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SETTORE VITIVINICOLO

VINO: IL 15 NOVEMBRE PRIMA SCADENZA PER LE DICHIARAZIONI DI VENDEMMIA A PRODUZIONE

Prima scadenza il 15 novembre per la presentazione delle dichiarazioni obbligatorie di vendemmia e di produzione di vino e mosti e di rivendicazione di vini Do e Ig. che devono utilizzare i dati del registro di Cantina alla data del 30 novembre. Il 5 ottobre l’Agea ha pubblicato le istruzioni relative alla campagna vitivinicola 2020/2021. Gli adempimenti per la dichiarazione di vendemmia interessano i produttori di uva da vino che effettuano la raccolta e la cessione totale dell’uva prodotta, i produttori che effettuano la raccolta e la vinificazione con utilizzo esclusivo di uve proprie, i produttori che effettuano la raccolta, la cessione parziale e la vinificazione con utilizzo esclusivo di uve proprie, i produttori che effettuano la raccolta e la vinificazione con aggiunta di uve e mosti acquistati, i produttori che effettuano la raccolta, la cessione parziale e la vinificazione con aggiunta di uve e mosti acquistati, i soggetti che effettuano l’intermediazione delle uve, le associazioni e cantine coop relativamente alle uve raccolte dai soci o per i vigneti condotti direttamente. Si deve presentare la dichiarazione anche se la produzione è zero e nel caso di conduttori di vigneti che abbiano effettuato la vendita su pianta. L’esonero scatta per la produzione di uva destinata all’autoconsumo, a quella essiccata o trasformata in succo di uva, per le aziende con meno di 0,1 ettari di vigneto e infine a chi consegna tutta la produzione a un Organismo associativo. ECCO TUTTE LE SCADENZE. Le dichiarazioni di vendemmia vanno presentate entro il 15 novembre. Le dichiarazioni di produzione vanno presentate entro il 15 dicembre per i produttori che effettuano la raccolta e la vinificazione con aggiunta di uve e mosti acquistati, per quelli che effettuano la raccolta, la cessione parziale e la vinificazione con aggiunta di uve e mosti acquistati, per le associazioni e cooperative. I produttori di uva che effettuano raccolta e vinificazione solo con uve proprie e quelli che effettuano raccolta, cessione parziale e vinificazione con esclusivo impiego di uve proprie devono presentare le dichiarazioni di produzione entro il 15 novembre, in ogni caso si possono rettificare i dati entro il 15 dicembre. E’ possibile fino al 15 marzo effettuare rettifiche con ravvedimento operoso, ma solo per correggere errori “non essenziali ai fini della quantificazione e qualificazione del prodotto”. Si ricorda che per coloro che hanno presentato la domanda di contributo per la riduzione delle rese per le uve a Do e Ig è assolutamente indispensabile rispettare la scadenza del 15 novembre per la presentazione delle dichiarazione di raccolta delle uve in quanto eventuali ritardi anche se sanati con il ravvedimento operoso potrebbero comportare la perdita degli aiuti. I produttori devono dunque recarsi presso gli uffici Coldiretti per le pratiche della nuova campagna.

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OCM VINO: ENTRO IL 23 NOVEMBRE LE DOMANDE DI CONTRIBUTO PER LA PROMOZIONE 2020/2021

