Oriente Occidente - Dance Festival - 2017

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Un Festival di big

Per una chiara visione del mondo di Maria Luisa Buzzi

Lenise Pinheiro

Abou Lagraa, Angelin Preljocaj, Deborah Colker, Catherine Berbessou, Lutz Förster Da sempre ha abituato il suo pubblico a una programmazione importante e articolata, con autori tra i più innovativi e blasonati della scena internazionale. Ed è un puzzle che fotografa i diversi aspetti dell’odierna arte coreografica quello che anche l’edizione 2017 presenta attraverso cinque “big authors” provenienti da Europa e America del Sud. E se la formazione in danza contemporanea – nei diversi stili – li accomuna, oggi la maturità artistica di ciascuno riverbera, con determinazione, una chiara visione del mondo: multietnica e tollerante (Abou Lagraa), senza confini estetici (Angelin Preljocaj), dominata dalla prestanza fisica (Deborah Colker), travolta dai sentimenti e dal desiderio d’amore (Lutz Förster e Catherine Berbessou). Nato in Francia da genitori algerini, Abou Lagraa è coreografo capace di trasferire e ridefinire la cultura musulmana nel presente attraverso una danza intima e sociale che va alla fonte dell’essere umano. Pièces astratte a sfondo etico le sue, in cui lancia un monito alla tolleranza e alla condivisione culturale. Che si tratti della trasposizione coreografica del biblico Cantico dei Cantici o dell’astratto Wonderful One, in prima mondiale al Festival, l’attenzione del coreografo mai si distoglie dall’uomo. Lui che, musulmano non praticante, ha installato la sua compagnia La Baraka nella Cappella sconsacrata di Santa Maria di Annonay, sua città natale, sfidando gli attacchi del Front National, a ribadire una mission mai tradita né venuta meno: costruire ponti con l’arte e lottare contro ogni muro. Sostenuto da estro e talento, Angelin Preljocaj è non soltanto sopravvissuto al fermento nouvelle danse datato 1980-1990, ma

ne incarna l’evoluzione e la resistenza di fronte alla storia. Lui, nato nel 1957 da una famiglia di rifugiati albanesi, è oggi uno dei migliori figli di Francia, nazione che gli ha messo a disposizione il Pavillon Noir a Aix-en-Provence, luogo ipertecnologico in cui Angelin crea per la sua compagnia, il Ballet Preljocaj e non solo. Artista in piena ebollizione, tanto da passare con disinvoltura da creazioni per i Corpi di Ballo dei Teatri d’Opera di tutto il mondo, alla danza urbana per il suo nucleo G.U.I.D., alla regia cinematografica per il film Polina, danser sa vie realizzato insieme a Valérie Müller, sua moglie, e presentato alla Mostra del Cinema di Venezia lo scorso settembre. La sua ultima creazione per la compagnia che dirige ormai da trentadue anni, La Fresque, approda a Oriente Occidente dopo il debutto alla Biennale de la Danse de Lyon 2016 e i successi raccolti in tutta Europa. Una creazione basata su un racconto cinese che ha affascinato il coreografo: una storia bizzarra, che esplora la dimensione della rappresentazione attraverso un personaggio talmente affascinato da un affresco da entrare in un’altra dimensione, in contatto con i personaggi raffigurati in quel dipinto. In qualche modo richiama il mito della caverna di Platone e le riflessioni su realtà e rappresentazione, illusione e verità. Racconta l’universo del tango attraverso una drammaturgia contemporanea Catherine Berbessou da quando nel suo cammino di coreografa ha incontrato, nel 2003, il ballo argentino e Federico Rodriguez Moreno. “Il tango - spiega Berbessou – oggi fa parte del nostro vocabolario espressivo e ci permette di descrivere l’universo della relazione uomo-donna che sta al centro della nostra ricerca. Non ci domandiamo se i nostri siano spettacoli di tango in senso tradizionale. Quello che ci interessa è la possibilità di creare senza barriere e codici prestabiliti”. Avvisaglie di questa fascinazione, che il suo ultimo spettacolo di tango e danza contemporanea Tu, el cielo y tu incarna, c’erano state già nel 1996 e nel 1999 quando nacquero A fuego lento e Valser, lavori in cui Berbessou rendeva visibile la giungla dei sentimenti amorosi che compongono il nostro quotidiano.

Nata in un paese, il Brasile, dove tutti o quasi sono ballerini, o almeno aspirano a esserlo, Deborah Colker riesce a distinguersi per l’eclettismo dirompente. Una carriera trentennale la sua, nel corso della quale ha lavorato in ambienti esteticamente distinti come il Teatro Comunale di Rio de Janeiro, tempio dell’arte aulica, le scuole di samba per le sfilate del carnevale e il celeberrimo Cirque du Soleil (per Ovo, creato nel 2009) arrivando a fondare nel 1994 la compagnia che porta il suo nome. “Il mio è un atteggiamento punk – dichiara Colker – in quanto non rispondo a regole e dogmi. Mi piacciono le miscele, le sfide, trovare nuove soluzioni a vecchie domande”. Chiamata a dirigere i Movimenti della Cerimonia di Apertura dei Giochi Olimpici di Rio 2016, ha deciso di fondere per l’occasione due lavori del passato: Rota, in cui presentava i ballerini dentro una grande ruota da filatura, come criceti al gioco, e Velox, in cui ai danzatori chiedeva di scalare pareti di roccia. Da qui nasce VeRo, lo spettacolo che Oriente Occidente ospita in prima europea. Non inganni però l’aspetto magniloquente e giocoso: i suoi spettacoli nascono da concetti di fisica e geometria. Da lì si sviluppa il suo “cinetismo rischioso e atletico” divenuto un marchio di fabbrica riconosciuto e apprezzato nel mondo intero. Danzatore storico del Tanztheater Wuppertal di Pina Bausch, direttore - dopo la scomparsa della fondatrice - della compagnia dal 2013 al 2016, Lutz Förster da oltre quarant’anni è protagonista sulle scene mondiali. Nato a Solingen, come Bausch, nel 1953, si è formato alla Folkwang Hochschule di Essen con Jean Cébron e, dopo una prima esperienza come interprete al Folkwang Studio, nel 1975 raggiunge la compagnia fondata solo due anni prima da Pina Bausch. Nel nucleo di fedelissimi della coreografa, Förster non ha mai abbandonato il Tanztheater Wuppertal sebbene si sia concesso qualche altra esperienza artistica negli Stati Uniti con la compagnia di José Limón e con il regista Bob Wilson. Per la prima volta in Dance Stories by and with Lutz Förster costruisce un autoritratto danzato e recitato, una confessione dentro la quale si intercalano estratti di spettacoli degli autori che ha incontrato nella sua lunga carriera. Un viaggio ironico e profondo sulla scelta e sul senso di “fare teatro”.


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ROVERETO 30.8-10.9.2017

L’Oriente vicino

Incontro di corpi e di culture di Silvia Poletti

Andrea Gianfortuna

Sang Jijia, Spellbound Contemporary Ballet, Ruo-Yu Liu e Chin-Chun Huang, U-Theatre

