Temporay Poems Vol.2

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ALESSANDRO FEDERICO-VECA

CONTEMPORARY POEMS VOL.2



ALESSANDRO FEDERICO-VECA

TEMPORARY POEMS VOL.2


allrightreserved2020Šalessandrofederico.it


A circa un’anno di distanza dalla mia prima raccolta di poesie ho deciso di pubblicare questo secondo volumetto che, in linea con il precedente libro, raccoglie parole e versi che non hanno (e non vogliono avere) la pretesa della permanenza, dell’immortalità. E così, liberi da ogni brama di validazione altrui e senza la grevità dei costrutti e le regole che un componimento poetico dovrebbe avere, sono stati collezionati nel tempo attraverso le note del telefono, dei pizzini di carta e disparati sketchbook, convogliando in questo racconto scritto/visivo. Differentemente dal primo volume, però, che segue una logica piuttosto rigorosa nella classificazione dei componimenti secondo i diversi stati d’animo con cui mi apprestavo a scriverli, il secondo si dirama in maniera più libera e (almeno apparentemente) caotica; le

immagini e le parole si susseguono in un vortice di sensazioni, luoghi e contenuti altalenanti, dislocati e disorganici, alla stregua di un taglio cinematografico in stile flashback. Una ricerca poetica fatta di componimenti brevi, senza riscritture, un andamento “in freestyle” rubando la terminologia e la prassi della cultura urbana hip hop, di cui comunque questa raccolta è in parte debitrice. Succede così che il racconto si sviluppi tra salti pindarici tra passato, presente e futuro, elucubrazioni di fatti accaduti ed esternazioni della propria interiorità; da Milano a Budapest, da Vienna a San Cristobal de las Casas, da Firenze a Bratislava fino alla valle di Kathmandu; un percorso tra diversi paesi e infiniti stati d’animo, con la voglia ed il coraggio di continuare a raccontare e raccontarsi. Ancora una volta, buon viaggio.



Puttana La poesia è una puttana Che bussa alla porta Soltanto di notte Senza troppe moine Va dritta alla testa E se la fotte Finisce, si volta e va via Con ghigno beffardo E le calze rotte



Membra Il mio cuore invecchia Troppo in fretta Persino per le mie membra Non penarti Per le mie cicatrici E non piangere Per il mio corpo in rovina Ma prega per me Per tutte le volte Che non ho saputo amare Una donna, la vita, me stesso Il mio cuore invecchia Troppo in fretta Persino per le mie membra



Connection I look at you Through a glass You’re so close Your eyes are so real Even if I can’t watch them Sometimes connections Go beyond matter I don’t know you But I wish I could Count your hairs.



Occhi Il silenzio mi urla in faccia Ciò che il cuore Sommessamente cela Mentre il mio corpo Rimane gelido E la mia anima Si vuol buttare Così i miei sbagli Senza pudore Si riflettono su Occhi lontani Come quel bimbo Che sognava di vivere Ed adesso vive Senza Sognare Mentre la vita Mi passa accanto Ed aspetto soltanto D’esser dimenticato Come quel quadro Sopra il mio armadio E quell’altro ancora Da realizzare Marciranno con me Ma non ci saranno più I tuoi occhi stanchi A piangermi Solo il silenzio Che ha smesso Di urlare



Notre Dame Il mio cuore Va in fiamme Notre Dame Sto bruciando All’Inferno Oui, Madame Il mio viso È un Gargoyle Jean-Cloude Van Damme Te l’ho scritto Via mail Sarà già in Spam



Città Vecchia Dorme la città vecchia Alle luci del mattino I locali non vogliono aprire Ed i turisti non vogliono alzarsi Hanno già dato, la notte Di bionde, di scure, di rosse E musiche e balere Risate e sogni I musei non vogliono aprire Le campane non suonano I gatti si riprendono le strade Mentre Cumil li guarda passare Hlavné Námamestie si riposa Ed aspetta di mettersi in posa Per il prossimo passo di danza Al calar della sera.



Tulipano Ho aspettato che nascessi Cantandoti una canzone Nell’attesa ti tingessi Di chissà quale Pantone Ho voluto che sbocciassi Annaffiandoti ogni giorno E che un giorno ricambiassi Abbellendo quest’intorno Ho sperato che fiorissi Senza darti neanche un nome Non sapendo che arrossissi Di un bel rosso di passione Ma un colore così acceso Che nessuno si aspettava Ti rendeva assai conteso Che qualcuno ti rubava E il mio cuor divenne gelo Nel vederti scomparire Resta solo il lungo stelo Nel balcone del cortile.



Giovane Buddha Ammicchi allo Yin E abbracci lo Yang Sprofondi a Patong E riemergi a Patan Giovane Buddha, Hai molto da imparare E un poco da bruciare Se un dĂŹ vorrai brillare Nel tuo sguardo sereno Il segreto del cosmo Nel sorriso beffardo Tutto il male del mondo Giovane Buddha, Hai tutto da provare E niente da evitare Se il cielo vuoi toccare Angelo e Demone, Servo e Signore Mandorlo in fiore Tra la nebbia di Hakone



BhoĂŠma Spero che la notte Mi culli in un abbraccio E la musica continui Ad anestetizzare Le mie paure Seduto su un bancone ChissĂ dove a Bratislava Interrompendo la mia timidezza Per ripetere le stesse identiche parole: Un gin tonic.



