L'ascolto psicoanalitico

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Presentazione del volume

Soci Italiani European Federation for Psychoanalytic Psychotherapy

L’ascolto psicoanalitico

Efficacia e fattori terapeutici della psicoterapia

Giornate SIEFPP 2020

Alpes Italia srl – Via G. Romagnosi 3 – 00196 Roma tel./fax 0639738315 – e-mail: info@alpesitalia.it – www.alpesitalia.it

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© Copyright Alpes Italia srl - Via G. Romagnosi, 3 – 00196 Roma, tel./fax 06-39738315 I edizione, 2020

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Questo terzo volume della collana Giornate SIEFPP rappresenta un prezioso completamento di ordine scientifico al mio mandato di Presidente, iniziato nel gennaio 2017. La collana editoriale è difatti una delle iniziative di cui vado maggiormente fiera, perché in essa vengono pubblicati lavori inediti di alto livello clinico e scientifico, e perché accanto a firme di autorità internazionali nel campo della psicoterapia psicoanalitica, alla sua realizzazione prendono parte attiva i membri del CE, i Presidenti, i soci e gli allievi diplomandi della Federazione. Con il volume 2020 la collana ha raggiunto il centro, o meglio: il cuore pulsante, del percorso di ricerca scientifica che da anni le quindici associazioni federate SIEFPP perseguono unitamente. Il tema de “L’ascolto psicoanalitico” che in esso viene affrontato nasce infatti da due intense Giornate di Studio svoltesi a Roma a fine febbraio di quest’anno. Quelle giornate, dense di ispirazioni e di stimoli, che hanno coinvolto trecento partecipanti, si sono caricate di un significato simbolico operativo e inaspettato per essere state l’ultimo evento italiano pubblico di settore prima del lock down conseguente l’inimmaginabile evenienza mondiale pandemica. Da esse, dai temi dibattuti, si è determinata, quasi a loro evoluzione naturale, la collaborazione con il Ministero della Salute per l’attivazione di un numero verde di Ascolto Psicologico gratuito di Emergenza Covid 19, che tra aprile e giugno ha coinvolto oltre quattrocento professionisti volontari associati SIEFPP ed esitato in oltre duemila prestazioni cliniche gratuite.

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L’ascolto psicoanalitico - Efficacia e fattori terapeutici della psicoterapia

Nel 2018 la SIEFPP, con le Giornate dedicate alle “Nuove forme del malessere e psicoterapia psicoanalitica”, si era confrontata con il tema delle nuove domande di aiuto, evidenziando come fattori spinosi della contemporanea psicoterapia psicoanalitica sia le problematiche narcisistiche che i derivati comportamentali della dilagante scissione oggi registrata nella clinica. Di lì, a fronte della gravità ed estensione del fenomeno della violenza contro le donne e del clamore mediatico sollevato dagli efferati fatti di cronaca ad esso conseguenti, fatti di forte centralità sociale ma di competenza non psicoanalitica, si è voluto impegnare nell’approfondimento di quei traumatismi sottili, invisibili, spesso collocati nell’infanzia, mai elaborati dai soggetti colpiti e quindi non ancora pensabili né dicibili con parole. Tali esperienze traumatiche, spesso assestate in maniera da non comparire alla coscienza, sono segnalate da sintomi-allarme grazie a fenomeni di dissociazione intrapsichica, che permettono al soggetto di sopravvivere, ma non di vivere. Da questo interesse hanno preso avvio le Giornate 2019, “Dentro le mura: fenomeni dissociativi intrafamiliari e intraistituzionali”, premessa condivisa dalle quattro Sezioni SIEFPP – e loro relativi strumenti clinici – per poi dirigersi coralmente verso l’impegno scientifico sull’ascolto psicoanalitico quale unico strumento valido per intercettare e per elaborare le ferite invisibili e le verità profonde, magmatiche o rimosse. I lavori successivamente dedicati al tema de “L’ascolto psicoanalitico” dalle Giornate 2020 hanno esitato in due filoni fondamentali

