Coldiretti Alessandria - Anno 61째 numero 10 - 14/11/2014 www.alessandria.coldiretti.it Poste Italiane Spa - Spedizione in a.p. D.L. 353/03 (conv. L. 46/04) art.1 Comma 1, DCB - Alessandria
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A preoccupare la burocrazia e il crollo della produzione nazionale che a causa del maltempo ha tagliato del 15 per cento i raccolti con la vendemmia 2014 che si classifica come la più scarsa dal 1950 con 41 milioni di ettolitri.
artiamo dalle buone notizie che sono due: il vino italiano rimane il più venduto al mondo e, in controtendenza alla crisi, lo spumante italiano fa segnare nel 2014 il record storico nelle bottiglie consumate all’estero con un balzo del 24% delle esportazioni rispetto allo scorso anno, quattro volte superiore al tasso di crescita fatto registrare dallo champagne, +6%, nello stesso periodo. La spedizione all’estero di bottiglie di spumante italiano nel 2014 ha toccato i circa 350 milioni. il risultato dello spumante italiano all’estero traina l’intero comparto del vino che si classifica come la principale voce dell’export agroalimentare nazionale con oltre la metà delle bottiglie prodotte in italia consumate all’estero dove si realizza un fatturato record di oltre cinque miliardi. Quello che preoccupa, invece, è il crollo della produzione nazionale a causa del maltempo che ha tagliato del 15% i raccolti con la vendemmia 2014 che si classifica come la più scarsa dal 1950 con 41 milioni di ettolitri. apprensione che si aggiunge a quella legata alla burocrazia: gli agricoltori italiani, infatti, dal vigneto alla bottiglia sono costretti ad adempiere a più di 70 pratiche che coinvolgono 20 diversi soggetti, sprecando almeno 100 giornate di lavoro per soddisfare le 4.000 pagine di normativa che regolamentano il settore. Una situazione che ha portato Coldiretti ad incontrare i parlamentari proprio per aiutare le imprese agricole italiane “a difendersi” dalla burocrazia, specialmente nel settore vitivinicolo. Un settore, quest’ultimo, che produce un giro d’affari di oltre 14 miliardi di euro che, con oltre 5 miliardi di euro di valore, costituisce la maggiore voce dell’export agroalimentare italiano. Questi dati confermano l’importanza del prodotto anche in termini di valorizzazione del Made in Italy e rendono pertanto indispensabile un approccio globale alla revisione della normativa in materia, che deve costituire elemento di sostegno in vista di un ulteriore sviluppo. L’esempio dello spumante ci rassicura: dall’inizio della crisi nel 2007 le bottiglie di spumante italiano esportate all’estero sono aumentate del 180% con un aumento della presenza in Paesi tradizionali ma anche con la conquista di nuovi mercati dalla Russia alla Cina. importante segnalare i risultati ottenuti sui nuovi mercati come la crescita record nelle esportazioni in Cina dove le bottiglie di bollicine Made in Italy consumate nel 2014 sono addirittura raddoppiate, +106 per cento, rispetto allo scorso anno. Un vero e proprio boom di vendite nello stesso periodo si registra nel Regno Unito, +50% in quantità, che scavalca gli Stati Uniti e diventa il primo mercato di riferimento per le bollicine tricolori. Con il successo cresce però anche il “mercato dell’italian sounding” che dove il Made in Italy “vanta” imitazioni in tutti i continenti a partire dall’europa dove sono si possono trovare in vendita bottiglie di Kressecco e di meer-Secco prodotte in germania che richiamano palesemente al nostrano Prosecco che è oggetto di “falsificazione” anche in nord e Sud america. Ricordiamoci che in un bicchiere di vino entra tutta l’italia, ogni regione con le sue meravigliose diversità e le sue eccellenze. Questo è il patrimonio che dobbiamo difendere, che rende unico e invidiato in tutto il mondo il nostro bel Paese!
Roberto Paravidino Presidente
QUESTO PERIODICO È ASSOCIATO A UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA
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Periodico del mondo Agricolo di coldireTTi AlessAndriA
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All’estero è record storico per il nostro spumante, domAndA cresciuTA 4 volte più dello champagne
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Periodico edito da impresa Verde alessandria
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d i r e t t o r e a m m i n i s t r at i V o simone moroni direttore resPonsabile ilaria lombardi G r a f i c a , i m Pa G i n a z i o n e christian boero H a n n o c o l l a b o r at o a q u e s t o n u m e r o alessandro albertelli, luisa bo, daniela colombini, marino ravera, alberto Pansecchi, domenico Pesce, andrea Piccaluga, don ivo Piccinini, Valerio scarrone. fotoGrafie
n°10 - Novembre 2014
archivio coldiretti, christian boero
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Contro i furbetti del prosciuttino: “Consuma prodotto Made in Italy”
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Chiuso in redazione il 14 Novembre 2014
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Terrevive Primi bandi di gara online: in vendita terreni agricoli in sette regioni italiane Sono online i primi avvisi d’asta pubblica legati a “Terrevive” l’iniziativa del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali per favorire l’utilizzo dei terreni da parte dei giovani imprenditori agricoli. Il Direttore dell’Agenzia del Demanio Roberto Reggi e il Ministro del Mipaaf Maurizio Martina lo hanno annunciato oggi nel corso di una conferenza stampa al Salone del Gusto di Torino. Tutti i soggetti interessati potranno inviare la propria offerta economica, entro i termini previsti da ciascun bando, agli uffici delle Direzioni Regionali dell’Agenzia del Demanio, dove verranno esaminate in seduta pubblica da commissioni di gara appositamente costituite. I lotti verranno aggiudicati all’offerta più alta rispetto alla base d’asta, tenendo conto che i giovani imprenditori agricoli under 40 avranno il diritto di prelazione per i terreni liberi; nel caso i terreni fossero già utilizzati, saranno assegnati prioritariamente ai conduttori. Per saperne di più www.agenziademanio.it
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a nuova PaC 2014-2020 tra sostenibilità e innovazione: le novità per imprese agricole”: questo il titolo del convegno organizzato da Coldiretti alessandria il prossimo 26 novembre a partire dalle 9.15 nell’aula magna del dipartimento di Scienze e innovazione tecnologica dell’università del Piemonte orientale “amedeo avogadro” in viale teresa michel, 11. L’obiettivo sarà quello di informare gli imprenditori agricoli sulle ultime novità riguardanti la nuova Politica agricola Comune che offre l’occasione per sostenere con gli interventi il modello agricolo italiano e le sue distintività: la nuova Pac, infatti, con le sue regole, frutto di un lungo percorso negoziale fra Stati, Regioni e Unione europea, va nella direzione di assicurare un sostegno ai settori portanti della nostra agricoltura ed andrà ad incidere sull’occupazione e sullo sviluppo dei nostri territori, “responsabilizzando” sempre più gli imprenditori sulle scelte da effettuare. tra le novità della nuova Pac quella della concessione degli aiuti agli agricoltori in attività, con l’esclusione dai pagamenti diretti di alcuni soggetti che nella vecchia programmazione beneficiavano comunque di contributi comunitari. Una delle scelte ormai consolidate è il modello di convergenza, che farà variare il valore dei titoli di ogni azienda, fino al raggiungimento di una situazione definitiva nel 2019. altro tema importante che verrà affrontato durante l’incontro sarà quello del “Greening”, un impegno obbligatorio che si aggiunge a quelli dettati dalla “Condizionalità” e i giovani agricoltori, per i quali è previsto un sostegno aggiuntivo. inoltre, tra le possibilità previste dalla nuova Pac, c’è quella di destinare parte del plafond nazionale per gli aiuti accoppiati, ovvero agli aiuti concessi a settori produttivi che si trovano in difficoltà o rivestono una
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particolare importanza per ragioni economiche, sociali o ambientali. Si apre, dunque, una nuova era nei criteri e nei modi di assegnazione delle risorse che premiano finalmente la vera agricoltura, quella fatta da chi di agricoltura vive ogni giorno, e bandiscono le rendite e la casta degli intoccabili formata da soggetti che nulla avevano da spartire con l’agricoltura attiva. - afferma il direttore provinciale Coldiretti alessandria Simone moroni - esclusi dalla nuova Pac, ed inseriti nella black list, banche, società finanziarie, assicurative e immobiliari che rappresentano lo 0,2% della platea dei beneficiari ma che in questi anni hanno assorbito il 15% del sostegno all’agricoltura». L’incontro del 26 novembre servirà ad illustrare in maniera molto chiara i “tecnicismi” e soprattutto i criteri con cui saranno distribuite ed assegnate le risorse grazie all’intervento di angelo Frascarelli, docente della Facoltà di agraria dell’Università di Perugia: titolo della sua relazione “Le istruzioni d’uso della nuova Pac”. il ruolo di moderatore sarà affidato al direttore del CadirLab giuseppe Concaro al quale è affidato il anche il compito di introdurre l’intervento del presidente provinciale Coldiretti alessandria Roberto Paravidino “Come si pone Coldiretti nei confronti della nuova Riforma della Politica agricola Comune”, che porrà l’attenzione
sull’importanza di poter contare su di una PaC semplificata ed accessibile senza troppa burocrazia nonché la facilitazione dell’accesso al credito per la parte a carico delle imprese agricole. «e’ prevista una riduzione del 50% dei pagamenti diretti sulla parte eccedente i 150mila euro del pagamento di base e del 100% per la parte eccedente i 500mila euro al netto dei costi di lavoro - aggiunge il presidente Roberto Paravidino - L’altra svolta dei criteri di divisione e di assegnazione riguarda gli “impegni ambientali” e alla componente ecologica, ossia il greening. in sostanza la tutela del paesaggio e della sua biodiversità, elementi e valori già presenti nel dna dell’agricoltura alessandrina”. Un’importante novità nella programmazione 2014-2020 della nuova PaC è l’inserimento nel primo pilastro di un sostegno obbligatorio ai giovani agricoltori in aggiunta al pagamento di base. in particolare, potrà essere destinato a tale sostegno fino al 2% del massimale nazionale previsto per i pagamenti diretti, corrispondente a 75 milioni di euro nel periodo 2015-2020. il sostegno è previsto per un periodo di 5 anni. da come è stato strutturato si evince chiaramente che si tratta di un sostegno volto ad accompagnare la fase iniziale della vita della nuova azienda. Sempre per i giovani il sostegno più importante, però, resta comunque quello previsto
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dal secondo pilastro (Sviluppo Rurale). anche nel secondo pilastro il giovane agricoltore viene identificato nelle persone fisiche di età non superiore ai 40 anni al momento della presentazione della domanda, che si insedia in qualità di capo azienda e che, in aggiunta a
quanto previsto nel primo pilastro, possiede adeguate qualifiche e competenze professionali. Le ultime novità fanno risaltare l’attenzione riservata ai giovani agricoltori sui quali Coldiretti e il sistema agroalimentare piemontese poggiano le basi per il futuro. Su
tutto però rimane una certezza: nel nostro Paese l’attuazione della Politica agricola comune 2014-2020, che vale 52 miliardi di euro, offre un’opportunità straordinaria per premiare chi vive di agricoltura, il lavoro, la qualità, i giovani e il vero Made in Italy.
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É allarme: arriva il prosciutto senza maiale
A darne notizia per prima è Coldiretti. Nei salumi carne annacquata e aromi chimici rriva il prosciutto senza carne di maiale, ma che puo’ contenere più acqua e additivi chimici sinora vietati, a danno dei consumatori e degli allevatori italiani. a lanciare l’allarme è il Presidente della Coldiretti Roberto moncalvo nel commentare la proposta di schema di decreto ministeriale che rivede la normativa sulla preparazione dei salumi, introducendo una serie di allucinanti novità. il prosciutto cotto - spiega la Coldiretti - potrà ora essere fatto anche utilizzando carne di altre specie creando confusione nei consumatori sul reale contenuto del prodotto che acquistano. Un possibilità che, come ha dimostrato la recente inchiesta sulla carne di cavallo spacciata per manzo in sughi e polpette, alimenta anche il rischio di frodi in un settore come quello delle carni dove dall’inizio della crisi nel 2008 ad oggi sono aumentati del 150% i sequestri secondo una analisi della Coldiretti sulla base dell’attività dei carabinieri dei nas nei primi nove mesi del 2014 rispetto allo stesso periodo del 2008.aumenta, poi, il contenuto di acqua consentito che sarà pagato dagli acquirenti come se fosse carne in un momento di pesante crisi economica. L’incremento del tasso di umidità previsto per le tre categorie di prosciutto cotto, prosciutto cotto scelto e prosciutto cotto di alta qualità andrà - precisa la Coldiretti - a minare la qualità del prodotto stesso a discapito del maiale italiano, le cui carni hanno caratteristiche qualitative superiori a quelle dei maiali importati dai Paesi del nord, penalizzando i nostri allevatori. il decreto cancella poi il divieto di utilizzo di aromi chimici, aprendo così la strada alla possibilità di correggere gusto e sapore dei salumi fatti con materia prima scadente e di dubbia origine. Paradossalmente viene mantenuta, invece, la possibilità di utilizzare le cosce di maiale congelate per produrre il prosciutto crudo stagionato. Proprio a causa di questa norma - ricorda Coldiretti - due prosciutti su tre venduti oggi in italia provengono da maiali allevati in olanda, danimarca, Francia, germania e Spagna senza che questo venga evidenziato chiaramente in etichetta dove non è ancora obbligatorio indicare l’origine.altra novità del provvedimento è l’inserimento nel decreto del Culatello, sino ad oggi assente, ma anche qui si apre a una “industrializzazione” del prodotto (uso di involucri artificiali al posto del tradizionale budello
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nellA foTo: Le false cotiche di prosciutto di Parma sequestrate dai nas ed esposte dalla Coldiretti al Forum internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione. naturale, ecc.) che finirà per abbassarne la qualità. “Piuttosto che rivedere al peggio le leggi che regolano il settore dei salumi sarebbe utile alla nostra economia adoperarsi per l’attuazione della legge sull’etichettatura con l’indicazione obbligatoria dell’origine italiana, di importanza fondamentale soprattutto per i prodotti trasformati”, denuncia il presidente della Coldiretti, roberto moncalvo, nel sottolineare che “non possiamo commettere un autogol che danneggia il patrimonio di credibilità conquistato dal Made in Italy in italia e all’estero dove dobbiamo acquisire quote di mercato con politiche di trasparenza e verità”. Si spiega solo cosi denuncia la Coldiretti - la possibilità concessa dall’Ue di incorporare la polvere di caseina e caseinati, al posto del latte, nei formaggi fusi, di aumentare la gradazione del vino attraverso l’aggiunta di zucchero nei Paesi del nord europa o di ottenerlo a partire da polveri miracolose contenute in wine-kit
che promettono in pochi giorni di ottenere le etichette più prestigiose con la semplice aggiunta di acqua. ma l’Unione europea consente anche per alcune categorie di carne la possibilità - continua la Coldiretti - di non indicare l’aggiunta d’acqua fino al 5 per cento, ma per alcuni prodotti (wurstel, mortadella) tale indicazione può essere addirittura elusa e potrebbero essere esclusi dagli obblighi di indicazione della quantità d’acqua. in italia nel 2013 sono allevati - conclude la Coldiretti - meno di 8,7 milioni di maiali (erano 9,3 milioni nel 2012) destinati per il 70% alla produzione dei 36 salumi che hanno ottenuto dall’Unione europea il riconoscimento di denominazione di origine (dop/igp). il settore della produzione di salumi e carne di maiale in italia, dalla stalla alla distribuzione, vale 20 miliardi. Secondo un’analisi Coldiretti su dati istat le famiglie italiane spendono all’anno circa 280 euro per l’acquisto dei salumi.
