periodico del mondo agricolo di coldiretti alessandria
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s u p p l e m e n to a l n . 1 1 - 2 0 1 7 d i a g r i c o lt u r a a l e s s a n d r i n a Coldiretti Alessandria - Anno 64° numero 10 - 30/11/2017 www.alessandria.coldiretti.it Poste Italiane Spa - Spedizione in a.p. D.L. 353/03 (conv. L. 46/04) art.1 Comma 1, DCB - Alessandria
Prezzo â‚Ź2,00
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colophon - sommario
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QUESTO NUMERO
agricoltura
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- Bando difesa da cimice - Bando reti antigrandine - Glifosato: resta il divieto
H A N N O C O L L A B O R AT O A Q U E S T O N U M E R O Il materiale per la realizzazione dello speciale “Annata Agraria 2017” è stato fornito dall’Area Economica Coldiretti Piemonte
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PROPOSTA OMNIBUS
FOTOGRAFIE
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Crolla il settore uova (-10%)
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Acque sotterranee
periodico del mondo agricolo di coldiretti alessandria
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n°10 - Supplemento Dicembre 2017
QUESTO PERIODICO È ASSOCIATO A UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA
“Annata agraria 2017”
PERIODICO EDITO DA Impresa Verde Alessandria D I R E T T O R E A M M I N I S T R AT I V O Leandro Grazioli DIRETTORE RESPONSABILE Ilaria Lombardi G R A F I C A , I M PA G I N A Z I O N E Christian Boero
Chiuso in redazione il 30 Novembre 2017
Archivio Coldiretti, Christian Boero
REDAZIONE ED AMMINISTRAZIONE Corso Crimea 69 - 15121 Alessandria Tel. 0131 235891 - Fax. 0131 252144
REGISTRAZIONE TRIBUNALE di Alessandria n.69 del 21.1.1953
AGENZIA
P U B B L I C I TA R I A
Via Pylos, 20 - 12038 Savigliano (Cn) Tel. 0172 711279 Cell. 348 7616706 e-mail: info@reclamesavigliano.it
ANNATA 05 SPECIALE AGRARIA 2017
SERVIZI PER LA COMUNICAZIONE Via Michele Coppino, 154 - 10147 Torino Tel. 011-5537240 Fax 011-0867309 www.trepuntozero.eu info@trepuntozero.eu Confederazione Nazionale Coldiretti Federazione Provinciale Coldiretti Alessandria
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- Risicoltura piemontese? - Bene la sentenza Tar per la pasta
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- Prelazione agraria - Valorizzazione grano tenero del territorio alessandrino
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Zone vulnerabili da nitrati
Corso Crimea 69 - 15121 Alessandria
twitter.com/@ColdirettiAL
come prevenie l’inquinamento. le aziende si devono adeguare
L’Unione Europea
UFFICI PROVINCIALI Tel. 0131 235891 - Fax. 0131 252144 alessandria@coldiretti.it www.coldiretti.it/alessandria
il calo è causato da minor disponibilità sul mercato e dall’aumento dei prezzi
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approfondimenti settori
S TA M PA
via libera europarlamento per l’applicazione dal 1° gennaio 2018
lancia un’indagine contro le pratiche commerciali sleali
tutte le novità sui bollettini della regione piemonte
Coldiretti Alessandria
pagati 60 mila 20 PAC: agricoltori e arriva la domanda grafica 2018
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CREDITAGRI ITALIA
SALUTE
un successo il “Workshop al villaggio coldiretti
scheda informativa
“presentati i nuovi servizi finanziari e convenzione Banca ifis”
“a cosa serve la spirometria?
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Fenomeni erosivi assicurare la copertura minima del suolo e prevenire in assenza di sistemazioni idraulico-agrarie
NUMERO DI DICEMBRE le ipotesi di riforma della pac post 2020
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ATTUALITÀ|redazionale
le prime valutazioni: analisi settore per settore
L’annata agraria 2017 Clima pazzo, ne ha risentito la quantità ma non la qualità delle produzioni Made in Italy oldiretti di alessandria in occasione della tradizionale ricorrenza di san martino ha tracciato una prima valutazione di un’annata agraria che può riassumersi “tra luci e ombre”: a farne le spese la quantità delle produzioni, non certamente la qualità. parlare di bilancio è ancora presto ma resta il fatto che il clima sfavorevole di questo 2017 ha influito in maniera negativa sulle produzioni Made in Italy: dalla siccità alla grandine, gli effetti si sono fatti sentire in molti settori. le prime stime indicano, quindi, un’annata non particolarmente abbondante, pur se di buona qualità anche se per avere un quadro definitivo della situazione bisognerà attendere le rilevazioni relative alle rese, che cambiano notevolmente a seconda delle zone. tra prodotti sottopagati e calamità naturali, a cominciare dalla perdurante siccità, sono stimabili in diversi milioni di euro le perdite e i danni per allevatori e agricoltori. in quasi
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tutti i settori agricoli e zootecnici ci si ritrova spesso a produrre sotto i costi di produzione a causa di un mercato distorto che non garantisce una equa remunerazione a tutti gli attori della filiera: che si parli di latte, riso o grano purtroppo le cose non cambiano. le mancate piogge degli ultimi due mesi hanno compromesso gli erbai e i pascoli e tutte le produzioni da campo. perdite che si allargheranno anche nei prossimi mesi. l’intero settore agricolo è tartassato, oltre che dai prodotti sottopagati, da annate da incubo: il clima è impazzito. passiamo da un estremo all’altro, con temperature sempre fuori la media: o troppo alte o troppo basse con le piogge che sono diventate un miraggio. le piante non possono seguire il proprio corso naturale. le perdite sono elevate ed è difficile quantificarle, soprattutto se si aggiungono anche i danni causati dalla fauna selvatica incontrollata. per non parlare poi delle speculazioni che avvengono nel mercato da parte di chi appro-
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fitta delle calamità per sottopagare i prodotti agli agricoltori e portarli alle stelle per il consumatore finale. una cosa è certa, le eventuali precipitazioni che potranno verificarsi da qui a fine anno non potranno salvare un’annata ormai compromessa. il 2017 verrà ricordato come uno degli anni più caldi e siccitosi: il risultato è un’italia a secco poiché siamo di fronte ad un cambiamento strutturale del clima con l’ultima estate che si è classificata come la quarta più siccitosa di sempre con la caduta del 41% in meno di precipitazioni, ma che conquista il posto d’onore per il caldo con una temperatura media superiore di 2,48 gradi alla media.
Roberto Paravidino Presidente
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speciale annata agraria |ATTUALITÀ
Settore cerealicolo n chiusura di un’annata agraria particolarmente siccitosa, che al mese di ottobre registra una differenza negativa del 39% (534 mm cumulati contro 742) rispetto allo stesso periodo della media del periodo 1971-2000 (fonte:arpa piemonte, 2017), la produttività delle colture cerealicole del nostro territorio è dipesa, per ovvie ragioni, dalle disponibilità idriche delle varie zone. i primi allarmismi legati alle condizioni climatiche, sono già stati registrati nei giorni compresi tra il 18 e il 21 aprile in molti comuni del nostro territorio, a causa di bruschi abbassamenti delle temperature che potenzialmente potevano essere causa di mancate allegagioni per la coltura dell’orzo (caratterizzato da un periodo di fioritura anticipato di almeno 10 giorni rispetto agli scorsi anni, in seguito a favorevoli condizioni metereologiche e temperature oltre la media stagionale nel periodo compreso tra metà di Marzo e la prima metà di Aprile) e alla sopravvivenza dei mais seminati in prima epoca che in quel periodo si trovavano ai primissimi stadi di sviluppo (2-3 foglie). fortunatamente tali gelate tardive, sebbene abbiano causato considerevoli danni ad altre colture, in particolare fruttifere, non hanno compromesso le allegagioni degli orzi ed hanno rallentato la crescita del frumento ma senza causare apparenti danni quanti/qualitativi sulla granelle. per quanto riguarda i mais si sono verificati temporanei arrossamenti delle plantule, sintomo di incapacità delle stesse ad assorbire il fosforo per effetto delle basse temperature, esponendole in parte ad attacco di elateridi e nottue, ampliamente controllati nei casi in cui sia stata adottata un’efficace e preventiva agrotecnica (utilizzo di geodisinfestanti e trattamenti tempestivi e mirati in caso di presenza accertata del parassita). nell’ambito dei cereali autunno-vernini, per quanto riguarda il frumento, l’ago della bilancia è andato nettamente a favore delle zone che hanno avuto la possibilità di irrigare la coltura entro il mese di maggio. in tali zone, il fatto di riuscire a soddisfarne il fabbisogno idrico, le temperature favorevoli, l’assenza di precipitazioni ed umidità vettori di patologie fungine, il tutto accompagnato da un’ormai assodata agrotecnica, hanno permesso di raggiungere dei livelli produttivi mai registrati, che, in alcune zone, sono stati superiori alle 9 t/ha. nelle zone asciutte, invece, i livelli produttivi sono
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stati ampiamente penalizzati, inferiori anche del 30% rispetto ai valori di un’annata media. dal punto di vista qualitativo, i dati forniti dal consorzio agrario delle provincie del nord ovest derivanti dai campioni prelevati nell’ambito dei conferimenti dei prodotti in filiera, hanno mostrato come, tanto per le zone irrigue quanto per quelle asciutte, i valori delle analisi alveografiche effettuate sulle farine abbiano raggiunto dei livelli ampiamente soddisfacenti e in grado di soddisfare le esigenze dei molini (W elevato per i grani di forza, buon contenuto proteico, p/l contenuto). Questo fatto è indice di come la qualità dei grani sia stata molto più condizionata dall’andamento delle condizioni metereologiche che non dallo sviluppo della coltura in termini produttivi. la carenza di acqua nelle fasi finali di crescita e maturazione del frumento, infatti, sembrerebbe aver giocato un ruolo determinante nella diminuzione delle rese ma, allo stesso tempo, non risulterebbe aver ostacolato il raggiungimento dei requisiti qualitativi richiesti dal mercato.
Altri cereali i prezzi decisamente bassi della scorsa annata hanno fatto sì che alcuni agricoltori abbiano deciso di abbandonare la coltivazione del grano tenero anche in piemonte. la nostra regione, pur confermandosi al secondo posto in italia (16,6% del totale) con 84.196 ettari, dietro all’emilia romagna con 127.706 ettari, ha perso l’1,9% delle coltivazioni di grano tenero rispetto all’anno precedente. a livello nazionale la perdita è stata del 3,9%. la produzione piemontese di grano tenero (stime istat), a causa dell’andamento stagionale siccitoso, è diminuita del 3,3% rispetto all’anno scorso, con un raccolto di 503.643 tonnellate, pari al 17,4% del totale nazionale, collocando il piemonte al terzo posto tra le regioni produttrici, dietro emilia romagna e veneto. il frumento raccolto si è rivelato generalmente di buona qualità, con un buon tenore proteico ma con un peso specifico tendenzialmente scarso. prezzi sostanzialmente stabili rispetto al 2016.
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ATTUALITÀ| speciale annata agraria
Orzo
la coltura dell’orzo ha risentito molto meno, in tutta la provincia, della carenza idrica, registrando lievi differenze tra le aziende che hanno provveduto all’irrigazione e quelle che invece non hanno avuto la possibilità di effettuarla. problema serio riguardo alle colture vernine, risulta attualmente essere quello delle semine. il perdurare dell’assenza di precipitazioni, soprattutto in aree non irrigue, sta attualmente costringendo molti operatori a non procedere con le semine, in primis per difficoltà fisiche nelle lavorazioni meccaniche dei suoli e, secondo ma non meno importante, per la seria possibilità che la nascita ottimale delle colture non garantisca un raccolto soddisfacente.