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Ringraziamenti

che è auspicabile la SIEFPP voglia riprendere e approfondire. Da un lato, paradossalmente, si è giunti alla sottolineatura di un primato del sensoriale rispetto alla parola; dall’altro si è sancito incontrovertibilmente la pluralità e la varietà, ancora molto da studiare quanto ai risultati, dei nuovi setting possibili che già affiancano i tradizionali – individuale, gruppo, coppia – compresi i trattamenti clinici non in persona, che sovvertono proprio il registro del sensoriale. La prova ufficiale della validità di questo ultimo aspetto dell’ascolto è arrivata tra aprile e luglio di questo speciale anno 2020 per il tramite delle oltre cinquantamila chiamate al numero verde che, come già ricordato, il Ministro Speranza ha attivato con il coinvolgimento di associazioni scientifiche riconosciute per decreto Gelli, tra cui la SIEFPP, che già da un anno è anche componente ufficiale della Consulta CNOP. La gratitudine e il beneficio calorosamente riconosciuto dalle persone che si sono rivolte al servizio, sono stati una prova imprevista e insieme davvero emozionante, che ci incoraggia a insistere con lo studio dei nuovi modi di accogliere la domanda di aiuto. Le associazioni SIEFPP devono proporsi come obiettivo politico e sforzo operativo il ripristino nel Servizio Pubblico, in posizione chiave, dello strumento della psicoterapia, che non solo va a garantire il benessere della popolazione ma che costituisce, come dimostrato incontrovertibilmente dai dati odierni, un fattore di significativa economicità per il Servizio Sanitario Nazionale.

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Auspico dunque che la politica sinora tenacemente perseguita, che mira alla realizzazione di una struttura ad Umbrella, nella quale si raccolgano sotto un unico tetto le scuole di formazione a orientamento psicoanalitico, possa in futuro essere ulteriormente promossa e potenziata. I passi fondamentali compiuti in tale direzione anche col Convegno del 7 giugno 2019 su “L’efficacia della psicoterapia psicoanalitica nei contesti di cura”, realizzato in sinergia con la Società italiana di Psicoanalisi e con l’Associazione Italiana di Psicologia Analitica, sono tappe SIEFPP da non dimenticare, ed anzi da lì è necessario proseguire. Per tutti i confortanti risultati raggiunti nel corso del mio mandato, non posso ora che ringraziare i delegati delle quindici associazioni componenti i vari Comitati Esecutivi SIEFPP 2017-2020, che hanno approvato e supportato le tante iniziative e le fruttuose innovazioni introdotte con suggerimenti, collaborazione ed empatia. Ringrazio di cuore in particolare i Presidenti delle associazioni federate, che mi hanno affiancato incisivamente anche sulle complesse questioni politiche, infondendomi forza e incoercibilità. Un grazie commosso e affettuoso va a tutti gli allievi delle scuole che hanno portato le loro speranze per il futuro della psicoterapia e la loro passione rassicurante: con loro, con i nostri allievi, la psicoterapia psicoanalitica è in ottime mani. Un ringraziamento speciale va alla associazione nella cui Scuola insegno da più di venti anni, l’Arpad, che oltre dieci anni fa mi ha onorato dell’incarico di delegato SIEFPP, conferendomi l’opportunità, accanto

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Ringraziamenti

allo svolgimento di attività didattiche e scientifiche, di raccogliere i frutti delle mie esperienze istituzionali, esercitate lungamente nella posizione di Dirigente Psicologo Responsabile dell’Accoglienza nel DSM della ASL ex Roma A, e delle competenze politico-organizzative ivi maturate, oggi con la SIEFPP estese anche a livello internazionale. Un grazie particolare va a figure autorevoli esterne, ma profondamente coinvolte negli obiettivi SIEFPP, quali Anna Maria Nicolò, Anna Maria Speranza, Stefano Bolognini e Fabio Castriota, che hanno onorato con il loro prestigioso apporto e con vera, affettuosa e generosa amicizia personale, gli indimenticabili momenti pubblici del mio mandato. Un ultimo ringraziamento è dedicato ai tanti collaboratori in ombra, indispensabili e insostituibili: segretari, tecnici, intermediari, colleghi che hanno svolto la funzione occasionale di creativi e generosi ispiratori, professionisti esterni, senza i quali nulla di ciò che si è realizzato sarebbe stato per me possibile. Maria Antonietta Fenu Presidente SIEFPP Roma, Settembre 2020

