Agricoltura Alessandrina Coldiretti Alessandria

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Coldiretti Alessandria - Anno 63째 numero 3 - 16/03/2016 www.alessandria.coldiretti.it Poste Italiane Spa - Spedizione in a.p. D.L. 353/03 (conv. L. 46/04) art.1 Comma 1, DCB - Alessandria

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>L’AGRICOLTURA STA VIVENDO UN MOMENTO DI RILANCIO MOLTO IMPORTANTE

“Fare sinergia. Dopo Expo tanti progetti per il futuro ma al primo posto gli associati” Dalla crescente attenzione del consumatore per il cibo al Piano di Sviluppo Rurale che in questi giorni sta passando dalla carta all'operatività

e affermassi che mentre scrivo non EDITORIALE provo un po’ di emozione non sarei DIRETTORE PROVINCIALE del tutto sincero: un’emozione che credo in molti potranno comprendere sapendo che questo sarà lo spazio che condividerò con il nostro Presidente, una sorta di dialogo “aperto” dove approfondire gli argomenti che vedono in prima linea la nostra Organizzazione. L’agricoltura sta vivendo un momento di rilancio molto importante sia per la grande attenzione del consumatore nei confronti del cibo, sia perché proprio in questi giorni il Piano di sviluppo rurale sta passando dalla carta all’operatività. non possiamo però nasconderci le problematicità che le nostre imprese stanno attraversando e che ho già avuto modo di constatare, nonostante i pochi giorni di esperienza in terra alessandrina. Penso, ad esempio, alle problematiche dei mercati, vale a dire dei prezzi dei nostri prodotti, dal grano al latte, alle difficoltà per gli allevamenti che la recente moratoria dei debiti, fortemente voluta da Coldiretti, ha alleviato ma non certo risolto, soprattutto a causa dell’atteggiamento di una certa industria. ma penso anche allo stesso Piano di sviluppo rurale che vede in questo momento limitate le sue potenzialità da una serie di “paletti” che rendono oltremodo difficoltoso l’accesso delle nostre imprese ai bandi. Occorrerà dunque lavorare per non perdere una occasione forse irripetibile per sostenere il grande sforzo di rinnovamento dell’agricoltura regionale e la competitività delle aziende agricole di questa provincia. Un impegno altrettanto forte riguarderà le filiere simbolo di questo territorio, dal vino al riso passando attraverso la cerealicoltura, l’orticoltura, la frutticoltura, la zootecnia, tenendo come “stella cometa” quella politica del fare che nel corso degli ultimi anni ci ha permesso di ottenere ottimi risultati, grazie anche a coloro che mi hanno preceduto ed ai quali va plauso e riconoscenza. Lo testimoniano, giusto per fare alcuni esempi plastici, gli accordi di filiera raggiunti per valorizzare produzioni storiche come il grano tenero ed emergenti come quella delle nocciole. non dobbiamo poi dimenticare che arriviamo da una grande avventura di nome expo che ha visto il Piemonte, e quindi alessandria, tra le regioni protagoniste: forti di quell’esperienza unica dobbiamo avere la consapevolezza che l’agricoltura può e deve essere il motore della ripresa per il Paese. alle imprese agricole vanno dunque assicurati servizi sempre più mirati e specialistici e, nel contempo, vanno incentivati il rapporto di stretta alleanza con i consumatori, una sinergia che si rafforza giorno dopo giorno attraverso la rete di Campagna amica, con i suoi agrimercati, i Punti di vendita diretta e gli agriturismi. ma il nostro presente e futuro è legato anche ad un confronto costante con la base: per questo è necessario guardare al futuro con attenzione, soprattutto alle trasformazioni sociali, economiche ed ambientali che ci circondano, senza però mai perdere di vista le loro esigenze. e ciò lo faremo creando sinergie, ovvero col gioco di squadra, grazie al quale sono convinto che non tarderanno ad arrivare risultati importanti, non solo per Coldiretti, ma per l’economia e per il settore agricolo in generale. Questo è il significato più vero di essere “forza amica del Paese”, perché la Coldiretti siamo tutti noi con il nostro cuore e la nostra passione! Da qui l’obiettivo di utilizzare queste righe a disposizione per instaurare da subito un vero e proprio scambio di opinioni, idee e proposte finalizzate a pianificare nuove progettualità a breve, medio e lungo termine. il tutto con lo scopo primario di garantire risposte e redditività alle esigenze delle nostre imprese.

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leandro grazioli direttore

QUESTO PERIODICO È ASSOCIATO A UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

PeriodiCo ediTo dA impresa Verde Alessandria d i r e T T o r e A m m i n i s T r AT i V o Leandro grazioli direTTore resPonsAbiLe ilaria Lombardi g r A f i C A , i m PA g i n A Z i o n e Christian boero H A n n o C o L L A b o r AT o A q U e s T o n U m e r o Alessandro Albertelli, Luisa bo, daniela Colombini, fabio fracchia, Alberto Pansecchi, don ivo Piccinini, marino ravera, emanuele sconfienza. foTogrAfie

n°3 - Marzo 2016

Coldiretti, ogni giorno coltiviamo lo sviluppo “Da un PSR non per pochi moltiplichiamole opportunità”

Archivio Coldiretti, Christian boero

redAZione ed AmminisTrAZione Corso Crimea 69 - 15121 Alessandria Tel. 0131 235891 - fax. 0131 252144

Chiuso in redazione il 16 Marzo 2016

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attualità| nUOVe CaRiCHe

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DAL 1° MARZO COLDIRETTI ALESSANDRIA HA UN NUOVO

DIRETTORE

Leandro Grazioli

LeANDRO GRAZIOLI •

Primo passo: “Far crescere il Progetto economico e sociale” Un avvicendamento voluto dalla Confederazione nel segno della continuità oldiretti alessandria ha un nuovo direttore. Leandro Grazioli è stato nominato alla guida della Federazione durante il Consiglio che si è svolto nella Sala multimediale della sede alessandrina. mantovano, classe 1964, sposato con due figli, Grazioli ha ricoperto sino ad oggi l’incarico di direttore della Coldiretti Pesaro Urbino, oltre che di impresa Verde emilia Romagna, e dal marzo 2014 direttore all’interprovinciale di ascoli Fermo. Prende il posto di Simone Moroni, destinato alla direzione della Coldiretti di Savona. il momento ufficiale del passaggio si è svolto durante il Consiglio Provinciale straordinario che si è svolto lo scorso 19 febbraio e al quale ha partecipato anche Bruno Rivarossa, Capo area Organizzazione della Confederazione, già delegato Confederale per la Federazione regionale del Piemonte che, in questa fase di passaggi e nomine di nuovi direttori assume anche le deleghe alla Direzione Regionale del Piemonte: Antonio De Concilio, infatti, con il mese di marzo, ha lasciato la direzione di Coldiretti Piemonte, per assumere quella di Coldiretti Toscana. Bruno Rivarossa nel presentare alla dirigenza di Coldiretti alessandria la figura di Leandro Grazioli ha sottolineato che “veniamo da anni di intuizioni geniali e straordinarie che ci vengono riconosciute dalla società” e ha ribadito come “questo avvicendamento di direzione risponda al fatto che la Confederazione da qualche tempo ha optato per un rinnovamento nella continuità che sappia far crescere il progetto economico di Coldiretti, offrendo alla base associata le risposte di cui ha bisogno e ai consumatori, con Campagna

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Nella foto il Capo area Organizzazione della Confederazione, Bruno Rivarossa, mentre presiede il consiglio straordinario che ha sancito il passaggio di cariche tra il Direttore moroni e il Direttore grazioli.

amica, un punto di riferimento importante, continuando la battaglia per la rintracciabilità in etichetta e la difesa del vero Made in Italy”. Ha aperto i lavori il presidente provinciale Roberto Paravidino che ha ringraziato Simone Moroni per l’appoggio da lui ricevuto in questi anni di presidenza. “Sono stati sette anni intensi che mi hanno insegnato molte cose, ad amare una regione come il Piemonte, che per me rappresentava un territorio quasi sconosciuto. - ha affermato Moroni - Ho avuto modo di confrontarmi con i problemi maggiori del Basso Piemonte: spero di aver contribuito al cammino, alla crescita e a quella rigenerazione di cui tanto parliamo in modo propositivo e sono certo che Leandro Grazioli porterà avanti in modo altrettanto propositivo questa Federazione che ha delle possibilità enormi. La collaborazione che ho trovato è stata fondamentale, sono grato alla struttura, ai dirigenti e a quanti mi hanno aiutato, specialmente appena arrivato, a farmi sentire a mio agio”. Leandro Grazioli ha accolto uffi-

cialmente la carica di direttore ribadendo quanto per lui sia fondamentale lavorare “in squadra”, per un unico progetto comune: costruire la Coldiretti del futuro mettendo sempre al centro la persona, il socio, prima ancora dell’azienda. “alessandria rappresenta un nuovo percorso, un’agricoltura completamente diversa per tipologia e caratteristiche territoriali. - ha affermato Grazioli - Una grande opportunità per crescere: dirigere una federazione importante come questa è una vera e propria sfida, soprattutto in un momento congiunturale non facile ma spero di riuscire ad inserirmi appieno nel contesto dirigenziale e strutturale. Ovviamente mi serve l’aiuto e la collaborazione di tutti, della Dirigenza e della Struttura, affinchè quella sinergia in cui credo, venga attuata ogni giorno e si possano così mettere in campo nuove idee e nuove strategie per essere sempre più all’altezza delle aspettative delle aziende alessandrine, in attuazione del grande progetto Coldiretti della filiera agricola tutta italiana, per tutelare le nostre imprese e le


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nUOVe CaRiCHe|attualità produzioni Made in Italy”. al Consiglio straordinario ha preso parte anche Piero Torchio, per quattro anni alla direzione della Federazione alessandrina, attualmente funzionario della Confederazione dove ricopre importanti incarichi nell’area Organizzativa.

Nella foto il saluto di Simone moroni al termine dei sette anni di mandato ad alessandria.

Nella foto un altro “spaccato” della Dirigenza alessandrina durante il Consiglio Straordinario.

LEANDRO GRAZIOLI

Nella foto Piero Torchio Funzionario Confederazione area Organizzativa.

“Alessandria è una grande opportunità. Affronteremo le battaglie con il lavoro di squadra” “alessandria è un punto di riferimento per effervescenza nell’affrontare i problemi. innovativa e determinata è sempre stata d’esempio nei momenti difficili per la caparbietà con la quale riusciva a trovare soluzioni immediate ed efficaci. Per questi motivi, e non solo, sono particolarmente felice di ricoprire l’incarico di Direttore: rappresenta per me una grande opportunità di crescita: dirigere una Federazione importante come questa è una vera e propria sfida, soprattutto in un momento sindacalmente non facile ma spero di riuscire ad inserirmi appieno nel contesto dirigenziale e strutturale. Ovviamente mi serve l’aiuto e la collaborazione di tutti, della Dirigenza e della Struttura, affinchè il lavoro di squadra in cui credo, venga attuato ogni giorno e si possano così mettere in campo nuove idee e nuove strategie per essere sempre più all’altezza delle aspettative delle aziende alessandrine in attuazione del grande progetto Coldiretti”.

Nella foto una parte dei Dirigenti presenti all’incontro nella Sala multimediale. Nella foto il Presidente Provinciale Roberto Paravidino ha consegnato a nome della Federazione alessandrina una targa al Direttore moroni per il lavoro svolto in tutti questi anni sul territorio provinciale.

Nella foto il Direttore grazioli durante il suo saluto di insediamento di fronte al Consiglio.

SIMONE MORONI

“Ad Alessandria ho imparato molto. Sono stati sette anni di intenso lavoro”

Nella foto il Presidente Provinciale Paravidino mentre ascolta le parole di antonio De Concilio.

Sapevo che sarebbe arrivato questo momenti ma, come sempre, quando ci troviamo a dover affrontare dei cambiamenti importanti si fanno i conti con un po’ di malinconia. Sono stati sette anni intensi che mi hanno insegnato molte cose, anche ad amare una regione come il Piemonte, che per me rappresentava un territorio completamente sconosciuto, e la nebbia alessandrina. in questi anni ho avuto modo di confrontarmi con i problemi maggiori del Basso Piemonte: spero di aver contribuito al cammino, alla crescita n°03 • marzo 2016| AGRICOLTURA A. 5


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ATTUALITÀ|nUOVe CaRiCHe e a quella rigenerazione di cui tanto si parla in modo propositivo e sono certo che Leandro grazioli continuerà su questa strada e porterà avanti in modo altrettanto propositivo questa Federazione che ha delle possibilità enormi. La collaborazione che ho trovato è stata fondamentale, sono grato alla struttura e a quanti mi hanno aiutato, specialmente appena arrivato, a farmi sentire a mio agio. Durante questi miei sette anni “alessandrini” ho imparato molto, soprattutto ho raggiunto obiettivi non facili grazie alla collaborazione di tutti: l’elezione del presidente Roberto Paravidino, le mobilitazioni in nome dell’etichettatura trasparente, le manifestazioni per promuovere i prodotti enogastronomici locali e poi tutte le battaglie sindacali per difendere gli interessi del settore primario che in questi anni non sono state poche. adesso mi attendono nuove sfide in una regione ancora una volta a me sconosciuta, sia dal punto di vista morfologico sia per caratterizzazioni e problematiche agricole, ma che sicuramente mi chiederà di affrontare nuove situazioni e nuovi problemi. Spero di trovare collaboratori affiatati e validi come ho trovato alla Federazione di alessandria che mi sappiano essere di supporto nei momenti difficili e sappiano condividere con me i momenti di gioia per gli obiettivi raggiunti e le battaglie vinte. nel ringraziare tutti il mio pensiero va per ultimo, ma non ultimo, all’amico Leandro, al quale rivolgo un grande “in bocca al lupo” per il nuovo incarico. Foto di gruppo al termine del Consiglio che ha ufficializzato il passaggio di Direzione: da sinistra Piero Torchio, antonio De Concilio (dal 1° marzo nominato Direttore Regionale Toscana), Simone moroni, Roberto Paravidino, il nuovo Direttore Leandro grazioli e il Capo area Organizzazione nazionale Bruno Rivarossa.