Linguaggi e libri

Pioniere curioso nella perlustrazione delle culture altre per suo stesso DNA, Oriente Occidente dalla sua prima edizione ha immediatamente registrato l’evoluzione delle correnti artistiche di un mondo sempre più globalizzato. Con straordinario tempismo infatti, nell’affiancare l’Est all’Ovest (e poi Nord e Sud) ha lasciato intuire l’imponente impatto avuto dalla cultura d’origine su artisti “migranti” o “migrati”, ovvero come la scoperta e la valorizzazione delle proprie radici identitarie siano diventate per quegli artisti non solo un utile strumento per sviluppare il proprio immaginario e un definito linguaggio coreografico, ma soprattutto una occasione per riflettere sugli esiti storici e sociali che tali correnti hanno generato e sedimentato nel loro vissuto, nel vissuto della loro comunità di appartenenza, e più in generale nel nuovo contesto in cui essi si muovono. In trent’anni il fenomeno appena percepito all’inizio degli anni Ottanta è prima diventato un effetto conclamato e poi, al giro del Millennio, un dato acquisito: dal post-colonialismo siamo ormai passati agli esiti talvolta disorientanti del globalismo, nel quale le identità si fondono fino a perdere (apparentemente) quasi tutti gli elementi di distinzione. A tal punto che, sempre di più in nome di una necessità di inclusione e normalizzazione, anche nel teatro

di danza artisti sbocciati nell’ambito di un determinato environment sono riusciti a entrare nel mainstream della grande produzione, non solo portandovi il proprio bagaglio culturale (al quale quindi hanno chiesto agli interpreti di aderire), ma addirittura abbracciando completamente la cultura dell’altro, interpretandola, appropriandosene e dandone inattese, pertinenti riletture. Un esempio per tutti, l’acclamata Giselle firmata dall’anglobengalese Akram Khan per l’English National Ballet lo scorso anno e prossimamente dalla sudafricana Dada Masilo per la sua compagnia di Johannesburg. Nel corso degli anni, registrando i flussi e le dinamiche sociali e politiche mondiali, il Festival Oriente Occidente ha acutamente fissato ideali vettori tra una parte e l’altra del globo, ci ha fatto comprendere le modalità di adattamento e adeguamento delle culture multietniche, la vitalità creativa – talvolta mirabilmente regolamentata, talvolta strepitosamente spontanea – che la danza, arte umana quanto altre mai, condensa in simboli fisici. Ma non solo. Perché appuntando lo sguardo all’inesauribile investigazione delle tendenze della coreografia contemporanea in ogni parte del globo ha talvolta anticipato ben altre urgenze sociali e politiche, che proprio l’atto artistico sintetizzava stilizzando fermenti, tensioni, inquietudini, vitalismi. Danza come atto politico, dunque? Anche. Certo come testimonianza, sul corpo stesso dei danzatori, di un destino talvolta imposto da un lato dalle regole della propria etnia, dall’altro dal coraggio delle proprie scelte. Come quelle di Sang Jijia per esempio. Sulle cui elastiche spalle poggia certamente il futuro dello sviluppo della danza contemporanea nel suo paese, che sta metabolizzando con

Testimonianze e riflessioni su come i cambiamenti climatici, la gestione delle risorse della terra, la ricerca di nuove fonti energetiche, gli squilibri e gli sprechi alimentari influiscano sui conflitti che continuano a insanguinare il mondo. Per capire che la pace passa anche dalla soluzione di questi problemi.

GIO 31 AGO DOM 3 SET

LUN 4 SET

ORE 11 SALA CONFERENZE DEL MART

ORE 18 SALA CONFERENZE DEL MART

JO ANN ENDICOTT

ANDREA SEGRÈ

ORE 19 LIBRERIA ARCADIA

ELISA GUZZO VACCARINO EROS E DANZA

VEN 1 SET

CON PINA BAUSCH CONVERSAZIONE DI LEONETTA BENTIVOGLIO CON L’AUTRICE DEL LIBRO, GIÀ MEMBRO DEL TANZTHEATER WUPPERTAL

ORE 18 SALA CONFERENZE DEL MART

ORE 18 SALA CONFERENZE DEL MART

AGNÈS SINAÏ

BENVENUTI NELL’ANTROPOCENE

SAB 2 SET ORE 18 SALA CONFERENZE DEL MART

GRAMMENOS MASTROJENI

EFFETTO SERRA EFFETTO GUERRA Ingresso gratuito su prenotazione

Hsu Ping

DANCING DREAMS

PROIEZIONE DEL FILM SUL KONTAKTHOF PER ADOLESCENTI DI PINA BAUSCH. PRESENTATO DA LEONETTA BENTIVOGLIO

ORE 19 LIBRERIA ARCADIA

LEONETTA BENTIVOGLIO PINA BAUSCH. UNA SANTA SUI PATTINI A ROTELLE

MAR 5 SET

GIO 7 SET

SAB 9 SET

MANGIA COME SAI. DA FEUERBACH ALLA LISTA DELLA SPESA

ORE 18 SALA CONFERENZE DEL MART

THOMAS TORELLI

FOOD RELOVUTION PROIEZIONE DEL FILM ALLA PRESENZA DEL REGISTA

ORE 18 SALA CONFERENZE DEL MART

VEN 8 SET

DOM 10 SET

FEDERICO RAMPINI

L’AMBIENTE SOTTO IL TALLONE DI TRUMP: COME PROTEGGERLO?

MER 6 SET

ORE 18 SALA CONFERENZE DEL MART

FAUSTO DE STEFANI GIUSEPPE CEDERNA

IL CUORE SEGRETO DEL VIAGGIO

ORE 18 SALA CONFERENZE DEL MART

MAX CALDERAN

CORRENDO PER LA PACE NEL DESERTO In collaborazione con

ORE 18 SALA CONFERENZE DEL MART

RENZO CARBONERA MARIA ROVERAN

RESINA PRESENTAZIONE DEL FILM ALLA PRESENZA DEL REGISTA E DELL’ATTRICE PROTAGONISTA


CID Cantieri

La fabbrica del futuro di Silvia Poletti

Salvo Lombardo, Irene Russollillo, Manolo Perazzi, Francesca Penzo, Tommaso Monza, Pietro Marullo, Collettivo Piratejenny velocità supersonica le forme teatrali dell’occidente e ora esige una sua inevitabile riconoscibilità anche nell’omologazione. Così l’artista, cinese di origini tibetane, dopo la consueta pratica nelle danze popolari e la formazione nella prima compagnia di danza contemporanea cinese, audace nel suo contesto ma per gli standard occidentali ancora “ingenua” nel suo citazionismo (la Guangdong Modern Dance Company), ha avuto la grande chance di un padrino di assoluto livello, William Forsythe, che l’ha accolto nella sua compagnia ma soprattutto ne ha seguito i primi passi compositivi grazie al Rolex Mentor & Protégé Project, dando via alla sua fortuna di danzatore e coreografo. Con tale e tanto bagaglio Sang Jijia è tornato in Oriente e alacremente si sta impegnando a definire, attraverso la personale ricerca di una crasi tra le sue molteplici esperienze, una via contemporanea alla danza della sua cultura. Gli scambi culturali sono infatti per lui una necessità impellente, una continua fonte di ispirazione per definire il proprio linguaggio coreografico. E così ecco Sang Jijia, ancora vòlto a Occidente, collaborare con i valenti ballerini dell’italiana Spellbound Contemporary Ballet per un dittico Pa|Ethos nel quale la filosofia orientale si sposa a echi aristotelici e l’estetica orientale alla logica destrutturata del movimento del postmodernismo occidentale. Ma lo sguardo e l’inclinazione devono propendere più verso la cultura “acquisita” con la quale tornare poi a riflettere intorno a temi e filosofie della propria cultura d’origine (come in un certo senso fa Sang Jijia) oppure mantenere ortodossamente gli stilemi, le forme mentali, l’estetica e anche la visione globale della formazione originale dopo aver allargato comunque le proprie esperienze altrove? La scelta di Ruo-Yu Liu del taiwanese U-Theatre sembra andare in quella direzione, perché se la sua formazione l’ha vista negli anni ’80 avvicinare il radicalismo espressivo di un maestro come il polacco Jerzy Grotowski, dalla fondazione dell’U-Theatre Ruo-Yu Liu ha cercato una sintesi tra la visione mistica e rivoluzionaria appresa da Grotowski e la cultura d’appartenenza nella quale la disciplina fisica (arricchita anche dalle arti marziali), l’essenzialità, il viaggio interiore nel sé delle filosofie orientali sono fondanti. Ne è fiorita una forma scenica fascinosa e quasi mistica: una liturgia in cui l’artista e l’essere umano proprio nell’atto teatrale trovano e comunicano perfezione. Fa del resto parte del credo Zen che il Tao – ovvero il perfezionamento del sé – e l’acquisita abilità nell’arte siano obiettivi comuni di esistenza e creatività artistica. Una prospettiva affascinante, che affonda in secoli di pensiero e meditazione. E si riflette nell’oggi di questa artista, che è dovuta andare a sciacquare i suoi “panni creativi” in Occidente per ritrovare le profonde motivazioni e intuizioni della sua cultura.