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Indice generale Presentazione del volume di Barbara Notarbartolo............................................................................ XIII

Parte I

Efficacia della psicoterapia psicoanalitica e senso dell’ascolto Sull’efficacia della psicoterapia psicodinamica. I dati della ricerca scientifica di Maria Antonietta Fenu, Giulia Ballarotto, Eleonora Marzilli.................. 3 Biologia della psicoterapia di Massimo Biondi.................................................................................... 11

Parte II Interpretare ascoltando Introduzione di Luisa Carbone Tirelli ............................................................................ 21 Interpretare ascoltando di Fabio Castriota ..................................................................................... 25

Parte III Stili dell’ascolto nella clinica Presentazione delle Sessioni cliniche di Daniela Lucarelli ................................................................................. 41 Prima Sessione clinica Ascoltare il silenzio Introduzione di Paolo Cruciani...................................................................................... 47

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L’ascolto psicoanalitico - Efficacia e fattori terapeutici della psicoterapia Una vita non vissuta di Michela Bombardini ............................................................................. 50 La stanza anecoica. Narrazione musicale del silenzio in un piccolo gruppo a funzione analitica di Gabriella Vincenti................................................................................. 59 L’ascolto psicoanalitico con pazienti affetti da una malattia cronica di Barbara Obialero.................................................................................. 66 Commento ai casi clinici di Alessandra Chinaglia............................................................................. 76 Seconda Sessione clinica Ascolto dell’ascolto e pluralità di contesti Ascolto dell’ascolto nel trattamento psicoterapico dell’adolescente e la formazione nell’istituzione pubblica di Marilisa Rocchi, Marilù Esposito, Giulia Lacchini.................................. 81 La complessità dell’ascolto nel lavoro terapeutico tra pubblico e privato di Ludovica Andrea Februo........................................................................ 89 Ascoltare sé stessi per comprendere meglio il paziente di Ida Burzio............................................................................................ 98 L’ascolto transgenerazionale con la coppia di Ilaria Iorio............................................................................................ 106 Commento ai casi clinici di Elena Bonassi ....................................................................................... 113 Commento ai casi clinici di Isabella Lapi ........................................................................................ 116 Terza Sessione clinica L’ascolto polifonico nella stanza di psicoterapia Introduzione di Roberto Quintiliani .............................................................................. 123

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Indice generale

Tra identificazione e controtransfert: caso di un’adolescente in terapia psicoanalitica intensiva di Dania Della Pasqua.............................................................................. 126 La costruzione dell’ascolto analitico di Carlotta Bandieri, Concetta Caggiano, Francesca Franzi, Rosanna Nastro. 139 Le sfide del non poter ascoltar(si): dimensioni del sentire nel lavoro con un’adolescente di Ilaria Bianchi ....................................................................................... 148 Chi ascolta chi? Nel neogruppo terapeutico: suoni, parole, discorsi, silenzi alla ricerca del dipanarsi del processo trasformativo di Debora Bellotto, Chiara Citroni, Ilaria Fabiano, Giovanni Fontana, Camilla Gamberini, Laura Mincone, Egidio Priani, Sara Rasom, Virna Paola Vegetti................................................................................ 158 Commento ai casi clinici di Marcello F. Turno.................................................................................. 166

Parte IV Le declinazioni dell’ascolto in psicoterapia Introduzione di Carlo Passarelli ..................................................................................... 173 L’ascolto psicoanalitico di Stefano Bolognini.................................................................................. 175 Dialogo di Stefano Bolognini con la sala........................................................ 193

