"Agricoltura Alessandrina" novembre 2019

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COLDIRETTI ALESSANDRIA Anno 66° numero 10 19 NOVEMBRE Prezzo _2.00 www.alessandria.coldiretti.it Poste italiane spa - Spedizione in a.p. D.L. 353/03 (conv. L. 46/04) art.1 Comma 1, DCB - Alessandria

2019

UN’EMERGENZA NAZIONALE, A RISCHIO SICUREZZA DEI CITTADINI E PATRIMONIO AGROALIMENTARE

PAC, NO AL TAGLIO DI 370 MILIONI DI FONDI PER L’AGRICOLTURA ITALIANA

MERCATO COPERTO DI CAMPAGNA AMICA: È ARRIVATO L’HAMBURGER A KM. ZERO

TRA AGGREGAZIONE E RIFLESSIONE CELEBRATA AD OVADA LA GIORNATA PROVINCIALE DEL RINGRAZIAMENTO



COLDIRETTI ALESSANDRIA Anno 66° numero 10 19 NOVEMBRE Prezzo _2.00 www.alessandria.coldiretti.it Poste italiane spa - Spedizione in a.p. D.L. 353/03 (conv. L. 46/04) art.1 Comma 1, DCB - Alessandria

2019

3 UN’EMERGENZA NAZIONALE, A RISCHIO SICUREZZA DEI CITTADINI E PATRIMONIO AGROALIMENTARE

PAC, NO AL TAGLIO DI 370 MILIONI DI FONDI PER L’AGRICOLTURA ITALIANA

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PERIODICO EDITO DA Impresa Verde Alessandria DIRETTORE AMMINISTRATIVO Roberto Rampazzo DIRETTORE RESPONSABILE Ilaria Lombardi GRAFICA, IMPAGINAZIONE Media srl HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO Daniela Colombini, Don Ivo Piccinini, Alberto Pansecchi, Emanuele Sconfienza, Gianni Mario Stoppini, Luisa Bo. FOTOGRAFIE Archivio Coldiretti REDAZIONE ED AMMINISTRAZIONE Corso Crimea 69 - 15121 Alessandria Tel. 0131 235891 - Fax. 0131 252144 RE G I S T R A Z I O N E TR I B U N A L E di Alessandria n.69 del 21.1.1953

Confederazione Nazionale Coldiretti Federazione Provinciale Coldiretti Alessandria UFFICI PROVINCIALI Corso Crimea 69 - 15121 Alessandria Tel. 0131 235891 - Fax. 0131 252144 alessandria@coldiretti.it www.coldiretti.it/alessandria QUESTO PERIODICO È ASSOCIATO A UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA twitter.com/@ColdirettiAL Coldiretti Alessandria Coldiretti Alessandria

COLDIRET TI ALESSANDRIA

TRA AGGREGAZIONE E RIFLESSIONE CELEBRATO AD OVADA LA GIORNATA PROVINCIALE DEL RINGRAZIAMENTO

n.10 - Novembre 2019

SOS ASSEDIO CINGHIALI, AGIRE CON TEMPESTIVITÀ

PAC,

NO AL TAGLIO DI 370 MILIONI DI FONDI PER L’AGRICOLTURA ITALIANA

DAL 1° LUGLIO ARRIVA IL POS OBBLIGATORIO. ECCO COME FUNZIONA

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PIANO SVILUPPO RURALE 2014/2020:

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SCHEDA TECNICA CORILICOLA.

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NITRATI:

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STAMPA ST.G.R

MERCATO COPERTO DI CAMPAGNA AMICA: È ARRIVATO L’HAMBURGER A KM. ZERO

UTILIZZARE LE RISORSE

IMPOLLINAZIONE ARTIFICIALE DEL NOCCIOLO.

STOP AMPLIAMENTO DELLE ZONE VULNERABILI

MALTEMPO:

9 COMUNI SU 10 A RISCHIO FRANE O ALLUVIONE

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MERCATO COPERTO DI CAMPAGNA AMICA..

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GRAZIE DEI CAMPI.

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PATRONATO EPACA.

INAUGURATA LA STAGIONE INVERNALE

CELEBRATA AD OVADA TRA RIFLESSIONE E AGGREGAZIONE

QUOTA 100, INCUMULABILITÀ CON I REDDITI DA LAVORO

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CONSIGLIERE ECCLESIASTICO

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MERCATINO

“SAN MARTINO PENSACI TU”


Editoriale | Il Presidente

COINVOLTA LA PROVINCIA DI ALESSANDRIA, DALL’OVADESE AL TORTONESE, PASSANDO PER GAVI, CAPRIATA E NOVI LIGURE 4

DOBBIAMO FARE I CONTI CON UN TERRITORIO OGNI GIORNO PIÙ FRAGILE. CONSAPEVOLEZZA E RISPETTO, RIPARTIAMO DA QUI

È

stato un mese difficile per il nostro territorio, sotto diversi aspetti. Prima di tutto la tragedia dei Vigili del fuoco di Quargnento che ha portato alla ribalta delle cronache nazionali questa provincia che ha ferite profonde e ancora aperte, un lutto arrivato pochi giorni dopo l’alluvione di fine ottobre che ha chiuso con il drammatico bilancio di una vittima e decine di milioni di euro di danni. Dall’Ovadese al Tortonese, passando per Gavi, Capriata, Novi e la stessa Alessandria, di emergenze se ne vivono ancora, parecchie, ogni giorno. Strade spazzate via, ponti crollati, versanti franati, paesi appena riemersi dal fango. Ci siamo visti costretti a fare, ancora una volta, i conti con la fragilità di un territorio che presenta il conto di una situazione aggravata dalla necessità di una nuova “politica del suolo” che sia più sensibile alla salvaguardia del territorio e della messa in sicurezza dei corsi d’acqua. Quello che manca, nella maggior parte dei casi, è la volontà di prevenire i rischi, e non voglio certo puntare il dito contro qualcuno o qualcosa, ma ciò che non è più rimandabile è una sistemazione dei versanti, utile a impedire a questi fenomeni di verificarsi o, quanto meno, riuscire a contenere il più possibile i danni. Una prevenzione certamente più efficace, che richiede però un’attenta sistemazione idraulica delle aree a rischio, da attuarsi dopo un adeguato studio idrogeologico dei bacini in cui tali fenomeni si verificano più di frequente. Ho visto ciò che è rimasto di vigneti schiacciati da “costoni” di terreno collinare franati: in pochi attimi vanificato il lavoro di anni e di sacrifici economici. Strade che all’improvviso sono diventate crateri, in zone già considerate svantaggiate, e che rimangono tali per-

ché non si portano a termine progetti o non si prendono adeguati provvedimenti. E in tutto questo gli agricoltori pagano un prezzo alto, troppo alto. Uno sguardo al fosso, alle siepi, ai boschi, alla rive del torrente, alla carreggiata, così come agli animali selvatici: un ruolo di custodi del territorio, costante e instancabile, senza riconoscimenti. Il nostro impegno quotidiano per valorizzare il patrimonio verde che ci circonda, di tutelarlo e salvaguardarlo per governarlo e gestirlo nel miglior modo possibile in un ambiente che nei secoli è stato plasmato dall’uomo, talune volte anche in modo negativo per un consumo del suolo sconsiderato o dando spazio a specie animali non autoctone o addirittura lasciandone sovrappopolare altre producendo danni poi da arginare e gestire. Questo porta dritto dritto ad un altro problema: la fauna selvatica. Come avrete sicuramente letto e sentito, siamo andati a Roma, eravamo davvero tanti in piazza Montecitorio e con la delegazione alessandrina erano presenti anche alcuni amministratori locali delle zone maggiormente colpite dagli attacchi dei “selvatici”. A loro va il mio grazie per essere sempre al fianco di Coldiretti e per condividere battaglie che mi piace definire sociali perchè di questo si tratta: perché sicurezza sanitaria e stradale vengono ovviamente prima di salvaguardia reddito aziendale. Ma sono strettamente correlate. I cartelli che abbiamo alzato davanti ai politici, e alle loro promesse plateali, non resteranno tali perché la determinazione è propria di Coldiretti e quindi non esiteremo a scendere nuovamente in piazza e questa volta i modi saranno decisamente meno tranquilli. Il dissesto idrogeologico esattamente come la fauna selvatica sono problemi

L’alluvione di fine ottobre ha nuovamente portato in primo piano l’emergenza legata al dissesto idrogeologico

Mauro Bianco che uniscono la nostra Italia, da nord a sud, tutti chiediamo attenzioni e interventi concreti perché le soluzioni non sono più rimandabili. Il suolo è una risorsa non rinnovabile ed è fondamentale per la produzione agricola di prodotti destinati sia all’alimentazione umana che animale, per questo motivo abbiamo bisogno di pratiche rigenerative per arrestare il suo degrado. D’altra parte se “I contadini rifanno l’Italia” direi che possiamo ripartire proprio da qui.