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230mila persone che non avrebbero problemi a commettere consapevolmente azioni illegali pur di avere un lavoro. L’allentamento della tensione morale nei confronti della malavita provocato dalla crisi tocca la vita di tutti i giorni come conferma il fatto che - continua la Coldiretti - quasi un italiano su cinque (18%) non avrebbe problemi a recarsi in un pizzeria, ristorante, bar o supermercato gestito o legato alla criminalità organizzata purchè i prezzi
siano convenienti (9%), i prodotti siano buoni di ottima qualità (5%) o addirittura se il posto sia comodo e vicino a casa (4%). d’altra parte, la stragrande maggioranza del 63% degli italiani è d’accordo sul fatto che - continua la Coldiretti - in certe zone d’italia dove c’è molta disoccupazione e povertà, la criminalità organizzata ha saputo creare opportunità di lavoro. e il problema - continua la Coldiretti - non è confinato nel Sud tanto che l’84% degli italiani ritiene ormai che la criminalità organizzata sia diffusa su tutto il territorio, rispetto ad una minoranza del 13% che la localizza nel mezzogiorno. a preoccupare anche l’impatto negativo della crisi sulla solidarietà, con un crescente numero di persone che non riesce più a permettersela come dimostra il fatto che - conclude la Coldiretti - la maggioranza del 58% degli italiani non sarebbe disposto a pagare il 20% in più per un prodotto alimentare ottenuto da terre o aziende confiscate alla mafia. “Bisogna spezzare il circolo vizioso che lega la criminalità alla crisi, con interventi per favorire, soprattutto tra i più giovani, l’inserimento nel mondo del lavoro, e l’impegno delle istituzioni, della scuola e delle organizzazioni di rappresentanza per scongiurare il pericolo che legittime aspirazioni ad avere un’occupazione possano essere sfruttate per alimentare l’illegalità”, ha dichiarato il presidente della Coldiretti, Roberto moncalvo.
318,7 milioni di euro soprattutto con riferimento a prodotti base dell’alimentazione come la carne (29%), farine pane e pasta (16%), latte e derivati (12%), prodotti ittici (9%), ma anche in misura rilevante alla ristorazione (15%) dove per risparmiare si diffonde purtroppo l’utilizzo di ingredienti low cost che spesso nascondono frodi e adulterazioni. L’attività dei carabinieri dei nas nei primi nove mesi del 2014 ha portato all’arresto di ben 10 persone mentre 1310 sono state segnalate all’autorità giudiziaria e 7672 a quella amministrativa.“Le frodi a tavola si moltiplicano nel tempo della crisi soprattutto con la diffusione dei cibi low cost e sono crimini particolarmente odiosi perché si fondano sull'inganno nei confronti di quanti, per la ridotta capacità di spesa, sono costretti a risparmiare sugli acquisti di alimenti”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto moncalvo nel sottolineare che “oltre un certo limite non è possibile farlo se non si vuole mettere a rischio la salute”. gli ottimi ri-
sultati dell'attività di contrasto messa in atto dalla magistratura e da tutte le forze dell’ordine impegnate confermano la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie troppo larghe della legislazione a partire - conclude moncalvo - dall’obbligo di indicare in etichetta la provenienza della materia prima impiegata.
L’INDAGINE COLDIRETTI SU IL PREZZO DELL’ILLEGALITA’
LAVORO: COLDIRETTI/IXE 1 DISOCCUPATO SU 10
DISPONIBILE P E R
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l 61% dei disoccupati è disposto ad accettare un posto di lavoro in un’attività dove la criminalità organizzata ha investito per riciclare il denaro e quasi uno su dieci (l’8%) è pronto anche a commettere reati. La criminalità organizzata trova, infatti, terreno fertile nel tessuto sociale ed economico indebolito dalla crisi come dimostra il fatto che mafia, camorra, ‘ndrangheta e company possono contare su un esercito potenziale di ben
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aumento record FRODI A TAVOLA + 277%SEQUESTRI on la crisi praticamente quadruplicano le frodi a tavola con un incremento record del 277% del valore di cibi e bevande sequestrate perché adulterate, contraffate o falsificate, per garantire la sicurezza alimentare. e’ quanto emerge dall’indagine Coldiretti sul prezzo dell’illegalità, sulla base dell’attività svolta dai carabinieri dei nas dal 2008 al 2014. nei primi nove mesi del 2014 sono stati sequestrati beni e prodotti per un valore di
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STOP ALLE ImPORTAZIONI ! PIAGA DEL NOSTRO “mADE IN”
ucraina: E’BOOM MADE IN RUSSIA DA “GRANA”A “SALAME ITALIA” Il Made in Italy taroccato arriva anche dai Paesi non colpiti dalle sanzioni di Putin o stop alle importazioni di frutta, verdura, salumi e formaggi dall’italia ha provocato in Russia un vero boom nella produzione locale di prodotti Made in Italy taroccati, dal salame italia alla mozzarella “Casa italia”, dall’insalata “Buona italia” alla Robiola Unagrande, ma anche la mortadella milano o il parmesan Pirpacchi tutti rigorosamente realizzati nel Paese di Putin. La situazione rischia di aggravarsi con grandi investimenti annunciati per potenziare l’industria alimentare locale con la produzione di prodotti lattiero caseari e formaggi che è già aumentata del 20 per cento negli Urali Centrali. ma sono previsti nuovi caseifici come quello in programma annunciato nella regione Sverdlovsk con un investimento di 2 milioni di rubli per coprire fabbisogni di formaggi duri e molli, dalla mozzarella al parmigiano. nella stessa regione è in fase di sviluppo, con nuovi grandi macelli per maiali, anche l’industria della carne e dei salumi. a potenziare la produzione del falso Made in Italy non è stata pero’ solo l’industria russa ma - sottolinea la Coldiretti - anche molti Paesi che non sono stati colpiti dall’embargo come la Svizzera, la Biolorussia, l’argentina o il Brasile che hanno aumentato le produzioni e le esportazioni dei cibi italiani taroccati. nei supermercati russi - precisa la Coldiretti - è possibile infatti trovare scamorza, mozzarella, provoletta, mascarpone e ricotta made in Bielorussia, ma anche salame milano e gorgonzola di produzione Svizzera e Parmesan o Reggianito di origine Brasiliana o argentina. Prodotti che taroccano il Made in Italy sui mercati russi sostituendolo con falsi, di realizzazione locale o di importazione da nazioni “amiche”, che nulla hanno a che vedere con il territorio nazionale. il rischio è che una volta perso lo spazio sugli scaffali sarà difficile recuperarlo, anche se le tensioni politiche saranno separate e l’embargo eliminato, perché i rapporti commerciali si consolidano ed i consumatori russi ingannati potrebbero non volere piu’ il Made in italy sulle loro tavole. La catena azbuka vkusa (aзбука вкуса) - informa la Coldiretti - mette in vendita i prodotti di una azienda russa con il marchio “unagrande” seguìto dai nomi italiani mozza-
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nellA foTo: “i prodotti Made in Italy tarocchi fabbricati in Russia dopo l’embargo mostrati dalla Coldiretti al Forum internazionale”. rella, ricotta, mascarpone, robiola, ma nei grandi supermercati delle principali catene presenti in Russia ci sono anche diversi tipi di salame milano (миланская), di mozzarelle - Classico mediterraneo Casa italia (моцарелла) o “ciliegine”, di scamorze (скaморЦa), l’immancabile Parmesan (пармезан) nella versione “dolce”, una pasta fresca ravioli, una insalata toscana (Тоскана) Buona italia e una pizza Sono Bello Quatro formaggi. nei magazzini della grande distribuzione - prosegue la Coldiretti - ci sono anche prodotti d’importazione che imitano il Made in italy. Si va dalla mozzarella “pizza” alla provola o provoletta affumicata, dalla ricotta light al mascarpone realizzati nella vicina Bielorussia, ma non mancano le sorprese con un salame milano (meinen) e una fondue gorgonzola provenienti dalla Svizzera che sfrutta la sua neutralità per accaparrarsi quote del mercato moscovita in barba ai nostri produttori e alla qualità da essi prodotta. in effetti - rileva la Coldiretti
- alle perdite dirette subite dalle mancate esportazioni italiane in Russia si sommano quelle indirette dovute al danno di immagine e di mercato provocato dalla diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in italy. il rischio riguarda anche la ristorazione italiana in Russia che, dopo una rapida esplosione, rischia di essere frenata per la mancanza degli ingredienti principali. in alcuni casi i piatti sono spariti dai menu mentre in altri sono stati sostituiti da tarocchi locali o esteri senza pero’ che ci sia nella stragrande maggioranza dei ristoranti una chiara indicazione nei menu. Un danno anche per l’economia russa che, oltre a privare i suoi cittadini ed i turisti di alimenti di qualità, rischia di subire una spinta inflazionistica con il ministero dello Sviluppo economico della Federazione che è stato costretto ad alzare le previsioni per l’inflazione nel 2015 al 6,5 per% a causa delle sanzioni.
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del 63% dell export agricolo in RUSSIA
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il primo bilancio del taglio dell’export made in italy in russia in un mese
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mA CROLLANO ANChE mODA (-24,8%), mObILI (17,8%) E mEZZI DI TRASPORTO (-50,1%) rollano del 63% in un mese le esportazioni di prodotti agricoli in Russia nel primo bilancio dell’embargo scattato dal 7 agosto con il divieto all’ingresso di una lista di prodotti agroalimentari che comprende frutta e verdura, formaggi, carne e salumi ma anche pesce. e’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sugli effetti dell’embargo nel “mercato dei prodotti alimentari Made in Italy in Russia”. Complessivamente - sottolinea la Coldiretti - si è verificato un calo delle esportazioni di tutti i prodotti Made in Italy del 16,4% con un taglio di 33 milioni di euro che riguarda tutti i principali settori, dall’agricoltura al tessile (-24,8%), dai mezzi di trasporto (-50,1%) ai mobili (-17,8%), dai farmaceutici (-32,3%) agli apparecchi elettrici (-15,9%). dall’analisi è evidente - precisa la Coldiretti - che le tensioni politiche hanno avuto riflessi anche sugli scambi anche di prodotti non colpiti direttamente dall’embargo ma particolarmente significativi per l’italia. Peraltro - continua la Coldiretti - la situazione è destinata a peggiorare nel tempo con l’esaurirsi delle scorte. La Coldiretti ha stimato danni diretti solo nell’alimentare per un ammontare di circa 200 milioni di euro all’anno ai quali si sommano quelli indiretti dovuti alla perdita di immagine e di mercato provocata dalla diffusione in Russia di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in italy ma anche la possibilità che vengano dirottati sul territorio nazio-
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nale i prodotti agroalimentari di bassa qualità di altri paesi che non trovano piu’ uno sbocco nel Paese di Putin. in particolare - precisa la Coldiretti - i settori piu’ penalizzati sono ortofrutta per un importo di 72 milioni di euro esportati nel 2013, le carni per 61 milioni di euro, latte, formaggi e derivati per 45 milioni di euro. da segnalare che sono stati colpiti anche prodotti tipici dal Parmigiano Reggiano al grana Padano (per un importo di 15 milioni di euro) ma anche prosciutti a denominazione di origine. Le misure di sostegno messe in atto dall’Unione europea nel settore dei prodotti ortofrutticoli e dei formaggi stagionati non sono sufficienti - continua la Coldiretti - a coprire le pe-
santi perdite. Peraltro ulteriori problemi vengono poi dal fatto, sottolinea la Coldiretti, che la Commissione europea ha annunciato che il costo delle le misure di sostegno messe in atto dall’Unione europea per far fronte ai danni causati dall’embargo russo verrà di fatto pagato dagli stessi agricoltori. i 344 milioni di euro destinati al settore dei prodotti ortofrutticoli e dei formaggi stagionati colpiti dal blocco delle frontiere russe saranno, infatti, tolti dalla riserva di crisi autofinanziata dagli stessi produttori, sui quali viene così ingiustamente scaricato - conclude la Coldiretti - il peso intero di una crisi di mercato provocata da decisioni politiche di cui non sono responsabili.