Parte V L’estensione dell’ascolto nei vari setting

Introduzione di Gemma Trapanese................................................................................. 207 L’ascolto nella psicoterapia dell’adulto rispetto ai disagi della contemporaneità di Antonio De Rosa ................................................................................... 211

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L’ascolto psicoanalitico - Efficacia e fattori terapeutici della psicoterapia “Udire con gli occhi”: l’ascolto multiforme nelle psicoterapie con i bambini e con gli adolescenti e i loro genitori di Virginia Giannotti................................................................................ 217 Note sull’ascolto in psicoanalisi di Giorgio Corrente ................................................................................... 227 L’ascolto di coppie e famiglie con tutti i suoi sensi di Simona Taccani..................................................................................... 233

Conclusioni di Gemma Trapanese ................................................................................ 239 Postfazione L’ascolto psicoanalitico e l’urlo della natura di Maria Antonietta Fenu.......................................................................... 245 Attività della SIEFPP dal 2017 ad oggi di Anna Molli .......................................................................................... 255 Autori e Autrici .......................................................................................... 261 Sinossi SIEFPP............................................................................................. 267

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Presentazione del volume Barbara Notarbartolo

Da qualche parte nella situazione analitica, sotterrata sotto masse di nevrosi, psicosi e così via, c’è una persona che sta lottando per nascere. In un certo senso la psicoanalisi è una cosa estremamente semplice, ma, come tutte le cose semplici, è, per un qualche motivo, terrbilmente difficile da realizzare. Bion, Seminari Clinici

Nel linguaggio del sogno una rappresentazione visiva può condensare una sensazione emotiva. Allo stesso modo, per analogia, si potrebbe dire che l’immagine del prisma può ben rappresentare le emozioni suscitate dalle Giornate di Studio della SIEFPP 2020 di cui si parla nel presente volume. Figura geometrica poliedrica, il prisma annovera infatti tra le sue definizioni figurate la seguente, che lo descrive, tanto in senso metaforico che letterale, come “[…] ciò che è in grado di scomporre una realtà nei suoi multiformi aspetti e così presentarla all’osservatore”1. L’ascolto psicoanalitico, tema centrale delle Giornate, è stato scomposto, esaminato e messo a fuoco da più angolature, come molteplici sono le facce dell’immaginario prisma. Di più, a ben guardare, è la stessa struttura della SIEFPP ad essere paragonabile ad un prisma: una confederazione di 15 Società scientifiche che si occupano di Psicoterapia Psicoanalitica da prospettive diverse, secondo quattro sezioni: Adulti; Gruppi; Bambini e Adolescenti; Coppie e Famiglie. Per non sovrapporsi alle varie attività scientifiche svolte dalle singole realtà che la compongono, la Società organizza annualmente delle Gior1 La citazione è tratta dal Dizionario Garzanti.

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nate di Studio in cui il tema prescelto assume una forma prismatica perché esaminato da angolature diverse: da chi lavora con adulti, come da chi si occupa di bambini e adolescenti. Da chi, per affrontare la clinica, utilizza il dispositivo del gruppo, e da chi declina il lavoro clinico con la coppia e la famiglia. Un’articolazione così variamente sfaccettata ha una base comune: il modello psicoanalitico e le sue articolazioni nell’ambito della teoria e della tecnica. E oggetto delle ultime Giornate di Studio – svoltesi a Roma il 22-23 febbraio 2020 – è stato proprio un tema comune: L’ascolto psicoanalitico, il cui sottotitolo, molto attuale, recitava: Efficacia e fattori terapeutici della psicoanalisi. Le relazioni sono state presentate sia da psicoanalisti che hanno maturato una lunga e provata esperienza nel lavoro clinico e di ricerca, sia dagli allievi delle diverse Scuole di Specializzazione che compongono la SIEFPP. Tanti lavori teorico-clinici che hanno stimolato la circolazione di molti pensieri e che, adesso, trovano spazio in questo volume, in linea con quanto affermava Bion quando utilizzava l’espressione “pubblic/azione” per indicare l’ultimo atto del processo trasformativo del pensiero. Durante le Giornate il pensiero prevalente ha ruotato intorno ad una visione della psicoanalisi affatto diversa da quella del passato. Una psicoanalisi che si declina su un territorio di frontiera in ragione di un malessere sociale che spinge sempre più lo psicoanalista a scegliere di essere “senza divano”, secondo una felice espressione usata anni addietro da Racamier (1973). Non è un caso che la Federazione europea EFPP, di cui la SIEFPP costituisce il Network italiano, reciti nel suo Statuto la formula “Psicoterapia Psicoanalitica nel Settore pubblico”. Proprio questo aspetto del lavoro clinico è stato l’oggetto di studio delle Giornate scientifiche svoltesi negli ultimi anni a Napoli Bologna, Palermo, ed oggi a Roma, unite tra di loro da quella sorta di filo rosso costituito dallo sforzo comune di confrontarsi sui nuovi scenari clinici, sulle nuove forme di malessere che hanno fatto ingresso nel trattamento psicoanalitico. XIV