Mais
coltura (7-8 t/ha di granella secca). sebbene queste ultime zone risultino essere maggiormente a rischio aflatossine per il fatto che la pianta è stata sottoposta ad uno stress prolungato, non si hanno al momento segnalazioni di contaminazioni importanti in provincia (questo è dovuto anche al fatto che i mais che hanno sofferto la siccità sono spesso stati re-impiegati in azienda a fini zootecnici oppure venduti per la produzione di silomais destinato ai biodigestori). le calde temperature di tutto il mese di agosto, hanno in parte compromesso l’allegagione degli apici fiorali delle colture di soia e soprattutto grano saraceno. la possibilità di irrigare ha comunque permesso di raggiungere livelli produttivi soddisfacenti (oltre le 3.5 t/ha per la soia e oltre le 2 t/ha per il grano saraceno). in zone asciutte, invece, la soia non è riuscita a raggiungere produzioni unitarie adeguate (inferiori a 1.5 t/ha); nel caso invece di molti appezzamenti a grano saraceno in asciutto, le aziende hanno addirittura scelto di non procedere con la raccolta, a causa di non nascita della coltura e costi di raccolta non sostenibili. Queste due colture godono comunque, al momento, di prezzi remunerativi sul mercato (355-360 €/t la soia, 500 €/t il saraceno).
frumento tenero frumento duro orzo mais soia
2014 53,7 39,7 52,0 101,2 25,4
produzione, q/ha 2015 2016 56,5 55,0 50,0 40,0 56,9 58,0 94,9 110,0 22,0 25,5
2017 59,8 51,4 57,8 106,3 28,7
produzioni unitarie medie delle principali colture cerealicole in provincia (fonte:agriistat). seri problemi sono stati rilevati sulle colture foraggere, sia in termini produttivi che per quanto riguarda la panoramica dei prezzi di mercato. le gelate tardive di aprile hanno fortemente penalizzato le produzioni di maggengo dei prati stabili, avvicendati e, seppur in misura minore, di loietto. la successiva siccità non ha consentito di procedere con i successivi sfalci e il perdurare della carenza idrica non ha permesso la semina di loietto o, nei casi di semina avvenuta, una nascita ottimale della coltura. il prezzo del foraggio ha raggiunto livelli storici, da 180 €/t per il fieno di prato stabile a 220 €/t per quello di erba medica.
la coltura del mais, al pari del frumento, ha raggiunto livelli produttivi estremamente diversi a seconda della possibilità delle varie zone di sostenerne il fabbisogno idrico. aree più o meno vocate, ma in cui non è mancata la risorsa acqua per l’intero ciclo produttivo, hanno raggiunto livelli produttivi di poco inferiori o in alcuni casi del tutto paragonabili a quelli degli scorsi anni (11-17 t/ha di granella secca a seconda delle zone). zone meno vocate, oppure altrettanto vocate ma con problemi di approvvigionamento idrico già a partire dalla fine di luglio, hanno raggiunto livelli produttivi estremamente bassi, tanto da non consentire il sostentamento economico della
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speciale annata agraria |ATTUALITÀ
la coltivazione del grano duro, seppur marginale in piemonte, riveste un discreto interesse nella provincia di alessandria. il raccolto 2017 si è rivelato quantitativamente in linea con quello dello scorso anno e qualitativamente buono sotto il profilo proteico, seppur con pesi elettrolitici leggermente inferiori allo scorso anno; discreti indici di giallo (contenuto in pigmenti carotenoidi). prezzi ancora insoddisfacenti, in linea con i valori dello scorso anno. Dopo un 2016 caratterizzato dal crollo dei prezzi di vendita della produzione di grano (duro in particolare), con ricavi non più sufficienti a compensare i costi, la situazione purtroppo si sta ripresentando allo stesso modo anche quest’anno, con molte aziende rischiano di chiudere e altre che abbandoneranno la coltivazione di grano. Gli agricoltori italiani, singoli o associati nelle organizzazioni di produttori, sono ancora scarsamente protagonisti nel governo dello stoccaggio che è gestito da operatori guidati da interessi spesso diversi da quelli dei produttori primari.
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ATTUALITÀ| speciale annata agraria
punto su etichettatura
Pomodoro da industria: serve definire le condizioni per la prossima campagna – aggiornamento a filiera del pomodoro è stata al centro di un incontro al ministero delle politiche agricole, nel corso del quale si è fatto il punto della situazione sullo stato di avanzamento del decreto per l’etichettatura d’origine dei derivati e della legge sul caporalato, tese a rilanciare questa filiera così importante per l’italia. il decreto etichettatura è alla corte dei conti per la registrazione e dovrebbe essere pubblicato entro inizio dicembre. per quanto riguarda la legge sul caporalato è in partenza la “fase 2” che dovrebbe concretizzarsi in “controlli più servizi” da erogare al lavoratore. inoltre verrà costituito e convocato, in tempi brevi, un gruppo di lavoro ristretto, per poter affrontare in modo adeguato la prossima campagna del pomodoro. il ministro delle politiche agricole, maurizio martina, ha evidenziato come questa filiera sia un esempio per le altre, perché la richiesta di etichettatura di origine è stata condivisa da tutti, senza strappi. rimane l’obiettivo di raggiungere una norma comunitaria che possa interessare tutti i derivati del pomodoro prodotti nell’ue. l’anicav, l’associazione degli industriali del pomodoro, ha poi annunciato che è in fase di modifica lo statuto del distretto del pomodoro del centro-sud in modo da poter presentare al ministero la richiesta di riconoscimento come organismo interprofessionale del pomodoro da industria del centro-sud. il decreto per l’etichettatura di origine del pomodoro utilizzato nei derivati è un grande risultato. ora è necessaria una adeguata programmazione della prossima campagna, con la definizione in tempi brevi delle condizioni contrattuali, in modo tale da poter mettere le imprese agricole nelle condizioni di poter fare delle scelte consapevoli.
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sPecIAle ANNATA AGRARIA |ATTUALITÀ
Proteoleaginose Nonostante l’annata siccitosa e la recrudescenza di alcuni attacchi di ragnetto, Popillia japonica e cimice asiatica (Halyomorpha halys), le produzioni di soia si sono rivelate di buona qualità, quantitativamente in calo dal 10 al 30%, seconda delle zone, rispetto al 2016. In leggero calo, di circa il 10% rispetto al 2016, ma in compenso di buona qualità, la produzione di girasole e di colza. Da segnalare le buone performance, in termini di prezzi, della soia: la domanda di prodotto nazionale, non geneticamente modificato, ha spinto verso l’alto i listini.Attualmente (mercato di Milano del 7 novembre 2017) la soia nazionale (288393 euro a tonnellata) vale mediamente da 5 a 8 euro in più a tonnellata rispetto al prodotto di provenienza estera, geneticamente modificato (382-385 euro a tonnellata).
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ATTUALITÀ| speciale annata agraria
Settore vitivinicolo in ambito provinciale la vendemmia appena conclusa è da ritenersi una delle più scarse degli ultimi anni, con una riduzione produttiva che va dal 15 al 20%. la causa di questo calo è da ricercasi nelle gelate di fine aprile e nella siccità che ne è seguita. non si può individuare una zona più colpita, in quanto la gelata non è stata uniforme sul territorio, ma ha colpito a macchia di leopardo. nello stesso modo anche la siccità ha avuto ripercussioni maggiori sui terreni più esposti e asciutti, mentre su ter-
reni più freschi le produzioni ne hanno risentito ma in misura minore. in sintesi abbiamo avuto vigneti con danni anche superiori al 50% per arrivare sino alla mancata produzione per quelli più colpiti dal gelo. nei vigneti più produttivi non si hanno avuto “superi di produzione” sulle uve a doc, per cui la produzione dei vini generici (vini da tavola) può considerarsi molto ridotta. una caratteristica della vendemmia di quest’anno è stato il forte anticipo rispetto agli altri anni: infatti, le uve per base
Uve secondo le stime di ismea quest’anno il piemonte vitivinicolo produrrà il 27,5% in meno rispetto al 2016, a causa di caldo, siccità gelate tardive e grandinate primaverili ed estive. il germogliamento - rileva ismea nel suo rapporto sulle previsioni vendemmiali - è iniziato con circa due settimane di anticipo rispetto alla media e anche fioritura e allegagione sono state anticipate, ma non sempre hanno potuto contare su condizioni climatiche favorevoli mostrando quindi una certa disomogeneità tra le diverse zone. l’accelerazione dello stato vegetativo si è ripresentata con l’invaiatura, con situazioni di totale eccezionalità: molte delle vigne hanno invaiato nei primi 20 giorni di luglio, con una ventina di giornate di anticipo sul dato medio. l’anticipo della raccolta è stato in alcuni casi anche di 30 giorni rispetto a una vendemmia considerata normale. le uve si sono presentate sane alla vendemmia, ma in molti casi i viticoltori hanno preferito anticipare il raccolto di qualche giorno per cercare di mantenere il miglior equilibrio zuccheri - acidi. la scarsità di produzione e la riduzione delle giacenze oltre i limiti fisiologici ha determinato aumenti dei prezzi delle uve nell’ordine del 10-15% in langa e monferrato e del 20% nell’alto piemonte, a seconda delle varietà.
Settore frutticolo nel corso del 2017 la produzione frutticola in piemonte è stata pesantemente condizionata dalle gelate che hanno colpito l'intero territorio della nostra regione, dal 18 al 21 aprile, producendo danni sia quantitativi, che qualitativi, a tutte le coltivazioni in atto. soprattutto nella mattina del 18 aprile, la dinamica particolare della gelata, caratterizzata dalla presenza di vento forte, ha impedito quasi ovunque l'utilizzo dei sistemi anti brina, che in qualche modo avrebbero potuto limitare il danno dopo un inverno e una prima fase della primavera abbastanza miti e poco piovosi, il
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clima secco ed il vento, hanno provocato un brusco abbassamento delle temperature, provocando danni alle piante da frutto, che ad eccezione del kiwi, si trovavano già nella fase di post fioritura. la piovosità particolarmente bassa, soprattutto nel periodo estivo, ha favorito la difesa fitosanitaria dalle specie fungine, mentre al contrario ha reso più aggressivi alcuni insetti, in particolare lepidotteri carpofagi e le cimici che nel corso del 2016 e del 2017, hanno colonizzato tutto il territorio della nostra regione. per quanto riguarda il kiwi, nonostante l’inverno particolarmente mite, la
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spumante hanno chiuso la raccolta entro ferragosto in quasi tutte le aree. sempre entro il mese di agosto sono state raccolte quasi tutti le uve sauvignon bianco e chardonnay. a fine agosto ha avuto inizio la vendemmia del gavi, quella degli aromatici e, ai primi di settembre, è iniziata invece la raccolta delle uve rosse. la qualità dei vini presenta una marcata variabilità, con una forbice che va da una qualità media a punte di eccellenza con gradazione zuccherina medio alta e bassa acidità.
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speciale annata agraria |ATTUALITÀ
batteriosi del kiwi (psa- pseudomonas syringae pv. actinidiae) ha fatto registrare in primavera una notevole recrudescenza, soprattutto nelle zone colpite dalla grandine nel 2016, ma non solo. al contrario delle annate precedenti l'allegazione naturale dei frutti non è stata favorita dal clima secco e ha contribuito ad abbassare la produzione, già pesantemente compromessa dal gelo. per quanto riguarda la cosiddetta “frutta estiva”, la produzione italiana è stata in linea con la campagna precedente, mentre in piemonte, le zone maggiormente esposte alle gelate, hanno avuto un notevole ridimensionamento produttivo e nonostante il clima caldo in tutta europa, che avrebbe dovuto far aumentare il consumo, il mercato è stato particolarmente difficile fino alla fine del mese di agosto. per le mele si registra, sia a livello piemontese, che italiano, che a livello europeo, un notevole ridimensionamento produttivo rispetto al 2016, causato dal freddo. le pere hanno subito meno danni rispetto alle mele e in piemonte, l’entrata in produzione dei nuovi impianti, ha permesso di mantenere la produzione su livelli simili al 2016. in piemonte la maggior parte della partite viene ceduta dai produttori con il cosiddetto sistema del “conferimento”, e per questo, le quotazioni effettive saranno note solo alla fine della campagna di commercializzazione. in ogni caso, con i dati finora disponibili, passiamo di seguito a descrivere l’andamento delle singole specie frutticole nella nostra regione. per il ciliegio, la produttività e la qualità della produzione, sono state quasi ovunque in linea con l'annata precedente e va' registrato un aumento della coltivazione. nonostante la buona qualità delle singole partite, le quotazioni sono state ovunque inferiori a quelle del 2016. in alcuni ceraseti o porzioni degli stessi, la presenza della cosiddetta “cimice asiatica”, ha completamente distrutto la produzione.
