ALPE Estate 2018

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Estate 2018

ALPE Alpe di Siusi Magazine

CASTELROTTO · SIUSI ALLO SCILIAR · FIÈ ALLO SCILIAR · ALPE DI SIUSI · TIRES AL CATINACCIO

Sentiero dei tronchi Attraverso la gola sullo Sciliar

Storie di montagna A visita da Hansjörg e Margot sul Rifugio Bergamo

Bagno nel bosco Alla ricerca del nulla


Komma Graphik - Foto: Helmuth Rier

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Comodamente e in modo conveniente nel paradiso escursionistico con la Combi Card oppure la Seiser Alm Card Gold

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Foto: Helmuth Rier

Editoriale & Sommario

Cari ospiti! Trascorrere l’estate nell’area va­ canze Alpe di Siusi significa go­ dere di belle e rilassanti vacanze a stretto contatto con una natura incontaminata, dove l’avventura fa da padrona. Fare escursioni o arrampicate, andare in mountain bike, cimentarsi nel parapendio, nell’equitazione o nel nuoto, gi­ ronzolare oppure oziare. Qualsiasi cosa decidiate di fare, per tutta la vacanza dimenticherete la quoti­ dianità. Quest’edizione punta i riflettori sullo storico Rifugio Bergamo, che ha assunto un ruolo fondamentale nel rendere le Dolomiti accessibili al turismo e che oggi viene gestito con grande passione da una cop­ pia di ristoratori di Tires. E il gio­ vane Daniel Pattis, anch’egli di Ti­ res, ha scritto una pagina di storia vincendo, nel 2017, tre titoli nazio­ nali e internazionali nella corsa in montagna. Staccare consapevolmente la spina durante un’escursione, avvolti

dall’aria fresca del bosco, rilassa il corpo ed esercita un effetto posi­ tivo sulla salute. La recente instal­ lazione artistica nei pressi del La­ ghetto di Fiè è un invito a fare una sosta e ad entrare in contatto con sé stessi. Il Sentiero dei Tronchi è decisa­ mente più animato quando, in primavera, il bestiame sale sullo Sciliar, per fare ritorno poi in au­ tunno. La sua struttura assume un ruolo determinante. L’architettura straordinaria si rispecchia nelle bellissime malghe e stalle che si integrano perfettamente nel pae­ saggio della area vacanze Alpe di Siusi. Il carpentiere Toni Rier ci of­ fre una panoramica sulla tradizio­ nale tecnica di costruzione. I piaceri gastronomici la fanno da padroni durante la tradizionale Festa dei canederli a Castelrotto. I buongustai, che ai canederli ci hanno ormai preso gusto, non pos­ sono perdersi la ricetta di quelli alle fragole.

ALPE vorrebbe anche essere un’u­ tile guida per la vostra vacanza: ol­ tre ad informazioni importanti sui servizi pubblici e dati interessanti, presenta molti consigli circa i mi­ gliori ristoranti, trattorie e punti d’incontro, così come numerose e allettanti possibilità per lo shop­ ping nei paesi dell’altopiano e din­ torni. Questo magazine contiene anche un programma dettagliato di eventi, appuntamenti culturali e ricreativi, da vivere in compa­ gnia. Se deciderete di partecipare, l’album delle vostre vacanze sarà ricco di momenti felici e indelebili. Vi auguriamo di trascorrere un me­ raviglioso e indimenticabile sog­ giorno, fatto di momenti piacevoli e di riposi. Eduard Tröbinger Scherlin Presidente per Alpe di Siusi Marketing e le Associazioni Turistiche di Castelrotto, Siusi allo Sciliar, Fiè allo Sciliar, Alpe di Siusi e Tires al Catinaccio

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La merenda altoatesina Pagina 6

Tra le pareti: Il Sentiero dei tronchi Pagina 14

Carpentiere Toni Rier: Masi e fienili grandi(osi) Pagina 20

Visitando il Rifugio Bergamo Pagina 26

Intervista a Daniel Pattis Pagina 30

Bagno nel bosco: Alla ricerca del nulla Pagina 34

Opere d’arte al Laghetto di Fiè Pagina 40

La festa dei canederli a Castelrotto Pagina 44

Canederli alle fragole Pagina 46

Highlights estate 2018 Pagina 48

Anteprima inverno 2018/19 Pagina 50

Visto & sentito

Sommer Estate | ALPE 3


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Le tre e mezza in Alto Adige Un tempo, la merenda al tagliere veniva servita ai contadini nel pomeriggio, al termine del lavoro nei campi. Come detta la tradizione, anche oggi, su una semplice tavoletta in legno vengono disposti i migliori ingredienti regionali: speck dell’Alto Adige in pezzo o a fettine, formaggio speziato di malga, salamini affumicati e il tipico pane croccante, lo Schüttelbrot. I veri intenditori accompagnano il tutto con un bicchiere di vino rosso. La merenda al tagliere è ancora parte della tradizione contadina che non può mai mancare nei menù degli agriturismi e delle malghe locali. E cosa ci può essere di meglio di una combinazione tra gustose pietanze regionali e la leggendaria vista sul più vasto altipiano d’Europa e sulle Dolomiti, dichiarate dall’UNESCO patrimonio dell’umanità?

Testo: Denise Frötscher Foto: Helmuth Rier

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Tra le pareti 25 tonnellate di acciaio e cinque ponti, con una lunghezza compresa tra 15 e oltre 100 m, conducono attraverso una stretta gola. Lo spettacolare Sentiero dei tronchi (chiamato Prügelweg in tedesco) serpeggia in direzione della malga Sesselschwaige con i suoi imponenti ponti, simili a viadotti disposti ad arte, e i tracciati sopra e lungo il gorgogliante rio Sciliar.

L Testo: Sabine Funk Fotos: Helmuth Rier

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L’impegnativo Sentiero dei tronchi, che parte da Fiè allo Sciliar, non affascina solo gli escursioni­ sti più tecnici, poiché non sono le persone il tar­ get prioritario di questa suggestiva via d’accesso alla montagna simbolo dell’Alto Adige, anche se ce l’hanno quasi sempre tutto per loro. In realtà, la fatica non trascurabile per la costruzione e la

manutenzione del sentiero viene affrontata per una cerchia selezionata di ben 300 villeggianti quadrupedi, che attraversano la gola del rio Sci­ liar due volte all’anno, quando vengono accompa­ gnati sugli abituali pascoli ad alta quota dell’omo­ nima cima da Fiè, Aica di Fiè e Umes. Il pittoresco Sentiero dei tronchi, noto anche come Knüpp-


elweg o Pruggn tra gli abitanti locali, è un’infra­ struttura agricola indispensabile per gli allevatori di Fiè. Senza i tratti di sentiero faticosamente assicurati tra Peter Frag e la malga Sesselschwaige, le greggi non potrebbero raggiungere i nutrienti pascoli

estivi. Se per gli escursionisti il comodo Sentiero dei turisti rappresenta l’ascensione più facile alla volta del maestoso monte tavolato, per le greggi quest’accesso, che devia attraverso l’Alpe di Siusi, è poco praticabile. Il roccioso sentiero Schäufelesteig (il percorso antico più diretto per raggiun­ gere lo Sciliar da Fiè) è troppo ripido. »

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Il Sentiero dei tronchi, quindi, è parte integrante della lunga storia della pastorizia sullo Sciliar, oltre a essere legato alla tradizione, nata a Fiè, dei terapeutici bagni di fieno, sia quando si dor­ miva nel fieno sui pascoli ad alta quota (durante il periodo della falciatura), sia successivamente, quando questa pregiata materia prima locale ve­ niva portata a valle lungo questo sentiero con semplici carri, per rifornire i centri balneari. Inol­ tre, fino alla messa in funzione della teleferica nel 1969, anche la gestione dei rifugi sullo Sciliar è dipesa in gran parte dai rifornimenti con i muli lungo il Sentiero dei tronchi. In tarda primavera il bestiame si trova sulla Malga Tuff o, in base ai paesini di partenza, su altri pa­ scoli a quota inferiore, e a inizio luglio sale sullo Sciliar. L’ascensione attraversa costantemente la gola (ca. 1 km di lunghezza e pochi metri di lar­ ghezza) scavata nella roccia dal rio Sciliar lungo il suo percorso verso valle. Il bestiame viene ripor­ tato a casa per lo più a inizio/metà settembre, in base alla quantità di cibo presente sugli alpeggi alti e bassi, che varia da un anno all’altro.

Una struttura dispendiosa. La gola è stata resa accessibile per gli ungulati molto tempo fa, grazie al posizionamento di innumerevoli assi in legno, cui il sentiero Prügelweg o Knüppelweg deve il suo nome, collocate trasversalmente sul ruscello. In passato, queste poggiavano direttamente sul ter­ reno e sul letto del ruscello dove, a seconda della sua portata, erano esposte all’impeto dell’acqua (dal basso) e a notevoli quantità di neve e detriti (dall’alto), soprattutto in primavera. Era indispen­ sabile una manutenzione costante e, per secoli, il sentiero è stato curato e riparato dagli agricoltori; ciascuno era tenuto a svolgere un determinato lavoro, in base al numero di animali che portava in alpeggio. Negli anni migliori, i danni e gli in­ terventi erano limitati. Grazie agli anziani di Fiè, però, sappiamo che durante l’inverno degli anni ‘50 e ‘70, il sentiero è stato quasi interamente di­ strutto. All’epoca, trascorrevano ancora l’estate sullo Sciliar oltre 500 animali. Nel 1994, i danni provocati da un temporale sono stati così ingenti, che l’Ufficio sistemazione ba­ cini montani ha dato il via al risanamento gene­ rale del sentiero, rimasto completamente chiuso per un anno. Il lavoro è stato colossale e ha ri­ chiesto due escavatori a ragno e circa dieci ope­ »

Traffico in senso contrario: durante la transumanza in settembre sarebbe meglio accettarsi di non incontrare il bestiame.

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Senza il Sentiero dei tronchi, le greggi non potrebbero raggiungere i pascoli sullo Sciliar.