Iphone Hai spento l’Iphone Ed hai accesso il tuo sguardo Che ha accesso il mio sguardo Da finto spaccone Nella metro ad un metro Un’impiegato ci separa Da una voglia infantile Di non staccarci mai più Ed il tuo dolce sorriso Mi accarezza davvero Nell’interminabile attimo Di un paio di stop



Tirabuscion Non ho altro da dirti Di tutto quello che so Potrei chiederti scusa Ma sai che non lo farò Puoi guardarmi negli occhi Vedrai non arrossirò Vuoi ballare quel lento? Non ho mai detto di no Sai il colore del vento? È tra il fucsia ed il bordeaux E il rumore del tempo? Una cabrio retrò Ma se provi a capirmi Son sparito da un pò Per strapparmi via il cuore Basta un tirabuscion



Usted Tocan las cuerdas De antiguas guitarras sobre el sombrero de un rostro escondido ¿Cuantos años tienes? ¿Son veinte o son cien? Los años que tengo Se ven en mi cara Los años que siento Se cuentan en mis dedos ¿Quieres saber lo que pienso de usted?



Conoscermi Quello che non dico Lo leggi nei miei occhi Quello che ho sofferto Lo vedi sulla pelle Quello che sogno Lo ascolti nei sospiri Quello che penso Lo trovi in quel che faccio Quello che amo Lo cogli nel sorriso A cosa servono Tante stupide parole Se hai giĂ tutto Per conoscermi?



Daruma Sono nato cieco E me ne andrò nel buio Ho colorato un occhio Soltanto per sognare Disegnerò il secondo Per farmi ricordare Sono nato cieco E me ne andrò nel buio Mi basta un solo occhio Per farmi continuare Ma quando avrò anche l’altro Saprò dove guardare Sono nato cieco E me ne andrò nel buio Ma prima sarà luce; Lo so che sarà luce.



Il Bacio Affacciati sul Danubio Mi parlavi negli occhi In tutte le lingue del mondo Ed io ti rubai quella notte Per osservar la tua bionda chioma Alle prime luci dell’alba Così seduti a quel caffè Mentre assapori una torta asburgica Ti parlo in tutte le lingue del mondo Per poi trovarci sul Belvedere Di fronte al maestro E senza nulla da dire Ma soltanto specchiandoci Nel bacio di Klimt Con un bacio



Hit Cucino tardi Poi mangio pane e noia In questa prima calura d’estate L’aria odora di gin e naftalina Ho spento la radio sull’ultima hit Per ritrovarmi ad ascoltare la tua voce Cosi lontana e così fredda Che leva quasi il sudore di dosso



Lluvia Si la lluvia pudiera Lavar cualquier duda Sin mojarme en la cara Fingirรฌa indiferencia A tu distancia Que es mucho mas grande De una frontera Que mi corazรณn no sabe Y mi mente ignora En ese deseo de ir Mรกs allรก de todo lo miedo De un sentimiento puro De amor para ti.



Sole e Luna Mentre la luce si spegne Oltre i vulcani di Teotihuacán Antichi riti si raccontano Come una favola Di padre in figlio Quetzalcoatl è rimasto di pietra Mentre riprendo veloce il cammino Senza contare le spine dei cactus Ho superato diverse buche Il cielo oggi è di un rosso scarlatto Che non lascia spazio all’apatia E mi accarezza dolce il cuore Oltre le stelle e la sabbia Sopra le torri dorate Su per il cielo fino ad Orione Siamo come quelle piramidi Che si guardano lontane E si riconoscono tra di loro Senza chiamarsi mai per nome Siamo il Sole e la Luna La terra ed il cielo Ma adesso al crepuscolo Ogni cosa si mischia Di un solo magnifico colore



Pirata Sguardo da fanciullo E cicatrici da galeotto Innalzo una bandiera Diversa dalla vostra Ingoio fato e vento Sputando via il passato La mappa del tesoro Lanciata in fondo al mar Continuo ad imprecare Su tempo, donne, e Dio E aspetto il tintinnio Di spade e di duelli Cantando un’altra stupida canzone Cantando un’altra stupida canzone



Szent István Sotto la maestosa cattedrale l’orchestra riproduce Armonie di altri mondi La piazza è gremita a festa La Budapest perbene Ha messo gli abiti della Domenica Impantanato nei miei pensieri Con la camicia hawaiana Mi siedo pochi passi più in là Sostenuto dalla musica Mi ergo nel cielo stellato Per arrivare fino a te



Danubio’s way Io di viver non l’ho chiesto Ma oramai che sono desto Scusami se mo’ lo faccio Puoi chiamarmi mascalzone Ma se guardi nel mio cuore Sono sempre quel ragazzo Se ti va facciam l’amore Poi ti canto una canzone Ma non rompermi mai il cazzo



