricoltori e corrispondente al Vun. nel processo di convergenza ci saranno agricoltori che subiranno una riduzione del valore dei propri titoli, perché di valore superiore al Vun e - specularmente - agricoltori con valore dei propri titoli inferiore al 90% del Vun che li vedranno aumentare: al termine del processo di convergenza i titoli dovranno raggiungere un valore pari almeno al 60% del Vun; mentre i titoli il cui valore è compreso tra il 90% del Vun e il Vun stesso non subiranno alcuna riduzione.

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ATTUALITÀ| doVe sta andando la pac

Le modifiche ai Pagamenti diretti le criticità nell’applicazione del nuovo regime dei pagamenti diretti ha mosso la commissione europea ad introdurre dei cambiamenti che vanno nell’ottica della semplificazione, attraverso due atti legislativi diversi: 1. la modifica del regolamento delegato della commissione n. 639/2014, di attuazione del regime dei pagamenti diretti; 2. la parte agricola del “regolamento ominbus”. per quanto riguarda il primo punto, la commissione aveva presentato una serie di disposizioni di semplificazione della pac, soprattutto del greening, che vanno a modificare il regolamento delegato (ue) n. 639/2014. il testo di modifica è stato oggetto di un ampio dibattito presso le istituzioni comunitarie ed è stato pubblicato il 30 giugno 2017 (reg. ue n. 2017/1155). il punto più rilevante e dibattuto di questa modifica è il divieto di utilizzo dei prodotti fitosanitari sulle aree di interesse ecologico (comunemente dette efa, acronimo di ecological Focus Area). per quanto riguarda il secondo punto, con l’accordo politico raggiunto a ottobre 2017 sulla parte agricola del regolamento omnibus e il successivo voto in parlamento, sono state apportate importanti modifiche al sistema dei pagamenti diretti che dovrebbero facilitare l’applicazione del regime per l’amministrazione, ma soprattutto per le imprese agricole. le semplificazioni più significative riguardano il greening, ma non sono da sottovalutare anche le modifiche alla definizione di prato permanente, giovani agricoltori, sostegno accoppiato facoltativo e agricoltore attivo. il 2018, inoltre, sarà un anno importante non solo per le novità introdotte dal regolamento omnibus, ma anche perché entrerà a pieno regime la domanda grafica. si chiuderà, infatti, il percorso avviato nel 2016 che ha coinvolto inizialmente il 25% della superficie ammissibile, per poi passare al 75% del 2017, fino ad arrivare all’applicazione della domanda grafica sul 100% della superficie ammissibile dal 2018.

le modifiche al greening

le modifiche apportate al greening prevedono una semplificazione dell’obbligo di diversificazione e delle aree di interesse ecologico. diversificazione riguardo alla diversificazione le novità più importanti riguardano le deroghe

attuale obbligo

modifica dal 2018

effetto

riso: deroga alla diversificazione in caso di seminativo interamente investito con tale coltura.

possibilità di deroga anche nei casi in cui il riso occupa oltre il 75% dei seminativi aziendali, purché la coltura principale non occupi oltre il 75% dei seminativi rimanenti (art. 44, par. 2 del Reg. ue 1307/2013)

esempio seminativi aziendali: 100 ettari seminativi investiti a riso: 76 ettari mais (o altra coltura): massimo 75% della superficie rimanente (18 ettari) l’azienda non è tenuta a diminuire la superficie a riso.

esclusione delle leguminose da foraggio in purezza (es. erba medica) dalla definizione di “erba o altre piante erbacee da foraggio”.

inserimento delle leguminose tra le colture che consentono la deroga (art. 44, par. 2, lettera a. del reg. ue 1307/2013)

esempio seminativi aziendali: 100 ettari seminativi con leguminose da foraggio in purezza o da granella: 76 ettari. azienda esente dall’obbligo di diversificazione.

deroghe alla diversificazione: non applicabili qualora la superficie a seminativo/superficie ammissibile non investita dalla coltura che consente la deroga supera i 30 ettari.

eliminazione del limite dei 30 ettari.

esempio seminativi aziendali: 150 ettari seminativi con leguminose: 116 ettari (oltre 75%) seminativi rimanenti: 35 ettari l’azienda non è tenuta a rispettare l’obbligo di diversificazione (leguminose oltre il 75% dei seminativi). esempio seminativi aziendali: 150 ettari seminativi con leguminose: 110 ettari terreni a riposo: 6 ettari seminativi rimanenti: 35 ettari l’azienda non è tenuta a rispettare l’obbligo di diversificazione (leguminose e terreni a riposo oltre il 75% dei seminativi).

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doVe sta andando la pac |ATTUALITÀ

in primo luogo è stato modificato il paragrafo 2 dell’articolo 44 del reg. (ue) n. 1307/2013 che consentirà, anche alle aziende con più del 75% della superficie a seminativo occupata da riso, la possibilità di lasciare invariata tale superficie, purché sui seminativi restanti la coltura principale non occupi più del 75% di tali seminativi. Questa modifica si tradurrà in una importante opportunità per i risicoltori che potranno mantenere invariate le proprie superfici a seminativo coltivate a riso, colmando il buco normativo presente nell’atto di base. altra modifica fondamentale è l’inserimento delle le-

guminose alla lettera a) del paragrafo 3 dell’articolo 44 del reg. (ue) 1307/2013. tale modifica, oltre a equiparare quanto previsto nelle deroghe efa, consentirà di considerare di nuovo l’erba medica tra le colture utilizzabili per l’esenzione dall’obbligo. ma - soprattutto - la modifica consentirà alle imprese un margine di manovra molto più ampio nella gestione delle proprie superfici rispetto a quanto previsto in precedenza, giacché non saranno solo le leguminose da foraggio a poter essere utilizzate per la deroga, bensì tutte le leguminose, anche quelle da granella. altra modifica importante ri-

guarda l’eliminazione del limite dei 30 ettari previsto alla lettera a) e alla lettera b) del paragrafo 3 dell’articolo 44 del reg. (ue) 1307/2013. Questa modifica consentirà a tutte le imprese di poter usufruire della deroga, a prescindere dall’ampiezza della superficie (seminativi o ammissibile totale) non investita dalla coltura che consente la deroga. infine, in merito alla diversificazione, è stato precisato che lo spelta (triticum spelta l.) può essere considerato una coltura diversa rispetto alle altre colture appartenenti allo stesso genere (articolo 44, paragrafo 4 del reg. (ue) 1307/2013).

Divieto di utilizzo dei prodotti fitosanitari dal 1° gennaio 2018 entra in vigore il divieto di utilizzare prodotti fitosanitari sulle colture azotofissatrici, sui terreni a riposo e sui bordi forestali con produzione dichiarati nella domanda pac come efa. l’impatto maggiore si avrà sulle azotofissatrici e, in particolare, sulla soia al nord italia, largamente utilizzata dagli agricoltori per rispondere agli obblighi del greening e, in misura minore, per le leguminose da granella al centro-sud italia. l’agricoltore dovrà adattarsi al divieto di utilizzo dei prodotti fitosanitari. per gli agricoltori che utilizzano l’erba medica come efa, il problema è facilmente risolvibile, in quanto l’erba medica può essere coltivata anche senza trattamenti. il problema è difficilmente superabile per la soia e le leguminose da granella, visto che il divieto dei trattamenti, in particolare il diserbo, compromette la resa produttiva e l’economicità di tali colture. il divieto di utilizzare prodotti fitosanitari vige per il periodo di durata delle “colture azotofissatrici-efa”. il reg. (ue) 639/2014 (art. 45, par. 10) prevede che “tali colture sono presenti durante il periodo vegetativo”. una nota del ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali del 6/09/2017 ha chiarito che la durata del divieto di prodotti fi-

tosanitari “coincide con il naturale ciclo vegetativo, che, nel caso delle specie annuali, va dalla semina alla raccolta”. le suddette norme hanno due implicazioni: 1) l’utilizzo di prodotti fitosanitari è vietato dalla semina alla raccolta delle “colture azotofissatrici-Efa”, mentre è consentito negli altri periodi; 2) il periodo vegetativo va dalla semina alla raccolta, e per raccolta si intende la produzione del frutto. considerando le normali pratiche agronomiche, una “coltura azotofissatrice-efa” sovesciata non completa il periodo vegetativo, mentre se è in-

silata completa il periodo vegetativo. colture azotofissatrici anche in miscugli. il reg. (ue) 2017/1155 ha introdotto la possibilità che i miscugli di colture azotofissatrici e altre piante possano essere qualificate come efa a condizione che sia assicurata la predominanza delle colture azotofissatrici nei miscugli. il decreto ministeriale n. 5604 del 2 ottobre 2017 recepisce questa modifica anche per l’italia; si tratta di una modifica importante che consente agli agricoltori di ampliare il ventaglio delle colture utilizzabili come efa.

Le ultime novità sul sostegno accoppiato a partire dal 2018, il sostegno accoppiato non dovrà essere più concesso al solo scopo di incentivare il mantenimento degli attuali livelli produttivi, prevedendo, quindi, anche la possibilità di un aumento delle produzioni. inoltre, gli stati membri potranno rivedere annualmente le condizioni per la concessione del sostegno accoppiato, il che comporta la possibilità di modificare le percentuali di risorse da destinare ai diversi comparti, le condizioni per l’erogazione e la possibilità di interrompere l’erogazione del sostegno. eventuali revisioni annuali al sostegno accoppiato dovranno essere comunicate entro il 1° agosto dell’anno precedente l’applicazione delle modifiche. infine, il regolamento omnibus prevede per la commissione la possibilità di adottare atti delegati per consentire che il sostegno accoppiato continui ad

essere pagato fino al 2020 sulla base del numero di capi/ettari richiesti a premio dal singolo agricoltore in un periodo di riferimento passato. in caso di crisi di mercato, questa deroga temporanea mira a non aggravare situazioni di sovrapproduzione, pur assicurando nel lungo periodo il mantenimento di dati livelli produttivi, in particolare nelle zone sensibili. in pratica, con questa modifica la

commissione ha la facoltà di rendere “disaccoppiato” il sostegno accoppiato della pac, legandolo alla produzione passata. di conseguenza, in caso di applicazione, l’agricoltore riceverà un pagamento commisurato a livelli di produzione storici, con la possibilità di diminuire il numero di capi/ettari per i quali aveva effettuato la domanda di aiuto, ricevendo però il medesimo sostegno.

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ATTUALITÀ| doVe sta andando la pac

Giovani agricoltori

in base a quanto stabilito nel regolamento (ue) n.1307/2013, il sostegno ai giovani agricoltori è stato finora erogato per un periodo massimo di 5 anni a partire dalla prima domanda presentata per il pagamento dei giovani. tuttavia, il periodo di 5 anni è stato ridotto del numero di anni trascorsi dall’insediamento alla prima presentazione della domanda di aiuto per pagamento aggiuntivo spettante ai giovani. con le modifiche previste dal regolamento omnibus, a partire dal 2018, tale modalità di calcolo sarà eliminata. ciò vuol dire che tutti i giovani agricoltori potranno richiedere il pagamento supplementare fino a 5 anni dalla data di insediamento, e riceverlo per un periodo totale di 5 anni (senza alcuna riduzione dovuta al numero di anni trascorsi dalla data di insediamento). lo stato membro dovrà decidere se applicare tale modifica anche i giovani agricoltori che hanno ricevuto il pagamento aggiuntivo nel periodo precedente l’anno di domanda 2018. infatti, ogni stato membro potrà decidere di ridurre il periodo dei 5 anni di erogazione del pagamento per i giovani agricoltori insediati tra il 2010 e il 2013, lasciando di fatto invariata la condizione dei giovani che si sono insediati in quegli anni e che hanno richiesto il pagamento aggiuntivo. inoltre, l’italia potrà decidere di innalzare il valore del pagamento supplementare spettante ai giovani agricoltori dall’attuale 25% del valore medio dei titoli detenuti (in proprietà o in affitto), fino a un massimo del 50%. rispetto alla prima proposta presentata dalla commissione, nel corso dei triloghi è stata respinta l’eliminazione del limite massimo di ettari o di titoli su cui calcolare il pagamento ai giovani agricoltori. l’approvazione di tale emendamento avrebbe potuto innescare fenomeni speculativi attraverso l’inserimento fittizio di giovani agricoltori all’interno della compagine imprenditoriale al solo scopo di lucrare sulla maggiorazione dell’importo.