Entro il prossimo 23 novembre vanno presentate le domande di contributo per la campagna 2020/2021 per la promozione del vino a valere sui fondi di quota nazionale pari a 24.795.150,2 euro. E’ stato infatti firmato il 30 settembre il decreto Mipaaf con le istruzioni per la presentazione dei progetti relativi all’Ocm vino. Il decreto delinea la cornice all’interno della quale le Regioni potranno attivare i propri bandi regionali e multiregionali mettendo a disposizione fino a ulteriori 84 milioni di euro. Le domande di contributo relative ai fondi regionali e multiregionali vanno trasmesse secondo modalità e termini indicati dalle Regioni e dalle Province autonome. Nella nuova programmazione è stata aumentata la percentuale massima di contributo al 60 per cento. Le attività devono essere svolte dal 1° aprile al 31 dicembre 2021. Gli importi minimi di contributo per Paese terzo restano confermati a 250.000 euro per Paese/Progetto e a 15.000 euro di contributo per PaL’Agea ha pubblicato le istruzioni per l’accesso alla misura della “distillazione dei sottoprodotti della vinificazione - alcool uso industriale” relativa alla campagna 2020/2021. Possono accedere all’intervento i distillatori. I produttori che hanno trasformato uve in vino devono consegnare fecce e vinacce - al distillatore per la trasformazione in alcool a fini industriali o energetici. Il documento Agea precisa che gli aiuti per grado e per ettolitro sono pari a 1,10 euro per l’ alcool etilico da vinaccia 1,10 e 0,50 euro per l’ alcool etilico da vino e fecce. Mentre il distillatore riconoscerà al produttore 0,016 euro per Kg. Se ese (derogabili a livello regionale), mentre i quantitativi minimi di vino imbottigliati sono di 7.500 hl per progetto e 750 hl per singoli partecipanti, anche questi derogabili a livello regionale. L’ importo minimo di contributo per partecipante viene ridotto a 7.500 euro in caso di Paesi emergenti. Le varianti minori al progetto (fino al 20%) non richiedono un’autorizzazione preventiva, ma dovranno essere oggetto di specifica comunicazione preventiva. Rispetto alla passata campagna viene leggermente modificata la griglia dei punteggi per i progetti nazionali: saranno premiati di più i Consorzi di tutela e meno la componente di aggregazione di piccole e micro aziende. Aumentate al 20% le percentuali massime per le sub azioni relative a expertise e pubbliche relazioni. Sono ammesse attività promozionale nel Regno Unito anche se fuori dalla Ue dal 1° gennaio 2021. Anche quest’anno Coldiretti è in prima linea per promuovere una o però il trasporto al centro di raccolta è a carico del distillatore l’aiuto è nel limite massimo del 10% rispetto al volume di alcool contenuto nel vino prodotto su base nazionale. Definito anche il calendario per le consegne dei sottoprodotti ai distillatori: per le vinacce, entro 30 giorni dalla fine del periodo vendemmiale; per le fecce, entro 30 giorni dal loro ottenimento e comunque entro il termine ultimo del 31 luglio. La distillazione dei sottoprodotti deve avvenire entro il 20 giugno 2021, sia per le vinacce che per le fecce. Tuttavia, per i quantitativi di fecce e vinacce non distillate entro più iniziative a livello nazionale e regionali e, laddove attivati, i progetti multiregionali. I progetti annuali saranno finalizzati a promuovere esclusivamente vini DOC, DOCG e/o IGT. Le azioni prevedono partecipazione a fiere ed eventi anche virtuali; tasting e degustazioni; seminari ed eventi informativi anche on line; promozione sui punti vendita e a advertising (carta stampata e web). E’ necessario dunque che i produttori si rechino tempestivamente ne-

ECCO LE ISTRUZIONI PER LA DISTILLAZIONE DI FECCE E VINACCE NELLA CAMPAGNA 2020/2021

gli uffici della Coldiretti. tale termine l’ultima scadenza per la distillazione è il 31 luglio 2021. Quanto alle caratteristiche dei prodotti per le vinacce sono richiesti 2,8 litri di alcool anidro (effettivo e potenziale) per 100 kg.; per le fecce di vino 4 litri di alcool anidro per 100 Kg., a 45% di umidità, previa denaturazione. Per incassare l’aiuto l’alcool ottenuto dalla distillazione dei sottoprodotti deve avere un titolo alcolometrico pari o superiore al 92% volume e deve essere utilizzato esclusivamente per fini industriali o energetici.