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giornata provinciale de l r i n gr a z i a m e n t o di c o l di r e t t i “Benedire i frutti della terra e nutrire il pianeta” Coldiretti: ”domeniCa 23 novembre uniremo riflessione e aggregazione ragionando intorno alla filiera agriCola tutta italiana”
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tutto pronto per il “grazie dei campi” che si celebrerà il 23 novembre, ad acqui terme nella Cattedrale. in questo modo continua una tradizione che ha sempre trovato consensi sul territorio e che identifica proprio San martino con la “giornata del Coltivatore”, ossia un modo per rendere grazie al Signore ma che vuole anche essere un’occasione per stare insieme e per esprimere con gioia quel sentimento di riconoscenza che i coltivatori hanno da sempre fatto proprio. Quest’anno il tema che unirà tutte le feste del Ringraziamento a livello nazionale, deciso dalla Commissione episcopale è “Benedire i frutti della terra e nutrire il pianeta”. La giornata del Ringraziamento 2014 precede di alcuni mesi l’apertura di expo milano 2015 dedicato a “nutrire il pianeta. energia per la vita”, un tema di particolare rilevanza per il nostro Paese e non solo. esso invita a dedicare un’attenzione speciale al tema del cibo, quale dono di dio per la vita della famiglia umana. Così, nel ringraziare il Padre per i frutti della terra, ci rendiamo consapevoli di coloro che patiscono la fame. Papa Francesco richiama spesso “la tragica condizione nella quale vivono ancora milioni di affamati e malnutriti, tra i quali moltissimi bambini”. La fame è minaccia per molti dei poveri della terra, ma anche tremendo interrogativo per l’indifferenza delle nazioni più ricche. infatti, alla sottonutrizione di alcuni, si affianca un dannoso eccesso di consumo di cibo da parte di altri. È uno scandalo che contraddice drammaticamente quella destinazione universale dei beni della terra richiamata - quasi cinquanta anni or sono - dal Concilio Vaticano ii nella Costituzione pastorale Gaudium et spes (cf. n.69). È una questione di giustizia, che pone gravi interrogativi in merito al nostro rapporto con la terra e con il cibo. in questa
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giornata del Ringraziamento guardiamo dunque all’agricoltura, che - attraverso i suoi frutti - è fonte della vita. in sistema agricolo contemporaneo appare però spesso distante da tale immagine: la sua complessità esige considerazioni ben più articolate. infatti, nelle zone agricole di grande vastità, l’attività tende spesso a coinvolgere sempre più reti di imprese e comporta l’uso di tecniche anche complesse. nel messaggio per la 64esima giornata del Ringraziamento i vescovi italiani pongono l’attenzione sulla necessità di sviluppare e promuovere un modello di produzione agricola che sia attento alla qualità e alla salvaguardia dei terreni in modo da garantire effettiva sostenibilità. La terra, in altre parole, va custodita come un vero e proprio bene comune della famiglia umana, dato per la vita di tutti. essa deve mantenere come primaria la sua destinazione fondamentale - quella di essere, appunto, fonte di cibo per i suoi abitanti, facendo in modo che il rispetto e la ricerca della qualità dei beni salvaguardi la capacità della terra stessa di produrre per la generazione presente e per quelle future. occorre presidiare il territorio contro il degrado e la cementificazione, che lo rendono inospitale per la vita e sottraggono aree alla produzione di cibo. occorrerebbe pure evitare l’installazione di pannelli solari sul terreno, collocandoli piuttosto sugli edifici. L’agricoltura poi non è solo produzione finalizzata a nutrire la famiglia umana, ma anche custodia del territorio, che lo cura e lo riqualifica. inoltre, la stessa agricoltura è anche un sistema di relazioni umane, che si sviluppano in stretto contatto con la terra ed i suoi ritmi. La custodia della terra per nutrire il pianeta è impresa che richiama anche la responsabilità delle singole persone e delle famiglie: siamo consumatori, ma anche cittadini attivi e responsabili. educarci alla custodia della terra significa altresì adottare comportamenti e stili di vita in cui l’uso del cibo e dei prodotti alimentari sia più attento e lungimirante. Con le nostre scelte di acquisto del cibo possiamo offrire sostegno alle produzioni locali. È saggezza privilegiare la qualità rispetto alla
quantità, sapendo che - nei prodotti a forte impatto ambientale e sociale - la qualità aiuta la sostenibilità. altrettanto importante è agire nelle nostre famiglie, per ridurre ed eliminare lo spreco alimentare, che nelle società agiate raggiunge livelli inaccettabili. Papa Francesco ha più volte denunciato la “cultura dello scarto”, cultura che “tende a diventare mentalità comune che contagia tutti”, rendendoci “insensibili anche agli sprechi e agli scarti alimentari, che sono ancora più deprecabili quando in ogni parte del mondo, purtroppo, molte persone e famiglie soffrono fame e malnutrizione. Ricordiamo bene però che il cibo che si butta via è come se venisse rubato dalla mensa di chi è povero, di chi ha fame!” a livello provinciale, intanto, si sta continuando nella raccolta delle adesioni, sono ancora disponibili pochissimi posti, per prendere parte all’iniziativa: alle 10.30 la giornata inizierà con la messa verrà celebrata da mons. Paolino Siri Vicario generale diocesi di acqui terme e da don ivo Piccinini consigliere ecclesiastico provinciale Coldiretti. Seguirà benedizione dei mezzi agricoli, il saluto e gli interventi delle autorità. al termine è previsto un momento conviviale al ristorante “Vallerana” di alice Bel Colle. Per informazioni e prenotazioni pullman ci si può rivolgere all’ufficio Provinciale o agli uffici zona Coldiretti.
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giornata ringraziamento a gavonata
d o m e n i c a 9 n ov e m br e s i è c e l e br at o a gavo n ata di c a s s i n e i l “ gr a z i e de i c a m pi ” Alla presenza del presidente provinciale Coldiretti roberto Paravidino e della Responsabile Provinciale e Regionale giovani impresa Valentina Binno, si è rinnovata, dopo la Santa messa, per gli agricoltori della zona l’offerta dei prodotti della terra, la benedizione dei mezzi agricoli e degustazioni gratuite per ricreare la solidarietà e la socialità tipica del mondo agricolo. nata nel 1951,
in pieno dopoguerra, con l’intento di ringraziare il Signore dei frutti della terra al termine dell’annata agraria, questa ricorrenza si è imposta nel tempo nella tradizione rurale, divenendo anche occasione di festa e di socializzazione con la città. durante la S. messa sono stati portati all’altare i prodotti della terra più caratteristici e rappresentativi realtà agricola della zona.
san martino, occasione per fare il punto sull’annata agraria Nel 2014 è crollata la produzione degli alimenti Made in Italy alla base della dieta mediterranea n occasione di San martino, la Coldiretti ha diffuso un bilancio agricolo dell’anno che sta per concludersi, che è stato sconvolto da un andamento climatico del tutto anomalo con un conto sulle tavole degli italiani da 2,5 miliardi tra calo produttivo, maggiori costi per la difesa della colture e stravolgimento nei consumi. nel 2014 è crollata la produzione degli alimenti Made in Italy alla base della dieta mediterranea che fanno segnare un calo che va dal 35 per cento per l’olio di oliva al 15% per il vino fino al 4% del grano duro destinato alla pasta, ma cala anche il raccolto di ortofrutta sotto gli effetti del maltempo. Se la vendemmia rischia di classificarsi come la più scarsa dal 1950, con una produzione di vino Made in Italy che potrebbe scendere fino a 41 milioni di ettolitri, la produzione italiana di olio di oliva è crollata attorno alle 300mila tonnellate. L’andamento dei raccolti in italia influenza naturalmente anche i risultati produttivi a livello internazionale dove la produzione mondiale di vino si dovrebbe attestare nel 2014 a 271 milioni di ettolitri con un calo del 6% e il sorpasso della Francia che con 44 milioni di ettolitri torna a diventare il primo produttore mondiale davanti all’italia. ancora più grave la situazione per l’olio di oliva con il consiglio oleicolo internazionale (Coi) che ha stimato un calo della produzione mondiale addirittura del 19% per circa 2,56 milioni di tonnellate, per effetto anche del dimezzamento dei raccolti in spagna che con un quantitativo di meno di un milione di tonnellate mantiene il primato mondiale davanti l’italia che è però insidiata dalla grecia. e’ allarme anche per la produzione italiana di pasta a causa dell’eccessiva dipendenza dell’industria nazionale per l’acquisto di grano duro dall’estero da dove arriva circa il 40% del fabbisogno perchè non si è avuta la lungimiranza di investire sull’agricoltura nazionale. Se
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in italia i raccolti di frumento duro hanno subito una leggera flessione (-4%), un calo consistente del 10% si è verificato nell’Unione europea ed un vero e proprio crollo del 27% si é registrato in Canada che è il principale fornitore dell’italia. Complessivamente secondo le stime dell’international grains Council, la produzione mondiale dovrebbe attestarsi sui 34 milioni di tonnellate (-15%). anche per il raccolto nazionale di pomodoro da conserva per preparare polpe, passate e pelati da condimento si registra un calo delle rese per ettaro e la produzione rimane in linea con la media stagionale degli ultimi cinque anni solo perchè si registra un aumento delle superfici coltivate aggiungendo che si registrano cattive notizie anche sul fronte dell’ortofrutta. Se per alcune varietà le raccolte rimangono ancora da completare o non è ancora partita (mele, pere, uva da tavola, kiwi, agrumi), si stima un calo della produzione complessiva rispetto allo scorso anno. e per le castagne siamo addirittura al mi-
nimo storico con una produzione nazionale ben al di sotto dei 18 milioni di chili registrati lo scorso anno e pari ad appena 1/3 di quella di 10 anni fa. gli effetti del crollo produttivo si fanno sentire tavola dove gli italiani sono i principali consumatori di pasta a livello mondiale con una media per persona di 26 chili all’anno, una quantità che è tre volte superiore a quella di uno statunitense, di un greco o di un francese, cinque volte superiore a quella di un tedesco o di uno spagnolo e sedici volte superiore a quella di un giapponese. ma gli italiani fanno registrare acquisti da primato anche per il vino (38 litri a persona all’anno) per l’olio di oliva (12 chili a persona all’anno) e per i pomodori trasformati con circa 35 chili per persona all’anno. anche per gli effetti dal punto di vista economico rischiano quindi di mancare dalle tavole quei i prodotti base della dieta mediterranea che sono considerati indiscutibilmente come essenziali per garantire una buona salute, soprattutto per la crescita nelle giovani generazioni. Pane, pasta, frutta, verdura, extravergine e il tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola in pasti regolari hanno consentito agli italiani di conquistare fino ad ora il record della longevità con una vita media di 79,4 anni per gli uomini e di 84,5 per le donne, tra le più elevate al mondo. Per garantirsi una adeguata disponibilità di cibo nel tempo l'italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile dalla cementificazione nelle città e dall’abbandono nelle aree marginali con un adeguato riconoscimento dell'attività agricola poiché un modello di sviluppo sbagliato ha tagliato del 15% le campagne e fatto perdere negli ultimi venti anni 2,15 milioni di ettari di terra coltivata, un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari) che vengono abbandonati o occupati dal cemento ogni giorno.