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Criteri che definiscono l’agricoltore attivo ome si è visto, uno dei principali obiettivi che ha guidato le scelte del legislatore comunitario nella stesura e nella successiva approvazione della parte agricola del regolamento omnibus è la semplificazione amministrativa. Questo è stato vero anche per l’agricoltore attivo, anche se in questo caso si è rischiato che l’obiettivo della semplificazione portasse a mettere troppo frettolosamente da parte una norma che aveva e che ha un significato politico importante. È bene, infatti, ricordare che l’istituzione della figura dell'agricoltore attivo nasceva come risposta ai continui richiami della corte dei conti europea sugli aiuti concessi a una serie di beneficiari non agricoli, per porre freno a tale distorsione. nei considerando dell’omnibus, il legislatore ha riconosciuto che l’esperienza del primo periodo di attuazione della riforma ha mostrato una serie difficoltà da parte degli stati membri nell’applicazione dei criteri che definiscono l’agricoltore attivo, riportati nel terzo sottoparagrafo dell’articolo 9(2) del reg.(ue) 1307/2013, insieme alle criticità derivanti dall’eccessivo onere burocratico legato all’attuazione della “lista nera”, contenente le attività escluse dall’eleggibilità a ricevere pagamenti diretti. in particolare, viene ricordato lo squilibrio tra i costi amministrativi associati alle verifiche e ai controlli amministrativi necessari ad applicare la norma rispetto ai benefici ricavati all’individuazione e dall’esclusione di un ristretto numero di beneficiari non attivi. per rispondere a queste problematiche, l’ue è intervenuta introducendo alcune modifiche al reg. (ue) 1307/2013 che di seguito vengono riportate. in primo luogo, il nuovo paragrafo 3a dell’articolo 9 (agricoltore in attività) prevede che - in aggiunta ai criteri esistenti per l’individuazione degli agricoltori attivi - gli stati membri possono decidere (entro il termine perentorio del 31 marzo 2018) che i pagamenti diretti non vengano erogati agli agricoltori che non siano iscritti per le loro attività agricole in un’anagrafe tributaria o previdenziale nazionale. Qualora gli stati optino per questa clausola, è prevista l’applicazione della soglia di esenzione espressa in termini di pagamenti diretti ricevuti a valere sulla domanda unica dell’anno precedente e comunque non più alta di 5000 € - al di sotto della quale il pagamento sarebbe garantito anche a chi non abbia il suddetto requisito. altre novità ri-

C

AGRICOLTURA A. |n°01 • GEnnAIO 2018

levanti sono inserite in due nuovi paragrafi dell’articolo 9: il paragrafo 7, il cui scopo è ridurre il carico amministrativo associato all’applicazione dei criteri che definiscono l’agricoltore attivo; e il paragrafo 8, che intende semplificare l’individuazione delle attività della lista nera, ovvero non beneficiarie degli aiuti diretti. scendendo nel dettaglio, il paragrafo 7 stabilisce che, in presenza di soggetti che rientrano nella “lista nera” e che non avrebbero diritto a ricevere i pagamenti diretti, ciascuno stato membro potrà decidere di applicare uno o due soltanto dei tre criteri elencati per il riconoscimento di tali soggetti come agricoltori attivi, vale a dire: 1. l’importo annuo dei pagamenti diretti è almeno pari al 5% dei proventi totali ottenuti da attività non agricole nell’anno fiscale più recente per cui sono disponibili tali prove; 2. le sue attività agricole non sono insignificanti; 3. la sua attività principale o il suo oggetto sociale è l’esercizio di un’attività agricola. per quanto concerne il paragrafo 8, esso concede agli stati membri la possibilità di decidere se interrompere l’applicazione del paragrafo 2 dell’articolo 9, dedicato alla “lista nera” delle attività non riconosciute come agricole. in pratica, ogni stato potrà decidere di ignorare tale lista. come si vede, si tratta di modifiche non banali, che di fatto rendono possibile agli stati membri di ridurre gli effetti della figura dell’agricoltore attivo. e’ comunque positivo il fatto che si sia evitata una vera e propria cancellazione della norma, consentendo la sua applicazione negli stati membri - come l’italia - dove esiste una sensibilità rispetto alla volontà di concedere i pagamenti diretti ai soggetti la cui attività agricola rappresenta la principale fonte di reddito. le decisioni relative alle questioni appena descritte dovranno essere notificate alla commissione entro il 31 marzo 2018 (o entro il 1° agosto e in ciascuno dei successivi anni in cui l’attuale Reg. ue 1307/2013 rimarrà in vigore). infine, occorre ricordare come le modifiche introdotte dal regolamento omnibus sulla figura dell’agricoltore attivo avranno anche delle ripercussioni sul reg.(ue) 1305/2013 o, per meglio dire, su quella misure dei psr per le quali il riconoscimento di tale status è conditio sine qua non per poter beneficiare degli aiuti del ii pilastro della pac.


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condizionalità |ATTUALITÀ

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ondizionalità cosa fare nelle Zone Vulnerabili ai nitrati

obblighi amministrativi in relazione alla quantità di azoto al campo prodotto, l’azienda deve rispettare obblighi diversi (come indicato nella tabella di seguito), quali la predisposizione della comunicazione di utilizzazione agronomica degli effluenti, il piano di utilizzazione agronomica (pua) e predisposizione del registro delle operazioni di fertilizzazione azotata per le aziende con obbligo di tenuta del registro.

obblighi relativi agli stoccaggi al fine di garantire la prevista autonomia di stoccaggio per le diverse tipologie di effluenti, l’azienda deve rispettare la capacità di stoccaggio mediante: a. la presenza dell’impianto o impianti necessari; b. il corretto dimensionamento in relazione alla produzione di effluenti e del periodo di autonomia da garantire; deve, inoltre, essere garantito anche il corretto stato di funzionalità dell’impianto (in termini sia di manutenzione, sia di impermeabilità dell’impianto/assenza di perdite). obblighi relativi al rispetto dei massimali previsti. l’azienda deve assicurare il rispetto del massimale previsto di 170 kg/ha/anno di apporto di azoto (media aziendale) dovuto agli effluenti distribuiti sui terreni a disposizione dell’azienda posti all’interno delle zVn e il rispetto dei massimali previsti di apporto totale di azoto per le singole colture previsti dalle disposizioni dei programmi d’azione regionali per le zone Vulnerabili ai nitrati. divieti (spaziali e temporali) relativi all’utilizzazione degli effluenti e dei fertilizzanti. l’azienda altresì deve necessariamente rispettare i divieti spaziali (in relazione al tipo di effluente o fertilizzante utilizzato) ed in particolare: a. fasce di rispetto: divieto di utilizzazione in prossimità di corsi d’acqua, acque marine e lacuali;

la direttiva 91/676/cee ha comportato l’obbligo da parte di tutte le regioni di predisporre specifici piani di azione e di perimetrare le “zone vulnerabili ai nitrati” all’interno delle quali è stata inclusa la totalità dei comprensori nazionali a più alta vocazione zootecnica. in queste aree, la possibilità di utilizzare azoto organico sui terreni viene ridotta della metà, passando dai 340 kg/ha/anno, previsti come limite per le aree “non vulnerabili”, alla quantità di 170 kg/ha/anno delle “aree vulnerabili”. l’atto della cgo1 della condizionalità è stato previsto per garantire la protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole. sono te-

nute al rispetto dell’impegno tutte le aziende i cui terreni ricadono in tutto o in parte in zone Vulnerabili dall’inquinamento dai nitrati (z.V.n., come individuate dagli enti preposti) che producono e/o utilizzano letami, liquami, fanghi, concimi azotati, ammendanti organici e acque reflue. nelle zone Vulnerabili ai nitrati è necessario rispettare il massimale previsto di 170 kg/ettaro/anno inteso come quantitativo medio aziendale di apporto di azoto. tuttavia, alcune regioni italiane hanno ottenuto una deroga al suddetto limite che consente di utilizzare fino a 250 kg/ettaro/anno di azoto. gli impegni da rispettare sono quelli di seguito riportati.

azoto al campo prodotto (Kg/anno)

obblighi amministrativi

1

minore o uguale a 1000

esonero dalla comunicazione e dal pua

2

da 1001 a 3000

comunicaz. semplificata esonero dal pua

3

da 3001 a 6000

comunicazione completa con pua eventualmente semplificato

4

maggiore di 6000

comunicazione completa con pua completo

5

allevamenti ricadenti nel campo di applicazione del d. lgs. 152/2006 e smi, parte ii, titolo iii-bis oppure allevamenti bovini con più di 500 uba

integrazione tra le procedure di autorizzazione ai sensi del d. lgs. 152/2006 e smi, parte ii, titolo iii-bis e la comunicazione completa con pua completo.

classe

b. fasce di rispetto: copertura vegetale permanente o altre misure equivalenti; c. terreni in pendenza; d. aree a destinazione non agricola, aree in prossimità di centri abitati; e. boschi; f. terreni gelati, innevati, con frane in atto e terreni saturi d’acqua; g. in orticoltura, sulle colture foraggere, nei casi in cui i liquami possano entrare direttamente in contatto con prodotti destinati al consumo umano. inoltre, è necessario anche il rispetto dei divieti temporali (in relazione al tipo di effluente o fertilizzante utilizzato): a. periodo 1 novembre - 28 febbraio; b. altre restrizioni dovute all’utilizzazione produttiva dei terreni interessati. infine è necessario garantire la corretta ge-

comunicazione completa comprensiva di un pua completo

stione degli accumuli temporanei di effluenti palabili sul terreno.

Gli Uffici Coldiretti sono a disposizione per ulteriori chiarimenti. Visita il sito http://www.terrainnova.it/ e scarica l’app terrainnova al seguente link https://goo.gl/7JbY1g. articolo realizzato con il contributo finanziario della commissione europea nell’ambito del progetto agri 2017/0160. i pareri in esso espressi impegnano soltanto l’autore e la ce declina ogni responsabilità sull’uso che potrà essere fatto delle informazioni in esso contenute.

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ATTUALITÀ| Fauna selVatica

AZIONI DI CONTENIMENTO

Fauna selvatica Cinghiali e caprioli:

adesso basta! CI TROVIAMO DI FRONTE AD UN PROBLEMA DI DISEQUILIBRIO TRA FAUNA SELVATICA E TERRITORIO

in foto l’incontro con il presidente della provincia di alessandria, gianfranco baldi, e il vice Federico riboldi, per analizzare il drammatico problema della fauna selvatica con i vertici di coldiretti alessandria.

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zioni di contenimento specie ungulati (cinghiali, caprioli e daini) e danni alle produzioni agricole: queste le tematiche affrontate durante la riunione che si è svolta nella sede della coldiretti di alessandria alla presenza del presidente e vice presidente della provincia gianfranco Baldi e federico riboldi. un incontro per fare il punto della situazione, a seguito di quanto emerso al tavolo tecnico di martedì scorso durante il quale è stato sottolineato come cinghiali e caprioli costituiscano ormai una presenza costante sul nostro territorio provinciale e come l'affermazione della specie anche in prossimità di aree fortemente antropizzate stia provocando un forte impatto sulle attività umane diventando causa di danni alle colture agricole e un elemento di rischio per la viabilità. “ci sarà a breve un confronto, un’assemblea organizzata e convocata ad hoc per fronteggiare l’emergenza dettata dal proliferare di cinghiali e caprioli sul territorio provinciale - parole dette dal presidente della provincia gianfranco Baldi. - mi sono già fatto portavoce di questo in regione piemonte e, a breve, troveremo risposte per fronteggiare e arginare il più possibile il problema”. l’esigenza di fornire una risposta a questi problemi ha portato all'emanazione, da parte della regione piemonte, della l.r. 27 gennaio 2000 n.9 con la quale, oltre a ribadire il divieto di allevamento di cinghiali per scopi venatori e di immissione sul territorio, viene anche prevista l'attuazione di piani di contenimento individuando nelle province i soggetti preposti alla loro realizzazione e approvazione. la provincia di alessandria si deve pertanto dotare di un piano di controllo finalizzato alla riduzione della specie con il raggiungimento di un livello compatibile con le caratteristiche ambientali, le esigenze di gestione del patrimonio zootecnico, la tutela del suolo e delle produzioni zootecniche e agroforestali, la prevenzione dei rischi a persone o cose. ai rappresentanti delle istituzioni il presidente provinciale coldiretti roberto pa-

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ravidino ha ribadito come questo “non sia il momento di gesti plateali, dei movimenti di piazza per farsi ascoltare: il grave problema del contenimento della fauna selvatica non ha bisogno di grossolane proteste ma di proposte concrete e di interventi legislativi”. e’ prioritario mettere nero su bianco quelle che sono le priorità del mondo agricolo nei confronti di una piaga che mette a rischio raccolti, reddito e non ultima la sicurezza. “non portiamo avanti le attività per riscuotere indennizzi, noi siamo per un confronto che porti a risultati, questo è il compito del tavolo tecnico istituito dalla provincia. - ha continuato

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paravidino - ci troviamo, infatti, di fronte ad un problema di disequilibrio tra fauna selvatica e territorio e il problema riguarda tutta la fauna selvatica, non solo i caprioli e cinghiali, anche se quest’ultimi sono aumentati in modo spropositato. chiediamo una pianificazione faunistica dove vengano rispettati gli equilibri tra uomo e natura”. come organizzazione abbiamo chiesto di attivare le istituzioni in modo da poter risarcire le imprese rispettando i tempi previsti dalla legge 157 e cioè entro 180 giorni dal momento della perizia tecnica. ciò deve avvenire in tutti gli istituti faunistici partendo in primis dalla z.r.c. gestite dalla provincia che oggi risarcisce i danni mediamente oltre i 1000 giorni, agli atc che vede un lasso di tempo inferiore ma, comunque sempre con una media di 500 giorni e alcune aziende faunistiche dove i gestori sono sempre molto restii a corrispondere i danni. il fenomeno deve essere arginato in breve tempo, se così non fosse le imprese potrebbero perdere non solo il raccolto di quest’anno, ma andrebbero incontro a ripercussioni gravissime per le filiere d’eccellenza del nostro territorio”. “ogni giorno lavoriamo e ci battiamo nelle sedi preposte per salvaguardare imprese e reddito - ha concluso paravidino - per questo deve essere prevista, su tutto il territorio provinciale una continua azione di monitoraggio in grado di poter finalmente ridefinire il quadro d’azione previsto”.