PRESTAZIONI VINICHE: DUBBI DETENZIONE SOTTOPRODOTTI

Il reimpiego dei sottoprodotti della vinificazione a scopi energetici, alimentari, mangimistici (oltre naturalmente lo spandimento sui terreni o il compostaggio) è una pratica che può essere alternativa alla consegna alle distillerie e sta interessando in misura importante le imprese vitivinicole. A riguardo le “prestazioni obbligatorie” (gestione e controllo dei sottoprodotti) a cui sono tenute le cantine le disposizioni prevedono limiti per i tempi di detenzione e modalità da seguire. Per quanto attiene i tempi ci aiuta l’articolo 13 della Legge 238/2016: - “ La detenzione delle vinacce negli stabilimenti enologici è vietata a decorrere dal trentesimo giorno dalla fine del periodo di cui all’articolo 10, comma 1 (cioè 31 dicembre), oppure, se le vinacce sono ottenute in un periodo diverso, a decorrere dal trentesimo Ritorniamo su tema esportazione negli USA riprendendo la problematica inerente il nuovo codice UFI. L’amministrazione americana tramite la FDA (Food and Drug Administration) richiede alle ditte che esportano verso gli USA l’UFI, (Unique Facility Identifier) un ennesimo codice identificativo che dovrà accompagnare le vendite. In funzione della sopramenzionata codifica ufficiale UFI, la FDA ha approvato come validi e sostitutivi i codici “DUNS” gestiti dalla Dun & Bradstreet (una società che fornisce dati giorno successivo a quello dell’ottenimento. La detenzione delle fecce non denaturate negli stabilimenti enologici è vietata a decorrere dal trentesimo giorno successivo a quello dell’ottenimento. I termini di cui al presente comma sono elevati al novantesimo giorno per i produttori di quantitativi inferiori a 1.000 ettolitri”. Invitiamo a notare che a proposito delle fecce si legge “non denaturate” e questo significa che laddove avvenga l’aggiunta del denaturante, le fecce possono restare in cantina anche oltre i tempi indicati, ossia oltre i 30 giorni o 90 se la produzione e inferiore a 1.000 hl di vino. Questo è utile anche ai fini della compilazione del registro telematico. Nel caso si organizzino centri di raccolta temporanei (se sono presso cantine i sottoprodotti devono essere sempre denaturati) commerciali, analisi ecc). Dopo aver effettuato le verifiche necessarie siamo ora a confermare che all’atto del rinnovo della licenza sulla sicurezza alimentare Food Safety Modernisation Act, nota come legge antibioterrorismo, viene richiesto anche il suddetto nuovo codice UFI e lo stesso rinnovo non procede senza di esso. Ad oggi per ottenerlo in modo rapido, pur consapevoli che i dati aziendali forniti saranno posseduti dalla società Dun & Bradstreet, occorre collegarsi e richiederlo al sito FDA /DUNS al

per l’avvio alle distillerie o per usi energetici occorre una preventiva comunicazione all’ICQ. È inoltre consentita la cessione dei sottoprodotti tra distillerie e utilizzatori a scopi energetici. Nel caso le vinacce vengano destinate ad usi diversi dalla distillazione, compreso lo spandimento in azienda necessita sempre la preventiva comunicazione all’ICQ. Detta comunicazione, in carta libera, è valida per l’intero periodo (ricompresa tutta la campagna vitivinicola) e deve pervenire antecedentemente alla prima introduzione di vinaccia e contenere l’indicazione dell’indirizzo della cantina ove sono detenute le vinacce e la quantità complessiva che si prevede di introdurre nel cor-

VENDITE VINO IN USA: RINNOVO LICENZA E CODICE “UFI”

so della campagna. seguente link: https://www.fdadunslookup.com/. I produttori che hanno necessità di rinnovare (o chiedere per la prima volta) la licenza, in scadenza alla fine dell’anno in corso (la durata è biennale) e devono ottenere il nuovo codice “UFI” possono sempre rivolgersi agli Uffici Coldiretti per presentare la domanda di iscrizione al sistema FDA e avere l’assistenza di un “Agent USA” oltre che la consulenza per ogni attività connessa alla vendita all’estero.

RIASSUMENDO: ALTRE SCADENZE IMPORTANTI PER IL CALENDARIO DELLE AZIENDE VITIVINICOLE

Il calendario dell’azienda vitivinicola è sempre molto fitto di scadenze e in vista della conclusione dell’anno proviamo a ricordarne alcune di assoluto rilievo.