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iL PUnTO SULLa CaCCia|ATTUALITÀ

FAUNA SELVATICA: inCOnTRO in PROVinCia PeR FaRe iL PUnTO SULLa SiTUaziOne

CINGHIALI E CAPRIOLI: SUBITO RISARCIMENTO DANNI E SERVE UN PIANO DI CONTROLLO Per la tutela del settore agricolo e della società, serve un’opera di prevenzione più concreta l problema degli ungulati e nello specifico dei cinghiali e dei caprioli è diventato ormai insostenibile. Lo ribadisce Coldiretti alessandria ricordando che, anche recentemente, su segnalazione di numerose aziende agricole del territorio provinciale si registra un costante e continuo aumento di danni provocati dalla fauna selvatica sui terreni, senza dimenticare il numero di incidenti stradali sempre in crescita. Per fare il punto della situazione non solo sul contenimento ma soprattutto per discutere l’attuazione del piano di controllo del cinghiale nei giorni scorsi si è svolta in Provincia una riunione operativa con i vertici di Coldiretti. Tra gli argomenti all’ordine del giorno anche l’erogazione risarcimento danni, nelle zone di competenza provinciale, alle colture agricole per l’anno 2013: le somme sono già nelle casse della Provincia ma per problemi legati all’approvazione di bilancio non sono ancora stati erogati. Coldiretti durante l’incontro ha ribadito la necessità e l’urgenza

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AGGIORNAMENTI sulla FaUna SeLVaTiCa a Pag.28 di sbloccare i risarcimenti che superano i 300mila euro ed è stata inoltre sottolineata l’importanza di procedere con i pagamenti legati anche agli anni 2014 e 2015. al centro della discussione il regolamento provinciale per il contenimento dei cinghiali che rientra nell’attuazione di “pronto intervento” in caso di danno alle colture agricole: la richiesta di Coldiretti è quella di ampliare il più possibile le giornate dedicate all’abbattimento individuale eliminando il numero che limita ad un massimo di 3 giorni nell’arco delle 3 settimane successive alla semina. “Le imprese agricole - commenta il presidente di Coldiretti alessandria Roberto Paravidino -sono ormai esasperate dai danni economici che subiscono per l’assenza di adeguate contromisure e così, è sempre più grave la criticità in cui il settore primario si trova per i cresciuti danni arrecati dai cinghiali alle coltivazioni agricole, tali da mettere a rischio la continuità produttiva delle imprese agricole stesse, proprio in quei territori svantaggiati dove la presenza degli insedia-

menti agricoli rimane l’unico baluardo di difesa e tutela ambientale. Le politiche sulla caccia, sulla gestione del territorio e sul contenimento degli ungulati fino ad oggi si sono dimostrate inadeguate in generale e non sufficienti per affrontare oggi la situazione di emergenza che lamentano gli imprenditori agricoli”. Per questo Coldiretti alessandria ha sollecitato la Provincia, all’assessorato agricoltura e ambiente, per affrettare l’attivazione di tutte le misure adatte per contenere e ridurre fortemente tale fenomeno. “Coldiretti chiede alle istituzioni una più efficace gestione degli ungulati per il contenimento dei cinghiali e della fauna selvatica in generale, con l’obiettivo di ridurre la presenza della specie nelle aree non vocate. ha continuato il presidente Paravidino - Coldiretti ha confermato inoltre la disponibilità a individuare tutte le azioni che si riterranno necessarie per ridimensionare e possibilmente risolvere la problematica che sta diventando sempre più delicata”.

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ATTUALITÀ|a 30 anni DaLLO SCanDaLO meTanOLO

>SPECIALE VINO

IL VINO OGGI dallo scandalo

METANOLO DAL

metANOLO AL TRIONFO SUI MERCATI rent’anni fa l’italia veniva sconvolta da un grande scandalo del settore agroalimentare, quello del metanolo che nel marzo 1986 provocò 23 vittime con decine di persone con lesioni gravi a causa delle intossicazioni causate dalla pratica di ‘dopare’ il vino, col metanolo, un alcool naturale che, aumentato dolosamente, provoca danni permanenti, portando anche alla morte. e’ quanto emerge dal Dossier della Coldiretti con la Fondazione Symbola "accadde domani. a 30 anni dal metanolo il vino e il made in italy verso la qualità". Quello che è accaduto dopo nel vino italiano rappresenta una straordinaria metafora del passaggio, ancora in corso non solo nel vino ma in tutto il sistema produttivo italiano, da un’economia basata sulla quantità ad un’economia che punta invece su qualità e valore. ed è altamente simbolico che i luoghi in cui nacque lo scandalo del metanolo producano oggi vini straordinari e i loro paesaggi sono stati inseriti nei siti Unesco. anche se molto resta da fare, dopo il metanolo, il mondo del vino e dell’agroalimentare made in italy ha saputo infatti risollevarsi: scommettendo sulla sua identità, sui legami col territorio, sulle certificazioni d’origine. il risultato è che nel 2015 il vino italiano ha fatto segnare il record storico nelle esportazioni che hanno raggiunto il valore di 5,4 miliardi con un aumento del 575% rispetto a 30 anni fa quando erano risultate pari ad appena 800 milioni di euro. Ciò significa che nel mondo una bottiglia di vino esportata su 5 è fatta in italia, che si classifica come il maggior esportatore mondiale di vino. il 66% delle bottiglie di vino esportate dall’italia sono Dog/Doc o igt. in termini di fatturato il primo mercato del vino made in italy con il valore record delle esportazioni di 1,3 miliardi di euro sono diventati gli Stati Uniti che hanno sorpassato la germania che rimane sotto il miliardo davanti al Regno Unito con oltre 700 milioni di euro. ma negli ultimi anni si sono aperti nuovi mercati prima inesistenti come quello della Cina dove le esportazioni di vino hanno superato gli 80 milioni di euro nel 2015. nel

Nella foto “Dall’etichetta parlante col QR code al vino biologico fino alla linea di cosmetici wine beauty sono solo alcune delle innovazioni introdotte a trent’anni dallo scandalo del metanolo”.

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Nella foto Una bottiglia di Barbera del Piemonte di 30 anni fa della ditta oggetto dell’indagine giudiziaria sullo scandalo del metanolo.

2015 rispetto all’anno precedente le vendite hanno avuto un incremento in valore di oltre 13% negli Usa, mentre nel Regno Unito l’export cresce dell’11% e la germania rimane sostanzialmente stabile. in Oriente le esportazioni sono cresciute sia in giappone sia in Cina rispettivamente in valore del 2% e del 18%. negli Stati Uniti sono particolarmente apprezzati il Chianti, il Brunello di montalcino, il Pinot grigio, il Barolo e il Prosecco che piace però molto anche in germania insieme all’amarone della Valpolicella ed al Collio. Lo spumante è stato il prodotto che ha fatto registrare la migliore performance di crescita all’estero con le esportazioni che sfiorano per la prima volta il record storico del miliardo di euro nel 2015. il risultato è che all’estero si sono stappate più bottiglie di spumante italiano che di champagne francese, con uno storico sorpasso con il 2015 che si chiude con volumi esportati pari ad una volta e mezzo quelli degli spumanti transalpini (+50%). nella classifica delle bol-

licine italiane più consumate nel mondo ci sono nell’ordine il Prosecco, l’asti, il Trento Doc e il Franciacorta che ormai sfidano alla pari il prestigioso Champagne francese. Per quanto riguarda le destinazioni, la classifica è guidata dal Regno Unito con circa 250 milioni di euro e un incremento del 44% nel 2015, ma rilevanti sono anche gli Stati Uniti con circa 200 milioni ed un aumento del 26% a valore.e ciò nonostante il fatto che negli ultimi 30 anni la produzione italiana di vino si sia ridotta del 38% passando dai 76,8 milioni di ettolitri agli attuali 47,4 milioni di ettolitri che hanno però permesso la conquista del primato mondiale nella produzione davanti ai cugini francesi. il calo della produzione è stato accompagnato da una crescente attenzione alla qualità con il primato dell’italia in europa per numero di vini con indicazione geografica (73 Docg, 332 Doc e 118 igt). Se nell’1986 la quota di vini Doc e Docg era pari al 10% della produzione, oggi è pari al 35%, e se si considerano anche i vini igt, categoria nata dopo l’86, si arriva al 66%, in altre parole i 2/3 delle bottiglie. “Ora la nuova sfida è quella di rafforzare e difendere le posizioni acquisite combattendo la concorrenza sleale forte e agguerrita dei produttori internazionali che si concretizza nella vinopirateria con le contraffazioni e imitazioni dei nostri vini e liquori più prestigiosi che complessivamente provocano perdite stimabili in oltre un miliardo di euro sui mercati mondiali”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto moncalvo nel sottolineare che “a preoccupare sono anche i tentativi di minare la distintività delle produzioni come dimostra la recente discussione comunitaria sulla liberalizzazione dei nomi dei vitigni fuori dai luoghi di produzione che consentirebbe anche ai vini stranieri di riportare in etichetta nomi quali aglianico, Barbera, Brachetto, Cortese, Fiano, Lambrusco, greco, nebbiolo, Picolit, Primitivo, Rossese, Sangiovese, Teroldego, Verdicchio, negroamaro, Falanghina, Vermentino o Vernaccia, solo per fare alcuni esempi.


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a 30 anni DaLLO SCanDaLO meTanOLO |ATTUALITÀ

In 30 anni dimezzati i consumi ma BooM dei vITIGNI autoctoni allo scandalo del metanolo ad oggi i consumi di vino degli italiani si sono praticamente dimezzati passando dai 68 litri per persona all’anno del 1986 agli attuali 37 litri che rappresentano il minimo storico dall’Unità d’italia nel 1861. il risultato è che la quantità di vino made in italy consumato all’interno dei confini nazionali è risultata addirittura inferiore a quella nel resto del mondo. in italia si beve meno, ma si beve meglio con il vino che si è affermato nel tempo come l'espressione di uno stile di vita "lento" attento all'equilibrio psico-fisico che aiuta a stare bene con se stessi in alternativa agli eccessi. in italia si stima la presenza di 35mila sommelier, ma un numero crescente

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di giovani ci tiene ad essere informato sulle caratteristiche dei vini e cresce tra le nuove generazioni la cultura della degustazione consapevole con la proliferazione di wine bar e un vero boom dell’enoturismo, dalle strade alle città del vino, che è una realtà consistente in italia dal 1994, quando intorno a “Cantine aperte” nacque un movimento che oggi registra circa 3 milioni di turisti l’anno, per un giro d’affari che si attesta intorno ai 4 miliardi. il 73% dei consumatori di vino lo bevono in casa, prevalentemente durante i pasti, apprezzando in otto casi su dieci più il vino rosso rispetto al bianco o alle bollicine che invece sono preferiti da chi lo consuma fuori casa per il 62%, secondo una

recente indagine dell’Osservatorio vino dalla quale emerge che cresceranno di oltre l'8% i consumi di vino al ristorante nei prossimi due anni, per lo più al bicchiere, dove avranno la meglio le etichette locali o regionali per il 94,5% dei consumatori. Sono molte le aziende vitivinicole che aprono regolarmente o in speciali occasioni le porte ai visitatori per far conoscere la propria attività con i metodi di produzioni dal vigneto alla cantina. Sono oltre 1000 i produttori di vino certificati che fanno parte della rete di vendita diretta di Campagna amica attraverso punti vendita e mercati degli agricoltori dove vengono offerti vini locali a chilometri zero.

Dal biologico al bag in box, 30 anni di innovazione on 72.300 ettari di terreno coltivati da 10 mila aziende e 1.300 cantine, in italia si trova il 22% dei vigneti mondiali coltivati con metodo biologico secondo il regolamento (Ue) n. 203/2012 che modifica il regolamento (Ce) n. 889/2008, recante modalità di applicazione del regolamento (Ce) n. 834/2007 del Consiglio in ordine alle modalità di applicazione relative al vino biologico. il boom nella produzione di vino biologico Made in Italy non è solo l’unico cambiamento che si è verificato nel trentennio dallo scandalo del metanolo ad oggi, ma significative novità hanno riguardato anche il recupero dei vitigni autoctoni con il record di 1200 esemplari presenti in italia e l’arrivo del QR code in etichetta per garantire la tracciabilità dal tralcio al bicchiere attraverso lo smartphone. ma c'è anche la possibilità di verificare sul web il contrassegno presente sulle bottiglie per avere informazioni sul prodotto, oltre che per essere garantiti rispetto al rischio di imitazioni.a 150 anni dall’invenzione del metodo braille per i non vedenti vanno ricordati anche i produttori di vino che hanno introdotto questo sistema di lettura per

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non vedenti nelle etichette che, nel tempo, oltre a elemento di informazione sono diventate anche strumento di marketing anche con vere opere artistiche. il vino è diventato anche strumento di solidarietà con un crescendo di esempi di come con il vino possa nascere lavoro “buono” per diversamente abili, detenuti e tossicodipendenti anche con il recupero dei terreni sottratti alla criminalità. Dal 4 agosto 2008 è arrivata la possibilità di mettere in commercio i vini a denominazione di origine nel formato bag in box, gli appositi contenitori in cartone e polietilene dotati di rubi-

netto che consentono di spillare il vino senza far entrare aria, garantendone la conservazione. in questi anni sono stati anche introdotti per la prima volta i primi tappi di vetro al posto di quelli di sughero, è arrivato lo spumante Made in Italy con polvere d’oro, quello fatto invecchiare nel mare e la bottiglia di spumante con fondo piatto per aumentare la superficie che i lieviti hanno a disposizione per assolvere al meglio il loro compito. ma negli ultimi trenta anni sono stati evidenti anche gli effetti dei cambiamenti climatici con la presenza della vite che si è spostata verso l’alto fino a quasi 1200 metri di altezza come nel comune di morgex e di La Salle, in provincia di aosta, dove dai vitigni più alti d’europa si producono le uve per il Blanc de morgex et de La Salle Dop. Un capitolo a parte è rappresentato dalla nascita e diffusione del “Wine beauty” iniziato con il bagno nel vino, ma che oggi riguarda dal dopobarba all’amarone alla crema viso alla linfa di vite, dallo scrub agli scarti di potatura al gel di uva rassodante, dalla crema antietà allo spumante allo shampoo al vino rosato o allo stick labbra agli estratti di foglie di vite.