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ambiente |ATTUALITÀ

Comunicazione al catasto dei rifiuti Approvato il nuovo modello

M

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pprovato il nuovo modello per l’invio della comunicazione annuale al catasto dei rifiuti da trasmettere entro il prossimo 30 aprile 2018. il dpcm 28 dicembre 2017 definisce la struttura del modello unico di dichiarazione ambientale da utilizzare per la comunicazione 2018, in sostituzione del modello introdotto dal decreto del presidente del consiglio dei ministri del 17 dicembre 2014, applicato a partire dalla dichiarazione 2015 e la cui validità era stata confermata anche negli anni successivi. con riferimento al settore agricolo, l’adempimento del mud riguarda le imprese agricole che producono rifiuti pericolosi, con un volume di affari superiore a 8.000 euro di reddito, fatta salva comunque la possibilità, per tali categorie di imprese di assolvere all’obbligo di comunicazione al catasto dei rifiuti, in alternativa, attraverso la compilazione e conservazione, in ordine cronologico, dei formulari di trasporto, secondo quanto disposto dall’articolo articolo 69 del cosiddetto collegato ambientale (legge 28 dicembre 2015, n.221). in tale ipotesi, la conservazione deve avvenire presso la sede dei soggetti esercenti le attività indicate nell’articolo o tramite le associazioni imprenditoriali interessate o società di servizi di diretta emanazione delle stesse, mantenendo presso la sede dell’impresa copia dei dati trasmessi. con riferimento al nuovo modello approvato con il dpcm 28 dicembre 2017, la revisione del modello si è imposta, in particolare, anche alla luce di alcune novità intervenute a livello comunitario, così da poter acquisire i dati relativi ai rifiuti da tutte le categorie di operatori, in attuazione della più recente normativa europea. il mud conserva, anche per il 2018, la struttura originaria con una ripartizione nelle seguenti comunicazioni: •rifiuti •Veicoli fuori uso •imballaggi, composta dalla sezione consorzi e dalla sezione gestori rifiuti di imballaggio •rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche •rifiuti urbani, assimilati e raccolti in convenzione •produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche. rispetto al modello utilizzato lo scorso anno il nuovo modello introduce le seguenti modifiche: • classificazione rifiuti e’ aggiornato il riferimento normativo alla decisione europea che riporta la codifica europea dei rifiuti.

• sezione anagrafica scheda autorizzazioni risulta introdotta una modifica nella scheda autorizzazioni presente nella “sezione anagrafica”, prevedendo l’obbligo di comunicazione dei riferimenti delle eventuali autorizzazioni (o dei riferimenti delle comunicazioni, in caso di applicazione di procedura semplificata) allo svolgimento di attività di recupero o smaltimento rifiuti per tutti i soggetti che ne siano in possesso per ogni autorizzazione dovranno essere comunicate le relative informazioni (estremi, data di rilascio, data di scadenza, Tipo di autorizzazione, Attività autorizzata, ecc). • comunicazione rifiuti semplificata e’ stato fissato l’obbligo di invio in forma telematica o tramite pec della “comunicazione rifiuti” in forma semplificata e della “comunicazione rifiuti urbani”, stabilendo che, per queste due comunicazioni, è vietata la trasmissione mediante raccomandata, in forma cartacea o su supporto magnetico (nastro, Floppy disk, cd, dvd). in particolare, la comunicazione rifiuti semplificata dovrà essere compilata esclusivamente utilizzando l’applicazione disponibile sul sito http://mudsemplificato.ecocerved.it/ non essendo più possibile la compilazione manuale. la comunicazione mud in formato documento cartaceo dovrà riportare la firma del dichiarante (autografa o digitale), e dovrà essere trasformata in un documento elettronico in formato pdF, necessario per l’invio a mezzo posta elettronica certificata all’indirizzo comunicazionemud@pec.it. non è più prevista, quindi, la spedizione postale. la scheda rifiuti semplificata può essere utilizzata

dai soli dichiaranti per i quali ricorrono contemporaneamente tutte le seguenti condizioni: • sono produttori iniziali tenuti alla presentazione della dichiarazione per non più di sette rifiuti; • i rifiuti sono prodotti nell’unità locale cui si riferisce la dichiarazione; • per ogni rifiuto prodotto non utilizzano più di tre trasportatori e più di tre destinatari. la comunicazione rifiuti semplificata non può essere compilata da: gestori di rifiuti (soggetti che effettuano attività di recupero, smaltimento e trasporto); produttori di rifiuti che non ricadono nelle condizioni sopra indicate (p.es. producono fuori dall’unità locale); nuovi produttori (ovvero soggetti che effettuano operazioni di pretrattamento, di miscelazione o altre operazioni che hanno modificato la natura o la composizione di detti rifiuti). • comunicazione imballaggi sezione consorzi e’ modificata la comunicazione imballaggi per consentire la trasmissione dei dati sull'utilizzo annuale di borse di plastica, in attuazione del nuovo articolo 220-bis del decreto legislativo n.152/2006 (introdotto dall’articolo 9-bis del decreto legge 20 giugno 2017, n.91, convertito con modificazioni dalla L. 3 agosto 2017, n. 123).a tali fini, risulta inserita la scheda sbop - borse in plastica al fine di acquisire le informazioni relative alle quantità, espresse in peso, delle diverse tipologie di borse in plastica immesse sul mercato nazionale. nel mese di febbraio sarà reso disponibile il software mud 2018 che, come ogni anno, consente la compilazione e la successiva presentazione via telematica dal sito http://www.mudtelematico.it/.

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ATTUALITÀ|elezioni ue.coop - scadenze Febbraio

Matteo Castella, eletto presidente di Ue.Coop Piemonte Tra gli impegni del neopresidente mettere al centro le persone e i territori per creare rete e sinergia atteo castella è il nuovo presidente di ue.coop piemonte. e’ stato eletto durante i lavori che si sono svolti a torino alla presenza del coordinatore organizzativo nazionale Vincenzo sette. matteo castella, che succede a daniela pallisco, è presidente della cooperativa sociale patchanka di chieri, nata nel 2012 con l’obiettivo di consentire ai giovani del territorio di realizzarsi all’interno del mondo del lavoro, ai soggetti in difficoltà di trovare una strada occupazionale, al territorio e alla città di usufruire di una giovane impresa votata al rilancio economico in un momento di crisi. matteo castella, afferma: «sono frastornato ed emozionato per essere stato eletto presidente di ue.coop piemonte. sicuramente ci sarà tanto da lavorare. ue.coop è una centrale neonata e ha già fatto un bel pezzo di strada. ora, anche in piemonte, bisogna proseguire nel cammino. l’intento del mio operato sarà mettere al centro le persone e i territori al fine di sostenere i valori e i principi del modello cooperativo che si fondano sulla solidarietà, sulla sostenibilità e sulla sussidiarietà per essere uno strumento efficace al servizio degli associati. il primo im-

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in foto matteo castella nuovo presidente di ue.coop piemonte.

pegno sarà riunire gli associati e ascoltare le loro idee. ue.coop conta su una bellissima base sociale. partiremo dagli associati, dalle loro proposte e dalle loro idee. per il futuro l’obiettivo principale sarà creare rete e siner-

gia tra le varie realtà. abbiamo la fortuna di poter contare su realtà cooperative interessantissime che operano in tanti modi diversi e che spesso hanno bisogno l’una dell’altra. cooperare tra cooperative sarà l’impegno per il mio mandato». «alla base dei principi ispiratori di ue.coop - spiega vincenzo sette, coordinatore organizzativo nazionale - vi è un nuovo paradigma di sviluppo sostenibile; una rappresentanza capace di rivolgersi alla gente, alle comunità, di leggere il territorio e di aprirsi al mondo». fabrizio galliati, presidente di coldiretti torino, spiega: «in provincia di torino le realtà aderenti a ue.coop sono 120 tra cooperative di produzione lavoro, agricole e sociali. in piemonte ue.coop conta su 45 mila soci appartenenti a 350 cooperative che aderiscono al codice etico e che hanno la volontà di operare per raggiungere gli obiettivi economici, ma anche di realizzare gli ideali di lavoro in un ambiente di piena lealtà ed onestà. ue.coop piemonte continua ad operare per crescere ed allargare il sistema cooperativo piemontese e per mettere in campo azioni idonee a supportare i nostri soci».

SCADENZE FEBBRAIO

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scadenza imposta

adempimenti

soggetti oBBligati

15/02/2018

iva

emissione fattura differita per la cessione di beni spediti o consegnati nel mese precedente, la cui consegna risulti da un ddt o da altro documento idoneo a identificare i soggetti fra i quali è effettuata l'operazione.

soggetti passivi iVa

16/02/2018

iva

liquidazione e versamento dell'iva a debito del mese di gennaio.

contribuenti iVa mensili

16/02/2018

ritenute

versamento delle ritenute alla fonte sui redditi di lavoro dipendente, assimilati, lavoro autonomo e provvigioni corrisposti nel mese precedente.

contribuenti che corrispondono redditi soggetti a ritenute.

26/02/2018

iva intrastat

invio telematico elenchi intrastat riepilogativi delle cessioni ed acquisti e/o prestazioni di servizi intracomunitari relativi al mese di gennaio.

operatori intracomunitari con obbligo mensile

28/02/2018

iva

comunicazione dati delle fatture emesse e ricevute del 2° semestre 2017

contribuenti iva mensili e trimestrali

28/02/2018

iva

comunicazione dati delle fatture emesse e ricevute correttiVo del 1° semestre 2017

contribuenti iva mensili e trimestrali

28/02/2018

iva

comunicazione dati delle liquidazioni periodiche iva del 4° trimestre 2017

contribuenti iva mensili e trimestrali

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N.49

La qualità della distribuzione dei fitofarmaci sulle colture rappresenta un aspetto fondamentale per il conseguimento di un’ottimale efficacia biologica e per minimizzare gli effetti indesiderati sull’ambiente. Per ogni consumatore informato e per ogni produttore responsabile, la conoscenza dell’indiscutibile necessità degli interventi di difesa (fossero anche effettuati solo con rame e zolfo) e lo studio e la divulgazione dei metodi di applicazione, costituiscono un impegno importante, spesso trascurato, rivolto a fornire informazioni e strumenti a supporto di una moderna agricoltura e di una consapevole alimentazione. La corretta regolazione dell’attrezzatura per la distribuzione degli agrofarmaci costituisce spesso il punto critico dell’intervento e risulta ancora più importante nelle coltura a crescita verticale come appunto il nocciolo.

molteplici vantaggi la distribuzione delle “medicine per le piante”, se effettuata correttamente, porta ad immediati e concreti vantaggi: • miglioramento dell’efficacia dell’intervento grazie a una distribuzione sufficiente e più uniforme di prodotto contro parassiti, malattie fungine ed erbe infestanti. • maggiore difesa dell’ambiente grazie a un migliore precisione sui bersagli che si intende colpire, evitando dispersione nell’ambiente dovuta a deriva. • possibilità di impiegare, in determinate condizioni, il dosaggio dei prodotti in funzione della massa vegetativa reale della coltura da proteggere, determinando il dosaggio opportuno di prodotto da impiegare.

la distribuzione degli agroFarmaci nel noccioleto moderno

nocciolo |SCHEDA

• riduzione del residuo di soluzione da eliminare • maggiore sicurezza per gli operatori e minore spreco di acqua e prodotto. n°01 • GEnnAIO 2018| AGRICOLTURA A.

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SCHEDA N.49|nocciolo

le procedure per la corretta taratura di un atomizzatore premessa

le fasi successive di una corretta taratura

1. calcolo del trV (tree row Volume) 2. calcolo della velocità di avanzamento 3. scelta degli ugelli da impiegare 4. regolazione degli apparati di distribuzione 5. controllo della qualità della bagnatura sulle diverse parti della vegetazione

1. calcolo del trv

per calcolare il volume ottimale di soluzione da distribuire per ettaro si utilizzano le seguenti formule:

2. calcolo della velocità di avanzamento 3. scelta degli ugelli da impiegare in funzione del volume desiderato una volta individuato il voume di miscela teorico (Vt) utilizzando un indice di volume medio, consultando le tabelle in dotazione all’atomizzatore di cui si dispone, è possibile individuare la tipologia di ugelli da impiegare. ad esempio se il calcolo del Vt indica un volume ottimale di 550 litri/ha si possono impiegare, in funzione del numero degli erogatori e del livello di pressione esercitato, diverse tipologie di ugelli con aperture più o meno grandi.