Considerando che date di scadenze e adempimenti possono variare in base a diversi fattori oggettivi e soggettivi consigliamo sempre di appuntarsi su calendario o agenda, pratica per pratica, date di scadenze e tempi per possibili variazioni, che vengono indicate all’atto della predisposizione della pratica di base (esempio ristrutturazione vigneti, domanda per nuove autorizzazioni, ecc.).

DIRITTI DA CONVERTIRE IN AUTORIZZAZIONI ENTRO IL 31 dicembre 2020: entro questo termine gli interessati che ancora non l’hanno fatto dovranno, pena la perdita definitiva e improrogabile della superficie potenzialmente utilizzabile a vigneto, convertire in autorizzazione i diritti al reimpianto posseduti.

DOMANDA DI REIMPIANTO: nel caso successivamente ad una notifica di estirpazione non si sia presentata la contestuale domanda per il reimpianto per quella superficie occorre presentarla entro 2 anni entro il 31 luglio del secondo anno al fine di poter realizzare la superficie nei 5 anni dall’avvenuta rimozione del vecchio vigneto. In caso contrario si perde l’autorizzazione originata dal vecchio vigneto.

RINUNCIA NUOVE AUTORIZZAZIONI: le assegnazioni ottenute quest’anno in misura inferiore al 50% del richiesto possono rinunciarsi senza subire le sanzioni stabilite per le superfici autorizzate e non realizzate entro il 10 ottobre. In caso di non rinuncia, le autorizzazioni al nuovo impianto ricevute dovranno utilizzarsi (realizzazione del nuovo vigneto) entro il 10 settembre 2023. Invece, per quanto riguarda i produttori in possesso di autorizzazioni per nuovo impianto in scadenza nel 2020 e non esercitate, essi non sono passibili delle sanzioni a condizione che comunichino al MIPAAF e alla Regione entro il 31 dicembre 2020 che non intendono avvalersene e che non

desiderano beneficiare della proroga di validità di un anno ottenuta causa Covid. Chi intende rinunciare in toto o anche solo parzialmente alle autorizzazioni di nuovo impianto rilasciate nel 2016 e nel 2017 e non usufruisce della proroga di validità, dovrà inviare una PEC entro il 31 dicembre 2020 alla Regione.

RISTRUTTURAZIONE VIGNETI VARIANTI: sono possibili alcune varianti alla domanda originale, tra queste quella del cambio di tipologia di erogazione del contributo. La variante deve essere trasmessa prima della finanziabilità e comunque entro il 31 dicembre 2020.

IL PERIODO VENDEMMIALE: il periodo delle fermentazioni e delle rifermentazioni “libere” cessa al 31 dicembre in forza dell’art. 10, comma 1, della legge n. 238/2016. Da quel giorno scattano i termini per la consegna delle vinacce e delle fecce. Suggeriamo di verificare con attenzione le date di carico e scarico dei sottoprodotti sul registro telematico.

FILIERE ZOOTECNICHE: SPOSTATI I TERMINI PER PRESENTARE LE DOMANDE DI AIUTO

Prorogati i termini per la presentazione delle domande di aiuto per le filiere zootecniche. L’Agea ha pubblicato la rettifica che sposta al 13 ottobre e fino al 27 ottobre le scadenze. La “finestra” precedente andava dall’8 al 22 ottobre. Si tratta degli interventi a favore delle filiere zootecniche in crisi previsti dalla legge 77/17 luglio 2020 che ha istituito il Fondo emergenziale. Si ricorda che lo stanziamento è di 65 milioni di cui 30 milioni per la filiera suinicola, 4 per quella cunicola, 20 milioni per le carni di vitello, 0,5 milioni per la filiera caprina, 8,5 milioni per quella ovi-caprina e 2 milioni per il latte bufalino in aggiunta alle risorse già stanziate con decreto Mipaaf.

