Coldiretti Alessandria - Anno 62° numero 3 - 20/03/2015 www.alessandria.coldiretti.it Poste Italiane Spa - Spedizione in a.p. D.L. 353/03 (conv. L. 46/04) art.1 Comma 1, DCB - Alessandria
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MULTIFUNZIONALITA’ e diversificazione: la ricetta per sviluppare nuove strategie E il rapporto con i cittadini viene rafforzato con il via libera alla raccolta dati per la realizzazione dell’Albo del consumatore oldiretti alessandria apre un dialogo EDITORIALE a tutto campo con cittadini e consuPRESIDENTE PROVINCIALE matori e lo fa utilizzando al massimo gli strumenti che la tecnologia mette oggi a disposizione, rinnovando in questo modo un patto di fiducia con i cittadini. Sul fronte social network, quindi, via libera ad un’ampia piattaforma multimediale sulla pagina Facebook con Terranostra, Campagna amica e su Twitter. ma il rapporto con i cittadini viene anche rafforzato con il via libera alla raccolta dati per la realizzazione dell’albo del consumatore. Lo slogan? “Sani, giusti e sostenibili”, presente su un volantino che reca sul retro un agile modulo dove è possibile inserire i dati essenziali del consumatore che abitualmente si reca nei mercati, negli agriturismi o nei punti Campagna amica. Prodotti «sani» perché sono buoni, freschi e di stagione, no Ogm. a garantirlo siamo noi agricoltori che produciamo e vendiamo direttamente senza manipolazioni industriali; «giusti» perché rispettano la tradizione, la biodiversità, la cultura contadina per un giusto equilibrio tra il valore del prodotto acquistato e il prezzo pagato; «sostenibili» perché fanno parte di un sistema produttivo che rispetta l’ambiente che ci circonda, migliorando la qualità della vita e quella dell’agricoltore che li produce. in questo modo, chi riempirà il modello e lo consegnerà negli uffici provinciali o zonali Coldiretti o agli agricoltori in uno qualunque degli spazi di Campagna amica, potrà essere sempre informato delle iniziative e degli eventi promossi dall’organizzazione e trovare anche i punti di Campagna amica più vicini. Le aziende che sono online aumentano la visibilità e creano relazioni con i clienti: questo rappresenta una risposta al fatto che la multifunzionalità e la diversificazione delle attività impongono l’esigenza di sviluppare nuove strategie. Stiamo raccogliendo le adesioni e siamo molto soddisfatti di come sia partita questa esperienza: questo rappresenta un ulteriore passo per velocizzare l’informazione e accorciare le distanze con cittadini e consumatori. ed è roba da non credere alle proprie orecchie quando anche in programmi di grande audience e richiamo mediatico si parla spesso di Parmesan invece di Parmigiano Reggiano o di grana Padano. Un problema culturale che assume contorni ancora più preoccupanti con l’avvicinarsi dell’expo: per questo sarà necessario che sul tema intervenga anche il pool di cuochi stellati chiamati giustamente a raccolta dal ministro delle Politiche agricole maurizio martina con l’obiettivo di valorizzare il grande potenziale inespresso della cucina italiana dentro e fuori i confini nazionali. ecco perché è importante compilare l’albo del consumatore, per essere informati ed essere in grado di saper scegliere. ed ecco perché all’interno di “agricoltura alessandrina” troverete un approfondimento sul falso Made in Italy perché, mentre la lista dei prodotti caduti vittima dell’italian sounding si allunga procurando danni sempre più ingenti alla nostra economia, la battaglia di Coldiretti invece non si ferma. mai abbassare la guardia, questo continuerà ad essere il nostro motto!
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Roberto Paravidino Presidente
agricoltura
|IN COPERTINA
periodico del mondo Agricolo di coldiretti AlessAndriA
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QUESTO PERIODICO È ASSOCIATO A UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA
PERIODICO EDITO DA Impresa Verde Alessandria D I R E T T O R E A M M I N I S T R AT I V O Simone Moroni DIRETTORE RESPONSABILE Ilaria Lombardi G R A F I C A , I M PA G I N A Z I O N E Christian Boero
n°3 - Marzo 2015
H A N N O C O L L A B O R AT O A Q U E S T O N U M E R O Alessandro Albertelli, Luisa Bo, Daniela Colobini, Fabio Fracchia, Alberto Pansecchi, Andrea Piccaluga, Don Ivo Piccinini, Marino Ravera, Valerio Scarrone.
Delia Revelli Nuovo Presidente Coldiretti Piemonte.“Puntiamo sul lavoro di squadra”
FOTOGRAFIE Archivio Coldiretti, Christian Boero
Chiuso in redazione il 20 Marzo 2015
REDAZIONE ED AMMINISTRAZIONE Corso Crimea 69 - 15121 Alessandria Tel. 0131 235891 - Fax. 0131 252144
REGISTRAZIONE TRIBUNALE di Alessandria n.69 del 21.1.1953
AGENZIA
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Confederazione Nazionale Coldiretti Federazione Provinciale Coldiretti Alessandria
UFFICI PROVINCIALI Corso Crimea 69 - 15121 Alessandria
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Sul prossimo numero di “AgricolturA AlessAndrinA” speciale Vinitaly e lotta alla semplificazione amministrativa nel settore vitivinicolo.
ZONA
ACQUI TERME - Via M. Ferraris, 52 Tel. 0144 322546 - Fax. 0144 55902 ALESSANDRIA - Corso Crimea, 69 Tel. 0131 261819 - Fax. 0131 325524 CASALE MONFERRATO - Via Cavalli d’Olivola, 6 Tel. 0142 452840 - Fax. 0142 72741 CASTELNUOVO SCRIVIA - Via Solferino, 53 Tel. 0131 823403 - Fax. 0131 823443 CERRINA - Via Nazionale, 36 Tel. 0142 943800 - Fax. 0142 946031 NOVI LIGURE - Via Mazzini, 50/c Tel. 0143 75440 - Fax. 0143 73881 OVADA - Via Cairoli, 42 Tel. 0143 86268 - Fax. 0143 833305 TORTONA - Via S. Marziano, 4 Tel. 0131 861965 - Fax. 0131 863903
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ATTUALITÀ|nUOVO PReSiDenTe COLDiReTTi PiemOnTe
Semplificazione
burocratica e sviluppo delle filiere AGROALIMENTARI La ricetta per il rilancio dell’economia piemontese
revelli
DeliA PRESIDENTE Delia Revelli la nuova presidente di Coldiretti Piemonte. e’ stata eletta durante l’assemblea che si è svolta al Circolo dei Lettori di Torino lo scorso 27 febbraio. Succede a Roberto moncalvo che, secondo quanto previsto dallo Statuto, si dedicherà esclusivamente alla presidenza della Confederazione nazionale. nel passare il testimone al suo successore, il Presidente moncalvo ha tratteggiato una panoramica di quanto sta avvenendo in questo momento a livello nazionale su alcuni temi di rilievo: “Coldiretti, con le associazioni dei consumatori, ha presentato un esposto all’autorità garante della Concorrenza e del mercato per rilevare le incongruità nella filiera del latte che penalizzano produttori e consumatori. il prezzo riconosciuto per il latte alla stalla mortifica il lavoro degli allevatori - ha proseguito moncalvo - mentre sullo scaffale il latte ed i prodotti lattiero caseari continuano a conservare o ad aumentare di prezzo. Siamo soddisfatti, però, dei segnali positivi registrati in seguito alla mobilitazione dello scorso 6 febbraio: la grande distribuzione organizzata (gDO) ha, infatti, aderito alla proposta del ministro delle Politiche agricole maurizio martina
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di garantire al consumatore una maggior trasparenza sull’origine in etichetta per il latte UHT e per tutti i prodotti lattiero caseari, questione su cui si è espresso in modo positivo anche il Parlamento europeo. Buone notizie provengono anche dal settore vitivinicolo per il quale dovrebbe definirsi a breve una semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese”. La neoletta Presidente regionale, allevatrice di pesci d’acqua dolce della provincia di Cuneo, ha così salutato l’assemblea: “Sono onorata per l’incarico affidatomi e ringrazio Roberto moncalvo per il lavoro che ha svolto in Piemonte ma, soprattutto, per quanto sta portando avanti a livello nazionale, con il supporto dell’intera dirigenza Confederale. Continuerò nella tradizione tracciata di un lavoro di squadra, innanzitutto teso a rafforzare le diverse filiere, utilizzando al meglio le risorse del Programma di Sviluppo Rurale: da quella risicola a quella ortofrutticola; dal comparto zootecnico a quello cerealicolo e vitivinicolo. Per tutte quante dovremo continuare a perseguire una semplificazione, cercando di proporre il prodotto al consumatore eliminando passaggi inutili. e’ opportuno sostenere ulteriormente l’internazionalizzazione e, in sinergia con il livello nazionale, ottenere l’origine in etichetta con la
più efficace identificazione e valorizzazione delle nostre produzioni. Questo permetterà di presentarci all’appuntamento di expo con l’offerta del vero agroalimentare piemontese, evitando il perpetrarsi di speculazioni a danno dei produttori e di inganni nei confronti dei consumatori. Ci fa piacere, infine, che sulle nostre esigenze di semplificazione burocratica anche il Consiglio Regionale di ieri ha voluto fare un significativo passo avanti con l’approvazione del disegno di Legge n.77 - Disposizioni regionali in materia di semplificazione, all’interno del quale sono state recepite alcune delle richieste della nostra Organizzazione”. L’assemblea si è conclusa con l’illustrazione da parte del Direttore regionale antonio De Concilio degli impegni nell’immediato futuro di Coldiretti Piemonte: - per la denominazione igp del vitellone piemontese, con un intervento determinato da parte di Coldiretti regionale e nazionale, di concerto con la Regione e il miPaaF, sono in fase di superamento le eccezioni sollevate dall’Ue sul riconoscimento della denominazione, in virtù di alcune decisioni assunte nelle ultime settimane proprio a livello europeo.
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nUOVO PReSiDenTe COLDiReTTi PiemOnTe|ATTUALITÀ - Rispondendo ad una sollecitazione del presidente della giunta Regionale, Sergio Chiamparino, Coldiretti Piemonte ha già proposto la sua ricetta per la semplificazione burocratica. il provvedimento si rende necessario se si considera che per le sole pratiche relative al Programma di Sviluppo Rurale, le imprese agricole del Piemonte potrebbero realizzare un risparmio fra i 13 ed i 18 milioni di euro all’anno. La riduzione dei tempi per ottenere finanziamenti ed autorizzazioni, faciliterebbe anche un miglior utilizzo dei fondi comunitari. Tutto ciò potrebbe contribuire a recuperare il ritardo, causato anche da una falsa partenza, che si sta accumulando nella fase di approvazione del nuovo psr, di fondamentale importanza per riavviare gli investimenti delle nostre
aziende. in particolare per il settore vitivinicolo si sta definendo a livello nazionale, anche con il significativo contributo di Coldiretti Piemonte, l’abbattimento e l’armonizzazione del numero di adempimenti nelle pratiche vitivinicole. Si vuol far confluire nella normativa, in via di approvazione, molti altri elementi tra cui: un sistema informatico unico, la revisione del modello di certificazione dei vini, la rettifica del sistema di vigilanza sul mercato, oltre che la modifica del sistema sanzionatorio e le norme di tutela del Made in Italy. Coldiretti Piemonte ha la profonda convinzione che il tempo dedicato dalle imprese ad adempimenti inutili e che non significano maggiore sicurezza, si traduca in una penalizzazione anche nella faticosa ricerca di nuovi li-
velli occupazionali. L’agroalimentare Made in Piemonte sta facendo la sua parte, conseguendo nell’ultimo anno un incremento del
4,1%
degli occupati, sul cui totale la percentuale
dei giovani supera il
30%
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Moncalvo
“Coldiretti ha presentato un esposto all’Autorità garante della concorrenza del mercato per rilevare le incongruità nella filiera che penalizzano sia i produttori che i consumatori”
Presidente nazionale Coldiretti Roberto moncalvo
nelle foto alcuni momenti dell’assemblea regionale che ha eletto Delia Revelli alla presidenza di Coldiretti Piemonte. Passaggio di consegne con Roberto moncalvo che manterrà il ruolo di Presidente nazionale come da Statuto.
Delia Revelli, quarantenne di margarita (Cn), laureata alla Scuola di amministrazione aziendale di Cuneo, è titolare della Società agricola San Biagio che alleva pesci d’acqua dolce, in particolare
trote. nel 2006 ha ottenuto dalla Regione Piemonte l’accreditamento come Fattoria Didattica e nel 2010 dalla Fondazione Campagna amica Coldiretti il riconoscimento a livello italiano come Punto di vendita diretta. a questo titolo, nel 2013 ha vinto il premio a livello nazionale Oscar green, dedicato alle imprese giovani e innovative in agricoltura. Dopo essere stata, dal 1999 al 2004, consigliere e, dal 2004 al 2008, assessore alla cultura del Comune di margarita, dal 2005 ha intrapreso il suo impegno in Coldiretti con Donne impresa nel suo comune natale, per poi divenire nel 2008, a termine dell’esperienza di am-
ministratore comunale, responsabile dell’omonimo movimento a livello provinciale e, nel 2012, vice responsabile regionale. Consigliere provinciale di Coldiretti Cuneo dal 2008 e membro di giunta dallo stesso anno, nel 2013 viene nominata presidente dell’istituto di Formazione inipa Piemonte, consigliere del Consorzio agrario delle province del nord Ovest ed entra a far parte del Consiglio di Coldiretti Piemonte. nel 2014 è designata da Coldiretti come membro del Consiglio della Camera di Commercio di Cuneo e, da gennaio 2015, è presidente provinciale di Coldiretti Cuneo. N°3 • mARzO 2015|AGRICOLTURA A. 5
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Conclusi gli
incontri ZONALI per informare
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un ottimo bilancio quello degli incontri zonali organizzati da Coldiretti che si sono conclusi il 26 febbraio, durante i quali abbiamo “toccato” tutte le macro aree della provincia. numerosi i soci che hanno preso parte alle riunioni e molte le domande che ne sono scaturite al termine dei vari approfondimenti sulle tematiche di attualità agricola: era il nostro obiettivo e pensiamo di averlo raggiunto”. Sono parole di soddisfazione quelle espresse dal presidente e dal direttore della Coldiretti di alessandria Roberto Paravidino e Simone moroni dopo aver tracciato un primo bilancio degli incontri tecnici che sono serviti ad analizzare le novità che vedono protagonista il settore primario: dalla Riforma della nuova Politica agricola Comune 2014-2020, all’imu sino alle novità fiscali per l’anno 2015. ampio approfondimento proprio dedicato alla Pac e ai pagamenti diretti dove “quello base” è il più importante poichè solo gli agricoltori che ne hanno diritto possono accedere alle altre tipologie di pagamento, ad eccezione di quello accoppiato”. ne hanno parlato i responsabili di settore della Coldiretti alessandrina ilda Poggi e Fabio Fracchia sottoilienando come la nuova PaC ridimensiona l’elenco degli aventi diritto ai pagamenti diretti: nella lista nera degli esclusi dalla categoria di agricoltore attivo finiscono aeroporti, servizi ferroviari, impianti idrici, servizi immobiliari, terreni sportivi e aree ricreative permanenti, banche e finanziarie, persone fisiche e giuridiche che svolgono attività di intermediazione commerciale e la Pa, ad eccezione degli enti che effettuano formazione e sperimentazione in campo agricolo e quelli che gestiscono gli usi civici.agricoltore attivo è quindi, in italia, chi possiede l’iscrizione all’inPS come coltivatore diretto, iap, colono o mezzadro oppure il possesso della Partita iva attiva in campo agricolo, con dichiarazione annuale iva a partire dal 2016 per le aziende non ubicate prevalentemente in montagna e/o zone svantaggiate. inoltre, sono attivi quegli agricoltori che nell’anno precedente hanno percepito pagamenti diretti inferiori a 5.000 euro, per aziende ubicate in montagna o zone svantaggiate, e 1.250 euro nelle altre zone. Secondo la nuova PaC sono gio-
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“Il nostro impegno per difendere le imprese agricole e il loro reddito”
ACQUI TERME
sulle novità tecniche
vani gli agricoltori che si insediano per la prima volta in un’azienda agricola in qualità di capo azienda o che si siano già insediati nei cinque anni precedenti la prima presentazione di una domanda per aderire al regime del pagamento di base; non hanno più di 40 anni. il pagamento per i giovani sarà
calcolato moltiplicando il numero di titoli attivati dall’agricoltore per il 25% del valore medio dei titoli detenuti in proprietà o in affitto dall’agricoltore stesso. L’incremento si applica su una superficie massima di 90 ettari. il sostegno è concesso per un massimo di cinque anni, calcolati a partire dal primo
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anno di insediamento.al pagamento per i giovani è destinato l’1% del massimale nazionale, aumentabile al 2% attraverso la riserva nazionale. molta attenzione ha destato la parentesi dedicata alla nuova programmazione del Psr 2014-2020 che offre un approccio più flessibile di quella attuale: non ci sono più gli assi, entro cui sono rigidamente incasellate le misure, ma sei priorità, ulteriormente specificate in diciotto focus area, alla cui realizzazione può contribuire contemporaneamente più di una misura. Ciascun Programma di Sviluppo Rurale dovrà contenere almeno quattro delle sei priorità che riguardano: il trasferimento di conoscenze, l’innovazione, l’organizzazione delle filiere agroalimentari, la gestione del rischio, la tutela degli ecosistemi, il contrasto ai cambiamenti climatici e la riduzione della CO2, l’inclusione sociale e lo sviluppo economico nelle zone rurali. Per quanto riguarda l’imU la parola è passata alla responsabile dell’area Fiscale Daniela Colombini, la quale ha ribadito che “Coldiretti non è soddisfatta di questa nuova tassa. La problematica dell’imU è però ben più complessa e articolata: prese di posizione come quelle riportare sui giornali rischiano di far percepire ai cittadini che il mondo agricolo non vuole pagare le imposte né contribuire al risanamento del sistema italia, quando invece non ha mai fatto, e nemmeno farà mancare, il proprio contributo”. Tutto è migliorabile, ma bisogna lavorare con intelligenza, affrontando l’impianto che prevede il pagamento delle imposte e delle tasse nel settore agricolo. Se ci limitiamo ad affrontarne un solo aspetto, si rischia di penalizzare le imprese agricole sotto altri punti di vista. e’ quindi necessario evitare le incongruenze che esistono rispetto alle reali condizioni dei terreni coinvolgendo gli enti territoriali. Queste modifiche necessarie rafforzano la scelta equa e coraggiosa di mantenere l’esenzione per le imprese agricole professionali in tutte le aree svantaggiate riconoscendo il ruolo economico e di presidio territoriale di chi lavora e vive di agricoltura. “Per gli agricoltori abbiamo organizzato questi momenti informativi e formativi perché siano consapevoli dei maggiori oneri a carico delle aziende, ma anche delle nuove opportunità che non mancano. Un incontro che è stato il primo tassello di importanti momenti di assistenza e consulenza che verranno messi in campo nel 2015. - ha concluso il direttore Simone moroni - La categoria che noi rappresentiamo ha un ruolo pre-
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inCOnTRi zOnaLi 2015|ATTUALITÀ
ponderante nella realtà produttiva del nostro territorio la tutela e lo sviluppo del settore agroalimentare, oltre a rappresentare un volano di
sviluppo economico costituiscono l’elemento base della qualità della vita in quanto strettamente collegato alla salute e al benessere dell’individuo”.