The room The room is empty But heart is full Eyes are watery And hands are sweaty The shine of your hair The smell of your skin The tenderness of your smile The calm of your eyes And that strange feeling To know you for a lifetime Or maybe even more



SMN Come sei bella Nei tuoi marmi Chiari e scuri Che segnano i profili E insegnano ai sospiri Quell’alternarsi di buio e luce Urlano i demoni Richiusi nei cortili Mentre la vita va leggera In questa sera silenziosa Di una Firenze ormai in chiusura Ed io che ho ancora addosso L’odore di tempura Rimango ad osservarti Per dirti che non sei cambiata nella calura passeggera Di questa tiepida serata



Ciudad Cammino por la ciudad Come un alligatore lungo il fiume Azzannando la vita Come se il mondo finisse domani Cammino por la ciudad Mentre el pueblo gira in festa Sorridendo alla vita E alla venditrice di collane azteche Antigua si spegne oltre il vulcano E gli uccelli ballano al ritmo dell’arpa gioiosa E il rumore dei chicchi di caffè La tequila adesso è finita Insieme alle mie buone intenzioni



Caffè Gloriette Sulla cima di Scholosspark Si affaccia il caffè Gloriette Signorina non sia timida E sorrida un po’ per me Dica un po’, da dove viene? Vuol parlare un po’ con me? Sono solo un viaggiatore Bitten, plise, si-vu plè



La fontana Sgorga gioiosa Zompa leggera Acqua di Venere Su pelle cartvelica Inno alla vita Urlo di Himeros Calda fontana Del desiderio Sgorga giocosa Sui nostri corpi Copre ogni remora Di puditae Fonte aggraziata Getto d’artista Riempi la stanza Di vanità Ciao bentornata Scusa l’attesa Grazie stasera D’esser venuta.



Instant Di stanza in stanza Musica commerciale Per giovani marmotte Scandisce le ore Che scorrono come minuti Nel ripetersi Di un dolce vagare Fiumi di birra Anestetizzano le buone azioni Di bambole zombie Finiranno la notte In letti di sconosciuti Senza la vana speranza Di una domenica in chiesa Per la confessione



Nube Mi alma es una nube Y en esta espesa niebla No siente alcún miedo Me trajiste por la mano Nel paseo del desencanto Por no quiedarte hay más sola Y me dejaste aquí… Esperando no hubería Encontrado más el camino Pero el sol está en mi ojos El mar en mi labios El calor en mi corazón No me quedaré contigo mucho más Pero dejaré algún migajas Para sugerirte ella vía



Santa Trinità Quanti tramonti ci siamo persi Rincorrendo futili attimi Oggi dispersi Attimi che non torneranno Nemmeno tra cent’anni Ma non lo sanno Tutti i tramonti che passano E che passeranno Sempre diversi Sempre gli stessi.



Pesce Scandisco i miei passi Sulle note di Puccini Lasciandomi indietro Ignobili cliché Ballando sui bassi Di finti alternativi Trovandomi avanti Insulsi lacché In fondo l’oceano È solo un’acquario più grande



Chiapas Un sol tan fuerte No basta para arrojar luz A las sombras de mi alma No me pida que le muestre Las cicatrices de mi corazon Estoy escuchando otra vez Nuestra cancion de amor Y el recuerdo de ti ya Se esta limpiando Y parece menos sucio De lo que realmente es De lo que en verdad paso



Prater Venghino signori, venghino Dentro al Prater troverete Tutto quello che cercate Nella casa degli orrori Non c’è sbirro, non c’è il prete Quindi non vi spaventate Nella casa degli specchi Ci son tutti i vostri io Forse non li conoscete Venghino signori, venghino Dentro al Prater lo sapete Ogni uomo è più grottesco Anche se non lo ammettete



Luna bugiarda Luna bugiarda, Sferica, chiara, limpida Piena, spavalda Senza una nuvola La luce che emani Il suono che emetti Muto nell’universo Viaggia Sorridimi oh luna Abbraccia le mie paure E dimmi che andrà tutto bene.



Alessandro Federico-Veca è nato in Sicilia nel 1988. É un architetto, artista, art director, designer, illustratore, poeta, fotografo, visual strategist, vignettista satirico e rigeneratore urbano. Nel 2012 ha fondato la rivista online di satira illustrata La Vignetta Blog; come vignettista, ha vinto diversi concorsi nazionali. Si è laureato nel 2014 con il massimo dei voti alla facoltà di Architettura di Siracusa. Ha collaborato con il Gruppo G124 di Renzo Piano per il recupero della periferia di Librino a Catania. Nel 2017 ha aperto il suo store online di arte contemporanea. Nel 2018 ha conseguito con il massimo dei voti il Master di II livello in Rigenerazione Urbana ed innovazione sociale presso l’Università IUAV di Venezia. Attualmente ricopre il ruolo di Art Director presso un’agenzia di comunicazione ed eventi a Milano.


alessandrofederico.it



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