Presentazione del volume

I lavori di Bologna (2018) erano stati incentrati su Nuove forme del malessere e Psicoterapia Psicoanalitica, quelli di Palermo (2019) su Dentro le mura. Fenomeni dissociativi intrafamiliari e intraistituzionali. Un breve excursus sul loro svolgimento consentirà di cogliere lo snodo che ha condotto alle Giornate scientifiche di Roma (2020) oggetto del presente volume. A Bologna si è messa in evidenza la centralità delle nuove forme di malessere registrate presso gli ambulatori dei servizi di consultazione psicoterapica. Tale fatto, e le richieste di aiuto che esso determina, costringono la psicoterapia psicoanalitica ad adeguare il proprio bagaglio di strumenti concettuali e operativi, così come ha appropriatamente osservato Stefano Bolognini, nella sua relazione magistrale o, meglio, nel rispondere alle domande che gli sono state rivolte dai rappresentanti delle 4 sezioni: Adulti; Bambini e Adolescenti; Gruppi; Coppia e Famiglia. A Palermo, il confronto è ruotato intorno ai fenomeni dissociativi intrafamiliari e intraistituzionali che si installano nella mente dei singoli e dei gruppi a seguito di vicende traumatiche. Una modalità di funzionamento mentale che si riverbera in varie manifestazioni cliniche, sia nell’infanzia che nell’età adulta. In particolare, il titolo delle Giornate, Dentro le mura, ha inteso focalizzare la vicenda patologica del trauma quale esito di costellazioni relazionali violente. La violenza aperta, manifesta, ma ancor più quella che si insedia, in maniera clandestina, nelle realtà familiari, lavorative e istituzionali. In quel mondo sotterraneo di legami che spesso distorcono o rovesciano il significato di protezione e di cura. La vicenda traumatica, a volte, è costituita da sensazioni più che da parole, da non detti o segreti, da costellazioni emotive inspiegabili che si addensano nella mente dell’individuo e del gruppo senza possibilità di elaborazione psichica, ma possono soltanto essere negati/collocati/evacuati in movimenti dissociativi. Ne deriva una varietà di articolazioni cliniche che, con esaustiva precisione, sono state illustrate da Anna Maria Speranza (2020). La clandestinità di emozioni penose, l’assenza di parole per dire o chiedere, rende estremamente complesso e difficile il rapporto psicoterapeuXV