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ATTUALITÀ|SPeCiaLe PaC 2014-2020
Riforma dellaPAC RAGGIUNTA L’INTESA CON LE REGIONI, ECCO LE NOVITA’
stata raggiunta l’intesa tra le Regioni sul decreto relativo alle disposizioni modificative ed integrative del Decreto ministeriale 6513 del 18 novembre 2014. Tale intesa consentirà di avere a disposizione regole più chiare per l’applicazione del nuovo regime dei pagamenti diretti. Tra le novità proposte nell’ultima versione vi è la definizione dell’attività agricola ed in particolare il mantenimento e l’attività agricola minima da svolgere sulle superfici naturalmente mantenute in uno stato idoneo al pascolo e alla coltivazione. in merito al mantenimento sia delle superfici a prato e pascolo permanente (che di seguito chiameremo “prato permanente”) sulle quali sono svolte attività considerate tradizionali nello Stato membro, sia di quelle superfici sulle quali è svolta unicamente l’attività di pascolamento (compresi i pascoli magri), l’intesa prevede (fermo restando il rispetto degli impegni di condizionalità) l’obbligo del pascolamento con uno o più turni all’anno della durata complessiva di almeno sessanta giorni. in assenza di definizione da parte delle Regioni o delle Province autonome (Pa), sulle superfici soggette all’obbligo di pascolamento dovrà essere garantito un carico minimo pari a 0,2 Uba per ettaro riferito all’anno di presentazione della domanda. nel caso in cui il comune di ubicazione dell’azienda sia diverso dal comune di ubicazione dell’allevamento e non sia ad esso limitrofo, le superfici sono considerate ammissibili solo se il pascolamento è dimostrato attraverso la presenza di documenti che attestino la movimentazione dei capi verso le località di pascolo. Tali documenti devono essere registrati presso la Banca Dati nazionale. È necessario che i capi utilizzati per il pascolo siano complessivamente detenuti dal richiedente e appartengano ad un codice di allevamento intestato al richiedente stesso. in deroga a tale obbligo e qualora espressamente previsto dalla Regione o Pa tramite provvedimento possono essere ammessi anche capi appartenenti a codici di allevamento non intestati al richiedente. Oltre al carico minimo, la Regione o Pa può definire anche una durata del pascolamento diversa dai sessanta
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giorni. anche per l’attività agricola minima, fermo restando il rispetto degli impegni di condizionalità, per le superfici naturalmente mantenute è previsto l’obbligo del pascolamento qualora l’agricoltore non sia in grado di dimostrare lo svolgimento di almeno uno sfalcio annuale oppure di un’altra operazione volta al miglioramento del pascolo. il pascolamento dovrà essere svolto con uno o più turni all’anno della durata complessiva di sessanta giorni. anche in questo caso è previsto il rispetto di un carico minimo che, se non definito dalle Regioni o Pa, dovrà essere pari a 0,2 Uba per ettaro riferito all’anno di presentazione della domanda. inoltre, come per il mantenimento, la Regione o Pa può definire una durata del pascolamento diversa dai sessanta giorni. altra novità riguarda la definizione di agricoltore attivo. il Decreto stabilisce che, in caso di partita iva attivata in campo agricolo successivamente al primo agosto 2014 oppure in assenza di partita iva, non può essere considerato attivo il soggetto la cui attività agricola complessiva rappresenta solo una parte insignificante delle sue attività economiche complessive. L’attività agricola è insignificante se l’importo annuo dei pagamenti diretti è inferiore al 5% dei proventi totali ottenuti da attività non agricole, oppure se l’importo totale dei proventi ottenuti da attività agricole è inferiore ad un terzo dell’importo totale dei proventi ottenuti nell’anno fiscale più recente. inoltre, non è considerato agricoltore attivo il soggetto la cui attività principale o il cui oggetto sociale non è l’esercizio di un’attività agricola. L’attività agricola è considerata l’attività principale o l’oggetto sociale di una persona giuridica se è registrata come attività principale o oggetto sociale nel registro delle imprese. Le regioni hanno approvato anche la modifica dei criteri per l’attribuzione del premio del latte. altre novità di rilievo rispetto alla precedente proposta del Decreto ministeriale riguardano: la diminuzione della tara prevista per le superfici a prato permanente sulle quali sono svolte pratiche tradizionali; la tara è stata diminuita dal 70% al 50% consentendo di fatto una superficie ammissibile maggiore; la riduzione del valore dei titoli trasferiti
senza terra; nella proposta iniziale la riduzione era prevista sia per la vendita che per l’affitto. L’attuale proposta prevede la riduzione solo nei casi di affitto; le modalità di accesso alla riserva che avverrà mediante assegnazione di nuovi titoli per gli agricoltori che non ne detengono oppure mediante aumento del valore dei titoli detenuti dall’agricoltore. gli Uffici del Caa Coldiretti sono a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Il pagamento ecologico il pagamento “verde” o ecologico o greening è una delle sette componenti del nuovo sostegno della Pac. Dal punto di vista finanziario, il pagamento verde è la seconda componente in ordine di importanza dopo il pagamento di base, con una percentuale fissa del 30% del massimale nazionale, uguale per tutti gli Stati membri. Come si è detto, beneficiano del pagamento verde solamente gli agricoltori che percepiscono il pagamento di base i quali sono tenuti ad applicare su tutti i loro ettari ammissibili le pratiche agricole benefiche per il clima e l’ambiente (greening) o, in alternativa, le pratiche equivalenti. Le tre pratiche agricole benefiche per il clima e l’ambiente sono: 1) diversificazione delle colture; 2) mantenimento dei prati permanenti; 3) presenza di un’area di interesse ecologico. Le tre pratiche agricole vanno rispettate congiuntamente. Queste tre pratiche, fissate dal Reg. 1307/2013 (art.43-47), sono uguali per tutti gli agricoltori dell’Unione europea, senza possibilità per gli Stati membri di modificare i loro vincoli. il Reg.1307/2013 prevede, tuttavia, che alcune categorie di soggetti siano esentate dagli impegni del greening, per cui avranno diritto al pagamento verde senza ulteriori impegni: - gli agricoltori biologici, relativamente alla parte di azienda sulla quale si pratica l’agricoltura biologica;
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SPeCiaLe PaC 2014-2020|ATTUALITÀ - gli agricoltori che aderiscono al regime semplificato per i piccoli agricoltori; - gli agricoltori che, a seguito dell’adesione a misure agro-climaticoambientali dei Psr o ad alcune tipologie di certificazione, adottano pratiche benefiche per l’ambiente e per il clima che danno benefici equivalenti o maggiori rispetto a quelli del greening. gli agricoltori le cui aziende sono situate in tutto o in parte nelle zone rientranti nelle direttive habitat, acqua e uccelli, hanno diritto al pagamento ecologico purché applichino le pratiche agricole benefiche, e e le stesse siano compatibili, nell’azienda in questione, con gli obiettivi di tali direttive.
Diversificazione delle colture il primo impegno del greening è la diversificazione delle colture che si applica solamente ai seminativi, e soltanto quando superano i 10 ettari. Le colture permanenti (frutteti, oliveti, vigneti, pascoli) sono esentate. Questo impegno prevede la presenza di: - almeno due colture nelle aziende la cui superficie a seminativo sia compresa tra 10 e 30 ha, nessuna delle quali copra più del 75% della superficie a seminativo; - almeno tre colture nelle aziende la cui superficie a seminativo sia superiore a 30 ha, con la coltura principale che copra al massimo il 75% della superficie a seminativo e le due colture principali al massimo il 95%. Fino a 10 ettari di seminativo, l’agricoltore non ha obblighi di diversificazione.Fermo restando il numero delle colture, non si applicano i limiti massimi previsti se più del 75% della superficie a seminativo è composta da erba o altre piante erbacee da foraggio o da terreni lasciati a riposo. Sui restanti seminativi la coltura principale non può coprire più del 75% dei seminativi, salvo i casi in cui tali seminativi rimanenti
siano occupati da erba o altre piante erbacee da foraggio o lasciati a riposo. Per il calcolo delle quote delle diverse colture agea ha stabilito come periodo di riferimento aprile e il 9 giugno dell’anno di presentazione della domanda.
Le esenzioni dalla diversificazione gli impegni della diversificazione non si applicano, oltre che nelle aziende con superfici a seminativo inferiori a 10 ettari, nei seguenti casi: - se i seminativi dell’azienda sono interamente investiti con una coltura sommersa per una parte significativa dell'anno o per una parte significativa del ciclo colturale; - se i seminativi sono utilizzati per più del 75% per la produzione di erba o di piante erbacee da foraggio e/o sono tenuti a riposo, a condizione che la superficie complessiva dei seminativi non sottoposti a tali utilizzi non superi i 30 ettari; - se più del 75% della superficie agricola ammissibile è costituita da prato permanente, utilizzata per la produzione di piante erbacee da foraggio o per la coltivazione di colture sommerse per una parte significativa dell’anno o del ciclo col-
turale (es.riso) o sottoposta a una combinazione di tali tipi di impieghi, a condizione che la superficie complessiva dei seminativi non sottoposti a tali impieghi non sia superiore a 30 ettari se oltre il 50% della superficie dichiarata a seminativo non è stata inserita dall’agricoltore nella propria domanda di aiuto dell’anno precedente e quando, in esito a un raffronto delle domande d’aiuto basate sulle ortofoto ricavate dalle immagini da satellite o da aereo, i seminativi risultano coltivati nella loro totalità con una coltura diversa da quella dell’anno civile precedente.
Per coltura si intende - una coltura appartenente a uno qualsiasi dei differenti generi della classificazione botanica delle colture; - una coltura appartenente a una qualsiasi specie nel caso delle brassicacee, solanacee e cucurbitacee; i terreni lasciati a riposo; l’erba o le altre piante erbacee da foraggio. La coltura invernale e la coltura primaverile sono considerate distinte anche se appartengono allo stesso genere.
LA DIVERSIFICAZIONE COLTURALE Superficie aziendale a seminativo
Colture
Colture
Fino a 10 ettari
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Da 10 a 30 ettari
minimo 2
nessuna delle colture deve coprire più del 75% della superficie a seminatico
Maggiore di 30 ettari
minimo 3
la coltura principale copre al massimo il 75% della superficie a seminativo; le 2 colture principali al max il 95%
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Mantenimento dei prati e pascoli permanenti gli Stati membri devono assicurare che il rapporto tra “prati e pascoli permanenti” e la “superficie agricola totale” nazionale non diminuisca in misura superiore al 5%. Quindi gli Stati membri assicurano il mantenimento di una certa proporzione delle superfici a prato e pascolo permanente. Per il calcolo della diminuzione della percentuale si prende in considerazione una “superficie di riferimento”, costituita da: - superficie investita a prato e pascolo permanente nel 2012; - superficie agricola dichiarata nel 2015. L’obbligo si applica a livello nazionale, perciò l’agricoltore non deve avere preoccupazioni per questo impegno. Tuttavia, qualora uno Stato membro accerti che il rapporto è diminuito di oltre il 5%, deve prevedere obblighi per i singoli agricoltori di convertire terreni a prato permanente. in particolare, l’italia ha scelto di applicare un livello di “pre-allarme” al fine di evitare il raggiungimento del 5%. Tale livello è stato fissato pari al 3,5% e, in caso di superamento, gli agricoltori autorizzati alla conversione da agea sono tenuti a ricreare una superficie a prato permanente dello stesso numero di ettari di quella convertita che e' vincolata fin dal primo giorno e per almeno 5 anni. al fine di verificare il controllo sulle superfici a “prati e pascoli permanenti”, in italia il Dm 6513 del 18 novembre 2014 sull’applicazione della Pac impone che gli agricoltori possano convertire i prati e pascoli permanenti solo dopo l’autorizzazione di agea. L’autorizzazione di agea è rilasciata entro 30 giorni. inoltre gli Stati membri designano i prati e pascoli permanenti nelle zone ecologicamente sensibili sotto il profilo ambientale contemplate nelle zone “natura 2000” (zone sensibili elencate nelle direttive 92/43/Cee o 2009/147/Ce), incluse le torbiere e le zone umide ivi situate, e che richiedono una protezione rigorosa per conseguire gli obiettivi di dette direttive. gli Stati membri possono designare prati e pascoli permanenti ecologicamente sensibili anche al di fuori di tali zone. in italia, il decreto ministeriale assegna questa possibilità alle Regioni e alle Province autonome. gli agricoltori non possono convertire o arare i prati e pascoli permanenti nelle zone ecologicamente sensibili. L’impegno è stato creato per salvaguardare tutti i prati e pascoli permanenti considerati estremamente sensibili da un punto di vista ambientale. in sostanza la situazione non cambia molto dal precedente obbligo di condizionalità che riguardava il mantenimento dei prati e dei pascoli a livello di Paese membro. in sintesi, gli agricoltori: - nelle zone ecologicamente sensibili, non possono convertire o arare i prati e pascoli permanenti; - nelle altre zone, possono convertire i prati e pascoli permanenti solo dopo l’autorizzazione di Agea. Qualora il rapporto tra “prati e pascoli permanenti” e “superficie agricola totale” diminuisca oltre il 3,5% rispetto alla superficie di riferimento, l’agricoltore ha l’obbligo di creare una superficie a prato permanente dello stesso numero di ettari di quella convertita, che è vincolata fin dal primo giorno e per almeno cinque anni.
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Aree di interesse ecologico (EFA) il terzo impegno del greening obbliga gli agricoltori con una superficie a seminativo superiore a 15 ettari a destinarne una quota del 5% ad aree di interesse ecologico, o ecological focus area (eFa) secondo la terminologia inglese. La soglia del 5% potrebbe essere aumentata al 7% nel 2018, a seguito di una relazione della Commissione, che dovrà essere presentata entro il 31 marzo 2017, e di un atto legislativo del Parlamento europeo e del Consiglio. Sono altresì esonerate le colture permanenti e i prati e pascoli permanenti. Questa è stata una novità del negoziato sostenuta da Coldiretti, in quanto la proposta originaria della Commissione prevedeva l’obbligo delle eFa anche per le colture permanenti (vigneti, oliveti, frutteti, ecc.).
