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SETTORE VITIVINICOLO

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SOLIDARIETÀ

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ALLUNGATE AL 15 OTTOBRE 2021 LE MISURE UE A SOSTEGNO DEL VINO

Le misure messe in campo dall’Unione europea per sostenere il settore del vino particolarmente colpito dalla crisi della pandemia previste un due pacchetti, uno a maggio e l’altro a luglio, sono state allungate fino al 15 ottobre 2021 e si applicano dal 16 ottobre del 2020. Una nota della Commissione Ue precisa gli interventi interessati. Si parte dalla distillazione di crisi e aiuti all’ammasso e pagamenti anticipati finalizzati a eliminare il vino dal mercato comunitario, limitando l’impatto negativo sui prezzi e migliorando il cash flow degli operatori. Gli Stati membri possono fornire pagamenti anticipati per il 100% dei costi. C’è poi il maggior contributo dell’Unione europea per tutte le misure dei programmi nazionali di sostegno nel settore vitivinicolo che può raggiungere il 70%, con un incremento del 20%. E ancora, maggiore flessibilità nell’utilizzo di quelle misure che consentono di controllare il potenziale produttivo come la vendemmia verde e la possibilità per gli Stati membri di adattare i loro programmi di sostegno al vino e per i produttori di adeguare le loro operazioni secondo le necessità. Le recenti disposizioni si vanno ad aggiungere a quelle del regolamento transitorio Pac che ha prorogato la validità delle autorizzazioni per nuovi impianti e reimpianti in scadenza nel 2020 al 31 dicembre 2021 e alla possibilità di prorogare i termini per la conversione dei vecchi diritti in autorizzazioni. Non appena sarà recepita a livello nazionale consentirà ai produttori di avere maggiore tempo a disposizione per utilizzarli in nuovi impianti. Ma tutto ciò ancora non basta. Coldiretti è impegnata con il ministero delle politiche agricole e Bruxelles per chiedere un allungamento a tutto il 2022 dei termini anche per le autorizzazioni in scadenza nel 2021.

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UE: BENE DIETROFRONT SU ALLARMI IN ETICHETTE VINO ORA SERVE IMPEGNO E CHIAREZZA SU FONDI PROMOZIONE

Le importanti rassicurazioni verbali venute dal Vicepresidente della Commissione europea Margaritīs Schinas riconoscono che è del tutto improprio assimilare l›eccessivo consumo di superalcolici tipico dei Paesi nordici al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità ed a più bassa gradazione come la birra e il vino che in Italia è diventato l’emblema di uno stile di vita “lento”, attento all’equilibrio psico-fisico che aiuta a stare bene con se stessi, da contrapporre all’assunzione sregolata di alcol. E’ quanto Coldiretti nel commentare i contenuti della Comunicazione sul “Piano d’azione per migliorare la salute dei cittadini europei”, approvata dalla Commissione Europea. L’impegno della Commissione segue alle sollecitazioni di Coldiretti, alla vigilia dell’approvazione del documento, contro il rischio di cancellare i fondi per la promozione di carne, salumi e vino prevedendo addirittura etichette allarmistiche sulle bottiglie come per i pacchetti di sigarette. Ora le parole del Commissario devono tradursi in atti concreti che riconoscano la specificità del vino escludendolo dall’ambito di applicazione delle raccomandazioni contenute nel piano. Con etichette fuorvianti ed allarmistiche non si fa corretta informazione nei confronti del consumatore, ma si rischia solo di danneggiare prodotti di tradizione secolare, con un impatto devastante sull’economia, occupazione e biodiversità italiane.

POLITICA VITIVINICOLA, SINTESI DEI PRINCIPALI ARGOMENTI IN DISCUSSIONE

Molti sono i temi in discussione in vista della riforma della PAC - OCM 2023, altri a causa della pandemia e per recepire i regolamenti UE correlati. Qui di seguito e in sintesi alcuni punti.