Editoriale | Il Direttore

ALESSANDRIA È UNA PROVINCIA A VOCAZIONE CEREALICOLA, UNO DEI GRANAI D’ITALIA E NON SOLO PER IL FRUMENTO TENERO

“IL NOSTRO GRANO MATURA AL SOLE E CON ORGOGLIO DIVENTA 100% ITALIANO: ECCO PERCHÈ CI SIAMO SENTITI TRADITI DAL SERVIZIO PUBBLICO”

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i è capitato in diverse occasione di ammettere che non conoscevo Alessandria e la sua provincia e la prima cosa a cui ho pensato quando mi hanno comunicato che sarei diventato direttore di questa Federazione è stata “vado in un territorio famoso per essere uno dei granai d’Italia”. Poi, con il trascorrere dei mesi ho capito che c’era molto di più da scoprire e che la produzione agricola alessandrina è variegata e in grado di regalare grandi opportunità, partendo proprio dalla cerealicoltura. Questa cosa del “granaio d’Italia” però mi ha conquistato subito e ha acceso la mia curiosità cercando ci capire quali fossero le produzioni realizzate sia a frumento tenero che a grano duro e poi, non ultimo, l’impegno per il recupero dei cereali antichi. Ho visto e ammirato l’orgoglio dei cerealicoltori nonostante prezzi costantemente al ribasso e il tempo non proprio dalla loro parte. “Ma noi siamo contadini, non ci spaventiamo”, ed è proprio così ma a volte capitano certe cose che vanno oltre, che fanno veramente indignare. Ed è ciò che è successo domenica 10 novembre. Con il bilancio di un’annata agraria tra luci e ombre, mentre stavamo celebrando la nostra Giornata del Ringraziamento ad Ovada ecco che Rai Uno ha pensato bene di mandare in onda un servizio che è stato uno schiaffo al Made in Italy e che ha fatto doppiamente male in una provincia a forte vocazione cerealicola come quella alessandrina. Da lì in poi la storia è nota perchè se ne è fatto un gran parlare, giustamente! Il servizio incriminato si può definire uno spot a favore della pasta svizzera fatta con grano canadese trattato con l’erbicida glifosato in preraccolta, secondo modalità che sul nostro territorio nazionale sono addirittura esplici-

tamente vietate. Un mulino industriale ha finito per rappresentare una vera e propria campagna promozionale per un tipo particolare di pasta fatta in Svizzera con grano importato dal Canada, per ammissione del titolare dello stabilimento. Ecco perché ci sentiamo traditi e ci chiediamo dove sia finito l’impegno quotidiano e le tante battaglie portati avanti dalla Rai e dalla Rete ammiraglia in favore della produzioni Made in Italy. Un insulto al prodotto simbolo del Made in Italy giustificato nel servizio addirittura dalla falsa pretesa che il grano straniero sarebbe di maggiore qualità. Un’offesa per gli italiani che pagano il canone e, soprattutto, per le oltre trecentomila aziende agricole nazionali che, con enormi difficoltà e spesso in aree interne, continuano a coltivare il grano in Italia dove matura grazie al sole, e non per effetto di sostanze chimiche accusate peraltro di essere cancerogene, come accade per quello canadese. Anni di battaglie, di mobilitazioni che continuano ogni giorno per arrivare ad avere l’etichettatura trasparente su tutti gli alimenti, la raccolta firme #stopciboanonimo che ci ha permesso di mandare in Europa qualcosa come un milione e centomila firme e poi, in un attimo, dai televisori sintonizzati su RaiUno arriva in milioni di case questo messaggio. Noi però sappiamo che i consumatori sono i nostri più grandi alleati, lo sono da sempre, da quando oltre vent’anni fa abbiamo intrapreso la madre di tutte le battaglie, quella per la rintracciabilità in etichetta. Lo sappiamo perché abbiamo il privilegio di incontrarli ogni giorno nei mercati di Campagna Amica e

Dopo il filmato andato in onda a “Linea Verde” resta l’amarezza per chi dovrebbe essere sempre in prima linea nella tutela del Made in Italy

Roberto Rampazzo nel nostro Mercato Coperto, il primo aperto in Piemonte. Una certezza su tutte: l’impegno di Coldiretti a difesa delle produzioni italiane continua con ancora più determinazione per tutti coloro, e sono sempre di più, che hanno fatto del #stocoicontadini uno stile di vita. Certo, l’amarezza per certi episodi resta, ma noi sappiamo bene quanto è invidiato il Made in Italy nel mondo, ma è solo nostro, ecco perché dobbiamo difenderlo. Sempre!

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Fauna

selvatica

AI RAPPRESENTANTI DEL GOVERNO E DEL PARLAMENTO ILLUSTRATO UN PACCHETTO DI MISURE DA TRADURRE IN UN EMENDAMENTO ALLA LEGGE DI BILANCIO

SOS ASSEDIO CINGHIALI, AGIRE CON TEMPESTIVITÀ A RISCHIO LA SICUREZZA DEI CITTADINI E IL PATRIMONIO AGROALIMENTARERIPARTIAMO DA QUI

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I

l grido di esasperazione è arrivato da una piazza Montecitorio pacifica e composta ma altrettanto determinata a dire basta ai danni da fauna selvatica, cinghiali soprattutto. Ai rappresentanti del Governo e del Parlamento di tutti gli schieramenti presenti è stato illustrato un pacchetto di misure da tradurre in un emendamento alla Legge di Bilancio finalizzato a semplificare le norme che consentano alle regioni di mettere a punto piani per il contenimento dei “selvatici”. “La norma che assegna la competenza alle Regioni è fondamentale per dare certezze alle imprese agricole e garantire il futuro agli agricoltori. Si deve però andare oltre alla caccia per dare risposte strutturali che consentano di ripristinare l’equilibrio ambientale che è stato visibilmente compromesso anche con l’intervento di personale specializzato”, così il Presidente e il Diretto-

re di Coldiretti Alessandria Mauro Bianco e Roberto Rampazzo, al termine della manifestazione che ha visto una numerosa delegazione di alessandrini presenti nella capitale. In Italia ci sono diecimila incidenti stradali all’anno causati da animali selvatici con 13 morti nei primi nove mesi del 2019 contro gli undici registrati in tutto l’anno precedente. E’ quanto emerge da una stima di Coldiretti su dati Regioni e Osservatorio Asaps. Al fianco degli agricoltori si sono schierati esponenti delle istituzioni, sindaci con i gonfaloni e i rappre-

Presente anche una numerosa delegazione alessandrina, tutti d’accordo nel ribadire che la norma che assegna la competenza alle Regioni è fondamentale per garantire il futuro agli agricoltori sentanti dei sindacati, Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil, dell’ambientalismo e delle associazioni dei consumatori come Symbola, Terranostra, Federparchi, Federconsumatori, Codacons, Adusbef, Centro Consumatori Italia, Apab e Legambiente che ha condiviso le preoccupazioni alla base dell’iniziativa. Tra gli altri, presenti anche il Ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova, il leader della Lega, Matteo Salvini, il presidente della Commissione Agricoltura della Camera, Filippo Gallinella, dei M5S e Luca Ciriani, presidente del gruppo di FdI al Senato. Una vera e propria emergenza nazionale che mette a rischio la sicurezza e la salute degli automobilisti e che, secondo l’indagine Coldiretti/Ixè, porta 3 italiani su 4 (72,7%) a considerare un pericolo per la circolazione la presenza di animali selvatici e di cinghiali. Il numero di incidenti gravi con morti o feriti per colpa di animali è aumentato del 81% sulle strade provinciali nel periodo 2010-2018 secondo l’analisi Coldiretti su dati del rapporto Aci


Fauna

Istat. Oltre otto italiani su 10 (81%) pensano che l’emergenza cinghiali vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato per ridurne il numero. E’ quanto emerge dal primo Dossier Coldiretti/Ixe’ sull’emergenza animali selvatici in Italia. Oltre 100 gli incidenti stradali causati da cinghiali che in media vengono dichiarati ogni anno in provincia di Alessandria, un dato in costante crescita che ha registrato in Piemonte negli ultimi 6 anni 7.000 incidenti causati dalla fauna selvatica con una media pari a circa 1.200 incidenti l’anno, ma con la tendenza ad aumentare. “Grande presenza di parlamentari, sindaci e amministratori del territorio provinciale, della Val Borbera in particolare, a testimonianza di quanto la tematica sia di grande attualità - hanno aggiunto Bianco

e Rampazzo -. L’impegno preso è stato quello di modificare, già nell’attuale legge di bilancio, la legge 157 sulla caccia proprio perché si sta assistendo ad un aumento continuo dei danni, delle aggressioni e degli incidenti che causano, purtroppo, vittime. Occorre, innanzitutto, semplificare la normativa attuale responsabilizzando gli enti locali ad effettuare interventi per il contenimento del numero dei cinghiali che abbiano anche un impatto positivo sull’ambiente. Si assiste, ormai, alla incontrollata proliferazione degli animali selvatici con il numero dei cinghiali salito a 2 milioni in Italia. Oltretutto molti non denunciano neanche gli incidenti poiché scoraggiati dalle lungaggini burocratiche e dalle condizioni poste dalle assicurazioni. L’eccessiva presenza dei selvatici rappresenta un rischio per il nostro agroalimentare visto che proprio nei piccoli comuni sotto

selvatica

i 5mila abitanti si concentra il 92% delle produzioni tipiche nazionali e mette in seria difficoltà l’attiva delle imprese. Serve responsabilità nella difesa degli allevamenti, dei pastori e allevatori che, con coraggio, continuano a presidiare anche i territori più isolati e a garantire la bellezza del paesaggio. La tutela dell’ambiente non deve farci dimenticare la sicurezza stradale, per questo serve agire con tempestività su tutti i territori e specificatamente nelle aree collinari e montane, dove l’agricoltura è più difficoltosa, in cui si sono già persi oltre il 50% delle superfici coltivabili a causa proprio dei selvatici”. Le testimonianze degli agricoltori C’è chi si è trovato un centinaio di cinghiali a pochi metri dalla porta di casa; c’è chi raccoglieva il mais di sera col trattore seguito passo passo dal branco che mangiava le pannocchie rimaste, senza essere neppure disturbato dal rumore; c’è chi ha visto i cinghiali arrampicarsi sulle vigne per mangiare l’uva. Una situazione che costringe ormai le aziende a lasciare i terreni incolti, stravolgendo l’assetto produttivo delle zone. Chi si è visto distruggere più volte il campo di mais o di girasoli sceglie alla fine di non seminare più. Il rischio è che venga meno la presenza degli agricoltori, soprattutto nelle zone interne, e con essa quella costante opera di manutenzione che garantisce la tutela dal dissesto

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Fauna

selvatica

idrogeologico. Serve responsabilità nella difesa degli allevamenti, dei pastori e allevatori che con coraggio continuano a presidiare anche i territori più isolati e a garantire la bellezza del paesaggio e il futuro del Made in Italy agroalimentare.