la necessità di sostituire gli impianti di kiwi, colpiti dalla psa, ha fatto si che diverse imprese stiano tornate ad investire sull’albicocco, portando ad un ulteriore aumento degli ettari coltivati, soprattutto per quanto riguarda le varietà più tardive. la produzione, anche se ridotta dalle gelate, è stata ovunque di buona qualità, ma il mercato, sia per il mercato fresco, che per la destinazione industriale è stato sempre difficile, con quotazioni ben più basse delle aspettative. le cosiddette “susine damaschine”, pur con le dovute differenze da zona a zona, hanno registrato un carico produttivo molto simile all’annata precedente. la domanda e le quotazioni, sono state in linea con quelle del 2016. le altre varietà di susine a produzione estiva hanno invece registrato produzioni e quotazioni in calo rispetto alla stagione precedente; ad eccezione delle vecchie varietà locali (ramassim, damaschin e santa clara), e
di alcune varietà di nicchia, le varietà a maturazione estiva, hanno risentito del mercato pesante di tutto il resto della frutta estiva . ancora in notevole aumento invece, gli ettari coltivati con susine della varietà angeleno. i nuovi impianti entrati in produzione, hanno fatto si che la produzione sia stata in leggero aumento rispetto al 2016. la qualità mercantile dei frutti è molto variabile da partita a partita, ma in generale superiore a quella del 2016 e la campagna di commercializzazione, ancora in corso, ha finora premiato solo le pezzature più grandi ed i frutti perfettamente colorati. pur con le difficoltà di mercato provocate dallo sfavorevole cambio tra euro e dollaro, fino ad oggi le quotazioni sono state soddisfacenti. per quanto riguarda il comparto pesche e pesche noci il 2017 è stato caratterizzato dal bel tempo, sia in piemonte che nel resto dell’europa e almeno inizialmente, si pensava
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ATTUALITÀ| speciale annata agraria
che ciò avrebbe favorito un maggiore consumo e quotazioni interessanti. la produzione piemontese ha subito una contrazione per via della gelata, mentre la produzione italiana ed europea, sono state sostanzialmente invariate rispetto al 2016. nonostante l’andamento climatico favorevole, si registra ancora una volta a fine stagione, un calo delle quotazioni, sintomatico della elevata debolezza strutturale della filiera produttiva nei confronti delle grandi catene di vendita europee. le quotazioni del prodotto destinato alla trasformazione industriale (fatte salva la coltivazione destinata), sono stati ancora una volta molto bassi e quasi sempre ceduti a quotazioni irrisorie e ben al di sotto dei costi necessari per la sola raccolta e il trasporto. le aree e le aziende piemontesi, che per tradizione si dedicano alla produzione di pesche da destinare al mercato locale, purché meno rappresentative in termini numerici, continuano invece a ottenere mediamente una buona rimuneratività. soprattutto per le pesche e le nettarine, la problematica è di tipo strutturale e a fare le spese di questa situazione, è solo il mondo della produzione; per questi motivi, è necessario che tutti gli operatori del comparto provino assieme a trovare una soluzione, alle annose problematiche che attanagliano la produzione italiana e piemontese. la campagna di raccolta delle mele è ormai quasi concluso e va segnalato, in piemonte, un notevole calo produttivo rispetto al 2016. la produzione europea, così come previsto, si sta confermando in netta diminuzione (circa -20%), rispetto alla campagna precedente, con valori complessivi, quantificabili in poco meno di 9 milioni di tonnellate. fin dalle prime battute la campagna di commercializzazione, ha fatto registrare un buon andamento delle quotazioni e ciò ha finora rallentato le vendite e i de cumuli. le mele estive del gruppo gala, sono sempre più apprezzate sui mercati di tutto il mondo. mediamente su tutte le varietà, a causa del freddo, c’è da registrare una leggera diminuzione del calibro medio delle
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partite, meno evidente sulle varietà di più recente introduzione e sugli impianti più giovani. contrariamente alla frutta estiva, il prezzo del prodotto destinato alla trasformazione industriale ha registrato un buon aumento e la richiesta è tuttora elevata. per quanto riguarda le pere la produzione piemontese, grazie all’entrata in produzione dei nuovi impianti, rimane stazionaria, mentre in italia e in europa si registra una leggera diminuzione. in piemonte la varietà William la produzione è aumentata di pochi punti percentuali, con quotazioni in aumento, sia per il prodotto destinato all’industria di trasformazione, che per la percentuale destinata al mercato del “fresco”; le varietà Abate Fetel, e conference registrano invece un discreto calo produttivo; anche per queste varietà, pur essendo il mercato ancora nelle fasi iniziali, si registra un aumento delle quotazioni rispetto alla passata stagione, sia per il prodotto destinato al mercato del fresco, sia per quello destinato alla trasformazione industriale. per il kiwi la produzione piemontese dovrebbe attestarsi sui quantitativi decisamente
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inferiori rispetto alla passata stagione (-40%) e lo stesso avviene in veneto, mentre nel resto d’italia il calo più contenuto mentre nel complesso nell’emisfero nord dovrebbe diminuire di almeno il 20% rispetto al 2016 (fonte iKo). in piemonte, a compensare le perdite causate dalla grandine hanno contribuito i nuovi impianti e l’ottima performance produttiva delle altre aree di produzione. anche in piemonte, molte partite sono state cedute con prezzo “minimo garantito” o con prezzo definito, e le quotazioni sono state decisamente superiori a quelle della campagna precedente. la carenza generale di offerta ha favorito un discreto avvio della campagna di commercializzazione e ciò fa prevedere un buona prosecuzione della stessa. nel complesso l’annata 2017 sarà ricordata per il caldo estivo e per la gelata primaverile, nonché per la pesante recrudescenza di diverse fitopatie. anche gli aumenti delle quotazioni, laddove presenti, non sono sufficienti a compensare le perdite produttive in tutte le aziende. oltre a ciò permane, soprattutto sul mercato europeo, una pesante problematica di tipo strutturale tra la filiera produttiva e quella distributiva, che mina alla base le possibilità di crescita del comparto in piemonte, in italia, ma anche nel resto del vecchio continente.
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speciale annata agraria |ATTUALITÀ
Settore risicolo sono praticamente terminate le operazioni di raccolta del riso in tutte le province piemontesi. l’annata complessivamente è da considerarsi buona sia come produzioni ottenute, sia come resa alla lavorazione, tranne che per alcune varietà da interno che hanno avuto rese, causa l’eccessiva temperatura registrata, inferiori alla media. il riso lavorato presenta macchie di vaiolato inferiori alla media e, soprattutto, la produzione 2017 si caratterizzerà per una campagna totalmente assente dalla presenza di malattie fungine, quali il brusone o l’helmintosporiosi del riso. anche quest’anno abbiamo dovuto convivere con una abbondante presenza di erbe infestanti resistenti, soprattutto giavoni, sfuggite ai trattamenti specifici, grazie anche alle resistenze che nel tempo queste hanno manifestato, e grazie ai pochi diserbanti ora utilizzabili. il problema però per la risicoltura italiana, ormai, non è più la produzione ottenibile che quest’anno si stima sui 14 milioni di quintali ma è il mercato. stiamo vivendo ormai dallo scorso inverno una situazione di mercato che si è via via incancrenita, tale che i prezzi di vendita non sono più in grado di coprire i costi di produzione: per il gruppo degli indica oggi si aggirano sui 24-26 €/q.le; il gruppo dei tondi sui 20-23 €/qle; il gruppo dei lunghi a sui 24-28 €/qle. alcune varietà di lunghi a (rare e poco presenti) spuntano prezzi sui 30-35 €/qle; i superfini tipo carnaroli, baldo sono sui 30-35 €/qle. la situazione, se non cambia velocemente, può diventare drammatica, se consideriamo i costi di produzione che la risicoltura impone. tutto questo potrebbe determinare nel 2018 una forte riduzione di superficie in-
vestita a riso in italia, specialmente in aree geografiche dove la risaia si era “allargata” negli ultimi decenni, come la lomellina (pavia), lodigiano (lodi), casalese (alessandria), ed aree marginali del vercellese e biellese. superfici che verosimilmente verranno riconvertite essenzialmente a mais. ricordo che rispetto ai 235.000 ettari circa di oggi, nel periodo a cavallo degli anni ’80 - ’90 la risaia italiana era di 180.000-190.000 ettari circa. inoltre si stima che riporteremo circa 1.500.000 (un milione e mezzo) di quintali di prodotto 2016 ancora invenduto, a cui si somma circa un altro milione di quintali, sempre di produzione 2016, che l’industria ha acquistato la scorsa estate a
prezzi stracciati, ma che si trova ancora nei magazzini degli agricoltori. le cause che hanno portato a questa grave crisi sono complesse e molteplici, non ultima una continua e forte importazione a dazio zero, di prodotto proveniente dai pma del sud-est asiatico (vedi argomento specifico al punto succesivo), tali da rendere il mercato europeo saturo di prodotto, nonostante l’europa sia decisamente deficitaria in fatto di produzione di riso. prodotto che arriva in europa a costi per noi impossibili, ma con dubbia qualità organolettica e sopratutto con il rischio, molto probabile, di essere inquinato da pesticidi che in europa sono vietati da decenni.
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ATTUALITÀ| speciale annata agraria
Settore corilicolo la campagna di commercializzazione 2016/2017 ha visto un mercato relativamente diverso dalle precedenti annate produttive; la maggior quantità è stata venduta entro il mese di luglio ma ancora oggi vi sono partite che vengono commercializzate e come da disciplinare igp sarà possibile fino al 31/12 dell’anno successivo alla produzione senza che venga meno la certificazione igp. da evidenziare il crescente interesse e richiesta di nocciole marchiate igp: secondo i dati diffusi dal consorzio tutela nocciola piemonte, con ancora attiva la commercializzazione per la campagna 2016/2017, ne sono state commercializzate a oggi 100.008 quintali (nel 2015/2016 erano 48.800 quintali). un aumento che conferma il crescente interesse da parte del mercato, e un numero sempre più ampio di produttori (ad oggi 1.600) che aderiscono al sistema di certificazione nocciola piemonte igp. le quotazioni per l’annata in esame a differenza delle annate precedenti hanno avuto un avvio di mercato abbastanza vivace con quotazioni superiori ai 9,00€/punto resa pari a 420 - 430 €/quintale. successivamente le quotazioni di settimana in settimana hanno iniziato una tendenza al ribasso arrivando a fine mercato per il fermo delle ferie con quotazioni pari a 310 - 320€/quintale pari a 6,70 -6,80€/punto resa. da evidenziare rispetto ad annate precedenti il fatto che, a fronte della minor produzione dell’annata 2017 ed anche in relazione alla sua qualità, le nocciole prodotte nel 2016 hanno ripreso quotazione con la riapertura
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del mercato del nuovo prodotto, collocandosi a 20 -30€ in meno a quintale rispetto al nuovo raccolto, arrivando nuovamente a quotazioni di 360 - 370 €/quintale. la produzione per il raccolto dell’annata 2017 è stimato in 700.000 tonnellate in turchia e di circa 90.000 tonnellate in italia, rispettivamente il primo e il secondo produttore mondiale. a livello nazionale il piemonte, per quest’annata, è la regione che fa segnare il maggior decremento di produzione, stimato in un calo del 40-50%. anche nelle altre principali regioni italiane, lazio e campania in primis, dalle prime indiscrezioni, le produzioni dovrebbero essere inferiori ai quantitativi della scorsa annata, sempre per motivi legati a fattori climatici. in piemonte la campagna di raccolta 2017 è iniziata, pur con un decorso estivo anomalo, in anticipo di una quindicina di giorni rispetto a quanto avvenuto nelle ultime annate. avviata verso il 10 di agosto, la raccolta si è conclusa nella prima decade di settembre. a livello piemontese la produzione dovrebbe oscillare tra le 9.000 e le 11.000 tonnellate, mentre la superficie
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complessiva investita è di circa 20.000 ettari. la nostra regione si conferma la terza area produttiva a livello italiano, raggiungendo circa il 16-18% della produzione nazionale. la provincia di cuneo, con circa 60-70.000 quintali e una superficie investita a noccioleto 14.000 ettari, continua ad essere la principale area produttiva del piemonte. dal punto di vista qualitativo la produzione si è mantenuta generalmente su livelli discretamente buoni, con,una buona resa alla sgusciatura, in linea con la media degli ultimi anni per la zona alta. si sono invece riscontrate diverse problematiche di carattere sanitario, in particolare per quanto riguarda le percentuali di umidità e purtroppo di forte presenza di cimiciato per le produzioni provenenti da areali con altitudini inferiori. in generale il mercato, sin dalle prime battute, è stato caratterizzato subito da prezzi non molto elevati rispetto alle aspettative dei produttori. l’inizio della nuova campagna di commercializzazione ha confermato quotazioni inferiori a quella precedente: dopo primo avvio a 3,30 - 3,50 €/kg in guscio (7,00 - 7.30 €/punto resa), per il prodotto certificato “nocciola piemonte igp”, successivamente il mercato, da inizio ottobre, ha subito una svolta al rialzo, sia nella richiesta di prodotto che nel prezzo. ora la produzione 2017 si attesta sui 9,00 €/punto resa e sui 400 - 410 €/quintale per le nocciole che si fregiano dell’igp ed hanno un cimiciato inferiore al 3%; per le produzioni che non rispettano questo parametro le quotazioni sono decisamente inferiori e la trattativa riguarda ogni singola partita.