Da alcuni anni l’attività di scouting e supporto agli artisti e creativi delle ultime generazioni è stato un trend importante nell’ambito della politica produttiva della danza italiana. Ancor prima che il Ministero dei Beni Culturali assumesse in questo senso una posizione fattiva e un’attenzione concreta, gli operatori più accorti hanno avviato in maniera autonoma alcuni progetti che con gli anni hanno assunto la solidità di una vera e propria istituzione. Non vi è dubbio che l’attività dedicata al sostegno di talenti emergenti abbia avviato un importante processo di allargamento e potenziamento della ricerca coreografica nazionale, così che in un ipotetico schema cronologico-estetico-coreologico dell’attuale situazione italiana accanto alla generazione dei Fratelli Maggiori (apparsi all’inizio degli anni ’80 del Novecento e tutt’oggi comunque felicemente attivi) si affianca quella emersa negli anni ’90 e già si segnala la vitale e composita nuova ondata degli under 30: ciascuna di queste, per altro, ben caratterizzata nella propria storia artistica, produttiva e umana, nonostante la magmatica genesi da cui emersero all’inizio i “pionieri” della “nuova danza” italiana cui invece corrisponde, almeno per i più giovani, una maggiore formazione tecnica dello specifico coreutico, spesso ottenuta con approfonditi studi internazionali. Se dunque c’è una frenetica attività creativa, costantemente monitorata, censita, valutata e proposta all’attenzione del pubblico, molto si deve proprio alla sensibilità accorta degli operatori, da subito ricettori delle dinamiche, esigenze e potenzialità artistiche della danza italiana. Si prenda la nascita del CID Centro Internazionale della Danza: la sua filosofia abbraccia l’arte coreutica sia nel suo aspetto professionale (con l’alta formazione), sia culturale (con i suoi incontri e conferenze), sia con la promozione tout court del linguaggio coreologico (con l’ospitalità di artisti delle diverse discipline e culture della danza) e si attaglia benissimo al contesto in cui l’istituzione è nata (quello di Oriente Occidente) ma, in più, conferma nei fatti la sua importante ragion d’essere. Grazie anche al CID infatti nel corso degli anni coreografi e compagnie hanno avuto la possibilità di creare i propri lavori in “residenze artistiche” e allo stesso tempo verificare sul campo, grazie a tutoring e anteprime, la qualità del proprio lavoro. Un momento e un luogo preziosi per riflettere, maturare e correggere la creazione, calibrare la forza della performance, cogliere spunti per resettare il già fatto e sviluppare il da farsi. In una parola: far emergere in un luogo “protetto” il divenire dell’artefatto coreografico, che per artisti spesso

molto giovani è un momento di maturazione e presa di coscienza fondamentali. Non a caso i progetti che riguardano gran parte di questi autori rientrano oggi sotto il nome CID Cantieri, dove il termine immediatamente rimanda all’azione del fabbricare, della paziente opera di composizione e costruzione, della sapienza artigianale, ancor più che artistica, con la quale si trasforma un pensiero e una ispirazione. E nell’atto del divenire si mostra allo sguardo del pubblico. Così ecco che in occasione di Oriente Occidente 2017 su quei Cantieri si aprono alcune finestre e lo sguardo esterno è lasciato vagare sulle ricerche di autori di diversa estrazione. Nel cartellone 2017 troviamo allora il teramese Manolo Perazzi che con Crossover tira i fili di una formazione eclettica, che dal balletto è arrivata all’hip hop fino al recente interesse per le installazioni. Ma anche Francesca Penzo e JacquesAndré Dupont che tra danza e videoarte esplorano il fascinoso tema della Vanitas insieme alla danzatrice Vilma Trevisan. E inoltre la coppia Tommaso Monza e Claudia Rossi Valli che coraggiosamente “osa” rileggere - anche con l’ausilio di un tappeto elastico - il cult Lo Schiaccianoci. E Pietro Marullo che con un gruppo formato da suoi colleghi della compagnia Insiemi Irreali, attiva in Belgio, e altri elementi scelti dai laboratori condotti proprio al CID crea un site specific per spazi aperti, Wreck - List of extinct species, in cui con diverse modalità di espressione coreografa il tema del naufragio. A proposito di spazi aperti, in collaborazione con Danza Urbana XL (branca di Anticorpi XL un altro importante network nazionale per la promozione della coreografia, dedicata specificatamente al sostegno di artisti e produzioni pensate a luoghi non convenzionali) da segnalare anche la proposta di una nuova modalità di composizione e fruizione dell’evento coreografico, che trae forza proprio dal contesto urbano e dal coinvolgimento del pubblico. Si tratta della formazione lombarda Piratejenny che in Cheerleaders impone, letteralmente, agli spettatori circostanti il perimetro della sua azione di assumere parte attiva nello sviluppo del suo processo creativo, sperimentando in presa diretta il rapporto di direzione coreografica e registica del “game”. Responsabilità di chi gestisce un progetto culturale è, comunque, “sposare” un artista in cui si crede, per dargli appoggio e sostegno. Diventare mentore di chi ha già dimostrato e ora è in quella fase di crescita che necessita di sicurezze. Come sapere che il tuo progetto produttivo vedrà finalmente una realizzazione e una possibilità di presentazione in un palcoscenico come quello di Oriente Occidente. E così ecco che Paolo Manfrini e Lanfranco Cis hanno dato vita anche al progetto “Artisti Associati”, che garantisce ad alcuni valenti autori della generazione dei trentenni di procedere nella loro ricerca per un biennio, presentando le loro produzioni al Festival e ricevendo sostegno per la circuitazione internazionale. In questo biennio si tratta del siciliano Salvo Lombardo, suadente esploratore di relazioni tra gesti quotidiani e memoria, percezione e movimento e della pugliese Irene Russolillo, performer forte, magnetica, dalla presenza vibrante, oggi attratta dal far danzare anche la voce. Due nomi su cui i direttori artistici del Festival hanno scommesso. Due nomi su cui scommette anche il futuro della danza italiana.

Workshop e masterclass

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Durante Oriente Occidente il CID Centro Internazionale della Danza propone occasioni per avvicinarsi o approfondire i diversi stili di danza coinvolgendo i coreografi e i danzatori ospiti del Festival.

MER 30 AGO CID ORE 12-14

ABOU LAGRAA

WORKSHOP DI DANZA CONTEMPORANEA

VEN 1 SET CID ORE 14-16

BENJAMIN TRICHA

CONTACT IMPROVISATION WORKSHOP FOLLOWING THE STREAMS PLAYFULLY

SAB 2 SET CID ORE 11-14

FRANKO SCHMIDT

WORKSHOP METODO JOOSS-LEEDER

DOM 3 SET

CID ORE 14-16 E 16.30-18.30

CATHERINE BERBESSOU FEDERICO RODRIGUEZ MORENO

STAGE DI TANGO ARGENTINO

5 6 7 SET

CID ORE 10-12 E 13-17

ADAM GAIN TANJA ERHART

CANDOCO DANCE COMPANY LAB

MAR 5 SET CID ORE 18-20

JACQUELINE MOTTA

WORKSHOP DI TECNICA COMPANHIA DE DANÇA DEBORAH COLKER

VEN 8 SET CID ORE 16-19

U-THEATRE

LE DANZE SACRE DI GURDJEFF CON I TAMBURI DI TAIWAN

SAB 9 SET

GIARDINO EX DAME INGLESI ORE 7-8.30

U-THEATRE

PRATICA DI TAI-CHI

SAB 9 SET

CID ORE 10-12 E 13-16

FRANCISCO SANCHEZ MARTINEZ

VOCABOLARIO COREOGRAFICO ANGELIN PRELJOCAJ Info costi e iscrizioni orienteoccidente.it 0464 431660 I posti per le attività sono limitati Bertrand Nodet