É possibile partire per l’effettuazione dei calcoli, anche dalle portate dei differenti ugelli (distinti per colorazione come in tabella sovra riportata). il calcolo effettuato con la formula sottostante attesterà se il volume impiegato si avvicina sufficientemente al volume teorico (Vt) calcolato. Portata per ugello (l/min) x n°ugelli x 600 Volume distribuito (l/ha) = Velocità (Km/h) x Interfila (m)

4-5. regolazione degli apparati di distribuzione e controllo della qualità di bagnatura

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Biografia: la qualità di distribuzione degli agrofarmaci (catalogo agrofarmaci syngenta 2011) linee guida per una viticoltura sostenibile - consorzio per la tutela dei vini Valpolicella, 2012 linee guida per la regolazione (taratura) effettuata dall’operatore professionale - enama


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la lotta all’insetto non deve essere vista come qualcosa di slegato ma occorre mantenere unite le forze e studiare strategie di lotta che consentano di debellarla facendo squadra, tra aziende di settori diversi e tutte le realtà del territorio, con la ricerca in primis. l’insetto infatti colpisce e danneggia irreversibilmente tutte le nostre produzioni agrarie: orticole, frutticole, cerealicole ed anche ornamentali. per questo è necessario trovare nel più breve tempo possibile una soluzione concreta, nel rispetto di un fatto che è importante per coldiretti: l’attenzione all’ambiente e alla qualità delle produzioni per arginare questa emergenza e salvaguardare le imprese.all’assessore regionale all’agricoltura giorgio ferrero arriva la rassicurazione che la regione è attiva anche ai tavoli nazionali per sbloccare la normativa sull’introduzione degli insetti antagonisti e a livello regionale si sta lavorando alla creazione di un bando destinato all’acquisto di reti anti insetto.

l’adulto di halymorpha halys è grigio-marrone, lungo 12-17 mm., con alcuni caratteri cromatici distintivi: antenne con bande gialle basale e apicale sul 4° segmento e solo basale sul 5°; membrana emielitrale con macchie scure longitudinali sulle nervature; concessivo con una tipica alternanza di bande chiare e scure, quelle chiare di forma triangolare.

la specie più simile è rhaphigaster nebulosa, che presenta però una grossa spina ventrale. le ninfe sono peculiari, in quanto mostrano spine sui margini del pronoto e una banda centrale bianca sulle tibie. le ovature sono composte da multipli di sette uova (tipicamente 28) con diametro di circa 1 mm. e disposte casualmente ma in maniera ortogonale. si distinguono facilmente dalle ovature di altre specie, per il colore e/o la tipica disposizione delle uova.

più simili sono le ovature di pentatoma rufipes, tipicamente formata da 14 uova, e di palomena prasina, di solito composta da 28 uovama disposte secondo una diagonale (riempiendo tutti gli spazi). il danno è provocato dalla puntura del vegetale dal quale la cimice estrae la linfa per nutrirsi immettendo saliva. Questo “scambio” provoca reazioni all’interno del vegetale che si manifestano con deformazioni, macchie necrotiche, zone callose con conseguente deprezzamento delle partite.

cimice asiatica

La lotta all’insetto

non si ferma la lotta alla cimice le caratteristiche e quindi la pericolosità dell’insetto possono essere riassunte in alcuni punti chiave: • elevata prolificità (almeno 300 uova per femmina); • elevata mobilità sia dovuta al fatto che gi adulti hanno le ali, sia per il trasporto passivo; • la pericolosità in tutti gli stadi metamorfici (sia i giovani che gli adulti si nutrono sulle colture provocando danni); • grande polifagia, infatti può attaccare e nutrirsi a scapito di più di 300 specie vegetali; • non esistono trattamenti preventivi: gli insetticidi fosforganici e piretroidi agiscono solo per contatto, quindi se l’insetto non è presente è assolutamente inutile effettuare il trattamento; • la lotta chimica non è risolutiva; • trattamenti o prodotti repellenti o dissuasori al momento non sono stati testati e pertanto di dubbia utilità; • evitare categoricamente il fai da te o rimedi casalinghi ed effettuare accurati monitoraggi delle colture aziendali.

come contrastare Questo dannoso insetto

cimice asiatica |SCHEDA

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SCHEDA|cimice asiatica

tra la frutta particolarmente colpite le pesche, le albicocche, le ciliegie, le susine, le mele (soprattutto granny smith, rosse e fujii e meno le gala), le pere (conference e William e poco abate), nashi e kiwi (dove il danno esternamente non si vede). piccoli frutti con lampone e fragole soprattutto varietà rifiorenti; fagiolo, peperone, pomodoro, asparagi tra le orticole; mais soia ed erba medica tra i cereali più colpiti. anche le ornamentali non sono esenti con danni ai fiori (gigli, hybiscus), agrumi ecc.

Nel 2018 verranno testati i prodotti biologici ulteriori metodi di contenimento sono stati le reti e il metodo denominato “attract and kill”, ovvero la cattura massale attraverso l’attrazione con feromoni di aggregazione. le prove sperimentali si sono svolte utilizzando “totem” ricoperti di reti imbibite di prodotti fitisanitari. i risultati sono stati interessanti ma da gestire attentamente in quanto il feromone attrae ulteriormente le cimici all’interno del frutteto. sulle reti risulta fondamentale la tempistica soprattutto nella chiusura delle stesse poiché se l’insetto viene rinchiuso all’interno dell’appezzamento si aumentano i danni; altresì importante è la corretta scelta della maglia della rete. interessante la gestione mista delle reti, ovvero la copertura antigrandine sopra e laterale con reti antinsetto per contenere i costi della copertura per l’azienda agricola, che offre comunque buoni risultati. la cimice asiatica non è un organismo da quarantena quindi non è sottoposto a legislazione fitosanitaria, ma dal settore Fitosanitario regionale il problema è stato seguito con attenzione per i molti danni dal comparto tramite i coordinamenti tecnici e i disciplinari di lotta integrata dove sono state anche concesse deroghe specifiche. date l’ampia diffusione e dannosità della cimice asiatica halyomorpha halys, oltre che la difficoltà di contenerne le infestazioni con la lotta chimica, grande attenzione è stata rivolta allo studio dei limitatori nelle aree sia di origine sia di nuova colonizzazione. in cina è stato rilevato un complesso di parassito idi oofagi fra cui trissolcus japonicus, che è risultato il più abbondante ed efficiente. purtroppo,t. japonicus non è specializzato soltanto su h. halys, ma può attaccare le uova anche di altre cimici. in piemonte sono state avviate indagini per individuare eventuali parassito idi oofagi indigeni in grado di adattarsi all’ospite esotico. dalle uova raccolte in campo nel biennio 2016-2017 sono state ottenute due specie: anastatus bifasciatus e trissolcus sp. in particolare a.bifasciatus, parassitoide generalista che può svilupparsi su molti ospiti differenti, ha mostrato una parassitizzazione a carico delle uova di h.halys pari a 13%.trissolcus sp. È attualmente in studio per rilevarne capacità ed efficienza di parassitizzazione in laboratorio. i simbionti intestinali possono essere bersaglio per la lotta alla cimice asiatica? halyomorpha halys infatti ospita nel suo intestino un batterio simbionte, chiamato pantoea carbeckii, necessario per la sua sopravvivenza. Questo batterio è trasmesso dalla madre alle pro-

genie durante la deposizione delle uova, imbrattando la superficie dell’ovatura con secrezioni contenenti cellule di p. carbeckii; alla nascita, le neanidi si nutrono di queste secrezioni, assumendo i batteri. Questa modalità di trasmissione rappresenta una promettente risorsa per lo sviluppo di strategie innovative di lotta alla cimice. prove preliminari condotte dal nostro gruppo di ricerca hanno dimostrato che la quasi totalità delle neanidi nate da ovature private di p. carbeckii non è stata in grado di raggiungere la ii età. Questi studi rappresentano la base di partenza per la verifica dell’attività insetticida indiretta esercitata da sostanze ad azione antibatterica (no antibiotici) distribuite sulle ovature di h. halys, al fine di sviluppare un nuovo approccio per la lotta integrata alla cimice. attualmente la regione ha emesso un bollettino informativo rivolto a tutta la popolazione per informare sulla problematica della cimice e invitare tutti ad essere partecipi nelle azioni di contenimento anche durante l’inverno, periodo in cui la cimice sverna anche nelle abitazioni, rendendola fastidiosa così per tutta la popolazione. Questo permette di unire maggiormente produttori e consumatori nella lotta ad un insetto che se non gestito correttamente può mirare realmente a compromettere le produzioni di qualità della provincia e regione.

le cimici adulte sopravvissute all’estate sono ormai in diapausa, una sorta di letargo in cui passano la stagione fredda immobili e in gruppi più o meno numerosi. principalmente prediligono ambienti chiusi come le case, ma nche i sotto-tetti, gli anfratti, le scatole degli avvolgibili e i locali e i magazzini agricoli magari poco frequentati nei mesi invernali. sicuramente eliminando possibili e papabili ripari attorno ai frutteti ed ai campi in questa stagione si possono eliminare già i grandi numeri di cimici; fare un controllo, magari alle zone più riparate dei magazzini o anche dei contatori aiuta comunque, in parte, a contenere la popolazione. importantissima la collaborazione con tutta la popolazione e con la limitazione delle cimici svernanti nelle abitazioni che devono essere prontamente eliminate quando trovate nelle case. in tal senso ogni comune piemontese ha ricevuto una scheda tecnica per informare la popolazione. Bibliografia: materiale fornito dai tecnici dall’agenzia 4a per gentile concessione di coldiretti cuneo - “il coltivatore cuneese”

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coltiVa la salute |ATTUALITÀ

in collaborazione con www.gruppocdc.it

COLTIVA

LA TUA

SALUTE a oltre dieci anni, l’accordo tra coldiretti-epaca e c.d.c. permette di far crescere il valore della prevenzione e della sicurezza nella tutela dell’imprenditore, dei suoi familiari e degli ospiti della sua azienda con l’idea di una nuova agricoltura multifunzionale territorialmente sostenibile. c.d.c. rappresenta una

D

delle realtà sanitarie più significative e dinamiche del piemonte, con un’attività diagnostica completa presso sedi dislocate in modo capillare su

tutto il territorio regionale: a torino, biella, cuneo, novara,Vercelli e Verbania. grazie a tale collaborazione, i soci coldiretti-epaca possono accedere privatamente a tutte le prestazioni con tariffario agevolato esibendo la tessera associativa coldiretti / epaca, oppure tramite il ssn presentando la richiesta del medico curante. inoltre presso gli uffici provinciali o zonali coldiretti-epaca possono prenotare visite mediche specialistiche e prestazioni diagnostiche presso tutti i centri c.d.c. e con assoluto rispetto della privacy, il socio, tramite il pin ricevuto in accettazione, può richiedere la stampa del proprio referto online. periodicamente, tramite questa rubrica, vi informeremo su temi di interesse generale legati alla prevenzione ed alla cura di patologie tipiche del mondo agricolo.

TEMA DEL MESE: LA CELIACHIA NON DI SOLO PANE...

la celiachia e’ una patologia molto diFFusa causata dall’ intolleranza al glutine il glutine È un complesso proteico contenuto in alimenti Quali pane, pasta, biscotti, ecc.

effettua il checK-up proposto da c.d.c. per verificare se i disturBi intestinali

sono causati dalla celiachia •anticorpi anti transglutaminasi iga e igg •anticorpi anti endomisio iga •immunoglobuline iga •emocromo e ferro ematico (Sideremia)

torino centro torino centro torino centro torino mirafiori torino san donato torino san paolo torino santa rita torino vallette lucento moncalieri rivoli venaria reale asti Biella cuneo novara novara verbania vercelli

via cernaia, 20 via antonio Fabro 12/b via raimondo montecuccoli 5f via don grazioli 11/a via livorno38/d via Villarbasse 27/a piazza santa rita 8 corso toscana 139/1 via martiri della libertà 11 via Fratelli piol 63 via iV novembre 16 corso galileo Ferraris 4/a via antonio bertodano 11 piazza duccio galimberti 4 via san Francesco d’assisi 20 corso giuseppe garibaldi 21 via sergio bocci 11 via san cristoforo 10

10122 torino 10122 torino 10122 torino 10137 torino 10144 torino 10138 torino 10136 torino 10151 torino 10024 moncalieri 10098 rivoli 10078 Venaria reale 14100 asti 13900 biella 12100 cuneo 28100 novara 28100 novara 28925 Verbania 13100 Vercelli

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ORGANIZZAZIONE|creditagri italia

CreditAgri Italia: un partner finanziario per le Imprese Agricole, per la Filiera Agroindustriale e per le Cooperative chi è creditagri italia: nell’ambito della necessità di fornire adeguati Prodotti e Servizi Finanziari dedicati alle pmi (piccole medie imprese) e cooperative della Filiera agricola e agroindustriale, creditagri italia assume sempre più un ruolo prioritario e spesso indispensabile, nell’accompagnamento e nella gestione della consulenza finanziaria, apportando concrete opportunità e soluzioni dedicate alle varie esigenze aziendali. Creditagri Italia nella sua veste di Ente Finanziario di Interesse Pubblico quale Intermediario Finanziario Vigilato da Banca d’Italia, mai come in questo momento storico particolarmente ricco di cambiamenti e contestuale bisogno di efficienza delle strutture produttive e commerciali delle pmi, è progressivamente chiamata a valutare e sostenere