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confronTo e condiVisione
d e L L e P R o B L e m at i C h e a g R o a L i m e n ta R i m o n d i a L i oldiretti anche nell’edizione 2014 del Salone del gusto e terra madre ha voluto assicurare il proprio contributo sia con l’ospitalità ai delegati provenienti da tutto il mondo, sia durante i convegni quali occasione di confronto e di condivisione delle problematiche agroalimentari mondiali. di grande rilevanza per Coldiretti il tema al centro del dibattito: l’attenzione all’agricoltura ed all’impresa agricola familiare, perno attorno al quale ruotano l’80% delle imprese agricole italiane e mondiali. “Coldiretti - ha affermato il direttore provinciale Coldiretti alessandria Simone moroni - punta da sempre a valorizzare questa tipologia di impresa agricola, attraverso l’intensa attività di Campagna amica che, attraverso la realizzazione di uno stand molto articolato, è stata ancora una volta ambasciatrice verso i consumatori per la costruzione di un solido rapporto fiduciario basato sulla trasparenza e sulla opportunità di non omologare gusti, sapori e profumi che sono l’espressione autentica delle peculiarità di ogni territorio”. Coldiretti ha organizzato la presenza al Salone del gusto con uno spazio espositivo che ha raccontato ai visitatori le importanti progettualità economiche messe in campo dall’organizzazione: protagonista il progetto Campagna amica ovvero la grande rete nazionale di punti vendita, mercati e botteghe, e il progetto Fai -Firmato dagli agricoltori italiani
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- dove sono sviluppati i contratti di filiera con le industrie di trasformazione, gli accordi per le forniture alla gdo ed alla ristorazione collettiva, nell’ottica della tracciabilità. il Piemonte ha raccontato importanti percorsi progettuali con le esperienze dirette delle aziende presenti: nuovi mestieri nati nell’ambito della rete come l’agripasticciere, l’agricosmetista, l’agrierborista, l’agribirraio e l’agrigelataia. Lo spazio dedicato ai bambini è stato animato quotidianamente dalle agritate progetto di punta di Coldiretti Piemonte
nell’ambito dell’innovazione sociale in agricoltura. non è mancata la presenza di un narratore del gusto per raccontare emozioni e sensazioni del vero cibo Made in Italy e il personal trainer dell’orto che ha saputo consigliare i consumatori nel creare il proprio orto a casa. Riflettori puntati sulla presenza del presidente nazionale Coldiretti Roberto moncalvo cha ha partecipato a due importanti convegni e nel commentare l’adesione al Protocollo di milano ha affermato che “non possiamo continuare a vivere in una società che
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tollera la presenza di 860 milioni di persone denutrite e nel contempo assistere allo spreco di 1,3 milioni di tonnellate di cibo all’anno. gli sprechi e la malnutrizione sono alimentati dal paradosso di chi considera il cibo semplice merce - ha detto moncalvo - . La distintività e le biodiversità sono gli elementi che permetteranno alle nazioni povere di uscire dalla fame e dalla povertà”. Per quanto riguarda l’incidenza dell’immigrazione nel comparto agricolo, il presidente moncalvo sul tema “te lo do io il Made in Italy” ha sottolineato: “abbiamo siglato martedì scorso il contratto nazionale dei lavoratori agricoli a livello nazionale con le organizzazioni sindacali. Riguarda un milione e duecentomila lavoratori occupati nel settore agricolo. di questi il 25% sono stranieri o meglio 320 mila lavoratori agricoli non sono nati in italia.” oggi sono 53 mila le imprese agricole condotte da immigrati: La dimostrazione di un normale processo di integrazione e la consapevolezza di Coldiretti dell’importanza degli stranieri nel settore agricolo. Relativamente alle assunzioni dei lavoratori stagionali in agricoltura con i voucher, moncalvo ha ricordato che questo sistema offre una risposta concreta all’impresa agricola che ne usufruisce nei momenti di punta ad esempio per le campagne di raccolta. i voucher riguardano le assunzioni di studenti, pensionati e alcune categorie di disoccupati. dalla loro introduzione le ore lavorative impiegate in agricoltura e rilevate dall’inps sono passate da 104 milioni a 112 milioni. Una risposta alla società ed alle categorie più deboli. moncalvo ha poi stigmatizzato la presenza di cooperative di lavoratori che si propongono agli imprenditori agricoli a prezzi orari inferiori a quelli stabiliti dal contratto nazionale di lavoro. “Queste situazioni, pur essendo in netta minoranza gettano discredito su tutto il sistema, ma non appartengono al nostro modo di essere e di operare”.
in foto: nella pagina accanto, in alto una panoramica dello stand di Coldiretti al “Salone del gusto”. sotto: michelangelo Pellegrino, responsabile Comunicazione Regionale intervista Bruno Rivarossa Capo area organizzazione e Servizi della Confederazione. sopra: il Presidente nazionale Roberto moncalvo durante il suo intervento all’interno dello spazio espositivo e sotto l’azienda “Cascina daneto”, di elisa debernardis di occimiano, presenza consolidata al Salone.
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in foto: il professor Francesco di iacovo durante il suo intervento tra il Presidente Roberto moncalvo, la responsabile nazionale donne impresa Lorella ansaloni e il direttore Regionale antonio de Concilio.
in foto: il numeroso pubblico presente nella Sala Convegni del “Circolo dei Lettori” a torino. in primo piano graziella Boveri Responsabile Provinciale e Regionale donne impresa, delia Revelli Responsabile Provinciale donne impresa Cuneo e Raffaella Vitale della direzione Politiche Sociali per la Famiglia della Regione.
AGRICOLTURA E INNOVAZIONE SOCIALE, IL NUOVO IMPEGNO PER LA DIVERSIFICAZIONE
Se ne è parlato durante un incontro organizzato da Coldiretti Piemonte con UE.COOP
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agricoltura sociale è una pratica che attraverso iniziative promosse in ambito agricolo e alimentare da aziende agricole ma anche cooperative sociali intende favorire il reinserimento terapeutico di soggetti svantaggiati nella comunità e al contempo produrre beni. Si tratta, in sintesi, di un vero e proprio strumento operativo attraverso il quale i governi regionali e locali - in maniera diretta o attraverso associazioni preposte - possono applicare le politiche del Welfare in ambito territoriale, coinvolgendo una pluralità di soggetti giuridici, enti, aziende agricole e cittadini. La forma di aggregazione più comune che permette l’applicazione di queste politiche, è la cosiddetta “azienda agri-sociale” conosciuta anche come “fattoria sociale”. Si tratta di una fattoria tradizionale, o di un allevamento di animali di vario genere, economicamente e finanziariamente sostenibile, gestita da una o più persone associate. di tutto questo se ne è parlato alla presenza di Roberto moncalvo Presidente di Coldiretti e di antonio de Concilio direttore di Coldiretti Piemonte durante un convegno dedicato proprio a “agricoltura e all’innovazione sociale, il nuovo impegno per la diversificazione”. molte le aziende di Coldiretti alessandria ed esponenti del mondo della cooperazione che hanno preso parte all’iniziativa: presenti anche gli assessori regionali giorgio Ferrero (agricoltura), augusto Ferrari (Politiche Sociali), gianna Pentenero (istruzione Formazione Professionale e Lavoro). Roberto moncalvo ha ribadito la ferma volontà di Coldiretti di giungere ad una legge nazionale che definisca e coordini l’attività agricola rispetto alle problematiche di natura sociale e lavorativa che oggi affliggono la società italiana. in Piemonte come in Veneto vi sono esempi concreti di quanto sia importante il ruolo delle imprese agricole siano esse singole che cooperative, sia nel settore dei bambini e degli anziani che degli inserimenti lavorativi. antonio de Concilio ha evidenziato la
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concretezza con la quale si è agito in Piemonte anche in forte sinergia con gli assessorati regionali che a vario titolo si interconnettono con la progettualità di Coldiretti. in particolare ha evidenziato il ruolo della Regione Piemonte nella gestione del Fondo Sociale europeo (FSe) che destina il 20% delle risorse disponibili alle problematiche sociali. de Concilio ha anche evidenziato l’insostituibile ruolo di Coldiretti dovuto alla capillarità dell’organizzazione attraverso i propri punti di presidio distribuiti sul territorio regionale. La presenza di Lorella ansaloni responsabile nazionale donne impresa Coldiretti ha evidenziato come per l’impresa agricola la progettualità nel sociale abbia trovato terreno fertile grazie alla sensibilità delle imprenditrici dove, in italia un’impresa agricola su tre, è condotta da donne. Francesco di iacovo, professore associato di economia e Politica agraria all’Università di Pisa ha evidenziato la capacità di proposta di Coldiretti che sta seguendo a livello nazionale sia la nuova legge sulle aree interne che quella sull’agricoltura sociale. Le prime soffrono di invecchiamento e della mancanza dei servizi. di qui la necessità della collaborazione tra pubblico e privato con criteri di sussidiarietà che Coldiretti ha svolto gratuitamente nella fase sperimentale, ma che occorre normare sia per garantire la professionalità di quanti erogano il servizio e i costi sostenuti dagli imprenditori agricoli. gli assessori regionali Ferrero, Ferrari e Pentenero hanno manifestato la più totale disponibilità della Regione nel mettere a disposizione sia le professionalità necessarie. sia le risorse che con l’FSe si rendono disponibili per tali percorsi. non è immaginabile affrontare le nuove necessità del mondo del lavoro e le nuove emergenze sociali senza fotografare il contesto attuale ed attuare politiche di accompagnamento rispetto alle necessità reali. Vi è l’urgenza di un quadro normativo nazionale e regionale in grado di rispondere alle nuove esigenze anche con politiche famigliari in grado di prevenire il disagio mi-
norile e quello dei disoccupati nonché dei nuovi poveri. infatti è in atto un processo di impoverimento delle famiglie con redditi precari dove l’azione dei servizi sociali con la scarsità di risorse degli enti pubblici, deve continuare nell’erogazione dei servizi in un ottica di sinergia tra pubblico e privato. Questo vale per l’agricoltura sociale, ma anche per la valorizzazione della risorsa turistica della nostra Regione. Con il progetto “agriable” Coldiretti, insieme alla propria centrale cooperativa UeCoop intende rendere fruibile anche alle persone disagiate attraverso una progettualità trasversale gli agriturismi e le strutture di accoglienza turistica.
in foto: in primo piano il direttore Provinciale Coldiretti alessandria Simone moroni e sullo sfondo Valentina Binno delegata Provinciale e Regionale giovani impresa.
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[a cura di alberto Pansecchi]
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scheda vite n.35
• tre fasi principali •Condizionamenti e inter-
La vite ha una grande capacità di adattamento alle differenti condizioni ambientali e può praticamente essere coltivata in qualsiasi tipologia di terreno. ovviamente i suoi comportamenti variano in funzione dell’ambiente nel quale è stata posta a dimora e delle sollecitazioni colturali che subisce. L’agricoltore effettua le scelte osservando con attenzione il trascorrere delle fasi fenologiche e le loro specifiche caratteristiche. ogni anno, è necessario adattare i tradizionali interventi colturali con quanto il vigneto richiede.
il ciclo fenologico Le fasi fenologiche che nel corso dell’anno si susseguono sono differenti per tipo-logia, epoca e durata ma sempre in stretta relazione tra loro. esse si condizionano vicendevolmente e il perfetto svolgimento della precedente è presupposto per la piena riuscita di quella che seguirà. Per ottenere ottimi risultati finali è determinante la buona riuscita di ognuna delle fasi. esse condizionano anche i risultati dell’annata successiva. il ciclo annuale della vite è suddivisibile in tre momenti basilari: il ciclo vegetativo, il ciclo riproduttivo e la sintesi e la mobilitazione delle riserve. L’accavallarsi di queste tre fasi rende ogni momento del ciclo annuale peculiare e difficile. L’andamento del clima può condizionare in modo differente ciascuna fase, causando ricadute, condizionando e rendendo più complesso il ciclo vitale della pianta. Le pratiche colturali e le tecniche impiegate consentono, in maniera più o meno intensa, di correggere le eventuali difficoltà insorte a seguito della variabilità del clima. ogni intervento, poi, può avere differente efficacia in relazione alla tempestività con cui viene eseguito e al momento del suo inserimento nella complessità dei comportamenti della vite.
La fenologia della vite
dipendenza tra le fasi •Continue trasformazioni
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il germogliamento
il germogliamento inizia in primavera, quando nel suolo, a livello degli apparati radicali, è percepita la variazione della temperatura. L’avvio è lento e avviene con la mobilitazione delle riserve della pianta e con il sempre più crescente trasporto di linfa grezza. Con la formazione delle prime superfici fotosintetizzanti (le foglie), la velocità di sviluppo aumenta in modo esponenziale. in questa stagione, la disponibilità idrica e la temperatura dell’aria influiscono in misura rilevante sulla crescita e il clima può caratterizzare il risultato vegetativo rendendolo, ogni anno, sempre particolare. L’uniformità di sviluppo dei germogli e la differente dimensione tra le foglie basali e quelle poste più in alto e già completamente formate, può aiutare nella valutazione delle differenze tra le annate. da questo momento in poi, il ritmo di crescita accelera e di conseguenza aumenta la massa fogliare.
il ciclo riproduttivo
nel corso dell’accrescimento dei germogli compaiono i grappolini che rapidamente si allungano. attorno all’inizio di giugno, i fiori si aprono, scalarmente uno rispetto all’altro. il fiore della vite è molto semplice. La parte centrale è quella femminile e le laterali, più fini, quella maschile. il processo della fioritura può evolversi in tempi differenti in relazione all’andamento climatico. Pur ipotizzando le migliori condizioni, tuttavia, richiede un certo tempo, proprio per la disparità della fioritura. avvenuta la fecondazione, in breve tempo, si osserva la formazione degli acini, inizialmente grandi solo come un grano di pepe. L’accrescimento erbaceo degli acini prosegue fino ad un apparente arresto dello sviluppo, quando il grappolo è nella fase della “chiusura”. in questa fase, avviene una consistente evoluzione del seme all’interno degli acini. Segue l’invaiatura e il grappolo muta integralmente: gli acini si riempiono di succo, lo zucchero si accumula e l’acidità diminuisce. Le dimensioni degli acini aumentano ancora grazie a un ulteriore accumulo di acqua. il grappolo si avvia verso la maturazione finale e, nell’ultimo periodo, avverrà la trasformazione di affinamento.
la conclusione del ciclo
La conclusione del ciclo avviene con la caduta delle foglie ed è preceduta dall’assunzione di una colorazione vivace, che può variare dal rosso intenso, al viola e al giallo in relazione ai vitigni. Le foglie si tingono delle tinte tipiche autunnali quando viene raggiunto un certo livello di maturazione dei tralci. il ciclo si considera concluso, ma è bene considerare che l’evoluzione fenologica non si interrompe mai. nel corso dell’inverno, i tralci e le gemme ibernanti subiscono un’ulteriore evoluzione. L’epoca della caduta delle foglie è un momento d’intensi cambiamenti in quanto, oltre alle normali attività di accumulo e traslocazione, avviene un’intensa espansione radicale. dopo la vendemmia, prima di intraprendere qualsiasi operazione di potatura, è bene essere certi del completo stato di riposo delle viti. non si vanificherà così il lavoro che queste hanno svolto nel corso dell’ultimo periodo di attività. 16
Bibliografia: La qualità nel vigneto - edoardo monticelli - 2001
a cura del servizio di consulenza tecnico-agronomica coldiretti alessandria
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i consigli del nutrizionista Rubrica a cura del Prof. giorgio calabrese testi tratti dal sito Fondazione Campagna amica
no ai distributori di cibo spazzatura, giorgio calabrese: “proteggiamo i nostri figli” il celebre dietologo e nutrizionista sposa la causa di campagna amica e coldiretti e commenta il protocollo che vieta la vendita nella scuole di cibi poco sani.