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La moderna struttura portante di acciaio è resistente contro l’umiditĂ perenne della gola. La spigolosa forma dei tronchi ha una lunga tradizione.


rai che hanno trascorso l’intera estate nei contai­ ner al di sotto della malga Sesselschwaige. Nel 1995, anno di costruzione del primo Sentiero dei tronchi sospeso, la gola è stata impraticabile per l’intero periodo e la transumanza deviata sul sen­ tiero Zirmwaldsteig, che si snoda a destra sopra la gola; un’impresa rischiosa su un tracciato poco adatto a tal fine. Il primo risanamento prevedeva una novità es­ senziale: lo spostamento del sentiero dal fondo della gola a un’altezza di due/tre metri con alcuni elementi nuovi e altri conformi al suo aspetto originario. Per l’elevazione era necessario cre­ are una struttura portante e una superficie so­ prastante adatta a persone e animali. La forma caratteristica dei tronchi in larice ricorda quelli che erano disposti sul letto del ruscello in pas­ sato, spaccati longitudinalmente in loco (nella gola) con semplici strumenti, cosicché gli spigoli vivi conferissero un profilo antiscivolo al manto del sentiero. Secondo alcuni escursionisti, in fase di discesa, questo profilo talvolta davvero spigo­ loso sollecita particolarmente le articolazioni, ma se i ponti fossero coperti con travi rotonde o li­ sce, l’elevata umidità della gola li trasformerebbe in un vero e proprio scivolo, rendendoli partico­ larmente pericolosi. Solo 15 anni dopo questo oneroso risanamento del valore di oltre 300.000 euro, i ponti e i trac­ ciati del magnifico Sentiero dei tronchi hanno ri­ velato i primi difetti. L’umidità perenne della gola ha accelerato il processo di putrefazione, facendo marcire lo strato esterno delle travi portanti tra­ sversali e longitudinali e rendendo la struttura particolarmente pericolante. Nell’estate del 2011 e 2012, il sentiero è stato sottoposto a un secondo risanamento, ancora più radicale del precedente, sempre a opera dell’Ufficio sistemazione bacini montani, che si è concentrato sui cinque ponti, di cui quattro sono stati dotati di una nuova strut­ tura in legno, poggiante su una costruzione por­ tante in acciaio. Dopo quasi 8.000 ore di lavoro, gli esperti hanno potuto gettare nuove e solide fondamenta in acciaio zincato e larice. Il materiale e un escavatore a ragno, senza il quale sarebbe stato impossibile portare a termine un progetto in una tale area, sono stati trasportati con l’elicot­ tero. La logistica dell’organizzazione del cantiere si è rivelata una piccola opera d’arte. Il sentiero è stato nuovamente chiuso agli escursionisti per

un’intera estate, ma a differenza degli anni ‘90 la gola è stata provvisoriamente aperta durante la transumanza, per evitare la deviazione sul peri­ coloso sentiero Zirmwaldsteig. Ora, il Sentiero dei tronchi si presenta come una struttura massiccia e quasi indistruttibile. Al mo­ mento della costruzione è stata rivolta particolare attenzione anche al fatto che i singoli elementi portanti possano essere sostituiti e, se necessa­ rio, riparati. Tra i tradizionalisti aleggiava qual­ che resistenza all’impiego di materiali non locali, come l’acciaio (ben visibile) che ha sostituito la romantica struttura portante in legno sotto il viadotto. Tuttavia, nonostante il suo elevato va­ lore estetico e la sua peculiarità, il Sentiero dei tronchi è innanzitutto un’infrastruttura agricola e funzionale. Ciò non pregiudica, però, il piacere di attraversare la fresca e ombreggiata gola in una torrida giornata estiva, durante l’ascensione sullo Sciliar. Nei sabati di fine maggio e fine settembre, sarebbe meglio accertarsi, prima della partenza, che l’escursione non coincida con il giorno della transumanza. Incontrando un gregge d’incan­ tevoli capi della razza Grigio Alpina o della non meno bella razza pezzata, che corre verso valle sul Pruggn, si preferirebbe sicuramente averlo la­ sciato ai villeggianti quadrupedi, per poi percor­ rerlo in assenza di corna e zoccoli. «

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Foto: SAM/Helmuth Rier

L’affascinante mondo delle Dolomiti seduce soprattutto per le bizzarre formazioni di roccia e l’inconfondibile colorazione.

Il mito delle Dolomiti Dal 2009 sono Patrimonio Mondiale UNESCO, per l’alpinista estremo altoatesino Reinhold Messner sono “le montagne più belle del mondo” e per molti sono il sinonimo per eccellenza della vacanza estiva: l’ineguagliabile bellezza delle Dolomiti colpisce tutti. Una barriera corallina pietrificata che si eleva verso il cielo definisce l’impareggiabile mondo alpino delle Dolomiti. Grazie alla loro bellezza monumentale e al loro significato geologico e geomorfologico, i cosiddetti “monti pallidi” nel 2009 sono stati inclusi dall’UNESCO nel Patrimonio Mondiale. Suddivise in nove aree, di cui fa parte anche il Parco Naturale dello Sciliar-Catinaccio, le

sue torri Santner e Euringer, rappresenta una delle immagini simboliche dell’Alto Adige. Anche il massiccio del Catinaccio, con le sue innumerevoli cime, è conosciuto molto oltre i confini della regione. Una delle tante vette del massiccio, il Catinaccio d’Antermoia, raggiunge i 3.002 metri. Fanno parte del parco naturale anche i boschi di Siusi, Fiè allo Sciliar e Tires, oltre alla Val Ciamin. «

Dolomiti sono considerate ufficialmente uno dei più bei paesaggi naturali del mondo. Parco naturale Sciliar-Catinaccio. Il parco naturale più antico dell’Alto Adige è stato istituito nel 1974. L’area protetta, grande 7.291 ettari, si trova nella parte occidentale delle Dolomiti altoatesine. Lo Sciliar è un imponente massiccio dolomitico, che, con le

Bruneck Brunico

Südtirol Brixen Bressanone

Meran Merano

Pelmo, Croda da Lago

2 Marmolada

St. Ulrich

Kastelruth Ortisei Castelrotto Seis am Schlern Seiser Alm Siusi allo Sciliar Alpe di Siusi Völs am Schlern

5 Dolomiti Settentrionali 6 Puez-Odle 7 Sciliar-Catinaccio, Latemar 8 Rio delle Foglie 9 Dolomiti di Brenta

6

Auronzo Corvara

Cortina d’Ampezzo

Fiè allo Sciliar

Bozen Bolzano

Tiers/Tires

7

Canazei

2

8

Alleghe

Pieve di Cadore

1

Agordo

3

Longarone

Cimolais

Pordenone

Madonna di Campiglio Fiera di Primiero

9 Trento

Belluno

Udine

Belluno Feltre

Trentino

Ampezzo

4

Zoldo

Cavalese

3 Pale di San Martino, San Lucano Dolomiti Bellunesi, Vette Feltrine 4 Dolomiti Friulane e d’Oltre Piave

St. Vigil S. Vigilio

5

Dolomiti Patrimonio Mondiale UNESCO 1

Lienz Toblach Dobbiaco

Pordenone


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Roswitha e Toni Rier dirigono una carpenteria di successo: Legno ha un futuro.

Masi e fienili grandi(osi) Insieme ai suoi carpentieri, il mastro Toni Rier ha costruito numerosi fienili e malghe. Roswitha segue le orme del padre, imboccando strade innovative.

N Nel corso del tempo la terminologia è cambiata: nell’ultimo secolo un maso contadino era composto dall’abitazione (Feuerhaus) e dal deposito del forag­ gio (Futterhaus), mentre oggigiorno questi edifici si chiamano “alloggio” (Wohnhaus) e “fienile” (Stadel), sebbene quest’ultimo termine non soddisfi la mol­ teplice funzione del fabbricato rurale contadino. Se un tempo, il fienile indicava solo il piano superiore, in cui venivano conservati i covoni di fieno, ora si riferisce all’intero edificio, che accoglie anche le stalle, le sale per la lavorazione del latte, quelle per lo stoccaggio di fieno, paglia e cibo per gli animali e spesso anche le aree adibite allo stazionamento delle macchine agricole.

Nuovi edifici dalla lunga tradizione. Nei de­ cenni passati, nei paesi e nei borghi ai piedi dello Sciliar sono stati costruiti numerosi fienili: impo­ nenti e quasi interamente in legno, visti dall’e­ sterno rispettano lo stile tradizionale, mentre internamente sono dotati delle più innovative tec­ nologie zootecniche.

Testo: Rosa Maria Erlacher Fotos: Helmuth Rier

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Queste nuove strutture nascono dal cambio gene­ razionale avvenuto nei masi. Al termine dell’isti­ tuto di agraria e dei corsi di specializzazione, i gio­ vani agricoltori sanno che e come la zootecnica può sopravvivere anche nelle aree alpine meno produt­ tive. Inoltre, sovvenzionati dai fondi dell’UE per l’a­ gricoltura di montagna, sono altamente motivati a investire nelle più recenti tecnologie. Tuttavia, de­

vono ampliare gli edifici rurali. “In realtà, potreb­ bero avere il medesimo aspetto di un capannone industriale”, mi rivela un agricoltore. “Ma noi non vogliamo. Desideriamo rispettare l’antica tradi­ zione dei nostri incantevoli fienili.” E chi la conosce meglio di Toni Rier? Cresciuto in un maso di montagna con tanti bambini, dopo l’ap­ prendistato da carpentiere ha frequentato un isti­ tuto tecnico per l’edilizia, scegliendo poi la libera »


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professione. Insieme alla moglie ha creato un’a­ zienda di carpenteria di successo, che qualche anno fa, quasi ottantenne, ha lasciato alla figlia Roswitha. Nel corso della sua vita professionale, Toni Rier ha costruito numerosi fienili e malghe. Si potrebbe af­ fermare che il legno è il suo elemento e la tradi­ zione la sua passione. “In passato, l’agricoltore ta­ gliava gli alberi del suo bosco prevalentemente in inverno e portava i tronchi al maso, dove i carpen­ tieri ne ricavavano travi”, racconta Toni, attingendo alla sua esperienza. Il legno restante veniva trasfor­

mato in assi nelle segherie, dove veniva immagaz­ zinato finché non era sufficientemente asciutto da potere essere utilizzato per la costruzione del fie­ nile.

Ieri e oggi. Ultimato il muro della stalla, entra­ vano in azione i carpentieri. “Tradizionalmente il deposito dei foraggi veniva costruito su tre piani”, afferma Toni Rier. Al pianterreno c’era la stalla, sopra il fienile (Dille) e nel sottotetto un deposito per i cereali, cui si accedeva tramite una passerella sulla parete posteriore (lato montagna) dell’edifi­ cio. “Alla raccolta del fieno si dedicavano uomini e ragazzi forti”, precisa Toni, ricordando i tempi antichi. Le enormi balle, avvolte dentro dei teli, dovevano essere portate a spalle nel fienile, at­ traverso la passerella, e poi con grandi forconi si spingeva il fieno nel Dille sottostante attraverso un’apertura nel pavimento. “Era un lavoro duro”, sottolinea Toni. Oggi, il maso è completamente meccanizzato: l’agricoltore porta l’erba nel fienile

con il caricaforaggi, poi con un’apposita gru, che si muove lungo il frontone, accatasta l’erba umida in una sezione separata, dove grazie a un essicca­ tore viene delicatamente asciugata e, in caso di necessità, spinta (sempre con la gru) nella stalla attraverso il foro per il foraggio.