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ATTUALITÀ|FORmaziOne

INIPA ALESSANDRIA:

I NUMERI DI UNFoRTE IMPEGNo

sunto”, con dati, cifre e grafici anche su questo particolare percorso che sta portando altri cinquecento allievi a formarsi su problematiche di sicurezza sul lavoro e sull’acquisto e utilizzo di prodotti fitosanitari. gli allievi ai corsi inipa legati al bando PSR 2014, quindi, sono stati quasi millecinquecento, con quasi cinquecento partecipazioni ai corsi dedicati alla sicurezza sul lavoro (Formazione o Aggiornamento per i Responsabili del Servizio di Prevenzione e Protezione; Formazione Primo Soccorso; Formazione Antincendio; Lavoro negli ambienti confinati), circa seicento per il rilascio o il rinnovo dei Patentini Fitofarmaci, e i restanti rivolti ad altre tipologie di interventi quali Haccp, coltivazione del nocciolo, web e altro. (vedi grafico n.1). 1

Chiuso il percorso

PSR 2014 in pieno svolgimento

attività“a CATALoGo” ortare a conclusione gli ultimi corsi approvati sul bando del PSR 2014 e realizzare quelli della prima fase dell’inverno/primavera 2016: questo il percorso affrontato da inipa alessandria, l’istituto per la Formazione in agricoltura di Coldiretti, in questi ultimi tempi. Un impegno particolarmente corposo, che permette ora di realizzare un primo bilancio dell’attività iniziata a gennaio 2015, relativa ai corsi finanziati dal bando regionale. negli ultimi mesi, poi, inipa sta realizzando una serie di corsi “a catalogo”, non rientranti in bandi regionali: sul prossimo numero affronteremo un “rias-

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La maggior parte dei corsi si sono tenuti nel periodo dei mesi di febbraio e di marzo e, successivamente, di novembre/dicembre 2015 e gennaio 2016 (vedi grafico n.3), periodi in cui i lavori non richiedono assidua presenza “in campo”. altro dato importante (che emerge concretamente dalla visione dei grafici n.2 e n.4) è quello che riguarda la tipologia di partecipanti. Se da un lato non sorprende che la parte preponderante dei partecipanti sia composta dai titolari di ditta individuale, rappresentano comunque un dato importante i numeri relativi ai coadiuvanti, ai rappresentanti legali di società e ai dipendenti, mentre ottiene conferma dai numeri un fatto che, storicamente, ha sempre rappresentato una caratteristica fondamentale del settore primario: lo zoccolo duro su cui le aziende agricole si costituiscono e operano è rappresentato da donne (partecipanti in una percentuale che si attesta intorno al 25 per cento, comunque in crescita rispetto al passato).

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Sempre presenti già nelle grandi famiglie agricole costituite su base patriarcale, l’agricoltura “al femminile” si sta impadronendo di spazi sempre maggiori a livello di responsabilità aziendale e i numeri di inipa ne sono un’ulteriore conferma. i mesi di marzo, aprile e maggio saranno dunque ancora particolarmente densi di appuntamenti per inipa Piemonte, al lavoro per dare concretezza ancora maggiore a numeri che confermano una presenza fondamentale al fianco del mondo agricolo.

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CemenTiFiCaziOne - naS |ORGANIZZAZIONE

ALIMENTARE:

DISSESTO:

“Plauso ai sequestri dei NAS dalla Cina record allarmi cibo”

CEMENTIFICATE 15% CAMPAGNE IN 20 ANNI

OGNI GIORNO SPARISCe teRRA AGRICOLA PeR uN equIvALeNte DICIRCA 400 CAmPI DA CALCIO

italia frana anche perché ha perso il 15% delle campagne negli ultimi 20 anni per effetto della cementificazione e dell’abbandono provocati da un modello di sviluppo sbagliato che ha causato la scomparsa di 2,6 milioni di ettari di terra coltivata. e’ quanto emerge da un’analisi Coldiretti in occasione della presentazione del rapporto ispra sul “Dissesto idrogeologico in italia”. Un territorio grande come la regione Lombardia sottolinea la Coldiretti - è stato sottratto all'agricoltura, che interessa oggi una superficie di 12,4 milioni di ettari. il risultato è che in italia oltre 7 milioni di cittadini si trovano in zone esposte al pericolo di frane e alluvioni che riguardano ben l’88 per cento dei comuni sull’intero territorio nazionale. il risultato? i cambiamenti climatici con le precipitazioni sempre più intense e frequenti con trombe d’aria, grandinate e vere e proprie bombe d’acqua, si abbattono su terreni resi più fragili dalla cementificazione e dell’abbandono delle aree marginali, ma anche della mancanza di programmazione adeguata che valorizzi il ruolo di chi vive e lavora sul territorio come gli agricoltori. a questa situazione non è infatti certamente estraneo il fatto che un modello di sviluppo sbagliato ha tagliato del 15% le campagne e fatto perdere negli ultimi venti anni

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2,15 milioni di ettari di terra coltivata determinante nel mitigare il rischio idrogeologico. Basti pensare che ogni giorno viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari) che vengono abbandonati o occupati dal cemento che non riesce ad assorbire la violenta caduta dell’acqua: questa l’incoscienza dell’uomo che non si ferma davanti a nulla! Per questo la legge sul “Contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato”, diventa sempre più importante proprio perché va a rappresentare un passaggio molto atteso per introdurre norme per “contenere il consumo del suolo, valorizzare il suolo non edificato, promuovere l’attività agricola che sullo stesso si svolge o potrebbe svolgersi, nonché per perseguire gli obiettivi del prioritario riuso del suolo edificato e della rigenerazione urbana rispetto all’ulteriore consumo del suolo inedificato, al fine complessivo di impedire che lo stesso venga eccessivamente «eroso» e «consumato» dall’urbanizzazione”. Per proteggere il territorio ed i cittadini che vi vivono l’italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile dalla cementificazione nelle città e dall’abbandono nelle aree marginali con un adeguato riconoscimento dell’attività agricola che ha visto chiudere 1,5 milioni di aziende negli ultimi venti anni.

e’ positivo il sequestro di cibo illegalmente proveniente dalla Cina che nel 2015 ha conquistato il primato nel numero di notifiche per prodotti alimentari irregolari perché contaminati dalla presenza di micotossine, additivi e coloranti al di fuori dalle norme di legge, da parte dell’Unione europea. e’ quanto afferma la Coldiretti, sulla base della Relazione sul sistema di allerta per gli alimenti, nel commentare l’operazione dei Carabinieri del nas che ha portato alla scoperta di un meccanismo costruito ad arte per nascondere la presenza di materie prime di origine animale provenienti dalla Repubblica Popolare Cinese (carne di maiale, uova di anatra, zampe di pollo, bevande a base di latte, granulato per brodo a base di pollo ed uova) tutte soggette, per motivi sanitari, a divieto assoluto di importazione nell’Ue. nelle oltre 1.500 confezioni di alimenti sequestrati, per un totale di 570 chili, le società importatrici indicavano in etichetta la presenza delle materie prime vietate mediante l'apposizione di ideogrammi cinesi, riportando in lingua italiana esclusivamente le indicazioni relative agli ingredienti leciti. il blitz - rileva la Coldiretti - conferma il trend che vede dal gigante asiatico provenire il 13 per cento di tutti gli allarmi per irregolarità sul cibo segnalati in europa, ben 386 sui 2967 complessivi. nel solo 2015 - conclude la Coldiretti - sono stati chiuse dai nas 1.035 strutture operanti nel sistema agroalimentare con il sequestro di 25,2 milioni di prodotti alimentari adulterati, contraffatti, senza le adeguate garanzie qualitative o sanitarie o carenze nell’etichettatura e nella rintracciabilità, secondo i dati del quarto Rapporto agromafie elaborato da Coldiretti, eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare.

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ATTUALITÀ|DOnne imPReSa

COLDIRETTI ALESSANDRIA TRA I PROTAGONISTI DEL MARZO DONNA 2016

IL mONDO DeLLe DONNe:

DALLA CuCINA ANtISPReCO ALLA

“mARCIA IN ROSA” oldiretti Alessandria tra i protagonisti dell’edizione 2016 di “marzo Donna”, il mese dedicato alla figura femminile e sul ruolo fondamentale che svolge nella società, nella cultura, nelle professioni, nella famiglia, nell’associazionismo e anche nello sport. appuntamenti promossi e organizzati dalla Città di alessandria, dalla Consulta Pari Opportunità e dal mondo dell’associazionismo alessandrino. Per quanto riguarda Coldiretti, da segnare in agenda la tavola rotonda in programma il 21 marzo, primo giorno di primavera, al centro incontro galimberti di via Pochettini ad alessandria, alle ore 17, un convegno dedicato alla cucina antispreco dal titolo “Troppo cibo nella spazzatura: ecco la cucina antispreco”, al dibattito prenderà parte anche Slow Food e, per l’occasione, verranno realizzate da agrichef Coldiretti ricette antispreco. “il messaggio che ne uscirà rafforzato - ha affermato Graziella Boveri, responsabile regionale e provinciale Donne impresa - sarà quello di leggere attentamente la scadenza sulle etichette, verificare quotidianamente il frigorifero dove i cibi vanno correttamente posizionati, effettuare acquisti ridotti e ripetuti nel tempo, privilegiare confezioni adeguate, scegliere frutta e verdura con il giusto grado di maturazione, preferire la spesa a Km.0 che garantisce una maggiore freschezza e durata, riscoprire le ricette degli avanzi, dalle marmellate

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di frutta alle polpette fino al pane grattugiato, ma anche non avere timore di chiedere la doggy bag al ristorante sono alcuni dei consigli elaborati dalla Coldiretti per la una cucina a “scarto zero”. altro appuntamento, completamente diverso ma altrettanto accattivante, è rappresentato dalla “Marcia in Rosa - Camminiamo insieme” che si svolgerà domenica mattina 3 aprile e si caratterizzerà per una serie di fattori particolarmente significativi: prima di tutto per-

Nella foto assessore alle Pari Opportunità maria Teresa gotta.

chè è l’evento che conclude tutto un mese dedicato alle “donne” e poi perchè riguarda il diretto coinvolgimento dell’amministrazione Comunale che ha aderito, attraverso il proprio assessorato alle Politiche di genere, a una proposta condivisa insieme alla Consulta con UISPComitato Territoriale di Alessandria, Coldiretti Alessandria e COOP Novacoop e che intende rendere protagonisti donne e uomini per una manifestazione in cui sport e sensibilità solidale si coniugano in un clima di festa e di coralità. il terzo elemento peculiare è proprio la scelta di finalizzare questa marcia - una camminata “al femminile” che tuttavia coinvolga anche gli uomini e tutti i diversi Soggetti attuatori del “marzo Donna 2016”- per uno scopo di significativa solidarietà cittadina: l’incasso della manifestazione (grazie a un’offerta di Euro 5 per ciascun iscritto) sarà raccolta direttamente da UiSP e destinata, oltre che per la copertura assicurativa dei partecipanti, a favore dell’Ostello Femminile della Caritas Diocesana di Alessandria (a seconda dell’introito complessivo, per l’acquisto di generi di prima necessità, alimentari o di igiene personale o per garantire la prestazione aggiuntiva di personale dedicato alla custodia e alla assistenza delle donne stesse). Se questi sono gli “ingredienti” della “marcia in Rosa-Camminiamo insieme”, occorre segnalare che sarà possibile iscriversi alla marcia a


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DOnne imPReSa / giOVani imPReSa |ATTUALITÀ

GIOVANI UN PACCHETTO DA

160 mILIONI TRA MUTUI AGEVOLATI E FONDI PER LE START UP

partire da giovedì 3 marzo (e fino al 3 aprile). i luoghi e gli orari di riferimento per effettuare le iscrizioni sono i seguenti: UISP-Comitato Territoriale di Alessandria (via G.Claro 15, Alessandria - tel.0131-253265 - email: alessandria@uisp.it - giovedì chiuso; tutte le altre mattine: dalle ore 09.00 alle 12.00; martedì e venerdì: dalle ore 15.00 alle ore 17.00) e URP Comune Alessandria (piazza della Libertà 1, Alessandria - lunedì/mercoledì/venerdì: dalle ore 08.30 alle ore 12.30 - martedì e giovedì: dalle ore 08.30 alle ore 15.30).Tutti gli iscritti riceveranno una pettorina gialla (il colore delle mimose, i fiori che ricordano la “festa della donna”) realizzata appositamente per l’occasione e riportante i loghi dei Soggetti promotori che - per rendere ancora più “colorata” la marcia - invitano tutte le partecipanti e i partecipanti ad indossare qualche indumento di colore rosa. il percorso della “marcia in Rosa-Camminiamo insieme” del 3 aprile si articolerà secondo le seguenti tappe: piazzale Divina Provvidenza (ritrovo ore 09.30 e partenza ore 10.00, insieme alle “ragazze” dell’Istituto Divina Provvidenza) - Stadio Moccagatta, con l’Alessandria Calcio Femminile - Ostello Femminile della Caritas Diocesana - Museo Etnografico “C’era un volta” di Piazza della gambarina - corso Virginia Marini - omaggio alle “Borsaline” a Palazzo Borsalino Palazzo Comunale di alessandria (dove, al termine della camminata attorno alle ore 12.00, verrà offerto un sobrio rinfresco per i partecipanti all’interno del cortile).

n concreto sostegno alla competitività dell’agricoltura italiana dove le aziende condotte da giovani possiedono una superficie superiore di oltre il 54% alla media, hanno il 50% di occupati per azienda in più e un fatturato più elevato del 75% della media”. e’ quanto afferma il delegato regionale e provinciale dei giovani Coldiretti Valentina Binno nel commentare positivamente l’annuncio del ministro delle Politiche agricole sull’operatività delle misure del pacchetto generazione Campolibero, dai mutui a tasso zero ai fondi per supportare la nascita e lo sviluppo di start up agri-food, ma anche più innovazione con il credito di imposta per il commercio elettronico di prodotti agroalimentari per un valore di 160 milioni tra risorse interne e fondi ismea-Bei. Vediamo i provvedimenti nel dettaglio. Previsto innanzitutto un fondo da 20 milioni di euro per le start up, con l’obiettivo di supportare la nascita e lo sviluppo di start up nel settore agricolo, agroalimentare e delle pesca. L’importo massimo finanziabile per progetto è stato fissato nella cifra di 4,5 milioni. Ci sono poi mutui a tasso zero a copertura degli investimenti effettuati da giovani imprenditori agricoli. L’importo massimo finanziabile per progetto è pari a 1,5 milioni, per un totale complessivo di 30 milioni di euro di risorse nazionale più altri 50 milioni dall’accordo Bei - ismea. ma il pacchetto prevede anche mutui a tasso agevolato della durata massima di 30 anni per l’acquisto

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di aziende agricole da parte di giovani che vogliono diventare imprenditori agricoli. Le risorse finanziarie a disposizione per il 2016 ammontano a 60 milioni di euro, con apertira del bando prevista nel mese di marzo. “C’è un intero esercito di giovani che hanno preso in mano un settore considerato vecchio, saturo e inappropriato per immaginare prospettive future e ne hanno fatto un mondo di pionieri, rivoluzionari, innovatori e attivisti impegnati nel costruire un mondo migliore per se stessi e per gli altri”, ha affermato Valentina Binno nel sottolineare che “dai campi non viene solo una risposta alla disoccupazione e alla decrescita infelice del Paese, ma anche una speranza alla sconfitta dei nostri coetanei che sono costretti ad espatriare”. a 15 anni dall’approvazione delle legge di orientamento per l’agricoltura (la legge 228/2001), fortemente sostenuta da Coldiretti che ha rivoluzionato le campagne, i giovani hanno interpretato in chiave innovativa le opportunità offerte dal mondo rurale e oggi il 70% delle imprese under 35 opera in attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative come la cura dell’orto e i corsi di cucina in campagna, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili.