Nuova Pac e cambiamenti climatici, più attenzione alla gestione del suolo
Pac, le misure per la semplificazione scatteranno nel 2016 Le prime misure di semplificazione della Pac saranno applicate nel 2016. Lo ha dichiarato il Commissario Ue all’agricoltura, Phil Hogan, aggiungendo che i servizi lavoreranno in via prioritaria sui pagamenti diretti, le misure di mercato e la politica di qualità, e in un secondo tempo sulle misure consacrate allo sviluppo rurale. in un lettera inviata al ministro dell’agricoltura lettone, Janis Duklavs, e al presidente della commissione parlamentare per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, Czeslaw Siekierski, il Commissario ha annunciato la presentazione in primavera dei risultati dettagliati della “selezione” di tutta la legislazione agricola (screening basato sul principio di sussidiarietà e semplificazione) e le proposte degli Stati membri in materia di semplificazione e sussidiarietà. Hogan prevede di definire il suo piano di semplificazione entro l’anno, tra cui le iniziative appropriate che potrebbero essere lanciate entro i successivi 12 mesi. L’obiettivo di proseguire in direzione di una maggiore semplificazione della Politica agrciola includerà anche l’impegno assunto dalla vecchia Commissione nell’aprile 2014, per una revisione delle disposizioni in materia di greening dopo per il primo anno di attuazione. inoltre, nella lettera il commissario Hogan insiste sul fatto che il cambiamento verso una Pac più semplice non avverrà dal giorno alla notte e che i progressi sostanziali possono essere raggiunti se tutti gli interessati lavorano attivamente e in modo costruttivo coinvolgendo gli agricoltori e gli altri beneficiari. Si ribadisce inoltre l’impegno a prendere in considerazione anche le proposte di riforma e semplificazione del quadro normativo per la politica di qualità e per il settore ortofrutticolo.
Un miglioramento dell’uso e della gestione del suolo può aumentare e mantenere maggiori stock di carbonio attraverso l’immagazzinamento dello stesso attraverso varie pratiche (es. residui vegetali e letame), così come la riduzione della quantità di anidride carbonica rilasciata dal suolo con la respirazione. nell’ambito delle strategie di mitigazione dei cambiamenti climatici, quindi, il suolo riveste un importanza particolare, rappresentando una riserva fondamentale di carbonio a livello globale. La quantità totale di carbonio contenuta in questo “sink” è, infatti, stimabile in circa 1500 miliardi di tonnellate sotto forma di sostanza organica e, proprio in considerazione di questo contributo, da tempo la Pac, attraverso la condizionalità, promuove pratiche agricole ecocompatibili. Tuttavia, nell’ambito della recente riforma, l’obiettivo clima risulta ulteriormente rafforzato, andando a definire, nell’ambito delle Buone Condizioni agronomiche e ambientali (Bcaa), specifiche misure sul tema “suolo e stock di carbonio” che riguardano copertura minima del suolo, gestione minima delle terre e mantenimento della sostanza organica. Si fa riferimento, ad esempio, alla norma, contenuta nel nuovo Dm condizionalità n.180 del 23 gennaio 2015 e denominata Bcaa 4, che consiste nell’obbligo di mantenere una copertura vegetale naturale o seminata tutto l’anno (seminativi) o in intervalli specifici (tutti i terreni), con un'azione ad elevata efficacia anti-erosiva e quindi di protezione rispetto alla crescente perdita di suolo.allo stesso specifico obiettivo concorre una seconda norma, inclusa nel decreto come Bcaa 5, che prevede la realizzazione di solchi acquai temporanei, il divieto di effettuare livellamenti del terreno non autorizzati nonché la manutenzione della rete idraulica aziendale. Un focus diretto sulla funzione del suolo quale riserva di carbonio è rappresentato da una terza norma (Bcaa 6), che prevede di mantenere il livello di sostanza organica tramite pratiche adeguate, ovvero il divieto di bruciatura delle stoppie e delle paglie. Va rilevato come, in generale, nel corso degli anni, il contributo della condizionalità alla mitigazione climatica
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sia stato già rilevante, specie grazie all’introduzione delle pratiche tese a evitare il pascolamento eccessivo e la sottoutilizzazione dei pascoli (ex standard 4.6 sulla densità di bestiame minima e massima per ettaro di superficie pascolata): questo obbligo, tuttavia, nella la nuova programmazione è stato spostato in modo sinergico nella cosiddetta “attività agricola minima”, nell'ambito delle disposizioni nazionali di applicazione dei pagamenti diretti. Per quanto concerne le misure relative alle lavorazioni minime del terreno (minimum tillage e no tillage) che, come è noto, hanno una ricaduta positiva sui contenuti di carbonio nel suolo - queste nella nuova Pac sono state considerate proattive e remunerabili nell’ambito delle pratiche conservative proposte dai Psr, per cui non previste in condizionalità. Tuttavia, la già citata Bcaa 4 del Dm n.180/2015 dispone, per tutti i terreni con fenomeni erosivi e in alternativa alla copertura vegetale, l'adozione di tecniche per la protezione del suolo, quali, ad esempio la discissura, la ripuntatura e il rilascio dei residui colturali, che possono avere un effetto positivo in termini di mitigazione climatica. anche i Criteri di gestione obbligatoria (Cgo) concorrono all’obiettivo clima: con riferimento al
tema “acque”, ad esempio, il Cgo 1, relativo alla protezione da nitrati da fonti agricole, dispone di utilizzare esclusivamente effluenti c.d “maturi”, ovvero con il massimo potere fertilizzante e il minimo effetto inquinante, favorendo in tal modo buone pratiche agricole non inquinanti in termini di dispersione dell’azoto. Per quanto concerne il contributo dell’agro-forestazione, si può citare la Bcaa 7 “mantenimento degli elementi caratteristici del paesaggio” che, pur inserendosi nell’ambito del tema principale, relativo al mantenimento del livello minimo di tutela del paesaggio, contribuisce, indirettamente, a favorire la conservazione dei sink di carbonio forestali. inoltre, qualora identificati territorialmente e quindi specificati nelle delibere regionali di condizionalità, la non eliminazione di alberi monumentali, siepi, alberi isolati o in filari, rappresenta un ulteriore vincolo funzionale al sequestro del carbonio, in quanto, oltre a fissare anidride carbonica, questi elementi del paesaggio agrario consentono continui processi di interscambio con altre componenti ambientali circostanti. in conclusione, le norme di condizionalità quale requisito minimo per accedere sia al pagamento di base, ma anche al greening e alle misure agro-climatico-ambientali dei Psr 2014-2020, ribadiscono l’impegno della PaC nel campo della mitigazione dei cambiamenti climatici. inoltre, anche rispetto a quanto riportato nel Libro Bianco sui cambiamenti climatici (mipaaf/Rete Rurale nazionale, 2011), il contributo in termini di conservazione del carbonio, da parte del suolo, dovrà essere oggetto di valorizzazione anche nell’ambito della contabilizzazione delle attività Lulucf - Land Use Land Use Change and Forestry - in modo da riconoscere, da un lato, l'impegno dell'Unione europea e degli Stati membri nella riduzione delle emissioni nel post-Kyoto, e, dall’altro, quello degli operatori agro-forestali che, a tutt’oggi, pur potendo far riferimento ad alcune misure Pac - a cui va dato il merito di operare in “coerenza strategica” con quanto previsto dagli art.3.3 e 3.4 del protocollo di Kyoto* - non dispongono ancora di meccanismi in grado di valorizzare pienamente, dal punto di vista economico, il loro contributo, ad esempio, nell’ambito dei mercati volontari e/o istituzionali della Co2, stante l’impossibilità di reclamare la proprietà giu-
ridica dei titoli di carbonio da essi prodotti, visto che, in italia, attualmente, tutti gli assorbimenti finora contabilizzati in ambito Lulucf - gestione forestale, afforestazione (imboschimento) e riforestazione (rimboschimento) - risultano di proprietà esclusiva dello Stato. * in base agli impegni di riduzione liberamente assunti dal governo italiano in sede di negoziato internazionale sul clima, in relazione all’applicazione degli articoli del Protocollo di Kyoto che interessano i settori agricoli e forestale, l’italia, nella prima fase del protocollo, ha contabilizzato tutte le misure dell’articolo 3.3 (attività di afforestazione, riforestazione e deforestazione) mentre, per quelle contemplate dall’articolo 3.4, si è optato per la rendicontazione della sola misura della gestione forestale.Tuttavia, più recentemente, a livello Ue è stata emanata una specifica decisione sul c.d. Lulucf accounting (decisione 529/2013/eU) che, per la prima volta a livello comunitario, sancisce l’obbligatorietà della contabilizzazione delle emissioni e degli assorbimenti di carbonio delle terre coltivate e dei pascoli. La decisione fissa le norme di contabilizzazione applicabili alle emissioni e agli assorbimenti di gas a effetto serra risultanti da attività di uso del suolo, cambiamento di uso del suolo e silvicoltura («Lulucf») come primo passo verso l'inclusione di tali attività nell’impegno di riduzione delle emissioni.
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opo essere scesi sul territorio, zona per zona, ed aver incontrato la base portando quelle che sono le ultime novità tecniche e ricordando importanti scadenze, senza dimenticare l’importante capitolo legato alla Politica agricola Comunitaria, ieri sera si è svolto nella sede provinciale Coldiretti alessandria un incontro per approfondire il discorso sul Progetto economico di Coldiretti, sulla filiera “tutta agricola e tutta italiana”, le ultime novità legate al Consorzio agrario del Piemonte Orientale e per approfondire il percorso intrapreso dall’Organizzazione volto alla semplificazione burocratica. Un momento di confronto al quale hanno partecipato i vertici Coldiretti e tutti i presidenti di sezione per fare il punto sull’evoluzione del Progetto messo in campo da Coldiretti che continua a crescere e rinnovarsi, valorizzando le identità locali come “leve competitive del Paese” per generare sviluppo, ma anche qualità della vita dando dignità e titolarità sociale alle imprese agricole. “Dialogare con la base in un momento di grande incertezza del Paese è fondamentale - ha affermato il presidente provinciale Coldiretti Roberto Paravidino - Un’importante opportunità di crescita e per ribadire che questo è il tempo del fare, tutti assieme, con un unico obiettivo: lo sviluppo delle imprese, difendendo il valore della territorialità, bene non omologabile. Oggi più che mai è importante non abbassare la guardia sull’importanza dell’etichettatura trasparente e la tutela del vero Made in Italy. Perché identificare il Made in Italy è il primo passo per poterlo valorizzare e difendere in un mercato globale dove distintività e legame
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nelle foto: (in alto) l’intervento del Presidente Provinciale Roberto Paravidino. (Sopra) il Direttore del Consorzio giorgio Collina accanto al Direttore Provinciale Coldiretti Simone moroni. con il territorio sono leve competitive determinanti”. “il nostro compito sarà quello di far capire che il nostro impegno è portare Coldiretti, l’agricoltura italiana e il suo modello di sostenibilità totale in europa, compiutamente. - ha proseguito il direttore della Coldiretti alessandrina Simone moroni - abbiamo già cominciato a farlo. Dobbiamo proseguire e fare in europa quello che abbiamo saputo fare in italia. ma è necessario anche agire per garantire la rintracciabilità delle produzioni in modo tale da permettere ai consumatori di acquistare con consapevolezza e garantire reddito alle imprese”. importante il capitolo
dedicato all’expo, a poche settimane dall’inaugurazione, che rappresenta un’occasione imperdibile per cambiare definitivamente verso al sistema agroalimentare in una situazione in cui dall’inizio della crisi è crollato il numero di imprese agricole con l’aumento della dipendenza dai prodotti agricoli che arrivano dall’estero. “La chiusura di un’azienda agricola significa maggiori rischi sulla qualità degli alimenti che si portano a tavola e minor presidio del territorio, lasciato all’incuria e alla cementificazione”, ha affermato il presidente della Coldiretti alessandrina Roberto Paravidino nel sottolineare che “l’appuntamento di milano è un’occasione per combattere concretamente idue furti ai quali è sottoposta giornalmente l’agricoltura: da una parte il furto di identità e di immagine che vede sfacciatamente immesso in commercio cibo proveniente da chissà quale parte del mondo come italiano; dall'altra il furto di valore aggiunto che vede sottopagati i prodotti agricoli senza alcun beneficio per i consumatori per colpa di una filiera inefficiente”. Oggi, infatti, in italia la metà della spesa è anonima, anche se il nuovo regolamento comunitario entrato in vigore il 13 dicembre prevede che a partire dal prossimo 1° aprile 2015 dovranno essere indicate in etichetta luogo di allevamento e di macellazione di carni suine e ovi-caprine. L’etichetta resta anonima oltre che per gli altri tipi di carne anche per i salumi, i succhi di frutta, la pasta ed i formaggi. L’italia sotto il pressing della Coldiretti è all’avanguardia in questo percorso: il 7 giugno 2005 è scattato l’obbligo di indicare la zona di mungitura o la stalla di provenienza per il latte fresco; dal 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo
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inCOnTRO COn i DiRigenTi|ORGANIZZAZIONE
ATTUALITA’
Il modello di Coldiretti, la storia dell’agricoltura e del cibo italiano per promuovere sempre di più il rapporto stretto e diretto tra agricoltore e cittadino, favorendo il ruolo cruciale dell’imprenditore agricolo nella società
Made in Italy per effetto dell'influenza aviaria; a partire dal 1 gennaio 2008 l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro”. al centro dell’incontro anche la ricetta di Coldiretti per la semplificazione burocratica. in particolare, per il settore vitivinicolo si sta definendo a livello nazionale l’abbattimento e l’armonizzazione del numero di adempimenti nelle pratiche vitivinicole. Si vuol far confluire nella normativa, in via di approvazione, molti altri elementi tra cui: un sistema informatico unico, la revisione del modello di certificazione dei vini, la rettifica del sistema di vigilanza sul mercato, oltre che la modifica del sistema sanzionatorio e le norme di tutela del Made in Italy.“Per questo - precisa il direttore moroni - è necessario avviare un percorso di collaborazione con tutti i soggetti che hanno a cuore il patrimonio agroalimentare italiano come complesso di prodotti che ne costituiscono la massima espressione qualitativa e dei valori immateriali, a partire dalle associazioni dei consumatori, dell’ambiente e della società civile”. nelle foto: alcuni momenti dell’incontro che si è svolto nella sede provinciale. numerosi i presidenti di sezione che hanno preso parte all’iniziativa voluta dal Presidente Provinciale Roberto Paravidino. Sono intervenuti anche il Direttore del Consorzio agrario del Piemonte Orientale, giorgio Collina, e il Direttore del Cadir Lab giuseppe Concaro.
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[a cura di Valerio Scarrone]
ATTUALITÀ|ViTiViniCOLTURa
PAssAggiO AutOrizzAtO DAl regime Dei
Diritti Di reimPiAntO AL REGIME DI AUTORIZZAZIONI
DAL 2015 POSSIBILITA’ DI UTILIZZARE IL NOME
l regime dei diritti di reimpianto vigneti, così come applicato dal 1984, giungerà al termine il 31 Dicembre 2015. a partire dal 1° gennaio 2016, verrà sostituito dal regime delle autorizzazioni: ai produttori che estirpano un vigneto dopo tale data e ne faranno richiesta, verrà concessa un’autorizzazione al reimpianto pari alla superficie estirpata. Tale autorizzazione sarà valida per tre anni al termine dei quali, se il richiedente non avrà provveduto al reimpianto, la stessa decadrà e gli verrà disposta una sanzione amministrativa. i diritti di reimpianto originatesi prima del 31 dicembre 2015 e non ancora utilizzati a quella data, dovranno essere convertiti in autorizzazione da parte del produttore, entro il 31 dicembre 2020, e dovranno essere utilizzati entro il 31 dicembre 2023. a partire dal 1° gennaio 2016, i diritti di reimpianto ancora in carico al produttore e le autorizzazioni originatesi dagli estirpi effettuati da questa dati, non potranno essere più oggetto di compravendita. Dovranno essere perciò utilizzati esclusivamente da chi li ha originati e non potranno essere venduti a terzi. Per cui, chi intende acquistare o vendere diritti, dovrà necessariamente farlo entro il 31 dicembre 2015. nel frattempo, con decreto del 19 febbraio 2015, il ministero ha abrogato la norma che vietava la vendita dei diritti al di fuori del territorio regionale, qualora la Regione lo stabilisse con atto proprio, come aveva attuato la Regione Piemonte. Quindi, appena verrà deliberato in tal senso dalla regione Piemonte, si potranno vendere i diritti di reimpianto anche al di fuori del Piemonte, naturalmente entro il 31 dicembre 2015.