Tipici tetti inclinati. Dopo che Toni mi ha illu­ strato eloquentemente il passato e il presente, mi sono recata a visitare e confrontare fienili antichi e moderni. La costruzione di base è ancora molto simile: il lato con il frontone verso valle e quelli

con la grondaia sono interamente circondati da un solaio sporgente con le strutture per l’essicca­ zione del fieno. Tradizionalmente i fienili alle falde dello Sciliar presentano tetti a capanna piuttosto piatti (un tempo coperti con la paglia e oggi con le tegole), quasi tutti inclinati su entrambi i lati che culminano a cuspide. Sotto la falda inclinata del lato assolato le ampie strutture per l’essicca­ zione del fieno vengono addossate obliquamente alla struttura in legno del fienile (composta dall’in­ sieme di travi disposte trasversalmente o a gri­ glia). Per proteggere il solaio dalla pioggia, il piano superiore (sorretto da travi portanti) sporge sul balcone.

In modo tradizionale o moderno – nelle Alpi, il legno è stato per secoli il più importante materiale da costruzione.

Sui tetti di alcuni di questi nuovi fienili ho notato dei peculiari comignoli. “Sono i camini di estra­ zione per l’impianto di aerazione della stalla e della stanza per l’essiccatura del fieno”, mi ha spiegato un giovane agricoltore, soddisfacendo la mia curiosità. »

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Le malghe dell’Alpe di Siusi. Gli incantevoli fienili s’inseriscono in modo idilliaco nel paesag­ gio di mezza montagna proprio come le sugge­ stive malghe contraddistinguono l’Alpe di Siusi; un tempo chiamate Schwaige, venivano abitate e gestite solo in estate. Con l’inizio dell’agricoltura moderna, i rifugi sono stati ampliati e adattati alle necessità odierne. Nel corso della sua pro­ fessione, Toni Rier ha costruito numerose mal­ ghe con il tetto di scandole in legno, secondo tra­ dizione. “Per i rifugi adibiti a cucina (Kochhütte = piccole e graziose strutture, un tempo riservate a cucinare sul fuoco) impiegavamo le travi squa­ drate, mentre per i Dille (rifugi più ampi senza finestre e balconi, in cui gli agricoltori immagaz­ zinavano il fieno, prima di portarlo a valle in in­ verno sulle slitte, e dove su soffici giacigli, culla di un sonno ristoratore, pernottavano anche tutti coloro che partecipavano al taglio dell’erba dell’alpeggio) travi arrotondate”, illustra un’im­ portante differenza. “Probabilmente, oggi, la malgara non prepara più la mosa sul fuoco della Kochhütte e nel fienile non viene più immagazzi­ nato il fieno”, riflette Toni. Gli antichi rifugi, però, fanno ancora sognare, tanto da consentire al più ampio altipiano d’Europa di conservare quasi in­ teramente il suo fascino mistico. La modernità del legno. Da alcuni anni, ai

La costruzione ecologica basata sul legno si integra perfettamente nel paesaggio.

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vertici dell’azienda di questa carpenteria di suc­ cesso c’è Roswitha, che con circa trenta collabo­ ratori prosegue l’opera del padre, dimostrandosi una partner competente per gli architetti che scelgono il legno come elemento stilistico fon­ damentale. “Nelle Alpi, il legno è stato per secoli il più importante materiale da costruzione e, ora, viene riscoperto all’insegna dell’innovazione”, spiega l’imprenditrice. Il sistema costruttivo ecologico basato sul legno fa ritorno nella con­ sapevolezza della popolazione locale con nuova energia, per essere reinterpretato come mate­ riale naturale; evento a cui Roswitha è preparata. “Ho seguito periodicamente corsi di formazione e specializzazione mirati e sono in grado di of­ frire un’ampia gamma di concetti edilizi, dalle malghe tradizionali a case prefabbricate intera­ mente in legno”, afferma. Magnifico, poiché que­ sto materiale cresce nei nostri boschi, è sosteni­ bile e ha nuovamente un futuro. «


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Le località preferite di Toni Rier

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1 L a Vedetta del Re nel bosco di Laranza, in cui mi reco spesso per un’escursione con mia moglie, godendoci la quiete e il panorama. 2 Il Colle di Castelrotto, poiché resto sempre affascinato dalla suggestiva Via Crucis e dalla vista sul paese.

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3 La Bullaccia sull’Alpe di Siusi, con i suoi magnifici alpeggi. 4 L a Chiesa di S. Valentino al di sopra di Siusi allo Sciliar, un luogo incan­ tevole per soffermarsi e osservare il mondo circostante.

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La Val Ciamin, una delle più incantevoli vallate dolomitiche.

Storie di montagna Il Rifugio Bergamo (Grasleitenhütte, in tedesco) accoglie scalatori, alpinisti ed escursionisti alla scoperta del paesaggio alpino mozzafiato intorno al famoso Catinaccio. Nel rifugio gestito da Hansjörg e Margot non c’è posto per lo stress.

I Il nome “Grasleitenhütte” deriva dal “Leite” (ripido pendio alpino, utilizzato come pascolo per pecore e capre) che sorge a 2.165 m nel mezzo degli sco­ scesi declivi al di sotto della Torre del Principe, della Cima del Principe e di quella di Valbona. Questa struttura, costruita dalla sezione di Lipsia del Deutscher und Österreichischer Alpenverein (club alpino tedesco e austriaco), è stata inaugu­ rata il 9 settembre 1887 e progettata dall’archi­ tetto Hugo Licht, deceduto nel 1923, cui fu affi­ data anche la costruzione del Nuovo Municipio di Lipsia. Inizialmente, il rifugio non prevedeva il ser­ vizio di ristoro e gli alpinisti potevano accedervi muniti della chiave reperibile a valle. La sua ubi­ cazione è stata consigliata da Johann Santner, noto alpinista tirolese che dopo aver aperto il passo nel 1878, insieme ad Alois Villgrattner, guida alpina di Tires, gli ha lasciato in eredità il suo nome. Su sua

iniziativa, il Comune di Tires ha offerto gratuita­ mente l’area fabbricabile e il legname a un prezzo vantaggioso. La calce veniva cotta nel Buco dell’Orso e poi por­ tata ad alta quota per la costruzione del rifugio, che ha reso accessibile la regione del Catinaccio dalla Val Ciamin. I due nuovi edifici degli anni 1897/98 e 1909/10 hanno ampliato il Rifugio Bergamo con una Stube, una sala da pranzo, alcune camere e un dormitorio. Da fine secolo fino alla Prima Guerra Mondiale, nell’area del Catinaccio sono state por­ tate a termine numerose prime ascensioni: alpi­ nisti locali come Franz Schroffenegger e Franz Wenter, così come grandi dell’arrampicata inter­ nazionale (ad esempio Hans Dülfer) hanno utiliz­ zato il Rifugio Bergamo come punto di partenza per i loro tour sulla Croda e sulla Cima di Valbona. »

Testo: Katja Sanin Fotos: Helmuth Rier

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Ospitalità altoatesina nel Rifugio Bergamo di Margot e Hansjörg.

Al termine della Prima Guerra Mondiale, l’Alto Adige è stato annesso allo Stato italiano, che ha espropriato il rifugio, consegnandolo alla sezione di Bergamo del CAI, cui deve il suo nome. Nel 1999, è passato nelle mani della Provincia Auto­ noma di Bolzano, insieme ad altri 24 rifugi alto­ atesini espropriati. Dal 2015, la scelta dei gestori, il controllo e le misure di risanamento vengono affidati a una commissione paritetica, che acco­

natali a sportivi di spicco. Negli ultimi decenni, è cresciuta una nuova generazione di scalatori, che si dedica alle prime ascensioni nella regione del Catinaccio. “È bello osservarli dalla terrazza, per poi servirgli un succo di frutta o una birra fresca e ascoltare le loro disquisizioni tecniche e l’enne­ simo resoconto del percorso seguito”, racconta la padrona di casa. Tuttavia, al Rifugio Bergamo non si recano solo appassionati di arrampicate ed

glie rappresentanti dell’Alto Adige, dell’Alpenverein Südtirol (Club Alpino Sudtirolese) e del CAI.

escursioni. La scorsa estate, ad esempio, una gio­ vane donna ha prenotato un fine settimana, per staccare la spina e dimenticare lo stress lavorativo. Il soggiorno le è piaciuto così tanto, che ha tra­ scorso nel rifugio un’intera settimana di vacanza e non solo la notte prenotata.

Il Rifugio Bergamo è sempre stato gestito da abi­ tanti di Tires. Dal 1910, presenta la forma e le di­ mensioni attuali; a questo periodo risalgono il ri­ vestimento in legno e l’allestimento della Stube e della sala da pranzo, le due scale dirette alle ca­ mere e al dormitorio, così come il rivestimento in legno del pianterreno e dei due piani superiori. Dai due edifici precedenti provengono le due stufe cilindriche in ghisa, intorno a cui gli ospiti fanno asciugare ancora oggi le T-shirt sudate.

Riparo tra le cime. Il Rifugio Bergamo può an­ cora essere definito il salotto di arrampicatori e alpinisti. Tra tutti i rifugi è uno dei più amati e non solo tra gli abitanti di Tires. Dal momento che il gestore stesso è uno scalatore appassionato, ne­ gli ultimi anni l’arrampicata sulle pareti circostanti ha vissuto una sorta di revival. Tires è un partico­ lare villaggio degli alpinisti, che ha sempre dato i

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Oggi, sono prevalentemente i turisti e gli sportivi amatoriali ad attraversare la Val Ciamin e salire al Rifugio Bergamo, che negli anni ‘60 era la seconda casa della Tierser Jugend (gioventù di Tires, ndt), appassionata di montagne. All’epoca, i ragazzi non avevano il denaro e le possibilità dei giovani d’oggi. In quel periodo politico molto turbolento, uno degli studenti e arrampicatori era in contatto con gli attivisti altoatesini e conosceva la situa­ zione. Nei mesi successivi alla “Notte dei Fuo­ chi” dell’11 giugno 1961, quando nell’area di Bol­ zano sono stati fatti saltare in aria 37 piloni dell’alta tensione, ha avuto luogo una vera e propria on­ data di arresti a opera dei Carabinieri, e lui, che al Rifugio Bergamo si sentiva al sicuro, è stato ospi­ »


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Escursionisti sono davvero affascinati dall’originalità della Val Ciamin.

tato e accudito dalla “Proder Rosl”, come veniva affettuosamente chiamata Rosa Weißenegger, la padrona di casa dell’epoca. La “Notte dei Fuochi” ha rappresentato il culmine degli anni dinamitardi in Alto Adige, portando la “questione altoatesina” e le tensioni politiche tra il gruppo linguistico te­ desco e quello italiano perfino sulle prime pagine della stampa internazionale.