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ROVERETO 30.8-10.9.2017

La danza inclusiva

La bellezza danzante dei corpi diversi

Foto Chantal Guevara

di Francesca Pedroni

Candoco, Trisha Brown Dance Company, Yasmeen Godder, Balletto Civile, Michela Lucenti Danza inclusiva, danza che non “ex-clude”, danza che punta alla messa in circolo di voci e abilità molteplici, danza d’invenzione e di ri-creazione, danza che dà nuova forma al concetto di professionismo. Fedele alla sua storia di Festival in cui le diversità e i saperi si incontrano, Oriente Occidente dall’anno scorso è partner del progetto europeo Moving Beyond Inclusion dedicato alla formazione professionale e alla ricerca creativa degli artisti con disabilità. L’argomento è tra i portanti dell’edizione 2017 di Oriente Occidente: sviluppa le idee discusse nel settembre 2016 a Rovereto nella prima tappa di Moving Beyond Inclusion - tre giorni di incontri e laboratori che hanno lanciato la promozione del primo network nazionale dedicato alla danza inclusiva e finanziato dalle Politiche Sociali e dall’Assessorato della Cultura della Provincia autonoma di Trento – e genera

nuove produzioni, ospitalità e workshop. Un progetto che è l’ideale proseguimento delle esperienze legate alla DanceAbility, portate avanti dal Festival fin dal 2007, e promosso in partnership con realtà che lavorano sullo scambio creativo tra artisti con diverse abilità: in primis la Candoco Dance Company in Inghilterra, da moltissimi anni punto di riferimento della danza inclusiva, il Centre for Movement Research in Croazia, Spinn in Svezia, Tanzfähig in Germania, BewegGrund in Svizzera. L’incontro tra diverse abilità ha segnato negli anni, oltre Candoco, i lavori di gruppi come i DV8 di Lloyd Newson (come non ricordare lo strabiliante virtuoso del movimento, David Toole, privo di gambe, che iniziò a danzare proprio con i Candoco), e di artisti come Alain Platel, che iniziò a fare teatro da autodidatta dopo aver seguito come psicologo bambini diversamente abili, oltre che Virgilio Sieni, Alessandro Sciarroni, Abbondanza-Bertoni, Claire Cunningham, Michela Lucenti. Al Festival di quest’anno sono due i titoli che hanno come protagonisti i danzatori di Candoco: Set and Reset/Reset ricreazione ad opera della compagnia britannica del capolavoro di Trisha Brown del 1983 Set and Reset e la creazione in prima assoluta di Yasmeen Godder, Face In, coprodotta da Oriente Occidente. Trisha

Brown, coreografa e artista tra i maggiori del Novecento americano, è mancata quest’anno. Malata da tempo, dal 2013 non dirigeva più la sua compagnia, ma la ricerca affascinante sul potenziale creativo legato ai suoi titoli capisaldi è da tempo un plus nelle attività della Trisha Brown Dance Company. Set and Reset/ Reset è un progetto nel quale il materiale originario di Set and Reset è rielaborato da compagnie che si vogliono confrontare con il lavoro di Trisha attraverso una riscrittura personale della coreografia del 1983. Come spiega Abigail Yager, della Trisha Brown Dance Company, “il progetto Set and Reset/Reset esamina la natura variabile della coreografia in relazione a strutture sottostanti che ancorano una danza a se stessa. Il processo di ri-costruzione (in opposizione alla replica) è una negoziazione tra libertà e limite, un’esplorazione delle possibilità dei danzatori di creare una nuova versione della coreografia miliare di Trisha Brown”. I danzatori di Candoco hanno lavorato per la prima volta al progetto nel 2011, per riprenderlo nel 2016: danzatori abili e diversamente abili che si confrontano con concetti come la visibilità e l’invisibilità, l’agire sull’istinto, il puntare alla semplicità. Merita riportare alcune parole di Trisha sul concetto di creazione: “la creazione è di fatto ri-

...il corpo è il fondamento della danza è il luogo dove tutti i tipi di sogni possono sbocciare. Trisha Brown

creazione: la ri-creazione di un impulso liberato. Si ri-crea liberamente solo con le due memorie, quella del corpo e quella della mente (...) ed è il desiderio del corpo che imprime lo schema di ieri nel lavoro di oggi”. Le parole sono del 1990, eppure così foriere di stimoli per osservare il lavoro dei danzatori di Candoco su Set and Reset, rinascita di un masterpiece in mano ad altri corpi, ad altre abilità rivelatrici di un diverso potenziale di scrittura dell’originale. Il coreografo, pedagogo, musicista Alwin Nikolais diceva che il concetto più importante messo a fuoco dalla rivoluzione della modern dance del primo Novecento era l’unique gesture, quell’unicità del movimento da ricercarsi in ogni singolo danzatore. Un concetto chiave ancora oggi anche nella valorizzazione del potenziale creativo di abilità differenti del corpo e della mente. Così se in Set and Reset/Reset scopriremo cosa significa far rinascere uno spettacolo cardine a partire da più abilità a confronto, per Face In Yasmeen Godder annuncia “una ode all’intimità e all’immaginazione”: una creazione che ha portato i danzatori di Candoco a incontrare l’artista israeliana in una ricerca potente sulle emozioni. “L’intelligenza del corpo dà alle emozioni forme inaspettate. L’emozione è punto di partenza per più azioni e relazioni da sviluppare tra i


5 La piazza come palcoscenico

Moving beyond inclusion

La danza dello stupore. Per tutti di Maria Luisa Buzzi

G.U.I.D., Delrevés, (Rêve)², U-Theatre, Collettivo Piratejenny Abitare il mondo con la bellezza. La danza urbana cela questa esigenza estetica, ma non solo. Spontanea o strutturata, è una forma di espressione priva di pregiudizi e schemi definiti. Può semplicemente incarnare il piacere di muoversi, danzare, fuori dagli spazi convenzionali dei teatri, delle scuole di danza, delle balere, dei night club, oppure identificarsi come emanazione di una controcultura, espressione di minoranze (l’hip hop e il krumping, ad esempio), di comunità virtuali (flash mob) oppure come precipuo progetto artistico a sua volta inserito in una mirata programmazione culturale. La danza urbana, da qualsiasi angolatura la si guardi, resta un atto politico, una “questione culturale che invade lo spazio pubblico”. Fruibile nella maggior parte dei casi gratuitamente, accessibile trasversalmente a un vasto pubblico, aggrega e mette in atto modalità inconsuete di “stare nei luoghi” arrivando persino a sabotare logiche urbanistiche. Ha implicazioni sociali e culturali nel suo dare spazio alla sperimentazione creativa per formati “diversi” dalla scatola nera del palcoscenico e incarna il potere di liberare l’artista da ogni tipo di convenzione. Così come libero è anche lo spettatore che vi incappa: a sua discrezione soffermarsi a guardare oppure andarsene, mantenendo fede ai piani stabiliti prima del fatidico incontro.

Moving Beyond Inclusion è un progetto biennale, co-finanziato dal programma Creative Europe dell’Unione Europea. Il progetto supporta lo sviluppo delle capacità e delle competenze nel settore professionale della danza inclusiva per persone abili e disabili. L’obiettivo è di ampliare la conoscenza e la pratica anche all’interno del mondo dalla danza convenzionale, assicurando un cambiamento positivo che possa essere sostenuto nel tempo attraverso focus che aprano la discussioni sulle migliori pratiche inclusive. Progetto finanziato dall’Unione Europea e promosso in partnership con Candoco Dance Company (Regno Unito), Hrvatski institut za pokret i ples (HIPP) / The Croatian Institute for Movement and Dance (Croazia), Danskompaniet Spinn / Producentbyrån (Svezia), Tanzfähig Wohlfarter Richarz GbR (Germania) e BewegGrund (Svizzera).