“progetti di sviluppo e miglioramento” aziendali, e ricercare il corretto equilibrio finanziario, necessario per affrontare con responsabilità e consapevolezza le nuove sfide di mercato. l’attività e ruolo di creditagri italia è favorire l’accesso al Credito Ordinario e Agevolato, incentivando lo sviluppo imprenditoriale con prodotti di dedicati e personalizzati tipo “tailor made”, soprattutto con attività di consulenza personalizzata gestionale a carattere dedicato “spot” e “continuativo” nel rispetto delle esigenze ordinarie e straordinarie delle imprese. nel panorama degli intermediari Finanziari Vigilati creditagri italia rappresenta il più articolato Ente di garanzia fidi fortemente specializzato nella Filiera Agroalimentare, ma contestualmente in grado di affrontare anche le diverse

necessità e fabbisogni di imprese a carattere “non agricolo”, considerata la versatilità e le diverse professionalità delle risorse interne, in ragione della attuale veste come ente Finanziario, iscritto dal giugno 2016, all’albo unico degli intermediari finanziari previsto dall’art.106 del nuovo testo unico bancario. l’operatività è sviluppata con propria Rete di Risorse professionali capillari altamente qualificate in materia di credito agrario e Finanza d’impresa, a supporto delle imprese ricadenti nel territorio nazionale, sia in condizione di inizio attività (“start-up”), che storicamente operative, contribuendo a migliorare il processo di ottimizzazione ed ammodernamento delle stesse, a fronte della maggiore “competitività” ed “esigenze commerciali” dei mercati, interni ed esteri.

come opera creditagri italia:

sviluppa prodotti e servizi “a canale dedicato” da gestire unicamente per le imprese e cooperative associate, con prodotti esclusivi a condizioni di mercato riservate; svolge attività di formazione ed informazione in ambito finanziario e ricopre il ruolo di “catalizzatore” delle esigenze imprenditoriali; concorda con le imprese le azioni per una migliore gestione finanziaria; pianifica con l’impresa il reperimento ed il miglior utilizzo delle fonti finanziarie; definisce “accordi Quadro” con le banche, finalizzati ad attivare ampio sistema di partenariato con prodotti dedicati ed in esclusiva, e non “da sportello”; Fornisce alle banche informazioni certe e certificabili della situazione economica e patrimoniale dell’impresa valorizzando caratteristiche ed i “punti di forza”; Veicola l’utilizzo di Fondi pubblici di garanzia (ismea/sgFa/Fcg - mcc) prodotti e servizi finanziari per il settore agricolo - acquisto terreni per Formazione/ampliamento azienda - acquisto, costruz./ristrutturazione fabbricati strumentali esigenze aziendali - progetti nel settore agrituristico e per la multifunzionalità - investimenti in agro-energia (fotovoltaico, biogas, ecc.) - opere miglioramento fondiario (impianti arborei, fertirrigazione, antigrandine) - sostegno e ripristino per danni da calamità atmosferiche - acquisto mezzi - attrezzi per l’agricoltura, Silvicoltura, Pesca ed Acquacoltura - investimenti ed acquisti per il settore zootecnico - investimenti strutturali al psr (piano sviluppo rurale) - anticipazione spese annuali conduzione - anticipazione Fatture e/o conferimenti - anticipo contributi pubblici - progetti per l’internazionalizzazione delle imprese - leasing strumentale

prodotti e servizi finanziari per il settore agroindustriale e alimentare - Interventi Sviluppo Strutturale (Immobili, Impianti, Acquisto Marchi e Brevetti) - Interventi Competitività Azienda (Adeguamento norma legge, Sicurezza sul lavoro) - Interventi Leasing Strumentale - Interventi Finanza Strutturata (Acquisizione, Fusione, Riorganizzazione aziendale) - Operazioni di Anticipazione Crediti Commerciali - Processi Internazionalizzazione, Ingresso Mercati Esteri - Valutazione sostenibilità Piani industriali ed Assistenza Progetti d’impresa - Interventi Strutturali PSR, Misure per Agroindustria e Finanza Agevolata - Garanzie Pubbliche: ISMEA e M.C.C (Legge 662/96)

a chi rivolgersi inFormazioni ed attiVazione del serVizio contattare il resp.le creditagri (Francesco Bianchi) tel.0105601148 o cell.335-7199133, email: francesco.bianchi@creditagri.com inFormazioni ed assistenza sito internet - www.creditagri.com oppure info@creditagri.com

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scadenze - bandi|ORGANIZZAZIONE

SCADENZE

Investimenti per la campagna 2017/2018 il 10 gennaio scorso è stato aperto il bando relativo alla misura investimenti per la campagna 2017/2018. come per gli anni scorsi sono finanziabili unicamente i punti vendita extra-aziendali, in piemonte, in italia e in tutti i paesi ue. le spese ammissibili sono: - di natura edilizia (costruzione, ristrutturazione, riattamento di fabbricati, no acquisto locali) - acquisto di impianti, attrezzature fisse e macchinari per l’esposizione, la degustazione e la commercializzazione del prodotto; - acquisto di elementi di arredo per i punti vendita aziendali purché non ubicati all’interno delle unità produttive, comprensivi di sale di degustazione; - acquisto di strumentazioni di controllo e di apparecchiature informatiche (personalcomputer, stampanti, fax) e dei relativi programmi e piattaforme a servizio dei punti vendita extra-aziendali. la spesa minima 20.000€ spesa massima di 350.000€, (iVa esclusa), con un contributo del 40%. Queste le scadenze: 15 febbraio 2018 per il rilascio telematico della domanda; 22 febbraio 2018 (ore 19.00) per la consegna cartacea della domanda; 16 luglio 2018 per il completamento dell’investimento e il rilascio telematico della domanda di pagamento. per ulteriori informazioni e la compilazione delle domande di contributo, rivolgersi ai propri uffici zona.

CONTRIBUTO VOUCHER

Digitalizzazione dei processi aziendali l ministero dello sviluppo economico ha aperto i termini di presentazione delle domande di accesso alle agevolazioni “Voucher per la digitalizzazione delle Pmi”, si tratta di una misura agevolativa che prevede un contributo al 50% assegnato tramite la concessione di un voucher di importo non superiore a 10 mila euro finalizzato all’adozione di interventi di digitalizzazione dei processi aziendali e di ammodernamento tecnologico. possono beneficiare del voucher le aziende operanti in tutti i settori e pertanto anche in agricoltura a condizione che siano in possesso di un adeguato sistema di separazione delle attività o di un sistema contabile che assicuri la distinzione dei costi. l’intervento può riguardare l’acquisto di software o altri servizi che migliorino l’efficienza aziendale; la modernizzazione dell’organizzazione del lavoro tale da favorire l’utilizzo di strumenti tecnologici come ad esempio il telelavoro; lo sviluppo dell’e-commerce; la banda larga e ultralarga; il collegamento a rete internet mediante tecnologia satellitare; la formazione qualificata nel campo ict. le domande di accesso alle agevolazioni possono essere presentate a partire dalle ore 10.00 del 30 gennaio.

BANDO REGIONALE

Idoneità alle superfici vitate ai fini della rivendicazione della DOCG Gavi. Anno 2018

la regione piemonte - direzione agricoltura - settore produzione agrarie e zootecniche emana un bando per l’anno 2018 per la presentazione delle domande di assegnazione dell'idoneità alle superfici vitate ai fini della rivendicazione della denominazione di origine docg gavi, secondo quanto previsto dalla disciplina dell'iscrizione dei vigneti allo schedario viticolo ai fini dell'idoneità alla rivendicazione delle denominazioni di origine, approvata con deliberazione della giunta regionale n. dgr n. 58 -2854 del 7 novembre 2011. 1. Beneficiari aziende che conducono superfici vitate e/o detengono autorizzazioni all’impianto e reimpianto dei vigneti. la superficie a disposizione è pari a 10 ha complessivi, con una superficie massima iscrivibile per ogni singola azienda di 0,50 ha. sono esclusi il reimpianto anticipato, la variazione di idoneità e il sovrainnesto. le aziende che hanno già ricevuto l’assegnazione nel 2017 potranno ripresentare la domanda, ma non gli verrà riconosciuto nessun punteggio. 2. adempimenti relativi al fascicolo i soggetti interessati devono in primo luogo costituire o aggiornare il proprio fascicolo aziendale. 3. presentazione della domanda la domanda può essere presentata tramite un c.a.a. a cui il l’azienda ha conferito mandato. i termini di presentazione sono i seguenti: a partire dal 17/01/2018 con termine in data 2/03/2018. come data di presentazione fa fede la data di trasmissione telematica sul portale siap. gli interventi ammissibili sono: a) nuovo impianto; b) reimpianto. sia per la tipologia “nuovo impianto” che per quella del “reimpianto” dovrà essere effettuato l’impianto/ reimpianto della superficie oggetto di assegnazione entro il 31 luglio 2020.

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ORGANIZZAZIONE|patronato epaca CoMPuTo NELLA GEsTIoNE sEPARATA

Condizioni e requisiti da rispettare per accedere alla pensione di vecchiaia o alla pensione anticipata l computo nella gestione separata, previsto dal dm 282/1996, consente agli iscritti alla gestione separata inps che possono far valere periodi contributivi presso l’assicurazione generale obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti dei lavoratori dipendenti, le forme esclusive e sostitutive della medesima, le gestioni pensionistiche dei lavoratori autonomi di cui alla legge n.223 del 1990 (tranne gli iscritti alle casse libero professionali) di “sommare” gratuitamente tali contributi con quelli versati nella gestione dei parasubordinati al fine di accedere alla pensione di vecchiaia o alla pensione anticipata a carico della predetta gestione. la gestione separata eroga solo prestazioni di natura contributiva e gli assicurati possoo accedere, tra l’altro, anche al cd. pensionamento all’età di 63 anni (e 7 mesi) unitamente ad almeno 20 anni di contribuzione effettiva, canale di uscita riservato dalla legge Fornero solo ai contributivi puri, insomma tre anni di anticipo rispetto ai tradizionali 66 anni e 7 mesi che tutti conosciamo. per il computo è necessario, però, soddisfare diverse condizioni e paletti che ridimensionano, a ben vedere, ampiamente la scorciatoia. per esercitare l’opzione i requisiti sono: a) avere meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995; b) avere almeno un contributo accreditato alla data del 31 dicembre 1995; c) possedere almeno 15 anni di contributi di cui almeno 5 nel sistema contributivo (cioè accreditati dopo il 1996);

I

d) maturare i requisiti di cui al punto c dopo il 1° gennaio 2012. oltre a questi requisiti è necessario, per centrare l’uscita a 63 anni, anche avere una un maturato contributivo tale che il primo rateo dell’assegno - che viene determinato con il sistema contributivo - superi 2,8 volte il valore dell’assegno sociale, cioè 1.250 euro circa al mese. se questo requisito non è soddisfatto l’età per il pensionamento è 66 anni e 7 mesi unitamente a 20 anni di contributi se il valore della pensione non risulti inferiore a 1,5 volte l’asse-

gno sociale oppure, se tale ultima condizione non è rispettata, l’età della pensione sale a 70 anni e 7 mesi. si consiglia di verificare la propria posizione assicurativa, in particolare ai lavoratori con alte carriere retributive che intorno alla metà degli anni novanta hanno perso il lavoro dopo diversi anni di versamenti ed hanno avviato un’attività in proprio iscrivendosi alla gestione separata. Gli uffici del Patronato Epaca sono a disposizione per consulenza e informazioni.

la facoltà di computo nella gestione separata condizioni

canali di pensionamento

avere meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995 nell’ago o in una gestione sostitutiva od esclusiva della stessa

pensione di vecchiaia a 66 anni e 7 mesi unitamente ad almeno 20 anni di contributi a condizione che l’assegno non risulti inferiore a 1,5 il valore dell’assegno sociale.

avere almeno un contributo accreditato al 31.12.1995.

pensione di vecchiaia a 70 anni e 7 mesi unitamente ad almeno 5 anni di contributi effettivi.

avere un’anzianità pari o superiore a 15 anni di cui almeno 5 nel sistema contributivo (cioè versati dopo il 1996).

pensione anticipata al compimento di 41 anni e 10 mesi di contributi (42 anni e 10 mesi gli uomini) indipendentemente dall’età anagrafica.

maturare i requisiti di cui al punto 3 successivamente al 31.12.2011.

pensione anticipata al compimento di 63 anni e 7 mesi unitamente ad almeno 20 anni di contributi effettivi a condizione che l’assegno non risulti inferiore a 2,8 volte il valore dell’assegno sociale.

aver attraversato almeno un contributo nella gestione separata.

il calcolo dell’assegno avviene con il sistema contributivo.

verifica posizione inps per gli allevatori gli allevatori che superano, per effetto del numero di capi, la potenzialità del terreno condotto in base ai parametri stabiliti dalla legge sono tenuti a presentare - insieme alla denuncia dei redditi - il modello rd (già a1). dalla compilazione di questo specifico quadro, emerge il reddito di allevamento. il relazione a tale reddito, va attentamente modificata la collocazione in un a delle fasce previste dall’inps per il versamento dei contributi previdenziali. ricordiamo che la comunicazione circa l’eventuale variazione di fascia andava presentata all’inps entro il 31 dicembre: pertanto chi non lo avesse fatto dovrà presentarsi quanto prima negli uffici epaca con a copia della denuncia dei redditi (se non presentata tramite Impresa Verde - Coldiretti) per inoltrare le opportune istanze all’inps.

inps - regolarizzazione contriButi previdenziali 2016 l’inps ha provveduto ad elaborare le posizioni debitorie” inerenti contributi previdenziali dei coltivatori diretti anni 2016. gli interessati possono verificare l’emissione di eventuali avvisi bonari negli uffici epaca.