in italia quasi un bambino
su 4 in sovrappeso
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a salute dei nostri figli prima di tutto. Partendo dalle scuole. Per questo Campagna amica e Coldiretti non potevano che aver accolto positivamente la notizia di pochi giorni fa che vieta negli istituti scolastici la “distribuzione” di “cibo spazzatura”. Venti assessori all’agricoltura delle regioni italiane, tra le quali in Piemonte, hanno infatti firmato un protocollo in cui si vieta “la distribuzione ai minori, mediante distributori automatici e in ogni luogo aperto al pubblico di alimenti e bevande sconsigliati ovvero contenenti un elevato apporto totale di lipidi per porzione, grassi trans, oli vegetali, zuccheri semplici aggiunti, prodotti ad alto contenuto di sodio, nitriti e/o nitrati utilizzati come additivi, aggiunta di zuccheri semplici e dolcificanti, elevato contenuto di teina, caffeina e similari”. “e’ una decisione importante - spiega il prof. giorgio Calabrese, esperto dietologo e nutrizionista - la scuola è il luogo per eccellenza dove le famiglie si devono sentire sicure a cominciare da quello che mangiano i propri figli”. Calabrese non ha dubbi: “in famiglia si può mangiare il dolcino magari fatto in casa e con prodotti garantiti, ma bisogna evitare che a scuola i nostri ra-
gazzi si riempiano di schifezze e alimenti poco sani che sono un rischio per l’obesità”. Fermare la vendita del cibo spazzatura nelle scuole per favorire alimenti locali, freschi e sani come spremute, frutta e verdura di stagione: “dobbiamo stare sempre attenti - aggiunge Calabrese - alla qualità e al territorio. inoltre, non ci dobbiamo preoccupare solo di quello che esce fuori dai distributori automatici ma anche dai cornetti nei bar pieni di strutto o dei panini carichi di grassi. i bambini devono imparare a mangiare fin da piccoli”. Sì ai distributori “sani”. La grande diffusione dei distributori automatici dove acquistano 23 milioni di italiani, tra i quali ben dieci milioni regolarmente, deve essere accompagnata da una innovazione che punti a privilegiare prodotti naturali, di stagione e Made in Italy con obiettivi salutistici ma anche di formazione, soprattutto nelle scuole. Un obiettivo che può essere sostenuto con l'aiuto dei nuovi distributori automatici di frutta e verdura snack che si stanno diffondendo e dove è possibile acquistare a prezzi calmierati frutta fresca, disidratata o spremute di origine nazionale senza aggiunte di zuccheri o grassi come alimento
rompi-digiuno per una merenda sana alternativa. in italia un bambino su 4 in sovrappeso. nel nostro Paese quasi un bambino sui quattro (il 22,2%) e in sovrappeso, mentre il 10,6% è addirittura obeso secondo l’ultimo Rapporto “okkio alla salute”. L'aumento di peso è un importante fattore di rischio per molte malattie come i problemi cardiocircolatori, il diabete, l'ipertensione, l'infarto e certi tipi di cancro. e la situazione in italia non è incoraggiante visto l’allargarsi della crisi alimentare con il numero dei bambini e adolescenti che mangia frutta e verdura a ogni pasto che è sceso al 35 per cento nel 2013 rispetto al 37 per cento dell’anno precedente. Quelli che la mangiano una volta al giorno sono passati al 35 per cento contro il 39 per cento e si registra anche un aumento di coloro che non l'assumono o lo fanno un massimo di 2 volte a settimana (31 per cento contro il 24 per cento).
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minestrone, qual è il più nutriente?
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e si desidera mangiare una buona minestra di legumi è necessario partire dal conoscere il loro valore nutrizionale, studiando legume per legume! Quali sono i principali? Fagioli, piselli, ceci, lenticchie, soia. Se li usiamo per preparare una minestra, questa diventa un piatto nutriente ed energetico. Se vogliamo che un minestrone o una zuppa siano nutrienti e vadano bene come piatto unico, soprattutto per cena, allora è ideale prepararla proprio con i legumi. Questi infatti contengono pochi
oltre a scegliere verdure e legumi di stagione, il consiglio è di abbinarli alla pasta per esaltarne le qualità nutrizionali grassi e molta fibra alimentare, sono ottime fonti di vitamine del gruppo B, ma soprattutto di proteine vegetali; abbinati ai cereali ne forniscono una quantità pari o anche superiore a quelle della carne. in particolare, tipiche della tradizione sono la “pasta e fagioli” e il “riso con i piselli”. La prima è una minestra sostanziosa e nutriente, originaria della Campania e facile da preparare. il riso coi piselli si gusta volentieri anche in estate, aggiungendoci delle foglioline di menta e mangiandola semi-fredda. Si possono preparare ottime
minestre di legumi anche con lenticchie (in particolare quelle rosse che cuociono in poco tempo) e ceci. Per un mix estremamente nutriente consigliamo la zuppa di legumi con fagioli, lenticchie, ceci e piselli: è energia assicurata! Utilizzare i legumi abbinati ai cereali (come la pasta) è un’abitudine sana: le proteine nei cereali e nei legumi, se consumate insieme, si completano reciprocamente. il mix cereali-legumi assume un’ottima qualità nutrizionale, che eguaglia quasi quella di carne, pesce o uova.
castagna, un tesoro di dolcezza e salute
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i solito delle castagne si dicono due cose: la prima è che vanno evitate se si sta facendo una dieta, la seconda è che fanno venire l'aria nella pancia. Quest'ultima è, tra le due, sicuramente la più vera.avendo un gusto molto dolce si pensa spesso che la castagna (o la farina di castagne) incrementi molto gli zuccheri nel sangue e di conseguenza faccia anche ingrassare. nulla di più falso: l'indice glicemico del frutto è di più del 50% più basso di quello della farina classica bianca e pari a quello della fa-
con un indice glicemico del 50 per cento più basso della farina bianca, è ricca di fibra e contiene vitamina c. l’importante è mangiarne con moderazione rina integrale. Significa che una castagna farà molto meglio di una stessa quantità di grissino, sia in termini “diabetici” che di ingrassamento e controllo della fame. La castagna infatti, è ricca di una quantità di fibra che la farina bianca non contiene e di vitamine (tra le quali la C e quelle del gruppo B) e sali minerali (tra i quali potassio, magnesio e fosforo). non male per qualcosa di così gustoso! La farina di castagne inoltre è assolutamente ottima da utilizzare nella preparazione di dolci nei quali sarà così possibile ridurre in maniera importante la
quota zuccherina lasciando molto più che intatto il gusto del dolce. Per quanto riguarda la formazione di aria nell’intestino, la soluzione c'è, ed è semplicissima: invece di fare una sola intera scorpacciata di castagne, cominciate con il mangiarne un paio e poi tre e poi cinque, avrete molto piacere al palato e pochissima aria. in questa maniera la farina di castagne e le castagne stesse potranno essere utilizzate e gustate con serenità anche nella quotidianità dei mesi invernali, senza alcun tipo di rimorso, né di mal di pancia.
Yogurt: fa bene, ma non sostituisce un pasto
Per potenziarne gli effetti, non va mangiato da solo ma dopo un bel piatto di frutta e verdura convinzione comune che quando ci sono alcuni chiletti in più sia meglio sostituire il pranzo con un semplice yogurt. È giusto? no, non è una scelta equilibrata perché, pur trattandosi di un alimento molto salutista e gradevole al palato, non contiene tutti i nutrienti di cui il nostro organismo necessita nelle varie ore della giornata. Volete invece potenziare l’effetto dello yogurt? allora mangiatelo dopo pranzo o dopo cena. meglio se dopo un bel
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piatto di frutta e verdura. in particolare, asparagi, carote, carciofi, radici della cicoria, patate, barbabietole, aglio e banane, sono molto ricchi di una sostanza, l’inulina che aiuta i batteri buoni contenuti nello yogurt a crescere e a funzionare bene e, quasi, li nutre. Per questo l’inulina e altre molecole simili vengono chiamate prebiotici, cioè sostanze che costituiscono un terreno fertile per lo sviluppo della vita. mentre i lattobacilli dello yogurt sono definiti probiotici. Per molto tempo si è pensato che fosse meglio fare il pieno di fermenti lattici lontano dai pasti. Studi recenti invece affermano proprio il contrario: l'associazione con alcuni cibi esalta il loro potere salutare. il latte fer-
mentato allunga la vita e nello yogurt sono contenute soprattutto due specie di probiotici (lo Streptococcus thermophilus e il Lactobacillus bulgaricus) che si affiancano alla flora batterica già presente lungo le pareti dell’intestino, migliorando una serie di processi digestivi e frenando l’azione di eventuali agenti patogeni.
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[a cura di alessandro albertelli]
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Scheda afide grigio o cenerognolo n.41
deformazione fogliare per attacco di afidi
PremessA
ciclo biologico
L’afide grigio o cenerognolo, Dysaphis plantaginea pass. è una specie chiave per la coltura del melo e del cotogno. L’ospite primario è costituito appunto dalla pianta di melo e cotogno, mentre quelli secondari sono piante erbacee del genere plantago (P.lanceolata, P. media, P. majore, P. rugelii) quest’ultima non presente in italia. L’ospite prevalente è p.lanceolata. L’afide ha un’area di diffusione comprendente l’europa, l’asia centrale, il medio e L’estremo oriente, il nord africa e il nord america. in italia è presente ovunque.
L’afide grigio è un insetto con ciclo dioico; il melo è l’ospite primario, le piante del genere plantago sono invece ospiti secondari. L’insetto sverna sul melo allo stadio di uovo; questo è di colore nerastro ed è deposto sui rami delle piante ospiti. in primavera (marzo-aprile) nascono le fondatrici partenogenetiche che danno origine a generazioni di fondatrigenie (fino a 5 generazioni) sull’ospite primario. Queste generazioni attaccano i germogli fino al germogliamento e proseguono fino all’inizio dell’estate. Successivamente compaiono le prime migratrici alate che si portano sull’ospite secondario (gen. Plantago), dove si svolgono alcune generazioni partenogenetiche estive. alla fine dell’estate inizio autunno si formano le sessupare che migrano nuovamente sull’ospite primario (melo), su cui originano gli anfigonici; le femmine di questi deporranno le uova destinate a svernare.
colonia di afide grigio
Afidi predati da limitatori naturali
colonie di afidi
idenTificAzione
Afide grigio del melo
clAssificAzione nome: afide grigio (Afide cenerognolo) classe: insetti ordine: Rincoti sottordine: omotteri famiglia: afididi genere: dysaphis specie: d. plantaginea Pass. Piante ospiti: melo.
•gli adulti hanno una dimensione di circa di circa 3mm, sono di colore grigio-violaceo e sono ricoperti da un pruina grigiastra. •gli stadi giovanili sono più chiari, tendenzialmente rosati.
colonie di afidi
Afide
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[a cura di alessandro albertelli]
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dAnni L’afide grigio è uno dei fitofagi più pericolosi per il melo. L’insetto vive in colonie sui germogli e sotto le foglie e con le punture di nutrizione provoca accartocciamenti fogliari gravi e irreversibili. nei germogli si manifestano deformazioni e arresto dello sviluppo, con conseguente perdita dell’apice vegetativo. L’afide grigio punge i fiori provocando aborti fiorali e colatura; la punture di nutrizione interessano anche i frutticini sui quali si evidenziano malformazioni e dimensioni ridotte, pertanto i frutti sono commercialmente molto deprezzati. inoltre un attacco precoce in fase di allegagione può provocare anche la cascola dei frutticini. il danno descritto viene inoltre aggravato anche da un’abbondante produzione di melata che danneggia la vegetazione sia direttamente (asfissia, effetto lente con ustioni fogliari) che indirettamente con l’instaurarsi di funghi saprofiti (Fumaggini) i quali riducono l’efficienza fotosintetica.
deformazione del frutto per attacco di afidi
loTTA La lotta contro l’Afide grigio è prevalentemente di tipo chimico; l’afide è molto pericoloso anche con una presenza molto ridotta (le soglie di danno sono molto basse). I danni, spesso consistenti e irreversibili consigliano di trattare comunque in modo preventivo in prefioritura alla comparsa delle fondatrici, oppure alla fine della fioritura da caduta petali a frutto noce o in presenza di danni da melata. I principi attivi utilizzabili (facendo riferimento alle norme tecniche di produzione integrata misura 214.1) sono: Pirimicarb, Olio minerale, Azadiractina, Imidacloprid (1) (2), Tiametoxam (1) (2), Acetamiprid (2), Clotianidin (1) (2), Fluvalinate (3), Flonicamid (4), Spirotetramat (5) 1) Non trattare in prefioritura ed effettuare lo sfalcio delle fioriture naturali prima del trattamento. (2) Prodotti in alternativa tra loro, al massimo 2 interventi all’anno indipendentemente dall’avversità, 1 solo nel caso si utilizzi tiacloprid. (3) Al massimo 1 intervento all’anno e solo in prefioritura. (4) Contro questa avversità al massimo 1 intervento all’anno, comunque non più di 2 trattamenti all’anno con questa s.a. indipendentemente dall’avversità. (5) Al massimo 1 trattamento all’anno indipendentemente dall’avversità.