E se hip hop e danza aerea sono per antonomasia “arti di strada”, anche la danza contemporanea ha conquistato negli anni un pubblico diverso grazie a operazioni messe in atto da coreografi-sperimentatori. Sempre di più negli ultimi trent’anni l’osmosi tra strada e palcoscenico si è intensificata: l’hip hop dalla strada ha progressivamente conquistato una dimensione “aulica” rendendosi “narrativo” ai fini della fruizione sul palcoscenico e la danza contemporanea, in tutte le sue sfaccettature, si è riversata in strada con spettacoli site specific. Abbandonata la turris eburnea dell’intellettualismo, molti coreografi negli ultimi vent’anni si sono dedicati a progetti per spazi urbani stimolati dal confronto diretto con lo spettatore e da un desiderio di conquista di un nuovo pubblico. L’esempio più significativo è quello di Angelin Preljocaj, da oltre trentacinque anni nel gotha della danza mondiale con lavori ideati per la sua compagnia ma anche per il Ballet de l’Opéra de Paris, il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala e il New York City Ballet, dal 1998 ideatore di un progetto mirante a portare la sua danza negli spazi pubblici. Si chiama G.U.I.D., Groupe Urbain d’Intervention Dansée, la compagnia grazie alla quale estratti di suoi spettacoli di successo invadono le stazioni, i supermercati, le piazze. Il valore dell’operazione consiste nel fatto che non vengono apportate modifiche alle coreografie: la scrittura resta “esigente”, rigorosa e sostenuta dalla stessa inventiva formale pensata per il teatro. Vedremo G.U.I.D. a Rovereto, in piazza Cesare Battisti e in piazza Erbe, e sarà una vera sorpresa. En plein air per definizione, sin dalla nascita in America in piena ribellione anni Settanta – celebri

le camminate sui muri e sui tetti dei grattacieli di Manhattan di Trisha Brown – la danza aerea ha messo in stretto rapporto l’architettura con la composizione connessa sia alla ricerca di nuove sfide culturali sia all’indagine estetica del rapporto struttura-contenuto. Diffusasi come disciplina che ha coinvolto climber, danzatori e acrobati, conosce oggi rappresentanti illustri in tutto il mondo. A Oriente Occidente saranno i catalani di Delrevés a ridefinire i contorni della Manifattura Tabacchi, complesso urbanistico in fase di riqualificazione, con lo spettacolo Uno. Saioa Fernández e Eduardo Torres, fondatori della compagnia, per l’occasione si interrogano su una doppia sfida all’equilibrio: oltre a quello fisico (volteggiano sulla facciata della Manifattura indossando scarpette da punta) anche quello psichico che detta le relazioni con l’altro da sé. È invece il mélange tra volteggi aerei dal trampolino, equilibri sulla barra russa e contact improvisation la specificità di Impact, il nuovo spettacolo della compagnia francese (Rêve)² ospitato in Piazza Malfatti. Circo contemporaneo intorno al tema dell’impatto: come accogliamo l’altro mentre atterra da un triplo salto dal trampolino? Come lo abbracciamo quando ci sfiora con un arto e abbandona il suo peso su di noi? Abbiamo la certezza di “prenderlo” quando si lancia da un’asta basculante? Emozionante sarà inoltre assistere alla parata di musica e danza degli strepitosi artisti di U-Theatre in via Santa Maria e farsi coinvolgere dalle Cheerleaders del Collettivo Piratejenny nella Piazza della Pace al Brione e dalle vibrazioni del bandoneon nella estemporanea milonga allestita sotto la grande cupola del Mart.

Grazie al progetto europeo Moving Beyond Inclusion continua l’impegno di Oriente Occidente per ampliare la conoscenza e la pratica della danza con persone abili e disabili. L’argomento è tra i portanti dell’edizione 2017: sviluppa le idee discusse nel settembre 2016 e presenta quest’anno spettacoli, stage e la creazione del nuovo portale danzabile.provincia.tn.it

J.C. Carbonne

Mario Tozzi

performers”, racconta l’artista di Candoco, Anne-Gaëlle Thiriot, dopo aver partecipato alla prima settimana di lavoro su Face In con Godder, una esperienza illuminante condotta attraverso feconde sessioni di improvvisazione. Non solo Candoco anima però il percorso intrapreso dal Festival sulla danza inclusiva. Oriente Occidente produce infatti anche Bad Lambs di Michela Lucenti, autrice italiana che da anni sperimenta con Balletto Civile una ricerca volta all’unicità di una scrittura fisica fortemente legata al lavoro con e su gli interpreti. Bad Lambs vede tra i protagonisti danzatori storici di Balletto Civile e danzatori diversamente abili. Un lavoro sulla relazione tra le persone alla ricerca di una nuova armonia, un processo, anticipa Lucenti, “che esplora ciò che possiamo fare quando abbiamo perso tutto: racconta la guerra che l’umanità affronta affinché la morte diventi tragedia, il rumore musica, il movimento danza, la parola poesia, la vita un’avventura”. Nulla di terapeutico, piuttosto una tappa in avanti sulla ricerca creativa dei diversamente abili come è nelle corde del progetto Moving Beyond Inclusion abbracciato da Oriente Occidente, le cui proposte e attività proseguono anche dopo il Festival con il LAB internazionale condotto per 30 danzatori dai coreografi Chiara Bersani, Michael Turinsky e Anouk Llaurens.

Gratuito su prenotazione

È verde il colore del futuro. Riconversioni sostenibili

MAR 5 SET

ORE 21 PROGETTO MANIFATTURA

Qual è il rapporto degli Italiani con i problemi ambientali? Quale quello fra il territorio del Bel Paese su cui si è costruito e le sue terre selvagge? Com’è possibile informarsi efficacemente su questi temi? E

come s’insegna la “grammatica ambientale”? Mario Tozzi, in questo progetto speciale che nasce dalla collaborazione tra il Festival e Trentino Sviluppo, entra nel merito delle domande più attuali sui temi delle energie rinnovabili sollevando lo sguardo dalla realtà locale a quella globale per indagare il rapporto dell’essere umano con i propri limiti e quelli imposti dalla natura, prefigurando quali possono essere le conseguenze a livello mondiale di tale rapporto e qual è l’esatta distinzione fra bene ambientale e bene economico. Partendo dall’evidenza che il territorio dispone di risorse limitate, è necessario imparare a riconvertire ciò che già c’è, come sta avvenendo a Rovereto all’interno

di Progetto Manifattura. La sfida è dunque trovare i giusti paradigmi attorno ai quali sviluppare un futuro sostenibile per le generazioni che verranno.

La Manifattura Tabacchi si trasforma in Progetto Manifattura

Passato – presente – progetti futuri In occasione dello spettacolo UNO della compagnia Delrevés, le porte di Progetto Manifattura si aprono al pubblico del Festival. Sarà possibile partecipare a delle visite guidate in programma nei giorni 2 e 3 settembre alle ore 19 e alle ore 20. Ingresso libero su prenotazione per gli spettatori di UNO.


6 Balla col Mart

Se la danza dialoga con l’arte visiva di Maria Luisa Buzzi

Il Novecento è stato un secolo trasversale nella relazione tra le arti. Basti, in campo coreutico, l’esperienza dei Ballets Russes (1909-1929) di Sergej Djagilev per comprenderne la portata. Djagilev con la sua impresa ha modificato non soltanto la percezione della danza in Occidente ma ha dato sfoggio a una nuova interdisciplinarietà. Il balletto, e la danza, si aprono a inediti legami con la pittura, la musica, la poesia, la fotografia, il cinema, le arti plastiche. Léon Bakst, Pablo Picasso, Alexandre Golovine, Alexandre Benois, Natalia Goncharova firmano scene e costumi delle produzioni della troupe. Le sperimentazioni cubiste si affacciano durante la prima guerra mondiale in un balletto, Parade (1917), coreografato da Léonide Massine. Negli anni ’50 e ’60 il teatro sperimentale in America e in Europa porta a una ulteriore rivoluzione nel rapporto danza e arti visive. Tadeuz Kantor, pittore e regista, insegnante e organizzatore di happenings, affermava: “Sono pittore e uomo di teatro, non ho mai separato questi due campi di attività”. Diverso il pensiero postmoderno della coppia di arte e di vita John Cage e Merce Cunningham che, nelle collaborazioni strette con Robert Rauschenberg, esaltavano la coesistenza delle arti e al tempo stesso la loro assoluta indipendenza durante la rappresentazione. Con la nascita della performance, che nulla ha più da spartire con le preoccupazioni elementari del teatro tradizionale (l’ideazione di una scenografia o di costumi, nonché di una narrazione a priori) è il corpo a farsi opera d’arte: provocatore ed elementare, spesso nudo, impone se stesso come strumento carico di significazione, intellettuale e incosciente. Per Trisha Brown, la grande coreografa americana scomparsa all’età di 80 anni lo scorso marzo, la pittura e il disegno hanno sempre fatto parte della sua vita. È