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epaca - etichettatura |ATTUALITÀ

RIvALuTAzIoNE DELLE PENsIoNI

Rivalutazione “parziale” sì della Corte Costituzionale Una recentissima sentenza conferma la legittimità del “Decreto Poletti” l 30 aprile 2015 era stata depositata la sentenza numero 70/2015 con la quale la corte costituzionale aveva bocciato il blocco della perequazione (con la “perequazione” automatica, l’inps adegua ogni anno gli importi delle pensioni per allinearli all’aumento del costo della vita, cioè all’inflazione) per tutte le pensioni superiori a tre volte il minimo inps (€1.405 lordi mensili dell’epoca) per gli anni 2012/2013 deciso a suo tempo dal governo monti con la cosiddetta manovra “salva italia”. con il decreto-legge n.65/2015, il governo aveva recepito parzialmente quanto disposto dalla sentenza della corte costituzionale n.70/2015 in materia di “rivalutazione automatica delle pensioni”. secondo il governo si era imposta, pertanto, la necessità di adottare lo

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strumento del decreto-legge n.65/2015 per la regolamentazione automatica delle pensioni”

per gli anni 2012 e 2013 (direttamente incisi dalla sentenza) e per gli anni successivi con riconoscimento parziale della rivalutazione. più pensionati, in tutta italia, hanno instaurato i ricorsi giudiziari e, conseguentemente, quattordici tribunali italiani e una sezione della corte dei conti hanno sollevato le questioni di “legittimità costituzionale” del decreto-legge n.65/2015 nella parte in cui prevede solo “parziale” della rivalutazione. il 25/10/2017 la corte costituzionale ha respinto, in camera di consiglio la questione di “legittimità costituzionale” sostenendo che “la nuova e temporanea disciplina prevista dal decreto-legge n.65 del 2015 realizza un bilanciamento non irragionevole tra i diritti dei pensionati e le esigenze della finanza pubblica”.

CONSUMI: LE NOVITÀ 2018 A TAVOLA

Dalle etichette d'origine al consumo di prodotti agli insetti Analisi della Coldiretti illustrano come il 2018 sia protagonista di una vera rivoluzione sulle tavole degli italiani agli insetti nel piatto all’etichettatura di origine per pasta, riso e pomodoro, nel 2018, proclamato anno internazionale del cibo italiano nel mondo, scatterà una vera rivoluzione sulle tavole degli italiani. e’ quanto è emerso dall’analisi presentata all’assemblea nazionale di fine anno della coldiretti per fare il bilancio del settore agroalimentare italiano, alla vigilia dell’inizio dell’anno internazionale del cibo italiano nel mondo. la grande novità per la tavola del Made in Italy per il 2018 sarà l’entrata in vigore dell’etichettatura d’origine per la pasta che scatterà da febbraio. si tratta di un provvedimento fortemente sostenuto dalla coldiretti per fermare le speculazioni e per garantire maggiore trasparenza negli acquisti ai consumatori in una situazione in cui un pacco di pasta su tre è fatto con grano straniero all’insaputa dei consumatori. da febbraio 2018 scatterà l’etichettatura d’origine anche per il riso, con l’italia che è il principale paese produttore in europa ma è invasa da produzioni asiatiche con minori garanzie di sicurezza alimentare. e nel 2018 si attende, infine, l’etichettatura d’origine di tutti i derivati del pomodoro, dalle passate alle polpe, dalle salse a tutti i derivati, dopo che nel 2017 decine di milioni di chili di concentrato di pomodoro cinese sono arrivati in italia senza indicazione in etichetta. “Finalmente sarà possibile sapere se nella pasta che si sta acquistando è presente o meno grano canadese trattato in preraccolta con il glifosate, proibito sul grano italiano, o se il riso viene dai campi della birmania sequestrati alla minoranza rohingya, contro la quale è in atto una pulizia etnica, o ancora se il concentrato di pomodoro proviene dalla cina, ai vertici mondiali per l’insicurezza alimentare” ha affermato il presidente della coldiretti roberto moncalvo nel sottolineare che si tratta di una novità attesa dal 96% dei consumatori che chiedono venga scritta sull’etichetta in modo chiaro e leggibile l’origine degli alimenti, secondo la consultazione pubblica del ministero delle politiche agricole. l’obbligo di indicare in etichetta l’origine è una battaglia storica della coldiretti che con la raccolta di un milione di

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firme alla legge di iniziativa popolare ha portato all’approvazione della legge n.204 del 3 agosto 2004. l’italia sotto il pressing della coldiretti ha fatto scattare il 19 aprile 2017 l’obbligo di indicare il paese di mungitura per latte e derivati dopo che il 7 giugno 2005 era entrato già in vigore per il latte fresco e il 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy mentre a partire dal 1° gennaio 2008 l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro. a livello comunitario il percorso di trasparenza è iniziato dalla carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è d’obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell’ortofrutta fresca. dal primo gennaio 2004 c’è il codice di identificazione per le uova e, a partire dal primo agosto 2004, l’obbligo di indicare in etichetta il paese di origine in cui il miele è stato raccolto. da aprile è in vigore l’etichettatura d’origine per latte e derivati. dopo pasta, riso e pomodoro resta però ancora da etichettare con l’indicazione dell’origine 1/4 della spesa alimentare degli italiani dai salumi ai succhi di frutta, dalle confetture al pane, fino alla carne di coniglio. dal primo gennaio, infatti, si applicherà il nuovo regolamento europeo sui “novel food” che

permetterà di servire gli insetti a tavola. Quindi si potranno vendere e comprare grilli e millepiedi cinesi, tarantole arrostite del laos, vermi giganti della farina dalla tailandia, bachi da seta all’americana, farfalle delle palme dalla guyana francese fritte e condite, le cimici d’acqua della thailandia, fino agli “aperinsetti” come vermi della farina aromatizzati alla paprica, al curry e al sale marino da mangiare con un sorso di vodka ai bachi da seta. e per chi vuole infrangere ogni barriera del gusto ci sono gli scorpioni dorati dalla cina e neri dalla thailandia, gli spiedini di scarabei e una vasta la scelta di grilli tutti made in asia. una novità che non piace al 54% degli italiani che li considerano estranei alla cultura alimentare nazionale mentre sono indifferenti il 24%, favorevoli, il 16% e non risponde il 6%, secondo una indagine coldiretti/ixè pochissimi, in particolare, i favorevoli alla possibilità di mangiare insetti interi, secondo quanto emerso da una ricerca dell’università di scienze gastronomiche di pollenzo (cuneo) che ha effettuato dei test di degustazione coinvolgendo dei volontari. maggiore disponibilità si è, invece, riscontrata al consumo di prodotti che contengono insetti nel preparato (come ad esempio farina di grilli o pasta con farina di larve).

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ATTUALITÀ| corso inipa - de@terra UN CORSO SULLA PROMOZIONE DEI PRODOTTI LOCALI ATTRAVERSO L’AGRITURISMO

Una panoramica delle produzioni provinciali a denominazione di origine Gli agriturismi sono ambasciatori del patrimonio della cucina locale che identifica il Paese Italia l corso in programma vuole essere un breve percorso tra le produzioni provinciali a denominazione di origine o più semplicemente tradizionali, nella storia della cucina alessandrina raccontata dai piatti della tradizione, dalle ricette delle feste, delle tecniche utilizzate per ottenere certi sapori, dai menù stagionali “dei poveri e dei ricchi”. gli agriturismi sono e devono rimanere un mezzo per diffondere le cucine locali, delle nostre colline, delle nostre madri, stratificate in un lungo tratto di esperienze, di prove e di sentimenti, che sono oggi il patrimonio più bello, più concreto, più culturalmente identificante di ogni popolazione, così come lo è la lingua parlata o il dialetto, la tradizione favolista e narrativa, i proverbi. si terrà alla scuola alberghiera di agliano terme, con un docente del corso di cucina organizzato da inipa e terranostra alessandria che per quattro lunedi a partire dal 12 febbraio vedrà aspiranti cuochi alle prese con i fornelli. il corso di formazione giunto alla sua sedicesima edizione si svolgerà quest’anno vicino ad acqui

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terme e più precisamente presso l’agriturismo l’orto dei nonni di cavatore. il corso nelle quattro giornate in programma volgerà a stimolare i partecipanti verso la cucina del territorio colmando quelle lacune tecniche e organizzative per le quali è richiesto uno specifico approfondimento e che sono l’obiettivo stesso del corso. gli argomenti trattati saranno infatti: tecniche per la preparazione delle paste ripiene e relativi condimenti, disossare, farcire e cuocere il pollame con tecniche di lenta cottura; differenze fra zuppe, minestroni, creme e vellutate, utilizzo delle erbe spontanee reperibili nelle nostre

campagne, cottura delle parti poco nobili del vitello; tecniche di preparazione paste fresche, sbiancatura e cottura gnocchi, tecniche di disosso per il coniglio, differenze nella preparazione di terrine e sformati, tecniche di pasticceria per la preparazione di torte a trancio. lo studio del menu’ fisso, degustazione, ricevimento con proposte di prodotti tipici del territorio; tecniche di cottura della carne con sonda, taglio delle verdure, cottura a bagnomaria, utilizzo della nocciola non solo in pasticceria. nel corso si parlerà anche dell’utilizzo delle materie prime, dei prodotti territoriali, dei pat e delle denominazioni di origine nella ristorazione agrituristica secondo la normativa vigente, perché il legame con il territorio oltre che con il prodotto aziendale non può prescindere dalla ristorazione locale tanto più da quella agrituristica. e’ infatti sempre più importante conoscere i prodotti più tipici della provincia e saper offrire al fruitore l’unicità del territorio. Il corso è gratuito. Per info rivolgersi a Terranostra e/o Inipa

LA PREMIAZIONE SI È SVOLTA AL MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE

Il premio De@Terra ad Elisa Gastaldi imprenditrice di Castelnuovo Scrivia n italia più di una azienda agricola su quattro (29%) è guidata da donne con una maggiore concentrazione della presenza nel centro sud dove si trova il 69% delle oltre 216mila le imprese agricole italiane in rosa. e’ quanto emerge da una analisi della coldiretti su dati unioncamere in occasione dell’assegnazione del premio de@terra, istituito dal ministero delle politiche agricole. il riconoscimento è stato assegnato ad elisa gastaldi dell’azienda elilu di castelnuovo scrivia, in provincia di alessandria, che nella sua serra recupera e coltiva i semi di cereali e frutti antichi, oltre a piante officinali e speciali come il gualdo che serviva anche in passato a ottenere una “agritintura” blu per i jeans. l’impresa è un esempio di multifunzionalità, di agri-cultura familiare, dalla ristorazione all’accoglienza in grado di rispondere ad importanti aspetti delle attività sociali.a vocazione

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didattica, elilu si regge su ben quattordici radici, una gamma di attività articolate, strettamente connesse e funzionali l’una all’altra.“il piemonte segue questo trend nazionale e le donne sono protagoniste di un’agricoltura capace di coniugare la sfida con il mercato ed il rispetto dell’ambiente, la tutela della

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qualità della vita, l’attenzione al sociale, a contatto con la natura assieme alla valorizzazione dei prodotti tipici locali e della biodiversità”, afferma graziella Boveri responsabile regionale e provinciale donne impresa. “le imprenditrici sono protagoniste in diversi campi nelle nostre imprese: dalle attività di educazione alimentare ed ambientale con le scuole ai servizi di agritata e agriasilo, dalle fattorie didattiche, fino agli orti didattici, ai mercati di campagna amica e agli agriturismi - ha affermato il presidente coldiretti alessandria roberto paravidino -. le donne hanno dimostrato in questi anni di saper utilizzare al meglio la legge sulla multifunzionalità voluta e ottenuta dalla nostra organizzazione, innovando le attività in azienda, sviluppando il rapporto con i consumatori nei farmers’ market e dando anche vita a un nuovo sistema di welfare agricolo per bambini, famiglie e anziani”.