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ATTUALITÀ| mOnFeRRaTO FRUTTa

COSTITUITA Una nUOVa SOCieTà COOPeRaTiVa agRiCOLa

“Monferrato Frutta” per accorciare la filiera e far crescere il progetto corilicolo Obiettivo: coordinare la produzione delle province di Alessandria e Asti e stipulare accordi per garantire nuovo reddito alle aziende. i chiama “monferrato Frutta” la Società Cooperativa agricola costituita ufficialmente tra imprenditori di alessandria e di asti che si sono impegnati a conferire il prodotto che sarà coltivato nelle colline delle due province. La nuova cooperativa, presieduta da Dino Bertolè imprenditore della Val Cerrina, ha visto la sua realizzazione dopo un percorso di crescita e un lasso di tempo che è servito per far maturare sul territorio l’esperienza acquisita grazie alla collaborazione tra gli imprenditori corilicoli dell’alessandrino e dell’astigiano. in questo modo, viene perseguito l’obiettivo di commercializzare prodotti delle imprese associate accorciando la filiera ed evitando alcuni passaggi commerciali, facendo crescere sul territorio il progetto del “Km.0”, un progetto che Coldiretti promuove da ormai diversi anni per favorire il consumo di prodotti locali e di stagione che non devono percorrere lunghe distanze con mezzi di trasporto inquinanti prima di giungere sulle tavole. La Cooperativa “monferrato Frutta”, sorta nell’ambito di Coldiretti, prosegue l’intento di coordinare i produttori e stipulare accordi con diverse società, proponendosi di migliorare le condizioni economiche dei soci per promuovere il perfezionamento della produzione agricola, e corilicola in particolare, organizzando in forma cooperativistica il rifornimento delle scorte, il miglioramento delle colture e delle vendite collettive dei prodotti agricoli, nonché attuando le iniziative necessarie per dare nuova centralità all’impresa e garantire giusto reddito al settore. Qualche numero: 2000 gli ettari interessati a noccioleto in provincia di alessandria, 3.870 gli ettari per la provincia di asti. a firmare la nascita della nuova Cooperativa, per alessandria erano presenti, oltre al presidente Bertolè, il vicedirettore della Coldiretti emiliano Bracco ed il responsabile corilicolo alberto Pansecchi, Ferdinando Trisoglio presidente della Cooperativa Corilu e altri cinque imprenditori; per Coldiretti asti i produttori giuseppe Ferrero di San Damiano e maria Josè Pollastri di Cascina Quaglietta di Cerro Tanaro, il vicedirettore Luigi Franco e il segretario della zona di San Damiano, Carlo Torchio.“Con l’ufficialità di questa nuova Cooperativa si consolida un percorso che ha creato uno stretto rapporto di collaborazione anche con diverse realtà locali che

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stanno aprendosi ad un concreto rapporto operativo che si faccia garante della scelta dei prodotti legati al territorio, con scelte aziendali orientate a proteggere sia la salute che i portafogli della clientela - ha affermato il presidente di Coldiretti alessandria Roberto Paravidino - in particolare, il nostro accordo con la novi ne esce rafforzato, un’occasione per guardare al futuro con più ottimismo e determinazione”.“La nascita della cooperativa “monferrato Frutta” - sottolinea Roberto Cabiale, presidente Coldiretti asti - fornisce al “Progetto

nocciolo” di Coldiretti asti un nuovo braccio operativo per dare valore aggiunto alla filiera. La strategia vincente è accorciare la filiera e affinare sempre più la qualità. Questo è possibile se si individuano interlocutori seri che ti permettono di tagliare tutti quei passaggi intermedi che allungano la filiera senza dare valore aggiunto. Per le nocciole, gli accordi con la “novi” stanno avendo una forte adesione. Considerando che oggi ci sono molti impianti nuovi che gradualmente andranno in produzione, stiamo quindi lavorando per garantire uno standard qualitativo elevato e ottenere l'immissione sul mercato di un prodotto che possa essere assorbito con successo e fornire continuità reddituale ai produttori”. Con l’avvio della campagna 2016, nel periodo estivo, quando i tecnici Coldiretti saranno impegnati nel controllo qualitativo e merceologico delle produzioni, la nuova cooperativa opererà a pieno regime. Sarà il punto di partenza per la valorizzazione economica del prodotto dell'annata. il punto di arrivo sarà il ritiro a un giusto prezzo da parte delle industrie di trasformazione, impegnate nel fornire ai consumatori prodotti con caratteristiche uniche e non replicabili in altre parti del mondo. La nuova Cooperativa monferrato Frutta costituirà un valore aggiunto per portare sul mercato dalle colline del monferrato, patrimonio dell’Unesco, l’eccellenza della nocciola “tonda, gentile, trilobata”.

PIL: CON +8,4% QUARTO TRIMESTRE RECORD IN AGRICOLTURA l’agricoltura a far registrare il più elevato incremento del Pil nel quarto trimestre del 2015 con il valore aggiunto che sale dell’8,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. É quanto emerge da una analisi della Coldiretti relativa ai dati istat sul Pil che vedono il settore agricolo registrare la maggiore crescita anche su base annuale. a preoccupare sono tuttavia sottolinea Coldiretti - i segnali di deflazione che vengono dalle campagne italiane nel 2016 a causa del crollo dei prezzi pagati ai produttori, dal -60% dei pomodori al -30% per il grano duro fino al -21% per le arance rispetto all’anno scorso. Una situazione - continua la Coldiretti - che sta assumendo toni drammatici anche per gli allevamenti con le quotazioni per i maiali nazionali destinati ai circuiti a denominazione di origine (Dop) che ormai da giorni sono scesi al disotto della linea di 1,20 centesimi al chilo che non coprono neanche i costi della razione alimentare. Cosi come i bovini da carne che sono

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pagati su valori che si riscontravano 20 anni fa, per non parlare del prezzo del latte che continua la Coldiretti - con il venir meno degli accordi rischia ora di essere in balia delle inique offerte dell’industria. Per questo la Coldiretti chiede una moratoria sui debiti degli allevamenti da latte e da carne bovina e suina per non fare chiudere le imprese agricole che da troppo tempo sono costrette a lavorare con prezzi di vendita al di sotto dei costi di produzione. Servono misure nazionali di rapida attuazione con una moratoria su mutui e prestiti agli allevamenti di 24/36 mesi nonché - sottolinea la Coldiretti - un riposizionamento debitorio dal breve al medio lungo termine ed un impegno straordinario sui fondi di garanzia. Una necessità che - conclude la Coldiretti - può accompagnare il position paper che l’italia presenterà alla Commissione europea che prevede anche l’obbligo di etichettatura di origine per fermare le importazioni dall’estero da spacciare come Made in Italy.


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CRiSi zOOTeCnia Da LaTTe |SPECIALE

CRESCENTE IMPORTAZIONE DI LATTE DAI PAESI ESTERI: SiTUaziOne inSOSTeniBiLe

Foto immagini di repertorio che si riferiscono alla “guerra del latte” messa in campo da Coldiretti ad Ospedaletto Lodigiano davanti alla multinazionale Lactalis. La battaglia per riuscire a dare una boccata d’ossigeno alle aziende continua per ottenere la rintracciabilità in etichetta ed un prezzo equo.

Crisi zootecnia: l’industria dica se vuole veramente il latte piemontese ontinua la crisi profonda del comparto della zootecnia da latte a causa dell’elevata volatilità dei prezzi. Con la continua e crescente importazione di latte dai Paesi esteri si sta verificando una situazione insostenibile per i nostri produttori con un grave danno all’intera agricoltura della Regione: si vuole deliberatamente destabilizzare il sistema proprio nel momento in cui la ripresa dei consumi, dell’economia e dell’occupazione fa ben sperare anche per l’agroalimentare che è la principale voce di spesa dei cittadini. il Piemonte conta numeri importanti: è la quarta regione in italia per produzione di latte con i suoi 8 milioni di quintali annui e 2000 aziende produttrici. a livello nazionale, mille stalle hanno già chiuso nel 2015 e nella nostra regione ci sono in gioco 8000 posti di lavoro e 390 milioni di produzione lorda vendibile. inoltre, il territorio piemontese ha un’antica tradizione nella trasformazione industriale del latte con oltre 30 caseifici storici. numerosi caseifici, con il Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013, hanno beneficiato di contributi per ammodernare le proprie strutture, oltre a valorizzare il latte made in Piemonte per un importo di oltre 25 milioni di euro. “non vorremmo che queste importanti risorse, sicuramente utili, fossero servite alla trasformazione del latte estero, all'importazione diretta di latti filtrati o concentrati e coagulati (cagliate) - ha affermato il presidente Roberto Paravidino serve chiarezza per capire esattamente qual è lo scenario attuale poiché le formule passate

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e future anche del PSR 2014-2020, ovvero risorse per il Piemonte, devono trovare una sinergia imprescindibile per una ricaduta sul territorio. Se le risorse economiche sono destinate al Piemonte bisogna trovare, guardandoci negli occhi, i modi più trasparenti affinché rimangano realmente sul nostro territorio. non possiamo permettere che con soldi pubblici piemontesi vengano finanziate formule che non trasformano il latte locale”. in questi giorni, da una parte del mondo industriale, giungono segnali importanti di disponibilità. in particolare, la lettera inviata all’assessore ed alle Organizzazioni da parte dell’industria Biraghi Spa di Cavallermaggiore va verso la direzione sopra descritta.al tavolo regionale, quindi, l’assessore Ferrero dovrà tener conto di queste necessità e valutare le vere e reali disponibilità e soluzioni. “e’ per noi fondamentale conoscere in modo dettagliato le importazioni di latte estero per ogni singolo caseificio e gli eventuali finanziamenti erogati dalla Regione per aprire una stagione di vera trasparenza tra le parti”, ha concluso Roberto Paravidino.

In foto il Presidente nazionale Roberto Moncalvo durante uno dei numerosi presidi che hanno visto in prima linea gli imprenditori di Coldiretti. in particolare l’immagine si riferisce al gesto plateale di “buttare a terra” la polvere di latte con la quale si producono formaggi “falsi made in Italy”.

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SPECIALE|CRiSi zOOTeCnia Da LaTTe

L’INCONTRO CON L’ASSESSORE GIORGIO FERRERO IN REGIONE PIEMONTE

“Latte, fuori i dati delle importazioni e dei finanziamenti pubblici”

pubblici, è stato chiesto di comunicare e pubblicare i nomi e le cifre erogate dal PSR 2007-2013 all’agroindustria per ammodernare le proprie strutture. inoltre, è stata incentivato in confronto con l’assessorato alla Sanità per rendere noti i dati sull’importazione dall’estero di latte e derivati, ossia le cagliate, in modo da poterli sovrapporre e confrontare con gli stessi finanziamenti percepiti”. a tutela del marchio piemontese che l’assessorato all’agricoltura intende proporre “è necessario prima conoscere l’elenco dei prodotti lattiero caseari che già vengono commercializzati con nomi e riferimenti al Piemonte e che, per-

tanto, usufruiscono indirettamente di una territorialità. - ha continuato Paravidino - Solo con questi tre elementi, i nomi, le cifre ed i prodotti, si può affrontare in trasparenza una tematica economica che consenta di verificare chi è veramente disponibile ad investire in una filiera regionale”. infatti, in una problematica economica così grave, proprio la chiarezza è fondamentale per evitare azioni dannose al territorio. “Pertanto, è urgente avere a disposizione i dati che abbiamo richiesto proprio per poter attivare un vero confronto con il mondo industriale, nel più breve tempo possibile” ha concluso il presidente Paravidino.

GRAZIOLI: “SUL LATTE BENE MORATORIA DEBITI AZIENDE AGRICOLE” Una boccata d’ossigeno per le aziende, soprattutto per il settore zootecnico L’accordo firmato tra il ministero delle Politiche agricole e l’associazione Bancaria italiana per la moratoria di 30 mesi sui debiti delle aziende agricole è una boccata d’ossigeno per le nostre imprese. Un primo segnale positivo arrivato a seguito delle nostre sollecitazioni per dare un sostegno concreto agli imprenditori agricoli il cui lavoro viene remunerato al di sotto dei costi di produzione. Un aiuto finanziario agli allevamenti da latte, ma previsto anche per gli altri comparti dell’agroalimentare. infatti, non bisogna sottovalutare il fatto che il settore rischia di essere in balia delle inique offerte dell’industria mentre la situazione dei prezzi in campagna sta assumendo toni drammatici con crolli che vanno dal -43% dei pomodori al -27% per il grano duro fino al -30% per le arance rispetto all’anno scorso. nella zootecnia piemontese ci sono in gioco 25.000 posti di lavoro: è quindi necessario mettere in campo tutte le opzioni possibili per aiutare le imprese. L’accordo prevede la sospensione dei pagamenti dei mutui,

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ichieste precise e circostanziate quelle fatte da Coldiretti Piemonte alla Regione per trovare una soluzione alla crisi che sta vivendo da troppo tempo il settore della zootecnia da latte. Durante l’incontro con l’assessore giorgio Ferrero sono state esposte una serie di priorità: “Trasparenza e confronto devono essere le parole chiave. - ha spiegato Roberto Paravidino presidente di Coldiretti alessandria - in primis, trattandosi di soldi

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attraverso le misure del Fondo latte per la ristrutturazione dei debiti degli allevatori del ministero e l’accordo per il Credito 2015. nel protocollo è indicato che le banche aderenti possano offrire condizioni migliorative rispetto a quelle previste dall'intesa mipaaf-abi. Le imprese che non accedono ai benefici del Fondo Latte, anche appartenenti ad altri comparti del settore agroalimentare, possono comunque ottenere la sospensione del pagamento della quota capitale delle rate di mutuo, secondo quanto previsto dall’accordo per il Credito 2015. Serve, però, che la moratoria sia accompagnata dall’impegno della Comunità europea per ottenere subito l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza dei derivati da carne e latte. non è accettabile che salumi e formaggi, ottenuti con carne e latte stranieri, siano spacciati per italiani. La battaglia che Coldiretti porta avanti da anni è volta a tutelare i nostri allevatori e ad offrire ai consumatori la massima trasparenza, valore aggiunto per il nostro mercato.