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PiemOnte Per l’etiChettAturA dei vini
DOC
on una Circolare il ministero ha normato l’uso del nome geografico più ampio (regione o provincia) per i vini DOP che può essere ammesso ai soli fini di chiarire nei confronti del consumatore la collocazione geografica (regionale o provinciale) in cui ricade la zona di produzione delle DOC. Pertanto, si ritiene che lo stesso nome geografico più ampio (esempio Piemonte) possa essere utilizzato, per i vini DOC, alle seguenti condizioni: - sia riportato nel contesto della descrizione degli elementi storico-tradizionali e/o tecnico colturali e/o di elaborazione e/o delle caratteristiche del prodotto e siano nettamente separate dalle indicazioni obbligatorie; - deve figurare in caratteri delle stesse dimensioni e indice colorimetrico rispetto a quelli utilizzati per la descrizione delle indicazioni di cui al trattino precedente, nonché in caratteri di dimensioni non superiori a tre millimetri di altezza ed a due millimetri
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di larghezza e, in ogni caso, in caratteri non superiori ad un quarto, sia in altezza che in larghezza, rispetto a quelli usati per la DOC. in poche parole, dovrà essere indicato in forma discorsiva, non sull’etichetta dove sono riportati tutte le indicazioni obbligatorie (tipologia vino, ragione sociale, annata, capacità, gradazione). inoltre, il nome geografico più ampio può essere indicato in etichettatura e presentazione dei vini DOC, nell’ambito di disegni o rappresentazioni geografiche intese ad evidenziare la collocazione della zona di produzione del relativo vino DOP o igP, purché preceduto dall’entità amministrativa (Regione___ o Provincia di___). Ovviamente il nome della regione e della provincia non potrà essere utilizzato sui vini generici senza DOC. L’utilizzo del nome della Regione o della Provincia potrà essere utilizzato per mettere a disposizione delle informazioni al consumatore finale anche mediante gli strumenti della tecnologia moderna e sono applicabili anche alla pubblicità ed al contesto in cui gli alimenti sono esposti. Pertanto, l’uso dei veritieri “nomi geografici/amministrativi più ampi” nell’ambito delle possibilità comunicative a disposizione delle imprese, specie sul web, deve avvenire nel rispetto di condizioni analoghe a quelle indicate per l’etichettatura dei vini. Ciò significa che, all’interno di un messaggio comunicativo (per es. descrizione su siti internet o brochure illustrative del territorio, dell’azienda, ecc.) è ammissibile fornire una mera collocazione geografica del vino DOC, ai fini descrittivi e con caratteri non prevalenti rispetto alla descrizione stessa, mentre l’enfasi sul nome geografico protetto attraverso nomi in rilievo, colori differenziati o effetti grafici chiaramente evocativi deve essere considerata “sfruttamento” della notorietà o illecito utilizzo di altra denominazione per prodotti che non ne abbiano diritto e, quindi, sanzionabile. Per fare un esempio di uso corretto di mera collocazione geografica, il produttore di un vino a DO piemontese potrà indicare sul suo sito internet per presentare tale vino, in soli termini descrittivi, la collocazione geografica della sua azienda utilizzando il nome protetto “Piemonte”, ma non potrà enfatizzare il termine “Piemonte” in termini grafici o di evocazione. Ovvero potrò indicare per esempio “la mia azienda si trova nel territorio della Regione Piemonte in Provincia di alessandria...” ma non potrò utilizzare il termine Piemonte da solo e in caratteri marcatamente più grandi delle altre scritte.
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[a cura di alberto Pansecchi]|SCHEDA
• influenza del clima • Preparare la vite • Operazioni colturali • indurre uniformità Ogni anno il momento del germogliamento e la sua uniformità tra pianta e pianta, e nell’ambito della stessa vite, sono motivo di curiosità e di apprensione da parte dei viticoltori. Da questi iniziali comportamenti della vite, spesso consegue il risultato finale dell’annata a livello qualitativo e, allo stesso tempo, derivano le scelte e le difficoltà che accompagneranno il viticoltore per l’intera campagna. Temperature invernali, piovosità, fasi lunari, ingrossamento delle gemme e pianto della vite, vengono attentamente osservati dal viticoltore tentando di dare, ad ognuna di esse, significati che aiutino a comprendere in anticipo ciò che l’annata viticola esprimerà. Non sempre è chiaro però che, ogni viticoltore, può influire in misura più o meno incisiva sul comportamento del proprio vigneto determinando, già dalle prime fasi, i presupposti produttivi dell’annata che verrà.
il risveglio della vite ii risveglio delle viti in primavera è principalmente condizionato dalle variazioni di temperatura tipiche dei passaggi di stagione. i primi segni di attività nel vigneto sono il pianto delle viti, che può essere più o meno abbondante e prolungato, e l'ingrossamento delle gemme. il vero e proprio germogliamento ha inizio nel momento in cui le gemme perdono il loro rivestimento più esterno: le brattee. in breve tempo le gemme raddoppiano le loro dimensioni e diventano simili a corpi di forma tondeggiante ricoperti da una fitta peluria.
Il germogliamento anticipato
scheda vite n.37
L’ultima fase del germogliamento, può avvenire in tempi differenti, in relazione alla disponibilità di acqua nel terreno e all’andamento delle temperature atmosferiche. Vi sono poi molti altri fattori che concorrono in queste fasi a determinare l’epoca di germogliamento la cui incidenza è però di difficile valutazione.
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SCHEDA|[a cura di Alberto Pansecchi]
La regolarità del risveglio
Rare sono le annate in cui la nuova vegetazione cresce con pari velocità; è invece comportamento frequente un germogliamento molto irregolare. Lo sviluppo difforme non è tuttavia sempre particolarmente dannoso alla futura produzione, in quanto la vite è in grado di compensare, almeno in parte, i ritardi iniziali. Quando però la fase del germogliamento si prolunga eccessivamente, i giovani germogli rimangono esposti per lungo tempo ai rischi creati da condizioni climatiche avverse e da parassiti potenzialmente pericolosi (funghi e insetti).
Obiettivi e precauzioni
L’obiettivo verso cui è opportuno tendere, è favorire la rapidità con cui i nuovi germogli superano la prima fase, iniziando la loro attività di crescita rapida. È quindi importante considerare tutti gli aspetti colturali che favoriscono la contemporaneità del germogliamento sul capo a frutto e, nel medesimo momento, accelerano il ritmo della fase iniziale di crescita. Fondamentale è la buona qualità della lignificazione autunnale dei tralci, conseguenza del benessere e dell’equilibrio delle viti nella stagione antecedente. Fattori predisponenti principali sono la razionalità della concimazione e la cura nella potatura verde. Anche l’epoca della potatura invernale influisce: tanto più è anticipata, tanto più precoce sarà l’avvio del germogliamento Spesso le dimensioni aziendali obbligano i viticoltori a iniziare la potatura dall’autunno. Alcuni vigneti verranno pertanto più penalizzati; meglio scegliere di potare prima quelli più vecchi e con le migliori esposizioni, dove gli eventuali ritorni di freddo non sono particolarmente temibili.
Perseguire l’uniformità
La lunghezza dei capi a frutto influenza la successiva uniformità di sviluppo dei germogli: meglio se non troppo lunghi o addirittura tendenzialmente corti. Sull’uniformità del germogliamento influisce sensibilmente anche l’epoca della concimazione azotata. Quando essa è autunnale, prima ancora della totale caduta delle foglie, la vegetazione primaverile tra le singole viti e nell'ambito d'ogni tralcio è assai più uniforme.
La legatura del capo a frutto
La legatura del capo a frutto al filo di sostegno influisce sul risultato finale conseguito: in vigneti, dove è frequente la difformità del germogliamento, a causa della giacitura, dell’esposizione o della tessitura non ideale del terreno, può essere utile ritardare tale operazione a germogliamento avvenuto. Diviene in questo caso necessaria un’operazione di legatura ulteriore, difficile da attuare nelle grandi aziende, anche se solo su un limitato numero di vigneti, ma i benefici appaiono notevoli: i capi a frutto devono essere legati inizialmente in posizione verticale (in modo che lo sbattimento per opera del vento non li rompa). I tralci si rivestiranno di vegetazione dallo sviluppo uniforme. A questo punto, con molta delicatezza, si potrà procedere alla sistemazione definitiva in orizzontale dei tralci stessi sul filo di banchina. Bibliografia: Martini in vigna - E. Monticelli - n° 1/2008 16 AGRICOLTURA A.|n°3 • marzo 2015
a cura del servizio di consulenza tecnico-agronomica Coldiretti Alessandria
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ORTOFRUTTa|SCHEDA
speciAle regolAmento O R T O F R U T T A dopo l’entrAtA in vigore del nuovo regolAmento sullA ocm unicA - regolAmento ue n. 1308/2013 norme di commerciAliZZAZione e iscriZione AllA Bdnoo, lA BAncA dAti nAZionAle degli operAtori ortoFrutticoli
se esentAti dAllA BAncA dAti occorre riportAre
U n ’ a P P O S i Ta D i C i T U R a D i e S e n z i O n e utti i produttori ortofrutticoli che operano nel settore del fresco devono porre la massima attenzione all’applicazione alle normativa comunitaria in materia commercializzazione. attualmente la materia è disciplinata dal Regolamento di esecuzione (Ue) n.543/2011 il quale ha abrogato e sostituito il Regolamento (Ce) n.1580/2007, dettagliando le modalità di applicazione del Regolamento (Ce) n.1234/2007 (nel frattempo abrogato e sostituito dal Regolamento UE n.1308/2013) nel settore dell’ortofrutta fresca e trasformata. a livello nazionale tali norme sono state recepite con il Decreto ministeriale m.i.P.a.a.F. n.5462 del 3 agosto 2011 “Disposizioni nazionali in materia di controlli di conformità alle norme di commercializzazione applicabili nel settore degli ortofrutticoli freschi e delle banane, in attuazione del regolamento (Ce) n. 1234/2007 del Consiglio e del regolamento (Ue) di esecuzione n.543/2011 della Commissione”, a cui è seguita un’ulteriore circolare agea Prot. n. aCiU.2011.695 del 14 dicembre 2011. alla normativa sono soggetti tutte le differenti tipologie di operatori della filiera dell’ortofrutta fresca e quindi anche tutti i produttori ortofrutticoli, da coloro che vendano interamente la loro produzione direttamente al consumatore finale oppure conferiscano alla cooperativa o all’OP a cui sono associati, e via via tutte le casistiche, pur con diversi livelli di adempimenti. Prima di addentrarci dettagliatamente nella normativa, occorre prima dividere la questione in 2 ambiti: - iscrizione alla BDnOO - Banca Dati nazionale degli Operatori Ortofrutticoli - norme di commercializzazione
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iscriZione AllA Bdnoo Le imprese che, a valle della produzione primaria, effettuano il confezionamento o la commercializzazione di prodotti ortofrutticoli, sono tenute all’iscrizione nella Banca Dati nazionale degli Operatori Ortofrutticoli (BDnOO). in particolare sono tenuti all’iscrizione alla BDnOO i seguenti soggetti: • grossisti di mercato e fuori mercato (operatori che commercializzano all’interno o al di fuori dei mercati all’ingrosso, che utilizzano gli appositi stand e/o che sono in possesso di magazzini idonei per la commercializzazione dei prodotti); • imprese che commercializzano per conto terzi (es. commissionari); • Organizzazione dei Produttori (OP), loro associazioni (aOP) e gruppi di produttori (gP); • cooperativa di produttori non associati ad OP/aOP/gP o ad altra cooperativa; • imprenditore agricolo (non associato ad OP/AOP/GP od a cooperativa) con un volume annuo commercializzato, superiore a € 60.000 iVa esclusa, per i prodotti soggetti a norme; • centrali di acquisto per la grande distribuzione; • grande distribuzione organizzata gDO (ipermercati, supermercati, discount ed altre grandi superfici di vendita con un volume annuo di commercializzato del comparto ortofrutticolo superiore a €60.000 IVA esclusa); • dettaglianti (con volume annuo commercia lizzato del comparto ortofrutticolo superiore a €60.000) iVa esclusa;
• tutti gli operatori che effettuano importa zioni e/o esportazioni di prodotti ortofrutticoli freschi di cui all’allegato i parte iX Reg.(Ce) 1234/2007 (ora sostituito dall’allegato I parte IX del Regolamento UE n.1308/2013 che conferma i medesimi prodotti) da e verso Paesi terzi all’Unione. • gli operatori che effettuano contratti a distanza compreso il commercio elettronico (e-commerce) dei prodotti ortofrutticoli anche nel caso di non detenzione degli stessi.
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SCHEDA|ORTOFRUTTa
speciAle regolAmento O R T O F R U T T A importante: tali soggetti sono tenuti a riportare anche sui documenti di trasporto e sulle fatture, oltre che in etichetta, il numero di iscrizione alla BDnOO. Sono invece esentati dall’obbligo d’iscrizione le seguenti categorie: • gli imprenditori agricoli che vendono, consegnano o avviano i prodotti ortofrutticoli ai centri di confezionamento o di deposito, all’interno dell’ambito italiano; • i titolari di centri di deposito che avviano esclusivamente i prodotti ortofrutticoli verso i centri di confezionamento e di imballaggio, all’interno dell’ambito italiano; • gli imprenditori agricoli che avviano esclusivamente i prodotti ortofrutticoli agli impianti di trasformazione; • gli imprenditori agricoli che cedono nella propria azienda i prodotti ortofrutticoli direttamente al consumatore, per il fabbisogno personale di quest’ultimo; • le imprese agricole che conferiscono esclusivamente prodotti ortofrutticoli alle organizzazioni di produttori, alle cooperative di appartenenza per la commercializzazione;
• le cooperative che conferiscono esclusivamente prodotti alle organizzazione dei produttori per la commercializzazione; • gli imprenditori agricoli ortofrutticoli (non associati ad OP o a Cooperativa), con un volume annuo di prodotto commercializzato inferiore a €60.000.Tale importo è riferito all’anno precedente, escludendo l’iVa e solo per i prodotti soggetti a norma di commercializzazione; • strutture della g.D.O. (ipermercati, supermercati, discount ed altre grandi superfici di vendita) con un volume annuo di prodotto commercializzato del comparto ortofrutticolo inferiore a €60.000 (fatto salvo per imprese di nuova costituzione). Tale importo è riferito all’anno precedente, escludendo l’iVa e solo per i prodotti soggetti a norma di commercializzazione; • dettaglianti (esercizi specializzati in frutta e verdura, ambulanti), con un volume annuo di prodotto commercializzato inferiore a €60.000 (fatto salvo per imprese di nuova costituzione). Tale importo è riferito all’anno prec., escludendo l’iVa e solo per i prodotti soggetti a norma di commercializzazione;
• le persone fisiche o giuridiche, la cui attività nel settore degli ortofrutticoli consiste esclusivamente nel trasporto delle merci (trasportatori). importante: i soggetti esentati da tale obbligo di iscrizione alla BDnOO devono tuttavia riportare sui documenti di trasporto e sulle fatture la seguente dicitura “esonerato ai sensi del D.M. del 03/08/2011 n.5462”
norme di commerciAliZZAZione e correttA eticHettAturA Le norme di commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli, introdotte dagli appositi regolamenti Ce e Ue e dalle norme nazionali sull’etichettatura, impongono a tutte le imprese, che effettuano il confezionamento di prodotti ortofrutticoli, di indicare correttamente in etichetta le generalità del prodotto posto in commercio, pena l’addebito di pesanti sanzioni pecuniarie. Tale obbligo, per tutti gli operatori interessati, prevede di indicare sia nel documento di trasporto che sulla fattura i dati obbligatori in etichetta, ovvero: Specie, Categoria, Calibro se previsto dalle norme, Origine, Dati aziendali (denominazione, indirizzo, ecc.) e n°Lotto, oltre al numero di iscrizione alla BDnOO o l’eventuale dicitura di esenzione. Sono soggetti alle norme di commercializzazione generale tutti i prodotti ortofrutticoli così come riportati nella parte a dell’allegato 1 del Regolamento di esecuzione (Ue) n.543/2011. mentre sono soggetti a norme di commercializzazione specifiche alcuni prodotti così come riportati nella parte B, dell’allegato 1 del Regolamento di esecuzione (Ue) n.543/2011 e che sono: mele; agrumi; kiwi; lattughe, indiviericce e scarole; pesche e nettarine; pere; fragole; peperoni dolci; uve da tavola; pomodori. non sono però soggetti all’obbligo di conformità: • i prodotti destinati alla trasformazione industriale, o destinati all’alimentazione animale ad altri usi non alimentari a condizione che siano chiaramente contrassegnati con la dicitura “Destinati alla Trasformazione” o “Destinati all’alimentazione animale” o ad ogni altra dicitura equivalente;
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• i prodotti che il produttore cede, nella propria azienda, al consumatore; • i prodotti venduti direttamente dal produttore al consumatore, per il fabbisogno personale di quest’ultimo, su mercati riservati esclusivamente ai produttori di una data zona di produzione, come definiti dal D.m. (mipaaf) 20 novembre 2007; • i prodotti che sono sottoposti a operazioni di mondatura o taglio che li hanno resi “pronti al consumo” o “pronti da cucinare”; • i prodotti commercializzati come germogli commestibili dopo la germinazione di semi di specie di piante classificate come prodotti ortofrutticoli; • i prodotti venduti o consegnati dal produttore a centri di condizionamento e di imballaggio o a centri di deposito, oppure avviati dall’azienda del produttore verso tali centri; • i prodotti avviati, ma non ceduti, da centri di deposito verso centri di condizionamento e di imballaggio per essere ivi resi conformi alle norme di commercializzazione tramite appropriato imballaggio; in deroga all’art. 113 bis, paragrafo 3, del Re-
golamento (Ce) n.1234/2007 (ora sostituito dall’articolo 76, paragrafo 3 del Regolamento UE 1308/2013), non sono assoggettati all’obbligo di conformità alle norme di commercializzazione generale, i seguenti prodotti: FUngHi nOn COLTiVaTi, CaPPeRi, manDORLe amaRe, manDORLe SgUSCiaTe, nOCCiOLe SgUSCiaTe, nOCi COmUni SgUSCiaTe, PinOLi (o semi del pino domestico), PiSTaCCHi, nOCi maCaDamia, nOCi PeCàn, aLTRa FRUTTa a gUSCiO, Banane Da CUOCeRe eSSiCCaTe, agRUmi SeCCHi, miSCUgLi Di nOCi TROPiCaLi, miSCUgLi aLTRa FRUTTa a gUSCiO, zaFFeRanO. non sono assoggettati all’obbligo di conformità alle norme di commercializzazione specifiche gli ortofrutticoli freschi che non appartengono alla Categoria “extra”, e che possono presentare nelle fasi successive alla spedizione, una lieve riduzione dello stato di freschezza e di turgore e un lieve deterioramento dovuto alla loro evoluzione biologica e alla loro deperibilità sempre che rispondano ai parametri dettati dalle disposizioni previste da ciascuna norma in merito alle caratteristiche minime. importante: per poter fruire delle disposizioni derogatorie deve essere fornita al
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OrTOfruTTA|SCHEDA
SPECIALE REGOLAMENTO O R T O F R U T T A controllore Agecontrol, la prova che i prodotti soddisfino le condizioni previste con particolare riferimento alla destinazione finale, come di seguito riportato: • in caso di merce giacente, sia presso le strutture delle imprese sottoposte a controllo, che sui mezzi utilizzati per il trasporto, in attesa di essere avviata verso impianti di trasformazione industriale o per usi diversi da quelli alimentari, occorrerà verificare l’esistenza su uno dei lati dell’imballaggio, mediante stampatura diretta indelebile o mediante etichetta integrata o fissata all’imballaggio stesso, della dicitura pertinente alla destinazione, in caratteri chiari e leggibili. • in caso di merce giacente, sia presso le strutture delle imprese agricole sottoposte a controllo, che sui mezzi utilizzati per il trasporto, in attesa di essere avviata a
soddisfatte con la dimostrazione da parte dell’operatore interessato, anche mediante esibizione della documentazione prevista dalla normativa vigente, dell’esercizio della vendita diretta in azienda di prodotti ortofrutticoli, che tale attività rientri nell’esercizio dell’agricoltura e che venga effettuata esclusivamente nelle strutture ubicate nei fondi inclusi all’interno del perimetro aziendale.