COVID, BONUS PIEMONTE PER GLI AGRITURISMI CON SOMMINISTRAZIONE

Tra le misure finanziarie introdotte dalla Regione per contenere, in termini economici, gli effetti negativi generati dal Covid-19, rientra il “Bonus Piemonte”, consistente nella possibilità di ottenere un contributo (una tantum) a fondo perduto, volto a sostenere la ripresa delle attività sospese, ovvero le spese finalizzate all’adeguamento dei locali, all’acquisto di materiale, attrezzature, nonché i costi accessori riconducibili alle nuove esigenze in materia di rispetto delle misure e disposizioni igienico-sanitarie. Fra le attività produttive interessate a questo nuovo provvedimento di sostegno rientrano gli agriturismi che effettuano servizio di somministrazione pasti e aventi codice ATECO 56.10.12. Il contributo previsto è di 2.500 euro (come i precedenti il bonus in oggetto non necessita di una specifica rendicontazione, ma l’impresa beneficiaria è necessario conservi i giustificativi delle spese sostenute per l’adeguamento dell’attività svolta alle disposizioni in materia di Covid-19).Sottolineiamo che potranno beneficiare di tale contributo le imprese che effettuano esclusivamente il servizio di ristorazione e non quelle che effettuano tale servizio abbinato al pernottamento. Le domande di riconoscimento dell’aiuto potranno essere presentate fino al 24 ottobre 2020. Gli uffici Coldiretti sono a disposizione nel caso l’azienda volesse avvalersi del servizio per la presentazione della domanda.

PROGETTO “GRAN PIEMONTE”: RILANCIO DEL FRUMENTO TENERO

Per la Campagna Agraria 2020-2021 Coldiretti Alessandria in collaborazione con il CAP Nord-Ovest propone un interessante progetto denominato “Gran Piemonte” per la coltivazione del frumento tenero sul territorio alessandrino. Il progetto prevede diverse tipologie di contratti: Barilla, la carta del Molino, per la produzione del grano sostenibile per la produzione di prodotti da forno per Barilla e Mulino Bianco; Piemolino, per la produzione di una farina 100% piemontese e sostenibile; Forza, per la produzione di grani di forza con W di 300. Tutti i contratti prevedono, al raggiungimento delle specifiche contrattuali, interessanti “bonus” in aggiunta alle quotazioni di mercato dei frumento sulle borse nazionali di Milano e Torino ed il pagamento della merce consegnata in filiera al 15 settembre 2021. Per maggiori informazioni rivolgersi agli uffici tecnici Coldiretti.

MAIS: ALIQUOTA IVA SULLE CESSIONI

L’Agenzia delle Entrate ha recentemente chiarito che le cessioni di trinciato di mais, insilato di mais e pastone di mais sono soggette all’aliquota IVA del 10%.

La nutrizione del vigneto

 Non esiste un’unica ricetta  La soluzione circolante  L’equilibrio come obiettivo  Meglio in autunno

scheda vite n°61

Le modalità, i tempi e le dosi da impiegarsi nella concimazione del vigneto tornano ogni anno di “moda” e originano sempre gli stessi dubbi e le medesime discussioni. I viticoltori ne conoscono l’importanza e i rivenditori, indipendentemente dalle proprie conoscenze tecniche, spingono affinché sempre abbondanti siano le somministrazioni. In realtà risolvere il problema nutrizione della vite con una semplice “ricetta” che riporti i tre numeri che indicano i chilogrammi di Azoto, Fosforo e Potassio da distribuire rischia di non considerare molti altri aspetti fondamentali e di risultare addirittura negativa per il vigneto. La concimazione del vigneto ha obiettivi differenti in relazione alle caratteristiche dell'impianto e alle attese di produzione e deve confrontarsi con il complesso di tutti gli equilibri chimici e biologici che sono insiti nel terreno. Proprio per questa ragione si è preferito parlare di nutrizione del vigneto piuttosto che di concimazione delle viti. Quattro concetti base per la fertilizzazione

Vi sono alcuni concetti fondamentali che devono guidare il viticoltore nella scelta:  La concimazione deve avere come primo obiettivo l’equilibrio del terreno con il fine di mantenere la dotazione di elementi necessaria alla corretta attività di sviluppo e produzione.  La concimazione deve essere effettuata in funzione del terreno. L’acqua presente, arricchita dei singoli elementi, li trasporterà in tutto lo strato permeabile.  La soluzione circolante apporterà beneficio agli apparati radicali quando avrà raggiunto l'opportuna diluizione e distribuzione e per raggiungere questa condizione occorre un tempo variabile in relazione alla tessitura del terreno.  Perché la concimazione funzioni occorre la presenza di acqua (non sempre presente).  La concimazione varia in relazione all'età delle piante.

