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PIANO SVILUPPO RURALE
PSR: PRIME IPOTESI BIENNIO 2021-2022
In occasione di un incontro di carattere tecnico, la Regione ha dato l’avvio alla fase di confronto finalizzata a definire gli interventi strutturali del PSR attivabili nel biennio 2021-2022. Al riguardo, sono state discusse le seguenti ipotesi: • Giovani:è stato richiesto l’utilizzo delle risorse potenzialmente stanziate attraverso l’apertura di un bando integrato, che preveda la congiunta attivazione dell’Operazione 4.1.2 (Miglioramento aziendale delle imprese agricole dei giovani agricoli) e dell’Operazione 6.1.1 (Insediamento Giovani);
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• Operazione 5.1.1(reti-antinsetto): prevista l’apertura, indicativamente entro la fine del mese di marzo 2021, di un primo bando con una dotazione finanziaria di 300.000 euro;
• Operazione 4.1.1(Miglioramento aziendale): è stata evidenziata la necessità di procedere ad una revisione dei criteri di selezione, per cercare di superare le criticità registrate nel corso del periodo di programmazione 2014-2020;
• Operazione 4.1.3(Riduzione delle emissioni di gas serra e ammoniaca in atmosfera): incremento della dotazione finanziaria rispetto al plafond annuale medio del precedente periodo al fine di aumentare gli interventi per far fronte alla procedura di infrazione ed alla sentenza della Corte di Giustizia europea in termini di qualità dell’aria in base alla quale, per quanto concerne il settore agricolo, si richiede di ridurre le emissioni di ammoniaca;
• Operazione 6.4.1(Creazione e sviluppo di attività extra agricole): richiesta l’attivazione di un nuovo bando;
• Operazione 4.4.2(Difesa del bestiame dalla predazione da canidi nei pascoli): richiesta l’attivazione di un nuovo bando.
Rispetto alla programmazione 2014-2020, la Direzione Agricoltura ha confermato che entro la fine del mese si scorrerà la graduatoria relativa al bando 2019 dell’Operazione 6.1.1, per un importo pari a circa 6 milioni di euro e, nel breve termine, si procederà anche allo scorrimento della graduatoria relativa al bando 2020 dell’Operazione 4.1.1, per un importo pari a circa 2,3 milioni di euro.
Coldiretti ha incontrato il Presidente Cirio per ristori concreti alle aziende in crisi
ZOOTECNIA, SERVE FORTE IMPEGNO ANCHE DALLA REGIONE PER MISURE DI SOSTEGNO ALLE IMPRESE
Spazio al sostegno della carne piemontese nei fondi del Recovery Plan e del biennio 2021-2022 del PSR per dare futuro alle oltre 600 famiglie di allevatori alessandrini che stanno perdendo fino a 600 euro a capo bovino e che tengono alta la tradizione di una razza conosciuta in tutto il mondo come la Piemontese. Lo ha chiesto Coldiretti alla Regione Piemonte, nell’ambito dell’incontro avuto con il Presidente Alberto Cirio, per un impegno concreto affinché sostenga questa linea e preveda fondi diretti alle imprese, come è già accaduto in passato con altre emergenze. “Siamo alla ricerca di accordi di filiera che possano dare traiettorie di futuro al comparto, anche dopo le difficoltà legate alla pandemia, cambiando le impostazioni della commercializzazione, e alle imprese che, oltretutto, sono in gran parte condotte da giovani che hanno colto proprio nell’allevamento e nell’agricoltura importanti opportunità di lavoro - hanno affermato il Presidente e il Direttore Coldiretti Alessandria Mauro Bianco e Roberto Rampazzo -. In provincia di Alessandria la filiera bovina conta 1.200 stalle suddivise tra “allevamento” e “da carne”, il 14% della produzione piemontese”. In Piemonte la filiera bovina, ed in particolare quella della razza Piemontese, fiore all’occhiello della produzione regionale, conta 800 mila capi e circa 7 mila aziende. La Piemontese con oltre 315 mila capi, 5 mila aziende ed un fatturato che arriva a 500 milioni di Euro, rappresenta la principale razza da carne, oltre ad essere la prima razza autoctona a livello nazionale per numero di capi allevati, raggiungendo il 50% del patrimonio delle razze autoctone italiane da carne. Sono 100 mila i capi che annualmente vengono macellati di cui 65 mila vitelloni.