vario titolo verso centri di confezionamento e d’imballaggio o a centri di deposito, le previste condizioni sono soddisfatte con l’apposizione sull’imballaggio o, per merci caricate alla rinfusa, su documento di trasporto e su una scheda collocata all’interno del mezzo, di un’etichettatura, in cui figuri in maniera ben visibile l’indicazione: “prodotto da destinare per la lavorazione verso il centro di condizionamento/di deposito xxxxxx ubicato in xxxxxx. Tali diciture devono essere riportate anche sui documenti di trasporto che accompagnano la merce unitamente anche all’origine del prodotto; • in caso di merce giacente presso le strutture degli imprenditori agricoli, in attesa di essere venduta in azienda direttamente al consumatore, per il proprio fabbisogno personale, le condizioni sono
In questo modo s’intende si vuole impedire che i produttori possano vendere prodotti ortofrutticoli non conformi alle norme di commercializzazione presso luoghi di vendita all’ingrosso o presso mercati alla produzione, ed escludere la possibilità di avviare prodotti non conformi dai luoghi di vendita all’ingrosso verso centri di condizionamento o deposito.
L’ETIChETTA Sia i prodotti soggetti alle norme di commercializzazione generale, i prodotti soggetti a norme di commercializzazione specifiche, devono essere correttamente etichettati. Premettendo la necessità di realizzare le “etichette” con sistemi che impediscano le eventuali colature dell’inchiostro e con le dovute differenze tra specie e specie, proviamo di seguito a sintetizzare le indicazioni necessarie:
L’ETIChETTA 1) Specie: è necessario indicare la specie (in questo esempio PESCHE) e poi seguire le indicazioni delle norme di commercializzazione che variano da specie a specie. Nel caso delle pesche sono obbligatori il nome della specie ed il colore della polpa, è facoltativo inserire anche il nome della varietà.
7) Lotto: è obbligatorio identificare il lotto di produzione e/o confezionamento; la metodologia va stabilita dalla singola impresa; di minima è un codice alfanumerico preceduto dalla lettera L. che, permetta di rintracciare velocemente e con certezza, le diverse partite presenti in azienda.
2) Origine: è obbligatorio riportare lo stato di produzione (Italia) e facoltativo riportare dizioni più caratterizzanti (Italia, Cuneo, ecc.)
8) Banca Dati Nazionale degli Operatori Ortofrutticoli (BDNOO): occorre riportare il numero d’iscrizione alla BDNOO; per tutti coloro che sono esenti occorre riportare la dizione: “esonerato ai sensi del D.M. del 03/08/2011 n. 5462”
3) Categoria (CAT): per tutti i prodotti normati è obbligatorio riportare la categoria del prodotto, secondo le specifiche del singolo regolamento. 4) Calibro (CAL): per tutti i prodotti normati delle categorie I ed Extra, è obbligatorio riportare anche il calibro del prodotto, secondo le specifiche del singolo regolamento. 5) Tara - Peso: va indicato il peso all’origine o la tara dell’imballaggio; la prima dizione si usa per la vendita prevista a collo mentre, la seconda si usa per la vendita prevista a peso. 6) Imballatore e/o speditore: vanno riportati il nome e l’indirizzo.
Importante: fatta eccezione per le ricevute al consumatore finale, oltre all’iscrizione alla BDNOO o l’eventuale esenzione, le fatture ed i documenti di accompagnamento, devono recare il nome del prodotto, il numero di lotto ed il Paese di origine. Per i prodotti soggetti a norme di commercializzazione specifiche vanno poi riportate, le caratteristiche richieste dalle singole norme (categoria, calibro, varietà ecc.).
Nella vendita al minuto per prodotti in imballaggio, le indicazioni esterne, all’imballaggio stesso, devono essere presentate in modo chiaro e leggibile. I prodotti possono essere posti in vendita a condizione che il rivenditore esponga accanto ad essi, su apposito cartello, in caratteri chiari e leggibili, le informazioni relative al Paese di origine e, se del caso, alla categoria e alla varietà o al tipo commerciale in modo tale da non indurre in errore il consumatore. Le indicazioni sono obbligatorie sia per i prodotti assoggettati alle “Norme specifiche” che per quelli assoggettati alla “Norma generale”.
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SCHEDA|COrrEttA ALImENtAzIONE
star bene a tavola Suggerimenti a cura del dietologo e nutrizionista dott. giorgio calabrese che collabora con coldiretti sul sito www.campagnamica.it
consigli per un’alimentazione
sana ed equilibrata burro
la dieta di campagna
Amica
Per stare in forma e in ottima salute fruttA seccA
l’ideale è mangiarla lontano dai pasti, meglio se insieme a un frutto fresco
V
ogliamo dedicare questa scheda alla sana e corretta alimentazione. La frutta secca si può suddividere in due categorie: quella glucidica, ricca di zuccheri e povera di grassi (come albicocche, ananas, mele, uva, banane, datteri, prugne, fichi, mirtilli, mango), nota come frutta secca non oleosa (disidratata o candita); quella lipidica, ricca di grassi e povera di zuccheri (come arachidi, mandorle, nocciole, noci, noce di cocco, pinoli, pistacchi, castagne). Generalmente ricca di proteine e particolarmente energetica, la frutta secca oleosa rappresenta un alimento fondamentale nella dieta vegetariana e sportiva. Grazie alla ricchezza in fibre e all’ottimo contenuto di acidi grassi mono e polinsaturi (presenti soprattutto nelle noci), esercita un’azione protettiva nei confronti delle cosiddette malattie del benessere come diabete, ipercolesterolemia ed obesità.Affinché tali presupposti siano validi, la frutta secca dev’essere consumata con una certa parsimonia, in sostituzione (mai in aggiunta) ad altre fonti lipidiche meno salutari (come i grassi animali). In particolare bisogna abbandonare l’usanza di mangiucchiare frutta secca al termine del pasto, onde evitare di introdurre un eccesso di calorie e compromettere così il bilancio energetico giornaliero. Dato il suo elevato potere calorico e la grande ricchezza in grassi, la frutta secca andrebbe mangiata lontano dai pasti principali, contestualizzata in spuntini magari in abbinamento a frutta fresca (ad esempio una mela e qualche mandorla od un kiwi o qualche noce). Una porzione ragionevole non dovrebbe comunque superare i 30 grammi. Se associata ad un frutto fresco rappresenta un ottimo spuntino ed un valido alleato per la nostra salute e il nostro benessere quotidiano. La frutta secca commercializzata con il guscio non garantisce la qualità del prodotto, ma è più sana di quella tritata o sgusciata. Infatti quest’ultima categoria di alimenti, anche se confezionata in contenitori sigillati, richiede l’aggiunta di antiossidanti artificiali, necessari per evitare l’irrancidimento dei grassi e prolungare i tempi di conservazione.
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meglio mangiarlo crudo o appena tiepido. Ha un potere calorico più basso di quello dell’olio
S
ono molti i luoghi comuni che accompagnano il burro, alcuni veri, altri del tutto infondati. Questo condimento è un grasso alimentare di origine animale che, se preso a piccole dosi (vale a dire non più di 10 - 15 grammi al giorno), non provoca aumento di peso. È invece un alimento ricco di valori nutrizionali e di vitamine preziose come A, E, D e K. Pur essendo un grasso, ha un più basso potere calorico dell’olio ed è composto per il 15% di acqua. È preferibile mangiare il burro fresco, a crudo insomma, o appena scaldato. Essendo infatti un grasso poco resistente, una temperatura elevata ne altera la composizione chimica facendo sprigionare sostanze dannose per la salute. Il burro più sano è quello giallognolo, che rivela una forte presenza di beta carotene e vitamina A, il cui colore è appunto giallo. Anche per i più piccoli il burro è un alimento sano: se lo spalmiamo sul pane con la marmellata, è un’ottima colazione o merenda e se lo aggiungiamo alla pasta in bianco è gradevole e nutriente. L’importante è che sia crudo o appena scaldato. Le dosi non devono essere elevate (non più di 20-30 grammi al giorno). Il burro è amico della pelle e la rende tonica, perché quando non si fa uso di grassi fra cui quelli del burro, si provoca una mancanza di vitamine preziose, per esempio la A, responsabili dell’elasticità e del colorito della pelle. Il burro si può congelare ma facendo attenzione ai tempi perché deve restare nel freezer non più di tre mesi, altrimenti si altera il sapore. Di solito, poi, va conservato in un luogo fresco: si scioglie facilmente, fonde a 30° e subisce variazioni del sapore se esposto a fonti di calore.
lA misurA dellA dolcezzA
lo zucchero nella dieta è importante. Quanto se ne può consumare ogni giorno?
I
fronte dell’aumento del sovrappeso e dell’obesità in Europa, il ruolo nelle diete di alcuni carboidrati, come lo zucchero, è stato molto discusso ed è tuttora controverso. I due tipi principali di carboidrati sono gli zuccheri e l’amido, entrambi forniscono la stessa energia per grammo (4kcal). I carboidrati danno meno energia rispetto ai grassi (9kcal per grammo) o all’alcool (7kcal per grammo). La fibra è un tipo di carboidrato che, a differenza degli altri, non viene assorbita nel piccolo intestino per fornire energia, sebbene venga in parte metabolizzata nel grosso intestino. Almeno metà dell’energia nella nostra dieta dovrebbe derivare dai carboidrati per lo più sotto forma di carboidrati amidacei. Il saccarosio (zucchero da tavola, disaccaride costituito dai monosaccaridi glucosio e fruttosio) è un carboidrato dal sapore dolce. Viene prodotto dalle piante a partire dall’anidride carbonica (CO2) e acqua con l’aiuto dell’energia solare attraverso il processo di fotosintesi. Lo zucchero è energia pronta per il cervello e per i muscoli. Il primo dipende quasi esclusivamente dall’apporto costante di glucosio attraverso il circolo sanguigno. Il cervello di un adulto consuma circa 130 grammi di glucosio al giorno, più della metà della quantità totale di carboidrati assunti con la dieta. Oggi qualcuno vorrebbe dimezzare il suo uso, mentre noi scienziati sosteniamo che una giusta dose di zuccheri semplici (il 10% degli zuccheri totali) fa solo bene alla salute.
un consiglio per stAre in formA Un’abitudine poi da non seguire è quella del digiuno che segue ai sensi di colpa dopo le abbuffate. Non serve saltare i pasti nei giorni successivi: non aiuta affatto, anzi, può rivelarsi controproducente perché crea squilibri nella regolazione del metabolismo glucidico. Piuttosto, è utile fare sport e aumentare le passeggiate nel verde, sfruttando tutte le occasioni di movimento.
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[a cura di alessandro albertelli]|SCHEDA
Scheda melo n.44
gruppo gAlA i parametri di valutazione
premessA L’innovazione varietale è uno degli strumenti più efficaci per creare nuove varietà che rispondano a criteri di qualità e salubrità del prodotto. Le nuove cultivar selezionate devono possedere una facile gestione della pianta in campo. Le resistenze/tolleranze ad alcuni patogeni inoltre permettono significative riduzioni di interventi antiparassitari. in Piemonte la sperimentazione varietale viene svolta dalla Sezione “innovazione Varietale” del CReSO presso il Centro Ricerche per la Frutticoltura di manta il quale effettua sperimentazioni su singole parcelle. ai primi riscontri la sperimentazione si estende in impianti pilota presso aziende che afferiscono alle organizzazioni di produttori. i risultati concreti delle sperimentazioni consistono nel costante aggiornamento delle liste di “Programmazione” delle cultivar e dei portainnesti consigliati per i nuovi impianti.
delle nuove selezioni si concentrano sull’estensione, l’intensità e l’entità di striatura del sovraccolore. La più importante criticità del gruppo gala è la tendenza alla “regressione”della colorazione che penalizza in modo significativo la qualità globale della produzione. nell’ambito del gruppo coesistono due tipologie di colorazione: striata e uniforme. Le cultivar a colorazione striata crescono negli areali sopra i 400m, quelle a colorazione uniforme negli areali al di sotto dei 400 m e nelle zone di pianura.
vArietA’ di melo
cultivar consigliate Occorre produrre mele di alto profilo qualitativo, di sicura adattabilità ambientale, con almeno con almeno un carattere distintivo che la renda riconoscibile. L’assetto varietale attuale conferma la dominanza dei gruppi gala/Red Delicius che da sole rappresentano quasi il 70% della produzione totale. golden Delicius è in costante diminuzione, mentre in controtendenza risulta il gruppo Fuji che dopo anni di sostanziale stasi è in aumento. Primaria appare la necessità di arricchire il paniere varietale con cultivar innovative in merito a resistenza alle malattie, ampia adattabilità ambientale, facile governabilità della pianta, elevata qualità e buona attitudine al pre e post-raccolta.
i cloni principali a sovaccolore striato sono i Baigent Brookfield®: clone di riferimento della tipologia striata: presenta una colorazione molto estesa con striatura intensa e ben marcata. Son segnalati casi di regressione della colorazione che si stanno monitorando.