La fase giovanile: viti in allevamento

Nelle fasi di sviluppo della nuova vite, l'accrescimento è molto veloce e i consumi sono abbondanti mentre minori sono gli accumuli di riserve. L’attività fotosintetica è principalmente indirizzata alla formazione di nuovi tessuti. Le radici non hanno ancora raggiunto lo sviluppo definitivo, né hanno colonizzato in modo stabile il terreno. Le giovani viti necessitano in questa fase, di una buona quantità di azoto che, tuttavia, non deve essere eccessiva né essere somministrata da sola. Gli apporti dovranno quindi comprendere più elementi, con una particolare attenzione all’azoto ri-

La maturità produttiva

Il calcolo della “dieta” ottimale per le viti in questa fase, viene effettuato sulla base della valutazione degli elementi asportati ogni anno con la produzione. In funzione del vitigno e della quantità di uva prodotta vengono determinate le unità di elementi fertilizzanti da apportare. Questa impostazione non ha la finalità di stimolare le viti verso l'abbondanza produttiva ma, piuttosto, è utile per reintegrare le quantità di elementi minerali utilizzati e garantirne la presenza costante ed equilibrata. Sono sempre da evitare le pratiche di forzatura ottenute attraverso abbondanti somministrazioni di azoto: le viti, sebbene in età matura, vengono stimolate ad un maggiore accrescimento erbaceo, alla prolungata attività vegetativa e, negli anni, ad un incremento produttivo. Tutto questo naturalmente a discapito della qualità. La concimazione del vigneto deve pertanto essere molto attenta. Le piante devono risentire degli elementi solo nella misura di buona disponibilità e non oltre.

I vigneti vecchi

Man mano che il vigneto invecchia, l'effetto della concimazione chimica si riduce considerevolmente. Rimane in questo caso invariata la regola di apportare tutti gli elementi nella misura del fabbisogno anche se, è abitudine aumentare la somministrazione di azoto rispetto a quanto definito dagli equilibri degli asporti. Così facendo, però, si accentua la difformità tra le piante e l'immediato maggiore vigore di quelle più robuste va sicuramente a nuocere alle restanti viti: è quindi questa una pratica da sconsigliare. La concimazione del vigneto vecchio deve rispettare le stesse norme e rapporti adottati in precedenza, magari riducendo complessivamente la dose di tutti gli elementi (non oltre il 30%), in considerazione della più ridotta attività vegetativa.

L’importanza delle dosi e dei momenti

Assolutamente da non sottovalutare è la necessità, per conservare la funzionalità del terreno, di non esagerare nella quantità di fertilizzanti distribuita. Il suolo è, un ambiente complesso, ricco di organismi viventi e vario per gli equilibri chimici che lo caratterizzano. Apporti irrazionali possono danneggiarne la fertilità. La buona dotazione di sostanza organica al suo interno fa sì che, a seguito delle concimazioni chimiche, si possano conseguire migliori risultati e si riducano gli eventuali effetti collaterali negativi. Importante è anche l'epoca della concimazione. Le viti utilizzano in quantità gli elementi minerali in primavera, dalla ripresa dell'attività vegetativa in poi. A quell'epoca, la disponibilità di nutrimenti nel suolo deve essere ideale per quantità, diluizione e distribuzione in tutta la zona ispezionata dagli apparati radicali. Per queste ragioni, e per il fatto che gli elementi nutrizionali una volta distribuiti impiegano diverso tempo per raggiungere una condizione nella quale possano venire assorbiti dalle viti, gli apporti autunnali sono da preferirsi. Con le piogge invernali le sostanze avranno modo di distribuirsi opportunamente. In caso di concimazione primaverile, i pericoli sono legati a lunghi periodi asciutti e quindi, all’impossibilità, da parte delle viti, di approvvigionarsi nella misura dovuta di quanto loro distribuito. Il maggiore elemento negativo legato a una tardiva somministrazione di concimi è la stimolazione del vigneto a prolungare l’attività vegetativa, con svantaggi per la maturazione dei frutti e dei tralci.

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