larva matura di coccinella
Adulto di coccinellide mentre preda afidi
i nemici naturali dell’afide sono molti, tuttavia non riescono a controllare le popolazioni del fitofago sia per la bassissima soglia di danno che per la non contemporaneità dei cicli biologici (i nemici naturali sono presenti in massa solo ad inizio estate quando il maggior danno è stato già fatto). i nemici naturali sono: coleotteri coccinellidi, neurotteri crisopidi, Ditteri cecidomidi, Sirfidi ecc. i trattamenti insetticidi eseguiti nei mesi da maggio in poi devono tener conto della eventuale presenza di questi nemici naturali e la scelta dei principi attivi deve essere fatta cercando di salvaguardare il più possibile la presenza della biocenosi utile. Adulto di coccinellide
Bibliografia: PoLLini a. (1998) - manuale di entomologia applicata, 294. FeRRaRi m.; maRCon e., menta a. (1992) - Fitopatologia ed entomologia agraria, 426-427. Regione Piemonte (2014) - norme tecniche di Produzione integrata, 35. Siti internet: http://agricoltura.regione.emilia-romagna.it/fitosanitario/doc/avversita/frutticole/file-e-immagini/melo/i-mezzi-di-difesa-contro-lafide-grigio-del-melo
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attUaLità - pizza patrimonio unesco
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unesco: lA PizzA nAPoleTAnA diVenTA PATrimonio umAniTA’
Stop a “pizza con Pomarola” del Brasile, olio “Pompeian” Usa e “Zottarella” tedesca
a prima pizza taroccata con “Pomarola” del Brasile, olio “Pompeian” del Maryland e “zottarella” venduta in germania, ma anche pelati San marzano fatti in California, ha perso rovinosamente il duello con quella originale preparata per sostenere l’iscrizione “dell’arte della pizza napoletana” nella lista Unesco dei patrimoni immateriali dell’umanità e tutelarne così l’identità. Una iniziativa della Coldiretti al Forum internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione di Cernobbio per sostenere l’iscrizione nella prestigiosa lista anche per fare definitivamente chiarezza sull’origine italiana degli ingredienti e sulle modalità di preparazione per garantire le condizioni igienico e sanitarie ottimali. “La pizza napoletana - sottolinea il presidente Coldiretti alessandria Roberto Paravidino - dal 4 febbraio 2010 è stata ufficialmente riconosciuta come Specialità tradizionale garantita dall’Unione europea, ma ora l’obiettivo è quello di arrivare ad un riconoscimento internazionale di fronte al moltiplicarsi di atti di pirateria alimentare e di appropriazione indebita dell’identità. L'adesione della Coldiretti alla cam-
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pagna accompagna la petizione lanciata sulla piattaforma Change.org insieme all’associazione Pizzaiuoli napoletani e alla fondazione UniVerde dell’ex ministro dell’agricoltura alfonso Pecoraro Scanio, per garantire pizze realizzate a regola d'arte con prodotti genuini e provenienti esclusivamente dall'agricoltura italiana e combattere anche l’agropirateria internazionale”. Un rischio diffuso all’estero e un’occasione per fare chiarezza anche in italia dove quasi due pizze su tre (63%) sono ottenute da un mix di farina, pomodoro, mozzarelle e olio provenienti da migliaia di chilometri di distanza senza alcuna indicazione per i consumatori. troppo spesso viene servito un prodotto preparato - spiega la Coldiretti - con mozzarelle ottenute non dal latte, ma da semilavorati industriali, le cosiddette cagliate, provenienti dall’est europa, pomodoro cinese o americano invece di quello nostrano, olio di oliva tunisino e spagnolo o addirittura olio di semi al posto dell’extravergine italiano e farina francese, tedesca o ucraina che sostituisce quella ottenuta dal grano nazionale. in italia sono stati importati nel 2013 - spiega la Coldiretti -
ben 481 milioni di chili di olio di oliva e sansa, oltre 80 milioni di chili di cagliate per mozzarelle, 105 milioni di chili di concentrato di pomodoro dei quali 58 milioni dagli Usa e 29 milioni dalla Cina e 3,6 miliardi di chili di grano tenero con una tendenza all’aumento del 20% nei primi due mesi del 2014. Un fiume di materia prima che - sostiene la Coldiretti - ha purtroppo compromesso notevolmente l’originalità tricolore del prodotto servito nelle 50mila pizzerie presenti in italia che generano un fatturato stimato di 10 miliardi, ma non offrono alcuna garanzia al consumatore sulla provenienza degli ingredienti utilizzati. “il riconoscimento dell’Unesco avrebbe un valore straordinario per l’italia che è il Paese dove più radicata è la cultura alimentare e la pizza rappresenta un simbolo dell’identità nazionale”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto moncalvo nel sottolineare che “è chiaro che garantire l’origine nazionale degli ingredienti e le modalità di lavorazione significa difendere un pezzo della nostra storia, ma anche la sua distintività nei confronti della concorrenza sleale”.
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ePaCa - novità pensionistiche
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VAriAzioni inPs Per colTiVATori direTTi/imPrendiTori Agricoli
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coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli sono tenuti ai sensi della legge n.233/90, a comunicare all’inps qualunque variazione aziendale concernente: - iscrizioni e cancellazioni di unità attive; - acquisti e vendite terreno; - affitto e dismissione di terreno; cambiamento sostanziale di colture o tipologie di allevamento in atto:
il mAnTenimenTo del requisiTo di colTiVATore direTTo,
“lA PreVAlenzA”
- iscrizioni e cancellazioni di unità attive;
- acquisti e vendite terreno; - affitto e dismissione di terreno; - cambiamento sostanziale di colture o tipologie di allevamento in atto.
infatti, tali situazioni, possono incidere sull’importo dei contributi da versare negli anni successivi e, qualora non venissero effettuate, potrebbero comportare l’imposizione di sanzioni amministrative ed interessi legali. Si in-
forma che tali variazioni vanno segnalate all’inps entro 90 giorni dalla decorrenza delle stesse. gli uffici del Patronato epaca di Coldiretti sono a disposizione per l’assistenza in merito alla presentazione delle istanze.
colTiVATori direTTi: riduzione conTriBuTiVA Per i PensionATi che lAVorAno
i coltivatori diretti, titolari o coadiuvanti, che dopo il pensionamento continuano ad esercitare l’attività lavorativa autonoma, possono chiedere di pagare i contributi previdenziali (inps) nella misura ridotta del 50%, conservando l’iscrizione negli elenchi. Per accedere a questa agevolazione contributiva è necessario essere titolari di pensione erogata dall’inps e avere un’età non inferiore a 65 anni. Possono presentare richiesta anche i titolari di assegno di invalidità. Sono, invece, esclusi dal beneficio i titolari di pensione di reversibilità. La riduzione contributiva si applica sui contributi dovuti all’inps a fini pensionistici e la relativa richiesta consente di mantenere l’iscrizione negli elenchi dei coltivatori diretti e di accedere all’eventuale supplemento di pensione per i contributi versati dopo il pensionamento: in tali casi il supplemento sarà liquidato in misura proporzionalmente ridotta. i pensionati interessati devono presentare apposita domanda all’inps corredata da tutti i dati identificativi della posizione contributiva e pensionistica. La domanda di ammissione al beneficio ha effetto non solo per l’anno in cui è stata presentata, ma a tempo indeterminato: non deve, quindi, essere ripresentata per gli anni successivi e può essere revocata in qualsiasi momento. il beneficio può essere riconosciuto anche per periodi precedenti la data di presentazione della domanda solo a seguito di formale richiesta degli interessati, ed a condizione che non si sia già proceduto alla liquidazione di supplementi di pensione per il periodo per il quale viene richiesta la riduzione. Per una consulenza sull’eventuale convenienza a chiedere l’agevolazione in argomento gli interessati possono rivolgersi al Patronato epaca: gli operatori epaca forniranno gratuitamente tutta l’assistenza necessaria, predisponendo se del caso, tutta la documentazione necessaria per l’inoltro della domanda dell’inps.
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Com’è certamente noto, la Legge n.9/63 relativa all’iscrizione all’inps dei coltivatori diretti, prevede che tale attività venga svolta con carattere di continuità e prevalenza. in particolare, relativamente a quest’ultimo requisito della prevalenza, il coltivatore diretto che, nell’arco dell’anno svolga anche altra attività lavorativa autonoma o dipendente, deve attentamente verificare che continui a permanere la prevalenza sia di tempo che di reddito ai fini del mantenimento della qualifica di coltivatore diretto, anche per evitare in futuro di essere cancellato retroattivamente dall’inps dagli elenchi previdenziali con conseguente danno sulla pensione futura. gli uffici zona e di recapito della Coldiretti invitano tutti coloro che si trovano nella situazione sopra citata a valutare annualmente con gli operatori del Patronato epaca il permanere dei requisiti di legge, predisponendo un semplice modulo utile ad individuare il rispetto del requisito di prevalenza.
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ePaCa - novità pensionistiche
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[pagine a cura di marino Ravera]
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invio telematico delle denunce di infortunio Come risaputo, per i coltivatori diretti ed i datori di lavoro agricoli è obbligatorio denunciare gli infortuni all’inail ed alle autorità di pubblica sicurezza (questura o sindaco) entro due giorni dall’infortunio. La corretta denuncia di infortunio, presentata nei termini di legge, attiva l’iter di indennizzo della indennità temporanea ed, eventualmente, l’indennizzo dei postumi che derivino dallo stesso. dal 1° luglio 2013, è prevista l’adozione delle modalità telematiche Pec (posta elettronica certificata) per l’invio all’inail delle denunce di infortunio e di malattia professionale anche per le imprese agricole e i coltivatori diretti. Si ricorda che il certificato medico rilasciato dal Pronto Soccorso o dal medico curante, deve essere seguito dalla denuncia di infortunio, tutti i soci possono usufruire degli uffici di Coldiretti/epaca per l’inoltro telematico di tali istanze all’inail.
iL PReSidente gioVanni ottoneLLo
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attUaLità- novità vitivinicole
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APerTo il nuoVo BAndo
meccAnizzAzione A cAPriATA d’orBA Prova in campo della prepotatrice della colombardo
ristrutturazione e riconversione vigneti Si è riaperto con determina 930 del 7 novembre 2014 per la campagna 2014/2015 il nuovo bando di ristrutturazione e riconversione vigneti. i termini di presentazione sono i seguenti: - 31 gennAio 2015, ore 24.00; entro il 9 febbraio 2015, ore 12.00, anche in caso di trasmissione tramite posta, tali domande dovranno essere presentate all’ amministrazione Provinciale competente per territorio anche in forma cartacea, utilizzando la stampa fornita dal SiaP, pena la non ricevibilità delle domande stesse. nei prossimi giorni la Regione emanerà le disposizioni attuative, per cui sarà possibile inoltrare le domande di contributo. Si ritiene opportuno informare che la dotazione è di circa 6.000.000 di euro e che, se si ripropone lo stesso numero di domande di contributo degli anni scorsi non verrebbe a tutte garantito il finanziamento.
Assegnazione dei diritti da consolidamento Con determina 915 del 5 novembre 204, sono stati assegnati i diritti di reimpianto da allineamento e consolidamento. nei prossimi giorni i diritti saranno messi a disposizione delle imprese nel loro portafoglio aziendale e le beneficiarie saranno avvisate tramite PeC. Le aziende che ritengono i diritti assegnati o non assegnati non corretti, dovranno presentare entro 60 giorni dalla pubblicazione della determina osservazioni, corredate da eventuale documentazione all’indirizzo PeC hYPeRLinK “mailto:colture.agrarie@cert.regione.piemonte.it”colture.agrarie@cert.regione.piemonte.it. La durata del ricalcolo è di 30 giorni a partire dalla comunicazione dell’avvio dello stesso ricalcolo per le aziende che hanno dichiarato la volontà di richiedere il contributo nell’ambito della misura di ristrutturazione e riconversione dei vigneti, mentre è di 120 giorni per le altre imprese. tali diritti potranno essere ceduti e/o utilizzati in ristrutturazione vigneti. [a cura di Valerio Scarrone]
il 30 ottobre si è svolta a Capriata d’orba, nell’azienda agricola Bergaglio Piero Luigi, una prova in vigneto della macchina potatrice prodotta dalla ditta Colombardo di San marzano oliveto (at). Questa prepotatrice, su doppie colonne motorizzate, viene utilizzata per la pre-potatura/stralciatura invernale del vigneto a spalliera allevato a cordone speronato alto e basso, per la parte alta del gujot, in modo da eliminare tutta la parte vegetativa stagionale, ormai legnosa, che si trova al di sopra del cordone fruttifero tra i fili di sostegno del filare; ciò permette un risparmio del 70-80% finale sulla manodopera. • Prepotatrice composta da 8 coppie dischi di taglio (capacità di lavoro ca. 60 a max 70 cm) su doppie colonne motrici idrauliche (possibilità di inserire altre coppie di dischi per ampliare la capacità di lavoro) oppure nel caso di allevamenti a gujot di estrarre coppie di dischi. • Comando elettrico apertura gabbie emergenza • Regolazione di posizionamento laterale (traslazione meccanica)
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Prepotatrice mod. Coloklin operante in stralciatura su parte alta a guyot
• Blocco idraulico completo di valvole e divisore di flusso • telaio snodato speciale portante completo di movimenti idraulici: alzata ed inclinazione (possibilità di applicare cimatrice semplice o tunnel e defogliatrice) il gruppo potatore a rulli è composto da divaricatore scavallante pali con comando rapido elettro/idraulico. i dischi di taglio possono essere disposti a secondo della Vs. tipologia di impianto mediante anelli distanziatori a serraggio rapido. • macchina corredata di divaricatore regolabile in relazione alla tipologia dei pali utilizzati e cavalletto d'appoggio gruppo potatore.