Un rifugio nel corso del tempo. Il Rifugio Ber­ gamo è raggiungibile dalla Malga Ciamin di Tires in circa due ore e mezzo attraverso la Val Ciamin; da Compatsch sull’Alpe di Siusi percorrendo il sen­ tiero n° 2 attraverso Panorama, Punta d’Oro, For­ cella dei Denti di Terrarossa, Rifugio Alpe di Tires e Passo Molignon in circa quattro ore; da Saltria sul sentiero n° 8 fino al Tirler, quindi lungo la strada forestale fino al Dialer, passando per il Rifugio Alpe di Tires e Passo Molignon in quattro ore circa. Dal 2009, il rifugio viene gestito da Hansjörg Re­ sch, di Tires, con la sua giovane famiglia. “In re­

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altà sono un muratore qualificato, ma quando la burocrazia per noi artigiani è diventata eccessiva, io e Margot, che ama la montagna quanto me, ab­ biamo pensato di gestire un rifugio. Quando ab­ biamo saputo che Karl e Agatha Ladstätter non erano intenzionati a continuare, ci siamo candi­ dati”, racconta il gestore, che all’epoca aveva una figlia di nove mesi ed era in attesa della seconda. Quest’estate, la famiglia Resch affronta al Rifugio Bergamo la decima stagione, che dura da inizio giugno a inizio ottobre. Negli ultimi dieci anni, i due giovani con le loro qualifiche professionali come muratore e grafica hanno lasciato il segno, rinnovandolo a 360°: dai WC, le docce e i bagni, passando per le finestre e la facciata, fino ai mate­ rassi e alla cella frigorifera. Margot ha disegnato un nuovo logo, che ora decora sia i menù, sia le len­ zuola, donando un’atmosfera accogliente a questa dimora, che non ha mai perso il fascino tipico dei rifugi. “Il bello è che ogni giorno è diverso dagli al­ tri. Per quattro mesi non abbiamo nemmeno un minuto libero, ma ci siamo abituati alla vita nel rifugio insieme ai nostri collaboratori e agli ospiti e ci godiamo l’estate alpina”, rivela Margot e ag­ giunge: “Qui arrivano persone di ogni genere, ma tutte accomunate dall’amore per le montagne e per la natura. Cerchiamo sempre di offrire ai nostri ospiti un certo comfort e di esaudirne i desideri, sebbene un rifugio non possa essere confuso con un hotel. Talvolta, qualcuno preferirebbe un tavolo tutto per sé, ma in uno spazio così piccolo è impos­ sibile. Tuttavia, lo scetticismo e la timidezza ini­ ziali cedono quasi sempre il passo all’allegria, non appena cominciano a parlare delle loro origini, dei percorsi escursionistici e di esperienze personali, smettendo di essere sconosciuti”, racconta l’oste.

Una tipica giornata in rifugio. La maggior parte degli ospiti soggiorna una notte e il giorno succes­ sivo riprende la sua escursione a tappe, alla volta dei rifugi. La giornata del padrone di casa inizia alle 5.15 per preparare la prima colazione, che gli ospiti possono assaporare tra le 6.30 e le 9. Entro le 10, tutti gli escursionisti sono nuovamente in cammino ed è il momento di pulire le camere e il dormitorio, spolverare e lavare la Stube e svolgere il lavoro d’ufficio. Il cuoco comincia i suoi prepara­ tivi e, così, verso le 11, nell’attesa dei primi avven­ tori, Hansl e Margot si accomodano con i loro col­ laboratori sulla terrazza assolata, per godersi un caffè. A seconda delle condizioni meteorologiche, durante il giorno regna un’attività più o meno fre­


netica e alle 18.30 viene servita la cena. Verso le 20, i padroni di casa si siedono a tavola con il loro team, poi si apparecchia per la prima colazione del giorno successivo e, alle 22, sul rifugio aleggia già la tipica calma alpina. Due/tre mattine alla settimana, Hansl si reca in paese, a comprare provviste fresche (ad esempio, pane e ortaggi). Lui è il responsabile di rifornimenti e impianti, tra cui la teleferica, il generatore e le celle frigorifere. In passato, si trasportava tutto con muli e cavalli Avelignesi. Poi, negli anni ‘60, è stata costruita la teleferica, che Hansl raggiunge con la jeep. Infine, l’ultimo tratto in salita fino al ri­ fugio è il suo percorso d’allenamento quasi quoti­ diano, che supera in trenta minuti scarsi. La Val Ciamin, considerata una delle più incan­ tevoli vallate dolomitiche, consente anche agli amanti della corsa in montagna di allenarsi lungo i suoi percorsi. Numerosi abitanti, innamorati dell’atmosfera accogliente e cordiale del Rifugio Bergamo, lo raggiungono regolarmente nei giorni liberi o dopo il lavoro, per mantenersi in forma. Dietro iniziativa di due sorelle, amiche dei padroni di casa, è stata indetta una sorta di scommessa su chi fa visita più spesso agli osti nel corso della sta­ gione. Su una lavagna sono stati registrati i pas­ saggi dei più affezionati: lo scorso anno, il record è stato di Georg Jocher dell’Oltradige (33 volte), se­ guito da Filippo Pittscheider e Georg Psenner, en­ trambi di Tires. Le idee originali non sono mancate nemmeno ai padroni di casa: la corsa Grasleitenlauf, le serate di danza, musica, gioco delle carte e leggende fanno in modo che nel rifugio regni sempre la vivacità, nonostante sorga in una po­ sizione appartata ad alta quota. Margot per il suo primo compleanno da “manager” aveva espresso un desiderio: un concerto, che quest’estate vanta la decima edizione e fa affidamento sulla presenza della band altoatesina “Queen Laurin”, che dà vita a una leggendaria serata blues. “Per noi musicisti l’organizzazione di questa serata non è da sotto­ valutare, a causa del trasporto degli strumenti e dell’ultimo tratto a piedi, ma l’atmosfera è magni­ fica, poiché tutti i presenti si godono insieme la serata, come rapiti”, racconta Klaus Gummerer, il cantante della band, che accorda volentieri la sua voce profonda con il whiskey, facendo vibrare una sera all’anno la Stube e il Rifugio Bergamo con il più raffinato blues, insieme ad altri due musicisti purosangue. «

La vita e il lavoro in montagna è impegnativo, ma ci dà piena soddisfazione.

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In salita, in discesa: in montagna non ci sono dei limiti per il giovane runner Daniel Pattis.

Passo dopo passo fino al traguardo Per Daniel Pattis, 19enne di Tires al Catinaccio, il 2017 è un anno che ricorderà tutta la vita: ha terminato la scuola superiore con il massimo dei voti e si è aggiudicato tre titoli nella corsa in montagna.

Q Questo sport gode di grande popolarità e sempre più persone corrono nel tempo libero. Il run­ ning, circondati da alpeggi e cime alpine, ha un particolare fascino, aiuta a staccare la spina e a ritro­ vare la concentrazione. Verso fine anno, ALPE ha rivissuto il 2017 insieme al campione ita­ liano juniores, nonché vice cam­ pione europeo e del mondo, parlando di corsa in montagna, così come dell’avvicendamento tra lavoro e tempo libero.

Intervista: Katja Sanin Fotos: Helmuth Rier

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ALPE: Quando hai capito che la corsa è il tuo sport e perché hai iniziato a dedicarti a quella in montagna? Daniel Pattis: Alle scuole medie ho partecipato a una corsa cam­ pestre, piazzandomi tra i primi cinque. In occasione di una corsa

scolastica ho conosciuto il mio trainer Hans Pircher, con cui ho cominciato ad allenarmi nell’as­ sociazione fondisti. Sono arrivato alla corsa in montagna, poiché, vivendo a Tires, i percorsi d’alle­ namento mi lasciano poche alter­ native. La mia prima gara alpina “adulta” era diretta alla Malga Haniger: dopo la vittoria, ho capito che questo è il mio sport. Che sfida rappresenta una corsa in montagna e come si svolge? Esistono due tipi di competizioni: una con ascensione e discesa con medesimo punto di partenza e arrivo, l’altra esclusivamente in salita. La prima richiede l’im­ pegno di diversi muscoli, la seconda soprattutto forza nei polpacci e condizioni fisiche buone. Le gare italiane, europee e quelle dei mondiali prevedono

l’alternanza di queste due tipo­ logie. Quante volte alla settimana ti alleni? In primavera ed estate, quattro/ cinque volte alla settimana. Altri si allenano più spesso, ma per me questo è un buon ritmo. Oltre alla corsa, che pratico anche in inverno, alleno i muscoli della schiena e gli addominali e mi sottopongo a un fitness trai­ ning generale senza attrezzi. In inverno, mi dedico anche allo sci di fondo. Nel 2017, hai sostenuto l’esame di maturità con il massimo dei voti. Cos’ha richiesto maggiore impegno, le vittorie sportive o il successo scolastico? Scuola e sport si integrano molto bene. Per entrambi è importante »


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si possono apprendere? Come ho appena detto, scuola e sport si integrano molto bene. L’attività fisica è un gran maestro per imparare a sopportare la pressione e a essere ambiziosi. Quando ci si allena investendo molto tempo, si desidera essere tra i migliori. Inoltre, si apprende a porsi obiettivi realistici e a mettersi alla prova durante ogni gara. Ciò giova anche a scuola, quando si sa cosa si vuole. Ti ha donato maggiore gioia il successo scolastico o quello sportivo? Quasi quasi sono stato più felice dei traguardi sportivi, soprat­ tutto per il secondo posto ai mondiali, che hanno avuto luogo a Premana in Lombardia: un’e­ sperienza indimenticabile! In questa regione la corsa in mon­ tagna è particolarmente popo­ lare, ecco perché vi si disputa la Coppa del Mondo. Il numeroso pubblico mi ha entusiasmato in maniera straordinaria, incitan­ domi a gran voce.

Vice campione del mondo Daniel Pattis: correre aiuta a liberare la mente.

applicarsi con costanza. Correre aiuta a liberare la mente, per poi potersi concentrare nuovamente sui libri. Essere un buon studente giova nello sport o viceversa? L’ambizione, la concentrazione e l’esigenza di buone performance sono doti che

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Ritieni che il 2017 abbia rappresentato il culmine della tua carriera sportiva? A quale età la performance dei corridori di montagna raggiunge l’apice? L’ultimo anno è stato certamente il migliore della mia vita, ma anche un punto di svolta: è stato l’ultimo come “junior” e il primo dell’università in Austria. Se fino a quel momento ho praticato la corsa in montagna a livello ama­ toriale, ora devo affrontare atleti professionisti. Fisicamente si raggiunge l’apice tra i venti­ cinque e i trent’anni. Quali progetti hai per il futuro? Ora mi concentro innanzitutto

sulla facoltà di tecnologie per l’ambiente e dei processi indu­ striali a Leoben, sperando di riu­ scire a coniugarla con l’attività fisica. Probabilmente non intra­ prenderò una carriera professio­ nale sportiva, ma coltiverò la corsa in montagna come un hobby che mi aiuta a compen­ sare la vita lavorativa. Cosa consigli a giovani sportivi e studenti? È importante porsi degli obiet­ tivi, a cui potere mirare. Inizial­ mente, dovrebbero essere piccoli e realistici, poiché raggiungerli motiva, rendendo particolar­ mente zelanti. Ho già visto per­ sone troppo ambiziose, che poi hanno rinunciato allo sport.