8 Italiani e Ue schierati contro i cinghiali Il risultato è che oltre otto italiani su 10 (81%) pensano che l’emergenza cinghiali vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato per ridurne il numero. Un allarme condiviso dall’Autrorità per la sicurezza alimentare Europea (Efsa) che ha appena lanciato un appello urgente agli Stati dell’Unione Europea chiedendo misure straordinarie per evitare l’accesso dei cinghiali al cibo e realizzare una riduzione

del numero di capi per limitare il rischio di diffusione di malattie come la peste suina africana. Un allarme reale anche in Italia dove i cinghiali sempre più spesso razzolano tra i rifiuti delle città. La preoccupazione delle istituzioni Le preoccupazioni dei cittadini sono fatte proprie dalle amministrazioni territoriali come dimostrano le ultime posizioni assunte dai Governatori, dai sindaci e dagli amministratori sui territorio, a partire dalla Conferenza delle Regioni che ha definito i selvatici “un’emergenza nazionale”. Sulla stessa linea l’Anci, l’associazione nazionale dei Comuni che, per bocca del suo presidente Antonio Decaro (primo cittadino di Bari), ha denunciato come i cinghiali rappresentino un problema di sicurezza per i cittadini, chiedendo ai Ministeri dell’Ambiente e delle Politiche agricole l’attivazione di un tavolo tecnico per capire come arginare il fenomeno. Posizione condivisa anche dall’Upi, l’Unione delle Province italiane, secondo la quale “la moltiplicazione di questi animali sta mettendo in serio pericolo la sicurezza

degli automobilisti”. PIANO ANTI INVASIONE Un piano straordinario per garantire la sicurezza nelle città e nelle campagne dove i cinghiali causano ogni anno danni stimati in almeno 200 milioni alle colture ma a preoccupare sono anche i rischi per la salute provocati dalla diffusione di malattie e soprattutto gli incidenti stradali in grande aumento. Ai rappresentanti del Governo è stato ha illustrato un pacchetto di misure da tradurre in un emendamento alla legge di Bilancio finalizzato a semplificare le norme che consentano alle regioni di mettere a punto piani per il contenimento dei cinghiali e della fauna selvatica. La norma che assegna la competenza alle Regioni è fondamentale per dare certezze alle imprese agricole e garantire il futuro agli agricoltori. Si deve andare oltre alla caccia per dare risposte strutturali che consentano di ripristinare l’equilibrio ambientale che è stato visibilmente compromesso anche con l’intervento di personale specializzato. Apprezziamo gli impegni assunti dai parlamentari di tutti gli schieramenti nel sottolineare però che se le commissioni parlamentari, dall’Agricoltura all’ambiente e alle Finanze, non voteranno il provvedimento torneremo in piazza ma questa volta non in modo così pacifico perché “siamo esasperati”.


Pac

PAC, NO AL TAGLIO DI 370 MILIONI DI FONDI

PER L’AGRICOLTURA ITALIANA

È

inaccettabile un taglio di 370 milioni di euro all’agricoltura italiana che è diventata la più green d’Europa con primati nella qualità e nella sicurezza alimentare. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento alla riduzione del budget per la Politica agricola comune (Pac) dal 2020 al 2021, prevista dalla proposta della Commissione europea. Per l’Italia vengono stanziati 3,56 miliardi in pagamenti diretti e 1,27 per lo sviluppo rurale (Psr), rispettivamente 140 milioni (-3,9%) e 230 milioni in meno (-15,6%) rispetto al massimale 2020, per una riduzione totale di 370 milioni di euro, prevista nel 2021 con il passaggio dal nuovo al vecchio Quadro Finanziario Pluriannuale (Qfp). “E’ necessario garantire all’agricoltura le risorse necessarie per continuare a rappresentare un motore di sviluppo sostenibile per l’Italia e l’Europa” ha affermato il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che indebolire l’agricoltura che è l’unico settore realmente integrato dell’Unione significa minare le fondamenta della stessa Ue in un momento particolarmente critico per il suo futuro. È necessario pertanto sempre maggiore rigore - precisa

Prandini - nelle prossime tappe del difficile negoziato tra i Capi di Stato e di Governo per salvaguardare le risorse finanziare ma anche per realizzare una riforma della Politica Agricola Comune (Pac) che “riequilibri” la spesa facendo in modo di recuperare con forza anche il suo antico ruolo di sostegno ai redditi e all’occupazione agricola per salvaguardare un settore strategico per la sicurezza e la sovranità alimentare in un momento in cui il cibo è tornato strategico nelle relazioni internazionali dagli accordi di libero scambio all’embargo fino ai dazi. Un appuntamento chiave per l’Italia che - conclude la Coldiretti - può contare su 750mila aziende impegnate su 12,8 milioni di ettari di terreno coltivato. Con l’adozione dei regolamenti transitori la Commissione europea riconosce che, per il prolungarsi dello stallo sui negoziati paralleli sulla riforma e sul bilancio Ue 2021-2027, non ci sono i tempi per avviare la nuova Pac nel 2021 come previsto. Propone quindi una serie di aggiustamenti necessari a estendere l’attuale quadro legislativo e posticipare l’applicazione delle nuove regole di un anno, affinché la nuova Pac possa entrare in vigore il 1 gennaio 2022.

I TAGLI ALLA PAC

Regione

Piemonte

Perdita risorse Sviluppo Rurale FEASR 2021 per Regione

Pagamenti diretti 2021 per regione

Perdite risorse europee PAC 2021 per regione

13.260.816

12.040.000

25.300.816

Pac, prosegue il pagamento degli anticipi della domanda unica 2019 Prosegue il pagamento degli anticipi della domanda unica 2019 da parte di Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura). Le aziende interessate sono oltre 200mila, per un importo di oltre 460 milioni di euro. Come previsto dalla normativa comunitaria l’anticipo per i pagamenti diretti è fissato nella misura del 70% e riguarda, il regime di pagamento di base (titoli), il pagamento del regime dei piccoli agricoltori e qualora siano stati effettuati tutti gli specifici controlli amministrativi previsti, il pagamento a favore delle pratiche agricole benefiche per il clima e l’ambiente (greening). Le attività di pagamento proseguiranno con cadenza periodica per tutto il periodo previsto (dal 16 ottobre al 30 novembre) sulla base del progressivo completamento delle procedure istruttorie. Per maggiori dettagli ci si può rivolgere agli sportelli del Caa Coldiretti del proprio territorio.

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Condizionalità

CONDIZIONALITÀ,

ECCO LE ISTRUZIONI AGEA PER IL 2019

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L’

Agea ha pubblicato le istruzioni operative per applicare la normativa nazionale e comunitaria relativa alla condizionalità per il 2019. Deve rispettare le regole della condizionalità chi beneficia di pagamenti diretti, pagamenti relativi a ristrutturazione e riconversione dei vigneti e vendemmia verde, premi annuali per forestazione e imboschimento, allestimento di sistemi agroforestali, pagamenti agro-climatico-ambientali, agricoltura biologica, indennità di Natura 2000 e connesse alla direttiva quadro sull’acqua, indennità a favore delle zone soggette a vincoli naturali o altri vincoli, benessere degli animali, servizi silvo-ambientali e climatici. Per quanto riguarda il calcolo delle riduzioni ed esclusioni nel caso di riscontro di violazioni la normativa Ue prevede una riduzione differenziata sulla base della tipologia di infrazioni, in particolare se effettuate per negligenza o intenzionalmente e se sono state o meno reiterate. In Italia le detrazioni si applicano anche se il

valore dell’infrazione è inferiore a 100 euro per beneficiario. Negli allegati sono indicati gli impegni a carico dell’azienda sia per le produzioni animali che vegetali e i rispettivi soggetti a cui sono affidati i controlli ed è comunque l’Agea che acquisisce le segnalazioni di non conformità da parte degli Enti competenti in materia di ambiente, sanità pubblica, salute delle piante, igiene e benessere degli animali o dagli Organi di polizia giudiziaria. Gli agricoltori per non incorrere in riduzioni o tagli dei pagamenti dei contributi devono rispettare gli impegni indicati dalla normativa nazionale e regionale in linea con quanto prevede il DM 497/2019. A tal fine per le sole Regioni che hanno recepito con propri provvedimenti il DM 497/2019, sono state pubblicate le schede regionali di condizionalità, nelle quali sono riportati gli impegni e le deroghe che hanno differenze rispetto a quanto previsto a livello nazionale.

L’EXPORT MADE IN PIEMONTE

NON DEVE PAGARE IL CONTO DELLA BREXIT

A

pagare il conto della Brexit non deve essere l’agricoltura che è un settore chiave per vincere le nuove sfide che l’Unione deve affrontare, dai cambiamenti climatici all’immigrazione alla sicurezza. E’ quanto afferma Coldiretti nel commentare positivamente l’accordo raggiunto sull’uscita ordinata della Gran Bretagna dall’Unione Europea. Un risultato che evita il rischio dell’applicazione immediata delle regole WTO in caso di “hard Brexit” e quindi dell’arrivo di dazi e ostacoli amministrativi e doganali alle esportazioni Made in Italy che nell’agroalimentare nel 2018 hanno raggiunto i 3,4 miliardi di euro e classificano la Gran

Bretagna al quarto posto tra i partner commerciali del Belpaese nell’agroalimentare. La Brexit preoccupa anche per l’export del Made in Piemonte perché tra i prodotti maggiormente apprezzati in Gran Bretagna ci sono il vino, i mirtilli ed i formaggi. In particolare, il vino piemontese viene assorbito dai britannici per il 20% della produzione e le nostre bollicine vanno per la maggiore. L’accordo raggiunto, quindi, è un passo importante per la tutela delle produzioni ed, in generale, dell’agricoltura italiana, che è un settore chiave per vincere le nuove sfide che l’Unione deve affrontare, dai cambiamenti climatici all’immigrazione fino alla sicurezza.