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speciale annata agraria |ATTUALITÀ
Settore ortaggi e piccoli frutti per il comparto orticolo il 2016 è stata un’annata caratterizzata da criticità produttive un po’ su tutte le referenze, legate sia ad andamenti climatici anomali che relative a problematiche fitosanitarie. annata abbastanza altalenante per la produzione di pomodori da mensa, con la varietà cuore di bue che hanno sofferto le temperature estive e in molti casi la qualità non era di quella ottimale. prezzi comunque nella media e prezzi molto interessanti da fine estate in avanti in alcuni casi da causate da problematiche di natura fitosanitaria (vedi tuta absoluta). dal 15 agosto anche 2€/kg e 1,5 tutt’oggi. Il fagiolo da raccolta cerosa dei baccelli (fagiolo fresco) le produzioni sono state inferiori alle aspettative a causa del clima molto caldo e in molte zone per la mancanza di acqua per le irrigazioni. nel complesso prodotto sano, prezzi alti, intorno ai 2 euro al kg. per il fagiolo da granella secca. per le produzione del secco billò e lamon produzioni leggermente inferiori alla media con buoni prezzi a inizio stagione (fino a 3€) e deciso ribasso nella 2a parte della campagna. buona annata per quanto riguarda la coltivazione di fagiolo nano produzioni medio basse a causa del clima caldo, prezzi medio alti. in discesa però da ottobre in avanti.
per il peperone i prezzi hanno premiato le produzioni con quotazioni delle tipologie quadrate tipo “cuneo” e “carmagnola” a 1,60-1,20 €/kg e per la tipologia “mezzo lungo” tra 0,80 e 1,10 €/kg. si conferma un mercato stabile quello delle zucchine, produzioni nella media, prezzi bassi durante l’estate e decisamente interessanti dopo il 15 di agosto. un’annata per le insalate caratterizzata dalle basse quotazioni che vanno da 0,50 a 0,90 €/kg, situazione che ormai dura da alcuni anni e che in alcuni casi non sono più sostenibili nella produzione.
la produzione di ortaggi autunnali (cavoli, cavolfiori e broccoli) non sono stati certamente favoriti dal clima autunnale eccezionalmente caldo, ma la domanda è stata positiva e ha consentito prezzi interessanti (0,8 - 1,2€/kg) stabilizzandosi adesso sulla media di 0,6 - 0,8€/kg. per la fragola unifera resa inferiore delle produzioni a causa delle gelate, anche fino al 40%, con una buona remunerazione in quanto le raccolte non si sono mai concentrate eccessivamente, spuntando prezzi quasi sempre al di sopra dei 2,5 €/kg in alcune aree vocate come il roero e il cuneese e addirittura a 3 €/kg nelle zone più tardive fragola rifiorente i prezzi hanno avuto un andamento con quotazioni attorno ai 2,5-3 €/kg, produzioni buone. per il mirtillo l’annata è stata caratterizzata cali produttivi a causa delle gelate nel periodo di fioritura. raccolte di ottima qualità senza problematiche di drosophila nelle cultivar precoci, con prezzi molto interessanti sui 4 ma anche di 5 €/kg.
Settore pataticolo in linea generale la stagione pataticola 2017 in italia è caratterizzata da un andamento abbastanza complesso, con una sensibile diminuzione delle rese produttive provocate da un inverno anomalo e da un’estate torrida. la stagione scorsa invece la produzione era stata di oltre 23mila tonnellate. alla contrazione attuale però, come dovrebbe essere normalmente, non è corrisposta una sensibile aumento dei prezzi, per un prodotto non regolamentato da un contratto di fornitura, provocata dal netto aumento delle semine e dalla sovrapposizione delle produzioni pataticole delle diverse regioni. nella seduta della borsa patate del 29 settembre 2017, la commissione paritetica, che opera nell’ambito del contratto quadro per la cessione delle patate da consumo fresco applicato in emilia romagna - prima regione produttrice e riferimento nazionale - aveva deciso di rinviare la definizione del prezzo di riferimento per il prodotto consegnato in conto deposito. ciò
in attesa di comprendere l’evoluzione del mercato. l’azione - parzialmente in deroga con quanto previsto dal contratto quadro e che prevede che si possa rivedere il prezzo di riferimento fino al 15 dicembre, conferma come si tratta di una campagna complessa andamenti di mercato particolari. nella riunione del 21 luglio 2017, la medesima commissione paritetica di Borsa patate di Bologna aveva comunque già fissato in 0,65 euro al chilo il prezzo di riferimento per le patate con-
fezionate in sacchi da 2,5, 2 e 1,5 chili. elemento determinante per il prosieguo della campagna sarà certamente la produzione dei principali paesi del nord europa (Belgio, Germania, Francia, Paesi Bassi e Gran Bretagna), dove quest’anno si stima una produzione totale di 27,9 milioni di tonnellate. l’areale è aumentato del 4,6% rispetto allo scorso anno, mentre il rendimento medio per ettaro è stimato a 48,2 tonnellate/ha. 2,9% in più rispetto alla media degli ultimi 5 anni. Quest’anno la produzione totale di patate è aumentata dell’11,5% rispetto alla media dei 5 anni e del 13,5% in più rispetto al totale dello scorso anno, ma ancora al di sotto del raccolto record del 2014 di 28,5 milioni di tonnellate. occorre perciò ripensare il tipo di risicoltura che si vuole fare, nei modi e nelle regole; diversamente bisognerà solo sperare in un cambiamento repentino del mercato temo - poco probabile - a meno che una serie di fattori e contingenze portino a modificare l’attuale andamento.
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ATTUALITÀ| speciale annata agraria
Settore pomodoro da industria a marzo é stato siglato a parma il nuovo accordo quadro sul pomodoro per il nord italia tra agricoltori e industria di trasformazione. l’intesa aveva stabilito un leggero calo delle quantità contrattate, con pesanti penalità per chi supera il tetto, e un capitolato ad hoc per il prodotto biologico. la fascia di neutralità produttiva concordata è stata di 2,4-2,5 milioni di tonnellate (nel 2016 era di 2,35-2,55 milioni). le quantità di pomodoro contrattato saranno invece pari a 1,7 milioni di tonnellate: poco meno dell’anno scorso. il prezzo di riferimento concordato è stato di 79,75 euro a tonnellata, in ribasso (-6%) rispetto a quello della scorsa campagna di 85,20 il quale a fine campagna 2016 (dopo l’applicazione della tabella qualitativa), era stato di 82,95 euro a tonnellata. la campagna 2017 si é contraddistinta per un ritmo molto sostenuto negli stabilimenti di trasformazione visto che le elevate temperature estive hanno accelerato la maturazione del prodotto. le rese in campo sono buone, nonostante i deficit idrici di alcune aree, mentre le rese in stabilimento sono al di sotto delle aspettative per cui è necessario un maggior quantitativo di materia prima per realizzare i prodotti trasformati. nel complesso sono 36.707 gli ettari di superfici effettive coltivate a pomodoro per il 2017, in calo del 7,5% rispetto al valore dello scorso anno e in diminuzione del 2,5% rispetto a quanto contrattato ad inizio campagna. buono il dato della
produzione biologica che conferma il proprio trend di crescita: il bio rappresenta il 6,6% delle superfici effettive delle op associate, superfici che passano dai 1.316 ettari di due anni fa agli attuali 2.310. l’emilia romagna si conferma la regione con la quota più consistente di superfici coltivate a pomodoro da industria pari a 24.866 ettari, seguita da lombardia (7.494),veneto (2.121) e piemonte (2.029). la ripartizione nelle principali province contraddistinte dalla presenza della coltivazione del pomodoro da industria indica piacenza con 10.003 ettari; ferrara con 6.177; quindi parma (4.666); mantova (3.963); cremona (2.102); ravenna (1.929); alessandria (1.821); reggio emilia (993); rovigo (895); verona (780) e modena: (729 ettari). seguono altre province con valori più contenuti. Andando nello specifico ad analizzare la campagna in Piemonte la
principale area di coltivazione è l’Alessandrino, con una superficie complessiva di quasi 2000 ettari (1.821), e i restanti 200 ettari in provincia di Cuneo. la superficie è rimasta pressoché invariata negli ultimi anni, evidenziando un leggera crescita a fronte anche di prezzi non particolarmente remunerativi, complice soprattutto la scarsa redditività delle principale produzioni cerealicole, mais in primis. la produzione è stata complessivamente medio/buona, con qualità buona e caratterizzata da un prodotto senza particolari criticità dal punto di vista fitopatologico. si è tuttavia riscontrato una diminuzione dei gradi brix, calo generalizzato in tutto il nord italia. anche qui l’elemento determinante è stato l’irrigazione e le rese ad ettaro sono state mediamente di circa 800 quintali.
Produzioni zootecniche il buon andamento della domanda, collegato alla ripresa dei
in crescita sia per quanto riguarda le carni suine freSuini consumi, sche, sia per i salumi, ha fatto sì che il 2017 si sia confermato un buon anno per l’andamento delle quotazioni dei suini,
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dopo un 2016 tonico (fu invece particolarmente critico il 2015). le produzioni, in generale, sono in aumento. da segnalare, a causa del caldo estivo eccessivo, una minor produzione. in aumento anche i prezzi dei suini lattonzoli.
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speciale annata agraria |ATTUALITÀ
Bovini da carne prezzi stabili, ormai da oltre un decennio, per le razze da carne francesi, ma con un moderata tendenza all’aumento negli ultimi mesi. continua invece l’interesse per la piemontese, unica razza che fa segnare aumenti un pò più consistenti delle quotazioni. attualmente (novembre 2017) le vitelle piemontesi della coscia valgono 3,90 euro al kg, mentre i maschi di limousine valgono 2,78 euro e quelli di garronese 3 euro. in aumento del 5-10% anche i prezzi degli capi da allevamento di razza piemontese. il caldo eccessivo dell’estate ha provocato, in determinati periodi, lievi perdite di incremento ponderale.
Latte la domanda da alcuni mesi è tonica. l’aumento delle richieste di burro - a causa delle polemiche sull’impiego dell’olio di colza - ha rappresentato un’opportunità i prodotti italiani di qualità. il prezzo del latte però non ha però tratto beneficio da questa situazione: oggi alla stalla il latte è pagato da 36,50 a 38 euro per 100 litri, in aumento del 15% circa rispetto allo scorso anno. il prezzo del latte “spot”, ossia di quello sul mercato libero, non contrattualizzato, è di 43,80 euro per 100 litri (44,85 euro un anno fa). il prezzo del latte piemontese alla stalla è in ogni caso inferiore a quello della lombardia, mediamente di un 6 - 8%. da rilevare inoltre che nel 2007 valeva 36 euro per 100 litri e nel 1997 era pagato 39 euro per 100 litri (prezzo superiore a quello odierno). un litro di latte al consumo allora - 1997 - costava 2.000 lire, poco più di 1 euro, mentre oggi costa da 1,60 a 1,80 euro al litro. da rilevare ancora l’aumento dei costi di produzione, a partire dall’estate, per l’incremento del prezzo del foraggio: il fieno maggengo è passato da 8 euro al quintale dell’anno scorso agli attuali 15 euro al quintale, con punte di 18 euro.
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ATTUALITÀ| speciale annata agraria
Polli da carne, tacchini, faraone e conigli andamento di mercato positivo per gli avicunicoli, con incremento dei consumi e, di conseguenza, della domanda. i listini hanno fatto segnare un leggero miglioramento delle quotazioni rispetto al 2016, ma la siccità e il caldo dell’estate hanno fatto salire i costi, principalmente per l’aumentato utilizzo dell’energia elettrica per il condizionamento degli impianti produttivi.