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corso agricheF - gal |ATTUALITÀ

Villa Cheti selezionata al corso “Agrichef” Alessandra Scaiola insieme ad altre quindici aziende hanno partecipato al corso di cucina guidato dal patron di Slow Food Carlin Petrini Presidente di Fondazione Campagna Amica

MISURA 6. OPERAZ. 6.2.1

Aiuti avviamento attività imprenditoriali per attività di turismo rurale e microimprese i sono aperti lo scorso 18 dicembre 2017 e chiuderanno a fine maggio i bandi misura 6. operazione 6.2.1, aiuti all’avviamento di attività imprenditoriali per attività extra agricole nelle zone rurali (turismo rurale) e 6.4.2 relativamente a investimenti nella creazione e nello sviluppo di attività extra-agricole. per le attività di turismo rurale il bando si rivolge a disoccupati, inattivi, occupati di età compresa tra i 18 e i 61 anni che intendono avviare un’iniziativa imprenditoriale/ di lavoro autonomo collegata al turismo rurale e microimprese neo-costituite. tra le attività ammissibili al bando vi sono: attività di accoglienza e ristorazione; la fornitura di servizi al turismo, (es.punti di accoglienza del turista quali punti di rifornimento per servizi di trasporto a basso impatto ambientale - bici o auto elettriche -, noleggio attrezzature per cicloturismo, organizzazione servizi di trasporto con piccoli mezzi specializzati, percorsi wellness, servizi culturali, educativi e per il tempo libero e lo sport, etc.). sono previste anche contributi per attività commerciali che abbiano una specifica connessione alla valorizzazione del territorio e dei suoi prodotti per il turista, e ludico sportive; attività artigianali, di costruzione/commercializzazione di pacchetti turistici, ma anche di informazione e promozione in ambito informatico oltre che di trasporto del turista.

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ma definirsi “la ragazza del trolley”, alessandra che in questi ultimi mesi ha vissuto l’esperienza appagante ma frenetica di pollenzo. grazie infatti ad una convenzione tra terranostra e l’università del gusto di pollenzo la titolare dell’agriturismo Villa cheti ha partecipato in rappresentanza degli agriturismi alessandrini al corso di cucina del territorio guidata dal patron di slow Food carlin petrini presidente di Fondazione campagna amica. con un passato da manager in una multinazionale, infatti alessandra ha deciso di intraprendere da qualche anno, una nuova avventura con il marito carlo a spigno monferrato, nell’agriturismo di Villa cheti, senza abbandonare quello sprint che ne è il suo più evidente punto di forza. oggi alessandra è immersa nel “suo” orto che coltiva biologicamente anche con i clienti dell’agriturismo che poi serve puntualmente con consegne a domicilio settimanali in box 3 ai 6 Kg a seconda dei prodotti scelti e della disponibilità degli stessi, il lunedì pomeriggio o il martedì in giornata. “ed è come se li coltivassi tu - ti aiutiamo a coltivare il tuo benessere” questo è lo slogan dell’agriturismo Villa cheti, ed è proprio così, frutta per tutte le stagioni, frutti di bosco, nocciole tonda gentile, ortaggi, erbe aromatiche sono l’emblema di un’attività fondata sul rispetto dell’ambiente e del benessere dell’ospite. e, come se non bastasse, l’avventura di alessandra in cucina con-

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tinuerà con l’esperienza del Villaggio coldiretti, perché insieme ad altre 15 aziende del piemonte è stata selezionata per partecipare al corso agrichef in programma a fine gennaio a cavatore; quattro giornate intense di formazione che permetteranno ai partecipanti di entrare nella rosa degli agrichef di terranostra. Villa Cheti di Alessandra Scaiola Loc.Monterosso 8, Spigno M.to www.villacheti.it

in foto il patron slow Food carlin petrini con alessandra scaiola che ha partecipato al corso.

il “premio” ammonta ad € 15.000,00, pertanto è a carattere forfettario e viene erogato previa attuazione degli interventi minimi dichiarati nel business plan che deve essere predisposto e validato per partecipare al bando, e non come rimborso di specifici costi ammissibili.

la ricetta di

torta di mele cremosa

Ingredienti:

• 3 uova • 300 gr di zucchero • 100 gr di burro • 500 ml di latte • 120 gr di farina • 1 bustina di lievito per dolci • 5 mele • cannella • succo di 1 di limone

preparazione:

sbucciate le mele, tagliatele a fettine e mettetele in una ciotola con il succo di limone. lavorate le uova con lo zucchero fino a renderle gonfie e spumose. poi unite il burro fuso ed il latte a filo e la cannella (se volete potete aggiungere anche un pò di buccia grattugiata di limone o di arancia). aggiungete poi la farina ed il lievito e mescolate. in ultimo unite le mele all’impasto, che risulterà molto liquido. Versate il composto in uno stampo foderato di carta forno ed infornate a 180°c in forno preriscaldato. cuocete la torta di mele per circa 45 minuti. lasciate raffreddare prima di sformare e servire. n°01 • GEnnAIO 2018| AGRICOLTURA A.

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ATTUALITÀ|rotazioni colturali

n o r m at i Va

Rotazioni colturali

Conoscere la normativa per non compromettere il contributo Psr e la certificazione biologica

a rotazione colturale è una pratica agronomica che consiste essenzialmente nel fare susseguire colture diverse sul medesimo appezzamento. Questa è molto importante e permette, tra le tante cose, di mantenere alta la sostanza organica del suolo agrario, ridurre i fitofagi tellurici come i ferretti e una migliore gestione delle infestanti sulle colture per la diversa gestione del suolo agrario. a seconda del tipo di azienda e della “certificazione” aziendale esistono diversi tipi di rotazione. un’impresa che ha aderito alla misura 10.1.1 del psr, avendo adottato su tutta l’azienda la lotta integrata volontaria, deve inserire una rotazione colturale che la regione ha definito: “adozione di un avvicendamento quinquennale che comprenda almeno tre colture e preveda al massimo un ristoppio per ogni coltura”. nel caso del psr, per essere più chiari, formuliamo alcuni esempi:

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•mais-mais-fagiolo-frumento-frumento •loietto-mais-loietto-mais-orzo •fagiolo-fagiolo-cavoli-mais-frumento alcune colture tuttavia possono “interrompere” questo meccanismo. il prato avvicendato ad esempio può sussistere nella stessa particella anche per più di due o tre anni. gli erbai invece (loietto ad esempio) vengono considerati colture annuali, pertanto entrano in rotazione come le altre colture. orzo e frumento non fanno rotazione. una coltura utilizzata con destinazione d’uso diverso come ad esempio mais insilato e mais secco non fanno rotazione in quanto la coltura è la stessa.anche il terreno lasciato a riposo (ex set-aside) può essere considerato valido ai fini della rotazione del psr, ma non essendoci una coltura non si percepisce il premio quell’annualità. per le colture orticole a ciclo breve (erbette da taglio ad esempio) è ammissibile la ripetizione di più cicli nello stesso anno sullo stesso terreno e ciascun anno - con cicli ripetuti - viene considerato come un anno di coltura; nell’ambito della stressa annata agraria, la successione fra colture orticole a ciclo breve appartenenti a famiglie botaniche diverse o un intervallo di almeno 60 giorni senza coltura tra due cicli della stessa ortiva, sono considerati sufficienti al rispetto dei vincoli della rotazione. le colture protette prodotte all’interno di strutture fisse (che permangono almeno 5 anni sulla medesima porzione di appezzamento) sono svincolate dall’obbligo della rotazione a condizione che, almeno ad anni alterni, vengano applicati sistemi non chimici di contenimento delle avversità (ad es. innesti erbacei, solarizzazione, impiego di piante biocide, ecc.). tuttavia esiste una proroga nell’obbligo delle tre colture per alcune tipologie di aziende: •aziende con terreni situati in aree individuate come collinari e montane; •aziende miste frutticole o viticole in cui le aree a seminativi, inferiori a 5 ettari (13 giornate), dove la superficie a seminativi non supera il doppio di quella viticola o frutticola; •aziende con terreni situati in zone con forti limitazioni dovute alla natura del suolo e a vincoli imposti da enti territoriali (Consorzi irrigui, ecc.), le cosiddette “valbe”.

per questi casi, stante quanto contenuto nel dispositivo del psr, “è consentito ricorrere a un modello di rotazione che nei 5 anni preveda la successione di sole 2 colture e permetta al massimo un ristoppio per coltura; rendendo anche

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possibile avere due ristoppi della stessa coltura a condizione che la coltura inserita tra i due ristoppi sia di famiglia botanica diversa”. in tal senso, si ricorda che mais e loietto sono la stessa famiglia botanica. per essere più chiari ecco alcuni esempi di rotazione: •mais-mais-fagiolo-mais-mais; •mais-mais-soia-soia-mais. infine, per le aziende aderenti alla misura del psr 10.1.1. (ex 214.1) si precisa che è ammessa la possibilità di praticare colture da sovescio, che non possono essere oggetto di raccolta e la cui produzione va quindi totalmente interrata.anche le aziende biologiche, sia aderenti alla misura psr 11.1.1 oppure semplicemente certificate devono rispettare una rotazione particolare e definita dai regolamenti comunitari 834/07 ed 889/08: “la medesima specie può tornare ad essere coltivata sulla medesima superficie solo dopo l’avvicendarsi di due cicli colturali di specie diverse, uno dei quali destinato ad una coltura leguminosa o a coltura da sovescio”. sostanzialmente in un’ottica pluriennale per la successione è fondamentale che si succedano sempre tre colture diverse di cui almeno una leguminosa o un sovescio. a questa regola sono state concesse alcune deroghe, ad esempio: •i cereali autunno-vernini e il pomodoro in ambiente protetto possono succedere a se stessi per un massimo di 2 cicli colturali ma devono poi essere seguiti da due cicli differenti, uno dei quali destinato a leguminosa o a coltura da sovescio; •il riso può succedere a se stesso per un massimo di tre cicli, seguiti da almeno due cicli di colture di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa o altra coltura da sovescio; •gli ortaggi a foglia a ciclo breve possono succedere a loro stesi al massimo per tre cicli consecutivi, successivamente ai quali occorrono tre cicli con almeno una coltura da radice/tubero oppure una coltura da sovescio.

in merito all’agricoltura biologica, si precisa inoltre che il sovescio deve rimanere in campo per almeno 70 giorni; le colture consociate con leguminose -inclusi gli erbai misti) vengono considerati come una coltura leguminosa in purezza.

Gli Uffici Zona di Coldiretti Alessandria sono a disposizione per chiarimenti.


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risorse idriche - suolo |ATTUALITÀ

Accordo Coldiretti Terna-Anbi SU RINNOVABILI E RISORSE IDRICHE stato firmato da roberto moncalvo, presidente di coldiretti, da luigi Ferraris, amministratore delegato e direttore generale di terna e da Francesco Vincenzi, presidente dell’anbi (Associazione Nazionale Consorzi Gestione e Tutela del Territorio e Acque Irrigue), un protocollo d’intesa con il quale le parti coinvolte si impegnano per identificare una strategia di azione per valutare le possibili iniziative di interesse comune finalizzate all’ottimizzazione delle risorse irrigue, all’efficientamento energetico e alla tutela dei territori. i principali ambiti di collaborazione definiti dal protocollo riguardano, da una parte, il disegno di una strategia volta a massimizzare i benefici derivanti dall’impiego della risorsa irrigua attraverso una gestione polivalente. l’intesa prevede, inoltre, l’impegno dei firmatari a identificare le azioni finalizzate all’utilizzo ottimale ed efficiente delle reti idriche e degli invasi per usi idro-potabili, irrigui ed energetici. l’anbi, a sua volta, è impegnata nella valutazione delle opportunità legate all’uso idroelettrico delle risorse irrigue, coniugandole con i fabbisogni prioritari delle imprese agricole e con la sostenibilità ambientale. anbi e terna, dunque, istituiranno in primo luogo un gruppo di lavoro ad hoc composto dai rispettivi rappresentanti, al fine di individuare ipotesi di gestione di risorse idriche che consentano l’uso idroelettrico di impianti già esistenti che debbano essere adeguati o ammodernati per garantirne una migliore efficienza. in un secondo momento anbi e terna valuteranno l’implementazione di possibili iniziative volte ad attivare la produzione di energia idroelettrica sufficiente a consentire l’autonomia energetica dei consorzi di bonifica. coldiretti, coerentemente con la propria missione istituzionale volta a sviluppare un uso più efficiente delle risorse naturali, a contrastare gli effetti del cambiamento climatico e a valorizzare l’impiego plurimo delle acque in una prospettiva di efficienza energetica, si impegna a collaborare perché tutte le azioni intraprese dai diversi attori istituzionali rispettino i principi di sostenibilità ambientale, per preservare il patrimonio rurale italiano e favorire la conservazione della biodiversità, tipica della nostra agricoltura. dichiara luigi Ferraris, amministratore delegato e direttore ge-

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nerale di terna «per terna, che pone la sostenibilità al centro delle sue strategie di investimento, la collaborazione con anbi e coldiretti costituisce una grande opportunità per contribuire ulteriormente al processo di transizione energetica in atto. l’unione dei settori di acqua ed energia, infatti, potrà dare vita a grandi sinergie e portare benefici agli utenti elettrici e ai territori, con nuovi progetti in grado di generare valore per tutto il paese». «l’accordo - commenta francesco vincenzi, presidente anbi - conferma il ruolo che i consorzi di bonifica e, più in generale, l’agricoltura possono giocare sul terreno della modernità. l’intesa raggiunta apre nuove opportunità nel campo della sostenibilità energetica e della ottimizzazione d’uso delle risorse idriche nell’interesse della salvaguardia ambientale e dell’economia del settore primario. il futuro non può che nascere dalla condivisione di obiettivi comuni fra soggetti di diversa natura, ma con una comune sensibilità per la valorizzazione del territorio e

delle sue risorse green». «negli ultimi 10 anni spiega roberto moncalvo, presidente di coldiretti - in italia i cambiamenti climatici hanno causato danni per oltre 14 miliardi di euro e la situazione non sembra dare segni di miglioramento, visto che siamo di fronte ad eventi sempre più estremi con alluvioni improvvise che arrivano dopo mesi e mesi di siccità. e se da un lato il 2017 è stato l’anno più secco in italia dal 1800 con piogge di oltre il 30% inferiori alla media del periodo, dall’altro sono ancora sotto gli occhi di tutti le drammatiche immagini delle esondazioni dei fiumi in emilia romagna. a fronte di tale situazione è necessario mettere in campo ogni possibile strategia per razionalizzare e rendere più efficiente la gestione delle acque sia da un punto vista irriguo che da quello energetico. dobbiamo sviluppare un sistema che garantisca la risposta ai bisogni delle nostre comunità e, al tempo stesso, aiuti a ridurre l’impatto del cambiamento climatico sui nostri territori e le nostre vite».