Ismea -

pos

POS OBBLIGATORIO DAL 1° LUGLIO 2020

ECCO COME FUNZIONA IL SISTEMA DELLE SANZIONI

L’

art. 23 del Decreto-legge 26 ottobre 2019, n. 124 (c.d. “collegato alla manovra di bilancio 2020”) introduce un regime sanzionatorio a carico degli imprenditori che non accettano anche pagamenti effettuati attraverso carte di debito o carte di credito. Si ricorda che l’obbligo di accettazione di pagamenti effettuati con carte di debito e credito è stato introdotto da una legge del 2012 ed è entrato in vigore il 30 giugno 2014, ma a fronte di tale obbligo non era stato ancora disciplinato il relativo regime sanzionatorio che viene invece previsto dal Collegato alla manovra di bilancio. In particolare, il nuovo regime sanzionatorio a carico degli imprenditori che non accettano pagamenti effettuati anche mediante “carte di pagamento, relativamente ad almeno una carta di debito e una carta di credito”, entrerà in vigore a partire dal 1° luglio 2020 e prevede l’irrogazione di una sanzione pari a 30 euro, aumentata del 4 % del valore della transazione per la quale sia stata rifiutata l’accettazione del pagamento con mezzi elettronici. Rimane fermo, per espressa previsione della disciplina intervenuta nel 2012, che l’obbligo di accettare carte di pagamento non si applica qualora sussista una “oggettiva impossibilità tecnica” tale da

non consentire all’imprenditore di adempiervi. Di contro l’art. 22 del Decreto di cui si tratta introduce, in favore degli esercenti attività d’impresa, arte o professione i cui ricavi/compensi relativi all’anno d’imposta precedente siano di ammontare non superiore a 400.000 euro, un credito d’imposta pari al 30 per cento delle commissioni addebitate per le transazioni effettuate mediante carte di credito, debito o prepagate in occasione della cessione di beni e della prestazione di servizi rese nei confronti di consumatori finali a partire dalla medesima data del 1° luglio 2020. L’agevolazione si applica nel rispetto delle condizioni e dei limiti di cui ai regolamenti (UE) n. 1407/2013, n. 1408/2013 e n. 717/2014, sugli aiuti di Stato in “regime de minimis”. Il credito d’imposta in parola sarà utilizzabile esclusivamente in compensazione, a decorrere dal mese successivo a quello di sostenimento della spesa e dovrà essere indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta di maturazione del credito e nelle dichiarazioni dei redditi relative ai periodi d’imposta successivi fino a quello nel quale se ne conclude l’utilizzo. di Daniela Colombini

PROMOZIONE, RIPARTE IL BANDO

ISMEA PER LE AZIENDE DEI GIOVANI AGRICOLTORI

È

ripartito il bando Ismea per selezionare 12 imprese agricole under 40 nell’ambito del VII concorso nazionale “Nuovi fattori di successo” previsto dal programma ”Rete rurale nazionale 2014-2020”. Le aziende saranno scelte tra quelle condotte da giovani agricoltori che abbiano usufruito di finanziamenti dei Piani di sviluppo rurale nei periodi 2007/2013 e 2014/2020 e che abbiamo applicato buone pratiche. Le domande vanno presentate dalle ore 17 del 4 novembre fino alle ore 17 del 18 dicembre. Possono partecipare al bando le imprese agricole, classificate come Pmi e microimprese in possesso dei seguenti requisiti: nel caso di ditta individuale l’imprenditore agricolo o il rappresentante legale deve avere un’età non superiore a 41 anni; se si tratta di società semplici, in nome collettivo e cooperative o di capitali

l’imprenditore agricolo deve essere rappresentante legale dell’azienda e non deve avere superato i 41 anni al momento della presentazione della domanda. Alle aziende sarà attribuito un punteggio (per un massimo di 300 punti) in base ad alcuni requisiti, dal rendimento globale che vale 40 punti, all’innovazione (max 60 punti) all’impatto sull’attrattività del territorio (76 punti) fino alla stabilità dell’impresa (4 punti). Punteggi fino a 60 per la capacità di trasferire la pratica e per la sostenibilità. Le 12 aziende “promosse” rappresenteranno esempi di eccellenza nell’ambito delle iniziative della Rete rurale nazionale e le loro esperienze - spiega Ismea- saranno diffuse attraverso i prodotti divulgativi della rete rurale nazionale. Le prime tre classificate saranno anche protagoniste di documentari.

VINO, DISTILLAZIONE

ENTRO IL 20 GIUGNO 2020 PER AVERE GLI AIUTI

P

ubblicate dall’Agea le istruzioni relative all’accesso alla misura della distillazione dei sottoprodotti della vinificazione per la campagna 2019-2020. I produttori che hanno proceduto a una qualsiasi trasformazione delle uve da vino devono consegnare ai distillatori i sottoprodotti ottenuti e cioè fecce e vinacce per la trasformazione in alcool. L’aiuto si calcola per grado e per ettolitro: per l’ alcool greggio di vinaccia è di 1,10 euro, per l’alcol greggio di vino e fecce di 0.50 euro. Per ottenere l’aiuto l’alcol ottenuto deve

avere la destinazione per usi industriali o energetici. L’aiuto - spiega la circolare dell’Agea - è comprensivo dei costi sostenuti per la raccolta e trasporto dei sottoprodotti; se tali costi sono a carico del produttore, il distillatore riconoscerà l’importo di 0,016 euro per Kg. al produttore dietro presentazione della fattura riguardante la vendita dei sottoprodotti. Nel caso di conferimento presso un centro di raccolta, istituito dalle distillerie non sarà riconosciuto alcun contributo al produtto-

re se il trasporto avverrà a carico del distillatore. I sottoprodotti devono essere consegnati nel caso di vinacce entro 30 giorni dalla fine del periodo della vendemmia e per le fecce entro 30 giorni dal loro ottenimento e non oltre il 31 luglio della campagna di riferimento. Per ottenere gli aiuti in questa campagna la distillazione deve avvenire entro il 20 giugno 2020, per i quantitativi non distillati l’ultima data è il 31 luglio 2020. Per la campagna 2019-2020 la domanda di aiuto va presentata per via telematica.

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Piano

di

Sviluppo Rurale

PSR 2014/2020: UTILIZZARE LE RISORSE RESIDUE METTENDO AL CENTRO DELL’ATTENZIONE LE IMPRESE AGRICOLE

INACCETTABILE IL TAGLIO PAC PER IL 2021 12

A

l centro dell’attenzione, in questa delicata fase riguardante l’ultima parte del periodo di attuazione del PSR 2014-2020, devono essere messe le imprese agricole, in modo tale che le risorse residue e le eventuali economie possano essere utilizzate in modo efficace, anche in risposta alle esigenze di qualità e salubrità delle produzioni e di mantenimento e preservazione dell’ambiente e del territorio espresse dall’intera collettività. E’ quanto sostiene Coldiretti Piemonte a seguito dell’incontro che si è svolto in Regione alla presenza del presidente, Alberto Cirio. “Ci sono priorità sulle quali non possiamo temporeggiare - spiegano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa -. In primis, per quanto riguarda il bando relativo all’insediamento giovani è indispensabile che vengano individuate le risorse utili a finanziare tutte le neo imprese che hanno presentato una domanda ritenuta ammissibile. L’imprenditoria giovanile, così come i progetti di sviluppo collegati al miglioramento aziendale sono gli interventi che consentono alla nostra agricoltura di essere la più green d’Europa e di dare nuovi impulsi economici ai nostri territori. Ad oggi, ancora nessuno stanziamento per il 2020 circa le misure agroambientali, nello specifico per l’agricoltura integrata, quella biologica e l’indennità compensativa; azioni imprescindibili per mantenere,

anche in aree montane, l’attività produttiva e contrastare l’abbandono delle zone rurali. Particolarmente importante anche la questione relativa alla consulenza aziendale che rappresenta uno strumento fondamentale per la crescita del settore agricolo soprattutto in termini di prospettiva, pertanto è urgente attivare l’unico bando previsto e non tagliare ulteriormente le risorse a disposizione, oltre a superare le criticità che, in modo assurdo, pongono il Piemonte come unica regione in contrasto con la normativa nazionale. Questi sono solo alcuni dei punti fondamentali, senza tralasciare la misura della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, rispetto alla quale occorre ridare centralità alle produzioni locali, in un’ottica di filiera integrata e di giusto prezzo per le imprese agricole. La corretta assegnazione delle risorse, oltretutto, è fondamentale come punto di partenza per il prossimo periodo di programmazione 2021-2027 a fronte anche dei possibili tagli alla Pac per l’annualità 2021, previsti dalla proposta della Commissione europea, per cui la nostra Regione potrebbe perdere oltre 25 milioni di euro. Inaccettabile visto il ruolo che l’agricoltura rappresenta essendo il motore di sviluppo sostenibile per l’economia del territorio, salvaguardando l’ambiente, creando occupazione e preservando la biodiversità”.

ABBRUCIAMENTI: RIDURRE URGENTEMENTE IL PERIODO DI DIVIETO

A RISCHIO PRODUZIONI AGRICOLE E PATRIMONIO NATURALE

M

odificare urgentemente il periodo degli abbruciamenti di materiale vegetale. E’ quanto sostiene Coldiretti Piemonte essendo entrato in vigore il divieto dal 1 novembre fino al 31 marzo. Un arco temporale decisamente troppo ampio ed ingiustificato che provoca diverse problematiche alle imprese agricole che caratterizzano determinate aree del territorio piemontese, in particolare quelle collinari e montane. “Il periodo di divieto va ridotto - commentano Mauro Bianco presidente di Coldiretti Alessandria e Roberto Rampazzo Direttore Coldiretti Alessandria - modificandolo dal 15 dicembre al 31 marzo. Attualmente è troppo ampio e non permette di eseguire interventi volti a mantenere puliti i boschi ed i terreni come, invece, sarebbe necessario, oltre a consentire lo svolgimento di pratiche utili soprattutto per determinati ambiti produttivi quali, ad esempio, la castanicoltura, la viticoltura, la corilicoltura e la frutticoltura. Gli assessori Marnati e Protopapa continuano a ignorare la problematica che abbiamo già fatto presente in vari modi, fin dall’insediamento della nuova Giunta regionale.

“L’OVADA PUÒ DIVENTARE IL DOLCETTO MODELLO DA BERE TUTTI I GIORNI”, PAROLA DI STEFFEN MAUS

I

l Dolcetto d’Ovada finirà con grande orgoglio sulla rivista tedesca on line “Wein Welten” ossia, “I mondi del vino”. Un portale in tedesco inventato dal giornalista Steffen Maus, originario di Francoforte ma grande conoscitore della terra toscana, dove ha abitato per diversi anni. Nei giorni scorsi è stato ospite dell’Enoteca di Ovada dove ha gustato 22 etichette di Ovada Docg , visitato due aziende e incontrato i pro-

duttori per raccontare le sue impressioni su questo grande rosso che l’Anno del Dolcetto istituito dalla Regione ha riportato sotto i riflettori. Per Coldiretti, erano presenti all’incontro il presidente di Zona di Ovada Roberto Paravidino. Nel suo articolo Maus racconterà il Dolcetto partendo dalla zona in cui nasce, dove afferma di “aver trovato colline non così diverse da quelle di Alba e

grandi potenzialità, distanti dal lusso delle Langhe ma altrettanto piacevoli, come spesso capita in quei territori che sono meno frequentati dai turisti. Sono convinto che l’Ovada possa diventare il dolcetto di riferimento in Italia, quello da bere ogni giorno”. Qualche suggerimento? Servirebbe un volume di produzione maggiore e per quanto riguarda i mercati il consiglio è di “non guardare troppo lontano, ad Asia o Nord America. Meglio puntare su Svizzera, Germania, Francia e sul Nord Europa, possibili territori di conquista dietro casa”.