Uova
annata delicata per quanto riguarda l’avicoltura, con la vicenda fipronil e amitraz che ha inciso negativamente sulla capacità produttiva, anche a causa del coinvolgimento di alcune aziende piemontesi nell’emergenza. il prezzo delle uova alla produzione non ha avuto ripercussioni significative da questa vicenda; i prezzi sono aumentati, in misura variabile, a seconda dei contratti, dal 5 al 7%.
decisamente negativa per la produzione di miele. le gelate tardive hanno compromesso la fioritura delle acacie e il Mieleclimaandata estivo, molto siccitoso e arido, iniziato già nel mese di maggio, ha provocato un vero e proprio spopolamento degli alveari. negli allevamenti nomadi lo spostamento degli alveari nelle zone di montagna ha potuto assicurare una migliore efficienza rispetto alla pianura. la produzione si è rivelata decisamente scarsa, ridottissima per il miele di acacia, ma anche di castagno. soltanto la produzione di melata è stata nella norma e in molti casi ha consentito di “salvare” la produzione aziendale. i produttori non riescono a soddisfare la domanda di miele di acacia e di castagno; i prezzi sono tendenzialmente in aumento, data la scarsità di offerta, ma la loro crescita è limitata dalla forza della distribuzione organizzata che regola il mercato e non vuole aumentare i prezzi di vendita al consumo.
Agricoltura biologica cresce l’interesse per il biologico. a livello nazionale il 2016 ha visto un forte incremento sia delle superfici, sia degli operatori. l’incremento, indubbiamente, è stato trainato dagli incentivi dei psr, per cui si tratterà di verificare come il dato “terrà” nei prossimi anni, tenendo presente che, superata la fase pionieristica, oggi il biologico inizia a rappresentare un’opportunità anche in termini reddituali. la superficie complessiva italiana a bio è di 1.796363 ettari (+20,4%, pari al 14,5% della SAU nazionale). a livello piemontese l’aumento è stato ancora superiore: siamo passati da 34.136 ettari a 45.732 ettari (+34%, pari al 4,8% della SAU piemontese). le aziende biologiche in piemonte sono il 3,8% del totale (4,4% in italia) e hanno una superficie media di 22,6 ettari (media italiana 28 ettari). i produttori biologici in italia sono 55.567, dei quali 1.798 in piemonte (a cui vanno aggiunti preparatori e importatori, per un totale di 2.803 operatori). sono 2.845 gli ettari di vigneto biologico (su un totale di circa 44.000 ettari).
Mercato fondiario – Andamento affitti nel 2016 il numero di compravendite di terreni agricoli nel nord ovest è aumentato dell’11%. i valori fondiari più alti, per quanto riguarda il piemonte, si registrano per i vigneti nelle zone del barolo a denominazione d'origine controllata e garantita: la terra, per quel poco che viene scambiata, va da 200.000 a 1 milione di euro per ettaro, ma non è raro trovare casi di quotazioni ancora superiori. escludendo i boschi le quotazioni più basse sono riferite ai seminativi asciutti nelle colline del monferrato alessandrino, dove la terra vale da 7 a 15.000 euro per ettaro. prezzi sostenuti, invece, per i terreni adatti all’orticoltura nel braidese, in provincia di cuneo, con le quotazioni da 55 a 90.000 euro per ettaro, nei frutteti di lagnasco (cuneo), da 40 a 60.000 euro per ettaro, dei terreni adatti a colture floricole nelle colline del verbano occidentale, da 33 a 70.000 euro per ettaro, nei seminativi irrigui nella pianura tra fossano cuneo, da 40 a 95.000 euro per ettaro. i canoni d’affitto seguono l’andamento del valore della terra. l’affitto di un vigneto di moscato va da 2.000 a 3000 euro a ettaro all’anno, per i seminativi irrigui adatti a risaia nella pianura di vercelli si va da 450 a 750 per ettaro, un prezzo inferiore a quello che si paga per l’affitto di seminativi irrigui nella pianura tra fossano cuneo, dove il prezzo va da 500 a 1.200 euro per ettaro. affitti cari anche nelle zone irrigue di carmagnola e carignano, in provincia di torino, con prezzi che vanno da 500 a 800 per ettaro. alto anche il valore dei canoni d’affitto dei frutteti a lagnasco (cuneo), con le quotazioni da 700 a 1.300 euro per ettaro. ovviamente si tratta di dati medi, che non devono essere generalizzati, ma che rendono chiaro l'andamento del mercato.
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scadenza imposta
adempimenti
soggetti oBBligati
15/12/2017
iva
emissione fattura differita per la cessione di beni spediti o consegnati nel mese precedente, la cui consegna risulti da un ddt o da altro documento idoneo a identificare i soggetti fra i quali è effettuata l'operazione.
soggetti passivi iva
18/12/2017
iva
liquidazione e versamento dell’iva a debito del mese di novembre 2017.
contribuenti iva mensili
18/12/2017
ritenute
versamento delle ritenute alla fonte sui redditi di lavoro dipendente, assimilati, lavoro autonomo e provvigioni corrisposti nel mese precedente.
contribuenti che corrispondono redditi soggetti a ritenute.
18/12/2017
imu tasi
versamento saldo imu e tasi anno 2017.
contribuenti proprietari di immobili.
27/12/2017
iva intrastat
invio telematico elenchi intrastat riepilogativi delle cessioni ed acquisti e/o prestazioni di servizi intracomunitari relativi al mese di novembre
operatori intracomunitari con obbligo mensile
27/12/2017
iva
liquidazione e versamento dell’iva in acconto per l'anno 2017
contribuenti iva
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DICEMBRE
[pagina a cura di daniela colombini]
scadenze dicembre |ATTUALITÀ
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ORGANIZZAZIONE|pac - bandi - glifosato
Pac, pagati anticipi a 60mila agricoltori e arriva la domanda grafica 2018 rosegue il pagamento degli anticipi delle domande uniche presentate dagli agricoltori nel 2017. l’ultima tranche ha interessato circa 60.000 agricoltori per un importo di oltre 283 milioni di euro. sommando l’ultimo decreto con i quattro precedenti l’organismo pagatore agea ha liquidato oltre 954 milioni di euro in termini di anticipo della domanda unica 2017, a favore di circa 424.000 aziende agricole. l’erogazione degli anticipi proseguirà con cadenza settimanale fino al 30 novembre; oltre tale data i pagamenti saranno a saldo. intanto agea ha già aperto, in largo anticipo rispetto allo scorso anno, l’attività per la presentazione delle domande a valere sulla campagna 2018 in considerazione dell’obbligo per tutti gli stati membri di presentare la domanda grafica sul 100% delle superfici ammissibili entro il 15 maggio 2018 (termine ultimo per la presentazione delle domande). per il 2018, l’obbligo della domanda grafica riguarderà anche le misure a superficie dello sviluppo rurale. in relazione all’avvio delle attività per la campagna 2018, sono disponibili sul portale sian (sistema informativo agricolo nazionale) gli applicativi per la definizione grafica della con-
P
sistenza aziendale e la possibilità di predisporre i piani di coltivazione. inoltre, dal 15 novembre sono disponibili anche le funzionalità per la presentazione delle domande grafiche relativamente a: domande uniche, domande per il regime dei piccoli agricoltori e domande di indennità compensativa (misura 13) dello sviluppo rurale (per le regioni che hanno pubblicato i relativi bandi). considerata l’apertura anticipata degli applicativi che consentono la presentazione delle
domande, gli agricoltori interessati possono già recarsi presso gli uffici del centro di assistenza agricola coldiretti per l’aggiornamento del fascicolo aziendale e la predisposizione delle relative domande di aiuto. gli uffici coldiretti sono a disposizione per ulteriori approfondimenti. visita il sito: http://www.terrainnova.it/ scarica l’app terrainnova: https://goo.gl/7JBY1g
IL BANDO PER LA DIFESA DELLE COLTURE DA CIMICE E DROSOPHILA on determina della giunta regionale n. 15-5928 sono state emanate le disposizioni attuative dell’operazione 5.1.1 del psr 2014-2020 per la prevenzione dei danni da calamità naturali di tipo biotico causati dalla cimice asiatica e dalla drosophila, mediante la realizzazione di reti anti-insetto. la dotazione finanziaria attribuita all’operazione è per il bando cimice asiatica di 1.705.344,26 euro e per il bando drosophila di 200.000,00 euro. le disposizioni della giunta regionale prevedono il principio dello “scorrimento automatico” della graduatoria, qualora si rendano disponibili risorse finanziarie provenienti da economie accertate a seguito del processo di istruttoria. l’emanazione dei bandi dovrebbe avvenire entro fine novembre.
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BANDO DOMANDE DI SOSTEGNO PER RETI ANTIGRANDINE stato pubblicato il bando n. 2/2017 inerente l’operazione: 5.1.2 del psr - prevenzione dei danni da calamità naturali di tipo abiotico. la finalità degli investimenti è la realizzazione di impianti di protezione con reti antigrandine. ogni intervento deve fare riferimento ad uno specifico prodotto, la cui coltivazione deve essere presente nel momento in cui è presentata la richiesta di contributo. la dotazione finanziaria attribuita al bando è di € 4 milioni, il bando rimarrà aperto fino al 23/03/2018. l’agevolazione consiste in un contributo in conto capitale, in misura pari al 50% delle spese ammissibili, per le imprese aderenti ad op/aop è stabilito che il psr possa intervenire solo per investimenti di importo superiore ai 5.000 euro. alla domanda di sostegno devono essere allegate la planimetria e la documentazione fotografica georeferenziata dello stato di fatto delle superfici su cui verrà realizzato l’impianto.
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GLIFOSATO: COLDIRETTI, IN ITALIA RESTA DIVIETO. STOP IMPORT n italia resta il divieto di uso del glifosato nelle aree frequentate dalla popolazione o da “gruppi vulnerabili” quali parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative, aree gioco per bambini, cortili ed aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie, ma anche in campagna in pre-raccolta “al solo scopo di ottimizzare il raccolto o la trebbiatura”. e’ quanto afferma la coldiretti nel sottolineare gli effetti del decreto del ministero della salute in vigore dal 22 agosto del 2016 che non vengono modificati dalla decisione dell’unione europea di rinnovare per 5 anni la licenza di utilizzo. l’italia deve porsi all’avanguardia nelle politiche di sicurezza alimentare nell’unione europea e fare in modo che - sottolinea la coldiretti - le misure precauzionali introdotte a livello nazionale riguardino coerentemente anche l’ingresso in italia di prodotti stranieri trattati con modalità analoghe come il grano proveniente dal canada dove viene fatto un uso intensivo di glifosato proprio nella fase di preraccolta”. un principio che - continua la coldiretti - deve essere ben evidenziato anche nell’ambito dell’accordo di libero scambio tra unione europea e canada (ceta) dove al contrario si prevede invece l’azzeramento strutturale dei dazi indipendentemente dagli andamenti di mercato. circa un miliardo di chili di grano - conclude la coldiretti - sono infatti sbarcati lo scorso anno dal canada dove viene fatto un uso intensivo di glifosato nella fase di pre-raccolta per seccare e garantire artificialmente un livello proteico elevato.