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[pagine a cura di alberto Pansecchi]

nOCCiOLO N.41|SCHEDA

Al fine di garantirsi raccolti sempre più abbondanti e assicurarsi quindi maggiori disponibilità di cibo, l’uomo ha da sempre avuto attenzioni particolari ed effettuato osservazioni puntuali. Questo è avvenuto, ancor prima che intervenissero ricercatori e università, per opera dei singoli agricoltori, ben consci dell’importanza dei fiori e dei meccanismi legati alla loro fecondazione. In questa frutticoltura attenta e professionale, il nocciolo non è mai entrato con la dignità che meritava, rimanendo l’arbusto, più o meno selvatico, dal quale, qualora ve ne fosse stato il tempo, raccogliere il frutto. Oggi il nocciolo, rivalutato e ricercato, gode di riconoscimenti economici importanti e ci si rende finalmente conto della esigua mole di studi, che ora sarebbero essenziali, riguardanti la sua biologia fiorale e il complesso meccanismo che presiede alla fecondazione e alla formazione del frutto.

Biologia fiorale il nocciolo è una pianta monoica, cioè porta fiori maschili e femminili separati sulla stessa pianta. Sullo stesso ramo sono presenti due tipi di fiore: quelli maschili riuniti in infiorescenze pendule (amenti o gattini) e quelli femminili, gemmiformi, riuniti in infiorescenze alla sommità dei germogli (glomeruli). in piena fioritura un ciuffo di stimmi di colore rosso, più o meno intenso, appare alla sommità dei glomeruli. Un ramo di 1 anno in inverno presenta all’ascella delle foglie dei glomeruli, dei gattini, delle gemme a legno. i gattini sono portati dai rami dell’anno precedente e iniziano a comparire alla fine della primavera sui giovani germogli in crescita, e possono essere isolati o riuniti in gruppi di 2 o 3, più raramente in numero maggiore. L’induzione degli amenti avviene nella seconda metà di maggio, quella dei glomeruli oltre un mese dopo. La fioritura maschile e l’impollinazione avvengono in pieno inverno, quando le foglie non sono ancora sviluppate.

BIOLOGIA fIORALe DeL NOCCIOLO

• Sterilità intraspecifica • Fioriture invernali • Fecondazione in estate • alleli della sterilità

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SCHEDA|nOCCiOLO N.41

Impollinazione non vuol dire fecondazione

La durata della fioritura per ciascuna cultivar varia in funzione del clima, quella maschile può durare anche 30 giorni, quella femminile 3 mesi. L’impollinazione è anemofila ed è favorita da climi asciutti e ventilati. Diversi sono i fattori che ne influenzano la fertilità: • la vitalità del polline; • l’auto ed eteroincompatibilità, per cui il polline giunge sullo stimma ma non riesce a germinare; • Problemi nello sviluppo dell’infiorescenza femminile (la fecondazione avviene 4 - 5 mesi dopo l’impollinazione); • la cascola delle infiorescenze, (può interessare anche il 30-50% dei glomeruli). non è raro imbattersi in noccioleti nei quali la presenza di nocciole vuote può interessare anche l’80-90 delle nucule.

Impollinatori: dove e quanti

Una corretta scelta dell’impollinatore è di fondamentale importanza ai fini del successo della coltura perché considerata la auto ed intercompatibilità tipiche di questa specie, difficilmente un noccioleto monovarietale può dare produzioni soddisfacenti. É necessario scegliere più impollinatori (3 o 4) che dovranno essere nel giusto rapporto numerico e correttamente distribuite nel noccioleto. gli impollinatori devono presentare alcune caratteristiche fondamentali: • essere compatibili con la cultivar da impollinare; • coprire con la fioritura maschile l’intera fioritura femminile (overlapping); • avere frutti con epoche di maturazione idonee all’area di coltivazione e caratteristiche merceologiche di pregio. anche se la distribuzione ottimale per garantire un’impollinazione ottimale si otterrebbe con la regola del 3 x 3 (uno ogni 3 file e ogni 3 alberi lungo la fila), si ritiene molto più importante assicurare l’omogeneità varietale della partita di nocciola raccolta. a tal fine la distribuzione degli impollinatori in file ad essi dedicate (una varietà per fila e una fila di impollinatori ogni 10) consentirebbe di gestire al meglio sia le fasi di raccolta, sia la destinazione finale del prodotto. Questa “purezza” delle partite di nocciole è tanto più importante quanto più pregiata è la varietà principale che usufruirà dell’impollinazione. La cultivar piemontese, la Tonda gentile Trilobata, racchiude in se tutte le migliori caratteristiche organolettiche e carpomerceologiche.

Quali impollinatori

Per aumentare la produttività dei noccioleti è importante conoscere nei diversi areali di coltivazione quali sono i rapporti gamici ottimali tra le diverse cultivar. nell’areale di coltivazione alessandrino, anche se i rilievi continuano e forniranno nel tempo sempre nuove indicazioni, sembra ormai certo che la gamma dei possibili “maschi” in grado di fecondare al meglio i fiori femminili, si concentra su 4 o 5 cultivar elencate di seguito in ordine di emissione del polline: San giovanni, Camponica, Pauetet, 101 e Tonda Romana.

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[Scadenze a cura di Daniela Colombini]

SCADENZA

11 APRILE

15

IMPOSTA

ADEMPIMENTI

IVA

Presentazione Spesometro 2016 con riepilogo fatture attive e passive dell'anno 2015

Contribuenti in contabilità iVa mensile.

IVA

Emissione attura differita per la cessione di beni spediti o consegnati nel mese precedente, la cui consegna risulti da un DDT o da altro documento idoneo a identificare i soggetti fra i quali è effettuata l'operazione.

Soggetti passivi di iVa.

IVA

Liquidazione e versamento dell’iVa a debito del mese di marzo 2016

Contribuenti iVa mensili.

versamento delle ritenute alla fonte sui redditi di lavoro dipendente, assimilati, lavoro autonomo e provvigioni corrisposti nel mese precedente.

Contribuenti che corrispondono redditi soggetti a ritenute.

Presentazione Spesometro 2016 con riepilogo fatture attive e passive dell'anno 2015

Contribuenti in contabilità iva trimestrale e soggetti in regime di esonero.

APRILE

18 APRILE

18 APRILE 20

RITENUTE

IVA

APRILE

26 APRILE

SCaDenze aPRiLe |ATTUALITÀ

IVA INTRASTAT

SOGGETTI OBBLIGATI

Invio telematico elenchi INTRASTAT riepilogativi delle cessioni ed acquisti e/o prestazioni di servizi intracomunitari relativi al mese di marzo e relativi al trimestre precedente.

operatori intracomunitari con obbligo mensile e trimestrale

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ATTUALITÀ|nUOVi PROgeTTi Di FiLieRa

CONVEGNO A TORTONA SUI

PROGettI DI fILIeRA

COLDIRETTI CI HA MESSO LA FACCIA:

PIù ReDDItO e INNOvAZIONe CoLDIRETTI E CADIRLAB HannO FaTTO iL PUnTO SUL SeTTORe CeReaLiCOLO e CORiLiCOLO on siamo laureati in chiacchiere ma nella politica del fare. e i progetti di filiera ritengo siano la massima espressione della vivacità di un territorio. gli accordi con l’industria dolciaria novi e con la multinazionale mondelez devono rappresentare non un punto d’arrivo ma di partenza”. Con queste parole il presidente provinciale Coldiretti alessandria Roberto Paravidino, ha aperto i lavori del convegno che ha visto al centro della discussione le “Opportunità europee e regionali per una nuova progettualità in agricoltura in ottica di filiera” che si è svolto questa mattina nella sala della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona. L’incontro ha visto la partecipazione di angelo Frascarelli, professore di economia e Politica agraria all’Università di Perugia, e di alessandra antognelli, docente alla Facoltà di agraria di Perugia. “Fare diventare un mercato mondiale un mercato locale dove è il consumatore a dettare le regole”: da qui ha preso le mosse l’intervento del professor Frascarelli, analizzando il mercato dei cereali per gestire la volatilità dei prezzi. Divulgare e far conoscere l’importanza strategica degli accordi di filiera: soluzione concreta per rendere più competitiva l’agricoltura italiana grazie anche alla collaborazione con l’agroindustria e la gDO, la grande Distribuzione Organizzata. “Per comprendere appieno l’importanza degli accordi di filiera è necessario capire cosa ha portato Coldiretti, negli ultimi anni, ad elaborare modalità innovative di rappresentanza, percorrendo strategie di modernizzazione dentro un paradigma di “rigenerazione” dello specifico modo di essere dell’agricoltura italiana. Coldiretti “ci ha messo la faccia” per sostenere la qualità dei prodotti e la competitività dei territori e del Made in Italy, contribuendo a rendere l’agricoltura protagonista di un modello di sviluppo basato sull’innovazione e sul rapporto con il territorio”. Ha puntato l’attenzione su “organizzazione e lavoro di squadra ed è partita da una necessità di cambiamento e miglioramento del reddito” la dottoressa antognelli di fronte ad un platea composta da produttori, trasformatori e rappresentanti dell’industria.Testimonianza di come oggi Coldiretti rappresenti sempre più una forza economica e sociale moderna alleata nel Paese e nel territorio con gli attori dello sviluppo, a partire dai cittadini consumatori, per riconsegnare all’agricoltura il diritto/dovere di essere sistema di imprese tra le imprese. L’esempio arriva dal settore

Nelle foto alcuni momenti del convegno che si è svolto nella Sala della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona. In alto alcuni dei relatori, il primo a destra angelo Frascarelli professore di economia e Politica agraria all’Università di Perugia. Sotto parte del publico intervenuto numeroso per saperne di più sui progetti di filiera messi in campo da Coldiretti. In basso il Presidente Provinciale Coldiretti alessandria Roberto Paravidino durante il suo intervento in apertura del convegno moderato da giuseppe Concaro (il primo da sinistra). Seguiranno altri appuntamenti formativi come questo sulla progettualità di filiera.

“N

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cerealicolo e dal progetto di filiera del “grano buono” attuato con un colosso come mondelez, meglio conosciuto da tutti come Saiwa: ha portato la sua testimonianza l’imprenditore agricolo antonio gemma ed è stato illustrato il ruolo del Consorzio agrario e l’importanza del molino nova per arrivare al ruolo della multinazionale americana. Per quanto riguarda la filiera corilicola è stata presentata la testimonianza della Cooperativa agricola CoRiLu e da Stefano grosso, responsabile acquisti e qualità della novi, ha illustrato il ruolo fondamentale e determinante svolto dall’industria dolciaria novese.“Si tratta di contratti di filiera - ha aggiunto il presidente Roberto Paravidino - che sanno traghettare i consolidati valori positivi degli agricoltori e dell’agricoltura fino al consumatore finale, rendendoli visibili e riconoscibili. in tale direzione è in-

fatti sempre più forte l’attenzione strategica che Coldiretti sta dedicando alla qualità della propria organizzazione e dei processi dell’impresa agricola, attraverso la formazione continua e lo sviluppo di un raccordo forte con centri di competenza e di ricerca. L’obiettivo? mantenere e presidiare sempre il vantaggio competitivo del Made in Italy, puntando su produzioni d’alta gamma e prestigio che rappresentano una vera specializzazione del nostro Paese e dei nostri territori, a livello globale. e’ fondamentale continuare a credere nella ”persona”, portatrice di capacità e creatività, di apporti migliorativi e attuazioni originali”. moderatore dell’incontro è stato giuseppe Concaro, direttore CadirLab:“mettersi in filiera è l’unica strada possibile per garantire futuro alle aziende. - ha affermato - Con questo appuntamento vogliamo illustrare le potenzialità dei contratti già attuati e discutere quali potranno essere le strade da percorrere per vincere le nuove sfide imposte dal mercato, sia nazionale che internazionale”. e come dovrà essere l’agricoltore di domani? giuseppe Concaro non ha dubbi: “impegnato a gestire e non solo a lavorare”. grandi risultati, dunque, per la cerealicoltura e la corilicoltura alessandrina: in questo modo viene assicurata una maggiore attenzione e garanzia di stabilità da parte di tutti i componenti della filiera, collegata alla valorizzazione delle produzioni Made in Italy attraverso un serrato confronto tra produttori e trasformatori che passa per conoscenza, capacità di affrontare le difficoltà, adattarsi al cambiamento, la diversificazione, la cultura e gestione d’impresa e la capacità di fare rete.


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[pagina a cura di Fabio Fracchia]

PSR RegiOne PiemOnTe |ATTUALITÀ

MISURA 6.1.1 DEL PSR: PRemiO PeR L’inSeDiamenTO Dei giOVani agRiCOLTORi

Per migliorare la competitività delle aziende Obiettivo: favorire il ricambio generazionale per dare nuove opportunità di crescita professionale a Regione Piemonte apre la misura 6.1.1 relativa all’insediamento dei giovani in agricoltura. Lo scopo della misura è quello di migliorare la competitività delle aziende agricole favorendo il ricambio generazionale mediante l’insediamento iniziale dei giovani agricoltori. Per realizzare questo obiettivo i giovani che intendono insediarsi devono presentare un Piano aziendale che descrive il progetto di sviluppo proposto per l’azienda agricola oggetto di insediamento, che comprenda sia investimenti materiali nell’azienda che attività di crescita personale e professionale del giovane. Di conseguenza il piano aziendale deve prevedere un miglioramento dei risultati economici oppure un miglioramento della sostenibilità ambientale dell’azienda. i beneficiari sono giovani tra i 18 ed i 40 anni, che siano già titolari di un’azienda da non più di 12 mesi (e questa è una novità rispetto al passato), e che, entro la data di conclusione della realizzazione del Piano aziendale (36 mesi dall’ammissione a finanziamento), svolgano l’attività agricola in modo professionale, cioè dedicandovi la prevalenza del tempo e ricavandone la prevalenza del reddito da lavoro. il giovane che si insedia con questa misura dovrà utilizzare il Premio di insediamento per la realizzazione del Piano aziendale, documentando le spese effettivamente sostenute per la realizzazione di investimenti materiali di tipo agricolo finalizzati allo sviluppo aziendale (compresi anche investimenti non ammissibili ai sensi della Misura 4.1.2., quali ad esempio acquisti di bestiame, impianto di frutteti di qualsiasi specie, acquisti di terreno per qualsiasi importo, ecc.) per un importo almeno pari al 50% dell’importo del Premio. Potranno, a tal fine, essere ammesse a contributo anche spese effettuate prima della domanda di insediamento, ma dopo l’apertura della partita iVa. L’insediamento può avvenire in una delle seguenti modalità: a) il giovane (o i giovani) rileva una azienda agricola per intero; in tale caso il cedente potrà conservare quote minime di superficie, dell’ordine del 10%, oppure parte dei fabbricati.