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mediAseT A Ponzone
“TuTTo il monferrATo in un Bicchiere”
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attUaLità- rete4/punto campagna amica
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stefania grandinetti protagonista su rete4
di “ricette all’italiana”
stata una bella esperienza e portare il territorio di Ponzone sulle reti mediaset un orgoglio per chi come me ama questi luoghi e ci tiene a farli conoscere al grande pubblico. Uno scrigno di sapori che meritano attenzione e rinnovato interesse”. Stefania grandinetti, presidente regionale e provinciale terranostra è stata le protagoniste della trasmissione “Ricette all’italiana” condotta da davide mengacci, arricchita di informazioni turistiche grazie ai “diari di viaggio” curati da michela Coppa e trasmesse su Retequattro ogni giorno alle 10.50. “Le puntate, in onda questa settimana, rappresentano una grande opportunità arrivata grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio di alessandria che ha recentemente rinnovato con le reti mediaset. - afferma il direttore della Coldiretti alessandrina Simone moroni - Un accordo che consente di mostrare caratteristiche, tipicità, e specialità del territorio alessandrino al numeroso pubblico che ogni mattina segue con interesse il noto programma televisivo dedicato ai sapori e alle bellezze della provincia”. “Pappardelle alle castagne con porri e salsiccia e involtini di verza con salsiccia. - ho voluto presentare due ricette in grado di riassumere così il territorio dell’acquese ha proseguito Stefania grandinetti - impastare le tagliatelle in diretta è stato emozionante! Plauso alla Fondazione Cassa di Risparmio di alessandria che ha individuato nella promozione del territorio una delle leve di sviluppo dell’economia locale. in quest’ottica è possibile far conoscere, a migliaia di potenziali visitatori, le bellezze paesaggistiche, i tesori d’arte, le opportunità turistiche e le eccellenze enogastronomiche della provincia di alessandria.
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• Stefania grandinetti, presidente regionale e provinciale terranostra, durante le riprese della trasmissione “ricette all’italiana” con Davide mengacci a ponzone.
nella foto: un momento dell’inaugurazione che si è svolta sabato 8 novembre. da sinistra il presidente di zona di Casale monferrato Renato Baldi, i titolari daniela e Riccardo Coppo, e il presidente provinciale Coldiretti Roberto Paravidino.
inaugurato a casale monferrato il Punto campagna Amica di daniela e riccardo coppo
“A
bbiamo deciso di sfidare la crisi e aprire questo Punto Campagna amica per dare una risposta concreta alle richieste di molti nostri clienti che venendoci a trovare in azienda a Cella monte chiedevano, in centro a Casale monferrato, un luogo dove poter acquistare la gamma completa della nostra offerta vitivinicola. e così, voilà, eccoli accontentati! Speriamo di aver fatto un buon lavoro, all’altezza delle loro aspettative!” a parlare così è daniela, un vulcano di idee e di energia, moglie di Riccardo Coppo, dell’omonima azienda con sede a Cella monte, una realtà vitivinicola che vanta una centenaria esperienza nella produzione di vini monferrini, dove è possibile trovare barbera, grignolino, freisa, cortese, bonarda, chiaretto, sauvignon e spumante, insomma vini d’alta qualità direttamente nel cuore del monferrato. il Punto Campagna amica si trova nella centralissima in piazza Castello al civico 43/b e offre anche somministrazione non assistita: un nuovo percorso di vendita diretta che offre maggior vantaggio dal produttore al consumatore, ma che rappresenta anche un’occasione di sviluppo. “il punto vendita di Riccardo Coppo è un Punto Campagna amica e ciò rappresenta un grande valore aggiungo perché la qualità di ciò che si acquista si determina a partire dall’origine” - ha affermato il presidente provinciale Roberto Paravidino. “ho voluto portare in questa nuova realtà la tradizione vitivinicola famigliare dell’azienda - ha aggiunto Riccardo Coppo - che si basa da sempre su spiccati metodi tradizionali, con selezione delle migliori partite di uve, a cui si aggiunge sapiente e scrupolosa cultura vinicola con l’impiego di tecnologie avanzate nella vinificazione e nell’affinamento dei vini. e’ questo che sapremo offrire ai nostri amici, vecchi e nuovi, che avremo il piacere di ospitare nel Punto Campagna amica, ovviamente di fronte ad un buon bicchiere di vino”.
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oRganizzazione - campagna amica
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Premio osPiTAliTà iTAliAnA
47ª fiera nazionale del Tartufo “Trifola d’or” occasione w.e murisengo
nuovi Agriturismi campagna Amica Premiati alla cciAA ei nuovi agriturismi aderenti a terranostra sono entrati nel circuito ospitalità italiana, la certificazione promossa da iS.na.R.t. scpa - istituto nazionale Ricerche turistiche delle Camere di Commercio, per stimolare l’offerta di qualità in italia. Le imprese che conseguono questo riconoscimento hanno scelto la qualità come obiettivo da perseguire ed ogni anno decidono di mettersi in discussione sottoponendosi a delle valutazioni condotte da personale esterno alle strutture stesse. Solo coloro che hanno ottenuto un punteggio elevato sono titolate ad esporre il logo “ospitalità italiana”, perché questo marchio viene assegnato a quegli esercizi che hanno un’offerta di eccellenza e gli agriturismi di Campagna amica rappresentano sul territorio alessandrino il 55% delle strutture agrituristiche annoverate nel circuito ospitalità italiana. agriturismo altavalle di Cabella Ligure, le Piagge di Ponzone, eco Bio Agriturismo la Bella Vite di Carpeneto, i segreti della Pieve di San Salvatore, molino del conte di Villamiroglio e Villa cheti di Spigno monferrato sono le sei nuove aziende agrituristiche di Campagna amica che domenica 9 novembre hanno ritirato l’attestato in CCiaa alla presenza delle autorità, del Presidente Coscia e del direttore Livraghi. dalla Val Borbera alla Val Cerrina, dalla terra del dolcetto di ovada alle montagne ponzonesi sei nuove mete per una vacanza rigorosamente in monferrato.
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iazza Boario anche quest’anno si colorerà di giallo, per proporre in grande stile il mercato settimanale del lunedi mattina con formaggi, frutta e verdura di stagione, salumi e quanto più caratterizza i mercati di Campagna amica. La Fiera nazionale del tartufo di murisengo è la principale manifestazione dell’intera Valcerrina e del monferrato Casalese dai tempi più remoti, il recente prestigioso fregio di fiera nazionale, la rende molto attesa anche per il turista fuori porta, dove passo a passo, percorrendo l’antico borgo, invaso dal profumo del tuber magnatum Pico e dei tuber melanosporum tra enogastronomia e artigianato piemontese, il turista sarà condotto nel cuore del più tipico monferrato. due giornate il 16 ed il 23 novembre, due occasioni w.e. in monferrato tra le innumerevoli proposte degli agriturismo di Campagna amica di murisengo e dei paesi limitrofi. Casa Costa è l’agriturismo ideale dove degustare un ottimo formaggio e dormire nella quiete dei boschi, Cascina zucca è da non perdere se si vuole mangiare rigorosamente a base di tartufo, ma se invece si fa qualche passo più in là a odalengo non si può perdere l’agriturismo Ca Veja per un buon fritto misto oppure l’agriturismo Ca San Sebastiano a Camino se si vuole vivere un’esperienza completa coccolati da un pranzo tipicamente monferrino in ogni piatto ed ogni ingrediente. La Fiera nazionale del tartufo di murisengo, rappresenta così una speciale occasione per gustare i sapori contadini di una terra dove, la tradizione è ancora una sincera consuetudine, le aziende agricole sono le vere protagoniste di un’agricoltura ancora sana e genuina.
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BellA ViTe di Paolo Baretta
VillA cheTi di alessandra Scaiola
i segreTi dellA PieVe di doris Ranzato
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oRganizzazione - terranostra
[pagine a cura di Luisa Bo]
alessandrina
fATToriA didATTicA Alle PorTe di AlessAndriA Az. Agr. fasolo Via Venticella, 74 - Valmadonna - 15122 alessandria e-mail: fasolocaprecashmere@fastwebnet.it
iTinerAri del gusTo
PRodotti tiPiCi e CeRtiFiCati, StRade dei SaPoRi, oLtRe 5000 indiRizzi tRa FattoRie e meRCati PeR oRganizzaRe La SPeSa a Km.0 l tema del viaggio e della vacanza sono sempre più, oggi, vissuti come un’esperienza che unisce il piacere della conoscenza di nuovi luoghi a quello della scoperta dei sapori, delle tipicità, delle tradizioni. itinerari del gusto è la nuova guida del Touring realizzata in collaborazione con Coldiretti Fondazione Campagna amica per valorizzare i prodotti tipici, le strade dei sapori e gli oltre 5000 indirizzi tra fattorie e mercati, per organizzare la spesa a “Km.0”. La guida valorizza le tipicità agroalimentari che il nostro territorio è in grado di offrire, un ricco patrimonio gastronomico e culturale che la capillare diffusione della rete Punti Campagna amica aiuta a promuovere tra i consumatori finali.attraverso una scansione regionale, il volume propone una selezione di percorsi e itinerari del gusto che offrono lo spunto per una selezione dei punti Campagna amica su tutta italia tra mercati, punti vendita, agriturismo, consorzi agrari, ecc. ogni regione è presentata da un testo introduttivo al territorio e da schede dettagliate dei principali prodotti tipici della zona e da ben 280 itinerari del gusto. Un ricco indirizzario per organizzare la propria spesa a chilometro zero, alla fine di ogni capitolo, costituisce uno strumento prezioso per acquistare cibi genuini direttamente dal produttore. itinerari del gusto diventa così una buona idea regalo per le prossime festività, acquistabile anche online.
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“il giardino delle capre cashmere” à dove l’abbandono della attività zootecniche significa mancanza di operai agricoli, il minimo di mano d’opera richiesta dall’allevamento di capre Cashmere fa sì che, si possano allevare benissimo anche part time, integrando altre attività agricole e non. Così ha fatto Silvia Fasolo architetto di professione ma oggi anche allevatore per passione, una passione che sta diventando importante e che ha interessato anche direttamente il mondo dell’industria, oltre che della televisione, portando le telecamere di Linea Verde orizzonti in cascina. Le Cashmere sono una razza di capre da fibra originaria del Kashmir, oggi allevata in molti altri Stati del mondo per la produzione della fibra, di altissima qualità. La Cina è il primo produttore mondiale di filato grezzo ma, è l’italia il primo paese trasformatore, nei suoi centri tessili lanieri di Biella e Prato. La lavorazione è quella della lana, con la differenza che il cashmere deve essere “degiarrata” separandola dal pelo (giarra), recuperato ed utilizzato per produrre tappeti. il bosco all’intorno dell’azienda di Valmadonna è l’habitat ideale delle Cashmeres, che non
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La RiCetta deL meSe
si allevano in stalla in quanto non vengono munte, e devono essere libere di pascolare all’aperto insieme ai loro piccoli, dall’inizio della primavera fino all’autunno inoltrato. L’unico intervento a loro dedicato è la pettinatura della fibra in primavera, che viene fatto in un periodo molto limitato, con attrezzature semplici e alla portata di tutti: l’attività didattica ideale per le scolaresche.“il giardino delle capre cashmere” è infatti dal 2008 fattoria didattica accreditata dalla Regione Piemonte e partecipa al progetto didattico-educativo finalizzato all’expo con i suoi progetti formativi: Pastore per un anno, il sano Costruttore e aiuolo il piccolo giardiniere, tutti finalizzati a far conoscere il mondo delle capre e il loro valore ambientale. e’ Chopin, a capo del gregge dei circa cinquanta esemplari che sono per “il giardino delle capre cashmere” un vero e proprio “decespugliatore senza pezzi di ricambio”, animali intelligenti e molto belli che hanno affascinato l’architetto Fasolo, la quale ha persino dedicato loro e ai “piccoli pastori”, Freddo Felice, una fiaba tutta da leggere in un fiato.
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ingredienti: • 300 gr di polpa di zucca • 50 grammi di patate • 00 gr di farina • 1 uovo • burro • parmigianno grattugiato • salvia • pepe • sale
gnocchi di zucca Preparazione: Pulire la zucca privandola dei filamenti e della scorza. Quindi tagliarla a fettine (alte circa un cm) e metterla in una teglia precedentemente rivestita con carta forno. Coprire la zucca con un altro foglio di carta forno e infornarla a 180° per circa una ventina di minuti. Passati i venti minuti, sfornare la zucca e lasciarla intiepidire. Lessare le patate con la buccia in acqua leggermente salata. Raffreddare le patate sotto l’acqua corrente, sbucciarle e passarle allo schiacciapatate assieme alla zucca lasciandole cadere in una terrina fredda. Mescolare con un cucchiaio di legno e passare in frigorifero per circa 20 minuti. Infarinare per bene una spianatoia. Fare una piccola fontana con la farina, unire la purea e iniziare ad amalgamare il tutto. Quando l’impasto comincerà a diventare lavorabile unire anche l’uovo. Impastare bene con le mani sin quando il composto non sarà più appiccicoso. Con i palmi delle mani rotolare pezzetti di composto sulla spianatoia infarinata ottenendo dei cilindri circa 1,5 cm di diametro. Tagliarli a pezzetti con un coltello per ottenere gli gnocchi, proseguendo fino all’esaurimento dell’impasto. Mano mano che si preparano gli gnocchi, infarinarli un pò con semolino e farina e coprirli con un canovaccio. Un sughetto semplice burro e salvia...“è la morte sua...!”.