Successi nella corsa in montagna

Quindi, consiglio di avere sempre un obiettivo, atletico o scolastico che sia, ma non prendere troppo seriamente i propri propositi, non sottoporsi a una pressione eccessiva e per divertirsi, trovare il giusto equilibrio e il tempo necessario. «


Alpe biologica

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Alpe di Siusi - Compatsch

Cucina aperta dalle 11 alle 21 Prenotazione: +39 339 572 00 76 oppure +39 335 140 97 53


Alla ricerca del nulla Il bagno nel bosco è una nuova moda! Passeggiate che incrementano percettibilmente il benessere, stimolando i sensi.

L “L’Alto Adige cerca chi vuole perdersi nella natura. L’Alto Adige cerca te!”: con questo slogan la pub­ blicità altoatesina si rivolge ai turisti che deside­ rano staccare la spina, prendere le distanze dalla frenesia quotidiana e fare il pieno di nuove energie. L’Alto Adige, terra di vacanze, offre infinite possi­ bilità per dedicarsi a corsa, escursioni, alpinismo nella natura sconfinata, sport dinamici in quota o a valle, ma anche per godersi lo shopping, riservarsi piacevoli momenti o lasciarsi semplicemente an­ dare al dolce-far-niente. Testo: Elisabeth Augustin Fotos: Helmuth Rier

“Molte persone desiderano provare la sensazione dell’assenza d’impegni”, spiega Monika Malfer­

theiner, istruttrice di digiuno e salute di Castel­ rotto, consapevole del fatto che non è sempre fa­ cile. Quando accompagna i suoi ospiti attraverso il bosco, c’è chi non riesce a staccarsi dal telefonino o non entra in contatto con se stesso. Si tratta di una delle poche oasi che offre alle persone la pos­ sibilità d’immergersi e aprire tutti i loro sensi: ve­ dere, ascoltare, odorare, percepire... A ogni respiro aumenta il benessere, poiché il bosco è un’inesau­ ribile fonte d’energia, a cui è possibile attingere in tutta libertà e semplicità in ogni momento del giorno e dell’anno. In un’epoca, in cui la riconquista dell’attenzione (andata perduta) viene sollecitata in maniera cre­ scente, il bagno nel bosco è molto richiesto e co­ niuga una straordinaria esperienza sensoriale con un importante aspetto salutistico. “In Giappone, lo shinrin-yoku è una terapia riconosciuta e prescritta dai medici”, rivela Monika. “L’effetto terapeutico del bosco è stupendo, poiché i terpeni prodotti da­ gli alberi stimolano tutto ciò che ci mantiene sani.” Nel 2012, l’ideazione, nelle università giapponesi, di un campo di ricerca sulla “medicina del bosco” ha convogliato l’attenzione internazionale. Gli studi scientifici hanno documentato che una sosta nel »

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bosco vanta notevoli benefici sul sistema immuni­ tario umano: una giornata incrementa il numero delle cosiddette cellule killer (parte del sistema im­ munitario aspecifico) nel sangue del 40 per cento circa e la loro attività del 50 per cento. Inoltre, l’ef­ fetto dura circa sette giorni. Le proteine anti-tumo­ rali, anch’esse prodotte in maggiore quantità gra­ zie alla permanenza nel bosco, aiutano le cellule killer nella lotta contro quelle cancerose. Il profes­ sore Qing Li della Nippon Medical School di Tokyo ha dimostrato che nelle regioni boschive si regi­ strano meno decessi per cancro rispetto a quelle deforestate.

mento delle difese immunitarie) dell’aria boschiva. La loro concentrazione, che inizia a crescere no­ tevolmente ad aprile/maggio, raggiunge l’apice in piena estate ed è più alta all’interno del bosco e nelle vicinanze del terreno, piuttosto che al mar­ gine della foresta o intorno alle cime degli alberi.

Durante una passeggiata attraverso il bosco di abeti rossi presso il Laghetto di Fiè, Monika Malfer­ theiner illustra che le piante comunicano tra loro, proprio come fanno persone e animali, con cui inte­ ragiscono, impiegando soprattutto neurotrasmet­ titori chimici sotto forma di sostanze aromatiche. La maggior parte deriva dalle sostanze vegetali se­ condarie e appartiene ai cosiddetti terpeni, facenti parte degli oli vegetali eterici, alcuni dei quali co­ municano anche con il sistema immunitario umano e sono i presunti responsabili dei benefici (incre­

più oli eterici.” Inoltre, l’aria è semplicemente ma­ gnifica dopo la pioggia. Queste passeggiate sono consigliabili anche a chi soffre di allergia al polline. “Nel bosco i pollini non sono percepibili, poiché gli alberi filtrano l’aria”, sottolinea l’istruttrice.

Ciò che gli amanti della natura hanno sempre sa­ puto, quindi, è scientificamente dimostrato: al ter­ mine di una passeggiata nella foresta ci si sente più rilassati, rivitalizzati e freschi. “Nelle giornate umide, un bagno nel bosco risulta particolarmente intenso”, rivela Monika. “Gli alberi emanano ancora

Come rivela la giovane donna, che ha consapevol­ mente scelto una vita autodeterminata e a contatto con la natura, per la salute niente è più importante della responsabilità individuale. Nel suo maso a Castelrotto alleva pecore insieme al marito, utiliz­


Insieme agli ospiti, con cui scopre il bosco nella cornice dell’offerta di “Alto Adige Balance”, Mo­ nika parte alla ricerca di particolari località ener­ getiche. “Prova a non pensare a niente”, consiglia.

“Balance” è la parola magica di Monika. Come me­ todo facile ed efficace per ristabilire il giusto equili­ brio fisico cita i Cinque Tibetani®, una successione di cinque esercizi volti a mantenere sani il corpo e lo spirito, che lei stessa pratica ogni mattina. “Si tratta di attivare e portare in equilibrio l’intero or­ ganismo”, rivela l’istruttrice. Alcune di queste tec­ niche di respirazione le applica anche nella natura. Una respirazione attenta e consapevole è essen­ ziale per l’efficacia dei bagni nel bosco. “È impor­ tante respirare profondamente, contribuendo così a corroborare il sistema immunitario. Quindi, un’in­ tensa calma pervade il corpo, rendendo possibile

Foto: IDM/Helmuth Rier

zando i loro prodotti. “Fare un passo indietro sa­ rebbe un toccasana per tutti noi”, ritiene Monika Malfertheiner. “Ci permettiamo di respirare cor­ rettamente? O ci domandiamo mai dove sorge il sole?” Poi, si dirige verso una betulla, per posare l’orecchio sul suo tronco. “Così, senti l’albero che pompa l’acqua verso l’alto.” E cosa sappiamo degli effetti di diverse piante ed erbe aromatiche?

“Alto Adige Balance” è un’offerta per chi de­ sidera dedicare la pri­ mavera alla propria vi­ talità e gioia di vivere. Esperienze selezionate in compagnia di esperti e la tipica atmosfera del risveglio della natura donano sensazioni po­ sitive, mentre i consigli concreti sono fonte d’i­ spirazione per un mag­ giore equilibrio a ogni livello esistenziale. A maggio e giugno, i più variegati eventi re­ lativi a movimento, ali­ mentazione sana, rilas­ samento e molto altro ancora sono ideali per dare inizio alla nuova stagione podistica ed escursionistica nell’a­ rea vacanze Alpe di Siusi.

“Cerca con tutta calma un albero e lasciati stupire da cosa o chi riconoscerai in lui e dal messaggio che ha per te. Puoi anche abbracciarlo e confidargli le tue preoccupazioni.” Certo, non è da tutti, ma vale la pena fare un tentativo. Infine, quando Monika in­ vita a togliersi le scarpe, per avvertire il terreno del bosco sotto i piedi nudi, molti tentennano. “Spesso viene percepito come un’intromissione nella sfera privata”, si dispiace l’istruttrice della salute. “Cam­ minare a piedi scalzi dovrebbe essere la cosa più naturale del mondo.”

l’unione di mente e cuore. L’equilibrio ci rende più felici.” Partire alla scoperta del bosco con Monika è diver­ tente e, aprendo consapevolmente occhi, naso e orecchie, si percepisce una meravigliosa sinfonia di colori, aromi e suoni. Nel contempo, questo bagno è una pacifica immersione nel nulla. “Mi recavo nel bosco per me stesso, senza cercare niente. Questo era il mio scopo.” Johann Wolfgang von Goethe non avrebbe potuto esprimerlo meglio. «

Ulteriori informazioni su www.seiseralm.it/ balance.

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Ai confini della quiete Un piccolo tratto di bosco presso il Laghetto di Fiè, illuminato dal sole e attraversato da numerosi piccoli sentieri: il terreno profuma, l’erica fiorisce, gli uccellini cinguettano e tra gli alberi si scorge il massiccio dello Sciliar. Dalla scorsa estate, qui non resta da scoprire “solo” la pace di una località leggermente appartata, ma nient’affatto isolata: inoltrandosi in questo luminoso boschetto, ci si imbatte in una sorprendente collezione di oggetti artistici.