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b) il giovane (o i giovani) costituisce una nuova azienda acquisendo terreni e/o fabbricati da una o più aziende; in tale caso ogni azienda cedente deve mantenere almeno il 70% della dimensione originaria (in termini di Produzione Standard). c) il giovane (o i giovani) si insedia in qualità di “capo della azienda” in una azienda esistente condotta in forma societaria. in caso di passaggio dell’intera azienda, il cedente dovrà avere una età superiore a 40 anni al momento della presentazione della domanda di misura 6 ed inoltre la differenza di età tra il cedente ed il giovane insediante deve essere di almeno 18 anni.

i vincoli di età minima del cedente e di differenza di età tra cedente e insediante sopra riportati non si applicano quando l’azienda rilevata non era condotta da soggetti aventi la qualifica di imprenditore agricolo professionale o Coltivatore diretto e quando il cedente è riconosciuto ufficialmente come portatore di una invalidità superiore al 66%, tale da impedire la proficua conduzione dell’azienda agricola. in ogni caso, l’azienda agricola in cui il giovane si insedia deve avere una dimensione economica aziendale (indicata nel fascicolo aziendale che risulta validato al momento della presentazione

della domanda) tra 15.000 e 150.000 euro di Produzione Standard. in zona montana la dimensione economica aziendale minima deve essere pari a 10.000 euro di Produzione Standard. in caso di insediamento effettuato da più giovani congiuntamente in una stessa azienda le condizioni di ammissibilità sono riferite a ciascun giovane (pertanto gli importi minimi e massimi sopra indicati devono essere moltiplicati per il numero di giovani che si insediano congiuntamente). anche in questo caso, come per tutte le misure del PSR, è prevista una graduatoria di priorità per le domande presentate, ed occorre raggiungere un punteggio minimo per poter accedere, che in questo caso è di 10 punti. i criteri di selezione, approvati dal Comitato di Sorveglianza, privilegiano insediamenti in aree natura 2000, piani aziendali orientati al miglioramento dell’impatto ambientale dell’azienda (miglioramento del rendimento energetico, riduzioni dei consumi idrici e miglioramento della qualità delle acque , miglioramento del benessere animale); inoltre privilegiano insediamenti che creano nuova occupazione, che prevedono investimenti in produzioni di qualità o con certificazioni di processo, e privilegiano domande di insediamento che prevedano un utilizzo importante (70 - 85%) del premio di insediamento per investimenti sull’azienda agricola. Il premio di insediamento è così determinato: A) Domanda per insediamento di un solo giovane: 35.000 euro, con la maggiorazione di 10.000 euro se l’insediamento avviene in zona di montagna. B) Domanda per insediamento congiunto di due giovani: 30.000 euro per ciascun giovane, con la maggiorazione di 7.000 euro per ciascun giovane se l’insediamento avviene in zona di montagna. C) Domanda per insediamento congiunto di più di due giovani, fino a un massimo di cinque: 25.000,00 euro per ciascun giovane, con la maggiorazione di 5.000 euro per ciascun giovane se l’ insediamento avviene in zona di montagna.

PSR: mODiFiCaRe La miSURa DeLL’agROinDUSTRia PeR DaRe VaLORe aL maDe in PiemOnTe

DIFFICOLTÀ LEGATE ALLE “BOZZE” CONtINuA IL PReSSING DI COLDIRettI erdurano le difficoltà legate al nuovo Programma di Sviluppo Rurale 20142020.“in seguito ad un’approfondita analisi, riteniamo sia necessario inserire nella bozza della misura 4.2 (ex agroindustria) il richiamo all’approvvigionamento dei prodotti agricoli locali e ai legami tra l’impresa agroindustriale e quella agricola piemontese - ha affermato Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte - Per tutelare le produzioni Made in Piemonte ed in Italy, è opportuno aggiungere tre nuovi criteri riguardanti l’approvvigionamento del prodotto nella nostra regione, l’integrazione dei produttori nella

P

filiera agroalimentare e la riduzione delle emissioni in atmosfera attraverso la diminuzione dei trasporti di lungometraggio. a tale scopo, a seguito del Tavolo Verde che si è tenuto la scorsa settimana in Regione, abbiamo chiesto all’assessore giorgio Ferrero di modificare il bando in breve tempo”. Concetti, peraltro, spiegati anche

attraverso l’invio di una comunicazione formale all’assessore. Con l’inserimento dei nuovi criteri sopra citati si possono sostenere i vari comparti dell’agricoltura piemontese: dal cerealicolo al vitivinicolo, dall’ortofrutticolo al lattiero caseario. Quest’ultimo, in particolare sofferenza in questo momento, conta numeri importanti in Piemonte non solo in termini produttivi, ma anche nella trasformazione industriale del latte. Questa misura del PSR deve finanziare quei caseifici e tutte quelle imprese agroindustriali che si approvvigionano in modo prevalente del prodotto agricolo piemontese ed italiano. “Solamente così si può concretizzare e rafforzare il concetto di filiera, da sempre sposato dalla nostra Organizzazione al fine di dare il giusto valore all’agricoltura piemontese e all’importante indotto che gravita sul settore”, ha concluso Delia Revelli. in tempi così difficili, le risorse esistenti devono essere veramente indirizzate a far crescere e a sostenere l’economia del territorio.

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ATTUALITÀ|gRUPPO CDC

in collaborazione con www.gruppocdc.it

COLTIVA

LA TUA

SALUTE a oltre dieci anni, l’accordo tra Coldiretti-epaca e C.D.C. permette di far crescere il valore della prevenzione e della sicurezza nella cultura dell’impresa agricola ed unire la tutela dell’imprenditore, dei suoi familiari e degli ospiti della sua azienda con l’idea di una nuova agricoltura multifunzionale territorialmente sostenibile. C.D.C. rappresenta una delle realtà sanitarie più significative e dinamiche del Piemonte, con un’attività diagnostica completa presso sedi dislocate in modo capillare su tutto il territorio regio-

D

nale: a Torino, Biella, Cuneo, novara, Vercelli e Verbania. grazie a tale collaborazione, i soci Coldiretti-epaca possono accedere privatamente a tutte le prestazioni con tariffario agevolato esibendo la Tessera associativa Coldiretti/ epaca, oppure tramite il SSn presentando la richiesta del medico curante. inoltre presso gli uffici provinciali o zonali Coldiretti-epaca possono prenotare visite

mediche specialistiche e prestazioni diagnostiche presso tutti i centri C.D.C. e con assoluto rispetto della privacy, il socio, tramite il Pin ricevuto in accettazione, può richiedere la stampa del proprio referto online. Periodicamente, tramite questa rubrica, vi informeremo su temi di interesse generale legati alla prevenzione ed alla cura di patologie tipiche del mondo agricolo.

• L’effettuazione dell’esame con una pressione minore e quindi con maggior confort per la paziente.

pace di rilevare lesioni di dimensioni assai ridotte;

TEMA DEL MESE:

DIAGNOSTICA SENOLOGICA Mammografia Digitale 3D Tomosintesi - Ecografia Volumetrica Senologica 3D il tumore della mammella è la diagnosi oncologica femminile più frequente. in italia sono diagnosticati ogni anno circa 40.000 nuovi casi ed in media 1 donna su 8 rischia di contrarre un tumore della mammella. La diagnosi precoce è dunque fondamentale ed incide pesantemente sulla prognosi. Tecnologie e metodiche altamente innovative consentono di effettuare una diagnosi precoce anche di micro lesioni e quindi di intervenire con tempestività, aumentando notevolmente le possibilità di sopravvivenza e la qualità di vita in caso di tumore. il percorso di Diagnostica Senologica generalmente si articola in tre fasi: •Visita Senologica •Mammografia Digitale 3D - Tomosintesi •Ecografia Volumetrica Senologica 3D

in particolare, il mammografo Digitale 3D - Tomosintesi consente: • L’acquisizione stratigrafica della mammella, distinguendo le diverse strutture anatomiche e superando la densità del tessuto; • La scansione della mammella su un’ampiezza di 50° (rispetto ai 15 di un mammografo tradizionale), aumentando la possibilità di evidenziare eventuali lesioni;

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Dato che il 20% circa delle lesioni mammarie non vengono rilevate dalla mammografia a causa della densità della mammella, l’ecografo Volumetrico Senologico 3D consente: • La scansione totale e multiplanare dell’intero volume della mammella, caTorino Centro Torino Centro Torino Centro Torino Mirafiori Torino San Donato Torino San Paolo Torino Santa Rita Torino vallette Lucento Moncalieri Rivoli venaria Reale Asti Biella Cuneo Novara Novara verbania vercelli

• L’ottenimento di immagini tridimensionali, paragonabili a quelle ottenute con la Risonanza Magnetica, ma in totale assenza di radiazioni; • L’esecuzione di un esame non doloroso per la paziente.

via Cernaia, 20 via antonio Fabro 12/b via Raimondo montecuccoli 5f via Don grazioli 11/a via Livorno38/d via Villarbasse 27/a piazza Santa Rita 8 Corso Toscana 139/1 via martiri della Libertà 11 via Fratelli Piol 63 via iV novembre 16 Corso galileo Ferraris 4/a via antonio Bertodano 11 piazza Duccio galimberti 4 via San Francesco d’assisi 20 corso giuseppe garibaldi 21 via Sergio Bocci 11 via San Cristoforo 10

10122 Torino 10122 Torino 10122 Torino 10137 Torino 10144 Torino 10138 Torino 10136 Torino 10151 Torino 10024 moncalieri 10098 Rivoli 10078 Venaria Reale 14100 asti 13900 Biella 12100 Cuneo 28100 novara 28100 novara 28925 Verbania 13100 Vercelli


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amBienTe |ORGANIZZAZIONE

NITRATI:

DEROGA PER L’UTILIZZAZIONE AGRONOMICA DEGLI EFFLUENTI IN

PIEMONTE E LOMBARDIA oncessa la deroga per l’utilizzazione agronomica degli effluenti in zona vulnerabile da nitrati alle Regioni Piemonte e Lombardia. il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali ha reso noto che la Direzione generale dell’ambiente, su votazione del 63° Comitato nitrati della Commissione europea, ha confermato la deroga alla Lombardia ed Piemonte per l’innalzamento del limite previsto per lo spandimento di effluenti in zona vulnerabile da nitrati, da 170 Kg di azoto per ettaro fino a 250 Kg di azoto per ettaro. in particolare, l’applicazione della Direttiva nitrati ha comportato l’obbligo da parte di tutte le Regioni di predisporre specifici piani di azione e di perimetrare “zone vulnerabili ai nitrati” che hanno compreso la totalità dei comprensori nazionali a più alta vocazione zootecnica. in queste aree, la possibilità di utilizzare azoto organico sui terreni viene ridotta della metà, passando dai 340 kg/ha/anno, previsti come limite per le aree “non vulnerabili”, alla quantità di 170 kg/ha/anno delle “aree vulnerabili”. nel 2011, al termine di un negoziato protrattosi per oltre due anni, la Commissione europea aveva autorizzato una deroga, fino a dicembre 2015, ad un gruppo di Regioni della Pianura Padana (Lombardia, Piemonte, emilia Romagna e Veneto), consentendo di elevare la quantità di azoto utilizzabile nelle aree vulnerabili, su richiesta dei singoli imprenditori agricoli e sotto condizioni di gestione molto rigorose, da 170 a 250 kg/ha/anno (Decisione n.2011/721/UE). La scadenza del regime di deroga ha determinato

C

l’avvio di un nuovo negoziato richiesto dalla Lombardia e dal Veneto, terminato con la decisione di conferma della deroga concessa da parte della Commissione. Quest’ultima aveva subordinato l’esito positivo del procedimento, tra l’altro, all’approvazione definitiva del decreto ministeriale di revisione del Dm 7 aprile 2006, in materia di utilizzazione agronomica, adottato, infine, il 25 febbraio 2016 dal ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ed in corso di pubblicazione. Sebbene la deroga consenta alle imprese agricole, nelle Regioni di riferimento, di beneficiare di limiti meno stringenti per l’utilizzazione agronomica degli effluenti, Coldiretti, anche in considerazione delle condizioni di gestione molto rigorose che vengono richieste per l’applicazione della stessa, ha da tempo sottolineato come tale meccanismo non rappresenti una reale soluzione del problema “nitrati”. Diversamente, è necessario procedere ad una revisione delle zone vulnerabili e dei criteri di perimetrazione delle stesse, tenendo conto anche dei carichi inquinanti derivanti da eventuali fonti di pressione di origine non agricola che possono concorrere a determinare lo stato di contaminazione. infatti, sovrapponendo la mappa delle zone vulnerabili con quella dei punti di superamento della concentrazione dei nitrati è stato dimostrato che ci sono intere zone designate che non presentano alcun superamento della soglia dei 50 mg/l, necessaria a giustificare la designazione come vulnerabile dell’area. altre aree mostrano, invece, un diffuso superamento della soglia dei

50 mg/l, ma non risulta che rivesta un ruolo realmente significativo il carico zootecnico, quanto, invece, la pressione delle acque reflue urbane in relazione alle criticità depurative o delle acque reflue di origine industriale. in tale prospettiva, va valutata molto favorevolmente la disposizione, sollecitata da Coldiretti ed inserita nel decreto di revisione del Dm 7 aprile 2006, che prevede il rinvio ad un decreto interministeriale, da adottare entro 90 giorni dalla pubblicazione del decreto, per la definizione di specifici criteri per l’individuazione delle zone vulnerabili da nitrati, tenendo conto anche dei carichi inquinanti derivanti da eventuali fonti di pressione di origine non agricola che possono concorrere a determinare lo stato di contaminazione. Tale norma appare determinante al fine di avviare il percorso di valutazione del rapporto di causa ed effetto tra i diversi fattori, per individuare quanto ciascuno degli elementi (naturali o antropici) incida sull’inquinamento esistente o rischi di aggravarlo e, quindi, quale sia la tipologia o il livello di inquinamento che ogni fonte di pressione è in grado di causare. Tali valutazioni sono indispensabili, infatti, per garantire la proporzionalità e l’adeguatezza delle misure di contenimento dell’apporto di nitrati applicate al settore agricolo e per assicurare la previsione, nei Programmi di azione, di misure specifiche per lo svolgimento di attività non agricole individuate tra le fonti di pressione, tenendo proporzionalmente conto, in tale ipotesi, della corrispondente riduzione del carico di nitrati.