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tico; il confronto ha consentito di riflettere sulle potenzialità del modello psicoanalitico e sulle sue possibili evoluzioni tecniche di fronte alla sfida delle nuove realtà cliniche. In particolare, è stato fornito un modello psico-sociale che ha illustrato come lo strumento teorico-clinico della psicoanalisi possa costituire una sorta di collante per interventi che si articolano anche sul sociale e sul fronte giudiziario (Gentile, 2020). E d’altronde è proprio dalla pratica clinica che il bagaglio di strumenti concettuali e operativi della psicoanalisi, da Freud in poi, si è evoluto, misurandosi con la frontiera delle patologie. Da subito, Freud ha tentato di cogliere ciò che stava oltre le parole, rintracciando significati celati dietro i sintomi attraverso i sogni, attraverso gli scarti del pensiero, elementi che esulano dal pensiero logico-razionale, come sottolineato già negli anni ‘80 da Francesco Corrao (1995). Altri autori, e soprattutto Bion, hanno messo in luce che la mente umana, il pensiero, si sviluppa in presenza dell’altro. Ciò che la psicoanalisi offre come cura alle forme nuove della sofferenza mentale, è la presenza di un interlocutore che, attraverso l’intuizione e l’empatia, consenta la comprensione emotiva della sofferenza del paziente e tenti di darle un significato. La vera sofferenza traumatica consiste infatti nell’avere introiettato un oggetto emotivamente assente, cosa che ha privato di significato la vita psichica. La cura psicoanalitica consente l’introiezione di un oggetto che restituisca significato all’esperienza emotiva del paziente. Così facendo, il deposito di esperienze emotive non accessibili alla coscienza può ritrovare voce, e dunque essere riconosciuto ed espresso; esplicita bene tale concetto Maria Antonietta Fenu (2020), Presidente della SIEFPP, nell’introduzione al volume che raccoglie i lavori delle Giornate di Studio di Palermo quando scrive: “scrittura e riscrittura della storia interna fino a trovare le parole per dire […]”. Vorrei qui ricordare che, proprio a Palermo, abbiamo avuto l’occasione di ascoltare la voce di uno scrittore, Roberto Alajmo, che è riuscito, dopo 40 anni, a narrare con partecipazione, ma anche con disincanto poetico, i ricordi della propria tragica esperienza XVI


Presentazione del volume

di vita (Alajmo, 2018). Ed a proposito della necessità di eleborare il significato psichico delle esperienze emotive, ricordo inoltre le parole di Bion (1973): “La mente ha bisogno della verità, così come l’organismo ha bisogno del cibo”. L’ascolto si rivela essere uno dei pilastri della tecnica psicoanalitica proprio quando sono in gioco emozioni non dicibili né pensabili. Ecco perché esso è stato scelto come tema conduttore le Giornate di Studio di Roma (2020), i cui risultati sono oggi qui restituiti. La centralità dell’argomento è stata affrontata da Stefano Bolognini. Nella sua lectio magistralis, egli ha scandagliato con acutezza ed esaustività ogni sfaccettatura, sia in ambito teorico che in ambito clinico, dell’ascolto psicoanalitico che, per usare le sue stesse parole, “[…] raggiunge l’intimità profonda. In virtù di una modalità sensoriale prossima all’esperienza infantile primaria, sperimentata dal Sè corporeo nella fusionalità inter-corporea, l’ascolto analitico non si ferma al contenuto logico, conscio e intenzionale di quanto espresso e scambiato, ma si sintonizza preconsciamente con i movimenti interni del paziente”. Con un apparente gioco di parole, lo sguardo di Bolognini è poi andato oltre soffermandosi su “l’ascolto dell’ascolto”: non più solo sul come l’analista si dispone all’ascolto del paziente, ma sul come il paziente “ascolta l’ascolto” dell’analista. Alla domanda: attraverso quali segnali questo succede? ha risposto: “Vi è un pulviscolo di micro-segnali acustici e di validazione reciproca nelle comunicazioni sub-liminali e para-liminali, emesse e ricevute in maniera interpsichica non registrata ufficialmente a livello conscio.” La dimensione interpsichica, dunque: una concezione centrale nel pensiero di Bolognini che si basa sulla “[…]capacità (naturale o appresa) di aprire canali profondi di comunicazione tra gli esseri umani...(capacità) che dipende proprio dall’avere potuto vivere, ripetere e introiettare questa esperienza, in cui il mondo interno dell’uno si apre al contatto naturale e non intrusivo con il mondo interno dell’altro. Una delle funzioni dell’aXVII