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proposta omnibus/uova |ORGANIZZAZIONE
testo relativo alla parte agricola della proposta omniBus
Omnibus, via libera Europarlamento per l’applicazione dal 1° gennaio 2018 E’ stata anche l’occasione per presentare una prima valutazione dell’annata agraria, tra siccità e maltempo ono state raccolte le nostre sollecitazioni sul testo relativo alla parte agricola della proposta omnibus su cui si è raggiunto un accordo politico affinché possa essere applicata nei tempi previsti e cioè a partire dal 1° gennaio 2018. e’ quanto afferma il presidente della coldiretti roberto moncalvo nell’esprimere apprezzamento per il via libera al voto separato sulla parte agricola dell’omnibus annunciato nel corso della plenaria dal presidente del parlamento europeo antonio tajani al quale era stata inviata una lettera in merito. in seguito al via libera odierno, il parlamento europeo potrà ufficialmente approvare il nuovo testo nella riunione della mini-plenaria prevista per il 30 novembre 2017 in modo che la parte agricola dell’omnibus possa essere applicata a partire dal 1° gennaio 2018. l’accordo prevede importanti novità per la gestione del rischio. partendo dalla proposta della commissione di abbassare la soglia di indennizzo
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contemplata per il nuovo meccanismo di stabilizzazione dei redditi settoriale, la si estende anche alle assicurazioni, portando così al 20% la perdita di prodotto necessaria per l’attivazione, innal-
zando dal 65 al 70% l’intensità del contributo pubblico, introducendo la possibilità di utilizzare indici economici per la misurazione delle perdite. le novità riguardano anche le regole del mercato introducendo nuovi elementi per rafforzare riequilibrare la posizione contrattuale degli agricoltori nella filiera e per aumentare la tempestività degli interventi pubblici in caso di crisi di mercato. per le regole del greening si introducono elementi di semplificazione rivedendo l’applicazione della diversificazione e delle aree di interesse ecologico adattandole maggiormente alle esigenze delle aziende agricole senza comprometterne la funzione ambientale. in particolare si introducono novità per le colture a riso e viene valorizzato il ruolo ambientale delle colture azotofissatrici che apportano benefici ambientali. resta infine centrale - conclude la coldiretti - la figura dell’agricoltore attivo quale beneficiario degli interventi della politica agricola comune.
mancano più di 100 milioni di uova al mese: causa misure cautelative qualità
Crolla la produzione nazionale di uova (-10%) Il calo produzione delle uova è causato da una minore disponibilità sul mercato e dall’aumento dei prezzi ancano più di 100 milioni di uova al mese a causa del calo di circa il 10% della produzione nazionale per effetto delle misure cautelative adottate per garantire la qualità e la sicurezza, dopo i casi di aviaria e fipronil scoppiati in europa. e’ quanto emerge da una analisi della coldiretti dalla quale si evidenzia che gli italiani consumano in media circa 215 uova a testa all’anno, di cui 140 tal quali mentre le restanti (circa 1/3) sotto forma di pasta, dolci ed altre preparazioni alimentari. in un momento in cui si registra un forte aumento della domanda a livello industriale per la preparazione dei tipici dolci di natale come il panettone e il pandoro, il risultato del calo della produzione delle uova in tutta l’unione europea, è una minore disponibilità sul mercato dove si registrano anche casi di scaffali vuoti nei supermercati ed un aumento dei prezzi che alla produzione hanno fatto registrare a novembre un aumento del 55,6% per un importo medio di 14,2 euro ogni cento pezzi, secondo le ultime rilevazioni ismea. a cambiare sono anche le modalità di acquisto con una decisa tendenza a rivolgersi direttamente agli allevatori nelle aziende agricole o nei mercati contadini ma anche a scegliere maggiormente produzioni biologiche o allevate a terra. sulle uova in guscio è presente l’indicazione di origine ma è necessario - spiega la coldiretti migliorarne la visibilità e la leggibilità non limitandosi ai codici di difficile leggibilità. il primo numero consente di risalire al tipo di alleva-
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mento (0 per biologico, 1 all’aperto, 2 a terra, 3 nelle gabbie), la seconda sigla indica lo stato in cui è stato deposto (es. it), seguono le indicazioni relative al codice istat del comune, alla sigla della provincia e, infine il codice distintivo dell’allevatore. a queste informazioni si aggiungono quelle relative alle differenti categorie (A e B a seconda che siano per il consumo umano o per quello industriale) per indicare il livello qualitativo e di freschezza e le diverse classificazioni in base al peso (Xl, l, m, s). per quanto riguarda le uova in guscio la produzione nazionale (in calo per il 2017), è stimata in più di 12 miliardi di pezzi raccolti da circa 40 milioni di galline accasate per la maggior parte in 1.600 allevamenti a gestione professionale secondo la coldiretti. più della metà di questa produzione è concentrata nel nord italia con la lombardia che guida le statistiche (27%), seguita
da veneto (22%) ed emilia romagna (21%) mentre al sud è la sicilia a rappresentare il polo di riferimento con il 5.3% della produzione nazionale. le importazioni di uova in guscio nel 2016 sono state pari a 1,02 miliardi mentre le esportazioni di 0,86 miliardi di uova.
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ORGANIZZAZIONE|acQue sotterranee
Come prevenire l’inquinamento delle acque sotterranee er la protezione delle acque sotterranee dall’inquinamento, le aziende agricole devono provvedere alla corretta gestione degli scarichi e alla corretta gestione delle sostanze a livello di ordinaria attività agricola. a tal fine, tutte le aziende che utilizzano sostanze pericolose o che convogliano acque reflue in corpi idrici superficiali, nelle reti fognarie o destinate al riutilizzo devono rispettare gli adempimenti contenuti nella norma bcaa 3. le sostanze sono o possono essere contenute in prodotti o mezzi di produzione ordinariamente in uso presso le aziende agricole. l’uso corretto di tali prodotti o mezzi di produzione non genera pericoli di inquinamento, mentre la dispersione incontrollata o lo smaltimento scorretto dei loro residui può causare l’inquinamento delle falde. pertanto, le aziende devono assicurare che i propri depositi, occasionali o permanenti di sostanze, mezzi di produzione o i sottoprodotti derivanti dal loro uso, che contengano sostanze pericolose, siano realizzati in maniera da evitare ogni dispersione su suolo o sottosuolo e la conseguente contaminazione delle falde acquifere. sono da considerare fonte di possibile dispersione di sostanze pericolose anche gli accumuli o i depositi dei residui dell’uso di tali sostanze o mezzi di produzione. gli impegni da rispettare sono i seguenti. 1. per tutte le aziende: - l’assenza di dispersione di combustibili, oli di origine petrolifera e minerali, lubrificanti usati, filtri e batterie esauste, al fine di evitare la diffusione di sostanze pericolose per percolazione nel suolo o nel sottosuolo. 2. per le aziende con scarichi di acque reflue non assimilabili a quelli domestici: - l’autorizzazione allo scarico di sostanze pericolose rilasciata dagli enti preposti, per la quale saranno verificate, oltre la presenza, la congruità e la completezza; - il rispetto delle condizioni di scarico contenute nell’autorizzazione. In riferimento al punto 1, gli elementi di verifica sono ad esempio i seguenti: • i contenitori e distributori di carburanti devono essere a perfetta tenuta. nel caso dei contenitori di carburanti, perché siano considerati a perfetta tenuta è necessario che il contenitore/distributore sia provvisto di bacino di contenimento e tettoia di protezione dagli agenti atmosferici realizzata in materiale non combustibile, mentre i contenitori di carburante posti su mezzi mobili devono essere omologati. • gli oli lubrificanti, i prodotti fitosanitari o veterinari, nelle proprie originarie confezioni, devono essere stoccati in un locale o contenitore chiuso o protetto e posto su di un pavimento impermeabilizzato, al fine di evitare la diffusione
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di sostanze pericolose per percolazione nel suolo o sottosuolo. • i depositi o accumuli di lubrificanti usati, filtri e batterie esauste, involucri e contenitori vuoti di prodotti fitosanitari o veterinari, o altri prodotti contenenti sostanze pericolose, devono avere adeguata protezione dagli agenti atmosferici ed essere posti su pavimenti impermeabilizzati. • le carcasse di trattori, automobili o altri mezzi, ancora non smaltite, devono essere adeguatamente ricoverate sotto coperture che le proteggano dagli eventi atmosferici e su pavimenti impermeabilizzati, al fine di prevenire la contaminazione dei suoli, in quanto assimilabili ad una fonte di sostanze pericolose. • i contenitori di carburante posti su mezzi mobili devono essere omologati. In riferimento al punto 2, ai sensi del Decreto Legislativo 3 aprile 2006 n.152 si definisce scarico qualsiasi immissione effettuata esclusivamente tramite un sistema stabile di collettamento che collega in modo continuo il ciclo di produzione del refluo con il corpo ricettore acque superficiali, sul suolo, nel sottosuolo e in rete fognaria, indipendentemente dalla loro natura inquinante, anche sottoposte a preventivo trattamento di depurazione. si evidenzia che tutti gli scarichi devono essere preventivamente autorizzati, fatto salvo per le acque reflue domestiche o assimilate recapitanti in reti fognarie per le quali non è necessaria l’autorizzazione allo scarico. si definiscono acque reflue domestiche le acque
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reflue provenienti da insediamenti di tipo residenziale e da servizi e derivanti prevalentemente dal metabolismo umano e da attività domestiche. le aziende con scarichi assimilabili a quelli domestici sono quelle dedite: a) esclusivamente alla coltivazione del terreno e/o alla silvicoltura; b) all’allevamento di bestiame; c) alle attività indicate ai punti a) e b) che esercitano anche attività di trasformazione o di valorizzazione della produzione agricola, inserita con carattere di normalità e complementarietà funzionale nel ciclo produttivo aziendale e con materia prima lavorata proveniente in misura prevalente dall’attività di coltivazione dei terreni di cui si abbia a qualunque titolo disponibilità. e’ vietato lo scarico sul suolo o negli strati superficiali del sottosuolo, fatta eccezione per insediamenti, installazioni o edifici isolati che producono acque reflue domestiche. al di fuori di questa ipotesi, gli scarichi sul suolo esistenti devono essere convogliati in corpi idrici superficiali, in reti fognarie ovvero destinati al riutilizzo in conformità alle prescrizioni fissate. È sempre vietato lo scarico diretto nelle acque sotterranee e nel sottosuolo. Gli Uffici Coldiretti sono a disposizione per ulteriori chiarimenti. Visita il sito http://www.terrainnova.it/ e scarica l’App TerraInnova al seguente link https://goo.gl/7JBY1G articolo realizzato con il supporto della commissione europea nell’ambito del progetto agri 2017/0160. i pareri in esso espressi impegnano soltanto l’autore e la ce declina ogni responsabilità sull’uso che potrà essere fatto delle informazioni in esso contenute.
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filiera alimentare |ATTUALITÀ
migliorare la catena di approvvigionamento alimentare
L’Ue lancia un’indagine contro le pratiche commerciali sleali Lo scopo del questionario è avere una migliore valutazione delle pratiche svolte nella filiera alimentare ell’ambito delle attività finalizzate a “migliorare la catena di approvvigionamento alimentare”, i servizi della commissione hanno predisposto un questionario pubblico rivolto alle imprese private attive nella filiera, con particolare attenzione alla posizione più debole degli agricoltori e delle pmi della filiera alimentare che spesso risultano penalizzate all’interno della filiera. lo scopo del questionario è di avere una migliore valutazione delle pratiche svolte da diversi attori nella filiera alimentare, con l’obiettivo di ricevere considerazioni specifiche da parte delle imprese attive nella catena di approvvigionamento alimentare. in merito alle pratiche commerciali sleali (pcs, che possono essere definite come pratiche che si discostano ampiamente dalla buona condotta commerciale e sono in contrasto con la buona fede e la correttezza), la “task force” sui mercati agricoli ha identificato sei potenziali pratiche chiave che ricorrono nella catena di approvvigionamento alimentare. nella fattispecie non si dovrebbero ammettere: (1) pagamenti oltre i 30 giorni di prodotti deperibili; (2) cambiamenti unilaterali e retroattivi ai contratti (rispetto a volumi, norme di qualità e prezzi); (3) contribuiti ai costi di commercializzazione e promozione; (4) rivendicazioni per i prodotti andati a male o invenduti; (5) annullamento di ordini all’ultimo momento per i prodotti deperibili; (6) richieste di pagamenti anticipati per accaparrarsi o mantenere i contratti.
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l’obiettivo del questionario è comprendere meglio quanto siano effettivamente frequenti tali potenziali pratiche commerciali sleali nella filiera alimentare e quali sarebbero i costi per le imprese se fossero affrontati a livello ue. a conclusione di tale attività verrà predisposto, dalla commissione europea, un documento di sintesi dei risultati che saranno resi anonimi. il termine ultimo per la compilazione del questionario online è previsto per il 4 dicembre 2017.
clicca qui per completare il questionario: https://ec.europa.eu/eusurvey/runner/f0db75c5 -d013-801a-051f-b7a9c2b2a8bb. il formulario è in inglese, qui trovate la versione in italiano per orientarsi, fermo restando che è possibile compilarlo solo sul sito. per essere sempre aggiornato sul psr della tua regione e per simulare la tua idea imprenditoriale scarica l’app terrainnova al seguente link: https://goo.gl/hn3i8t.
clima: effetti devastanti nelle campagne
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Pil, cala solo quello agricolo per siccità e maltempo agricoltura è l’unico settore a fare registrare un calo congiunturale del valore aggiunto a causa del clima impazzito che ha avuto effetti devastanti nelle campagne con una storica siccità su cui si sono abbattuti violenti nubifragi a macchia di leopardo con danni stimati nei campi superiori ai 2 miliardi di euro nel 2017. e’ quanto emerge da una analisi della coldiretti divulgata in occasione della diffusione dei
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dati istat sulla stima preliminare del pil al terzo trimestre. gli effetti si sono fatti sentire su tutte le principali produzioni del paese, dal crollo del 23% della produzione di mele all’addio ad una bottiglia di vino su quattro anche se la qualità è risultata buona. in questa situazione di crisi si sono inserite anche manovre speculative per sottopagare i prodotti agli agricoltori con effetti sul valore aggiunto agricolo.