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A Masio ZONA DI ALESSANDRIA ATTUALITÀ| Le azienDe COLDiReTTi

“Cascina San Marco”: oltre 7.000 capi di vero prodotto Made in Italy L’azienDa zOOTeCniCa Di FamigLia aD inDiRizzO SUiniCOLO Di VaLenTina BinnO alentina Binno è un fiume in piena, energia allo stato puro. mamma a tempo pieno, riesce sapientemente ad equilibrare la sua giornata tra impegni dedicati ai piccoli e all’azienda. imprenditrice agricola non lo è nata ma lo è diventata facendo crescere con passione l’impresa della famiglia del marito, marco Bosco, dove si occupa non solo di contabilità ma anche di innovazione. Tradizione e rinnovamento, infatti, sono i concetti chiave che animano la filosofia dell’imprenditrice Valentina Binno: nata e cresciuta in un ambiente non agricolo, ha saputo avvicinarsi alla campagna vivendo da protagonista l’ampliamento di un’azienda che ha tutte le carte in regola per affrontare il futuro con determinazione e fermezza. Dal 2010 ha scelto di dedicare la propria professionalità nell’azienda agricola di famiglia, a indirizzo zootecnico con allevamento di suini, di proprietà non in soccida: oltre 7.000 capi da ingrasso, 200 ettari di terreno coltivato a grano, mais e sorgo. Un’impresa a conduzione familiare, frutto della continuità generazionale: una realtà sorta nella cintura torinese e poi approdata nel 1988 nell’alessandrino, a masio, dove già esisteva una struttura di proprietà, idonea all’allevamento suinicolo. La storia di Valentina Binno, classe 1984 e un diploma conseguito all’istituto Tecnico per geometri "P.L.nervi" di alessandria, va di pari passo con la storia del suo impegno in agricoltura. Una dedizione anche nei confronti di Coldiretti che si concretizza il 27 maggio 2013 quando viene eletta all’unanimità responsabile provinciale giovani impresa e, successivamente, il 12 settembre quando viene nominata delegata giovani impresa Piemonte.

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Tre bimbi piccoli, un’azienda dai numeri importanti… come si riescono a conciliare le esigenze di tutti ? Devo dire che ho alle spalle una “squadra eccezionale” a partire da mio marito passando per i miei suoceri e i miei genitori. mi aiutano molto altrimenti sarebbe tutto più difficile, siamo ben organizzati e i risultati, con orgoglio, posso dire che si vedono. Qual è l’ingrediente che sta alla base di tutto? Sicuramente una grande passione per questo lavoro, anche durante le gravidanze non mi sono mai fermata, se non per brevi periodi imposti dai medici, perché non riesco a stare lontana dall’azienda, da quella che è diventata parte di me a tutti gli effetti.

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Foto di famiglia

per la Delegata Regionale e Provinciale giovani impresa Valentina Binno, il marito marco Bosco e i figli matilde,alice e Luca. É diventata, hai detto bene, perché prima non sapevi molto di allevamento e agricoltura… Sono nata in campagna, a Cassine, ma prima del 2006 non mi ero mai “avvicinata” al mondo agricolo con l’intenzione di entrane a far parte. Dopo aver conosciuto marco ho iniziato ad appassionarmi alle dinamiche dell’allevamento e alla cerealicoltura quello che è successo negli anni seguenti è storia nota. L’incontro con Coldiretti? non è stato un incontro ma una ovvia conseguenza, l’azienda è sempre stata associata all’Organizzazione, penso sia tra le più storiche e fidelizzate quindi, quando mi è stato chiesto di entrare a far parte del Comitato giovani impresa e poi diventare delegata provinciale è stata una grande gioia. Anche una responsabilità! Sì certo, però devo dire che ha prevalso il mio lato del “fare”, quello di voler portare innovazione nei giovani impresa. Che si è ulteriormente concretizzato con l’elezione regionale… Proprio così, impegni maggiori, come l’elezione nel Comitato esecutivo nazionale, ma anche tante soddisfazioni. Ho avuto modo di conoscere tante persone fantastiche con cui confrontarmi.

Il comparto suinicolo è uno di quelli maggiormente messi sotto pressione dal falso Made in Italy… in azienda abbiamo circa 7.000 capi e contratti perla produzione di prosciutto di Parma e San Daniele, quando raggiungono il peso idoneo vengono macellati e diventano prodotto vero made in italy, sano e di qualità: l’entrata in italia di cosce e prosciutti dall’Olanda, lavorati e poi spacciati per prodotto italiano, mi fa accapponare la pelle! La battaglia per la rintracciabilità in etichetta, anche della carne suina, mi vede da sempre in prima linea!


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A Fosseto FRAZIONE DI SAN SALVATORE Le azienDe COLDiReTTi |ATTUALITÀ

Sergio Amisano: “Alleviamo da tre generazioni razza Garonnese” azienDa CeReaLiCOLa aPPRezzaTa anCHe PeR La PRegiaTa aTTiViTà ViVaiSTiCa Di PiOPPeLLe

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osseto fa parte del Comune di San Salvatore, meno di un centinaio di anime, per una frazione che però non si può definire dormitorio come tanti altri paesi che rimangono praticamente disabitati sino alle ore serali. Un’età media giovane: obiettivo continuare a far vivere questa frazione e non a farla sopravvivere.Fosseto è sempre stata “famosa” per aver dato i natali al re dei caschi, gino amisano, una frazione vivace, attaccata alla terra e alle tradizioni ma non per questo poco sensibile alle idee innovative e alla capacità di offrire nuove spunti di imprenditorialità. ne è un esempio l’azienda di Sergio amisano, nessuna parentela con il più famoso e prima citato gino, ma altrettanta la volontà di garantire futuro e solidità all’azienda di famiglia. La storia ha radici lontane, si parla degli anni ’20, quando gli antenati di nonno giuseppe, 88 anni e grinta da vendere, hanno iniziato a lavorare la terra per sopravvivere alle difficoltà di quegli anni. Da allora sono cambiate molte cose ma non la volontà e la tenacia che da giuseppe ha ereditato il figlio Sergio e trasmesso alle nuove generazioni, supportato dalla moglie antonella. Sergio, con orgoglio, ci racconta la decisione del figlio Stefano di “fermarsi in agricoltura” e di portare avanti l’azienda di famiglia, aiutato anche dalla sorella Silvia. Un’impresa non solo ad indirizzo zootecnico: infatti, è riconosciuta la sua pregiata attività vivaistica nell’ambito vivaistico per pioppi, e per gli ettari coltivati a cereali. e mentre giuseppe continua a monitorare l’azienda, e ad essere presente a trecentosessanta gradi, ci facciamo raccontare da Sergio come è nata questa passione e, soprattutto, cosa ne pensa del futuro in un momento non facile per la zootecnia.

Da cosa nasce l’ “Azienda “Amisano”? nasce dall’amore e dall’esperienza di tre generazioni per l’agricoltura e per l’allevamento. Fin dagli inizi della nostra attività abbiamo posto la massima cura nell’allevamento del nostro bestiame ma, più in generale, in tutto quello che costituisce l’impresa. Andiamo per ordine, quanti sono i capi in stalla? Oscillano dai 120 ai 130 di razza garonnese. acquistiamo i vitellini in Francia quando hanno circa tre mesi e in stalla rimangono sino ai 15/18 mesi. nonostante siano passate tre generazioni i nostri bovini vengono nutriti e ingrassati con una miscela di mais, crusca, soia, fieno e erba medica: tutto prodotto da noi, una filiera chiusa in modo da poter garantire al consumatore rintracciabilità e qualità senza paura di “metterci la faccia”. Ogni vitello è assiduamente controllato da veterinari specializzati in modo da garantire la massima salute.

Foto di famiglia

Sergio Amisano tra i figli Stefano e Silvia e la moglie antonella. Sotto tre generazioni a confronto: al centro il nonno giuseppe tra Sergio e Stefano Quanti capi vengono macellati? i numero di capi macellati varia a seconda delle necessità dei macellai con cui lavoriamo. E volevo proprio arrivare a parlare della realizzazione dello spaccio aziendale che avete costruito per la vendita delle carni... e’ motivo di grande orgoglio per noi: macelliamo per lo spaccio un capo a settimana e vantiamo una numerosa clientela. Siamo aperti ogni sabato dalle 9 alle 12.30 al pomeriggio dalle 15 alle 19.30. La domenica dalle 9 alle 12.

L’ “Azienda Agricola Amisano”, dicevamo, non è solo allevamento ma anche vivaio per pioppelle. Quanti ettari? Poco più di 30 ettari, le nostre pioppelle sono coltivate in terreni non irrigabili, ma il cui grado di umidità e fertilità mantenuto grazie all’apporto di concime organico naturale proveniente dal nostro allevamento di bestiame. Mi sembra di capire che il rapporto con il consumatore è fondamentale, perfettamente in linea con la progettualità Coldiretti. Vero? Quello che Coldiretti sta facendo per la tutela del consumatore e del Made in Italy è importantissimo: oggi c’è “fame di cose buone” e l’attenzione verso ciò che si porta in tavola è molto alta. La soluzione per stare sul mercato in modo vincente è la trasformazione del proprio prodotto: non a caso, uno dei nostri obiettivi a cui stiamo pensando da un po’ è omologare la cucina per realizzare agnolotti e pasta fresca. Una “pensiero” per il futuro? Ogni mattina bisogna alzarsi con un’idea nuova. mai fossilizzarsi e avere ben chiaro il concetto che le mie idee non possono essere quelle di mio figlio. Questa si chiama innovazione e da qui si passa per costruire il futuro.

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ATTUALITÀ| TeRRanOSTRa/CamPagna amiCa

COMMERCIALIZZAZIONE PRODUziOne eD eTiCHeTTaTURa

AL VIA La nUOVa Legge

UOVA E POLLAME

APPROVATO

Se Ne È PARLAtO IN uN CONveGNO ALLA CCIAA

IL REGOLAMENTO ATTUATIVO sull’agriturismo in Piemonte a nuova legge regionale sull’agriturismo in Piemonte n.2 del 23 febbraio 2015, a un anno dalla sua pubblicazione, è diventata operativa, con l’approvazione del regolamento da parte della giunta regionale che definisce appositi requisiti tecnici ed igienico-sanitari, nonché criteri, caratteristiche qualitative e modalità funzionali per lo svolgimento delle attività ricettive in agriturismo e in ospitalità rurale familiare. L’assessorato competente sotto la guida dell’assessore giorgio Ferrero ha effettuato un serio lavoro anche di approfondimento che, ha tenuto conto altresì del quadro normativo delle altre regioni italiane in materia agrituristica e, ha considerato come preminenti gli aspetti relativi alla valorizzazione della produzione agricola piemontese e alla tutela del patrimonio edilizio rurale, in relazione alle tipologie ricettive coinvolte nell’offerta turistica in agriturismo.il regolamento dà attuazione alle prescrizioni dettate dalla legge, fissando le modalità di verifica della prevalenza dell’attività agricola su quella di accoglienza, le norme sulla somministrazione di cibo e bevande e sulla ricettività, abolendo i limiti esistenti sui coperti giornalieri, stabilendo i criteri per l’uso dei fabbricati rurali, sulla messa a disposizione degli ospiti di piscine, palestre, centri benessere, sulle modalità di apertura e anche i compiti di controllo dei Comuni. Si parlerà della Legge Regionale e del Regolamento attuativo nel corso di un incontro organizzato da Terranostra il 30 marzo che vedrà tra i relatori il Dr. Bruno della Regione Piemonte, il responsabile fiscale di Coldiretti Dr.musso e il presidente Terranostra Piemonte Stefania grandinetti.

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entre l’agroindustria sta pensando di valorizzare le uova italiane con un brand, il settore avicolo, in particolare l’allevamento familiare, è immerso in un ginepraio di norme che differentemente, trovano applicazione non solo a livello regionale ma, anche semplicemente locale. il relativamente recente Decreto 22-2014 del 13.11.2013, nonchè il piano nazionale di controllo delle salmonellosi 2016-2018 richiamano un puntuale aggiornamento del settore, per dare alle aziende un quadro omogeneo di operatività territoriale. La filiera produttiva parte già dagli animali in vita, dalla tipologia di allevamento, dall’alimentazione degli stessi, dal loro benessere e continua con la macellazione e conservazione della carne o con la raccolta delle uova, dal loro stoccaggio e conservazione in azienda, dalla loro identità e tracciabilità, dalla loro manipolazione. Per quanto concerne la commercializzazione delle uova per il consumo diretto, queste devono provenire esclusivamente da un Centro di imballaggio Uova e devono essere anche stampigliate con il codice del produttore. esi-

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stono comunque delle deroghe che devono essere citate in quanto permettono di distinguere due livelli di commercializzazione.Vengono esonerati alla stampigliatura solo quei produttori che provvedono alla vendita di uova da tavola in una attività cosiddetta complementare, ovvero fino a 50 galline ovaiole purchè venga comunicato / esposto all’acquirente il nome e l’indirizzo del produttore, nonché la data di produzione. Le zoonosi a livello della produzione primaria, inoltre devono, essere adeguatamente controllate per garantite la salubrità dell’alimento e la salute del consumatore, indipendentemente dal numero di animali ovaiole dal momento che la loro detenzione è finalizzata alla produzione di uova o carne, destinati ad essere immessi sul mercato per il consumo alimentare. Di tutto questo, con particolare puntualizzazione, ne hanno parlato il Dr. Rizzola, il Dr. Bellizzi ed il Dr. Fissore del Servizio Veterinario l’asl di alessandria in un seminario formativo svoltosi presso la CCiaa, coordinato dalla Dr.ssa Luisa Bo e dalla Dr.ssa Camurati referente formativo dell’asl alessandrina.