Riforma PAC dal 2023: prevede due nuove categorie di vino: il vino dealcolato (<0,5% vol.) e il vino parzialmente dealcolato (% vol. compresa tra 0,5 e x). Si discute se queste 2 categorie possano comprendere le DO. In Italia si prevede una limitazione ed un eventuale inserimento nei disciplinari DO - Varietà resistenti: è previsto una maggiore apertura all’introduzione delle varietà resistenti. Coldiretti chiede un ingresso “soft”, senza preclusioni e senza enfasi, soprattutto per quanto riguarda le DO. In una prima fase si chiederà di escluderle, in attesa di valutazioni approfondite riguardo vari profili. Attenzione all’ambiente imposta da Bruxelles, ma nel contempo conciliare la tutela ambientale con la storicità, la vocazionalità ed il legame con il territorio. - Liberalizzazione degli impianti: si allontana la deregulation, poiché sembra probabile che l’attuale sistema delle autorizzazioni o la sua evoluzione, rimanga tale fino al 2040-2050 - Etichettatura: sulle etichette è probabile che sarà reso obbligatorio l’inserimento delle calorie (anche con valori standard). Non dovrebbe essere previsto l’inserimento degli ingredienti o delle tabelle nutrizionali che potrebbero essere “rimandati” a siti internet. È atteso inoltre il Decreto per le modifiche già introdotte dal REG 33/2019 - Risorse per periodo transitorio: il taglio delle risorse dell’OCM per il 2021-22 è stato contenuto. Si è passati da 337 a 324 milioni. Le erogazioni avverranno sempre tramite il PNS e non sono previste nuove misure. Queste dovrebbero dover introdurre dei criteri di priorità legati al greening ed alla tutela ambientale - Programma Nazionale Sostegno: i recenti Regolamenti mantengono la flessibilità tra le misure con la possibilità di destinare maggiori risorse alla distillazione e allo stoccaggio. Possibilità anche di innalzamento del contributo al 70%. In caso di attivazione della misura di distillazione potranno essere attinte delle risorse sottraendole da altre misure (RRV, Investimenti). - Misura della riduzione di resa: è annunciata la messa in pagamento a breve, eccetto i casi dove si sono rilevate anomalie. - Decreto stoccaggio: previsto un nuovo decreto per la misura dello stoccaggio entro marzo. Le risorse dovrebbero essere 10 milioni e dovrebbero riguardare anche i prodotti della vendemmia 2020. - Autorizzazioni (vedi News specifica sopra riportata) - Decreti attuativi: sono in fase di studio 2 decreti attuativi della L. 238:

• Decreto per le procedure di modifica dei disciplinari: vi sono alcuni problemi per il ruolo del Comitato

Nazionale Vini e possibile duplicazione di procedure. • Decreto sullo schedario: il dossier dovrebbe ripartire anche perché è stato inserito uno specifico comma nel decreto semplificazioni. Lo schedario dovrebbe essere fatto su base grafica entro quest’anno - Proroghe per ristrutturazione e investimenti: sono in atto discussioni per concedere eventuali proroghe per le domande di investimento e RRV attraverso un provvedimento nazionale.

UN PO’ DI STORIA: ANABORAPI E FEDANA - FEDERAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI DI RAZZA

In questi ultimi anni il sistema allevatoriale ha intrapreso un percorso che lo ha riportato ad una importante riorganizzazione. A livello piemontese abbiamo assistito ad una prima riorganizzazione delle APA provinciali, confluite in un unico soggetto interregionale ARA Piemonte/Liguria. Con l’entrata in vigore del D.Lgs. n. 52/2018 che ha recepito il Regolamento UE 2016/1012, è stata riformata la disciplina della riproduzione animale, introducendo il principio di separazione tra le attività svolte dalle APA/ARA e quello delle ANA (es. Anaborapi), le quali sono state definite “Enti selezionatori”. Infatti, fino a quando era in vigore la precedente normativa, AIA - Associazione Italiana Allevatori era l’unico soggetto a cui era assegnato sia lo svolgimento dei “controlli funzionali” (ossia della raccolta dei dati in allevamento) che la tenuta/gestione dei libri genealogici e dei registri anagrafici. Nello specifico alle APA/ARA associate spettavano i controlli funzionali, alle ANA - Associazioni Nazionali Allevatori di razza e specie la tenuta dei libri genealogici. Oggi AIA ha il compito di svolgere i “controlli funzionali” che le ANA deleganti utilizzano per la stima degli indici genetici e genomici e di tutti quei servizi utili all’allevatore per la gestione quotidiana della mandria. In virtù del principio di “separatezza” stabilito dal decreto, le ANA sono fuoriuscite da AIA e si sono riunite sotto la nuova associazione FedANA - Federazione delle Associazioni Nazionali di Razza e Specie. La nascita di questo nuovo soggetto, al quale le Associazioni Nazionali Allevatori possono aderire su base volontaria, è scaturisce dall’esigenza di: - mantenere un coordinamento tra le singole ANA; - ottimizzare i costi e creare sinergie tra le stesse

ANA; - esprimere una capacità di lobbying a sostegno della sovranità italiana nel settore zootecnico e nei suoi derivati; - garantire al mondo allevatoriale italiano una forte rappresentanza a livello politico istituzionale; - avere un forte strumento tecnico e scientifico per gestire la sfida nel mercato internazionale e nazionale. Attualmente a FedANA aderiscono: Anafij, Anabic, Anaborapi, Anacli, Anapri, Anare, Anaborare, Anas, Assonapa, Anasb, Anci e le varie associazioni del comparto equidi). L’insieme di tutti questi ambiti, controlli funzionali, laboratori di analisi, centri genetici, libri genealogici, banche dati, indici genetici e genomici, servizi di assistenza alla gestione e selezione degli animali in produzione zootecnica, sono il patrimonio principale dell’intero sistema allevatoriale.