A Ammaliati dalla spettacolare vista sulla parete rocciosa o nella gioiosa attesa di scorgere il la­ ghetto balneabile, è facile lasciarsi sfuggire il gra­ zioso tratto di bosco tra i due ristoranti, che sor­ gono sul Laghetto di Fiè. La maggior parte degli escursionisti ha un obiettivo chiaro: una passeg­ giata lungo la riva, la Malga Tuff o la conquista dello Sciliar. Quest’oasi si estende vicinissima a un’affascinante località spesso animata ma dall’at­ mosfera singolarmente incontaminata. Qui, si susseguono tre stazioni, difficili da scor­ gere dal normale sentiero circolare: nove stele in larice dalla base annerita, una grande piat­ taforma rotonda in legno, divisa al centro e un perfetto cerchio in metallo, in cui sembra innal­

zarsi una cupola d’argilla. Questa composizione è stata creata nel paesaggio da un gruppo multidi­ sciplinare di sette artisti, tre dei quali sono pre­ senti in quest’assolato e ventoso pomeriggio di marzo: Elisabeth Oberrauch, la promotrice e ar­ tista figurativa di casa a Merano e S. Costantino; Paul Feichter, scultore della Valle Aurina; e Peter Kompripiotr Holzknecht, artista sperimentale del suono che vive a Bolzano. Sono venuti a illustrare i retroscena di quest’oasi di pace, ma anche a sod­ disfare una certa curiosità circa lo stato attuale della loro opera, terminata ad agosto 2017 con uno sforzo fisico non irrilevante. La settimana di lavoro, che la scorsa estate ha ri­ chiesto grandi energie, è stata preceduta da una »

Testo: Sabine Funk Fotos: Helmuth Rier

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La piattaforma è stata costruita con il legno di abete e ha una parte molleggiante.

lunga programmazione. Anni fa era nata l’idea di creare in quest’area una sorta di percorso arti­ stico, che avrebbe dovuto snodarsi tra il Laghetto Huber e quello di Fiè; un’impresa complicata, non solo a causa dei rapporti tra i proprietari di questo tratto di bosco. Il gruppo di progetto si è formato nell’ambito delle settimane di attività interdisci­ plinari, che Elisabeth Oberrauch organizza da ol­ tre dieci anni presso una pittoresca sede estiva, la villa storica di famiglia a S. Costantino. Dopo avere invitato gli altri membri, scelti da lei e Paul Feichter, il gruppo ha potuto cominciare a con­ cretizzare la sua idea. Il 500º anniversario del La­ ghetto di Fiè è stata l’occasione ideale per realiz­ zare il progetto abbozzato nella sua forma attuale già nel 2015.

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Un’opera di più artisti. Si tratta di una sosta nel paesaggio, dei livelli di percezione sensoriale nell’esperire la natura, dunque la dimensione vi­ siva, contenutistica e acustica di una località, così come le possibilità della sua rappresentazione con mezzi artistici. Inoltre, sono state trattate questioni critiche, quali l’impiego e l’edificazione progressivi sulla base di un rapporto orientato al futuro con i preziosi beni dell’area naturale. Se­ condo Elisabeth Oberrauch il segreto per affron­ tare quest’impegnativo compito era una collabo­ razione interdisciplinare, che pratica già da lungo tempo: “Non desideravo riunire solo un gruppo di artisti, ma anche diverse personalità attive nell’ambito culturale, naturalistico e paesaggi­ stico. Per me era importante uno scambio, fonte


Le stele in larice sono state carbonizzate sul fuoco per proteggerle dalle putrefazione.

di apprendimento reciproco.” “Il processo, quindi, è stato tutt’altro che facile”, aggiunge Peter Hol­ zknecht. “Ciascuno ha una prospettiva completa­ mente personale, dovuta al suo background.” Ciononostante, danno tutti il massimo valore al fatto che si tratta di un autentico lavoro di gruppo. Già in fase di progettazione sono partiti dall’idea di creare un sentiero artistico cronologico, lungo il quale ciascuno può sviluppare il suo lavoro, dando vita a un percorso. In realtà, i tre oggetti presenti non devono essere percepiti come stazioni indi­ pendenti. “Per noi, è un’oasi artistica caratteriz­ zata dall’interazione: non è il classico ‘sentiero attrezzato’, dove si susseguono semplicemente oggetti dal valore estetico”, sottolinea Peter Hol­

zknecht e Paul Feichter conferma: “La località in sé è l’esperienza, dove si può percepire o scoprire individualmente qualcosa. Per riuscirci, è neces­ sario ‘lasciarsi coinvolgere’ soprattutto da ciò che c’è.” Nell’incontro con queste opere nel bosco, non si deve imporre al visitatore un punto di vista preconfezionato.

Tre elementi. Nonostante questa compattezza, il triangolo è composto da tre elementi: la piat­ taforma in abete divisa a metà, le stele in larice e la cupola rotonda leggermente a volta, chiamata “lente di argilla”, disposta trasversalmente più in­ dietro. “Con il loro orientamento le stele invitano a interagire con lo Sciliar, mentre la lente di argilla rappresenta una dimensione mistica e paludosa, »

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Peter Holzknecht, Elisabeth Oberrauch e Paul Fichter del gruppo artistico

dal momento che abbiamo concretamente la­ vorato con la terra e il terreno del bosco. La piattaforma, a sua volta, è la base di un dialogo con il Laghetto di Fiè. Qui, ci si gode una ma­ gnifica veduta sullo specchio d’acqua, senza scorgere a prima vista che la metà inferiore della pedana contiene delle leggere sospen­ sioni, mentre la parte superiore è fissa”, com­ pleta Elisabeth Oberrauch. Peter Holzknecht aggiunge: “Non è una casualità, se quest’in­ sieme prende il nome di ‘Avvicinamento a una quiete’. Si arriva fino a qui, deviando, consape­ volmente o meno, dal sentiero. La piattaforma corrisponde alla lacerazione che si vive inevi­ tabilmente quando, ad esempio in estate, vi è un incredibile movimento sul ponticello del lago, da un lato, e la pace del bosco, dall’altro”. La piattaforma è stata costruita in loco con il legno di abete, la lente riempita a mano di ar­ gilla, le stele in larice carbonizzate sul fuoco per proteggerle dalla putrefazione, come si fa con le tipiche staccionate negli orti degli agri­ coltori. Il ricordo della grande sfacchinata su­ scita l’ilarità generale. “Era un limite che do­ vevamo raggiungere. Ciascuno ha dato il suo contributo, secondo le proprie capacità e pos­ sibilità”, ricorda Paul Feichter mentre il collega Peter Holzknecht ammette con abbozzata iro­ nia: “Da allora, indosso calze riposanti.” L’isola della pace nel bosco è raggiungibile dal Vecchio Ristorante al Laghetto di Fiè e dall’Hotel Waldsee, così come da S. Antonio sul sentiero escursionistico attraverso il bo­ sco. Leggermente all’interno del bosco, sorge una piccola bacheca in metallo nero: il gruppo voleva evitare un segnale appariscente, che non sarebbe stato in linea con il concetto di “Avvicinamento a una quiete”. Si raggiunge quest’oasi solo se lo si desidera o scoprendola casualmente. «

Artisti: La montatura rotonda della lente è riempita con argilla dal terreno del bosco.

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Paul Feichter, Peter Komripiotr Holzknecht, Dirk Manzke, Elisabeth Oberrauch, Eva Schgaguler, Alois Steger e Brigitte Watzeck


WELLNESS E SALUTE ALL'INSEGNA DELLA NATURA I contadini del passato conoscevano bene gli effetti del fieno delle Dolomiti. Ricco di fiori ed erbe aromatiche, il fieno emana il profumo inebriante dell’erba appena tagliata in piena fioritura. Propriamente impiegato, il fieno di montagna naturale svolge un‘azione salutare a tre livelli: detossificazione, rilassamento e fortificazione. I bagni di fieno originali di Fiè® coniugano la tradizione al progresso. Provate l’avvolgente sensazione e gli effetti benefici di un bagno di fieno e completate il trattamento tutto corpo con i prodotti della linea "trehs® Fieno Alpino" a base di estratti di fieno di montagna proveniente dai prati dell’Alpe di Siusi. Prenotate il Vostro bagno di fieno sotto il 0471 725020. Il reparto dei bagni è aperto da lunedì a sabato dalle ore 7.00 alle 12.00 e dalle ore 15.00 alle 19.00. Chiuso la domenica. Bagni, massaggi e trattamenti estetici possono essere prenotati anche da ospiti esterni.

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Il “Buffet contadino di Castelrotto”, che ruota intorno a Maria Anna Plunger, Michl Jaider e Andreas Profanter, vizia gli ospiti con canederli in ogni variazione.

Curiosando tra i canederli Mangiare e bere in ottima compagnia è una delle gioie della vita. In occasione della Festa estiva dei canederli sulla piazza di Castelrotto, la pietanza altoatesina per eccellenza viene preparata per ospiti e residenti, che possono assaporare numerose varianti fresche, dolci o salate.

I Testo: Barbara Pichler Fotos: Helmuth Rier

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I preparativi per la Festa dei canederli sulla piazza di Castelrotto hanno inizio nel primo pomeriggio: vengono montate le tende, allestita la cucina e di­ sposti tavoli e panche. Poco a poco, le prime cuo­ che cominciano a spadellare all’aperto: i tavoli sono costellati degli ingredienti necessari alla prepara­ zione di sei varianti di canederli (speck, spinaci, formaggio e fegato sono quelle più sostanziose of­ ferte dal menù). In una delle serate è possibile de­

gustare anche i tradizionali Plentenen Knödel a base di grano saraceno. I sacchi colmi di farina e pane sono pronti, uova e latte mescolati in una scodella, le erbe aroma­ tiche sminuzzate e lo speck tagliato a dadini. Le albicocche e le fragole vengono preparate per le varianti dolci e il raffinato impasto alla ricotta ri­ chiede una “buona mano”. I pentoloni sono pieni »


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Il cibo preferito degli Altoatesini – i canederli – contiene gli ingredienti migliori ed è fatto con amore.

d’acqua, che sta già bollendo sui grandi fornelli a gas, poiché dev’essere tutto pronto prima dell’ar­ rivo degli ospiti. Sul far della sera, in cucina regna una laboriosa attività, mentre i curiosi osservano attentamente le agricoltrici all’opera. L’atmosfera è spensierata, poiché “arrotondare i canederli” è la quotidianità e in questo grande ristorante all’a­ perto gli ospiti sono pervasi da una sensazione di benessere.

Festa dei canederli. In estate, sulla piazza di Ca­ stelrotto, vengono dedicate tre serate al re delle pietanze altoatesine. L’Associazione Turistica Ca­ stelrotto organizza la Festa dei canederli insieme al “Buffet contadino di Castelrotto”, che ruota in­ torno a Maria Anna Plunger, Michl Jaider e Andreas Profanter. “La ricetta altoatesina più tradizionale e amata è la protagonista di queste serate e, inoltre, coniuga numerosi prodotti agricoli”, rivela Maria Anna Plunger. Ne vengono preparati centinaia, così come 40 kg di carne per il gulasch e nume­ rose ciotole d’insalata. Sebbene i canederli anche da soli siano una portata principale, quelli allo speck o quaresimali sono anche un ottimo accompagna­ mento per un gulasch piccante. Residenti e ospiti si godono la compagnia e le specialità gastronomi­ che intorno alle tavolate, discutendo sui canederli migliori, parlando di ricette e scambiandosi consi­ gli. Questa festa è un piacevole punto d’incontro dall’atmosfera allegra, a base di eccellenti pietanze e intrattenimento musicale.