Per info Segreteria Terranostra: 0131-235891 luisa.bo@coldiretti.it


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[pagine a cura di Luisa Bo]

TeRRanOSTRa/CamPagna amiCa |ATTUALITÀ

CORSO ERBE SPONTANEE inCOnTRi Di CUCina miRaTi

PONTI È CITTÀ DEL BIO CON LA SAGRA DeL

POLeNtONe

MANGIARE

e L’AGRImeRCAtO

DI CAmPAGNA AmICA

SANO CON LE ERBE SELVATICHE GuIDA ALLA RACCOLtA e ALLA CuCINA IN 8 INCONtRI

uso delle piante selvatiche risale quindi all’origine della specie, e la nostra moderna alimentazione le ha quasi del tutto escluse. Siamo onnivori, dobbiamo consumare moltissime sostanze diverse per mantenerci sani, motivo in più per riscoprire l’uso in cucina della grande diversità di piante che ci offre la natura. non dimentichiamo il piacere di stare nel verde, avere un rapporto sostenibile con l’ambiente e tornare ad apprezzare sapori molto diversi e molto buoni, tutti da riscoprire. L’agriturismo Lo Casale di arquata Scrivia e Terranostra propongono per la primavera 8 incontri in cucina sulle piante spontanee alimentari.

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19 Marzo: viole, primule, aglietto, tarassaco, ortica, silene, polmonaria, papavero, favagello, finocchietto... per la preparazione di antipasti saporiti e appetitosi anche in previsione del menu di Pasqua.

14 e 23 Maggio: fiori di sambuco, barbarea, acetosa, rosa di macchia, meliloto, tarassaco, borragine, malva, trifoglio, papavero, timo, alliaria... per la preparazione di primi asciutti, gnocchi e insalate colorati e profumati. 11 e 25 giugno: infestanti dell'orto come amaranto, portulaca, grespino, farinaccio, borragine, bardana, lattughe, malva, nepitella, menta...per preparare minestre e secondi.

9,18 e 30 Aprile: germogli di luppolo, grespino, radicchio, acetosa, spinacio selvatico, barbarea, melissa, alliaria, farfaro, acacia, piattello... per la preparazione di piatti per buffet, picnic o merende.

il programma prevede al mattino le preparazioni in cucina a base di erbe che degusteremo insieme, nel primo pomeriggio visita ai dintorni per riconoscere e raccogliere nel loro habitat, le specie che interessano.

Per info e prenotazioni: Segreteria Terranostra luisa.bo@coldiretti.it Anna: tel.0143-635654 - cell.388-0413947 • locasale-anna@libero.it

La RiCeTTa DeL meSe Ingredienti:

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accordo nazionale tra Campagna amica e Città del Bio ha dato il via al suo primo appuntamento piemontese con il famosissimo “Polentone” di Ponti. Ogni anno i cuochi pontesi cucinano 10 quintali di buonissima polenta accompagnata da una frittata di 1000 uova e 200 chilogrammi di cipolle della filiera Campagna amica. Ovviamente il tutto bagnato con gli eccezionali vini DOC della zona. Lo scorso 6 marzo la 446esima Sagra del Polentone si è svolta sotto la neve ma, forse per il menù tipicamente invernale o per la presenza dell’agrimercato di Campagna amica, è stata anche quest’anno vissuta intensamente. il Polentone non è solo gastronomia, ma una festa che coinvolge tutto il paese e che si snoda nelle vie paesane con il corteo storico in costumi del 1571 e con la Rievocazione dell’incontro fra il marchese Del Carretto e i calderai di Dipignano, una bella occasione per “vivere” turisticamente una zona dell’alessandrino costellata di agriturismi e di una fiorente agricoltura.

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RABAToN DEL MANDRoGNo

Preparazione:

Tra le varie miscele di erbe che ho provato la prevalenza di luppolo è la migliore. Lessare le erbe (almeno 500gr di luppolo e il resto tra ortiche, papaveri, •400gr di ricotta; tarassaco, radicchio...). Strizzarle accuratamente per eliminare il più possibile 1kg di erbe di campo miste • l'acqua, tritarle, unirle alla ricotta e mescolare bene. aggiungere le uova, il parcon prevalenza di germogli di luppolo; migiano, il pecorino, le aromatiche finemente tritate a coltello, sale e pepe. •100gr di parmigiano e 50gr L’impasto deve risultare morbido, ma non molle perchè dovremo lavorarlo a di pecorino grattugiati; mano, se occorre aggiungere un pugno di pangrattato o di farina. É consigliabile lasciar riposare in frigo l'impasto per qualche ora per migliorare la consistenza, •2 uova; quindi formare sulla spianatoia infarinata dei rotoli di 3cm di diametro, “rabaErbe aromatiche tritate • tarli” bene nella farina (rotolarli, in dialetto piemontese, operazione che dà il nome al piatto) e tagliarli a tranci di 6/7 (erba amara, finocchietto, salvia, centimetri. Lessare i rabaton in brodo vegetale, in parte formato dall’acqua di cottura delle verdure, gettandoli nepitella, maggiorana...); ad uno ad uno quando bolle tumultuosamente. Come vengono a galla raccoglierli con la schiumarola, facendo attenzione a non romperli e disporli in una teglia precedentemente imburrata. Cospargerli di parmigiano e di fioc•Pane grattugiato (se occorre), chetti di burro e infornare a 200° per 20 minuti, fin che sono dorati e servire ben caldi. sale, pepe e farina bianca Lo CASALE di Rivera anna maria - Strada per Pratolungo 59, 15061 arquata Scrivia (aL) Tel.0143-635654 • e-mail: locasale-anna@libero.it

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ORGANIZZAZIONE|nOTizie Di aTTUaLiTà

ULTIMA ORA nOViTà SULLa CaCCia - inTeRROgaziOne aLLa CameRa RISARCIMENTO DANNI DA

FAUNA SELVATICA COME AIUTI DI STATO DeLIBeRA PARtItA DALLA ReGIONe mARChe

On. ermete Realacci alza il tiro sui risarcimenti dei danni da fauna selvatica e presenta un’interrogazione parlamentare al ministro martina chiedendo un’interpretazione ufficiale della legislazione vigente che chiarisca come il regolamento de minimis non si applichi in questo caso in quanto non si tratta di aiuti di stato. Per chiarire la questione, Realacci ha presentato una interrogazione al ministro dell’agricoltura evidenziando come tutto sia partito da una delibera di giunta della Regione marche, con la quale è stato disposto che anche il risarcimento dei danni da fauna selvatica debba essere calcolato secondo il regime de minimis che prevede un massimo di aiuti di 15 mila euro in 3 anni. La stessa soluzione è stata adottata anche dalla Regione Piemonte e non è escluso, ricorda l’Onorevole, che altre Regioni giungano ad adottare gli stessi provvedimenti.

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inoltre, dal 1° gennaio 2015 l’amministrazione regionale marchigiana non sta più erogando alcun risarcimento, così come il Parco nazionale dei monti Sibillini e quello del gran Sasso monti della Laga, per la mancata presentazione della domanda di indennizzo da parte delle aziende agro-zootecniche date le numerose difficoltà incontrate nel calcolo del rispetto del regime de minimis, ma anche in ragione della mancata funzionalità del registro nazionale degli aiuti di Stato presso il ministero. Si tratta di provvedimenti dunque che “oltre a danneggiare le aziende agricole rischiano di riaprire superate conflittualità tra le attività agro-silvo-pastorali e la tutela di specie protette. Tra l’altro, non trovano alcun fondamento nella normativa comunitaria”. L’Onorevole ha fatto anche presente la nota di Coldiretti, nella quale si afferma che gli aiuti de minimis nel settore agricolo non sono suscettibili di applicazione al caso dei danni da fauna selvatica trattandosi di fattispecie diversa da quelle identificate come aiuti di stato. “Considerare i danni da fauna selvatica come aiuti di Stato è incomprensibile, dannoso e autolesionistico per l’economia delle aziende agrozootecniche e per la stessa buona gestione e controllo delle specie faunistiche selvatiche e della tutela di quelle protette”. Pertanto, nell’interrogazione si chiede al ministro quali iniziative urgenti intenda assumere per chiarire la materia, stante il fatto che, secondo quanto sopra detto, il regime de minimis non va applicato agli indennizzi per danni da fauna selvatica. Coldiretti si è fatta promotrice, infatti, delle istanze degli agri-

BIMBO RICOVERATO

A COLLOQUIO CON IL CONSIGLIERE ECCLESIASTICO

BUONA PASQUA, COLDIRETTI el primo decennio di questo secolo, quando iniziò una crisi economica mai vista prima, ci venne detto che la crisi sarebbe durata qualche anno. Di anni ne sono passati, ma non si vede la fine del tunnel di una crisi morale oltrechè economica che la scia sul campa morti e feriti. Per non cedere alla disperazione a chi o a che cosa aggrapparci? La nostra risposta è la Parola di Dio, conosciuta, ascoltata, meditata, pregata, adorata, messa in pratica. La nostra parola umana è quasi sempre inutile, se non dannosa. La Parola di Dio trasforma, crea. Dio disse: sia la luce, e la luce fu. Capita anche a noi di piangere di commozione all’ascolto della Parola, come piangevano gli esuli ebrei da Babilonia mentre il sacerdote esdra la proclamava? Per cambiare il cuore dell’uomo, per migliorare le nostre relazioni, per stare decisamente meglio in tutti i sensi, per risollevarci dall'apatia, dalla mediocrità, dal disimpegno, affidiamoci a questa Parola. Ci insegnerà a vivere in questo anno del giubileo, la misericordia non come una virtù seduta in poltrona, ma come una virtù che non sta ferma un secondo, che va incontro ai poveri, ai peccatori come noi, che da gioia, che unisce, a differenza dello sport che divide i tifosi, a differenza della politica che divide i partiti, a differenza del denaro che divide gli uomini e le famiglie. San giacomo: “fratelli, siate di quelli che mettono in pratica la Parola, e non ascoltatori soltanto” (1,22). mettere in pratica la Parola significa che essa trasforma la nostra vita. il primo compito di chi mette in pratica la Parola è l’amore a Cristo, alla chiesa, ai poveri, per trasformare ogni limite in risorsa, ogni fallimento in opportunità. Coldiretti ha sempre conservato, fedele alla dottrina sociale cattolica la sua identità. É nata cattolica e rimane cattolica. grazie anche ai suoi quadri. Un doveroso grazie, dunque, al direttore che lascia questa federazione provinciale, dottor Simone moroni, e buon lavoro al direttore che arriva, dottor Leandro grazioli per l’impegno nel mantenere e accrescere l’anima cattolica di Coldiretti. Buona Pasqua di cuore, Coldiretti. Don Ivo

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coltori che vedrebbero ingiustamente decurtati i propri risarcimenti a causa di un’interpretazione fuorviante della legislazione in materia di aiuti stato. Si tratta di danni che ammontano a più di 70 miliardi di euro e di un fenomeno diffuso su tutto il territorio nazionale che sta creando oltretutto tensioni e conflitti in quanto la normativa nazionale ormai risalente agli anni ’90, non è più in grado di garantire gli agricoltori dalle perdite di reddito subite a causa delle incursioni della fauna selvatica negli allevamenti e nei terreni coltivati.

COLDIRETTI, RADDOPPIATO IMPORT FORMAGGI ROMENI Per questo è fondamentale la trasparenza in etichetta el 2015 sono raddoppiati gli arrivi in italia di formaggio dalla Romania, con quasi 1,6 milioni di chilogrammi di prodotto che rappresentano il massimo storico per le importazioni di prodotti caseari dal paese dell’est europa. a sottolinearlo è la Coldiretti dopo che un bambino di 14 mesi è stato ricoverato all’ospedale pediatrico meyer di Firenze per un caso di probabile sindrome emolitico - uremica, provocata da escherichia coli, collegata forse all’uso di un formaggio romeno. Dopo l’episodio l’azienda Usl Toscana centro ha diffuso un avviso in cui invita “chiunque sia in possesso di prodotti a base di latte della ditta SC Bradet s.r.l. a non consumarli e riconsegnarli al più presto all’esercizio dove sono stati acquistati”. La Coldiretti chiede che venga reso immediatamente obbligatoria l’indicazione di origine in etichetta di tutti i formaggi, ma anche l’indicazione delle loro caratteristiche specifiche a partire dai sottoprodotti. non è un caso conclude la Coldiretti - che l’89 % dei consumatori ritiene che la

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mancanza di etichettatura di origine possa essere ingannevole per i prodotti lattiero caseari, secondo la consultazione pubblica on line sull’etichettatura dei prodotti agroalimentari condotta dal ministero delle Politiche agricole che ha coinvolto 26.547 partecipanti sul sito del mipaaf dal novembre 2014 a marzo 2015.


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LUTTI Dio, fonte di perdono e di salvezza, per l’intercessione della Vergine Maria e di tutti i Santi, concedi ai nostri fratelli e parenti, che sono passati da questo mondo a Te, di godere la gioia perfetta nella patria celeste. Per Cristo nostro Signore. Amen. ✟

La Dirigenza e la Struttura della Coldiretti di Alessandria sono vicini ad Angelo Mussi, Sindaco di Castelspina, per la scomparsa del caro

La Coldiretti di Alessandria prende parte al dolore delle famiglie De Vincenzi e Viglino, per la scomparsa della cara

PAPà

gIOvANNA vIgLINO

Socio e già Presidente di Sezione di Castelspina

Socia di Bergamasco

✟ 23/08/1929 - 01/03/2016 ✟

✟ 08/03/1939 - 14/03/2016 ✟

Sentite condoglianze da parte di Coldiretti Alessandria alla famiglia Buzzio, per la perdita del caro

Sentite condoglianze da parte di Coldiretti Alessandria, alla famiglia Casaleggio, per la scomparsa del caro

gIOvANNI

Socio di San Salvatore Monferrato

✟ 08/01/1934 - Marzo 2016 ✟

La Coldiretti tutta partecipa dolore della famiglia Orsi, per la scomparsa della cara

ANNA

Socia di San Giuliano Vecchio

✟ 22/07/1911 - 22/02/2016 ✟

Sentite condoglianze da parte di Coldiretti Alessandria ai figli Pier Francesco e Antonio, per la scomparsa della mamma

PAOLINA MEARDI

storica maestra nata a Molino dei Torti che lo scorso luglio ha compiuto 104 anni.

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AgOSTINO Socio di Villa del Foro

✟15 Marzo 2016 ✟

La Dirigenza e la Struttura della Coldiretti di Alessandria hanno preso parte ed esprimono le più sentite condoglianze a Marisanta Panelli, Responsabile Area Amministrazione della Federazione Provinciale, per la scomparsa della cara mamma

CARLA ROSSI ved. PANELLI ______________________________ Marisanta con il marito Danilo Sartirana e il figlio Diego ringraziano la Coldiretti per l’affetto dimostrato nella triste circostanza


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n°03 • marzo 2016| AGRICOLTURA A. 31


14 MARZO 2016_Agricoltura Alessandrina 21/03/16 09:56 Pagina 32


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