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Scadenze |

a cura di

Daniela Colombini

SCADENZE DICEMBRE SCADENZA

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IMPOSTA

ADEMPIMENTI

SOGGETTI OBBLIGATI

02/12/2019 (30/11/2019 cade sabato)

IRPEF - IRAP

Versamento del secondo o unico acconto per l’anno 2019

02/12/2019 (30/11/2019 cade sabato)

UNICO 2019 IRAP 2019

Presentazione modello UNICO 2019 e modello IRAP 2019

Contribuenti che hanno presentato Unico 2019 e Irap 2019 Contribuenti che hanno compilato il modello Unico e il modello Irap e inviano tramite il canale telematico

02/12/2019 (30/11/2019 cade sabato)

IVA

02/12/2019 (30/11/2019 cade sabato)

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15/12/2019

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16/12/2019

IVA

16/12/2019

RITENUTE

16/12/2019

IMU TASI

27/12/2019

IVA INTRASTAT

27/12/2019

IVA

Comunicazione dati delle liquidazioni periodiche iva del 3° trimestre 2019 Presentazione Esterometro mese di ottobre 2019: comunicazioni dei dati relativi a cessioni di beni e prestazioni di servizi verso e da soggetti esteri Emissione fattura differita per la cessione di beni spediti o consegnati nel mese precedente, la cui consegna risulti da un DDT o da altro documento idoneo a identificare i soggetti fra i quali è effettuata l’operazione Liquidazione e versamento dell’iva a debito del mese di novembre 2019 Versamento delle ritenute alla fonte sui redditi di lavoro dipendente, assimilati, lavoro autonomo e provvigioni corrisposti nel mese precedente Versamento saldo Imu e Tasi anno 2019 Invio telematico elenchi INTRASTAT riepilogativi delle cessioni ed acquisti e/o prestazioni di servizi intracomunitari relativi al mese di novembre Liquidazione e versamento dell’iva in acconto per l’anno 2019

Contribuenti IVA mensili e trimestrali

Contribuenti in contabilità Iva che hanno effettuato transazioni con l’estero

Soggetti passivi IVA

Contribuenti IVA mensili

Contribuenti che corrispondono redditi soggetti a ritenute Contribuenti proprietari di immobili Operatori intracomunitari con obbligo mensile Contribuenti IVA


Alberto Pansecchi | Scheda Nocciolo

 Impollinazione anemofila  Autosterilità intravarietale  Variabile germinabilità

Impollinazione artificiale del Nocciolo

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a cura di

polline

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scheda nocciolo n°57 Nell’ambito delle numerose originalità che caratterizzano il nocciolo, quella che ha da sempre maggiormente incuriosito è legata alla sua biologia fiorale. Una specie che fiorisce e viene impollinata in pieno inverno ma che poi aspetta la bella stagione per allegare e formare il frutto, sfugge spesso alla comprensione degli agricoltori e rende più complesso correlare i risultati produttivi con le fasi fenologiche che hanno preceduto la raccolta. Molte sono le ricerche svolte in questo campo ma ancora oggi non tutte le risposte sono state fornite. Certo è che assistiamo ogni anno a insuccessi anche cocenti senza poterne fornire ogni volta una convincente spiegazione. Agevolare le fasi di impollinazione costituisce comunque un presupposto fondamentale e irrinunciabile per ottenere i risultati produttivi attesi.

Impollinazione naturale: limite per la produzione? Nel nocciolo è stato osservato un marcato effetto delle condizioni climatiche sul periodo di fioritura e sul grado di sfalsamento temporale tra la fioritura maschile e quella femminile. Questo fattore, in aggiunta ad una spiccata autosterilità intravarietale, influenza in modo significativo la produzione delle piante. Pertanto, è essenziale scegliere una quantità, una distribuzione e una densità adeguate di cultivar impollinatrici in ogni areale di produzione. Per migliorare l'impollinazione incrociata naturale è possibile ricorrere all'impollinazione supplementare, in particolare nelle stagioni in cui le condizioni climatiche avverse ostacolano il trasporto del polline dalle cultivar impollinatrici agli stimmi ricettivi della varietà principale. L'impollinazione artificiale è una tecnica che ha permesso di integrare l'impollinazione naturale delle cultivar impollinatrici ed è una tecnica già eseguita con successo in altre specie frutticole come ad esempio il Kiwi.


Scheda Nocciolo

L’esperienza su nocciolo

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Le sperimentazioni sull’uso di questa tecnica anche su nocciolo ha permesso di migliorare in misura rilevante le rese di questa coltura. Non si tratta infatti di sostituire l’impollinazione naturale con altri metodi, ma di integrarla nel caso di particolare in condizioni di tempo inadatto che impediscono un buon trasporto o il volo del polline (es. piogge eccessive o elevata umidità relativa dell’aria oppure quando la ricettività degli stimmi risulta ridotta in seguito di condizioni di eccesso di freddo). Il fatto che con l’impollinazione artificiale si siano ottenuti aumenti di produzione che in certi casi hanno anche permesso di raddoppiare la quantità del raccolto, indica come ci siano spesso seri problemi di impollinazione in molti appezzamenti.

Non tutto il polline ...impollina! In inverno, l'umidità elevata e le frequenti piogge sono una barriera per l'arrivo del polline al fiore femminile, limitando il potenziale di produttività dell’impianto. Le cultivar impollinatrici hanno diverse percentuali di germinazione del polline passando da un massimo dell’80 fino ad un minimo del10%; a causa di ciò la tecnica di impollinazione assistita attraverso formulazioni polverulente e/o liquide può aumentare i raccolti, non solamente nelle aree con le condizioni climatiche più avverse. Al fine di determinarne il reale incremento sulle rese produttive dell’impollinazione assistita, sono stati sperimentati non soltanto diversi tipi di polline ma anche diversi metodi di diffusione del polline mediante differenti apparecchiature: pneumatiche, idropneumatiche e centrifughe.

Se manca il vento... L’impollinazione del nocciolo è anemofila cioè garantita dal vento. Il successo dell’impollinazione stessa non può quindi prescindere da questo fattore come non può avvenire se l’umidità atmosferica e le piogge ne impediscono il volo. Sono state quindi provate apparecchiature in grado di provocare il movimento del polline: nei giorni freddi con elevata umidità, in cui è difficile lo spostamento naturale del polline nei fiori femminili della varietà principale, l'uso di atomizzatori il cui getto viene diretto sulle cultivar impollinatrici, può essere molto utile per creare il “vento artificiale" e migliorare le rese di impollinazione e produzione.

Altre interessanti possibilità Un metodo certamente inusuale ma già applicato su nocciolo è costituito dall'uso dell'impollinazione elettrostatica caricando il polline, dopo averlo raccolto, con una carica positiva (50kV) e distribuendolo successivamente con un atomizzatore. Altro metodo applicabile nei piccoli frutteti, sempre a seguito di una preventiva raccolta del polline, è l’impiego di piccole macchine a funzionamento manuale atte impollinare le piante in piena fioritura della cultivar principale, con formulazioni solide composte da polline amalgamato in un substrato idoneo. Nei piccoli noccioleti è possibile l'uso di polline di cultivar impollinatrici, compatibili con la varietà principale, appendendone gli amenti nella parte superiore e centrale degli alberi. Questa tecnica può consentire di migliorare in modo sostanziale l'impollinazione e le rese delle varietà commerciali (70%), in particolare nei giovani frutteti con scarsa disponibilità di polline dalle cultivar impollinatrici.

fiaa: Testi e alcune foto tratti da: El avellano europeo en Chile - Miguel Ellena D. - 2018 - INIA, CORFO, FIA Bibliografi


Trebbiatori

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Trebbiatori

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Nitrati

NITRATI:

STOP AMPLIAMENTO DELLE ZONE VULNERABILI A DISCAPITO DELL’AGRICOLTURA PIEMONTESE La Regione continua a non volersi aprire al confronto

S

ono circa 7 mila gli ettari soggetti alla nuova designazione quali zone vulnerabili dai nitrati, come è emerso nell’ambito del Comitato tecnico nitrati tenutosi in Regione, e le imprese coinvolte sono circa 1000. La nostra agricoltura ed, in particolare, la zootecnia non devono pagare il prezzo per l’inquinamento generato da altri e non di esclusiva derivata agricola. Gli assessori Marnati e Protopapa hanno dimostrato fin ora di non voler aprirsi a nessun tipo di confronto, come più volte sollecitato da Coldiretti. Un atteggiamento che denota la mancanza di attenzione ad una problematica che, invece, ha una grande importanza per le nostre imprese, soprattutto in termini prospettici. Queste ultime, oltretutto, sarebbero chiamate a sostenere rilevanti investimenti strutturali, maggiori costi di gestione e, pur avendo un periodo di tempo per potersi adeguare, dovranno impegnarsi in investimenti non di poco conto al fine di adattare le proprie strutture di stoccaggio. Chiediamo, quindi, agli assessori Marnati e Protopapa di mettere a disposizione tutte le risorse

disponibili, che non possono essere soltanto quelle riconducibili al Psr. Poiché l’iter non si è ancora concluso, continuiamo a tenere alta l’attenzione e a batterci affinché non sia l’agricoltura, che riveste un importante ruolo economico per il nostro territorio e genera reddito ed occupazione, ad essere penalizzata, oltre a chiedere nuovamente un necessario ed urgente confronto di più ampio respiro. Un anno fa la Commissione europea ha notificato alla Repubblica italiana la messa in mora per inadempimenti degli obblighi previsto dalla Direttiva 91/676/CEE sulla protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole. Tali addebiti riguardano, con differenti gradi di coinvolgimento, tutte le Regioni Italiane (eccezione per Trantino Alto Adige e valle d’Aosta) responsabili, a detta della Commissione Ue, di tre inadempienze: 1) inadeguatezza dei piani di controllo posti in essere per valutare l’efficacia dei programmi d’azione (per il Piemonte Regolamento 10/R e s.m.i) che ogni Regione ha adottato ai sensi della Direttiva Nitrati; 2) mancata designazione come zone vulnerabili da nitrati (ZVN) di alcune aree in cui le acque superficiali e/o acque sotterranee sono risultate contaminate da nitrati per valori pari o prossimi a 50mg./l; 3) omessa adozione di misure raffor-

zative dei piani d’azione vigenti, nelle situazioni in cui tali programmi si sono dimostrati insufficienti a conseguire gli obiettivi previsti dalla Direttiva. Per quanto riguarda il Piemonte, che pur figura tra le Regioni meno coinvolte dalla procedura di infrazione della Commissione Europea, le contestazioni avanzate sono riferibili ai primi due dei tre punti contestati. E’ stato, invece, ritenuto adeguato il piano di monitoraggio delle acque realizzato al fine di verificare le condizioni qualitative dei corsi d’acqua e delle falde. Occorre anche considerare che attualmente è anche in corso con l’UE il confronto relativo al rinnovo della deroga concessa, a fronte di specifiche condizioni, del limite dei 170 kg./ha di apporti di azoto di origine zootecnica e, per la nostra Regione, la revisione quadriennale del programma d’azione per le ZVN: aspetti questi che rendono ancora più complessa e delicata la trattativa in atto. Relativamente alla revisione quadriennale del programma d’azione non manca chi, incurante dei già grandi sforzi compiuti dal settore zootecnico, vorrebbe rendere ancora più vincolante l’attuale paino. È una situazione difficile e in evoluzione che vede Coldiretti impegnata ad individuare, in collaborazione con gli Assessori della Regione Piemonte, proposte serie da prospettare alla commissione Europea.