Annaglo*: si caratterizza per l’estensione del sovraccolore
elevata e brillante. Striatura più fine e meno evidente del clone di riferimento.
i cloni principali a sovaccolore uniforme sono: simmons Buckeye®: mutazione di mitchgla di origine americana. La colorazione è molto attraente, di elevata estensione, brillante tonalità e intensa luminosità. molto diffusa in Piemonte. galaval* mutazione della galaxy, colore rosso esteso ed intenso, uniforme. e’ attualmente il clone più piantato in Piemonte. N°3 • mARzO 2015|AGRICOLTURA A. 21
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SCHEDA|[a cura di alessandro albertelli]
gruppo red delicius anche
il gruppo Red ha standard estetici elevatissimi. il lavoro di selezione clonale ha permesso di raggiungere un’estrema semplificazione nella lista delle varietà consigliate sia nella tipologia SPUR sai nella STanDaRD.
i cloni SPUR sono: sandidge superchief®: è il clone di riferimento per gli SPUR. L’estensione del sovraccolore è completa, mantenendo però striature evidenti.
sweetango® minneiska: matura una decina di giorni prima di gala. Frutto con buccia di colore rosso vivo con tipiche lenticelle evidenti, polpa croccante, sapore molto buono dopo la conservazione, non può essere consumata allo stacco, soggetta alle screpolature nei frutti. crimson snow® mc38*: rutto di pezzatura molto grossa di colore rosso scuro, sapore buono , dolce , aromatico tendenzialmente acidulo. elevata serbevolezza.
cultivAr resistenti AllA ticcHiolAturA
i cloni STanDaRD sono: jéromine*: è il clone STanDaRD di riferimento, l’estensione del colore è totale al pari dei nuovi cloni SPUR. La qualità gustativa delle STanDaR è superiore alle SPUR.
coop 39 crimson crisp®: matura qualche giorno prima di golden.Colore rosso molto intenso e luminoso, la polpa è fine, succosa e piacevolmente croccante. il sapore di tipologia equilibrata è buono. La pianta ha un contenuto fabbisogno di diradamento dovuto alla caratteristica di allegare soltanto pochi frutti per corimbo.
gruppo golden delicius
dalinette*: epoca di maturazione Fuji, si è distinta per le pregevoli caratteristiche qualitative. il colore rosso intenso interessa il 70-80% della buccia. La polpa è soda, croccante e succosa. il sapore di tipologia acidula è molto buono e, dopo conservazione aromatico.
il clone di riferimento rimane golden clone B, da riservare negli areali altimetricamente più vocati.
Tra le nuove cultivar in sperimentazione estesa si segnala golden parsi da rosa® caratterizzata da scarsa rugginosità e con buccia che vira bene sul giallo tipo goden B.
gruppo Fuji il gruppo è caratte-
renetta grigia di torriana: varietà autoctona diffusa nel comprensorio di origine come prodotto di nicchia. Frutto con buccia completamente rugginosa, eccellenti le caratteristiche organolettiche con intensa componente aromatica ed elevata serbevolezza anche in fruttaio.
rizzato da un limite agronomico dato dall’alternanza di produzione che incide negativamente sulla larga diffusione in coltura. i cloni principali sono: Fubrax Kiku®: ha sostituito in lista Brak kiku 8 per una maggiore estensione del sovraccolore, mantenendo un’elevata intensità di striatura. Aztec Zhen®: ampiamente diffuso in regione, ha confermato una colorazione rosso/violacea molto intensa, brillante ed estesa.
nuove tipologie vArietAli appartengono a questo gruppo cultivar di varia origine genetica con caratteristiche pomologiche e agronomiche molto differenti potenzialmente interessanti.
Ambrosia*: matura una settimana dopo golden Delicius, ha elevato tenore zuccherino, bassa acidità, con polpa croccante e succosa, frutto bicolore con sfumature rosa - rossastre sul 50-60% della buccia. Frutto di pezzatura medio - grossa per areali climaticamente vocati con bassa umidità. Bibliografia: CReSO - Frutticoltura sostenibile in Piemonte - linee tecniche 2014, 8-9-10-11-12-13-14.
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FaLSO maDe in iTaLY|ATTUALITÀ
Crisi:
COlDiretti IL FALSO
PARMIGIANO sorpassa il vero nel 2014 Da Parmesao a Reggianito, da Parmesan a Grana Pampeana ma c’è anche il kit fai da te a produzione di falsi Parmigiano Reggiano e grana Padano nel mondo ha sorpassato per la prima volta quella degli originali nel 2014, provocando addirittura il calo del valore delle esportazioni, in controtendenza al fatto segnare all’estero dall’agroalimentare Made in Italy ma anche ai positivi risultati registrati da altri formaggi, dal pecorino al gorgonzola. Sotto accusa - sottolinea la Coldiretti - la moltiplicazione selvaggia delle imitazioni in tutti i continenti che sono state smascherate e messe alla gogna con la prima operazione verità realizzata a tre anni dal sisma che ha colpito duramente il sistema produttivo del formaggio italiano piu’ noto al mondo.a supporto dell’iniziativa è stato lanciato su Twitter l’ #hashtag #Parmigiamo. nel 2014 la produzione delle imitazioni del Parmigiano e del grana ha superato i 300 milioni di chili realizzati per poco meno della metà negli Stati Uniti, dal falso parmigiano vegano a quello prodotto dalla Comunità amish, dal parmesan vincitore addirittura del titolo di miglior formaggio negli Usa al kit che promette di ottenerlo in casa in appena 2 mesi, ma
l
anche quello in cirillico che si è iniziato a produrre in Russia dopo l’embargo, il parmesao brasiliano, il reggianito argentino e il parmesan perfect italiano ma prodotto in australia. e sono solo alcuni degli esempi di falsificazioni portate in piazza che - denuncia la Coldiretti - tolgono spazio di mercato al prodotto originale. Se gli Stati Uniti sono i “leader” della falsificazione con le produzioni in Wisconsin, California e new York, le imitazioni sono molte diffuse dall’australia al Sud america ma anche nei Paesi emergenti, mentre sul mercato europeo ed in italia sono arrivati i cosiddetti similgrana di bassa qualità spesso venduti con nomi di fantasia che ingannano i consumatori sulla reale origine che è prevalentemente di Repubblica Ceca, Ungheria,
Polonia, estonia e Lettonia. Una concorrenza sleale nei confronti degli autentici Parmigiano reggiano e grana Padano che devono essere ottenuti nel rispetto di rigidi disciplinari di produzione. in questo contesto - continua la Coldiretti - è particolarmente significativo il piano per l’export annunciato dal governo che prevede per la prima volta azioni di contrasto all'italian sounding che trova nel Parmigiano Reggiano e nel grana Padano la maggiore espressione a livello internazionale, tra tutti i prodotti agroalimentari Made in Italy. Occorre però anche cogliere l’occasione della trattativa sull’accordo di libero scambio tra Unione europea e Stati Uniti,Tansatlantic Trade and investment Partnership (Ttip) che - sostiene la Coldiretti - è un appuntamento determinante anche per tutelare le produzioni agro-alimentari italiane dalla contraffazione alimentare e del cosiddetto fenomeno dell’Italian sounding molto diffuso in Usa che rappresenta il primo mercato di falsificazione del Parmigiano e del grana. a questa realtà - conclude la Coldiretti - se ne aggiunge però una ancora più insidiosa: quella dell’italian sounding di matrice italiana, che importa dai paesi più svariati la trasforma e ne ricava prodotti che successivamente vende come italiani senza lasciare traccia attraverso un meccanismo di dumping che danneggia e incrina il vero Made in Italy’, perché non esiste ancora per tutti gli alimenti l‘obbligo di indicare la provenienza in etichetta.
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ATTUALITÀ|FaLSO maDe in iTaLY
CRISI: record storico spumante all’estero (+20%), sorpassa champagne arriva prosecco made
in Crimea, ma la lotta non ferma i falsi
A pesare è il fatto che con il successo crescono le imitazioni in sfregio alle norme di tutela delle denominazioni con nomi che richiamano il Made in Italy on un balzo del 20% nelle bottiglie spedite all’estero lo spumante italiano sorpassa lo champagne e conquista le tavole nel mondo con un record storico. É quanto emerge da una analisi della Coldiretti che evidenzia un ulteriore segnale di uscita dell’italia dalla crisi, sulla base dei dati istat sul commercio estero nel 2014. all’estero non sono mai state richiestecosi tante bollicine italiane e - sottolinea la Coldiretti - il 2014 si è chiuso con la spedizione oltre frontiera di più di 320 milioni di bottiglie di spumante italiano, il record di sempre. Si è dunque invertita la situazione e nel mondo - precisa la Coldiretti - si è bevuto più spumante italiano che champagne le cui esportazioni si sono fermate a 307 milioni di bottiglie con un debole aumento dello 0,7%. Curioso è peraltro il fatto che nel 2014 sono state esportate in Francia ben 9,8 milioni di bottiglie di spumante Made in Italy mentre al contrario da Oltralpe sono arrivate in italia solo 5,8 milioni di bottiglie di champagne. Un risultato, importante in vista dell’expo poichè dall'inizio della crisi nel 2007 le bottiglie di spumante italiano spedite all’estero continua la Coldiretti - sono quasi raddoppiate con un aumento della presenza in Paesi tradizionali ma anche con la conquista di nuovi mercati come la Cina. nella classifica delle bollicine italiane preferite nel mondo ci sono nell’ordine il Prosecco, l’asti il Franciacorta. Da segnalare - precisa la Coldiretti - i risultati ottenuti sui nuovi mercati come la crescita record nelle esportazioni in Cina dove le bottiglie di bollicine Made in Italy consumate nel 2014 sono quasi raddoppiate (+90%) rispetto allo scorso anno. Un vero e proprio boom di vendite nello stesso periodo si registra nel Regno Unito (+45% in quantità) che - continua la Coldiretti - scavalca gli Stati Uniti per consumi (+14%) e diventa il primo mercato di riferimento per le bollicine tricolori mentre la germania scende al terzo posto con le esportazioni che restano praticamente stabili. a pesare è il fatto che con il successo - sottolinea la Coldiretti - crescono le imitazioni addirittura in Crimea dove nonostante la guerra si è iniziato a produrre falso Prosecco che in sfregio alle norme di tutela delle denominazioni viene venduto nelle grandi catene di supermercati dell’est europa. ma in commercio - continua la Coldiretti ci sono anche bottiglie di Kressecco e di meer-Secco prodotte in germania che richiamano palesemente al nostrano Prosecco. il risultato dello spumante italiano all’estero traina - sostiene la Coldiretti - l’intero comparto del vino che si classifica come la principale
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mAFiA: coldiretti, 5milA ristorAnti in mAni criminAlitA’
voce dell’export agroalimentare nazionale con oltre la metà delle bottiglie prodotte in italia consumate all’estero dove si realizza un fatturato record di oltre 5 miliardi. a preoccupare quest’anno - conclude la Coldiretti - il crollo della produzione nazionale a causa del maltempo che ha tagliato del 15% i raccolti con la vendemmia 2014 che si classifica come la più scarsa dal 1950 con 41 milioni di ettolitri.
il Boom dello spumAnte mAde in itAlY All’estero
+90% +45% stati uniti: +14% totAle +20% cina:
gran Bretagna:
Fonte: elaborazioni coldiretti su dati istat in quantità relativi ai primi 11 mesi del 2014
Sono almeno 5.000 i locali della ristorazione nelle mani della mafia and company nel nostro Paese che approfitta della crisi economica per penetrare in modo sempre più massiccio e capillare nell’economia legale. e’ quanto rileva la Coldiretti in relazione al blitz dell'antimafia in zona Pantheon a Roma che ha portato al sequestro di due ristoranti gestiti dalla ‘ndrangheta a conferma del fatto che quello della ristorazione per le organizzazioni criminali è uno dei settori maggiormente appetibili. Dai campi alla tavola le agromafie - sottolinea la Coldiretti - fatturano in italia un importo di 15,4 miliardi in crescita del 10 per cento in un anno perché si tratta di attività appetibili anche in tempi di crisi perché del cibo si ha comunque bisogno e perché consentono di infiltrarsi nel cuore della società. La criminalità organizzata in alcuni casi possiede addirittura franchising, forti dei capitali assicurati dai traffici illeciti collaterali. attività che aprono in breve tempo decine di filiali in diversi paesi del mondo come è emerso dal terzo Rapporto agromafie elaborato da Coldiretti, eurispes, e
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FaLSO maDe in iTaLY|ATTUALITÀ Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare. Vi sono attività “pulite” che si affiancano a quelle “sporche”, avvalendosi degli introiti delle seconde, assicurandosi così la possibilità di sopravvivere anche agli incerti del mercato ed alle congiunture economiche sfavorevoli, ma anche di contare su un vantaggio rispetto alla concorrenza, la disponibilità di liquidità, e di espandere gli affari. acquisendo e gestendo direttamente o indirettamente gli esercizi ristorativi le organizzazioni criminali hanno anche la possibilità di rispondere facilmente ad una delle necessità più pressanti: riciclare il denaro frutto delle attività illecite. e se Cosa nostra manifesta un particolare interesse nei confronti dell’acquisizione e della costituzione di aziende agricole, ma anche della grande distribuzione alimentare (centri commerciali e supermercati) e la Camorra mira a tutto il settore agroalimentare ed alla ristorazione in modo specifico, la ’ndrangheta, per infiltrarsi nel comparto agroalimentare, sfrutta in particolar modo le connivenze all’interno della Pubblica amministrazione. Le attività ristorative – osserva la Coldiretti - sono dunque molto spesso tra gli schermi “legali” dietro i quali si cela un’espansione mafiosa sempre più aggressiva e sempre più integrata nell’economia regolare. La politica imprenditoriale della mafia moderna si caratterizza per una vocazione colonizzatrice ed una struttura tentacolare, di crescente complessità. grazie ad una collaudata politica della mimetizzazione, le organizzazioni riescono a tutelare i patrimoni finanziari accumulati con le attività illecite. Si muovono ormai come articolate holding finanziarie, all’interno delle quali gli esercizi ristorativi rappresentano efficienti coperture, con una facciata di legalità dietro la quale è difficile risalire ai veri proprietari ed all’origine dei capitali. Le operazioni delle Forze dell’ordine – conclude la Coldiretti - indicano con chiarezza gli interessi di tutte le organizzazioni criminali nel settore agroalimentare, ma anche in modo specifico nella ristorazione nelle sue diverse forme, dai franchising ai locali esclusivi, da bar e trattorie ai ristoranti di lusso e aperibar alla moda.
COnsumi: COlDiretti
STRANIERI 2 VASI DI MIELE SU 3,
E’ INVASIONE RECORD Mai cosi tanto miele dall’estero in Italia. Proviene soprattutto da Ungheria e Cina uasi due barattoli di miele su tre in vendita in italia sono stati in realtà prodotti all’estero per effetto delle importazioni record che hanno raggiunto la quantità di 21,2 milioni di chili nel 2014, con un aumento del 15% rispetto all’anno precedente. e’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati istat dalla quale si evidenzia una crescente invasione con gli arrivi che nel 2014 provengono principalmente dall’Ungheria con 7.6 milioni di chili, seguita dalla Cina con 2,6 milioni di chili e poi dalla Romania con 1.8 chili e dalla Spagna con 1,6 milioni di chili.La produzione in italia nel 2014 - sottolinea la Coldiretti - è risultata in forte contrazione, si stima tra gli 11 e i 13 milioni di chilogrammi, con una riduzione attorno al 50% a causa del cattivo andamento climatico durante alcune delle fioriture più importanti, quali acacia, agrumi e castagno. in particolare le temperature sotto le medie stagionali, le piogge abbondanti e i forti venti hanno ostacolato fortemente - continua la Coldiretti - l’attività di raccolta del nettare da parte delle api. Preoccupanti anche gli effetti le avversità parassitarie che - precisa la Coldiretti - hanno colpito
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le famiglie di api nel corso del 2014, oltre alla ormai ubiquitaria Varroa destructor, i focolai di aethina tumida e i ritrovamenti di Vespa velutina, hanno determinato danni e gravi ostacoli all’operatività degli apicoltori delle zone interessate. Un pericolo per l’italia perché come diceva albert einstein:“Se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”. Con il crollo della produzione nazionale aumenta il rischio di portare in tavola prodotti spacciati per Made in Italy, ma provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità e per questo - consiglia la Coldiretti - occorre verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna amica. il miele prodotto sul territorio nazionale dove non sono ammesse coltivazioni Ogm a differenza di quanto avviene ad esempio in Cina e in Romania è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria fortemente sostenuta dalla Coldiretti. Per acquistare miele italiano è bene verificare sempre l’etichettatura. La parola italia deve essere obbligatoriamente presente sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’Unione europea, l’etichetta - conclude la Coldiretti - deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della Ce”; se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della Ce”, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della Ce”. L’apicoltura italiana - conclude la Coldiretti - conta 75mila apicoltori, con 1,1 milioni di alveari e un giro d’affari stimato di 70 milioni di euro. Per non parlare del servizio di impollinazione reso all’agricoltura, valutato da 3,5 a 3 miliardi di euro.