lo stesso Robert Rauschenberg, suo amico e stretto collaboratore, a dichiarare: “La Brown pensa come un pittore”. Insieme concepiscono due capolavori: Glacial Decoy nel 1979 e Set and Reset nel 1983, lavoro ospitato a Oriente Occidente 2017 nel riallestimento realizzato per l’inglese Candoco. Già il titolo, pensato da Trisha e Robert prima della creazione del pezzo, esprime la volontà di un dialogo tra danza e scenografia: come sottolineato da Vittoria Ottolenghi “la sillaba ‘re’ in inglese allude prima di tutto a reference (riferimento). Naturalmente significa anche ‘rifare’, riconcepire, sovrapporre un’altra scenografia a quella realizzata dalla danza. La coesistenza cioè di due livelli: la danza che si confronta con la scenografia. E la danza come scenografia”. I termini stessi set e reset implicano il processo di composizione-scomposizionericomposizione che definisce la struttura coreografica e si riflette nei toni cangianti della musica con testo di Laurie Anderson e nelle scene di Rauschenberg. E a farla da padrone qui è il concetto di trasparenza. Costumi e fondale rendono visibile qualcosa d’altro: i primi la carne, il secondo il retroscena a ribadire un’integrazione postmoderna senza annientamento reciproco. Le urgenze in quegli anni erano ridefinire i canoni spaziali della danza, recuperarne la naturalezza del movimento, perdersi nel dialettico rapporto ordine-caos superando la visione primonovecentesca di un teatro totale di fusione e interconnessione di linguaggi artistici differenti. E nel terzo millennio, quali invece le urgenze artistiche che declinano il rapporto danza e arti visive? Tema cardine la questione dell’alterità, del confronto con l’altro. I flussi migratori e il conseguente incontro-scontro culturale, così come l’invasione della tecnologia digitale, della realtà aumentata, dei robot nel nostro quotidiano hanno spinto i coreografi a nuove riflessioni. Cosa significa oggi danzare, se non rimettere il corpo in questione per dispiegarne il potenziale cercando di esporne le debolezze, la forza e il ruolo sociale anche in relazione all’altro da sé? Nel programma del Festival 2017 la collaborazione tra Oriente Occidente e il Mart, il Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Rovereto

diretto da Gianfranco Maraniello, genera su questo tema la produzione di tre spettacoli proposti negli spazi museali. E così Héla Fattoumi e Éric Lamoureux provocano l’incontro inedito tra danzatori ed esseri inanimati, non robot come già sperimentato dalla spagnola Blanca Li, bensì una nuova idea di marionetta reattiva. In linea con tutto lo “splendore meccanico” che aveva entusiasmato le avanguardie del Novecento - dai Balli Plastici (1918) del roveretano Fortunato Depero al Balletto Triadico di Oskar Schlemmer, in cui il corpo diviene insieme di volumi e il costume una maschera che lo possiede - i due artisti francesi recuperano il danzatoremarionetta di Kleist o, se vogliamo l’AttoreSupermarionetta di Craig, per provare un nuovo esperimento di organicità attraverso il dialogo sulla scena tra danzatori in carne ed ossa e sculture biomorfiche oscillanti realizzate su modello delle Entité ailée del dadaista Hans Arp. Denominate Oscyl queste sculture condividono con gli umani la grandezza e la verticalità ma la loro massa non è distribuita con coerenza: possiedono una base più pesante, per vincere la gravità e la caduta. Esattamente come un culbuto per l’infanzia, ma in forma d’artista, gli Oscyl spingono i coreografi a sperimentare nuove modalità di relazioni, nuove modalità spaziali, nuove danze comunitarie. Far danzare l’inanimato è anche la sfida proposta al Festival e al Mart da Pietro Marullo in Wreck - List of extinct species in cui le leggi della fisica si sovvertono: la materia fluttua, i corpi si pietrificano. La sua è una partitura coreografica per una soft sculpture, è la danza poetica di un gigantesco, morbido, oggetto nero che ridefinisce la presenza dell’umano, inerte e inerme di fronte all’ineluttabile spostamento della materia. Salvo Lombardo, invece, realizza una videoinstallazione interattiva nelle sale del museo per dispiegare la sua ricerca sulla riproposizione dei ricordi nella società del selfie e degli attimi (non sempre pregni di significato) immortalati. Interviste raccolte in fase preliminare diventano strumento per indagare in Reappearances i sistemi di memoria emozionale attraverso una mappatura digitale di micro-narrazioni soggettive, verbali e gestuali. Un nuovo concetto di affresco tridimensionale. Un nuovo dialogo tra corpo e arte visiva.

30 AGO/ 10 SET

30 AGO/ 10 SET

REAPPEARANCES

TOÏ TOÏ TOÏ

MART

INSTALLAZIONE A CURA DI SALVO LOMBARDO Reappearances è una video installazione interattiva concepita nell’ambito del Festival Oriente Occidente appositamente per il Mart - Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto. L’opera, pensata per una fruizione secondo il sistema della realtà aumentata, intende attivare una dinamica partecipativa rivolta alla comunità di Rovereto e ai visitatori del Museo. Il nucleo del lavoro parte da un’indagine artistica dei sistemi della memoria emozionale, e in particolare delle possibili connessioni tra memoria episodica, memoria gestuale e vissuto biografico. L’intento è quello di articolare una mappatura di racconti orali, movimenti e gesti che traccino una costellazione di micro-narrazioni soggettive che man mano si allargano, come in un sistema di cerchi concentrici, verso una narrazione più ampia. L’obiettivo è la composizione di un affresco corale che susciti il racconto di una comunità in questo momento storico.

BIBLIOTECA CIVICA

MOSTRA FOTOGRAFICA DI NINNI ROMEO A CURA DI LORENZO CASTORE Le immagini della mostra Toï toï toï di Ninni Romeo colgono molto dell’identità poetica di Pina Bausch. La fotografa non cerca visioni “ad effetto”. Proprio come Pina, evita la forma levigata e le retoriche estetiche. I suoi “racconti” sghembi e trasversali sono drammatici o affettuosi, malinconici o buffi, come il flusso della nostra esperienza e come i pezzi del Tanztheater Wuppertal. Alle “pose” e ai compiacimenti preferiscono l’intreccio fra fantasia e memoria e la preziosa intensità dell’attimo. Non sono “foto di spettacoli”, ma momenti d’essere.

La realizzazione dell’opera è stata preceduta da diversi momenti di raccolta avvenuti attraverso la modalità del workshop aperto alla collettività e attraverso delle interviste ai visitatori occasionali del Mart.