Perdite sino a 600 euro per la razza piemontese, situazione insostenibile e settore in ginocchio
BIOSTIMOLANTI: CORSO INIPA CON ANDREA ERTANI DELLA FACOLTÀ DI AGRARIA DI TORINO
Ibiostimolanti sono una nuova categoria di prodotti che includono sostanze e microrganismi in grado di modificare la risposta agronomica delle colture attraverso un aumento della biodisponibilità dei nutrienti nel suolo, una maggior efficienza d’uso dei nutrienti, una migliore tolleranza agli stress abiotici e un incremento della qualità del prodotto. Il loro utilizzo nei vari settori dell’agricoltura è in forte espansione e a oggi sono disponibili numerosi formulati. Il prof. Andrea Ertani della Facoltà di Agraria di Torino docente di Quality and innovation of vegetable products al Corso di Laurea Magistrale in Scienze e tecnologie alimentari e di Sistemi colturali avanzati al Corso di Laurea Magistrale in Scienze agrarie nel corso dell’appuntamento organizzato da Inipa il prossimo 9 e 10 marzo introdurrà questo innovativo argomento alla luce delle normative vigenti. Se interessati inoltrare email ad alessandro.trisoglio@coldiretti.it
PERMESSI DI SOGGIORNO
Il DL 2/2021 ha prorogato al 30 aprile 2021 i permessi di soggiorno per lavoro subordinato, anche stagionale, per lavoro autonomo, per motivo familiare, per studio o tirocinio o ricerca lavoro nonché alle richieste di conversione (da intendersi quindi anche conversione da stagionale a non stagionale). La proroga interessa i permessi di soggiorno aventi scadenza sino al 30 aprile 2021. Sono, inoltre, prorogati alla medesima data del 30 aprile 2021 i termini per la conversione dei permessi di soggiorno da studio a lavoro subordinato e da lavoro stagionale a lavoro subordinato non stagionale nonché la validità dei nulla osta rilasciati per lavoro stagionale (ossia quelli rilasciati dallo Sportello Unico per l’Immigrazione e che non abbiano ancora fatto ingresso in Italia) o ricongiungimento familiare.
scheda vite n°63
C o n s i d e r a z i o n i s u l l a Peronospora della vite
Pericolo attuale Diffusione progressiva Difficile prevedere A rischio qualità e quantità
La Peronospora della vite viene da tempo considerata tra le principali e più pericolose malattie da cui difendere il proprio vigneto. Sono passati ormai circa 140 anni dal momento in cui accidentalmente è giunta in Europa proveniente dal continente americano e ancora oggi, in particolari annate, rappresenta un’avversità dalla quale non sempre ci si riesce a difendere adeguatamente. Il fungo colpisce quasi tutti gli organi erbacei: foglie, germogli, infiorescenze ed infruttescenze con sintomi tipici e caratteristici; particolarmente gravi sono gli attacchi al grappolo che determinano, in determinate situazioni, abbattimenti della produzione sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. Nonostante l’evoluzione dei mezzi di lotta e lo studio di modelli previsionali, il controllo di questa malattia deve tener conto, ancora oggi, dell’utilizzo di corrette strategie di difesa e scrupolosi approcci agronomici.
L’importanza del clima
La Peronospora è un fungo che per diffondersi richiede specifiche condizioni climatiche, determinate in particolare, dalle piogge e dalle temperature atmosferiche. Questi soli due fattori possono, attraverso combinazioni diverse, fornire un’ampia gamma di circostanze per le quali è difficile formulare previsioni o ipotesi relative alla comparsa del patogeno. L’infezione primaria è da considerarsi l’elemento di avvio del ciclo annuale della malattia. Successivamente, ne conseguono normalmente altre sempre più consistenti, essendo l’inoculo presente nel vigneto in rapida crescita. Nell’ordinarietà dei casi il clima primaverile, è caratterizzato da periodi di elevata piovosità, coincidenti con un rapido sviluppo della vegetazione ed elevate temperature dell’aria. Sono queste le condizioni che predispongono ad attacchi consistenti. L’andamento delle infezioni è tuttavia peculiare in ogni annata.
Ogni anno è diverso
Ogni anno la prima manifestazione consiste nella comparsa di macchie d’olio isolate, la cui distribuzione è spesso difficile da interpretare. I sintomi possono comparire senza particolari differenze d’intensità tra i vigneti di fondovalle e quelli posti sui versanti più asciutti oppure apparire, senza poterne capire esattamente la ragione, esclusivamente in una o l’altra situazione. È possibile ancora che i sintomi nello stesso periodo, ma in situazioni differenti, si manifestino in modi molto variabili. A volte le macchie d’olio compaiono sulla vegetazione più vicina al terreno, isolate, molto grandi e con muffa abbondante sulla pagina inferiore della foglia; altre volte, soprattutto in condizioni più aride, appaiono più numerose, piccole, prive di fruttificazioni sulla pagina inferiore delle foglie e distribuite a tutte le altezze del filare.
Qualora il clima primaverile acquisisse caratteristiche quasi estive, la Peronospora subirà uno stop repentino e, indipendentemente dai trattamenti effettuati, le infezioni verranno ridimensionate. I viticoltori che maggiormente si impegnano nella difesa avranno, a questo punto, la sensazione di aver lavorato inutilmente. In realtà, in vigneti contraddistinti da microclimi assai favorevoli al patogeno, le infezioni secondarie ricominciano non appena il clima torna ad avere connotazioni prettamente primaverili. A seconda della collocazione dei vigneti e dell’andamento del clima, la malattia può manifestare un’aggressività inaspettata, attaccando con danni ingenti foglie e grappoli.