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ATTUALITÀ|DOnne e giOVani imPReSa
giornata della Donna Occasione per far crescere la progettualità economica e sociale dell’organizzazione
Celebrato l’incontro a Cascina Galeazzo e imprenditrici di Coldiretti Donne impresa alessandria si sono ritrovate giovedì scorso nell’azienda della responsabile regionale e provinciale del movimento, graziella Boveri, per un momento di confronto e aggregazione ma anche per celebrare la giornata dedicata alla donna che si festeggia l’8 marzo. e’ stata l’occasione per fare il punto sulle ultime iniziative messe in campo da Coldiretti volte a fare crescere la progettualità economica e sociale dell’Organizzazione e formare nuove leve in un’ottica di condivisione di intenti per far crescere il territorio e creare nuove strategie.
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formazione Giovani Impresa Continuano gli appuntamenti con la dott.ssa Barbiero rivolti al Comitato Provinciale dei giovani imprenditori
Due giornate per “gestire i conflitti” viluppare la capacità di identificare le cause che sono alla base dei conflitti in ambito lavorativo e familiarizzare con alcune tecniche per gestirli in modo efficace: sono stati questi gli argomenti sui quali ha “lavorato” il Comitato Provinciale giovani impresa alessandria durante le due giornate di formazione che si sono svolte lo scorso 13 febbraio e 16 marzo. Le lezioni, tenute dalla dott.ssa Stefania Barbiero, si sono svolte nella sede provinciale Coldiretti ed hanno visto il gruppo dei giovani imprenditori interagire e confrontarsi per rispondere in maniera costruttiva alle esigenze della “nuova agricoltura”.
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Il nostro campo è: • RImozIone e smaltImento amIanto • CopeRtuRe CIvIlI IndustRIalI e agRICole • RIstRuttuRazIonI edIlI • eneRgIe RInnovabIlI
In collaborazione con
ASB Coperture SoCietà CooperAtivA viA MArtino SpAnzotto 5 - 15033 CASAle MonferrAto (Al) tel. 0142.540268 - Cell. 340.6300608 26 AGRICOLTURA A.|N°3 • mARzO 2015
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FOTOVOLTaiCO - BanDi|ATTUALITÀ
FOTOVOLTAICO eneRgie RinnOVaBiLi
BANDO Di aiUTO aLL'aPiCOLTURa
Adeguamento Sistemi Energetici da Fonti Rinnovabili – entro aprile 2015
Regolamento Ce 1234: domande
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li impianti fotovoltaici di taglia superiore a 6 kWp incentivati in conto energia entro aprile 2015 dovranno essere adeguati alla delibera aeeg 243/13 pena il blocco degli incentivi. L’adeguamento riguarda gli impianti di potenza superiore a 6 kw già connessi alla rete di bassa tensione ed entrati in esercizio alla data del 31 marzo 2012 nonché degli impianti di potenza fino a 50 kw già connessi alla rete di media tensione ed entrati in esercizio alla medesima data. i produttori devono adeguare alle prescrizioni entro il 30 aprile 2015 gli impianti di produzione di energia elettrica di potenza superiore a 6kW e fino a 20kW già connessi alla rete di bassa tensione ed entrati in esercizio alla data del 31 marzo 2012. in particolare, i predetti impianti dovranno rimanere connessi alla rete almeno all’interno dell’intervallo di frequenza 49 Hz - 51 Hz. Ciascuna impresa distributrice provvede tempestivamente a dare informazione in merito a quanto previsto dal presente provvedimento tramite il proprio sito internet e dei portali qualora disponibili; provvede a trasmettere apposita comunicazione, anche tramite strumenti elettronici, a ciascun produttore coinvolto dal presente provvedimento e connesso alla propria rete avvalendosi del gse, sulla base di accordi tra le parti, nel caso di impianti ammessi a ritiro dedicato, scambio sul posto o a diversi strumenti incentivanti; provvede a rendere disponibili ai medesimi produttori il regolamento di esercizio aggiornato ai sensi del presente provvedimento. il produttore è tenuto a sottoscrivere il nuovo regolamento di esercizio trasmesso dall’impresa distributrice e ad inoltrarlo all’impresa distributrice allegando una dichiarazione sostitutiva di atto notorio redatta da un responsabile tecnico di impresa installatrice abilitata o da u professionista iscritto all’albo professionale attestante che l’impianto è in grado di rimanere connesso alla rete all’interno dell’intervallo di frequenza 49Hz - 51 Hz. Le imprese distributrici possono prevedere che la gestione dell’aggiornamento del regolamento d’esercizio e dell’invio della dichiarazione sostitutiva avvenga tramite il portale informatico dando opportuna comunicazione delle modalità applicative per il tramite del portale informatico.
di contributo per acquisto
arnie entro il 3 aprile
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a provincia di alessandria ha aperto un bando di aiuto all’apicoltura (Reg Ce 1234/2007). Finalità: acquisto arnie con fondo antivarroa. Beneficiari: Produttori apistici singoli o associati iscritti alla Camera di Commercio e in possesso di partita iva per attività apistica e del Codice identificativo degli alveari. Per poter accedere ai benefici i produttori devono condurre almeno 52 alveari, rilevati dall’ultimo censimento apistico, ed essere in regola con la denuncia annuale. domande: Le domande devono essere presentate entro il termine del 3 aprile 2015 alla Provincia di alessandria, in via guasco 1, 15121 alessandria, utilizzando il modello predisposto da agea con codice a barre, scaricabile dal sito Sian, completato con il modello provinciale (scarica modello provinciale) contenente le dichiarazioni utili per l’assegnazione del punteggio ai fini della graduatoria, e con la documentazione richiesta nel bando. ai fini del rendiconto dovrà essere presentata copia delle fatture quietanzate con l’indicazione “finanziato ai sensi del Reg.Ce 1234/2007”. il pagamento degli acquisti dovrà essere effettuato esclusivamente con assegno o bonifico non essendo ammesso il pagamento in contanti. Per poter accedere al contributo è necessario acquistare un numero minimo di arnie pari a 20 e un numero massimo pari a 40 arnie, corrispondente a una spesa minima ammissibile di €1.600,00 o una spesa massima ammissibile di €3.200,00 per ogni domanda, considerando una spesa ammessa, per singola arnia, pari ad €80,00 (oneri fiscali esclusi). il contributo è pari al 60% della spesa ammessa. priorità: Le domande saranno istruite ed ammesse a finanziamento secondo una graduatoria che verrà stabilita seguendo le priorità di seguito elencate: a) agli imprenditori agricoli professionali e a parità di condizioni, giovani che abbiano compiuto 18 anni e che non abbiano ancora compiuto 40 anni al momento della presentazione della domanda (per le società vale, a questo fine, la maggioranza dei soci); b) agli apicoltori che nell’ultima denuncia annuale di possesso alveari abbiano indicato il maggior num di arnie, individuati col seguente punteggio: da 52 a 100 arnie - 1 punti da 101 a 150 arnie - 2 punti da 151 a 200 arnie - 3 punti da 201 a 300 arnie - 4 punti da 301 a 400 arnie - 5 punti + di 400 arnie - 6 punti c) all’apicoltura biologica (Reg. Ce 2092/91); d) ad aziende che nel 2014 abbiano denunciato alle autorità competenti danni da avvelenamento. Per informazioni compilazione delle domande contattare l’ufficio di Alessandria al 0131-250368
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ATTUALITÀ|TERRAnOSTRA/CAmPAGnA AmICA
fIGure ProfessIoNalI e sPeCIalIzzate Per assIstere I baMbINI sINo aI tre aNNI
Progetto agritata: concluso il terzo corso di formazione iamo soddisfatti per questo terzo corso di formazione, in collaborazione con l’associazione Domus del Trentino, che si è appena concluso con gli esami di idoneità, il cui risultato ha portato ad avere 11 nuove AgriTATE idonee per offrire l’assistenza alla prima infanzia, in ambito domiciliare e rurale. Grazie al supporto gestionale della Cooperativa Linfa Solidale, le neo abilitate sono già operative ad ospitare i bambini presso la propria azienda agricola, luogo tipicamente adatto alla socializzazione e alla scoperta della natura”, ha commentato Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte. Da settembre scorso, infatti, era in atto il corso, dal titolo “Tecniche di assistenza alla prima infanzia in ambito domiciliare e rurale - AgriTATA”, della durata di 400 ore, aperto a tutte le donne che vivono in azienda agricola. Il progetto, ideato da Coldiretti Piemonte ed avviato nell’ambito di una sperimentazione triennale dalla nostra Regione, in collaborazione con gli assessorati alle Politiche Sociali, all’Agricoltura e alla Formazione Lavoro, ha l’obiettivo di formare, attraverso un piano di studi, che prevede 260 ore di teoria e 140 di stage, le candidate, provenienti dal territorio piemontese, al fine di acquisire le conoscenze pedagogiche per poter accogliere presso le proprie abitazioni i bambini dai 3 mesi ai 3 anni. Le AgriTATE, figure professionali formate e specializzate, fanno sì che in ambiente rurale ed agricolo i piccoli possano scoprire la natura, imparare la stagionalità dei prodotti e conoscere le eccellenze della nostra agricoltura. Questo progetto ha riscosso un grande successo e, ad oggi, sono state formate già una quarantina di AgriTATE che operano nella varie province del Piemonte, in particolare tra Torino, Asti e Cuneo, rispondendo ad una richiesta di assistenza all’infanzia molto sentita in regione: se si pensa che su 1200 Comuni in Piemonte circa 900 non hanno un servizio per la prima infanzia il progetto si inserisce in un più ampio percorso di Coldiretti, come forza sociale, che spazia dall’agricoltura sociale pura ai servizi d’innovazione sui territori. AgriTATA, nello specifico, va incontro alle famiglie garantendo la personalizzazione e la flessibilità dell’orario, oltre ad offrire un’opportunità di integrazione al reddito per le imprese agricole e di conciliazione lavoro-famiglia per le donne.
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raPPorto dIretto CoN I CIttadINI
Nasce l’albo
dei consumatori di CaMPaGNa
aMICa
albo dei consumatori è un grande database che raccoglie i dati di tutti i clienti in modo da poter offrire loro sempre maggiore informazioni e sempre più servizi, con l’ambizione di diventare per loro un punto di riferimento per il consumo consapevole a filiera corta. La rete di Campagna Amica è una realtà consolidata e si è guadagnata sul campo la fiducia dei consumatori e l’Albo dei Consumatori vuole condividere attraverso una informazione diretta il grande patrimonio di informazioni, notizie, eventi e curiosità che ogni giorno arrivano dalla rete di Campagna Amica sia a livello nazionale sia a livello locale. Il form verrà veicolato nei nostri mercati, durante gli eventi e sarà disponibile on-line sul sito: L’impegno di Campagna Amica è quello di offrire prodotti non standardizzati e anonimi, ma l’espressione del Made in Italy, fatto di tradizioni, territori e tanta passione per la terra e l’obiettivo dell’Albo consumatori è quello di raccontare a ciascuno di loro con orgoglio il lavoro contadino.
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Lo slogan? “Sani, giusti e sostenibili”, presente su un volantino che reca sul retro un agile modulo dove è possibile inserire i dati essenziali del consumatore. Prodotti sani perché sono buoni, freschi e di stagione, no Ogm; giusti perché rispettano la tradizione, la biodiversità, la cultura contadina; sostenibili perché fanno parte di un sistema produttivo che rispetta l’ambiente. In questo modo, chi riempirà il modello potrà essere sempre informato delle iniziative e degli eventi promossi dall’Organizzazione.
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[pagine a cura di Luisa Bo]
TeRRanOSTRa/CamPagna amiCa|ATTUALITÀ
AnnA riverA docente di erBe spontAnee
Attività in streAming
ovada, 20 mila euro per il progetto alla “pertini” coldiretti partner dell’iniziativa a promozione della cultura tecnico-scientifica nelle scuole attraverso il coinvolgimento del territorio, del mondo della ricerca e della produzione agricola, tramite un migliore utilizzo dei laboratori scientifici e degli strumenti multimediali, è stato la chiave del progetto che ha portato l’istituto comprensivo “Sandro Pertini” di Ovada ha ottenere il riconoscimento e il finanziamento, nel corso del corrente anno scolastico. il progetto vedrà così coinvolti in una sorta di collaborazione verticale l’istituto agrario Barletti e Liceo Scientifico Pascal, le quinte della scuola Primaria e le terze della scuola secondaria “Pertini”, La Coldiretti, l’enoteca di Ovada e la Tenuta Cannona, con attività in classe ed in azienda. il raccordo tra le attività tecnico-scientifiche e le realtà produttive presenti sul territorio, attraverso il collegamento in rete tra le aziende, i laboratori scientifici e le scuole sulla produzione agricola e il tema delle biotecnologie è senz’altro un’innovazione per il mondo scolastico ma, il comprensorio Ovadese non è nuovo ad attività e ad azioni di rete con Coldiretti, per il quale se ne devono attribuire principalmente i meriti alla Dirigente scolastica Patrizia grillo ed alle referenti del progetto prof.ssa Caneva Sabrina e Prof.ssa enrica Primo. La Coldiretti partner da sempre e attivo collaboratore, attraverso il progetto fattorie didattiche si integra nel percorso progettuale attraverso laboratori in classe, in vigneto e cantina dove Cascina La maddalena di Roccagrimalda, ne è protagonista e “teatro” di registrazione per le attività in streaming. Piccole telecamere accompagneranno il risveglio del vigneto e le attività di cantina sino alla vinificazione per far scoprire nel tempo l’evolversi della natura e delle fatiche di anna Poggio, la titolare “vigneronne” di Cascina maddalena.alla Conferenza stampa di presentazione del progetto tenutosi ad Ovada lo scorso 11 marzo hanno partecipato tra gli altri anche il preside dell’istituto superiore Felice arlotta e il Presidente Provinciale Roberto Paravidino che ha sottolineato la fattiva collaborazione a questa iniziativa che testimonia ancora una volta quanto sia importante per Coldiretti coinvolgere i futuri consumatori.
l Agriturismo lo casale di anna Rivera arquata Scrivia - Strada per Pratolungo 59 Tel. 0143-635654 oppure 388-0413947
due giornate in cucina con le piante spontanee commestibili uso delle piante selvatiche in cucina è sicuramente molto antico, quello che un tempo era necessità, oggi può rivivere offrendo moltissimo: il piacere di stare a contatto con la natura, un rapporto più sostenibile con l’ambiente e sapori buoni, tutti da riscoprire. Oggi il ritmo delle stagioni è poco evidente, l’offerta al banco delle verdure è quasi uguale tutto l’anno; quale miglior insegnamento trarre dalla natura che usare piante che crescono spontaneamente nel momento in cui temperatura e umidità sono ideali? L’agriturismo “Lo Casale” si trova dove comincia l’appennino che divide Piemonte e Liguria, una zona marginale per l’agricoltura intensiva, ma, per questo, in gran parte incontaminata, dove la ricchezza delle varietà vegetali si conserva naturalmente. anche quest’anno inipa e Terranostra organizzano 2 incontri in cucina con le piante spontanee il 13 aprile e il 18 maggio, le ricette saranno sempre legate alla tradizione locale con qualche sconfinamento in Liguria, l’altro lato dell’appennino.
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La RiCeTTa DeL meSe ingredienti: • Spalla e 1 coscia di capretto • 2 bicchieri di Barbera del Monferrato • 1 bicchiere di olio di oliva • 50gr di lardo • 3 spicchi di aglio • Rametti di rosmarino • 1 ciuffo di prezzemolo • 6 belle patate a pasta gialla
Saranno tutte nuove e tratte dal libro dell’erborista annamaria Rivera docente oltre che scrittrice. nella data di aprile si tratteranno: tarassaco, radicchio, ortica, silene, luppolo, polmonaria, spinacio selvatico, aglietto, papavero, favagello, rucola, finocchietto, valerianella, nepitella, grespino... nella data di maggio ci si occuperà dell’uso dei fiori: trifoglio, acacia, rosa di macchia, salvia dei prati, barbarea, ginestra, sambuco, borragine, crescione, malva, alliaria, acetosa, meliloto, tarassaco... La giornata seguirà, come sempre, questo programma :la mattina in cucina con le piante, già raccolte, ma crude in modo che siano riconoscibili, per il menu della giornata; a pranzo assaggeremo i piatti cucinati; nel pomeriggio attività in campo, nei prati, negli incolti e al limitare del bosco, per catalogare le diverse specie botaniche e scoprire quali sono gli habitat preferiti. Il corso è gratuito, se interessati chiamare Inipa 0131-235891 e ricordarsi di indossare scarponcini comodi senza dimenticare la macchina fotografica.