Isabella Gaffè

Héla Fattoumi e Éric Lamoureux, Pietro Marullo, Salvo Lombardo

Mostre

ROVERETO 30.8-10.9.2017

Carolina Farina

Ingresso gratuito


SAB 2 SET

Sala conferenze del Mart ore 18 LINGUAGGI

GRAMMENOS MASTROJENI

EFFETTO SERRA EFFETTO GUERRA

Ingresso gratuito su prenotazione

HÉLA FATTOUMI ÉRIC LAMOUREUX VIADANSE

FRANCIA

OSCYL VARIATION

ANTEPRIMA CREAZIONE SITE SPECIFIC COPRODUZIONE DEL FESTIVAL E DEL MART

Teatro Zandonai ore 20.30

ABOU LAGRAA COMPAGNIE LA BARAKA

FRANCIA

WONDERFUL ONE

PRIMA ASSOLUTA COPRODUZIONE DEL FESTIVAL

Biglietto intero a partire da 20 € Oriente Ocidente Emozioni a partire da 5 €

Piazza del Mart ore 22 CID CANTIERI

PIETRO MARULLO INSIEMI IRREALI

ITALIA/BELGIO

WRECK – LIST OF EXTINCT SPECIES PRIMA ASSOLUTA CREAZIONE SITE SPECIFIC COPRODUZIONE DEL FESTIVAL E DEL MART

Gratuito

GIO 31 AGO

Piazza Malfatti ore 18

COMPAGNIE (RÊVE)²

FRANCIA

IMPACT

Gratuito

Libreria Arcadia ore 19 LIBRI

ELISA GUZZO VACCARINO EROS E DANZA

Ingresso gratuito

Auditorium Melotti ore 20.30

MICHELA LUCENTI BALLETTO CIVILE

ITALIA

BAD LAMBS

PRIMA ASSOLUTA COPRODUZIONE DEL FESTIVAL

Biglietto intero a partire da 16 € Oriente Ocidente Emozioni a partire da 5 €

Biglietto intero 18 € Oriente Ocidente Emozioni a partire da 5 €

Progetto Manifattura ore 18 e ore 21

SAIOA FERNÁNDEZ DELREVÉS VERTICAL DANCE

SPAGNA

UNO

PRIMA NAZIONALE CREAZIONE SITE SPECIFIC COPRODUZIONE DEL FESTIVAL E DI TRENTINO SVILUPPO

Sala conferenze del Mart ore 18 LINGUAGGI

AGNÈS SINAÏ

BENVENUTI NELL’ANTROPOCENE

LEONETTA BENTIVOGLIO

Ingresso gratuito

Teatro alla Cartiera ore 18 CID CANTIERI

TOMMASO MONZA CLAUDIA ROSSI VALLI NATISCALZI DT

ITALIA

LO SCHIACCIANOCI

PRIMA ASSOLUTA COPRODUZIONE DEL FESTIVAL

Biglietto intero 10 € 5 € under 26

Auditorium Melotti ore 20.30 ARTISTA ASSOCIATO

FRANCIA

PRIMA NAZIONALE

Biglietto intero a partire da 20 € Oriente Ocidente Emozioni a partire da 5 €

Piazza del Mart ore 22

MILONGA

Sala conferenze del Mart ore 11 LINGUAGGI

JO ANN ENDICOTT CON PINA BAUSCH

CONVERSAZIONE DI LEONETTA BENTIVOGLIO CON L’AUTRICE DEL LIBRO, GIÀ MEMBRO DEL TANZTHEATER WUPPERTAL

Ingresso gratuito su prenotazione

Sala conferenze del Mart ore 18 LINGUAGGI

DANCING

MAR 5 SET Sala conferenze del Mart ore 18 LINGUAGGI

Ingresso gratuito su prenotazione

DREAMS

PROIEZIONE DEL FILM SUL KONTAKTHOF PER ADOLESCENTI DI PINA BAUSCH. PRESENTATO DA LEONETTA BENTIVOGLIO

Piazza della Pace ore 18 DANZA URBANA XL

SARA CATELLANI ELISA FERRARI DAVIDE MANICO COLLETTIVO PIRATEJENNY

ITALIA

CHEERLEADERS

Gratuito

Progetto Manifattura ore 21

MARIO TOZZI

È VERDE IL COLORE DEL FUTURO. RICONVERSIONI SOSTENIBILI

Ingresso gratuito su prenotazione

PRIMA ASSOLUTA CREAZIONE SITE SPECIFIC COPRODUZIONE DEL FESTIVAL E DI TRENTINO SVILUPPO

Ingresso gratuito su prenotazione

Terrazza del Mart ore 18

MER 6 SET

OSCYL VARIATION

Sala conferenze del Mart ore 18 LINGUAGGI

MAX CALDERAN

Biglietto intero 18 € Oriente Ocidente Emozioni a partire da 5 €

Progetto Manifattura ore 18 e ore 21

CORRENDO PER LA PACE NEL DESERTO

Ingresso gratuito su prenotazione

SAIOA FERNÁNDEZ

Auditorium Melotti, sala -1 ore 18 ARTISTA ASSOCIATA

THE SPEECH WAVE

FRANCIA

IMPACT

Gratuito

Teatro Zandonai ore 20.30

Biglietto intero 5 € gratuito under 12

Teatro Zandonai ore 20.30

PRIMA NAZIONALE

Gratuito

Auditorium Melotti ore 20.30 CID CANTIERI

FRANCESCA PENZO JACQUES-ANDRÉ DUPONT FATTORIA VITTADINI

ANTEPRIMA COPRODUZIONE DEL FESTIVAL

MANOLO PERAZZI GRUPPO E-MOTION

ITALIA

VEN 8 SET

Sala conferenze del Mart ore 18 LINGUAGGI

FAUSTO DE STEFANI GIUSEPPE CEDERNA IL CUORE SEGRETO DEL VIAGGIO

Ingresso gratuito su prenotazione

Piazza Erbe ore 18

BALLET PRELJOCAJ G.U.I.D. (GROUPE URBAIN D’INTERVENTION DANSÉE)

FRANCIA

ESTRATTI DAL REPERTORIO DI ANGELIN PRELJOCAJ

Gratuito

Teatro Zandonai ore 20.30

ANGELIN PRELJOCAJ BALLET PRELJOCAJ

FRANCIA

LA FRESQUE

Presidenza Paolo Baldessari Direzione artistica Lanfranco Cis e Paolo Manfrini Direzione amministrativa Dario Piconese

ITALIA

STUDIO PRODUZIONE DEL FESTIVAL Ingresso gratuito su prenotazione

Promozione ed eventi esterni Laura Marongiu Organizzazione e gestione attività CID Gloria Stedile

AIESEC volunteers Ayush Palrecha, Joana Pinheiro, Miguel Pinto, Raha Rohbani

Biglietto intero a partire da 16 € Oriente Ocidente Emozioni a partire da 5 €

Biglietto intero a partire da 20 € Oriente Ocidente Emozioni a partire da 5 €

PRIMA ASSOLUTA CREAZIONE SITE SPECIFIC COPRODUZIONE DEL FESTIVAL E DEL COMUNE DI BRENTONICO

Gratuito

Sala conferenze del Mart ore 18 LINGUAGGI

THOMAS

TORELLI

FOOD RELOVUTION

PROIEZIONE DEL FILM ALLA PRESENZA DEL REGISTA

Ingresso gratuito su prenotazione

Via Santa Maria ore 18

Teatro Zandonai ore 20.30 COMPANHIA DE DANÇA DEBORAH COLKER BRASILE

VERO

PRIMA EUROPEA

Biglietto intero a partire da 20 € Oriente Ocidente Emozioni a partire da 5 €

TAIWAN

PRIMA NAZIONALE CREAZIONE SITE SPECIFIC

Gratuito

Auditorium Melotti ore 20.30

YASMEEN GODDER TRISHA BROWN CANDOCO DANCE COMPANY

REGNO UNITO

FACE IN

PRIMA ASSOLUTA COPRODUZIONE DEL FESTIVAL

SET AND RESET/RESET

Biglietto intero a partire da 20 € Oriente Ocidente Emozioni a partire da 5 €

DOM 10 SET

Sala conferenze del Mart ore 18 LINGUAGGI

RENZO CARBONERA MARIA ROVERAN RESINA

PRESENTAZIONE DEL FILM ALLA PRESENZA DEL REGISTA E DELL’ATTRICE PROTAGONISTA

Ingresso gratuito su prenotazione

Teatro Zandonai ore 20.30

RUO-YU LIU CHIH-CHUN HUANG U-THEATRE

TAIWAN

BEYOND TIME PRIMA NAZIONALE

Biglietto intero a partire da 20 € Oriente Ocidente Emozioni a partire da 5 €

INCONTRI INTERNAZIONALI DI ROVERETO ORIENTE OCCIDENTE

DEBORAH COLKER

PA|ETHOS

DENTRO TOCCARE

Biglietto unico 10 € (Vanitas + Crossover)