Canederli: un cult. Da pasto dei poveri a indi­ scussa pietanza altoatesina nº 1. Ogni famiglia cu­ stodisce le sue ricette, sempre differenti. Pane, uova, latte, farina, sale, pepe, erba cipollina fresca o prezzemolo sono da secoli gli ingredienti base dei canederli altoatesini, cui nei periodi migliori, si aggiungeva lo speck, mentre funghi, formaggio o erbe aromatiche sono alcune delle innumere­ voli varianti, che non pongono limiti alla fantasia. Particolarmente apprezzati sono anche i canederli dolci con le fragole, le albicocche o le prugne, così come quelli con l’impasto alla ricotta (con o senza ripieno). La varietà è dovuta alle origini di questa pietanza: nei masi si cucinava ciò che c’era. La ri­ cetta originale, dunque, è il migliore esempio di uti­ lizzo degli avanzi in cucina: pane raffermo tagliato a pezzettini, uova e latte sono gli ingredienti fon­ damentali; tutti gli altri dipendono solo dai gusti e dalla creatività. La giusta “mano” per dare forma ai canederli è im­ portante quanto gli ingredienti stessi: in base al “tocco” e alla consistenza dell’impasto, i canederli risulteranno morbidi e non si disferanno. Sensibi­ lità e un po’ di pratica sono i segreti dell’arte di “ar­ rotondare i canederli”. Infine… vanno mangiati solo con la forchetta! Chi utilizza anche il coltello, offende la cuoca e il pa­ drone di casa. «

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Canederli alle fragole Ingredienti

Preparazione (ca. 18 canederli)

250 g di ricotta 120 g di farina 60 g di burro 1 cucchiaio ricolmo di semolino fine 1 uovo Pangrattato e zucchero per l’impanatura

Mescolare il burro e l’uovo, fino a ottenere un impasto morbido. Aggiungere ri­ cotta, farina e semolino, amalgamarli bene e formare (con le mani ben infari­ nate) dei piccoli canederli con le fragole all’interno. Lasciarli cuocere 5 minuti nell’acqua in leggera ebollizione. In una padella, fare sciogliere il burro, aggiun­ gere lo zucchero e il pangrattato e dorarli lievemente, mescolando. Scolare i ca­ nederli e impanarli con accortezza. Ricetta di Maria Anna Plunger del Buffet contadino di Castelrotto

Il consiglio di Maria Anna Plunger: per un impasto più soffice, si può sostituire metà della ricotta con la medesima quantità di patate lesse schiacciate.

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Il Vostro Coop nel cuore di Castelrotto Vi offre un‘ampia offerta di prodotti di prima qualità. Unico nel suo genere è l’assortimento di delizie culinarie di contadini del luogo, di produzione biologica e del commercio equo e solidale. Al banco vendita della conosciutissima Macelleria Silbernagl viene offerto dello speck tipico del luogo e la signora Helga, cuore ed anima del Panificio-Pasticceria Burgauner lo correderà col pane adatto lo “Schüttelbrot”.

Prodotti freschi dai nostri contadini!

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Foto: SAM/Armin Indio Mayr

Foto: IDM/Helmuth Rier

Foto: OvW-Ritt/Armin Indio Mayr

Highlights Estate 2018

> 30 aprile – 27 giugno 2018

> 25 - 27 maggio 2018

> 1 luglio 2018

> 4 - 23 luglio 2018

Alto Adige Balance

Cavalcata Oswald von Wolkenstein

Mezza Maratona Alpe di Siusi

Semper Music International Festival

Un tuffo nell’atmosfera cavalleresca, tra stendardi e vessilli, aste puntate al vento e indomiti cavalieri pronti a sfidarsi in groppa ai loro destrieri in prove rocambolesche. È un mix coin­ volgente di tradizione medievale, folclore e sport equestre la Cavalcata Oswald von Wolkenstein, dedicata al celebre cantore e poeta del XIV-XV secolo, in un percorso a tappe che ripercorre la sua vita leggenda­ ria negli scenari incantati dell’area vacanze Alpe di Siusi. Tra le Dolomiti (Patrimonio Mondiale UNESCO), dal 25 al 27 maggio 2018, torna la grande manifestazione ai piedi dello Sciliar. A sfidarsi tra le incitazioni della folla, 36 squadre di cavalieri in abiti tradi­ zionali che si destreggeranno in 4 tornei ai limiti del possibile. La presentazione delle squadre par­ tecipanti e la grande festa si ter­ ranno nella località di Fiè allo Sciliar. www.ovwritt.com

Sono 21,0975 i km della Mezza Mara­ tona Alpe di Siusi, l’avvincente gara di corsa ad alta quota, che vede un massimo di 700 atleti e appassionati correre sui saliscendi dolomitici il 1 luglio 2018. Si tratta della sesta edi­ zione di una entusiasmante sfida che negli anni precedenti ha visto tanti maratoneti e amanti dello sport rag­ giungere l’area vacanze Alpe di Siusi, per vivere l’adrenalina della compe­ tizione. Lo scenario è davvero unico, inoltre il percorso si inerpica su un dislivello di 601 metri, raggiungendo i 2.200 metri nel suo punto più alto. running.seiseralm.it

Il Semper Music International Festi­ val offre l’insolita possibilità di ascol­ tare concerti di musicisti di fama mondiale nell’area vacanze Alpe di Siusi. Il programma del festival prevede anche quest’anno, oltre al concorso internazionale, corsi di approfondi­ mento e workshop, circa 30 concerti pomeridiani e serali, a cui parteci­ peranno riconosciuti professori di musica e giovani artisti provenienti dall’America del Nord e del Sud, dall’Asia e dall’Europa. Tutti i concerti, i corsi e i workshop sono aperti gratuitamente al pub­ blico. Solo i concerti delle grandi star sono a pagamento. www.schlernmusicfestival.eu

Quando la natura si ridesta, aumenta la voglia di dinamicità all’aperto, che spinge molte persone a immergersi nell’aria primaverile. “Una prima­ vera attiva e sana” è il motto di Alto Adige Balance: i più variegati eventi e workshop relativi a salute, equi­ librio, alimentazione sana, allena­ mento corretto ed equipaggiamento, infatti, sono ideali per dare inizio alla nuova stagione escursionistica e podistica. www.seiseralm.it/balance > Maggio – luglio 2018

Escursioni per gli amanti dei fiori Nel territorio dello Sciliar nel corso dell’anno si possono trovare oltre 790 piante da fiore e felci dai più diversi aspetti e di diversa prove­ nienza. Sui prati delle malghe, sui pascoli e sui ghiaioni spuntano tipici fiori alpini e molte altre rarità bota­ niche. Nel corso dell’anno l’Ufficio Parchi Naturali organizza in collabo­ razione con le associazioni turistiche dei comuni del Parco Naturale circa 20 escursioni guidate con l’esperto escursionista e naturalista Riccardo Insam.

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> 4 giugno 2018

Escursione e colloquio alpino con Reinhold Messner Con Reinhold Messner alla scoperta delle Dolomiti, “le montagne più belle del mondo”: durante l’escur­ sione, l’alpinista estremo narra dei suoi tour e di com’è nata la sua pas­ sione che ha origine nelle Dolomiti, dichiarate dall’UNESCO patrimonio mondiale. Il programma prevede l’itinerario alla Malga Plafötsch, il pranzo e il colloquio alpino.

> 30 giugno - 2 settembre 2018

Riflettori puntati su arte e fotografia Dal momento che il nuovo centro visite del parco naturale verrà uffi­ cialmente inaugurato a Siusi solo nel 2019, quest’estate vengono nuova­ mente allestite varie esposizioni. Lo sfaccettato programma ha inizio con la mostra “I 500 anni dello Schwar­ zer Adler”, seguita dalle opere degli “Artisti amatoriali sotto lo Sciliar”, per poi terminare con fotografie che ritraggono natura e paesaggi. Informazioni sugli orari di apertura presso gli Uffici informazioni.

> 7 luglio 2018

Sky Marathon Catinaccio-Sciliar A Tires al Catinaccio, immersa nel magnifico scenario delle Dolomiti (Patrimonio Mondiale UNESCO) ha luogo una maratona alpina con una lunghezza di 45 km e un dislivello di circa 3.000 m: la Sky Marathon Cati­ naccio-Sciliar. Questa sfida montana parte da Tires, gira intorno al massic­ cio del Catinaccio e, attraversando Sciliar e Monte Cavone, fa ritorno alla linea di partenza. Il punto più in quota della maratona attende gli atleti a Passo Principe, a 2.630 m d’altitudine. www.skymarathontiers.it


Foto: Helmuth Rier

Foto: IDM/Helmuth Rier

Foto: SMIF/Fotolia

> Estate 2018

> Luglio – agosto 2018

> 9 luglio – 6 settembre 2018

> 1 – 31 ottobre 2018

Eventi gastronomici all’aperto

Estate in famiglia all’Alpe di Siusi

Summer Classics di Siusi allo Sciliar

Dispensa di Fiè

Tre straordinari appuntamenti open air dedicati ai buongustai, che ren­ dono ancora più emozionante l’e­ state tutt’intorno all’Alpe di Siusi, vengono inaugurati il 19 luglio dalla Berglertafel (cena del montanaro) a Tires al Catinaccio. È nota per la magnifica vista sul leggendario Cati­ naccio, così come per le sue raffi­ nate specialità. Il 25 luglio, Castel­ rotto invita a una cena pregna di storia con il Banchetto Krausen sul Colle di Castelrotto. A concludere gli eventi gastronomici all’aperto, la Tabbla Toò il 2 settembre sull’al­ tipiano più vasto d’Europa con un menù eccezionale, accompagnato dal panorama a 360° sui dintorni e pre­ parato con cucine in legno.

In estate l’Alpe di Siusi si trasforma in un paradiso magico per i bambini: in occasione del Dolomiti Ranger grandi e piccoli detective scoprono lo spazio vitale degli animali nel bosco e attorno l‘acqua, osservano gli animali notturni, costruiscono un hotel per insetti e si immergono nel biotopo acquatico. Assieme alla Strega Martha, grandi e piccini vanno sulle tracce di streghe e stregoni. Si può scegliere tra una passeggiata notturna tra fate e fol­ letti assieme alla Strega Martha, cre­ are delle streghette d’erbe oppure ricercare magici simboli; lo spasso e il mistero sono garantiti. Coloro che invece preferiscono esplorare la vita di un maso lo pos­ sono fare con il programma “Un universo in fattoria”. Oltre vedere da vicino i cavalli, le famiglie scopri­ ranno anche come il grano viene tra­ sformato in farina, la farina in pane e il latte in formaggio.