SUOLO: 7.145 COMUNI A RISCHIO, ARRIVANO 800 MLN DA UE sono 7145, ovvero l’88,3% del totale, i comuni italiani a rischio frane e/o alluvioni. e’ quanto spiega la coldiretti su dati ispra in occasione della sottoscrizione del prestito da 800 milioni di euro che la bei (banca europea per gli investimenti) ha concesso all’italia per intervenire sul dissesto idrogeologico del paese. il credito sosterrà circa 150 programmi di messa in sicurezza del territorio sotto il coordinamento del ministero dell’ambiente. gli interventi riguarderanno la realizzazione o il rafforzamento degli argini dei fiumi a rischio esondazione, la risistemazione dei corsi d’acqua e dei canali di collegamento, le casse di espansione lungo fiumi e torrenti, interventi per prevenire erosioni costiere o frane. eventi di dissesto idrogeologico spesso legati al consumo di suolo infatti - spiega coldiretti - negli ultimi 25 anni è stato perso in italia il 28% delle superfici coltivate ridotte ormai a 12,8 milioni di ettari. su un territorio meno ricco e più fragile evidenzia la coldiretti - si abbattono i cambiamenti climatici con le precipitazioni sempre più intense e frequenti con vere e proprie bombe d’acqua che il terreno non riesce ad assorbire. eventi che ogni anno provocano danni per 400 milioni di euro alle produzioni agricole con pesanti effetti dal punto di vista economico, occupazionale, ma anche ambientale. per proteggere la terra e i cittadini che vi vivono, l’italia - continua la coldiretti - deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività agricola. occorre - continua coldiretti - accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo, ormai da alcuni anni ferma in parlamento, che potrebbe dotare l’italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio. n°01 • GEnnAIO 2018| AGRICOLTURA A.

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ATTUALITÀ|spresal - gasolio LA SICUREZZA SUL LUOGO DI LAVORO IN AMBITO AGRICOLO: ATTIVITÀ S.PRE.S.A.L.

Interventi di prevenzione e controllo l servizio di prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro (s.pre.s.a.l.) si occupa di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori attraverso interventi di prevenzione, di vigilanza e di controllo nei luoghi di lavoro, quindi anche in ambito agricolo. l’attività è rivolta a tutti i luoghi di lavoro sia pubblici che privati e ai cantieri edili e consiste nello svolgimento di interventi per accertare che ci sia la rispondenza alle norme e alle disposizioni vigenti in materia di igiene e sicurezza sul lavoro.Vengono altresì svolte indagini di polizia giudiziaria per infortuni sul lavoro e malattie professionali. la promozione di iniziative d’informazione, formazione e assistenza nei confronti di tutti i soggetti della prevenzione è una ulteriore e importante attività svolta dal servizio. Finalità dello s.pre.s.a.l. è portare a regime i controlli adeguando i criteri di ripartizione tra le varie asl in funzione dell’obiettivo dei 600 controlli annui in ragione piemonte con piano triennale già fissato a livello nazionale e ridefinendo il peso delle imprese piccole/familiari (fascia 50-500 giornate di lavoro annuo), a maggior rischio di infortunio e minor dinamica di cambiamento. per far ciò in provincia è prevista una ripartizione dei controlli in 30% imprese con più di 500 giornate (art.71) e 70% nelle imprese tra 50 e 500 giornate (art.21). l’attività di controllo nelle aziende agricole, negli anni si allargata oltre che alla verifica di macchine e attrezzature agricole anche a allevamenti, impiego dei prodotti fitosanitari e luoghi di lavoro (esclusivamente nelle aziende con dipendenti Art.71 Dlgs 81/2008). dati di riferimento anno 2016 controlli ambito agricolo in provincia di alessandria:

ACCONTI GASOLIO E COMODATO VERBALE

Grazie all’azione di Coldiretti, importante semplificazione per le aziende

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• controlli 71 • indirizzo produttivo prevalente cerealicolo (30) e vitivinicolo (23) • attrezzature controllate 836 (94 non a norma) • alberi cardanici 239 (30 non a norma) • spandiconcime granulari 70 (6 non a norma) • motozappa coltivatore 17 (1 non a norma) • rotoimballatrice 22 (2 non a norma) • luoghi di lavoro 28 aziende (2 non a norma) • sanzionate 27 aziende su 71 • trattori 267 (60 non a norma) anche il controllo sul commercio delle macchine, per il quale si è previsto che ogni regione destini almeno il 5% del totale sui controlli, deve diventare parte dell’attività sistematica, data la rilevanza strategica della normalizzazione del parco macchine nella prevenzione degli infortuni gravi e mortali. si prevede infine, alla luce della formale presa di posizione del ministero lavoro in merito alla sanzionabilità su strada delle macchine agricole non in regola, di definire e implementare a livello regionale protocolli e procedure di collaborazione con polizia stradale e polizia locale/provinciale per il controllo delle macchine agricole circolanti su strada.

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AGRICOLTURA A. |n°01 • GEnnAIO 2018

grazie al costante interessamento alla problematica ed alla concertazione portata avanti da coldiretti presso la sede centrale dell’agenzia delle dogane, una circolare pubblicata mercoledì 17 gennaio chiarisce definitivamente la procedura da adottare in caso di terreni condotti in comodato ed utilizzati ai fini dell’assegnazione del gasolio agevolato. in sintesi non sarà più necessario procedere alla registrazione dei comodati come previsto dalla precedente circolare. la nuova circolare dell’agenzia delle dogane specifica che è confermata l’applicazione dell’aliquota ridotta di accisa per i prodotti petroliferi impiegati in lavori agricoli effettuati anche su terreni condotti in comodato; è ammessa la possibilità di comprovare la conduzione dei terreni condotti in comodato verbale, in luogo del contratto di comodato scritto e registrato, attraverso le dichiarazioni sostitutive di atto notorio rese, eventualmente in forma congiunta, da comodatario e comodante, con cui attestare l’esclusiva e piena disponibilità da parte del comodatario del terreno, puntualmente identificato (indicare numero particella fondiaria ed estensione), su cui eseguire le lavorazioni agricole.

CONTROLLI FUNZIONALI: FONDAMENTALE LA PRENOTAZIONE PER I MEZZI AZIENDALI entro i primi mesi del 2018, le aziende hanno ancora la possibilità di far eseguire - senza incorrere in sanzioni pecuniarie - il controllo funzionale delle macchine irroratrici aziendali.tutte le tipologie di macchine irroratrici devono essere obbligatoriamente controllate secondo le modalità imposte dal pan. il controllo funzionale può essere fatto esclusivamente dalle ditte autorizzate dalla regione e consultabili sul sito istituzionale della regione piemonte che sono le uniche a poter fornire la prenotazione alle aziende per ovviare alle sanzioni. il controllo funzionale non è un mero adempimento burocratico, ma fornisce un’indicazione sul regolare funzionamento della macchina ed è fondamentale per garantire una corretta riuscita dei trattamenti fitosanitari, nel massimo rispetto dell’ambiente. le aziende che non abbiano ancora ottemperato devono nel minor tempo possibile - formalizzare la prenotazione presso un centro autorizzato dalla regione piemonte.


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ATTUALITÀ|consigliere ecclesiastico a colloQuio con il consigliere ecclesiastico

LE SORPRESE DI DIO passato da poco il tempo degli auguri e dei propositi. Questi ultimi sempre molto difficili da mantenere. per tutti. in particolare per i sindaci. rileggo dalla raccolta dei bollettini della mia parrocchia di oltre 30 anni fa un’intervista fatta dall’emittente radiofonica della nostra diocesi all’allora sindaco di alessandria, giuseppe mirabelli. diceva: non ci si deve meravigliare se si cambiano le maggioranze e non si rispetta il voto dei cittadini; ci sono problemi con i supermercati e i piccoli negozi, ci sono problemi con l’efficienza dei servizi comunali, ci sono problemi per la scarsità di risorse finanziarie... non si possono fare miracoli. una litania che sentiamo da sempre. dunque, solo un miracolo può cambiare le cose. i santi i miracoli li hanno fatti e li fanno. eccome. non solo per essere riconosciuti come santi.

È

prendiamo ad esempio la beata madre teresa grillo michel, della quale ricorre la memoria liturgica il prossimo 23 gennaio. alessandria ha dato i natali a personalità sante e di grande umanità, come teresa grillo michel; sante che hanno lasciato il segno in tempi più difficili dei nostri. in ogni stagione della sua vita, alla “madre” michel non sono mancate afflizioni e prove da lei superate con dedizione e sapienza del cuore. aperta ai disegni divini, sposa, senza la gioia terrena della maternità, rimasta vedova, diventa la “madre” di una moltitudine di figlie. sono le sorprese di dio. che per ora sembra non aver ancora toccato chi è chiamato ad amministrarci. preghiamo per avere sindaci santi, se vogliamo vederli fare... miracoli. mons. ivo piccinini

INFLUENZA: COLDIRETTI, PER CLIMA PAZZO CON 4,5 GRADI SOPRA LA MEDIA un clima pazzo con temperature massime di 4,5 gradi superiori alla media storica hanno segnato il mese di gennaio durante la quale la circolazione del virus influenzale sembra abbia raggiunto il picco stagionale. e’ quanto afferma la coldiretti sulla base dei dati ucea nel sottoli-

neare che gli sbalzi termici hanno pesanti effetti sui cicli della natura, sull’agricoltura e sull’allevamento ma anche sulla salute dell’uomo. siamo di fronte - sostiene la coldiretti - agli effetti dei cambiamenti climatici che si stanno manifestano con il moltiplicarsi di eventi estremi, sfasamenti

stagionali e precipitazioni brevi, ma intense e il repentino passaggio dal sereno al maltempo. siccità e bombe d’acqua con forti piogge a carattere alluvionale, ma anche nevicate estreme e picchi di calore anomali si sono alternati nel tempo e lungo tutta la penisola.

LUTTI ✟1913 - 20 Dicembre 2017✟

Coldiretti Alessandria si unisce al dolore di Giancarlo Fasciolo per la perdita della cara mamma

MARIA ANgELA bOgLIOLO scomparsa all’età di 104 anni. Da tutti conosciuta come “la Maria” ha vissuto per oltre ottant’anni alla cascina “Bellaria” in località Vallemme “Una vita dedicata ai lavori agricoli tra campi e vigneti, a condurre il bue per l’aratura o la semina, a raccogliere fieno e grano”

La Coldiretti tutta si unisce nella preghiera ed esprime sentite condoglianze a Maurizio Concaro, già presidente provinciale Coldiretti Alessandria, per la perdita del caro

PAPà Imprenditore agricolo di Castelnuovo Scrivia

✟30/06/1930 - 08/11/2017✟

✟18/05/1931 - 30/11/2017✟

✟15/12/1931 - 02/01/2018✟

Sentite condoglianze da parte della Coldiretti di Alessandria alla famiglia Maggiora per la scomparsa del caro

Sentite e sincere condoglianze da Coldiretti alla famiglia Roncati per la scomparsa della cara

Sentite condoglianze alla famiglia Bo per la scomparsa della cara

NEDA

Socia di Ricaldone

fRANCESCO Socio di Fubine

30

ANTONIA

Socia di Piovera

✟19/04/1930 - 12/01/2018✟

✟20/02/1930 - 06/01/2018✟

Porgiamo sentite condoglianze alla famiglia Amisano per la scomparsa della cara

Coldiretti si unisce al dolore della famiglia Coscia per la scomparsa del caro

In questo momento di dolore porgiamo a Paolo Tacchino, presidente di sezione di Casaleggio Boiro, sentite condoglianze per la perdita del caro

SANTINA

MARIO

Socia di San Salvatore Monferrato

Socio di Castelceriolo

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PAPà Socio di Casaleggio Boiro


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