Agriturismo la fontana di Graziano Demartini - Fraz. martini 9, 15040 Lu monf.to alessandria tel.0131-741385 www.agriturismolafontana.com - la.fontana@life.it
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oRganizzazione - nitrati
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reVisione decreTo minisTeriAle 7 APrile 2006 in conferenzA sTATo-regioni
nitrati e decreto effluenti, coldiretti evidenzia una serie di perplessità e chiede più tutela per le aziende ell’ambito dei lavori di revisione del decreto ministeriale 7 aprile 2006, dopo la riunione in sede tecnica della Conferenza Stato regioni, Coldiretti è intervenuta presso i ministri competenti e presso le Regioni per evidenziare una serie di perplessità legate alle norme in corso di approvazione. in particolare, nella definizione della disciplina relativa allo spandimento del digestato e all’equiparazione dello stesso ai concimi di origine chimica, preoccupa la possibilità di utilizzazione agronomica di tali materiali, in zone designate come vulnerabili da nitrati, al di fuori dei limiti imposti dalla direttiva comunitaria in materia. Coldiretti ha quindi chiesto di fissare un limite allo spandimento, al fine di non sovraccaricare i territori e, sui medesimi presupposti, di mantenere nel testo del divieto di spandimento di fanghi di depurazione in zona vulnerabile. molte perplessità sono legate anche alla mancata fissazione di un limite percentuale all’impiego di colture dedicate negli impianti di biogas, come condizione per l’utilizzo del digestato. Coldiretti ha chiesto che nel decreto sia fissata una percentuale massima del 30% di colture dedicate, in analogia con la normativa in materia di sostegno alle fonti rinnovabili di energia, al fine di evitare speculazioni e scoraggiare l’impiego di colture a fini energetici, in luogo dell’utilizzo alimentare. e’ stato sollecitato, inoltre, il mantenimento nel testo del provvedimento alcuni commi soppressi nell’ambito dei lavori della Conferenza che, nella prima versione del decreto, prevedevano che l’individuazione delle zone vulnerabili, ai sensi dell’allegato 7, Parte aii della Parte terza del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152, dovesse
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essere effettuata anche tenendo conto anche dei carichi derivanti da eventuali fonti di pressione di origine non agricola che possono concorrere a determinare o ad attenuare lo stato di contaminazione. in tale prospettiva, le disposizioni iniziali prevedevano che nei Programmi di azione fossero definite misure specifiche per il contenimento dell’apporto di nitrati per lo svolgimento di attività non agricole individuate tra le fonti di pressione. Le norme indicate si rendono, invece, necessarie al fine di assicurare la corretta soluzione al problema dell’inquinamento da nitrati anche secondo quanto concordato sulla base dell’accordo Stato-Regioni, stipulato il 5 maggio 2011 ed in conformità ai criteri ivi indicati - mediante al revisione delle zone vulnerabili e l’individuazione delle effettive fonti di pres-
sione. i risultati di recenti studi hanno, infatti, chiaramente validato l'ipotesi che indica il carico zootecnico come fattore non determinante nell'inquinamento da nitrati, evidenziando come la vulnerabilità di una determinata area a tale forma d'inquinamento non sia riconducibile esclusivamente o prevalentemente al settore agricolo, ma riguardi il complesso degli aspetti che ne determinano le particolarità idrogeologiche, in riferimento al contesto socio-economico della zona medesima. L’individuazione delle aree vulnerabili non può, quindi, essere limitata alla sola considerazione di parametri riguardanti il carico agricolo e zootecnico, ma deve essere effettuata in riferimento al complesso delle fonti di inquinamento, incluse, in particolare, le acque reflue dei depuratori e gli scarichi civili ed industriali.
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attUaLità - maltempo / consigliere ecclesiastico
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doPol’AlluVione del 13 oTToBre, il mAlTemPo e le Piogge dei giorni scorsi
gli abitanti della fraschetta e dintorni continuano la loro battaglia. rio lovassina…la storia infinita! on ne può più grabiella Sacco e con lei tanti altri imprenditori della zona: ogni volta che piove sempre la stessa storia, il Rio Lovassina “esce” ed inonda strade e campi nell’area di Litta, Parodi, Spinetta e Bosco marengo. L’azienda di grabriella Sacco è Cascina zambella, è situata tra Bosco marengo e Frugarolo, una linea di fuoco dove il famigerato Rio Lovassina la fa da padrone, uno dei corsi d’acqua più degradati d’italia: si chiama rio, ma non ne ha più le caratteristiche da anni. infatti, oggi circa il 90 per cento della portata non dovrebbe esistere, se fosse davvero un rio. in-
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vece l’acqua c’è sempre ed è pronta ad uscire dall’alveo nel quale è costretta quando arriva alle porte di alessandria. del Rio Lovassina si parla quasi esclusivamente per il tratto che corre sul territorio del Comune di alessandria ma larga parte dei problemi, come ha confermato più volte l’arpa, l’agenzia per la protezione ambientale, è a monte. appena dopo la sorgente, il rio nasce sulle colline vicino a novi dove, con il nome Rio gazzo scorre, da est a ovest, attraverso il Comune di novi. totalmente interrato, svolge funzione di fognatura principale della città raccogliendo le acque bianche e nere.torna alla luce poco fuori il centro abitato, alla testa della località Castel gazzo. apparentemente riassume le caratteristiche di canale, ma continua a raccogliere gli scarichi. Prima quelli dell’ilva poi quelli dell’impianto di depurazione di novi. a questo punto il Rio gazzo imbocca un percorso in aperta campagna: transita vicino a Pozzolo Formigaro, dove riceve un piccolo affluente sul quale sono concentrate le acque piovane, quindi prosegue in direzione di Frugarolo: non dobbiamo dimenticare che in questo punto il Rio è canalizzato artificialmente, ossia all’altezza
della Cascina Posta, dove corre a fianco dell’ex Statale 35 bis dei giovi e dove riceve gli altri scarichi. il Comune di alessandria intanto ha approvato il progetto di canale scolmatore che dovrebbe risolvere tutti i problemi, e spera nei finanziamenti della Regione per riuscire nella tempestiva realizzazione. dopo l’alluvione del 13 ottobre e le esondazioni dei giorni scorsi il Rio Lovassina continua ad essere sorvegliato speciale nell’attesa che finalmente qualche decisione importante venga presa a livello istituzionale.
A CoLLoquIo Con IL ConSIgLIere eCCLeSIAStICo
VenT'Anni
embra ieri e sono passati 2o anni dall'alluvione del Piemonte del 6 novembre 1994. i recentissimi eventi alluvionali in gran parte d'italia hanno fatto passare sotto silenzio anche il ventennale. Chi non ha memoria non ha futuro. Come facciamo a dimenticare con quello che sta succedendo anche oggi. Un oggi fatto di incuria dell’ambiente, di cambiamento del clima, di cementificazione selvaggia del suolo, di mancata manutenzione di fossi, rii, fiumi. e pensare che fare manutenzione costa sicuramente meno che pagare e riparare i danni. eliminare totalmente il rischio è praticamente impossibile. Ridurlo ad una quota accettabile è possibile ed auspicabile. dopo decenni di discussioni sulle casse di espansione, ogni pioggia di una certa entità se le procura come e dove vuole, alla faccia delle proposte e dei progetti mai andati in porto. dio perdona sempre, l'uomo qualche volta, la natura mai. Quest’anno per non dimenticare, anche San martino ci ha nascosto la sua estate. Le giornate del ringraziamento, promosse da Coldiretti, non mancheranno di argomenti per riflettere, decidere, diventare saggi e ringraziare. don ivo
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[pagina a cura di daniela Colombini]
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imPosTA irPef/irAP
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iVA
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imu/TAsi
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AdemPimenTi Versamento dell’unico o secondo acconto IRPeF e IRAP per l’anno 2014 emissione fattura differita per la cessione di beni spediti o consegnati nel mese precedente, la cui consegna risulti da un DDT o da altro documento idoneo a identificare i soggetti fra i quali è effettuata l’operazione
soggeTTi oBBligATi contribuenti che presentano la dichiarazione Unico 2014 e Irap 2014
soggetti passivi iVA
Versamento del saldo IMU e del saldo ASI per l’anno 2014
contribuenti proprietari di immobili
iVA
Liquidazione e versamento dell’IVA a debito del mese di novembre 2014
contribuenti iVa mensili
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iVA
comunicazione in via telematica dei dati contenuti nelle dichiarazioni d’intento ricevute nel mese precedente
contribuenti iVa che hanno ricevuto le dichiarazioni d’intento rilasciate da esportatori abituali
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riTenuTe
Versamento delle ritenute alla fonte sui redditi di lavoro dipendente, assimilati, lavoro autonomo e provvigioni corrisposti nel mese precedente
contribuenti che corrispondono redditi soggetti a ritenute
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iVA
invio telematico elenchi INTRASTAT riepilogativi delle cessioni ed acquisti e/o prestazioni di servizi intracomunitari relativi al mese di novembre
operatori intracomunitari con obbligo mensile
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Versamento dell’acconto Iva per l’anno 2014
contribuenti iVa
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attUaLità - necrologi
alessandrina
tre itaLiani su quattro prediLigono i cibi di strada
nel tempo della crisi piace sempre di più lo “Street Food”
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uasi tre italiani su quattro (73%) hanno acquistato nel 2014 cibo di strada, facendo registrare un vero e proprio boom per questa nuova forma alternativa di ristorazione low cost, nel tempo della crisi. e’ quanto emerge da un sondaggio on line condotto dal sito www.coldiretti.it dal quale si evidenzia un incredibile successo dello “street food”, costituito da quegli alimenti già pronti per il consumo, che sono preparati o venduti soprattutto in strada. Un fenomeno che - stima la Coldiretti - ha contagiato 35 milioni di italiani perché concilia l’esigenza del risparmio con la scoperta del territorio e dei suoi prodotti tipici da poter gustare proprio in strada passeggiando. Lo dimostra il fatto che il cibo di strada preferito da ben oltre la metà dei cittadini (60%) è - sottolinea la Coldiretti - quello locale che va dalla piadina agli arrosticini fino agli aran-
Lutti
cini, mentre il 10% sceglie i cibi etnici come il kebab, e appena il 3% predilige quello internazionale come gli hot dog. nel mito del cibo di strada infatti - continua la Coldiretti - l’italia con le sue numerosissime golosità gastronomiche non è seconda a nessuno e può vantare una tradizione millenaria come dimostrano le diverse specialità locali apprezzate dagli amanti dello street food come gli arancini siciliani, la piadina romagnola, le olive ascolane, i filetti di baccalà romano, gli arrosticini abruzzesi, la polenta fritta veneta, le focacce liguri, il pesce fritto nelle diverse località marittime e gli immancabili panini ripieni con le tipiche farciture locali che vanno dai salumi ai formaggi senza dimenticare l’immancabile porchetta. non mancano i dolci come i cannoli siciliani ma anche le crostate casalinghe che si trovano spesso nei mercati degli agricoltori di Campagna amica. Questi - afferma
la Coldiretti - sono solo alcuni esempi della grande tradizione del cibo di strada italiano che ha trovato la massima espressione in un 2014 segnato dalla crisi ma che ha però fatto moltiplicare le presenze nelle sagre e feste di paese organizzate in tutta italia dove in molti hanno colto l’occasione per mangiare all’aria aperta a costi contenuti. Bisogna considerare che essendo il cibo di strada legato, nella maggior parte dei casi, alle tradizioni culinarie del territorio è l’unica forma di ristorazione meno soggetta all’influenza delle mode gastronomiche e alla distorsione delle ricette tipiche. il fenomeno del cibo di strada - conclude la Coldiretti - ha però radici molto antiche che risalgono sino al tempo dei Romani dove gran parte della popolazione era solita gustare molto spesso i pasti in piedi e velocemente in locali aperti in prossimità della strada.
Dio, fonte di perdono e di salvezza, per l’intercessione della Vergine Maria e di tutti i Santi, concedi ai nostri fratelli e parenti, che sono passati da questo mondo a Te, di godere la gioia perfetta nella patria celeste. Per Cristo nostro Signore. Amen. ✟
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✟ 03/12/1926 - 26/10/2014 ✟
La Coldiretti di Alessandria si unisce al dolore della famiglia Rossignoli, per la perdita del caro
fRANCESCO Socio di Frassinello Monferrato
✟ 31/03/1954 - 05/10/2014 ✟
La Dirigenza e la Struttura di Coldiretti Alessandria si uniscono al dolore dei familiari del caro
LORENzO fERRARI Matia Già Presidente di Zona di Castelnuovo Scrivia, Dirigente Coldiretti e punto di riferimento per il territorio castelnovese.
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Coldiretti partecipa al dolore del marito Luigi, del figlio Davide con Emanuela e dell’adorata nipote Sofia, per la scomparsa della cara
gIOvANNA bOCChINO in RASTELLI
Coldiretti Alessandria prende parte al dolore della famiglia Aceto, per la scomparsa del caro
DANILO Socio, titolare dell’azienda vitivinicola in Rosignano Monferrato e vincitore del titolo “atleta internazionale dell’anno 2013” come specialista di tiro a volo
10 Novembre 2014_Agricoltura Alessandrina 18/11/14 09.43 Pagina 35
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