Agli appassionati di musica classica, Siusi propone anche quest’anno una serie di straordinari concerti. Arti­ sti italiani con alle spalle esperienze internazionali si esibiranno sulle note di grandi compositori. Con il suo alto livello, la “Summer Classics” è da tempo parte integrante del pro­ gramma culturale estivo proposto, ai piedi dello Sciliar, a un pubblico esta­ siato di residenti e villeggianti. Appuntamenti: 9, 16 e 23 luglio 2018, 20 e 27 agosto 2018, 3 settembre 2018 > 17 luglio – 6 agosto 2018

Silenzi d’Alpe Quest’incontro culturale immerso in magici paesaggi e incantevoli sce­ nari circondati dalle cime dolomiti­ che offre la possibilità di ascoltare la voce della quiete e seguire le orme della natura, delle tradizioni e dei racconti che aleggiano sull’Alpe di Siusi. Il programma di Silenzi d’Alpe prevede escursioni, concerti e con­ ferenze. www.silenzidalpe.it

Da 41 anni, la Dispensa di Fiè è l’e­ vento gastronomico autunnale per eccellenza nell’area vacanze Alpe di Siusi. I ristoratori e gli albergatori di Fiè allo Sciliar invitano all’”ottobre gastronomico”, realizzando i desideri d’ogni buongustaio e amante delle specialità autoctone. Questi artisti dei fornelli creano con raffinatezza pietanze originali, al motto “Antiche ricette reinterpretate e servite con amore”. www.voelserkuchlkastl.com > 12 – 14 ottobre 2018

Festa dei Kastelruther Spatzen La tradizione ha un nome - “Festa dei Kastelruther Spatzen”: l’occasione per festeggiare è ancora più grande, fra migliaia di fan radunati sotto il grande tendone di Castelrotto. Un’e­ mozione davvero senza eguali.

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Foto: Moonlight/Armin Indio Mayr

Foto: Helmuth Rier

Foto: Helmuth Rier

Anteprima inverno 2018/19

> 6 dicembre 2018 – 7 aprile 2019

> Dicembre 2018

> 19 gennaio 2019

> 20 gennaio 2019

80° anniversario dell’area sciistica Alpe di Siusi

Natale in montagna a Castelrotto

Berglertafel invernale

Il matrimonio contadino di Castelrotto

Con la nascita dell’alpinismo all’i­ nizio del 20° secolo, l’Alpe di Siusi è diventata un’apprezzata regione vocata agli sport e al relax, che ha anche influenzato lo sviluppo dello sci. Nell’inverno 1938/39, è stata messa in funzione la “Slittovia Gio­ go-Panorama”, il primo impianto di risalita del più vasto altipiano d’Europa, che ha rappresentato il passo iniziale dello sviluppo del comprensorio sciistico. La prossima stagione invernale farà da sfondo alle fastose celebrazioni dell’80° anniversario, che prevedono vari eventi clou dal tema “Gli 80 anni dell’area sciistica Alpe di Siusi” (p.e., varie giornate nostalgiche).

L’aroma di panpepato, cannella e vin brulé che aleggia nell’aria segna il ritorno dell’Avvento alle falde dello Sciliar. Il Mercatino di Natale di Castelrotto offre artigianato tra­ dizionale e dolci tipici, invitando a trascorrere piacevoli momenti in compagnia con una tazza di vin brulé sulle note del Natale. Le note musical di bande musicale ci sono l’ideale per favorire l’atmosfera di raccoglimento che precede il Natale.

Nel 2019, la leggendaria Bergler­ tafel (cena del montanaro) di Tires al Catinaccio ha luogo per la prima volta anche in inverno. Dopo una passeggiata con le ciaspole, immersa nel tradizionale paesaggio inver­ nale incontaminato, che offre a principianti ed esperti la possibilità di esplorare le Dolomiti e, nel con­ tempo, scoprire quali ciaspole sod­ disfano al meglio le loro esigenze, ci si può scambiare opinioni durante il flying buffet, assaporando una zuppa calda o un vin brulé. Come per la Berglertafel estiva, anche il flying buffet dell’edizione inver­ nale offre ai partecipanti specialità tradizionali reinterpretate: un’au­ tentica gioia per il palato e per gli occhi, grazie al panorama sul rosseg­ giante Catinaccio al tramonto, per concludere la giornata in bellezza.

Lo spettacolo in costume più affasci­ nante dell’Alto Adige. Si tratta della ricostruzione storica di un matri­ monio contadino, così come si cele­ brava un tempo ai piedi dello Sciliar. Il matrimonio contadino ha inizio a S. Valentino, luogo dal quale il cor­ teo nuziale ci si incammina con la slitta trainata dai cavalli splendida­ mente addobbata – nella più precisa osservanza dell’ordine da sempre seguito – e attraversa campi inne­ vati per giungere fino a Castelrotto.

48 ALPE | Estate

> 20 gennaio 2019

Torneo invernale di Golf all’Alpe di Siusi Un campo da golf total white, dove ci si può sfidare non passando tra una buca all’altra sul classico tappeto verde, ma muovendosi con destrezza su sci e snowboard. È il campo spe­ ciale che per un giorno attira tutti gli amanti della pallina bianca tra le Dolomiti per partecipare al Torneo invernale di Golf all’Alpe di Siusi. Professionisti di questo elegante sport si destreggiano su bianchis­ simi fairways innevati, godendo del panorama ad alta quota offerto dalle vette dello Sciliar e del Catinac­ cio. Si gioca su 9 buche che hanno una lunghezza tra i 61 e i 150 m.


Foto: SAM/Helmuth Rier

Foto: SAM/Helmuth Rier

Foto: SAM/F-Tech

> 23 gennaio 2019

> Inverno 2019

> Marzo 2019

> 17 – 24 marzo 2019

Alto Adige Moonlight Classic Alpe di Siusi

FIS Coppa del Mondo Slopestyle Snowboard & Freeski

Dolovino on Snow

Swing on Snow Winter Music Festival

Nel 2019, la Moonlight Classic offre nuovamente a numerosi atleti e fan la possibilità di trascorrere momenti sensazionali con una competizione notturna internazionale di sci di fondo alla luce delle fiaccole e al cospetto dello scenario invernale mozzafiato del più vasto altipiano d’Europa. I percorsi circolari di 30 e 15 km di lunghezza, con partenza e arrivo a Compatsch, prevedono esclusivamente lo stile classico. Questo spettacolare evento prende il via alle 20, ma l’area della parten­ za-traguardo è già gremita di spet­ tatori prima dell’inizio della gara, quando suonatori del corno delle Alpi e schioccatori di frusta cre­ ano una suggestiva atmosfera. www.moonlightclassic.info

Per la terza volta consecutiva, i migliori freestyler del mondo s’e­ sibiscono in coreografie al limite del possibile su sci e snowbo­ ard. Le due Coppe del Mondo di Slopestyle hanno luogo presso l’Alpe di Siusi Snowpark. Lo slopestyle è la disciplina sportiva estrema più recente delle Olim­ piadi, inserita a partire da Sotchi 2014 e contraddistinta da percorsi con salti e ostacoli. I sei mem­ bri della giuria valutano i trick in base a creatività, difficoltà ed ese­ cuzione oppure stile, mentre per quanto riguarda i salti contano l’al­ tezza, l’ampiezza e l’atterraggio.

Dolovino on Snow invita a un tour di-vino attraverso l’Alpe di Siusi al motto “Eccellenti vini altoatesini ai piedi delle Dolomiti”. L’Alto Adige, infatti, non è solo un paradiso per gli amanti di sci ed escursioni, ma anche un’area vitivinicola nota in tutto il mondo. Presso numerosi punti di ristoro i buongustai pos­ sono degustare nobili stille altoa­ tesine, mentre nei rifugi dell’alti­ piano potranno lasciarsi ammaliare dalle specialità gastronomiche.

Dal 17 al 24 marzo 2019 va in scena sullo sfondo dei più spettacolari pae­ saggi dell’area vacanze Alpe di Siusi Swing on Snow, la travolgente mani­ festazione che invita sciatori, boar­ disti e amanti delle cime innevate a destreggiarsi tra la neve a ritmo di pezzi folk, brani rock e le più eclet­ tiche sperimentazioni musicali. Per 8 giorni, gruppi provenienti dall’in­ tero arco alpino si alternano in con­ certi dirompenti tra le location più suggestive dell’altipiano più grande d’Europa, dando vita a concerti open air per la gioia dei visitatori. Ritmi travolgenti e toccanti perva­ deranno al mattino le piste dell’Alpe per poi spostarsi nei rifugi e risto­ ranti a pranzo. A partire dalle ore 21, nei locali di Castelrotto, Siusi, Fiè allo Sciliar e Tires al Catinaccio saranno in programma “concerti after-hour”. www.swingonsnow.com

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Foto: Helmuth Rier

Visto & sentito

Una delle località più incantevoli d’Italia. Dal 2018, Castelrotto viene ufficialmente annoverato tra i “Borghi più belli d’Italia”. Il paese natale dei Kastelruther Spatzen deve il suo fascino al centro storico che ammalia con pittoresche vie, edifici dai dipinti artistici, stupende case e masi particolarmente curati. Inoltre, Monte Calvario schiude un panorama mozzafiato sullo Sciliar, così come sull’intera località con il suo peculiare campanile.

Non c’è due senza tre.

“La prima settimana bianca senza sci.”

Durante le ultime due sta­ gioni, Peter Fill, star di Castelrotto, si è aggiudi­ cato la sfera di cristallo in Coppa del Mondo di discesa libera. Quest’anno, ha gioito anche per la vit­ toria generale nella combi­ nata alpina, innalzando al cielo il terzo trofeo. Anche Silvia Bertagna, esperta di slopestyle, che da anni si allena presso l’Alpe di Siusi Snowpark, ha ammaliato con la sua abilità, conqui­ stanto la sfera di cristallo della Big Air World Cup. Foto: Helmuth Rier

A marzo, Felix Neureuther è stato ospite del Tirler Dolomites Living Hotel con sua moglie Miriam Gössner e sua figlia Matilda. La star tedesca dello sci alpino non aveva mai visitato l’Alpe di Siusi, di cui ha apprezzato soprattutto il paesaggio mozzafiato e l’idilliaca quiete. Era la sua prima vacanza invernale senza sci, dopo essersi rotto il legamento crociato a novembre, saltando così le gare di Coppa del Mondo e le Olimpiadi.

COLOFONE. ALPE: registrato pr. il trib. BZ, decreto n. 9/2002 R.St. Editore: Alpe di Siusi Marketing, 39050 Fiè allo Sciliar, Via del Paese, 15, Tel. 0471 709 600, Fax 0471 704 199, info@alpedisiusi.info, www.alpedisiusi.info. Direttore responsabile: Elisabeth Augustin. Redazione: Elisabeth Augustin, Rosa Maria Erlacher, Sabine Funk, Barbara Pichler Rier, Katja Sanin, Denise Frötscher; Traduzioni: Studio Bonetti & Peroni. Pubblicità: Sabine Demetz, Christoph Trocker. Impaginazione: Komma Graphik. Stampa: Litopa, Verona.

50 ALPE | Estate


L‘affascinante paradiso naturale

„Sorgenti delle streghe“ Le emozioni della camminata a piedi nudi per tutta la famiglia…

… e poi l‘accogliente rifugio Tirler

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