La variabilità del clima primaverile
In estate i nodi vengono al pettine
Qualora la difesa primaverile non fosse stata adeguata, ed entrando nel periodo estivo dovessero verificarsi nuove precipitazioni, si ripristinerebbero le condizioni più favorevoli alla Peronospora ed, entro pochi giorni, si assisterebbe alla comparsa di nuove macchie, questa volta diffuse in tutti i vigneti. Tuttavia difficilmente la distribuzione dei sintomi nell’ambito delle singole realtà, sarà uniforme: in alcune aree il numero di macchie risulterà elevato, mentre in altre quasi nullo. Solo in epoche avanzate sarà possibile constatare la differenza determinata dalla maggiore o minore attenzione che i viticoltori hanno rivolto alla difesa fitopatologica del vigneto durante le fasi primaverili immediatamente successive al germogliamento.
A settembre si vedono i risultati
Nei vigneti dove non vengono trascurati i primi trattamenti, nonostante il clima sia favorevole alla malattia, le foglie, i germogli principali e i grappoli risulteranno a fine stagione sani. I grappoli stessi, avvicinandosi all’invaiatura, potranno ormai essere considerati fuori pericolo e le infezioni secondarie, anche se talvolta sfuggono al controllo dei fitofarmaci, interesseranno solo la nuova vegetazione, costituita essenzialmente da femminelle. Nei vigneti più trascurati, invece, le infezioni potranno continuare a interessare sia la vegetazione nuova sia quella vecchia. I sintomi inconfondibili dell’azione del fungo potranno interessare una percentuale più o meno elevata di grappoli e le eventuali piogge di agosto incideranno in misura importante sulla maturazione delle uve. La diffusione del micelio all’interno della vegetazione continuerà ad interessare le parti verdi della vite sia in caso di piogge che di persistenti rugiade e la massa fotositetizzante a fine campagna potrebbe risultare anche completamente compromessa.
RIPARTE IN PRIMAVERA LA SCUOLA DI PASTORIZIA
LAVORAZIONE DELLA CARNE E GESTIONE OTTIMALE DEI PASCOLI I TEMI PRINCIPALI
Dopo il successo registrato nell’autunno 2020, la Scuola di Pastorizia riparte nella primavera 2021 con un nuovo modulo formativo, aperto non solo a chi ha già frequentato il primo ma a tutti coloro che sono interessati a sviluppare un progetto d’impresa nel settore ovicaprino o che semplicemente desiderano ampliare le proprie conoscenze in questo settore. L’iniziativa, sviluppata da Coldiretti Piemonte con il Comune di Paroldo, per il tramite di INIPA Nord-Ovest e con il contributo della Fondazione CRC, si inserisce in un ampio progetto volto alla creazione di nuove opportunità professionali, alla riscoperta dell’attività dell’allevamento ovicaprino, al presidio e alla conservazione del territorio. Molti gli argomenti in programma nel modulo primaverile, a partire dalle tecniche di lavorazione e valorizzazione della carne e dei suoi derivati per finire con la gestione ottimale dei pascoli e delle risorse foraggere. Presso la sede dell’Agenform di Moretta, ove sono disponibili i necessari laboratori, verranno approfonditi tramite lezioni teoriche e pratiche gli aspetti relativi ai locali di lavorazione, alle attrezzature e alle tecniche di lavorazione della carne e dei prodotti da essa derivati. I partecipanti potranno acquisire tutte le nozioni necessarie per l’allestimento e la gestione di un laboratorio di lavorazione e valorizzazione di questi prodotti. La corretta valutazione delle risorse foraggere, le migliori tecniche di gestione, la valutazione del carico animale ottimale, gli interventi di miglioramento dei pascoli sono alcuni degli argomenti che, mediante lezioni teoriche, esercitazioni pratiche e visite guidate, saranno trattati dai docenti e ricercatori del Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali e Alimentari dell’Università di Torino. Ulteriori temi affrontati saranno la valorizzazione dei prodotti, la sicurezza sui luoghi di lavoro, la conoscenza del territorio e la legislazione di settore. Sono aperte le iscrizioni al nuovo corso della Scuola di Pastorizia, che verranno accettate in ordine cronologico di arrivo e fino ad esaurimento dei posti disponibili. Per maggiori dettagli si contatti la Segreteria di Coldiretti Cuneo (segreteria.cn@coldiretti.it - tel. 0171 447240).
SCUOLA DI PASTORIZIA: IL SECONDO MODULO IN SINTESI
Durata 105 ore Giorni di svolgimento Giovedì e venerdì, con lezioni di 7 ore giornaliere Luogo di svolgimento Paroldo e Moretta Costo 300 euro Requisiti per l’iscrizione nessuno Periodo Fine marzo - Fine aprile Possibilità di pernottamento in Sì sede