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nalisi è proprio quella di aprire (o di riaprire) un po’ alla volta quei canali […]” (Bolognini, 2008, 2019). Canali che, lo abbiamo già accennato, per aprirsi non necessitano di parole, potendo fluire grazie ad un ascolto silenzioso ma profondamente partecipe, come quello psicoanalitico. L’apparente semplicità di un simile ascolto non deve trarre in inganno. È questo l’insegnamento che ci viene dalla relazione proposta da Maria Antonietta Fenu, Giulia Ballarotto ed Eleonora Marzilli, che, in modo sintetico ma intenso, attraversa il tema dell’ascolto intrecciandolo a quello dell’efficacia del trattamento psicoanalitico. Lo psicoterapeuta psicoanalitico, avvertono le autrici, empatizza, condivide le sensazioni del paziente, si sintonizza emotivamente con lui, in una parola, “sta dentro” la comunicazione, ma sta anche “fuori”. Riesce, cioè, a mantenere “quella consapevolezza di sè, coltivata nel lungo training psicoanalitico della sua formazione” che consiste, oltre che nell’acquisizione di uno specifico bagaglio teorico e tecnico, in una profonda esperienza analitica personale. Questa capacità di stare contemporaneamente dentro e fuori per cogliere ciò che accade nella relazione analistapaziente, se rende complesso il lavoro psicoanalitico, altresì gli consente grande efficacia, come le autrici hanno sottolineato facendo riferimento al vasto repertorio di ricerche raccolte dall’International Psychoanalitic Association e condotte su trattamenti sia di breve che di lunga durata, nonché su specifici disturbi mentali, posti a confronto con trattamenti condotti secondo il modello behaviorista. Il loro interesse consiste soprattutto nell’avere sfatato il convincimento diffuso che il modello cognitivo-comportamentale fornisca risultati più efficaci di quello psicoanalitico, ed in tempi più brevi. Tutti i risultati hanno evidenziato una maggiore efficacia del modello psicodinamico a maggior ragione perché esso garantisce “benefici di lunga durata – a riprova dell’incidenza trasformativa profonda – che permangono oltre la remissione completa dei sintomi.”

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Presentazione del volume

Le ricerche clinico-sperimentali sono state al centro dell’interessante e suggestiva relazione di Massimo Biondi, psichiatra, nonché esperto nell’ambito delle Neuroscienze, quale Direttore del Dipartimento presso Sapienza Università di Roma e del Policlinico Umberto I di Roma. Egli ha evidenziato come “[…]anche le parole – per i contenuti emozionali che suscitano e i correlati che possono avere a livello di circuiti cerebrali e di tipo neurochimico – possano avere effetto sulla biologia della mente e del corpo. L’idea centrale da cui si muove è che pensieri seguiti da azioni ad esse correlati possano produrre modificazioni biologiche a scopo terapeutico, come fossero un farmaco” e sottolineato che “[…] il mentale ed il biologico co-accadono. Nessuno causa l’altro. Sono presenti entrambe, come appaiati”. Quanto da anni sperimentato da coloro che praticano la psicoanalisi, ovvero che insieme al miglioramento sintomatico si osservano nei pazienti profonde trasformazioni, riceve dunque una piena conferma dalle ricerche condotte nel campo delle neuroscienze. Da un livello di conoscenza intuitivo ed empirico, si è passati, così, ad un livello validato oggettivamente. Un fatto reso possibile grazie alle sofisticate tecnologie che hanno consentito una visualizzazione dei circuiti cerebrali. E proprio in base a questo genere di studi, Massimo Biondi è giunto ad affermare nella sua relazione che “questi dati hanno offerto una prova empirica, oggettiva che la psicoterapia non è solo una cura con le parole, ma è una cura cerebrale” (Biondi, 1995, 1996, 2016). Il tema della cura e, quindi, dell’importanza dell’ascolto nella relazione psicoanalitica, è stato oggetto della relazione di Fabio Castriota, aperta dalla proiezione di alcune sequenze del film di Federico Fellini 8 e 1/2, le cui immagini hanno coinvolto tutti i presenti in un intenso contatto emotivo con il protagonista, un personaggio confuso, smarrito, in piena crisi identitaria, interpretato da Marcello Mastroianni, che solo attraverso la riscoperta del valore dei legami ritrova, nelle sequenze finali, il senso di sé. Grazie all’evocazione artistica, il relatore ha potuto affrontare il tema dell’ascolto psicoanalitico a partire da un’ampia prospettiva per domanXIX