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Alluvione Ottobre 2019

SITUAZIONE DI INCERTEZZA DETERMINATA DALL’ANDAMENTO METEOROLOGICO

MALTEMPO: 9 COMUNI SU 10 A RISCHIO FRANE O ALLUVIONI, CLIMA SPAVENTA 3 PERSONE SU 4 20

Rispetto allo scorso anno c’è stato un incremento del +75% degli eventi estremi

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hi vive in territori come quello di Alessandria e provincia sente tangibile una situazione di incertezza determinata dall’andamento meteorologico che condiziona la vita e il lavoro. Una realtà aggravata dai cambiamenti climatici con l’eccezionalità degli eventi atmosferici che è ormai diventata la norma tanto che siamo di fronte ad una evidente tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di eventi violenti con sfasamenti stagionali e territoriali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo”. Così il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco, commentando quanto accaduto in questi giorni mentre la pioggia battente continua a cadere su tutta la provincia. Risultato, i cambiamenti climatici spaventano 3 persone su 4 e rispetto allo scorso anno c’è stato a livello nazionale un incremento del +75% degli eventi

estremi come nubifragi, grandinate e tempeste di vento. “Il settore agricolo è quello più impegnato a contrastare il surriscaldamento ma anche quello più penalizzato, tra perdite della produzione agricola e alle infrastrutture nelle campagne. – ha continuato il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo Le precipitazioni sempre più intense e frequenti si abbattono su un territorio reso fragile dalla cementificazione e dall’abbandono con più di nove comuni su dieci a rischio per frane o alluvioni. Una situazione aggravata dalla necessità di una nuova “politica del suolo” che sia più sensibile alla salvaguardia del territorio e della messa in sicurezza”. Durante il sopralluogo i vertici Coldiretti hanno avuto modo di parlare direttamente con gli agricoltori per assicurare dell’attivazione immedia-

ta delle procedure per la richiesta danni per ottenere lo stato di calamità dalle competenti autorità statali. Tra le aziende visitate “La collina della Pieve” a Silvano d’Orba di Federico Pesce, vigneti distrutti in pochi attimi, sprofondati sotto il “costone” di bosco che si è staccato precipitando sulle terrazze e spianando i filari di uva Dolcetto. Una situazione che riporta in primo piano la necessità della messa in sicurezza dei corsi d’acqua in generale: da sempre una priorità che diventa un vero e proprio problema non risolto quando si parla di pulizia dei fiumi e dei torrenti che si ripresenta puntualmente ogni qual volta l’intensità delle precipitazioni sia superiore alla media. A fronte di quanto accade, non appena ci sono casi di pioggia intensa, è opportuno difendere sempre più il nostro patrimonio agricolo che deve avere un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico.


Corso Micotossine

GIORNATA FORMATIVA ORGANIZZATA DA INIPA NORD-OVEST E TERRANOSTRA ALESSANDRIA

MICOTOSSINE NEI CEREALI Con il prof. Massimo Blandino della Facoltà di Agraria dell’Università di Torino

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a problematica delle micotossine, inquinanti naturali dovuti all’attività di funghi patogeni e saprofiti (muffe), è diventata uno degli aspetti che più influenzano i mercati cerealicoli. Sia nei cereali vernini, sia più frequentemente, nel mais ma anche nei legumi le produzioni nazionali presentano sovente difetti sanitari dipendenti da contenuti in micotossine non conformi o, comunque, elevati. L’entrata in vigore di Regolamenti comunitari (Reg. UE 1881/2006; Reg. UE 1126/2007) e più generalmente nel settore della contrattualistica, che vinco-

lano i lotti a contenuti definiti di questi contaminanti, ha evidenziato una strutturale debolezza del comparto cerealicolo nazionale. Per cercare di capirne di più ed adottare percorsi tecnici in grado di ridurre la probabilità di incorrere in contaminazioni tali da influenzare la commerciabilità dei lotti di cereali, la Coldiretti di Alessandria ha ospitato nell’ambito di una giornata formativa organizzata da Inipa Piemonte e Terranostra Alessandria il prof. Massimo Blandino dell’Università di Torino, Facolta di Agraria, studioso ed esperto del settore. La contaminazione da micotossine nella granella, infatti, oltre certi limiti provoca effetti tossici particolarmente insidiosi (cancerogeni, mutageni e immunodepressivi) negli uomini e negli

animali. Queste sostanze causano intossicazioni alimentari (micotossicosi) che comprendono diverse affezioni, acute e croniche, che colpiscono gli animali con l’assunzione di mangimi contaminati, e l’uomo attraverso il consumo di alimenti contaminati. Un corso che ha visto una numerosa partecipazione di allevatori e aziende che coltivano cereali e legumi, sia per il consumo umano che animale. a cura di Luisa Bo

ALLUVIONE, DAL GOVERNO 17 MILIONI PER I LAVORI DA FARE CON URGENZA

I soldi andranno a Comuni e Provincia per intervenire su frane, strade e viadotti

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ono 17, un paio in più di quanto preventivato, i milioni di euro che da Roma arriveranno nell’Alessandrino per coprire i costi dei lavori avviati in somma urgenza da Comuni e Provincia dopo l’alluvione del 21 e 22

ottobre. Li ha sbloccati il Consiglio dei Ministri, riconoscendo, insieme a quello di Venezia, l’atteso stato di emergenza (per la durata di un anno) chiesto dalla Regione la mattina del disastro: i soldi arriveranno dal Fondo per le emergenze

nazionali. E qui, dall’Ovadese al Tortonese, passando per Gavi, Capriata e Novi, di emergenze se ne vivono ancora parecchie. Strade spazzate via, ponti crollati, versanti franati, paesi appena riemersi dal fango.

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Mercato

coperto di

Campagna Amica

SUCCESSO PER LE MOLTEPLICI LE INIZIATIVE ORGANIZZATE AL MERCATO COPERTO IN OCCASIONE DELLA FIERA DI SAN BAUDOLINO

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CON L’HAMBURGER A KM ZERO ACCOMPAGNATO DAI VINI DEL TERRITORIO “INAUGURATA” LA STAGIONE INVERNALE Valorizzazione del prodotto a filiera cortissima: i consumatori hanno apprezzato le novità e l’apertura pomeridiana

L’

hamburger a km zero, “classico” o “vegano”, si è dimostrata una piacevole novità che ha trovato ampi consensi tra i consumatori che hanno visitato nel fine settimana il mercato coperto di Campagna Amica di via Guasco ad Alessandria. Una bella iniziativa inserita nel calendario degli appuntamenti dedicati alla fiera di San Baudolino, patrono della città, per continuare nel progetto della valorizzazione del prodotto locale a filiera cortissima e nel rapporto diretto tra produttore e consumatore. “Siamo soddisfatti della risposta della città, quando a maggio abbiamo inaugurato questo negozio condiviso sapevamo che non sarebbe stato facile ma oggi possiamo dire che abbiamo vinto una sfida importante, è diventato una piacevole

abitudine dove i consumatori non solo ritornano a fare acquisti ma contribuiscono al passaparola, cosa importantissima. - ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco - Si apre una nuova annata agraria e una stagione di grandi novità anche per il Mercato Coperto, dopo la vendita di vino sfuso a brevissimo potremo anche accogliere i consumatori con somministrazione di cibo da gustare direttamente in negozio”. Il Mercato Coperto di Campagna Amica in via Guasco ad Alessandria

è stato il primo in Piemonte: aperto dallo scorso maggio, è diventato un punto di riferimento per chi cerca la campagna in città, un tassello che è andato ad aggiungersi agli appuntamenti con gli Agrimercati dislocati in tutta la provincia. “E’ stata un’idea vincente quella di offrire il pranzo, un momento autentico di conoscenza vera del territorio dove promuovere le tipicità locali con l’obiettivo di contribuire alla crescita dell’agricoltura, del turismo rurale e della rete di Campagna Amica. - ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo - Ricordiamo che alla base di una dieta equilibrata, come quella mediterranea, oltre alla frutta e alla verdura non può mancare la carne, elemento contributivo per un benessere psicofisico, ma abbiamo pensato però anche ai vegetariani e vegani per soddisfare le esigenze di tutti. Promuovere un’alimentazione sana e a chilometro zero: ecco per-


Mercato

coperto di

Campagna Amica

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ché abbiamo voluto inserire questo momento di contatto con i consumatori negli eventi della fiera di San Baudolino”. Molti anche coloro che hanno ritirato il sacchetto da 500 grammi di farina di frumento 100% San Pastore integrale macinata a pietra che è stata data in omaggio per l’intero week end a chi consegnava il coupon pubblicato sulle pagine de “Il Piccolo. Momenti di aggregazione per una città ferita che, pur confermando la realizzazione della storica fiera, ha ritenuto, in accordo con tutti gli organizzatori, dare un messaggio di

solidarietà, sostenendo la raccolta fondi promossa dall’Associazione Vigili del Fuoco di Alessandria, che ha istituito a tale scopo un apposito conto corrente, impegnandosi a sensibilizzare le attività locali, gli espositori ed il pubblico dei visitatori rispetto a tale iniziativa.