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ATTUALITÀ|risicoltura - tar pasta nonostante lo spirito imprenditoriale dei risiColtori
Risicoltura italiana e piemontese? Il medioevo non è finito Preoccupano le prospettive di ritorno di oltre mezzo milione di risicoltori Rohingya fuggiti dal Myanmar. Bene il marchio “Piemondina” a tutela del riso piemontese. ai così tanto riso straniero è arrivato in europa come nel 2016. la risicoltura italiana e piemontese continua a vivere una stagione difficile. ad un sistema medievale della commercializzazione si aggiungono le pesanti importazioni: +34% dalla thailandia e un aumento del 346% degli arrivi dal vietnam. l’est del mondo, il myanmar in particolare, sta vivendo la problematica dei musulmani rohingya, i risicoltori fuggiti dalla repressione militare nello stato occidentale del rakhine e rifugiatisi nel vicino bangladesh. ora il governo ha deciso di procedere con il raccolto nei campi abbandonati, assoldando lavoratori da altre zone del paese. una mossa che solleva preoccupazioni sulla prospettiva del ritorno di oltre mezzo milione di profughi musulmani che sono fuggiti dalle violenze cominciate nell’ottobre del 2016. in questo scenario di criticità del comparto risicolo, la regione piemonte ha presentato nei giorni scorsi il marchio “piemondina” per valorizzare il riso piemontese nelle catene della distribuzione or-
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ganizzata. “un plauso all’assessorato all’agricoltura che con questo marchio vuole sostenere la produzione risicola del piemonte all’interno della grande distribuzione e dei centri commerciali, ma non dimentichiamoci che le problematiche per il comparto restano a partire dai prezzi riconosciuti ai risicoltori che continuano ad essere bassi e non coprono i costi di produzione fino ad arrivare alle importazioni che stanno raggiungendo quantitativi sempre più elevati e al sistema medievale della commercializzazione che vige nel comparto dove regnano le speculazioni degli industriali - afferma il presidente provinciale coldiretti alessandria ro-
berto paravidino - a tal proposito condividiamo la richiesta avanzata ad ottobre come coldiretti piemonte dall’assessore giorgio ferrero, di convocare un tavolo di crisi regionale a cui è opportuno che siano presenti tutti i componenti della filiera, riserie comprese alle quali chiediamo se sono disponibili a fornire i dati relativi alle importazioni. con una superficie complessiva di 230mila ettari, 1100 aziende ed una produzione di quasi 10 milioni di quintali il piemonte è la realtà risicola italiana più importante che dobbiamo salvaguardare per poter fornire traiettorie di futuro ai nostri imprenditori risicoli”.
Continua la battaglia per l’etiChettatura del grano tenero Coltivato in piemonte e in provinCia di alessandria
Bene la sentenza del Tar per la pasta E’ corretto che i consumatori sappiano cosa stanno acquistando, soprattutto se è presente grano canadese trattato con glifosato, proibito in Italia. oddisfazione per il “no” del tar alla richiesta di sospendere il decreto per l’etichettatura d’origine del grano utilizzato nella produzione della pasta. “hanno avuto la meglio gli interessi dell’informazione rispetto a quelli economici e commerciali - ha affermato il presidente provinciale coldiretti alessandria roberto paravidino - Questa sentenza mette in evidenza l’importanza dell’etichettatura d’origine per le produzioni agroalimentari e per questo continueremo la battaglia per ottenere l’etichettatura obbligatoria anche per il grano tenero coltivato in piemonte”. d’altronde, ben l’81% degli italiani chiede maggior trasparenza su quanto porta in tavola. con la decisione assunta dal tribunale amministrativo regionale del lazio viene bocciato, quindi, il ricorso dei pastai. “e’ corretto che i consumatori aggiunge il direttore coldiretti alessandria leandro grazioli - sappiano cosa stanno acquistando e se in quel determinato pacco di pasta è presente o meno
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grano canadese trattato in preraccolta con il glifosato, proibito sul grano italiano. si tratta di una battaglia di civiltà a tutela dei cittadini, della biodiversità, del lavoro degli imprenditori agricoli e dell'economia del territorio”. da febbraio 2018, dunque, en-
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trerà in vigore l’etichettatura d’origine obbligatoria che consentirà di sostenere le produzioni Made in Italy e che punta a contrastare le speculazioni che stanno provocando il crollo dei prezzi del grano al di sotto dei costi di produzione.
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consulenza legale |ATTUALITÀ
prelazione agraria
Comunione ereditaria: normativa sulla prelazione agraria Attenta disamina delle norme da applicare nel caso concreto, richiamate da una recentissima pronuncia della Suprema Corte on sentenza dell’11 settembre 2017 la corte di cassazione interviene sullo spinoso problema relativo alla prelazione agraria nel caso di vendita di un fondo rustico oggetto di comunione ereditaria. il problema sorge quandola normativa sulla prelazione agraria si “incrocia” con la prelazione ereditaria. con riguardo ad un fondo offerto in vendita, il diritto di prelazione agraria è il diritto di acquistare tale fondo, a parità di condizioni, che compete, ricorrendo determinati presupposti, all’affittuario del fondo confinante con quello offerto in vendita. la prelazione agraria deve però essere coordinata con quella ereditaria, cioè il diritto di prelazione previsto dall’art.732 del codice civile spettante al coerede nel caso in cui un altro coerede intenda vendere la sua quota in comunione ereditaria. la cassazione è intervenuta sulla questione, pre-
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cisanso che il diritto di prelazionein favore del coerede coltivatore diretto non si applica nel caso in cui un coerede alieni ad un altro coerede la propria quota di fondo rustico, oggetto di comunione ereditaria. pertanto, all’interno della comunione ereditaria ciascuno dei coeredi è libero di trasferire la propria quota di terreno indiviso all’uno o all’altro coerede, non essendo applicabili tra i coeredi le limitazioni all’autonomia negoziale che discendono dalla prelazione riconosciuta a favore del coerede coltivatore diretto. Questa pronuncia lascia un pò perplessi
in quanto, da una parte, il coerede coltivatore diretto ha la prelazione in luogo dell’affittuario coltivatore diretto non coerede, dall’altra parte, il coerede senza qualifica può liberamente acquistare la quota del fondo rustico venduta da un altro coerede, senza subire la prelazione del coerede che sia coltivatore diretto. se l’affittuario coltivatore diretto non coerede ha la prelazione quando l’acquirente della quota è un coerede non coltivatore diretto, perchè il coerede non dovrebbe avere la prelazione rispetto al coerede non coltivatore diretto?
aCCordi di filiera: attivati negli anni Con importanti industrie agroalimentari
La valorizzazione del grano tenero del territorio alessandrino 5 kg di grano tenero pagati come un caffè. Continua la battaglia per l’etichettatura ai biscotti al pane: sono diversi i prodotti in cui a farla da padrone è il grano tenero made in piemonte. d’altronde la produzione piemontese conta numeri importanti: una superficie di oltre 84 mila ettari ed una produzione che supera i 5 milioni di quintali nel 2017. tra le province spiccano sicuramente alessandria con oltre 34 mila ettari di superficie e più di 2 milioni di quintali di produzione,torino con 19.500 ettari e più di 1 milione di quintali e cuneo con 17 mila ettari e 934 mila quintali. dall’area alessandrina proviene il frumento più idoneo alla preparazione di biscotti e dal torinese e cuneese, invece, i grani
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panificabili. vengono, inoltre, coltivati anche l’orzo ed il mais soprattutto per uso zootecnico. coldiretti, a livello piemontese, ha attivato negli anni diversi accordi di filiera con importanti industrie agroalimentari piemontesi come la saiwa, ma anche extra regione come barilla e con diversi mulini per la produzione di farina, oltre a collaborazioni con i consorzi agrari. “se pensiamo che ai nostri imprenditori 5 kg di grano tenero vengono pagati come un caffè, è proprio dagli accordi di filiera che passa la valorizzazione del prodotto - sostiene roberto paravidino presidente di coldiretti alessandria - ecco perché continuiamo a lavorare
in questa direzione. inoltre, continuiamo la nostra battaglia per ottenere l’etichettatura d’origine obbligatoria anche per il grano tenero, mentre per la pasta il provvedimento entrerà in vigore da febbraio 2018. sarebbe un ulteriore punto a favore delle produzioni locali e made in piemonte”. “rilanciamo l’invito a tutte le industrie piemontesi, convinti che il poter scrivere la provenienza territoriale del grano sia verso i consumatori più accreditante che riportare, nelle costose pubblicità, signori e nonni di fantasia, come purtroppo tristemente accade”, ha concluso il direttore coldiretti alessandria leandro grazioli.
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ATTUALITÀ|nitrati
zone vulneraBili da nitrati
Tutte le novità sui bollettini della Regione Piemonte Nuove norme antismog, limiti nella distribuzione dei liquami e divieto di bruciatura in campo dei residui vegetali al primo novembre, nell’ambito delle zone vulnerabili da nitrati, la possibilità di distribuire in campo liquami, materiali ad essi assimilati ed acque reflue su suoli dotati di copertura vegetale o di residui colturali in preparazione di una semina primaverile anticipata, viene regolata da bollettini bisettimanali redatti dalla regione piemonte. ricordiamo che la legislazione vigente prevede, per tali materiali, il divieto della distribuzione per un periodo di 90 giorni dei quali: 60 fissi e continuativi a partire dal 1° dicembre fino al 31 gennaio ed i rimanenti 30 individuati sulla base delle condizioni climatiche e di umidità del terreno, durante il mese di novembre e di febbraio. la regione piemonte, unitamente alle altre regioni della pianura padana ha sottoscritto un “Protocollo di misure urgenti antismog” che prevedono, in alcuni casi, ulteriori prescrizioni riguardanti anche lo spandimento dei reflui zootecnici. in particolare, a fronte di situazioni di perdurante accumulo di inquinamenti atmosferici (soprattutto di pm10), limitatamente ad alcuni comuni insieme ad altre misure restrittive riguardanti la circolazione delle autovetture, l’utilizzo di generatori di calori
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domestici a biomassa, potrà scattare il divieto di spandimento dei liquami zootecnici quand’anche ciò risultasse consentito dalle condizioni climatiche e del suolo. esclusivamente nel caso citato sarà comunque consentita la distribuzione eseguita tramite iniezione diretta e, per i soli prati, rasoterra in bande o sottocotico. e’ ripresa pertanto la pubblicazione, da parte della regione piemonte, di bollettini bisettimanali con i quali viene definita la possibilità o meno di operare in campo interventi di utilizzo agronomico nelle diverse macroaree in cui la regione è stata suddivisa con l’eventuale indica-
zione di divieto, limitato ad alcuni comuni, per ragioni di inquinamento atmosferico. i bollettini della regione, completi di ogni dettaglio, sono comunque consultabili alla pagina web http://www.3acloud.it:800/pan/ le disposizioni “antismog” - previste dalla regione piemonte e condivise con le altre regioni della pianura padana - stabiliscono inoltre il divieto di bruciatura su tutto il territorio regionale di qualsiasi residuo vegetale in campo a partire dal 1° ottobre di ogni anno fino al 31 marzo dell’anno successivo. per info e dettagli rivolgersi agli uffici coldiretti.
periodi di sospensione dello spandimento vigenti nella stagione invernale 2017/2018 in zona vulneraBile
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condizionalità |ATTUALITÀ
norma applicaBile alle aziende agricole
Come preservare il suolo da fenomeni erosivi Assicurare la copertura minima del suolo e prevenire fenomeni erosivi in assenza di sistemazioni idraulico-agrarie a condizionalità, al fine di proteggere il suolo da fenomeni erosivi, prevede l’obbligo di copertura minima del suolo (bcaa 4). la norma si applica alle aziende che detengono: a. superfici a seminativo non più utilizzate a fini produttivi; b. qualsiasi superficie agricola (escluse quelle di cui al precedente punto a.).