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darsi, riprendendo un noto scritto di Eugenio Gaddini (1984): come sono, oggi, i nostri pazienti? E perché? Quanto incide il cambiamento socio/culturale/antropologico sulla mente umana e, quindi, sulla psicopatologia? Nel cercare risposte, Castriota ha riflettuto sugli attuali quadri di sofferenza mentale, specie sulle forme borderline e narcisistiche, e su come tali patologie mettano in scacco il modello teorico e tecnico della psicoanalisi. Le attuali configurazioni di personalità comportano “una difficoltà ad avvicinarsi al nostro modello terapeutico, che prevede non solo una particolare temporalità, ma anche la capacità di accettare ferite narcisistiche ed accedere a una terapia basata sul rapporto di reciproca fiducia e sull’investimento su relazioni oggettuali stabili, che attivano un certo livello di dipendenza”. Pazienti che non riescono a trasformare e rappresentare la realtà, che non utilizzano significanti verbali per esprimersi, ma forme di espressione sensoriali, somatiche e/o comportamentali, rappresentano un ostacolo al dispiegarsi di una psicoanalisi ancorata al vecchio bagaglio concettuale/ operativo. “Inoltre in questi casi, l’interpretazione non è sostenuta dalle libere associazioni, né dall’alleanza terapeutica perché il paziente, a causa della carenza della dimensione soggettuale, non è capace di pensare, di sognare o di associare”. Da qui la necessità di approdare ad importanti modificazioni della tecnica, quale ad esempio la ricerca dell’unisono col paziente, quello che Bion chiamava “at-one-ment”. “La verità che emerge da questa ‘danza della relazione’ promuove la creazione di senso perché ‘per fare una mente occorre un’altra mente’. Così si passa dall’Io al noi, dall’intra all’interpsichico, anche se il reciproco investimento affettivo non è una fusione che annulla le individualità, ma un bilancio positivo di identità e differenze […]”. Per affrontare le cosiddette nuove patologie, Castriota ha affermato che l’analista deve potere declinare un ascolto “capace di regredire dal mentale al sensoriale, da un livello percettivo simbolico ad uno più arcaico, somatico e asimbolico, vicino a quella che Green chiama semantica minimale dell’inconscio”, quell’area degli affetti, dove non esistono ancora forme mentali. Quanto più l’analista affina l’ascolto XX


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di questa affettività preverbale, tanto più aiuta il paziente a costruire un apparato interno di forme esperienziali”. Riprendendo un pensiero di Bion, si potrebbe dire che la cura psicoanalitica, nell’attualità delle nuove patologie, deve essere rivolta più al contenitore che ai contenuti, più alla costruzione/riparazione dell’apparato per pensare che alla disamina delle vicende passate. Il volume propone infine i lavori clinici degli allievi delle Scuole di Specializzazione in Psicoterapia che compongono la SIEFPP ed i contributi dei chairman che li hanno proposti e coordinati. Si tratta di lavori molto stimolanti che hanno suscitato un grande interesse perché centrati sulle esperienze cliniche e sui processi trasformativi che l’ascolto psicoanalitico innesca quando la presenza dell’altro, l’analista, si dispone a cogliere la profondità del mondo interno del paziente attivando un processo trasformativo che a partire da emozioni grezze, non riconosciute e non verbalizzate, può confluire in pensiero, e da lì in parole che possono essere pronunciate, per avviare nuovi legami vitali.

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L’ascolto psicoanalitico - Efficacia e fattori terapeutici della psicoterapia

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