Cosa offre Anaborapi agli associati: tenuta del libro genealogico; miglioramento genetico; centro di performance test; produzione materiale seminale; Certificazione di Razza R; Accesso ai premi accoppiati vacca nutrice; Piano IBR; Piani di accoppiamento e contenimento consanguineità; Stima del Valore genetico degli animali, analisi della fertilità; WebGap per servizi online; Valutazioni morfologiche; Organizzazione Mostre e Rassegne, Casa della Piemontese.

Quote Anaborapi Fino al 2018 le Associazioni Nazionali ricevevano annualmente le quote associative attraverso le APAPer effetto del D.Lgs.52/2018 Anaborapi si vede costretta a richiedere i contributi direttamente agli associati pari a 3.00 _ inferiore della quota che la stessa Anaborapi riceveva da ARA di 3.30 _.

Crisi del settore zootecnico Nell’ultimo periodo a causa soprattutto del Covid e di tutte le restrizioni che hanno gravato in particolare sul mondo Ho.Re.Ca il settore risulta particolarmente in crisi: in primo luogo dobbiamo comprendere che lo sbocco di questo prodotto è rappresentato per circa la metà dalle macellerie tradizionali e per l’altra metà da GDO, dalle mense certificate, dalla ristorazione ed in piccola parte dalla vendita diretta; mentre le macellerie tradizionali e la vendita diretta hanno mantenuto, ed in alcuni casi, aumentato i volumi durante i periodi di restrizioni sanitarie, le mense e la ristorazione sono rimaste praticamente ferme, mentre la GDO ha favorito la vendita di prodotti meno differenziati e più economici. Far fronte ad una diminuzione della domanda non è cosa semplice, in particolare per un prodotto di alto livello quale è la carne piemontese, i tardivi ritiri degli animali hanno, tra l’altro, comportato la permanenza dei vitelloni nelle stalle, con ulteriore aumento dei costi, in alcuni casi a scapito della stessa qualità. Non è facile individuare rapidamente altri mercati che possano compensare il calo di richieste e pagare come dovuto il nostro prodotto, pertanto l’Anaborapi ha ritenuto di prorogare il pagamento delle quote sociali 2020 a fine aprile prossimo per dare un segnale di importante al mondo allevatoriale.

BIOSICUREZZA E USO CORRETTO DEGLI ANTIMICROBICI. UNA SFIDA PER IL FUTURO.

a cura di Massimo Barberis Dirigente Veterinario ASL - AL

Nell’ambito del Piano Locale della Prevenzione 2020, la Struttura Complessa di Igiene degli Allevamenti e delle Produzioni Zootecniche del Servizio Veterinario dell’ASL AL ha elaborato un documento relativo all’utilizzo razionale degli antimicrobici negli allevamenti. I farmaci ad azione antimicrobica hanno certamente contribuito dalla seconda metà del XX secolo a contrastare la maggior parte delle malattie provocate da batteri sia in medicina umana che in medicina veterinaria. Tuttavia il loro largo e spesso indiscriminato impiego nel tempo ha provocato l’insorgere del fenomeno dell’antimicrobico resistenza. Anche la zootecnia e la medicina veterinaria devono svolgere la loro parte nel contrastare l’antibiotico resistenza, attraverso l’utilizzo razionale degli antimicrobici disponibili, l’adozione di adeguate misure di biosicurezza, di profilassi attiva diretta e di corretto smaltimento dei reflui. Il futuro, ormai prossimo, prevederà la netta separazione delle molecole da impiegarsi in medicina veterinaria da quelle riservate alla medicina umana. Non verranno più rilasciate nuove autorizzazioni all’immissione in commercio (AIC) per antibatterici in medicina veterinaria e la metafilassi, ossia l’impiego massivo a scopo preventivo di antimicrobici verrà rigidamente limitato e regolamentato, rendendolo praticabile unicamente a fronte di giustificate evidenze epidemiologiche, supportate da analisi microbiologiche ed antibiogrammi, volti a testare la sensibilità dei batteri eventualmente riscontrati. A partire dal 28 gennaio 2022, con l’applicazione del Reg. 6/2019/CE, relativo ai medicinali veterinari, tutti gli operatori interessati, veterinari, farmacisti, allevatori, mangimisti, grossisti del settore, saranno posti di fronte a nuove sfide. In particolare poi i veterinari e gli allevatori, ciascuno per le proprie competenze, saranno chiamati ad implementare sul campo le nuove disposizioni comunitarie per contribuire a migliorare le pratiche di allevamento con l’obiettivo di pervenire a ricadute positive sia in termini di benessere animale che di sicurezza alimentare. Il materiale formativo è liberamente disponibile al seguente link: http://www.aslal.it/biosicurezza-2020

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