Secondo
capretto in doppia cottura
preparazione: Spezzare in 4 parti la coscia e in due la spalla. Porre i pezzi in una teglia con il vino e mettere nel forno preriscaldato a 180 °C per 15-20 minuti. al termine togliere il capretto e passarlo in una casseruola. Far cuocere sul fornello a fuoco allegro, con l’olio d’oliva e le patate tagliate a spicchi grandi. incoperchiate e controllare la cottura aggiungendo eventualmente un po’ d’acqua. Quando il capretto sarà quasi cotto, cioè dopo 25-30 minuti unire un battuto di lardo, aglio, rosmarino e prezzemolo. Far andare a casseruola scoperta e dopo 10 minuti aggiustare di sale. Spegnere il fuoco e servire. La doppia cottura impedirà al capretto di restringersi troppo e lo renderà più morbido e saporito.
il maggiociondolo di Don Luciano Maggiolo - Fr. Dova Superiore - 15060 Cabella Ligure (aL) Tel.0143-919959 - www.maggiociondolo.it
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[pagina a cura di marino Ravera]
EPACA|nOViTà PReViDenziaLi
DOmAnDe Di DISOCCUPAZIONE AGRICOLA S C A D E N z A
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l Patronato ePaCa ricorda che il termine per inoltrare domanda di indennità di disoccupazione agricola scade il 31 marzo 2015, invitando tutti i lavoratori agricoli a presentarsi presso i propri uffici ed usufruire così del nostro servizio gratuito di compilazione ed invio telematico della domanda all’inps. Per quanto riguarda le condizioni per il diritto, si riportano di seguito alcune notizie utili.
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A cHi spettA operai a tempo determinato; piccoli coloni; compartecipanti familiari; piccoli coltivatori diretti che integrano fino a 51 le giornate di iscrizione negli elenchi nominativi mediante versamenti volontari; operai agricoli a tempo indeterminato che lavorano per parte dell’anno.
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A cHi non spettA ai lavoratori extracomunitari con permesso di soggiorno per lavoro stagionale; ai lavoratori che presentino la domanda oltre il termine previsto; ai lavoratori iscritti in una delle gestioni autonome o nella gestione Separata per l’intero anno, ovvero per parte dell’anno, ma il numero delle giornate lavorative rientranti nel periodo di iscrizione è superiore a quelle di attività lavorativa dipendente; ai lavoratori già titolari di pensione diretta alla data del 1° gennaio dell’anno di competenza della prestazione. nel caso di pensionamento in corso d’anno, il numero delle giornate indennizzate per disoccupazione agricola viene riproporzionato rispetto al numero di mesi antecedenti la decorrenza della pensione; ai lavoratori che si dimettono volontariamente, fanno eccezione: - le lavoratrici madri che si dimettono nel corso del periodo di puerperio (o lavoratori padri); - coloro che si dimettono per giusta causa.
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essere perfezionato mediante il cumulo con la contribuzione relativa ad attività dipendente non agricola purché l’attività agricola sia prevalente nell’anno o nel biennio di riferimento). Possono essere utilizzati, per raggiungere i 102 contributi, anche quelli figurativi relativi a periodi di maternità obbligatoria e congedo parentale, compresi nel biennio utile.
FEDERPENSIONATI
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QuAndo spettA L’indennità di disoccupazione spetta ai lavoratori agricoli che abbiano: iscrizione negli elenchi nominativi dei lavoratori agricoli dipendenti a tempo determinato, per l'anno cui si riferisce la domanda o un rapporto di lavoro agricolo a tempo indeterminato per parte dell'anno di competenza della prestazione; almeno due anni di anzianità nell’assicurazione contro la disoccupazione involontaria (mediante l’iscrizione negli elenchi agricoli per almeno due anni o in alternativa con l’iscrizione negli elenchi per l’anno di competenza della prestazione e l’accreditamento di un contributo contro la disoccupazione involontaria per attività dipendente non agricola precedente al biennio di riferimento della prestazione); almeno 102 contributi giornalieri nel biennio costituito dall’anno cui si riferisce l’indennità e dall’anno precedente (tale requisito può
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A cHi spettA Per ottenere l’indennità, il lavoratore agricolo in possesso dei requisiti deve presentare la domanda telematicamente o accedendo direttamente al sito inps con proprie credenziali preventivamente rilasciate dall’istituto, oppure come detto in premessa, avvalersi dei servizi ePaCa quale soggetto abilitato alla presentazione per conto dei lavoratori.
Sulla riforma delle pensioni SERVE FARE CHIAREZZA ulle pensioni serve fare chiarezza. ad affermarlo è la Federpensionati Coldiretti dopo i recenti annunci circa l’arrivo di nuove modifiche alla legge in materia. in un tema così delicato per la vita dei cittadini anziani, sottolinea l’organizzazione, è oggi quanto mai necessario dare certezze. Federpensionati Coldiretti ha denunciato il crescente disagio sociale che vivono i propri associati e le loro famiglie sulle cui spalle si sono sempre più massicciamente scaricate le disfunzioni dell’intervento pubblico. La difficile situazione economica e sociale del Paese
s
ha avuto ripercussioni molto negative sulla vita dei pensionati delle aree rurali che devono, fra l’altro, far fronte alle crescenti spese della vita quotidiana e all’insufficienza dei servizi pubblici. “Per queste ragioni - sottolinea il Presidente della Federpensionati Coldiretti, antonio mansueto - è necessario non suscitare attese impossibili, ma adottare provvedimenti concreti ed immediati, che siano finalizzati ad alleviare le difficoltà, soprattutto, di quanti vivono con pensioni molto basse, anche al disotto del trattamento minimo”.
EPACA - NOTIZIE IN PILLOLE RIDUZIONE CONTRIBUTI ULTRA65ENNI La legge finanziaria 1998 ha previsto la possibilità, per o pensionati inPS che hanno più di 65anni e sono ancora iscritti come unità attive negli elenchi dei coltivatori diretti, di versare solo la metà dei contributi previdenziali (QUOTa inPS). gli associati che compiono i 65 anni di età nel corso dell’anno 2015 possono chiedere tale riduzione presentandosi agli uffici ePaCa di Coldiretti.
MALATTIE PROFESSIONALI aggiornate le tabelle ministeriali in tre liste: A) La cui origine lavorativa è di elevata probabilità; B) La cui origine lavorativa è di limitata probabilità; c) La cui origine lavorativa è possibile. ecco alcune delle patologie che potrebbero essere ricondotte come professionali: - tunnel carpale, - tendiniti, ernia al disco, - asma bronchiale.
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SCaDenze|ATTUALITÀ
scAdenZA
impostA
Adempimenti
ivA spesometro
Presentazione elenco clienti e fornitori relativi all’anno 2014
Contribuenti IVA mensili
emissione fattura differita per la cessione di beni spediti o consegnati nel mese precedente, la cui consegna risulti da un DDT o da altro documento idoneo a identificare i soggetti fra i quali è effettuata l’operazione.
Soggetti passivi IVA
Liquidazione e versamento dell'iva a debito del mese di marzo 2015.
Contribuenti IVA mensili
ritenute
Versamento delle ritenute alla fonte sui redditi di lavoro dipendente, assimilati, lavoro autonomo e provvigioni corrisposti nel mese precedente
Contribuenti che corrispondono redditi soggetti a ritenute
2015
ivA spesometro
Presentazione elenco clienti e fornitori relativi all’anno 2014
Contribuenti IVA trimestrali
27 Aprile
2015
ivA intrastat
Invio telematico elenchi INTRASTAT riepilogativi delle cessioni ed acquisti e/o prestazioni di servizi intracomunitari relativi al mese di MARZO
Operatori intracomunitari con obbligo mensile
30 Aprile
ivA intrastat
Invio telematico elenchi INTRASTAT riepilogativi delle cessioni ed acquisti e/o prestazioni di servizi intracomunitari relativi al mese di MARZO
Operatori intracomunitari con obbligo trimestrale
10 Aprile
2015
15 Aprile
2015
16 Aprile
2015
ivA
ivA
16 Aprile
2015
20 Aprile
2015
soggetti oBBligAti
[Scadenze a cura di Daniela Colombini]
N°3 • mARzO 2015|AGRICOLTURA A. 31
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ATTUALITÀ|inSeRziOni meRCaTinO
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Auto da cambiare? Approfitta della convenzione Coldiretti-Peugeot! continua anche per tutto il 2015 la convenzione tra coldiretti e la concessionaria grandiauto srl di Alessandria per agevolare l’acquisto di autovetture o veicoli commerciali della gamma Peugeot, nonché sui servizi finanziari e assicurativi Peugeot Finance e sulla manodopera e ricambi per le riparazioni e manutenzioni condizioni di favore esclusivamente riservate agli associati. L’iniziativa rientra nell’ambito della missione della società impresa Verde di soggetto di rappresentanza del comparto agricolo impegnato nella ricerca e concretizzazione di accordi commerciali per la fornitura di servizi e/o l’acquisto di beni a condizioni di particolare favore a vantaggio delle imprese associate e dei propri dipendenti. grandiauto srl si impegna, dunque, a riservare ai soci ed ai dipendenti di Federazione Provinciale Coldiretti di alessandria ed impresa Verde alessandria SRL un trattamento economico di favore nella vendita dei prodotti e dei servizi di seguito indicati: - veicoli commerciali e autovetture della gamma Peugeot; - servizi finanziari e servizi assicurativi Peugeot Finance; - manodopera e ricambi necessari per le riparazioni e manutenzioni. Le condizioni saranno pubblicate nel dettaglio sul prossimo numero di “agricoltura alessandrina”. per ulteriori informazioni contattare coldiretti-impresa verde allo 0131-235891 oppure direttamente la sede grandiauto allo 0131-345931.
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aTTUaLiTà - TeSSeRamenTO - COnSigLieRe eCCLeSiaSTiCO|ATTUALITÀ
Perché è importante associarsi a Coldiretti? Per dimostrare concretamente di appartenere, consolidare e sostenere il percorso di rigenerazione dell’agricoltura che la più grande organizzazione italiana e leader in europa sta portando avanti da ormai diverso tempo. Per essere al fianco di un’ Organizzazione in continua crescita che rappresenta un punto di riferimento per gli imprenditori agricoli del territorio, in grado di dare vigore e sostegno alle aziende. Perché insieme abbiamo creato e stiamo facendo crescere un grande Progetto per difendere e tutelare la filiera tutta agricola e tutta italiana: un grande
impegno per continuare a rafforzare con i cittadini un patto di crescita fondato sulla qualità e sulla sicurezza. Tutto questo senza dimenticare i vecchi e nuovi servizi, indispensabili, che da sempre accompagnano e hanno fatto crescere Coldiretti. insieme ai suoi associati Coldiretti ha realizzato tutto questo ed è diventata una grande forza sociale ed economica, pronta ad affrontare e vincere nuove battaglie. anche nel 2015.
Questa è l’agricoltura di chi ama l’Italia!
A CoLLoquIo Con IL ConSIgLIere eCCLeSIAStICo
sAnA e roBustA costituZione opo don armando matteo col libro “La prima generazione incredula”, arriva a rincarare la dose la dichiarazione dell’arcivescovo di Torino, Cesare nosiglia: “abbiamo perso due generazioni di giovani”. Perse per la Chiesa e per la Fede. Questo grido d’allarme viene da Torino, patria di Don Bosco, nel bicentenario della sua nascita. San giovanni Bosco è un santo moderno che ha dato tutto per i ragazzi e i giovani, soprattutto i più poveri. Ha dato loro un esempio di santità. Un maestro che ha saputo plasmare discepoli e generare santi. Uomini, donne, giovani e adulti, consacrati e laici, vescovi e missionari sono stati “contagiati” dal suo carisma e vissuto il Vangelo secondo il suo stile. É un elenco impressionante: 166 membri salesiani glorificati o candidati alla santità, 9 santi, 117 beati, 12 veneraabili, 28 servi di Dio. Don Bosco ha saputo trascinare questa immensa schiera di santi. noi oggi rimpiangiamo i bei tempi degli oratori pieni e affollati e piangiamo per quelli vuoti di oggi. Da dove possiamo ripartire? Certamente dalla nostra personale santità come genitori, educatori, cristiani. il messaggio più attuale del santo dei giovani è una santità vissuta nella gioia. Sarà possibile costruire un mondo più accogliente e fraterno se anche noi ci sforzeremo di vivere la santità e la gioia dei redenti. Proponiamoci di arrivare alla celebrazione della Pasqua del Signore un pò più determinati nel migliorare i nostri rapporti col Signore e con il nostro prossimo. nella gioia e nella certezza che il Risorto non farà mancare a nessuno una “sana e robusta costituzione...spirituale”. Una Pasqua piena di luce e di grazia per tutti gli amici lettori coldiretti: questo il mio più fraterno augurio. don ivo
D
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ATTUALITÀ|nOViTà-LUTTi
[a cura di Fabio Fracchia]
incentivi Alle imprese per lA reAliZZAZione di interventi in mAteriA di sAlute e sicureZZA sul lAvoro L’INAIL ha aperto un bando per la realizzazione di interventi in materia di sicurezza sul lavoro con l’obiettivo di incentivare le imprese a realizzare progetti per il miglioramento dei livelli di salute e sicurezza sul lavoro. Per “miglioramento dei livelli di salute e sicurezza sul lavoro” si intende il miglioramento documentato delle condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori rispetto alle condizioni preesistenti e riscontrabile con quanto riportato nella valutazione dei rischi aziendali. 1) Destinatari: imprese iscritte alla CCIAA (di tutti i settori produttivi, non solo agricoltura); 2) Risorse disponibili per il Piemonte: circa 19 m€; 3) Ammontare del contributo: 65% delle spese sostenute al netto dell’IVA, con contributo minimo di 5.000 € e massimo di 130.000 €. Ricordo tuttavia che si opera in regime “DE mINImIS” che in agricoltura è limitato a 15.000 €. Questo bando si presta quindi non tanto all’acquisto di trattori costosi, ma piuttosto all’acquisto di attrezzature di spesa massima attorno ai 22.000 € (NdR); 4) Tempi di presentazione domande: ENTRO IL 7 mAGGIO 2015 ORE 18.00; 5) Requisiti dei destinatari: - iscrizione CCIAA; - in regola con il DURC; - non aver chiesto altri contributi pubblici per l’investimento; - non aver ottenuto l’ammissione da altri bandi INAIL; - verifica del de minimis; - Disporre di DVR che indichi come fattore di rischio o causa di infortunio la macchina che si vuole sostituire. Chi non ha DVR dovrà fare una relazione che spieghi le stesse cose; 6) Progetti ammessi: essenzialmente acquisto di macchine, ma anche ristrutturazione degli ambienti di lavoro, sostituzione di eternit (non ammesso il mero smaltimento: ammissibile se rientra in un progetto complessivo volto al miglioramento delle condizioni di salute dei lavoratori, e non è compreso il consolidamento delle strutture del tetto o l’installazione di pannelli FV); installazione o modifica di impianti elettrici, antincendio ecc.; 7) Spese ammesse: tutte quelle direttamente connesse con la realizzazione del progetto, senza le spese per la gestione della pratica; 8) Spese NON ammesse: DPI, veicoli, hardware e software, mobili e arredi, DVR, spese di consulenza per la trasmissione della domanda, manutenzione ordinaria, mero smaltimento di amianto, acquisto di beni usati; 9) Modalità di presentazione domande: il sistema è quello del “click day”, con preventiva produzione e salvataggio della domanda, che presuppone l’accreditamento al sito INAIL; 10) Iter per domande ammesse: per le domande che risulteranno ammesse entro 30gg occorrerà consegnare la copia cartacea firmata, una perizia asseverata ed una serie di altri modelli; 11) Tempo di realizzazione: 12 mesi dalla data di ricezione dell’esito positivo. Per info: sito www.inail.it
Avviso prorogA
pAtentini per l’uso delle trAttrici Agricole Importanti novità per quanto riguarda la revisione delle macchine agricole. In base a quanto uscito in Gazzetta Ufficiale - Decreto milleproroghe - l’entrata in vigore delle modifiche per l’uso delle trattrici non è più il 22 marzo 2015, come comunicato sullo scoro numero di “Agricoltura Alessandrina” (alle pag.25 e 32), bensì il 31 dicembre 2015. Per ulteriori informazioni rivolgersi agli uffici zonali e provinciale di Coldiretti.
34 AGRICOLTURA A.|N°3 • mARzO 2015
Lutti
Dio, fonte di perdono e di salvezza, per l’intercessione della Vergine Maria e di tutti i Santi, concedi ai nostri fratelli e parenti, che sono passati da questo mondo a Te, di godere la gioia perfetta nella patria celeste. Per Cristo nostro Signore. Amen.
✟ 03/07/1935 - 14/02/2015 ✟
✟
Coldiretti Alessandria prende parte al dolore della famiglia Ferretti, per la scomparsa del caro
La Dirigenza e la Struttura della Coldiretti alessandrina, prendono parte al dolore della famiglia Fossati, per la scomparsa del caro
MARIO
ANDREACAv. fOSSATI
Socio di Frugarolo
Padre fondatore della Coldiretti di Alessandria
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