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impegni da rispettare per assicurare la copertura minima del suolo e per prevenire fenomeni erosivi evidenziabili dalla presenza di incisioni diffuse (rigagnoli) in assenza di sistemazioni idraulico-agrarie, la norma dispone il rispetto delle seguenti tipologie di impegni: 1. per le superficie a seminativo non più utilizzate a fini produttivi (di cui al punto a.), l’azienda agricola deve assicurare la presenza di copertura vegetale (naturale o seminata) durante tutto l’anno; 2. per tutte le superfici (ad esclusione di quelle non più utilizzate a fini produttivi), l’azienda deve: a. assicurare la copertura vegetale per almeno 90 giorni consecutivi nell’intervallo di tempo compreso tra il 15 settembre e il 15 maggio successivo; b. o, in alternativa, adottare tecniche per la protezione del suolo (discissura o ripuntatura in luogo dell’ordinaria aratura, lasciare i residui colturale, ecc) nel corso della preparazione del terreno per la semina. in assenza dei provvedimenti delle regioni e delle province autonome, in riferimento all’impegno di cui al punto 1, vige l’obbligo di assicurare la presenza di una copertura vegetale, naturale o seminata, durante tutto l’anno. in riferimento all’impegno di cui al punto 2., si
deve assicurare una copertura vegetale, o, in alternativa, l’adozione di tecniche per la protezione del suolo (come ad esempio la discissura o la ripuntatura in luogo dell’ordinaria aratura, lasciare i residui colturali, ecc.) nell’intervallo di tempo compreso tra il 15 novembre e il 15 febbraio. in ogni caso, per tutti i terreni di cui sopra, se lasciati nudi (cioè privi di copertura), vige il divieto di lavorazioni di affinamento del terreno per 90 giorni consecutivi a partire dal 15 novembre. deroghe per l’impegno di cui al punto 1, sono ammesse deroghe nei seguenti casi: • pratica del sovescio, in presenza di specie da sovescio o piante biocide; • terreni interessati da interventi di ripristino di habitat e biotopi; • colture a perdere per la fauna; • lavorazioni funzionali all’esecuzione di interventi di miglioramento fondiario; • lavorazioni del terreno eseguite per ottenere una produzione agricola nella successiva annata agraria, da effettuarsi dopo il 15 luglio dell’annata agraria precedente all’entrata in produzione; • solo per le regioni con clima caldo arido, per le quali la pratica del maggese rappresenti una tecnica di aridocoltura giustificabile sulla base del clima caldo-arido e della tessitura del terreno (come indicato nei provvedimenti regionali), sono ammesse al massimo 2 lavorazioni del terreno tra il 15 marzo e il 15 luglio dell’annata agraria precedente a quella di semina di una coltura autunno-vernina. per le superfici e gli impegni di cui ai punti 1 e 2. è ammessa la deroga in caso di motivazioni di ordine sanitario riconosciute dalle autorità competenti.
per le superfici e l’impegno di cui al punto 2. oggetto di domanda di estirpazione e/o reimpianto di vigneti (ai sensi del reg.ue n.1308/2013) sono ammesse le lavorazioni funzionali all’esecuzione dell’intervento. in fase di controllo, saranno valutati i seguenti elementi di verifica: • presenza della copertura minima del suolo durante tutto l’anno (per le superfici a seminativo non più utilizzate a fini produttivi); • presenza della copertura minima del suolo nel periodo previsto o, in alternativa, verifica dell’adozione delle tecniche per la protezione del suolo durante la preparazione del terreno per la semina (per tutte le superfici agricole, tranne le superfici a seminativo non più utilizzate a fini produttivi); • rispetto del divieto di lavorazioni di affinamento del terreno nel periodo indicato (per tutte le superfici agricole). per tutti gli impegni è verificato il rispetto delle condizioni di deroga eventualmente applicate. gli uffici coldiretti sono a disposizione per ulteriori chiarimenti. visita il sito http://www.terrainnova.it/ e scarica l’app terrainnova al seguente link https://goo.gl/7JbY1g. articolo realizzato con il contributo finanziario della commissione europea nell’ambito del progetto agri 2017/0160. i pareri in esso espressi impegnano soltanto l’autore e la ce declina ogni responsabilità sull’uso che potrà essere fatto delle informazioni in esso contenute.
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ATTUALITÀ|creditagri
Presentati i nuovi servizi finanziari e convenzione Banca IFIS CreditAgri Italia: un successo il “Workshop al Villaggio Coldiretti” nell’ambito dei villaggi coldiretti, le importanti kermesse che stanno toccando le maggiori città italiani, viene realizzato anche un “credito corner” istituito da creditagri italia come presidio di offerta servizi al credito e finanziari, all’interno del centro multifunzionale servizi coldiretti, registra afflusso di molti imprenditori ed operatori del settore finanziario, interessati ad informazioni ed approfondimenti su tematiche finanziarie e di accesso al credito, e possibile intervento consulenziale personalizzato, su tematiche relative sia alla gestione economico-finanziaria aziendale che verso nuovi prodotti e servizi, dedicati anche alla persona. il “Workshop creditagri” organizzato durante i tour viene dedicato alla presentazione dell’operatività di creditagri, specie nei nuovi servizi del “ramo consulting” (consuklenza continuativa dedicata all’impresa) e “ramo corporate” quali le garanzie finanziarie e commerciali e le attestazioni di capacità finanziaria, destinate alle imprese agricole, cooperazione ed altri settori produttivi. nuovi servizi per lo sviluppo delle pmi in particolare, durante il workshop organizzato nell’ambito del villaggio coldiretti di milano, l’amministratore delegato dott. roberto grasssa, con riferimento ai nuovi prodotti e servizi, ha ribadito il ruolo sempre più strategico che creditagri italia creditagri italia è un ente finanziario di interesse pubblico intermediario finanziario vigilato dalla banca d’italia, iscritto dal giugno 2016, all’albo unico degli intermediari finanziari previsto dall’art.106 del nuovo testo unico bancario, e si occupa in modo specialistico di assistenza e consulenza tecnico-finanziaria in agricoltura, agroindustria ed agroalimentare. creditagri italia favorisce l’accesso al credito ordinario e agevo-
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riveste oggi nel panorama economico-finanziario degli enti intermediari finanziari vigilati da banca d’italia sia in ambito consulenziale che di sostegno ed assistenza dell’intera filiera del credito per l’impresa, sia ordinaria che agevolata. salutata con interesse la nuova operatività di creditagri in partenariato con la società simest, importante realtà finanziaria che accompagna interventi per la internazionalizzazione delle pmi con finanziamenti agevolati, anche per tramite di cassa deposito e prestiti con studi di fattibilità lato e incentiva lo sviluppo con prodotti dedicati ed un servizio di consulenza personalizzata creditizia-finanziaria, con prodotti esclusivi a condizioni di mercato riservate, a sostegno di progetti di investimento e gestione ordinaria delle pmi e cooperazione, oltre altri aggregati d’impresa. lo scenario ed i processi evolutivi i recenti interventi normativi in tema di confidi
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tecnica, la partecipazione a fiere e mostre, l’inserimento verso mercati internazionali e patrimonializzazione pmi esportatrici. informazioni ed attivazione del servizio: contattare il resp.le creditagri (Francesco Bianchi) tel.0105601148 o cell.335-7199133, email: francesco.bianchi@creditagri.com informazioni ed assistenza sito internet: www.creditagri.com oppure info@creditagri.com hanno tracciato una linea di demarcazione molto forte tra i confidi minori di cui all’art.112 del tub, iscritti nello specifico elenco tenuto da un organismo gestore, ed i confidi vigilati, detti anche “maggiori” iscritti all’albo unico degli intermediari finanziari (art.106 del testo unico bancario), sottoposti, come le banche, alla vigilanza di bankitalia, come ne caso specifico di creditagri italia.
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mercatino |ATTUALITÀ
•pierin l’imBianchin esegue lavori di tinteggiatura per interni ed esterni, velature, intonaci di ogni genere, ripristino facciate, rasature varie e murature. Preventivi gratuiti. Cell.340-7751772 •Bella proprietà agricola in vendita in val grue 15 ettari di terreno tra pascoli vigneti e bosco a 20 km da Tortona, 40 da Genova e 60 da Milano. Abitazione di 250 mq in bioedilizia, più portici e pergolato, fotovoltaico per riscaldamento e luce, aspirapolvere centralizzato. Annessa alla casa, un’altra costruzione, identica per forma e materiali, consistente in 150 mq di stalla, box cani, locale veterinario, locale mangimi più ampio porticato coperto per auto o mezzi agricoli, Paddock recintati davanti alla stalla e davanti ai box. Pozzo di raccolta dell’acqua piovana per bagnare prato e piante. Possibilità di costruire altri 200 mq ad uso abitativo. Intorno alla casa circa quattro ettari di terreno recintato. La proprietà è situata in cima a un colle e gode di una spettacolare vista a 360° della campagna e della vallata. La proprietà attualmente è azienda agricola, ma si presta ugualmente ad agriturismo e attività ricettiva. Cell.347-2540224 marina.mm.modiano@gmail.com
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ATTUALITÀ|coltiva la salute in collaborazione con www.gruppocdc.it
COLTIVA
LA TUA
SALUTE a oltre dieci anni, l’accordo tra coldiretti-epaca e c.d.c. permette di far crescere il valore della prevenzione e della sicurezza nella tutela dell’imprenditore, dei suoi familiari e degli ospiti della sua azienda con l’idea di una nuova agricoltura multifunzionale territorialmente sostenibile. c.d.c. rappresenta una
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delle realtà sanitarie più significative e dinamiche del piemonte, con un’attività diagnostica completa presso sedi dislocate in modo capillare su
tutto il territorio regionale: a torino, biella, cuneo, novara,vercelli e verbania. grazie a tale collaborazione, i soci coldiretti-epaca possono accedere privatamente a tutte le prestazioni con tariffario agevolato esibendo la tessera associativa coldiretti / epaca, oppure tramite il ssn presentando la richiesta del medico curante. inoltre presso gli uffici provinciali o zonali coldiretti-epaca possono prenotare visite mediche specialistiche e prestazioni diagnostiche presso tutti i centri c.d.c. e con assoluto rispetto della privacy, il socio, tramite il pin ricevuto in accettazione, può richiedere la stampa del proprio referto online. periodicamente, tramite questa rubrica, vi informeremo su temi di interesse generale legati alla prevenzione ed alla cura di patologie tipiche del mondo agricolo.
A COSA SERVE LA SPIROMETRIA? la spirometria è l’esame che valuta il funzionamento dell’apparato respiratorio la spirometria è l’esame che valuta il funzionamento dell’apparato respiratorio consentendo di misurare la quantità di aria contenuta nei polmoni ed il suo flusso attraverso i bronchi. in altre parole questo esame consente di valutare il calibro dei bronchi e di formulare diagnosi di malattia ostruttiva come la broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) o di asma, e di verificare se i polmoni sono iperdistesi, come nell’enfisema polmonare, oppure ristretti, come nella fibrosi polmonare. la spirometria semplice consiste nella misurazione della quantità d’aria torino centro torino centro torino centro torino mirafiori torino san donato torino san paolo torino santa rita torino vallette lucento moncalieri rivoli venaria reale asti Biella cuneo novara novara verbania vercelli
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utilizzata dal polmone durante la respirazione naturale e durante la respirazione forzata. i risultati si confrontano con uno standard noto, in funzione di: età, sesso, altezza e peso. la spirometria completa prevede la misura della quantità di aria mobilizzata dal paziente durante la respirazione e del volume complessivo di aria che il polmone può contenere, inclusa l’aria residua a seguito di completa espirazione. tutti i fumatori dovrebbero eseguire un esame spirometrico.
via cernaia, 20 via antonio fabro 12/b via raimondo montecuccoli 5f via don grazioli 11/a via livorno38/d via villarbasse 27/a piazza santa rita 8 corso toscana 139/1 via martiri della libertà 11 via fratelli piol 63 via iv novembre 16 corso galileo ferraris 4/a via antonio bertodano 11 piazza duccio galimberti 4 via san francesco d’assisi 20 corso giuseppe garibaldi 21 via sergio bocci 11 via san cristoforo 10
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10122 torino 10122 torino 10122 torino 10137 torino 10144 torino 10138 torino 10136 torino 10151 torino 10024 moncalieri 10098 rivoli 10078 venaria reale 14100 asti 13900 biella 12100 cuneo 28100 novara 28100 novara 28925 verbania 13100 vercelli
gli esami durano circa 20 minuti, non sono dolorosi e non presentano controindicazioni
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