FIERA DI SAN BAUDOLINO E CAMPAGNA AMICA, BINOMIO VINCENTE

“N

ell’ambito della fiera di San Baudolino quest’anno, presenza ormai consolidata, le aziende Coldiretti di Campagna Amica hanno proposto gustose specialità a “Km.0”. - afferma il presidente della Coldiretti alessandrina Mauro Bianco - Un appuntamento dove Coldiretti ha avuto una parte da protagonista, per aiutare i consumatori a comprare cibi di qualità e di stagione al giusto prezzo. Bancarelle numerose, snodate per l’intero perimetro del centro storico”. La Fiera di San Baudolino è stata, quindi, il modo migliore per inaugurare un nuovo e gustoso autunno-inverno gastronomico. “I produttori Coldiretti hanno accolto i consumatori nelle vie del centro sto-

rico e, in particolare, nel cortile della Camera di Commercio. - ha aggiunto il direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo - Le degustazioni hanno accontentato tutti i palati: dai piatti caldi e robusti, ai piatti freddi e gustosi, alle golosità tipiche della stagione autunnale. Per le aziende Coldiretti, l’obiettivo è stato conquistare un consenso di pubblico che di anno in anno si rinnova”. Le aziende di Campagna Amica collocate nel cortile della Camera di Commercio, in via Vochieri e in via Dei Martiri hanno proposto le eccellenze del territorio: dai tartufi al riso, dal miele alle marmellate e salse, dalle verdure sott’olio ai prodotti freschi che regala la stagione autunnale senza dimenticare il vino, i salumi e molto altro.


Grazie

dei campi

CELEBRATO IL GRAZIE DEI CAMPI AD OVADA NELLA PARROCCHIA DELL’ASSUNTA

“IL PANE, CIBO PER TUTTI, PER SCARDINARE LE STRUTTURE DEL MALE CHE AFFLIGGONO LA SOCIETÀ” 24

Riflessione partita da un territorio che ha le ferite della recente alluvione ancora aperte

P

ane come segno della bontà di Dio e l’Eucarestia per scardinare quelle “strutture del male” che affliggono la nostra società. Saper dire “grazie” per continuare quel cammino di crescita e di speranza che proprio i coltivatori nella ricorrenza di San Martino e l’inizio di una nuova annata agraria hanno fatto proprio. Le parole di Don Maurizio Benzi, parroco di Nostra Signora dell’Assunta e Mons. Ivo Piccinini, Consigliere Ecclesiastico provinciale, hanno accompagnato la Giornata Provinciale del Ringraziamento che Coldiretti Alessandria ha organizzato ad Ovada. “Le ferite procurate dalla recente alluvione sono ancora aperte ma questo territorio ha grandi potenzialità e determinazione, il “Grazie dei Campi” come riconoscenza a tutte le aziende, vere sentinelle, che presidiano con coraggio senza lasciarsi

piegare dalle difficoltà. - hanno affermato il Presidente e il Direttore della Coldiretti di Alessandria Mauro Bianco e Roberto Rampazzo - La Giornata del Ringraziamento è un momento importante di riflessione e preghiera, profondamente sentito dalla nostra gente, dai nostri imprenditori che ogni anno aspettano questa ricorrenza con rinnovato spirito di riconoscenza. Il lavoro agricolo consente all’uomo di realizzare un rapporto diretto e assiduo con la terra, è una reciprocità nella quale si rivela e si compie un disegno finalizzato alla vita, all’essere e al benesse-

re dell’umanità, allo sviluppo di tutti e di ciascuno. Per questo è fondamentale che si caratterizzi per una rinnovata e chiara consapevolezza etica, all’altezza delle sfide sempre più complesse del tempo presente. Nella preghiera cristiana del Padre Nostro chiediamo a Dio di darci ‘il nostro pane quotidiano’: una richiesta che ciascuno non fa solo per sé, ma per tutti. Se si chiede il pane, lo si chiede per ogni uomo”. Sul sagrato antistante la parrocchia Nostra Signora dell’Assunta i trattori, moderni esempi di meccanizzazione agricola, hanno accolto


Grazie i coltivatori provenienti da tutta la provincia. Tra le autorità che hanno preso parte alla funzione religiosa assieme ai vertici della Coldiretti alessandrina, il primo cittadino di Ovada Paolo Lantero. Nel suo messaggio Monsignor Piccinini ha puntato l’attenzione sulla scelta del titolo fatta a livello nazionale, un’espressione evocativa che rimanda al “valore della vita senza spreco e senza avidità, capaci di gustare il pane, frutto della terra e del lavoro dell’uomo, con gratitudine, nel segno del ringraziamento, senza le distorsioni, alimento di vita, di dignità e di solidarietà”. Suggestivo il momento dell’offertorio e la benedizione dei mezzi agricoli che “servono per la fatica quotidiana, per lavorare la terra e per donare alla comunità il bisogno al proprio sostentamento”. Al termine della cerimonia è stato consegnato un riconoscimento a chi “ha trascorso una vita in agricoltura e di impegno in Coldiretti”, il “grazie” speciale è andato a Pietro Tacchino, classe 1935, di Castelletto

d’Orba per la sua attività imprenditoriale, esempio di chi crede, da sempre, nelle potenzialità del territorio. “Puntando sulla multifunzionalità,

dei campi

la nostra agricoltura è in grado di dare luogo a produzioni congiunte e nuovi modelli di sviluppo, capaci di rispondere adeguatamente alle attese del Paese. - hanno concluso il Presidente Bianco e il Direttore Rampazzo - In questo tempo di crisi, un segnale positivo è rappresentato dal ritorno all’impresa agricola dei giovani, che sentono questo lavoro come una “vocazione”, che dona loro dignità e piena valorizzazione”. La giornata è proseguita con un momento conviviale all’Enoteca Regionale di Ovada e del Monferrato.

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Patronato Epaca

CHIARIMENTI DALL’INPS SUI CASI DI SOSPENSIONE DELLA PENSIONE QUOTA 100

QUOTA 100, INCUMULABILITÀ CON I REDDITI DA LAVORO

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L’

Inps ha finalmente fornito gli indispensabili chiarimenti in merito all’incumulabilità della pensione “Quota 100” con i redditi da lavoro. Incessanti sono state le pressioni della Direzione nazionale del Patronato Epaca sui competenti Uffici dell’Istituto perché si giungesse a determinare i criteri applicativi circa la cumulabilità o meno della pensione Quota 100 con le varie tipologie di redditi da lavoro. Attività di lavoro autonomo

Per accedere alla pensione Quota 100 è richiesta la cessazione del rapporto dipendente, mentre non è “formalmente” richiesta la cessazione dell’attività di lavoro autonomo. Non è, dunque, richiesta la cancellazione dagli elenchi dei lavoratori autonomi, dall’iscrizione camerale, dagli albi professionali, la chiusura della partita IVA, ecc., dato che la norma non prevede l’incompatibilità della pensione con lo svolgimento dell’attività lavorativa. Tuttavia la norma stabilisce che la pensione Quota 100 è totalmente incumulabile con i redditi da lavoro, sia dipendente che autonomo, salvo una deroga prevista per l’attività autonoma occasionale. Pertanto, il mantenimento dello status di lavoratore autonomo può comportare comunque la sospensione dell’erogazione della pensione, se risultano redditi percepiti per l’attività lavorativa svolta. Lavoro autonomo occasionale Con la pensione Quota 100 è prevista la cumulabilità parziale, nel limite di 5.000 euro lordi annui, dell’attività lavorativa autonoma occasionale. Non si tratta di una possibilità estesa in generale al lavoro autonomo: riguarda soltanto i redditi derivanti da lavoro autonomo occasionale, ai seni dell’art.2222 del Codice Civile. Come specificato dall’INPS, il lavoratore autonomo occasionale è colui che si obbliga a compiere verso un corrispettivo un’opera o un servizio, con lavoro prevalentemente proprio, senza vincolo di subordinazione e senza alcun coordinamento con il committente; l’esercizio dell’attività dev’essere del tutto occasionale, senza i requisiti dell’abitualità e della professionalità. E’ stato chiarito dall’INPS che le altre forme di lavoro occasionale non autonomo non rientrano nella deroga

prevista dal legislatore sulla cumulabilità parziale di redditi e pensione (ad esempio le prestazioni occasionali remunerate tramite libretto di famiglia e contratto di prestazione occasionale, ex voucher). Il superamento del limite di importo determina l’incumulabilità della pensione con il reddito da lavoro. Redditi incumulabili con Quota 100 I redditi derivanti dallo svolgimento di attività lavorativa diversa da quella autonoma occasionale, rilevano ai fini dell’incumulabilità della pensione, se percepiti nel periodo compreso tra la data di decorrenza della pensione Quota 100 e la data di concepimento dell’età richiesta per la pensione di vecchiaia; e se derivanti da attività lavorativa svolta nel medesimo periodo. Ecco alcuni esempi di redditi incumulabili con la pensione Quota 100: compensi percepiti per l’esercizio di arti; redditi di impresa connessi ad attività di lavoro, nonché partecipazioni agli utili derivanti da contratti di associazione in partecipazione nei casi in cui l’apporto è costituito dalla prestazione di lavoro; diritti di autore; brevetti. Redditi irrilevanti per l’incumulabilità Ecco di seguito i redditi che non rilevano ai fini dell’incumulabilità della pensione Quota 100: indennità percepite dagli amministratori locali; redditi di impresa non connessi ad attività di lavoro, nonché partecipazioni agli utili derivanti da contratti di associazione in partecipazione ne casi in cui l’apporto non è costituito dalla prestazione di lavoro; compensi percepiti per l’esercizio della funzione sacerdotale; indennità percepite p0er l’esercizio delle funzioni dio giudice di pace, giudici onorari aggregati e giudice tributario; indennità sostitutiva del preavviso, in quanto avente natura risarcitoria e non retributiva; redditi derivanti da attività svolte nell’ambito di programmi di reinserimento degli anziani in attività socialmente utili promosse da Enti locali ed altre istituzioni pubbliche e private; indennità percepite per trasferte e missioni fuori dal territorio comunale; indennizzo per la cessazione dell’attività commerciale. Sospensione della pensione Il pagamento della pensione Quota 100 è sospeso nell’anno in cui siano stati percepiti i redditi da lavoro incumulabili. Nell’anno di compimento dell’età richiesta per la pensione di vecchiaia, la sospensione opera soltanto nei mesi dell’anno, precedenti quello di compimento dell’età richiesta per la pensione di vecchiaia, in cui siano stati percepiti i predetti redditi. Gli uffici del Patronato Epaca sono a disposizione per la consulenza in merito alla pensione Quota 100.