Assistenti alla produzione Caterina Aramini, Ludovica Bertola, Benedetta Buttarelli, Ettore Calzoni, Ada Keller, Matheus Leite Silva, Nicole Riolfatti, Sara Zandonai

INCONTRO CON LUTZ FÖRSTER E LEONETTA BENTIVOGLIO

ITALIA

ore 21.30

IRENE RUSSOLILLO ALICE CHIARI

LUTZ FÖRSTER

LO SGUARDO DELL’IMPERATRICE

CROSSOVER

Segreteria organizzativa e logistica Tobia Bona, Giulio Menegoni, Veronica Stigliani

ESTRATTI DAL REPERTORIO DI ANGELIN PRELJOCAJ

SANG JIJIA ITALIA/TIBET

FRANCIA

DANCE STORIES BY AND WITH LUTZ FÖRSTER

SPELLBOUND CONTEMPORARY BALLET

G.U.I.D. (GROUPE URBAIN D’INTERVENTION DANSÉE)

Organizzazione e progetti europei Anna Consolati

IRENE RUSSOLILLO

COMPAGNIE (RÊVE)²

BALLET PRELJOCAJ

UNO

Direzione organizzativa Oriana Cescatti

CREAZIONE SITE SPECIFIC COPRODUZIONE DEL FESTIVAL E DI TRENTINO SVILUPPO

Piazza Cesare Battisti ore 18

DELREVÉS VERTICAL DANCE SPAGNA

Biglietto intero a partire da 20 € Oriente Ocidente Emozioni a partire da 5 €

HÉLA FATTOUMI ÉRIC LAMOUREUX CREAZIONE SITE SPECIFIC COPRODUZIONE DEL FESTIVAL E DEL MART

Ingresso gratuito su prenotazione

ANTEPRIMA COPRODUZIONE DEL FESTIVAL

DOM 3 SET

Biglietto intero 10 € 5 € under 26

L’AMBIENTE SOTTO IL TALLONE DI TRUMP: COME PROTEGGERLO?

FEET IN THE CLOUDS

FEDERICO RAMPINI

MANGIA COME SAI. DA FEUERBACH ALLA LISTA DELLA SPESA

TU, EL CIELO Y TU

Castione di Brentonico Gallerie del Caposaldo di Monte Giovo ore 11 ARTISTA ASSOCIATA

SEGRÈ

COMPAGNIE CATHERINE BERBESSOU

ANDREA

U-THEATRE

PRIMA ASSOLUTA PRODUZIONE DEL FESTIVAL

CATHERINE BERBESSOU

SAB 9 SET

VANITAS

CHIASMA

Sala conferenze del Mart ore 18 LINGUAGGI

SALVO LOMBARDO PRESENT CONTINUOUS

Auditorium Melotti ore 20.30

ITALIA

Ingresso gratuito su prenotazione

Piazza Malfatti ore 18 Ninni Romeo

Biglietto intero 5 € gratuito under 12

FRANCIA

Libreria Arcadia ore 19 LIBRI

ITALIA

VIADANSE

VEN 1 SET

PINA BAUSCH. UNA SANTA SUI PATTINI A ROTELLE

Terrazza del Mart ore 18

MER 30 AGO

LUN 4 SET

GIO 7 SET

7

Biglietteria Melissa Padgett, Giulia Rovro

Ufficio stampa e comunicazione Omnia Relations, italy.com turismo e comunicazione Video & photo editor Camilla Spagni Instagram editor Sara Melchiori Wikipedia editor Giorgia Bianchi, Maria Vittoria Bortolotti, Sara Dalrì, Alessia De Santi, Camilla Negri, Ginevra Passarella, Mariasilvia Pisetta, Linda Pitti, Carol Sterni, Ilenia Zambaldi, Giulia Zenorini della classe 3C del Liceo Musicale e Coreutico F.A. Bomporti di Trento Testi Maria Luisa Buzzi, Francesca Pedroni, Silvia Poletti Grafica Alessio Periotto, Designfabrik Coordinamento tecnico Michele Olcese Staff tecnico Alessandro Baldo, Michele Cumer, Alberta Finocchiaro, Denis Frisanco, Leonardo Liberi, Nilo Santoni, Luca Vianini, Lucio Zandonati, Maffei Service, Guido Girardi e Lorenzo Simoncelli dell’Ufficio Cultura del Comune di Rovereto e personale tecnico dell’Auditorium Melotti


Foto di Max Calderan

www.montura.it

ORIENTE OCCIDENTE EMOZIONI -30% sui biglietti*, ingresso a 5 euro fino a 26 anni e tanti altri vantaggi Oriente Occidente Emozioni è personale, non cedibile, costa 5 € ed è attivabile con l’acquisto di almeno due biglietti. È gratuita per allievi e insegnanti delle scuole di danza se attivata entro il 31 luglio, per i possessori della Mart Membership Card, della Membership Card MUSE, della “Carta in Cooperazione” e per gli abbonati della Stagione InDanza 2016-2017 del Centro Servizi Culturali Santa Chiara.

BIGLIETTI Online orienteoccidente.it Al telefono con carta di credito chiamando il numero 0464 431660 dal lunedì al venerdì ore 10-14 e 15-18 Dall’8 agosto Corso Rosmini 58 - Piano terra - Rovereto dal lunedì al venerdì ore 10-14 e 15-18 Dal 30 agosto al 10 settembre la vendita sarà possibile anche nelle giornate di sabato e domenica e nei luoghi di spettacolo da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo Oriente Occidente aderisce a museumpass.it e a 18app.it

INFORMAZIONI

E inoltre dà diritto a:

0464 431660 festival@orienteoccidente.it orienteoccidente.it

In occasione degli spettacoli presso l’Auditorium Melotti e nella Piazza del Mart è attivo il servizio bar a cura di Gastronomia Le Formichine a partire da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo.

In occasione degli spettacoli presso il Teatro Zandonai è attivo il servizio bar al secondo piano.

Enti sostenitori

Provincia autonoma di Trento

L’iniziativa è stata realizzata con il contributo di

Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo

Comune di Rovereto Assessorato alla Cultura

• Zaino e poster di Oriente Occidente • Sconto del 10 % sugli stage del CID Centro Internazionale della Danza in programma nel 2017 • Ingresso scontato agli spettacoli della Stagione In Danza del Centro Servizi Culturali Santa Chiara nella stagione 2017-2018 • Ingresso scontato al Mart, al MUSE, al Museo Storico Italiano della Guerra, alla Campana dei Caduti, al Museo Civico di Rovereto** • Parcheggio scontato al Mart** • Sconto del 10% su pasti, consumazioni e acquisti in ristoranti, bar, negozi a Rovereto e in Vallagarina (elenco degli esercizi convenzionati su orienteoccidente.it)** • Sconto del 10% presso la Libreria Arcadia di Rovereto * Sono esclusi gli spettacoli della sezione CID Cantieri e degli Artisti Associati ** Promozione attiva solo nel periodo del Festival

Partner

Comune di Brentonico

Regione autonoma Trentino - Alto Adige Autonome Region Trentino-Südtirol Con il patrocinio di

Con il contributo di

Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo

Main sponsor

ACCESSIBILITÀ DEGLI SPAZI • Teatri con posti riservati per persone con mobilità ridotta e in carrozzina, accesso in autonomia al foyer di entrata, alla platea e ai bagni, parcheggi riservati nelle immediate vicinanze • Sale danza accessibili con ascensore, con spogliatoi, bagni e docce per persone con disabilità Il Teatro Zandonai ha 8 posti per persone con disabilità motoria su sedia a rotelle, l’Auditorium Melotti 5, il Teatro alla Cartiera 4.

ACQUISTO DEI BIGLIETTI PER PERSONE CON DISABILITÀ E ACCOMPAGNATORE L’acquisto dei biglietti può essere effettuato telefonando allo 0464 431660 (orario 10-14 15-18) o mandando una mail a festival@orienteoccidente.it. Siamo lieti di accogliere i vostri suggerimenti e segnalazioni per una gestione sempre più aggiornata e accurata delle informazioni e degli itinerari di accesso agli spazi festival@orienteoccidente.it


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