Patronato Epaca

MALATTIE PROFESSIONALI

NUOVI CRITERI PER IL RICONOSCIMENTO

A

seguito di diverse sentenze della Corte di Cassazione e di specifiche disposizioni di legge, è stata recentemente ampliata la tabella delle malattie professionali riconoscibili dall’INAIL anche in ambito agricolo. Ci sembra opportuno evidenziare di seguito alcune malattie professionali piuttosto frequenti in agricoltura (ma anche in altri ambiti lavorativi) per le quali è possibile effettuare richiesta all’INAIL di indennizzo; coloro che ritengono di poter essere nelle condizioni per richiedere il beneficio potranno rivolgersi all’ufficio zona Coldiretti più vicino per la valutazione, anche attraverso una consulenza medica completamente gratuita. TUNNEL CARPALE

La sindrome del tunnel carpale viene riconosciuta come malattia professionale nei confronti di coloro che sono impegnati in lavorazioni, svolte in modo non occasionale, che comportano movimenti ripetuti, mantenimento di posture incongrue e impegno di forza: è il caso, ad esempio, di coloro che sono impegnati nella potatura ovvero coloro che svolgono l’attività di mungitura senza l’ausilio di mezzi tecnici. Può essere richiesto l’indennizzo entro 2 anni dall’abbandono della lavorazione che ha dato origine alla malattia. DIMINUZIONE DELLA CAPACITA’ UDITIVA I lavoratori che sono affetti da ipoacusia percettiva bilaterale simmetrica per essere stati esposti a lavorazioni rumorose nell’industria, nei trasporti o in agricoltura hanno diritto alla richiesta di indennizzo per il riconoscimento della malattia professionale: a titolo esemplificativo, in ambito agricolo, è una patologia che colpisce frequentemente i trattoristi o coloro che, comunque, utilizzano in modo frequente macchinari

piuttosto rumorosi. Può essere richiesto l’indennizzo entro 4 anni dall’abbandono della lavorazione che ha dato origine alla malattia. TENDINITI Sono malattie professionali tabellate le tendiniti della spalla, del gomito, del polso e della mano se coloro che ne risultano affetti svolgono lavorazioni, in modo non occasionale, che comportano movimenti ripetuti, posture incongrue ed impegno di forza: sono patologie frequenti, ad esempio, fra coloro che svolgono la raccolta di frutti pendenti, la cernita di frutta e verdura o la sessatura del pollame. Può essere richiesto l’indennizzo entro 1 anno dall’abbandono della lavorazione che ha dato origine alla malattia. PATOLOGIE DEL GINOCCHIO Le borsiti per chi svolge o ha svolto lavorazioni con appoggio prolungato del ginocchio e le meniscopatie degenerative o le tendinopatie del quadricipite per chi svolge o ha svolto lavorazioni con movimenti ripetuti del ginocchio o mantenimento di posture incongrue sono state inserite tra le malattie professionali tabellate: sono patologie frequenti, ad esempio, fra coloro che svolgono la semina o raccolta di frutti od ortaggi a terra, viticoltori ed in genere coloro che sono costretti all’utilizzo prolungato della gamba come punto di appoggio per far leva su attrezzi di lavoro. Può essere richiesto l’indennizzo entro 2 anni dall’abbandono della lavorazione che ha dato origine alla malattia. Per ogni ulteriore informazione o chiarimento in merito, invitiamo gli interessati a rivolgersi al Patronato Epaca della Coldiretti dove personale qualificato saprà fornire le corrette indicazioni del caso.

I REQUISITI PER L’AMMISSIONE, NELLA MISURA MASSIMA DI 5 ANNI RISCATTO DEI PERIODI SCOPERTI DA CONTRIBUZIONE

I

l Decreto Legge 4/2019, tra le altre novità in materia previdenziale, ha introdotto il nuovo istituto del “riscatto di periodo non coperti da contribuzione”. La nuova facoltà di riscatto è riconosciuta a favore dei soggetti che soddisfano le condizioni indicate di seguito: Iscritti ai regimi previdenziali: innanzitutto, condizione per l’esercizio di tale riscatto è l’iscrizione dell’interessato all’assicurazione generale obbligatoria INPS, alle forme sostitutive ed esclusive della medesima, alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi o alla Gestione Separata di cui all’articolo 2, comma 26,

della legge 335/1995. Deve pertanto sussistere almeno un contributo obbligatorio nella gestione pensionistica in cui è esercitata la facoltà di riscatto, versato in epoca precedente alla data di presentazione della domanda. Privi di anzianità contributiva: i soggetti richiedenti devono essere privi di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995. Potranno quindi beneficiare del riscatto i soli lavoratori privi di anzianità contributiva alla predetta data, che si iscrivano a forme pensionistiche obbligatorie a partire dal 1° gennaio 1996. Non titolari di pensione: il beneficiario

non dev’essere già titolare di un trattamento pensionistico diretto, in qualsiasi gestione pensionistica obbligatoria. Il periodo scoperto da contribuzione può essere ammesso a riscatto nella misura massima di 5 anni, anche non continuativi, e deve collocarsi in epoca successiva al 31 dicembre 1995 e precedente al 29 gennaio 2019, data di entrata in vigore del Decreto Legge 4/2019. DOMANDE ENTRO IL 31 DICEMBRE 2021 La presentazione della domanda di riscatto, da presentare agli Uffici Epaca, è limitata al triennio 2019-2021.

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Coltiva

la salute

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COLTIVA LA TUA SALUTE

TEMA DEL MESE: IL COLESTEROLO: BUONO O CATTIVO? Il colesterolo è un grasso presente nel sangue che viene in gran parte prodotto dall’organismo e in minima parte viene introdotto con la dieta. Quando i valori del colesterolo superano abitualmente una certa soglia questo tende a depositarsi sulle pareti delle arterie, provocando la formazione di placche che ostacolano o bloccano del tutto il flusso sanguigno, con conseguenti rischi a carico del sistema cardiovascolare. Il colesterolo presente nel sangue viene trasportato all’interno di strutture chiamate lipoproteine. Si riconoscono almeno due tipi principali di lipoproteine: le LDL (Low Density Lipoprotein, da cui deriva la sigla), sono conosciute anche come COLESTEROLO “CATTIVO”, perché trasportano l’eccesso di colesterolo dal fegato alle arterie e lo rilasciano nei vasi con conseguente aterosclerosi le HDL (High Density Lipoprotein), sono conosciute a loro volta come COLESTEROLO “BUONO”, perché favoriscono la rimozione del colesterolo dal sangue e la sua eliminazione attraverso i sali biliari, proteggendo di fatto il cuore e i vasi. Diverse condizioni sono associate ad un aumento del colesterolo che danneggia i vasi sanguigni e accelera il processo di indurimento delle arterie; le più note sono: sovrappeso, obesità, alimentazione non sana, abitudine al fumo, mancanza di attività fisica. Anche il diabete, è spesso associato a ipercolesterolemia. Alcuni individui sono invece geneticamente predisposti a sviluppare l’ipercolesterolemia: una condizione nota come “ipercolesterolemia ereditaria o familiare” dovuta a una serie di mutazioni genetiche.

w w w. g r u p p o c d c . i t


Consigliere Ecclesiastico

SAN MARTINO AIUTACI TU Quest’anno anche San Martino ci ha fatto capire che non è contento di noi: non ci siamo meritata neppure l’estate che porta il suo nome. Ci stiamo comportando come se tutto ci fosse dovuto e tutto ci fosse permesso. Un amico, giorni fa, mi faceva notare che corriamo tutti ad applaudire Greta Thunberg per poi smentirla nei nostri comportamenti quotidiani. Rifiuti abbandonati, incendi dolosi, emissioni in continuo aumento sono il desolante panorama quotidiano. Siamo progrediti nella tecnologia, nella comunicazione, ma regrediti nell’educazione e nel rispetto delle persone e dell’ambiente...più pessimisti, più egoisti, più delusi. I fatti quotidiani alimentano la cultura dell’urlo, dell’egoismo e dello scarto.

L’incuria verso l’ambiente rende disastrosi anche gli eventi più naturali, mettendo a nudo la fragilità del nostro territorio. E pensare che chiamiamo quest’ultimo “madre terra”. La “madre” va rispettata, un po’ di più di quanto la stiamo rispettando ora. Non teniamo conto di questa situazione e i ripetuti e frequenti eventi atmosferici, aiutati dai nostri comportamenti sciagurati e irrispettosi, ci fanno pagare costi sempre più alti. Cambiare questi comportamenti e questa mentalità è più difficile che leccarsi le ferite dopo ogni evento atmosferico calamitoso. San Martino, aiutaci tu. Invece dell’estate, ci accontenteremmo di una piccola primavera, anche se non ce la meritiamo. Don Ivo Piccinini

TESSERAMENTO 2020 – Perché associarsi? Il tesseramento 2020 ha uno slogan di grande impatto “I contadini rifanno l’Italia”. Parole nelle quali c’è racchiuso un Paese, il nostro, che può tornare a crescere solo se è capace di investire e puntare sulle proprie risorse: i territori, l’identità, la cultura, il cibo. E Coldiretti può contribuire all’innovazione del sistema Italia solo grazie a coloro che, ogni anno, scelgono di essere rappresentate da un’Organizzazione che ha fatto della ‘sostenibilità’, dello ‘sviluppo alternativo‘, e del ‘patto con i cittadini-consu-

matori’ modelli da perseguire sempre e comunque, a qualunque costo. La vita e l’attività di Coldiretti si basano sul sostegno e sulla partecipazione dei propri associati per questo, ogni singola adesione assume un significato importante. Cresce la nostra reputazione, nascono nuovi progetti di filiera su tutto il territorio e il nostro impegno come forza sociale: queste importanti azioni per la tutela delle imprese agricole, hanno bisogno dell’impegno, della compartecipazione e sostegno della base e del territorio.

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Mercatino

MERCATINO 30

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